Ciao bbbellii! - Oberdan.it 2015.pdf · La sua sfera di cristallo ne sa una più del diavolo. Anzi,...

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P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5 Ciao bbbellii! Rieccoci anche quest’anno con la LIV edizione “Partita Tripla 2015”! È nostro dovere avvisarvi che in futuro non ci vedrete più nei corridoi appostate dietro le porte delle vostre aule a ricordarvi di spedire, scrivere e fotografare perché il nostro treno è giunto al capolinea! Dopo cinque anni di dura fatica, ci auguriamo di scendere con tutti gli onori del caso. Chi raccoglierà il testimone? Noi speriamo in tanti; però, detto in segreto, sappiate che ci sono quattro cerberi che vi staranno addosso assetati d’articoli. ;) Perché dovreste farlo (e perché l’abbiamo fatto)? Perché è bello sentirsi parte di qualcosa, sapere che il vostro lavoro e la vostra fatica fanno parte di un progetto che porta il giornalino ad essere un segno distintivo della vostra scuola; e soprattutto è gratificante sapere che dei professori credono in voi, nelle vostre capacità, portandovi sempre a pensare che nulla è impossibile, basta volerlo. Ma basta sentimentalismi e proseguiamo con le cose serie: come potevamo non alludere in copertina all’evento che ha acceso sul nostro Paese i riflettori di tutto il mondo?! Molti di voi avranno la possibilità di scriverne, nel bene e nel male, solo dopo averlo visitato, quindi abbiamo deciso di lasciare a voi la parola senza anticipare nulla in questo numero; noi abbiamo semplicem ente ripetuto a raffica il nome della nostra testata scopiazzando lo stile. I meriti del disegno vanno ad Evita Margheritti (5B), quelli degli articoli ai tanti che li hanno scritti e quelli per la pazienza e la tenacia ai professori. invece, va a tutti quelli che han promesso ma non mantenuto. Con affetto, La redazione: Tadini Viviana (5B), Nadia Panzera (5B) I professori:

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  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    Ciao bbbellii! Rieccoci anche quest’anno con la LIV edizione “Partita Tripla 2015”! È nostro dovere avvisarvi che in futuro non ci vedrete più nei corridoi appostate dietro le porte delle vostre aule a ricordarvi di spedire, scrivere e fotografare perché il nostro treno è giunto al capolinea! Dopo cinque anni di dura fatica, ci auguriamo di scendere con tutti gli onori del caso.

    Chi raccoglierà il

    testimone?

    Noi speriamo in tanti; però, detto in segreto, sappiate che ci sono quattro cerberi che vi staranno addosso

    assetati d’articoli. ;)

    Perché dovreste

    farlo (e perché

    l’abbiamo fatto)?

    Perché è bello sentirsi parte di qualcosa, sapere che il vostro lavoro e la vostra fatica fanno parte di un progetto che porta il giornalino ad essere un segno distintivo della vostra scuola; e soprattutto è gratificante sapere che dei professori credono in voi, nelle vostre capacità, portandovi sempre a pensare che nulla è impossibile, basta volerlo.

    Ma basta sentimentalismi e proseguiamo con le cose serie: come potevamo non alludere in copertina all’evento che ha acceso sul

    nostro Paese i riflettori di tutto il mondo?! Molti di voi avranno la possibilità di scriverne, nel bene e nel male, solo dopo averlo visitato, quindi abbiamo deciso di lasciare a voi la parola senza anticipare nulla in questo numero; noi

    abbiamo semplicemente ripetuto a raffica il nome della nostra

    testata scopiazzando lo stile. I meriti del disegno vanno ad Evita Margheritti (5B), quelli degli articoli ai tanti che li hanno scritti e quelli per la pazienza e la tenacia ai professori. invece, va a tutti quelli che han promesso ma non mantenuto. Con affetto,

    La redazione: Tadini Viviana (5B), Nadia Panzera (5B)

    I professori:

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    Saluti dalla 5^A

    PER CINQUE ANNI A SCUOLA SIAMO STATI

    DOPO L’ORALE CI SAREMO LIBERATI.

    TRA BILANCI, POESIE E SISTEMI

    ABBIAMO RISOLTO TUTTI I PROBLEMI.

    CON LO STUDIO DISPERATO

    LA ZIA DANI CI HA SFIANCATO

    MA LA RADA NON E’ DA MENO

    SI SA LEI E’ IL CAPO SUPREMO!

    LA CREMASCHI CON AMORE:” ZITTI, MUTI E

    SOTTOMESSI”

    CI HA LASCIATO UN PO PERPLESSI.

    LA NEW ENTRY VIGANO’

    SENTIMI UN ATTIMO… AMBRARABACCICCICOCCO’

    LA FIGLIOLI NON LO SA

    MA STAVOLTA A SETTEMPRE NON CI RIVEDRA’

    LA COZZI CON I SUOI MINUTI PER STUDIARE

    TANTE INTERROGAZIONI CI HA FATTO PASSARE.

    LA TINELLI SI E’ SPOSATA, MA LA FOTO

    MICA CE L’HA PORTATA.

    CON IL SUO ADDESTRAMENTO MILITARE

    LA GAROTTA CI HA FATTO SUDARE

    ORA E TEMPO DI SALUTARE

    “AH GUGLIELMO CE DEVI MOLLARE!”

    ALATI SIMONE: “PROF, LA

    RIMANDIAMO?” #CUCCIOLO

    AQUILECCHIA CLAUDIO: “DAI PROFFFF…….PAUSA” #RAPPER

    BERVA MATTIA: “LA LEGGENDA NARRA…” #DANNUNZIO

    BUA ANTONINO: “CHE DELINQUENZA!” #IL GOFFO

    CARMINATI MATTIA:” QUESTA PARTE NON SAPEVO CHE ERA DA FARE” #HACKER

    CORNALBA GIORGIO:” OHHH!” #STEVEJOBS

    COLELLA ANTHONY: “SI SI, DOMANI CI SONO...” #SCOMPARSO

    D’AMATO ARIANNA: “ELSINKI, QUA ANDIAMO ALLA CIECA” #SCHIACCIATINEOVUNQUE

    DECARO VALERIA: “OH VOGLIO SAPERLO ANCHE IO” #ZABETTA

    ERBAVORI ESTEFANO: “NON HO STUDIATO” #NOVE

    FRIGERIO GIORGIA: “IO TI MANDO A COME TI VESTI” #VACAGHER

    GHEZZI MONICA: “SORRISI ALLA VICHA” #PINGPONG

    KAPPLANI DHURATA: “MA CHE SO PE’ NATALE?” #BELLADDORMENTATA

    MIHOLCAN IULIA: “C’ERA UNA MOSCA SEDUTA SUL TEMPERINO” #MISTERO

    PAGLIUCA NICLA: “DAI, VADO IO PER PRIMA” #SDENG

    PODINA ALEXANDRA: “THAT’S ALL” #INGLESINA

    RACHDAOUI BADR: “SOTTO IL SEI NON SI VA” #CAMMELLODELL’ORIENTE

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5 RIVA GIORGIA: “NO, IO MERITAVO DI PIU’” #FINANZIERA

    ROCCIOLA STEFANIA: “HO BISOGNO DI UN CAFFE’” #BOBILBROCCOLO

    ROTA FEDERICA: “OH RAGA SONO A DIETA... DATEMI LE CARAMELLE” #DONATRICE

    SABANI ELISA: “PROF, HO UN’IDEA” #MATEMATICANONTITEMO

    SHAUKAT KAMRAN: “DON’T WORRY BE HAPPY” #ILDOTTORE

    SIGNORELLO GIUSEPPE: “CHI L’HA INVENTATA LA MATURITA’?” #LUOMOCHESUSSURRAVAAIPICCIONI

    VERRI PAOLO: “HO FATTO LA PAZZIA” #IOMELATOLGO

    Saluti dalla 5^B “Notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni Notte di sogni, di coppe e di campioni. Notte di lacrime e preghiere la matematica non sarà mai il mio mestiere E gli aerei volano in alto tra New York e Mosca Ma questa notte è ancora nostra.

    Si accendono le luci qui sul palco ma quanti amici intorno che viene voglia di cantare Forse cambiati, certo un po' diversi, ma con la voglia ancora di cambiare. Se l'amore è amoreee.” [Notte prima degli esami – Venditti]

    RICCARDO ASONI Non si è ancora capito se il suo umore cambi in base alle stagioni o se sia affetto da mestruo maschile. E’ lui il vero latin lover della classe! #PalestratoDisperato #LinguaConsumata DORIS BARDHI Lei è la nostra albanese, italiana, gualdese, trevigliese e milanese preferita! #CittadinaDelMondo #NoBardhiNoParty

    GLORIA BERNAREGGI Passeranno alla storia le sue urla moleste delle 08.00 del mattino. #Megafono LUCA BIANCARDI Da Swiffer a… Hipsterone vero. La pubertà arriva a vent’anni. #Wolverine ELVIRA CARMINATI L’unica che sa tutto di qualsiasi cosa. Il mistico è la sua passione: un esempio lampante? Il tedesco. #ParrucchieraAggratis #ElviraPassioneTrecce&Massaggi ELISA COLPANI

    Brava e bella ma nasconde un animo Ultras. Non vede l’ora di avere tanti bimbi solo per portarli allo stadio. #SempreInCurvaNord MIRKO CONSONNI Bergamasco DOC ma mica tanto. E’ il nostro putanji sardo preferito. #SardoIoSono #ProvolaInOfferta FEDERICA FERRARI La nostra cara rappresentante è un’animalista compulsiva: se vede un cane solo per strada le viene da piangere. #Kikkakikk GRETA LEGNANI

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    Alle 08.00 del mattino sa già cosa mangerà per pranzo. E nell’attesa… “Mi serve un cuscino. Vivi, mi passeresti la sciarpa?”#HardCore ROBERTA LEONI La tipica ragazza casa e Chiesa, ma è il capodanno che la frega. #KOd’anno #Rivelazione OLGA MANDELLI L’amante del Pagante per eccellenza. Però i Dottor Martens verdi con le stringhe gialle anche Enzo Miccio li boccerebbe! #FaccioAfter EVITA MARGHERITTI E’ risaputo che le bionde sono stupide, lei però le batte tutte! #RagazzaTumblr #PolliceVerde VALENTINA MONTIN Mora dagli occhi blu, è un concentrato di virus e tenerezza. #Amore14

    MARZIA MONZANI Salvini è il suo vero idolo, ma il fascino della Terronia l’ha vinta. #Myconos #SoMiaaa

    FRANCESCA ORSANI Colei che potrebbe mangiare anche le gambe del tavolo senza ingrassare. Per lei gli orecchini sono un must. #PuntoTamarra NADIA PANZERA La risata più contagiosa ma allo stesso tempo più odiosa della classe. #CantanteLirica #Ricciolid’oro CLAUDIA RUSCONI Colei che ha sempre freddo ma che il posto vicino alla finestra non lo lascerà mai. #TuttaChiacchere&Paranoie ELISA SCURO Rossa di capelli, golosa di… Ragazzi romani #RipNikita ELISA SORRENTINO Pur essendo la più grande d’età, è la nanetta della classe… Fortunatamente compensa in altro! #HelloKitty #Tina VIVIANA TADINI Il basket e la pallavolo sono gli sport che più le interessano. Ovunque ci siano delle palle, lei c’è.

