CHIESA & MUSICA Polifonie perla gb ria di Dio stampa 2017/Monda... · citazione del Vangelo di Luca...

3
Il Sole 24 Ore Domenica (ITA) - it Print Tipo media: Supplemento Tiratura: 338.824 Publication date: 05.03.2017 Diffusione: Pagina: 34 Spread: 389.015 Readership: 901.000 Il Sole 24 Ore Domenica (ITA) - it Tipo media: Supplemento Publication date: 05.03.2017 Pagina: 34 Tiratura: Diffusione: Spread: Readership: 338.824 389.015 901.000 Print ria di Dio «Musica Sacra» alcuni saggi sulla dimensione spirituale composizioni, Mozart a Springsteen Gianfranco Ravasi C ome è noto, \culto\ e\cultura\ hanno lastessamatricefilolo- gica e, un po' liberamente, si potrebbe dire che la comune dovrebbe es- sere labellezza. Ora, unadelle supreme del bello esplode nella ove umano e divino s'incrociano. Il dottor Schweitzer, che era un im- teologo e un grande filantropo, un ottimo organista, nel suo sag- Bach citava questa istruzione che sommo musicista indirizzava agli al- moclodi eseguireilbasso continuo, lineapiù grave della composizione, a reggere gli accordi degli stru- \polifonici\: «Si deve produrre un'armonia eufonica per la gloria di Dio o diletto della mente. Come per tutta la ilfinis e la causa finale dovrebbero gloria di Dio e la ricreazione della evidente come Bach annodilalo- (sull'apice delle sue prtiture po- sigla SDG, ossia Soli Deo Gloria) e il estetico culturale. scorsa settimana in Vaticano si è svol- affollato congresso internazionale voluto fare il punto su mezzo secolo liturgica, a partire appunto dal- istruzione ecclesiale universale, la Sacram del 1967, subito dopo il Vaticano Il, e si è cercato di evitare giustificate ma sterili querimonie ei tentativi di apologia. Iltitolo del con- appunto «Musica e Chiesa: culto Le voci degli intervenuti e so- dei relatori provenienti da tutto il (non mancava naturalmente la te- stimonianza luterana, dato che la Riforma protestante, cancellando o almeno oscu- arti figurative, si era affidata pre- di verifiche nel corpo vivo della Chiesa e, si spera, di una qualche rinascita e persino, in più di un caso, di resipiscenza. Non vogliamo né possiamo ora spreme- re il succo di quelle giornate che, accanto al- la necessaria tutela della grandiosa e son- tuosa eredità del passato, hanno scelto di stimolare un dialogo con le nuove gram- matiche musicali, ferma restando la con- notazione specifica che ha l'atto liturgico. D'altronde ilcoraggio di interloquire con la novità e persino con la piazza da parte del- l'armonia sacrale del tempio è stato spesso ilfil rouge della musica liturgica. Solo per fare un esempio, si pensi allo sconcerto che dovette creare il sovrapporsi progressivo alla purissima monodia del gregoriano da parte della polifonia con la sua simultanei- tà di voci e suoni dotati di una loro distinta individualità. Eppure nacquero capolavori come laMissa PapaeMirce!li o ilSicut cervus del Palestrina, solo per addurreun esempio scontato. E lo stesso può ripetersi per la musica barocca. Un esito che non ha segnato solo il culto ma anche la cultura, se è vero quello che in Lcicrime e santi (1937) scriveva l'ateo Emil Cioran: «Quandovoiascoltate Bach, vedete nascere Dio... Dopo un suo oratorio, una cantata, una Passione, Dio deve esistere... E pensare che tanti teologi e filosofi hanno sprecato notti e giorni