Cerimonia Consegna Medaglie d’Oro 50 anni di Professione ... · 50 anni di Professione Forense 13...

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 Cerimonia Consegna Medaglie d’Oro 50 anni di Professione Forense 13 dicembre 2013, ore 17.00 Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano Intervento del Presidente del Consiglio dell’Ordine Avv. Paolo Giuggioli

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Cerimonia Consegna Medaglie d’Oro

50 anni di Professione Forense

13 dicembre 2013, ore 17.00 Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano

Intervento del Presidente del Consiglio dell’Ordine Avv. Paolo Giuggioli

 

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Cari Amici, Colleghe e Colleghi,

a tutti Voi esprimo il più cordiale benvenuto.

Il mio saluto vuole essere anche quello dell’intero Consiglio dell’Ordine e di tutta l’Avvocatura milanese che, anche oggi, ho l’onore di rappresentare in occasione della tradizionale cerimonia per la consegna delle Medaglie d’Oro agli illustri colleghi che festeggiano con noi la ricorrenza del cinquantesimo anniversario di professione.

Ad essi, dunque, vogliamo indirizzare il nostro più caloroso ed affettuoso abbraccio.

Desidero altresì rivolgere un saluto e un ringraziamento particolare alle Autorità che hanno accolto l’invito a condividere con noi questo momento celebrativo, segno evidente che lo straordinario traguardo raggiunto dai nostri amici e, soprattutto, il lavoro che essi hanno svolto nell’arco di questi cinquant’anni sono riconosciuti come prezioso patrimonio non solo dall’Avvocatura milanese, ma anche dalla collettività intera.

Sono ormai diciotto anni che ho l’onore di partecipare a questo momento, eppure, anche oggi, lo confesso, provo un immutato sentimento di commozione nel ripercorrere – sia pur nella brevità dello spazio concessoci – mezzo secolo di vita professionale certamente, ma anche di vita personale vera e propria, passata tra le cancellerie del Tribunale, le aule dei giudici, negli studi, ascoltando e aiutando le persone che a voi si sono rivolte per ricevere giustizia e tutela per i propri diritti.

Soprattutto, è sempre viva in me la sensazione che questa Cerimonia non sia solo un momento formale giustificato dal calendario o la mera celebrazione di una ricorrenza. Per la mia persona, come – ne sono certo – per tutti i presenti, questo momento di festa costituisce al contempo un’occasione per riflettere sul valore dell’esempio da Voi dato; sull’impegno da Voi speso nell’agire quotidiano, attraverso le sfide e le difficoltà che l’esercizio di questa professione Vi ha posto davanti.

Nel guardare al passato, alcuni di Voi esprimono nostalgia per come era la professione e una certa amarezza nei confronti del’attuale clima, non più permeato dal “rigore giuridico” di un tempo.

Di qui, siamo indotti a chiederci inevitabilmente quale sia l’attuale ruolo dell’Avvocato nella società e quali siano le prospettive future, tenuto anche conto della grave crisi che ormai da troppo tempo attanaglia l’economia italiana e, con essa, la nostra amata professione condizionando l’attività di moltissimi tra noi, come confermato dalle recenti statistiche sui redditi in caduta libera degli Avvocati resi pubblici dalla Cassa di Previdenza Forense.

La riforma dell’ordinamento forense, varata con la Legge 247 del 2012, formalmente in vigore da febbraio, è intervenuta proprio in un momento segnato da grandi difficoltà per rinnovare e adeguare le regole ordinamentali alle diverse esigenze espresse dalla società di oggi: condizione essenziale, questa, per continuare a rendere un efficiente servizio all’amministrazione della giustizia e ai cittadini. Soprattutto, il testo riformatore si apre con il tanto auspicato e, per noi, fondamentale riconoscimento della rilevanza giuridica e sociale della funzione difensiva cui è collegato l’ordinamento forense e con l’enunciazione delle garanzie di indipendenza e autonomia degli avvocati (art. 2, c. 2), essendo ormai evidente che solo un’Avvocatura libera e autonoma può darsi regole di deontologia e può assicurare l’osservanza di canoni destinati a disciplinare il corretto esercizio della professione (art. 3, cc. 2 e 3).

È una Riforma che l’Avvocatura aspettava da troppo tempo, e che è giunta dopo una tenace battaglia che ha visto l’Ordine di Milano in prima linea per diversi anni.

Vale allora sicuramente la pena soffermarsi in questa sede a riflettere, come anticipato, sulla funzione e sul valore dell’Avvocato nella nostra società scaturente dalla Legge in esame.