    #RappresentanteInPensione

    #SucchiottiConAmore VALENTINA TROIANO Tanto silenziosa quanto sensibile. La sua voce rimarrà sempre un punto di domanda. #ValeFacciUnUrlo PAOLO VALSECCHI “Prof, quindi lei mi sta dicendo che dovrei parlare con la prostituta della mia via?” #’cezionale MARCO VAVASSORI Super popolare sui social, atleta affermato e in cerca del vero amore. Aspettavamo l’I-Phone 6 per vedere i suoi selfie in blu ray! #PrimineFateviSotto

    IL CRUCIPROF

    E poi un po’ di rilievo lo dobbiamo dare anche a loro: i nostri professori, quelli che, chi da anni e chi solo negli

    ultimi nove mesi, ci hanno visto crescere e soprattutto frignare.

    Ve li presentiamo così:

    1. Per lui la nostra maturità è iniziata in terza. La sua unica certezza è il condizionamento sociale. Ma mica non esistono certezze? #AltroDirviNonVo’ #Malatissimo

    2. Il suo saluto alle 07.55 del mattino funziona meglio del caffè. #Bellaaaaa

    3. I fiori sono la sua vera passione (o forse il giardiniere?) #ehnoeh #eadessomidicibene

    4. Verbi e vocaboli dovrebbero essere il nostro pane quotidiano. “x, hai quasi recuperato: hai preso 3” #FerrataÜberAlles

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    5. La nostra àncora e il nostro ancòra. Quando Dio distribuiva l’altezza, lei stava studiando matematica. #Don’tTuc

    6. Il suo barboncino, a sua detta, conosce l’economia meglio di noi. #VivaMirta

    7. La sua sfera di cristallo ne sa una più del diavolo. Anzi, è lui il diavolo… E veste Prada! #MaMör #Occhio #Putanji

    8. Anche se vola una mosca stiamo facendo casino.

    Tra le commerce e la civilisation non sappiamo cosa odiare di più. #VecchiaGrammaticaDoveSei

    9. I cellulari sono la sua ossessione. Colei che invece di guardare il film controlla se noi lo stiamo guardando. #Peròicompitinonlivogliamo

    Saluti dalla 5^ F Queste frasi le dedichiamo a noi, noi che ci siamo sempre supportati e sopportati. Tra litigi, urla,

    lacrime, risate e momenti indimenticabili questi cinque anni sono passati e per quanto mentre li

    si vivono non è facile rendersene conto, questa scuola, questi corridoi, queste persone ci sono

    entrati dentro e cambiato per sempre. Le ore di educazione fisica passate a ridere in palestra,

    quelle in cui più che un’aula di scuola sembrava una sala da ballo e canto, quelle che ci si guarda

    in faccia e ci si dice “ma tu hai capito?!”..forse è proprio vero “questi sono e resteranno per

    sempre I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA”

    Agazzi Stefano: “Dicono

    che nella vita ci vuole una

    botta di culo… tu l’hai

    sempre avuta!

    #StudiareèBeneCopiareèM

    eglio”

    Bacova Lokjana: “È la

    mamma della classe, tra

    poco sposina, ma di cazzate

    ne spara ogni mattina!

    #RenziNazareno”

    Bejko Emanuel: “Sono

    gentile, intelligente e bello

    ma se mi provochi

    t’accoltello! #IlNostroAlba”

    Biancini Ilaria: “Sei sempre

    stata predisposta per quelli

    più grandi… ma fermati ai

    30! #NonHoL’Età”

    Bonato Claudia: “Mi

    piacciono grossi e pesanti..

    ma come sono belli questi

    elefanti! #TeAdOgniOra”

    Carrera Simone: “Nel

    frangente in cui inizia a

    parlare……………….cala la

    notte! #So(‘)TuttoIo”

    Censi Davide: “Le sue due

    donne se lo contendono..

    chi vincerà?

    #DeaVsMacchinetta”

    Corti Fabio: “La tua assenza

    è molto presente

    #DoveSei?!”

    Fava Carlo: “Da quando è

    fidanzato si è isolato,

    sempre con lei sta

    messaggiando e intanto

    l’anno sta andando!

    #PhoneInLove”

    Gjoka Erlona: “Sempre a

    studiare stai, ma non ti

    riposi mai?!?!

    #InterrogazioniAMacchinett

    a”

    Juan Ung Phromphinan

    (Bob): “È cresciuto

    nell’intelletto, un po’ meno

    nell’aspetto!

    #MadeInChinandia”

    Lanzini Marta: “Con il tuo intelletto ogni giorno stupisci, ma è meglio se vai in bici! #IlCaffèMacchiatoCos’è?” Leoni Giada: “La scollatura è attraente, ma su di me l’effetto è indifferente! #SenzaReggiseno” Meloni Gabriele: “Altro che maturità, io voglio battere la Lega Pokemon! #ElJugador” Riva Riccardo: “Se arrivi in

    ritardo è un casino, ma ogni

    tanto pagalo sto’

    cafferino!!!

    #TranquilliRagaArrivo”

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    Rossoni Astrid: “Ogni

    giorno fai disastri, picchi e

    insulti peggio dei maschi!

    #MettiliStiJeans”

    Tabaldi Davide: “Da

    quando hai cambiato

    spacciatore nello studio ti

    fai onore! #AveMaria”

    Tadolti Giorgia: “Le bionde

    ciocche gli occhi azzurri e

    poi…. Il tuo pinguino Artur!

    #JeSuisForbicì”

    Vecchiarelli Matteo:

    “Sappiamo che nel tennis

    c’è il diritto ed il rovescio,

    ma con le donne lui va solo

    di rovescio!

    #FattelaNa’Risata”

    ..ed un pensiero anche a loro, i nemici n°1 che alla fine poi tanto nemici non sono! Quelli che

    fanno sudare nelle interrogazioni, venire il batticuore dall’agitazione peggio che il primo amore,

    quelli che ci hanno visto crescere e fanno parte della crescita: i nostri professori! Ci

    mancheranno anche loro, con le lune storte, con le battute pronte, ognuno diverso, ognuno

    speciale, ognuno che, a suo modo, si è aperto con noi e ci ha mostrato non solo l’insegnante, ma

    la persona che è al di fuori di un’aula.. Le persone che si emozionano per una festa a sorpresa

    per il loro compleanno, i giocatori di calcio incalliti che non demordono, quelli a cui brillano gli

    occhi quando parlano dei propri matrimoni e figli, quelli che ti insegnano che per amare basta

    davvero poco, che mettono in mostra ogni punto di vista e lasciano a te la possibilità di

    decidere. Oggi il nostro GRAZIE più vero e sincero va a loro!!!!

    Capone Federico: “Ad ogni

    compleanno, festa o

    ricorrenza, di una sua

    poesia non può mancare la

    presenza #ÈDura”

    Cavalieri Lucia Manuela:

    “Les gâteaux sont sa

    passion et pour une

    surprise elle s’emossion!

    #MadameLucieDeParis”

    Diasparro Pietro Michele:

    “Con la volèe lo puoi

    fregare, ma con il diritto

    lascia stare!!

    #TheRacketLaw”

    Facheris Ermanno: “Ha

    lanciato una moda con le

    sua sciarpetta, ma nelle sue

    ore non girano mai le

    lancette!

    #NelDubbioCarrera”

    Garotta Raffaella: “Le

    sufficienze sono dei miraggi

    se c’è lei nei paraggi!

    #ForrestGump”

    Marchetti Alessandro:

    “Arte, letteratura,

    economia! #Secchione”

    Moriggi Lino: “Ogni mattina

    si improvvisa giornalaio, ma

    è nato prima lui o il

    calamaio?! #WeMister”

    Pentasuglia Silvia: “Un

    metro e mezzo di puro stile

    che ringiovanisce ogni anno

    in Aprile!! #PentaStyle”

    Radaelli Paolo: “A giocare a

    calcio non ha più il ritmo,

    ma il numero te lo fa con il

    logaritmo!!

    #AndiamoACercareGliOcchi

    aliNellaNeve”

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    Saluti dalla 5^ D

    Bogado: Il pupillo di Rocky, interrogato nove volte a settimana in diritto ed economia politica. #SpacciatoreDiFazzolettiDallArgentinaConFurore Filippini: Leggende narrano che ogni tanto Nicolas venga a scuola. Dopo averlo avuto quattro anni in classe, la Dinolfo non ha ancora capito che Filippini, insieme al compagno Stolfi, improvvisa concerti degni di un safari in Kenia. #UsiiModiECostumi Fra: Il suo inglese è paragonabile a quello di Renzi. Se vi serve un pullman per megafestoni, contattate Felix (il padre). #ImAGinius Issi: L'unica persona che ottiene il massimo rispetto da un avvocato è lui: il Signor Hima! Inseparabile dal suo Minecraft, fa più costruzioni lui durante due ore

    di

    economia che un ingegnere in tutta la sua vita. #MaIlNomeÈIssiOHima? Yari: È sempre venuto a scuola in qualsiasi condizione, ma dai 18 anni non è più pervenuto. Non fatelo arrabbiare: ve lo consiglio! Fantastiche le sue reazioni da terza guerra mondiale quando gli viene posta una qualsiasi domanda. #YelloFurioso Marty: Calma, paziente, gentile, ma ogni tanto si ribella. Non insulta mai nessuno se non la sua compagna di banco, Laura. #DottorJekyllEMisterHyde Eli: Dopo quest'estate Elisa non è più la stessa: i primi tre mesi di scuola continuava a salire le scale per andare alla classe dell'anno prima. PS: dovrebbe

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    scendere le scale perché siamo al seminterrato. #Serrucho Willo: Chiede di spostare la simulazione di terza prova per non mancare alla sacra processione di Vailate. Il giorno dopo non si presenta in classe e scrive ai compagni:"Oggi non sono in condizioni di venire a scuola" #SaveSiFa Meri: Le raccomandazioni non sono mai troppe! Finita la scuola non ha voglia di far niente: 3 mesi in Australia, un anno in America e non ha mai 1€ da prestare! #BraccinoCortoForLife

    Babi: Fa mille lavori e sa sempre tutto di tutti: se serve qualche informazione segreta chiedete a lei, sicuramente ne sarà al corrente! Se le chiedete qualcosa in qualsiasi momento del giorno, la risposta è sempre la stessa:"Sto leggendo un libro, non rompere!" #Serrucho Pezzo: L'ultimo anno gli ha dato al cervello: gli si è sciolta la lingua! Tra qualche anno lo vedremo passare informazioni segrete alla CIA. Per ora si limita a passare i compiti di economia aziendale! #MaCheMollo? Laura: Impazzita durante quest'estate! Non è più la brava ragazza di una volta! #HaiFattoEconomia? Rava: È come le ragazze: la puntualità non è mai stata il suo forte! L'unico che se non trova parcheggio davanti a scuola, torna a casa a dormire! #AncheUn59Basta Anto: Non si sa se fa più capriole con i voti o nei parchi coi suoi soci di parkour. L'unico che a 18 anni non sa ancora fischiare e se qualcuno lo fa in classe, automaticamente la colpa è sua. #YaHoooooooo Mich: Distributore umano di cicche. Passa 24h su 24 a giocare a Clash of Clans. #Claner Romi: Dice sempre di aver preso 2 in qualsiasi verifica o interrogazione, ma alla fine prende 8. #Serrucho

    E saluti anche dalla…

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    ...5^ serale

    …5^H

    …5^C

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    … e 5^E

    English Theatre Debora Zanoli - 5E

    Thursday, November 13 from 8:30 to 10

    some classes went to the theater Colognola

    Bergamo to take part in an interesting work,

    by Oscar Wilde. The comedy has the title of

    "AN IDEAL HUSBAND", interpreted by the

    theater company Palkettostage. The classes

    were accompanied by their professors that as

    a first gave a preview of the plot to be able to

    understand better. The story takes place

    entirely in English and it was very nice and

    curious. It should be advisable to listen to a

    work entirely in the

    original language. The

    actors who played the

    characters in my opinion

    were very good. Funny,

    spontaneous, able to understand the

    language and able to know how to entertain

    an audience. An audience that was young

    because the show was opened to the third

    year of high school. Also at the end of the

    show the actors gave the opportunity to the

    public to interact with them directly. They

    asked questions about the work but also

    about their lives as actors and with the

    highest availability, all have been given an

    answer. The set used reflects the idea of ease

    and power to which the

    protagonists belong.

