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Si ringrazia la Dottoressa Fabiana Rossetto per l’indispensabile contributo fornito per la stesura della Guida pratica e la revisione della clist.

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FABIO FORTUNATIANNA RANZONI

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ISBN: 978-88-324-7587-6

© 2010 - Il Sole 24 Ore S.p.A.

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Questo volume è stato chiuso in redazione il 7 ottobre 2010

Prima edizione: ottobre 2010

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Indice

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. VIIA cura di Fabio Fortunati e Anna Ranzoni

Parte primaLA NORMATIVA SUL RISPARMIO ENERGETICO

E LE FONTI RINNOVABILIAPPLICABILE ALLE IMPRESE DI COSTRUZIONI

1. Direttive comunitarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 32. Norme generali di organizzazione del settore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 103. Normativa nazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 274. Norme tecniche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 33

Parte secondaLA VERIFICA DEGLI ADEMPIMENTI

PER IL RISPARMIO ENERGETICO E L’USODI FONTI RINNOVABILI NELLE COSTRUZIONI

1. L’edilizia sostenibile. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 391.1 Nozioni generali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 391.2 Progettazione dell’edificio sostenibile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 391.3 Ristrutturazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 401.4 Certificazione energetica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 401.5 La progettazione degli impianti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 431.6 Impianti di riscaldamento autonomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 48

2. Risparmio energetico nell’edilizia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 612.1 Nozioni generali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 612.2 Soluzioni tecniche per il risparmio energetico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 62

3. Requisiti energetici degli edifici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 853.1 Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale . . . » 85

Parte terzaIL SOFTWARE PER LA COMPILAZIONE

DELLE CHECK LIST PER LA VALUTAZIONE DI CONFORMITÁ

Il software check list . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 107Tipologie check list . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 108

Manuale di utilizzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 109

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Introduzione

Con il volume gli autori hanno voluto presentare le più recenti buone prassi per svolgere le lavo-razioni tipiche del processo edile nel rispetto delle normative in materia di risparmio energeti-co. Dalla progettazione di un edificio sostenibile fino alle tecniche di risparmio energetico nelledifferenti parti di esso, si descrivono le soluzioni tecnologiche e gli aspetti cogenti collegati allavarie fasi del processo edile. Del volume fa parte anche una raccolta aggiornata delle normativein vigore in questo campo, con particolare riferimento alla certificazione energetica ed a tutti gliadempimenti (requisiti energetici) collegati alla costruzione o ristrutturazione di edifici.Il testo si prefigge di essere utile sia alle imprese di costruzione, alle quali è sempre più richie-sta un’attenzione a questi temi, che ai singoli professionisti operanti nel settore (per esempio,gli impiantisti). Anche il semplice cittadino potrà tuttavia trovarvi molte indicazioni e consigliper migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione. Il software “cList” allegato consente all’utente una puntuale ed aggiornata verifica sullo statodi conformità relativamente agli adempimenti normativi (soprattutto cogenti, ma non solo) col-legati al concetto di efficienza energetica delle costruzioni. Nel testo si ritrovano le indicazionisu come rispondere alle domande. In questa fase il contributo degli autori è particolarmenteimportante per individuare le modalità più opportune e meno onerose per risolvere eventualiproblemi pratici derivanti dagli adempimenti legislativi.

Fabio FortunatiAnna Ranzoni

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La normativa sul risparmioenergetico e le fonti rinnovabili

applicabile alle imprese di costruzioni

Nelle pagine seguenti sono raggruppate per argomento le principali normative nazionali rela-tive all’uso razionale dell’energia. Particolare attenzione è stata rivolta agli aspetti energetici re-lativi alla progettazione, realizzazione e gestione/manutenzione degli edifici.Si precisa che molte delle normative citate hanno prevalentemente implicazioni di natura eco-nomica e che gli aspetti cogenti dell’argomento sono limitati ad alcuni ambiti o settori economi-ci. Inoltre, la maggior parte della normativa esistente è di origine comunitaria. Per tali leggi si è provveduto a estrapolare le definizioni che includono disposizioni a caricodelle imprese oppure che risultano utili alla comprensione di termini e oneri per i quali le im-prese sono normalmente coinvolte, nell’ambito della progettazione o della realizzazione di opereedili.Le disposizioni riportate sono state, quindi, inserite nel software, allegato al presente volume,per la verifica dello stato di conformità delle imprese e per la predisposizione del programma dimonitoraggio, che si propone come strumento di controllo nel tempo di tali adempimenti.

PARTE PRIMA

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3 1. DIRETTIVE COMUNITARIE

Dir 2002/91/CE

UnFCC

NORMATIVA

1. Direttive comunitarie

Per introdurre il tema dell’efficienza energetica degli edifici, dobbiamo fare alcuni pas-si indietro in un recente passato e definire i tempi e i quadri normativi all’interno deiquali si è venuta a formare, nel corso degli ultimi anni, quella sensibilità sociale e po-litica che sta alla base dell’attuale legislazione in materia.A partire dalla seconda metà degli anni ‘80, dopo la crisi energetica del decennio pre-cedente, il problema delle fonti di energia e della loro corretta gestione e consumo ètornato ad essere un tema centrale nel dibattito scientifico, fino a sviluppare una diffu-sa sensibilità verso la materia, sia nella classe politica sia nei consumatori finali.È del 1992 il trattato United Framework Convention on Climate Change (UnFCC), fir-mato a Rio de Janeiro durante il summit sullo stato della Terra, trattato che è alla basedel noto Protocollo di Kyoto, firmato nel 1997 da 160 Paesi e che sancisce tempi e pro-cedure per realizzare gli obbiettivi del trattato sul cambiamento climatico.All’interno di questo protocollo, i Paesi firmatari (tra cui l’Italia) si impegnarono for-malmente su alcuni punti chiave considerati responsabili degli evidenti mutamenti cli-matici in corso. Tra questi è importante menzionare quelli che saranno poi le fonda-menta delle linee guida della legislazione europea:• la promozione dell’efficienza energetica;• la riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti (l’ormai famoso CO2);• lo sviluppo delle fonti rinnovabili e delle tecnologie innovative in campo energetico.Analizzando la situazione in Europa e considerando che il consumo di energia è legatoper oltre il 40% al settore edilizio (residenziale e terziario), risulta evidente l’influenza chetale settore ha sulle emissioni di CO2, a loro volta responsabili per oltre il 50% dell’incre-mento dell’effetto serra. Inoltre, considerando che i consumi dell’Europa ricoprono circail 15% del totale mondiale e che la stessa Europa è il maggior importatore di energia sulmercato (al punto che sulla base delle tendenze attuali, l’Unione Europea dipenderà perl’80% dalle importazioni per coprire il suo fabbisogno di gas naturale e per il 90% quellodi petrolio), risulta evidente l’urgenza di predisporre una legislazione comune ai Paesimembri, che possa incidere in modo significativo sul complessivo dei dati esposti. Urgen-za a cui la Comunità Europea ha dato risposta nel Dicembre 2002 emanando la Direttiva2002/91/CE, conosciuta anche come Energy Performance Building Directive (o EPBD).

Direttiva 2002/91/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2002 sul ren-dimento energetico nell’edilizia (G.U.C.E. L 1/65, 4.1.2003) recepita in Italia con D.Lgs. n.192/2005.

La direttiva comprende quattro elementi principali:1. una metodologia comune di calcolo del rendimento energetico integrato degli edifici;2. i requisiti minimi sul rendimento energetico degli edifici di nuova costruzione e

degli edifici già esistenti sottoposti a importanti ristrutturazioni;3. i sistemi di certificazione degli edifici di nuova costruzione ed esistenti e l’esposizio-

ne negli edifici pubblici degli attestati di rendimento energetico e di altre informazionipertinenti. Gli attestati devono essere stati rilasciati nel corso degli ultimi cinque anni;

4. l’ispezione periodica delle caldaie e degli impianti centralizzati di aria condizio-nata negli edifici e la valutazione degli impianti di riscaldamento dotati di caldaieinstallate da oltre 15 anni.

La metodologia comune di calcolo dovrebbe tenere conto di tutti gli elementi che con-corrono a determinare l’efficienza energetica, e non più soltanto della qualità dell’iso-lamento termico dell’edificio. Tale impostazione integrata dovrebbe tenere conto di

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fattori quali gli impianti di riscaldamento e di raffreddamento, gli impianti di illumi-nazione, la posizione e l’orientazione dell’edificio, il recupero del calore ecc.La direttiva riguarda il settore residenziale e quello terziario (uffici, edifici pubbliciecc.); alcuni edifici sono però esclusi dal campo di applicazione delle disposizioni re-lative alla certificazione, per esempio gli edifici storici, i siti industriali ecc. La direttivatratta tutti gli aspetti dell’efficienza energetica degli edifici per affrontare questa pro-blematica con una vera visione d’insieme.La direttiva non contiene provvedimenti per gli impianti mobili (come ad esempio gli elet-trodomestici). Nell’ambito del piano d’azione sull’efficienza energetica sono già stati adot-tati o sono previsti provvedimenti sull’etichettatura e il rendimento minimo obbligatorio.Ai sensi della direttiva 89/106/CEE del Consiglio, del 21 dicembre 1988, relativa alravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degliStati membri concernenti i prodotti da costruzione, l’edificio e i relativi impianti di ri-scaldamento, condizionamento e aerazione devono essere progettati e realizzati inmodo da richiedere, in esercizio, un basso consumo di energia, tenuto conto delle con-dizioni climatiche del luogo e nel rispetto del benessere degli occupanti. Le misure per l’ulteriore miglioramento del rendimento energetico degli edifici do-vrebbero tenere conto delle condizioni climatiche e locali, nonché dell’ambiente termi-co interno e dell’efficacia sotto il profilo dei costi.La Commissione intende sviluppare ulteriormente norme quali la EN 832 e la EN13790, anche per quanto riguarda i sistemi di condizionamento d’aria e l’illuminazione. Poiché gli edifici influiscono sul consumo energetico a lungo termine, tutti i nuoviedifici dovrebbero essere assoggettati a prescrizioni minime di rendimento energeti-co stabilite in funzione delle locali condizioni climatiche.I requisiti di ristrutturazione per gli edifici esistenti non dovrebbero essere incompa-tibili con la funzione, la qualità o il carattere previsti dell’edificio. Dovrebbe essere pos-sibile ricuperare i costi supplementari dovuti a una siffatta ristrutturazione entro unlasso di tempo ragionevole rispetto alla prospettiva tecnica di vita degli investimentitramite un maggiore risparmio energetico.Il processo di certificazione può essere accompagnato da programmi per agevolare unaccesso equo al miglioramento del rendimento energetico, basato su accordi tra asso-ciazioni di soggetti interessati e un organismo designato dagli Stati membri e attuatoda società di servizi energetici che accettano di impegnarsi a realizzare gli investimen-ti prestabiliti. I progetti adottati dovrebbero essere oggetto di sorveglianza e controlloda parte degli Stati membri che dovrebbero inoltre facilitare il ricorso a sistemi incen-tivanti. Per quanto possibile, l’attestato dovrebbe descrivere la reale situazione dell’e-dificio in termini di rendimento energetico e può essere riveduto di conseguenza. Gliedifici occupati dalle pubbliche autorità aperti al pubblico dovrebbero assumere unapproccio esemplare nei confronti dell’ambiente e dell’energia assoggettandosi allacertificazione energetica a intervalli regolari. I relativi dati sulle prestazioni energeti-che andrebbero resi pubblici affiggendo gli attestati in luogo visibile. Potrebbero inol-tre essere affisse le temperature ufficialmente raccomandate per gli ambienti interni,raffrontate alle temperature effettivamente riscontrate, onde scoraggiare l’uso scorrettodegli impianti di riscaldamento, condizionamento e ventilazione.Ciò dovrebbe contribuire a evitare gli sprechi di energia e a mantenere condizioni cli-matiche interne confortevoli (comfort termico) in funzione della temperatura esterna.Gli Stati membri possono altresì avvalersi di altri mezzi o misure, non previsti dallapresente direttiva, per promuovere un rendimento energetico maggiore. Gli Statimembri dovrebbero incoraggiare una buona gestione energetica, tenendo conto del-l’intensità di impiego degli edifici. Negli ultimi anni si osserva una crescente proliferazione degli impianti di condizio-namento dell’aria nei Paesi del sud dell’Europa. Ciò pone gravi problemi di carico

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Processo dicertificazione

Tecniche diraffreddamento

passivo

Dir 89/106/CE e basso

consumo di energia

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massimo, che comportano un aumento del costo dell’energia elettrica e uno squilibriodel bilancio energetico di tali Paesi. Dovrebbe essere accordata priorità alle strategieche contribuiscono a migliorare il rendimento termico degli edifici nel periodo estivo.Concretamente, occorrerebbe sviluppare maggiormente le tecniche di raffreddamentopassivo, soprattutto quelle che contribuiscono a migliorare le condizioni climatiche in-terne e il microclima intorno agli edifici.La manutenzione regolare, da parte di personale qualificato, delle caldaie e degli im-pianti di condizionamento contribuisce a garantire la corretta regolazione in base allespecifiche di prodotto e quindi un rendimento ottimale sotto il profilo ambientale,energetico e della sicurezza. È bene sottoporre il complesso dell’impianto termico a una perizia indipendente qua-lora la sostituzione possa essere presa in considerazione in base a criteri di efficienzasotto il profilo dei costi.La fatturazione, per gli occupanti degli edifici, dei costi relativi al riscaldamento, alcondizionamento dell’aria e all’acqua calda, calcolati in proporzione al reale consu-mo, potrebbero contribuire a un risparmio energetico nel settore residenziale. Glioccupanti dovrebbero essere messi in condizione di regolare il proprio consumo di ca-lore e acqua calda, in quanto tali misure siano economicamente proficue.L’obiettivo della direttiva è promuovere il miglioramento del rendimento energeticodegli edifici nella Comunità, tenendo conto delle condizioni locali e climaticheesterne, nonché delle prescrizioni per quanto riguarda il clima degli ambienti interni el’efficacia sotto il profilo dei costi. Le disposizioni in essa contenute riguardano: a) il quadro generale di una metodologia per il calcolo del rendimento energetico in-

tegrato degli edifici;b) l’applicazione di requisiti minimi in materia di rendimento energetico degli edifici

di nuova costruzione;c) l’applicazione di requisiti minimi in materia di rendimento energetico degli edifici

esistenti di grande metratura sottoposti a importanti ristrutturazioni;d) la certificazione energetica degli edifici, e e) l’ispezione periodica delle caldaie e dei sistemi di condizionamento d’aria negli

edifici, nonché una perizia del complesso degli impianti termici le cui caldaie ab-biano più di quindici anni.

5 1. DIRETTIVE COMUNITARIE NORMATIVA

edificio: una costruzione provvista di tetto e di muri, per la quale l'energia è utilizzata per il condi-zionamento del clima degli ambienti interni; il termine può riferirsi a un intero edificio ovvero aparti di edificio progettate o ristrutturate per essere utilizzate come unità abitative a sé stanti;

rendimento energetico di un edificio: la quantità di energia effettivamente consumata o che si pre-vede possa essere necessaria per soddisfare i vari bisogni connessi a un uso standard dell'edificio,compresi, tra gli altri, il riscaldamento, il riscaldamento dell'acqua, il raffreddamento, la ventilazio-ne e l'illuminazione. Tale quantità viene espressa da uno o più descrittori calcolati tenendo contodella coibentazione, delle caratteristiche tecniche e di installazione, della progettazione e della po-sizione in relazione agli aspetti climatici, dell'esposizione al sole e dell'influenza delle struttureadiacenti, dell'esistenza di sistemi di generazione propria di energia e degli altri fattori, compresoil clima degli ambienti interni, che influenzano il fabbisogno energetico;

attestato del rendimento energetico di un edificio: un documento riconosciuto dallo Stato membroo da una persona giuridica da esso designata, in cui figura il valore risultante dal calcolo del rendi-mento energetico di un edificio effettuato seguendo una metodologia sulla base del quadro gene-rale descritto nell'allegato;

DEFINIZIONI

(segue)

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Direttiva 2009/73/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 luglio 2009 relativa anorme comuni per il mercato interno del gas naturale e che abroga la direttiva 2003/55/CE(G.U.U.E. L 211/94, 14.8.2009)

Il mercato interno del gas naturale, la cui progressiva realizzazione in tutta la Comu-nità è in atto dal 1999, ha lo scopo di offrire a tutti i consumatori dell’Unione europea,privati o imprese, una reale libertà di scelta, creare nuove opportunità commerciali eintensificare gli scambi transfrontalieri, in modo da conseguire una maggiore efficien-za, prezzi competitivi e più elevati livelli di servizio, contribuendo anche alla sicurezzadegli approvvigionamenti e allo sviluppo sostenibile.La direttiva 2003/55/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2003,relativa a norme comuni per il mercato interno del gas naturale ha fornito un contri-buto significativo alla realizzazione del mercato interno del gas naturale. La libera cir-colazione delle merci, la libertà di stabilimento e la libera fornitura dei servizi assicu-rate ai cittadini dell’Unione dal trattato, possono tuttavia essere attuate soltanto in unmercato completamente aperto, che consenta a ogni consumatore la libera scelta deifornitori e a ogni fornitore la libera fornitura ai propri clienti. Tuttavia, attualmente sifrappongono ostacoli alla vendita di gas a condizioni identiche e senza subire discri-minazioni o svantaggi nella Comunità. In particolare, non esiste ancora in tutti gli Statimembri un accesso non discriminatorio alla rete, né un livello di controlli di pari effi-cacia da parte dei regolatori nazionali.Nella comunicazione del 10 gennaio 2007 intitolata «Una politica dell’energia per l’Eu-ropa» la Commissione ha sottolineato quanto sia importante portare a compimento larealizzazione del mercato interno del gas naturale e creare condizioni di concorren-za uniformi per tutte le imprese del settore del gas naturale stabilite nella Comunità. La direttiva stabilisce norme comuni per il trasporto, la distribuzione, la fornitura elo stoccaggio di gas naturale. Essa definisce le norme relative all’organizzazione e alfunzionamento del settore del gas naturale, l’accesso al mercato, i criteri e le procedureapplicabili in materia di rilascio di autorizzazioni per il trasporto, la distribuzione, lafornitura e lo stoccaggio di gas naturale nonché la gestione dei sistemi.Le norme stabilite dalla presente direttiva per il gas naturale, compreso il GNL (GasNaturale Liquefatto), si applicano in modo non discriminatorio anche al biogas e algas derivante dalla biomassa o ad altri tipi di gas, nella misura in cui i suddetti gaspossano essere iniettati nel sistema del gas naturale e trasportati attraverso tale sistemasenza porre problemi di ordine tecnico o di sicurezza.

cogenerazione (generazione combinata di energia elettrica e termica): la produzione simultanea dienergia meccanica o elettrica e di energia termica a partire dai combustibili primari nel rispetto dideterminati criteri qualitativi di efficienza energetica;

sistema di condizionamento d'aria: il complesso di tutti i componenti necessari per un sistema ditrattamento dell'aria in cui la temperatura è controllata o può essere abbassata, eventualmente incombinazione con il controllo della ventilazione, dell'umidità e della purezza dell'aria;

caldaia: il complesso bruciatore-focolare che permette di trasferire all'acqua il calore prodotto dallacombustione;

potenza nominale utile (espressa in kW): la potenza termica massima specificata e garantita dal co-struttore come potenza che può essere sviluppata all'acqua in regime di funzionamento continuorispettando i rendimenti utili indicati dal costruttore;

pompa di calore: un dispositivo/impianto che sottrae calore a bassa temperatura dall'aria, dall'ac-qua o dal suolo e lo trasferisce all'impianto di riscaldamento di un edificio.

Dir 2009/73/CE

GAS naturale

Norme comuni

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7 1. DIRETTIVE COMUNITARIE NORMATIVA

impresa di gas naturale: ogni persona fisica o giuridica, a esclusione dei clienti finali, che svolge al-meno una delle funzioni seguenti: produzione, trasporto, distribuzione, fornitura, acquisto o stoc-caggio di gas naturale, compreso il GNL, e che è responsabile per i compiti commerciali, tecnici e/odi manutenzione legati a queste funzioni;

rete di gasdotti a monte: ogni gasdotto o rete di gasdotti gestiti e/o costruiti quale parte di un im-pianto di produzione di petrolio o gas, oppure utilizzati per trasportare gas naturale da uno o piùdi tali impianti fino a un impianto o terminale di trattamento oppure a un terminale costiero di ap-prodo;

trasporto: il trasporto di gas naturale finalizzato alla fornitura ai clienti, attraverso una rete checomprende soprattutto gasdotti ad alta pressione diversa da una rete di gasdotti «a monte» e di-versa dalla parte dei gasdotti ad alta pressione utilizzati principalmente nell’ambito della distribu-zione locale del gas naturale, a esclusione della fornitura;

gestore del sistema di trasporto: qualsiasi persona fisica o giuridica che svolge la funzione di tra-sporto ed è responsabile della gestione, della manutenzione e, se necessario, dello sviluppo del si-stema di trasporto in una data zona ed, eventualmente, delle relative interconnessioni con altri si-stemi, e di assicurare la capacità a lungo termine del sistema di soddisfare richieste ragionevoli ditrasporto di gas;

distribuzione: il trasporto di gas naturale attraverso reti di gasdotti locali o regionali per le conse-gne ai clienti, a esclusione della fornitura;

gestore del sistema di distribuzione: qualsiasi persona fisica o giuridica che svolge la funzione didistribuzione ed è responsabile della gestione, della manutenzione e, se necessario, dello sviluppodel sistema di distribuzione in una data zona ed, eventualmente, delle relative interconnessioni conaltri sistemi, e di assicurare la capacità a lungo termine del sistema di soddisfare richieste ragione-voli di distribuzione di gas;

fornitura: la vendita, compresa la rivendita, di gas naturale, compreso il GNL, ai clienti;

impresa fornitrice: ogni persona fisica o giuridica che svolge funzioni di fornitura;

impianto di stoccaggio: un impianto utilizzato per lo stoccaggio di gas naturale, di proprietà di e/ogestito da un’impresa di gas naturale, compresi gli impianti GNL utilizzati per lo stoccaggio, a esclu-sione della parte di impianto utilizzata per operazioni di produzione e degli impianti riservati esclu-sivamente ai gestori dei sistemi di trasporto nello svolgimento delle loro funzioni;

gestore dell’impianto di stoccaggio: qualsiasi persona fisica o giuridica che svolge la funzione distoccaggio ed è responsabile della gestione di un impianto di stoccaggio;

impianto GNL: un terminale utilizzato per le operazioni di liquefazione del gas naturale o l’impor-tazione, o lo scarico e la rigassificazione di GNL, e comprendente servizi ausiliari e uno stoccaggioprovvisorio necessari per il processo di rigassificazione e successiva consegna al sistema di trasportoma non comprendente le parti dei terminali GNL utilizzati per lo stoccaggio;

gestore del sistema GNL: qualsiasi persona fisica o giuridica responsabile della liquefazione del gasnaturale o dell’importazione, o dello scarico, e della rigassificazione di GNL e responsabile della ge-stione di un impianto GNL;

sistema: reti di trasporto, reti di distribuzione, impianti di GNL e/o impianti di stoccaggio di pro-prietà e/o gestiti da un’impresa di gas naturale, compresi il linepack e i relativi impianti che forni-scono servizi ausiliari nonché quelli di imprese collegate necessari per dare accesso al trasporto, alladistribuzione e al GNL;

servizi ausiliari: tutti i servizi necessari per l’accesso e il funzionamento delle reti di trasporto, dellereti di distribuzione, degli impianti di GNL e/o degli impianti di stoccaggio, compresi il bilanciamen-to del carico, la miscelazione e l’iniezione di gas inerti, a esclusione degli impianti usati solamentedai gestori dei sistemi di trasporto nello svolgimento delle loro funzioni;

linepack: lo stoccaggio di gas mediante compressione nelle reti di trasporto e di distribuzione delgas, a esclusione degli impianti riservati ai gestori dei sistemi di trasporto nello svolgimento delleloro funzioni;

DEFINIZIONI

(segue)

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interconnettore: una linea di trasporto che attraversa o siestende oltre una frontiera tra Stati mem-bri con l’unico scopo di collegare i sistemi nazionali di trasporto di tali Stati membri;

utente del sistema: una persona fisica o giuridica che rifornisce o è rifornita dal sistema;

cliente: un cliente grossista o finale di gas naturale o un’impresa di gas naturale che acquista gasnaturale;

cliente finale: un cliente che acquista gas naturale per uso proprio.

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 8

Obblighi relativi al servizio pubblico e tutela dei consumatoriUno degli aspetti più importanti e innovativi della direttiva è quello che gli Stati membripossono, nell’interesse economico generale, imporre alle imprese che operano nel settoredel gas obblighi relativi al servizio pubblico concernenti la sicurezza, compresa la si-curezza dell’approvvigionamento, la regolarità, la qualità e il prezzo delle forniture,nonché la tutela dell’ambiente, compresa l’efficienza energetica, l’energia da fonti rin-novabili e la protezione del clima. Tali obblighi sono chiaramente definiti, trasparenti,non discriminatori e verificabili, e garantiscono alle imprese di gas naturale della Comu-nità parità di accesso ai consumatori nazionali. In materia di sicurezza dell’approvvigio-namento, di efficienza energetica e di gestione della domanda e per il conseguimento de-gli obiettivi ambientali e degli obiettivi relativi all’energia da fonti rinnovabili di cui alpresente paragrafo, gli Stati membri possono attuare una programmazione a lungotermine, tenendo conto della possibilità che terzi chiedano l’accesso al sistema. Gli Stati membri adottano misure appropriate per tutelare i clienti finali e assicuranoin particolare ai clienti vulnerabili un’adeguata protezione. In questo contesto, ciascu-no Stato membro definisce il concetto di cliente vulnerabile che può riferirsi alla po-vertà energetica e, tra l’altro, al divieto di interruzione delle forniture a tali clienti inmomenti critici. Gli Stati membri garantiscono che siano applicati i diritti e gli obblighirelativi ai clienti vulnerabili. In particolare, essi adottano misure adeguate per la tuteladei clienti finali nelle zone isolate che sono allacciati al sistema del gas. Gli Stati mem-bri possono designare un fornitore di ultima istanza per i clienti allacciati al sistemadel gas. Essi garantiscono un elevato livello di tutela dei consumatori, con particolareriguardo alla trasparenza delle condizioni di contratto, alle informazioni generali e aimeccanismi di risoluzione delle controversie. Gli Stati membri provvedono affinché iclienti idonei possano facilmente cambiare di fatto fornitore. Allo scopo di promuovere l’efficienza energetica, gli Stati membri o, qualora lo Sta-to membro abbia disposto in tal senso, l’autorità di regolamentazione raccomandanovivamente che le imprese di gas naturale ottimizzino l’utilizzo del gas naturale, peresempio fornendo servizi di gestione dell’energia, sviluppando formule tariffarieinnovative o introducendo sistemi di misurazione intelligenti o, se del caso, reti in-telligenti.

Compiti dei gestori del sistema di trasporto, stoccaggio e/o GNLPer ciò che concerne il gestore del sistema di trasporto, stoccaggio e/o GNL, la diret-tiva ha indicato specifiche modalità; esso, infatti è tenuto a: • gestire, mantenere e sviluppare, a condizioni economicamente accettabili, impianti

sicuri, affidabili ed efficienti di trasporto, stoccaggio e/o GNL, per garantire unmercato aperto, nel dovuto rispetto dell’ambiente, predisponendo mezzi adeguati arispondere agli obblighi di servizio;

• astenersi da discriminazioni tra gli utenti o le categorie di utenti del sistema, inparticolare a favore di imprese a esso collegate;

Sicurezza, tutela

ambiente, fonti

rinnovabili…

Utilizzo del gas naturale

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• fornire al gestore di ogni altro sistema di trasporto, stoccaggio o GNL e/o di ogni al-tro sistema di distribuzione informazioni sufficienti per garantire che il trasportoe lo stoccaggio di gas naturale possano avvenire in maniera compatibile con il fun-zionamento sicuro ed efficiente del sistema interconnesso;

• fornire agli utenti del sistema le informazioni necessarie a un efficiente accesso alsistema.

Compiti dei gestori dei sistemi di distribuzioneL’altro aspetto importante definito dalle direttive riguarda il gestore del sistema didistribuzione, che ha la responsabilità di assicurare la capacità a lungo termine del si-stema di soddisfare richieste ragionevoli di distribuzione di gas e di gestire, mantene-re e sviluppare nella sua area, a condizioni economiche accettabili, un sistema sicuro,affidabile ed efficiente, nel dovuto rispetto dell’ambiente e dell’efficienza energetica. In ogni caso il gestore del sistema di distribuzione non deve porre in essere discrimi-nazioni tra gli utenti o le categorie di utenti del sistema, in particolare a favore dellesue società collegate.Il gestore del sistema di distribuzione è tenuto a fornire al gestore di ogni altro sistemadi distribuzione, di trasporto, di GNL e/o di stoccaggio informazioni sufficienti pergarantire che il trasporto e lo stoccaggio di gas naturale possano avvenire in manieracompatibile con il funzionamento sicuro ed efficiente del sistema interconnesso.Il gestore del sistema di distribuzione fornisce agli utenti le informazioni di cui hannobisogno per un accesso efficiente al sistema, nonché per l’uso dello stesso.Il gestore del sistema di distribuzione, qualora faccia parte di un’impresa verticalmen-te integrata, è indipendente, quantomeno sotto il profilo della forma giuridica, dell’or-ganizzazione e del potere decisionale, da altre attività non connesse alla distribuzione.Tali norme non comportano l’obbligo di separare la proprietà dei mezzi del sistema didistribuzione dall’impresa verticalmente integrata.

Direttiva 2009/72/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 luglio 2009 relativa anorme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica e che abroga la direttiva 2003/54/CE(G.U.U.E. L 211/55, 14.8.2009)

In Europa, la Direttiva 96/92, recante “Norme comuni per il mercato dell’energia elet-trica nei paesi dell’Unione Europea”, ha sancito il passaggio da uno scenario tradizio-nale caratterizzato dalla presenza di mercati monopolistici separati, a uno di tipo con-correnziale nel quale sono consentiti scambi commerciali tra i diversi Paesi. Un ulte-riore passo in avanti si è avuto con la direttiva 2003/54/CE del Parlamento europeo edel Consiglio del 26 giugno 2003 “Relativa a norme comuni per il mercato internodell’energia elettrica” che ha abrogato la direttiva 96/92/CE, e che ha proposto agliStati Membri destinatari delle disposizioni, una linea di azione finalizzata a garantirela realizzazione di un mercato interno dell’energia elettrica pienamente operativo, incui prevalgano condizioni di concorrenza leale. Ulteriore evoluzione della normativain ambito di energia elettrica, è la direttiva 2009/72/CE del Parlamento Europeo e delConsiglio del 13 luglio 2009 relativa a “Norme comuni per il mercato interno dell’ener-gia elettrica”, che abroga la precedente direttiva 2003/54/CE.La direttiva stabilisce norme comuni per la generazione, la trasmissione, la distribu-zione e la fornitura dell’energia elettrica, unitamente a disposizioni in materia di pro-tezione dei consumatori al fine di migliorare e integrare i mercati competitivi dell’ener-gia elettrica nella Comunità europea. Essa definisce le norme relative all’organizzazio-ne e al funzionamento del settore dell’energia elettrica, l’accesso aperto al mercato, icriteri e le procedure da applicarsi nei bandi di gara e nel rilascio delle autorizzazioni

Dir 2009/72/CE

Dir 2003/54/CE

9 1. DIRETTIVE COMUNITARIE NORMATIVA

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nonché nella gestione dei sistemi. La presente direttiva definisce inoltre gli obblighi diservizio universale e i diritti dei consumatori di energia elettrica, chiarendo altresì i re-quisiti in materia di concorrenza.

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 10

generazione: la produzione di energia elettrica;

produttore: la persona fisica o giuridica che produce energia elettrica;

trasmissione: il trasporto di energia elettrica sul sistema interconnesso ad altissima tensione e ad altatensione ai fini della consegna ai clienti finali o ai distributori, ma non comprendente la fornitura;

gestore del sistema di trasmissione: qualsiasi persona fisica o giuridica responsabile della gestione,della manutenzione e, se necessario, dello sviluppo del sistema di trasmissione in una data zona e,se del caso, delle relative interconnessioni con altri sistemi, e di assicurare la capacità a lungo ter-mine del sistema di soddisfare richieste ragionevoli di trasmissione di energia elettrica;

distribuzione: il trasporto di energia elettrica su sistemi di distribuzione ad alta, media e bassa ten-sione per le consegne ai clienti, ma non comprendente la fornitura;

gestore del sistema di distribuzione: qualsiasi persona fisica o giuridica responsabile della gestione,della manutenzione e, se necessario, dello sviluppo del sistema di distribuzione in una data zona e,se del caso, delle relative interconnessioni con altri sistemi, e di assicurare la capacità a lungo ter-mine del sistema di soddisfare richieste ragionevoli di distribuzione di energia elettrica;

utente del sistema: la persona fisica o giuridica che rifornisce o è rifornita da un sistema di trasmis-sione o distribuzione;

fornitura: la vendita, compresa la rivendita, di energia elettrica ai clienti;

sicurezza: la sicurezza dell’approvvigionamento di energia elettrica e la sicurezza tecnica;

efficienza energetica/gestione della domanda: un approccio globale o integrato diretto a in -fluenzare il volume e i tempi del consumo di energia al fine di ridurre il consumo di energia prima-ria e i picchi di carico, dando la priorità agli investimenti nelle misure di efficienza energetica o altremisure, come contratti di fornitura con possibilità di interruzione, rispetto agli investimenti desti-nati ad accrescere la capacità di generazione, sempre che le prime rappresentino l’opzione più ef-ficace ed economica, tenendo conto dell’impatto positivo sull’ambiente della riduzione del consu-mo di energia e degli aspetti riguardanti la sicurezza dell’approvvigionamento e i relativi costi didistribuzione;

fonti energetiche rinnovabili: le fonti energetiche rinnovabili non fossili (eolica, solare, geotermica,del moto ondoso, mare motrice, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi didepurazione e biogas);

generazione distribuita: impianti di generazione connessi al sistema di distribuzione;

DEFINIZIONI

2. Norme generali di organizzazione del settore

Al fine di realizzare un mercato dell’energia elettrica concorrenziale, sicuro e, dal pun-to di vista ambientale, sostenibile, la direttiva impone agli Stati membri di astenersi daqualsiasi discriminazione tra le imprese riguardo ai loro diritti e obblighi, imponen-do, in particolare, agli Stati membri il compito di adottare, anche mediante lo strumen-to della “programmazione a lungo termine”, le misure necessarie a far sì che le impreseelettriche nazionali siano gestite nel rispetto dei principi da essa stabiliti, con specificoriguardo al servizio pubblico e agli aspetti a esso relativi, quali la sicurezza dell’ap-provvigionamento, la regolarità, la qualità e il prezzo delle forniture, nonché la tu-tela ambientale, compresa l’efficienza energetica e la protezione del clima.In fase di determinazione dei criteri opportuni, gli Stati membri tengono in considerazione: • la sicurezza tecnica e fisica della rete elettrica, degli impianti e della relativa appa-

recchiatura;

Obblighi di sicurezza

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• la protezione della salute e della sicurezza pubblica;• la protezione dell’ambiente;• l’assetto del territorio e la localizzazione;• l’uso del suolo pubblico;• l’efficienza energetica;• la natura delle fonti primarie;• le caratteristiche specifiche del richiedente quali la capacità tecnica, economica e fi-

nanziaria delle imprese.

Compiti dei gestori del sistema di trasmissioneCiascun gestore del sistema di trasmissione è tenuto a:• garantire la capacità a lungo termine del sistema di soddisfare richieste ragionevoli

di trasmissione di energia elettrica, operare, mantenere e sviluppare, a condizionieconomiche di mercato, sistemi di trasmissione sicuri, affidabili ed efficienti, tenen-do nella debita considerazione l’ambiente;

• garantire mezzi adeguati a rispondere agli obblighi di servizio;• contribuire alla sicurezza dell’approvvigionamento mediante un’adeguata capaci-

tà di trasmissione e affidabilità del sistema;• gestire i flussi di elettricità sul sistema, tenendo conto degli scambi con altri sistemi

interconnessi. A tal fine il gestore del sistema di trasmissione è responsabile della si-curezza, affidabilità ed efficienza della rete elettrica e in tale contesto deve assicurarela disponibilità di tutti i servizi ausiliari necessari, inclusi quelli forniti in risposta al-la domanda, nella misura in cui tale disponibilità sia indipendente da ogni altro si-stema di trasmissione con cui il suo sistema sia interconnesso;

• fornire, al gestore di ogni altro sistema interconnesso con il proprio, informazionisufficienti a garantire il funzionamento sicuro ed efficiente, lo sviluppo coordinatoe l’interoperabilità del sistema interconnesso;

• assicurare la non discriminazione tra gli utenti o le categorie di utenti del sistema,in particolare a favore delle sue imprese collegate;

• fornire agli utenti del sistema le informazioni necessarie a un efficiente accesso alsistema.

I gestori dei sistemi di trasmissione sono dotati di tutte le risorse umane, tecniche,materiali e finanziarie necessarie per assolvere gli obblighi che incombono loro a nor-ma della presente direttiva e per svolgere l’attività di trasmissione di energia elettrica,in particolare: • i beni necessari per l’attività di trasmissione di energia elettrica, compreso il sistema

di trasmissione, sono proprietà del gestore del sistema di trasmissione;• il personale necessario per l’attività di trasmissione di energia elettrica, compresa

l’effettuazione di tutti i compiti dell’impresa, è assunto dal gestore del sistema di tra-smissione;

• il leasing di personale e la prestazione di servizi a favore o da parte di altre parti del-l’impresa verticalmente integrata sono vietati. Un gestore di sistemi di trasmissionepuò, tuttavia, prestare servizi all’impresa verticalmente integrata a condizione che:– la prestazione di tali servizi non crei discriminazioni tra gli utenti del sistema, sia

disponibile a tutti gli utenti del sistema alle stesse condizioni e non limiti, distorcao impedisca la concorrenza nella produzione o nella fornitura; e

– la prestazione di tali servizi abbia luogo in osservanza di condizioni approvatedall’autorità di regolamentazione.

11 2. NORME GENERALI DI ORGANIZZAZIONE DEL SETTORE NORMATIVA

Compiti dei gestori di sistema ditrasmissione

Dotazioni ai gestori di sistemi ditrasmissione

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Decisione 406/2009/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 concer-nente gli sforzi degli Stati membri per ridurre le emissioni dei gas a effetto serra al fine diadempiere agli impegni della Comunità in materia di riduzione delle emissioni di gas a effettoserra entro il 2020(G.U.U.E. L 140/136, 5.6.2009)

Il cambiamento climatico costituisce una delle minacce più importanti a livellomondiale; nel caso in cui non fosse intrapresa nessuna azione per contrastarlo si sti-ma che entro il 2013 la temperatura del pianeta potrebbe innalzarsi di circa 5,8° Ccon conseguenze gravissime, sia per l’ambiente naturale sia in termini di costi chela collettività dovrà sostenere per fronteggiare i disastri ambientali che si produr-ranno. Dagli studi scientifici effettuati risulta che i principali responsabili del riscaldamen-to planetario sono le emissioni di gas a effetto serra (ETS)derivanti dalle attivitàumane. Il percorso per combattere il cambiamento climatico comincia nel 1992 con la conven-zione Quadro UNECC firmata a Rio de Janeiro, la quale fissa per la prima volta l’obiet-tivo di stabilizzare le emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera senza però quanti-ficare gli obiettivi; nel 1997 la suddetta Convenzione è stata integrata dal Protocollo diKyoto che impegna i Paesi aderenti a ridurre complessivamente le proprie emissionidel 5% rispetto al livello del 1990 nel periodo che va dal 2008 al 2012. L’Unione Europea, che ha posto come obiettivo prioritario del Sesto Programma diazione per l’ambiente il conseguimento degli obiettivi di Kyoto, ha istituito nel 2003l’European Emission Trading System per facilitare gli Stati membri nel raggiungere l’o-biettivo di una riduzione delle emissioni pari all’8% rispetto ai livelli del 1990 nel pe-riodo 2008-2012; con la Direttiva 2004/101/CE ha poi integrato nell’EU ETS i “mecca-nismi di progetto” previsti dal Protocollo, in particolare il Joint Implementation (JI) eil Clean Development Mechanism (CDM).Con la Direttiva 2003/87/CE è stato messo a punto il sistema di scambio di quote diemissioni, dove per quota si intende il diritto di emettere una tonnellata di anidridecarbonica (CO2); dal 1° gennaio 2005 ogni impianto che rientra nel campo di applica-zione della Direttiva (impianti di combustione, raffinerie di petrolio, cokerie, impiantidi produzione di ferro, acciaio, cemento, vetro, calce, mattoni, ceramica, pasta per car-ta, carta) dovrà ottenere un’autorizzazione dall’autorità competente per poter svolge-re la propria attività; l’autorizzazione potrà essere rilasciata se l’autorità competenteaccerta che il gestore è in grado di controllare e comunicare le emissioni. Ogni Stato membro dovrà formulare un Piano Nazionale di Assegnazione (PNA) nelquale saranno determinati il numero totale di quote da assegnare e il numero di quoteche intende assegnare a ogni singolo impianto interessato, secondo i criteri dettati dal-la Commissione e in modo da rispettare gli impegni assunti con il Protocollo di Kyoto. Le imprese che non usano tutte le quote disponibili potranno venderle sul mercato aquelle imprese che, al contrario, necessitano di quote ulteriori in quanto, per vari mo-tivi, non sono riuscite a ridurre le proprie emissioni. Attraverso questo meccanismo è possibile quindi conseguire l’obiettivo di ridurre i co-sti necessari per rispettare gli impegni di Kyoto, le imprese infatti potranno sceglierese acquistare quote sul mercato o sostenere il costo necessario per ridurre le emissionidei propri impianti in base a valutazioni di convenienza; le quote acquistate rappre-sentano comunque una riduzione complessiva delle emissioni visto che solo quelle im-prese che sono in grado di investire in tecnologie e metodi di produzione puliti, po-tranno vendere le quote in eccesso. Successivamente, dando seguito a quanto annunciato nel piano d’azione per una

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 12

Dec 40/2009/CE

UNECC

Gas a effetto serra ETS

Dir 2003/87/CEQuote

di emissione

Piano Nazionale di

Assegnazione(PNA)

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politica energetica europea (approvato dal Consiglio europeo del marzo 2007) il 23gennaio 2008 la Commissione ha presentato la comunicazione “Due volte 20 per il2020 - L’opportunità del cambiamento climatico per l’Europa” con cui ha illustratoun pacchetto di interventi nel settore dell’energia e della lotta ai cambiamenti clima-tici, il cd. pacchetto clima-energia, quale contributo della Commissione al nuovoapproccio strategico integrato europeo che propone di combinare la politica energe-tica con gli obiettivi ambiziosi in materia di lotta al mutamento climatico, in parti-colare, prefiggendosi di limitare il riscaldamento del Pianeta a 2 gradi Celsius entroil 2020.Con l’entrata in vigore di tale pacchetto, l’UE si dota di nuovi strumenti per conseguiregli obiettivi che si è fissata per il 2020: ridurre del 20% le emissioni di gas a effettoserra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fontirinnovabili.Nel dettaglio il pacchetto riguarda i seguenti aspetti:• Sistema di scambio delle emissioni di gas a effetto serra:

l’obiettivo è di ridurre le emissioni dei gas serra del 21% nel 2020 rispetto al 2005. Atal fine si prevede un sistema di aste, dal 2013, per l’acquisto di quote di emissione,i cui introiti andranno a finanziare misure di riduzione delle emissioni e di adatta-mento al cambiamento climatico. Tuttavia le industrie manifatturiere che sono a for-te rischio di delocalizzazione, a causa dei maggiori costi indotti dal sistema, potran-no beneficiare di quote gratuite fino al 2027.