a cercare prove del- l'esistenza di Dio, dimenticando la sola!». Ma già nel VI secolo uno scrittore latino co- me Cassiodoro nelle Institutiones elaborate per quella sorta di università, il Vivari um, che voleva fondare nei suoi possedimenti di Squillace, non esitava ad ammonire sul versante più etico che, «se continueremo a commettere ingiustizia, Dio ci lascerà sen- za la musica». Naturalmente l'armonia della musica non riesce asovrastare lo strepito, ilfracas- so, la chiacchiera che generano perversio- neema!e. In certi periodi, però, si lasciava- no intatte tante oasi di bellezza: pensiamo solo al Settecento di Mozart. A questo pro- posito è da segnalare una deliziosa saggistica a quattro mani tra una notamusicistalafranceseClaireColeman, e il teologo argentino Fernando Ortega. Il lodellibroèunpo'banale, ConMozart,il totitolo è retorico, Un'esperienza del- l'umano,maperfortunailcontenuto èrnol- to originale. Detto in breve, è una rilettura dei gioielli composti dal genio cli Salisbur- go tra il 1781 e il 1791 - Idomeneo, Rcttto del serraglio,Nozze di Figaro, Don Giovanni, Co- sìfan tutte e Flauto magico - distribuendoli suuna duplice scansione della trilogia dan- tesca di inferno, purgatorio e paradiso. Parlavamo di un duplice itinerario, l'uno espressione della con le prime tre opere, l'altro con la che dal paradiso con un balzo trascendente ulteriore introduce al Regno, ossia nel cuore di Dio stesso. E qui, contra- riamente a quanto io stesso avrei ipotizza- to, il settimo e ultimo cerchio trascendente è affidato non al Requiem, bensì alla Cle- menza di Tito. Leggere per credere, e per condividere (o meno) questa e altre propo- ste ermeneutiche offerte in un percorso forse eterodosso ma suggestivo. Ma a questo punto dalle sfere celesti scendiamo nell'accidentata superficie del- la nostra contemporaneità ove l'orecchio allenato alle armonie supreme e celestiali di un Bach o di un Mozart può trovarsi fra- stornato e assordato (è curioso che da\sordo\...). Inrealtà, ogni epo- caharicreato, rigenerato e talora anche de- generatoi codici armonici secondo nuove e inedite sintassi. E allora cerchiamo di adat- tare l'orecchio alle moderne differenti lun- ghezze d'onda. Non costringiamoci subito allo sconcerto di un rap dei Public Enemy, degli Ice -T e Puff Daddy, o all'heavymetal e ai vari filoni dell'hard o del punk rock. C'è, infatti, giàuna \classicità\ anche nellacon- temporaneità musicale. Naturalmente noi ora la evochiamo solo dal punto di vista dell'incontro musica e spiritualità, e allora basterebbe solo citare l'indimenticabile Leonard Cohen che ci ha appena lasciato. È, però, altrettanto difficile non pensare - liberandolo da tutte le polemiche, pur le- gittime, riguardanti ilNobel assegnatogli - aI\menestrello\BobDylancolsuo simboli- smo poetico che per molti di noi è affidato a Blowin'in the Wind, ossia alvento eallapol- vere del deserto biblico. È interessante che il fl. 4000 di una rivista paludata come La Civiltà Cattolica dello scorso febbraio ospiti CHIESA & MUSICA Polifonie per la gb congresso in Vaticanovalentemente al linguaggio musicale, co- tito rflr tlnnrnntfl tlttPctn flneh\ qi - ,innn nOUpttfl Qnt Tutti i diritti riservati Sole 24 Ore Domenic PAESE : Italia PAGINE : 34 SUPERFICIE : 69 % AUTORE : Gianfranco Ravasi 5 marzo 2017

