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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesaviva ANNO XXXV - N° 371 APRILE 2005 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità La “Nuova Religione” La “Nuova Religione”

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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi VillaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 12125123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.

«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

ChiesavivaANNO XXXV - N° 371APRILE 2005

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.Abbonamento annuo:ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5(inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postaleLe richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituitiOgni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

La “Nuova Religione”La “Nuova Religione”

2 “Chiesa Viva” *** Aprile 2005

del sac. dott. Luigi Villa

S i può benissimo dire che

la rivoluzione attuale dellaChiesa sia partita dal

Nord-Europa. Dal Nord, infatti, èvenuta la “nuova teologia” (rah-neriana, künghiana, schellebe-chiana, ecc... La “nuova esege-si” dissacratrice, per esempio, inGermania, fu quella che scodellòal pubblico che San Giovannievangelista non fu lui l’Autore delsuo Vangelo, come pure San Pie-tro non lo è per la sua secondalettera, perché traboccante di co-se sue personalissime, ma chenon andavano a genio ai novatori,come, ad esempio, tutti quei passievangelici, densi di dottrina, cheessi chiamavano “interpolazio-ni”, appunto perché non comba-ciavano con le loro idee, come adesempio, quell’ultimo tratto diVangelo della Messa, troppoprofondo, che spingeva l’animaall’adorazione.Pure dal Nord sono scese tutte quelledefinizioni della “nuova religione”già sognata dal gesuita massoneTeilhard de Chardin.Vediamone alcune:Il padre David, SJ, ben noto per lesue svariate divagazioni in campo di

Le riporto abbreviate:

1° - Credo in un Dio personale,al quale possiamo darGli del “tu”,sì da non perdersi in un vago uni-verso, avendoci Gesù Cristo inse-gnato a chiamarLo “Padre”.

2° - Credo in Gesù Cristo, che èpiù di un semplice uomo che, inun modo affatto singolare, fu l’in-viato di Dio per questo mondo,per portare il messaggio, la re-denzione, la grazia. E tale si è dimostrato mediante lasua vita incomparabile, e median-te la sua morte, i miracoli inauditi,e un messaggio che non ha con-fronto.Lo chiamano “Figlio di Dio”. Loè, ma non sappiamo in quale ma-niera ciò sia possibile. I teologihanno inventato dei concetti e deisistemi geniali per spiegarlo. Vo-

gliamo onorarli, perché mirano aqualcosa di giusto, ma nessunaenunciazione è capace di spiegarequesto mistero.Inoltre, dato da un mondo da concettie da un linguaggio che non sono più inostri. Quale teologo sa esattamenteche cosa dica pronunciando il termi-

LA “NUOVA RELIGIONE”

teologia morale, in “Entachluss”,scrive che per essere un “vero cri-stiano” si deve credere a questi soliquattro punti, perché «non lottiamopiù, oggi, per problemi teologiciperiferici, ma per le verità centralidella nostra fede» (cattolica?..).

Rappresentazione dell’unità delle Religionisotto la direzione della Massoneria.

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ne: “Figlio di Dio”, designando ilCristo?.. Dio non ha, certo, dei figli,come li hanno gli uomini. Anche lanascita di un uomo è d’altronde unmistero!.. Chi crede semplicemente econfessa che Cristo è più di un sem-plice uomo, ha affermato l’essenzia-le. E nessuno, oggi, pensa all’ariani-smo e al nestorianismo, Ma quanteambiguità!Purtroppo, i nostri poveri teologi mo-derni non sanno più accogliere nécomprendere i pensieri chiari e conci-si che le definizioni in latino richiedo-no, perdendosi, perciò, in “enuncia-zioni” (ma che non sono “definizio-ni”!) confuse ed ambigue, in parolemoderne altisonanti ma vuote di con-tenuto. Di chiaro, c’è solo che questipresunti teologi non vogliono solocambiare le pa-role, ma ancheil “contenuto”!

3°- Credo nellaChiesa di Cri-sto. Una Chie-sa, cioè, chenon è soltantouna adunata ouna istituzionedei fedeli, mache è, soprat-tutto, una crea-zione di Cristocon i l Suo“messaggio” ela Sua “Auto-rità”. Certo, sipuò discuteresul contenuto esulle limitazionidi questo mes-saggio e di que-sto potere, co-me pure sull’uf-ficio di Pietro,sul ministerodei Vescovi edei preti, sulcontento esull’efficacia dei Sacramenti: si puòcredere che, nel corso dei tempi, laChiesa può anche acquistare una piùperfetta conoscenza, come può pati-re dubbi e perdite, ma, tuttavia, dob-biamo credere che è sempre lo stes-so Cristo che opera nella sua Chiesa.

4° - Credo di sopravvivere dopo lamorte. Dopo la morte, cioè, ogni co-sa non finisce per l’individuo. Dettocosì, può sembrare una formulazionenegativa, perché è ben difficile diesprimere in modo positivo che cosasia esattamente l’immortalità el’anima immortale. Ma è di fedeche, dopo la morte, non termina tutto,e che ci siano la colpa, l’espiazione,la Grazia e lo splendore.Ecco il succo di quanto pensa padreDavid, SJ, e che il pensare ferma-mente a questi quattro punti costitui-sce l’essere di un cristiano “autenti-co”, anche se porta in sè tanti dubbisulle formule tradizionali della Fede,secondo gli usi e i metodi ecclesiasti-ci.Ma queste “esigenze minime” di

padre David non valgono il “CredoApostolico” che ci parla di Dio, dellavita di Gesù Cristo, dello Spirito San-to, del mistero della SS. Trinità, com-pendiando, così, la nostra salvezza.Le “esigenze minimali” di padreDavid sono un vago deismo di tutte

le verità della Fede alle speculazionipiù o meno fantasiose delle nostrepiccole menti, escludendo la direttaRivelazione di Dio che è la sola Ve-rità!

***

Ora, questa rivoluzione nordica va vi-sta in tutti i campi di questo ecumeni-smo massonico in atto, oggi, nellaChiesa. Si veda, per esempio, il “Ca-techismo Olandese”, detto “Glau-bensbuch”, o “libro della fede”(composto da 35 teologi, 18 che si di-cono Cattolici, 17 protestanti), che hasoppiantato la parola “catechismo”.In “Una Voce - Correspondenz”, ildott. Andrea Schonbergar, pubblicòun articolo di cui riporto alcune sue

osservazioni.Per primo: co-me si definiscela FEDE in quell ibro dedicatoappunto alla Fe-de?.. Secondo ilConcilio diTrento, la Fedeè i l consensodel nostro intel-letto ai misteririvelati da Dio(Cfr. “Catechi-smo ai Parro-ci”). Qui, no! LaFede è “Auf-bruch”, ossiauna “parten-za”, un “incam-minarsi”, e per-ciò prende sem-pre nuove for-me. Ciò che èoggi la “fede”concreta, nongarantisce chelo sarà ancoradomani, in tem-pi nuovi. Il mon-do e la vita non

restano sempre eguali. Ora, se la fe-de è un incamminarsi, vuol dire cheparte da un dato punto verso una da-ta direzione, il che significa che sononecessariamente diversi, com’è di-versa la situazione storica di chi vuolcredere.

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Certo, cambiano gli uomini ma l’og-getto della Fede rimane immutabile:“Tu autem idem ipse es” (S. Cir.23). Gesù non aveva detto a Pilato:“Io sono la Verità?”. Pio XI, nell’en-ciclica “Quas primas” aveva scritto:«Ipse est veritas, et ve-ritatem ab eo mortaleshaurire atque obedien-ter accipere necesseest».Qundi, ancora più perico-losa e falsa è la frase se-guente: «Il pensiero chela Fede è rivestita di sem-pre nuove forme della suarealizzazione e deve rive-stirsene, non è ancoraentrato nella consapevo-lezza generale. La con-vinzione di una “rivela-zione chiusa”, nutresempre l’opinione che,dopo l’azione storica divi-na, definita in Gesù Cri-sto, non ci possa esserenull’altro che una precisa-zione progressiva, manon una vera mutazionedella fede».Il dott. Schônbergarcommenta: «L’artificio pe-ricoloso di questo “librodella fede” consiste nelfatto che 544 pagine su660 annunciano una dot-trina che si spinge versouna comunione d’inse-gnamento protestante-cattolico sulla base di unainterpretazione esisten-zialistica della Bibbia de-mitizzata. Invece, “i pro-blemi aperti tra la Chiesa”sono stati relegati allaquinta e ultima parte dellibro, quasi interessinosolo ai soliti fanatici “con-fessionalisti”. Inoltre, sicerca di dare poca impor-tanza ai dogmi, specifica-mente cattolici, come lodimostra l ’esempio che portanodell’Eucarestia, nell’ultima Cena delSignore, “Questo e il mio Corpo”,“questo è il sangue del nuovo Te-stamento, versato per molti”, dellequali parole si legge che “possono

Giovanni (VI, 53-56): «In verità, inverità vi dico: se non mangerete lacarne del Figliolo dell’uomo, e nonbevete il Suo Sangue, non avretela vita in voi», non sia da riferirsialla “Cena del Signore”. Infatti, i

nuovi esegeti hanno scrit-to: “Essa” (la Cena) dà alcristiano la comunionecon la morte di Cristo, efa di lui un membro delNuovo Testamento, fino alritorno del Signore”.Qui, non c’è che da ri-chiamare la definizionetridentina - ripetuta an-che da Paolo VI nell’enci-clica “Mysterium Fidei”,che, in modo limpido, famenzione dell’istituzionedel “Sacrificio Eucaristi-co”, che continua il Sacri-ficio della Croce, fino alsuo ritorno.Ma quel deficiente “librodella fede” mette persinoin dubbio che Gesù me-desimo abbia istituitol’Eucarestia. Per i 35 teo-logi, che hanno redattoquel libro, pare che sap-piano unicamente che«dacché esiste la Chiesa,abbia celebrato solo i l“Battesimo” e la “Cena”».I primi cristiani, allora, sa-rebbero stati dei pazzi peraver “inventato”, peraver “avuto questa pre-sunzione folle” di sogna-re questo dono divino diGesù, il dono di Se stes-so!.. Ma ci credevano an-cora quei 18 teologi catto-lici (?!), autori del “Glau-bensbuch”?..Comunque, non fu loropossibile tacere di quellaenciclica, aggiungendo,però, «Ciononostante, ladiscussione sulla “Pre-senza reale” nell’Eucare-

stia si è accesa nella Chiesa cattolicacon un’imprevedibile intensità!».Come Schillebeeckx, il libro cerca didisfarsi dei termini “sostanza” e “ac-cidenti”, rifugiandosi in una “pre-senza personale” per non tradire il

essere attribuite a Gesù”, e poi: “Visono narrazioni della vita di Gesù chenon possono essere considerate fattistorici; e vi sono parole di Gesù chelo stesso Gesù storico ha pronuncia-to”.

Con questo metodo, diventa sempli-ce il non voler più ammettere le coseche non sono più accette alla teolo-gia di moda.Ecco un altro “passo” del Vangeloche esprime il dubbio che il brano di

Il Tempio della Comprensione, eretto in Washington D.C.ha lo scopo dipromuovere la comprensione universale come una nuova religione.

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PAOLO VI... BEATO?Presentazione del libro tenuta dall’Autoreall’Università di Teramosac. dott. Luigi Villa (Formato libro: 195x280 mm; pp. 242; 285 Foto-Documenti - Euro 20)

Per richieste, rivolgersi a:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

Questo nuovo libro su Paolo VI è costituito dal testo originale della Pre-sentazione del libro: “Paolo VI... beato?”, tenuta dall’Autore all’Univer-sità di Teramo (Università di Diritto Internazionale), in data 5 maggio1998, corredato da un’enorme documentazione. Al termine del testo della “Presentazione del lbro”, suddivisa in dueparti, infatti, il libro riporta la parte degli Annessi: Documenti-Fotogra-fie che, suddivisi per capitoli, costituiscono un dossier di “Documenti”sullo stato della Chiesa, durante e dopo il Pontificato di Paolo VI. È una mole impressionante di fotografie e di documenti che copre i dueterzi del libro (da pag 65 a pag. 242) e che ha il pregio di riuscire a tra-smettere a chiunque, in modo immediato e sconcertante, l’immane tra-gedia della situazione disastrosa della Chiesa al giorno d’oggi.