    The story in fact takes

    place in the apartments

    of the upper class and

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    rich curtains have been used complemented

    by certain furniture that help the public to

    identify the different rooms. The costumes

    very luxurious, so as to identify the different

    characters and determine their character.

    The accessories used were hats, jewelry, ties,

    dresses, shoes and all of things on stage

    create an image of richness and help to

    understand the context.

    The plot has a protagonist Sir Robert Chiltern,

    a respected and brilliant politician, deeply

    loved by his wife, who recognizes in him all

    the best qualities. One day, however, the

    petty intrigues of Mrs. Cheveley reveal to

    Lady Chiltern that the fortune of her husband

    originated from an old dishonesty. This

    revelation makes her lose faith in her

    husband and does not just chip away at his

    happiness, but also its most important ethical

    benchmark. Only the timely intervention of a

    friend of both, the ironic and charming Lord

    Goring, will manage to save their marriage.

    I liked the story very much, the thing that

    made me happiest was that I could

    understand almost everything, not all

    minimum parts, but the general context. The

    actors have contributed a lot to my

    understanding and I really enjoyed it. I would

    recommend it to all, in fact the work was a

    mix of the useful and the delectable and also,

    from my point of view, the theater company

    was very valid.

    An ideal husband Nadia Panzera – 5B

    “I love talking about nothing, father. It is the only thing I know anything about.”

    Lord Goring Oscar Wilde wrote “An ideal husband” in 1895. LOVE, WIT and NO PERFECTION are the keywords of the facts described. If you read it now, you will be amazed! Palketto in Colognola proposed us “An ideal husband” as a contemporary vision. It is a different way of representing Wilde’s work. Taking for granted that you will read the book or watch the film, I’d like to tell you two things: be careful guys, watch out to Mrs Cheveley! And dear girls, you will surely fall in love with Lord Goring! Oh, remember, “ideal” doesn’t exist! p.s. (Thanks to Loriana Nossa for checking)

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    USEFUL LINKS: www.palchetto.it/it/ www.youtube.com/watch?v=C-9jegJdXj0

    Chi sa chi sono?

    Lezione di teatro

    Viaggio alla scoperta di una comicità senza tempo

    Michela Moriggi, Ilenia Piazzalunga, Brambilla Laura, Matteo Sudati – 4D

    Treviglio, giovedì 27 ottobre 2014 Cos’è la commedia dell'arte?

    Per rispondere a questa domanda si è soliti immaginare qualcosa di noioso e antico, che veniva messo in scena solamente nel ‘500. Ma non è così. La commedia dell'arte è infatti un genere che ha profondi legami con la cultura contemporanea. Ciò è quanto hanno potuto costatare i ragazzi delle classi quarte dell'istituto Oberdan che hanno assistito ad una lezione-

    spettacolo tenuta da Eugenio de Giorgi (attore che attualmente lavora e risiede a Parigi) riguardante questo inconsueto genere teatrale. Dallo scorso anno, infatti, i docenti di lettere propongono per i propri alunni un appuntamento al teatrino del Conventino, annesso alla

    Parrocchia di S. Maria Annunciata, per andare alla scoperta

    della commedia dell'arte. Questa iniziativa ha permesso di far riscoprire ai ragazzi la

    bellezza delle maschere di cuoio, fatte a mano, e il grande lavoro (talvolta anche fisico) svolto dagli attori per portare in scena i personaggi.

    La commedia dell'arte è un genere teatrale nato in Italia nella metà del '500, molto praticato fino alla metà del '600.

    Gli attori, per recitare, non seguivano un vero e

    proprio copione, bensì un canovaccio, detto anche "scenario" che serviva loro da guida per poi sviluppare la rappresentazione attraverso improvvisazioni. Ai ragazzi è stato inoltre precisato che nella

    (La soluzione sul

    numero del prossimo

    anno)

    http://www.palchetto.it/it/http://www.youtube.com/watch?v=C-9jegJdXj0

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    commedia dell'arte esistono personaggi fissi, cioè che compaiono in più spettacoli come Arlecchino, il Capitano, lo Zanni, Pantalone, Colombina; essi indicavano delle "figure” come lo sciocco, l'ingenuo, il ricco volgare, il nobile impoverito, la serva intelligente... Inizialmente lo spettacolo aveva luogo nelle piazze, successivamente vennero costruiti teatri dedicati interamente a queste rappresentazioni. Gli attori indossavano maschere di cuoio, che venivano forgiate a mano da artigiani specializzati. Tutt'oggi queste maschere vengono realizzate a mano da specialisti e sono "personali"; ciascun attore infatti ha le proprie maschere che si adeguano perfettamente soltanto alla sua

    fisionomia. Ogni maschera è associata ad un personaggio che

    possiede anche un abito caratteristico; questi due elementi rispecchiano ed esaltano le particolarità caratteriali e fisiche del personaggio stesso. Un'altra peculiarità era costituita dal linguaggio: sulla scena s'intrecciavano dialetti e lingue differenti, a seconda del personaggio. De Giorgi ha spiegato che i temi principali che la commedia dell'arte utilizza sono quelli dell'amore, della politica e del denaro. Sono questi dei temi "universali", che mettevano in ridicolo le debolezze umane, esagerandone i toni attraverso la mimica, la voce, i movimenti. Questo era ciò che riempiva le piazze nel XVI-XVII secolo ed è lo stesso strumento teatrale, fatto di gesti, voce, sarcasmo, doppi sensi, che ha tenuto incollati alle sedie per più di un'ora noi ragazzi e

    che ha strappato un sorriso anche ai professori più severi.

    CONTRO LA LUDOPATIA Debora Mahmutaj – 3B

    Sempre più diffuso il gioco d’azzardo tra i giovani, ma

    sono davvero a conoscenza delle conseguenze che può

    avere e della dipendenza che crea? Con questo scopo

    informativo, cioè far conoscere rischi e conseguenze di

    un simile comportamento e prevenire disturbi di

    questo tipo, l’istituto Oberdan di Treviglio si è attivato

    offrendo ai ragazzi un incontro con degli esperti, tra

    cui una psicologa ed un volontario del centro di aiuto

    per le persone aventi questa patologia.

    Giovedì 6 novembre 2014 infatti, la classe 3°B R.I.M.,

    ha partecipato a questo incontro, partendo da un

    brainstorming (tempesta di idee), un modo per far

    emergere appunto, le idee di tutti i componenti del

    gruppo classe, che hanno esposto tutti i concetti che

    potevano collegarsi a questo fenomeno, che si è

    identificato e riconosciuto come una vera e propria

    malattia, e non solo come fenomeno sociale che non ci

    riguarda, perché purtroppo ci riguarda eccome.

    L’incontro è proseguito con una conversazione

    ordinata sul fenomeno, nella quale abbiamo provato

    ad immedesimarci in queste persone, e a pensare a

    come ci comporteremmo se qualcuno dei nostri

    genitori o amici, avesse questa dipendenza; infine ci

    hanno presentato alcune slide che approfondivano

    l’argomento con una serie di statistiche.

    Il gioco d’azzardo patologico, chiamato anche

    azzardopatia o ludopatia, è definito come un disturbo

    comportamentale del controllo degli impulsi, per

    questo il giocatore patologico e dipendente dal gioco,

    aumenta quindi la frequenza e l’importo delle giocate,

    anche per recuperare i soldi delle perdite, spreca del

    tempo a pianificarle e ricerca il denaro da “investire”

    in esse.

    Solitamente il giocatore d’azzardo è irrequieto,

    stressato e si arrabbia facilmente, mente ai famigliari e

    agli amici e anche a se stesso, per nascondere la sua

    dipendenza , finge che si tratti di una giocata

    occasionale; spesso il giocatore commette anche

    azioni illegali come furto e falsificazione. Espressione

    del gioco d’azzardo sono le schedine, i video Poker, le

    slot machines, i “gratta e vinci”, il lotto (o

    superenalotto), il bingo, altre scommesse sportive e i

    giochi come la Roulette e il Blackjack, presenti

    solitamente nei casinò. Negli ultimi anni si è evoluto il

    gioco online: chiunque in possesso di un computer e di

    una connessione ad Internet può accedervi facilmente

    e comodamente da casa, non richiede alcun

    spostamento, e proprio per questo è il più pericoloso.

    Il giocatore non ha freni, infatti può accedere sempre

    al gioco, senza limiti di tempo; in esso manca la

    funzione socializzante al punto che il soggetto in

    questione inizia a trascurare la famiglia, il lavoro e i

    rapporti sociali. Oltre ad aver analizzato questo

    fenomeno, definendo di cosa si tratta e le sue varie

    forme, ci siamo soffermati sui soggetti con questo

    disturbo, sulle conseguenze e sui rischi di esso, sulle

    tecniche pubblicitarie e non, che vengono applicate

    per cercare di diffonderlo ulteriormente e sui soggetti

    a cui si può chiedere aiuto in questi casi (centri per

    evitare le ricadute nel gioco patologico ed équipe di

    aiuto).

    Secondo alcune statistiche questo disturbo nasce tra

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    gli uomini durante l’adolescenza, mentre tra le donne

    intorno ai 20-40 anni, anche se in molti casi anche i

    pensionati, che come i giovani hanno più tempo a

    disposizione, ricadono in questa trappola. Le

    conseguenze che possono derivare da un tale disturbo

    sono sia personali che sociali: difficoltà economiche,

    compromissione dei rapporti, perdita del lavoro,

    dipendenza da droga e/o alcool, e nei casi più gravi i

    soggetti che accumulano ingenti debiti, pensano o

    scelgono la via del suicidio.

