Cerimoniere e Cerimoniali - ANCEP – Associazione .... La “scaletta” a. C’è serata e serata...

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Roberto Slaviero Cerimoniere e Cerimoniali Opuscolo cerimoniere 5-04-2012 17:28 Pagina 1

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Roberto Slaviero

Cerimonieree

Cerimoniali

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A mio Padre,faro perenne della mia vita!

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PRESENTAZIONE

Leggere il lavoro dell’Amico Roberto Slaviero e capire che nondovesse rimanere circoscritto nell’ambito del nostro solo Clubè stato un tutt’uno! Immediatamente, si è innescato il deside-rio di renderlo fruibile da tutti i Clubs e, con Essi, da tutti i Socidel Distretto!Con l’umiltà di chi certo non si sente depositario di verità as-solute ma pure di chi intende dare un contributo al continuomiglioramento che deve contraddistinguere e guidare il no-stro cammino quotidiano, il “Lions Club Bologna Irnerio” pre-senta ed offre a tutti i Soci del Distretto 108Tb questapubblicazione con la speranza che possa andare a coprire unvuoto lasciato nella nostra Organizzazione rendendoLa, così,sempre migliore perché fatta da Componenti sempre migliori!Non posso che concludere con un doveroso quanto sentito rin-graziamento al Governatore Anna Ardizzoni che ne ha ap-provato la diffusione e consentito la distribuzione nel corsodel Convegno di Inverno ed, ovviamente, all’Autore che ha sa-puto interpretare una necessità tanto diffusamente avvertitaquanto di complessa risoluzione.

Buona lettura!

Luigi GhermandiPresidente 2009-2010

“Lions Club Bologna Irnerio”

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PREFAZIONE

Il primo pensiero di Roberto Slaviero nell’intraprendere questolavoro di informazione è rivolto al Club di appartenenza, maè il Club stesso che, in un secondo momento, incita Roberto adallargare a tutti i Lions tale opportunità, considerandolo unservice e quindi sostenendone la pubblicazione.L’esigenza di proteggere le nostre radici, costituite da Statuti,Regolamenti, Codice Etico, tradizioni e ad un tempo alimen-tare la linfa vitale dei nostri Club, quantificabile in consape-volezza, entusiasmo, azione, aleggiano in tutte le pagine.L’opera è ricca di indicazioni; traccia un’ampia casistica chepotrà di certo dare risposta alle tante domande che ogni sociocorretto si pone nei confronti del cerimoniale.Cerimoniale che va sicuramente rispettato, ma anche inter-pretato con intelligenza.Sono fermamente convinta che al di là degli incarichi cheognuno di noi assume e per i quali viene richiesta una specificaconoscenza, tutti i soci Lions dovrebbero ricercare una infor-mazione la più ampia possibile relativa alla struttura lionistica.Infatti si ama ciò che si conosce e più si conosce più si desideramigliorare l’oggetto del nostro amore.L’opera è anche il risultato di una passione per l’Associazione,per uno stile di vita assorbito in famiglia e fatto proprio giornodopo giorno quale concreta dimostrazione di chi ha “semprepresenti i doveri di cittadino verso la Patria, la comunità nellaquale ciascuno vive prestando loro con lealtà sentimenti,opere, tempo, denaro”Esterno profonda gratitudine a Roberto, Lions attivo da moltianni, per l’impegno profuso ed auspico che tale lavoro possaessere considerato punto di partenza per contribuire ad ac-crescere la consapevolezza di appartenere alla più grande As-sociazione di servizio del mondo: Il Lions Clubs International.

Anna ArdizzoniGovernatore 2009-2010Distretto Lions 108 Tb

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INDICE

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1. La corrispondenza:a. Chi scriveb. Inviti ufficialic. Inviti ai Socid. L’altra corrispondenza

2. L’abbigliamento:a. Cravatta nerab. Abito scuroc. Quando non vi è prescrizioned. Abito informale

3. L’accoglienzaa. L’accoglienza dell’Oratoreb. L’accoglienza dell’Ospite d’Onorec. L’accoglienza degli Invitatid. L’accoglienza dei Soci e dei Loro Ospitie. Le presentazioni

16. L’ordine delle precedenzea. Alcuni principi baseb. Ordine delle Precedenze Lionistichec. Ordine delle precedenze delle Autorità

5. La disposizione della tavolaa. Il tavolo d’Onore o della Presidenzab. Indicazione dei postic. La disposizione dei posti a tavolad. I segnapostoe. I centritavola

6. La “cavalleria”a. Il baciamanob. La precedenzac. A tavola

7. La conversazionea. quando non parlareb. durante il convivioc. Ci vuole tatto!d. Argomenti sì e argomenti no

pag. 11pag. 11pag. 12pag. 12pag. 12pag. 13pag. 13pag. 13pag. 13pag. 13pag. 14pag. 14pag. 15pag. 15pag. 15pag. 16pag. 17pag. 17pag. 18pag. 19pag. 24pag. 24pag. 25pag. 25pag. 26pag. 27pag. 28pag. 28pag. 28pag. 28pag. 29pag. 29pag. 29pag. 30pag. 30

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8. La “scaletta”a. C’è serata e seratab. Prima del pranzoc. Dopo il pranzo

9. L’Oratorea. La scelta del Conferenziereb. Il titolo della riunionec. Gli accordi preliminarib. L’accoglienza dell’Oratorec. Durante il pranzoe. Cortesia ed onori finali

10.Tra Socia. L’uso del “Tu”b. La cordialitàc. La non “esclusività”

11.I nuovi Socia. La scelta dei nuovi Socib. Prima della presentazionec. Introduzione dei nuovi Socid. L’inserimento del nuovo Socioe. Comportamento del nuovo Socio

12.La musica ed il balloa. La sceltab. I tempic. Il ballo

13.Il Presidentea. Carismab. Preparazionec. Un buon compromessod. Moderatoree. Presentatore

Allegati

pag. 32pag. 32pag. 33pag. 35pag. 37pag. 37pag. 37pag. 37pag. 38pag. 38pag. 38pag. 40pag. 40pag. 40pag. 41pag. 42pag. 42pag. 43pag. 43pag. 44pag. 44pag. 46pag. 46pag. 46pag. 47pag. 48pag. 48pag. 48pag. 48pag. 49pag. 50pag. 51

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INTRODUZIONE

Fare parte di un Club significa, essenzialmente, condividere unideale ma anche, contemporaneamente, condividere regole,tradizioni e consuetudini. Se gli ideali sono riscontrabili negli“Scopi” e nel “Codice dell’Etica”, mentre le regole le ritro-viamo negli “Statuti”, di tradizioni e consuetudini non v’è trac-cia scritta! Tutto è demandato ai “Vecchi” e, soprattutto, aiPadrini che, tuttavia, non sempre riescono a trasmettere ai piùgiovani quei retaggi di storia, tradizioni ed usanze del Club.Il timore di vedere svanire nel tempo, una ad una, le nostreabitudini e, conseguentemente, la nostra identità mi ha inco-raggiato a tradurre, in queste poche pagine - nel più intransi-gente rispetto del “Servire” e nel ricordo di Chi ci ha guidatonei primi passi di questo meraviglioso mondo Lionistico -quanto ha caratterizzato la vita dei nostri Clubs.Di certo, questo, non è un lavoro completo, anzi, vuole essereuna base per innescare, in ogni Socio, il desiderio di contribuirealla memoria ed alla crescita del nostro Sodalizio e, ad ogniClub, di integrarla con le identità specifiche che Lo caratteriz-zano.

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1. LA CORRISPONDENZA

Attraverso la corrispondenza, il Club, si propone e si presentaed attraverso la corrispondenza si comunicano, soprattutto,emozioni. Quando si notifica un fatto, un incontro o altro,questo lo si può comunicare in modo asettico, privo di parte-cipazione, oppure si può comunicare delle emozioni che si vo-gliono far pervenire per sottolineare un impegno, caldeggiareuna partecipazione o valorizzare una presenza.

a. CHI SCRIVENel Club sono tre, normalmente, le persone con “facoltàdi scrivere a nome e per conto del Club stesso”: Presi-dente, Segretario e Tesoriere oltre ai Presidenti di Comi-tato per questioni di cui hanno delega.

1) Il PresidentePuò scrivere ai Soci del Club singolarmente o global-mente ma delega, normalmente, ai propri Collabo-ratori tale funzione. Restano a Suo opportunoappannaggio gli auguri, le felicitazioni e le condo-glianze, oltre a quelle occasioni in cui, le particolaritàdel caso, richiedano una Sua opportuna firma per-sonale come per dimissioni, questioni morali di Clubo altri eventi.E’ l’unico che può scrivere, a nome del Club, a Perso-nalità, Enti o Strutture esterne al Club oltre a Coloropreposti o da Lui delegati.

2) Il SegretarioIntrattiene una regolare corrispondenza burocraticacon il Distretto.Inoltra gli inviti ai Soci per la partecipazione ai mee-tings (vedi 1.c.).

3) Il TesoriereIntrattiene una regolare corrispondenza burocraticacon il Distretto.Invia ai Soci gli estratti conto ed i relativi eventualisolleciti.

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4) I Presidenti di Comitato di ClubIn accordo con il Presidente ed il Consiglio Direttivodel Club, intrattiene una eventuale corrispondenzacon il Distretto per questioni di cui ha delega e puòintrattenere corrispondenza con i Soci per quanto at-tiene il proprio incarico.

b. INVITI UFFICIALISono emanati a firma del Presidente.Alle Autorità di grande prestigio, come Prefetto, Sindacoecc. vanno consegnati a mano dal Presidente stesso suspecifico appuntamento.E’ consuetudine far riprodurre tipograficamente gli invitiper le occasioni di incontro più importanti come la Charter,la Visita del Governatore ed altre Feste prestigiose.

c. INVITI AI SOCILe lettere con cui si invitano i Soci a presenziare ai mee-tings possono essere estremamente formali e scarne op-pure - come auspicabile - pur nel rispetto dello stile,possono essere calorose e coinvolgenti, atte ad incenti-vare la partecipazione all’incontro.

d. L’ALTRA CORRISPONDENZASono tante le occasioni in cui si può, con una lettera, rap-presentare un problema o una gioia, porgere un augurioo un ringraziamento.Poche righe per simboleggiare un sentimento ma anche perdistinguersi tra i tanti Clubs e le tante Associazioni esistenti.

