Chiocciola@news

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ANNO 2°- NUMERO 1—MARZO Giornalino delle classi IV e V primaria “ Maria Ausiliatrice” Soverato Via San Giovanni Bosco , 7

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Giornalino realizzato dalla Scuola Primaria "M. Ausiliatrice" di Soverato (CZ) per il PROGETTO MEDI@PLAY

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A N N O 2 ° - N U M E R O 1 — M A R Z O

Giornalino delle classi IV e V primaria “ Maria Ausiliatrice” Soverato Via San Giovanni Bosco , 7

P A G I N A 2

I catanzaresi e la spedizione dei Mille. I catanzaresi che, oltre a France-sco Stocco, il 5 maggio 1860 partirono da Quarto furono: Car-bonari, Nicolazzo, Piccoli e To-ja. Tutti e quattro si erano distin-ti precedentemente nei moti in-surrezionali calabresi. Raffaele Carbonari nacque a Catanzaro nel 1812. Si laureò a Napoli in ingegneria e architet-tura. Rientrato a Catanzaro par-tecipò ai moti del 1848 e 1850. Per sfuggire all’arresto si rifugiò dapprima a Malta, poi a Marsi-glia, Genova e Torino. Faceva parte del gruppo dei Mille che s’imbarcò a Quarto. Si distinse nella battaglia di Calatafimi. Morì a Catanzaro per grave ma-lattia nel 1881. Emanuele Nicolazzo era nato a Platania nel 1828. Partecipò ai

moti rivoluzionari calabresi nel 1848-49. Insieme ad altri rivol-tosi fu condannato, tra il 1850- 52, dalla Gran Corte Criminale di Catanzaro a 25 anni di ferri da scontare nelle prigioni di Pro-cida e Ventotene. Nicolazzo con altri riuscì ad evadere e qualche anno dopo si aggregò alla spedi-zione dei Mille. Si distinse per il suo valore e ottenne il grado di capitano. Morì a Platania nel 1861. Raffaele Piccoli nacque a Ca-stagna (attualmente frazione di Carlopoli) nel 1819. Figlio di Bernardo e di Maria Antonia Piccoli. Fece i suoi primi studi nel convento di Scigliano e fu ordinato diacono. In seguito

continuò i suoi studi a Roma, Pisa, Firenze. Ritornato in Cala-bria si legò con i gruppi rivolu-zionari. Partecipò ai moti insur-rezionali calabresi e in particola-re a quello dell’Angitola insieme a Stocco, Toja, Nicolazzo. Fu poi a Roma dove prese parte alle sommosse che precedettero la nascita della Repubblica Roma-na e, quindi, alla difesa della stessa contro i francesi e i papali-ni. Arrestato a Napoli fu condan-nato all’ergastolo e rinchiuso nella prigione di Santo Stefano. Fu liberato e si rifugiò in Pie-monte dove riprese i contatti con Mazzini. Nel 1860 si unì a Gari-baldi per la spedizione dei Mille. Fieramente repubblicano Piccoli non s’integrò mai nel nuovo re-gno. Partecipò a moti insurrezio-nali repubblicani e per questo gli venne revocata la pensione asse-gnatagli come veterano della spedizione dei Mille. Morì suici-da a Catanzaro nel 1880. Alessandro Toja era nato il 23 settembre 1822 a Gizzeria (CZ) da Raffaele, piccolo proprietario e Francesca Paladino. Quando fu adulto lavorò come telegrafista. Partecipò nel 1848 ai moti della Rivoluzione calabrese. Dal posto telegrafico di Santa Eufemia, per sollevare la popolazione contro il governo, telegrafò a Pizzo e a Monteleone false notizie. Fu molto attivo a Gizzeria dove in-citò il popolo alla rivolta. Arre-stato il 22 maggio 1849 fu con-dannato all'ergastolo il 5 giugno 1851. Nel 1852 riuscì ad evadere dalle carceri di Catanzaro e si recò a Corfù. Nel 1859 andò a Torino. S'iscrisse nel Corpo dei Cacciatori delle Alpi. Prese parte alla spedizione dei Mille, segna-landosi per il suo coraggio. Ri-tornato al paese portò con sé molti volontari ed entrò nel bat-taglione dei Cacciatori della Sila. Fu Sergente nel Corpo dei Vo-

lontari calabresi, Capitano di Fan-teria, Sergente volontario nel Reg-gimento Ussari di Piacenza, Sotto-tenente nell'Esercito dell'Italia Me-ridionale, Maggiore di Fanteria. Morì il 27 settembre 1866.