    La ludopatia è stata riconosciuta come malattia dal

    Ministro della Salute Balduzzi, con il decreto sanità del

    2012, secondo il quale i minori andrebbero più

    tutelati, soprattutto dal gioco online, che è

    continuamente ed eccessivamente pubblicizzato

    anche durante le fasce orarie dedicate ai bambini, e ha

    un accesso semplicissimo. Questo decreto prevede

    assistenza sanitaria anche per questo tipo di disturbi,

    limiti sulle pubblicità relative ad esso, regole da

    rispettare per la collocazione delle slot machines sul

    territorio, a causa della nascita di moltissime sale slot,

    e maggiori controlli sul minori. Abbiamo osservato che

    le sale slot sono un ambiente buio, con i vetri delle

    finestre oscurati e senza orologi, e dedotto che ciò ha

    lo scopo di far perdere la cognizione del tempo a chi vi

    entra. Tutti questi aspetti, apparentemente banali,

    vengono attentamente studiati per diffondere il gioco

    d’azzardo, che, anche grazie a questi accorgimenti,

    diventa patologico. Crediamo che lo Stato dovrebbe

    essere al primo posto a frenare questi aspetti, e che

    per una volta sarebbe il caso di pensare prima alla

    salute e al benessere dei cittadini, che al guadagno.

    MALATI PER GIOCO Simona Foglio – 3D

    Avete mai giocato una schedina? Avete mai

    provato a giocare un euro alle slot machine e a

    vincerne due? E non avete subito sentito la voglia

    di riprovarci? Avete mai pensato che anche

    puntare in alto, scommettere anche pochi

    spiccioli sia l'inizio di una dipendenza chiamata

    ludopatia?

    È una dipendenza "nuova", che è stata

    riconosciuta dallo Stato italiano da poco tempo

    come una vera e propria patologia con importanti

    riflessi sociali.

    È una forma di dipendenza molto diffusa tra i

    giovani, prevalentemente di sesso maschile, che

    non si contrae in luoghi appartati e malfamati,

    ma che si diffonde semplicemente frequentando

    dei comuni bar di paese.

    In Italia la percentuale di persone tra i 15 e i 64

    anni che ha puntato soldi almeno una volta su

    uno dei tanti giochi presenti sul mercato (Lotto,

    Supernenalotto, Gratta e vinci, scommesse

    sportive, poker online, etc.) è passata dal 42% al

    47% nel giro di tre anni e di questi un terzo è a

    rischio ludopatia.

    Questo è quanto emerso da un incontro tenuto

    dal Dott. Donato Lorenzo e dalla Dott.ssa Bonvini

    Mikaela, professionisti del settore, per le classi

    terze dell’ITE e del LICEO per la durata di due ore

    durante i mesi di novembre e dicembre. Questi

    esperti ci hanno fatto notare quanto questa

    dipendenza sia diffusa. Può iniziare per qualsiasi

    causa e a qualsiasi età. Anche solo una vincita

    può essere letale. Iniziare è come una ferita, che

    fa sempre male anche quando è in via di

    guarigione. I sintomi con cui si presenta la

    ludopatia sono diversi: imparare a mentire fino

    ad arrivare al punto di auto convincersi che le

    menzogne siano l'esatta verità, avere sfoghi

    violenti e

    attacchi di

    nervosismo,

    cadere in

    stati di

    depressione

    , abusare di

    sostanze, voler spendere sempre di più ed essere

    assenti nella vita dei propri cari negando la

    propria dipendenza. Poiché la frequenza delle

    vincite in questi giochi è assai bassa si crea nei

    giocatori un meccanismo psicologico che

    convince questi soggetti della necessità di

    rientrare dei soldi persi con future vincite,

    creando così una spirale che porterà a

    moltiplicare le perdite.

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    Uscire dalla ludopatia, come accade per ogni

    dipendenza, non è facile. Per fortuna esistono

    centri specializzati, a pagamento o gratuiti, che

    posso aiutare chiunque in questo difficile

    percorso. Dobbiamo essere più forti del tempo,

    prevenire e non farci mai contagiare.

    L’incontro con questi due psicologi, dal titolo

    "Giocare per gioco, provocazione-riflessione sul

    giocar d'azzardo", è stato molto positivo ed

    istruttivo e particolarmente indicato per noi

    ragazzi che vogliamo sempre affrontare nuove

    sfide e provare nuove esperienze. Sta a noi

    aprire gli occhi per evitare di costruirci una

    trappola per caderci dentro.

    Il giovane Favoloso Greta Cappelletti – 4B

    Primo film

    sulla vita di

    Giacomo

    Leopardi,

    presentato

    quest’anno

    alla Mostra

    internazion

    ale d’arte e

    cinematografia di Venezia. Diretto da Mario Martone.

    Non ti aspetti di certo che un film sulla vita di

    Leopardi possa essere così interessante e

    accattivante, per niente noioso. Per noi che stiamo

    sui banchi di scuola e studiamo questo grande poeta

    solo sui libri, veramente emoziona vederlo

    camminare per Recanati, la sua vera Recanati,

    leggere e scrivere nella sua casa natale, oggi

    diventata museo, osservare (mirar) le colline e la

    campagna ascoltando le parole de “L’infinito”. Ti fa

    venire voglia di riaprire i libri e di tuffarti nelle

    parole delle sue poesie.

    Il film riesce a mettere in evidenza il Leopardi in

    quanto uomo più che come poeta. Leopardi viene

    fortemente umanizzato, vengono sottolineati i suoi

    sentimenti, le sue debolezze, le sue fragilità, ma

    anche la sua curiosità e la sua ironia. Lo si capisce

    da subito, all’inizio del film, nell’istante in cui viene

    recitata la poesia “L’infinito”, ci si concentra sullo

    sguardo del poeta più che sull’ immensità del

    paesaggio. Una cosa da apprezzare è che nel film

    non viene mai troppo sottolineato il suo pessimismo,

    che ormai sembra essere il marchio indelebile di

    Leopardi. Ne emerge un uomo che ama la vita, è un

    uomo infelice sì, a causa delle sue precarie

    condizioni fisiche, rese tali da uno studio “matto e

    disperatissimo”, ma è un uomo che ha voglia di

    amare e sognare, aperto alla conoscenza e alle

    meraviglie del mondo. “Io non ho bisogno di stima,

    di gloria, o di altre cose simili, ho bisogno d’amore,

    di entusiasmo, di fuoco… di vita”.

    Il film inizia con la parte dedicata alla giovinezza di

    Leopardi: il poeta in cuor suo desidera andarsene da

    Recanati, vorrebbe allontanarsi da un padre

    soffocante e da una madre sempre distaccata e priva

    di affetto. E’ la fase dell’amore per Teresa, la Silvia

    della sua poesia; è la fase in cui scrive molte lettere

    ai diversi intellettuali del tempo. E’ soprattutto

    Giordani a credere in lui e a capire che è un ragazzo

    prodigio, tant’è che lo va a trovare a Recanati. E’ a

    questo punto che c’è una sorta di “rottura”: il padre

    del giovane nota nel figlio un cambiamento, una

    sorta di ribellione e accusa il letterato di averlo

    fuorviato.

    All’età di ventiquattro anni il poeta si sposta così a

    Firenze, è la fase dell’insofferenza. Qui incontra

    Fanny, una nobildonna di cui si innamora ma che

    non

    corrisp

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    onde il suo amore; incontra l’amico Ranieri con il

    quale instaura una bellissima amicizia, sintetizzata

    dalla frase che il poeta dice all’amico “io e te una

    cosa sola” e che forse ci fa intendere che il Leopardi

    fosse attratto anche dall’altro sesso. E’ a Firenze che

    Leopardi incontra gli intellettuali del tempo che più

    che capir la sua grandezza artistica, lo temono e lo

    criticano per il suo pessimismo, tant’ è che Leopardi

    seccato risponde loro: “Non attribuite al mio stato

    quello che si deve al mio intelletto”.

    La fase conclusiva del film, dopo il breve periodo

    romano, si svolge nella periferia di Napoli, dove

    scoppia un’epidemia di colera, tra degrado e

    prostituzione. Dopo avere assistito all’eruzione del

    Vesuvio e aver scritto la sua ultima poesia “La

    Ginestra”, Leopardi concluderà qui la sua vita.

    Concludendo dal film è emerso il ritratto di un uomo

    con libertà di pensiero, ironico, spregiudicato,

    insofferente alle regole, testardo e ribelle e spesso

    emarginato dalla società in cui vive. Un uomo che

    elabora una nuova forma di pensiero, che getta le

    basi per una nuova concezione della cultura, che

    colloca il dubbio al centro della conoscenza “Chi

    dubita, sa …”, che ridimensiona l’uomo “Il mio

    cervello non concepisce masse felici fatte da

    individui infelici”.

    Un giorno al cinema Anna Finardi – 4B Elio Germano, riesce a “fare suo” il personaggio leopardiano e ne offre un’interpretazione meravigliosa trasmettendone l’assoluta sofferenza, ma senza sembrare vittima della vita e rende il protagonista umano e non più una figurina dei libri di letteratura. Riesce realmente

    ad essere favoloso. Inoltre, mi ha sorpreso negativamente la scelta del regista di far avere delle visioni (Teresa morta nella bara che apre gli occhi – La padrona di casa che entra di nascosto e fruga tra gli oggetti personali di Leopardi) al nostro protagonista. A mio parere lo fa sembrare quasi sciocco. Una scena invece che, finalmente, esprime un po’ di gioia e voglia di vita, ritrae Giacomo a bere ad

    una piccola festa in piazza a Napoli insieme a dei popolani. Questa scena si è molto distaccata dal famoso “pessimismo leopardiano” perché, anche se il colera si stava diffondendo, in quel momento, quella festa, era piena di vita. Inusuale anche la scelta musicale, che mischia la musica classica dell’epoca a quella di artisti contemporanei.

    Tutto sommato il film mi è piaciuto molto, soprattutto nella seconda parte della proiezione dove la vita di Giacomo Leopardi apre i suoi orizzonte a nuovi luoghi e a nuove persone. Personalmente, ho apprezzato molto la scelta del regista di far recitare alcune delle opere più importanti del poeta. Una delle parti che ho preferito è infatti stata la recitazione dell’Infinito, quando il protagonista fissa un punto al di là della cinepresa trasmettendo un vero senso di curiosità e di voglia di andarsene oltre.

    Facchetti Beatrice – 4B Durante la messa in scena abbiamo potuto ascoltare la voce di Germano mentre recita alcuni passi di alcune poesie, ma l’aspetto “wow” sta nel profondo significato delle sue opere. Leopardi ci vuole far “aprire gli occhi” sulla vita, perché quest’ultima è malvagia; un giorno ti regala soddisfazioni e gioie, il giorno dopo ti senti un fallito, una persona insignificante. La vita, insomma, ti dà false promesse di felicità: è veramente un grande “Mistero”. Durante la mia carriera scolastica, ho studiato vari poeti, ognuno di questi importanti per i loro messaggi, ma fino ad ora Leopardi è quello che mi meraviglia maggiormente, non so il perché, forse per il suo modo

    di scrivere, per la sua complessità o forse perché da un lato sono d’accordo con i suoi punti di vista sulla vita. Per finire, ho apprezzato molto questa uscita, perché svolgere un’attività al di fuori della scuola non significa “perdere” ore , ma oltre ad acculturarci, anche ad apprezzare quello che ci circonda e che abbiamo a nostra disposizione che spesso non vediamo e apprezziamo come realmente dovremmo. Non tutti hanno la fortuna, vedi Leopardi, di vivere con l’amore dei genitori, essere in salute, godersi ogni istante della propria vita, doni che frequentemente diamo per scontati, ma che tali non sempre sono.