• Ripartizione degli sforzi per ridurre le emissioni: l’obiettivo mira a ridurre del 10% le emissioni di gas serra prodotte in settori esclusidal sistema di scambio di quote, come il trasporto stradale e marittimo o l’agricol-tura. Fissa quindi obiettivi nazionali di riduzione (per l’Italia 13%), prevedendo an-che la possibilità per gli Stati membri di ricorrere a parte delle emissioni consentiteper l’anno successivo o di scambiarsi diritti di emissione.

• Cattura e stoccaggio geologico del biossido di carbonio:viene istituito un quadro giuridico per lo stoccaggio geologico ecosostenibile dibiossido di carbonio (CO2) con la finalità di contribuire alla lotta contro il cambia-mento climatico. Fino a 300 milioni di euro, attinti dal sistema di scambio di emis-sione, finanzieranno 12 progetti dimostrativi, mentre le grandi centrali elettriche do-vranno dotarsi di impianti di stoccaggio sotterraneo.

• Accordo sulle energie rinnovabili:sono stati stabiliti obiettivi nazionali obbligatori (17% per l’Italia) per garantire che,nel 2020, una media del 20% del consumo di energia dell’UE provenga da fonti rin-novabili. Nel calcolo, a certe condizioni, potrà essere inclusa l’energia prodotta neiPaesi terzi. Viene fissato poi al 10% la quota di energia “verde” nei trasporti e i criteridi sostenibilità ambientale per i biocarburanti.

• Riduzione del CO2 da parte delle auto:è stato è fissato per le auto nuove il limite a 130 g CO2/km a partire dal 2012, da ot-tenere con miglioramenti tecnologici dei motori. Una riduzione di ulteriori 10 g do-vrà essere ricercata attraverso tecnologie di altra natura e il maggiore ricorso ai bio-carburanti.

• Riduzione dei gas a effetto serra nel ciclo di vita dei combustibili:vengono fissate specifiche tecniche per i carburanti. Viene stabilito inoltre un obiet-tivo di riduzione del 6% delle emissioni di gas serra prodotte durante il ciclo di vitadei combustibili, da conseguire entro fine 2020 ricorrendo, per esempio, ai biocarbu-ranti. L’obiettivo potrebbe salire fino al 10% mediante l’uso di veicoli elettrici e l’ac-quisto dei crediti previsti dal protocollo di Kyoto. Il tenore di zolfo del gasolio permacchine non stradali, come i trattori, andrà ridotto.

13 2. NORME GENERALI DI ORGANIZZAZIONE DEL SETTORE

Il “pacchettoclima-energia”

NORMATIVA

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 14

Livelli delle emissioni per il periodo dal 2013 al 2020Ciascuno Stato membro della UE è tenuto, entro il 2020, a limitare le sue emissionidi gas a effetto serra, rispetto alle emissioni del 2005, almeno della percentuale sta-bilita, per lo Stato membro in questione, all’allegato II della presente decisione.Ogni Stato membro con un limite negativo garantisce, anche ricorrendo alle flessibilitàpreviste dalla decisione, che le sue emissioni di gas a effetto serra nel 2013 non superi-no la media delle emissioni di gas a effetto serra relative agli anni 2008, 2009 e 2010, co-me comunicate e verificate a norma della direttiva 2003/87/CE e della decisione n.280/2004/CE.Inoltre, ogni Stato membro è tenuto a garantire che le sue emissioni di gas a effetto ser-ra nel 2013 non superino un livello definito da una traiettoria lineare, la quale inizianel 2009, dalla media delle emissioni di gas a effetto serra dello Stato membro in que-stione relative agli anni 2008, 2009 e 2010, come comunicate e verificate a norma delladirettiva 2003/87/CE e della decisione n. 280/2004/CE, e finisce nel 2020 al limite spe-cificato nella direttiva all’allegato II per quello Stato membro. Ogni Stato membro limita ogni anno le sue emissioni di gas a effetto serra linearmente,al fine di garantire che non superino il suo limite per il 2020. Entro sei mesi dal momento in cui i dati di emissione revisionati e verificati sono dispo-nibili, sono adottate misure atte a determinare le assegnazioni annuali di emissioni peril periodo dal 2013 al 2020 in termini di tonnellate di biossido di carbonio equivalente. Nel periodo dal 2013 al 2019, uno Stato membro può utilizzare in anticipo una quan-tità fino al 5% della sua assegnazione annuale di emissioni relativa all’anno succes-sivo. Se le emissioni di gas a effetto serra di uno Stato membro sono inferiori alla suaassegnazione annuale di emissioni esso può riportare all’anno successivo, fino al 2020,la parte della sua assegnazione annuale di emissioni di un dato anno eccedente le sueemissioni di gas a effetto serra di quell’anno. Inoltre lo Stato membro può richiedere per il 2013 e per il 2014 che il tasso di utilizzoanticipato del 5% venga aumentato in caso di condizioni meteorologiche estreme talida comportare negli anni in questione un aumento sostanziale delle emissioni di gas aeffetto serra rispetto ad anni con condizioni meteorologiche normali. A tal fine lo Statomembro presenta una relazione alla Commissione che motivi la richiesta. Entro tre me-si la Commissione decide se accordare un aumento dell’utilizzo anticipato. Lo Stato membro può trasferire, infine, fino al 5% della sua assegnazione annualedi emissioni per un dato anno ad altri Stati membri. Lo Stato membro ricevente puòusare tale quantità per ottemperare al suo obbligo per l’anno in questione o qualsiasianno successivo fino al 2020. Uno Stato membro non può trasferire nessuna parte dellapropria assegnazione annuale di emissioni qualora, al momento del trasferimento, ri-sulti inadempiente rispetto ai requisiti a lui richiesti.

Efficienza energeticaEntro il 2012 la Commissione valuta e notifica i progressi realizzati dalla Comunità edai suoi Stati membri nel conseguimento dell’obiettivo di ridurre il consumo energe-

Per emissioni di gas a effetto serra si intendono le emissioni di biossido di carbonio (CO2), metano(CH4), protossido di azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC) e esafluoro di zolfo(SF6) derivanti dalle categorie elencate nell’allegato I, espresse in tonnellate di biossido di carbonioequivalente, come determinate a norma della decisione n. 280/2004/CE, a esclusione delle emissionidi gas a effetto serra disciplinate dalla direttiva 2003/87/CE.

DEFINIZIONI

Emissioni di gas

a effetto serraentro il 2020

Utilizzoanticipato

del 5%di emissioni

Riduzione del consumo

energeticoentro il 2020.

Proiezioni

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tico del 20% entro il 2020 rispetto alle proiezioni per il 2020, come delineato nel pianodi azione per l’efficienza energetica. Se del caso, in particolare al fine di assistere gli Stati membri nei loro contributi allarealizzazione degli impegni comunitari di riduzione delle emissioni di gas a effettoserra, la Commissione può proporre entro il 31 dicembre 2012 misure rafforzate onuove per accelerare i miglioramenti nel campo dell’efficienza energetica.

Direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 sulla promo-zione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delleDirettive 2001/77/CE e 2003/30/CE(G.U.U.E. L 140/16, 5.6.2009)

Il controllo del consumo di energia europeo e il maggiore ricorso all’energia da fontirinnovabili, congiuntamente ai risparmi energetici e a un aumento dell’efficienzaenergetica, costituiscono parti importanti del pacchetto di misure necessarie per ri-durre le emissioni di gas a effetto serra e per rispettare il protocollo di Kyoto dellaconvenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e gli ulteriori im-pegni assunti a livello comunitario e internazionale per la riduzione delle emissioni digas a effetto serra oltre il 2012. Tali fattori hanno un’importante funzione anche nelpromuovere la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, nel favorire lo svilup-po tecnologico e l’innovazione e nel creare posti di lavoro e sviluppo regionale, spe-cialmente nelle zone rurali e isolate. In particolare, i maggiori progressi tecnologici, gliincentivi all’uso e alla diffusione dei trasporti pubblici, il ricorso a tecnologie energeti-camente efficienti e l’utilizzo nei trasporti di energia proveniente da fonti rinnovabilisono tra gli strumenti più efficaci con cui la Comunità può ridurre la sua dipendenzadalle importazioni di petrolio nel settore dei trasporti, in cui il problema della sicurez-za degli approvvigionamenti energetici è più acuto, e influenzare il mercato dei carbu-ranti per autotrazione.La produzione di energia da fonti rinnovabili dipende spesso dalle piccole e medieimprese (PMI) locali o regionali. Sono rilevanti le possibilità di crescita e di occupazio-ne negli Stati membri e nelle loro regioni riconducibili agli investimenti nella produ-zione di energia da fonti rinnovabili a livello regionale e locale.Al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra all’interno della Comunità e la di-pendenza di quest’ultima dalle importazioni di energia, è opportuno stabilire unostretto collegamento tra lo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili e l’aumento del-l’efficienza energetica.Come già analizzato precedentemente il Consiglio europeo del marzo 2007 ha ri-affermato l’impegno della Comunità a favore dello sviluppo dell’energia da fon-ti rinnovabili in tutta la Comunità oltre il 2010. Esso ha approvato un obiettivoobbligatorio del 20% di energia da fonti rinnovabili sul consumo di energiacomplessivo della Comunità entro il 2020 e un obiettivo minimo obbligatoriodel 10% che tutti gli Stati membri dovranno raggiungere per quanto riguarda laquota di biocarburanti sul consumo di benzine e diesel per autotrazione entroil 2020, da introdurre in maniera efficiente sotto il profilo dei costi. Esso ha af-fermato che il carattere vincolante dell’obiettivo per i biocarburanti è opportu-no, a condizione che la produzione sia sostenibile, che i biocarburanti di secondagenerazione vengano resi disponibili sul mercato. È essenziale elaborare e rispettare criteri di sostenibilità efficaci per i biocarburantie assicurare la reperibilità sul mercato dei biocarburanti di seconda generazione. La direttiva stabilisce un quadro comune per la promozione dell’energia da fonti rin-novabili. Fissa obiettivi nazionali obbligatori per la quota complessiva di energia da

15 2. NORME GENERALI DI ORGANIZZAZIONE DEL SETTORE NORMATIVA

Dir 2009/28/CE

PMI

Entro il 2020:20% energia da fonti rinnovabili e 10%biocarburanti

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fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia e per la quota di energia da fontirinnovabili nei trasporti. Detta norme relative ai trasferimenti statistici tra gli Statimembri, ai progetti comuni tra gli Stati membri e con i Paesi terzi, alle garanzie di ori-gine, alle procedure amministrative, all’informazione e alla formazione nonché all’ac-cesso alla rete elettrica per l’energia da fonti rinnovabili. Fissa criteri di sostenibilitàper i biocarburanti e i bioliquidi.

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 16

energia da fonti rinnovabili: energia proveniente da fonti rinnovabili non fossili, vale a dire energiaeolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica e oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica,gas residuati dai processi di depurazione e biogas;

energia aerotermica: l’energia accumulata nell’aria ambiente sotto forma di calore;

energia geotermica: energia immagazzinata sotto forma di calore sotto la crosta terrestre;

energia idrotermica: l’energia immagazzinata nelle acque superficiali sotto forma di calore;

biomassa: la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenientidall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie con-nesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e ur-bani;

consumo finale lordo di energia: i prodotti energetici forniti a scopi energetici all’industria, ai tra-sporti, alle famiglie, ai servizi, compresi i servizi pubblici, all’agricoltura, alla silvicoltura e alla pesca,ivi compreso il consumo di elettricità e di calore del settore elettrico per la produzione di elettricitàe di calore, incluse le perdite di elettricità e di calore con la distribuzione e la trasmissione;

teleriscaldamento o teleraffrescamento: la distribuzione di energia termica in forma di vapore, ac-qua calda o liquidi refrigerati, da una fonte centrale di produzione verso una pluralità di edifici ositi tramite una rete, per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi o di processi di lavorazione;

bioliquidi: combustibili liquidi per scopi energetici diversi dal trasporto, compresi l’elettricità, il ri-scaldamento e il raffreddamento, prodotti a partire dalla biomassa;

biocarburanti: carburanti liquidi o gassosi per i trasporti ricavati dalla biomassa;

DEFINIZIONI

Piani di azione nazionali per le energie rinnovabiliOgni Stato membro deve adottare un piano di azione nazionale per le energie rinno-vabili. I piani di azione nazionali per le energie rinnovabili fissano gli obiettivi na-zionali degli Stati per la quota di energia da fonti rinnovabili consumata nel settoredei trasporti, dell’elettricità e del riscaldamento e raffreddamento nel 2020, tenendoconto degli effetti di altre misure politiche relative all’efficienza energetica sul consu-mo finale di energia, e le misure appropriate da adottare per raggiungere detti obiettivinazionali generali, ivi compresi la cooperazione tra autorità locali, regionali e naziona-li, i trasferimenti statistici o i progetti comuni pianificati, le politiche nazionali per losviluppo delle risorse della biomassa esistenti e per lo sfruttamento di nuove risorsedella biomassa per usi diversi.

Calcolo della quota di energia da fonti rinnovabiliIl consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili in ogni Stato membro vienecalcolato come la somma delle seguenti voci: • consumo finale lordo di elettricità da fonti energetiche rinnovabili;• consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili per il riscaldamento e il raf-

freddamento; • consumo finale di energia da fonti energetiche rinnovabili nei trasporti.

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Garanzie di origine dell’elettricità, del calore e del freddo prodotti da fonti energetiche rinnovabiliPer provare ai clienti finali la quota o la quantità di energia da fonti rinnovabili nel mixenergetico di un fornitore di energia, in conformità alla direttiva 2003/54/CE, gli Statimembri devono assicurare che l’origine dell’elettricità prodotta da fonti energeticherinnovabili sia garantita come tale ai sensi della presente direttiva, in base a criteriobiettivi, trasparenti e non discriminatori.A tale fine, gli Stati membri assicurano che sia rilasciata una garanzia di origine su ri-chiesta di un produttore di elettricità da fonti rinnovabili. La garanzia di origine corri-sponde a una quantità standard di 1 MWh. Per ogni unità di energia prodotta non puòessere rilasciata più di una garanzia di origine. La stessa unità di energia da fonti rin-novabili può essere tenuta in considerazione una sola volta. Qualsiasi utilizzo di una garanzia d’origine avviene entro dodici mesi dalla produ-zione della corrispondente unità energetica. La garanzia d’origine è annullata dopol’uso. Gli Stati membri o gli organi competenti designati controllano il rilascio, il trasferimen-to e l’annullamento delle garanzie di origine. Gli organi competenti designati hannoresponsabilità geografiche senza sovrapposizioni e sono indipendenti dalle attività diproduzione, commercio e fornitura.Devono, inoltre, essere predisposti gli opportuni meccanismi per assicurare che le ga-ranzie di origine siano rilasciate, trasferite e annullate elettronicamente e siano precise,affidabili e a prova di frode.La garanzia di origine indica almeno: • la fonte energetica utilizzata per produrre l’energia e le date di inizio e di fine della

produzione;• se la garanzia di origine riguarda l’elettricità ovvero il riscaldamento e/o il raffred-

damento;• la denominazione, l’ubicazione, il tipo e la capacità dell’impianto nel quale l’energia

è stata prodotta;• se e in quale misura l’impianto ha beneficiato di sostegni all’investimento;• se e in quale misura l’unità energetica ha beneficiato in qualsiasi altro modo di un

regime nazionale di sostegno e il tipo di regime di sostegno;• la data di messa in servizio;• la data e il paese di rilascio;• il numero identificativo unico.

Obiettivi nazionali generali per la quota di energia da fonti rinnovabilisul consumo finale di energia nel 2020Per poter raggiungere gli obiettivi nazionali stabiliti nella seguente tabella, si sottoli-nea che la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela dell’ambiente ricono-sce la necessità di mantenere meccanismi di sostegno nazionali per la promozionedell’energia da fonti rinnovabili.

17 2. NORME GENERALI DI ORGANIZZAZIONE DEL SETTORE NORMATIVA

Garanzia di origine

Contenuti della garanziadi origine

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 18

A. Obiettivi nazionali generali Obiettivo per la quota Quota di energia da fonti di energia da fonti rinnovabili

rinnovabili sul consumo finale sul consumo finale di energia,di energia, 2005 (S2005) 2020 (S2020)

Belgio 2, 2% 13%

Bulgaria 9, 4% 16%

Repubblica ceca 6, 1% 13%

Danimarca 17, 0% 30%

Germania 5, 8% 18%

Estonia 18, 0% 25%

Irlanda 3, 1% 16%

Grecia 6, 9% 18%

Spagna 8, 7% 20%

Francia 10, 3% 23%

Italia 5, 2% 17%

Cipro 2, 9% 13%

Lettonia 32, 6% 40%

Lituania 15, 0% 23%

Lussemburgo 0, 9% 11%

Ungheria 4, 3% 13%

Malta 0, 0% 10%

Paesi Bassi 2, 4% 14%

Austria 23, 3% 34%

Polonia 7, 2% 15%

Portogallo 20, 5% 31%

Romania 17, 8% 24%

Slovenia 16, 0% 25%

Repubblica slovacca 6, 7% 14%

Finlandia 28, 5% 38%

Svezia 39, 8% 49%

Regno Unito 1, 3% 15%

Formula di normalizzazione per il computo dell’elettricità da energia idraulica e daenergia eolica.Ai fini del computo dell’elettricità da energia idraulica in un dato Stato membro si ap-plica la seguente formula:

QN(norm) = CN × [ Σ i=N–14 N Qi Ci ]/ 15

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N = anno di riferimento;QN(norm) = elettricità normalizzata generata da tutte le centrali idroelettriche dello

Stato membro nell’anno N, a fini di computo;Qi = quantità di elettricità, misurata in GWh, effettivamente generata nell’an-

no i da tutte le centrali idroelettriche dello Stato membro, escludendo laproduzione delle centrali di pompaggio che utilizzano l’acqua preceden-temente pompata a monte;

Ci = capacità totale installata, al netto dell’accumulazione per pompaggi, mi-surata in MW, di tutte le centrali idroelettriche dello Stato membro alla fi-ne dell’anno i.

19 2. NORME GENERALI DI ORGANIZZAZIONE DEL SETTORE NORMATIVA

Contenuto energetico dei carburanti per autotrazione

Carburante Contenuto energeticoper peso

(potere calorifico inferiore,MJ/kg)

Contenuto energeticoper volume

(potere calorifico inferiore,MJ/l)

Bioetanolo (etanolo prodot-to a partire dalla biomassa)

27 21

Bio-ETBE (etere etilterbutili-co prodotto a partire dalbioetanolo)

36 (di cui il 37% prodotto dafonti rinnovabili)

27 (di cui il 37% prodotto dafonti rinnovabili)

Biometanolo (metanolo pro-dotto a partire dalla biomas-sa destinato a essere usatocome biocarburante)

20 16

Bio-MTBE (etere metilterbu-tilico prodotto a partire dalbiometanolo)

35 (di cui il 22% prodotto dafonti rinnovabili)

26 (di cui il 22% prodotto dafonti rinnovabili)

Bio-DME (dimetiletere pro-dotto a partire dalla biomas-sa destinato a essere usatocome biocarburante)

28 19

Bio-TAEE (etere terziario-amil-etilico prodotto a parti-re dal bioetanolo)

38 (di cui il 29% prodotto dafonti rinnovabili)

29 (di cui il 29% prodotto dafonti rinnovabili)

Biobutanolo (butanolo pro-dotto a partire dalla biomas-sa destinato a essere usatocome biocarburante)

33 27

Biodiesel (estere metilicoprodotto a partire da oli ve-getali o animali, di tipo die-sel, destinato a essere usatocome biocarburante)

37 33

Diesel Fischer-Tropsch (idro-carburo sintetico o miscela diidrocarburi sintetici prodottia partire dalla biomassa)

44 34

(segue)

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Direttiva 2006/32/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 aprile 2006 concernentel’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva93/76/CEE del Consiglio(G.U.U.E. L 114/64, 27.4.2006)

Nella Comunità è necessario migliorare l’efficienza degli usi finali dell’energia, con-trollare la domanda di energia e promuovere la produzione di energia rinnovabile,visto che esiste un margine di manovra relativamente limitato per potere agire ancoraa breve o a medio termine sulle condizioni di approvvigionamento e di distribuzionedell’energia, creando nuova capacità o migliorando la trasmissione e la distribuzione.In tal modo la presente direttiva contribuisce a migliorare la sicurezza dell’approvvi-gionamento. Il miglioramento dell’efficienza degli usi finali dell’energia contribuirà anche alla ridu-zione del consumo di energia primaria, alla riduzione delle emissioni di CO2 e di altrigas a effetto serra e quindi alla prevenzione di un pericoloso cambiamento climatico. Scopo della direttiva è rafforzare il miglioramento dell’efficienza degli usi finali del-l’energia sotto il profilo costi/benefici negli Stati membri:

Carburante Contenuto energeticoper peso

(potere calorifico inferiore,MJ/kg)

Contenuto energeticoper volume

(potere calorifico inferiore,MJ/l)

Olio vegetale idrotrattato(olio vegetale sottoposto atrattamento termochimicocon idrogeno)

44 34

Olio vegetale puro (olio pro-dotto a partire da pianteoleaginose mediante spre-mitura, estrazione o proce-dimenti analoghi, greggio oraffinato ma chimicamentenon modificato, nei casi incui il suo uso sia compatibilecon il tipo di motori usato econ i corrispondenti requisitiin materia di emissione)

37 34

Biogas (gas combustibile pro-dotto a partire dalla biomas-sa e/o dalla frazione biode-gradabile dei rifiuti, che puòessere trattato in un impian-to di purificazione per otte-nere una qualità analoga aquella del metano, destinatoa essere usato come biocar-burante o gas di legna)

50 –

Benzina 43 32

Diesel 43 36

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 20

Dir 2006/32/CE

Scopo della direttiva

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a) fornendo gli obiettivi indicativi, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzio-nale, finanziario e giuridico necessari a eliminare le barriere e le imperfezioni esi-stenti sul mercato che ostacolano un efficiente uso finale dell’energia;

b) creando le condizioni per lo sviluppo e la promozione di un mercato dei servizienergetici e la fornitura di altre misure di miglioramento dell’efficienza energeticaagli utenti finali.

energia: qualsiasi forma di energia commercialmente disponibile, inclusi elettricità, gas naturale(compreso il gas naturale liquefatto), e il gas di petrolio liquefatto, qualsiasi combustibile da riscal-damento o raffreddamento, compresi il teleriscaldamento e il teleraffreddamento, carbone e ligni-te, torba, carburante per autotrazione (a esclusione del carburante per l'aviazione e di quello peruso marina) e la biomassa quale definita nella direttiva 2001/77/CE.

efficienza energetica: il rapporto tra i risultati in termini di rendimento, servizi, merci o energia el'immissione di energia;

miglioramento dell'efficienza energetica: un incremento dell'efficienza degli usi finali dell'energia,risultante da cambiamenti tecnologici, comportamentali e/o economici;

risparmio energetico: la quantità di energia risparmiata, determinata mediante una misurazionee/o una stima del consumo prima e dopo l'attuazione di una o più misure di miglioramento dell'ef-ficienza energetica, assicurando nel contempo la normalizzazione delle condizioni esterne che in-fluiscono sul consumo energetico;

meccanismo di efficienza energetica: strumento generale adottato dallo Stato o da autorità pubbli-che per creare un regime di sostegno o di incentivazione agli operatori del mercato ai fini della for-nitura e dell'acquisto di servizi energetici e altre misure di miglioramento dell'efficienza energetica;

programma di miglioramento dell'efficienza energetica: attività incentrate su gruppi di clienti finali e chedi norma si traducono in miglioramenti dell'efficienza energetica verificabili e misurabili o stimabili;

misura di miglioramento dell'efficienza energetica: qualsiasi azione che di norma si traduce in mi-glioramenti dell'efficienza energetica verificabili e misurabili o stimabili;

diagnosi energetica: procedura sistematica volta a fornire un'adeguata conoscenza del profilo diconsumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività e/o impianto industriale o diservizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sottoil profilo costi-benefici e riferire in merito ai risultati;

cliente finale: persona fisica o giuridica che acquista energia per proprio uso finale;

distributore di energia: persona fisica o giuridica responsabile del trasporto di energia al fine dellasua fornitura a clienti finali e a stazioni di distribuzione che vendono energia a clienti finali.

certificato bianco: certificato rilasciato da organismi di certificazione indipendenti attestante la ve-ridicità delle affermazioni degli operatori di mercato che annunciano risparmi di energia grazie amisure di miglioramento dell'efficienza energetica.

DEFINIZIONI

Obiettivi di risparmio energeticoGli Stati membri adottano e mirano a conseguire un obiettivo nazionale indicativo glo-bale di risparmio energetico, pari al 9% per il nono anno di applicazione della presentedirettiva da conseguire tramite servizi energetici e ad altre misure di miglioramento del-l’efficienza energetica. Gli Stati membri devono adottare misure efficaci sotto il profilo co-sti-benefici, praticabili e ragionevoli, intese a contribuire al conseguimento dell’obiettivo.

Diagnosi energeticheGli Stati membri sono tenuti ad assicurare la disponibilità di sistemi di diagnosienergetica efficaci e di alta qualità destinati a individuare eventuali misure di mi-glioramento dell’efficienza energetica applicate in modo indipendente a tutti i con-sumatori finali, compresi i clienti di piccole dimensioni nel settore civile, commercia-le e le piccole e medie imprese.

21 2. NORME GENERALI DI ORGANIZZAZIONE DEL SETTORE NORMATIVA

Obiettivonazionaleglobale di risparmio energetico: 9%

Sistemi di diagnosienergetica

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1 kg di carbone 28 500 0, 676 7, 9171 kg di carbon fossile 17 200-30 700 0, 411-0, 733 4, 778-8, 5281 kg di mattonelle di lignite 20 000 0, 478 5, 5561 kg di lignite nera 10 500-21 000 0, 251-0, 502 2, 917-5, 8331 kg di lignite 5 600-10 500 0, 134-0, 251 1, 556-2, 9171 kg di scisti bituminosi 8 000-9 000 0, 191-0, 215 2, 222-2, 5001 kg di torba 7 800-13 800 0, 186-0, 330 2, 167-3, 8331 kg di mattonelle di torba 16 000-16 800 0, 382-0, 401 4, 444-4, 6671 kg di olio pesante residuo (olio pesante) 40 000 0, 955 11, 1111 kg di olio combustibile 42 300 1, 010 11, 7501 kg di carburante (benzina) 44 000 1, 051 12, 2221 kg di paraffina 40 000 0, 955 11, 1111 kg di GPL 46 000 1, 099 12, 7781 kg di gas naturale (1) 47 200 1, 126 13, 101 kg di GNL 45 190 1, 079 12, 5531 kg di legname (umidità 25%) (2) 13 800 0, 330 3, 8331 kg di pellet/mattoni di legno 16 800 0, 401 4, 6671 kg di rifiuti 7 400-10 700 0, 177-0, 256 2, 056-2, 9721 MJ di calore derivato 1 000 0, 024 0, 2781 kWh di energia elettrica 3 600 0, 086 1 (3)

Fonte: Eurostat.

Tenore di energia di una serie di combustibili per il consumo finale - Tabella di conversione Fonte di energia kJ (NCV) kgep (NCV) kWh (NCV)

riscaldamento e raffreddamento (per esempio pompe di calore, nuove caldaie efficienti, installa-zione/aggiornamento efficiente di sistemi di teleriscaldamento e raffreddamento);

isolamento e ventilazione (per esempio isolamento delle cavità murarie e dei tetti, doppi/tripli vetrialle finestre, riscaldamento e raffreddamento passivo);

Settori abitativo e terziario:

(segue)

Esempi di misure di miglioramento dell’efficienza energetica ammissibili

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 22

I segmenti del mercato aventi costi di transazione più elevati e strutture non complessepossono essere raggiunti da altre misure quali i questionari e programmi informaticidisponibili su Internet e/o inviati per posta ai clienti. Gli Stati membri garantiscono ladisponibilità delle diagnosi energetiche per i segmenti di mercato in cui esse non ven-gono commercializzate.

Misurazione e fatturazione informativa del consumo energeticoOgni Stato membro deve provvedere affinché, nella misura in cui sia tecnicamentepossibile, finanziariamente ragionevole e proporzionato rispetto ai risparmi energeticipotenziali, i clienti finali di energia elettrica, gas naturale, teleriscaldamento, e/o raf-freddamento e acqua calda per uso domestico, ricevano a prezzi concorrenziali conta-tori individuali che riflettano con precisione il loro consumo effettivo e forniscano in-formazioni sul tempo effettivo d’uso.Al momento di sostituire un contatore esistente, si forniscono sempre contatori indivi-duali di questo tipo a prezzi concorrenziali, a meno che ciò sia tecnicamente impossi-bile e antieconomico in relazione al potenziale risparmio energetico preventivato alungo termine. Quando si procede a un nuovo allacciamento in un nuovo edificio o sieseguono importanti ristrutturazioni.

Contatoriindividuali

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acqua calda (per esempio installazione di nuovi dispositivi, uso diretto ed efficiente per il riscalda-mento degli ambienti, lavatrici);

illuminazione (per esempio nuove lampade e alimentatori a risparmio energetico, sistemi di controllodigitale, uso di rivelatori di movimento negli impianti di illuminazione degli edifici a uso commerciale);

cottura e refrigerazione (per esempio, nuovi apparecchi efficienti, sistemi di recupero del calore);

altre attrezzature e apparecchi (per esempio apparecchi di cogenerazione, nuovi dispositivi efficienti,sistemi di temporizzazione per l'uso ottimale dell'energia, riduzione delle perdite di energia instand_by, installazione di condensatori per ridurre la potenza reattiva, trasformatori a basse perdite);

generazione domestica di fonti di energia rinnovabile che consente di ridurre la quantità di ener-gia acquistata (per esempio applicazioni termiche dell'energia solare, acqua calda domestica, riscal-damento e raffreddamento degli ambienti a energia solare).

processi di fabbricazione di prodotti (per esempio uso più efficiente di aria compressa, condensatoe interruttori e valvole, uso di sistemi automatici e integrati, modi di stand_by efficienti);

motori e sistemi di trasmissione (per esempio aumento dell'uso dei controlli elettronici, variatori divelocità, programmazione di applicazione integrata, conversione di frequenza, motore elettrico adalto rendimento);

ventole, variatori di velocità e ventilazione (per esempio nuovi dispositivi/sistemi, uso di ventilazio-ne naturale);

gestione della risposta alla domanda (per esempio gestione del carico, sistemi di livellamento dellepunte di carico);

cogenerazione ad alto rendimento (per esempio apparecchi di cogenerazione).

Settore industriale:

modo di trasporto utilizzato (per esempio promozione di veicoli efficienti dal punto di vista ener-getico, uso efficiente dei veicoli dal punto di vista energetico compresi sistemi di adeguamento del-la pressione dei pneumatici, dispositivi di efficienza energetica e dispositivi aggiuntivi per veicoli,additivi per carburanti che migliorano l'efficienza energetica, oli a elevato potere lubrificante,pneumatici a bassa resistenza);

cambiamento dei modi di trasporto [per esempio modalità di trasporto casa/ufficio senz'auto, autoin condivisione (car sharing), cambiamento dei modi di trasporto da modalità di trasporto più ener-givore a quelle meno energivore, per passeggero/chilometro o per tonnellata/chilometro];

giornate senz'auto.

Settore dei trasporti:

norme principalmente dirette a migliorare l'efficienza energetica dei prodotti e dei servizi, compre-si gli immobili;

regimi di etichettatura energetica;

sistemi di misurazione intelligenti, quali strumenti di misurazione individuali gestiti a distanza, efatture informative;

formazione e istruzione che portano all'applicazione di tecnologie e/o tecniche efficienti dal puntodi vista energetico.

Misure intersettoriali:

regolamentazioni, tasse ecc. che hanno l'effetto di ridurre il consumo finale di energia;

campagne di informazione mirata che promuovono il miglioramento dell'efficienza energetica e lemisure di miglioramento dell'efficienza energetica.

Misure orizzontali:

23 2. NORME GENERALI DI ORGANIZZAZIONE DEL SETTORE NORMATIVA

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Determina-zione delrisparmio

energetico

Fattureenergetiche

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 24

I risparmi energetici sono determinati calcolando e/o stimando il consumo prima edopo l’applicazione della misura, prevedendo gli aggiustamenti e le normalizzazionidovuti alle condizioni esterne che generalmente influenzano il consumo energetico. Lecondizioni che generalmente influenzano il consumo energetico possono anchecambiare nel corso degli anni. Si può trattare degli effetti probabili di uno o più fattoriplausibili quali:a) condizioni atmosferiche, come i gradi/giorno;b) tasso di occupazione;c) orario di apertura degli edifici non residenziali;d) intensità della strumentazione installata (capacità); miscela di prodotti;e) capacità, livello di produzione, volume o valore aggiunto, comprese variazioni del

livello del PIL;f) programmazione per installazioni e veicoli;g) relazioni con le altre unità.

Esistono numerosi metodi di raccolta dei dati per misurare e/o stimare i risparmi ener-getici. Nel valutare un servizio energetico o una misura di miglioramento dell’efficienzaenergetica spesso è impossibile fare affidamento unicamente sulle misurazioni. Si di-stingue pertanto tra metodi per la misurazione dei risparmi energetici e metodi per lastima dei risparmi energetici; questi ultimi sono più comunemente utilizzati. Le fatture energetiche emesse in base alle rilevazioni possono costituire la base per lamisurazione nel corso di un periodo rappresentativo precedente all’introduzione dellamisura di miglioramento dell’efficienza energetica.Possono quindi essere confrontate con le fatture corrispondenti emesse dopo l’intro-duzione e l’uso della misura, sempre nel caso di un periodo di tempo rappresentativo.

Elenco di misure ammissibili di efficienza energetica per gli appalti pubbliciFatta salva la normativa nazionale e comunitaria in materia di appalti pubblici, gli Statimembri sono tenuti ad assicurare che il settore pubblico rispetti almeno due degli ob-blighi menzionati nel seguente elenco nel contesto del ruolo esemplare del settorepubblico di cui all’art. 5:a) obbligo di ricorrere agli strumenti finanziari per i risparmi energetici, compresi i

contratti di rendimento energetico, che prevedono un risparmio energetico misura-bile e predeterminato (anche qualora le pubbliche amministrazioni abbiano ester-nalizzato delle competenze);

b) obbligo di acquistare attrezzature e veicoli sulla base di elenchi di specifiche diefficienza energetica di diverse categorie di attrezzature e di veicoli. Tali elenchidovranno essere elaborati dalle autorità o agenzie competenti, avvalendosi, all’oc-correnza, di un’analisi del costo minimo del ciclo di vita o di metodi comparabiliper garantire un buon rapporto costo/efficacia;

c) obbligo di acquistare attrezzature con ridotto consumo energetico in tutte le mo-dalità, compresa la modalità stand-by, avvalendosi, all’occorrenza, di un’analisi delcosto minimo del ciclo di vita o di metodi comparabili per garantire un buon rap-porto costo/efficacia;

d) obbligo di sostituire o adeguare le attrezzature e i veicoli esistenti con le attrez-zature di cui alle lettere b) e c);

e) obbligo di utilizzare diagnosi energetiche e di attuare le risultanti raccomandazio-ni ai fini di un buon rapporto costo/efficacia;

f) obbligo di acquistare o di dare in affitto edifici o parti di edifici a basso consumoenergetico o obbligo di sostituire o adeguare edifici o parti di edifici acquistati opresi in affitto, allo scopo di renderli più efficaci sotto il profilo energetico.

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Dir 2005/32/CE

prodotto che consuma energia: un prodotto che, dopo l’immissione sul mercato e/o la messa in ser-vizio, dipende da un input di energia (energia elettrica, combustibili fossili e energie rinnovabili)per funzionare secondo l’uso cui è destinato o un prodotto per la generazione, il trasferimento ela misurazione di tale energia, incluse le parti che dipendono da input di energia e che sono desti-nate a essere incorporate in un prodotto che consuma energia contemplato dalla presente diretti-va, immesse sul mercato e/o messe in servizio come parti a sé stanti per gli utilizzatori finali, e le cuiprestazioni ambientali possono essere valutate in maniera indipendente;

componenti e sottounità: le parti destinate a essere incorporate in un prodotto che consuma energiae che non sono immesse sul mercato e/o messe in servizio come parti a sé stanti per gli utilizzatorifinali o le cui prestazioni ambientali non possono essere valutate in maniera indipendente;

DEFINIZIONI

(segue)

Direttiva 2005/32/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 6 luglio 2005 relativa all’i-stituzione di un quadro per l’elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile deiprodotti che consumano energia e recante modifica della direttiva 92/42/CEE del Consiglio edelle direttive 96/57/CE e 2000/55/CE del Parlamento europeo e del Consiglio(G.U.U.E. L 191/29, 22.7.2005)

Ai prodotti che consumano energia è imputabile una quota consistente dei consumidi risorse naturali e di energia nella Comunità. Essi producono anche numerosi impor-tanti impatti ambientali di altro tipo. Per la grande maggioranza delle categorie di pro-dotti presenti sul mercato comunitario si possono osservare livelli molto diversi di im-patto ambientale sebbene le loro prestazioni funzionali siano simili. Nell’interesse del-lo sviluppo sostenibile, dovrebbe essere incoraggiato il continuo alleggerimento del-l’impatto ambientale complessivo di tali prodotti, in particolare identificando leprincipali fonti di impatto ambientale negativo ed evitando il trasferimento dell’in-quinamento quando tale alleggerimento non comporta costi eccessivi. La progetta-zione ecologica dei prodotti costituisce un fattore essenziale della strategia comunita-ria sulla politica integrata dei prodotti. Quale impostazione preventiva finalizzata al-l’ottimizzazione delle prestazioni ambientali dei prodotti conservando contempora-neamente le loro qualità di uso, essa presenta nuove ed effettive opportunità per il fab-bricante, il consumatore e la società nel suo insieme.Il miglioramento dell’efficienza energetica — una delle cui opzioni disponibili è l’usopiù efficiente dell’elettricità — è considerato un contributo sostanziale al raggiungi-mento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nella Comunità.La domanda di elettricità è quella che presenta la maggiore crescita tra le categorie diuso finale di energia e si prevede che essa aumenterà nei prossimi 20-30 anni, in assen-za di un’azione politica che si opponga a tale tendenza. Una significativa riduzione delconsumo di energia, come suggerito dalla Commissione nel programma europeo peril cambiamento climatico (ECCP), è possibile. Il cambiamento climatico è una dellepriorità del sesto programma d’azione per l’ambiente, istituito con decisione n.1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio. Il risparmio energetico è unodei modi più efficaci, sotto il profilo dei costi, per aumentare la sicurezza dell’ap-provvigionamento e ridurre la dipendenza dalle importazioni.Dovrebbero pertanto essere adottati misure e obiettivi sostanziali sotto il profilodella domanda. È necessario agire nella fase progettuale del prodotto che consumaenergia, poiché è emerso che è in tale fase che si determina l’inquinamento provo-cato durante il ciclo di vita del prodotto ed è allora che si impegna la maggior partedei costi.