Curiosità

Il nome Italia inizia ad essere usato nel sesto secolo avanti Cri-sto e si riferisce solo alla regione che oggi chiamiamo Calabria. Nel quinto secolo a.C. lo stori-co Antioco di Siracusa scrive un saggio sull'Italia, che comprende già tutte le regioni meridionali, e fa derivare il suo nome da un leggendario Re Italo. Nel terzo secolo avanti Cristo il nome Italia si è già esteso alle regioni del Centro e com-prende così l'intera penisola, intesa nel senso geografico del termine.

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La schiappa

Donald Zinkoff è un bambino di sei anni, ansioso di iniziare la sua vita di studente. E’ allegro, vivace, pasticcione, positivo, incapace di fare del male e a volte un po’ ingenuo. Gli piace correre, giocare, fare a gara con le macchine, e per accogliere il nuovo vicino, An-drew prepara un biscotto gigante: “lo scrocchiadenti”. Per Zinkoff è tutto speciale. Si sbellica dalle risate per ogni sciocchezza, alza sempre la ma-no anche se non sa la risposta e … a differenza degli altri bambini, adora andare a scuola, si presenta perfino la domenica. Ha una buona famiglia alle spalle che lo sostiene e lo ama tanto. Sua madre, ogni volta che si comporta bene, gli regala una stella, che si attacca sulla camicia. Il padre fa il postino e Zinkoff da grande spera di fare il lavoro più bello ed emozionante del mondo: quello di suo padre. Gioisce di qualunque cosa, affronta la vita con ottimismo, spirito caparbio e allegria anche quando tante cose non gli riescono bene. I compagni quasi non si accorgono di lui e dopo aver perso per colpa sua la “Giornata Ca mpale” gli attribuiscono un soprannome spietato:“Schiappa”. Zinkoff però non se ne accorge nemmeno, è troppo impegnato a crescere, pensa che siano le voci degli orologi. Non si perde mai d’animo, ha un cuore enorme e un giorno compie un gesto eroico: si mette alla ricerca di Claudia. Aspetta con pazienza di poter giocare e in seguito un bambino, Bonce, si accorge di lui. Il suo turno è finalmente arrivato e anche per Zinkoff “comincia la partita”. Zinkoff è un bambino semplice e un po’ speciale, ci ha colpito molto la sua allegria, il suo entusiasmo per la vita e la sua fiducia nel prossimo. Zinkoff ci insegna che la vita va vissuta al meglio e, anche se a volte, si presentano delle dif-ficoltà non bisogna arrendersi e bisogna sempre vedere il lato positivo delle cose, bisogna sempre continuare a lottare per raggiungere i propri obiettivi ed essere fiduciosi e dare il “meglio” di sé. Solo così si può diventare…perfino un eroe.

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Cosa farò da grande?

Sin da quando ero piccola il mio sogno

nel cassetto è sempre stato quello di fare

la “cantante” e fare tanti concerti.

Questo desiderio è nato il giorno che in

televisione ho visto un concerto, del mio

gruppo preferito: i Queen.

Vedere la loro esibizione sul palcosceni-

co ha catturato la mia attenzione e ha

acceso in me la passione per la musica.

Mi è così venuta l’idea di iscrivermi a

scuola di canto dove sto imparando mol-

to sulla musica.

Però, mi sono resa conto che studiare

musica non è affatto facile perché ri-

chiede impegno e molto esercizio, io

comunque mi impegnerò al massimo e

farò del mio meglio dedicando alla mu-

sica tutto il mio tempo libero e forse un

giorno mi iscriverò al conservatorio.

Io spero tanto di riuscire a realizzare il

mio sogno, ma se ciò non accadesse la

musica sarà sempre nel mio cuore per-

ché è la passione della mia vita.