Transcript of CHIESA & MUSICA Polifonie perla gb ria di Dio stampa 2017/Monda... · citazione del Vangelo di Luca...

Page 1: CHIESA & MUSICA Polifonie perla gb ria di Dio stampa 2017/Monda... · citazione del Vangelo di Luca (16,13): Indeedyou're gonna have to serve somebody / Well, it may be thè devii

CHIESA & MUSICA Il congresso in Vaticano sulla «Musica Sacra» e alcuni saggi sulla dimensione spirituale delle composizioni, da Mozart a Springsteen di Gianfranco Ravasi Come è noto, "culto" e "cultura" hanno la stessa matrice filologica e, un po' liberamente, si potrebbe dire che la "coltivazione" comune dovrebbe essere labellezza. Ora, unadelle epifanie supreme del bello esplode nella musica, ove umano e divino s'incrociano. Il famoso dottor Schweitzer, che era un importante teologo e un grande filantropo, ma anche un ottimo organista, nel suo saggio su Bach citava questa istruzione che quel sommo musicista indirizzava agli allievi sul modo di eseguire ilbasso continuo, ossia la lineapiù grave della composizione, destinata a reggere gli accordi degli strumenti più "polifonici": «Si deve produrre un'armonia eufonica per la gloria di Dio o per il diletto della mente. Come per tutta la musica, il finis e la causa finale dovrebbero essere la gloria di Dio e la ricreazione della mente». È evidente come Bach annodi lalo- de cubica (sull'apice delle sue partiture poneva la sigla SDG, ossia Soli Deo Gloria) e il godimento estetico culturale. La scorsa settimana in Vaticano si è svolto un affollato congresso internazionale che ha voluto fare il punto su mezzo secolo di musica liturgica, a partire appunto dall'unica istruzione ecclesiale universale, la Musicam Sacram del 1967, subito dopo il Concilio Vaticano II, e si è cercato di evitare le pur giustificate ma sterili querimonie e i timidi tentativi di apologia. Il titolo del convegno era appunto «Musica e Chiesa: culto e cultura». Le voci degli intervenuti e soprattutto dei relatori provenienti datutto il mondo (non mancava naturalmente la testimonianza luterana, dato che la Riforma protestante, cancellando o almeno oscurando le arti figurative, si era affidata prevalentemente al linguaggio musicale, come appunto attesta Bach) saranno oggetto di verifiche nel corpo vivo della Chiesa e, si spera, di una qualche rinascita e persino, in più di un caso, di resipiscenza. Non vogliamo né possiamo ora spremere il succo di quelle giornate che, accanto alla necessaria tutela della grandiosa e sontuosa eredità del passato, hanno scelto di stimolare un dialogo con le nuove grammatiche musicali, ferma restando la connotazione specifica che ha l'atto liturgico. D'altronde il coraggio di interloquire con la novità e persino con la piazza da parte dell'armonia sacrale del tempio è stato spesso il/il rouge della musica liturgica. Solo per fare un esempio, si pensi allo sconcerto che dovette creare il sovrapporsi progressivo alla purissima monodia del gregoriano da parte della polifonia con la sua simultaneità di voci e suoni dotati di una loro distinta individualità. Eppure nacquero capolavori come laMissa Papae Marcelli o il Sicut cervus del Palestrina, solo per addurre un esempio scontato. E lo stesso può ripetersi per la musica barocca. Un esito che non ha segnato solo il culto ma anche la cultura, se è vero quello che in Lacrime e santi (1937) scriveva l'ateo Emil Cioran: «Quando voi ascoltate Bach, vedete nascere Dio... Dopo un suo oratorio, una cantata, una Passione, Dio deve esistere... E pensare che tanti teologi e filosofi hanno sprecato notti e giorni a cercare prove dell'esistenza di Dio, dimenticando la sola!». Ma già nel VI secolo uno scrittore latino come Cassiodoro nelle Institutiones elaborate per quella sorta di università, il Vivarium, che voleva fondare nei suoi possedimenti di Squillace, non esitava ad ammonire sul versante più etico che, «se continueremo a commettere ingiustizia, Dio ci lascerà senza la musica». Naturalmente l'armonia della musica non riesce a sovrastare lo strepito, il fracasso, la chiacchiera che generano perversione e male. In certi periodi, però, si lasciavano intatte tante oasi di bellezza: pensiamo solo al Settecento di Mozart. A questo proposito è da segnalare una deliziosa "esecuzione" saggistica a quattro mani tra una nota musicista, la francese Claire Coleman, e il teologo argentino Fernando Ortega. Il titolo del libro è un po' banale, Con Mozart, il sottotitolo è retorico, Un'esperienza dell'umano,maperioitunailcontermtoèmol- to originale. Detto in breve, è una rilettura dei gioielli composti