Alcune ipotesi epistolari:- inviare gli auguri di buon compleanno ai Soci ed

alle Loro Consorti.- Inviare due righe di rinnovato ringraziamento ed

apprezzamento all’Oratore entro pochi giorni dalmeeting.

- Inviare i ringraziamenti ed i rallegramenti per “ilpieno successo della serata” a quei Clubs presso cuisi è stati ospiti.

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2. L’ABBIGLIAMENTO

Il valore simbolico dell’abbigliamento non necessita qui di suf-fragi ma è, altresì, da convenire che anche il Club abbia regolea ciò attinenti da chiarire e rispettare. Nelle lettere di invitol’abbigliamento è suggerito con le voci “cravatta nera” o“abito scuro” oppure non riporta indicazione alcuna; mi sen-tirei di aggiungerne una terza: “abito informale”. Chiaria-mone i significati.

a. CRAVATTA NERAE’ lo smoking, per l’uomo, e l’abito da sera per le signore.Se, un tempo, per le signore, l’abito da sera era rigida-mente interpretato come abito lungo, attualmente, lepiù eleganti toilette prevedono indistintamente l’abitolungo come quello corto e, perfino, il pantalone.

b. ABITO SCUROE’ l’abito formale, elegante ma non eccessivamente impe-gnativo. Prevedrebbe un abito scuro (solitamente blu ofumo di Londra) e la camicia bianca che, però, è usualmentesostituita da altra lievemente colorata (a tinta unita). E’ pro-scritto l’abito spezzato, tollerato il blazer, escluse categori-camente giacche spinate, pied de poule, quadrettate ecc.

c. QUANDO NON VI E’ PRESCRIZIONEE’ da intendersi un abito, anche spezzato, non necessa-riamente scuro ma sempre con cravatta.

d. ABITO INFORMALEPer gite e riunioni informali all’aria aperta può essereprevisto un abbigliamento sportwear che troverà ade-guata indicazione nella lettera di invito con la voce“abito informale”.In tutti i sopradescritti casi non è tradizionalmente d’uso l’ec-centricità e l’eccesso ma, sempre, la più raffinata sobrietà.Un’ultima attenzione rivolta alle calzature che dovrannoessere sempre in sintonia con l’abito: no, quindi, a scarpescamosciate sotto abiti scuri, scarpe di foggia sportivasotto un abbigliamento che non sia informale ecc.

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3. L’ACCOGLIENZA

Accogliere adeguatamente l’amico come l’ospite non è sologentilezza e segno di buona educazione ma significa, princi-palmente, esprimere onore o gioia di incontrare, far sentire aproprio agio chi interviene coinvolgendolo, fin dall’inizio, inun clima cordiale, piacevole e signorile. Deve, quindi, esseredata particolare attenzione a questo momento del meetingorchestrato in modo adeguato e non lasciato al caso.L’accoglienza, su specifiche indicazioni del Presidente, è coor-dinata dal Cerimoniere, eventualmente, coadiuvato da altrecariche del Consiglio Direttivo (particolarmente adatti i VicePresidenti e/o i Probi Viri) o da un “Comitato Accoglienza” ap-positamente istituito dal Presidente. E’ opportuno, tuttavia,specificare che all’ingresso, a fare i cosiddetti “onori di casa”debba esserci e rimanere il “Padrone di casa” cioè il Presidentecon, al Suo fianco, la Consorte. Sarà Lui a dare il primo benve-nuto, uno ad uno, a tutti gli Intervenuti. Subito dopo il Ceri-moniere darà informazioni sul tavolo riservato e presenterà,se non è un Socio od un Ospite di un Socio, l’Intervenuto ad unMembro del Consiglio o del Comitato preposti all’accoglienza;Questi si prodigherà nel fare compagnia all’Ospite, presen-tandoGli, nel contempo, i Soci del Club.Questo cerimoniale che potrebbe apparire complesso e mac-chinoso è, in realtà, agevole ma soprattutto, atto a concertareuna perfetta accoglienza.Vediamo ora come organizzare l’accoglienza dei diversi Inter-venuti che, a seconda del “tono della serata” e del numero diOspiti invitati, dovrà essere quanto mai capillare.

a. L’ACCOGLIENZA DELL’ORATORE (vedi anche capit. 9)Dopo il saluto del Presidente, il Cerimoniere presenteràall’Oratore Chi è stato designato all’accoglienza, possi-bilmente il 1° Vice Presidente del Club; Questi, che potràessere adeguatamente affiancato, ed al limite sostituito,dal Socio che ha “agganciato” l’Oratore (poiché perso-nalmente conoscente o amico), Lo accompagnerà in sala

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per le eventuali definizioni organizzative, come la provadi materiale audiovisivo, l’esposizione o altro ancora per,poi, dar seguito alla presentazione, all’Oratore stesso, deiSoci e degli Ospiti.

b. L’ACCOGLIENZA DELL’OSPITE D’ONORELa procedura è analoga a quella riportata al punto pre-cedente e riguardante l’Oratore. In presenza di entrambisi dovrà solo porre la dovuta attenzione nell’affiancare il1° Vice Presidente all’Ospite d’Onore ed il 2° Vice Presi-dente all’Oratore.Se l’Ospite d’Onore è il Governatore in visita ufficiale alClub, la serata sarà anticipata dal consueto Consiglio Di-rettivo, quindi:

1) Le Consorti del Presidente e degli altri Officers diClub, che si renderanno gentilmente disponibili, siprodigheranno nell’intrattenere le Consorti del Go-vernatore e del Suo Staff.

2) Alcuni Soci del Club, non impegnati nel Consiglio,saranno incaricati dal Presidente a svolgere la Suafunzione e quella dei Membri del Comitato Acco-glienza nel caso, frequente, ci sia sovrapposizione trail Consiglio Direttivo e l’orario di incontro previsto:sono casi che si ripetono spesso in cui gli Ospiti, ab-bandonati a se stessi, attendono a lungo il terminedei lavori e ciò rappresenta un pessimo benvenuto.

c. L’ACCOGLIENZA DEGLI INVITATIOgni meeting vede sempre la gradita presenza di Invitatiquali Officers Distrettuali, Presidenti di altri Clubs ed altrePersonalità non Lions. Per tutti Questi valgono le regolegenerali sopraesposte.

d. L’ACCOGLIENZA DEI SOCI E DEI LORO OSPITIPiù informale e cordiale ma altrettanto precisa anche l’ac-coglienza da rivolgere all’arrivo di ogni Socio del Club cheterminerà, tuttavia, con l’indicazione del tavolo.

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Particolare calore si rivolgerà ai Soci recentemente en-trati; come riguardo e cordialità saranno, contempora-neamente, riservati agli Ospiti dei Soci che ci si premureràdi presentare al Presidente del Club - e non viceversa - in-dipendentemente da Chi Questi sia (vedi specifiche al se-guente punto e.).

e. LE PRESENTAZIONIParticolare attenzione va dedicata alle presentazioni di cuisi dà, di seguito, solo alcune informazioni fondamentali.

1) E’ al Padrone di casa che ci si presenta e nonviceversa.

2) Si presenta l’uomo alla donna e, solo dopo, la donnaall’uomo.

3) Si presenta il più giovane al più vecchio e, di seguito,il contrario.

4) Si presenta e/o ci si presenta all’Autorità, all’Ospite,all’Oratore e, poi, viceversa.

5) Se ci si siede ad un tavolo con persone con cui non siè ancora avuta occasione di presentarsi o di esserepresentati è cortesia farlo, indistintamente con tutti,prima di accomodarsi al proprio posto.

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4. L’ORDINE DELLE PRECEDENZE

Questo è il campo minato più insidioso e subdolo in cui si im-batte un Cerimoniere nel corso del Suo mandato!Non c’è esperto in materia a cui non sorga mai un dubbio suquesto argomento e, questo, la dice lunga sulle difficoltà che visi incontrano!Quanto qui riportato è propedeutico al seguente punto 5 chetratta la sistemazione dei posti a tavola, occasione in cui piùeclatante appare l’identificazione di un “livello” tra i diversi In-vitati presenti; tuttavia, l’ordine delle precedenze, è da tenerloben presente anche nelle presentazioni, nelle disposizioni in unConvegno come in uno spettacolo o anche solo nel camminareo nell’interloquire.E’ evidente che ogni persona non possa memorizzare un sì arti-colato intreccio di ordini e gradi, tuttavia, avere presenti alcunipunti fondamentali (e questi sì, tenerli bene a mente!) sarà utilead evitare spiacevoli incidenti diplomatici.

a. ALCUNI PRINCIPI BASEInnanzitutto è da tenere ben presente la “regola dellalinea di demarcazione”. Preparate sempre con assolutaprecisione una scala delle precedenze ed assegnate, a que-sta, una o più “linee di demarcazione”: frapponete, cioè,tra i Vostri Ospiti, delle nette linee che separino Questi inlivelli di autorità omogenee, riservandoVi, quindi, di siste-mare i gruppi che se ne determinano in posti analoghi edevitando così di cadere nell’errore più evidente e malac-cetto di mettere due Autorità di analogo “peso” in postidi diverso prestigio.Altra regola di base è di alternare gruppi omogenei di Au-torità Lionistiche a gruppi omogenei di Autorità non Lio-nistiche: non vi sono, in tal senso, equiparazioni codificate,quindi, sarà il buon senso del Cerimoniere a determinareun’equa suddivisione che dovrà comunque rispettareaprioristicamente quel senso di ospitalità verso chi non èdel nostro ambiente.