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    Pietro Casella – 4B Le ambientazioni, dalla Recanati ( paese natio di Giacomo) alle altre città in cui Leopardi soggiornerà durante il suo percorso, sono ben descritte, il regista riesce inoltre a far respirare agli spettatori il clima, più o meno pesante, dei luoghi e di quello che vi succede. Un altro elemento di rilievo della produzione è sicuramente la colonna sonora, composta da Sacha Ring, in arte Apparat. L’artista tedesco presta al film le melodie da se composte e raccolte nell’album “Krieg und Frieden”, un ottimo lavoro riguardante musiche per il teatro e non solo.La colonna sonora accompagna

    i pensieri e la recitazione dei versi celebri del poeta, accompagnate spesso da immagini spettacolari (es.Vesuvio) e tuttavia da a molte scene un tocco di mistero e magia. Il film ha una durata complessiva di 137 minuti, sebbene non risulti pesante, cattura l’attenzione dello spettatore, lasciandolo poi in sospeso e non mostrando la morte del poeta. Stando forse a dire che la cultura non si spegne, la ricerca e la bellezza del sapere è continua. Voto 8, un buon antidoto contro parodie e cinepanettoni.

    Tra scuola e realtà GRANDE SUCCESSO PER LA XXIV EDIZIONE DI JOB&ORIENTA

    Basma Ouadani - 5D

    Quando ci è stato proposto di partecipare a

    JOB&Orienta, proprio qualche giorno prima

    dell’evento, noi studenti eravamo titubanti in

    quanto non sapevamo bene di che cosa si trattasse.

    Facendo qualche ricerca sul web, avevamo raccolto

    qualche informazione, ma le nostre idee erano

    ancora abbastanza confuse. Nonostante non

    sapessimo che cosa fosse e che cosa ci attendesse

    precisamente, abbiamo deciso di accettare la

    proposta e di partecipare.

    L’evento, la XXIV° edizione di JOB&Orienta, il più

    grande salone nazionale sull’orientamento, scuola,

    formazione e lavoro, si è tenuto il 20, 21 e 22

    novembre 2014 presso la Fiera di Verona. I numeri

    testimoniano l’enorme successo: sono state

    presenti più di 500 realtà, gli appuntamenti culturali

    sono stati ben 150, 300 i relatori intervenuti e oltre

    65.000 i visitatori.

    La manifestazione quest’anno è stata riconosciuta

    dal Ministero del Lavoro come Youth Corner

    ufficiale del Piano Garanzia giovani, ossia l’iniziativa

    che vuole garantire ai giovani under 29 un’offerta di

    lavoro, di proseguimento studi, di apprendistato o

    tirocinio o altra misura di formazione entro 4 mesi

    dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita del

    sistema di istruzione formale.

    La mostra-convegno si è posta come intermediario

    per l’incontro fra il visitatore e le varie realtà

    presenti. E’ un evento che ha offerto molte

    informazioni ai giovani bisognosi di orientamento

    dell’offerta formativa o in cerca di un’occupazione.

    Il salone si sviluppava in due grandi aree tematiche

    site in due padiglioni con diversi percorsi espositivi:

    la prima dedicata al mondo dell’istruzione; la

    seconda riservata all’università, la formazione e il

    lavoro.

    In questi tre giorni, il visitatore, è stato protagonista

    sia di convegni, tavole rotonde e workshop, sia di

    laboratori, spettacoli, sfilate e degustazioni.

    In ogni area era presente il profilo JOBInternational

    e JONInGreen; il primo rappresentava le realtà

    italiane e straniere che promuovono gli scambi

    internazionali per lo studio, il secondo metteva in

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    evidenza gli espositori e i progetti nei diversi ambiti

    della sostenibilità.

    Il filo conduttore di questa edizione è stato il tema

    “imparare lavorando” con la consapevole urgenza -

    molto discussa nel corso della manifestazione- di

    “abbattere il muro ideologico” che persiste fra il

    mondo della scuola e del lavoro. Non a caso, a

    portare la loro testimonianza sono stati numerosi

    ragazzi coinvolti nell’esperienza dell’alternanza

    scuola-lavoro o di stage aziendali durante gli studi di

    istruzione tecnica superiore, e i nuovi “leader

    d’azienda”, under 35, che si sono messi in gioco

    avviando una propria attività imprenditoriale.

    E’ stato un evento istruttivo, educativo e ludico.

    Un’esperienza che ha ampliato le prospettive di chi

    ancora è incerto sulle scelte del proprio futuro e

    quindi il nostro consiglio è quello di partecipare con

    entusiasmo a questa iniziativa nel caso in cui, negli

    anni a venire, essa venga nuovamente proposta.

    Hey, chi ha ucciso Mr. Job? JOB&Orienta – Verona 2014

    Nadia Panzera – 5B

    JOB&Orienta è il più grande salone nazionale dedicato a scuola, orientamento, formazione e lavoro. Giunto alla ventiquattresima edizione, quest’anno ha contato più di 65.000 visitatori. I padiglioni adibiti alla manifestazione sono stati divisi in due aree tematiche (Università formazione e lavoro, Mondo dell’istruzione) e poi in differenti percorsi. Oltre 300 le realtà presenti e ciò che tutto ha unito è stato il cercare di distruggere il dogma “prima si studia, poi si lavora”, perché bisogna sapere e saper fare, perché bisogna lavorare ed imparare studiando. A questo proposito vediamo sempre più emergere gli ITS (Istituti Tecnici Superiori post diploma che formano nelle aree tecnologiche di un qualsiasi settore) che vanno a creare un rapporto ed un dialogo diretto tra scuola e mondo del lavoro. Vale la pena darci un’occhiata, perché nella scuola bisogna far vedere come si fa

    (http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/dg-ifts/area-its ). Per quanto riguarda il mondo universitario,

    erano presenti oltre 70 stand tra atenei, istituti, atelier italiani e stranieri che andavano a colmare una qualsiasi curiosità o dubbio e fornivano vagonate di materiale. Stand importanti e forse inaspettati sono stati quelli dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica e dei Carabinieri, quelli della Polizia e della Croce Rossa. Difesa della persona, dello Stato, della salute. Perché nulla è per caso e qualcuno che si dà per gli altri c’è. Stand terribilmente attrattivi causa mezzi e divise. L’appuntamento è per il 26, 27, 28 novembre 2015; stesso posto, stessa ora. Nel caso andaste, con o senza scuola, iniziate qualche giorno prima a documentarvi sull’evento e sugli stand che saranno presenti, magari analizzando i vari percorsi a disposizione e decidendo cosa dovrete assolutamente vedere. Stabilite almeno le linee guida, giusto per non trovarvi a girare a zonzo. Cibo “aggratis” ce n’è quanto volete,

    http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/dg-ifts/area-itshttp://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/dg-ifts/area-its

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    basta trovare i momenti di meno ressa (però l’essenziale sopravvivenza sarebbe bene portarselo). Per le donzelle, lo zaino è caldamente consigliato causa alto rischio di lasciarci una spalla trasportando la borsa tutto il giorno. Una mezza giornata alla JOB&Orienta e l’altra girovagando per Verona sarebbe una combinazione perfetta e che vi auguro.

    ALTRI SITI UTILI:

    www.istruzione.it www.raiscuola.rai.it

    www.joborienta.info/it www.difesa.it

    (in fondo pagina il logo della prossima edizione di

    Job&Orienta)

    Presentazione del libro “33 false verità sull'Europa” Davide Coita, Stefano Formento – 5C

    Giovedì 30 Ottobre le classi 4E,

    5H, 5C, 5F, si sono recate

    all’Auditorium della Cassa

    Rurale di Treviglio in occasione

    della presentazione del libro

    “33 false verità sull’Europa” da

    parte dell’autore Lorenzo Bini

    Smaghi.

    Bini Smaghi ha scritto questo libro per i giovani e

    perché ha avuto l’impressione che ci fosse una

    grande difficoltà, soprattutto in Italia, a capire cosa

    sia successo e cosa stia succedendo in Europa.

    Questa difficoltà nasce dal fatto che gli strumenti

    (locali e nazionali) che usiamo per comprendere la

    realtà che ci circonda non riescono a trasmetterci

    che noi siamo parte dell’Europa, e che essa fa parte

    di un pianeta che è in continuo cambiamento.

    La politica a cui facciamo riferimento

    quotidianamente, che riguarda i nostri problemi,

    che sono ampi e complessi, presuppone che per

    prendere coscienza delle problematiche europee e

    mondiali bisogna avere una conoscenza del mondo

    più approfondita di quella che abbiamo ora; è per

    questo che gli strumenti che ci vengono messi a

    disposizione dai mezzi di informazione non sono

    sufficienti per l’analisi e la comprensione della

    realtà, non solo a noi giovani ma anche a coloro che

    sono più anziani ed esperti.

    Nel libro “33 false verità sull’Europa”, Bini Smaghi

    cerca di far capire che in realtà i nostri problemi non

    dipendono solo dall’Europa, infatti in Italia (ma

    anche in altri paesi), ogni qualvolta si presenta un

    problema, ci convinciamo che sia provocato da un

    fattore esterno, da un nemico.

    Se per esempio aumentano le imposte, i nostri

    governanti tendono ad incolpare l’Europa e i vincoli

    di Bilancio , imposti dalle istituzioni sovranazionali,

    se aumenta la disoccupazione, ci viene spontaneo

    incolpare gli

    immigrati

    che

    rappresentan

    o, ad oggi, la

    manodopera

    a basso

    costo, senza

    renderci

    conto che, nel primo caso i tributi sono aumentati

    anche e soprattutto perché il nostro paese

    necessita di Riforme strutturali rinviate da decenni e

    nel secondo caso, che negli anni scorsi, il disprezzo

    del lavoro manuale ha dato la possibilità alla

    manovalanza straniera di soddisfare la domanda di

    operai, agricoltori e muratori.

    Il rischio che si corre è che se continuiamo a credere

    che i problemi che ci affliggono vengono da fuori,

    continueremo a rimandare la risoluzione di questi.

    In tal modo rischiamo di far sorgere una posizione

    di rifiuto e di rigetto nei confronti degli altri paesi

    dell’Europa e nei confronti della globalizzazione e

    questa posizione può portare a delle condizioni

    politiche drammatiche.

    Un’altra delle false verità che l’autore smaschera è

    quella ,secondo cui ,l’Europa ci ha privato di tutta la

    http://www.istruzione.it/http://www.raiscuola.rai.it/http://www.joborienta.info/ithttp://www.difesa.it/

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    sovranità, che in realtà abbiamo ceduto, abbiamo

    condiviso in alcuni settori (ad esempio la sovranità

    monetaria), ma in tanti altri settori la sovranità è

    rimasta ai singoli paesi (ad esempio gli stati membri

    sono liberi di decidere in merito a giustizia, welfare,

    istruzione, ricerca e sviluppo).