dal genio di Salisburgo tra il 1781 e il 1791 - Idomeneo, Ratto del serraglio, Nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte e Flauto magico - distribuendoli suuna duplice scansione dellatrilogia dantesca di inferno, purgatorio e paradiso. Parlavamo di un duplice itinerario, l'uno espressione della "umana commedia" con le prime tre opere, l'altro con la "divina commedia" che dal paradiso con un balzo trascendente ulteriore introduce al Regno, ossia nel cuore di Dio stesso. E qui, contrariamente a quanto io stesso avrei ipotizzato, il settimo e ultimo cerchio trascendente è affidato non al Requiem, bensì alla Clemenza di Tito. Leggere per credere, e per condividere (o meno) questa e altre proposte ermeneutiche offerte in un percorso forse eterodosso ma suggestivo. Ma a questo punto dalle sfere celesti scendiamo nell'accidentata superficie della nostra contemporaneità ove l'orecchio allenato alle armonie supreme e celestiali di un Bach o di un Mozart può trovarsi frastornato e assordato (è curioso che "assurdo" derivi da "sordo"...). In realtà, ogni epoca ha ricreato, rigenerato e talora anche degenerato i codici armonici secondo nuove e inedite sintassi. E allora cerchiamo di adattare l'orecchio alle moderne differenti lunghezze d'onda. Non costringiamoci subito allo sconcerto di un rap dei Public Enemy, degli Ice-T e Puff Daddy, o all'heauy metal e ai vari filoni dell'hard o del punk rock. C'è, infatti, già una "classicità" anche nellacon- temporaneità musicale. Naturalmente noi ora la evochiamo solo dal punto di vista dell'incontro musica e spiritualità, e allora basterebbe solo citare rindimenticabile Léonard Cohen che ci ha appena lasciato.È, però, altrettanto difficile non pensare - liberandolo da tutte le polemiche, pur legittime, riguardanti il Nobel assegnatogli - al "menestrello" Bob Dylancol suo simbolismo poetico che per molti di noi è affidato a Blowin'in thè Wind, ossia al vento e alla polvere del deserto biblico. È interessante che il n. 4000 di una rivista paludata come La Civiltà Cattolica dello scorso febbraio ospiti un breve ma intenso articolo proprio su Bob Dylan la cui "canzone soffia ancora nel vento", come dice il titolo. E l'autore, il gesuita Claudio Zonta, riesce tra l'altro - nel ricostruire il palinsesto "religioso" delcan- tautore ebreo americano - a scovare una libera citazione del Vangelo di Luca (16,13): Indeedyou're gonna have to serve somebody / Well, it may be thè devii or it may be thè Lord/ Butyou're gonna have to serve somebody. Ma, per una "classicità" ancora più contemporanea, ecco Springsteen, "The Boss", classe 1949, che uno straordinario professore di religione, Andrea Monda, classe 1966, giornalista, scrittore e conduttore televisivo, ha portato in scuola: il titolo del suo ritratto delcompositore statunitense è, infatti, Springsteen in classe, facendolo diventare uncompagno di banco nonsoloper i molti "temi didattici" che grondano dai suoi testi, ma anche perché occhieggiano parole pesanti come faith, redemption, sa- viour, promised land e un soggetto impegnativo, la religione col suo corollario di morale e filosofia. Ed è godibilissimo il continuo contrappunto che Monda intesse tra cultura, spiritualità e musica, a partire da quelTaffasci- nante Thunder Road che apre Talbum- principe del Boss, Born to Run, con l'attesa che «un salvatore si alzi da queste strade» perché è là che ci «attende il paradiso» e, perciò, «cercheremo di arrivare alla terra promessa», pur partendo da «una città piena di perdenti». Molte altre suggestioni ci offre Monda per condurre verso l'oggi musicale il nostro orecchio un po' refrattario e adattarlo ad altri ritmi, anche perché, interrogato da Beppe Severgnini, Springsteen confessava: «L'immaginario cattolico, cosìcomelaBibbia,èunmodo straordinario di esprimere il viaggio delTuomo, dello spirito umano. Io ritorno a quelle immagini d'istinto». ?V. RIPRODUZIONE RISERVATA Claire Coleman - Fernando Ortega, Con Mozart, Messaggero, Padova, pagg. 144, EUR 14 Andrea Monda, Springsteen in classe, prefazione di Antonio Spadaro, EMI, Bologna, pagg. 160, EUR 13 gloria in excelsis deo | Jan van Eyck, «Concerto di angeli», dettaglio del «Polittico di San Pavone», Gand, Chiesa di SanBavone La Bibbia, che concentus Le Sacre Scritture sono ricche di suoni e strumenti, dallo «yobel» che annunciava il Giubileo alle cetre dei Salmi e dei Cantici. A questa singolare dimensione "sonora" della Bibbia Gianfranco Ravasi ha dedicato un articolo uscito domenica 3 gennaio 2016 wwtv.archiviodomenica.ilsole240re.com