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b. ORDINE DELLE PRECEDENZE LIONISTICHE- Presidente Internazionale- Immediato Past Presidente Internazionale- Vice Presidenti Internazionali (in ordine di successione)- Direttori Internazionali- Past Presidenti Internazionali- Past Direttori Internazionali- Coordinatori Naz. ed Internaz. Campagna Sight First II- Presidenti consiglio dei Governatori- Coordinatori di Zona Campagna Sight First II- Governatori Distrettuali- Coordinatori Distrettuali Campagna Sight FirstII- Amministratore Esecutivo dell’Associazione- Segretario dell’Associazione- Tesoriere dell’Associazione- Past Presidenti del Consiglio dei Governatori*- Immediato Past Governatore Distrettuale- Vice Governatore Distrettuale- Past Governatori Distrettuali*- Segretario Multidistrettuale- Tesoriere Multidistrettuale- Segretario Distrettuale- Tesoriere Distrettuale- Coordinatore di Gruppo Sight First II- Presidente di Circoscrizione- Delegato di Zona- Presidente di Comitato Distrettuale- Presidente di Club- Immediato Past Presidente di Club- Segretario di Club- Tesoriere di Club- Past Presidenti di Club**nell’ordine: da chi ha ricoperto l’incarico più recen-temente,

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c. ORDINE DELLE PRECEDENZE DELLE AUTORITA’Il seguente protocollo è stabilito dalla Presidenza del Con-siglio dei Ministri attraverso il proprio Dipartimento delCerimoniale.E’ bene, innanzitutto, chiarire che tale Protocollo ammettequattro Categorie.Alla Prima fanno riferimento i Presidenti delle due Camere(per anzianità di età), il Presidente del Consiglio dei Mini-stri, il Presidente della Corte Costituzionale e gli Ex Presi-denti della Repubblica.La Seconda Categoria è suddivisa in tre Classi.Alla 1^ Classe appartengono nell’ordine: i Vice Presidentidelle Camere, il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri,il Vice Presidente della Corte Costituzionale, i Ministri, gliAmbasciatori Stranieri accreditati in Italia, Ambasciatorid’Italia nella Loro Sede di Titolarità, i Giudici Costituzio-nali, i Presidenti di Giunta e Consiglio Regionale (in Sede),i Viceministri, il Vice Presidente del Consiglio Superioredella Magistratura, il Primo Presidente della Corte di Cas-sazione, il Presidente del CNEL, i Parlamentari Membridegli Uffici di Presidenza delle Camere, i Sottosegretari diStato, i Presidenti di Gruppo Parlamentare, i Presidenti diCommissioni, Comitati e Delegazioni Parlamentari Bica-merali, i Presidenti di Giunte e Commissioni Parlamentaried i Presidenti di Giunte ed Assemblee Regionali.Alla 2^ Classe: il Presidente del Consiglio di Stato, il Presi-dente della Corte dei Conti, il Governatore della Bancad’Italia, i Presidenti Autorità Garanti referenti al Parla-mento, il Presidente di Unioncamere,, il Procuratore Ge-nerale della Corte di Cassazione, l’Avvocato Generale delloStato, il Capo dei Stato Maggiore della Difesa ed il Com-missario Straordinario del Governo.Alla 3^ Classe, infine, appartengono: i Membri del Parla-mento Nazionale ed Europeo (a partire dai Senatori), Se-

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gretario Generale della Presidenza della Repubblica, Se-gretari Generali delle due Camere, Segretario Generaledella Presidenza del Consiglio dei Ministri, Segretario ge-nerale della Corte Costituzionale, Presidente dell’Accade-mia Nazionale dei Lincei, il Presidente del CNR, ilPresidente del Tribunale Superiore delle acque ed il VicePresidente del Consiglio della Magistratura Militare.Alla 3^ Categoria fanno riferimento quattro Classi:Della 1^ Classe sono: il Presidente Aggiunto della Corte diCassazione, i Presidenti delle Province Autonome e deiConsigli Provinciali di Trento e Bolzano (se in Sede), il Pre-fetto Titolare dell’Ufficio Territoriale del Governo (inSede), il Sindaco della Città, il Presidente della Provincia(in Sede), il Presidente della Corte di Appello (in Sede), ilPresidente della Camera di Commercio (in Sede), il Vescovodella Diocesi (Cui possono equipararsi, in eventi partico-lari, i Ministri Capi dei maggiori Culti riconosciuti), i Se-gretari generali dei Ministeri e Capi DipartimentoMinisteriale (fra cui il Capo della Polizia), gli Ambasciatorid’Italia, titolari di Rappresentanza Diplomatica (qualorapresenzi ad eventi riguardanti il Paese presso Cui è accre-ditato), i Vicepresidenti della Giunta e del Consiglio Re-gionale (in Sede), i Capi di Stato Maggiore dell’Esercito,della Marina e dell’Aeronautica, il Comandante Generaledell’Arma dei Carabinieri ed il Segretario Generale dellaDifesa, gli Assessori Regionali (in Sede), i Membri dell’Uf-ficio di Presidenza dei Consigli Regionali ed i Presidenti deiGruppi e Commissioni Consiliari (in Sede), i Premi Nobel, iMembri del Corpo Consolare (preceduti dai Consoli di Car-riera), i Componenti del Consiglio Superiore della Magi-stratura, il Comandante Generale della Guardia di Finanza,il Presidente del Consiglio Superiore delle Forze Armate, iGenerali di Corpo d’Armata (e corrispondenti Ammiragliodi Squadra Navale ed Ammiraglio di Squadra Aerea) con

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incarichi speciali comportanti il grado funzionale supe-riore, il Procuratore Generale Militare presso la Corte diCassazione.Alla 2^ Classe appartengono: il Presidente della Commis-sione Nazionale per le Società e la Borsa, il Presidente dellaCorte Militare d’Appello, il Presidente della CommissioneTributaria Centrale, il Procuratore Generale della Corte deiConti, i Presidenti ed i Segretari Nazionali non parlamen-tari dei Partiti Politici rappresentati in Parlamento, il Pre-sidente della Confindustria, il Presidente della conferenzadei Rettori Universitari, i Presidenti degli Enti Pubblici Na-zionali anche economici, i Segretari Generali dei Sindacatimaggiormente rappresentativi.Della 3^ Classe fanno parte: il Procuratore Generale dellaCorte d’Appello (in Sede), gli Scienziati, Umanisti ed Arti-sti di indiscutibile fama nazionale, il Procuratore Generalepresso la Corte Militare d’Appello, il Presidente del T.A.R.(in Sede), il Presidente della Sezione Giurisdizionale Re-gionale della Corte dei Conti (in Sede), il Presidente del-l’ordine Nazionale Forense, il Presidente dei ConsigliSuperiori dei Ministeri, il Comandante della Polizia Peni-tenziaria, il Comandante del Corpo Forestale dello Stato,il Comandante Generale delle Capitanerie di Porto, il Co-mandante della Regione Militare, il Comandante del Di-partimento Militare Marittimo, il Comandante dellaRegione Aerea, i Direttori di Uffici Pubblici, i ComandantiInterregionali, i Comandanti in capo di Squadra Navale, ilPresidente del Consiglio Comunale (in Sede), il Presidentedel Consiglio Provinciale (in Sede), gli Industriali di indi-scutibile prestigio nazionale, l’Ordinario Militare per l’Ita-lia, i Decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare ed alValor Civile, i Cancellieri OMRI, i Vice Segretari Generalidegli Organi Costituzionali, i Presidenti di Authorities Go-vernative, i Direttori generali titolari dei Ministeri e delle

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Agenzie Governative, gli Alti Commissari Governativi, i Di-rettori Generali degli Enti Pubblici Nazionali anche eco-nomici, il Vice Avvocato Generale dello Stato Titolare.Alla 4^ Classe appartengono: il Rettore dell’Università (inSede), il Presidente del Tribunale (in Sede), (se non vi èCorte d’Appello nella stessa Sede, prende posto nel rangodel presidente della Corte d’Appello), il Procuratore dellaRepubblica (in Sede), (se non vi è Corte d’Appello nellastessa Sede, prende posto nel rango del Procuratore Ge-nerale), il Capo Delegazione Regionale della Corte deiConti (in Sede), il Procuratore Regionale della Corte deiConti (in Sede), il Presidente della Commissione TributariaRegionale, l’Avvocato Distrettuale dello Stato (in Sede), iDirettori Regionali e Provinciali degli Uffici Statali com-presi i Comandanti Militari Regionali e Provinciali, il Di-fensore Civico Regionale (in Sede), i Presidenti degli OrdiniProfessionali Nazionali, i Segretari Generali del CSM, delCNEL, del Consiglio di Stato, della Corte dei Conti, del-l’Avvocatura dello Stato, delle Autorità Garanti, e delCMM, i Consiglieri Regionali (in Sede), i Segretari Generalidella Giunta e del Consiglio Regionale (in Sede), il Presi-dente dell’Autorità Portuale (in Sede), i Dirigenti Generalied Equipollenti a Titolari d’Ufficio, il Presidente Delega-zione Banca d’Italia, il Presidente della Commissione Tri-butaria Provinciale, i Vice Presidenti della Giunta e delConsiglio Comunale e Provinciale (in Sede), gli AssessoriProvinciali e Comunali (in Sede), i Presidenti di ComunitàMontana, i Presidi di Facoltà Universitarie (in Sede), i Di-fensori Civici Comunali e Provinciali (in Sede), i Capigruppodei Consigli Comunali e Provinciali, i Presidenti di Associa-zioni Combattentistiche e d’Arma riconosciute, i Consi-glieri Capi Servizio (o Direttori) degli Organi Costituzionali.Alla 4^ Categoria vi appartengono, infine: i Dirigenti Sta-tali e Qualifiche equiparate, Titolari di Ufficio (in Sede), i

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Professori Ordinari di Università Titolari (in Sede), i Presi-denti di Municipi o Circoscrizioni Comunali, i ConsiglieriComunali e Provinciali (in Sede).