NOVITÀ

“realismo” della Tradizione. Ma èuna terminologia che favorisce la dot-trina pneumatico-calvinista. Per i pro-testanti, infatti, la comunione è unacosa totalmente personale; non c’è,espressi, la transustanziazione og-gettiva, essendo del pane e del vinodei semplici simboli. Per i luterani,poi, questi simboli possono diventareun mezzo per ottenere appunto quel-lo “presenza personale”; ma questounicamente dalla persona che si co-munica. Gioco di parole, come si ve-de, che portano i protestanti a crede-re nella “presenza personale”, sì,solo nel senso della sua “memoria”,che indica la persona che “riceve laCena”.In quanto a sacrificio (che, né Lute-ro né gli altri riformatori non ammise-ro mai!), si legga l’asserzione di quelnuovo “Libro di fede” che la “riformaliturgica del Vaticano II si è avvalsaper dare nuovi accenti alla pietà eu-caristica cattolica, avvicinandolaall’esperienza della pietà sacramen-tale protestante, quasi sopprimendol’Offertorio, rendendo così il caratteredi sacrificio della Messa assai incer-

to, dando pochi minuti alla parte cen-trale della Messa ed eliminando radi-calmente la solennità che circondaval’elevazione, e adottando nuovi “ca-noni”, e un nuovo modo di comuni-carsi, desacralizzando, insomma,ogni gesto liturgico per portare, a po-co a poco, alla sparizione del cultoeucaristico.Ecco il succo del “Neues Glaben-sbuch”, anche se non sempre in mo-do così preciso, ma accusando lostesso Papa per aver “spiegato contanta cautela” la dottrina tridentinain “Mysterium Fidei”, limitandosi adire che il sacrificio di Croce di Cristonella Messa è “repraesentatur”! LaChiesa, cioè, “non offre il sacrificodi Cristo, ma offre se stessa, il chesignifica unicamente che entra adavere parte all’obbedienza di Cri-sto a Dio”, per cui mentre la tradu-zione esatta di “repraesentatur” èsempre stata “rende presente”, co-me l’adotta anche la traduzione uffi-ciale dell’enciclica. Insomma, per lanuova religione, si deve rinunciare al-la parola “transustanziazione” e aquella di “sacrificio”, mentre la

Chiesa cattolica deve continuare a di-fendere la vecchia tradizione liturgicache non ha mai dato luogo né a gio-chi di parole, né a falsificazioni prote-stanti.Il “Neues Glabensbuch”, invece,scrive chiaro e tondo: «Quandocambia il modo di comprendere lafede, e cambia l’esperienza di Dio edel mondo nella fede della Chiesa,che non è altro che la comunità deicredenti, (e, quindi, non più il “CorpoMistico”, come la diceva San PaoloApostolo e come lo definì, mirabil-mente, Pio XII!), allora devono cam-biare anche le forme e il testo delculto; allora, devono trovarsi nuoveforme e nuovi testi»!Purtroppo, la Chiesa del Vaticano II ègià su questa strada! Ma, come ho già detto all’inizio, chela Fede non cambia il suo oggettoe Dio è immutabile, (perché un Dioche “diviene” non è perfetto!), devodire anche del culto che non puòcambiare il Dio al quale si rivolge eche, quindi, ha il diritto al SACRIFI-CIO e all’ADORAZIONE. Ieri, oggi esempre!

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A Stoccarda-Hohenheim vifu un Convegno ecumeni-stico. Da parte cattolica, i

relatori erano Heinrich Fries e PaulWesemann; da parte protestante,Reinhard Slenczka e FriedrichWilhelm Künneth... Sembra neces-sario rilevare alcuni errori fondamen-tali dei due oratori cattolici, perchéessi erano i consiglieri ufficiali deiloro Vescovi ed ebbero molto influen-za. Inoltre, rappresentavano, per mo-do di dire, l’ecumenismo puro, sicchéi loro concetti possono dirsi paradig-matici.La tesi più importante, presentata daFries, suona: che non vi è più, oggi,alcuna differenza teologica che au-torizzi di continuare lo scisma (Kir-chenspaltung - un termine che puòapplicarsi, soggiungiamo noi, alleChiese Orientali scismatiche, ma nonalle confessioni protestanti, la cui dot-trina si differenzia non solo dalla dot-trina cattolica, ma esiste anche unadiversità di dottrina fra di esse. La tesiè falsa.Prima di refutarla, accenniamo allascarsa precisione della dizione diFries. Egli scambia continuamente traloro la Teologia e la Fede. Egli intendedire che non vi è più diversità di Fede,atta a dividere le confessioni. Ma dovevadirlo chiaramente. La Fede e la Teologianon sono la stessa cosa. La Fede ascoltaobbediente la voce rivelatrice di Dio; laTeologia è la riflessione scientifica sullaRivelazione. L’unione della Chiesa non sibasa, quindi, sull’accordo della Teologia,ma sulla corrispondenza della Fede;cioè, i credenti devono affermarel’identico contenuto di fede. Non leopinioni dei teologi separano, dunque,

i credenti cattolici dai credenti prote-stanti, ma il contenuto della fede cheprofessano, la dottrina ufficiale e ob-bligatoria. Il dissenso dei teologi non ècapace di porvi fine. L’enunciazione diFries che, unendosi le Chiese, ciascunadovrebbe accettare “tutte le definizioniteologiche”, è giusta, ma nasconde ledifficoltà reali. Non si tratta di accettare“tutte le definizioni teologiche”, ma di diredi sì a tutti gli articoli di Fede, senza lapossibilità di eccettuarne uno solo, ga-rantiti come sono dall’autorità divina.

Dunque, abbiamo a che fare con laFede cattolica e con la dottrina pro-testante. Ecco, cominciano le diffi-coltà! Si può precisare assai bene laFede cattolica, ma riesce arduo defi-nire la dottrina protestante. In sensoteologico, la “Chiesa protestante”non esiste. (Sottolineiamo noi). Se siaccetta, ormai, anche nell’ambito cat-tolico la poca chiara espressione“Chiesa protestante”, ciò si deve auna certa amabilità... o a poca chia-rezza. Si accetta il nome che i prote-stanti danno ai loro diversi gruppi, manon si tratta affatto di una qualifica-zione teologica. Inoltre, il concetto di“Chiesa” non è applicabile ai raggrup-pamenti delle confessioni protestanti,perché non dispongono di Vescovi insuccessione apostolica (...). Per dipiù, le comunità protestanti non pos-seggono un Magistero, in grado didefinire in maniera obbligatoria o sol-tanto di enunciare in che cosa consi-sta la dottrina protestante. Tutt’al più,incontriamo un certo positivismo diuna data “Chiesa” nazionale, definitonei Sinodi e Concistori, che obbliganofino a certo punto i ministri. Ricordiamo, tuttavia, che questo posi-

tivismo non possiede alcuna garanzia diverità, né può essere legittimato daiprincìpi della Riforma, ma può venire re-vocato in ogni momento, o superato, se-condo le relazioni maggioritarie che risul-tano dai voti finali. Nell’ultima realtà, ogniprotestante parla soltanto per sè, pronun-cia soltanto il suo atteggiamento perso-nale di fede di oggi, che potrà fare postodomani a un’opinione opposta. Nemme-no la teologia protestante è in grado didefinire chiaramente la dottrina prote-stante. Si sa troppo bene che il prote-

del Prof. dott. Georg May

ECUMENISMO AD OGNI COSTO?

Martin Lutero.

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stantesimo è un conglomerato di con-fessioni, dagli Avventisti e dai Quaqueriai Vecchi-Luterani e ai Pietisti. Questeconfessioni hanno delle divergenze tal-mente profonde negli essenziali punti didottrina, che vietano, secondo il pareredei propri fedeli, la comunione della Ce-na. Ogni teologo ha la sua dottrina priva-ta, è esegeta per conto suo. Domani, po-trà ripudiare ciò che ha insegnato oggi, enessuno ha il diritto di accusarlo di man-care di fede. Non farebbe che imitare ilriformatore Martin Lutero di cui si sa be-ne che disse, nel 1517, delle cose total-mente diverse da altre propalatenel 1521, e più ancora nel 1546.La “Riforma” progredisce,nessuno ha il diritto di fermar-la, e ogni generazione di teologiprotestanti si vede immediata-mente confrontato con Dio econ la Sua parola (insomma, siripete la tesi comunista che “larivoluzione non si fermamai”!). Sarebbe contrario allospirito della Riforma il limitarequesta libertà, e si spieghereb-be unicamente con punti di vistatattici l’intento di unire tutte leforze contro la Chiesa cattolica.Ad ogni modo, tentando di for-mulare la “dottrina protestan-te” - come fanno i manuali pro-testanti di teologia sistematica -si riconosce facilmente che laFede cattolica si differenzia qua-si sempre. Le differenze sonocontingenti a ogni oggetto tratta-to, sebbene abbiano un peso eun’importanza più o meno gran-di; riguardano la dottrina di Dio,come la dottrina della creazione,la cristologia non meno della so-teriologia, la dottrina della Gra-zia, della Chiesa, dei Sacramen-ti, come la dottrina mariale edelle ultime cose. Il punto di par-tenza quasi sempre nominalisti-co, della teologia protestante, farisultare quasi ovunque dei con-trasti essenziali e insuperabilicon la Fede cattolica. È falso il credereche esistono unicamente in relazione acredenze tipicamente cattoliche. Il con-cetto di Dio volontaristico del protestante-simo è, per esempio, inaccettabile per icattolici.Nella prassi, queste differenze non risal-tano meno che nella teoria, come dimo-strano sempre di nuovo i problemi etico-politici. È indispensabile, in caso, che laprassi debba seguire la teoria. Tra l’eticasociale cattolica e protestante si apre unavoragine di contrasti. La sola ignoranza ola sola disonestà possono negare questedifferenze essenziali. La Fede cattolica ela dottrina protestante non rappresentanosemplicemente due confessioni, ma sonodue Weltanschauungen che non vannod’accordo. (...).

È vero che dal momento che teologi cat-tolici, come oggi succede, si schierino suposizioni protestanti... si ottiene il risulta-to che la diversità delle confessioni risultidi poco entità. Esistono, oggi, dei teologicattolici che difendono e adottano dottri-ne protestanti, ma continuano a chiamar-si cattolici. Tirano in inganno l’indifferen-za odierna del Magistero perché una si-mile contraddizione in sè non si manifestia tutti gli occhi. In realtà, questi sedicentiteologi “cattolici” non sono più cattolici enon danno più testimonianza per la veritàcattolica.

Per confortare la sua tesi, Fries dà moltaimportanza al “Neues Glaubensbuch”(nuovo libro della fede), pubblicato nel1973, in cui 35 teologi, tra cattolici e pro-testanti, presentano la fede comune, - sifa per dire! - Ma chi gli dà il diritto di daretanta importanza ad un’opera privata perniente ufficiale? Non è qui il luogo di criti-carla severamente, come merita, (comehanno fatto diversi Vescovi tedeschi!).Dal lato scientifico, non merita alcuna fi-ducia. Constatiamo, però, che si avrebbeil diritto di esigere dai collaboratori cattoli-ci che siano dei noti rappresentanti diun’integrale Fede cattolica. Ma non è,qui, il caso! Tra gli altri Autori, che nonriempiono questa necessaria condizione,basta nominare Joseph Blank (Saar-brücken). Il suo libro “Jesus di Naza-

reth” manifesta subito, anche a chi nonlo legge con molta attenzione, che s’ispi-ra al protestantismo liberale, quindi pernulla alla dottrina cattolica!Da parte protestante, la situazione non èambigua come per i cattolici. Non mi ènoto un solo teologo protestante che sisia fatto un certo nome, che si sia avvici-nato al fronte cattolico. Il protestantesimoaspetta sull’altra sponda che i cattolicivadano a raggiungerlo, vale a dire che di-ventano protestanti. In Germania, il pro-testantesimo vede nell’ecumenismonient’altro che un mezzo utile per rende-

re il paese totalmente prote-stante. Sembra che abbia giàottenuto un gran successo inquesta direzione, come l’atteg-giamento di Fries e di Wese-mann, al Convegno di Stoccar-da, lo dimostra. Il protestantesi-mo non è pronto a venire incon-tro... tutt’al più, alcuni teologiprotestanti adottano alcune for-me cattoliche, esterne, per ren-derlo più attraente; elementi cheformano, come insegna l’espe-rienza, una parte del fascinodella Chiesa cattolica. Insom-ma, nella strategia protestante,essi sono gli ingegni tattici, in-tenti a vincere, anche con talemezzo, la Chiesa “romana”.Queste ragioni mi spingono a ri-tenere l’ecumenismo cattolicoun’illusione pericolosa. Deside-ro certo anch’io ardentementel’unione dei cristiani, ma tale riu-nione deve basarsi sulla Fede,la vera Fede cattolica. Tuttodipende dalla verità... L’ecu-menismo, come si pratica ades-so, non serve la Verità. Distrug-ge, anzi, per quanto sia umana-mente possibile, i tesori dellaChiesa e la rende meno at-traente, ed è questa la causa ditante crisi, di tante apostasie disacerdoti e di laici, e precipita lastessa Chiesa in una crisid’identità...

Nella sua forma attuale, l’ecumenismo èun errore gigantesco e una minacciamortale. Pochi lo sanno, tuttavia, e civuole coraggio per dirlo. I rappresentantidella teologia permissiva sono orgogliosidi avere distrutto molti tabù (veri o credutitali!), e intanto, ne hanno creato degli al-tri; tesi, movimenti, istituzioni, che nessu-no ha il permesso di toccare senza cheessi scaglino offese e calunnie. L’ecu-menismo fa parte dei nuovi tabù piùimportanti. Gli euforici conciliari l’amano;la teologia permissiva ne ha fatto il suoprincìpio sommo. Guai a toccarlo! È unfatto, è una regola che si osserva dap-pertutto, che i fautori più fanatici dell’ecu-menismo abbandonano spesso il serviziosacerdotale, e si sposano, entro un perio-do più o meno lungo, se non si converto-

La firma della dichiarazione comune (cattolci-luterani) sulla “Giustificazione”, il 31 ottobre 1999, ad Augusta.