    Concludendo, il raggiungimento dell’obbiettivo dei

    padri fondatori dell’Europa, tra cui pure l’Italiano De

    Gasperi, quello della costituzione di un’Europa

    davvero unita e davvero “politica”, è un processo

    molto lungo, che non si può continuare e

    concludere se non c’è la consapevolezza tra noi

    cittadini Europei che tutti insieme dovremo

    competere con la Russia, gli USA e i giganti Asiatici

    (Cina e India) e non saremo in grado di farlo se non

    saremo uniti.

    Un “profe” rock Forse non tutti sanno che all’Oberdan, quest’anno, è arrivato un professore musicista, un talentuoso suonatore di

    chitarra rock autore di due dischi e attivo nella scena underground bergamasca. In questa breve intervista abbiamo

    cercato di conoscerlo meglio

    Ti chiedo, per iniziare, due parole di presentazione

    Mi chiamo Alfonso Surace, sono calabrese, ma vivo e

    lavoro nella bergamasca da ormai 16 anni. Ho quasi 37

    anni, convivo con Sara e ho due

    figli, Alice e Jacopo. Nella vita

    insegno Laboratorio

    d’Informatica alle scuole

    superiori dal 2002.

    Come nasce la tua passione

    per la musica?

    Ho cominciato a suonare la

    chitarra tardi, all’età di 16 anni,

    spinto dalle emozioni provate

    nell’ascolto di molti dischi che

    giravano in casa, dalla radio e dalle cassette degli

    amici. Ho sempre trovato molto rilassante e liberatorio

    abbandonarmi alle note di una canzone. Ho subito

    imparato a suonare tante canzoni di molti artisti tutti

    diverse tra di loro: Lucio Battisti, Francesco De Gregori,

    Vasco Rossi, Rino Gaetano ecc. ma anche artisti

    stranieri come U2, Beatles, Pink Floyd, Creedence

    Clearwater Revival e Nirvana, solo per citarne

    qualcuno. Col tempo ho cominciato a scrivere canzoni

    mie.

    Cosa ti affascina di più del mondo della musica e

    come hai cominciato?

    Poter esprimere emozioni attraverso la musica e i versi

    di una canzone. Negli anni ho suonato in moltissimi

    gruppi. La mia prima band, come capita un po’ a tutti,

    si è formata tra i banchi di scuola delle superiori. Con

    loro ho mosso i miei primi passi “elettrici”, suonavamo

    tanto e facevamo spesso concerti in giro, qualsiasi

    situazione era ottima, bastava suonare. Quando mi

    sono trasferito a Bergamo la musica mi ha permesso di

    conoscere moltissima gente appassionata, come me,

    agli strumenti e tutto ciò che ruota intorno al mondo

    musicale, con particolare riferimento alla realtà

    indipendente italiana, fatta di tantissimi gruppi e

    artisti, poco visibili al

    mainstream, ma con tantissimo

    talento e passione.

    Quali sono i gruppi in cui hai

    suonato?

    Ho cominciato così diverse

    esperienze musicali in diversi

    gruppi, fino ad arrivare a

    pubblicare più dischi con diversi

    progetti. Nel particolare ho

    suonato con due gruppi

    bergamaschi: i Torquemada (dal 2004 al 2011) e i

    Sakee Sed (dal 2010 al 2012). Con loro ho avuto la

    possibilità e la fortuna di potermi esibire in giro per

    tutta l’Italia, suonando in molti Festival importanti e

    condividendo lo stesso palco con artisti famosi a livello

    nazionale e internazionale. Mi vengono in mente i

    Verdena, i Linea 77, oppure Niccolò Fabi, Cristina

    Donà e Giorgio Canali.

    Quando hai cominciato la carriere di “solista”?

    Nel 2012 quando ho deicso di autoprodurmi in

    completa autonomia compositiva. Ho così dato vita al

    mio nuovo progetto cantautoriale Arcane of Souls. Il

    nome non è altro che l’anagramma del mio nome e

    cognome e rappresenta solo una metafora di come,

    nella vita, si possano sempre mischiare le carte in

    tavola senza mai smettere di essere stessi.

    E il tuo primo album?

    S’intitola "Vivo e Vegeto" (2012). In questo disco ho

    miscelato elementi pop con atmosfere blues, folk, rock

    e country; il tutto in chiave cantautoriale con

    sfumature psichedeliche. Il disco, come dicevo prima, è

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    stato prodotto interamente da me, nella mia taverna

    tra il 2011 e il 2012, con approccio primordiale e

    istintivo per mantenere la sincerità di ogni pezzo. Nella

    mia taverna si può trovare di tutto: batteria, basso,

    chitarre elettriche e acustiche, percussioni, piano,

    ukulele ecc.. Sono un polistrumentista autodidatta. Mi

    piace approcciarmi a uno strumento nuovo, lo trovo

    interessante e stimolante.

    Oltre ai dischi, mi piace autoprodurmi un po’ tutto,

    dalle copertine dei dischi ai videoclip delle mie canzoni,

    grazie anche al supporto di alcuni miei amici musicisti

    anche loro.

    Dove ti possiamo vedere?

    Sul mio canale youtube si possono visualizzare tutte le

    mie realizzazioni di questi ultimi anni. Non sono un

    videomaker ma mi diverto a ideare soluzioni e

    storyboard che siano semplici ma allo stesso tempo

    efficaci e

    divertenti.

    Ad aprile di quest’anno ho pubblicato il mio secondo

    album “Ceneré” (2015), realizzato sempre nella mia

    taverna. In questo periodo sono infatti impegnato

    nella promozione del disco attraverso l’attività live,

    momento che adoro. L’empatia che spesso si avverte

    durante le esibizioni live è indescrivibile e gratificante.

    Credo sia uno dei momenti più belli che un musicista

    possa vivere.

    Se amate la musica o vi siete semplicemente incuriositi

    vi lascio i miei link sul web, qui potrete trovare altre

    info e ascoltare la mia musica:

    www.facebook.com/ArcaneofSouls

    www.soundcloud.com/arcaneofsouls

    youtube - canale di Alfonso Surace (o cercate

    semplicemente “Arcane of Souls”)

    Buona musica a tutti!

    PROGETTO ACCOGLIENZA Classe 1G

    http://www.facebook.com/ArcaneofSoulshttp://www.soundcloud.com/arcaneofsouls

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    Il Progetto Accoglienza, proposto alle classi prime, è stato

    molto utile per conoscere meglio l’Istituto “Oberdan”, i

    compagni e i docenti. Il primo giorno di scuola è stato

    proposto un video, a cura di Alessandro D’Avenia, che

    straripava di profonde riflessioni sul mondo della scuola.

    Ricordiamo diverse frasi: “Non nascondeteci le battaglie

    ma insegnateci a combatterle”, “Dimostratemi che lo

    sforzo che devo fare riempirà la mia vita”, “Non parlatemi

    dello stipendio, dei vostri problemi ma spiegatemi perché

    il sole splende da 5.000 anni, perché la luna ha il solito

    aspetto, perché il cuore è un organo involontario”,

    “Dall’orecchio del dovere non sento da quello della

    passione ci sento benissimo”. Tali frasi racchiudono il

    significato più profondo della Scuola. Noi studenti

    chiediamo che la Scuola ci possa dare gli strumenti giusti

    per affrontare la vita futura con consapevolezza e forza

    d’animo. I giochi ,svolti in palestra, ci hanno regalato la

    possibilità di socializzare con i compagni di classe e con

    gli altri studenti delle classi prime: suggeriamo di inserire

    giochi più coinvolgenti perché per svolgerne alcuni si

    rischiava di aver vergogna. L’uscita per giocare a

    bowling, ben accolta da noi studenti, ha favorito

    l’instaurarsi di un forte legame di amicizia e senso di

    appartenenza all’interno della classe. L’impegno e la

    dedizione profusi dal personale della scuola sono stati

    ripagati perché l’entusiasmo di noi, studenti

    dell’Oberdan, era alle stelle.

    Alternanza scuola-lavoro Cristian Elbi – 3B

    Andare a lavorare mi ha sempre incuriosito

    come esperienza, infatti

    il primo giorno di lavoro,

    al mattino, ero

    entusiasta e scalpitavo per entrare in ufficio,

    pertanto alle 7:45 ero già dietro la scrivania

    (orario di inizio 8:00).

    L’azienda era molto piccola, ufficio e officina

    erano adiacenti e separati solo da una porta.

    Con me, lavoravano la mia tutor e la titolare,

    mentre in officina vi erano solamente cinque

    operai. L’azienda si occupa di rivestimenti

    anticorrosivi applicati a valvole, serbatoi e

    quant’altro.

    Per quanto riguarda me, ho svolto veramente

    il lavoro tipico di un impiegato, imparando ad

    abbinare le commesse con i rispettivi DDT e

    fatture, registrandole sia sul computer, che

    negli appositi libri fornitori, scadenziario e

    libro IVA. Inoltre, ho svolto un lavoro di

    archiviazione e di inventario.

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    Aver toccato con mano “il lavoro”, è stata

    sicuramente un’esperienza formativa e credo

    fondamentale per la mia crescita. Prima di

    perseguire lo stage, era un pensiero non solo

    mio ma comune, quello che andare al lavoro

    sia molto meglio che andare a scuola,

    semplicemente perché finito il lavoro, vi è un

    relax totale, mentre finita la scuola bisogna

    studiare e quindi non si è più liberi. Questo è

    vero, ma per “studiare”, si può decidere in

    quale momento della giornata farlo, non ci

    sono vincoli di orario precisi, infatti, andando

    a scuola ho il pomeriggio libero che mi

    permette di distogliere la mente dal mondo

    scuola, uscendo o comunque rilassandomi,

    cosa che al lavoro non posso fare.

    Oltre a questo, quello che si fa a scuola è

    molto meno pesante e stressante rispetto a

    quello che si fa per otto ore in ufficio.

    Fortunatamente, i rapporti con la tutor e con

    la

    titolare erano molto buoni, e questo

    sicuramente mi ha aiutato nel mio percorso

    lavorativo, altrimenti sarebbe stato tutt’altro

    che piacevole. Inoltre, il lavoro assegnatomi

    dalla tutor, è sempre stato vario e fattibile

    per quelle che sono le mie competenze.

    In conclusione posso dire che questa

    esperienza è stata molto piacevole, ma se

    penso che per il resto della mia vita dovrò

    stare seduto dietro a una scrivania, non ne

    sono particolarmente entusiasta, perciò

    adesso mi godo al massimo la scuola che,

    ripeto, è molto meglio del lavoro, e poi in

    futuro spero di trovare un’ occupazione che

    mi permetta di girare e di viaggiare per il

    mondo.

    L’ESPERIENZA ALTERNANZA SCUOLA - LAVORO

    Aspetti positivi e negativi

    Debora Mahmutaj - 3B

    Stage: un periodo senza dubbio positivo e

    costruttivo di crescita, anche a livello personale.