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5. LA DISPOSIZIONE DELLA TAVOLA

Se è importantissima l’accoglienza che si rivolge agli Interve-nuti ad un meeting, non meno importante è l’allestimentodella tavola ove si trascorrerà gran parte della serata stessa.Nella sala sarà preparato un tavolo d’Onore o della Presidenza,un eventuale adeguato numero di tavoli per gli Ospiti ed i ta-voli degli altri Intervenuti. La forma della tavola che meglio sipresta al dialogo tra i commensali è tonda ed è, quindi, da pre-ferire, se possibile, ad altre, tranne che per il tavolo d’Onore.

a. IL TAVOLO D’ONORE O DELLA PRESIDENZALà dove possibile, il tavolo d’onore, è da preferire ret-tangolare e va occupato in uno o, se occorre, in tre deiquattro lati. Valida alternativa è il tavolo ovale, da occu-pare sempre lasciando libero il lato che dà le spalle allasala.La disposizione dei posti è direttamente correlata all’or-dine delle precedenze trattato nel precedente punto 4ma è da valutare con molta attenzione il numero di per-sone che lo devono occupare. Innanzitutto alcune indi-cazioni numeriche da ritenere assolutamente relative edelastiche: dal 10 al 20%, circa, il numero degli accomo-dati al tavolo della Presidenza rispetto a quello dei pre-senti: più presenti, minor percentuale di accomodati; maimeno di cinque persone e mai più di sedici, dalle 7 alle 10persone può considerarsi il numero ideale per meetings“normali” e 10 o 12 per serate con elevata affluenza. Mal’indicazione più importante è quella di valutare il limitetra le Personalità che accedono al tavolo d’Onore eQuelle che ne rimangono escluse, perché, in questa ri-partizione, è più facile creare dei permali; valutiamoquante persone vogliamo e possiamo mettere al tavoloed, in secondo luogo, prendiamo in esame la scalettadelle precedenze prioritariamente fatta facendo moltaattenzione a quelle cariche sostanzialmente equipollenti;a questo punto poniamo la “linea di demarcazione” in

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un punto in cui il gradino della scala sia netto: non met-tiamo, ad esempio, un Presidente di Comitato al tavololasciandone fuori un altro, è meglio lasciarli fuori en-trambi se per entrambi non c’è posto (eccezion fatta sel’argomento trattato riguarda uno di Questi). Mille sonoi casi che si possono presentare e vanno trattati tutti congrandissima attenzione: è un terreno minato!

b. INDICAZIONE DEI POSTIE’ opportuno indicare, a Soci ed Ospiti, fin dal Loro ar-rivo, la sistemazione del proprio posto a tavola. I due me-todi solitamente utilizzati sono quello con il bigliettoporto dal Cerimoniere all’arrivo dell’Intervenuto dove,oltre ad un cenno di benvenuto, vi è indicazione del nu-mero di tavolo e, meno usato, ma non meno pratico,quello della pianta della sala in cui, al numero dei tavolisono affiancati i nominativi dei Presenti; la pianta può es-sere esposta, all’ingresso, finemente incorniciata o ada-giata, inclinata, su di un tavolino o posta su di un leggioo su di un cavalletto da pittore. I due sistemi potrannoanche essere integrati: il numero del tavolo indicato dalbiglietto ed il posizionamento del tavolo nella sala dalquadro; questa è certamente la formula più completa edelegante.

c. LA DISPOSIZIONE DEI POSTI A TAVOLAA prescindere dalle già trattate norme sulla precedenza,può essere utile ricordare alcune semplici regole di cuitener conto.Molti meetings vedono assegnati i posti a tavola dal Ce-rimoniere, altri lasciano ai Soci piena disponibilità di ac-comodarsi al tavolo più gradito riservando il solo tavolodella Presidenza ed alcuni, eventuali, per gli Ospiti. Saràcura del Cerimoniere gestire i posti a tavola rispettandoalcune elementari norme di buonsenso.

1) Far ruotare i Soci evitando, cioè che gli stessi Soci

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siedano sempre al tavolo insieme, pur avendo la sen-sibilità di rispettare alcuni vincoli di amicizia parti-colarmente forti che vanno periodicamenteassecondati; evitare in modo deciso, invece, fin dalsorgere, l’aggregazione di gruppetti esclusivi edesclusivisti di tre, quattro o più coppie di Soci: sonoformazioni, queste, solitamente, nocive all’Associa-zionismo in genere, è consigliabile, in questi casi, farsedere le coppie “A” e “B” di quel gruppetto conaltre coppie del club e, la volta seguente, la “B” e la“C” con altre e così di seguito.2) Far sedere il Socio nuovo entrato per i primi due otre meetings con il Padrino e, ogni volta, con Soci di-versi per favorirne l’inserimento ottimale nel Club.In seguito, cominciare a distaccarlo dal Padrino econtinuare a farlo ruotare. Seguirne, comunque congrande attenzione il suo inserimento.3) Porre la dovuta attenzione a non posizionare sem-pre alcuni Soci vicino al tavolo d’Onore ed altri sem-pre lontano.

d. I SEGNAPOSTOAlmeno nelle serate più importanti o di maggior parte-cipazione, è opportuno l’utilizzo dei segnaposto, cosìcome degli indicatori di posto accennati al precedentepunto 5.b.Sono comunemente usati quelli in cartoncino ripiegatocon lo Stemma dell’Associazione stampato. Se non di-sponibili questi, o volendo dare un garbato tocco di ori-ginalità, possono essere usati cartoncini bianchi o dicolore tenue su cui sono applicati piccoli elementi florealidi stagione, o elementi di passamaneria o delicati dise-gni in tema con la serata o con il menù.La funzione del segnaposto non è solo quella di indicareil posto del commensale ma, anche, di facilitare l’indivi-

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duazione dei propri vicini di posto, se non già conosciuti- è normale nelle presentazioni non focalizzare con pre-cisione titolo e nome di chi ci è stato presentato – aiu-tando, così, la conversazione da tenere nel corso delconvivio. E’, di conseguenza, opportuno scrivere sul se-gnaposto chiaramente il titolo ed il nominativo dell’In-tervenuto non limitandosi ad uno sbrigativo “Lion”seguito dal cognome.Infine è ovvio, ma ugualmente opportuno ricordare, cheè particolarmente sconveniente spostare i segnaposto,prima di accomodarsi, perché si preferisce questo o quelvicino di posto!

e. I CENTRITAVOLAUna tavola ben apparecchiata ha sempre un centrotavolache si rispetti.Il più usuale è costituito da una composizione di fiori, maialti, da non compromettere il dialogo tra i presenti né lavisuale del tavolo dell’Oratore o di eventuali schermi.Ancor più elegante, se disponibile, un candelabro alla cuibase possono essere adagiate alcune piccole composi-zioni floreali.Lavorando di fantasia, ma restando sempre nel rispetto diun sobrio buon gusto ed evitando eccessi ed eccentricità,si potranno comporre centritavola in linea con la sta-gione, con l’argomento della serata, con le portate pre-viste o con una particolare ricorrenza concomitante ofesteggiata.Qualora tempi o condizioni particolari non avessero con-sentito di approntare nulla di meglio, curare, almeno,una elegante composizione di frutta fresca su di una al-zata: dovrà essere ricca e variopinta, eventualmenteguarnita di nastri o altri ornamenti.

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6. LA CAVALLERIA

Nonostante la “parità di diritti” da più parti acclamata abbiainferto duri colpi ai princìpi della “cavalleria”, alcune fra le piùelementari regole restano, nel nostro ambiente, particolar-mente apprezzate.

a. IL BACIAMANOVa rivolto alla Signora e non alla Signorina e deve soloessere accennato e non materialmente fatto. Sempree solo in ambienti chiusi e mai all’aperto dove un gar-bato cenno del capo lo sostituirà degnamente.

b. LA PRECEDENZAVa sempre data alla donna tranne che all’ingresso dilocali pubblici e nel salire le scale dove, a precederesarà l’uomo.Mentre si cammina si deve lasciare sempre la destra alladonna, se sono due, l’uomo si pone al centro con a de-stra la donna più importante o più anziana ed a sinistral’altra. Se due coppie camminano appaiate, gli uominilasceranno i due posti centrali alle donne posizionan-dosi alle rispettive estremità. Non si terrà conto delladestra se si cammina su di un marciapiede, in tal casol’uomo occuperà il lato prospiciente la strada.

c. A TAVOLAL’uomo siede al tavolo dopo che si è seduta l’ultimadonna ed aver accomodato la seduta della dama al suofianco; si alzerà se al tavolo giunge una signora e, nelcorso del convivio, se una signora si alza, gli uomini altavolo, faranno un cenno di alzarsi (farlo tutti mate-rialmente potrebbe creare disturbo ai commensali edanche imbarazzo alla signora stessa).Se non provveduto dai camerieri l’uomo si occuperà dimescere l’acqua ed il vino alla donna, preoccupandosidi non colmare il bicchiere e di non rabboccarlo ad ognisorso ma attendere che sia pressocchè vuoto.Le passerà ciò che occorre dandole sempre precedenza.

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7. LE CONVERSAZIONI DURANTE IL CONVIVIO

Vi sono libri incentrati sull’arte della conversazione, dico que-sto, per sottolineare quanto sia importante ed, al contempo,difficile, sostenere una conversazione interessante, non inva-dente né estremistica, idonea a mutare i toni e le sfumature,nel suo stesso corso, per non urtare le altrui suscettibilità.Approfondire questo argomento è, quindi, improbo in questasede, tuttavia, ricordare alcune semplici indicazioni, risaputedai più, eviterà situazioni imbarazzanti per se stessi come peril Club.

a. QUANDO NON PARLAREDefiniamo, innanzitutto, i momenti in cui non è op-portuno parlare: non si parla durante l’esecuzionedegli Inni e la lettura dei Codici e non si parlaquando una persona, sia esso il Presidente, l’Oratoreo un qualsivoglia Intervenuto si sta rivolgendo atutto l’uditorio. Poche ma inderogabili occasioni ilcui contravvenire è segno di grande maleducazione!

b. DURANTE IL CONVIVIOCon i commensali, ed ancor più con le persone se-dute al proprio fianco, è opportuno intrattenere unaconversazione; il silenzio, ancorché dovuto a timi-dezza o ad un eccesso di discrezione o ad una pro-pria, pur momentanea, introversione, potrebbeessere inteso come un non gradimento della compa-gnia trovata. Tuttavia, è importante avere ben pre-sente la giusta misura dell’interloquire: anchel’argomento più affascinante e la dialettica più coin-volgente devono avere i caratteri della discrezione,della pacatezza e della distensione, mai “aggredire”i propri vicini con interminabili soliloqui. Anchequando ci sembra di veder gradito il protrarsi di unanostra disquisizione, fermiamoci, potremmo, sem-plicemente, avere al nostro fianco una persona par-ticolarmente paziente ed educata!