Il Sole 24 Ore Domenica (ITA) - it Print

Tipo media: Supplemento Tiratura: 338.824

Publication date: 05.03.2017 Diffusione:

Pagina: 34 Spread: 389.015

Readership: 901.000

Il Sole 24 Ore Domenica (ITA) - it

Tipo media: SupplementoPublication date: 05.03.2017

Pagina: 34

Tiratura:Diffusione:

Spread:

Readership:

338.824

389.015

901.000

Print

ria di Dio«Musica Sacra»

alcuni saggi sulladimensione spirituale

composizioni,Mozart a Springsteen

Gianfranco Ravasi

Come è noto, \culto\ e\cultura\hanno lastessamatricefilolo-gica e, un po' liberamente, sipotrebbe dire che la

comune dovrebbe es-sere labellezza. Ora, unadelle

supreme del bello esplode nellaove umano e divino s'incrociano. Ildottor Schweitzer, che era un im-

teologo e un grande filantropo,un ottimo organista, nel suo sag-

Bach citava questa istruzione chesommo musicista indirizzava agli al-

moclodi eseguireilbasso continuo,lineapiù grave della composizione,

a reggere gli accordi degli stru-\polifonici\: «Si deve produrre

un'armonia eufonica per la gloria di Dio odiletto della mente. Come per tutta la

ilfinis e la causa finale dovrebberogloria di Dio e la ricreazione della

evidente come Bach annodilalo-(sull'apice delle sue prtiture po-

sigla SDG, ossia Soli Deo Gloria) e ilestetico culturale.

scorsa settimana in Vaticano si è svol-affollato congresso internazionalevoluto fare il punto su mezzo secolo

liturgica, a partire appunto dal-istruzione ecclesiale universale, la

Sacram del 1967, subito dopo ilVaticano Il, e si è cercato di evitare

giustificate ma sterili querimonie e itentativi di apologia. Iltitolo del con-

appunto «Musica e Chiesa: cultoLe voci degli intervenuti e so-

dei relatori provenienti da tutto il(non mancava naturalmente la te-

stimonianza luterana, dato che la Riformaprotestante, cancellando o almeno oscu-

arti figurative, si era affidata pre-

di verifiche nel corpo vivo della Chiesa e, sispera, di una qualche rinascita e persino, inpiù di un caso, di resipiscenza.

Non vogliamo né possiamo ora spreme-re il succo di quelle giornate che, accanto al-la necessaria tutela della grandiosa e son-tuosa eredità del passato, hanno scelto distimolare un dialogo con le nuove gram-matiche musicali, ferma restando la con-notazione specifica che ha l'atto liturgico.D'altronde ilcoraggio di interloquire con lanovità e persino con la piazza da parte del-l'armonia sacrale del tempio è stato spessoilfil rouge della musica liturgica. Solo perfare un esempio, si pensi allo sconcerto chedovette creare il sovrapporsi progressivoalla purissima monodia del gregoriano daparte della polifonia con la sua simultanei-tà di voci e suoni dotati di una loro distintaindividualità. Eppure nacquero capolavoricome laMissa PapaeMirce!li o ilSicut cervusdel Palestrina, solo per addurreun esempioscontato. E lo stesso può ripetersi per lamusica barocca.