8 “Chiesa Viva” *** Aprile 2005

NO ALL’ABORTOIl mio “Processo” al Parlamento Italianosac. dott. Luigi Villa - (pp. 72 - Euro 10)

Per richieste, rivolgersi a:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

Esistono guerre giuste e doverose? Certamente, come quella contro l’aborto volon-tario non mai giustificabile, per ogni cristiano, per il Comandamento divino: NONUCCIDERE!E questo fu proprio il motivo della mia denuncia fatta al Tribunale di Romacontro il Parlamento italiano, per la sua volontà di firmare la Legge n. 194, con laquale si legalizzava la “strage” di milioni di nascituri esseri umani.Il tutto è corredato, anche in “Appendice”, in una sintesi-schema di “documenti” chesegnano la colpevolezza di chi doveva non firmare quell’assassina legge n. 194. Ora, domandiamoci: ma fino a quando durerà questo assassinio?..La Storia dice che la pietra che sigillava il sepolcro di Cristo non riuscì a bloc-care la risurrezione di COLUI che era, è e sarà sempre il Padrone assoluto del-la vita di cui è Creatore e, perciò, il Padrone assoluto! Il Signore ci conceda unaFede forte per abbattere ancora quella macabra vittoria del Maligno e così rifondaredi nuovo una società cristiana per il REGNO DI CRISTO!

no addirittura al protestantesimo. Maquesto fatto, facile da constatare, non harallentato l’attività ecumenica e, finora,non ha convinto alcun Vescovo di inter-venire. L’ecumenismo trionfa, essendo ilnuovo potentissimo tabù. Eppure, noidobbiamo seguire la voce della coscien-za, che è anche la voce della Verità, del-la Fede e della ragione, della storia edell’esperienza...Fries non si limita a considerazioni plato-niche, ma, come i suoi emuli Rahner eKüng, passa agli appelli. Invoca che i Ve-scovi ed i capi protestanti concretizzinoazioni comuni. Ottengano l’unione delleChiese per via pastorale e organizzativa.Ecco fare capolino, un’altra volta, l’impe-rizia scientifica del rinomato teologo econsigliere di Vescovi, Fries! Erra se cre-de che esista un’unità al di sopra dellaChiesa, ove si possano riunire le Chiesecattolica e protestante. La Chiesa cattoli-ca forma l’unità più alta di una comunitàreligiosa pensabile sulla terra. Altri grup-pi possono unirsi a lei, ma lei non puòdisintegrarsi in una comunità che lasuperi... Fries propone, insomma,un’unione di battezzati senza il legamedella Fede comune, chiaramente contra-ria alla volontà di Cristo. È talmente pre-so dalle sue idee da non comprenderepiù che tutti i cattolici credenti sono co-stretti a rispondere con un deciso “nonpossumus” alle caotiche incertezze del-la sua super-ecclesia? Egli conosce,però, l’avversione dei cattolici non ancorastrumentalizzati a simili insinuazioni anti-cattoliche. Ha detto, a Stoccarda, chel’opposizione contro la sua concezione

andava crescendo nel popolo di Dio.Smaschera il proprio cinismo se chiedeai dirigenti di agire in fretta, prima chel’opposizione aumenti ancora; insomma,consiglia di manipolare questo popolo diDio prendendolo di sorpresa...Anche le proposte di Wesemann, chedesidera pure forzare l’attività ecumeni-ca, sono pericolosissime. Secondo il suoparere, i “dirigenti” ecclesiastici dovreb-bero chiedersi, prima di pubblicare unaqualsiasi ordinanza, se il contenuto giovao nuoce all’ecumenismo. Questo suoconsiglio dimostra che misconosce total-mente il ruolo della Chiesa. La Chiesadeve modellare la propria vita sullo spiritodi Cristo ed i princìpi della sua Fede, in-vece di avere soltanto riguardo dellaeventuale suscettibilità protestante, se-guendo in tutto soltanto un punto di vistaopportunistico. Ma no! L’applauso o lacritica del mondo protestante si eleva anorma per lo sviluppo della vita ecclesia-stica! Una simile richiesta equivale a tra-dire Cristo e la Verità. A quali eccessi sigiunge quando l’ecumenismo addivieneun’idea fissa!

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Ecco, a proposito, il giudizio di Urs vonBalthasar che ha parlato anche del peri-colo di una falsa unione, in conferenzetenute a Monaco e a Ratisbona (Pseu-doeinheit). Certe speranze, in una sintesicon le altre comunità cristiane e col co-munismo, sono utopiche, perché si trattadi rivalità di ideologie totalitarie (Rivalitátvon Ganzheiten). «Il dialogo non è sen-

za pericolo per i cattolici, perché essi de-vono difendere dei punti che hanno in più(Pluspunkte), sicché sono minacciati dicercare, di unificare il livello con gli altri,livellando il loro». Sarebbe un regressose la Chiesa cercasse di raggiungerel’unità delle Weltanschauungen, soppri-mendo le questioni controverse. La Chie-sa deve ricordare quale sia il contenutodella dottrina che porta in sè. Per il moti-vo che punti essenziali della dottrina cat-tolica sono già stati posti in oblìo - spes-so pronunciando un “mea culpa” al po-sto sbagliato - è ormai tentata a cercarela salvezza presso lo Zen o lo Yoga,presso Marx o Hegel. «La mancanza diuomini pneumatici nella Chiesa, capaci dimostrarci la strada che conduce a Dio, fache cerchiamo una guida fuori di lei».(FELS, marzo 1974).

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Quale via scegliere allora? Secondo Wi-gand Siebel, ve n’è una sola (che ha da-to ottimi risultati in passato, particolar-mente in Inghilterra in America e in Sve-zia, dove tutto stagna, adesso!). «Biso-gna rendere la Chiesa Cattolica cosìsplendente, attraente, forte, com’è possi-bile. Lo si ottiene mediante la preghiera ela penitenza, la pratica delle virtù e losforzo di santificarsi, la cura della verità edella carità, la fedeltà alla Fede tradita èl’infaticabile annuncio di questa Fede acoloro che hanno lasciato la casa del Pa-dre. Bisogna fare di tutto per appianare lavia al cristiano non cattolico per ritornarenella Chiesa».

“Chiesa Viva” *** Aprile 2005 9

UNO STORICO PROTESTANTERIVELA L’INFLUENZA DELLA MASSONERIA

NELLA SPAGNA ATTUALE

M ADRID, venerdì, 28 gennaio2005 (ZENIT.org.). Per com-prendere quanto sta accadendo

in Spagna bisogna tener conto della sto-ria e della realtà attuale della Massoneria,lo storico protestante César Vidal haconcluso una ricerca che è stata pubbli-cata di recente.Direttore dei programma “La Linterna”della catena radiofonica COPE (dellaConferenza Episcopale Spagnola), Vidalha appena scritto il libro “Los masones:là historia de la sociedad secreta máspoderosa” (“I massoni: storia della so-cietà segreta più potente”, pubblicato inSpagna da Planeta).L’opera affronta, tra le altre cose, la que-stione dell’influenza massonica negli av-venimenti più importanti della storia spa-gnola recente, soprattutto quella degli ul-timi mesi, da quando, cioè, nel marzoscorso, è stato eletto il Governo del Parti-to Socialista Operaio Spagnolo (PSOE). Secondo lo storico, che ha conseguito ildottorato in Storia, Filosofia e Teologia,che è laureato in Giurisprudenza ed inse-gna Storia presso la Logos Universitydegli Stati Uniti, “La corrente laicistapromossa dal Governo presieduto daJosé Luis Rodríguez Zapatero condivi-de in misura massiccia il sorpassatoanticlericalismo della Massoneria”, ri-ferisce l’agenzia “Veritas”.Vidal ha anche dichiarato che i massonihanno un ruolo importantissimo nell’Unio-ne europea, al momento che “Il disegnodi legge della Costituzione Europea èstato promosso da un massone”, Gi-scard D’Estaing, «che ha escluso lamenzione delle radici cristiane del conti-nente ed ha inoltre insistito sull’inserimen-to di un articolo che sottomette le Chiesealle varie Nazioni, ma libera da quest’one-re le “organizzazioni filosofiche”». Quantoall’influenza massonica nella storia dellaSpagna dell’ultimo secolo, è stata per Vi-dal “ripetuta e deplorevole”.Alla Massoneria, infatti, «bisogna attribui-re un ruolo molto rilevante nei processiindipendentisti di Cuba e delle Filippine,

González a segretario generale delPSOE figuravano tre massoni (uno di fo-ro futuro presidente del Senato). Stessodiscorso per il nonno di Rodriguez Za-patero, anch’egli massone.Circa le origini della Massoneria, Vidal hasottolineato come queste risalgano alla fi-ne del XVII secolo e agli inizi dei XVIII,“quando gruppi di persone attirate dallagnosi occultista fondarono luoghi di riu-nione nei quali, presumibilmente, questaveniva trasmessa”. “I massoni si rifanno sicuramente ad ori-gini che portano alle religioni pagane, allagnosi, ad un personaggio inesistentedell’epoca di Salomone e anche ai drui-di”, ha aggiunto.Anche se i massoni lo negano, per Vidal“è certo” che la cosmovisione massonicanon sia quella tipica di una società filan-tropica come spesso sostengono, maquella di una “religione”, il che spiega le“ripetute condanne” da parte della San-ta Sede e delle altre confessioni cristiane,ritengono l’appartenenza alla Masso-neria “incompatibile con il Cristianesi-mo”. La Massoneria potrebbe quindi definirsi,per lo storico, come “una società segreta,con un struttura iniziatica, una cosmovi-sione gnostica ed un’organizzazioneche facilita il fatto che i membri si aiu-tino al momento di occupare posti im-portanti nella società”.Anche se la percentuale dei massoni èoggi molto bassa – in Francia si affermache non superino lo 0,6% della popola-zione – questo non ha impedito loro “dicontrollare l’Internazionale socialista o diespandersi nella destra, attraverso perso-naggi come Giscard D’Estaing”. La presenza massonica, ha concluso, èevidente in tutti i settori, anche se ve nesono alcuni che “sono sempre stati og-getto di interesse da parte dei masso-ni”, come la politica. Il loro peso non ècomunque inferiore nel mondo della co-municazione, così come sono interessati“ai settori dell’insegnamento, dellagiustizia e delle Forze Armate”.

– Secondo César Vidal, la Massoneria è incompatibile con la religione cristiana –

nelle campagne anticlericali e laiciste,nell’erosione della monarchia parlamen-tare della Restaurazione, ricorrendo an-che al terrorismo nella proclamazionedella seconda Repubblica, e, soprattutto,nella redazione di una Costituzione re-pubblicana che ha provocato una fratturasociale che ha portato alla guerra civile».Lo storico protestante ha, quindi, ricorda-to come Rodolfo Llopis, massone e so-cialista, sia diventato segretario generaledel PSOE e abbia promosso “la legisla-zione educativa anticristiana della se-conda repubblica”, così come purescandali, quali quello del Banco Ambro-siano siano “direttamente legati al-l’azione dei massoni”.Il Gran Maestro dei Grande Oriente Spa-gnolo, inoltre, è il dottor Josep Coromi-nas, deputato del PSOE, così come nellaCommissione speciale di cinque membri,che ha consolidato la posizione di Felipe

10 “Chiesa Viva” *** Aprile 2005

I n altri tempi, di fron-te all’immane scia-gura verificatasi nel

Sud-Est Asiatico, la nostraChiesa, meno timorosa emen secolarizzata (fattasalva la pietà per chi haperso tragicamente la vita,nonché a concreta solida-rietà verso i sopravvissti),la nostra Chiesa, dicevo,incurante dei giudizi delmondo, lo avrebbe severa-mente e maternamenteammonito, parlando di“CASTIGO DI DIO” per inefandi peccati e gli ol-traggi alla “SUA LEGGE”che, quotidianamente,vengono perpetuati in queilussuosi luoghi di villeggia-tura e in altri analoghi po-sti della terra. E invece, oggi, silenzio as-soluto, almeno per quantoio ne sappia. Addirittura daparte di qualcuno ci si èchiesto, farisaicamente,come Dio abbia potutopermettere una simile tra-gedia e dove stava mentremorivano tanti poveri “innocenti”; anco-ra una volta non ci si è vergognati di farappello a un Dio “buonista”, semprepronto a farsi carico di tutte le sofferenzeumane, comprese quelle degli auto-lesio-nisti. È pur vero che se qualcuno si fosseazzardato a parlare di “CASTIGO DIDIO”, su tutti i mass-media sarebbemontata una fragorosa canea in difesa diquei poveri turisti che hanno dato la vitaper portare un po’ di benessere alle mi-sere popolazioni indigene che solo nel tu-rismo trovano un po’ di sollievo alla loroindigenza. Chissà se, travolto dal catacli-

alcuna vacanza neppurein Patria, questi “cristianisui generis”, evidente-mente, non si pongononeppure il problema se sialecito che, oltre agli oziestivi in loco, abbiano dirit-to anche alle vacanze in-vernali in terre esotiche; e,a parte questo smodatodesiderio di evasione, cheimpedisce loro una qual-siasi rinuncia, questi va-canzieri “cristiani” fan-no finta di non saperequale terribile sconvol-gimento provoca la loropresenza tra quegli indi-geni che essi presumo-no di andare a benefica-re.Il turismo - è risaputo -mentre arricchisce o privi-legia pochi fortunati, pro-voca ineluttabilmente unalievitazione dei prezzi adanno della maggioranzadella popolazione locale,aggravando i disagi di chigià vive nell’indigenza. Ecome se questo non ba-

stasse, il turismo di lusso genera altridanni ben più inquietanti: sconvolge, in-fatti, radicalmente, costumi, tradizioni cul-turali, abitudini di vita e residui di inno-cenza degli indigeni, i quali, contaminatidallo sfarzo degli alberghi lussuosi edall’ostentazione di benessere di questicultori dello svago, rinnegano la propriaidentità, alimentando, nei loro cuori, gelo-sie, invidie e odio nei confronti di TUTTIgli occidentali, mutuando così, da pochemigliaia di edonisti di professione, i peg-giori vizi che la nostra cosiddetta civiltàsia riuscita di produrre.

di N. N.