Marisa Mazzoleni Classe V

Mi chiamo Giorgio, ho dieci anni e frequento la quinta Primaria. Alcune volte i miei amici e i miei genitori mi chiedono: “Cosa farai da grande?” Già, cosa farò da grande?! Il dottore? Il detective? Il pittore? Il mio sogno è diventare un bravo calciatore. Vorrei diven-tare bravo proprio come il mio idolo Zlatan Ibrahimovic e indos-sare la maglia numero dieci della mia squadra preferita : il Milan. Soprattutto desidererei essere il capocannoniere del campionato e vincere i mondiali con la naziona-le italiana. Vorrei diventare calcia-tore perché giocare a calcio è la mia passione e il pallone è il mio migliore amico. Se diventerò cal-ciatore guadagnerò tanti soldi, che non terrei solo per me, ma li uti-lizzerei per aiutare i bambini me-no fortunati, per costruire ospedali e scuole. Vorrei anche una grande casa e soprattutto una bella fami-glia. Però, ancora sono un bambi-no e mi accontento di giocare nel-la Virtus Soverato.

Giorgio Scicchitano classe V

Sono Marco e ho dieci anni e mezzo. Studio, gioco a tennis, mi piace pescare, andare in bici, leg-gere e anche se sono ancora un

bambino mi capita di pensare al mio futuro e mi chiedo...

“Come sarà?” “Cosa farò da grande?” Anche i miei genitori spesso mi chiedono: “Cosa vor-resti fare da grande?”Io però so-no ancora un po’ confuso , anche se sogno di fare tante cose, in particolare “L’inventore di mac-chine volanti” e diventare un campione di basket come il mio idolo Michael Jordan. Mi piace-rebbe inventare le “macchine vo-lanti” perché sono attratto dalla scienza e da i suoi misteri; vorrei inventarle anche per dare una svolta alla tecnologia e per sem-plificare e velocizzare i viaggi. Grazie a queste macchine si po-trà andare ad altissima velocità; sulle strade non ci sarà più traffi-co poiché si viaggerà in cielo co-me degli uccelli e, finalmente, noi bambini potremo giocare in

libertà. Inoltre con questa inven-zione spero riuscire a ridurre l’inquinamento, dato che le mac-chine nel mio progetto sarebbero alimentate ad elettricità. Mi pia-cerebbe anche,saper giocare mol-to bene a basket,il mio sport pre-ferito,per essere un giorno famo-so e importante. Immagino di avere una bella casa e, perché no? Una bella famiglia. Anche se a volte “Diventare grande” mi spaventa. Sono sicuro che riusci-rò a realizzare questi miei desi-deri impegnandomi e studiando tanto, perché nella vita le cose bisogna guadagnarsele e bisogna sempre dare il meglio di sé.

Marco Lucia classe V

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Le Esperienze che fanno crescere...

L’esperienza del fallimento è una componente della nostra vita, tu come ti sei posto davanti a questo tipo di situazione? Chi ti ha aiuta-to ad uscire da questa esperienza di scoraggiamento e sofferenza? In che modo? Hai mai pensato che il fallimento potrebbe anche essere un’opportunità di crescita e miglioramento, non solo sconfit-

ta? A tutti almeno una volta è captato di “non riuscire” di rimanere delusi … Un’ interro-gazione andata male,una partita persa,un litigio,un rimprovero ingiusto…che tristez-za!Che delusione!In questi momenti sem-bra che il mondo ti crolli a dosso e che tutti ce l’abbiano con te…Quante domande af-follano la mente…Perché ho fallito? Sono una “schiappa”? … Supererò questo mo-mento? … Ma l’esperienza che mi ha la-sciato più scoraggiato è quella dei campio-