25 2. NORME GENERALI DI ORGANIZZAZIONE DEL SETTORE NORMATIVA

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misure di esecuzione: le misure adottate in forza della presente direttiva per fissare specifiche perla progettazione ecocompatibile, per determinati prodotti che consumano energia o per gli aspettiambientali a essi relativi;

immissione sul mercato: rendere disponibile per la prima volta sul mercato comunitario un prodot-to che consuma energia in vista della sua distribuzione o del suo utilizzo all’interno della Comunità,contro compenso o gratuitamente e a prescindere dalla tecnica di vendita utilizzata;

messa in servizio: il primo impiego di un prodotto che consuma energia utilizzato ai fini previstidall’utilizzatore finale;

fabbricante: la persona fisica o giuridica che fabbrica prodotti che consumano energia contemplatidalla presente direttiva e che è responsabile della conformità alla presente direttiva del prodottoche consuma energia, in vista della sua immissione sul mercato e/o messa inservizio con il nome omarchio del fabbricante o per suo uso. In mancanza di un fabbricante secondo la definizione di cuialla prima frase o di un importatore quale definito al punto 8, è considerato fabbricante la personafisica o giuridica che immette sul mercato e/o mette in servizio prodotti che consumano energiacontemplati dalla presente direttiva;

mandatario: la persona fisica o giuridica stabilita nella Comunità che ha ricevuto dal fabbricante unmandato scritto per espletare totalmente o parzialmente a suo nome gli obblighi e le formalitàconnessi alla presente direttiva;

importatore: la persona fisica o giuridica stabilita nella Comunità che immette sul mercato comu-nitario un prodotto proveniente da un paese terzo nel quadro delle sue attività;

materiali: tutti i materiali impiegati durante il ciclo di vita dei prodotti che consumano energia;

progettazione del prodotto: la serie di processi che trasformano le specifiche giuridiche, tecniche,di sicurezza, funzionali, di mercato o di altro genere cui il prodotto che consuma energia deve ot-temperare nelle specifiche tecniche di tale prodotto;

aspetto ambientale: un elemento o una funzione di un prodotto che consuma energia suscettibilidi interagire con l’ambiente durante il suo ciclo di vita;

impatto ambientale: qualsiasi modifica all’ambiente derivante in tutto o in parte dai prodotti checonsumano energia durante il loro ciclo di vita;

ciclo di vita: gli stadi consecutivi e collegati di un prodotto che consuma energia dal suo impiegocome materia prima allo smaltimento definitivo;

riutilizzo: qualsiasi operazione mediante la quale un prodotto che consuma energia o i suoi com-ponenti, giunti al termine del loro primo uso, sono utilizzati per lo stesso scopo per il quale sonostati concepiti, incluso l’uso continuato di un prodotto che consuma energia, conferito a punti diraccolta, distributori, riciclatori o fabbricanti, nonché il riutilizzo di un prodotto che consuma ener-gia dopo la rimessa a nuovo;

riciclaggio: il riciclaggio in un processo di produzione di materiali di rifiuto per lo scopo originarioo per altri scopi, escluso il recupero di energia;

recupero di energia: l’uso dei rifiuti combustibili quale mezzo per produrre energia attraverso l’in-cenerimento diretto con o senza altri rifiuti ma con recupero del calore;

recupero: ognuna delle operazioni applicabili di cui all’allegato II B della direttiva 75/442/CEE delConsiglio, del 15 luglio 1975, relativa ai rifiuti

rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto che rientri nelle categorie riportate nell’allegato I della diret-tiva 75/442/ CEE di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi;

profilo ecologico: la descrizione, in conformità alla misura di esecuzione applicabile al prodotto checonsuma energia, degli input e degli output (quali materiali, emissioni e rifiuti) connessi al prodottonel corso dell’intero suo ciclo di vita che sono significativi sotto il profilo del suo impatto ambientalee sono espressi in quantità fisiche misurabili;

prestazione ambientale: per prestazione ambientale di un prodotto che consuma energia si inten-dono i risultati della gestione degli aspetti ambientali del prodotto da parte del fabbricante comeriportati nel suo fascicolo tecnico;

miglioramento delle prestazioni ambientali: il processo di miglioramento delle prestazioni ambien-

(segue)

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 26

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3. Normativa nazionale

Legge 3 agosto 2007, n. 125: Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 18 giugno2007, n. 73, recante misure urgenti per l’attuazione di disposizioni comunitarie in materia diliberalizzazione dei mercati dell’energia(G.U. n. 188, 14.8.2007)D.L. 18 giugno 2007, n. 73: Misure urgenti per l’attuazione di disposizioni comunitarie in ma-teria di liberalizzazione dei mercati dell’energia(G.U. n. 139, 18.6.2007)

L’attività di distribuzione di energia elettrica per le imprese le cui reti alimentano al-meno 100.000 clienti finali è svolta in regime di separazione societaria rispetto all’at-tività di vendita. Tali imprese di distribuzione, costituiscono una o più apposite so-cietà per azioni alle quali trasferiscono i beni e i rapporti, le attività e le passivitàrelativi all’attività di vendita. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas adotta dispo-sizioni per la separazione funzionale, anche per lo stoccaggio di gas, secondo le diret-tive 2003/54/CE e 2003/55/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giu-gno 2003, e definisce le modalità con cui le imprese di distribuzione di energia elettri-ca o di gas naturale garantiscono, nel rispetto delle esigenze di privacy, l’accesso tempe-stivo e non discriminatorio ai dati dell’ultimo anno derivanti dai sistemi informativi edall’attività di misura, relativi ai consumi dei clienti connessi alla propria rete, stret-tamente necessari per la formulazione delle offerte commerciali e la gestione dei con-tratti di fornitura. Le imprese di vendita di energia elettrica forniscono, nelle fatture e nel materiale pro-mozionale inviato ai propri clienti finali, le informazioni sulla composizione del mixenergetico utilizzato per la produzione dell’energia elettrica fornita nel periodo dei dueanni precedenti e indicano le fonti informative disponibili sull’impatto ambientale dellaproduzione.

Legge 125/2007

Distribuzionedi energiaelettrica

D.L. 73/2007

tali di un prodotto che consuma energia, nel succedersi delle generazioni, sebbene non sia neces-sario che ciò avvenga contemporaneamente per tutti gli aspetti ambientali del prodotto;

progettazione ecocompatibile: l’integrazione degli aspetti ambientali nella progettazione del pro-dotto nell’intento di migliorarne le prestazioni ambientali nel corso del suo intero ciclo di vita;

specifica per la progettazione ecocompatibile: qualsiasi prescrizione con riferimento a un prodottoche consuma energia o alla progettazione di un siffatto prodotto intesa a migliorare le sue presta-zioni ambientali o qualsiasi prescrizione per la fornitura di informazioni con riguardo agli aspettiambientali di un prodotto che consuma energia;

specifica generale per la progettazione ecocompatibile: qualsiasi specifica per la progettazioneecocompatibile basata sul profilo ecologico di un prodotto che consuma energia senza valori limitestabiliti per particolari aspetti ambientali;

specifica particolare per la progettazione ecocompatibile: la specifica quantitativa e misurabile perla progettazione ecocompatibile riguardante un particolare aspetto ambientale di un prodotto checonsuma energia, come il consumo di energia durante l’uso, calcolata per una data unità di presta-zione di output;

norma armonizzata: una specifica tecnica adottata da un organismo di normalizzazione riconosciu-to su mandato della Commissione in conformità alle procedure stabilite nella direttiva 98/34/CE delParlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 1998, che prevede una procedura d’informazio-ne nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche, al fine di fissare una prescrizione eu-ropea, il cui rispetto non è obbligatorio.

27 3. NORMATIVA NAZIONALE NORMATIVA

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Efficienza energeticaD.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192: Attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energe-tico in edilizia, integrato con il D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311: Disposizioni correttive e in-tegrative al D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, rela-tiva al rendimento energetico in edilizia(G.U. n. 222, 23.9.2005)

Il decreto stabilisce i criteri, le condizioni e le modalità per migliorare le prestazionienergetiche degli edifici al fine di favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l’integra-zione delle fonti rinnovabili e la diversificazione energetica, contribuire a conseguiregli obiettivi nazionali di limitazione delle emissioni di gas a effetto serra posti dal pro-tocollo di Kyoto, promuovere la competitività dei comparti più avanzati attraverso losviluppo tecnologico.Il decreto disciplina in particolare:a) la metodologia per il calcolo delle prestazioni energetiche integrate degli edifici;b) l’applicazione di requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli

edifici;c) i criteri generali per la certificazione energetica degli edifici;d) le ispezioni periodiche degli impianti di climatizzazione;e) i criteri per garantire la qualificazione e l’indipendenza degli esperti incaricati

della certificazione energetica e delle ispezioni degli impianti;f) la raccolta delle informazioni e delle esperienze, delle elaborazioni e degli studi

necessari all’orientamento della politica energetica del settore;g) la promozione dell’uso razionale dell’energia anche attraverso l’informazione e la

sensibilizzazione degli utenti finali, la formazione e l’aggiornamento degli operato-ri del settore.

edificio è un sistema costituito dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volumedefinito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti e dispositivitecnologici che si trovano stabilmente al suo interno; la superficie esterna che delimita un edificiopuò confinare con tutti o alcuni di questi elementi: l'ambiente esterno, il terreno, altri edifici; il ter-mine può riferirsi a un intero edificio ovvero a parti di edificio progettate o ristrutturate per essereutilizzate come unità immobiliari a sé stanti;

edificio di nuova costruzione è un edificio per il quale la richiesta di permesso di costruire o denun-cia di inizio attività, comunque denominato, sia stata presentata successivamente alla data di en-trata in vigore del presente decreto;

prestazione energetica, efficienza energetica ovvero rendimento di un edificio è la quantità annuadi energia effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare i varibisogni connessi a un uso standard dell'edificio, compresi la climatizzazione invernale e estiva, lapreparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari, la ventilazione e l'illuminazione. Tale quan-tità viene espressa da uno o più descrittori che tengono conto della coibentazione, delle caratteri-stiche tecniche e di installazione, della progettazione e della posizione in relazione agli aspetti cli-matici, dell'esposizione al sole e dell'influenza delle strutture adiacenti, dell'esistenza di sistemi ditrasformazione propria di energia e degli altri fattori, compreso il clima degli ambienti interni, cheinfluenzano il fabbisogno energetico;

attestato di certificazione energetica o di rendimento energetico dell’edificio è il documento redat-to nel rispetto delle norme contenute nel presente decreto, attestante la prestazione energetica edeventualmente alcuni parametri energetici caratteristici dell’edificio;

e) cogenerazione è la produzione e l’utilizzo simultanei di energia meccanica o elettrica e di ener-gia termica a partire dai combustibili primari, nel rispetto di determinati criteri qualitativi di effi-cienza energetica;

DEFINIZIONI

(segue)

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 28

D.Lgs.192/2005

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sistema di condizionamento d'aria è il complesso di tutti i componenti necessari per un sistema ditrattamento dell’aria, attraverso il quale la temperatura è controllata o può essere abbassata, even-tualmente in combinazione con il controllo della ventilazione, dell'umidità e della purezza dell'aria;

generatore di calore o caldaia è il complesso bruciatore-caldaia che permette di trasferire al fluidotermovettore il calore prodotto dalla combustione;

potenza termica utile di un generatore di calore è la quantità di calore trasferita nell'unità di tempoal fluido termovettore; l'unità di misura utilizzata è il kW;

pompa di calore è un dispositivo o un impianto che sottrae calore dall’ambiente esterno o da unasorgente di calore a bassa temperatura e lo trasferisce all’ambiente a temperatura controllata;

valori nominali delle potenze e dei rendimenti sono i valori di potenza massima e di rendimento diun apparecchio specificati e garantiti dal costruttore per il regime di funzionamento continuo.

certificazione energetica dell’edificio il complesso delle operazioni svolte dai soggetti di cui all’art.4, comma 1, lett. c) per il rilascio dell’attestato di certificazione energetica e delle raccomandazioniper il miglioramento della prestazione energetica dell’edificio;

climatizzazione invernale o estiva è l’insieme di funzioni atte ad assicurare il benessere degli occu-panti mediante il controllo, all’interno degli ambienti, della temperatura e, ove presenti dispositiviidonei, della umidità, della portata di rinnovo e della purezza dell’aria.

diagnosi energetica procedura sistematica volta a fornire una adeguata conoscenza del profilo diconsumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività e/o impianto industriale o diservizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sottoil profilo costi-benefici e riferire in merito ai risultati.

fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale è la quantità di energia pri-maria globalmente richiesta, nel corso di un anno, per mantenere negli ambienti riscaldati la tem-peratura di progetto, in regime di attivazione continuo.

gradi giorno di una località è il parametro convenzionale rappresentativo delle condizioni climati-che locali, utilizzato per stimare al meglio il fabbisogno energetico necessario per mantenere gliambienti a una temperatura prefissata; l’unità di misura utilizzata è il grado giorno, GG.

impianto termico è un impianto tecnologico destinato alla climatizzazione estiva e invernale degliambienti con o senza produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari o alla sola produzionecentralizzata di acqua calda per gli stessi usi, comprendente eventuali sistemi di produzione, distri-buzione e utilizzazione del calore nonché gli organi di regolazione e di controllo; sono compresinegli impianti termici gli impianti individuali di riscaldamento, mentre non sono considerati im-pianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti, apparecchi per il riscaldamento localizzato a ener-gia radiante, scaldacqua unifamiliari; tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia assimilati agli impiantitermici quando la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al servizio della sin-gola unità immobiliare è maggiore o uguale a 15 kW.

indice di prestazione energetica EP parziale esprime il consumo di energia primaria parziale riferitoa un singolo uso energetico dell’edificio (a titolo d’esempio: alla sola climatizzazione invernale e/oalla climatizzazione estiva e/o produzione di acqua calda per usi sanitari e/o illuminazione artificia-le) riferito all’unità di superficie utile o di volume lordo, espresso rispettivamente in kWh/m2annoo kWh/m3anno.

indice di prestazione energetica EP esprime il consumo di energia primaria totale riferito all’unitàdi superficie utile o di volume lordo, espresso rispettivamente in kWh/m2anno o kWh/m3anno.

involucro edilizio è l’insieme delle strutture edilizie esterne che delimitano un edificio.

ispezioni su edifici e impianti sono gli interventi di controllo tecnico e documentale in sito, svolti daesperti qualificati incaricati dalle autorità pubbliche competenti, mirato a verificare che le opere e gliimpianti siano conformi alle norme vigenti e che rispettino le prescrizioni e gli obblighi stabiliti;

ALTRE DEFINIZIONI

(segue)

29 3. NORMATIVA NAZIONALE NORMATIVA

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Ai fini del contenimento dei consumi energetici, il decreto si applica:a) alla progettazione e realizzazione di edifici di nuova costruzione e degli impianti

in essi installati, di nuovi impianti installati in edifici esistenti, delle opere di ristrut-turazione degli edifici e degli impianti esistenti;

b) all’esercizio, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici degliedifici, anche preesistenti;

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 30

massa superficiale è la massa per unità di superficie della parete opaca compresa la malta dei giuntiesclusi gli intonaci, l’unità di misura utilizzata è il kg/m2.

ponte termico è la discontinuità di isolamento termico che si può verificare in corrispondenza agliinnesti di elementi strutturali (solai e pareti verticali o pareti verticali tra loro).

potenza termica convenzionale di un generatore di calore è la potenza termica del focolare dimi-nuita della potenza termica persa al camino in regime di funzionamento continuo; l’unità di misurautilizzata è il kW.

potenza termica del focolare di un generatore di calore è il prodotto del potere calorifico inferioredel combustibile impiegato e della portata di combustibile bruciato; l’unità di misura utilizzata è ilkW.

rendimento di combustione o rendimento termico convenzionale di un generatore di calore è ilrapporto tra la potenza termica convenzionale e la potenza termica del focolare.

rendimento globale medio stagionale dell’impianto termico è il rapporto tra il fabbisogno di energiatermica utile per la climatizzazione invernale e l’energia primaria delle fonti energetiche, ivi compresal’energia elettrica dei dispositivi ausiliari, calcolato con riferimento al periodo annuale di esercizio dicui all’art. 9 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412. Ai fini della conver-sione dell’energia elettrica in energia primaria si considera l’equivalenza: 9MJ = 1kWhe.

rendimento di produzione medio stagionale è il rapporto tra l’energia termica utile generata e im-messa nella rete di distribuzione e l’energia primaria delle fonti energetiche, compresa l’energiaelettrica, calcolato con riferimento al periodo annuale di esercizio di cui all’art. 9 del decreto delPresidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412. Ai fini della conversione dell’energia elettricain energia primaria si considera l’equivalenza: 9MJ = 1kWhe .

rendimento termico utile di un generatore di calore è il rapporto tra la potenza termica utile e lapotenza termica del focolare.

ristrutturazione di un impianto termico è un insieme di opere che comportano la modifica sostan-ziale sia dei sistemi di produzione che di distribuzione ed emissione del calore; rientrano in questacategoria anche la trasformazione di un impianto termico centralizzato in impianti termici indivi-duali nonché la risistemazione impiantistica nelle singole unità immobiliari o parti di edificio in casodi installazione di un impianto termico individuale previo distacco dall’impianto termico centraliz-zato.

schermature solari esterne sistemi che, applicati all’esterno di una superficie vetrata trasparentepermettono una modulazione variabile e controllata dei parametri energetici e ottico luminosi inrisposta alle sollecitazioni solari.

sostituzione di un generatore di calore è la rimozione di un vecchio generatore e l’installazione diun altro nuovo, di potenza termica non superiore del 10% alla potenza del generatore sostituito,destinato a erogare energia termica alle medesime utenze.

superficie utile è la superficie netta calpestabile di un edificio

terzo responsabile dell’esercizio e della manutenzione dell’impianto termico è la persona fisica ogiuridica che, essendo in possesso dei requisiti previsti dalle normative vigenti e comunque di ido-nea capacità tecnica, economica, organizzativa, è delegata dal proprietario ad assumere la respon-sabilità dell’esercizio, della manutenzione e dell’adozione delle misure necessarie al contenimentodei consumi energetici e alla salvaguardia ambientale.

trasmittanza termica flusso di calore che passa attraverso una parete per m2 di superficie della pa-rete e per grado K di differenza tra la temperatura interna a un locale e la temperatura esterna odel locale contiguo.

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Applicazionedella norma

c) alla certificazione energetica degli edifici.Nel caso di ristrutturazione di edifici esistenti, e per quanto riguarda i requisitiminimi prestazionali, è prevista un’applicazione graduale in relazione al tipo di in-tervento. A tal fine, sono previsti diversi gradi di applicazione:1) una applicazione integrale a tutto l’edificio nel caso di:

• ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l’involucro di edi-fici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2;

• demolizione e ricostruzione in manutenzione straordinaria di edifici esistentidi superficie utile superiore a 1000 m2;

2) una applicazione integrale, ma limitata al solo ampliamento dell’edificio nelcaso che lo stesso ampliamento risulti volumetricamente superiore al 20% del-l’intero edificio esistente;

3) una applicazione limitata al rispetto di specifici parametri, livelli prestaziona-li e prescrizioni, nel caso di interventi su edifici esistenti, quali:• ristrutturazioni totali o parziali, manutenzione straordinaria dell’involucro

edilizio e ampliamenti volumetrici all’infuori di quanto già previsto ai punti1) e 2);

• nuova installazione di impianti termici in edifici esistenti o ristrutturazionedegli stessi impianti;

• sostituzione di generatori di calore.Sono escluse dall’applicazione del decreto le seguenti categorie di edifici e im-pianti:a) gli immobili ricadenti nell’ambito della disciplina della parte seconda e del-

l’art. 136, comma 1, lett. b) e c) del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, recante il co-dice dei beni culturali e del paesaggio nei casi in cui il rispetto delle prescri-zioni implicherebbe una alterazione inaccettabile del loro carattere o aspettocon particolare riferimento ai caratteri storici o artistici;

b) i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali quando gli am-bienti sono riscaldati per esigenze del processo produttivo o utilizzando re-flui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili;

c) i fabbricati isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 m2.c.bis) gli impianti installati ai fini del processo produttivo realizzato nell’edifi-

cio, anche se utilizzati, in parte non preponderante, per gli usi tipici del set-tore civile.

Gli edifici di nuova costruzione sono dotati, al termine della costruzione medesi-ma e a cura del costruttore, di un attestato di certificazione energetica.

Le seguenti disposizioni si applicano agli edifici che non ricadono nel campo di appli-cazione del comma 1 con la seguente gradualità temporale e con onere a carico delvenditore o del locatore:a) a decorrere dal 1° luglio 2007, agli edifici di superficie utile superiore a 1000 m2, nel

caso di trasferimento a titolo oneroso dell’intero immobile;b) a decorrere dal 1° luglio 2008, agli edifici di superficie utile fino a 1000 m2 quadrati,

nel caso di trasferimento a titolo oneroso dell’intero immobile con l’esclusione dellesingole unità immobiliari;

c) a decorrere dal 1° luglio 2009 alle singole unità immobiliari, nel caso di trasferi-mento a titolo oneroso.

A decorrere dal 1° gennaio 2007, l’attestato di certificazione energetica dell’edificioo dell’unità immobiliare interessata, è necessario per accedere agli incentivi e alleagevolazioni di qualsiasi natura, sia come sgravi fiscali o contributi a carico di fondipubblici o della generalità degli utenti, finalizzati al miglioramento delle prestazionienergetiche dell’unità immobiliare, dell’edificio o degli impianti. Sono in ogni caso fat-

31 3. NORMATIVA NAZIONALE NORMATIVA

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Certificazioneenergetica

per gliappartamenti

di uncondominio

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 32

ti salvi i diritti acquisiti e il legittimo affidamento in relazione a iniziative già formal-mente avviate a realizzazione o notificate all’amministrazione competente, per le qualinon necessita il preventivo assenso o concessione da parte della medesima.Inoltre a decorrere dal 1° luglio 2007, tutti i contratti, nuovi o rinnovati, relativi alla ge-stione degli impianti termici o di climatizzazione degli edifici pubblici, o nei quali fi-gura comunque come committente un soggetto pubblico, debbono prevedere la pre-disposizione dell’attestato di certificazione energetica dell’edificio o dell’unità im-mobiliare interessati entro i primi sei mesi di vigenza contrattuale, con predisposizio-ne ed esposizione al pubblico della targa energetica.La certificazione per gli appartamenti di un condominio può fondarsi, oltre che sullavalutazione dell’appartamento interessato anche su:a) una certificazione comune dell’intero edificio, per i condomini dotati di un im-

pianto termico comune;b) sulla valutazione di un altro appartamento rappresentativo dello stesso condomi-

nio e della stessa tipologia.L’attestato di qualificazione energetica può essere predisposto a cura dell’interessa-to, al fine di semplificare il rilascio della certificazione energetica.Nel caso di trasferimento a titolo oneroso di interi immobili o di singole unità immo-biliari già dotati di attestato di certificazione energetica, detto attestato è allegato al-l’atto di trasferimento a titolo oneroso, in originale o copia autenticata.Nel caso di locazione di interi immobili o di singole unità immobiliari già dotati diattestato di certificazione energetica, detto attestato è messo a disposizione del con-duttore o a esso consegnato in copia dichiarata dal proprietario conforme all’originalein suo possesso.L’attestato relativo alla certificazione energetica, ha una validità temporale massimadi dieci anni a partire dal suo rilascio, ed è aggiornato a ogni intervento di ristruttu-razione che modifica la prestazione energetica dell’edificio o dell’impianto.L’attestato deve contenere i dati relativi all’efficienza energetica propri dell’edificio, ivalori vigenti a norma di legge e valori di riferimento, che consentono ai cittadini divalutare e confrontare la prestazione energetica dell’edificio. L’attestato viene, inoltre,corredato di suggerimenti in merito agli interventi più significativi ed economicamen-te convenienti per il miglioramento della predetta prestazione.Negli edifici di proprietà pubblica o adibiti a uso pubblico, la cui metratura utile to-tale supera i 1000 m2, l’attestato di certificazione energetica deve essere affisso nellostesso edificio a cui si riferisce in luogo facilmente visibile per il pubblico.

Esercizio e manutenzione degli impianti termici per la climatizzazione invernaleed estivaIl proprietario, il conduttore, l’amministratore di condominio, o per essi un terzo, chese ne assume la responsabilità, deve mantenere in esercizio gli impianti e provvedereaffinché siano eseguite le operazioni di controllo e di manutenzione secondo le prescri-zioni della normativa vigente.Inoltre, l’operatore incaricato del controllo e della manutenzione degli impianti per laclimatizzazione invernale ed estiva, deve eseguire dette attività a regola d’arte, nel ri-spetto della normativa vigente. L’operatore, al termine delle medesime operazioni, hal’obbligo di redigere e sottoscrivere un rapporto di controllo tecnico conformementeai modelli previsti dalle norme del decreto e dalle norme di attuazione, in relazionealle tipologie e potenzialità dell’impianto. La conformità delle opere realizzate rispetto al progetto e alle sue eventuali varianti,e alla relazione tecnica, nonché l’attestato di qualificazione energetica dell’edificio

Contenutidell’attestato

di certifica-zione

energetica

Rapportodi controllo

tecnico

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come realizzato, devono essere asseverati dal direttore dei lavori, e presentati al Co-mune di competenza contestualmente alla dichiarazione di fine lavori senza alcunonere aggiuntivo per il committente.

Una copia della documentazione deve essere conservata dal Comune, anche ai fini dieventuali accertamenti. A tale scopo, il Comune può richiedere la consegna della do-cumentazione anche in forma informatica.II Comune, anche avvalendosi di esperti o di organismi esterni, qualificati e indipen-denti, definisce le modalità di controllo, ai fini del rispetto delle prescrizioni del decre-to, accertamenti e ispezioni in corso d’opera, ovvero entro cinque anni dalla data di fi-ne lavori dichiarata dal committente, volte a verificare la conformità alla documenta-zione progettuale.Il costo degli accertamenti e ispezioni è posto a carico dei richiedenti.

SanzioniIl professionista qualificato che rilascia la relazione compilata senza il rispetto dellemodalità stabilite nel decreto o un attestato di certificazione o qualificazione energe-tica senza il rispetto dei criteri e delle metodologie indicati, è punito con la sanzioneamministrativa pari al 30 per cento della parcella calcolata secondo la tariffa profes-sionale applicata.Inoltre, il professionista qualificato che rilascia la relazione o un attestato di certifica-zione o qualificazione energetica non veritieri, è punito con la sanzione amministrati-va pari al 70 per cento della parcella calcolata secondo la tariffa professionale applicata;in questo caso l’autorità che applica la sanzione deve darne comunicazione all’ordine oal collegio professionale competente per i provvedimenti disciplinari conseguenti.Il direttore dei lavori che omette di presentare al Comune l’asseverazione di confor-mità delle opere e dell’attestato di qualificazione energetica contestualmente alla di-chiarazione di fine lavori, è punito con la sanzione amministrativa pari al 50 per cen-to della parcella professionale; l’autorità che applica la sanzione deve darne comuni-cazione all’ordine o al collegio professionale competente per i provvedimenti discipli-nari conseguenti.Nel caso in cui il direttore dei lavori presenti al Comune la asseverazione nella qualeattesta falsamente la correttezza dell’attestato di qualificazione energetica o la con-formità delle opere realizzate rispetto al progetto o alla relazione tecnica è punitocon la sanzione amministrativa di 5000 euro.Il costruttore che non consegna al proprietario, contestualmente all’immobile, l’origi-nale della certificazione energetica è punito con la sanzione amministrativa non infe-riore a 5000 euro e non superiore a 30000 euro.

4. Norme tecniche

La metodologia di calcolo adottata ha lo scopo di garantire risultati conformi alle mi-gliori regole tecniche, a tale requisito rispondono le normative UNI e CEN vigenti intale settore, di cui di seguito si riporta l’elenco.

La dichiarazione di fine lavori è inefficace a qualsiasi titolo se lastessa non è accompagnata da tale documentazione asseverata.Nota bene

33 3. NORMATIVA NAZIONALE NORMATIVA

Non rispettodelle modalità

Relazione non veritiera

Omessapresentazione al Comune dell’asse-verazione

Attestati falsi

Mancataconsegnadell’originaledellacertificazione

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 34

NORME QUADRO DI RIFERIMENTO NAZIONALE

UNI/TS 11300-1:2008 - Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del fabbiso-gno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernaleUNI/TS 11300-2:2008 - Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbiso-gno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di ac-qua calda sanitariaUNI 11277:2008 - Sostenibilità in edilizia - Esigenze e requisiti di ecocompatibilità dei progetti diedifici residenziali e assimilabili, uffici e assimilabili, di nuova edificazione e ristrutturazione

NORME PER LA DETERMINAZIONE DELLA PRESTAZIONE ENERGETICA DEL SISTEMA EDIFICIO-IMPIANTO

UNI/TS 11300-3:2010 - Prestazioni energetiche degli edifici - Determinazione del fabbisogno dienergia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estivaUNI EN ISO 13790:2008 - Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia peril riscaldamento e il raffrescamento

NORME PER LA CARATTERIZZAZIONE DELL’INVOLUCRO

UNI EN ISO 10211:2008 - Ponti termici in edilizia - Flussi termici e temperature superficiali - CalcolidettagliatiUNI EN ISO 6946:2008 - Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza ter-mica - Metodo di calcoloUNI EN ISO 13370:2008 - Prestazione termica degli edifici - Trasferimento di calore attraverso il ter-reno - Metodi di calcoloUNI EN ISO 13786:2008 - Prestazione termica dei componenti per l’edilizia - Caratteristiche termichedinamiche - Metodi di calcoloUNI EN ISO 13789:2008 - Prestazione termica degli edifici - Coefficienti di trasferimento del caloreper trasmissione e ventilazione - Metodo di calcoloUNI EN ISO 14683:2008 - Ponti termici in edilizia - Coefficiente di trasmissione termica lineica - Me-todi semplificati e valori di riferimentoUNI EN 13363-1:2008 - Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate - Calcolo dellatrasmittanza solare e luminosa -Metodo semplificatoUNI 11235:2007 - Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di co-perture a verdeUNI EN ISO 10077-1:2007 - Prestazione termica di finestre, porte e chiusure oscuranti - Calcolo dellatrasmittanza termica - GeneralitàUNI EN 13363-2:2006 - Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate - Calcolo dellatrasmittanza solare e luminosa - Metodo di calcolo dettagliatoUNI EN ISO 10077-2:2004 - Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Calcolo della trasmit-tanza termica - Metodo numerico per i telaiUNI EN ISO 13788:2003 - Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia -Temperatura superficiale interna per evitare l’umidità superficiale critica e condensazione intersti-ziale - Metodo di calcolo

NORME PER LA VENTILAZIONE

UNI EN 13779:2008 - Ventilazione degli edifici non residenziali - Requisiti di prestazione per i sistemidi ventilazione e di climatizzazioneUNI EN 15239:2008 - Ventilazione degli edifici - Prestazione energetica degli edifici - Linee guidaper l’ispezione dei sistemi di ventilazioneUNI EN 15240:2008 - Ventilazione degli edifici - Prestazione energetica degli edifici - Linee guidaper l’ispezione degli impianti di climatizzazioneUNI EN 15241:2008 - Ventilazione degli edifici - Metodi di calcolo delle perdite di energia dovutealla ventilazione e alle infiltrazioni in edifici commercialiUNI EN 15242:2008 - Ventilazione degli edifici - Metodi di calcolo per la determinazione delle por-tate d’aria negli edifici, comprese le infiltrazioni

ELENCO DELLE PRINCIPALI NORME TECNICHE UNI E CEN

(segue)

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35 4. NORME TECNICHE NORMATIVA

NORME DI SUPPORTO E BANCHE DATI

UNI EN 673:2005 - Vetro per edilizia - Determinazione della trasmittanza termica (valore U) - Me-todo di calcoloUNI EN 303-5:2004 - Caldaie per riscaldamento - Caldaie per combustibili solidi, con alimentazionemanuale e automatica, con una potenza termica nominale fino a 300 kW - Parte 5: Terminologia,requisiti, prove e marcaturaUNI EN 410 - Vetro per edilizia - Determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle vetrate.UNI EN ISO 7345:1999 - Isolamento termico - Grandezze fisiche e definizioniUNI 10355 - Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodo di calcolo.UNI 10349 - Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici.UNI 10351 - Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore.UNI 8065:1989 - Trattamento dell’acqua negli impianti termici ad uso civile.UNI EN 12430:2008 - Isolanti termici per edilizia - Determinazione del comportamento sotto caricoconcentratoUNI EN 12431:2008 - Isolanti termici per edilizia - Determinazione dello spessore degli isolanti perpavimenti galleggiantiUNI EN 15193:2008 - Prestazione energetica degli edifici - Requisiti energetici per illuminazioneUNI EN 15251:2008 - Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione dellaprestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico,all’illuminazione e all’acusticaUNI EN 15255:2008 - Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del carico sensibile di raffresca-mento di un ambiente – Criteri generali e procedimenti di validazioneUNI EN 15265:2008 - Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per ilriscaldamento e il raffrescamento degli ambienti mediante metodi dinamici - Criteri generali e pro-cedimenti di validazione

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La verifica degli adempimentiper il risparmio energetico e l’uso

di fonti rinnovabili nelle costruzioni

PARTE SECONDA

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1.1 Nozioni generali

Viene inoltre esaminato l’intero ciclo di vita (LCA) di un edificio, valutandone le qua-lità ambientali e funzionali attuali e future. La costruzione sostenibile comporta di:• minimizzare il consumo di risorse non rinnovabili;• contribuire al rafforzamento dell’ambiente naturale; • eliminare o minimizzare la messa in circolo di sostanze tossicheIn termini di consumo di risorse e produzione di rifiuti, il comparto edilizio rappre-senta uno dei settori dell’economia a impatto più elevato. Gli edifici contribuisconoin misura massiccia alle emissioni di gas a effetto serra sia in fase di costruzione, masoprattutto in termini di bolletta energetica per il loro uso e mantenimento. La proget-tazione di edifici e città gioca quindi un ruolo importante nell’attenuazione dei feno-meni legati al cambiamento del clima.Considerando il notevole consumo di energia associato al settore civile – legato in par-te ai materiali da costruzione (circa 11 Mtep in fonti primarie), in parte ai consumi fi-nali negli edifici del terziario e del residenziale (più di 80 Mtep in fonti primarie), e re-sponsabile di quasi metà del fabbisogno nazionale – si comprende l’importanza di por-re attenzione alla diffusione di pratiche volte all’uso efficiente dell’energia.

1.2 Progettazione dell’edificio sostenibile

L’edificio e i relativi impianti di riscaldamento, condizionamento e aerazione devonoessere progettati e realizzati in modo da richiedere, in esercizio, un basso consumo dienergia, tenuto conto delle condizioni climatiche del luogo e nel rispetto del benesseredegli occupanti. Le misure per l’ulteriore miglioramento del rendimento energetico degli edifici do-vrebbero tenere conto delle condizioni climatiche e locali, nonché dell’ambiente termi-co interno e dell’efficacia sotto il profilo dei costi.Il rendimento energetico degli edifici dovrebbe essere calcolato in base a una meto-

Si definisce edilizia sostenibile il processo che porta alla realizzazione di un edificio o infrastrutturacon un impatto minimo sull’ambiente in cui si trova. Per valutare tale impatto si considera la co-struzione stessa, il suo ambito locale, regionale e globale.

DEFINIZIONE

1. L’edilizia sostenibile

Ediliziasostenibile

Rendimentoenergeticodegli edifici

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dologia che consideri, oltre alla coibentazione, una serie di altri fattori che svolgono unruolo di crescente importanza, come il tipo di impianto di riscaldamento e condiziona-mento, l’impiego di fonti di energia rinnovabili e le caratteristiche architettonichedell’edificio. L’impostazione comune di questa analisi, svolta da esperti qualificati e/oaccreditati, la cui indipendenza deve essere garantita in base a criteri obiettivi, contri-buisce alla creazione di un contesto omogeneo per le iniziative di risparmio energeticononché un elemento di trasparenza sul mercato immobiliare.Poiché gli edifici influiscono sul consumo energetico a lungo termine, tutti i nuovi edi-fici dovrebbero essere assoggettati a prescrizioni minime di rendimento energetico,in funzione delle locali condizioni climatiche, e in particolare a un uso ottimale deglielementi relativi al miglioramento del rendimento energetico. La fattibilità tecnica, ambientale ed economica dei sistemi energetici alternativi de-ve essere verificata mediante uno studio che indichi un elenco di misure di conserva-zione dell’energia, per condizioni medie di mercato locale, che soddisfino criteri rela-tivi al rapporto costi/efficacia. Se le misure sono considerate fattibili, prima dell’iniziodei lavori possono essere necessari studi specifici.

1.3 Ristrutturazioni

Per gli edifici che superano determinate dimensioni, la ristrutturazione importantedovrebbe essere considerata un’opportunità di migliorare il rendimento energeticomediante misure efficaci sotto il profilo dei costi.

Il miglioramento del rendimento energetico globale di un edificio esistente non im-plica necessariamente una completa ristrutturazione dell’edificio e potrebbe invece li-mitarsi alle parti che sono più specificamente pertinenti ai fini del rendimento energe-tico dell’edificio e che rispondono al criterio costi/efficienza.I requisiti di ristrutturazione per gli edifici esistenti dovrebbero essere compatibilicon la funzione, la qualità o il carattere previsti dell’edificio. Dovrebbe essere quindipossibile recuperare i costi supplementari dovuti a una siffatta ristrutturazione entroun lasso di tempo ragionevole rispetto alla prospettiva tecnica di vita degli investi-menti tramite un maggiore risparmio energetico.

1.4 Certificazione energetica

La Direttiva comunitaria stabilisce che gli Stati membri provvedono a che, in fase dicostruzione, compravendita o locazione di un edificio, l’attestato di certificazioneenergetica sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo metta a disposizio-ne del futuro acquirente o locatario, a seconda dei casi. La validità dell’attestato è didieci anni al massimo.

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 40

Fattibilitàtecnica,

ambientale ed economica

dei sistemienergeticialternativi

Ristruttura-zione e

rendimentoenergetico

Attestato dicertificazione

energetica

Ristrutturazioni importanti (1) = Costo totale della ristrutturazione connesso con le muratureesterne e/o gli impianti energetici (*) è superiore al 25 % del va-lore dell’edificio

Ristrutturazioni importanti (2) = Quota superiore al 25 % delle murature esterne dell’edificio vie-ne ristrutturata

(*) = Per esempio il riscaldamento, la produzione di acqua calda, il condizionamento d’aria, la venti-lazione e l’illuminazione

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La certificazione per gli appartamenti di un condominio può fondarsi:– su una certificazione comune dell’intero edificio per i condomini dotati di un im-

pianto termico comune ovvero– sulla valutazione di un altro appartamento rappresentativo dello stesso condominio.L’attestato di certificazione energetica degli edifici deve comprendere dati di riferi-mento, quali i valori vigenti a norma di legge e i valori riferimento, che consentano aiconsumatori di valutare e raffrontare il rendimento energetico dell’edificio. L’attestatoè corredato di raccomandazioni per il miglioramento del rendimento energetico in ter-mini di costi-benefici. L’obiettivo degli attestati di certificazione è limitato alla fornitu-ra di informazioni e qualsiasi effetto di tali attestati in termini di procedimenti giudi-ziari o di altra natura sono decisi conformemente alle norme nazionali.La riduzione dei consumi di energia e di emissioni sono gli obiettivi alla base delladirettiva sulla certificazione energetica degli edifici. La certificazione energetica degliedifici, introdotta dalla Direttiva 2002/91/CE, è intesa soprattutto come uno strumen-to di trasformazione del mercato immobiliare: attraverso un sistema simile a quelloadottato con successo per gli elettrodomestici, mira a sensibilizzare gli utenti sugliaspetti energetici all’atto della scelta dell’immobile. Il processo dovrebbe inoltre porta-re a una migliore conoscenza dei consumi energetici nei settori residenziale e terziario,che continuano a trainare la domanda di energia, consentendo al legislatore di interve-nire con maggiore efficacia.Lo scopo principale della direttiva comunitaria 2002/91/CE era quello di aumentarel’efficienza energetica nell’edilizia, specie per quel che riguarda la climatizzazione (in-vernale ed estiva) delle abitazioni e, al contempo, di contenere e ridurre i consumi dienergia causati dall’impiego poco razionale delle c.d. fonti di energia non rinnovabili(soprattutto, petrolio e gas metano e, di conseguenza, energia elettrica prodotta da talifonti). L’Attestato di certificazione energetica dovrebbe descrivere la reale situazionedell’edificio in termini di rendimento energetico e può essere riveduto nel tempo. La Finanziaria 2008 ha ribadito che, come già espresso dal D.Lgs. n. 192/2005, dal 2009il permesso di costruzione deve essere subordinato alla certificazione edilizia e che,per le nuove costruzioni, il rilascio del certificato di agibilità al permesso di costruire èsubordinato alla presentazione della medesima.Sebbene il D.L. n. 112/2008 abbia cancellato l’obbligo di allegare la certificazione ener-getica agli atti di compravendita e locazione rimane, comunque, l’obbligatorietà diprodurre tale documento e consegnarlo al compratore o al locatario. La Direttiva 2002/91/CE non indica un procedimento unico per la certificazione, la-sciando libertà di scelta ai paesi membri. Ciò, se da un lato permette di tenere contodelle peculiarità delle diverse aree nella predisposizione delle linee guida, dall’altrorende difficile trovare quell’uniformità che consentirebbe un confronto a livello comu-nitario (e forse anche nazionale) delle prestazioni degli edifici.