    Quest’anno tredici studenti della classe hanno avuto l’opportunità di poter fare uno stage di due settimane in un’azienda pubblica o privata. Mi è stato assegnato l’ufficio “Gare e contratti” della Segreteria Generale del Comune di Treviglio e, fin da subito, mi sentivo molto interessata alle mansioni amministrative di questo ufficio,

    motivata e disponi

    bile, al fine di imparare davvero il lavoro che vi viene svolto. Questa esperienza è iniziata lunedì 12 gennaio ed è terminata venerdì 23 gennaio. In questi dieci giorni sono stata affiancata dalla mia tutor in particolare, ma anche dai colleghi,

    che mi hanno prestato attenzione dandomi l’occasione: sia di farmi acquisire le nozioni principali sulle gare d’appalto e le concessioni, sui contratti, sulle delibere e le determine, e nello specifico sulla firma digitale (dato che dal 1 gennaio del corrente anno vige una legge che impone alle Pubbliche Amministrazioni l’obbligo

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    di eseguire ogni contratto, e ogni altro atto che prima veniva stampato e archiviato, solo in forma digitale), sia di provare a svolgere il lavoro pratico che loro svolgono quotidianamente. Il metodo di insegnamento consisteva, nella maggior parte dei casi, nel partire dall’analisi di una legge che disciplina determinati ambiti, ad esempio le gare d’appalto o il diritto di accesso agli atti, per poi osservare come questa viene applicata nella realtà. A mio parere questo aspetto era molto interessante e costruttivo. Durante questo periodo, oltre ad aver acquisito le nozioni base (con riferimento alle leggi analizzate: D.lgs.267, D.lgs. 163/2006, L. 241/1990, 196/2003, 136/2010, 190/2012, Statuto Comunale, codice degli appalti e art. 1655 del

    Codice Civile..), ho svolto attività d’ufficio, come l’utilizzo del telefono, della fotocopiatrice e, soprattutto del computer per, ad esempio: archiviare i documenti attraverso il protocollo informatico, stendere relazioni e testi contrattuali, ricercare leggi e informazioni, per la redazione e l’invio di e-mail, anche tramite posta elettronica certificata, e per firmare attraverso la firma digitale.

    Ho avuto inoltre, negli ultimi giorni, l’opportunità di assistere personalmente alla firma di un contratto, e non solo alle procedure antecedenti: è stato utile e gratificante. Mi sono trovata molto bene sia con la tutor, che con i colleghi, che mi hanno fatta sentire a mio agio e sono stati cordiali ed educati nei miei confronti; mi sono stati presentati anche il

    sindaco e alcuni consiglieri, sempre molto cordiali. I rapporti con colleghi e superiori sono risultati ottimi, tanto che proprio ieri ho scritto una mail di ringraziamento alla tutor. È stata un’esperienza positiva per mettersi in gioco e misurare le proprie abilità e i propri punti di forza, ma anche i propri limiti. L’unica cosa “negativa”, o meglio, svantaggiosa, è stato il tempo: un periodo troppo breve.. e quando ci si abitua è già ora di rientrare a scuola. Mi hanno chiesto spesso “Meglio la scuola o il lavoro?”, difficile rispondere. Come in ogni cosa ci sono pro e contro, ed effettivamente due settimane sono poche per poter rispondere, ma istintivamente viene da dire che il lavoro è sicuramente meglio. Io credo che sia il

    cambiamento positivo, la novità, a rendere le cose belle ed emozionanti, quindi un’attività che non siamo abituati a fare e che ci piace, ovviamente viene considerata migliore di quella che svolgiamo ogni giorno. Come in tutte le situazioni poi, sia nella scuola, che nel lavoro, abbiamo a che fare con persone con cui ci relazioniamo facilmente, e altre con cui stabilire un rapporto è un po’ più difficile.. ma a

    volte sta proprio a noi cercare di trovare un punto d’incontro con gli altri. Mi piacerebbe poter ripetere questa esperienza, poiché si è rivelata utile anche per una crescita personale e sono parecchio soddisfatta di ciò che ho fatto.

    L’esperienza dell’alternanza Scuola-Lavoro Marzia Recano - 3B

    Per un periodo di due settimane ho avuto l’occasione di

    partecipare a un progetto molto significativo e importante,

    ovvero l’esperienza di Alternanza Scuola-Lavoro. È significativa

    e importante secondo me, perché grazie a questa esperienza

    un ragazzo riesce ad entrare nel mondo del lavoro e mettendosi

    in gioco può capire cosa lo aspetterà in futuro e riesce a capire

    il vero valore della scuola. Inizialmente la scuola viene mal vista

    dai ragazzi, mentre andando avanti ed entrando in contatto con

    il mondo lavorativo si riesce a capire qual è il vero valore.

    Attraverso questa esperienza io mi sono convinta sempre di più

    che la scuola serve molto, se non si ha nessuno o scarso

    bagaglio culturale non si riesce ad accedere facilmente al

    mondo del lavoro in cui si esigono determinate conoscenze.

    Grazie a questa esperienza i ragazzi vengono messi alla prova,

    durante questo periodo si viene costantemente valutati e nel

    frattempo il ragazzo capisce davvero se ha preso una giusta

    decisione al momento della scelta della scuola superiore.

    Personalmente penso che questa esperienza mi sia servita

    molto, anche perché entrando nel mondo del lavoro ho potuto

    avere una nuova visuale.

    In questo breve periodo di due settimane sono stata collocata

    al comune di Treviglio preso l’ufficio Tributi. Questo è un

    piccolo ufficio che oltre a svolgere propri compiti è a contatto

    con il pubblico. Quando sono stata inserita in questo ufficio

    accogliente mi è stato assegnato un compito ben preciso,

    ovvero avrei dovuto spedire molteplici raccomandate

    riguardanti la TARES (tassa sui rifiuti) agli abitanti del paese

    stesso e agli emigrati che non avevano effettuato alcun

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    pagamento. Inizialmente questo compito sembrava essere

    leggermente complicato perché oltretutto dovevo registrare

    ogni spedizione e prima di imbustare ogni raccomandata

    bisognava effettuare diversi controlli, poi con il passare dei

    giorni il compito mi è risultato sempre più semplice. Oltre a ciò,

    nel corso dei giorni mi sono state assegnate diverse mansioni

    tra cui l’inserimento dei dati catastali riguardanti i vari abitanti

    in un apposito programma, il controllo degli eventuali

    pagamenti della tassa sui rifiuti da parte delle varie attività

    commerciali del territorio e in caso contrario la creazione e

    l’invio dei solleciti con la rispettiva registrazione della

    spedizione. Inoltre mi è stato assegnato il compito di eliminare

    le varie cartelle dei deceduti dall’archivio. Durante lo

    svolgimento di questi compiti sono stata seguita raramente e

    ciò mi ha fatto piacere, le procedure da eseguire per svolgere le

    mansioni mi sono state spiegate solamente la prima volta e in

    caso avessi avuto bisogno di maggiori spiegazioni o

    informazioni sia il mio tutor che i colleghi sarebbero stati

    disponibili. Grazie a questo ho potuto notare che riuscivo ad

    essere autonoma perché raramente ho chiesto aiuto e tutto ciò

    è anche grazie alle mie conoscenze.

    Il rapporto con i colleghi posso dire che è stato eccezionale, sia

    con quelli con cui lavoravo che con le persone di altri uffici con

    cui entravo in contatto. Sono stati tutti molto disponibili, non

    mi hanno fatto sentire inferiore, erano in grado farmi sentire a

    mio agio e hanno cercato sempre di avere un buon dialogo con

    me attraverso argomentazioni non riguardanti solamente

    l’ambito del lavoro o della scuola, inoltre mi hanno dato anche

    ottimi consigli. Il mio rapporto con loro rispetto a quello che ho

    con i miei professori è ben diverso e penso che sia migliore

    quello che ho avuto io con i miei colleghi. Sono due rapporti

    ben distinti, penso che tra alunno e professore ci siano maggiori

    difficoltà nel dialogare ed è un rapporto meno confidenziale ed

    è giusto così, mentre con i colleghi si ha maggiore confidenza e

    ciò ci ha fatto sentire a nostro agio.

    Effettuando questo stage naturalmente la percentuale di

    responsabilità da noi assunta era inferiore rispetto a quello che

    normalmente viene assunta da un dipendente, ma comunque

    aveva una sua importanza. All’interno del mondo del lavoro è

    molto importante dare una buona impressione, dimostrare il

    proprio interesse per il lavoro e far capire che la voglia di

    imparare cose nuove c’è sempre e aumenta sempre di più,

    perché non si smette mai di imparare. Avendo avuto

    l’opportunità di mettere a confronto la scuola e il lavoro penso

    che sia decisamente migliore il lavoro, perché andando a scuola

    sono molto più stressata e ogni giorno preoccupata per

    eventuali verifiche e interrogazioni, mentre quando andavo al

    lavoro ero molto più serena e tranquilla anche perché mi

    trovavo davvero bene. Dopo aver fatto questa splendida

    esperienza ed esserne rimasta davvero contenta, con un sacco

    di nuove conoscenze, spero in una nuova simile esperienza e

    proprio per questo mi sto informando per uno stage estivo, con

    la speranza che possa essere effettuato nella stessa azienda

    ospitante. Di aspetti negativi sinceramente non ne ho rilevati

    proprio perché mi sono trovata davvero bene e mi sono

    rispecchiata molto nel lavoro che facevo. Grazie a questa

    esperienza ho capito e mi sono convinta sempre di più di aver

    fatto la scelta giusta, che quello è il lavoro adatto a me e in un

    futuro mi piacerebbe avere un lavoro simile. Infine ho capito

    che a scuola non importa molto il voto, perché non è quello che

    ci deve rappresentare, bensì bisogna assicurarsi di aver capito e

    appreso nuovi concetti senza paragonarsi ai compagni di classe.

    Dunque sono riuscita ad arrivare a scuola con una nuova

    mentalità, o meglio con un nuovo modo di vedere la scuola e i

    compagni, una nuova prospettiva, sono tornata con l’intento di

    imparare sempre di più perché in un futuro tutto ciò che

    imparerò ora mi servirà e la cosa importante è evitare di

    confrontarsi e paragonarsi agli altri rispetto al voto perché il

    voto non ci rappresenta. Sarà così importante per me uscire da

    questa scuola dando il meglio di me stessa per poter trovare un

    buon posto di lavoro in cui potrei trovarmi bene.

    L’alternanza: un modo per crescere e un modello per vivere. Un’occasione da non perdere! I ragazzi sfidano le proprie capacità.

    Laura Ferrari - 3D

    Stare nove mesi sui banchi di scuola tra

    interrogazioni e libri per un ragazzo di

    sedici/diciassette anni non è sempre così

    piacevole. Per questo la nostra scuola ha

    integrato il “bagaglio” tipico dello studente di

    terza e quarta superiore con il progetto di

    alternanza scuola-lavoro. Esserne parte significa

    avere la possibilità di completare la propria

    formazione attraverso il tirocinio presso dei

    soggetti disposti ad accogliere i ragazzi.

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    Di certo stare cinque ore seduti dietro ad un

    banco ad ascoltare una persona che parla

    ininterrottamente è molto meno stancante che

    impegnarsi nel registrare fatture, scrivere lettere

    al computer o stare ore in archivio; per questo

    serve un approccio diretto con il mondo del

    lavoro. Cambiare routine, modo di fare e

    relazionarsi con persone adulte, che poi saranno i

    propri colleghi per qualche settimana, aiuta lo

    studente ad imparare ad essere più sicuro di sé e

    più autonomo nello svolgere i compiti

    assegnatigli.

