Charles Reznikoff, Olocausto, Benway Series 6

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Charles Reznikoff, Olocausto. Traduzione di Andrea Raos. Colorno : Tielleci, 2014. – 96 p. ; 19,5 cm. (Benway Series ; 6). 978-88-98222-10-0

Transcript of Charles Reznikoff, Olocausto, Benway Series 6

p 6

Prima edizione: Charles Reznikoff, Holocaust, Black Sparrow Press, Santa Barbara (ca), 1975

Benway Series, 6Progetto grafico, editing e impaginazione: Michele ZaffaranoTraduzione: Andrea Raos

© 1975 Holocaust by Charles ReznikoffPublished by arrangement with David R. Godine, Publisher, Inc.© Andrea Raos (per la traduzione)

Contrariamente alle consuetudini editoriali di Benway Series, in questo volume non è stato possibile pubblicare il testo in lingua originale.

ISBN 978-88-98222-10-0

Stampa digitale:Tipografia La Colornese

Edito da:Tielleci Editricevia San Rocco, 98Colorno (PR)

[email protected]

Charles Reznikoff

OLOCAUSTO

Traduzione di Andrea Raos

Benway Series

Indice

I. Deportazione

II. Invasione

III. Ricerca

IV. Ghetti

V. Massacri

VI. Camere a gas e camion a gas

VII. Campi di lavoro

VIII. Bambini

IX. Svaghi

X. Fosse comuni

XI. Marce

XII. Fughe

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OLOCAUSTO

Tutto ciò che segue è basato su una pubblicazione del governo degli Stati Uniti, Trials of the Criminals Before the Nuremberg Military Tribunal, e sugli atti del processo Eichmann a Gerusalemme.

C. R.

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I. DEPORTAZIONE *

1.

Una sera venne un poliziotto e gli disse: veniva dalla Polonia ed erano quasi trent’anni che era in Germania – disse a lui e alla sua famiglia:«Al posto di polizia, immediatamente.Ma tornerete indietro subito», il poliziotto aggiunse: Non portatevi niente – tranne i passaporti».Quando giunsero al posto di polizia,videro uomini, donne e bambini ebrei,alcuni seduti, altri in piedi – e molti in lacrime.

Furono condotti tutti alla sala da concerti della città – ebrei da tutte le aree della città – e tenuti lì ventiquattro ore,e poi furono portati alla stazione ferroviaria su camion della polizia.Le strade che i camion attraversavano erano affollate di gente che gridava:«Gli ebrei in Palestina! Via, in Palestina!»E gli ebrei furono caricati tutti su un trenodiretto alla frontiera polacca.

* Il Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori, noto come partito dei nazisti, prese il potere in Germania nel gennaio 1933. Inizialmente, la loro politica si limitò a costringere gli ebrei a emigrare.

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Vi giunsero di mattina – treni che venivano da tutta la Germania – finché gli ebrei non furono migliaia.Qui furono perquisitie se uno aveva più di dieci marchigli portavano via il resto;e le SS, * gli uomini delle squadre di protezione nazista, quando se li

intascavano dicevano:«Non avete portato niente di più in Germania – e non vi porterete via niente di più!»

Mentre camminavano verso la frontiera polacca, gli uomini delle squadre di SS li “proteggevano”;frustavano quelli che si attardavanoe si portavano via anche il più piccolo bagaglioe gridavano: «Correre! Correre!»

Quando giunsero alla frontiera con la Polonia, i funzionari polacchiesaminarono i documenti degli ebrei,videro che erano cittadini polacchie li portarono in un villaggio di circa seimila persone – gli ebrei erano almeno il doppio.

Pioveva a dirottoe i polacchi non sapevano dove metterlise non nelle stalle,con il suolo coperto di sterco di cavallo.

2.

Un ebreo che era andato all’ufficio della comunità ebraica della cittàtrovò l’ufficio chiuso

* Schutzstaffel.

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e due uomini delle SS con gli elmetti d’acciaio e i fucilialla porta.(I due erano membri della “squadra di svago”e facevano ogni sorta di coseper divertire sé stessi e gli altri.)All’ebreo fu dato un secchio di acqua caldae gli fu detto di pulire i gradini dell’entrata;l’acqua conteneva un acido che bruciava le mani.A spintoni, gli misero di fianco il rabbino capo della comunità, con l’abito e lo scialle da preghiera,e anche a lui dissero di pulire i gradini;le altre SS li circondavano e i passantisorridevano o ridevano.

3.

Un prete in Germania trovava rifugi per gli ebreie gli ebrei andavano da lui per nascondersi.Li mandava da operai nei sobborghi di Berlinoe da contadini fuori città,che ne accoglievano a centinaia – non una porta restava chiusa.Spiegando a un altro prete perché lo faceva,chiese al prete, che era stato in Palestina: «Conosci la strada da Gerusalemme a Gerico?»Quel prete annuì.E il prete che aveva fatto la domanda continuò: «Una volta su quella strada un ebreofu assalito dai briganti,e chi lo aiutò non era ebreo.Il Dio che io venero mi ha detto:“Vai e fa’ come lui!”»

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II. INVASIONE

1.

Cinque ebrei polacchi si impossessarono di un vagoncinoe assoldarono un polacco per condurli a est,per fuggire dalle SS che ora erano in città.Ma, quando si erano lasciati la città alle spalle,all’ improvviso videro delle SSin attesa degli ebreiche tentavano di fuggire.