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c. CI VUOLE TATTO!Occorre grande tatto nell’affrontare un nuovo argo-mento di conversazione, soprattutto, quando non siconosce la persona con cui lo si innesca! Sono mol-teplici gli argomenti a rischio gaffe, in particolarmodo quelli che sfiorano il “privato” , sfera, questa,peraltro, da non avvicinare con interlocutori di co-noscenza recente. Nell’approccio di una problema-tica, come nell’avvio di una conversazione, è duoporivolgersi con la massima delicatezza e con la circo-spezione di chi si muove in un negozio di cristalli.Una conversazione gradevole sarà, quindi, non te-diosa o assillante, non unilaterale né logorroica,varia nei contenuti mai estremistici né perentori, bril-lante ma non claunesca, ricca, possibilmente, di con-tenuti e povera di banalità. Sono comunque albando, come ricordato ad ogni meeting, la “politicadi parte” ed il “settarismo religioso”.

d. ARGOMENTI SI’ E ARGOMENTI NOCome accennato al punto precedente, vi sono argo-menti più idonei ed altri meno idonei ad essere trat-tati tra commensali nel corso di una serata. Perscegliere gli argomenti più adatti si deve, innanzi-tutto, fare un distinguo tra il tavolo a cui si siede incompagnia di consoci e quello dove sono presentipersone estranee. Se la conoscenza diretta dei socidel proprio Club facilita l’interloquire, la presenza disconosciuti impone la dovuta cautela nel relazio-narsi. In tale caso, banditi, come già detto, gli argo-menti più personali, ci si addentrerà in questioni piùgenerali e, ad esempio, attinenti la serata stessa: lecomuni conoscenze, la relazione che ci si appresta adascoltare, se è previsto un oratore, le essenzialità delLionismo, se l’ospite non appartiene al nostro Soda-

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lizio o i programmi ed i trascorsi del proprio Club sel’ospite è iscritto ad altro Club. Ricerchiamo la sod-disfazione di aver offerto ai nostri commensali unapiacevole compagnia e, soprattutto, ricordarsi di dia-logare e non solo di disquisire!

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8. LA “SCALETTA”

Una serata ben organizzata viene scandita da una “scaletta”ben studiata e rispettata. A seconda del tipo e del tono di se-rata che si intende organizzare si seguirà una sequenza di mo-menti secondo schemi oramai consolidati da tempo anche se,“personalizzati”, in parte, da Club a Club.Ogni serata inizierà, comunque, con il saluto a tutti gli interve-nuti, da parte del Presidente, che pregherà il Cerimoniere di fareseguire gli Inni e dare lettura dei Codici, terminati i quali, i Pre-senti, applaudiranno. Se per gli Inni Tutti sono tenuti ad ascol-tarli in piedi, la lettura dei Codici è prassi ascoltarla in modoanalogo ma avrebbero obbligo di tenere tale posizione solo iSoci Lions, per Consorti e non Soci è pura cortesia oltre che con-suetudine della maggioranza ma non della totalità dei clubs.

a. C’E’ SERATA E SERATAE’, innanzitutto, fondamentale impostare tutto lo svol-gersi della serata secondo il tono che le si vuole attribuire.Vi saranno, così, serate di gala, serate eleganti, meetingspiù sobri ed, in fine, incontri informali. Per tutte è im-portante dare una impostazione razionale e coerente al-l’intero sviluppo della riunione: dall’abito al menù cosìcome dagli Invitati alla scaletta.

1) La serata particolarmente elegante, o di gala.Sarà impostata secondo gli schemi più classici e raf-finati. Tutto sarà enfatizzato – attenzione a non ec-cedere nell’enfasi! – e, conseguentemente, anche lascaletta prevedrà un’articolazione complessa e ricca.Le occasioni che più frequentemente meritano similicostruzioni sono la Charter, la Visita del Governatore,la Festa degli Auguri e quelle di Apertura e Chiusuradell’Anno Sociale o per la consegna ufficiale di unpremio o di un service di grande rilevanza.

2) La serata elegante.Avrà un tono privo di enfasi, sebbene celebrativo inonore di una ricorrenza o di una personalità cui si

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vuole rendere omaggio. Potranno averne la conno-tazione le stesse occasioni elencate al punto prece-dente o un meeting il cui oratore è persona digrande prestigio.

3) Il meetingLa serata che più frequentemente un Club organiz-zerà sarà un meeting in cui i canoni basilari dello stilenon dovranno essere certo dimenticati! Rispetto alleprecedenti, saranno sfrondate le ricercatezze più raf-finate ma questo non significa che il tono della se-rata debba risultare approssimativo, familiare o,peggio, dozzinale!

4) L’incontro informaleE’ l’unica occasione in cui possono essere dismesseformalità di rito e cravatta. Tutto, in questi casi, as-sume la configurazione dell’appuntamento tra amiciin cui l’educazione che contraddistingue ogni socio èunica depositaria del modus operandi della riunione.

b. PRIMA DEL PRANZOQuando il Cerimoniere avrà terminato la lettura dei Co-dici, la parola tornerà al Presidente.

1) Egli porgerà il saluto del Club a Tutti gli Intervenutied, in particolare, agli Ospiti nominandoli uno ad unoin ordine di importanza decrescente; se Questi sono nu-merosi, dopo aver nominato i Primi, chiederà di “acco-munare i rimanenti in un lungo applauso finale”. Porremolta attenzione alla scelta degli Ospiti da accomunarenell’applauso finale: vale quanto menzionato a pro-posito dell’assegnazione dei posti a tavola (la “linea didemarcazione” indicata ai punti 4.a e 5.a). La presen-tazione degli Ospiti, che in alcune Regioni d’Italia com-pete al Cerimoniere anziché al Presidente, è affareassai delicato: mai dimenticare un nome e mai leggerlosecondo un errato ordine delle precedenze. Consape-

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voli della concitazione che prende anche i Presidentipiù navigati, nel momento in cui si dà avvio alla serata,è opportuno preparare per tempo anche questa speci-fica fase del meeting: sarà il Cerimoniere, che nei giorniprecedenti ha raccolto le adesioni di Ospiti ed Invitati,a prepararne una lista già in ordine di precedenza, perpoi, accanto al nome, poterne contrassegnare, in modochiaramente leggibile, la presenza (Allegato 1). Parti-colare enfasi verrà data nella presentazione dell’Ospited’Onore e/o del Relatore.

2) Dopo i saluti a tutti gli Intervenuti e la presentazionedegli Ospiti, il Presidente, accennerà al tema della se-rata, alla ricorrenza, alla visita o all’argomento ditrattazione dell’Oratore presente; non si dilungheràin veri e propri discorsi ma condurrà una sorta di pre-fazione a quanto verrà sviluppato al termine delpranzo. Su specifica richiesta, si potranno tenere re-lazioni o discorsi prima del pranzo ma, queste sonolecite eccezioni e non consuetudine.

3) Qualora siano previste la presentazione del nuovoConsiglio Direttivo o la consegna dei premi “centoper cento” o altri momenti che si vogliono e possonoinserire nel contesto della serata, pur non essendoneil fatto principale, questi troveranno idonea colloca-zione in tale fase del meeting. Ricordarsi di non abu-sare di questi tempi, la consegna, ad esempio di 20 o30 premi è già tediosa di per sé, soprattutto per chinon fa parte del nostro Club, se a questa uniamoaltre lunghe presentazioni e consegne, statene certi,avete già decretato il fallimento della serata!

4) Nel caso di visita del Governatore, o altra Personalitàassimilabile, e se non vi sono state premiazioni o pre-sentazioni che abbiano assorbito molto tempo, ilPresidente, prima di dare avvio al pranzo, pronun-

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cerà il proprio discorso; in questo modo si spezzerà indue il momento delle allocuzioni rendendolo piùsnello e facilitandone, quindi, l’assimilazione da partedell’uditorio e si offrirà, inoltre, all’Autorità il tempodi meditarlo per poter eventualmente modificareparte del proprio in funzione di quanto ascoltato.

c. DOPO IL PRANZOAl termine del pranzo, il Presidente, con un colpo di cam-pana, richiamerà l’attenzione degli Astanti per dare avvioalla terza parte del meeting.

1) Prenderà la parola presentando l’argomento che saràtema della serata. Ne accennerà per sommi capi il con-tenuto e gli eventuali obbiettivi che si intendono rag-giungere ma mai anticipando quanto spetteràall’Oratore raccontare. Non è opportuna una presen-tazione eccessivamente circostanziata che toglierebbespazio a quanto è di competenza del Relatore. Quindi,il Presidente, per quanto valido conoscitore della ma-teria, non si prodighi in spiegazioni più lunghe di dueo tre minuti.

2) Passerà, poi, alla presentazione dell’Oratore cheandrà fatta ponendo in luce i dati salienti della fi-gura professionale, umana e, magari, caratterialedella Persona, senza dilungarsi in una sciorinata dinotiziole prive di reale importanza come la data dinascita o il Liceo presso cui si sia diplomato. Si esor-dirà con qualche breve indicazione anagrafica e for-mativa per poi sottolineare quegli aspetti che nedeterminano la personalità come i traguardi rag-giunti, i più prestigiosi incarichi ricoperti o gli even-tuali progetti futuri.