nati Italiani di Wushu . Io mi ero prepara-to tantissimo per questa occasione e, con ansia aspettavo il giorno della gara. Final-mente era arrivato! Mi sentivo forte e preparato ed ero sicuro di vincere. Dalla giuria sentii il mio nome e mi avviai a fare la “Forma di bastone”. Quando la gara finì aspettavo con impazienza che l’arbitro mi chiamasse tra i primi tre clas-sificati. Invece no! Il mio nome non era tra questi … Ci sono rimasto male, molto male direi !!! Fortunatamente mio padre, accorgendosi della mia delusione, mi è stato vicino, mi ha consolato dicendomi che ero stato bra-vo ed ero migliorato tantissimo, ma c’erano degli atleti più bravi di me. Non avevo vinto è vero, mi sentivo scoraggia-to, sconfitto, però le parole di mio padre mi hanno fatto riflettere molto… Non era

l

a fine di tutto, ma un’occasione per cre-scere e maturare. Dopo questa sconfitta ho capito che per raggiungere un obietti-vo bisogna faticare molto, però, poi quan-do si raggiungerà la meta si avranno tante soddisfazioni, E da quel giorno in palestra e a scuola, ce la sto mettendo tutta. Alessandro Terradura

Cosa significa per te essere protagonista della tua vita? Ti senti protagonista o spet-

tatore? Essere protagonista della propria vita per noi significa viverla in modo positivo; af-frontarla ogni giorno col sorriso, essere ben disponibili verso gli altri. La vita è un dono prezioso e noi ci sentia-mo protagonisti: viviamo in un paese moderno dove non ci sono guerre, andiamo a scuola, abbiamo una stanza con tante cose tutte per noi: libri, computer, poster… Abbiamo tanti amici e dei genitori che ci

Sostengono nei momenti difficili. Essere veri protagonisti significa fare del nostro meglio per realizzare i nostri sogni e noi ce la stiamo mettendo tutta. Signifi-ca affrontare tutto con lo spirito giusto. Essere protagonisti vuol dire non farsi condizionare, scoraggiare dalle avversità e dalle situazioni brutte che la vita, a vol-te, ci riserva. Essere protagonisti significa avere la for-za di lottare per vincere.

Marisa e Mattia Classe V

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La nostra città si chiama Soverato che per le sue bellezze è anche definita “la perla dello Jonio”. Tra le varie bellezze, oltre al meraviglioso mare, si possono ammirare il lungomare, la pineta, la torre di “Carlo V”, “la Pietà” di Antonello Gagini, i resti di Soverato vecchia e il giardino botanico “Santicelli”.

I fondali del mare sono popolati da nu-merosi Ippocampi e pesci Ago. Nella chiesa dell’Addolorata di Soverato Superiore si può ammirare “La Pietà” un capolavoro del Cinquecento: una scultu-ra in marmo bianco con la Madonna a-vente in grembo Gesù morto.

Il giardino botanico “Santicelli” si trova su un’altura che si affaccia verso il Golfo di Sqillace e qui si possono ammirare diverse specie di piante tipiche della macchia mediterranea jonica e molte piante esotiche.

E’ uno splendido belvedere da cui si può ascoltare il suono del mare ed ammirare la “Torre di Carlo V” fatta costruire da Carlo V a difesa delle incursioni turche.

In estate vengono molti turisti attratti non solo dal mare ma anche dalle fiere e dagli spettacoli organizzati dall’amministrazione comunale. Durante la stagione estiva si organizzano il “Magna Grecia Film Festival”, le sagre, i giochi di Eutimo.

Durante l’inverno, nel periodo Natalizio, si preparano i presepi nei vari quartieri,

Carnevale i carri e l’undici Novembre la festa di San Martino. Per noi che ci abitia-mo, Soverato è una città bellissima.

Le bellezze intorno a me: la mia città.

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La Sila... La Sila si trova nel cuore della Calabria .E’ un altopiano cir-condato da una corona di monti. E’ ricoperta da una immensa fo-resta costituita in gran parte da conifere e faggi . Nella Sila , ric-chissima di risorse idriche , so-no stati creati dei laghi artificia-li.

L’altopiano silano, presenta un patrimonio floristico di grande valore scientifico. La flora sila-na è composta da più di 900 spe-cie. Numerose sono le erbe offi-cinali presenti : la valeriana, il sambuco , la malva , l’ ortica e lo stesso pino di cui si raccolgo-no, per scopi medicinali, le gem-me.

L’ambiente caratteristico del Parco è la foresta di faggio o faggio con abete , ma con predo-minanza del tipico laricio o sila-no.