Fissazione di requisiti di rendimento energeticoObiettivi della normativa sull’argomento è stabilire la metodologia per il calcolo delleprestazioni energetiche degli edifici, i criteri generali per la certificazione energeticadegli edifici, le ispezioni periodiche degli impianti di climatizzazione, la raccolta delleinformazioni e delle esperienze necessarie all’orientamento della politica energeticanel settore, la promozione dell’uso razionale dell’energia anche attraverso l’informa-zione e la sensibilizzazione degli utenti finali.La disciplina si applica agli edifici di nuova costruzione e agli edifici oggetto di ri-strutturazione “estesa”, per quel che concerne gli edifici esistenti di superficie utile pa-ri a mq. 1.000, la disposizione si applica nei casi di interventi di ristrutturazione inte-grale dell’involucro oppure per demolizione e ricostruzione; l’applicazione degli stan-dard di rendimento energetico prescritta per le nuove costruzioni viene stabilita, altresì,

41 1.4 CERTIFICAZIONE ENERGETICA

Certificazioneenergetica degli edifici, introdotta dalla Direttiva2002/91/CE

Aumentarel’efficienzaenergeticanell’edilizia

Metodologiaper il calcolodelleprestazionienergetichedegli edifici

EDILIZIASOSTENIBILE

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nei casi di ampliamento, purché questo risulti volumetricamente superiore al 20%dell’intero edificio esistente.Sotto il profilo temporale, si prescrive che tutti gli edifici presenti in Italia debbanodotarsi della “certificazione energetica”, secondo una cadenza variabile nel caso ditrasferimento a titolo oneroso degli immobili, incluso le singole unità immobiliari;inoltre l’attestato di certificazione energetica (dell’edificio o della singola abitazione) èrichiesto per beneficiare dei vari incentivi e agevolazioni connessi a interventi sull’edi-ficio medesimo o sugli impianti oppure alle modalità di esercizio o di approvvigiona-mento energetico dei medesimi impianti (per esempio detrazione fiscale in caso di so-stituzione della caldaia della centrale termica); Esaminiamo i casi particolari facendo riferimento alla Direttiva comunitaria:Gli edifici di nuova costruzione devono soddisfare i requisiti minimi di rendimentoenergetico. Per gli edifici di nuova costruzione la cui metratura utile totale supera i1.000 m2, la fattibilità tecnica, ambientale ed economica di sistemi alternativi è valutatae tenuta presente prima dell’inizio dei lavori di costruzione (per esempio sistemi difornitura energetica decentrati basati su energie rinnovabili, cogenerazione, sistemi diriscaldamento e climatizzazione a distanza (complesso di edifici/condomini), se dis-ponibili, pompe di calore, ecc.)Gli edifici esistenti di metratura totale superiore a 1.000 m2, se subiscono ristrutturazio-ni importanti, devono migliorare il loro rendimento energetico al fine di soddisfare i re-quisiti minimi per quanto tecnicamente, funzionalmente ed economicamente fattibile.

Interventi tecnici sugli immobiliLe azioni citate dovrebbero comportare ricadute positive, tra le quali si possono ipotizzare: • la spinta del mercato immobiliare verso l’acquisto di edifici o abitazioni a basso

consumo di energia; • la riduzione del costo per l’energia elettrica per ciascuna unità familiare; • lo sviluppo dell’industria delle costruzioni, dei relativi componenti e servizi con

corrispondente aumento occupazionale; • la nascita di un nuovo tipo di consulenza ad alto profilo energetico per le relative

attività di diagnosi.Nei casi di immobili nuovi e di ristrutturazioni di edifici con superficie utile superio-re a m2 1.000, diventa obbligatoria la presenza di sistemi schermanti esterni, consen-tendo così una forte riduzione dei consumi elettrici causati dal condizionamento esti-vo; viene agevolato, altresì, il percorso procedurale per sostituire i vecchi impianti diriscaldamento con caldaie ad alta efficienza nelle zone climatiche più fredde.Si noti anche l’importanza della realizzazione di impianti fotovoltaici in corrispon-denza dei lastrici solari degli edifici, obbligatori per tutti i nuovi edifici – derogabilesolo con relazione tecnica motivata – e convenienti anche per le agevolazioni fiscali direcente introdotte dalla legge finanziaria 2007, e attuate con il D.M. 19 febbraio 2007.Per quanto riguarda lo sviluppo delle fonti rinnovabili, già l’allegato I del D.Lgs. n.192/2005, modificato dal D.Lgs. n. 311/2006, aveva reso obbligatorio, per tutte le ca-tegorie di edifici pubblici e privati, l’utilizzo di fonti rinnovabili e assimilate per laproduzione di energia termica ed elettrica; circa le modalità applicative di tali obbli-ghi, le prescrizioni minime, le caratteristiche tecniche e costruttive degli impianti ven-gono fornite indicazioni di massima, prevedendo, nel caso di edifici di nuova costru-zione o nuova installazione di impianti termici o di ristrutturazione degli impianti ter-mici esistenti, che l’impianto di produzione di energia termica sia progettato e realiz-zato in modo da coprire almeno il 50% del fabbisogno annuo di energia primaria ri-chiesta per la produzione di acqua calda sanitaria con l’utilizzo delle fonti di energiarinnovabili (limite ridotto al 20% per gli edifici situati nei centri storici).

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 42

Certificazioneenergetica

Edifici di nuova

costruzione

Edificiesistenti

Sistemischermanti

esterni

Impiantifotovoltaici

Sviluppo delle fonti rinnovabili

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Il responsabile tecnico dell’impresa svolge la sua attività presso una sola impresa e lasua qualifica è incompatibile con ogni altra attività continuativa. Le imprese che inten-dono svolgere le attività sugli impianti sopra descritti presentano una dichiarazione diinizio attività, secondo quanto previsto dall’art. 19 della legge 241 del 7 agosto 1990, eindicano quali attività intendono svolgere, specificando gli impianti di riferimento einoltre dichiarano il possesso dei requisiti tecnico-professionali richiesti per i lavori darealizzare. Le imprese artigiane presentano la domanda sopra descritta unitamente al-la domanda di iscrizione all’albo delle imprese artigiane e le altre imprese presentanola dichiarazione unitamente alla domanda di iscrizione al registro delle imprese. Le imprese non installatrici, che dispongono di uffici tecnici interni, sono autorizzateall’installazione, alla trasformazione, all’ampliamento e alla manutenzione degli im-pianti relativi esclusivamente alle proprie strutture interne e nei limiti della tipologiadei lavori per i quali il responsabile possiede i requisiti sopra descritti. Tutte le citateimprese, alle quali siano stati riconosciuti i requisiti tecnicoprofessionali, hanno dirittoa ottenere un certificato di riconoscimento, secondo modelli approvati con D.M. indu-stria, commercio e artigianato dell’11 giugno 1982 e che è rilasciato dalle competentiCommissioni provinciali per l’artigianato o dalle competenti Camere di commercio.

1.5 La progettazione degli impianti

La legge stabilisce l’obbligo della redazione di un progetto in occasione dell’installa-zione, della trasformazione e l’ampliamento di tutti gli impianti sopra descritti conesclusione degli impianti di sollevamento di persone o cose per mezzo di ascensori, dimontacarichi o di scale mobili. Il progetto, a seconda degli impianti interessati e dellaloro tipologia, è redatto da un professionista iscritto negli albi professionali secondola specifica competenza tecnica richiesta oppure dal responsabile tecnico dell’impresainstallatrice per gli impianti residui e non compresi tra quelli riservati all’attività delpredetto professionista.

43 1.5 LA PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI

Il responsabiletecnicodell’impresa

L’obbligo dellaredazione di un progetto

EDILIZIASOSTENIBILE

Le imprese iscritte nel registro delle imprese, previsto dal D.P.R. 581 del 7 dicembre 1995, o nell’albodelle imprese artigiane, previsto dalla legge 443 dell’8 agosto 1985, qualora l’imprenditore indivi-duale o il legale rappresentante o il responsabile tecnico di tali imprese siano in possesso dei requi-siti professionali previsti.

I SOGGETTI ABILITATI ALL’ATTIVITÀ SUGLI IMPIANTI

– diploma di laurea in materia tecnica specifico conseguito in un’università statale o legalmente ri-conosciuta;

– diploma o qualifica conseguita al termine di una scuola secondaria statale o legalmente ricono-sciuta del secondo ciclo con la specializzazione relativa agli impianti e seguita da un tirociniobiennale presso un’impresa del settore;

– titolo o attestato conseguito ai sensi della legislazione vigente in materia di formazione profes-sionale, previo un periodo di inserimento di almeno quattro anni consecutivi alle dirette dipen-denze di un’impresa del settore;;

– prestazione lavorativa svolta, alle dirette dipendenze di un’impresa abilitata nel ramo di attivitàcui si riferisce la prestazione dell’operaio installatore per un periodo non inferiore a tre anni,escluso quello computato ai fini dell’apprendistato e quello svolto come operaio qualificato, inqualità di operaio installatore con la qualifica di specializzato nelle attività di installazione, di tra-sformazione, di ampliamento e di manutenzione degli impianti sopra descritti

REQUISITI PROFESSIONALI PER LO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ SUGLI IMPIANTI

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 44

Impiantielettrici

Regoladell’arte

In particolare, il professionista iscritto negli albi professionali redige i progetti relativi a:– impianti elettrici (di produzione, trasformazione, trasporto, utilizzazione dell’e-

nergia elettrica, impianti di protezione contro le scariche atmosferiche, impianti perl’automazione di porte, di cancelli e di barriere) per tutte le utenze condominiali eper le utenze domestiche di singole unità abitative aventi potenza impegnata su-periore a 6 kW o per utenze domestiche di singole unità abitative di superficie su-periore a 400 mq;

– impianti elettrici realizzati con lampade fluorescenti a catodo freddo, collegati aimpianti elettrici, per i quali è obbligatorio il progetto e in ogni caso per impiantidi potenza complessiva maggiore di 1.200 VA resa dagli alimentatori;

– impianti elettrici (di produzione, trasformazione, trasporto, utilizzazione dell’e-nergia elettrica, impianti di protezione contro le scariche atmosferiche, impianti perl’automazione di porte, di cancelli e di barriere) relativi agli immobili adibiti adattività produttiva, al commercio, al terziario e ad altri usi, quando le utenze sonoalimentate a tensione superiore a 1.000 V, inclusa la parte in bassa tensione, e quan-do le utenze sono alimentate in bassa tensione aventi la portata impegnata superio-re a 6 kW o qualora la superficie superi i 200 mq;

– impianti elettrici relativi a unità immobiliari provviste, anche solo parzialmente,di ambienti soggetti a una normativa specifica del CEI, in caso di locali adibiti a usomedico o per i quali sussista un pericolo di esplosione o soggetti a maggiore peri-colo di incendio, nonché per gli impianti di protezione da scariche atmosferiche inedifici di volume superiore a 200 metri cubi;

– impianti radiotelevisivi o antenne o impianti elettronici quando coesistono conimpianti elettrici con obbligo di progettazione;

– impianti di riscaldamento, di climatizzazione, di condizionamento e di refrigera-zione, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e di venti-lazione e di aerazione dei locali dotati di canne fumarie collettive ramificate e im-pianti di climatizzazione per tutte le utilizzazioni aventi una potenzialità frigoriferasuperiore a 40.000 frigorie/ora;

– impianti per la distribuzione e l’utilizzazione del gas di qualsiasi tipo, compresele opere di evacuazione dei prodotti della combustione e di ventilazione e aerazionedei locali e relativi alla distribuzione e all’utilizzazione di gas combustibili con laportata termica superiore a 50 kW o dotati di canne fumarie collettive ramificate, im-pianti relativi a gas medicali per uso ospedaliero e simili, compreso lo stoccaggio;

– impianti di protezione antincendio se sono inseriti in un’attività soggetta al rila-scio del certificato di prevenzione incendi e, comunque, quando gli idranti sono innumero pari o superiore a 4 o gli apparecchi di rilevamento sono in numero pari osuperiore a 10.

La regola dell’arte, secondo la quale devono essere redatti i progetti, è costituita dallarispondenza alla vigente normativa, alle indicazioni delle guide e delle norme emanatedall’UNI, dal CEI o da altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membridell’Unione europea o che sono parti contraenti dell’accordo sullo spazio economicoeuropeo.La predetta norma appare assai importante poiché supera la dicotomia tra la norma-tiva nazionale e quella europea in base alla quale, in passato, erano state negate l’e-quivalenza e la coesistenza della normativa tecnica europea con quella italiana e per-tanto si negava decisamente l’ingresso della prima all’interno del nostro Stato. Il progetto contiene:– gli schemi dell’impianto e i disegni planimetrici;– una relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell’installazione, della

trasformazione o dell’ampliamento dell’impianto stesso, con particolare riguardo

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alla tipologia e alle caratteristiche dei materiali e dei componenti da utilizzare e allemisure di prevenzione e di sicurezza da adottare;

Qualora intervengano variazioni sull’impianto in corso d’opera, il progetto deve es-sere integrato con la necessaria documentazione che attesti le varianti che, oltre alprogetto, l’installatore deve rispettare nella dichiarazione di conformità. Infine il pro-getto, entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori, deve essere depositato presso losportello per l’edilizia del comune in cui deve essere realizzato l’impianto.

La realizzazione e l’installazione degli impiantiLe imprese realizzano gli impianti secondo la regola dell’arte e in conformità allanormativa vigente e sono responsabili della corretta esecuzione degli stessi. La re-gola dell’arte è la stessa già vista per la redazione del progetto e pertanto consiste nel-la rispondenza delle attività svolte alla vigente normativa, alle indicazioni delle guidee delle norme emanate dall’UNI, dal CEI o da altri Enti di normalizzazione apparte-nenti agli Stati membri dell’Unione europea o che sono parti contraenti dell’accordosullo spazio economico europeo. Tale equiparazione supera definitivamente la defini-zione nazionalista di regola dell’arte nell’installazione degli impianti contemplatadall’art. 5 del D.P.R. 447/1991 (regolamento di esecuzione della legge 46/1990) che re-citava: «I materiali e componenti costruiti secondo le norme tecniche per la salvaguar-dia della sicurezza dell’UNI e del CEI, nonché nel rispetto della legislazione tecnica vi-gente in materia di sicurezza, si considerano costruiti a regola d’arte... Gli impianti rea-lizzati in conformità alle norme tecniche dell’UNI e del CEI, nonché alla legislazionetecnica vigente, si intendono costruiti a regola d’arte».Per le attività produttive si applicano le norme generali di sicurezza previste dall’art.1 del D.P.R. 31 marzo 1989 (ovvero la normativa di igiene e di sicurezza sul lavoro). Gliimpianti elettrici più vecchi, vale a dire quelli realizzati all’interno delle unità immobi-liari prima del 13 marzo 1990 (epoca della prima entrata in vigore della legge 46/1990),si considerano adeguati se siano dotati di sezionamento e di protezione contro le so-vracorrenti posti all’origine dell’impianto, di protezione contro i contatti diretti, di pro-tezione contro i contatti indiretti o protezione con un interruttore differenziale aventeuna corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA.

La dichiarazione di conformità e il regime sanzionatorioAl termine dei lavori l’impresa installatrice deve compiere le seguenti attività:– effettuare preventivamente le verifiche previste dalla legislazione vigente, com-

prese quelle di funzionalità dell’impianto;– rilasciare al committente la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati

nel rispetto delle norme previste dall’articolo relative alla realizzazione e installa-zione degli impianti;

– redigere la dichiarazione sulla base dei moduli redatti secondo l’allegato I di cuifanno parte integrante la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati eil progetto previsto dall’art. 5.

Qualora il progetto sia redatto dal responsabile tecnico dell’impresa installatrice, l’ela-borato tecnico è costituito almeno dallo schema dell’impianto da realizzare, inteso co-me descrizione funzionale ed effettiva dell’opera da eseguire eventualmente integrato

45 1.5 LA PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI

Variazionisull’impianto in corso d’opera

Dichiarazione di conformitàdegli impianti

Dichiarazione

Verifiche

EDILIZIASOSTENIBILE

Nei luoghi a maggior rischio di incendio e in quelli con pericoli diesplosione, particolare attenzione deve essere posta nella scelta dei materiali e deicomponenti da utilizzare nel rispetto della specifica normativa tecnica vigente.

Attenzione!

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 46

Obblighi del commit-

tente o delproprietario

Certificato di agibilità

con la necessaria documentazione tecnica attestante le varianti introdotte in corso d’o-pera. Assai importante è la precisazione secondo la quale in caso di rifacimento parzia-le di impianti, il progetto, la dichiarazione di conformità e l’attestazione di collaudo,ove previsto, si riferiscono alla sola parte degli impianti oggetto dell’opera di rifacimen-to, ma tengono conto, comunque, della sicurezza e della funzionalità dell’intero impian-to. Allorquando la dichiarazione di conformità sia redatta da un responsabile degliuffici interni delle imprese non installatrici, deve essere utilizzato il modello II del de-creto. Se la dichiarazione di conformità non sia stata prodotta o non sia reperita, è pos-sibile sostituirla, per gli impianti eseguiti prima dell’entrata in vigore del D.M. 37/2008,da una dichiarazione di rispondenza resa da un professionista iscritto all’albo profes-sionale per le specifiche competenze tecniche richieste, che abbia esercitato la professio-ne per almeno 6 anni nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione. Tale dichiarazione di rispondenza è rilasciata dal predetto professionista sotto la suapersonale responsabilità a seguito di un sopralluogo e all’esecuzione di accertamenti.Per gli impianti che non necessitino la redazione di un progetto realizzato da un pro-fessionista iscritto all’albo professionale corrispondente alla specializzazione richiestaper eseguire l’impianto, la dichiarazione di rispondenza può essere realizzata da unsoggetto che ricopre da almeno 5 anni il ruolo di responsabile tecnico di un’impresaabilitata operante nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione.

Gli obblighi del committente o del proprietarioSussiste in capo al committente l’obbligo di affidare i lavori di installazione, di trasfor-mazione, di ampliamento e di manutenzione straordinaria degli impianti sopradescrit-ti a imprese abilitate.Obblighi:– deve adottare le misure necessarie per conservare le caratteristiche dell’impianto

previste dalla normativa in materia, tenendo conto delle istruzioni per l’uso e lamanutenzione predisposte dall’impresa installatrice dell’impianto e dei fabbricantidelle apparecchiature installate. A tal proposito il decreto precisa che, nonostantel’esistenza dei predetti obblighi di manutenzione dell’impianto da parte del pro-prietario, resta la responsabilità delle aziende fornitrici o distributrici per le partidell’impianto e delle relative componenti tecniche dai medesimi installate o gestite;

-– il committente, specialmente in tutti i casi di nuova fornitura e di variazione dellaportata termica del gas, entro 30 giorni dall’allacciamento di una nuova fornitura digas, di energia elettrica, di acqua, all’interno degli edifici di qualsiasi destinazione d’u-so, consegna al distributore o al venditore copia della dichiarazione di conformitàdell’impianto e redatta secondo quanto stabilito dall’allegato I, esclusi i relativi allega-ti obbligatori.

Il certificato di agibilità Il certificato di agibilità viene emesso dalle competenti autorità allorquando sianostati prodotti la dichiarazione di conformità e il certificato di collaudo degli impiantiinstallati come previsto dalle leggi vigenti.

Il certificato di agibilità viene rilasciato in relazione alle nuove costruzioni, alle rico-struzioni o sopraelevazioni totali o parziali, agli interventi sugli edifici esistenti che

Il certificato di agibilità attesta in un edificio la sua conformità e quelladegli impianti in esso installati alle condizioni definite dalla legislazione vigente, disicurezza, di igiene, di salubrità e di risparmio energetico.

Principio

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possano comportare modifiche alle sue condizioni sopra descritte, pertanto il certifica-to di agibilità identifica un edificio sotto il profilo della sicurezza e assume una parti-colare importanza ai fini della prevenzione di incidenti. Sono tenuti a richiederlo, in occasione dell’esecuzione degli interventi sopra descritti, ilsoggetto titolare del permesso di costruire e il soggetto che ha presentato la denunciadi inizio di attività e persino i loro successori e aventi causa. La sua mancata richiestaprevede la sanzione amministrativa pecuniaria da 77 a 464 ⇔. Inoltre, al fine di fareemergere le costruzioni abusive è previsto un obbligo generale di denuncia delle opereultimate entro la data del 17 marzo 1985 e che non siano ancora state iscritte al catasto.

In relazione alle opere di installazione, di trasformazione e di ampliamento di im-pianti che sono connesse a interventi edilizi per i quali ricorre l’obbligo del rilascio delpermesso di costruire o della presentazione della dichiarazione di inizio di attività, isoggetti che hanno presentato tali atti depositano il progetto degli impianti da realiz-zare presso lo sportello unico per l’edilizia del comune dove deve essere realizzatol’impianto. Tale ufficio trasmette la copia della dichiarazione di conformità alla Came-ra di commercio, industria, artigianato e agricoltura nella cui circoscrizione ha sedel’impresa esecutrice dell’impianto che, a sua volta, provvede ai controlli sull’iscrizionedelle imprese installatrici al registro delle imprese o all’albo provinciale delle impresee artigiane e alle contestazioni e notificazioni delle eventuali violazioni accertate e al-l’irrogazione delle sanzioni amministrative. Il sistema di controlli incrociati sulle di-chiarazioni di conformità costituisce una significativa innovazione rispetto alla legge46/1990 la quale non prevedeva tale verifica. Al fine di favorire la trasparenza nell’at-tività del settore è previsto che, all’inizio dei lavori per la costruzione o la ristruttura-zione dell’edificio contenente gli impianti tecnologici sopra descritti, l’impresa instal-latrice affigga un cartello da cui risultino i propri dati identificativi, e se è prevista laredazione del progetto da parte dei soggetti preposti, il nome del progettista dell’im-pianto o degli impianti.

La manutenzione degli impiantiIl principio generale è che la manutenzione ordinaria degli impianti non comportaper l’operatore la redazione di un progetto, né il rilascio dell’attestazione del collau-do e che il committente non deve rivolgersi a imprese abilitate, a meno che tale attivitàsia necessaria per ottenere l’allacciamento dell’impianto a una rete di distribuzione dienergia elettrica, di gas o di acqua.

47 1.5 LA PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI

Manutenzioneordinaria

Controlli sulledichiarazioni di conformità

EDILIZIASOSTENIBILE

– la dichiarazione di conformità e il progetto dell’impianto;– il certificato di collaudo dell’impianto installato, ove previsto.

DOCUMENTI DA DEPOSITARE ALLO SPORTELLO DELL’EDILIZIA:

a. interventi di manutenzione ordinaria = gli interventi edilizi che riguardano le opere di ripa-razione, rinnovamento e sostituzione sulle finituredegli edifici e quelle necessarie a integrare o mante-nere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti;

b. interventi di manutenzione straordinaria = le opere e le modifiche necessarie per rinnovare esostituire parti anche strutturali degli edifici, non-ché per realizzare e integrare i servizi igienico-sani-tari e tecnologici, sempre che non alterino i volumie le superfici delle singole unità immobiliari e noncomportino modifiche delle destinazioni d’uso.

QUALE MANUTENZIONE?

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 48

Dismettereriscaldamento

centralizzato in favore

di impiantiautonomi

Le imprese che realizzano gli impianti di cantiere e similari, fermo restando l’obbligodel rilascio della dichiarazione di conformità, non devono redigere il progetto e l’atte-stazione di collaudo per le installazioni per gli apparecchi per usi domestici e per lafornitura provvisoria di energia elettrica. Per la manutenzione degli impianti di ascensori e di montacarichi in servizio privatosi applica il D.P.R. 162 del 30 aprile 1999 e la normativa di settore.

1.6 Impianti di riscaldamento autonomi

Una delle questioni più rilevanti e attuali in tema di rendimento energetico nel settoreedilizio è la tendenza a dismettere, con delibera assembleare, il riscaldamento cen-tralizzato in favore di impianti autonomi da installare nelle singole unità immobi-liari. La norma attualmente valida infatti prevede la possibilità di maggioranze agevo-late per gli interventi su parti comuni degli edifici, volti al contenimento del consumoenergetico e all’utilizzazione delle fonti di energia alternative (anche se sono stati, tut-tavia, avanzati dubbi in ordine all’effettiva realizzazione di tali finalità, poiché sembre-rebbe che la potenza termica dell’impianto centralizzato sia inferiore alla somma dellepotenze dei diversi impianti autonomi).

A fronte di una maggiore comodità nella gestione dell’erogazione del riscaldamento,effettuata con l’impianto autonomo in maniera diretta e in funzione delle proprie ne-cessità, la convenienza economica rispetto all’impianto centralizzato dipende, però,dalla condotta del singolo utente; di regola, per il risultato ottimale è richiesto che l’im-pianto autonomo sia condotto in modo intelligente e flessibile quanto a orari di accen-sione e a temperature fissate (si pensi alle peculiari esigenze degli uffici o degli esercizicommerciali). Di contro, l’impianto centralizzato va programmato per un orario giornaliero fisso eper un periodo di tempo determinato, secondo le prescrizioni imposte dalla norma-tiva vigente, senza considerare che la maggior parte degli impianti è ancora alimen-tata dal gasolio, il cui prezzo è generalmente più elevato del metano fornito diretta-mente dalla società del gas; peraltro, va registrato che, sui vecchi impianti, sono stateeffettuate alcune modifiche strutturali che hanno consentito, tra l’altro, di cambiareil tipo di alimentazione della caldaia, sostituendo il gasolio con il gas metano (piùeconomico e meno inquinante), o di garantire un perfetto funzionamento dell’im-pianto in relazione alle variazioni delle temperature esterne (mediante centralinemunite di sonde).

– coibentazione negli edifici esistenti– installazione di nuovi generatori di calore ad alto rendimento– installazione di pompe di calore per riscaldamento ambiente o acqua sanitaria o di impianti per

l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia,– installazione di apparecchiature per la produzione combinata di energia elettrica e di calore, – installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, – installazione di sistemi di controllo integrati e di contabilizzazione differenziata dei consumi di

calore– trasformazione di impianti centralizzati di riscaldamento in impianti unifamiliari a gas per il ri-

scaldamento e la produzione di acqua calda,– installazione di sistemi di illuminazione ad alto rendimento anche nelle aree esterne

INTERVENTI FINALIZZATI A RIDURRE I CONSUMI:

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Il controllo e la manutenzione degli impianti termiciI libretti di centrale e di impianto – rispettivamente, per gli impianti centralizzatie per gli autonomi o unifamiliari – previsti dalla legge devono seguire la vita tec-nica ed energetica degli impianti termici di riscaldamento, dovendo essere com-pletati, in alcune parti, all’inizio della gestione e, in altre, nel corso dello svolgi-mento del relativo impianto da parte di chi si è assunto la responsabilità dell’eser-cizio e della manutenzione (ordinaria e straordinario) del medesimo impianto, conobbligo di comunicazione all’ente competente per il controllo (l’eventuale inottem-peranza a tali obblighi comporta, ovviamente, maggiori consumi, minore sicurez-za, peggioramento ambientale, oltre che sanzioni civili e penali per i soggetti coin-volti). Si stabilisce, altresì, un “principio di uguaglianza” per tutti coloro che usufruisconodi un impianto termico per il riscaldamento della casa – non interessa se centralizzatoo autonomo – nel senso che tutti gli impianti termici devono rispettare i limiti tempo-rali di accensione (giorni e ore) in relazione alla zona climatica in cui è ubicato l’immo-bile, di temperatura media domestica e di rendimento energetico; per tale osservanza,è stata individuata la figura del “responsabile” per il corretto esercizio e manutenzionedell’impianto, soggetto anche alle sanzioni contemplate dalla legge n. 10/1991, e suc-cessive modifiche e integrazioni.In ordine agli impianti termici centralizzati, il responsabile è il proprietario dell’im-pianto, a cui, per gli edifici condominiali, subentra l’amministratore; tali soggettipossono delegare, con atto contrattuale, la relativa responsabilità a un soggetto terzo,purché in possesso di dati requisiti, abilitazioni e, per impianti con caldaia di potenzanominale superiore a kW 350, certificazioni di qualità UNI EN ISO 9000; parimenti, pergli impianti termici unifamiliari, la responsabilità è in capo agli “occupanti a qualsiasititolo l’alloggio” – proprietario, persona fisica o giuridica, oppure inquilino, con con-tratto di locazione anche temporaneo – i quali hanno la facoltà di delega a un terzo re-sponsabile, purché in possesso di dati requisiti e abilitazioni.Il suddetto “terzo responsabile” – per conflitto di interessi, in tale figura è, di regola,incompatibile la funzione di gestore con quella di fornitore di combustibile per il me-desimo impianto termico – è tenuto a comunicare all’ente locale competente per icontrolli, entro 60 giorni dalla firma del suddetto contratto, la sua nomina (ed even-tuali revoche o dimissioni), nonché le modifiche di consistenza e di titolarità dell’im-pianto termico interessato.Per ciascun impianto termico, i decreti attuativi rafforzano i relativi obblighi di manu-tenzione, imponendo al manutentore di seguire le istruzioni tecniche per regolazionee uso elaborate dal costruttore dell’impianto, valendo, in difetto, quelle elaborate dalfabbricante di ogni singolo apparato, salve sempre le prescrizioni e la periodicità con-templata dalle normative UNI e CEI.In particolare, per quel che concerne gli impianti termici con caldaie di potenza mi-nore di kW 350, è, redatto un “rapporto tecnico di controllo”, a cura del manutentoreo del terzo responsabile, sul quale vanno riportati lo stato ai fini della sicurezza e leoperazioni annuali da eseguirsi obbligatoriamente a cura del manutentore; una voltacompletata la manutenzione e compilato il rapporto, il manutentore deve rilasciarneuna copia all’occupante dell’alloggio, altra va allegata al libretto di impianto e altra an-cora inviata all’ente locale preposto per i controlli di legge.Nell’ipotesi di nuove installazioni (o ristrutturazioni oppure cambio di caldaia), è laditta installatrice che deve compilare i libretti di centrale o di impianto, verificandola sicurezza ed efficienza dell’impianto, nonché rilasciando la relativa dichiarazione diconformità, mentre, qualora il suddetto impianto già esista, la compilazione è a curadel responsabile o del terzo; in ogni caso, all’ente locale competente per i controlli pre-

49 1.6 IMPIANTI DI RISCALDAMENTO AUTONOMI

I libretti di centrale e di impianto

“Principio diuguaglianza”

“Terzoresponsabile”

Impianti termici con caldaie di potenzaminore di kW 350

EDILIZIASOSTENIBILE

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visti dalla legge deve pervenire (a cura del responsabile dell’esercizio e manutenzioneo del terzo responsabile) copia della scheda identificativa dell’impianto, contenuta neilibretti di cui sopra.L’aggiornamento dei libretti è molto importante perché in essi sono contenute la sche-da sui rendimenti di combustione e sui consumi stagionali, che permettono di cono-scere l’efficienza del generatore di calore, i bassi rendimenti di combustione, l’eventua-le degrado energetico della caldaia, la dinamica dei consumi nel tempo e, non ultimo,la negligenza del manutentore addetto.Si noti che per gli impianti termici con potenza maggiore di kW 35 vale la frequenzabiennale, mentre, per quelli inferiori sono previsti controlli a campione, ogni due anni,scegliendoli su almeno il 5% tra quelli che hanno presentato – a cura dei manutentori,o dei proprietari, oppure dei terzi responsabili – la dichiarazione di avvenuta manu-tenzione, con relativa attestazione del rispetto delle norme stabilite dal regolamento econ i risultati dell’ultima delle verifiche periodiche.Le verifiche tecniche sono regolamentate da svariate norme UNI che disciplinano laciclicità temporale delle attività di manutenzione e controllo contemplate dalla vigentelegislazione.I controlli degli impianti termici con potenza inferiore a kW 35 (“caldaiette”) avvengo-no con frequenza temporale ogni 2 o 4 anni a seconda degli anni di anzianità di instal-lazione della caldaia (più o meno di 8 anni), della tipologia costruttiva (camera apertao chiusa) e della loro ubicazione (dentro o fuori casa).Fatto salvo il controllo semestrale del rendimento di combustione per i generatori dicalore con potenza superiore a kW 350, è delegato alle Regioni e alle Province autono-me di Trento e Bolzano il compito di ispezioni sugli impianti con caldaie di età supe-riore a 15 anni, che devono comprendere la valutazione del loro rendimento medio sta-gionale e una consulenza sugli interventi migliorativi che possono essere intrapresi; lestesse Regioni possono promuovere la costituzione di catasti degli impianti, chiedendoa proprietari, inquilini, amministratori condominiali e terzi responsabili dell’impiantoi dati necessari.In ogni caso, si favorisce la realizzazione, all’interno della casa, di dispositivi di termo-regolazione in ogni singolo ambiente o zona d’uso, o installando valvole termostatichesu ogni termosifone – intervento tecnicamente più semplice e meno costoso – oppureposizionando una centralina di termoregolazione ambiente con valvole comandateelettricamente o elettrovalvole di zona sui radiatori.

Ispezione delle caldaieAl fine di ridurre il consumo energetico e i livelli di emissione di biossido di carbo-nio, sono previste ispezioni periodiche delle caldaie alimentate con combustibili li-quidi o solidi non rinnovabili con potenza nominale utile compresa tra i 20 e i 100kW. Tali ispezioni possono essere effettuate anche su caldaie che utilizzano altri com-bustibili. Le caldaie la cui potenza nominale utile è superiore a 100 kW sono ispezio-nate almeno ogni due anni. Per le caldaie a gas, questo periodo può essere esteso a quattro anni. Per gli impiantitermici dotati di caldaie di potenza nominale utile superiore a 20 kW e di età superiorea quindici anni, si adottano le misure necessarie per prescrivere un’ispezione una tan-tum dell’impianto termico complessivo. Sulla scorta di tale ispezione, che include unavalutazione del rendimento della caldaia e del suo dimensionamento rispetto al fabbi-sogno termico dell’edificio, gli esperti forniscono alle utenze una consulenza in meritoalla sostituzione della caldaia, ad altre modifiche dell’impianto termico o a soluzionialternative.

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 50

Aggiorna-mento

dei libretti

Ispezioniperiodiche

delle caldaie

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51 1.6 IMPIANTI DI RISCALDAMENTO AUTONOMI

Calcolo delrendimentoenergetico degli edifici

Sistemi di condiziona -mento d’aria

Classificazionedegli edifici

EDILIZIASOSTENIBILE

Ispezione dei sistemi di condizionamento d’ariaAl fine di ridurre il consumo energetico e le emissioni di biossido di carbonio, sonostabilite specifiche misure affinché i sistemi di condizionamento d’aria la cui poten-za nominale utile è superiore a 12 kW vengano periodicamente ispezionati.L’ispezione contempla una valutazione dell’efficienza del sistema di condizionamen-to d’aria e del suo dimensionamento rispetto al fabbisogno di condizionamento del-l’edificio. Viene data alle utenze un’opportuna consulenza in merito ai possibili mi-glioramenti o alla sostituzione del sistema di condizionamento ovvero a soluzioni al-ternative.

Una formazione adeguata dei progettisti e la diffusione dei casi di successo è essenzia-le per evidenziare come edifici efficienti dal punto di vista energetico presentino extra-costi in genere compresi fra l’1% e il 3% e per superare l’inerzia dei costruttori, che ten-dono altrimenti a riproporre le soluzioni già standard. Molte aziende sono già attive nel proporre materiale dalle migliori caratteristiche dalpunto di vista della compatibilità ambientale e dell’attenzione ai costi sul ciclo di vitadelle costruzioni e studi vari sono in corso.

a) caratteristiche termiche dell’edificio (murature esterne e divisioni interne, ecc.);b) impianto di riscaldamento e di produzione di acqua calda, comprese le relative caratteristiche di

coibentazione;c) sistema di condizionamento d’aria;d) ventilazione;e) impianto di illuminazione incorporato (principalmente per il settore non residenziale);f) posizione e orientamento degli edifici, compreso il clima esterno;g) sistemi solari passivi e protezione solare;h) ventilazione naturale;i) qualità climatica interna, incluso il clima degli ambienti interni progettato.

QUADRO GENERALE PER IL CALCOLO DEL RENDIMENTO ENERGETICO DEGLI EDIFICI

a) abitazioni monofamiliari di diverso tipo;b) condomini (di appartamenti);c) uffici;d) strutture scolastiche;e) ospedali;f) alberghi e ristoranti;g) impianti sportivi;h) esercizi commerciali per la vendita all’ingrosso o al dettaglio;i) altri tipi di fabbricati impieganti energia.

CLASSIFICAZIONE DEGLI EDIFICI AI FINI DEL CALCOLO

a) sistemi solari attivi e altri impianti di generazione di calore ed elettricitàa partire da fonti ener-getiche rinnovabili;

b) sistemi di cogenerazione dell’elettricità;c) sistemi di riscaldamento e condizionamento a distanza (complesso di edifici/condomini);d) illuminazione naturale.

VANTAGGI DA CONSIDERARE NEL CALCOLO:

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ESCO (Energy Service Company)Le ESCO, o Società di servizi energetici, sono soggetti specializzati nell’effettuare in-terventi nel settore dell’efficienza energetica, sollevando in genere il cliente dalla ne-cessità di reperire risorse finanziarie per la realizzazione dei progetti e dal rischio tec-nologico, in quanto gestiscono sia la progettazione/costruzione, sia la manutenzioneper la durata del contratto (compresa usualmente fra i cinque e i dieci anni).Le società di servizi energetici operano reperendo le risorse finanziarie richieste,eseguendo diagnosi energetica, studio di fattibilità e progettazione dell’intervento,realizzandolo e conducendone manutenzione e operatività. Alcune di queste attivitàpossono essere affidate in outsourcing ad altri soggetti (per esempio l’installazionedell’impianto o la sua manutenzione) o essere eseguite in proprio dalla ESCO. Al ter-mine del periodo richiesto, per rientrare dall’investimento e remunerare le attività del-la società di servizi, l’impianto viene in genere riscattato dal soggetto beneficiario del-l’intervento, mentre la sua gestione può essere lasciata in carico alla ESCO o affidataad altri soggetti.Per quanto riguarda il canone da versare alla società di servizi sono possibili soluzio-ni molto varie e legate al caso particolare. La somma dovuta è compresa fra l’ammon-tare della bolletta energetica annua e una sua quota, a seconda della redditività dell’in-tervento e dell’efficienza precedente l’intervento, del numero di anni di durata del con-tratto, dal rischio assunto e dalle esigenze del soggetto beneficiario. La soluzione piùcomune è forse quella della ripartizione del risparmio, per cui alla ESCO viene giratoun 70-90% della bolletta energetica annua (shared saving). Sono comunque comuni casiin cui alla ESCO tocchi l’intera entità del risparmio conseguito, cui corrisponde il mi-nimo tempo di riscatto dell’impianto da parte del beneficiario (first out), e contratti agaranzia dei risultati, che consistono in una forma di leasing in base alla quale all’u-tente viene garantito, al termine del contratto, un’entità dei risparmi pari almeno al-l’ammontare delle quote versate, comprensive di interessi.I vantaggi di operare in uno schema di questo tipo per l’utente sono:– l’assenza di rischi finanziari (in caso di intervento sbagliato e non remunerativo

chi ci rimette è la ESCO, che si assume tutte le responsabilità al riguardo); – l’opportunità di realizzare interventi anche in mancanza di risorse finanziarie

proprie e in presenza di difficoltà nel reperire finanziamenti esterni; – la liberazione dalle problematiche connesse alla gestione e manutenzione dell’im-

pianto; – la disponibilità di risorse interne per altri compiti; – la possibilità di conseguire benefici energetico-ambientali importanti, tenuto

conto del fatto che i profitti della ESCO, in presenza di un contratto ben realizzato,sono proporzionali all’efficienza dell’impianto.

Ovviamente, tali vantaggi si pagano in termini di una complessità contrattuale consi-stente e dalla necessità di predisporre capitolati dettagliati. Le clausole contrattualidevono servire a garantire l’utente da una parte, affinché l’intervento realizzato sia ef-fettivamente energeticamente efficiente e tecnicamente valido, anche tenendo contodell’andamento del mercato dei vettori energetici e delle tecnologie, e la ESCO dal-l’altra, in modo che riesca effettivamente a rientrare dei costi sostenuti e a realizzareuna certa quota di profitto.I punti da considerare con attenzione riguardano pertanto i consumi energetici dell’u-tente ex-ante ed ex-post, il possibile andamento dei prezzi di elettricità, gas naturalee altri combustibili, l’affidabilità delle fonti naturali nel caso degli impianti basati sufonti rinnovabili, la possibilità di prevedere adeguamenti dei corrispettivi dovuti in ba-se all’andamento del mercato ed eventualmente dei risultati effettivamente conseguitigrazie all’intervento, la determinazione di eventuali penali, la stipula delle opportune

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 52

ESCO

Canone daversare

alla ESCO

Shared savinge first out

Vantaggiper l’utente

Consumienergetici

dell’utente ex-ante

ed ex-post

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garanzie e assicurazioni sia dal punto di vista finanziario sia da quello tecnico (dipen-dente in larga parte dall’esperienza e dei soggetti di cui si avvale la ESCO). La com-plessità del tutto dipende dalla maturità e standardizzazione dell’azione considerata. Le ESCO possono, quindi, apportare un utile contributo sia relativamente all’ediliziaesistente (servizio energia, illuminazione, cogenerazione ecc.), sia alle nuove realizza-zioni (mini reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento, impianti di climatizzazione,illuminazione ecc.) anche grazie al finanziamento tramite terzi e al project financing.