La presenza ed assistenza dell’Avvocato, quale organo insostituibile della difesa tecnica, è stata finalmente riconosciuta dalla nuova Legge come elemento indispensabile per l’esercizio dei diritti

 

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costituzionalmente garantiti. Al contrario, la mancanza dell’Avvocato come soggetto libero ed indipendente mostra una società in cui non sono esistenti le condizioni per l’attuazione di un ordinamento di civile convivenza. Ciò significa – e tutti Noi lo abbiamo mostrato, e continuiamo a mostrarlo, nell’esercizio quotidiano della nostra professione – che la civiltà, e non solo giuridica, di un Paese può avere attuazione solo in presenza di un sistema di difesa dei diritti e delle libertà dei cittadini; dunque solo in presenza dell’Avvocato!

Quanto all’Amministrazione della Giustizia, dobbiamo anche considerare essa sia oggi da concepire non più e soltanto come funzione dello Stato bensì come “servizio pubblico” diretto alla composizione delle liti. In siffatto sistema, infatti, l’avvocato non è un semplice “operatore del diritto”, ma è un libero professionista chiamato a svolgere una funzione sociale prima ancora che processuale. Ciò emerge in modo palese nella rinnovata formula del giuramento prestato dall’avvocato per ottenere l’iscrizione all’ordine professionale (art. 8 L. 247/2012) ed emerge con forza anche dal ruolo che il nostro rinnovato ordinamento riconosce finalmente all’avvocato, come già detto.

C’è tuttavia un’ombra che grava sul futuro della nostra professione. È infatti risaputo che, tra deleghe al Governo, regolamenti ministeriali, regolamenti dei COA, del CNF e della Cassa forense, ci sarebbero voluti un paio d’anni perché la Legge 247/2012 trovasse concreta attuazione ed applicazione. È altresì noto che dopo 10 mesi la riforma, però, stenta a procedere.

Dei 39 regolamenti attuativi necessari per dare contenuto alla riforma ne sono stati, infatti, approvati solo tre dal Consiglio Nazionale Forense (sulle associazioni forensi specialistiche maggiormente rappresentative; sullo Sportello del cittadino; sulla riscossione dei contributi – quest’ultimo entra in vigore martedì prossimo; redatta anche la bozza di regolamento per la costituzione dei Cpo presso gli Ordini), nessuno invece da parte del Ministero della Giustizia (es. su conseguimento titolo di specialista; assicurazione obbligatoria; tenuta e aggiornamento albi; accertamento esercizio continuativo della professione; tirocinio). Perciò l’Ordine di Milano e i vertici dell’Avvocatura si stanno prodigando per accelerare l’attuazione della riforma facendo pressione sul Ministero della Giustizia affinché adotti i decreti di sua competenza. Un passo in avanti è stato compiuto il 22 novembre quando il CNF ha espresso parere positivo sullo schema di decreto del Ministero della Giustizia che aggiorna i parametri forensi.

Su quest’ultimo punto occorre aprire una parentesi. Senza dubbio, un profilo problematico delle nuove norme riguarda l’abrogazione delle tariffe anche solo quali punti di riferimento, e la fissazione di parametri indicativi operanti limitatamente alla liquidazione dei compensi da parte degli organi giurisdizionali. A riguardo, è possibile rilevare che l’accantonamento definitivo del sistema tariffario, unitamente all’indiscriminata e del tutto immotivata riduzione degli importi dei compensi emergenti dall’applicazione dei parametri riferiti agli avvocati (mediamente 20-30% in meno), delinea un quadro complessivo di assoluta incertezza che rischia di avere come conseguenza l’abbassamento della qualità dei servizi professionali e, indirettamente, l’indebolimento degli strumenti di difesa dei diritti dei cittadini.

L’Ordine di Milano continuerà dunque a promuovere il completamento del processo di riforma della professione forense, per una categoria moderna, attiva in un contesto ormai globale e tempestiva nella rilevazione del mutare delle esigenze della società.

Ma vi è di più: ai malaugurati rischi di abbassamento della qualità del servizio professionale reso e di indebolimento degli strumenti a servizio dei cittadini si aggiunge la distanza oggettiva che si è creata, negli anni, tra la figura dell’Avvocato e il cittadino, che è poi il suo interlocutore primario.

L’Ordine di Milano è ben consapevole che, se trascurata, una simile distanza rischia di vanificare quanto di positivo tanti avvocati hanno saputo realizzare: un vero e proprio tesoro di competenze ed esperienza di cui Voi tutti, oggi, siete senza dubbio la più autorevole e limpida testimonianza.

 

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Proprio con l’obiettivo di riavvicinare l’avvocato al cittadino, l’Ordine ha avviato numerose iniziative in favore dell’Avvocatura e diverse attività a servizio della collettività.