Ad eccezione di poche radure, in Sila domina il bosco di pineta pura , di faggio o faggio con a-bete bianco. In località Fallistro ci sono gli esemplari più impo-nenti , i cosiddetti “i giganti del-la Sila” : 53 piante compresi 5 aceri montani di circa 450 anni

d’ età. Nel sottobosco sono diffu-se la felce aquilina ed arbusti delle rosacee come la rosa cani-na . Negli ambienti più umidi si tro-vano una felce particolare, la Be-

chnun spicant , ed il lampone. Il territorio silano ospita la fauna tipica delle zone appenniniche.

Presente il lupo , la volpe, sono anche presenti il, con le caratteri-stiche bande nere su fondo chiaro che partendo dal naso passano per gli occhi e le orecchie; la martora, abile predatrice di scoiattoli; la fai-na che si distingue dalla martora per la macchia bianca anziché gial-la sul petto; la donnola e la puzzo-la. Tra i roditori sono presenti il ghiro e lo scoiattolo nero. Altri mammiferi presenti in Sila sono il capriolo ed il cervo e il dai-no.

Fra i rapaci ci sono, lo sparviero, la poiana, il nibbio reale, il gufo rea-le, il barbagianni e la civetta.

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Il nostro comprensorio

.Il mio paese è situato in collina, ed è un paesello antico, al centro ci sono strade di pietra e case vec-chie. Il paese ha ad est il mare e ad o-vest le montagne; ed è attraversa-to da due fiumiciattoli che in esta-te diventano secchi e in inverno con la pioggia diventano pieni. A Montepaone Superiore siamo più di seicento persone, io abito nella parte nuova del paese. La Chiesa Maria Santissima Im-macolata è tanto bella: ha grandi arcate e il soffitto è dipinto con tante immagini. Fuori accanto al monumento dei caduti c’è l’olmo che è anti-chissimo e rappresenta l’albero della libertà. Poco più lontano c’è il palazzo Cesare Pirrò che fu in passato la

casa della carità, poi diventò un comune, ed ora è una biblioteca. Un’altra bellezza è l’anfiteatro in piazza Marini, dove d’estate ci sono concerti e recite. Ecco le bellezze del mio paese. Procopio Maria Grazia classe IV Primaria

Satriano è il mio paese , dove vi-vo con la mia famiglia . E’ un paese situato in collina a circa 300 m sul livello del mare , infatti quando mi affaccio dal bal-cone la sera si vede tutto illumina-to , soprattutto la Chiesa . E’ un paese antichissimo , infatti ci sono diverse strutture . All’inizio del paese c’è una fonta-na che scorre in una grande vasca di pietra e al muro c’è un simbo-lo .C’è anche un convento infatti mia mamma mi racconta che una volta c’erano le suore e lei ci an-dava ogni giorno . Poi salendo c’è una piazza dove al centro c’è il monumento dei Cadu-ti in Guerra . In estate è bellissimo perché si or-ganizzano molte feste e molte sa-gre , dove si mangia . Poi c’è la Chiesa che hanno ri-strutturato ed è molto bella . All’interno è adornata ; lussuosa e molto illuminata ma la parte più bella è una sua facciata perché è molto illuminata che di sera da un effetto suggestivo . La cosa che ricordo con piacere è che quando ero piccola mia nonna mi portava alla Fontana Vecchia a prendere l’acqua e la cosa bella è che la nonna mi aveva comprato una “vozzarella”per riempirla , andavo che era vuota e tornavo che era vuota perché nel tragitto la bevevo tutta . Giorgia Bencivenni Classe IV Primaria