Un esito che non ha segnato solo il cultoma anche la cultura, se è vero quello che inLcicrime e santi (1937) scriveva l'ateo EmilCioran: «Quandovoiascoltate Bach, vedetenascere Dio... Dopo un suo oratorio, unacantata, una Passione, Dio deve esistere... Epensare che tanti teologi e filosofi hannosprecato notti e giorni a cercare prove del-l'esistenza di Dio, dimenticando la sola!».Ma già nel VI secolo uno scrittore latino co-me Cassiodoro nelle Institutiones elaborateper quella sorta di università, il Vivari um,che voleva fondare nei suoi possedimentidi Squillace, non esitava ad ammonire sulversante più etico che, «se continueremo acommettere ingiustizia, Dio ci lascerà sen-za la musica».

Naturalmente l'armonia della musicanon riesce asovrastare lo strepito, ilfracas-so, la chiacchiera che generano perversio-neema!e. In certi periodi, però, si lasciava-no intatte tante oasi di bellezza: pensiamosolo al Settecento di Mozart. A questo pro-posito è da segnalare una deliziosa

saggistica a quattro mani tra unanotamusicistalafranceseClaireColeman,e il teologo argentino Fernando Ortega. Il

lodellibroèunpo'banale, ConMozart,iltotitolo è retorico, Un'esperienza del-

l'umano,maperfortunailcontenuto èrnol-to originale. Detto in breve, è una riletturadei gioielli composti dal genio cli Salisbur-go tra il 1781 e il 1791 -Idomeneo, Rcttto delserraglio,Nozze di Figaro, Don Giovanni, Co-sìfan tutte e Flauto magico - distribuendolisuuna duplice scansione della trilogia dan-tesca di inferno, purgatorio e paradiso.Parlavamo di un duplice itinerario, l'unoespressione della conle prime tre opere, l'altro con la

che dal paradiso con un balzotrascendente ulteriore introduce al Regno,ossia nel cuore di Dio stesso. E qui, contra-riamente a quanto io stesso avrei ipotizza-to, il settimo e ultimo cerchio trascendenteè affidato non al Requiem, bensì alla Cle-menza di Tito. Leggere per credere, e percondividere (o meno) questa e altre propo-ste ermeneutiche offerte in un percorsoforse eterodosso ma suggestivo.

Ma a questo punto dalle sfere celestiscendiamo nell'accidentata superficie del-la nostra contemporaneità ove l'orecchioallenato alle armonie supreme e celestialidi un Bach o di un Mozart può trovarsi fra-stornato e assordato (è curioso che

da\sordo\...). Inrealtà, ogni epo-caharicreato, rigenerato e talora anche de-generatoi codici armonici secondo nuove einedite sintassi. E allora cerchiamo di adat-tare l'orecchio alle moderne differenti lun-ghezze d'onda. Non costringiamoci subitoallo sconcerto di un rap dei Public Enemy,degli Ice -T e Puff Daddy, o all'heavymetal eai vari filoni dell'hard o del punk rock. C'è,infatti, giàuna \classicità\ anche nellacon-temporaneità musicale. Naturalmente noiora la evochiamo solo dal punto di vistadell'incontro musica e spiritualità, e allorabasterebbe solo citare l'indimenticabileLeonard Cohen che ci ha appena lasciato.