Valutazione di conformità dei prodotti che consumano energiaPrima di immettere sul mercato e/o di mettere in servizio un prodotto che consumaenergia oggetto delle misure di esecuzione, il fabbricante o il suo mandatario accertanola conformità di tale prodotto a tutte le pertinenti prescrizioni della misura di ese-cuzione applicabile. Le procedure di valutazione della conformità sono specificate nelle misure di esecuzionee lasciano ai fabbricanti la possibilità di scegliere tra il controllo della progettazione in-terno e il sistema di gestione. Se ciò è debitamente giustificato e proporzionato al rischio,la procedura di valutazione della conformità è specificata nella decisione 93/465/CEE.Se un prodotto che consuma energia oggetto delle misure di esecuzione è progettatoda un’organizzazione registrata conformemente al regolamento (CE) n. 761/2001 delParlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2001, sull’adesione volontaria delleorganizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e di audit (EMAS) e la funzio-ne di progettazione è inclusa nell’ambito di tale registrazione, si presume che il sistemadi gestione di tale organizzazione ottemperi alle prescrizioni della direttiva.Se un prodotto che consuma energia oggetto delle misure di esecuzione è progettatoda un’organizzazione che dispone di un sistema di gestione comprendente la fun-zione di progettazione del prodotto, ed è attuato conformemente alle norme armo-nizzate i cui numeri di riferimento sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’U-nione Europea, si presume che tale sistema di gestione ottemperi alle corrispondentiprescrizioni.Dopo aver immesso sul mercato o messo in servizio un prodotto che consuma energiaoggetto delle misure di esecuzione, il fabbricante o il suo mandatario tengono a dispo-sizione, per ispezione, per un periodo di 10 anni dopo la fabbricazione dell’ultimo ditali prodotti, i documenti relativi alla valutazione di conformità eseguita e alle di-chiarazioni di conformità emesse.

Metodologia per l’elaborazione di specifiche generali per la progettazione ecocompatibileCon l’adozione della direttiva 2005/32/CE, anche nota come Eco-design Directive forEnergy-using Products (EuP) viene fissato un quadro per l’elaborazione di specifichecomunitarie per la progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano ener-

53 1.6 IMPIANTI DI RISCALDAMENTO AUTONOMIEDILIZIA

SOSTENIBILE

• l’involucro edilizio (isolamento e coperture trasparenti efficienti); • la climatizzazione (caldaie ad alta efficienza o pompe di calore accoppiate con contabilizzazione,

valvole termostatiche e regolazione adeguata, pompe di calore, sistemi di cogenerazione e reti diteleriscaldamento, raffrescamento centralizzato e sistemi ad accumulo di freddo);

• la produzione di acqua calda per usi sanitari (solare termico, sistemi tradizionali efficienti); • l’illuminazione (lampade e corpi illuminanti efficienti, dispositivi per la regolazione del flusso, sen-

sori di luminosità e di presenza); • lo stand-by (tenere sotto controllo tale voce di consumo nascosta, ma rapidamente crescente).

INTERVENTI SUGLI EDIFICI ESISTENTI:

Prodotto che consumaenergia

EuP: Direttiva2005/32/CE

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gia nell’intento di garantire la libera circolazione di tali prodotti nel mercato interno.Tale direttiva prevede che le misure di esecuzione di tali specifiche ai prodotti che con-sumano energia debbano essere ottemperate affinché i prodotti stessi possano essereimmessi sul mercato e/o messi in servizio. La direttiva vuole contribuire allo svilupposostenibile accrescendo l’efficienza energetica e il livello di protezione ambientale,migliorando allo stesso tempo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico.Prima di immettere sul mercato e/o mettere in servizio un prodotto che consumaenergia, oggetto delle misure di esecuzione, il fabbricante o il suo mandatario accerta-no la conformità di tale prodotto a tutte le pertinenti prescrizioni della misura diesecuzione applicabile.Gli Stati membri dovranno assicurarsi, nella misura del possibile, che siano adottate leappropriate disposizioni per consentire la consultazione delle parti interessate a livellonazionale in merito al processo di preparazione e monitoraggio delle norme armoniz-zate.La direttiva prevede che, in conformità delle misure di esecuzione applicabili, i fabbri-canti forniscano ai consumatori l’informazione necessaria sul ruolo che essi possonosvolgere in materia di uso sostenibile del prodotto, oltre a fornire il profilo ecologicodel prodotto e i vantaggi dell’ecoprogettazione, qualora richiesto dalla misura di ese-cuzione.Gli Allegati alla direttiva riportano la “Metodologia per l’elaborazione di specifichegenerali per la progettazione ecocompatibile”, comprese le specifiche per la fornituradelle informazioni, le specifiche per il fabbricante e la “Metodologia per la definizio-ne delle specifiche particolari per la progettazione ecocompatibile”, il simbolo della“Marcatura CE”, la procedura per il “Controllo della procedura interna”, il “Sistemadi gestione di valutazione delle conformità”, l’indicazione dei dati per la “Dichiara-zione CE di conformità” e, infine, il “Contenuto delle misure di esecuzione”. La Di-rettiva è stata emanata il 6 luglio 2005, con l’obbligo di recepimento da parte degli statimembri entro l’11 agosto 2007. In Italia è stata recepita il 6 novembre 2007 con ilD.Lgs n. 201/2007.

Parametri di progettazione ecocompatibile

N.B. aspetti ambientali significativi da tener presente nella misura in cui si riferisconoalla progettazione del prodotto.

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 54

Misure diesecuzione

Contenutidegli Allegatialla Direttiva

Ciclo di vitadel prodotto

a) selezione e impiego di materie prime;b) fabbricazione;c) condizionamento, trasporto e distribuzione;d) installazione e manutenzione;e) uso;f) fine vita, nel senso di prodotto che consuma energia che è giunto al termine del suo primo uso

fino allo smaltimento definitivo.

STADI DEL CICLO DI VITA DEL PRODOTTO:

a) consumo presunto di materiali, energia e altre risorse quali l’acqua dolce;b) emissioni previste nell’aria, nell’acqua o nel suolo;c) inquinamento previsto attraverso effetti fisici quali rumore, vibrazioni, radiazioni, campi elettro-

magnetici;d) generazione prevista di rifiuti;e) possibilità di reimpiego, riciclaggio e recupero di materiali e/o di energia.

VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI:

Aspettiambientali

significativi

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In particolare, sono opportunamente utilizzati e, se necessario, integrati da altri i se-guenti parametri per la valutazione delle potenzialità di un miglioramento degliaspetti ambientali citati:a) peso e volume del prodotto;b) uso di materiali provenienti da attività di riciclaggio;c) consumo di energia, di acqua e di altre risorse nel corso dell’intero ciclo di vita;d) uso di sostanze classificate come pericolose per la salute e/o per l’ambiente;e) quantità e natura dei materiali di consumo necessari per un uso e una manuten-

zione adeguati;f) facilità di reimpiego e di riciclaggio [espressa in termini di: numero di materiali e

componenti utilizzati, uso di componenti standard, tempo necessario per lo smon-taggio, complessità degli strumenti necessari per lo smontaggio, uso di norme di co-difica dei componenti e dei materiali per l’individuazione dei componenti e dei ma-teriali idonei al riutilizzo e al riciclaggio (inclusa la marcatura delle parti in plasticaconformemente agli standard ISO), utilizzo di materiali facilmente riciclabili, facilitàdi accesso a componenti e materiali di pregio e ad altri componenti e materiali rici-clabili, facilità di accesso a componenti e materiali contenenti sostanze pericolose];

g) incorporazione dei componenti utilizzati;h) astensione da soluzioni tecniche non idonee al riutilizzo e al riciclaggio di com-

ponenti e di interi apparecchi;i) estensione della durata espressa in termini di: durata minima garantita, tempo mi-

nimo per la disponibilità di parti di ricambio, modularità, possibilità di upgrading,riparabilità;

j) quantità di rifiuti generati e quantità di rifiuti pericolosi generati;k) emissioni nell’aria (gas a effetto serra, agenti acidificanti, composti organici vola-

tili, sostanze lesive dell’ozono, inquinanti organici persistenti, metalli pesanti, par-ticolati fini e polveri sospese);

l) emissioni nell’acqua (metalli pesanti, sostanze che esercitano un’influenza sfavo-revole sul bilancio di ossigeno, inquinanti organici persistenti);

m) emissioni nel suolo (in particolare percolazione e perdite di sostanze pericolosedurante l’uso dei prodotti e potenziali rischi di percolazione una volta che questisono collocati in discarica).

Specifiche per la fornitura di informazioniLe misure di esecuzione possono richiedere la fornitura, da parte del fabbricante, diinformazioni suscettibili di influenzare le modalità di trattamento, uso o riciclaggiodel prodotto che consuma energia da parte di soggetti diversi dal fabbricante. Tali in-formazioni possono includere se del caso:• informazioni in merito al processo di fabbricazione da parte del disegnatore pro-

gettista;• informazioni ai consumatori sulle caratteristiche e sulle prestazioni ambientali si-

gnificative di un prodotto, che accompagnano il prodotto immesso sul mercato, perconsentire al consumatore di comparare tali aspetti dei prodotti;

• informazioni ai consumatori sulle modalità di installazione, uso e manutenzionedel prodotto, al fine di ridurne al minimo l’impatto sull’ambiente e di consentirne ladurata ottimale, nonché sulle modalità di restituzione del dispositivo a fine vita e, sedel caso, informazioni sul periodo di disponibilità delle parti di ricambio e le possi-bilità di potenziamento dei prodotti,

• informazioni per gli impianti di trattamento in merito allo smontaggio, al riciclag-gio o allo smaltimento a fine vita.

Le informazioni dovrebbero essere fornite se possibile sul prodotto stesso.

55 1.6 IMPIANTI DI RISCALDAMENTO AUTONOMI

Parametri perla valutazionedellepotenzialità

Misuredi esecuzione

Informazionisuscettibili

EDILIZIASOSTENIBILE

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Specifiche per il fabbricanteTenendo conto degli aspetti ambientali identificati nella misura di esecuzione inquanto suscettibili di essere influenzati in maniera sostanziale dalla progettazione, ifabbricanti di prodotti che consumano energia sono tenuti a effettuare una valutazionedel modello di un prodotto che consuma energia durante il suo intero ciclo di vita,in base a ipotesi realistiche sulle normali condizioni di uso e gli scopi per i quali è uti-lizzato. Altri aspetti ambientali possono essere esaminati su base volontaria. Sulla basedi tale valutazione, i fabbricanti elaborano il profilo ecologico del prodotto che consu-ma energia incentrato sulle specifiche caratteristiche del prodotto con riguardo all’am-biente e sui suoi input/output durante l’intero ciclo di vita espressi in quantità fisichemisurabili.Il fabbricante si avvarrà di tale valutazione per esaminare soluzioni progettuali alter-native e le prestazioni ambientali del prodotto conseguite tenendo conto dei parame-tri. I parametri sono individuati dalla Commissione nella misura di esecuzione sullascorta delle informazioni raccolte nel corso della preparazione della misura.La scelta di una specifica soluzione progettuale permette un ragionevole equilibriotra i diversi aspetti ambientali nonché tra questi aspetti e altre considerazioni perti-nenti, quali la salute e la sicurezza, le prescrizioni tecniche in tema di funzionalità, qua-lità e prestazioni e aspetti economici, tra cui i costi di fabbricazione e la commerciabi-lità, pur ottemperando a tutte le normative pertinenti.Nel caso di ristrutturazione di edifici esistenti, e per quanto riguarda i requisiti minimiprestazionali, è prevista un’applicazione graduale in relazione al tipo di intervento.

Gradi di applicazione:a) una applicazione integrale a tutto l’edificio nel caso di:

1) ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l’involucro di edificiesistenti di superficie utile superiore a 1000 metri quadrati;

2) demolizione e ricostruzione in manutenzione straordinaria di edifici esistenti disuperficie utile superiore a 1000 metri quadrati;

b) una applicazione integrale, ma limitata al solo ampliamento dell’edificio nel casoche lo stesso ampliamento risulti volumetricamente superiore al 20 percento del-l’intero edificio esistente;

c) una applicazione limitata al rispetto di specifici parametri, livelli prestazionali eprescrizioni, nel caso di interventi su edifici esistenti, quali:1) ristrutturazioni totali o parziali, manutenzione straordinaria dell’involucro edili-

zio e ampliamenti volumetrici all’infuori di quanto già previsto alle lettere a) e b).2) nuova installazione di impianti termici in edifici esistenti o ristrutturazione de-

gli stessi impianti;3) sostituzione di generatori di calore.

La certificazione per gli appartamenti di un condominio può fondarsi, oltre sulla va-lutazione dell’appartamento interessato:a) su una certificazione comune dell’intero edificio, per i condomini dotati di un im-

pianto termico comune;b) sulla valutazione di un altro appartamento rappresentativo dello stesso condomi-

nio e della stessa tipologia.L’attestato di certificazione energetica comprende i dati relativi all’efficienza energe-tica propri dell’edificio, i valori vigenti a norma di legge e valori di riferimento, checonsentono ai cittadini di valutare e confrontare la prestazione energetica dell’edificio.L’attestato è corredato di suggerimenti in merito agli interventi più significativi edeconomicamente convenienti per il miglioramento della predetta prestazione.Negli edifici di proprietà pubblica o adibiti a uso pubblico, la cui metratura utile to-

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 56

Valutazionedel modello

Gradi diapplicazione

A tutto l’edificio

Al soloampliamento

dell’edificio

Al rispetto di specificiparametri

Certificazioneper gli

appartamenti diun condominio

Soluzioniprogettualialternative

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tale supera i 1000 metri quadrati, l’attestato di certificazione energetica è affisso nellostesso edificio a cui si riferisce in luogo facilmente visibile per il pubblico.

Esercizio e manutenzione degli impianti termici per la climatizzazione Il proprietario, il conduttore, l’amministratore di condominio, o per essi un terzo, chese ne assume la responsabilità, mantiene in esercizio gli impianti e provvede affinchésiano eseguite le operazioni di controllo e di manutenzione secondo le prescrizioni del-la normativa vigente.L’operatore incaricato del controllo e della manutenzione degli impianti per la cli-matizzazione invernale ed estiva, esegue dette attività a regola d’arte, nel rispetto del-la normativa vigente. L’operatore, al termine delle medesime operazioni, ha l’obbligodi redigere e sottoscrivere un rapporto di controllo tecnico conformemente ai modelliprevisti dalle norme del presente decreto e dalle norme di attuazione, in relazione alletipologie e potenzialità dell’impianto,La conformità delle opere realizzate rispetto al progetto e alle sue eventuali varianti,e alla relazione tecnica nonché l’attestato di qualificazione energetica dell’edificiocome realizzato, devono essere asseverati dal direttore dei lavori, e presentati al Co-mune di competenza contestualmente alla dichiarazione di fine lavori senza alcunonere aggiuntivo per il committente. La dichiarazione di fine lavori è inefficace a qual-siasi titolo se la stessa non è accompagnata da tale documentazione asseverata.

Sistema di gestione di valutazione delle conformitàDi seguito sono specificati gli elementi di un sistema di gestione e le procedure attra-verso i quali il fabbricante può dimostrare l’ottemperanza del prodotto che consumaenergia alle prescrizioni della misura di esecuzione applicabile.

La politica di prestazioni ambientali del prodottoIl fabbricante deve essere in grado di dimostrare la conformità alle prescrizioni dellamisura di esecuzione applicabile. Il fabbricante deve inoltre essere in grado di istituireun quadro per la fissazione e la revisione di indicatori e obiettivi di prestazione ambien-tale del prodotto al fine di migliorare le prestazioni ambientali complessive del prodotto.Tutte le misure adottate dal fabbricante per migliorare le prestazioni ambientalicomplessive del prodotto ed elaborare il profilo ecologico di un prodotto che consumaenergia, se richiesto dalla misura di esecuzione, attraverso la progettazione e la fabbri-cazione devono essere documentate in maniera sistematica e ordinata sotto forma diistruzioni e procedure scritte.Tali istruzioni e procedure devono contenere in particolare un’adeguata descrizionedi quanto segue:• l’elenco dei documenti da predisporre per dimostrare la conformità del prodotto che

consuma energia e, se del caso, da mettere a disposizione;• gli indicatori e gli obiettivi di prestazione ambientale del prodotto e la struttura or-

ganizzativa, le responsabilità, i poteri del management e l’assegnazione di risorsecon riguardo alla loro attuazione e al loro perfezionamento;

• i controlli e i test da effettuare dopo la fabbricazione per verificare le prestazioni delprodotto in rapporto agli indicatori di prestazione ambientale;

• le procedure per controllare la documentazione richiesta e garantirne l’aggiorna-mento;

• il metodo di verifica dell’attuazione e dell’efficacia degli elementi ambientali del si-stema di gestione.

57 1.6 IMPIANTI DI RISCALDAMENTO AUTONOMI

Esercizio emanutenzionedegli impiantitermici per laclimatizzazione

Rapportodi controllotecnico

EDILIZIASOSTENIBILE

Ottemperanzadel prodotto che consumaenergia alleprescrizioni

Dimostrare la conformitàalle prescrizioni

Misureadottate dalfabbricante

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PianificazioneIn conformità a una corretta pianificazione, il fabbricante deve fissare e rivedere:a) procedure per l’elaborazione del profilo ecologico del prodotto; le procedure de-

finiscono, per ogni attività (cosa), le responsabilità (chi), e le relative modalità di at-tuazione (come, dove, e quando). Dall’applicazione delle singole procedure scatu-riscono le documentazioni e le registrazioni che dimostrano l’attuazione degli in-terventi previsti nel programma ambientale.

b) indicatori e obiettivi di prestazione ambientale del prodotto, che prendono inconsiderazione le opzioni tecnologiche tenuto conto delle esigenze tecniche edeconomiche; per garantire il raggiungimento degli obiettivi ambientali l’aziendadeve predisporre un minimo di documentazione che possa essere utilizzata per ge-stire in modo efficace quel determinato aspetto considerato significativo e nellostesso tempo rendere semplici interventi di autocontrollo.

c) un programma dettagliato per conseguire tali obiettivi. Il programma dovrebbecontenere gli interventi e le azioni per il conseguimento degli obiettivi di presta-zione ambientale; le responsabilità per l’attuazione del programma stesso; gli stru-menti per la realizzazione degli interventi; la tempistica di realizzazione degli in-terventi; la priorità degli interventi.

È bene che il programma sia in accordo con la strategia dell’azienda e venga definitoa livello di direzione, con il supporto dei livelli più operativi, inoltre stabilito per iscrit-to e periodicamente revisionato per adeguarsi ai cambiamenti degli obiettivi ambien-tali e dei programmi dell’azienda oltre ad essere conforme alle risorse esterne e interneincaricate della gestione del programma stesso.

Attuazione e documentazioneLa documentazione riguardante il sistema di gestione dovrebbe specificare quantosegue in particolare:a) sono definite e documentate le responsabilità e le autorità, allo scopo di garantire

efficaci prestazioni ambientali del prodotto e di analizzarne la realizzazione a finidi revisione e di miglioramento;

b) sono redatti documenti per illustrare le tecniche di verifica e di controllo della pro-gettazione messe in atto e i processi e le misure sistematiche adottati in sede di pro-gettazione del prodotto;

c) il fabbricante redige e perfeziona le informazioni per descrivere gli elementi am-bientali fondamentali del sistema di gestione e le procedure di controllo di tutti idocumenti richiesti.

La documentazione riguardante il prodotto che consuma energia contiene in parti-colare:a) una descrizione generale del prodotto che consuma energia e dell’uso cui è desti-

nato;b) i risultati dei pertinenti studi di valutazione ambientale condotti dal fabbricante

e/o i riferimenti agli studi di caso o alla letteratura di valutazione ambientale uti-lizzati dal fabbricante per valutare, documentare e determinare le soluzioni di pro-gettazione del prodotto;

c) il profilo ecologico, se richiesto dalla misura di esecuzione;d) sono redatti documenti per descrivere i risultati delle misurazioni condotte con ri-

guardo alle specifiche per la progettazione ecocompatibile, comprendenti raggua-gli sulla conformità di tali misurazioni alle prescrizioni precisate al riguardo nellamisura di esecuzione applicabile;

e) il fabbricante redige specifiche per indicare, in particolare, le norme applicate e,qualora le norme di cui all’art. 10 non siano applicate o non soddisfino interamente

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 58

Procedure

Documen-tazione

Documen-tazione

Indicatorie obiettivi

Programma dettagliato

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le prescrizioni della pertinente misura di esecuzione, gli strumenti impiegati pergarantire la conformità;

f) una copia delle informazioni riguardanti gli aspetti di progettazione ambientaledel prodotto fornite

Azione di controllo e correttivaDevono essere programmate adeguate modalità di controllo interno (audit) per valu-tare l’efficienza e la capacità di realizzare gli obbiettivi definiti nel programma ambien-tale e nello stesso tempo vengono eventualmente determinate le azioni correttive daapportare. Il fabbricante deve:a) adottare tutte le misure atte ad assicurare che il prodotto che consuma energia sia

fabbricato in conformità delle specifiche di progettazione e delle prescrizioni dellamisura di esecuzione applicabile;

b) istituire e perfezionare le procedure atte a individuare e a trattare la mancanza diconformità e ad apportare modifiche alle procedure documentate in forza di un’a-zione correttiva;

c) condurre almeno ogni tre anni un audit interno completo del sistema di gestioneambientale relativamente ai suoi elementi ambientali.

59 1.6 IMPIANTI DI RISCALDAMENTO AUTONOMI

Controllointerno

Azioni correttive

EDILIZIASOSTENIBILE

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Sostenibilitàambientale nel settore edilizio

Efficienzaenergetica

Isolamento

Pannellifotovoltaici;sistemi disolare termico;canalizzazioniinterrate

2. Risparmio energetico nell’edilizia

2.1 Nozioni generali

La sostenibilità ambientale nel settore edilizio comprende due aspetti, quello dei rap-porti tra l’edificio e l’ambiente circostante e quello dei rapporti tra l’edificio e i suoiabitanti.Il settore delle costruzioni è uno dei principali protagonisti della questione ambien-tale, a causa dello sfruttamento di risorse e materiali non rinnovabili, dell’uso delterritorio, del consumo energetico relativo a tutte le fasi del ciclo di vita di un prodottoedilizio e della produzione di rifiuti da demolizione. Dunque costruire incide note-volmente sulla creazione di impatti ambientali, che si manifestano sia come consumodi risorse sia come inquinamento dell’ambiente. In un periodo in cui surriscaldamento globale, scarsità di fonti d’energia non rinnova-bili ed effetto serra sono problematiche considerate di primaria importanza, è bene for-nire una documentazione in grado di offrire una conoscenza generale delle tematicheambientali e delle possibili soluzioni al problema.Gran parte dei problemi ambientali globali, e soprattutto la lotta contro il cambiamen-to climatico, implicano una corretta gestione dell’energia, soprattutto a livello locale,attraverso azioni concrete che promuovano l’efficienza energetica degli edifici, l’usorazionale dell’energia e lo sfruttamento delle fonti rinnovabili. Le soluzioni per abbassare i consumi domestici si sono moltiplicate negli ultimi anni,dai pannelli fotovoltaici, a sistemi di solare termico e a canalizzazioni interrate persfruttare la temperatura del sottosuolo che rimane costante a 14 gradi, assicurandoun’importante parte termica gratuita sia d’estate che d’ inverno.Per gli esperti di edilizia comunque, la principale fonte di energia pulita è l’iso-lamento.

– Edifici di piccole dimensioni– Uso di materiali riciclabili e rinnovabili– Uso di materiali a basso contenuto energetico– Uso di legname proveniente da colture locali– Impiego di sistemi di riciclo dell’acqua– Bassa manutenzione– Riciclaggio degli edifici– Riduzione dell’uso di sostanze che hanno effetto sul ciclo dell’ozono– Salvaguardia dell’ambiente naturale– Efficienza energetica

PROGETTAZIONE ECO-COMPATIBILE:

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 62

Utilizzo di sistemi

solari passivi

Casa eco-compatibile

Comfortabitativo

2.2 Soluzioni tecniche per il risparmio energetico

La consapevolezza dell’entità del problema ambientale, si è diffusa in manieraforte anche nell’ambito edilizio in quanto edificare genera impatti sull’ambientenon solo all’atto della costruzione, ma anche lungo tutto il processo, dall’approv-vigionamento delle materie prime, alla dismissione dell’edificio e smaltimentodelle macerie. Tuttavia anche l’uso dell’edificio stesso, nel garantire condizionidi confort e benessere interno, influisce notevolmente a generare impatto am-bientale.È quindi necessario, in fase di progettazione, considerare i condizionamenti determi-nati dalle caratteristiche dell’ambiente esterno, operando scelte appropriate.Occorre ripensare gli elementi strutturali, le componenti tecnologiche e funzionali,i materiali, le rifiniture avendo a cuore un rinnovato rapporto tra l’edilizia e le pro-blematiche ambientali e i cambiamenti climatici, con l’obbiettivo – ambizioso – di con-tribuire allo sviluppo sostenibile, alla riduzione dell’impatto ambientale dell’edili-zia, alla riduzione delle emissioni di gas serra, senza rinunciare a puntare a un sem-pre maggiore comfort termico degli ambienti.In quest’ottica, occorre favorire l’utilizzo di sistemi solari passivi negli edifici, secon-do un meccanismo di flussi di tipo naturale (irraggiamento, conduzione, convezionenaturale, ventilazione e ricambi d’aria, illuminazione naturale ecc.).

Vantaggi di una casa ecocompatibileConfrontando l’edilizia tradizionale con i metodi ecologici della bioedilizia, una casaecocompatibile, offre vantaggi notevoli con un impatto ambientale molto inferiore.Possiamo infatti evidenziare:a. una drastica riduzione dei consumi energetici. La poca elettricità necessaria può

essere autoprodotta con pannelli fotovoltaici, che diventano parti integrate nell’e-dificio.

b. un comfort abitativo. Casa iperisolata, sia per non utilizzare energia per il riscalda-mento invernale o il raffrescamento estivo, che per offrire il massimo comfort acu-stico e ideali condizioni ambientali interne;

c. un risparmio idrico. L’utilizzo dell’acqua piovana nell’impianto idrico-sanitario enelle strutture di irrigazione di spazi verdi.

Alla luce delle considerazioni fatte, si è cercato di analizzare le possibili soluzioni tec-niche per il mantenimento del confort abitativo negli edifici, e valutare le alternativeapplicazioni per la produzione di energia, con lo scopo di ottenere anche attraverso lecoperture un considerevole risparmio energetico nell’edificio.Le soluzioni di seguito elencate sono quelle che maggiormente contribuiscono alla ri-soluzione di questo problema:

La copertura ventilata consente lo smaltimento dell’umi-dità proveniente dall’interno, l’espulsione di piccole quantità d’acqua che possonoa volte formarsi e permette di smaltire calore in estate, quando nella zona di venti-lazione si raggiungono temperature elevate a causa delle radiazioni solari e di trat-tenerlo in inverno favorendo il contenimento dei consumi energetici in quanto la la-ma d’aria stagnante che si viene a creare nella copertura possiede caratteristiche dicoibentazione termica.

1. Copertura ventilata

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La produzione dei materiali da costruzione e delle finiture comunemente usate com-porta un largo utilizzo di energia sia sotto forma di combustibili che sotto forma di cor-rente elettrica.In Italia, a differenza di altri Paesi, l’edilizia fa largo uso di cemento (il nostro Paese èuno dei maggiori produttori di cemento a livello mondiale) e di laterizi (mattoni, tego-le ecc… in terracotta). Sia il cemento che i laterizi vengono prodotti tramite la cotturadi opportuni materiali a determinate temperature (anche fino a 1400 °C per certi tipidi cemento) per varie ore. Come è facile immaginare ciò ha immense ripercussioni siaa livello ambientale (consumo di risorse non rinnovabili, emissione di sostanze inqui-nanti e di anidride carbonica con conseguente incremento dell’effetto serra) che a li-vello economico.Anche gli altri materiali comunemente utilizzati nell’edilizia hanno un loro costo ener-getico, ovvero necessitano di energia in fase di produzione, trasporto, installazione esmaltimento. Alcuni materiali come per esempio l’alluminio (largamente usato nellaproduzione degli infissi) comportano nella fase di “produzione” il consumo di grandiquantità di energia elettrica.Le soluzioni impiantistiche permettono di ridurre in maniera considerevole i consu-mi (e quindi anche i costi) relativi alla gestione termica di un immobile. Un edificio in-fatti non richiede energia solo per la sua realizzazione, bensì continua a consumarepreziose risorse in quanto deve essere riscaldato nel periodo freddo dell’anno ed even-tualmente rinfrescato in quello caldo.Quando si parla di risparmio energetico spesso sfugge il fatto che proprio la gestione ter-mica degli edifici rappresenta una delle voci principali del consumo energetico nazionale.Anche in questo caso le implicazioni sia a livello ambientale che a livello economicosono estremamente rilevanti, anche alla luce del fatto che sempre più frequentementegli edifici vengono non solo riscaldati, ma anche rinfrescati. Questo aspetto è di grandeimportanza in quanto si assiste in questi anni a una larghissima diffusione di impiantidi climatizzazione a pompa di calore alimentata da corrente elettrica (ovvero daenergia nella sua forma più preziosa e inquinante in di fase produzione). L’architettura bioclimatica è un approccio mirato al problema della regolazione delclima interno agli edifici basato sul presupposto di lavorare con le forze della natura,non contro di esse, e sfruttare le loro potenzialità per creare migliori condizioni di vita.Ciò può essere fatto in larga misura progettando opportunamente gli elementi di unedificio e utilizzandoli in modo tale da massimizzare i benefici del riscaldamento sola-

63 2.2 SOLUZIONI TECNICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

RISPARMIOENERGETICONELL’EDILIZIA

Lo sfruttamento diretto del-l’energia solare è la più naturale tra le scelte connesse alla ricerca di forme di ener-gia rinnovabili e sostenibili. Essa può essere utilizzata direttamente per fornire ca-lore e luce agli edifici, può essere trasformata in calore, utilizzando dei collettori,può essere convertita in elettricità grazie alla tecnologia fotovoltaica.Naturalmente la resa energetica da parte dei dispositivi è anche in funzione di fat-tori quali: fattori geografici e metereologici, orientamento e inclinazione della super-ficie dei moduli.

2. Produzione di energia con pannelli fotovoltaici

Come terza soluzione si è analizzata quella del tetto-giardino,meno diffusa delle prime due ma ugualmente efficace per il suo effetto termicamenteequilibrante, in quanto trattiene nello strato di terra parte dell’acqua piovana che, eva-porando lentamente impedisce l’eccessivo riscaldamento della copertura e contempo-raneamente impedisce la fuoriuscita del calore del fabbricato nei mesi invernali.

3. Tetto giardino

L’architetturabioclimatica

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re durante i mesi invernali, senza ridurre i livelli di comfort desiderati, cercando allostesso tempo di evitare i rischi di surriscaldamento durante l’estate.Ponendo particolari attenzioni sull’orientamento e la forma dell’edificio, sulla dispo-sizione delle superfici vetrate, sulle ombre nei vari periodi dell’anno, sul tipo di iso-lamento ecc., è possibile realizzare un edificio caratterizzato da fabbisogni di energiadrasticamente ridotti rispetto lo standard. Per contro si possono ottenere elevati livellidi comfort termico. Molto spesso le condizioni di basso comfort dell’edilizia convenzionale, infatti, non so-no altro che il risultato di una progettazione che non tiene conto dei fattori sopra citati. Di conseguenza, nell’edilizia convenzionale, il largo ricorso a impianti di riscaldamen-to e di raffrescamento, diventa condizione indispensabile per garantire livelli ancheminimi di vivibilità.Aspetto particolarmente importante è che progettare e realizzare un edificio non ne-cessariamente comporta un incremento dei costi, per cui il tempo di ammortamento dieventuali investimenti aggiuntivi può essere assai breve.Anche in questo caso un’opportuna progettazione delle componenti impiantistichepuò essere effettuata tenendo conto delle caratteristiche intrinseche dell’edificio con-siderando, oltre ai volumi da riscaldare, aspetti quali l’inerzia termica, la temperaturamedia radiante, la temperatura operante e così via…È possibile effettuare tale progettazione solo se si considerano l’edifico e l’impianto co-me un sistema integrato e non come due entità separate. Ovviamente ciò è possibilesolo se progettista edile e termico lavorano in sinergia.Per quanto riguarda le soluzioni impiantistiche, la moderna tecnologia offre ampiventagli di scelta ai termotecnici. Purtroppo per pregiudizi (da parte di acquirenti, Im-prese e talvolta Progettisti) o per ostacoli normativi molte soluzioni di fatto sono diffi-cilmente proponibili.

Produzione del caloreSia per quanto riguarda l’aspetto economico che quello ambientale, il mercato offre oggimolte soluzioni per la produzione di calore particolarmente interessanti ed efficaci. Al-lo stato attuale però in molte aree del territorio nazionale esse trovano scarsa applicabi-lità a causa di pregiudizi totalmente infondati. Si è visto infatti che una volta applicateanche a pochi casi, tali soluzioni suscitano grande entusiasmo per gli eccellenti risultatiche permettono di ottenere sia in termini di rispetto ambientale che di ritorni econo-mici. Fra queste ovviamente trovano posto i pannelli solari per la produzione di acquacalda la cui reputazione ancora oggi è vittima di errate installazioni del passato quandoin seguito alla crisi del petrolio in Italia si è “puntato” al solare con molta superficialità.

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 64

– tecnologie passive o dirette:senza l’uso di impianti tecnici, permettono in inverno lo sfruttamento diretto o la conservazionedell’energia termica e in estate la sua dissipazione. Ciò viene effettuato tramite isolamento,sfruttamento della massa e della convezione, orientamento e forma dell’edificio, disposizionedelle superfici vetrate, ombreggiamento nei vari periodi dell’anno, ventilazione naturale ecc.;

– tecnologie attive o indirette:operano una trasformazione dell’energia proveniente da fonti rinnovabili tramite l’utilizzo diapparecchiature quali per esempio pannelli solari termici, pannelli fotovoltaici, microgeneratorieolici, nonché impianti di ventilazione forzata.Vi è una progettazione delle componenti impiantistiche particolarmente attenta alle caratteri-stiche dell’edificio e al tipo di utilizzo che viene fatto dello stesso.Anche un edificio progettato secondo i criteri bioclimatici in alcuni periodi dell’anno può avere,infatti, la necessità di essere riscaldato o, più difficilmente, raffrescato.

LE TECNICHE DI PROGETTAZIONE POSSONO ESSERE SCHEMATIZZATE IN DUE FAMIGLIE:

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Caldaie a bassa temperaturaDette anche caldaie a temperatura scorrevole, sono progettate e realizzate in modo taleda poter variare la temperatura dell’acqua in base al fabbisogno. Ciò significa che, sela richiesta di calore per riscaldare l’immobile è elevata, la caldaia produrrà acqua atemperatura elevata, mentre al diminuire del fabbisogno di calore diminuirà anche latemperatura di mandata dell’acqua. In pratica la caldaia si comporta in maniera intel-ligente scaldando l’acqua quel tanto che basta per rispondere alla richiesta di calore.Il comportamento di queste caldaie è ben diverso da quelle standard che, producendoacqua calda in base alla temperatura per la quale sono regolate, restano accese più omeno a lungo in base alla quantità di calore richiesto per il riscaldamento dell’immo-bile. Una volta impostata la temperatura di mandata dell’acqua, l’unico parametro sulquale le caldaie convenzionali intervengono è infatti la quantità di acqua riscaldata.Ciò comporta rendimenti medi piuttosto bassi, poiché questo tipo di caldaia spesso(ovvero nei periodi meno freddi) porta l’acqua a temperature più elevate rispetto aquanto sarebbe sufficiente. A parità di calore da fornire, è infatti più impegnativo(quindi dispendioso e antiecologico) portare poca acqua a temperature elevate chescaldare a temperature più basse quantità maggiori di acqua.

Caldaie premiscelateHanno un particolare bruciatore all’interno del quale il combustibile (gas metano oGPL) viene miscelato con l’aria comburente in quantità tali da garantire una perfettacombustione. La resa di tali caldaie è molto buona e l’emissione di sostanze inqui-nanti (ossido di azoto e di carbonio) è molto bassa. A differenza delle caldaie stan-dard, il rendimento di tali caldaie è buono anche durante i periodi non particolarmenterigidi.

Caldaie a condensazioneFra i generatori di calore ad alto rendimento oggi presenti sul mercato, particolarmenteinteressanti sono le caldaie a condensazione.Queste caldaie hanno rendimenti elevatissimi (maggiori del 100%) in quanto, facendocondensare i fumi (ovvero facendoli passare dallo stato gassoso a quello liquido), re-cuperano il calore latente dei gas di scarico.A differenza degli altri tipi di caldaia per i quali molto del calore viene disperso con laproduzione di fumi ad alte temperature, le caldaie a condensazione producono fumila cui temperatura può essere anche di soli 40°C.

Combustione di legnameParticolarmente interessante sia dal punto di vista economico che ambientale è l’uti-lizzo del legname per la produzione di calore. Il tagliare alberi per riscaldarsi suscitanon poche perplessità in chi ha a cuore l’ambiente, ma, dopo un approfondimento del-la questione da un punto di vista globale, ci si rende conto di quanto questa soluzionesia interessante anche dal punto di vista ecologico.Oggi il mercato dei generatori di calore a legna (stufe a legna, inserti per camini, cal-daie a legna, stufe e caldaie a pellet) offre prodotti altamente tecnologici caratterizzatida altissimi rendimenti e da bassissime emissioni di gas e polveri nocive per l’ambien-te, abbondantemente prodotti invece dai combustibili fossili. Per quanto riguarda l’ef-fetto serra, è bene sottolineare che il legname è una fonte energetica “CO2 neutrale”poiché la quantità di CO2 (anidride carbonica) emessa dalla combustione è la stessa chel’albero ha fissato con la fotosintesi durante la sua crescita. Se ogni albero tagliato vie-ne “sostituito” da uno nuovo, non si ha alterazione del ciclo del carbonio come inveceaccade utilizzando qualunque combustibile fossile.

65 2.2 SOLUZIONI TECNICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

Caldaiepremiscelate

Caldaie acondensazione

Combustione di legname

Caldaie a temperaturascorrevole

RISPARMIOENERGETICONELL’EDILIZIA

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Pannelli solari termiciI pannelli solari termici sono delle apparecchiature il cui scopo è quello di sfruttarel’energia della radiazione solare al fine di scaldare l’acqua. La tecnologia solare è ora-mai matura e sul mercato sono presenti anche pannelli sottovuoto ad altissimo rendi-mento che permettono in presenza di sole (anche con cielo velato) di ottenere elevatetemperature dell’acqua anche nel periodo invernale e quindi di utilizzare il pannelloanche per il riscaldamento degli edifici. Ovviamente un impianto a pannelli solari, purprevedendo un accumulo di acqua calda, deve contemplare la presenza di un genera-tore di calore necessario quando il sole è assente per più giorni o quando il consumodi acqua calda è particolarmente elevato.

Distribuzione del caloreUna volta prodotto dal generatore, il calore deve essere portato ai corpi scaldanti(o ai rubinetti in caso di acqua calda sanitaria). Anche nel campo della distribuzio-ne oggi ci sono delle valide alternative alle soluzioni convenzionali di impianto au-tonomo.

Contabilizzazione del caloreUna soluzione particolarmente interessante, al di là del tipo di caldaia utilizzata, è lacontabilizzazione del calore. Si tratta di impianti centralizzati dotati di contatoreper ogni utenza e di possibilità di gestione individuale. In pratica per un edificio dipiù appartamenti c’è un solo generatore di calore al quale ciascun utente (apparta-mento) fa ricorso secondo le proprie necessità. I consumi dei vari utenti vengono va-lutati mediante appositi contatori posti all’ingresso dell’impianto di distribuzione dicalore di ciascun appartamento. Con questo sistema si ha una sola caldaia, ma si pagasolo in base a quanto si consuma. In tal modo si uniscono tutti i vantaggi del riscal-damento centralizzato (bassi rischi, drastica riduzione dei costi di gestione e manu-tenzione, alti rendimenti) a quelli della totale libertà di gestione da parte del singoloutente.

TeleriscaldamentoCaso particolarmente interessante di contabilizzazione del calore è quello del teleri-scaldamento. Il termine “teleriscaldamento” sottolinea la peculiarità del servizio, os-sia la distanza esistente tra il punto di produzione del calore e i punti di utilizzo: il cuo-re del sistema risiede in una Centrale di “Cogenerazione” che può servire edifici si-tuati anche ad alcuni chilometri di distanza da essa. In questa situazione, quindi, la produzione del calore non avviene nell’edificio dariscaldare, ma al di fuori di esso ricorrendo a centrali termiche di medie dimensio-ni caratterizzate da altissimi rendimenti e che forniscono calore a più edifici. Il ca-lore viene trasportato tramite tubature con alto isolamento termico alle singole uten-ze che saranno dotate di apposito contatore per verificare i consumi da addebitare.Le centrali di produzione del calore possono utilizzare varie fonti di energia. Esi-stono per esempio anche casi di applicazioni di geotermia, ovvero del calore di ac-que sotterranee ad alta temperatura. Si hanno casi di teleriscaldamento anche conrecupero del calore di certe lavorazioni industriali o della combustione dei rifiuti. Ilteleriscaldamento ovviamente richiede un certo impegno in fase di pianificazione epurtroppo raramente viene preso in considerazione in quanto spesso viene conside-rato azzardato. Contrariamente a quanto si possa pensare la tecnica è matura da tem-po. Le prime applicazioni di questa tecnica infatti sono state realizzate a Stoccolmapiù di cento anni fa.