Il mio paese si chiama Squillace. Si trova in collina,a 344mt. sul livello del mare e dall’alto domina tutto il golfo che prende proprio il nome del mio pese “Golfo di Squillace”.Il pa-ese è molto bello e ricco di storia. La leggenda narra che sia stato fondato prima di Roma, da Ulisse. Fin dall’antichità è stato molto impor-

tante,ha avuto una propria moneta e personaggi famosi,tra cui: Magno Aurelio Cassiodoro,che ha fondato il “Vivarium” la prima Università d’Europa; i fratelli Florestano e Guglielmo Pepe. Quest’ultimo fu generale e Padre della Rivoluzione Italiana. E’ famosissima poi per la lavorazione della ceramica. Le bel-lezze del mio paese sono tante: Il castello,prima di tutto, dove al suo interno si possono ammirare (nel museo) oltre dei reperti archeologi-ci,gli scheletri di due innamorati se-polti vivi. La cattedrale e il suo museo diocesa-no,le diverse chiese molto antiche,il Ponte del Diavolo e le varie stradine tutte in pietra dove passeggiando si possono ammirare i maestri vasai al lavoro, e ai piedi del castello vedere dall’alto la piazza e il mare.Alcune ceramiche antiche Squillacesi si pos-sono ammirare nei musei di: Metro-politan Museum of New York,il British Museum di Londra e diversi altri.Quindi sono proprio orgoglio-sa di essere una cittadina di Squil-lace. Facciolo Maria

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Le bellezze del Creato

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Gli anziani: i miei nonni

Io ho una sola nonna. Si chiama nonna Marina: è la mamma di mia madre. Abita a Soverato, nelle vicinanze della mia scuola. Ha sessantotto anni, è allegra, gioiosa e molto affettuosa. Si dedica a me e alla mia sorelli-na con molta attenzione sia per i

cibi che ci prepara, sia per i compiti che ci vengono assegna-ti. È vero anche, come dice papà, che mi vizia un po’, infatti quan-do esco con lei per compere, non risparmia nessuna delle mie ri-chieste, che sono figurine, pallo-ni, carte da gioco e dolciumi di ogni tipo. Alla mia nonna sono molto lega-to. Spero di averla sempre vicina, perché le voglio molto bene. Gallucci Samuele

I nonni L’amore che un nonno è pronto a dare, è qualcosa che non si può narrare; è un bene grande, immenso, e anche meglio

dell’amore che si riserva a un figlio. I nonni sono un mondo di bontà, sono sorrisi e generosità, sanno amare con dolcezza e integral-mente senza essere ossessivi ed invadenti; danno tutto, senza chiedere un bel nien-te nemmeno di essere studiosa ed ubbi-diente. I nonni sono perle di saggezza, sono capaci di qualsiasi tenerezza, sono pronti ad ogni sacrificio e i nipoti ne traggono tanto beneficio. Sono il dono più grande e più gradito che il buon Dio sulla terra ha dispensa-to. Sinopoli Lucia

I nonni Tutti i nonni son speciali Son le guide ideali Son carini e birichini E accudiscono i propri nipotini. Portano sempre tanta allegria E ti fanno compagnia Stiamo sempre insieme E ci vogliamo tanto bene.

Vorrei una nonna scherzosa , che mi compra ogni cosa; che mi cucini tante cose buone che quando mi vede mi dia un bacione; che mi aiuti quando sono in difficoltà, come fa il mio papà; che mi dia tanta allegria, che mi faccia compagnia; una nonna un po’ imbranata, che mi dia tanta cioccolata; una nonna tanto bella, che brilli come una stella!

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La musica popolare è, per definizione, un genere musicale che affonda le proprie radici nelle tradi-zioni di una determinata etnia, popolazione, ambito geografico o culturale.

Da alcuni anni stiamo as-sistendo, anche in Cala-bria, ad un fenomeno di notevole importanza so-ciale e culturale: la risco-perta della musica popola-re. La musica ed il canto tra-dizionale sono state, pri-ma dell’avvento dell’era della televisione, il diverti-mento quasi esclusivo del-la gente di Calabria. La musica tradizionale ed i suoi strumenti (organetto, zampogna e tamburello) accompagnavano tutte le fasi del ciclo della vita e dell'anno: dagli eventi lieti e gioiosi ( matrimoni, bat-tesimi, feste comandate) ad eventi più tristi

(funerali) la musica scan-diva le fasi della vita. Tutte le feste private era-no inoltre rallegrate dal suono tradizionale costitu-endo una continua occa-sione di socializzazione e di divertimento, legata so-prattutto ai momenti di ballo.