TSUNAMI:CASTIGO DI DIO?

sma, qualche turista, con un residuo didiscernimento, si sia chiesto: «Ma io checi sto a fare qui?!!!».Ovviamente, dubito che pensieri del ge-nere abbiano attraversato la mente di chistava per essere investito dalle onde im-pazzite, così come dubito che gli stessituristi che si professano cristiani si sianoresi conto che le loro vacanze alle Maldi-ve, o in altri analoghi posti di villeggiatu-ra, rappresentano una grave offesa alleLeggi di Dio: a parte l’affronto a quei con-nazionali che non si possono permettere

Seppellimento dei cadaveri, dopo la tragedia del Sud-Est asiatico.

“Chiesa Viva” *** Aprile 2005 11

“INIMICA VIS”(Leone XIII - 8 dicembre 1892)

I CATTOLICI SIANO FEDELI ALLAPATRIA E A CRISTO

Che più? Si sforza la sètta di asservirela Chiesa, e di metterla, umile ancella,ai piedi dello Stato? E voi non cessatedi chiederne e, dentro le vie legali, dirivendicarne la dovuta libertà e indi-pendenza. Cerca essa di lacerarel’unità cattolica, seminando nel clerostesso zizzania, suscitando contese,fomentando discordie, aizzando glianimi all’insubordinazione, alla rivolta,allo scisma? E voi, stringendo semprepiù il sacro nodo della carità e dell’ob-bedienza, sventate i suoi disegni, man-date a vuoto i suoi tentativi, deludete lesue speranze. Come i primitivi fedeli,siate tutti un cuore ed un’anima; e rac-colti intorno alla cattedra della Chiesae dei vostri Pastori, tutelate gl’interessisupremi della Chiesa e del Papato, che sono altresì i supremi inte-ressi dell’Italia e di tutto il mondo cristiano. Ispiratrice e gelosa cu-stode delle italiche grandezze fu sempre l’Apostolica Sede. Siatedunque italiani e cattolici, liberi e non settari, fedeli alla Patria einsieme a Cristo ed al Vicario Suo, persuasi che un’Italia anticri-stiana e antipapale sarebbe opposta all’ordinamento divino, equindi condannata a perire.

11. - Diletti figli, la religione e la Patria vi parlano, in questo mo-mento, per bocca Nostra. E voi ascoltate il loro grido pietoso, sor-gete unanimi e combattete virilmente le battaglie del Signore. Il nu-mero, la baldanza, la forza dei nemici non vi atterriscano; ché Dio

è più forte di loro, e se Dio ècon voi, che potranno essicontro di voi? Affinché poi, con maggior co-pia di grazie Iddio sia con voi,con voi combatta, con voitrionfi, raddoppiate le vostrepreghiere, accompagnatelecon l’esercizio delle cristianevirtù e specialmente coll’eser-cizio della carità verso i biso-gnosi e rinnovando ogni dì lepromesse del Battesimo, im-plorate umilmente, istanta-neamente, perseverantemen-te le divine misericordie. Come auspicio di queste, ecome pegno altresì della No-stra paterna dilezione, v’im-partiamo, diletti figli, la Bene-dizione Apostolica.

(fine)

Occhi sulla Politica“DE BELLO MASSONICO”

Nel “De Bello Massonico”, Don Villa,Svelasti, con felice maestrìa,I piani della frammassoneria,Con varie note e più d’una postilla.

A distesa suonando la tua squilla,Per denunciare, a mo’ di profezìa,La strategìa della consorteria,Mentre la Chiesa se ne sta tranquilla!

Ripubblica il “De Bello” sul mensile,Insiem con ciò che ha scritto Di Nicola,Sul povero Pio Nono, cui fu ostile

La sètta del compasso e la cazzuola,A scuotere la schiatta vescovile,Che sembra aver perduto la parola!

Prof. Arturo Sardini

Nota

Il “De Bello massonico” dovrebbeEssere letto a scuola agli studenti,Da preparati, validi docenti,E la cultura se ne gioverebbe!

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QUATTRO GATTI DI EBREI DETTANO LEGGE AL MONDO INTERO,

TRASFORMATO IN GREGGE

A prima vista può sembrar grottesco!Ma il giorno ventisette, in ogni Stato,Il “genocidio” è stato ricordato,Mediante un apparato gigantesco,

Demonizzando il Popolo tedesco,Che avrebbe, col nazismo, “sterminato”Il popolo giudeo, “risuscitato”Nel modo abitual, rocambolesco!

Rispetto agli ebrei, comunque morti,Nei campi di “sterminio” dei nazisti,Ma in termini reali e non distorti,

Come per gli altri oscuri “qualunquisti”:Milioni di Goim, eliminati,Dai crudi-demo-neo-colonialisti!

Prof. Arturo Sardini

Papa Leone XIII.

12 “Chiesa Viva” *** Aprile 2005

Documenta-Facta

EGITTO

L’Egitto è stato prevalentemente cri-stiano nei primi secoli dopo Cristo.Nell’anno 969 fu però conquistato daJawhar al Siqili. Da allora, è a mag-gioranza musulmana, ma la Chiesacristiana copta non è mai scomparsa.Popolazione: 68.469.965 (200).Religioni: Musulmani 86,52%; Cri-stiani 12,98%; altro 0,50%.Forma di governo: repubblica. Laforma repubblicana democratica è piùteorica che reale, ma nel complesso èuna delle nazioni islamiche più stabili.Il governo tratta duramente i gruppiestremisti islamici che scatenano ilterrore contro il governo, i cristiani e ituristi.Persecuzione: l’Islam è la religione distato, e i cristiani sono cittadini di se-conda classe. Il governo cerca di op-porsi agli estremisti, ma i cristiani con-tinuano ad essere oggetto di attacchi,le ragazze rapite e obbligate a sposa-re uomini musulmani; molte le conver-sioni forzate.La Chiesa: la chiesa cristiana coptaè il più esteso corpo di cristiani delMedio Oriente, ed è strategica perl’evangelizzazione dell’area.

PAKISTAN

Dall’indipendenza dalla gran Bretagnanel 1947, il Pakistan è sempre statopoliticamente instabile: tre guerre, go-verni militari e corrotti hanno portatomolta sofferenza alla popolazione.Popolazione: 156.483.155 (2000).Religioni: Musulmani 96.08%; Cri-

stiani 2,31%; Hindu 1,50%; Baha’i0,06%; Altre religioni 0,03%; Tradizio-nale/etnico 0,02%.Forma di governo: repubblica islami-ca. La legge islamica (Sharìa) è larga-mente applicata, anche a cittadini dialtre religioni, nonostante ciò sia anti-costituzionale. Nel 2003, il PresidenteMusharraf ha cercato di limitare il po-tere degli estremisti islamici.

Persecuzione: Le violenze contro icristiani sono in aumento. Molti sonoaccusati di violare la legge 295 c - be-stemmiare Maometto. Alcuni sono la-pidati sul posto. Nei tribunali, la testi-

monianza di un cristiano vale la metàdi quella di un musulmano.La Chiesa: Nonostante le gravi diffi-coltà, la chiesa è cresciuta. Persisto-no 12 scuole bibliche protestanti e 6cattoliche.

INDIA

La diversità razziale, etnica, religiosae linguistica dell’India è assolutamen-te incredibile.Popolazione: 1.’13.661.777 (2000).Religioni: Hindu/altro 79,83%, Musul-mani 12,50%; Cristiani 2,40%; Sikh1,92%; Tradizionale/etnico 1,40%;Buddisti 0,80%; jain 0,35%; Non reli-giosi 0,55%; Baha’i 0,23%; Parsi0,02%.Forma di governo: Repubblica Fede-rale. È la più vasta democrazia delmondo, ma stanno emergendo grup-pi Hindu radicali che guadagnano in-fluenza grazie all’ideologia nazionali-sta, la “Hindutuva”. Molti temonol’emergere di una dittatura nazionali-sta Hindu.Persecuzione: Cresce la violenza in-tollerante dei gruppi Hindu radicali: inalcune province, pastori, preti e suoresono picchiati, minacciati e anche uc-cisi. Molti Stati hanno emanato leggianti-conversione che prevedono car-cere e multe salate per chi evangeliz-za.La Chiesa: molti portano Cristo attra-verso l’aiuto alla gente che soffre. So-no oltre 300.000 le chiese e numero-se le missioni.

UZBEKISTAN

Dopo la caduta dell’Unione Sovietica,l’Uzbekistan ha vissuto un periodo direlativa calma. Ora stanno tornando ledifficoltà per i cristiani.Popolazione: 24.317.851 (2000).Religioni: Musulmani 83,50%; Nonreligiosi 14,52%; Cristiani 1,2%; Bud-disti 0,03% Tradizionale/etnico 0,20%;Ebrei 0,20%.Forma di governo: repubblica, in ef-fetti governata da un Presidente auto-ritario. Lo Stato secolare regolamentarigidamente le forme di espressionereligiosa e promuove un islam mode-rato.Persecuzione: non sono permesseforme di espressione religiosa se nonautorizzate dallo Stato. Chi non hal’autorizzazione viene arrestato, per-cosso e messo in carcere. Evangeliz-zare può portare a tre anni di prigione.La Chiesa: ci sono circa 1.000 cre-denti in Uzbekistan e alcune migliaiadi non registrati. La maggior parte deicredenti è situata nella capitale Ta-skent. Sono in aumento le missioni ela traduzione e distribuzione della Bib-bia sono sempre attive.

ATLANTE DELLA CHIESA PERSEGUITATA

“Chiesa Viva” *** Aprile 2005 13

14 “Chiesa Viva” *** Aprile 2005

Da certe statistiche risulterebbeche un terzo degli americanifrequenta psicologi. Si tratta di

scompensi interiori, sensi di colpa, fru-strazione, ricerca di sicurezza? Lopsicologo spiega, ma non toglie ipeccati e non dà la grazia.Ricordo che da bambino il nostro sa-cerdote ci portava ogni sabato a con-fessarci, e noi uscivamo dall’assolu-zione con senso di liberazione, gioia,fiducia. Ci sentivamo liberi dal peccatoe dalla paura. Se avevamo dubbi, ilconfessore ci illuminava con le sue ri-sposte rassicuranti. Anche per gli adulti, gli effetti dellaconfessione non sono cambiati: l’as-soluzione cancella i peccati, purifica ilcuore e rinnova lo slancio spirituale. Èun dono immenso del Signore, cheappena risorto disse agli Apostoli: Ri-cevete lo Spirito Santo: a chi rimet-terete i peccati saranno rimessi, achi non li rimetterete saranno nonrimessi (Gv. 20, 19s). Questo potere dirimettere i peccati è trasmesso dallaChiesa a ogni sacerdote in virtù dell’ordi-ne presbiterale.I protestanti non hanno questo dono. Ca-dono nel peccato come noi, ma non han-no la voce rassicurante del ministro diDio che dice: «Io ti assolvo, i tuoi pec-cati ti sono perdonati, va’ in pace enon peccare più»! Dicono di intenderse-la direttamente con Dio, ma trascurano ildono dato da Gesù risorto alla sua Chie-sa e la sua volontà salvifica: A chi rimet-terete i peccati saranno rimessi. Prati-camente, i protestanti vivono per anni inpeccato mortale.

dotta dal concetto che, facendosi uo-mo, il Verbo di Dio si è unito a ogniuomo, per cui ogni uomo si salva au-tomaticamente in forza dell’incarnazio-ne del Verbo (KarI Rahner, Schille-beecks, Cox, Métz, ecc.), anche seateo, peccatore, non praticante (“cri-stianesimo anonimo di Rahner”). Si tratta di una salvezza illusoria, con-traria al concetto di “Alleanza” checostituisce la spina dorsale della Bib-bia: l’Alleanza comporta l’offerta digrazia da parte di Dio, ma esigesempre la contropartita della corri-spondenza umana. Tutta la Bibbiaproclama che la salvezza non è possi-bile se non si osserva la legge di Dio:«Io sono il vostro Dio e voi siete ilmio popolo: siate santi perché iosono santo, ecc.» (v. Lv. 11, 45; Es.22, 31; ecc.). «Via da me, maledetti...perché ebbi fame e non mi avetedato da mangiare, ecc.» (Mt. 25,31s). Uno scritto di Rahner sulla Con-

fessione provocò la viva reazione delgrande teologo C. Boyer (v. O. Nardi,“Gnosi e rivoluzione”, p. 96).