3) Dopo la relazione tenuta dall’Oratore, viene normal-mente data facoltà di porre domande. E’ auspicabile,se facoltà è data, che le domande ci siano! Per scon-

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giurare la possibilità che questo non avvenga - cosache porrebbe imbarazzo perché interpretabile comepossibile insuccesso del Relatore - sarebbe opportunoche il Presidente ed altri Soci, preparassero preventi-vamente alcune domande atte a “rompere il ghiaccio”e, soprattutto, ad evitare un imbarazzante silenzio.

4) Al termine della serata, il Presidente, chioserà con unbrevissimo escursus dell’incontro del quale ricorderài momenti più importanti della relazione; se si ritienein grado, trarrà delle vere e proprie conclusioni e de-duzioni ma, il tutto, in non più di due o tre minuti.Porgerà, quindi, i ringraziamenti al Relatore a cui con-segnerà il guidoncino del Club unitamente ad un pre-sente mentre, la Consorte del Presidente, porgerà unomaggio floreale alla Consorte dell’Oratore. Ultimoatto del meeting saranno i saluti ed i ringraziamentidel Presidente agli Intervenuti ed il tradizionale colpodi campana.

5) Nel caso di visita del Governatore, o di altra Personalità,il discorso del Presidente, se non si è ritenuto oppor-tuno anteporlo al pranzo, aprirà questa parte di se-rata; una volta terminato, presenterà l’Autoritàdando lettura del curriculum per poi cederGli la pa-rola. Finito il discorso, riprenderà il microfono ma soloper ringraziare – mai commentare né replicare – e perle formalità di rito. Nel ringraziare, il Presidente, por-gerà gli omaggi previsti e dichiarerà chiusa la seratacon i tradizionali colpi di martello. Se sono previste ledanze, il Presidente le aprirà ballando insieme allaConsorte della Personalità intervenuta che a Sua voltaballerà insieme alla Consorte del Presidente; solodopo potranno ballare gli altri Intervenuti.

In “Allegato 2” alcuni esempi diversi di “scaletta” tipo)

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9. L’ORATORE

L’Oratore, consideriamo bene, è elemento trainante di una se-rata. Certo, ci si ritrova per spirito Lionistico, per sentir parlaredi un dato argomento, per incontrare vecchi e nuovi amici eper mille altre ragioni, ma il grande catalizzatore è proprio lui,il Relatore con il Suo nome, con le Sue argomentazioni e, so-prattutto, con la sua dialettica.

a. LA SCELTA DEL CONFERENZIEREE’ cosa assai difficile: si cerca di puntare sempre sudei “nomi” ma, molto spesso, questi, essendo parti-colarmente richiesti, divengono irraggiungibili o pro-blematici per fissare date certe ed, in qualche caso,non nascondiamolo, anche pretenziosi di… impro-babili onorari. Certo, il “nome” attira! Ma non di-speriamo, ci sono tanti personaggi che meritanoaltrettanta attenzione: vanno solo scovati e “corre-dati” di un titolo di relazione accattivante.

b. IL TITOLO DELLA RIUNIONEE’ certamente un particolare da non sottovalutare:

riportare asetticamente l’argomento, su di un invito,non favorisce le presenze di Soci ed Ospiti; si devesollecitare la Loro curiosità e fantasia con titoli benstudiati, magari, corredati di un sottotitolo ancor piùintrigante. Prendiamo spunto dai giornali che solle-ticano la curiosità del lettore con titoli che insinuanola voglia di leggere quel determinato articolo.

c. GLI ACCORDI PRELIMINARIAvuta la disponibilità di un dato Oratore, il Presi-dente, se non ne è stato il procacciatore, si affretteràa contattarLo per ringraziarLo della disponibilità of-ferta e per concordare le modalità riguardanti la se-rata: gli orari, i tempi per l’intervento e per ledomande, l’abbigliamento e gli eventuali audiovisivioccorrenti; si preoccuperà, inoltre, di fornirGli qual-che breve indicazione circa la nostra Associazione se

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non già sufficientemente conosciuta.d. L’ACCOGLIENZA DELL’ORATORE

Non dovrà essere lasciata mai al caso ma curata inogni sua parte qualunque sia il tenore del nostroOspite: è un contatto del Club verso l’esterno e, con-seguentemente, si ha il dovere di mostrarsi nel modomigliore! Dopo il benvenuto, all’arrivo, da parte delPresidente che Gli rinnoverà la propria gratitudineper aver accolto l’invito a presenziare a quel mee-ting, sarà il Cerimoniere ad accompagnarLo dal Socioche era stato il tramite, sempre che Quest’ultimo,come sarebbe preferibile, non fosse anch’Egli allaporta per attenderLo. Il “Tramite” si preoccuperà dipersona di presentare al Relatore tutti gli Invitatiper poi accompagnarLo al tavolo della Presidenzadove Lo farà accomodare.

e. DURANTE IL PRANZOIl Presidente, che avrà al fianco destro l’Oratore, sipreoccuperà di farGli doverosa compagnia, senza,per questo, fagocitarLo ne’ sovraccaricarLo di do-mande inerenti l’argomento che tratterà; mostrareinteresse circa la Persona e la relazione è dovuto maeccedere, come in ogni cosa, non è opportuno. Al-terniamo quello ad altri assunti cogliendo l’occa-sione, altresì, per far conoscere il nostro Club ed iprogetti che ha portato a termine o che ha in pro-gramma.

f. CORTESIA ED ONORI FINALIAl termine della serata non devono mancare gli elogiper il relatore, comunque sia andato l’incontro; se ilPresidente si sente preparato a farlo, compia unasorta di brevissima chiosa da cui far emergere gli in-segnamenti o le deduzioni più interessanti che pos-sono essere emerse: sarà la percezione di una

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attenzione riscossa, ma andrà fatta solo se ci si sentepreparati. Atto finale sarà la consegna di un ricordo,da parte del Club, oltre al guidoncino e di un omag-gio floreale per la Consorte.

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10. TRA SOCI

I rapporti che intercorrono tra Soci di un Club, come tra Con-sorti, possono essere facilmente posti in relazione diretta conl’andamento del Club stesso. E’ difficile che un Club sia “in sa-lute” se nelle proprie file non intercorre il giusto afflato e lapiù serena amicizia che, al contrario, sono la forza di tantiClubs, grandi e piccoli, al cui interno vige armonia. Tutti si de-vono prodigare affinché, nell’ambito del proprio Club vi sia unclima cordiale e di grande rispetto reciproco ma, tra tutti, ilPresidente deve farne un preciso obbiettivo, alimentando coe-sione e fratellanza ed estinguendo con altrettanta determina-zione ogni pur minimo focolaio di dissapori o incomprensioni.

a. L’USO DEL “TU”E di prassi tra Soci Lions, ed a maggior ragione se dellostesso Club, l’uso del “Tu” ed anche con e tra Consorti viè analoga consuetudine. Dobbiamo constatare, tuttavia,che in alcuni Clubs, tali usanze, non sono pienamente se-guite. Sarebbe auspicabile che, almeno nell’ambito delClub, ogni Socio e, meglio ancora, ogni Consorte, adot-tasse il “Tu” come normale forma di interloquio: certa-mente, se di amicizia si deve parlare, appare più naturaleed immediato questo tono che non il più distaccato “Lei”.Dobbiamo, però, tener conto, come anzidetto, che alcuniClubs non adottano questa regola ed è, quindi, prudenteavvicinarsi a Soci a noi sconosciuti, soprattutto se moltopiù anziani, con una … prudente “terza persona”.

b. LA CORDIALITA’Tutto ciò che riguarda la sfera affettiva nelle persone nonpuò subire imposizioni ne’ adattamenti ma certo può es-sere coltivata: possiamo coltivare la cordialità! Possiamocoltivarla, prima di tutto, dentro di noi cercando di es-sere aperti e ben disposti verso gli altri. Ma tanta parte inmerito può farla, ancora una volta, il Presidente con l’im-postazione che darà alla Sua Annata: accogliere con unabbraccio i Soci all’arrivo ad una serata o incontrandoLi

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per strada, esordire con “Amici”, anziché con modi piùdistaccati nel rivolgersi all’uditorio nelle occasioni che lopermettono, inviare gli auguri di buon compleanno aSoci e Consorti, rendersi partecipi della vita altrui nei mo-menti di particolare gioia come in quelli di sofferenzasono solo alcuni dei tanti modi in cui si “crea amalgama”e non solo tra il Presidente ed i Soci di quel Club ma TRAi Soci di quel Club perché, mai come in questi casi, si av-verte istintivamente, nella figura di un buon Presidente,la coralità di tutto un Club.

c. LA NON “ESCLUSIVITA’”Troppo spesso, nell’ambito di un Club, si creano delle pic-cole nicchie di amici che danno un carattere di esclusivitàal Loro rapporto: nella Loro cerchia non si entra e se, ma-lauguratamente, ci fosse mai un posto libero al tavoloche si saranno affrettati ad occupare, meglio non sedersi,ci si potrebbe sentire …di troppo!Sono gruppi estremamente nocivi al buon andamentodel Club, questi, e vanno decisamente contrastati. Purnormale che sia, per ogni Socio, nutrire una simpatia oavere un vincolo di amicizia radicato verso alcuni più cheverso altri, non si può favorire il sorgere di estremizza-zioni in tali situazioni e, tanto meno, il loro progredire. IlCerimoniere dovrà nettamente osteggiarle ma con intel-ligenza, scorporando il gruppo pur lasciando sempre altavolo una delle coppie amiche a rotazione (come me-glio descritto al capitolo 6/b/1).