Essa rappresentava uno strumento di comunicazio-ne che poteva essere più facilmente accettato nell'ambito di una comuni-tà ristretta e spesso chiu-sa. Ad esempio, "dichiararsi" alla donna a-mata era più facile con i canti d’amore della sere-nata piuttosto che cercare l'occasione per farlo di persona! L’amore per le cose sem-plici e genuine della nostra terra ha spinto numerosi gruppi a restare fuori dalle grandi scene musicali ed a ritornare alle origini per far rivivere quella musica

viva ed ignorata della Cala-bria, sviluppando negli ulti-mi anni una vivace e vibran-te esperienza musicale. Tracce del canto e della cul-tura popolare sono soprav-vissute anche al processo di industrializzazione che ha comportato dei cambiamen-ti nel modo di vivere. La dif-fusione di questo tipo di musica lo si deve anche ai media,ad Internet : oggi, infatti, la musica popolare viaggia anche in rete e la tradizione incontra, così, la tecnologia. Tutto ciò, se da un lato consente una rapida diffusione e conoscenza di essa, dall’altro, il rischio che si corre è quello che questo genere musicale perda di vista il binomio musica/tradizione, quale veicolo di trasmissione delle tradizioni e delle culture dei nostri avi, eredità che ci permette di mantenere la nostra identi-tà. Il significato intrinseco di questa musica va ricercato, infatti, nella storia e nella cultura di un popolo: essa non è , dunque, semplice-mente un genere musicale, ma cultura!

La bellezza delle note: musica popolare

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L’angolo dell’artista

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L’amico immaginario

Hai mai avuto un amico/a e un mondo immaginario? Si, io ho avuto un amico immagi-nario con cui giocavo vivace-mente e mi divertivo molto. Il suo nome era MR. Kitty: uno scoiattolo che faceva lo sceriffo. Aveva gli occhi di un azzurrino chiaro, proprio come il mare, il pelo folto color legno e inoltre portava una giacca dorata con una stellina di un giallo luccican-te. Insieme a MR. Kitty avevo anche un mondo immaginario abitato da creature stranissime che erano incroci di animali: il ”tartavallo”: un incrocio tra una tartaruga e un

cavallo; il “cagre”: un incrocio tra un cane e una una tigre o il “tassulertola” un incrocio tra un tasso e una lucertola. In questo mondo gli alberi erano di colore blu e superavano i 400000 m di altezza. Le case erano di marza-pane e di cioccolata. Io e mr. Kitty abbiamo vissuto molte avventure in questo mon-do: la prima che mi torna in men-te è “la cattura dei quattro ladro-ni”. Dovevamo catturare quattro ladri che avevano derubato una città intera. Ma, dato che in ogni avventura mi cacciavo nei guai mr. Kitty mi ha dovuto prima svelare “tante” strategie. Così,

diventato vice-sceriffo siamo riu-sciti a catturare il ladroni. Mr. Kitty comunque era sempre con me, co-me la mia ombra; frequentava la scuola con me, faceva sport con me, veniva anche al supermercato con me quando andavo a fare la spesa con i miei genitori. Quando studiavo ripetevo a lui la lezione e quando ero interrogato, a volte sen-tivo all’orecchio una vocina che mi suggeriva Chi era? Naturalmente mr. Kitty. Quando ero triste a chi raccontavo tutto? Si, proprio a mr. Kitty. Ora sono cresciuto e non ho più un amico immaginario però per me mr. Kitty resterà comunque un amico. Frabrizio Ranieri Classe V

AMICO IMMAGINARIO Davanti a una sedia vuota, aspetto buona una rispo-sta. Una sola risposta. Cos'è la vita? Il mio amico immaginario mi guarda e sorride. "Chissà?" Ha gli occhi blu e ho paura. Forse è lui l'infinità? Non dice una parola. Il suo pensiero mi entra nella testa e scalda dolcemente la mia ragione. "La vita non si scopre, la vita è la vita, risposta non dà"

Credo in te amico Credo nel tuo sorriso,

finestra aperta nel tuo esse-re.

Credo nel tuo sguardo, specchio della tua onestà.

Credo nella tua mano, sempre tesa per dare.

