CESARE PAVESE Santo Stefano Belbo (Cuneo) 1908 Torino 1950

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CESARE PAVESE Santo Stefano Belbo (Cuneo) 1908 Torino 1950

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CESARE PAVESE Santo Stefano Belbo (Cuneo) 1908 Torino 1950. un’infanzia difficile. famiglia agiata (padre cancelliere di Tribunale) lutti familiari (padre, sorella, fratelli) madre cagionevole di salute --> balia educazione severa e rigorosa carattere introverso e instabile - PowerPoint PPT Presentation

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CESARE PAVESESanto Stefano Belbo (Cuneo) 1908

Torino 1950

un’infanzia difficilefamiglia agiata (padre cancelliere di Tribunale)

lutti familiari (padre, sorella, fratelli)

madre cagionevole di salute --> balia

educazione severa e rigorosa

carattere introverso e instabile

scuole a Torino (la città di Gramsci e Gobetti)

gli studi e il mestiereliceo classico e università di lettere a Torino

studi, amori adolescenziali (ballerina, pleurite), manie suicide

interesse per letteratura americana (schermo metaforico della sua condizione esistenziale)

tesi di laurea su walt whitman

traduttore (melville, joyce...)insegnamento scuole serali e privatemilitanza antifascista

gli amici del 1927

il prof. di lettereaugusto monti,

che gli ha dato le ali della libertà

Norberto Bobbio, Leone Ginsburg, Vittorio Foa,

Tullio Pinelli (il preferito)

Lo strano uomo-carta

l’arresto e il confino

1935: accusa di antifascismo (per difendere “donna dalla voce rauca”)3 anni di confino a brancaleone, in calabriail vivificante contatto con la cultura magno-greca 1936: Lavorare stanca

il ritorno a torinoritorno a torino, delusione amorosa e impiego alla einaudi1941: Paesi tuoi (critiche favorevoli)conosce fernanda pivano

1943-45: presso sorella, nel monferrato (inabile alle armi per asma)

gli ennesimi equivoci1946: iscrizione al PCI

direttore editoriale alla einaudi

apprezza il giovane calvino

mitologia (dialoghi con leucò)

si innamora dell’attrice Constance Dowling

1945-50: “verrà la morte e avrà i tuoi occhi”

Verrà la morte e avrà i tuoi occhiquesta morte che ci accompagna

dal mattino alla sera, insonne,sorda, come un vecchio rimorsoo un vizio assurdo. I tuoi occhi

saranno una vana parola,un grido taciuto, un silenzio.

Cosí li vedi ogni mattinaquando su te sola ti pieghi

nello specchio. O cara speranza,quel giorno sapremo anche noi

che sei la vita e sei il nulla.Per tutti la morte ha uno sguardo.Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Sarà come smettere un vizio,come vedere nello specchioriemergere un viso morto,

come ascoltare un labbro chiuso.Scenderemo nel gorgo muti.

22 marzo '50

nonostante il successo....

1949: la bella estate

1949: la casa in collina

1950: la luna e i falò

premio strega

suicidio in un albergo a torino

pubblicazione postuma de “Il mestiere di vivere”