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Pannelli solari termici

Contabiliz-zazione

del calore

Teleriscal-damento

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Propagazione del calore e raffrescamentoA parità di calore da fornire, è più impegnativo (quindi dispendioso e antiecologico)portare poca acqua a temperature elevate che scaldare a temperature più bassequantità maggiori di acqua. In seguito a questa constatazione viene da sé che, dalpunto di vista energetico, è conveniente utilizzare sistemi di propagazione del ca-lore che utilizzano acqua a temperatura media (50-55°C) o, meglio ancora, bassa(30-40°C).Le principali soluzioni che rendono possibile propagare il calore lavorando a bassatemperatura sono costituite da sistemi radianti sottopavimento o da pareti riscaldate(queste ultime possono lavorare anche a temperature medie). Entrambi i sistemi pos-sono essere utilizzati sia per il riscaldamento che per il raffrescamento.

67 2.2 SOLUZIONI TECNICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

Propagazionedel calore eraffrescamento

RISPARMIOENERGETICONELL’EDILIZIA

REGOLE DEL RISPARMIO ENERGETICO PER L’UTENTE

Riscaldamento Per quanto possibile mantenere la temperatura all’interno della casa trai 18 e i 19°. È opportuno coprire i termosifoni. Chiudere le porte e le fine-stre, evitare gli spifferi d’aria. Cambiare aria quando il riscaldamento èspento. In caso di riscaldamento autonomo, spegnere il riscaldamentoquando non si è all’interno dell’abitazione. Controllare annualmente lacaldaia, questi controlli garantiscono la sicurezza e l’efficienza della pro-pria caldaia

Gas in cucina Collocare sempre i tegami nella piastra dalle giuste dimensioni. Utilizzarei coperchi e spegnere il gas un po’ prima della fine della cottura. Si consi-glia di utilizzare, se possibile, pentole a pressione

Acqua calda La doccia consente di risparmiare notevolmente rispetto al bagno in va-sca. Meglio non starci più del tempo necessario. L’installazione di un im-pianto solare termico a pannelli solari è un’eccezionale soluzione che con-sente di risparmiare energia. Lo scaldabagno o il boiler andrebbero accesisolo poco prima di usare acqua, mantenendo così una temperatura intor-no ai 60°.

Illuminazione Spegnere sempre la luce quando non necessario. Inserire lampadine elampade a basso consumo energetico

Frigorifero Mantenere il frigorifero a una temperatura mai inferiore ai 3 gradi. Perevitare sprechi e consumi più elevati, evitare di riempirlo eccessivamente,inserire cibi ancora caldi, di aprirlo inutilmente. Pulire spesso il frigorifero,le serpentine e sbrinarlo

Lavatrice Utilizzarla solo a pieno carico. Non effettuare lavaggi a temperaturemaggiori ai 60°. Pulire il filtro

Lavastoviglie Riempire sempre completamente la lavastoviglie prima di attivarla. Spe-gnerla prima dell’asciugatura. Lavare a basse temperature e pulire fre-quentemente il filtro

Forno Utilizzare temperature adeguate, evitare la funzione grill, aprire il menopossibile durante la cottura, spegnerlo prima della fine della cottura

Microonde Il forno a microonde consuma più o meno la metà di un forno tradiziona-le si riscalda prima e non necessita di manutenzione

Stand-by Le luci di stand-by di tutti gli elettrodomestici, consumano notevolmente.Considerando il numero elevato di apparecchiature che ne fanno uso inuna qualsiasi abitazione, spegnerle, consente un risparmio energetico e dicosti davvero rilevante.

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Isolamento termicoTemperature differenti in loco portano a un’oscillazione del calore nella direzione delgradiente della temperatura; a seconda che le temperature siano costanti o incostantinel tempo, si originano correnti di calore stazionarie o variabili. Il passaggio di calorepuò avvenire in modi differenti: per conduzione nei solidi, per convezione nei liqui-di e nei gas, e per irraggiamento in quelle permeabili alle radiazioni. Correnti di calore stazionarie: Attraverso la parte di edificio che divide un locale atemperatura più alta rispetto all’ambiente circostante, passa una corrente di calore _ indirezione del gradiente di temperatura che è vincolata alla grandezza, allo spessore eal materiale della parte in causa, allo stato della sua superficie, e al movimento e allatemperatura dell’aria da ambo i lati di questa parte dell’edificio. Materiali per l’isolamento termico: Per ottenere un buon isolamento termico è neces-sario inserire un materiale di protezione termica, delle cui caratteristiche si deve tenerconto al momento della progettazione: le informazioni inerenti al materiale, le defini-zioni, le caratteristiche e i modi d’utilizzo dei differenti materiali di protezione termicasono contenuti nelle norme dei rispettivi materiali. Per tutti i materiali di protezione termica impiegati nell’edilizia è previsto un controlloda parte della produzione, indipendentemente dal fatto che si tratti di prodotti a nor-ma di legge: in questo modo si garantisce che i prodotti siano tutti di eguale qualità eche presentino caratteristiche atte all’utilizzo pratico per gli edifici, pur differenzian-dosi nella specificità del materiale. Capacità di conduzione termica: la capacità di conduzione termica dei materiali diprotezione deve, dove possibile, essere bassa; ovviamente dipende da: – capacità di conduzione del materiale di base; – modello, grandezza e disposizione dei pori; – pressione e tipo del contenuto gassoso dei pori; – struttura delle parti componenti fisse (fibrosa, porosa); – densità grezza. La capacità di conduzione termica dei materiali di protezione varia tra 0,020 W/(m � K) e 0,06 W/(m � K). Nel caso dei calcoli tecnici di isolamento termico, per non dover ricorrere a un nume-ro eccessivo di valori che talora solo minimamente si discostano tra loro, si usa racco-gliere i dati di calcolo sulla conduzione dei materiali isolanti in categorie di capacità diconduzione termica. La maggior parte dei materiali edili aumenta la propria capacitàdi conduzione termica con l’aumentare della densità; ciò però non vale per materialidi protezione molto leggeri. Da lungo tempo si utilizzano per la protezione termica anche materiali porosi sinteti-ci, le cui cellule non contengono aria ma gas ad alta concentrazione molecolare; la ca-pacità di conduzione termica di questi gas è nettamente inferiore a quella dell’aria. Diconseguenza, la capacità di conduzione termica di tali materiali sintetici è inferiore aquella degli stessi prodotti che hanno i pori riempiti d’aria. L’attestato di certificazione energetica e l’attribuzione della classe energetica al-l’immobile, deve essere posseduto ed esibito in fase di compravendita e locazionenon solo per gli immobili nuovi ma, a scadenze temporali differite, da tutti gli immo-bili anche già esistenti; ha una durata di 10 anni ed è aggiornato a ogni intervento diristrutturazione.L’attestato di certificazione attualmente è sostituito da un attestato di qualificazioneenergetica in attesa dei decreti attuativi noti come “Linee guida nazionali per la certi-ficazione energetica degli edifici”.

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 68

Correnti di calore

stazionarie

Materialedi protezione

termica

Capacità di conduzione

termica

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Isolamento termico del tettoAlle fondamenta di un edificio protetto adeguatamente e sano c’è una copertura benisolata e impermeabilizzata. Il calore che si produce dentro all’abitazione ha la ten-denza di salire e, nel caso in cui non ci sia alcuna resistenza da parte del tetto, si puòavere anche una dispersione termica del 45%. Dunque apportare delle migliorie allaprotezione termica del tetto, dei pavimenti e delle murature aiuta il clima della pro-pria abitazione a essere più confortevole, ma permette anche un notevole risparmioeconomico.Il segnale che evidenzia maggiormente che un edificio è isolato male è quando vetri,pavimenti e pareti sono gelati al tatto. Difatti, quando manca l’isolamento termico,soltanto una porzione del calore che il riscaldamento produce resta nella struttura,mentre una parte consistente va a disperdersi verso l’esterno. Un tetto che funziona,oltre a proteggere dalle intemperie, deve ridurre al minimo l’escursione termica intutte le stagioni dell’anno, riducendo di conseguenza il consumo energetico per ilriscaldamento e il raffrescamento. Nel contempo deve lasciare che l’edificio “respiri”e non ingabbiarlo in una struttura stagna. Fare in modo che l’aria scorra in abbon-danza sotto il manto di copertura è importante, perché è proprio l’aria il primo iso-lante della struttura. Va quindi previsto un piano di aerazione in grado di smaltireil vapore proveniente dall’ambiente sottostante e l’eccesso di calore trasmesso dalsole alla copertura, cosa che nel tetto ventilato avviene in modo naturale attraversoun moto convettivo continuo di aria nel sottotegola dalla gronda al colmo. A questoscopo sono strategici la listellatura e l’elemento porta colmo, che deve essere co-struito per rendere efficace la ventilazione, resistere all’acqua e impedire l’intrusionedi animaletti.

Isolamento termico del pavimentoUna componente importante delle dispersioni termiche che si verificano in un edificiosi registra attraverso i pavimenti. Le dispersioni termiche nei pavimenti avvengononei casi di soletta a diretto contatto con il terreno, su solai ventilati non accessibili o so-pra locali non riscaldati (per esempio, garage) e su solai esposti direttamente verso l’e-sterno (per esempio, piani porticati).La corretta progettazione dell’isolamento dei pavimenti, di edifici residenziali e in-dustriali, coinvolge un insieme di fattori quali la resistenza termica e meccanicadell’isolante, lo spessore del massetto, la quantità di armatura e i carichi ammissi-bili. L’isolante posato su un solaio può sopportare carichi permanenti di massetti etramezze e carichi accidentali variabili a seconda della destinazione d’uso di un edi-ficio.Nei casi in cui l’isolante entri in contatto con acqua (proveniente dal terreno, di con-densazione, umidità di costruzione) è importante che offra sufficiente resistenza nonsolo alla compressione ma anche all’assorbimento.In generale un buon isolamento termico dei pavimenti è indispensabile per i seguentimotivi:• Benessere termico:

per assicurare il benessere termico in un ambiente la temperatura superficiale di un

69 2.2 SOLUZIONI TECNICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

RISPARMIOENERGETICONELL’EDILIZIA

La principale differenza è che l’attestato di certificazione si prevedevenga redatto da un ente o una particolare categoria di professionisti abilitati e co-munque un soggetto estraneo rispetto a coloro che partecipano al progetto o all’e-secuzione dei lavori, mentre l’attestato di qualificazione può essere redatto da chiha presentato la relazione tecnica e deve essere osservato dal direttore dei lavori.

Nota bene

Isolamentotermicodel tetto

Isolamentotermicodel pavimento

Benessere termico

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pavimento non deve essere molto inferiore a quella dell’aria. L’isolamento termicodel pavimento deve essere progettato non solo imponendo un limite alla dispersionetermica, ma anche assumendo l’obiettivo di una temperatura minima per la super-ficie del pavimento non inferiore di più di 2°C rispetto alla temperatura dell’aria.

• Formazione di condensa:in mancanza di un adeguato isolamento termico la temperatura superficiale deipavimenti può risultare inferiore a quella necessaria per assicurare un adeguatocomfort e può eventualmente anche raggiungere livelli che causano la formazione dicondensa.

• Risparmio energeticola normativa italiana sul risparmio energetico degli edifici impone un limite alledispersioni di calore e pertanto impone di isolare termicamente le strutture. L’iso-lamento dell’interpiano è inoltre regolamentato per legge in presenza di sistemi diriscaldamento familiari autonomi.

Isolamento termico delle paretiUna componente importante delle dispersioni termiche che si verificano in un edifi-cio si registra attraverso le pareti, attraverso i muri perimetrali, le fondazioni e iponti termici. Complessivamente tali dispersioni termiche possono raggiungere an-che il 40% delle dispersioni totali in un edificio. È fondamentale eliminare le possibilidispersioni termiche che si verificano in un edificio attraverso le pareti, migliorandola capacità isolante delle pareti con un adeguato isolamento termico. Le tipologie diisolamento termico di un fabbricato sono di tre tipi: l’isolamento a cappotto, la con-troparete, l’isolamento nell’intercapedine. L’isolamento a cappotto prevede unostrato isolante posto verso l’ambiente esterno, esso consiste nell’applicare pannelliisolanti sulla superficie esterna di un edificio, che vengono poi coperti da intonaci.Tale isolamento a cappotto è una tecnica diffusa in tutto il territorio e richiede un’ac-curata scelta dei materiali e una posa in opera fatta da personale esperto e qualifica-to. La controparte si ottiene quando lo strato isolante viene applicato all’ interno edè un sistema utilizzato in interventi di ristrutturazione. La controparete è efficacespecialmente per isolare murature portanti in mattoni o soprattutto nel caso di am-bienti utilizzati saltuariamente. L’isolamento nell’intercapedine consiste nell’inseri-re il pannello isolante nello spessore delle pareti ed è oggi il sistema di isolamentotermico delle pareti più diffuso in Italia. Le pareti perimetrali, infatti, oggi sono plu-ristrato, sono cioè composte da stratificazioni in grado di garantire un corretto com-fort termico.

Obblighi progettuali ex D.P.R. 412/1993Utilizzando la suddivisione schematica del territorio italiano in base alle zone climati-che e ai gradi giorno individuati nel D.P.R. 412/1993 e successive modifiche e integra-zioni, il decreto stabilisce degli obblighi progettuali.Sono riportati di seguito due esempi di tabelle riferite a edifici residenziali di classe E1suddivisi secondo il rapporto S/V e dove sono espressi i valori limite dell’indice diprestazione energetica per la climatizzazione invernale in funzione della zona climati-ca e in base agli anni di entrata in vigore di tali limiti.

Il CD (Coefficiente di Dispersione termica dell’edificio): è un indi-catore del buon isolamento termico dell’edificio.Nota bene

Condensa

Risparmioenergetico

Isolamentotermico

delle pareti

Obblighiprogettuali

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Si deve inoltre effettuare il calcolo del rendimento globale medio stagionale dell’im-pianto termico: tale rendimento deve essere superiore a un valore limite specificatonella normativa. Per tutti gli edifici, nel caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni,l’impianto di produzione dell’energia termica deve coprire il 50% del fabbisogno an-nuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria (20% pergli edifici situati nei centri storici).Il decreto prevede, inoltre, per tutti i nuovi edifici, l’obbligo di installazione di im-pianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica (non specifica però la poten-za minima installabile) e la predisposizione per l’allacciamento alla rete di teleriscal-damento se distante meno di 1000 m.Un ruolo importante viene affidato anche ai Comuni e alle Regioni. In particolare ilComune anche avvalendosi di esperti o organismi esterni, definisce le modalità dicontrollo, accertamento e ispezione che possono essere richieste anche dal committen-te stesso; mentre la Regione predispone ispezioni che sono finalizzate a: ridurre i con-sumi di energia, correggere le situazioni non conformi, rispettare gli obblighi dei con-trolli per il rendimento degli impianti e monitorare l’efficacia delle politiche pubbliche.Il grafico riprodotto a pagina seguente evidenzia come il consumo dell’impianto di ri-scaldamento di un’abitazione progettata secondo il D.Lgs. 192/2005 (utilizzando le li-mitazioni previste nel 2008) andrebbe a posizionarsi nella Classe C della CertificazioneCasa Clima, con un risparmio del 45% rispetto alla stessa abitazione progettata secon-do i criteri richiesti dal D.P.R. 412/1993. L’abitazione progettata secondo il D.P.R.412/1993 si posizionerebbe nella Classe E della Certificazione Casa Clima.Il D.M. 19 Febbraio 2007 apre l’accesso alla detrazione di imposta del 55% per inter-venti finalizzati al risparmio energetico degli edifici. I soggetti ammessi alla detra-zione sono i privati e i titolari di reddito di impresa, l’obbiettivo è quello di coinvolge-

71 2.2 SOLUZIONI TECNICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

Calcolo delrendimentoglobale mediostagionale

Detrazionedi imposta

RISPARMIOENERGETICONELL’EDILIZIA

VALORI LIMITE EPI ESPRESSO IN KWH/M2 ANNO

Rappor-to diformadell’edi-ficio S/V 0,2

ZONA CLIMATICA

A B C D E F

fino 600 gg

a 601 gg

a 900 gg

a 901 gg

a 1400 gg

a 1401 gg

a 2100 gg

a 2101 gg

a 3000 gg

oltre3000 gg

2006 10 10 15 15 25 25 40 40 55 55

2008 9,5 9,5 14 14 23 23 37 37 52 52

2010 8,5 8,5 12,8 12,8 21,3 21,3 34 34 46,8 46,8

Rappor-to diformadell’edi-ficio S/V 0,9

ZONA CLIMATICA

A B C D E F

fino 600 gg

a 601 gg

a 900 gg

a 901 gg

a 1400 gg

a 1401 gg

a 2100 gg

a 2101 gg

a 3000 gg

oltre3000 gg

2006 45 45 60 60 85 85 110 110 145 145

2008 41 41 55 55 78 78 100 100 133 133

2010 36 36 48 48 68 68 88 88 116 116

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re, grazie a questi incentivi, il maggior numero di contribuenti nella tutela dell’ambien-te. Le detrazioni si possono sfruttare in 3 periodi di imposta; i tetti di sconto utilizza-bile, a seconda dell’intervento partono da 30.000 euro per l’installazione di caldaie acondensazione, 60.000 euro per l’installazione di pannelli solari fino a 100.000 euro perla riqualificazione energetica dell’edificio (edifici esistenti di qualsiasi natura catasta-le). Le spese ammesse possono essere divise in quattro ambiti di intervento:• Edilizia: interventi che conseguano un indice di prestazione energetica per la clima-

tizzazione invernale inferiore di almeno il 20% rispetto ai valori riportati nell’allega-to C del Decreto;

• Infissi: interventi che comportino una riduzione della trasmittenza termica delle fi-nestre comprensive degli infissi;

• Impianti: interventi impiantistici concernenti la climatizzazione invernale e/o laproduzione di Acqua calda attraverso la fornitura e posa in opera di impianti solaritermici o l’installazione di caldaie a condensazione;

• Professionisti: prestazioni professionali necessaria alla realizzazione degli interven-ti precedenti.

Sistemi solari passivi e attiviCome precedentemente rilevato, l’edificio non va più concepito come un elementopassivo che fagocita enormi quantità di energia, ma come strumento di produzionediretta di energia, utilizzabile in loco e/o a distanza (tramite la rete didistribuzione) al fine di soddisfare le richieste energetiche. La progettazione di questiedifici “energeticamente intelligenti” si sviluppa fondamentalmente in due modi traloro compatibili: • la progettazione secondo sistemi solari passivi: in questo caso l’edificio stesso, at-

traverso i suoi elementi costruttivi, capta, accumula e trasporta al suo interno l’ener-gia ricavata da fonti rinnovabili;

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 72

Sistemi solari

GRAFICO CONSUMI PER IL RISCALDAMENTO

kWh/mq anno

CLASSE “E”Casa Clima

CLASSE “C”Casa Clima CLASSE “C”

Casa Clima CLASSE “B”Casa Clima

D.P.R. 412/1993 D.LGS.192/20051° gennaio 2006

Risparmio energetico35% c.a.

D.LGS.192/20051° gennaio 2008

Risparmio energetico44% c.a.

D.LGS.192/20051° gennaio 2010

Risparmio energetico46% c.a.

110

100

90

80

70

60

50

40

30

20

10

0

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• l’integrazione alle strutture edilizie dei sistemi solari attivi, ove i sistemi attivi cap-tano, accumulano e utilizzano l’energia proveniente da fonti rinnovabili con una tec-nologia di tipo impiantistico.

I sistemi solari passivi sono tecnologie applicate al costruito impiegate al fine di rego-lare gli scambi termici tra esterno e interno dell’edificio, facendo uso della radiazionesolare come fonte energetica e sfruttando, come elementi captanti e d’accumulo, com-ponenti edilizi sia d’involucro che interni.Elementi essenziali dei sistemi solari passivi sono:• collettori:

sono gli elementi destinati alla captazione solare, prevalentemente collocati sull’in-volucro edilizio in parti ben esposte alla radiazione solare, (fronti a sud e coperture)sono costituiti da superfici trasparenti e da assorbitori costituiti da superfici opachee scure che esposte alla radiazione solare che penetra dalla superficie trasparente laconvertono in calore;

• masse di accumulo:destinate a immagazzinare calore e a ricederlo in assenza di sole, prolungando ilfunzionamento dei sistemi solari passivi;

• componenti di controllo:servono a regolare il funzionamento dei sistemi solari passivi nel ciclo giornaliero(giorno/notte ) e stagionale.

I sistemi solari attivi sono quelle tecnologie che riescono a sfruttare l’irraggiamentosolare garantendo un migliore comportamento termico ed energetico del sistema edi-ficio e sono il solare termico (produzione di acqua calda sanitaria) e il fotovoltaico(produzione di energia elettrica). Un collettore solare termico trasforma la radiazionesolare in calore che viene utilizzato per riscaldare un fluido, un pannello fotovoltaicotrasforma la luce del sole in corrente elettrica.Il collettore piano ad acqua (o pannello solare) serve a catturare l’energia che giungedal Sole sulla Terra e ad utilizzarla per produrre acqua calda a una temperatura del-l’ordine di 38 - 45°C. L’acqua calda prodotta e accumulata in un apposito serbatoio po-trà essere utilizzata per le esigenze domestiche.Il solare fotovoltaico è una tecnologia che permette la conversione diretta dell’ener-gia solare in energia elettrica. Si definisce impianto o sistema fotovoltaico, un im-pianto di produzione di energia elettrica mediante conversione diretta della radia-zione solare, tramite l’effetto fotovoltaico; esso è composto principalmente da un in-sieme di moduli fotovoltaici, uno o più convertitori della corrente continua in correntealternata e altri componenti minori. L’elemento base della tecnologia fotovoltaica èrappresentato dalla “cella“. Si tratta di una piccola lastra di materiale semiconduttore(generalmente silicio) che opportunamente trattata, genera una piccola differenza dipotenziale tra la superficie superiore (-) trattata con fosforo e quella inferiore (+) trat-tata con boro.La radiazione solare incidente sulla cella è in grado di mettere in movimento gli elet-troni interni al materiale, che quindi si spostano dalla faccia negativa a quella positiva,generando una corrente continua.Le celle vengono connesse tra loro e incapsulate in maniera da formare delle super-fici più grandi: i moduli. Più moduli vengono collegati elettricamente in serie realiz-zando la cosiddetta stringa, che a sua volta, viene collegata in parallelo con altre ana-loghe. L’aggregazione di diverse stringhe costituisce il campo o generatore foto-voltaico.L’impianto o sistema fotovoltaico è poi a sua volta costituito otre che dal generatore,anche da un sistema di condizionamento e controllo della potenza (inverter, regolatoredi tensione etc.) e da un eventuale accumulatore di energia.

73 2.2 SOLUZIONI TECNICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

Sistemi solaripassivi

Sistemi solariattivi

Pannello solare

Impianto o sistemafotovoltaico

RISPARMIOENERGETICONELL’EDILIZIA

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Il “conto energia”Il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, per promuovere l’utilizzo difonti rinnovabili per la creazione di energia, il 19 settembre 2005 ha introdotto in Italiail decreto legge per il conto energia fotovoltaico introducendo cosi, anche in Italia, unanormativa che permette a tutti i cittadini di usufruire di incentivi per la costruzione diimpianti fotovoltaici, erogati in “conto energia” attraverso la “tariffa incentivante” ,rivendendo tutta l’energia elettrica prodotta direttamente al Gestore Servizi Elettrici(GSE) a una tariffa incentivante.Il Ministero dello Sviluppo Economico con il D.M. del 19 febbraio 2007 pubblicato sul-la Gazzetta Ufficiale n. 45 del 23 febbraio 2007 ha stabilito i nuovi criteri e le modalitàper incentivare la produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici. Ilprovvedimento consentirà di allineare l’Italia agli altri Paesi europei all’avanguardianel settore e di eliminare parte delle lungaggini burocratiche, che avevano appesantitoil vecchio “conto energia”.In particolare non è più necessario attendere l’accoglimento da parte del GSE (ex GRTN)della richiesta di concessione delle tariffe incentivate, ma una volta richiesto l’allaccio alGestore di rete locale, si potrà procedere direttamente alla realizzazione dell’impianto, edopo aver collegato l’impianto alla rete elettrica si potrà richiedere al GSE il riconosci-mento, per 20 anni, della tariffa incentivante relativa alla tipologia di impianto realizzato.Il Decreto rimette in moto il cosiddetto “conto energia”, destinando gli incentivi esclu-sivamente agli impianti già realizzati. I soggetti che possono beneficiare delle tariffe in-centivanti sono: le persone fisiche, le persone giuridiche, i soggetti pubblici, i condo-mini di unità abitative e/o edifici.Gli impianti incentivati dovranno avere una potenza non inferiore a 1 kW ed essere dinuova costruzione, rifacimento totale o potenziamento con un unico punto di connes-sione con la rete pubblica non condiviso con altri impianti fotovoltaici. Il nuovo “conto energia” semplifica le procedure finora previste, garantendo il premioper i piccoli impianti che alimentano le utenze degli edifici sul quale siano effettuati in-terventi strutturali a favore del risparmio energetico, adeguatamente comprovati, at-traverso una apposita certificazione. Gli incentivi del “conto energia” non sono cumu-labili con altri incentivi.

Risparmio IdricoDi tutti i settori regolamentati dalla politica ambientale comunitaria, quello dell’acquaha prodotto la legislazione più vasta consistente in più di quaranta testi tra regolamen-ti, direttive, decisioni e adottando approcci in materia di protezione delle acque che sisono evoluti, negli ultimi vent’anni, in modo significativo.Il cambiamento climatico in atto, l’aumento dei costi energetici e la carenza dell’ac-qua condizionano gli aspetti più importanti della vita sul pianeta e impongono di ope-rare per garantire a tutti il diritto all’acqua.L’Italia è uno dei Paesi europei che consuma più acqua. Contrariamente a quello chesta succedendo nel resto d’Europa, in Italia i consumi di acqua sono in aumento.Il recupero delle acque piovane sta acquistando importanza crescente nell’ambito del-l’approvvigionamento e dello smaltimento delle acque. L’utilizzo delle acque meteo-riche rientra nell’insieme di quelle strategie volte a razionalizzare l’uso di una risorsaaltamente preziosa come l’acqua, evitando inutili sprechi.Recuperare le acque piovane aiuta, infatti, a risparmiare acqua potabile, a controllarei deflussi superficiali in zone a rischio, a ripristinare l’equilibrio delle falde sotter-ranee che in molte zone è stato alterato da prelievi scriteriati. Anche laddove la dispo-nibilità di acqua è abbondante, è ragionevole evitare gli sprechi, anche perché, con

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Conto energia

Risparmioidrico

Recupero delle acque

piovane

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l’andare del tempo, il progressivo peggioramento della qualità delle fonti sotterraneee l’evoluzione climatica cui stiamo assistendo, che alterna prolungati periodi di siccitàa intensi nubifragi, renderanno sempre più costoso l’approvvigionamento di acquacon idonee caratteristiche di qualità.La costituzione sull’intero territorio nazionale delle Autorità d’Ambito per la gestionedel Servizio Idrico Integrato, che hanno lo scopo di amministrare la risorsa idricadall’approvvigionamento alla depurazione, potrà comportare, nel prossimo futuro, unaumento del prezzo dell’acqua, che si potrà differenziare a seconda delle varie realtàregionali, ma che comunque avrà un trend di crescita rivolto verso il costo medio eu-ropeo, che attualmente si aggira sui 2-5 Euro/metro cubo.Inoltre, il D.Lgs. 152/1999 prevede al Capo II-Tutela Quantitativa della Risorsa e RisparmioIdrico norme e misure volte a favorire la riduzione dei consumi e ad eliminare gli sprechi.Alcune Regioni si sono già attivate in tale direzione (per esempio, L.R. Toscana 64/2001).Per tutta questa serie di motivi, è quindi ecologicamente ed economicamente vantag-gioso ideare e realizzare sistemi idonei per recuperare le acque piovane. In una casa abitata da 4 persone è possibile, utilizzando l’acqua piovana, risparmiareannualmente circa 70.000 litri di acqua potabile. Questo risparmio determina notevolivantaggi sia economici che ecologici.L’acqua piovana può essere utilizzata per le cassette dei WC, per la lavatrice, per lepulizia di casa e del cortile, nonché per l’irrigazione di orti e giardini.L’acqua piovana ricadente sulle coperture deve essere opportunamente canalizzata econvogliata in vasche d’accumulo, dotate di appositi filtri, in cui viene stoccata alfresco e al buio in un ambiente igienicamente sicuro. Al raggiungimento della capa-cità massima delle vasche, l’acqua in eccesso defluisce allo scarico.Un’apposita centralina di distribuzione convoglia l’acqua piovana accumulata neiserbatoi sotterranei alle diverse utenze (cassette w.c., lavatrici, irrigazione, lavaggiosuperfici).Nel caso di riutilizzo per solo uso irriguo, invece, può essere inserita una appositapompa sommersa direttamente nella vasca di stoccaggio. Come già detto, lo stoccaggio delle acque piovane avviene in vasche d’accumulo chesono realizzate in cemento armato e si possono interrare completamente. Perché l’ac-qua meteorica possa essere di buona qualità, oltre al pretrattamento di filtrazione, è in-fatti indispensabile che lo stoccaggio avvenga in ambiente perfettamente impermea-bile, fresco e buio. Il calcestruzzo è un materiale ideale per realizzare tali serbatoi: ècomposto da materie prime naturali (ghiaia, sabbia e cemento), è durevole nel tempo,sopporta la pressione del terreno, della falda e del transito e ha costi vantaggiosi.

75 2.2 SOLUZIONI TECNICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

sdjhgkshd

RISPARMIOENERGETICONELL’EDILIZIA

– per uso irriguo:il fabbisogno d’acqua per uso irriguo non è regolare in tutti i periodi dell’anno. Si calcola media-mente che per ogni metro quadrato di superficie necessitano annualmente dai 60 ai 150 litri d’ac-qua. È un enorme spreco utilizzare acqua potabile;

– per il funzionamento delle lavatrici:per il lavaggio della biancheria il consumo idrico giornaliero per persona oscilla tra i 16 e i 40 litrid’acqua in funzione del numero di lavaggi, dell’ampiezza del cestello e dell’età della lavatrice.Le qualità dell’acqua piovana, filtrata e stoccata in luogo fresco, garantiscono che essa sia ottimaanche per il funzionamento della lavatrice (anzi, ci sono notevoli vantaggi nell’utilizzo di acquaa bassissimo contenuto di calcare);

– per il funzionamento dei servizi igienici:nell’ambito domestico i W.C. determinano il maggior consumo d’acqua: quelli tradizionali neconsumano 45 litri per persona al giorno; quelli moderni 18 litri. È un inutile spreco utilizzare ac-qua potabile di rete per alimentare le cassette dei servizi igienici.

L’ACQUA PIOVANA PUÒ ESSERE RIUTILIZZATA PER MOLTEPLICI USI

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Acque grigie e loro trattamentoIn una generica utenza, per soddisfare i fabbisogni idrici si preleva acqua potabiledalla rete idrica pubblica: questa acqua, dotata di caratteristiche di elevata qualità,viene utilizzata indistintamente per scopi potabili (per esempio igiene personale ecottura dei cibi) e per scopi non potabili (un esempio su tutti l’utilizzo nelle casset-te di risciacquo dei WC). Si verifica cioè un doppio spreco: si utilizza acqua di altaqualità per scopi non potabili, buttandola via subito dopo tramite lo scarico in fo-gnatura. Una gestione sostenibile del ciclo delle acque si basa invece proprio sulla valorizza-zione di acque meno nobili e sull’utilizzo dell’acqua di alta qualità esclusivamente lad-dove sono veramente richieste caratteristiche di qualità. Interventi realizzabili sempli-cemente e con bassi costi riguardano la componente delle acque reflue non interessatadagli scarichi dei WC, indicata in genere come “acque grigie”; questi interventi sonocostituiti fondamentalmente da:• la separazione delle reti di scarico delle acque nere (contenenti cioè gli scarichi dei

WC) e delle acque grigie (tutte le altre acque di scarico); • la realizzazione di reti distinte di distribuzione idrica (acqua potabile e acqua non

potabile); • il trattamento e il riutilizzo delle acque grigie depurate per scopi non potabili, co-

me per esempio l’irrigazione di aree a verde, il riempimento delle cassette di risciac-quo dei WC, il lavaggio di aree esterne.

Le acque grigie si depurano molto più velocemente delle acque nere: probabilmentela differenza più significativa consiste nella velocità di degradazione degli inquinanticontenuti nelle acque grigie. Le acque nere contengono infatti sostanze organiche chehanno subito uno dei processi degradativi più efficienti in natura, quello del tratto ga-stro-intestinale umano; è quindi facilmente comprensibile che i residui di tale processonon si possano decomporre velocemente una volta inseriti in acqua. Per esempio, incinque giorni di processo biologico degradativo della sostanza organica, solo il 40%della sostanza organica presente subisce una completa mineralizzazione, mentre nelcaso delle acque grigie si raggiunge nello stesso periodo una rimozione del 90%. Que-sto rapido decadimento della sostanza organica presente nelle acque grigie può esserespiegato con l’abbondanza di zuccheri, proteine e grassi, facilmente disponibili alla flo-ra batterica, caratteristica di questa tipologia di reflui.Le acque grigie contengono inoltre solo 1/10 dell’azoto totale e meno della metà delcarico organico rispetto alle acque nere.Una scelta progettuale sostenibile per il trattamento delle acque grigie ai fini del ri-utilizzo deve tenere conto dei seguenti fattori:• adattabilità alle variazioni di carico idraulico e organico in ingresso; • efficienza nella degradazione della sostanza organica; • alto abbattimento della carica batterica; • semplicità ed economicità di gestione e manutenzione. Le tecniche di fitodepurazione rappresentano una tipologia impiantistica che si adat-ta perfettamente a tali necessità: in particolare, a parità di carico idraulico trattato, laloro efficienza è maggiore nell’abbattimento del carico organico presente nelle acquegrigie, rispetto al caso in cui abbiamo anche le nere. La fitodepurazione è quindi un innovativo sistema di depurazione delle acque civilidi facile manutenzione e con bassi costi di realizzazione e risulta una valida alterna-tiva agli impianti di depurazione tradizionale. Gli impianti di fitodepurazione sonoambienti umidi artificiali in cui vengono sfruttate le capacità autodepurazione degliambienti acquatici, cioè nei sistemi di fitodepurazione vengono ricostruiti artificial-mente degli ambienti umidi naturali in cui si sviluppano batteri in grado di depura-

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Acque grigie

Gestionesostenibile

del ciclo delle acque

Fito- depurazione

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re le acque reflue. L’eliminazione degli inquinanti avviene attraverso processi fisici,chimici e biologici.L’utilizzo di questo tipo di tecnologia rispetta la regolamentazione italiana ed europeariguardante il riutilizzo delle acque e la salvaguardia della loro qualità (D.Lgs.152/1999 e legge 36/1994, artt. 5 e 6) .I vantaggi della fitodepurazione sono vari:1. recupero e la valorizzazione della depurazione naturale;2. basso impatto ambientale;3. basso consumo energetico; 4. s’inserisce nell’abitat senza modificarlo;5. si riutilizza l’acqua depurata (per esempio, per l’irrigazione o per alcuni servizi

igenici);6. assenza di cattivi odori e insetti molesti;7. semplice utilizzo;8. bassi costi di realizzazione e manutenzione;9. utilizzo di aree marginali (incolte e umide) nel rispetto delle condizioni di natura-

lità del paesaggio.Unico svantaggio rilevante di questa tecnica è quello di richiedere un consumo di ter-ritorio superiore agli impianti tradizionali (in generale richiede 3-4 mq x abitante ser-vito/equivalente).La fitodepurazione è quindi un sistema particolarmente vantaggioso per il tratta-mento degli scarichi di piccole (singole case, condomini, ristoranti ecc.) e grandi real-tà (attività artigianali e piccole industrie, ospedali, centri turistici, porzioni di quartiereo gruppi di villette a schiera). È consigliabile nei luoghi in assenza di fognatura o collegamenti a depuratori pubbliciin presenza di aree, anche di modesta superficie, da destinare a vasche di colture ma-crofite. È proponibile anche come trattamento biologico (secondario) o di affinamento (ter-ziario) dei reflui di origine civile o industriale per lo scarico in corpi idrici superficia-li, nel rispetto delle normative vigenti.

77 2.2 SOLUZIONI TECNICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

sdjhgkshd

RISPARMIOENERGETICONELL’EDILIZIA

I sistemi di fitodepurazione sono principalmente suddivisi in base alla direzione di scorrimentodell’acqua in due categorie : • sistemi a flusso superficiale;• sistemi a flusso sub-superficiale: orizzontali o verticali.I sistemi a flusso superficiale consistono in vasche o canali dove la superficie è esposta all’atmosferae il suolo è costantemente sommerso.Nei sistemi a flusso sub-superficiale la superficie dell’acqua non è mai esposta al contatto direttocon l’atmosfera.In particolare in quelli orizzontali: l’acqua si depura in una o più vasche contenenti materiale inertesu cui si sviluppano le radici delle piante acquatiche. Il flusso dell’acqua rimane costantemente aldi sotto della superficie del letto e scorre in senso orizzontale. In quelli verticali: il refluo da trattare è immesso con carico alternato discontinuo e percola vertical-mente in un filtro di materiali inerti in cui si sviluppano le radici delle piante. I sistemi sono aerobici.Gli impianti consistono in vasche di CLS in bacini in scavo o in rilevato, impermeabilizzate con spes-sori artificiali (guaine). Le vasche o i bacini sono attrezzati con sistemi di drenaggio atti al deflussodell’effluente. Le vasche vengono riempite con substrati inerti e idonei alle caratteristiche del refluo da trattare eagli obbiettivi di qualità prefissati. Si procede con l’attrezzare le superfici così ottenute con sistemid’adduzione e distribuzione del refluo e con la messa a dimora delle “piante equivalenti”. Questosignifica praticamente che un impianto dovrà avere determinate dimensioni per abbattere il caricoinquinante, che in media è prodotto giornalmente da un abitante.

TIPOLOGIE D’IMPIANTI.

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Il trattamento prevede un impianto composto da un bacino umido artificiale nel qua-le il suolo, sommerso nelle acque reflue da trattare o parzialmente saturo, è coltivatocon vegetali idonei.Negli impianti di fitodepurazione gli inquinanti sono rimossi attraverso gli stessi pro-cessi, biologici, e chimico-fisici, che avvengono in natura. In questi, come sopra citato,si impiegano piante che hanno un’elevata capacità di assorbire alcune sostanze no-cive all’ambiente e di favorire lo sviluppo nel terreno di microrganismi che concorro-no ai processi depurativi distruggendo molti inquinanti organici. Esistono comunque altri sistemi particolarmente adatti al trattamento delle acque gri-gie, caratterizzati da ingombri ridotti (generalmente si tratta di sistemi interrabili, maesistono in commercio alcune soluzioni impiantistiche adatte anche all’installazione al-l’interno degli edifici, per esempio nelle cantine, permettendo oltretutto di risparmiareper quanto riguarda tubazioni esterne agli edifici).Sistemi particolarmente indicati sono gli impianti SBR (Sequencing Batch Reactor), chepresentano molti vantaggi, come l’elevata efficienza nel trattamento, la compattezza,la semplicità di installazione e di gestione, la silenziosità e l’assenza di produzionedi cattivi odori.All’interno del sistema SBR, il trattamento delle acque viene effettuato in diversi staditemporalmente successivi che avvengono in maniera ciclica. Preliminarmente si hauna filtrazione che elimina i materiali più grossolani; il filtro viene lavato periodica-mente ed automaticamente tramite un’apposita pompa interna al sistema e i residuidella pulizia del filtro vengono scaricati nella rete fognaria. Successivamente si ha iltrattamento biologico vero e proprio, con il funzionamento a “batch” tipico di questisistemi: le fasi di ossidazione e sedimentazione avvengono all’interno del medesimocomparto a intervalli automaticamente stabiliti tramite una centralina di controllo. Iprodotti di scarto della fase di sedimentazione vengono automaticamente espulsi a in-tervalli regolari e convogliati alla rete fognaria nera (terzo stadio).Vi sono inoltre gli impianti MBR (Membrane Biological Reactor), che sono un sistema didepurazione biologica delle acque che consiste nella combinazione del processo tra-dizionale di depurazione a fanghi attivi e di un successivo sistema di separazione amembrana (generalmente microfiltrazione o ultrafiltrazione) che sostituisce il normalesedimentatore secondario. Tale sistema presenta quindi il vantaggio aggiuntivo di per-mettere il raggiungimento di un’elevata concentrazione di solidi, anche pari a 10-15mg/L, concentrazione insostenibile per il sistema tradizionale di sedimentazione. L’u-tilizzo delle membrane al posto del sedimentatore evita inoltre eventuali fuoriuscite difango.Il sistema MBR può essere realizzato in due differenti configurazioni impiantistiche:con unità di filtrazione esterna (MBR side-stream) oppure con unità di filtrazionesommersa (MBR submergedmembrane), nella quale le membrane sono collocate all’in-terno della stessa vasca a fanghi attivi, a contatto diretto e costante con il refluo.Il refluo viene convogliato alla vasca a fanghi attivi, all’interno della quale, come negliimpianti di depurazione tradizionali, avviene la degradazione della sostanza organica.Nella configurazione side-stream il refluo viene poi inviato al sistema esterno di fil-trazione, mentre nella configurazione a membrane sommerse il refluo viene pompatoattraverso le membrane filtranti: il permeato (il liquido filtrato che passa attraverso lemembrane) viene successivamente convogliato a un sistema esterno di disinfezione, aun trattamento a osmosi inversa oppure direttamente allo scarico.Durante il processo di depurazione un flusso intermittente d’aria viene introdotto dal-la parte inferiore del modulo contenente le membrane e permette l’avvenimento dellafiltrazione tangenziale (cross flow) che previene il deposito di fango e quindi contrastal’intasamento delle membrane.