Posso ricordare anzitutto lo Sportello per il Cittadino, la cui costituzione è oggi prevista dalla nuova legge professionale (art. 30 L. 247/2012), ma che l’Ordine di Milano ha avviato con successo ormai da diversi anni, rispondendo concretamente alla forte richiesta da parte dei cittadini di orientamento legale e di una giustizia più semplice, attraverso la creazione di punti informativi e di contatto fisicamente dislocati sul territorio, che in un contesto di scarsa informazione e difficoltà di accesso agli uffici giudiziari garantiscano efficienza, trasparenza e “vicinanza” della Giustizia all’utente.

Nell’ambito delle funzioni istituzionali vi sono altre attività di particolare importanza in favore dei cittadini, che la legge ha affidato agli ordini forensi e nelle quali emerge la specificità della preparazione professionale degli avvocati, per quanto riguarda la mediazione delle controversie e gli arbitrati. In un simile contesto, l’Ordine ha istituito un proprio Organismo di Conciliazione e una Camera Arbitrale.

Uno sviluppo ulteriore di questo sforzo di apertura e dialogo con la società è rappresentato dalla scelta di portare il contributo culturale degli avvocati all’interno delle istituzioni scolastiche in favore dei giovani e giovanissimi attraverso il progetto di “Educazione alla legalità”. Con esso, l’Ordine si è reso promotore – assieme alle istituzioni locali e alle scuole – di una cultura della legalità basata sull’interiorizzazione delle regole, sul rispetto delle stesse, delle leggi e della dignità delle persone, con finalità che mirano al bene generale degli uomini.

Mossi dalla convinzione che il patrimonio culturale e giuridico radicato nella tradizione forense milanese consenta all’Ordine di assumere il ruolo di collettore del sapere nel campo del diritto a livello europeo e internazionale, abbiamo inoltre raccolto la sfida di porre tale patrimonio a disposizione di Expo 2015.

Il nostro coinvolgimento nell’evento di Expo 2015 riguarderà, in particolare, l’affiancamento alle attività che richiederanno la disamina e lo sviluppo di tematiche giuridiche, ma anche la realizzazione – peraltro in corso – di iniziative divulgative e di approfondimento di specifici aspetti sempre attinenti al filo conduttore della manifestazione e la costruzione di una rete di relazioni e contatti tra istituzioni e realtà associative europee e internazionali.

In generale, tutte le nostre proposte si collocano in quell’impronta di creatività e innovazione che appartiene al patrimonio culturale dell’Avvocatura milanese e più in generale della città di Milano e che nel tempo è stata tracciata, anche grazie al lavoro di ognuno di Voi.

Questo nostro incontro, ancorché straordinariamente favorevole, non consente di esporre ed enumerare tutti i meriti della nostra professione e le innumerevoli doti, anche morali, indispensabili per praticarla. Eppure i curricula che esporrò tra poco svelano molte delle virtù che devono sempre informare l’esercizio dell’attività forense, unitamente al sapere scientifico e pratico che la professione comporta, del lavoro assiduo, delle veglie incessanti, delle fatiche quotidiane e perseveranti dell’Avvocato.

Ma, soprattutto, la testimonianza delle Vostre esperienze professionali, vissute con umiltà, spirito di sacrificio e senso del dovere, diventa l’indispensabile bagaglio per i giovani che con grande entusiasmo hanno scelto di intraprendere questa carriera.

Quanti di Voi, del resto, mi hanno scritto di aver tratto grande insegnamento, nella professione come nella vita, dal Vostro dominus o da Vostro padre, anch’egli avvocato, affiancandoli nella pratica quotidiana, e vi dite orgogliosi di essere stati, a Vostra volta, esempio per i giovani praticanti o per i figli e le figlie che hanno seguito le Vostre orme!

Alcuni di Voi riceveranno oggi la medaglia come tempo fa capitò ai Vostri padri; quale prova simbolica migliore che avete seguito in tutto e per tutto i loro precetti?

 

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Molti di Voi manifestano, nelle lettere che ho ricevuto, gratitudine nei confronti dei magistrati e dei colleghi incontrati lungo il percorso professionale, a testimonianza di quanto sia importante e costruttivo il dialogo e l’interazione tra gli operatori del diritto!

Tanti di Voi, infine, ricordano di aver acquisito molta esperienza nel venire a contatto con ogni settore della società, dal più elevato al più umile, sempre conservando immutata passione per la difesa degli ideali e dei valori umani e sociali.

Tra breve ripercorrerò in una sequenza di aneddoti, immagini, vicende personali che ciascuno di Voi ha inteso condividere con noi quest’oggi e che – come sempre è avvenuto in ogni precedente Cerimonia – colmeranno di commozione e gratitudine coloro che hanno avuto l’occasione e il piacere di conoscerVi e, anche, di affiancarVi in un tratto di strada nella professione.

È, d’altra parte, inevitabile che in questo contesto scorrano in Voi i ricordi dei fatti più importanti e dei momenti difficili vissuti, dei sacrifici e delle soddisfazioni, dei volti di chi avete assistito di chi Vi è stato vicino nel corso di questo cammino lungo tutta una vita.