    In questo nuovo contesto e con i diversi ritmi

    quotidiani, il ragazzo si mette alla prova

    affrontando dalle 7 alle 8 ore di tirocinio in diversi

    ambiti, che possono andare dallo studio di un

    commercialista agli uffici di un’azienda

    ospedaliera. Si ritrova tra le mani fatture da

    registrare nel computer, lettere da scrivere per

    sollecitare i pagamenti dei clienti, chiusura di

    contratti, archiviazione di documenti ormai

    vecchi, insomma, un vero lavoro per un ragazzo

    delle superiori. Diventa una sfida tra sé stessi e le

    proprie capacità: capire ciò che è stato richiesto

    per poi svolgerlo nel modo più completo e

    brillante per ottenere così una soddisfazione

    personale ed un primo tassello di quello che sarà

    il futuro lavorativo.

    Persino nei momenti meno impegnativi

    l’atmosfera che si respira nei luoghi di lavoro è un

    po’ speciale per noi studenti. Il saluto tra colleghi

    al mattino e al pomeriggio per congedarsi diventa

    quasi un riconoscimento personale, che fa sentire

    parte dell’azienda, come un piccolo pezzo di un

    grande puzzle, mentre a scuola la fine delle

    lezioni ci lascia solo un triste “ciao”.

    Anche il pranzo, nonostante sia un momento di

    pausa, diventa un’occasione per socializzare e far

    parte di un nuovo team da cui ricavare consigli

    per una crescita personale e professionale.

    Se si confrontano queste settimane con quelle

    consuete passate tra le mura scolastiche, ci si

    rende conto che presentarsi ogni giorno al posto

    di lavoro è più faticoso, ma è giusto che un

    adolescente, per diventare un ragazzo maturo,

    abbia la possibilità di fare questo tipo di

    esperienza per poi, finiti gli studi, affrontare con

    più sicurezza il mondo del lavoro, raggiungendo

    così il suo traguardo. Per questo motivo il

    progetto di alternanza è molto positivo: facciamo

    in modo che la grande maggioranza dei ragazzi,

    se non tutti, ne possano approfittare.

    Nella tana del lupo Erika Fortin - 3C

    Ogni anno molti studenti partecipano

    all’esperienza dell’alternanza per un periodo

    di due settimane. In questo arco di tempo i

    ragazzi lavorano nelle attività più disparate,

    mettendo finalmente in pratica ciò che hanno

    studiato negli anni.

    Gennaio-febbraio è il periodo adatto, si

    riprende la situazione del primo

    quadrimestre e si rimedia alle debolezze di

    ognuno; chi prende parte al progetto ha una

    buona occasione per rendere ancora più

    salde le proprie conoscenze.

    Se vi chiedete se tutto ciò che avete ripetuto,

    tutto ciò su cui il vostro professore vi ha

    interrogato nell’arco di questi anni, vi verrà

    domandato dal vostro superiore, la risposta è

    ovviamente negativa. Su un modello F24 non

    ci sarà in alcun angolo uno spazio dove

    inserire la data della caduta dell’Impero

    Romano d’Occidente, oppure dove spiegare

    perché da due punti passa una sola retta.

    Eppure, anche se non potrebbe sembrare, un

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    capo valuta anche la cultura dell’individuo

    che vede seduto a una delle sue scrivanie. Se

    a scuola ci si ritrova a dividere le informazioni

    per materia, mischiandole il meno possibile

    fintanto non venga richiesto, al lavoro ci si

    può ritrovare coinvolti in discussioni che

    abbracciano le più svariate materie.

    L’ambiente scolastico è tranquillo, quasi del

    tutto programmato e definito; i professori

    sono per la maggior parte comprensivi, i

    nostri compagni ci fanno sentire quasi

    fossimo in una famiglia allargata.

    Nell’ambiente lavorativo i cambiamenti e gli

    imprevisti ci sono quasi ogni giorno: leggi che

    cambiano, clienti che consegnano documenti

    all’ultimo momento, montagne di carte da

    consegnare in tempi ristretti. I colleghi

    possono essere come fratelli o sorelle,

    oppure possono essere irritanti e non puoi

    chiedere se puoi cambiarti di posto con un

    altro.

    L’esperienza lavorativa fa capire alcune

    dinamiche che altrimenti resterebbero

    sconosciute, o meglio ignorate. Se la scuola è

    l’addestramento per il futuro lavoro,

    conviene affrontarla , non solo sfruttando

    simpatie e trucchi vari, perché gli aiuti fuori

    sono pochi e limitati. Altrimenti sarebbe

    come spedire un agnellino impaurito nella

    tana del lupo, con una sorte più che scontata.

    UN’ESPERIENZA MOLTO SPECIALE! Trovare la felicità nelle persone più fragili

    Giulia Esposito – 3D

    Uno stereotipo molto comune che passa per la

    testa di ogni adulto, è quello dei giovani che

    trascorrono il loro tempo libero facendo

    shopping, accompagnati dal loro inseparabile

    smartphone di ultima generazione e concentrati

    con tutti i loro pensieri verso il sabato sera

    successivo.

    Ma non è sempre così! Il mondo dei giovani è

    assai vario e riserva a volte notevoli sorprese. Ci

    sono ragazzi che dedicano gran parte dei loro

    pomeriggi a praticare sport agonistici che li

    appassionano, mentre altri preferiscono occupare

    questa parte della giornata con un’esperienza

    alternativa: il volontariato.

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    Anche io ho voluto provare a dedicarmi a questo

    tipo di attività all’interno della struttura “Casa

    Famiglia” a Rivolta d’Adda, un luogo molto

    grande ed accogliente, gestito dalle Suore

    Adoratrici.

    L’Istituto delle Suore Adoratrici venne fondato il

    15 dicembre 1882 a Bergamo da Francesco

    Spinelli e Caterina Comensoli. Il suo fondatore

    Francesco morì proprio a Rivolta d’Adda il 6

    febbraio 1913 dopo una vita costellata da

    numerose prove caratterizzate dall’arte del

    perdono e qui sorse dunque questo istituto.

    All’interno della struttura si possono individuare

    diverse aree: vi è quella dedicata alle attività

    socio-assistenziali, la zona pastorale, quella

    educativa e del disagio.

    Proprio quest’ultima area è quella a cui io mi

    dedico; al suo interno gli operatori si dedicano

    all’assistenza a tossicodipendenti, malati di

    A.I.D.S, giovani donne vittime di sfruttamento

    sessuale, carcerati e persone con disabilità

    mentali più o meno gravi.

    La maggior parte del mio tempo alla “Casa

    famiglia” lo trascorro aiutando e sostenendo le

    persone che soffrono di disturbi psichici, ma non

    si tratta, al contrario di quanto potrebbe pensare

    chi giudica dall’esterno, di momenti tristi, perché

    queste persone sono invece in grado di portare il

    sole dentro di noi anche nelle giornate più cupe.

    Essi mi hanno insegnato ad apprezzare

    l’importanza dei più piccoli gesti e soprattutto mi

    trasmette una grande forza vedere come essi

    siano in grado di sorridere ed essere felici in

    condizioni in cui magari noi impazziremmo.

    Vivendo accanto a loro si nota come essi siano

    capaci di trovare il lato positivo in ogni evento

    che accade e come sappiano accogliere ogni

    persona a braccia aperte, senza pregiudizi,

    chiedendo in cambio solamente un po’ di amore.

    Quest’esperienza mi ha fatto e mi sta facendo

    crescere con alcuni importanti princìpi e spero

    che moltissimi altri giovani possano scoprire la

    gioia che può dare aiutare il prossimo!

    IL SILENZIO E’ DOLO – Canzone

    denuncia Nadia Panzera - 5B

    Data pubblicazione: 21 gennaio 2015 Voci: Marco Ligabue, Lello Analfino, Othelloman Arte per urlare la mafia e la sua presenza, per non stare zitti, per denunciare. Il silenzio è dolo, fa male, fa peggio. Subire in silenzio non farà altro che lasciare tutto com’è. Si ha bisogno di cambiare, di ribellarsi ad aguzzini torbidi, di riportare tutto nelle mani della brava gente, quella onesta, quella buona, quella che non uccide, quella non minaccia, quella che non ti punta una pistola alla tempia se fai del bene.

    Bisogna urlare,

    strappare via il cerotto che ci hanno messo sulla bocca. Questo non devono farlo solo i siciliani ma gli italiani tutti; la mafia è cosa (inter)nazionale.

    “Il silenzio è dolo” è una canzone che si porta dietro anche

    un progetto: la creazione di un database pubblico ed aggiornato di tutti i beni mobili, immobili, comparti aziendali e conti correnti sequestrati alla mafia in cui viene specificato, inoltre, il percorso del bene stesso (da sequestro a confisca, da confisca a confisca irrevocabile); tutto questo anche per evitare che il bene mafioso finisca in malora ancor prima di diventare cosa statale, quindi che non venga

  • P a r t i t a T r i p l a – A n n o 2 0 1 4 - 2 0 1 5

    convertito ed utilizzato per il bene comune ed attività lecite. A tal fine si è organizzata una petizione online, con obiettivo minimo di 50.000 firme, in quanto questo è il numero richiesto dalla legge italiana per poter depositare un disegno di legge in Parlamento. L’iniziativa è stata presentata a Montecitorio.

    In primo piano, in ordine partendo da sinistra: Othelloman, Marco Ligabue, Lello Analfino, Ismaele La Vardera. Ismaele La Vardera è un giovanissimo giornalista e scrittore siciliano presidente dell’Associazione nazionale Verità Scomode. Lui è quello che ha curato un’inchiesta giornalistica che ha portato alle dimissioni di sindaco e giunta, causa brogli elettorali avvenuti nelle ultime elezioni comunali, del suo paese vicino a Palermo: Villabate.

    Poi il programma televisivo “Le Iene” ha ripreso la notizia e l’ha diffusa a livello nazionale. Marco Ligabue viene raggiunto da La Vardera ad un concerto in terra siciliana; lui gli racconta la sua storia, gli fa una proposta e Ligabue accetta; e da qui inizia la collaborazione per la canzone-denuncia-proposta di legge. Nino Di Matteo, magistrato antimafia sotto scorta da più di vent’anni, è un diretto sostenitore di questo progetto. Sue sono queste parole: “La mafia ha sempre prosperato nel silenzio; i mafiosi vogliono che di mafia non si parli. Il silenzio ha fatto danni quanto il piombo mafioso. Senza il silenzio e l’omertà dei pavidi, la mafia non sarebbe mai stata forte come

    purtroppo è diventata. Per i mafiosi il silenzio è d’oro, io credo che il silenzio è dolo.” Per lui sono scesi in piazza migliaia di studenti (e non) il 15 novembre 2014 a Palermo al grido “Siamo tutti Nino Di Matteo”.

    Questa marcia di solidarietà arriva dalla Sicilia “quella vera”. Perché se la mentalità cambia, la mafia è fottuta.

    LINK UTILI: Canzone -> Youtube, “Marco Ligabue feat. Lello Analfino e Othelloman - Il silenzio è dolo” Pagina Facebook -> “Il silenzio è dolo” Raccolta firme -> https://www.change.org/p/il-silenzio-%C3%A8-dolo Palermo, 15.11.2014 ->