2. Svalutazione del peccato

Oltre a questo automatismo salvifico, ilsacramento della confessione ha subìtodanni dal decadimento del senso delpeccato. I Santi hanno sempre cercato laliberazione dal peccato, anche veniale, ela delicatezza di coscienza (v. L. Lalle-mant, “La dottrina spirituale”, ed. An-cora; uno degli scritti più validi di spiritua-lità).

SMOBILITARE LA CONFESSIONE

di A. Z.

IL CLIMA DI SMOBILITAZIONE

Anche nella Chiesa è subentrato un climadi smobilitazione della confessione, un’al-lergìa a confessarsi. Per vari motivi chequi elenchiamo.

1. Presunzione di salvarsi senza merito

Alla radice dottrinale agisce il moderni-smo, riflesso del protestantesimo e, più afondo, porta aperta all’ateismo. Un’idea modernista della salvezza è in-

Giovanni Paolo II in confessionale.

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“Chiesa Viva” *** Aprile 2005 15

Tra i confessori esistono misure diverse:alcuni sono bilance da farmacista chepercepiscono tutte le esigenze della gra-zia divina, altri, invece, sono pese pubbli-che, sensibili solo a peccati molto gravi.Persone fini si sentono a volte respinteda confessori che non accettano con-fessioni di peccati veniali, o confessio-ni frequenti, contro i numerosi pronun-ciamenti dei Papi e dei Pastori.

Il Concilio di Trento afferma che la con-fessione è un mezzo indispensabile disalvezza, come ritiene ancor oggi la sanateologia. Pio XII, nell’enciclica “MysticiCorporis”, deplorando il serpeggiare diuna mentalità lassista, esortava a confes-sarsi con frequenza, pia abitudine intro-dotta nella Chiesa sotto l’influsso del-lo Spirito Santo; e altrettanto hanno fat-to tutti i suoi successori.

Dice Pio XII: «Con la confessione fre-quente si accresce la retta conoscenzadi se stesso, si sviluppa la cristiana

umiltà, si sradica la perversità dei co-stumi, si resiste alla negligenza spiri-tuale, si purifica la coscienza, si rinvi-gorisce la volontà, si procura la saluta-re direzione della coscienza e si au-menta la grazia» (Enc. “Mystici Corpo-ris”).

3. Perdita del senso di riverenza

Una strana idea di Kiko Arguello, veico-lata dal movimento neo-catecumenale, èche Dio, “in quanto è infinito, non per-derebbe nulla se offeso dall’uomo,quindi il mio peccato non può offende-re Dio e neppure Gesù... La gente èmolto sentimentale quando pensa diaver offeso Gesù coi propri peccati”.Per Arguello, il peccato, inoltre, sarebbe,come diceva Lutero, “una fatalità inevi-tabile: L’uomo non può fare a meno dirubare o litigare; se Io fa, non ha colpaperché è schiavo di Satana, che lo mani-pola come vuole. Se l’uomo non può fare

1. Istituita da Gesù come sacramento indispensabile (Gv.20, 23), (almeno in voto), di riconciliazione, dopo il pec-cato grave, la confessione

– è imposta dalla Chiesa come precetto annuale di riconci-liazione con Dio e con la Chiesa stessa;

– urge dopo cadute gravi; – dev’essere ricevuta con frequenza tale che aiuti a evitare

le cadute gravi;– è offerta come dono da riceversi con frequenza per una

progressiva purificazione del cuore.

2. ESSA ha una triplice efficacia:

– terapeutica: toglie il peccato e riconcilia con Dio (Tri-dent.). Questo effetto fondamentale è accompagnatodall’infusione o aumento della Grazia santificante, dalcondono della pena eterna dovuta al peccato grave, e inparte anche della pena temporale (purgatorio) secondole disposizioni del penitente; infine (tesi probabile), dallarestituzione dei meriti perduti col peccato grave;

– preventiva: conferisce la Grazia sacramentale propriadella riconciliazione, cioè il diritto agli aiuti necessari perresistere alle tentazioni e per la purificazione del cuore;

– psicologica: toglie e mitiga l’affezione al peccato eall’abitudine cattiva, offre pace e consolazione spiritualee anche la possibilità di consiglio e conforto da parte disacerdoti dotti e comprensivi.

3. Per una buona confessione si esige:

– l’esame di coscienza, come adeguata preparazione; – il pentimento o «dolore e detestazione del peccato

commesso » (Trident.): questo dolore può essere per-fetto, se motivato dal puro amore di Dio, (in tal casocancella il peccato anche prima della confessione, purrimanendo l’obbligo di confessare i peccati gravi), o an-che solo imperfetto, cioè motivato dal timore (non ba-sta però la semplice detestazione naturale del peccato,non riferita a Dio, come quella di Giuda: dev’essere cioèsoprannaturale); non occorre che si esprima in atti emo-tivi, ma è necessario che nasca dalla valutazione delpeccato come male estremo;

– il proposito di non peccare più, e anche di riparare idanni nella misura possibile: restituzione, ritrattazione diuna diffamazione o calunnia, ecc. Il proposito é neces-sariamente contenuto nel dolore sincero;

– l’accusa dei peccati secondo il numero e la specie. Sia-mo obbligati a confessare i peccati certamente gravi,certamente commessi, certamente non ancora confes-sati; non si é obbligati a confessare i peccati dubbi, maè bene farlo per tranquillità di coscienza; quanto ai pec-cati veniali non si è obbligati a confessarli, salvo perl’assenza di altre colpe (in tal caso, è meglio mettere afuoco un difetto da detestare e combattere, piuttostoche dilungarsi in elenchi interminabili);

– la soddisfazione, o penitenza, imposta dal confessore.

LA CONFESSIONE

16 “Chiesa Viva” *** Aprile 2005

a meno di peccare; siamo perdonati perqualsiasi caduta. Per giustificarsi basta ri-conoscersi peccatore... Non ha senso ilpentirsi e neppure il confessarsi - in quel-le cassette di legno! - prima della Comu-nione... È successo anche a me di con-fessare simili stupidaggini (le venialità). Èvalida invece l’accusa comunitaria deipropri peccati, esigita dalle comunitàneo-catecumenali”. È noto che la confessione pubblica è sta-ta proibita dall’autorità ecclesiastica perovvii motivi, e anche perché tale confes-sione, pubblica diventava uno strumentodi ricatto per tener legati al movimentocoloro che volevano uscirne per timoreche ne denunciassero gli errori.

4. Comunioni sacrileghe

Il decadimento del sacramento dellaConfessione provoca l’abuso, dilagatosisoprattutto dopo il Concilio, di accostarsialla Comunione in stato di peccatomortale. Soprattutto in occasione di cele-brazioni e concelebrazioni comunitarie,lunghe colonne di persone si accostanocon facilità alla Comunione con presun-zione, o per conformismo, senza preoc-cuparsi di mettersi prima in grazia di Dio,come esige la Chiesa fin dalle origini. Giàl’apostolo Paolo ammoniva i cristiani diCorinto: «Chiunque mangia il pane -corpo del Signore - e beve il calice delSignore indegnamente, si rende colpe-vole verso il corpo e il sangue del Si-gnore. Ciascuno, quindi, esamini se stes-so, e così mangi questo pane e bevaquesto calice, poiché chi mangia e bevesenza far distinzione di tal corpo, mangiae beve la propria condanna. Per questo,tra voi molti sono malati e infermicci e inbuon numero sono morti. Che se da noi

sibili e, quindi, un decadimento di tutta lavita cristiana, dominata oggi da moltaconfusione e superficialità.

5. Inadeguatezze dei confessori

Un altro scoglio per la confessione sonole inadeguatezze umane di sacerdoti: nondisponibili, privi di sana dottrina o di sen-sibilità pastorale.

Lamento diffuso dei fedeli è che non èfacile trovare sacerdoti al confessiona-le. P. Leopoldo a Padova e P. Pio daPetralcina, come tanti Santi, hanno spe-so la vita a confessare, ministero tanto fa-ticoso, ma tanto meritorio.

L’amministrazione del sacramento dellaConfessione esige chiari criteri di dottri-na e discernimento. Divergenze notevoliin materia morale indotte dal moderni-smo, hanno diffuso un senso di diffidenzaverso il sacramento che Gesù ha affidatoagli uomini come dono inestimabile emezzo indispensabile per la vita di graziae la salvezza. Avviene cosi che le massevivono in peccato grave.

La Confessione offre l’occasione più ac-cessibile e più frequente per la guidaspirituale. Se vogliamo cristiani piùprofondamente evangelici, il confessiona-le è la migliore scuola di formazione dellecoscienze. Guide eccelse sono abitual-mente i Santi, col loro esempio di vitaevangelica, ma la Chiesa ha sempre avu-to guide illuminate come Francesco diSales, Giovanni Bosco, il Cafasso, ilCottolengo, P. Louis Lallemant, donOrione, Padre Pio, ecc..

(continua)

stessi ci giudicassimo, non saremmo pu-niti» (1 Cor. 11, 27s).Il decadimento della Confessione hacomportato di riflesso un decadimentomolto forte del culto eucaristico, nel qualesi sono verificate tutte le aberrazioni pos-

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Caro ragazzo, eccoti un altro libricino per fare le tue “meditazioni” quotidiane.Sono poche pagine, ma in esse vi troverai tanti utili insegnamenti che ti farannoaccrescere le virtù cristiane che devi avere per assicurarti il Paradiso.Sono parole semplici su parecchie verità profonde, tolte dal Vangelo di Gesù, cheti saranno importatissime per meditare. Sei sulla soglia della giovinezza, l’età dellagenerosità, per cui queste parole potranno avere un grande influsso sulla tua for-mazione spirituale e morale. Fanne tesoro!Gesù e la Vergine Immacolata ti benedicano!

“Chiesa Viva” *** Aprile 2005 17

N oblesse poetique oblige:all’indulgenza. Molto, in-fatti, si può perdonare ai

poeti che, quando sono veramentetali, hanno acquisito meriti sufficientiacché i lettori non si soffermino trop-po sui loro limiti umani. Ma un limitec’è ed è quello della decenza, mora-le e intellettuale, che si esplica nel ri-spetto della dignità e dell’intelligenzaaltrui: limite che neppure i sommipossono permettersi di oltrepassare,pena qualche meritato strale criticocommisurato alla statura o alla noto-rietà del personaggio.Questa riflessione ce la suggerisceMario Luzi, che è da una settantinad’anni sulla pacifica breccia dellapoesia, fin dall’esordio, cioè, neglianni ’30, sulla scia di Ungaretti eMontale, meno del più isolato eclassico Quasimodo, e dei simboli-sti francesi che indubbiamente haconosciuto e a cui ha cospicuamen-te attinto. Si è evoluto, il suo stile,con l’approccio ad altri autori della lettera-tura europea, ad es. il Rilke ed il Colerid-ge, insieme ad un’interiore ricerca, laquale consente al poeta di superare ilprecedente chiuso individualismo e adaprirsi al dolore dell’uomo che trova giu-stificazione in Dio: per questo s’è fatto ungran parlare di Luzi come di poeta catto-lico dal vasto afflato metafisico derivante-gli dalle letture di S. Agostino, di Pascale Bossuet e dalla frequentazione dei cat-tolici redattori della rivista “Frontespizio”(Papini, Bargellini e compagni di stradaaperti allo spiritualismo d’oltralpe), defini-zione che non mi ha mai convinto per lagenericità, talora alle soglie di un’attitudi-ne panteistica, del suo sentire religioso,che oggi viene clamorosamente a gallaper ammissione del medesimo “maestro”.

