Che coraggiosa è mamma anatra! Rischia la vita per i suoi piccoli
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le pagine dei ragazzi
Cari ragazzi, noi tutti sappiamo quanto sia importante l’affetto
dei nostri genitori. Siamo contra-riati quando ci sentiamo rimprove-rare, ma che gioia quando ricevia-mo una carezza! Pensate che l’af-fetto per la famiglia sia solo una prerogativa umana? Beh, forse sì.
Gli animali adulti provano af-fetto, se così lo possiamo chiama-re, solo quando i piccoli hanno bi-sogno delle loro cure; una volta che questi sono diventati indipen-denti, li ignorano.
Ad ogni modo, quando è im-portante tutelare i fi gli, anche tra gli animali succedono cose straor-dinarie: vi racconto cosa ho visto fare alla femmina del germano re-ale. Durante la cova, se è disturba-ta o minacciata, può lasciare deci-samente il nido, ma quando i pul-cini sono nati è capace di compie-re atti veramente eroici. Vi spiego: mamma anatra sta nuotando nello stagno con i suoi pulcini (1) quan-do, all’improvviso, un falco scorge la famigliola (2) e si abbassa ten-tando di ghermire i giovani ine-sperti. A questo punto la madre at-tira l’attenzione del predatore su di sé, fi ngendosi ferita e sbattendo le ali in modo tale da sembrare dav-vero un animale in grossa diffi col-tà (3). Il falco è costretto a decide-re in pochi attimi se prendere un
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Mi piace portare a spasso i miei
piccoli, tutti in fi la dietro di me. Ce ne
stiamo tranquilli e rilassati...
Ecco, sbatto le ali fi ngendomi ferita:
vediamo se riesco a ingannare
e a distrarre il falco attirando
l’attenzione su di me
... fi no a quando non vedo un falco che li minaccia. Devo pensare a proteggerli!
Ci sono riuscita! Ma non ho intenzione di farmi prendere da lui: posso scappare perché nel frattempo i miei piccoli si sono nascosti tra la vegetazione!
72 VITA IN CAMPAGNA 7-8/2015
© 2015 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l.
pulcino o la madre che non riesce più a volare. Ovviamente la scelta cade sulla preda più grossa e quin-di l’attenzione si sposta sull’ani-male «ferito». Il falco vira su mamma germano, la quale, all’ul-timo momento, riprende le forze e si mette in salvo (4); nel frattempo i pulcini hanno avuto modo di na-scondersi tra la vegetazione (5).
Badate, quest’azione della mamma è molto pericolosa, per-ché non è detto che riesca a metter-si in salvo prima che il predatore sferri l’attacco fi nale. Dovete sa-pere, inoltre, che l’eroica madre non si comporta così solo con il falco, ma è capace di fare la stessa cosa anche se insidiata da una vol-pe o molestata dall’uomo. Io stes-so mi sono trovato davanti un’ana-tra che, alla mia comparsa, ha ini-ziato a inscenare la sua fi nta inva-lidità, mentre con la coda dell’oc-chio vedevo i suoi piccoli scompa-rire tra la vegetazione. Ovviamen-te non ero sulla riva dello stagno per molestarla, ma lei, non poten-do saperlo, ha cercato di attirare l’attenzione su di sé senza esitare a mettere a repentaglio la propria vi-ta. Davvero coraggiosa!
Foto dell’autore Maurizio Bonora
L’intervista “impossibile”a una cicala
Sono diversi giorni che sento le cicale can-
tare incessantemente. Lentamente mi so-
no avvicinata all’albero da dove proveni-
vano i canti e, fi nalmente, sono riuscita a
vederne una. Ciao cicala, da giorni ti sen-
to cantare, non ti riposi mai?
Ciao. Non mi riposo perché ho fretta! De-
vi sapere che la mia vita da adulta è li-
mitata all’estate e, quindi, in autunno
sono destinata a morire. In questi me-
si che mi restano da vivere devo pen-
sare a ripro-
durmi e, perciò,
noi maschi cantiamo incessantemente
per chiamare una compagna...
Ma com’è prodotto questo verso?
Non pare un vero canto...
Il suono che senti non è la nostra voce,
ma il risultato dello sfregamento e la vi-
brazione di due robuste membrane che abbiamo ai lati del corpo.
Hai detto che da adulta vivi solo una stagione. Cosa vuoi di-
re esattamente?
La maggior parte della mia vita vivo da larva. Pensa, una volta che
sono nata dalle uova che depone sui rami mia madre, mi lascio ca-
dere nel terreno e vivo sottoterra anche quattro anni. Non ho natu-
ralmente le sembianze con cui mi vedi adesso e sono priva di ali; mi
trasformo al momento di salire in superfi cie e di volare sugli alberi.
Wow, hai due vite! Senti... io ti vedo ora per la prima volta e
devo dire che assomigli a una grossa mosca. Quali sono le
tue dimensioni? E cosa mangi?
Noi cicale misuriamo dai 2 ai 4 cm. Da adulte ci nutriamo soprat-
tutto della linfa dei rami, che riusciamo a estrarre per mezzo del
nostro potente apparato boccale, mentre da larve ci alimentiamo
della linfa delle radici sotterranee.
Il mio papà non sarà contento di sapere queste vostre abi-
tudini. Sai, lui tiene molto al suo frutteto.
Non temere. Non siamo così numerose da danneggiare un bosco
o un frutteto. Mi raccomando, dillo al tuo papà!
Raccontami un’altra cosa: avete molti nemici?
Allo stadio di larva temiamo moltissimo le talpe, mentre da adulti dob-
biamo guardarci da numerosi uccelli, come i gruccioni e le averle.
Mi stai dicendo delle cose molto interessanti, non vedo l’o-
ra di raccontarle anche a scuola. Mi dispiace che la prossi-
ma estate non potrò parlare con te...
Non parlerai con me, ma ci saranno tante altre mie compagne a
ricordarti con il canto che l’estate è arrivata. Ciao!
Marta
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Foto: Maurizio Bonora
VITA IN CAMPAGNA 7-8/2015 73
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