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Impianti SBR

Impianti MBR

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Perché le membrane si mantengano efficienti anche nel lungo periodo, viene periodi-camente attuato il contro lavaggio (lavaggio in controcorrente) che permette il distaccocompleto del materiale depositatosi sulla superficie delle membrane. Questo impiantoè disponibile in moduli da 100 abitanti equivalenti. Sia questo sistema che il preceden-te hanno un bisogno continuo di elettricità, sono tecnologicamente delicati e sensibiliall’uso di detergenti aggressivi per la flora batterica (responsabile del processo di pu-rificazione). Per andare a regime ci vogliono 2-4 settimane. Costi di esercizio da 1,2 a 2euro per m2 di acqua pulita.Infine vi sono gli impianti RBC (Rotating Biological Contactor), sistema di trattamentobiologico a rotazione multi-stadio. Questo processo consente di trattare le acque in-quinate, estratte dal sottosuolo, con reattori biologici basati sulla crescita di micror-ganismi collocati su supporti o sospesi nel liquido stesso. Una tipica unità RBC consi-ste in dischi plastici del dimetro di 12 piedi montati lungo un’asta posta orizzontal-mente di 25 piedi di lunghezza. L’unità RBC ruota nell’acqua di falda a 1.5 rpm e siforma così uno strato di microrganismi sulla superficie dei dischi; i microrganismi de-gradano i composti organici e azotati presenti producendo diossido di carbonio, ac-qua e nuove cellule. Le cellule formano i fanghi. Durante le rotazioni il 40% dei dischiè immerso nell’acqua, la restante parte è a contatto con l’atmosfera. Se il processo pro-cede correttamente si realizza un eccesso di biomassa sui dischi che determina la for-mazione di sospensioni solide biologiche nell’acqua trattata. I dischi possono essereprotetti da coperture, per evitare la degradazione biologica operata dai raggi UV, perinibire la crescita di alghe e per controllare il rilascio delle sostanze volatili. Necessitadi pretrattamento e chiarificazione finale per il deposito della biomassa e area di 0,5m2. Va bene anche per piccoli scarichi (per esempio, 10 abitanti equivalenti) e in que-sto modo è stato molto utilizzato, esistono dati di monitoraggio di impianti in Germa-nia funzionanti da più di dieci anni: l’uso di prodotti per l’igiene o accidentali conta-minazioni con feci e batteri patogeni non rappresentano un problema.

Illuminazione e risparmio energeticoLa luce è una delle tante forme di energia esistenti senza le quali la vita moderna e losviluppo tecnologico sarebbero inconcepibili.Il fabbisogno di luce artificiale è un costo fisso significativo nella vita di tutti i giornie rappresenta un danno per l’ambiente in generale. Questa è una delle ragioni per cuil’uso razionale dell’energia per fini di illuminazione è una priorità assoluta.I moderni regolatori di flusso raggiungono l’obiettivo del risparmio di energia elettri-ca ottimizzando allo stesso tempo l’illuminazione: permettono infatti di ridurre i costifino al 40%, operando nel rispetto delle norme vigenti per quanto riguarda il fabbiso-gno di luce necessaria.L’utilizzo della luce artificiale è oggi uno strumento obbligato in quasi tutti gli am-bienti (uffici, scuole, fabbriche, supermercati, gallerie, stazioni, aeroporti, pubblica il-luminazione ecc.), per garantirne la piena operatività sia sul piano illuminotecnico cheper il rispetto dei criteri di sicurezza.In base alla tipologia dei vari ambienti il consumo energetico per l’illuminazione è ri-levante: fino al 60% rispetto al consumo complessivo.La pubblica illuminazione in Europa determina un costo energetico pari a circa 15-20 euro/anno per abitante; per le pubbliche amministrazioni (comuni, Province, Re-gioni) ha un’incidenza del 30-40% dei consumi energetici complessivi, mentre a livellonazionale rappresenta il 15-20% dei consumi energetici globali.I consumi energetici dovuti alla pubblica illuminazione, ancora per molti anni, sonodestinati ad aumentare (nuove strade-autostrade, costruzioni, gallerie, nuovi insedia-menti residenziali e industriali) in media del 5-6% per anno. Questi livelli di crescita

79 2.2 SOLUZIONI TECNICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

Impianti RBC

Sistemi diilluminazione

Regolatori di flusso

Pubblicailluminazione

RISPARMIOENERGETICONELL’EDILIZIA

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dei consumi richiedono negli anni la costruzione di nuove centrali per la produzionedi energia elettrica, il cui risultato finale è: grandi investimenti e aumento dell’inqui-namento ambientale.Una soluzione concreta per il risparmio energetico nel comparto illuminazione èrappresentata dai Regolatori di flusso, sia nella riduzione dei consumi energetici (conrisparmi fino al 40%), sia per la possibilità di ridurre o evitare la costruzione di nuovecentrali per la produzione di energia elettrica.Una buona pianificazione che preveda l’applicazione dei regolatori di flusso luminosopuò determinare il raggiungimento di importanti risultati sul piano economico e am-bientale.

Regolatori di flusso luminosoGli attuali regolatori di flusso permettono di ottenere risparmi anche del 40%, graziealla riduzione dei consumi di energia elettrica (KWh), ottimizzando la gestione dellaluce in un determinato ambiente.Questo risultato è il frutto di una considerazione: la quantità di luce prodotta da unadeterminata sorgente luminosa è soggetta nel tempo a un calo della resa luminosa perl’usura delle lampade utilizzate; tale rendimento può essere controllato gestendo latensione di rete.I regolatori di flusso abbattono in modo consistente i costi di illuminazione attraversoil controllo della tensione fornita, ottimizzando la distribuzione luminosa, in confor-mità alla legislazione vigente e alle norme di buona pratica; sono anche la soluzioneideale per ottimizzare le sorgenti luminose, operando in base al principio della tra-sformazione elettromagnetica della tensione (principio trasformatore/senza armoni-che): una volta in funzione, riducono la tensione di rete a un livello prescelto, variabiletra i 175/210 Volt.Le sorgenti luminose idonee allo scopo possono essere fluorescenti, ai vapori di sodio,ai vapori di mercurio, alogene e agli ioduri metallici.La riduzione della tensione di rete limita l’usura delle sorgenti luminose e allunga inmodo consistente la vita economica delle lampade. Per questo motivo i benefici per gliutilizzatori comprendono sia un risparmio energetico sia significativi risparmi nei co-sti di manutenzione e nei costi materiali delle sorgenti luminose.Queste tecnologie sono in grado di soddisfare tutte le esigenze tecniche economiche eprogettuali, adattandosi ad ogni tipologia di ambiente senza modificare la situazioneesistente sotto l’aspetto impiantistico- gestionale.

Illuminazione internaIl settore delle tecnologie per l’illuminazione efficiente è in continua evoluzionee consente di conseguire risparmi energetici molto elevati, spesso compresi fra il 30%e il 50%, offrendo contestualmente un comfort visivo migliore.Se si considera che l’illuminazione incide per un terzo circa della bolletta elettricanel settore civile e si tiene conto dell’influsso positivo in termini di umore e sicurezzache una buona luminosità delle aree di lavoro ha sui lavoratori, si comprende che larazionalizzazione dell’illuminazione è uno degli obiettivi primari da perseguire.Gli impianti di illuminazione, in particolare per gli interni, vengono dimensionati te-nendo conto delle necessità di punta dell’utilizzatore, il quale si limita a spegnere al-cune linee quando non serve la massima luminosità, creando però coni d’ombra e sot-toponendo le lampade a un irregolare consumo. Inoltre l’atto volontario non dà garan-zia di risultato. I sistemi di parzializzazione del flusso luminoso consentono di tararel’impianto al livello di luce desiderato, risparmiando la maggiore potenza installatanecessaria per tener conto del naturale decadimento delle lampade. A questo si ag-

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 80

Regolatoridi flusso

luminoso

Trasformazioneelettroma -

gnetica

Impianti di illuminazione

per interni

Sistemi diparzializzazione

del flussoluminoso

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giunge la possibilità di sfruttare l’apporto di luce solare che consente di ridurre l’im-piego di luce artificiale, mantenendo inalterato il livello di lux prefissato.Con queste tecnologie si allunga notevolmente la durata media delle lampade aumen-tandola almeno del 50% e limitando, così, i costi di manutenzione.L’investimento iniziale per l’acquisto di tali tecnologie può essere recuperato nell’ar-co di due, massimo tre, anni.Gli interventi realizzabili ricadono in due categorie principali:• sostituzione di componenti e sistemi con altri più efficienti (lampade, alimentato-

ri, corpi illuminanti, regolatori);• adozione di sistemi automatici di regolazione, accensione e spegnimento dei pun-

ti luce (sensori di luminosità e di presenza, sistemi di regolazione).Per quanto riguarda le lampade si segnalano gli interventi di sostituzione delle lam-pade a incandescenza e alogene con quelle fluorescenti compatte e dei tubi di vecchiagenerazione (T12 e T8) con i recenti trifosforo (T5). Si sottolinea come lelampade attuali abbiano raggiunto rese cromatiche e durate eccellenti.Per quanto riguarda gli alimentatori è bene optare per quelli elettronici, che consento-no di ridurre i consumi di energia elettrica, di migliorare il funzionamento della lam-pada grazie alla frequenza di alimentazione più elevata e di conseguire maggiori du-rate rispetto a quelli magnetici.La corretta scelta dei corpi illuminanti permette di ottimizzare la distribuzione delflusso luminoso, la temperatura interna per i tubi T5 (essenziale per massimizzarne laresa), il rendimento di riflessione e la manutenzione. A tal fine oltre alla geometria gio-cano un ruolo importante i materiali.Gli interventi inerenti alla regolazione riguardano:• il comando manuale per aree distinte;• il controllo automatico a tempo;• il comando automatico con rilevatore di presenza;• la regolazione del flusso luminoso in funzione del decadimento delle lampade,

dell’orario e dell’apporto di luce diurna.La Comunità Europea ha avviato il progetto GreenLight per promuovere l’illumina-zione efficiente (interni ed esterni). Lo schema non prevede contributi, in quanto gli in-terventi si ripagano velocemente da soli, considerando che le tecnologie che possonoessere utilizzate, riducono il consumo di energia elettrica per illuminazione del 30-50%, con tassi di rendimento fra il 20 e il 50%.Un attuale sistema di illuminazione non tiene conto del risparmio che si otterrebbe dal-lo sfruttamento della luce naturale, andando a modulare la quantità d'illuminazioneartificiale in funzione di quella naturale. L'installazione di un sistema di controllo au-tomatico dell'illuminazione richiederà un certo costo iniziale, però porterà alla ridu-zione dei costi di esercizio. Ma questo risparmio è sufficiente a giustificare gli investi-menti iniziali? Per valutare ciò, bisogna confrontare i costi dell'investimento e il rispar-mio economico che si ottiene; la valutazione del risparmio può essere effettuata utiliz-zando vari metodi. Analizzando i costi, questi si dividono in costi iniziali e costi di esercizio. I costi inizialisono quelli che si hanno, per l'esecuzione dell'impianto; come il costo dell'apparecchia-tura (lampade, plafoniere, interruttori e cavi), costo dell'installazione (cablaggio dei ca-vi, collegamenti), messa in opera (rettifica dei comandi, dei circuiti, misurazione del-l'illuminazione). I costi di esercizio, che spesso sono superiori ai costi iniziali, includo-no i costi energetici, la pulizia e la manutenzione (sostituzione delle lampade, delle ap-parecchiature ausiliari, dei portalampada ecc.) L’aspetto che riguarda il risparmio economico si valuta considerando la riduzione del-la quantità di energia elettrica consumata, includendo anche la riduzione dei costi

81 2.2 SOLUZIONI TECNICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

Lampade

Alimentatori

Corpiilluminanti

ProgettoGreenLight

RISPARMIOENERGETICONELL’EDILIZIA

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di manutenzione (lampade con durata di vita più lunga). Si devono considerare anchei risparmi indiretti, come la riduzione del carico termico delle lampade, con conse-guente riduzione del riscaldamento dell'ambiente e quindi riduzione di energia usataper l'impianto dell'aria condizionata. Con una migliore illuminazione, si ottiene unamigliore vivibilità dell'ambiente, che produce un aumento del rendimento lavorativoda parte del personale per ciò che riguarda gli ambienti di lavoro e un maggior com-fort abitativo per gli ambienti destinati a uso abitativo, ma una quantificazione di que-sto ritorno economico è molto difficile.

Audit EnergeticoLo strumento principale per conoscere la situazione energetica di un edificio, e quindiintervenire efficacemente, è l’audit energetico. Questa metodica si basa su fasi precise e dettagliate svolte da tecnici specializzati nelrilevamento dei dati e nella loro elaborazione. L’audit energetico può essere leggero o di dettaglio: • l’audit energetico leggero viene affrontato con sopralluoghi agli edifici, individua-

zione delle caratteristiche di involucro e impianti e individuazione di interventi dimassima;

• l’audit energetico di dettaglio viene affrontato per gli edifici comunali a maggiorconsumo energetico, con condizioni di particolare “sofferenza”, con lo scopo di mi-gliorare le caratteristiche energetiche dell’edificio stesso.

Le tre principali fasi di un audit energetico sono:

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 82

Auditenergetico

Fasi di un auditenergetico

Questo è il metodo più semplice per la valutazionedel tempo di ritorno dell'investimento, viene usato dove si paragona una nuova tec-nologia con una già in funzione. Se la spesa iniziale per la nuova tecnologia è x e lariduzione annua dei costi è y, il periodo di ritorno dell'investimento, in anni, è datoda x/y.

Tempo di ritorno semplice

Consideriamo la sostituzione di una lampada al tungsteno da 60 watt con una fluorescente com-patta da 11 watt in una stanza, dove la lampada viene accesa per 2000 ore all'anno.

Il costo di acquisto della lampada al tungsteno è di 0,7 euro; mentre il costo della lampada fluorescente compatta è di 19 euro; la spesa per l'energia elettrica è di 0,08 euro per KWh;la durata della lampada al tungsteno è di 1000 ore;mentre quella della fluorescente compatta è di 8000 ore;la lampada al tungsteno consuma 120 kWh per anno, per un costo di 9,6 euro all'anno;la fluorescente compatta usa 22 kWh per anno per un costo di 1,8 euro;la lampada fluorescente compatta ha un costo iniziale di 19 euro, ma non ci sono costi futuri per ilsistema; mentre ogni anno sono richieste due lampade al tungsteno, in sostituzione, per un costo di 1.4 eu-ro: il costo dell'energia consumata in un anno per la lampada al tungsteno è di 9,6 euro contro 1,8euro per la fluorescente compatta.

Si ha, quindi, una riduzione dei costi per la lampada fluorescente di 7,8 euro per il consumo di ener-gia elettricae 1,4 euro per le lampade a incandescenza che dovrebbero essere comprate; il totale risparmiato è di 9,2 euro all'anno;il tempo di ritorno dell'investimento (19/9,2 = 2,07 anni) è di poco superiore ai due anni.

ESEMPIO

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Fase 1: Reperimento dei dati relativi all’edificio• audit di involucro: raccolta dati e caratteristiche dell’involucro;• audit dell’impianto termico;• audit dell’impianto elettrico.1. reperimento di planimetrie dell’edificio per risalire alla superficie utilizzata e ri-

scaldata; 2. individuazione delle caratteristiche costruttive dell’edificio con sopralluoghi all’in-

terno e all’esterno, cercando di identificare problemi e criticità e osservando la pre-senza di sistemi di ombreggiamento;

3. raccolta dei consumi energetici storici attraverso le bollette: analisi delle bollette delgas e dell’elettricità per gli ultimi 2-3 anni. Raccolta dei dati climatici della zona diriferimento della città in cui viene realizzato l’audit;

4. reperimento del libretto della caldaia, cercando di individuare la tipologia della cal-daia, la potenza termica e le caratteristiche di efficienza;

5. raccolta delle informazioni sugli orari e sulle modalità di funzionamento della cal-daia;

6. raccolta dei dati sul sistema di distribuzione del calore ai corpi scaldanti (radiatori,caloriferi, ventilconvettori ecc.) e sopralluoghi per verificare la tipologia dei corpiscaldanti.

Gli obiettivi di questa fase hanno lo scopo di individuare le inefficienze dell’involucro,di ricostruire l’andamento annuale e mensile dei consumi, di individuare dei legami trai consumi e le condizioni climatiche esterne e dei problemi dell’impianto termico.

Fase 2: Elaborazione e analisi dei datiNella seconda fase, si procede all’elaborazione e analisi dei dati. L’obiettivo è quellodi identificare eventuali problemi, quantificare i consumi in mc/anno di gas consu-mati e kWh/anno di elettricità consumata e di ricostruire il bilancio energetico com-plessivo dell’edificio.

Fase 3: Interventi mirati alla riduzione dei consumi energeticiL’ultima fase, la terza, è volta a interventi mirati alla riduzione dei consumi energeti-ci, con lo scopo di identificare azioni rivolte al risparmio e all’efficienza energetica e al-la riduzione dei consumi termici ed elettrici oltre alla riduzione delle emissioni di CO2in atmosfera.

Un’altra modalità importante è la Diagnosi energetica, che approfondisce la cono-scenza del sistema edificio-impianto al fine di ricostruirne il bilancio energetico e in-dividuare l’alternativa progettuale di riqualificazione energetica ottimale per ridurre iconsumi di energia primaria e conseguentemente le emissioni di CO2. I dati necessari per la diagnosi energetica sono acquisiti tramite l’audit energetico edeventualmente integrati con sopralluoghi e rilievi mirati (per esempio, misure degli in-fissi, valutazione della composizione strutturale ecc.) atti a completare il set di input ri-chiesto. Viene inoltre effettuata un’indagine termografica dell’edificio con produzionedi apposito report che evidenzia le zone di maggiore dispersione e i ponti termici.La metodologia si basa sulla ricostruzione di un modello virtuale dello stabile, fedel-mente riprodotto nelle sue caratteristiche plani-volumetriche e nei suoi impianti idro-termosanitari. Questo modello viene usato per simulare i flussi energetici entranti(apporti solari, riscaldamento ecc.) e negativi (dispersioni energetiche) ricostruendoneil comportamento in regime dinamico, ovvero senza trascurare i fenomeni transitori. La simulazione è effettuata tenendo conto dei dati climatici della località in cui è ubi-

83 2.2 SOLUZIONI TECNICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

Fase 1

Fase 2

Fase 3

Diagnosienergetica

RISPARMIOENERGETICONELL’EDILIZIA

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Testingenergetico

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 84

cato lo stabile nonché del suo effettivo profilo temporale di utilizzo e del numero diutenti. Grazie ai dati climatici utilizzati sarà inoltre possibile ricostruire il bilancio perogni ora del giorno, all’interno della stagione considerata. Una volta costruito il mo-dello dell’edificio, questo viene validato tramite il confronto con i dati reali di consumoe di condizioni microclimatiche interne (se disponibili).Dal modello dell’edificio è possibile simulare qualsiasi alternativa di intervento che ri-guardi la riqualificazione dell’involucro nei suoi vari componenti e/o degli impiantitecnologici. In questo modo è quantificato il risparmio energetico conseguibile con levarie alternative progettuali, scelte da un set di interventi tipologici in base alle carat-teristiche dell’edificio. Infine bisogna considerare anche il Testing energetico che consiste in una serie di mi-sure e prove strumentali effettuate direttamente sull’edificio al fine di quantificarealcune variabili fisiche, necessarie per valutare in modo approfondito la prestazioneenergetica dell’immobile. Tali misure possono essere mirate ad acquisire dati e infor-mazioni altrimenti non disponibili oppure a verificare in campo la coerenza tra le ef-fettive caratteristiche delle strutture e degli impianti con i dati di progetto.I risultati di ogni misura e prova devono essere verificati e validati tramite appositeprocedure.Le prove e misure che andrebbero effettuate sono le seguenti:• rilievo delle caratteristiche plani-volumetriche (dell’immobile e dei suoi componen-

ti); • acquisizione di variabili climatiche locali (temperatura, umidità relativa) e di com-

fort interno; • monitoraggio del comportamento dell’utenza (temperatura, ricambi d’aria ed utiliz-

zo impianti); • misura delle perdite per ventilazione; • misura dei flussi termici attraverso i componenti edilizi e quantificazione della tra-

smittanza reale (U) ai sensi della norma ISO 9869; • indagine termografica con individuazione qualitativa delle zone di dispersione

energetica dell’involucro edilizio e degli impianti, ai sensi delle norme UNI 9252 edUNI 131187;

• indagini endoscopiche per stratigrafia pacchetto murario (per supporto calcolo aisensi della norma UNI EN ISO 6946).

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3.1 Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale

Edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di penae casermeIl D.Lgs. 192/2005 modificato con D.Lgs. 311/2006 e integrato con D.P.R. 59/2009 “Re-quisiti minimi” e D.M. 26.6.2009 “Linee guida nazionali per la certificazione energeti-ca”, configura un nuovo iter amministrativo per l’ottenimento dei titoli abilitativi: Per-messo di Costruire, Denuncia di inizio Attività, e introduce la Certificazione energeticadegli edifici come previsto dalla Direttiva 2002/91/CE.I documenti previsti dalla legislazione sono tre:1. relazione tecnica (art. 8, comma 1, D.Lgs. 192/2005), da presentarsi in duplice co-

pia al Comune in sede di Dichiarazione di inizio lavori, come previsto dall’art. 28comma 1 della legge 10/1991, deve essere firmato da un tecnico abilitato (il proget-tista) e contiene i dati relativi all’edificazione e agli impianti e il rispetto dei requi-siti minimi previsti dal D.Lgs. 192/2005 e dal D.P.R. 59/2009, così come progettati.Tali requisiti sono oggetto di accertamento da parte del Comune. Alcuni Comunipossono richiedere che la Relazione tecnica sia richiesta già in sede di presentazio-ne (o ritiro) del Permesso di Costruire o Denuncia di Inizio Attività. La RelazioneTecnica deve essere redatta come da Allegato E del D.Lgs. 192/2005 modificato dalD.Lgs. 311/2006. Il metodo di calcolo è quello previsto dall’Allegato B del DM26.6.2009 e dalle UNITS 11300. Il D.P.R. 59/2009 pone fine al regime transitorio peri requisiti minimi;

2. attestato di qualificazione energetica - AQE (art. 8, comma 2, D.Lgs. 192/2005) Dapresentarsi al Comune in sede di Dichiarazione di fine lavori, deve essere firmatodal tecnico abilitato (progettista) e dal Direttore dei lavori, e contiene i dati relativiall’edificio e agli impianti così come realizzato, al fine dell’accertamento e ispezione(in sito) da parte del Comune o dei tecnici preposti. La Dichiarazione di fine lavoriè inefficace (non valida) nel caso in cui manchi l’AQE. Il modello dell’Attestato diQualifica Energetica è riportato nell’Allegato 5 del D.M. 26.6.2009. Il metodo dicalcolo è quello previsto dall’Allegato B del D.M. 26.6.2009 e dalle UNITS 11300. La Relazione tecnica e l’Attestato di Qualificazione Energetica (AQE) devono es-sere prodotti nel caso in cui si ricada in quanto previsto nell’art. 3 comma 1 lett. a)e comma 2 lett. a) e b) del D.Lgs. 192/2005, ovvero per gli interventi:• edifici di nuova costruzione e ristrutturazione integrale di edifici con SU mag-

giore di 1000m2;

Indice di prestazioneenergetica

Relazionetecnica

Attestato di qualificazioneenergetica -AQE

3. Requisiti energetici degli edifici

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• ristrutturazione parziale, manutenzione straordinaria (applicazione dei requisitiminimi D.P.R. 59/2009 limitata);

• nuovo impianto termico o ristrutturazione impianto termico esistente (applica-zione dei requisiti minimi D.P.R. 59/2009 limitata);

• sostituzione generatore di calore (applicazione dei requisiti minimi D.P.R.59/2009 limitata).

Sono esclusi gli edifici e/o impianti che ricadano nell’art. 3 comma 3 del D.Lgs.192/2005 e smi.

3. attestato di certificazione energetica - ACE (art. 6, commi 1 e 1-bis del D.Lgs.192/2005). Ha validità di 10 anni e deve essere prodotto in caso di:• nuova costruzione, a cura del costruttore, pena sanzione da 5.000 e a 30.000

e(art.15 D.Lgs. 192/2005);• atti di trasferimento a titolo oneroso (compravendita) per tutti gli edifici o unità

immobiliari a partire dal 1° luglio 2009.L’Attestato di Certificazione Energetica deve essere redatto secondo il D.M. 26.6.2009“Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” da un esperto in-dipendente (art. 4 comma 1, lett. c)]. Attualmente non sono definiti i requisiti dell’e-sperto indipendente, quindi, in attesa dell’emanazione del Decreto previsto dall’art. 4comma 1, lett. c), può essere redatto da un tecnico abilitato, tranne che nelle regioni chehanno adottato propri provvedimenti e istituito l’elenco dei soggetti certificatori. L’Attestato di Certificazione Energetica deve essere consegnato al proprietario o lo-catario o altri avente titolo e non al Comune, fatto salvo quanto previsto da alcune dis-posizioni regionali. Il criterio per sapere quali documenti presentare è il seguente:1) verificare se l’intervento richiede titoli abilitativi (Permesso di costruire o Denun-

cia di Inizio Attività);2) verificare in quale ambito ricade l’intervento tra quelli dell’art. 3 del D.Lgs.

192/2005 ;3) in caso di interventi parziali verificare quali (e se) requisiti minimi deve rispettare

ai sensi del D.Lgs. 192/2005 e del D.P.R. 59/2009;4) se ricade nell’art. 3 del D.Lgs. 192/2005 bisogna redigere la Relazione Tecnica e

l’Attestato di Qualificazione Energetica, relativi solo alla parte oggetto di inter-vento;

5) se l’edificio è di nuova costruzione oppure oggetto di compravendita (anche se nonvengono fatti interventi), si dovrà redigere l’Attestato di Certificazione Energeti-ca, da consegnare al proprietario, e non al Comune (fatto salvo quanto previsto daalcune regioni).

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 86

Attestato di qualificazione

energetica -AQE

Relazionetecnica

Lo schema di relazione tecnica proposto nel seguito contiene le informazioni minime necessarie peraccertare l’osservanza delle norme vigenti da parte degli organismi pubblici competenti. Lo schemadi relazione tecnica si riferisce all’applicazione integrale del decreto legislativo. Nel caso di applica-zione parziale e/o limitata al rispetto di specifici parametri, livelli prestazionali e prescrizioni le in-formazione e i documenti relativi ai paragrafi 5, 6, 7, 8 e 9 devono essere predisposti in modo con-gruente con il livello di applicazione.

1. INFORMAZIONI GENERALIComune di <...> Provincia <...>;Progetto per la realizzazione di (specificare il tipo di opere);

RELAZIONE TECNICA DI CUI ALL’ART. 28 DELLA LEGGE 9 GENNAIO 1991, N. 10, ATTESTANTE LA RISPONDENZA ALLE PRESCRIZIONI IN MATERIA DI CONTENIMENTO DEL CONSUMO ENERGETICODEGLI EDIFICI

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87 3.1 INDICE DI PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE

REQUISITIENERGETICI

DEGLI EDIFICI

Sito in (specificare l’ubicazione o, in alternativa indicare che è da edificare nel terreno di cui siriportano gli estremi del censimento al Nuovo Catasto Territoriale);Concessione edilizia n. <...> del <...>;Classificazione dell’edificio (o del complesso di edifici) in base alla categoria di cui all’art. 3 delD.P.R. 26 agosto 1993, n. 412 ; per edifici costituiti da parti appartenenti a categorie differenti,specificare le diverse categorie);Numero delle unità abitative <...>;Committente(i) <...>;Progettista(i) degli impianti termici e dell’isolamento termico dell’edificio <...>;Direttore(i) degli impianti termici e dell’isolamento termico dell’edificio <...>;■■ L’edificio (o il complesso di edifici) rientra tra quelli di proprietà pubblica o adibiti a uso pub-

blico ai fini dell’art. 5, comma 15, del D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412 (utilizzo delle fonti rinno-vabili di energia) e dell’allegato I, comma 14 del decreto legislativo.

2. FATTORI TIPOLOGICI DELL’EDIFICIO (O DEL COMPLESSO DI EDIFICI)Gli elementi tipologici forniti, al solo scopo di supportare la presente relazione tecnica, sono iseguenti:■■ Piante di ciascun piano degli edifici con orientamento e indicazione d’uso prevalente dei sin-

goli locali;■■ Prospetti e sezioni degli edifici con evidenziazione dei sistemi di protezione solare;■■ Elaborati grafici relativi a eventuali sistemi solari passivi specificatamente progettati per fa-

vorire lo sfruttamento degli apporti solari.

3. PARAMETRI CLIMATICI DELLA LOCALITÀGradi giorno (della zona d’insediamento, determinati in base al D.P.R. 412/1993) GG <...>;Temperatura minima di progetto (dell’aria esterna secondo norma UNI 5364 e successivi aggior-namenti) °C <...>.

4. DATI TECNICI E COSTRUTTIVI DELL’EDIFICIO (O DEL COMPLESSO DI EDIFICI) E DELLE RELATIVESTRUTTUREVolume delle parti di edificio abitabili o agibili al lordo delle strutture che li delimitano (V) m3

<...>;Superficie esterna che delimita il volume (S) m2 <...>;Rapporto S/V 1/m <...>;Superficie utile dell’edificio m2 <...>;Valore di progetto della temperatura interna °C <...>;Valore di progetto dell’umidità relativa interna % <...>;

5. DATI RELATIVI AGLI IMPIANTI5.1 Impianti termici

a) Descrizione impiantoTipologiaSistemi di generazioneSistemi di termoregolazioneSistemi di contabilizzazione dell’energia termicaSistemi di distribuzione del vettore termicoSistemi di ventilazione forzata: tipologieSistemi di accumulo termico: tipologieSistemi di produzione e di distribuzione dell’acqua calda sanitariaDurezza dell’acqua di alimentazione dei generatori di calore per potenza installata maggioreo uguale a 350 Kw gradi francesi

b) Specifiche dei generatori di energiaFluido termovettoreValore nominale della potenza termica utile kWRendimento termico utile (o di combustione per generatori ad aria calda) al 100% PnValore di progetto %

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 88

Valore minimo prescritto dal regolamento % (se necessario)Rendimento termico utile al 30% PnValore di progetto %Valore minimo prescritto dal regolamento % (se necessario)Combustibile utilizzatoNel caso di generatori che utilizzino più di un combustibile indicare il tipo e le percentuali diutilizzo dei singoli combustibiliPer gli impianti termici con o senza produzione di acqua calda sanitaria, che utilizzano, in tut-to o in parte, macchine diverse dai generatori di calore convenzionali, quali per esempio:macchine frigorifere, pompe di calore, gruppi di cogenerazione di energia termica ed elet-trica, le prestazioni delle macchine diverse dai generatori di calore sono fornite indicando lecaratteristiche normalmente utilizzate per le specifiche apparecchiature, applicando, ove esi-stenti, le vigenti norme tecniche.

c) Specifiche relative ai sistemi di regolazione dell’impianto termicoTipo di conduzione prevista ■■ continua con attenuazione notturna <...> ■■ intermittenteSistema di telegestione dell’impianto termico, se esistenteDescrizione sintetica delle funzioniSistema di regolazione climatica in centrale termica (solo per impianti centralizzati)Centralina climaticaDescrizione sintetica delle funzioniNumero dei livelli di programmazione della temperatura nelle 24 oreOrgani di attuazioneDescrizione sintetica delle funzioniRegolatori climatici delle singole zone o unità immobiliariNumero di apparecchiDescrizione sintetica delle funzioniNumero dei livelli di programmazione della temperatura nelle 24 oreDispositivi per la regolazione automatica della temperatura ambiente nei singoli locali o nel-le singole zone, ciascuna avente caratteristiche di uso ed esposizioni uniformiNumero di apparecchiDescrizione sintetica dei dispositivi

d)Dispositivi per la contabilizzazione del calore nelle singole unità immobiliari (solo per impian-ti centralizzati)Numero di apparecchi <...>Descrizione sintetica del dispositivo <...>

e) Terminali di erogazione dell’energia termicaNumero di apparecchi (quando applicabile) <...>Tipo <...>Potenza termica nominale (quando applicabile)

f) Condotti di evacuazione dei prodotti della combustioneDescrizione e caratteristiche principali (indicare con quale norma è stato eseguito il dimen-sionamento)

g) Sistemi di trattamento dell’acqua (tipo di trattamento)h) Specifiche dell’isolamento termico della rete di distribuzione (tipologia, conduttività termica,

spessore)i) Specifiche della/e pompa/e di circolazione (portata, prevalenza, velocità, pressione, assorbi-

menti elettrici)j) Impianti solari termici

Descrizione e caratteristiche tecnichek) Schemi funzionali degli impianti termici

5.2 Impianti fotovoltaiciDescrizione e caratteristiche tecniche e schemi funzionali

5.3 Altri impiantiDescrizione e caratteristiche tecniche di apparecchiature, sistemi e impianti di rilevante impor-tanza funzionali

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89 3.1 INDICE DI PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE

REQUISITIENERGETICI

DEGLI EDIFICI

6. PRINCIPALI RISULTATI DEI CALCOLIa) Involucro edilizio e ricambi d’aria

Caratteristiche termiche, igrometriche e di massa superficiale dei componenti opachi dell’in-volucro edilizioConfronto con i valori limite riportati all’allegato C del decreto legislativoVedi allegati alla presente relazioneCaratteristiche termiche dei componenti finestrati dell’involucro edilizioConfronto con i valori limite riportati all’allegato C del decreto legislativoClasse di permeabilità all’aria dei serramenti esterniVedi allegati alla presente relazioneValutazione dell’efficacia dei sistemi schermanti delle superfici vetrateAttenuazione dei ponti termici (provvedimenti e calcoli)Trasmittanza termica (U) degli elementi divisori tra alloggi o unità immobiliari confinanti (di-stinguendo pareti verticali e solai)Confronto con il valore limite riportato al comma 10 dell’allegato I al decreto legislativoVerifica termoigrometricaVedi allegati alla presente relazioneNumeri di ricambi d’aria (media nelle 24 ore) - specificare per le diverse zonePortata d’aria di ricambio (G) solo nei casi di ventilazione meccanica controllata m3/hPortata dell’aria circolante attraverso apparecchiature di recupero del calore disperso (solo sepreviste dal progetto) m3/hRendimento termico delle apparecchiature di recupero del calore disperso (solo se previstedal progetto)

b)Valore dei rendimenti medi stagionali di progettoRendimento di produzione (%)Rendimento di regolazione (%)Rendimento di distribuzione (%)Rendimento di emissione (%)Rendimento globale

c) Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernaleMetodo di calcolo utilizzato (indicazione obbligatoria)Valore di progetto kWh/m2 .anno /kWh/m3 .annoConfronto con il valore limite riportato all’allegato C del decreto legislativo kWh/m2 .anno/kWh/m3 .annoFabbisogno di combustibile kg o Nm3 Fabbisogno di energia elettrica da rete kWheFabbisogno di energia elettrica da produzione locale kWhe

d) Indice di prestazione energetica normalizzato per la climatizzazione invernaleValore di progetto (trasformazione del corrispondente dato calcolato al punto c) ) kJ/m3GG

e) Indice di prestazione energetica per la produzione di acqua calda sanitariaFabbisogno combustibileFabbisogno di energia elettrica da rete kWheFabbisogno di energia elettrica da produzione locale kWhe

f) Impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria percentuale di copertura delfabbisogno annuo

g) Impianti fotovoltaici percentuale di copertura del fabbisogno annuo

7. ELEMENTI SPECIFICI CHE MOTIVANO EVENTUALI DEROGHE A NORME FISSATE DALLA NORMA-TIVA VIGENTENei casi in cui la normativa vigente consente di derogare a obblighi generalmente validi in que-sta sezione vanno adeguatamente illustrati i motivi che giustificano la deroga nel caso specifi-co.

8. VALUTAZIONI SPECIFICHE PER L’UTILIZZO DELLE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIAIndicare le tecnologie che, in sede di progetto, sono state valutate ai fini del soddisfacimentodel fabbisogno energetico mediante ricorso a fonti rinnovabili di energia o assimilate

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 90

9. DOCUMENTAZIONE ALLEGATA (elenco indicativo)N. piante di ciascun piano degli edifici con orientamento e indicazione d’uso prevalente dei sin-goli locali.N. prospetti e sezioni degli edifici con evidenziazione di eventuali sistemi di protezione solare(completi di documentazione relativa alla marcatura CE).N. elaborati grafici relativi a eventuali sistemi solari passivi specificatamente progettati per fa-vorire lo sfruttamento degli apporti solari.N. schemi funzionali degli impianti contenenti gli elementi di cui all’analoga voce del paragrafo‘Dati relativi agli impianti’.N. tabelle con indicazione delle caratteristiche termiche, termoigrometriche e massa efficacedei componenti opachi dell’involucro edilizio.N. tabelle con indicazione delle caratteristiche termiche dei componenti finestrati dell’involucroedilizio e loro permeabilità all’aria.Altri eventuali allegati

10. DICHIARAZIONE DI RISPONDENZAIl sottoscritto, iscritto a (indicare albo, ordine o collegio professionale di appartenenza, nonchéprovincia, numero dell’iscrizione) essendo a conoscenza delle sanzioni previste dall’art. 15, com-mi 1 e 2, del decreto legislativo di attuazione della direttiva 2002/91/CEDichiara sotto la propria personale responsabilità che:a) il progetto relativo alle opere di cui sopra è rispondente alle prescrizioni contenute del de-creto attuativo della direttiva 2002/91/CE;b) i dati e le informazioni contenuti nella relazione tecnica sono conformi a quanto contenutoo desumibile dagli elaborati progettuali.

Data <…> Firma <…>

IL RAPPORTO DI CONTROLLO DEVE ESSERE COMPILATO DALL’OPERATORE INCARICATO E CONSE-GNATO IN COPIA AL RESPONSABILE DELL’IMPIANTO, CHE NE DEVE CONFERMARE RICEVUTA PERPRESA VISIONE.A. IDENTIFICAZIONE DELL’IMPIANTO

Impianto termico sito nel comune di: <…> (<…>) in via/piazza: <…> Cap: <…>Responsabile dell’impianto: <…> tel.: <…>Indirizzo: <…>in qualità di: ■■ proprietario ■■ amministratore ■■ terzo responsabileGeneratore di calore: Costruttore <…> Modello: <…> Matricola: <…>Anno di costruzione: <…> Tipologia: <…> Marcatura efficienza energetica: (D.P.R. 660/1996): <…>Potenza termica nominale del focolare (kW): <…> Potenza termica utile nominale (kW): <…> Fluido termovettore: <…>Bruciatore abbinato: Costruttore: <…> Modello: <…> Matricola: <…>Anno di costruzione: <…> Tipologia: <…>

RAPPORTO DI CONTROLLO TECNICO PER IMPIANTO TERMICO DI POTENZA MAGGIORE O UGUALE 35 KWRapporto di controllo

tecnico

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91 3.1 INDICE DI PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE

REQUISITIENERGETICI

DEGLI EDIFICI

Campo di funzionamento (kW): <…>Destinazione: riscaldamento acqua calda sanitaria <…>Combustibile: gas naturale/G.p.l. gasolio/olio comb. <…>Data di installazione del generatore di calore: <…> Data del presente controllo: <…>

B. DOCUMENTAZIONE TECNICA A CORREDODocumento ■■ Presente ■■ Assente ■■ NoteLibretto di centrale <…>Rapporto di controllo ex UNI 10435 (impianto a gas) <…>Certificazione ex UNI 8364Dichiarazione di conformitàLibretto uso/manutenzione bruciatoreLibretto uso/manutenzione caldaiaPratica ISPESLCertificato prevenzione incendi

C. ESAME VISIVO E CONTROLLO DELLA CENTRALE TERMICA E DELL’IMPIANTO1. Centrale termica

– idoneità del locale di installazione ■■ si ■■ no– adeguate dimensioni aperture di ventilazione ■■ si ■■ no– aperture di ventilazione libere da ostruzioni ■■ si ■■ no

2. Esame visivo linee elettriche ■■ soddisfacente ■■ non soddisfacente3. Bruciatore

– ugelli puliti ■■ si ■■ si– funzionamento corretto ■■ si ■■ si

4. Generatore di calore– scambiatore lato fumi ■■ si ■■ no– accensione e funzionamento regolari ■■ si ■■ no– dispositivi di com. e regol. funzionanti correttamente ■■ si ■■ no– assenza di perdite e ossidazioni dai/sui raccordi ■■ si ■■ no– dispositivo di sicurezza non manomessi e/o cortocircuitati ■■ si ■■ no– vaso di espansione carico e/o in ordine

per il funzionamento ■■ si ■■ no– Organi soggetti a sollecitazioni termiche integri

e senza segni di usura e/o deformazione ■■ si ■■ no5. Controllo assenza fughe di gas si no6. Esame visivo delle coibentazioni ■■ soddisfacente ■■ non soddisfacente7. Esame visivo camino e canale da fumo ■■ soddisfacente ■■ non soddisfacente

D. CONTROLLO DEL RENDIMENTO DI COMBUSTIONE (Rif. UNI 10389 e successive modifiche)Effettuato � Non effettuato �Temp. Fumi(°C) <…> Temp. Amb. (°C) <…> O2 (%) <…> CO2 (%) <…> Bacharach (n.) <…> CO (ppm) <…>

Rendimento di combustione (%) Depressione nel canale da fumo o pressione nel condotto discarico fumi (Pa)

OSSERVAZIONI:. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

RACCOMANDAZIONI (In attesa di questi interventi l’impianto può essere messo in funzione):. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 92

In mancanza di prescrizioni esplicite, il tecnico dichiara che l’apparecchio può essere messo in servizioe usato normalmente senza compromettere la sicurezza delle persone, degli animali e dei beni.Ai fini della sicurezza l’impianto può funzionare SI � NO �

PRESCRIZIONI: ( in attesa di questi interventi l’impianto non può essere messo funzione). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

Il tecnico declina altresì ogni responsabilità per sinistri a persone, animali o cose derivanti da ma-nomissione dell’impianto o dell’apparecchio da parte di terzi, ovvero da carenze di manutenzionesuccessiva. In presenza di carenza riscontrate e non eliminate, il responsabile dell’impianto si impe-gna, entro breve tempo, a provvedere alla loro risoluzione dandone notizia all’operatore incarica-to.