Lo sviluppo della sua opera si è dapprimarisolto in un inasprimento dell’ermetismodi cui è stato fra i massimi cultori e le piùscostanti voci, poi in un dettato più di-scorsivo e comprensibile, ma privo di unospontaneo incanalarsi lungo una veraevoluzione spirituale, sociale, civile, temiche pure affronta più per auto-imposizio-ne che per coinvolgenti vibrazioni e den-sa vivezza di autentico risentimento. A nostro avviso assai sopravvalutato (leconsorterie letterarie, si sa, fanno e di-sfanno la grandezza di uno scrittore, e aFirenze se ne intendono bene), il “massi-mo poeta italiano” contemporaneo, nonha avuto in sorte la ben più risoluta e at-traente personalità dei colleghi più famosiin campo internazionale di cui sopra, ma

ha fatto ugualmente incetta di premiletterari, qualcuno magari di nongrande risonanza, perché 1000 o1500 euro possono far sempre co-modo: è notorio che carmina nondant panem. Francamente gli prefe-riamo altri nomi oltre alla citata tria-de: Rebora, ad es., con la sua an-siosa ricerca del trascendente cheapproda, dal messianismo mazzinia-no e dal tentativo di una sintesi traquesto, il misticismo nordico e orien-tale ed il francescanesimo, alla piùprofonda spiritualità cattolica com-piutamente vissuta fino “al polveriz-zarsi nella carne e nello spirito di Cri-sto” tra i padri “rosminiani”. Un mon-do irto e composito, cantato in versioriginalissimi che s’innervano, svet-tano e s’acquietano con esiti davve-ro ragguardevoli, da cui tanto (trop-po) ha rubacchiato spudoratamen-te Montale. E poi i l Campana,dall’estatica follia; la Spaziani, chesa coniugare vita e letteratura, sa-

pientemente filtrate da un forte sentirefemminile in una dizione lucida e avverti-ta; la Merini che sale aeree scale di co-smico, sublime stupore con i lampi genialidi un’introspezione spesso sconvolgente;il Caproni, la cui poesia è musica, or mo-nodica or sinfonica, ma sempre ad ampievolute, di ricordi familiari incancellabili edi profumi antichi eppur nuovi di mare elibeccio; e financo il Penna, che ondeggiatra lirismo e cronaca in una padronanzaassoluta degli strumenti linguistici e musi-cali mutuati dal classicismo greco, nel tri-ste, travagliato fiorire e sfiorire di amori“proibiti” e il Pasolini migliore dal genui-no, forte e pietoso impegno umano e so-ciale. E si tratta di poeti citati frettolosa-mente, alla rinfusa, degli ultimi due deiquali, in specie, non condividiamo né le

Il poeta Mario Luzi.

di prof. dott. Dante Pastorelli

L’APOSTASIADI MARIO LUZI

18 “Chiesa Viva” *** Aprile 2005

scelte ideologiche né, tanto meno, quellemorali.Candidato più volte al Nobel che mai haconseguito - gli hanno preferito persino ilguitto Dario Fo - il 90enne aedo fiorenti-no di Castello s’è visto concedere il lati-clavio a vita, che è pur sempre un ottimopremio di consolazione: il Presidente del-la nostra scalcinata Repubblica lo ha no-minato senatore a vita. Nomina che, co-me il famoso sigaro, sembra proprio che,oggi, non debba negarsi a nessuno.Dall’apprezzabile riservatezza che lo ave-va contraddistinto anche da professore diliceo scientifico e poi da incaricato diFrancese nella Facoltà di Scienze Politi-che - ma ignoriamo se abbia mai conse-guito la libera docenza a lungo agogna-ta - ringalluzzito forse dall’ambìta caricada cimitero di garruli elefanti, il Luzi si èlasciato andare a dichiara-zioni a ruota libera, fuori deicampi di sua competenza, eda ogni visibile binario, bac-chettando e offendendo, inpenoso deragliamento, politi-ci (Berlusconi, che tutto cor-rompe, l’inglese Blair che èun guerrafondaio, Fini, la cuinomina a ministro degli este-ri è grottesca e pericolosa),Governo e Parlamento, criti-cando aspramente scelteche gli sembrano eversivedel sistema democratico (le,peraltro più che minuscole,riforme costituzionali, cheniente intaccano, purtroppo,dell’ obsoleta Costituzione diquasi sessant’anni fa) e, na-turalmente vari partiti, comeAN che gli appare formata difascisti “confusi e incoerenti”(su questi aggettivi siamod’accordo) e privi di un pro-gramma preciso; programmache i fascistissimi e bellicistisuoi amici, più che di “Fron-tespizio”, non certo immunedi mal di regime (ricordo be-ne i libri per la scuola elementare del Bar-gellini!), da cui fu allontanato, di “Campodi Marte”, “Bargello” (di Pavolini e Contri),“Primato” di Bottai, avevano invece benchiaro. Certe sue affermazioni in campo costitu-zionale – non vogliamo parlare delle rea-zioni politiche contro questo nuovo capodei girotondini, amico di Flores d’Ar-cais e Pancho Pardi – han fatto inorridi-re, per la loro inconsistenza, suoi vecchicolleghi alla Facoltà di Scienze Politiche“Cesare Alfieri” di Firenze, come i profes-sori Armaroli e Andreani che non gli rico-noscono alcuna preparazione specifica.Figuriamoci cosa avrebbero detto i soste-nitori della revisione in senso presiden-ziale della nostra Costituzione, come igrandi Maranini, Crisafulli, Sandulli, Maz-ziotti, Caboara ecc.

Ma il Luzi attacca, imprevedibilmenteed assai imprudentemente, anche laChiesa, ovvero il Cattolicesimo, lui percattolico gabellato da lettori superficiali,anche se titolati e accademici. Ed alta-mente meraviglia che giornalisti catto-lici, anche sedicenti “tradizionalisti” e“controrivoluzionari”, che del caso Lu-zi han scritto su diffusi quotidiani conpiù o meno competenza, abbiano igno-rato l’aspetto religioso dello strologarluziano.Dice, il Nostro, di Comunione e Libera-zione che “prova una specie di ripu-gnanza per tutto ciò che serva adescludere gli altri: il senso della sètta”,per cui i giovani CL sono espressione “diun cattolicesimo che mina la laicitàdello Stato”. E per questo egli si dichiara“cristiano ma non cattolico” perché “il

cattolicesimo tende ad attestarsi comeidentità esclusiva, che respinge gli al-tri, si isola dagli altri”.Amnistiamo pure il Luzi per le sue criti-che politico-istituzionali che vorrebberoesprimere malessere morale e che inve-ce tradiscono pura e semplice ignoranza:se Omero ogni tanto dormicchiava, per-ché non può farlo Luzi che, pure, Omeronon diventò mai? Solo che, se dormic-chiasse senza farfugliar sciocchezze nelsonno, salverebbe la fama che, bene omale, s’è conquistato. Non possiamo, tut-tavia, non manifestare il nostro sconcerto,per le sue allucinanti dichiarazioni in ma-teria religiosa, in cui l’ignoranza non è pernulla ammessa.La tesi che la “sètta” di Comunione eLiberazione sia un pericolo per la laicitàdello Stato, sarebbe esilarante ove non

evidenziasse un sostrato di totalitarismolaicista, degno del convegno di Atei eAgnostici che si è svolto in novembre aFirenze, o di un’intolleranza calvinista: segli aderenti a CL o i suoi simpatizzantieletti al Parlamento o i vicini gruppi dipressione, legittimi in democrazia (o sonolegittime solo le lobbies massoniche egay?) suggeriscono leggi e scelte ispirateal loro credo, è davvero una mortale col-pa politica? I cattolici devono restarsempre muti? Son da ricacciare nellecatacombe o da rigettar nel Colosseoin bocca ai leoni, o inchiodati a pali,umane fiaccole per illuminare il podioallestito per l’esibizione di qualche no-vello cantore senza aurea corona im-periale? E perché gli atei, gli agnostici,gli ebrei, i valdesi, che son infima mino-ranza, possono avanzar richieste spesso

estremamente condizionan-ti, al limite del ricatto moralepiù che elettorale (si pensialle minacce, formulate re-centemente dagli ebreiLuzzatto e Di Segni, di in-terrompere i rapporti conla Chiesa – danno enorme!– ove si pervenga alla bea-tificazione di Pio XII) senzaesser additati al pubblico lu-dibrio come nemici della de-mocrazia? Non è quest’ulti-ma l’armonizzazione di po-sizioni diverse? Qual è laconcezione di democraziaelaborata dal Luzi in pocomeno di 90 anni di ininter-rotta meditazione? Deten-gono soltanto lui e i suoinuovi amici il diritto di parla-re, proporre, promuovere,governare, magari a dannodi tutti?I giudizi su Cattolicesimoe Chiesa, sono ancor piùtemerari e segno impres-sionante di scarsa cono-scenza non solo della sto-ria del Cristianesimo e

della Chiesa ma anche e più modesta-mente della cronaca.Il Cattolicesimo ha un’identità esclusiva?Sì, grazie a Dio. Dovrebbe somigliare alloshintoismo, al Bahai, o all’esercito dellasalvezza per essere accettabile? Non ha,Cristo, fondato una sola Chiesa da cuiuomini e sètte si sono staccati per dar vi-ta a religioni diverse come ancor primaavevan ripudiato l’unico Dio per seguir vi-telli d’oro o di ferro? Che senso ha parla-re di religione (positiva) e di Chiesa sepoi rimproveriamo loro, ritenendolo orgo-glio e superbia, il dichiarato possessodi una propria ed esclusiva identità?Non è, questa, una nota essenziale, di-stintiva anche delle religioni non cristianea cui pure non si chiede di (con)fondersicon la Cattolica? Può la Verità unica e ir-reformabile che ci ha donato Cristo, che è

Il poeta Mario Luzi.

“Chiesa Viva” *** Aprile 2005 19

la Verità Incarnata, divenire multiforme,variegata, plurifunzionale? Con maggiorintelligenza e cognizione di causa, il Da-lai Lama agli italiani “convertiti” al buddi-smo ha sempre predicato che non saran-no mai veri buddisti, perché provengonoda altra cultura, e che ogni religione hauna sua identità esclusiva, rinunciandoalla quale si rende impossibile anche l’av-vicinamento di credo e genti. Ma il DalaiLama vive coi piedi piantati in terra, ma-gari fra le nevi dei suoi monti, e Luzi nelnebbioso nirvana della poesia: e parlo dinirvana in senso dispregiativo perché, seè vero che la poesia è trasfigurazione liri-ca della realtà, nel caso di Luzi la realtàsembra non esistere affatto o è tanto tra-visata da non essere riconoscibile e pal-pabile, come quella che, spesso, svaporain tanti suoi versi baroccamente sinuosi,vacuamente sonanti o pedestrementeprosaici.Quando mai, infatti, la Chiesa si è chiusaagli altri, se la sua missione è semprestata quella di ammaestrare e battezzare,chiamando a sé gli uomini d’ogni razza ed’ogni continente? Sa o no il non sommovate di Castello cosa han fatto, in duemillenni, schiere di martiri, missionari, re-ligiosi e laici, scienziati, medici, infermieri,insegnanti, muratori, falegnami e lavora-tori d’ogni genere? E lui, di grazia, comeha contribuito all’affratellamento universa-le, oltre che con le sue poesie lette daqualche centinaio di intellettuali e per nul-la incidenti nella formazione dei popoli?Ed è davvero sicuro che la Chiesa, laquale mai agli altri è stata chiusa neppurein campo dottrinale, ma sempre si è po-

sta al centro dell’autentico dialogo, fortedell’investitura ricevuta da Gesù, non sisia aperta anche troppo da quasi 50 annia questa parte? Ma qualche giornale, ilNostro, lo legge negli intervalli degli“otia” e dei pisolini? Ha mai sentito par-lare di ecumenismo, di incontri interreli-giosi, di dialogo, di confronto, di una reli-gione tutta da inventare, come un frappében amalgamato in uno shaker di vagaspiritualità? È mai entrato, nella sua ma-turità, in qualche chiesa cattolica? Vi hatrovato la stessa atmosfera della sua in-fanzia e fanciullezza? Ha mai sentito chepersino in un numero ormai esoso discuole materne ed elementari è proibitoallestire il Presepio, radice-immagine delCattolicesimo, oltre che del suo opacocristianesimo, che insegnanti di religio-ne cancellano il nome di Gesù dai cantinatalizi, sostituendolo con virtù (fa rima!)e che i maestri sfrattano dalla poveramangiatoia il Bambinello sostituendolocon Mago Natale (neppure il “babbo” ri-sparmiano in questi tempi di “mammi”!)per rispetto dell’identità degli extracomu-nitari? E che magari, sul Corriere dellasera il già citato scrittore e giornalistaislamico, rara avis, Magdi Allam, si ribel-la contro questo falso ecumenismo per-ché vorrebbe che i suoi giovani correligio-nari si formassero anche alla luce degliimmortali ed universali principi cattolici?Chi rispetta la nostra identità di cattolici?Dov’è la reciprocità cara ad ogni spiritoautenticamente democratico?È possibile che non si sia accorto, il poe-ta, delle aperture, vere voragini, di Gio-vanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II

che, portate a conseguenze un tempoinimmaginabili dai loro dissennati lauda-tores laici ed ecclesiastici, hanno già inbuona parte eroso l’identità della Chiesaannullandola in un generico cristianesi-mo? Ha dimenticato che volle essere tra ifirmatari del documento con cui vennefondata l’associazione “Una Voce” il cuifine era di difendere la liturgia latino-gre-goriana, accanto a nomi di prestigio inambito internazionale come Vaugh, Aga-ta Christie, Montale, Quasimodo, Parato-re, Auden, Borges, Pizzetti, Petrassi, Dal-lapiccola, Pallottino, Dreyer, J. Green,Elena Croce, Del Noce e tanti altri espo-nenti della cultura chiamati a raccolta daCristina Campo che proprio su Luzi avan-zava riserve?Resti pure, il professore, senatore Luzi,alla sua scrivania a vergar versi; continuia scriver saggi in cui si riflette la sua am-pia conoscenza letteraria; bacchetti pureBerlusconi e Fini, ma a ragion veduta econ argomenti un po’ più seri che nonmancherebbero. Ma, per carità cristiana(non cattolica!), lasci perdere la Chiesae il Cattolicesimo. Insomma, giochi coifanti e lasci stare i santi! Non è paneper i suoi denti, ormai deboli e dondolan-ti! E adesso, a mo’ di conclusione, richia-miamo l’attenzione dei Parroci e soprat-tutto dei Vescovi fiorentini, S. Em.za ilCard Ennio Antonelli e S. Ecc.zamons. Claudio Maniago, sulla pubblicaapostasia di Mario Luzi, se mai sia statocattolico, o sulla sua negata apparte-nenza alla Chiesa. Per loro norma e re-gola, per ogni evenienza…

Rev.do Tiauti sac. SandroS. Piero a Ponti - Firenze

EgregiaPederiva Sig.ra LuigiaPozza di Fassa - Trento

EgregioSometti Sig. IginoVerona

A tutti i lettori di “Chiesa viva” Li raccomandiamo alla loro preghiera.