Le SS ordinarono agli ebrei di scendere dal vagonee i cinque scesero.«Avete soldi?» chiesero le SSe i cinque diedero tutto quello che avevano.Le SS li perquisirono comunquee poi gli ordinarono di togliersi i vestitie di stendersi per terrae le SS cominciarono a picchiarli,dandosi il cambio e ridendo senza interruzione.Poi ordinarono agli ebrei di mettersi in ginocchioe di cantare canzoni ebraiche;gli ebrei cantarono l’ inno sionista, Ha-tikvah.E prima che le SS se ne andassero,dovettero anche strisciare dentro un tubo di cemento.

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Dopo il pestaggio i cinque erano troppo deboli per continuaree, oltretutto, non avevano soldi;e così tornarono in città – dritti filati in un ospedale ebraico.

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III. RICERCA

1.

Noi siamo quelli civilizzati – gli ariani;e non sempre uccidiamo i condannati a mortesolo perché sono ebreicome farebbero quelli meno civilizzati di noi:noi li usiamo come topi o come cavieper il beneficio della scienza:allo scopo di scoprire i limiti della resistenza umanaalle massime altezze,per il bene dell’aviazione tedesca;li costringiamo a stare in bidoni di acqua ghiacciatao nudi all’esterno per ore e orea temperature sotto lo zero;e certo studiamo anche quello che succede a restare senza cibo o a bere solo acqua salataper giorni e giorni,per il bene della marina tedesca;oppure li feriamo e gli infiliamo schegge di legno o frammenti di vetronelle ferite,oppure gli tiriamo fuori le ossa, i muscoli e i nervi,oppure gli bruciamo la carne – per studiare le bruciature causate dalle bombe –oppure gli avveleniamo il cibo oppure li infettiamo con la malaria, il tifo, o con altre febbri – tutto per il bene dell’esercito tedesco.Heil Hitler!

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2.

Un certo numero di ebrei dovettero bere acqua salata soloper scoprire quanto avrebbero resistito.Nel loro tormentosi buttavano sugli stracci e sui cenciusati dal personale dell’ospedalee da lì, per calmare la seteche li faceva impazzire,succhiavano l’acqua sporca.

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IV. GHETTI

1.

All’ inizio, a Varsavia, c’erano due ghetti:uno piccolo e uno grandee in mezzo, un ponte.I polacchi dovevano passare sotto il ponte e gli ebrei sopra;e accanto c’erano guardie tedesche a sorvegliare che gli ebrei non si

mischiassero con i polacchi.A causa delle guardie tedesche,a qualunque ebreo non si togliesse il cappello in segno di rispetto

quando attraversava il pontesi sparava – e spararono a molti – e ad alcuni senza motivo.

2.

Un vecchio trasportava pezzi di legna da ardereda una casa che era stata abbattuta – non era stato emanato alcun ordine che lo vietasse – e faceva freddo.Un comandante delle SS lo videe gli chiese dove aveva preso la legnae il vecchio rispose che l’aveva presa da una casa che era stata abbattuta.Ma il comandante estrasse la pistola,la puntò alla gola del vecchioe gli sparò.

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3.

Una mattina alcuni soldati tedeschi e i loro ufficialiirruppero nelle case del quartiere dove erano stati ammassati gli ebreigridando che tutti gli uomini dovevano uscire;e i tedeschi si presero tutto quello che c’era nei cassetti e nelle credenze.Tra gli uomini c’era un vecchio con l’abito – e con il copricapo – della

pia setta ebraica chiamata Hasidim.I tedeschi gli misero in mano una gallinae gli dissero di ballare e di cantare;poi dovette far finta di strangolare un soldato tedescoe fu scattata una fotografia.

4. *

Gli ebrei nel ghetto erano divorati dalla fameo terribilmente magri;da sei a otto in una stanzae senza riscaldamento.C’erano famiglie che morivano nel corso della nottee quando i vicini entravano la mattina – a volte passavano giorni – li vedevano assideratio morti di fame.

C’erano per strada bambini piccoli che piagnucolavano per il freddo e per la famee la mattina venivano trovatiassiderati.I corpi giacevano ovunque nelle strade vuote,

* Quando il ghetto di Varsavia fu sigillato da mura, la maggior parte degli ebrei che vi rimasero non aveva alcun modo di guadagnarsi da vivere e si videro famiglie – padre, madre e bambini – seduti per strada. I bambini scavavano nei bidoni della spazzatura per trovare bucce di patata o qualunque altra cosa da masticare.

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smangiucchiati dai topi;e i corvi erano scesi a frottea beccargli i corpi.

5.

Nel ghetto si sparse una voce:gli ebrei sarebbero stati portati in un altro postocon più cibo, cibo migliore, migliori alloggi – e lavoro.E difatti, a questo seguirono manifesti e ordini per cui in certe parti del ghettodovevano portarsi i bagagli, e tutto l’oro e i gioielli che possedevano,e cibo per tre giorni – ma quello che portavano non doveva oltrepassare un determinato peso – e dovevano recarsi in una certa piazza.Chi disobbediva sarebbe stato fucilato.E nei distretti indicati arrivarono le famiglie con i bambini e i bagagli.

Alcuni però saltarono dai treni che li portavano viae tornarono indietro ad avvertire gli ebrei ancora nel ghetto – o quelli portati lì da altre parti – che i treni non andavano in un luogo in cui viverema in cui morire.E quando manifesti dello stesso tipo ricomparvero – per altri distretti – la gente cominciò a nascondersi.Molti però andarono nella piazza indicataperché davvero credevano che sarebbero stati risistemati:di sicuro i tedeschi non avrebbero ucciso gente sana e atta al lavoro.