È,però, altrettanto difficile non pensare- liberandolo da tutte le polemiche, pur le-gittime, riguardanti ilNobel assegnatogli -

aI\menestrello\BobDylancolsuo simboli-smo poetico che per molti di noi è affidato aBlowin'in the Wind, ossia alvento eallapol-vere del deserto biblico. È interessante cheil fl. 4000 di una rivista paludata come LaCiviltà Cattolica dello scorso febbraio ospiti

CHIESA & MUSICA

Polifonie per la gbcongressoin Vaticanovalentementeal linguaggio musicale, co- tito

rflr tlnnrnntfl tlttPctn flneh\ qi - ,innn nOUpttfl Qnt

Tutti i diritti riservati

Sole 24 Ore Domenic

PAESE : Italia PAGINE : 34SUPERFICIE : 69 %

AUTORE : Gianfranco Ravasi

5 marzo 2017

Page 2: CHIESA & MUSICA Polifonie perla gb ria di Dio stampa 2017/Monda... · citazione del Vangelo di Luca (16,13): Indeedyou're gonna have to serve somebody / Well, it may be thè devii

un breve ma intenso articolo proprio suBob Dylan lacui soffia ancora nel

come dice il titolo. E l'autore, il ge-suita Claudio Zonta, riesce tra l'altro - nelricostruire il palinsesto \religioso\ delcan-tautore ebreo americano - a scovare una li-bera citazione del Vangelo di Luca (16,13):

Indeedyou 're gonna have to serve somebody/Well, it may be the devi! orit may be the Lord/Butyou're gonna have to serve somebody.

Ma, per una \classicità\ ancora più con-temporanea, ecco Springsteen,classe 1949, che uno straordinario profes-sore di religione, Andrea Monda, classe1966, giornalista, scrittore e conduttore te-levisivo, ha portato in scuola: il titolo delsuo ritratto delcompositore statunitense è,infatti, Springsteen in classe, facendolo di-ventare uncompagno dibanco non solo peri molti che grondano daisuoi testi, ma anche perché occhieggianoparole pesanti come faith, redemption, sa-viour, promised land e un soggetto impe-gnativo, la religione col suo corollario dimorale e filosofia.

Ed è godibilissimo il continuo contrap-punto che Mondaintesse tra cultura, spiri-tualità e musica, a partire da quell'affasci-nante Thunder Road che apre l'album -principe del Boss, Born to Run, con l'attesache «un salvatore si alzi da queste strade»perché è là che ci «attende il paradiso» e,perciò, «cercheremo di arrivare alla terrapromessa», pur partendo da «una cittàpiena di perdenti». Molte altre suggestionici offre Monda per condurre verso l'oggimusicale il nostro orecchio un po' refratta-rio e adattarlo ad altri ritmi, anche perché,interrogato da Beppe Severgnini, Spring-steen confessava: «L'immaginario cattoli-co, cosìcomelaBibbia, è un modo straordi-nario di esprimere il viaggio dell'uomo,dello spirito umano. Io ritorno a quelle im-magini d'istinto».

RIPROL)UZ!ONE RISERVAtA

Claire Coleman - Fernando Ortega,Con Mozart, Messaggero, Padova,pagg. 144, €14

Andrea Monda, Springsteen in classe,prefazione di Antonio Spadaro,EMI, Bologna, pagg. 160, €13

Tutti i diritti riservati

Sole 24 Ore Domenic

PAESE : Italia PAGINE : 34SUPERFICIE : 69 %

AUTORE : Gianfranco Ravasi

5 marzo 2017

Page 3: CHIESA & MUSICA Polifonie perla gb ria di Dio stampa 2017/Monda... · citazione del Vangelo di Luca (16,13): Indeedyou're gonna have to serve somebody / Well, it may be thè devii

La Bibbia, che concentusLe Sacre Scritture sono ricche di suoni

e strumenti, dallo «yobel» che annunciava il Giubileoalle cetre dei Salmi e dei Cantici. A questa singolare dimensione

\sonora\ della Bibbia Gianfranco Ravasiha dedicato un articolo uscito domenica 3 gennaio 2016

www.archiviodomenica.i1so1e24ore.com

GLORIA IN EXCELSIS DEO Jan van Eyck, «Concerto di angeli», dettaglio del «Polittico di SanBavone», Gand,ChiesadiSanBavone

4. '..

'I; . 'V. •';\•'

:\'ii

4Tr

Tutti i diritti riservati

Sole 24 Ore Domenic

PAESE : Italia PAGINE : 34SUPERFICIE : 69 %

AUTORE : Gianfranco Ravasi

5 marzo 2017