I NOSTRI LUTTII NOSTRI LUTTI

20 “Chiesa Viva” *** Aprile 2005

C ome continuatore del tradi-mento flagrante al popoloamericano giunse alla Presi-

denza degli Stati Uniti l’ebreo mas-sone Franklin Delano Roosevelt(Rosenfeld). A rendere possibile, nel 1933, l’asce-sa di Roosevelt al potere fu la crisieconomica del 1929, provocatadall’ebraismo americano che compen-sava col tradimento il Paese che gliaveva dato tutte le libertà, compresaquella di vivere come parassita delsuo organismo sociale. La crisi fu provocata dalle bancheebraiche di Wall Street, mediante ilclassico sistema di bloccare la circo-lazione del denaro; procedimento checonduce inevitabilmente alla paralisidel funzionamento normale dell’eco-nomia. La crisi per gli Stati Uniti significòla disoccupazione di milioni di uomini conaltri milioni gettati nella miseria. Con questo fatto, la massoneria attribuì imali degli Stati Uniti al governo repubbli-cano di Hoover, e la massa dei disoccu-pati e affamati, ingannata, credette di li-berarsi dando il suo voto precisamente alcandidato della banda di criminali cheavevano provocato la fame. Così, arrivòal potere l’ebreo “democrata” Roose-velt, e vi rimase per dodici anni, tempoabbastanza lungo per poter tradire l’Ame-rica, l’Europa, l’Asia e il mondo intero,consegnandoli negli artigli del bolscevi-smo.

Contro l’occidente cristiano

Tutto il governo di Roosevelt fu lo svilup-po di un piano sistematico diretto a inde-bolire e distruggere il mondo cristiano oc-cidentale e tutte le potenze anticomuni-ste, Stati Uniti compresi, e a rafforzare al

tempo stesso la Russia sovietica, dopoaverla salvata a spese dei tedeschi. Roosevelt fu discendente direttodell’ebreo Klaes Martensen Rosenfeld,emigrato nel 1644 dall’Olanda a NewYork. Così pure é innegabile l’origineebraica della “signora” Roosevelt, filo-comunista famosa.Gli ebrei sono riusciti a creare confusioniintorno alla vera origine dei presidentiRoosevelt, Truman e Eisenhower, i treisraeliti, i tre massoni e i tre traditoridel mondo non comunista. La confusio-ne consiste nel fatto che, ufficialmente,appaiono “cristiani”: Truman si dichiarabattista, Roosevelt episcopaliano, e Ei-senhower, che fino al 1952 (prima dellasua candidatura) passava per ateo, quan-tunque praticasse l’atavico mosaismo,quell’anno si fece lui pure “episcopalia-no”. Tutta questa simulazione si deve allacostituzione americana, la quale stabili-

sce che “nessuno può essere elettopresidente degli Stati Uniti se nonè cristiano”, clausola che sembrastata introdotta da Franklin il quale,pur essendo massone, temeva la pio-vra giudea fin dai giorni dell’indipen-denza.Quanto alla filiazione massonica deitre, è cosa nota. Ci sono perfino foto-grafie dove Roosevelt appare colgrembiule e le altre insegne massoni-che, insieme ai suoi “fratelli”. La prima cosa che fece, arrivato alpotere, fu di circondarsi da un eserci-to di giudei e massoni preparati perl’impresa di corrosione: Bernard Ba-ruch, Felix Franckfurter, HerbertLehman, Henry Morghenthau, Sa-muel Rosenman, Salomon (Sol)Bloom, Averell Harriman, ecc. Dai

ranghi più alti sino agli infimi i posti dellasua amministrazione furono occupati daloro.

Appoggi al comunismo

Roosevelt, nel 1933, riconobbe il go-verno comunista di Mosca, rompendocosì l’isolamento in cui si trovava la ban-da giudaica sovietica; isolamento simile aquello della Cina comunista del 1961, peril cui riconoscimento si facevano fortissi-me pressioni, cosa che non è riuscita, so-prattutto per l’orrore ispirato da quel go-verno sanguinario che, in meno di diecianni, aveva assassinato trenta milionidi persone.Nello stesso 1933, Roosevelt revocò l’or-dine dei presidente Hoover che limitaval’immigrazione negli Stati Uniti, per aprirele porte a decine di migliaia di ebreicomunisti fuggiti dall’Europa, dove laloro condizione cominciava a divenireprecaria a causa delle loro cospirazioni.

– I GIGANTI DEL MALE –FRANKLIN DELANO ROOSEVELT

a cura di A. Z.

Franklin Delano Roosevelt al tempo della suaprima elezione a Presidente USA nel 1933.

“Chiesa Viva” *** Aprile 2005 21

Inoltre, nel 1933, l’ebreo Samuel Unter-meyer diede inizio, con l’approvazione diRoosevelt, al boicottaggio contro la Ger-mania, col proposito di affogare quel pae-se, provocando al tempo stesso una ten-sione politica tra America e Germania, espingendo l’opinione pubblica americanacontro Hitler, che era divenuto un perico-lo mortale per il comunismo, per l’ebrai-smo e per la massoneria. Negli anni che seguirono, gli Stati Unitifurono obbligati dal governo di Roose-velt a vendere fabbriche e macchinarialla Russia, inviando anche tecnici nor-damericani per lo sviluppo dell’industriasovietica. L’ambasciatore nordamericanoa Mosca, l’ebreo Marin Davies, si per-metteva di dichiarare pubblicamente che“gli interessi degli Stati Uniti coincido-no con quelli della Russia”. Che direb-be oggi per giustificare la sua fellonia? Nell’ambito interno, Roosevelt suscitò ilsuo famoso movimento “New Deal”, uffi-cialmente destinato a dissolvere gli effettidella crisi del 1929, ma che però mirava aspingere il paese sul cammino del sociali-smo e poi del comunismo. Fu nel periododella “New Deal” che l’ebraismo orga-nizzò il mondo operaio americano in sin-dacati, fino ad oggi comandati da ebrei edestinati ad essere strumenti politici dellacospirazione interna al paese.Con la penetrazione giudaica nella vitaamericana entrarono la corruzione, latruffa, la decaden-za, al punto che aWashington sigiunse a formareun vero esercito diebrei e massoni,integrati da più dìdiecimila sosteni-tori occupati a su-bordinare altr i“clienti” che a lorovolta sottomette-vano altri, creando“commissioni” eogni tipo di funzio-nari e rappresen-tanti popolari chesi prestavano adaffari disonesti.Questo dura finoad oggi, e nel1958 si verificò ilcaso del segreta-rio di Eisenhower,Sherman Adams,che con l’appoggiodell’ebreo di Bo-ston, Goldfine, si diede da fare per pro-vocare interventi favorevoli agli ebrei.

Pearl Harbor

Quando l’ebraismo scatenò la secondaguerra mondiale, mediante i governi giu-deo-massonici inglese e francese, Roo-

sevelt e la sua banda si trovarono di fron-te al problema di come fare entrare gliStati Uniti nella contesa. Le provocazionicontro la Germania fallirono fino all’affon-damento dei sottomarini tedeschi, pertan-to gli ebrei volsero gli occhi al Giappone,paese alleato della Germania.Il Giappone fu il primo sottomesso alblocco economico quasi totale, iniziato si-multaneamente dagli Stati Uniti, Inghilter-ra e Olanda il 25 luglio 1941. Non si la-sciò al Giappone altra alternativa dellasottomissione o della guerra. Contempo-raneamente, bande di spie giudaiche, co-mandate dal Richard Sorge, fecero sa-pere ai giapponesi che la base navaleamericana di Pearl Harbor era sguarnitadi difese. Il Giappone preferì attaccareche consegnarsi senza lotta, e il fatto offrìa Roosevelt l’atteso pretesto di dichiara-re guerra al Giappone e alla Germania,come, nel passato, l’auto-affondamentodel “Maine” aveva portato gli Stati Unitialla guerra piratesca contro la Spagna. Fin dove giunse il tradimento a PearlHarbor sì può giudicare dal fatto cheRoosevelt, Marshall, l’ammiraglioStark e altri erano stati informati, congiorni di anticipo, sull’attacco giapponesea Pearl Harbor (se lo comunicarono leloro spie a Tokyo), però, i comandantidelle Hawaii non furono avvertiti, per cui imorti a Pearl Harbor si devono più a Roo-sevelt e alla sua banda che ai giappone-

si. Questi nordamericani sacrificati furonoimmolati solo perché gli ebrei del Norda-merica potessero prestare il loro aiutoagli ebrei bolscevichi di Russia.Già è risaputo come fu lanciata l’aviazio-ne americana e quella inglese alla distru-zione pianificata delle città e popolazionicristiane d’Europa: non sfuggirono allarabbia dei banditi giudeo-massonici né

templi né monasteri, né città storiche, némasse di rifugiati inermi. Milioni di uomi-ni, donne e bambini caddero vittimedei carnefici del Kremlino e delle “de-mocrazie”. Coloro che sfuggirono aimassacri furono integrati, a poco a poco,in milioni e milioni, al comunismo nel do-poguerra.Roosevelt, in seguito, consegnò allaRussia fabbriche e materiali per undicimi-la milioni di dollari; bastimenti, armi, tuttoin “prestito”, e che fino ad oggi non è sta-to mai coperto... Così, la Russia ha potu-to riprendersi rapidamente dal formidabileassalto tedesco.

Il tradimento di Yalta

Roosevelt partecipò alle conferenzedel Cairo, di Teheran e Yalta, che riba-dirono la svendita del mondo cristiano alcomunismo. Poi, tradì Chiang Kai Sheka favore di Stalin e di Mao Tse Tung.Furono consegnati: Polonia, Cecoslo-vacchia, Germania Orientale, Romania,Ungheria, Bulgaria, Corea del Nord...Tradimenti a centinaia seguiti dalla sven-dita dell’Algeria e di tutti i possessi euro-pei in Asia e Africa, che non poteronoacquistare l’autonomia, ma passarono agemere sotto la sferza dei comunisti.Il flagrante tradimento di Roosevelt aYalta, unito ai mille e uno da lui commes-

si durante la suaPresidenza, sonola causa del disa-stro che, attual-mente, vive l’uma-nità. E quando ilmondo, alla fine, sirese conto deigrandi tradimentidi questo giudeodivenuto paralitico,i suoi fratelli tenta-rono ancora di di-fenderlo dicendoche fu “inganna-to” da Stalin emal consigliato daisuoi collaboratori. Tra i complici diRoosevelt, in que-ste malefatte, sitrovano l’ebreoAlger Hiss, troppotardi condannatocome spia comuni-sta; Charles Boh-len, riconfermato

da Eisenhower “specialista del Diparti-mento di Stato in questioni sovietiche”, emolti altri. Fino ad oggi (1961) la cricca giudeo-massonica mantiene il potere negli StatiUniti, dove si vedrà la debole difesa chel’Occidente può opporre all’Oriente, giàimpegnato a radere al suolo il mondo cri-stiano!

Stalina, Roosevelt e Churchill alla Conferenza di Teheran nel 1943.

22 “Chiesa Viva” *** Aprile 2005

del dott. Franco Adessa

Conoscere la Massoneria

«Al pari delle crisi depressive (di Giuseppe Mazzini) la suastoria e la sua concezione del mondo negano ogni vero svi-luppo: «Il mondo morale come quello fisico tende all’equili-brio (…) il senso della storia insegna che (…) quando unaciviltà innalza i suoi livelli di conoscenza si scontreràpoi con i popoli vicini più arretrati (…), così nel caso del-la Grecia e così è il caso di Roma. La gran lotta tra il bene eil male, tra i germi dello sviluppo intellettuale e i moti diuna natura fisica disordinata»1.E sul piano politico, per Mazzini, questo diventava:«(…) sviluppare una ideologia mistico-religiosa percontrollare i moti ciechi e disordinati, irrazionali dellaplebe»2.«Il compito di Mazzini era quello di selezionare strati “intel-lettuali” che si facessero portatori di questo credo e pro-getto rivoluzionario che, per essere realizzato aveva biso-gno di tre livelli in cui Mazzini divideva deterministicamentela popolazione:1° Un gruppo di intellettuali che rappresentasse il “genio”

di Dio, la “scintilla” di Dio, ossia la moderna casta sa-cerdotale degli antichi imperi;

2° La gioventù che “interpreta il pensiero e lo trasforma inazione”;

3° “La plebe tumultuante per abitudine, malcontenta permiseria, onnipotente per numero, la forza d’urto chiamataa rovesciare gli ostacoli”»3.