TECNICO CHE HA EFFETTUATO IL CONTROLLO:Nome e Cognome <…> Ragione Sociale <…>Indirizzo <…> Telefono <…> Estremi del documento di qualifica <…>Orario di arrivo presso l’impianto <…> Orario di partenza dall’impianto <…>Timbro e firma dell’operatore <…> Firma del responsabile dell’impianto (per presa visione) <…>

AVVERTENZE PER IL TECNICO E PER IL RESPONSABILE DI IMPIANTO1. Nello spazio OSSERVAZIONI deve essere indicata dal tecnico la causa di ogni dato negativo ri-

scontrato e gli interventi manutentivi effettuati per risolvere il problema.2. Nello spazio RACCOMANDAZIONI devono essere fornite dal tecnico le raccomandazioni ritenu-

te opportune in merito a eventuali carenze riscontrate e non eliminate, tali comunque da nonarrecare un immediato pericolo alle persone, agli animali domestici e ai beni. Il tecnico indicale operazioni necessarie per il ripristino delle normali condizioni di funzionamento dell’impian-to a cui il responsabile dell’impianto deve provvedere entro breve tempo.

3. Nello spazio PRESCRIZIONI il tecnico, avendo riscontrato e non eliminato carenze tali da arre-care un immediato pericolo alle persone, agli animali domestici e ai beni, dopo aver messo fuoriservizio l’apparecchio e diffidato l’occupante dal suo utilizzo, indica le operazioni necessarieper il ripristino delle condizioni di sicurezza.

4. Tutte le note riportate negli spazi OSSERVAZIONI, RACCOMANDAZIONI; PRESCRIZIONI devonoessere specificate dettagliatamente (per esempio: non foro di ventilazione insufficiente, ma fo-ro di ventilazione esistente di 1000 cm2 da portare a 3000 cm2).Si rammenta che il controllo del rendimento di combustione, di cui al punto D, deve essere ef-fettuato con la periodicità stabilita al comma 3 dell’allegato L al presente decreto.

IL RAPPORTO DI CONTROLLO DEVE ESSERE COMPILATO DALL’OPERATORE INCARICATO E CONSE-GNATO IN COPIA AL RESPONSABILE DELL’IMPIANTO, CHE NE DEVE CONFERMARE RICEVUTA PERPRESA VISIONE.

Impianto termico sito nel Comune di <…> (<…>)in via/piazza <…> n. <…> piano <…> interno <…> Cap <…>Responsabile dell’impianto: <…> tel.: <…>Indirizzo: <…>in qualità di: ■■ proprietario ■■ occupante ■■ terzo responsabile

A. IDENTIFICAZIONE DELL’IMPIANTOCostruttore <…> Modello <…>Marcatura efficienza energetica: (D.P.R. 15 novembre 1996, n. 660): <…>

RAPPORTO DI CONTROLLO TECNICO PER IMPIANTO TERMICO DI POTENZA INFERIORE A 35 KWRapportodi controllo

tecnico

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93 3.1 INDICE DI PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE

REQUISITIENERGETICI

DEGLI EDIFICI

Matr. <…> Anno di costruzione <…> Riscaldamento � Acqua calda sanitaria �Pot. term. nom. focolare(kW): <…> Pot. term. nom. utile (kW) <…> Caldaia tipo (1) B � C �Tiraggio naturale � forzato �Combustibile: Gas di rete � Gpl � Gasolio � Kerosene � Altri <…>Data installazione <…> Data del controllo <…> Locale installazione <…>

B. DOCUMENTAZIONE TECNICA DI CORREDO– Dichiar. di conformità dell’impianto– Libretto di impianto– Libretto d’uso e manutenzione– Dispositivo rompitiraggio-antivento privo di evidenti tracce di deterioramento, ossidazione

e/o corrosione– Scambiatore lato fumi pulito

C. ESAME VISIVO DEL LOCALE DI INSTALLAZIONE– Accensione e funzionamento regolari– Idoneità del locale di installazione– Adeguate dimensioni aperture ventilazione– Aperture di ventilazione libere da ostruzioni

D. ESAME VISIVO DEI CANALI DA FUMO– Pendenza corretta– Sezioni corrette– Curve corrette– Lunghezza corretta– Buono stato di conservazione– Dispositivi di comando e regolazione funzionanti correttamente– Assenza di perdite e ossidazioni dai/sui raccordi– Valvola di sicurezza contro la sovrapressione a scarico libero– Vaso di espansione carico– Dispositivi di sicurezza non manomessi e/o cortocircuitati

E. CONTROLLO EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE– Organi soggetti a sollecitazioni termiche integri e senza segni di usura e/o deformazione– Circuito aria pulito e libero da qualsiasi impedimento– Guarnizione di accoppiamento al generatore integra– Scarico in camino singolo– Scarico in canna fumaria collettiva ramificata– Scarico a parete

– Per apparecchio a tiraggio naturale: non esistono riflussi dei fumi nel locale– Per apparecchi a tiraggio forzato: assenza di perdite dai condotti di scarico

G. CONTROLLO DELL’IMPIANTOP = positivo N = negativo NA = non applicabile ■■ P ■■ N ■■N.A.

F. CONTROLLO DELL’APPARECCHIO – Controllo assenza fughe di gas – Ugelli del bruciatore principale e del bruciatore pilota (se esiste) puliti – Verifica visiva coibentazioni– Verifica efficienza evacuazione fumi

H. CONTROLLO DEL RENDIMENTO DI COMBUSTIONEEffettuato � Non effettuato �Temp. fumi (°C) <…>

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 94

Temp. amb. (°C) <…>O2 (%) <…>CO2 (%) <…>Bacharach (n) <…>CO (ppm) <…>Rendimento Combustione (%) <…>Tiraggio (Pa) (4) <…>

OSSERVAZIONI(5)(8):. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

RACCOMANDAZIONI(6)(8) (in attesa di questi interventi l’impianto può essere messo in funzione):. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

In mancanza di prescrizioni esplicite, il tecnico dichiara che l’apparecchio può essere messo in ser-vizio e usato normalmente senza compromettere la sicurezza delle persone, degli animali e dei be-ni.Ai fini della sicurezza l’impianto può funzionare SI � NO �

PRESCRIZIONI (7)(8) : (in attesa di questi interventi l’impianto non può essere messo funzione). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . … … …

Il tecnico declina altresì ogni responsabilità per sinistri a persone, animali o cose derivanti da ma-nomissione dell’impianto o dell’apparecchio da parte di terzi, ovvero da carenze di manutenzionesuccessiva. In presenza di carenza riscontrate e non eliminate, il responsabile dell’impianto si impe-gna, entro breve tempo, a provvedere alla loro risoluzione dandone notizia all’operatore incarica-to.

TECNICO CHE HA EFFETTUATO IL CONTROLLO:Nome e Cognome <…> Ragione Sociale <…>Indirizzo <…> Telefono <…>Estremi del documento di qualifica <…>Orario di arrivo presso l’impianto <…> Orario di partenza dall’impianto <…>Timbro e firma dell’operatore <…> Firma del responsabile dell’impianto (per presa visione) <…>

AVVERTENZE PER IL TECNICO E PER IL RESPONSABILE DI IMPIANTO5. Per tipo B e C si intende rispettivamente generatore a focolare aperto o chiuso, indipendente-

mente dal tipo di combustibile utilizzato.6. Per N.C. si intende “Non Controllabile”, nel senso che per il singolo aspetto non è possibile ef-

fettuare tutti i necessari riscontri diretti senza ricorrere ad attrezzature speciali (per esempioper verificare l’assenza di ostruzioni in un camino non rettilineo), tuttavia le parti controllabilisono in regola e non si ha alcuna indicazione di anomalia nelle parti non controllabili.

7. Nel caso di installazione all’esterno al punto 2 deve essere barrata solo la scritta PER ESEMPIO8. Il dato relativo al tiraggio, espresso in Pa, è necessario solo per generatori di calore di tipo B9. Nello spazio OSSERVAZIONI deve essere indicata dal tecnico la causa di ogni dato negativo ri-

scontrato e gli interventi manutentivi effettuati per risolvere il problema.10. Nello spazio RACCOMANDAZIONI devono essere fornite dal tecnico le raccomandazioni ritenu-

te opportune in merito a eventuali carenze riscontrate e non eliminate, tali comunque da nonarrecare un immediato pericolo alle persone, agli animali domestici e ai beni. Il tecnico indicale operazioni necessarie per il ripristino delle normali condizioni di funzionamento dell’impian-to a cui il responsabile dell’impianto deve provvedere entro breve tempo.

11. Nello spazio PRESCRIZIONI il tecnico, avendo riscontrato e non eliminato carenze tali da arre-care un immediato pericolo alle persone, agli animali domestici e ai beni, dopo aver messo fuoriservizio l’apparecchio e diffidato l’occupante dal suo utilizzo, indica le operazioni necessarieper il ripristino delle condizioni di sicurezza.

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95 3.1 INDICE DI PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE

REQUISITIENERGETICI

DEGLI EDIFICI

12. Tutte le note riportate negli spazi OSSERVAZIONI, RACCOMANDAZIONI; PRESCRIZIONI devonoessere specificate dettagliatamente (per esempio: non foro di ventilazione insufficiente, ma fo-ro di ventilazione esistente di 100 cm2 da portare a 160 cm2).Si rammenta che il controllo del rendimento di combustione, di cui al punto H, deve essere ef-fettuato con la periodicità stabilita al comma 3 dell’allegato L al presente decreto.

Obblighi relativi all’esercizio e manutenzione degli impianti ai sensidel D.P.R. 412/1993D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412 - Regolamento recante norme per la progettazione, l’installa-zione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimentodei consumi di energia

Il territorio nazionale è suddiviso nelle seguenti sei zone climatiche in funzione deigradi - giorno, indipendentemente dalla ubicazione geografica:

Gli edifici sono classificati in base alla loro destinazione d’uso nelle seguenticategorie:

D.P.R.412/1993

Zone climatiche

Classificazionedegli edifici

Zona A: comuni che presentano un numero di gradi - giorno non superiore a 600;Zona B: comuni che presentano un numero di gradi - giorno maggiore di 600 e non superiore a 900;Zona C: comuni che presentano un numero di gradi - giorno maggiore di 900 e non superiore a 1.400;Zona D: comuni che presentano un numero di gradi - giorno maggiore di 1.400 e non superiore a2.100;Zona E: comuni che presentano un numero di gradi - giorno maggiore di 2.100 e non superiore a3.000;Zona F: comuni che presentano un numero di gradi - giorno maggiore di 3.000

E.1 Edifici adibiti a residenza e assimilabili:E.1 (1) abitazioni adibite a residenza con carattere continuativo, quali abitazioni civili e rurali, collegi,conventi, case di pena, caserme;E.1 (2) abitazioni adibite a residenza con occupazione saltuaria, quali case per vacanze, fine settimanae simili;E.1 (3) edifici adibiti ad albergo, pensione e attività similari;E.2 Edifici adibiti a uffici e assimilabili: pubblici o privati, indipendenti o contigui a costruzioni adibiteanche ad attività industriali o artigianali, purché siano da tali costruzioni scorporabili agli effetti del-l’isolamento termico;E.3 Edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili ivi compresi quelli adibiti a ricovero ocura di minori o anziani nonché le strutture protette per l’assistenza e il recupero dei tossico - dipen-denti e di altri soggetti affidati a servizi sociali pubblici;E.4 Edifici adibiti ad attività ricreative, associative o di culto e assimilabili:E.4 (1) quali cinema e teatri, sale di riunione per congressi;E.4 (2) quali mostre, musei e biblioteche, luoghi di culto;E.4 (3) quali bar, ristoranti, sale da ballo;E.5 Edifici adibiti ad attività commerciali e assimilabili: quali negozi, magazzini di vendita all’ingrossoo al minuto, supermercati, esposizioni;E.6 Edifici adibiti ad attività sportive:E.6 (1) piscine, saune e assimilabili;E.6 (2) palestre e assimilabili;E.6 (3) servizi di supporto alle attività sportive;E.7 Edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;E.8 Edifici adibiti ad attività industriali e artigianali e assimilabili.

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Durante il periodo in cui è in funzione l’impianto di climatizzazione invernale, la me-dia aritmetica delle temperature dell’aria nei diversi ambienti di ogni singola unitàimmobiliare, definite e misurate come indicato al comma 1 lettera w dell’art. 1, nondeve superare i seguenti valori con le tolleranze a fianco indicate:• 18 °C + 2 °C di tolleranza per gli edifici rientranti nella categoria E.8;• 20 °C + 2 °C di tolleranza per gli edifici rientranti nelle categorie diverse da E.8.Il mantenimento della temperatura dell’aria negli ambienti entro i limiti fissati deve es-sere ottenuto con accorgimenti che non comportino spreco di energiaGli impianti termici di nuova installazione nonché quelli sottoposti a ristrutturazio-ne devono essere dimensionati in modo da assicurare, in relazione a:• il valore massimo della temperatura interna;• le caratteristiche climatiche della zona;• le caratteristiche termofisiche dell’involucro edilizio;• il regime di conduzione dell’impianto.Il “rendimento globale medio stagionale” dell’impianto termico è definito come rap-porto tra il fabbisogno di energia termica utile per la climatizzazione invernale e l’e-nergia primaria delle fonti energetiche, ivi compresa l’energia elettrica ed è calcolatocon riferimento al periodo annuale di esercizio.Ai fini della conversione dell’energia elettrica in energia primaria si considera l’equi-valenza: 10 MJ = 1kWh. Il rendimento globale medio stagionale risulta dal prodottodei seguenti rendimenti medi stagionali:• rendimento di produzione;• rendimento di regolazione;• rendimento di distribuzione;• rendimento di emissione.Negli impianti termici ad acqua calda per la climatizzazione invernale con potenzanominale superiore a 350 kW, la potenza deve essere ripartita almeno su due genera-tori di calore. Alla ripartizione di cui sopra è ammessa deroga nel caso di sostituzionedi generatore di calore già esistente, qualora ostino obiettivi impedimenti di naturatecnica o economica quali per esempio la limitata disponibilità di spazio nella centraletermica.Negli impianti termici di nuova installazione, nonché in quelli sottoposti a ristrut-turazione, la produzione centralizzata dell’energia termica necessaria alla climatizza-zione invernale degli ambienti e alla produzione di acqua calda per usi igienici e sa-nitari per una pluralità di utenze, deve essere effettuata con generatori di calore sepa-rati, fatte salve eventuali situazioni per le quali si possa dimostrare che l’adozione diun unico generatore di calore non determini maggiori consumi di energia o comportiimpedimenti di natura tecnica o economica. Gli elementi tecnico-economici che giusti-ficano la scelta di un unico generatore vanno riportati nella relazione tecnica di cuiall’art. 28 della legge 9 gennaio 1991.L’applicazione della norma tecnica UNI 8065, relativa ai sistemi di trattamento del-l’acqua, è prescritta, nei limiti e con le specifiche indicate nella norma stessa, per gliimpianti termici di nuova installazione con potenza complessiva superiore o ugualea 350 kW.Negli impianti termici di nuova installazione e in quelli sottoposti a ristrutturazio-ne, i generatori di calore destinati alla produzione centralizzata di acqua calda per usiigienici e sanitari per una pluralità di utenze di tipo abitativo devono essere dimen-sionati secondo le norme tecniche UNI 9182, devono disporre di un sistema di accu-mulo dell’acqua calda di capacità adeguata, coibentato in funzione del diametro deiserbatoi e devono essere progettati e condotti in modo che la temperatura dell’acqua,

Impianti termici

UNI 8065

UNI 9182

rendimentoglobale medio

stagionale

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 96

climatizzazioneinvernale

degli ambienti e alla

produzione di acqua calda per usi igienici

e sanitari

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misurata nel punto di immissione della rete di distribuzione, non superi i 48°C, + 5°Cdi tolleranza.Negli impianti termici di nuova installazione, nella ristrutturazione degli impiantitermici nonché nella sostituzione di generatori di calore destinati alla produzione dienergia per la climatizzazione invernale o per la produzione di acqua calda sanitaria,per ciascun generatore di calore deve essere realizzato almeno un punto di prelievo deiprodotti della combustione sul condotto tra la cassa dei fumi del generatore stesso e ilcamino allo scopo di consentire l’inserzione di sonde per la determinazione del rendi-mento di combustione e della composizione dei gas di scarico ai fini del rispetto dellevigenti disposizioni.Gli impianti termici siti negli edifici costituiti da più unità immobiliari devono es-sere collegati ad appositi camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodot-ti di combustione, con sbocco sopra il tetto dell’edificio alla quota prescritta dalla re-golamentazione tecnica vigente, nei seguenti casi:• nuove installazioni di impianti termici, anche se al servizio delle singole unità im-

mobiliari;• ristrutturazioni di impianti termici centralizzati;• ristrutturazioni della totalità degli impianti termici individuali appartenenti a uno

stesso edificio;• trasformazioni da impianto termico centralizzato a impianti individuali;• impianti termici individuali realizzati dai singoli previo distacco dall’impianto cen-

tralizzato.In tutti i casi di nuova installazione o di ristrutturazione dell’impianto termico, checomportino l’installazione di generatori di calore individuali, è prescritto l’impiego digeneratori muniti di marcatura CE. In ogni caso i generatori di calore di tipo B1 (se-condo classificazione della norma tecnica UNI CIG 7129) installati all’interno di localiabitati devono essere muniti all’origine di un dispositivo di sicurezza dello scarico deiprodotti della combustione, secondo quanto indicato nella norma tecnica UNI CIGEN 297 del 1996. Al fine di garantire una adeguata ventilazione, nel caso di installazione di generatoridi tipo B1 in locali abitati, deve essere realizzata, secondo le modalità previste, al punto3.2.1 della norma tecnica UNI CIG 7129, apposita apertura di sezione libera totale noninferiore a 0,4 metri quadrati.Negli impianti termici di nuova installazione e nelle opere di ristrutturazione degli im-pianti termici, la rete di distribuzione deve essere progettata in modo da assicurare unvalore del rendimento medio stagionale. In ogni caso, come prescrizione minimale,tutte le tubazioni di distribuzione del calore, comprese quelle montanti in traccia osituate nelle intercapedini delle tamponature a cassetta, anche quando queste ultimesiano isolate termicamente, devono essere installate e coibentate. La messa in operadella coibentazione deve essere effettuata in modo da garantire il mantenimento dellecaratteristiche fisiche e funzionali dei materiali coibenti e di quelli da costruzione, te-nendo conto in particolare della permeabilità al vapore dello strato isolante, delle con-dizioni termoigrometriche dell’ambiente della temperatura del fluido termovettore.Tubazioni portanti fluidi a temperature diverse, quali per esempio le tubazioni di man-data di ritorno dell’impianto termico, devono essere coibentate separatamente.Negli impianti termici di nuova installazione e in quelli sottoposti a ristrutturazione,qualora siano circoscrivibili zone di edificio a diverso fattore di occupazione (peresempio singoli appartamenti e uffici, zone di guardiania, uffici amministrativi nellescuole), è prescritto che l’impianto termico per la climatizzazione invernale sia dota-to di un sistema di distribuzione a zone che consenta la parzializzazione di detta cli-matizzazione in relazione alle condizioni occupazione dei locali.

97 3.1 INDICE DI PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE

REQUISITIENERGETICI

DEGLI EDIFICI

Adeguataventilazione

Rete didistribuzione

Apparecchia-ture per ilrecupero delcalore dispersoper rinnovodell’aria

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Negli impianti termici di nuova installazione e nei casi di ristrutturazione dell’impian-to termico, qualora per il rinnovo dell’aria nei locali siano adottati sistemi a ventilazio-ne meccanica controllata, è prescritta l’adozione di apparecchiature per il recuperodel calore disperso per rinnovo dell’aria ogni qual volta la portata totale dell’aria diricambio e il numero di ore annue di funzionamento dei sistemi di ventilazione sianosuperiori ai valori limite

Rendimento minimo dei generatori di caloreNegli impianti termici di nuova installazione, nella ristrutturazione degli impianti ter-mici nonché nella sostituzione di generatori di calore, i generatori di calore ad acquacalda di potenza nominale utile pari o inferiore a 400 kW devono avere un “rendi-mento termico utile” conforme a quanto prescritto dal D.P.R. 15 novembre 1996, n.660. I generatori ad acqua calda di potenza superiore devono rispettare i limiti direndimento fissati dal medesimo D.P.R. per le caldaie di potenza pari a 400 kW. I ge-neratori di calore ad aria calda devono avere un “rendimento di combustione” non in-feriore ai valori riportati nell’allegato E al detto decreto.

Termoregolazione e contabilizzazioneNegli impianti termici centralizzati adibiti al riscaldamento ambientale per una plura-lità di utenze, qualora la potenza nominale del generatore di calore o quella comples-siva dei generatori di calore sia uguale o superiore a 35 kW, è prescritta l’adozione diun gruppo termoregolatore dotato di programmatore che consenta la regolazionedella temperatura ambiente almeno su due livelli a valori sigillabili nell’arco delle24 ore. Il gruppo termoregolatore deve essere pilotato da una sonda termometrica dirilevamento della temperatura esterna. La temperatura esterna e le temperature dimandata e di ritorno del fluido termovettore devono essere misurate con una incertez-za non superiore a 2 °C.Il sistema di termoregolazione può essere dotato di un programmatore che consentala regolazione su un solo livello di temperatura ambiente qualora in ogni singola uni-tà immobiliare sia effettivamente installato e funzionante un sistema di contabilizza-zione del calore e un sistema di termoregolazione pilotato da una o più sonde di mi-sura della temperatura ambiente dell’unità immobiliare e dotato di programmatoreche consenta la regolazione di questa temperatura almeno su due livelli nell’arco del-le 24 ore. Gli edifici o le porzioni di edificio che in relazione alla loro destinazione d’uso sononormalmente soggetti a una occupazione discontinua nel corso della settimana o delmese devono inoltre disporre di un programmatore settimanale o mensile che con-senta lo spegnimento del generatore di calore o l’intercettazione o il funzionamento inregime di attenuazione del sistema di riscaldamento nei periodi di non occupazione.Gli impianti termici per singole unità immobiliari destinati, anche se non esclusiva-mente, alla climatizzazione invernale devono essere parimenti dotati di un sistema di

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 98

a) i generatori di calore alimentati a combustibili solidi;b) i generatori di calore appositamente concepiti per essere alimentati con combustibili le cui ca-ratteristiche si discostano sensibilmente da quelle dei combustibili liquidi o gassosi comunementecommercializzati, quali per esempio gas residui di lavorazioni, biogas;c) i generatori di calore policombustibili limitatamente alle condizioni di funzionamento con com-bustibili di cui alla lettera b).

ECCEZIONI:

Rendimentotermico utile

regolazionedella

temperaturaambiente

Sistema diregolazione

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99 3.1 INDICE DI PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE

REQUISITIENERGETICI

DEGLI EDIFICI

termoregolazione pilotato da una o più sonde di misura della temperatura ambientecon programmatore che consenta la regolazione di questa temperatura su almeno duelivelli di temperatura nell’arco delle 24 ore.Al fine di non determinare sovrariscaldamento nei singoli locali di una unità immobi-liare per effetto degli apporti solari e degli apporti gratuiti interni è opportuna l’instal-lazione di dispositivi per la regolazione automatica della temperatura ambiente neisingoli locali o nelle singole zone aventi caratteristiche di uso ed esposizioni unifor-mi. L’installazione di detti dispositivi è prescritta nei casi in cui la somma dell’apportotermico solare mensile, calcolato nel mese a maggiore insolazione tra quelli interamen-te compresi nell’arco del periodo annuale di esercizio dell’impianto termico, e degliapporti gratuiti interni convenzionali sia superiore al 20% del fabbisogno energeticocomplessivo calcolato nello stesso mese.Nel caso di installazione in centrale termica di più generatori di calore, il loro funziona-mento deve essere attivato in maniera automatica in base al carico termico dell’utenza.

Valori limite del fabbisogno energetico normalizzato (FEN)per la climatizzazione invernaleIl fabbisogno energetico convenzionale per la climatizzazione invernale è la quan-tità di energia primaria globalmente richiesta, nel corso di un anno, per mantenerenegli ambienti riscaldati la temperatura al valore costante di 20°C con un adeguato ri-cambio d’aria durante una stagione di riscaldamento il cui periodo è convenzional-mente fissato:a) per le zone climatiche A, B, C, D, E dalla legge;b) per la zona climatica F in 200 giorni a partire dal 5 di ottobre, senza che ciò deter-

mini alcuna limitazione dell’effettivo periodo annuale di esercizio.Il Fabbisogno Energetico Normalizzato per la climatizzazione invernale (FEN) è ilfabbisogno energetico convenzionale di cui al precedente comma 1 diviso per il volu-me riscaldato e i gradi giorno della località. L’unità di misura utilizzata è il kJ / m3 GG.Il calcolo del fabbisogno energetico convenzionale per la climatizzazione invernalee il calcolo del fabbisogno energetico normalizzato devono essere effettuati con lametodologia indicata dalle norme tecniche UNI.

• dell’energia primaria immessa nella centrale termica attraverso i vettori energetici;• dell’energia solare fornita all’edificio;• degli apporti gratuiti interni quali, per esempio, quelli dovuti al metabolismo degli abitanti, al-

l’uso della cucina, agli elettrodomestici, all’illuminazione;in termini di perdite:• dell’energia persa per trasmissione e per ventilazione attraverso l’involucro edilizio, comprenden-

te quest’ultima anche l’energia associata all’umidità,• dell’energia persa dall’impianto termico nelle fasi di produzione, regolazione, distribuzione ed

emissione del calore.Per edifici con volumetria totale lorda climatizzata inferiore a 10.000 m3 è ammesso un calcolo sem-plificato del fabbisogno energetico convenzionale e del fabbisogno energetico normalizzato, basa-to su un bilancio energetico del sistema edificio impianto che tiene conto, in termini di apporti; • dell’energia primaria immessa nella centrale termica attraverso i vettori energetici, in termini di

perdite:• dell’energia persa per trasmissione e per ventilazione attraverso l’involucro edilizio, comprenden-

te quest’ultima anche l’energia associata all’umidità,• dell’energia persa dall’impianto termico nelle fasi di produzione, regolazione, distribuzione ed

emissione del calore.

METODOLOGIA UNI PER IL BILACIO ENERGETICO DEL SISTEMA EDIFICIO-IMPIANTO TERMICO:

Fabbisognoenergeticonormalizzato

FEN

Calcolo delfabbisognoenergeticoconvenzionale

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Il calcolo del coefficiente di dispersione volumica per trasmissione dell’involucroedilizio deve essere effettuato utilizzando le norme UNI 7357.

Valore dei simboli e delle costanti:Cd = coefficiente di dispersione volumica per trasmissione dell’involucro edilizio,

espresso in W/m3°C;n = numero dei volumi d’aria ricambiati in un’ora (valore medio nelle 24 ore),

espresso in h-1;0.34 = costante, dimensionata in W h/m3°C, che esprime il prodotto del calore speci-

fico dell’aria per la sua densità ;I = media aritmetica dei valori dell’irradianza solare media mensile sul piano oriz-

zontale espressa in W/m2, la media è estesa a tutti i mesi dell’anno interamentecompresi nel periodo di riscaldamento;

dTm = differenza di temperatura media stagionale espressa in °C; i valori saranno for-niti dalle normetecniche UNI;

0.01 = valore convenzionale, espresso in m-1,della superficie ad assorbimento totaledell’energia solare per unità di volume riscaldato;

a = valore degli apporti gratuiti interni, espresso in W/m3, fissati in conformità aquanto indicato nelle norme tecniche UNI;

ku = coefficiente adimensionato di utilizzazione degli apporti solari e degli apporti gra-tuiti interni, calcolato in conformità a quanto indicato nelle norme tecniche UNI;

86.4 = migliaia di secondi in un giorno; rappresenta la costante di conversione daW/m3°C (dimensioni della espressione tra parentesi nella formula) a kJ/m3GG(dimensione del FEN);

ng = valore del rendimento globale medio stagionaleIl valore n, indica la media giornaliera nelle 24 ore del numero dei volumi d’a-ria ricambiati in un’ora ed è convenzionalmente fissato in 0,5 per l’edilizia abi-tativa nel caso non sussistano ricambi meccanici controllati.

Nei casi in cui sussistano valori minimi di ricambio d’aria imposti da norme igieniche o sa-nitarie (in relazione per esempio: alla destinazione d’uso dell’edificio, all’eventuale presenzanei locali di apparecchi di riscaldamento a focolare aperto), o comunque regolamentati danormative tecniche, il valore di n è convenzionalmente fissato pari ad 1,1 volte i valori succi-tati, che devono comunque essere espressi in termini di valori medi giornalieri nelle 24 ore.Per edifici con volumetria totale lorda climatizzata inferiore a 10.000 m3, nel caso siastato utilizzato il calcolo semplificato di cui al punto 5, il valore limite del fabbisognoenergetico normalizzato per climatizzazione invernale, dovrà essere calcolato median-te la formula di cui al comma 7 ponendo I = 0, a = 0.

Limiti di esercizio degli impianti termiciL’esercizio degli impianti termici è consentito con i seguenti limiti massimi relativi al pe-riodo annuale di esercizio dell’impianto termico e alla durata giornaliera di attivazione:

Limiti di esercizio

degli impiantitermici

CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 100

Il valore del fabbisogno energetico normalizzato per la climatizzazione invernale deve risultare infe-riore al seguente valore limite:FENlim = [(Cd + 0.34 n) - ku (0.01I/dTm + a/dTm)] 86.4/ng

La predetta formula non è utilizzabile per il calcolo del fabbisognoenergetico normalizzato per la climatizzazione invernale; essa serve esclusivamenteper la determinazione di un valore limite superiore di detto fabbisogno.

Nota bene

Coefficientedi dispersione

volumica

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Al di fuori di tali periodi gli impianti termici possono essere attivati solo in presenzadi situazioni climatiche che ne giustifichino l’esercizio e comunque con una duratagiornaliera non superiore alla metà di quella consentita a pieno regime.

Esercizio e manutenzione degli impianti termici e controlli relativiL’esercizio e la manutenzione degli impianti termici sono affidati al proprietario de-finito che se ne assume la responsabilità. Nel caso di unità immobiliari dotate di im-pianti termici individuali la figura dell’occupante, a qualsiasi titolo, dell’unità immo-

101 3.1 INDICE DI PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE

Manutenzione

Proprietario

REQUISITIENERGETICI

DEGLI EDIFICI

Zona A: ore 6 giornaliere dal 1° dicembre al 15 marzo;Zona B: ore 8 giornaliere dal 1° dicembre al 31 marzo;Zona C: ore 10 giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo;Zona D: ore 12 giornaliere dal 1° novembre al 15 aprile;Zona E: ore 14 giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile;Zona F: nessuna limitazione.

ECCEZIONI:• edifici rientranti nella categoria E.2 ed E.5, limitatamente alle parti adibite a servizi senza inter-

ruzione giornaliera delle attività;• impianti termici che utilizzano calore proveniente da centrali di cogenerazione con produzione

combinata di elettricità e calore;• impianti termici che utilizzano sistemi di riscaldamento di tipo a pannelli radianti incassati nel-

l’opera muraria;• impianti termici al servizio di uno o più edifici dotati di circuito primario, al solo fine di alimen-

tare gli edifici di cui alle deroghe previste al comma 5, di produrre acqua calda per usi igienici esanitari, nonché al fine di mantenere la temperatura dell’acqua nel circuito primario al valore ne-cessario a garantire il funzionamento dei circuiti secondari nei tempi previsti;

• impianti termici centralizzati di qualsivoglia potenza, dotati di apparecchi per la produzione dicalore aventi valori minimi di rendimento non inferiori a quelli richiesti per i generatori di caloree dotati di gruppo termoregolatore pilotato da una sonda di rilevamento della temperaturaesterna con programmatore che consenta la regolazione almeno su due livelli della temperaturaambiente nell’arco delle 24 ore; questi impianti possono essere condotti in esercizio continuopurché il programmatore giornaliero venga tarato e sigillato per il raggiungimento di una tem-peratura degli ambienti pari a 16°C+2°C di tolleranza nelle ore al di fuori della durata giornalieradi attivazione;

• impianti termici centralizzati di qualsivoglia potenza, dotati di apparecchi per la produzione dicalore aventi valori minimi di rendimento non inferiori a quelli richiesti per i generatori di caloreinstallati dopo l’entrata in vigore del presente regolamento e nei quali sia installato e funzionan-te, in ogni singola unità immobiliare, un sistema di contabilizzazione del calore e un sistema ditermoregolazione della temperatura ambiente dell’unità immobiliare stessa dotato di un pro-grammatore che consenta la regolazione almeno su due livelli di detta temperatura nell’arco del-le 24 ore;

• impianti termici per singole unità immobiliari dotati di apparecchi per la produzione di caloreaventi valori minimi di rendimento non inferiori a quelli richiesti per i generatori di calore instal-lati dopo l’entrata in vigore del presente regolamento e dotati di un sistema di termoregolazionedella temperatura ambiente con programmatore giornaliero che consenta la regolazione di det-ta temperatura almeno su due livelli nell’arco delle 24 ore nonché lo spegnimento del generato-re di calore sulla base delle necessità dell’utente;

• impianti termici condotti mediante “contratti di servizio energia” i cui corrispettivi siano essen-zialmente correlati al raggiungimento del comfort ambientale nei limiti consentiti dal presenteregolamento, purché si provveda, durante le ore al di fuori della durata di attivazione degli im-pianti consentita dal comma 2 ad attenuare la potenza erogata dall’impianto nei limiti indicatialla lettera e).

DEFINIZIONI

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CHECK LIST - RISPARMIO ENERGETICO E FONTI RINNOVABILI 102

biliare stessa subentra, per la durata dell’occupazione, alla figura del proprietario,nell’onere di adempiere agli obblighi previsti dal presente regolamento e nelle connes-se responsabilità limitatamente all’esercizio, alla manutenzione dell’impianto termicoe alle verifiche periodiche.Nel caso di impianti termici con potenza nominale al focolare superiore a 350 kW, ilpossesso dei requisiti richiesti al “terzo responsabile dell’esercizio e della manuten-zione dell’impianto termico” è dimostrato mediante l’iscrizione ad albi nazionali te-nuti dalla pubblica amministrazione e pertinenti per categoria oppure mediante l’iscri-zione a elenchi equivalenti dell’Unione Europea oppure mediante certificazione delsoggetto, ai sensi delle norme UNI EN ISO della serie 9000, per attività di gestione emanutenzione degli impianti termici, da parte di un organismo accreditato e ricono-sciuto a livello italiano o europeo. In ogni caso il terzo responsabile o il responsabiletecnico preposto deve possedere conoscenze tecniche adeguate alla complessità del-l’impianto o degli impianti a lui affidati.Le operazioni di controllo ed eventuale manutenzione dell’impianto termico devo-no essere eseguite conformemente alle istruzioni tecniche per la regolazione, l’uso e lamanutenzione elaborate dal costruttore dell’impianto. Qualora non siano disponibili leistruzioni del costruttore, le operazioni di controllo ed eventuale manutenzione degliapparecchi e dei dispositivi facenti parte dell’impianto termico devono essere eseguiteconformemente alle istruzioni tecniche elaborate dal fabbricante ai sensi della norma-tiva vigente, mentre le operazioni di controllo e manutenzione delle restanti parti del-l’impianto termico e degli apparecchi e dispositivi per i quali non siano disponibili leistruzioni del fabbricante relative allo specifico modello, devono essere eseguite secon-do le prescrizioni e con la periodicità prevista dalle vigenti normative UNI e CEI perlo specifico elemento o tipo di apparecchio o dispositivo.Al termine delle operazioni di controllo e manutenzione dell’impianto, l’operatore hal’obbligo di redigere e sottoscrivere un rapporto da rilasciare al responsabile dell’im-pianto, che deve sottoscriverne copia per ricevuta. L’originale del rapporto sarà daquesti conservato e allegato al libretto. Nel caso di impianti di riscaldamento unifami-liari di potenza nominale del focolare inferiore a 35 kW, il rapporto di controllo e ma-nutenzione dovrà essere redatto e sottoscritto conformemente al modello di. Il nominativo del responsabile dell’esercizio e della manutenzione degli impiantitermici deve essere riportato in evidenza sul “libretto di centrale” o sul “libretto diimpianto”.Il terzo eventualmente nominato responsabile dell’esercizio e della manutenzionedell’impianto termico comunica entro sessanta giorni la propria nomina all’ente localecompetente per i controlli; al medesimo ente il terzo responsabile comunica immedia-tamente eventuali revoche o dimissioni dall’incarico, nonché eventuali variazioni siadi consistenza che di titolarità dell’impianto.Il responsabile dell’esercizio e della manutenzione degli impianti termici è tra l’altrotenuto:• al rispetto del periodo annuale di esercizio;• all’osservanza dell’orario prescelto, nei limiti della durata giornaliera di attivazione

consentita;• al mantenimento della temperatura ambiente entro i limiti consentiti dalle disposi-

zioni.Gli impianti termici con potenza nominale superiore o uguale a 35 kW devono esseremuniti di un “libretto di centrale” conforme all’allegato F del regolamento; gli im-pianti termici con potenza nominale inferiore a 35 kW devono essere muniti di un “li-bretto di impianto” conforme all’allegato G del regolamento.La compilazione iniziale del libretto nel caso di impianti termici di nuova installazio-

Terzoresponsabile

Operazionidi controllo

Libretto di centrale

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ne o sottoposti a ristrutturazione, e per impianti termici individuali anche in caso disostituzione dei generatori di calore, deve essere effettuata all’atto della prima messain servizio, previo rilevamento dei parametri di combustione, dalla ditta installatriceche, avendo completato i lavori di realizzazione dell’impianto termico, è in grado diverificarne la sicurezza e funzionalità nel suo complesso, ed è tenuta a rilasciare la di-chiarazione di conformità. La compilazione iniziale del libretto, previo rilevamento deiparametri di combustione nonché la compilazione per le verifiche periodiche previstedal presente regolamento è effettuata dal responsabile dell’esercizio e della manuten-zione dell’impianto termico. Il libretto di centrale e il libretto di impianto devono es-sere conservati presso l’edificio o l’unità immobiliare in cui è collocato l’impiantotermico. In caso di nomina del terzo responsabile e successiva rescissione contrattuale,il terzo responsabile è tenuto a consegnare al proprietario o all’eventuale terzo respon-sabile subentrante l’originale del libretto, ed eventuali allegati, il tutto debitamente ag-giornato. Gli elementi da sottoporre a verifica periodica sono quelli riportati sul “libretto dicentrale”’ o sul “libretto di impianto”; le verifiche vanno effettuate almeno una voltal’anno, normalmente all’inizio del periodo di riscaldamento, per i generatori di calorecon potenza nominale superiore o uguale a 35 kW e almeno con periodicità biennaleper i generatori di calore con potenza nominale inferiore, ferma restando la periodicitàalmeno annuale delle operazioni di manutenzione prescritte.Per le centrali termiche dotate di generatore di calore o di generatori di calore con po-tenza termica nominale complessiva maggiore o uguale a 350 kW è inoltre prescrittauna seconda determinazione del solo rendimento di combustione da effettuare nor-malmente alla metà del periodo di riscaldamento.Gli impianti termici che provvedono alla climatizzazione invernale degli ambienti intutto o in parte mediante l’adozione di macchine e sistemi diversi dai generatori di ca-lore, macchine e sistemi quali per esempio le pompe di calore, le centrali di cogenera-zione al servizio degli edifici gli scambiatori di calore al servizio delle utenze degli im-pianti di teleriscaldamento, gli impianti di climatizzazione invernale mediante sistemisolari attivi, devono essere muniti di “libretto di centrale” predisposto, secondo la spe-cificità del caso, dall’installatore dell’impianto ovvero, per gli impianti esistenti, dal re-sponsabile dell’esercizio e della manutenzione; detto libretto dovrà contenere oltre alladescrizione dell’impianto stesso, l’elenco degli elementi da sottoporre a verifica, i limi-ti di accettabilità di detti elementi in conformità alle leggi vigenti, la periodicità previ-sta per le verifiche; un apposito spazio dovrà inoltre essere riservato all’annotazionedegli interventi di manutenzione straordinaria.

103 3.1 INDICE DI PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE

REQUISITIENERGETICI

DEGLI EDIFICI

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