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11. I NUOVI SOCI

L’Ammissione di nuovi Soci, in un Club, rappresenta sempre unmomento di festa, per l’Associazione, in generale, e per quelClub, in particolare, ma è anche un momento delicato, per ilClub stesso, che va vissuto con grande consapevolezza e conla più accorta e corale predisposizione.Inserire un nuovo Socio nel Club significa tante cose: innanzi-tutto, un accrescimento non solo quantitativo del proprio so-dalizio ma, anche, culturale e umano per le esperienze cheQuesti porterà in dote; significa una forza nuova , per il Club,da cui attingere idee ed energia; significa un nuovo amico concui dividere scampoli di vita ed a Cui testimoniare, fin da su-bito, disponibilità ed incondizionata amicizia.

a. LA SCELTA DEI NUOVI SOCISe è giusto accogliere un nuovo Socio con la massima cor-dialità e benevolenza capiamo anche perché si debba ca-librarne le caratteristiche con grande razionalità primache, Questi, Socio lo diventi. E’, infatti, prima, che si deveanalizzare chi stiamo facendo sedere al nostro fianco echi altro, Suo tramite, siederà al nostro tavolo: “cautinella lode prima e generosi nella lode poi” sarebbe pro-prio il caso di dire, questa volta!Ricordare:

1) Nel Lions non si chiede di entrare ma si viene invitatiad accedere

2) Prima di invitare un Amico al nostro Club, approfon-diamone la conoscenza

3) Considerare Chi c’è a fianco e dietro di Colui cheintendiamo presentare.

4) Esaminiamo se l’immissione di quel Candidato possanuocere ad altro Socio.

5) Valutiamone a priori le reali disponibilità al servire,anche in termini di tempo.

6) Indaghiamo sulle ragioni più intrinseche e veritiereche Lo spingono ad entrare.

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b. PRIMA DELLA PRESENTAZIONEQuanto esposto al precedente punto “a” rende intuitivala necessità di compiere un percorso particolarmentecauto prima di giungere all’invito ad accedere in un Clubed, ancor più, alla successiva investitura. Il Padrino prima,il Comitato Soci poi, fino al Consiglio Direttivo ed ai Socitutti, devono esaminare con grande attenzione la per-sona che si intende far entrare nel proprio Club per poiaccoglierLo senza riserva alcuna e con la più accentuatacordialità. Sarà, quindi, necessario invitare preventiva-mente ad alcuni incontri del Club il Candidato, primadella presentazione, al fine di poterne valutarne le pe-culiarità. Far sì che a tali incontri sia presente anche il Co-niuge nell’ottica che, sebbene Socio lo diverrà solo ilprimo, di fatto, nel Club, vi accederà anche il secondo !

c. L’INTRODUZIONE DEI NUOVI SOCIIl momento dell’Investitura di un nuovo Socio deve cer-tamente essere solennizzata da parte del Club ma sempresenza scadere in rituali poco aderenti alla realtà che vi-viamo. Trovo personalmente fuori luogo, ad esempio, lemodalità che prevedono giuramenti ed altre manifesta-zioni di richiamo medioevale: credo, personalmente, chesiano eccessi, per la nostra realtà odierna, che potrebberosconfessare la stessa solennità che si vorrebbe, in realtà,creare.Solennità è, innanzitutto, ricercare la giusta occasione pertale importante evento: Charter e Visita del Governatoresono sicuramente i momenti più adatti; feste di aperturae chiusura due alternative, di tono minore, ma, comun-que, adeguate. Si sconsigliano meetings ordinari o in-contri che non rappresentino il carattere dellaeccezionalità.Ogni Club, poi, certamente, ha proprie abitudini e carat-teristiche che determineranno la scelta più opportuna il

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cui unico requisito deve essere l’importanza dell’incon-tro in cui inserire l’Investitura stessa. Il Presidente delClub, con l’occhio esperto di oggi, provi a pensare cosalo ha o lo avrebbe emozionato positivamente nel corsodella propria investitura ed, in questa risposta, troverà si-curamente i gesti e le parole più aderenti alla realtà delClub e, contemporaneamente, alla solennità dell’evento.Sarà, poi, necessario stilare una precisa regia dell’intro-duzione del nuovo Socio, con relativa prova, per non la-sciare spazio ad una improvvisazione che è, di certo, inantitesi alla solennizzazione. (In Allegato 3 vedi ipotesi)

d. L’INSERIMENTO DEL NUOVO SOCIOA volte, con l’Investitura, sembrano esaurirsi i doveri delPadrino, del Comitato Soci e di ogni altro Socio nei con-fronti del nuovo Entrato. Nulla di più sbagliato!E’ proprio quello il momento in cui tutti, nel Club, si de-vono prodigare nel fare inserire al meglio il nuovo Socio.Riserbo, timore reverenziale, timidezza ed altre remorepossono indurre il nuovo Entrato a restare in disparte, anon esporsi e, così, a non rivelare la propria natura e leproprie peculiarità, in sostanza, a non amalgamarsi.Sarà il Padrino, in primis, ad instradarLo alla conoscenzaaltrui, saranno i Soci a farLo sentire a Proprio agio of-frendoGli quella cordialità e disponibilità che si vorrebbericevere accedendo in un consesso di Amici; lo farannoandandoGli spontaneamente incontro per salutarLo edinvitandoLo a sedere al proprio tavolo e rivolgendoGlifrequentemente la parola con quell’afflato che, certo, sivorrebbe ricevere in analoga situazione.

e. COMPORTAMENTO DEL NUOVO SOCIOSe tutti nel Club si devono adoperare per far amalgamarenei tempi più brevi il nuovo Socio, è altrettanto vero cheQuesti debba porgersi con analoga disponibilità e gra-devolezza ai nuovi Amici.

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Se la timidezza non facilita i rapporti interpersonali è datenere ben presente che la tracotanza, la spavalderia edun eccesso di confidenzialità iniziale non siano certa-mente viste positivamente.Due “regole non scritte” sono poi da considerarsi come imigliori consigli per Chi, appena entrato nel Club, nonconosce ancora a fondo la realtà in cui si è inserito: in-nanzitutto quella vecchia dello “stare alla finestra” os-servando i fatti, le persone, i metodi e le applicazioni che,solo dopo qualche tempo, sarà idoneo a commentare edinterpretare; poi quella riguardante la presentazione diun nuovo Socio, sconsigliata, a Chi entrato da poco nelClub.

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12. LA MUSICA ED IL BALLO

Alcuni meetings vedono impegnata l’ultima parte dell’incon-tro dalla musica e dai balli.Sono, solitamente, occasioni limitate, in un Club, a due o treoccasioni all’anno come Visita del Governatore, Charter, Festadegli Auguri o, ancora, Apertura, Chiusura o Carnevale.

a. LA SCELTANell’individuare l’occasione e la modalità c’è subito davalutare il tipo di serata che si vuole organizzare (ricor-dare, come si è anzidetto, di sviluppare in modo coerentetutto il decorso della riunione): se di Festa si tratta, è cer-tamente, in tono un momento musicale che non sarebbe,invece, altrettanto pertinente, in un meeting impostatosulla consegna di importanti services o sulla relazione diqualche Oratore. La stessa scelta dell’Artista, dei branimusicali e dei tempi di intervento, non deve essere tra-scurata né lasciata al caso; sarebbero da evitare “com-plessi da balera” chiassosi e, solitamente, privi di unminimo di stile, preferendogli solisti o piccoli gruppi ca-paci di eseguire, tanto una pacata musica di sottofondoquanto una più brillante musica da intrattenimento e daballo nel dopo pranzo. E’, genericamente, sconsigliata lamusica folk salvo in un contesto prettamente familiareed informale.

b. I TEMPIDevono essere attentamente calibrati. Una gradevolemusica di sottofondo potrà accogliere gli Intervenuti du-rante l’aperitivo e/o nel momento dell’ingresso in sala,per poi interrompersi durante tutto il cerimoniale diapertura dell’incontro e riprendere durante il pranzo,sempre in modo delicato, mai assordante, tale da non di-sturbare il dialogo tra i Commensali. Di nuovo interrottanel momento dei discorsi e delle altre formalità di rito,riprenderà, al termine di questi, crescendo gradualmentedi importanza e declinandosi in favore del ballo.

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c. IL BALLOSe la serata prevede le danze, queste dovranno essereaperte dal Presidente del Club, che ballerà con la Con-sorte della più alta Carica presente, e dall’Autorità stessache ballerà con la Consorte del Presidente del Club. Pro-vetti ballerini o neofiti che siano, i Suddetti, non po-tranno esimersi dal tradizionale “incipit” e nessuno potràaffiancare le due coppie nel primo ballo d’apertura maraggiungerle, si auspica copiose, sulle note del secondobrano. Il tono del meeting non dovrà, a questo punto,cadere con eccessi di esibizionismo di improbabili JohnTravolta o l’effettuazione di “trenini” carnevaleschi piùadatti, entrambi, a goliardiche serate tra amici o infor-mali riunioni prive di Personalità con cui non vi sia un rap-porto di confidenza. Qualche libertà la si potrà prenderesolo nel momento in cui le Autorità si saranno accomia-tate e la formalità dell’incontro avrà lasciato il posto aduna più spontanea cordialità.