Un “intellettuale” che realmente rappresentasse il “ge-nio” e la “scintilla” di Dio, Mazzini lo scovò nella personadi Adriano Lemmi.Rosario Esposito, nel suo libro: “La Massoneria e l’Ita-lia”, così ci sintetizza questo personaggio: «Adriano Lem-mi, nato nel 1822 a Livorno è stato Gran Maestro dell’Ordi-ne dal 1885 fino al 1896; egli viene considerato “un ge-nio che nessuna Massoneria può vantare”»4.Adriano Lemmi iniziò la sua carriera facendo il ladro.Appena ventiduenne, si trovava a Marsiglia, dov’era sbar-cato il 2 gennaio 1844. Egli aveva falsificato una lettera dicredito della ditta Falconet & C. di Napoli ed era entrato inconfidenza col medico Grand-Boubagne; il 3 febbraio, siera trovato in casa di questi con la sola moglie e con la scu-sa di un malore, le aveva sottratto una borsa di perle e300 franchi d’oro, mentre lei gli stava preparando una tisa-na in cucina. Fu pescato dalla polizia in una taverna con larefurtiva addosso e, il 22 marzo 1844, Lemmi fu condan-nato ad un anno e un giorno di detenzione, più cinqueanni di sorveglianza speciale dell’alta polizia.Ma il destino di Lemmi fu deciso quando, vagabondandoper il mondo, egli sbarcò a Costantinopoli, dove si mise aservizio di un vecchio erbaiolo ebreo, di Balata, la cui botte-ga era frequentata da un rabbino polacco, fuggito dallaRussia, dove era stato condannato per cospirazione. Il rab-bino strinse amicizia con Adriano Lemmi, per il motivoche il giovinastro bestemmiava Cristo di buona voglia.Lemmi per farsi amare dagli ebrei di Balata, un giorno, do-mandò di essere ammesso nella religione di Mosè, dicendoche egli era pronto a rinnegare il battesimo e a farsi cir-

concidere. Indicibile fu la gioia del rabbino polacco e delvecchio erbaiolo. I due giudei, contenti e orgogliosi di avereun neofita, gli insegnarono il Talmud, dopo di che il rabbino,in sì solenne circostanza, fece sfoggio delle sua abilità dichirurgo sacro!..Il 14 gennaio 1846 è un giorno memorabile, perché ci ricor-da che Adriano Lemmi divenne definitivamente israelita,per effetto della liturgica operazione. Da quel momento, laposizione di Lemmi volse al meglio.E non si era convertito per burla. Oh, no! Egli era stato feli-ce di associare il suo odio contro la Chiesa a quello de-gli ebrei di Balata.Lemmi fu, poi, iniziato ai segreti della magìa e dell’occulti-smo dal rabbino polacco e da un amico giudeo italiano,Abramo Maggioro, perfezionandosi nella scienza maledet-ta al cui studio si era dato con immenso ardore.Nel 1848, a Pera, Lemmi fece la conoscenza di un inglesedi Londra e amico di Mazzini, che, in quello stesso anno, loiniziò alla massoneria. Trascorso un periodo di miseria,sempre a Costantinopoli, nel 1849 Lemmi conobbe Kos-suth, che era chiamato il “Mazzini dell’Ungheria”, il qualelo accolse, grazie ad una lettera di raccomandazione dellostesso Mazzini; lettera che Lemmi aveva ottenuto dai suoiamici inglesi. Divenuto, poi, segretario di Kossuth, Lemmi, nel 1851, lo ac-compagnò in America ma, alla notizia del colpo di Stato diNapoleone III, del 2 dicembre dello stesso anno, egli ab-bandonò Kossuth in America e raggiunse Mazzini a Londra,dove costui “si era rifugiato, dopo i moti insurrezionali del1833-34, e da dove organizzava, in tutto il territorio italiano,delle cospirazioni aventi come unico scopo quello di ro-vesciare con la forza i Governi costituiti e quello di di-struggere il Papato”5.

Giuseppe Mazzini fu alla direzione del pro-gramma rivoluzionario mondiale degli Illumina-ti, dal 1834 al 1872.

1, 2, 3 Cfr. Nuova Solidarietà, 25 febbraio 1985, p. 8.4 Citazione tratta dal libro di Rosario F. Esposito, “La Massoneriae l’Italia”.5 Cfr. Domenico Margiotta, “Ricordi di un 33”, Delhomme e Bri-guet, Editori, Parigi 1895. pp 2-7.

SCRISTIANIZZARE L’ITALIAdi Francesco Maria Agnoli

La religione cattolica aveva rappre-sentato per secoli (...) l’elementounificante del popolo italiano eavrebbe potuto continuare ad es-serlo anche negli anni dell’unifica-zione politica se questa non fossestata concepita, voluta e realizzatacome un momento del processo ri-voluzionario, anzi come la fase fina-le della guerra contro la Chiesa cat-tolica, iniziata dai philosophes illu-ministi, e che si credeva destina-ta a chiudersi vittoriosamente conl’occupazione di Roma, in base allaconvinzione, comune allora sia aicattolici che agli anticattolici, che ilpotere spirituale della Chiesa nonpotesse sopravvivere alla perdita diquello temporale.All’indomani del compimento del-l’unità d’Italia, venne alla luce, e siconcretizzò in una serie di iniziativeculturali, politiche e giudiziarie, unastrategia complessa ma chiara, chemirava a distruggere l’identità catto-lica dell’appena riunito popolo italia-no per farne un “popolo nuovo”.Grazie all’attiva collaborazione di in-tellettuali liberali e socialisti, avan-guardie garibaldine circoli mazzinia-ni e massonici, alle cariche del neo-nato Stato, si scatenò una pressio-ne poliziesca e squadristica anti-cattolica smaccata e faziosa. Attra-verso una vastissima documenta-zione, misconosciuta ai più, l’Autoregetta luce su un episodio poco glo-rioso, ma fondamentale della nostrastoria patria.

Per richieste:

Il Cerchio Iniziative EditorialiVia Gambalunga 91Rimini

“Chiesa Viva” *** Aprile 2005 23

Lettere alla Direzione

SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso d’Aquino)

In Libreria

Caro Don Villa,Le auguro il più grande bene possibile

e tanta salute nel portare avanti la Suabenemerita opera di apostolato in difesadella Verità, in questo mondo di tenebrein cui è caduta anche la Chiesa.Grazie per tutto quello che fa!.. Che il Si-gnore La ricompensi!Che Cristo regni!Suo aff.mo ammiratore

(G. L. - Siena)

***

Egregia Direzione,innanzitutto, mi complimento col molto

Rev.mo Mons. Luigi Villa per il suo co-raggio e sapienza nel dirigere la magi-strale Rivista “Chiesa viva”.Vi porgo miei migliori auguri!

(T. G. - Bergamo)

***

Caro P. Villa,(...) Lei continui la sua lotta per la ve-

rità e per il bene. Se il Signore La lasciaancora così attivo, vuol dire che ha unamissione da compiere, come Le ha detto

Padre Pio...Prego per lei; Lei preghi per me e avantisempre!..Con affetto

(p. L. G. - Verona)

***

Carissimo Mons. Villa,La ringrazio ancora di cuore ed impe-

tro sulla Sua Persona e sulla Sua Operaindefessa di “defensor Fidei”, la benedi-zione del Nostro Padre Celeste attraver-so l’intrcessione della Beatissima VergineMaria, Madre del Salvatore e Madre no-stra! Cordialmente, suo.

(L. G. - Ascoli Piceno)

***

Rev.do Don Luigi,(...). La ricordo sempre con tanto af-

fetto nel Signore ed immensa gratitudineper l’opera di altissimo apostolato chesvolge.Auguri e ringraziamenti a tutta la redazio-ne di “Chiesa viva”!Con stima illimitata in Gesù e Maria!

(M. P. M. - Campo Basso)

RAGAZZE e SIGNORINE

in cerca vocazionale, se desiderate diventare Religiose-Missionarie”

– sia in terra di missione, sia restando in Italia – per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio, potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”

Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax: 030 3700003

24 “Chiesa Viva” *** Aprile 2005

2 La “Nuova Religione”del sac. dott. Luigi Villa

6 Ecumenismo ad ogni costo?del prof. dott. Georg May

8 Uno storico protestante rivelal’influenza della Massoneria nella Spagna attuale

10 Tsunami: castigo di Dio?di N. N

11 Occhi sulla politica

12 Documenta-Facta

14 Smobilitazione della Confessione (1)di A. Z

17 L’apostasia di Mario Luzidel prof. dott. Dante Pastorelli

20 – I giganti del male –Franklin Delano Roosevelta cura di A. Z.

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla Direzione In Libreria

24 Conoscere il Comunismo

APRILE 2005

SOMMARIO N. 371

LA “NUOVA RELIGIONE”

SCHEMI DI PREDICAZIONEdi p. Alessandro Scurani s.j.

Epistole e VangeliAnno A

(Dalla Pentecoste alla XI Domenicadel Tempo Ordinario)

Leray Louis Pierre MarieSacerdote, Mep. Nato a Ligné (Loiraatlantica) l’8 ottobre 1872, entrò tra i Mepil 14 settembre 1893. Venne ordinato sa-cerdote il 26 giugno 1898, e partì per laManciuria settentrionale, il 3 agosto se-guente. Venne bruciato vivo il 16 luglio1900, dai Boxer.

Un sacerdoteIn un campo di lavoro in Heilongjiang, ilsacerdote ha incoraggiato i cattolici, ivirinchiusi, a “non tradire Dio ed a conser-vare la Fede”. Quando le autorità venne-ro a conoscenza di ciò, il prete venne su-bito condannato a morte e la sentenzaeseguita. Testimonianza del 1980.

Diocesi di HarbinL’ordinariato fu eretto il 20 maggio 1928per i russi cattolici di rito bizantino-slavo,e affidato ai Chierici regolari mariani.

Abrantovich FabianoArchimandrita, della Bielorussia. Nato il14 sett. 1884, era stato ordinato sacerdo-te il 9 novembre 1908. È morto in prigio-ne nell’Unione Sovietica, tra il 1943-4.

Ting FrancescoSacerdote, di 61 anni. Ucciso a colpi d’ar-ma da fuoco vicino alla città, prima delmarzo 1948.

NestorVescovo ortodosso di Harbin. Coraggiosoe uomo di fede, scomparve senza più al-cuna traccia di lui, nel 1948.

MARTIRI NELLA PROVINCIA DI HEILONGJIANG

Conoscere il Comunismo

MMaarrttiirrii iinn CCiinnaa

Austria, e ordinato sacerdote a Innsbrucknell’estate 1930.

Krabichier GuntherFratello laico, dei cappuccini tirolesi. Fuanch’egli colpito con un colpo di fucilesparatogli alle spalle, mentre era statofatto inginocchiare al muro assieme aiconfratelli sacerdoti Ruderstaler e Sch-roecksnadel. Nonostante il colpo avessetrapassato un polmone, lasciandovi unbuco, il fratello sopravvisse. Il giorno do-po, la polizia acconsentì che fosse tra-sportato all’ospedale. Recuperò fisica-mente, ma rimase scosso mentalmente.Morì poco dopo, di tifo, in Harbin.

(continua)

Chicota AndreaArchimandrita. Ordinato sacerdote versoil 1917, e amministratore apostolico dal1939, nacque il 5 dic. 1891 a Tapalscyna(Vilna-Soencianys). Morì in prigione il 12febbraio 1952, a Taishet Bratsk, Siberia.

Vlaslov ViktorLaico, professore e scrittore. Nato tra il1891 e il 1898, a Valderberg, Russia.Morto in prigione nel 1952, a Angarsk-Lag, Siberia.

Marcisin PietroLaico, sposato, professore. Nato in Ukrai-na. È morto in un lager della Siberia, tra il1953 e il 1954.

Prefettura apostolica di JiamusiLa prefettura apostolica è stata staccatadal VA. di Wonsan il 9 luglio 1928 ed affi-data ai cappuccini tirolesi (Ofin Cap.)

Ruderstaler TheophilusSacerdote, dei cappuccini tirolesi. È statoucciso con un colpo di fucile sparatogli al-le spalle a Fujin, la parrocchia di cui eraresponsabile, il 10 giugno 1946. Era natoil 28 settembre 1906 a Ostermeithing, Au-stria, e ordinato sacerdote a Innsbrucknel 1931.

Schroecksnadel AntoninSacerdote austriaco, dei cappuccini tiro-lesi. Ucciso con un colpo di fucile, spara-togli alle spalle, a Fujin, nella parrocchiain cui lavorava, il 10 giugno 1946. Era na-to il 7 dicembre 1905 a Anthonin, Linz,

contro Dio - contro l’uomo

di Giancarlo Politi