Credo nel tuo abbraccio, accoglienza sincera del tuo

cuore. Credo nelle tue parole,

espressione di quel ch ami e speri.

Credo in te , amico, così , semplicemente,

nell’eloquenza del silenzio.

Poesie...

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Genitori Se c’è qualcosa più bella dei fiori Quella sono i genitori, soltanto loro ti sanno capire, coccolare e accudire. Loro ti scaldano come un bel fuo-co Son sempre pronti a fare un bel gioco. Loro ti aiutano a scoprire il mon-do Tenendoti per mano come un bel girotondo, come faremo senza di loro? I nostri sogni non sarebbero d’oro! I genitori sono il nostro tesoro. Classe v Primaria

Genitori Son affettuosi e carini Con i bambini San essere severi E sanno tenere a freno i desideri. Arianna Salerno. Classe v

Amici Gli amici sono belli Si considerano fratelli e Se son tutti uniti Vivran felici. Arianna Salerno

L’amico A volte pensando mi chiedo perché Tra tante persone ho scelto proprio te … Tutti dicono che “Chi trova un ami-co trova un tesoro” E io con te amico caro , ho trovato l’oro. Antonio Russo

Amici per la pelle In mari e monti cercherai, ma amico migliore di Alessandro non troverai. In pianure e colline andrai a cercar, ma nulla potrai trovar. Nell’Antartide potresti tentar, ma solo un huski potrai salutar perché se l’ amico per la pelle vuoi trovar col tuo cuore ti dovrai consultar. Fabrizio Ranieri

Poesie...

UN PO’ DI BUON UMORE!

Qual è il colmo per un picchio? Non sopportare i battibecchi. Salvatore Ranieri

Qual è il colmo per un computer? Non avere il programma per la serata Francesca Ranieri

Sai perché i serpenti non sudano ? Perché non hanno le ascelle Pierluigi Trovato

Qual è il colmo per un sindaco? Essere un tizio fuori comune Saverio Rattà

Cosa dice un goniometro ad una riga? Noi due insieme formiamo una bella squadra Vittore Procopio

Una vedetta dice a Cesare :- Il popolo chiede sesterzi- e Cesare risponde :-No vado dritto- Jessica Prestagiacomo

Una vedetta che ritornava dalla battaglia dice a Cesare :- La macedonia avanza. E Cesare risponde :-Allora mettila in frigo. Giuseppe Maimone

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C A P P E L L O S T E L L A G G O O N E V E C L U E E N I I S L O I R D H O B I N D R I T L C N C R I N P A C R A N I Y A D L E A W R F A E F O N A T I A V P I I L L W F R O L O R U Y P L M A D Z A B R O R I D A A L O U A I T A O W C Z I H T O A T I N I L S I I Z A O C W A O A K T A S T O O M O B I N N S O A C O Z P I N O I P M A C F N A T R A B I C C O L O L F I V I N C E R E E J A B I P

Giochi

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LA REDAZIONE Responsabili: Ins. Adele Adriano, Ins. Laura Celia, Ins. Irene Lancellotti

REDATTORI:

Classe V Babbo Silvio Cozza Lorenzo Falbo Simona Fiorentino Mattia Lucia Marco Maimone Giuseppe Samuele Mazzoleni Marisa Paparo Matteo Prestagiacomo Jessica Procopio Vittore Ranieri Fabrizio Ranieri Francesca Ranieri Salvatore Rattà Saverio Russo Antonio Salerno Arianna Savino Giulia Scicchitano Giorgio Sorbaro Lorena Terradura Alessandro Trovato Pierluigi Urzino Marco

Classe IV Bencivenni Giorgia Calarco Alessandro Caruso Antonio Chiefari Noemi De Masi Giulia Facciolo Maria Galati Francesca Gallucci Samuele Lagani Alex Lombardo Matteo Longo Salvatore Marcella Carlo Mellace Antonio Migliarese Bruno Mirarchi Cristina Mirarchi Francesco Misiano Virginia Montesano Anna Montesano Vitina Procopio Maria Grazia Sinopoli Lucia Valeo Salvatore Varano Saverio

Scuola Primaria “Maria Ausiliatrice” Soverato (CZ)