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13. IL PRESIDENTE

Come poter descrivere la figura ideale del Presidente di unClub ed il Suo modus operandi in poche righe ?! Quanti para-metri andrebbero presi in valutazione per fare un quadroesaudiente di quello che è, pur sempre, il Personaggio chiavedi un Club ?! Di seguito, alcune indicazioni, forse le più im-portanti, di certo non tutte!

a. CARISMANelle definizione che lo “Zingarelli” fa del termine cari-sma – dono dello Spirito Santo; grazia divina – c’è tuttala difficoltà di poter accrescere una dote che è certa-mente innata in una persona: come a dire “o si ha, o nonla si avrà mai!”. Volendo essere… possibilisti, tuttavia,dobbiamo considerare che il carisma è conferito ad unapersona da un insieme di qualità che sottendono, tutte,all’equilibrio.

b. PREPARAZIONEDopo l’equilibrio, è certamente la preparazione speci-fica la più importante dote del Presidente che, all’atto diassumere la carica, deve avere già acquisito quella cono-scenza degli strumenti che gli consentiranno, in seguito,di affrontare la propria annata con la dovuta compe-tenza.La storia del Lionismo, in generale, e del proprio Club, inparticolare, approfondimenti su diverse argomentazioniriguardanti il nostro Sodalizio ma, soprattutto, la pro-fonda conoscenza di Statuto e Regolamenti sono un fon-damentale bagaglio di sapere da cui un presidente nonpuò prescindere!Ancor più nei particolari è, tra tutto ciò, lo Statuto delClub, lo strumento che conferisce ad un Presidente l’ade-guata autonomia evitandogli l’imbarazzo di dover di-pendere, ad ogni pie’ sospinto, da chi ne sa più di lui!

c. UN BUON COMPROMESSOLe doti caratteriali della persona sono sempre quelle ca-

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paci di spostare l’ago della bilancia a favore o a sfavoredi un singolo come di una tesi: figuriamoci quanto, quelledi un Presidente, possano influire sull’andamento di unaintera annata!Quindi, premessi carisma e preparazione, è certamentela personale predisposizione ai rapporti umani il fattoreche può maggiormente incidere sull’azione di un Presi-dente che dovrà sempre impostare il proprio operatosulla più assoluta cordialità – mai dimenticando che si è,pur sempre, in un consesso di amici – ma anche con unacerta (e mai bieca) fermezza in quei momenti in cui, las-sismo o, peggio, inadeguatezza nei comportamenti do-vessero imporgli di prendere posizione.Un’intelligente connubio di tanta cordialità e di un piz-zico di polso aiuterà il Presidente ad essere un buon Pre-sidente!

d. MODERATOREEcco allora delinearsi la figura del Presidente come quelladi un perfetto moderatore.Avvalendosi, infatti, delle sopraccitate caratteristiche,modellerà la propria linea d’azione muovendo, congrande delicatezza, le diverse leve in suo possesso. Cap-terà i segnali che pervengono dai Soci del Club interpre-tandone saggiamente i desideri; elaborerà le linee guidache informeranno la Sua annata e si preoccuperà, nel pre-sentarle Loro, di renderle coinvolgenti e condivisibili dallatotalità dei Soci; svilupperà un programma che possa ab-bracciare più interessi mai dimenticando di favorireanche la presenza delle/dei Consorti (Elementi, spesso, ditraino o di freno all’adesione di un Socio); analizzerà condiscrezione e sensibilità le dinamiche interne al proprioClub tanto da poterle gestire in modo adeguato e, co-munque, sempre costruttivo; si prodigherà nel coinvolgi-mento di tutti i Soci del Club al fine di renderLi partecipi

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appieno della vita del Club; mitigherà quegli screzi chedovessero intervenire tra i Soci ed addolcirà quelle pole-miche che si presentassero all’orizzonte; adotterà sem-pre, nel proprio operare, pacatezza, disponibilità,elasticità e modestia, mai assolutismo e tracotanza!

e. PRESENTATOREParte delle proprie incombenze, il Presidente, le svolgeràvestendo i panni del Presentatore. Le funzioni “di fac-ciata”, infatti, sono spesso assimilabili a quelle di un pre-sentatore che deve intessere la trama della serata coninterventi ben calibrati per tempo e tono.La timidezza è a Lui proscritta ma se Gli è insita, potràben aiutarsi leggendo una scaletta attentamente prepa-rata che, tuttavia, se si vuole che sia utile a scongiurare in-decorosi impappinamenti emozionali, andràprecedentemente letta più volte finanche dinanzi ad unospecchio, se necessario.Se non ritiene di avere una grande capacità dialettica, èmeglio che si affidi, poi, alla lettura di un testo, purchèquesto sia ben preparato e ben letto: è penoso ascoltarePresidenti che incespicano rovinosamente in pur brevinote appuntate preventivamente!Al contrario, un eloquio brillante con cui punteggiare laserata e gli interventi che la caratterizzano determina,più di quanto non si creda, il successo di un evento.Aprire un meeting, presentare l’Oratore e gli Ospiti, scan-dire i tempi della serata, svolgere l’attività di moderatorein un dibattito, chiosare gli argomenti trattati nel corsodell’incontro e porgere i saluti di commiato dando ter-mine all’evento, sono aspetti che, tutti, indistintamente,riportano al “mestiere di presentatore” a cui ci si deve,imprescindibilmente, ispirare.

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ALCUNE SCALETTE TIPO

Allegato 2

1) SCALETTA PER FESTA D’APERTURAOre 20,00: Incontro ed aperitivoore 20,30: Saluto del Presidente, Inni e lettura Codiceore 20,35: Presentazione degli Ospiti e della Serataore 20,40: Presentazione del nuovo Consiglio Direttivoore 20,45: Eventuale consegna di premio al Club – Pranzoore 22,00: Discorso del Presidente*ore 22,05: Discorso della massima Autorità presenteore 22,10: Danze o intrattenimento non formale*Il discorso di Apertura dovrà essere così articolato:

• Rinnovo dei saluti e ringraziamenti agli Intervenuti• Ricordo dei Past Presidenti (eventuale ma gradito)• Ringraziamento all’Immediato Past Presidente• Programma etico e morale del Club in aderenza congli Scopi, le indicazioni ed i programmi del Board. (Puòapparire banale sciorinare, in questa occasione, date erelatori che si succederanno negli impegni del Club; benpiù di spessore sarebbe trattare degli indirizzi filosoficie strategici che si vuole dare al Club sviluppando dei pa-rallelismi tra le pietre miliari dettate da Melvin Jones ele attuali interpretazione, capacità e direttrice del Club.)

2) SCALETTA TIPO PER CHARTER E VISITA GOVERNATOREOre 19,30: Consiglio Direttivo con Governatore e SuoStaffore 20,00: Afflusso Invitati ed aperitivoore 20,30: Saluto del Presidente, Inni e lettura Codiceore 20,35: Presentazione degli Ospiti e della Serataore 20,40: Consegna Premi particolari (eventuale)ore 20,45: Discorso del Presidente *ore 20,50: Pranzo di galaore 22,15: Presentazione del Governatore (curriculum)

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ore 22,20: Intervento del Governatoreore 22,30: Brindisi bene auguraleore 22,40: Danze o intrattenimento musicale.

*L’articolazione ideale di tale discorso sarà il seguente:• Rinnovo dei saluti e ringraziamenti agli Intervenuti• Breve storia del Club e consuntivo del passato• Analisi delle oggettive capacità attuali• Esposizione dei più importanti obiettivi futuri• Significato e valore della Visita del Governatore(Anche in questa occasione si dovrebbe cercare di svi-luppare dei discorsi intrisi di idealità, capaci di espri-mere gli alti valori etici che caratterizzano il Club,senza perdersi nella mera elencazione di piccoli Ser-vices il cui valore è più opportuno indicarlo, se ne-cessario, in una cifra globale che accomuni tutti iServices minori svolti o in procinto di svolgere.)

3) SCALETTA TIPO PER FESTA DI CHIUSURAOre 20,00: Incontro ed aperitivoore 20,30: Saluto del Presidente, Inni e lettura Codiceore 20,35: Presentazione degli Ospiti e della Serataore 20,40: Consegna Premi 100% - Pranzoore 22,00: Discorso del Presidente*ore 22,05: Omaggi del Presidente al Suo Staff (eventuale)ore 22,10: Presentazione del nuovo Presidenteore 22,15: Allocuzione del nuovo Presidente**ore 22,20: Discorso della massima Autorità presenteore 22,25: Termine della parte ufficiale della serata con iltradizionale “colpo di martello a due mani” - Danze (event.)

*Il discorso di chiusura dovrà comprendere:• Rinnovo dei saluti e ringraziamenti agli Intervenuti• Breve sintesi dell’anno trascorso• Ringraziamenti al Consiglio Direttivo ed ai Soci tutti• Ringraziamenti ai più stretti Collaboratori

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• Ringraziamento alle/ai Consorti• Elogio del nuovo Presidente ed auguri a Lui ed al CD(E’ nuovamente opportuno ricordare che più cheun’elencazione fredda di date, numeri e conti resteràcertamente più impressa nei Presenti la concettua-lità di quanto si è sviluppato nell’anno e che può col-pire maggiormente il numero di service e dimeetings svolti che non la noiosa elencazione pedis-sequa che spesso viene fatta!)** Il discorso del nuovo Presidente eletto dovrà so-stanzialmente limitarsi ad un breve indirizzo di sa-luto e di ringraziamento per la fiducia accordataGlioltre ai ringraziamenti per l’operato del Presidente.Null’altro: la scena è ancora del “vecchio”!

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ESEMPIO DI INVESTITURA SOLENNE DI 3 NUOVI SOCI

1) Dopo un breve saluto del Presidente agli Intervenuti,vengono fatti ascoltare gli Inni. Allo scandire delle notedi ogni Inno, i tre nuovi Soci, uno alla volta, partendo dazona defilata agli Astanti, recheranno ognuno la Ban-diera (corrispondente all’Inno eseguito) fermandosi ac-canto al Tavolo d’Onore e restando, uno accanto all’altro,in quella posizione, fino all’inizio della Loro Investitura.

2) Dopo la lettura del “Codice dell’Etica Lionistica”, il Presi-dente rivolgerà alcune parole di benvenuto ed augurio ainuovi Soci dando, così, inizio all’investitura vera e pro-pria ed invitando i rispettivi Padrini a raggiungere, ancheloro, il Tavolo d’Onore ove si sistemeranno, rispetto aquesto, in piedi, in modo diametralmente opposto ai“Neofiti”.

3) Quando il Cerimoniere del Club chiamerà il Primo, Questisi avvicinerà al Cerimoniere (alle spalle del Tavolod’Onore) e Gli consegnerà la Bandiera per poi fermarsiaccanto al Presidente (in piedi anch’Egli); contempora-neamente, il rispettivo Padrino giungerà accanto all’Au-torità (a sua volta in piedi alla destra del Presidente) eleggerà il curriculum del “Novizio”.

4) Al termine, il nuovo Socio, riceverà il Distintivo dall’Autoritàe la busta dal Presidente, recandosi, accompagnato dalSuo Presentatore, al proprio posto. La sequenza si ripe-terà analoga per gli altri due.

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