Cari Colleghe e Colleghi, è finalmente giunto il momento che oggi tutti stavate aspettando.

Nel consegnare ad ognuno di Voi il piccolo e semplice simbolo della nostra ammirazione e del più sincero ringraziamento che Vi è dovuto, ripercorrerò e tratteggerò con brevi cenni – evidentemente inadeguati a descrivere quanto da ciascuno di Voi compiuto e vissuto – le vicende della Vostra vita, che appartengono anche alla storia del Foro Ambrosiano e di tutta l’Avvocatura italiana.

Per questo, oggi vogliamo esprimerVi tutta la nostra più profonda gratitudine con un caloroso applauso.

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AMOROSO Giuseppe Milanese, classe 1939, si è laureato poco più che ventenne con il massimo dei voti e lode, specializzandosi nel corso della sua lunga e onorata carriera professionale in turnaround e procedure concorsuali. La profonda conoscenza del diritto fallimentare e la sua grande abilità gli sono valsi numerosi inviti a partecipare, in qualità di relatore, a importanti convegni internazionali e nazionali sulla riforma delle procedure concorsuali. È anche co-autore di un noto libro sul tema della crisi d’impresa, nonché Presidente dell’Associazione per il Progresso Economico. Alla passione per l’Avvocatura si unisce quella per il football: è infatti Presidente (e fino a qualche anno fa “titolare” di squadra) dell’Under 90 Football Club, nato nel 1968, di cui sono soci-calciatori avvocati, commercialisti, magistrati e manager. Uomo dotato di molti talenti, ha scritto anche testi di musica leggera, incidendo 4 Cd come autore e cantante di canzoni proprie e di cover degli anni ‘60; da cine-video amatore ha scritto, sceneggiato e diretto 10 “corti”, due dei quali hanno vinto premi in concorsi nazionali. Sono sicuro che tra i tanti motivi di orgoglio della sua lunga e poliedrica carriera ci sarà un posto anche per questa medaglia.

AUTERI Paolo Nato a Messina nel 1938, dopo la Laurea in Giurisprudenza nel 1961 si trasferì a Milano, dove iniziò lo studio e la pratica del diritto commerciale e industriale collaborando come “assistente volontario” all’attività didattica presso l’Università Statale di Milano. Sempre qui, vinse il concorso per ordinario di diritto commerciale nel 1976, iniziando una brillante e celebre carriera universitaria che gli ha successivamente procurato altri rilevanti incarichi di docenza.

 

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Nel corso della sua cinquantennale attività di Avvocato Egli si è occupato di diverse materie, specie nell’ambito del diritto privato, via via specializzandosi in quelle che ha insegnato all’Università, ossia diritto della proprietà industriale e della concorrenza. È stato anche membro e poi vice-presidente del Giurì dell’autodisciplina pubblicitaria per oltre vent’anni ed è attualmente socio di diverse associazioni scientifiche e professionali, nazionali e internazionali. Ti ringrazio per le belle parole che spendi sull’opera di informatizzazione intrapresa con successo dall’Ordine degli Avvocati e apprezzo il fatto che hai saputo cogliere le potenzialità delle tecnologie informatiche nell’esercizio della nostra professione. Se tutti fossero esempio di dedizione come lo sei tu, caro Paolo!

BANA Giovanni L’amico Giovanni Bana mi chiede sempre di essere sintetico nei miei interventi ai numerosi e interessanti convegni che organizza. Ma nemmeno oggi posso esserlo perché il Suo curriculum professionale è talmente ricco di esperienze che non posso tralasciarne nessuna! Egli scrive di aver sempre inteso svolgere la professione nell’ambito del diritto penale, come nella tradizione dello studio fondato dal padre Antonio, ma di essersi «da sempre sentito direttamente interessato perché è la coscienza dell’avvocato che ce lo chiede per la certezza di voler difendere i valori del diritto nello specifico settore della giustizia penale». I campi di azione sono stati quelli del diritto dell’ambiente, della sicurezza del lavoro, della tutela del consumatore, del contrasto alla contraffazione e in materia sanitaria. È stato insignito dal Presidente della Repubblica francese del titolo di Chevalier de l’Ordre du Mérite Agricole nel 1989 ed è poi diventato Officier nel 1995. È stato altresì nominato Commendatore della Repubblica italiana nel 2008. A queste decorazioni ufficiali si aggiungono numerosi riconoscimenti di un certo rilievo ma, sapendo di fare cosa certa al buon Giovanni, ricordo in questa sede solamente la nomina a “personalità dell’anno 1992 per la protezione della natura” (onorificenza europea) per l’attività svolta nel mondo agricolo e per la salvaguardia degli habitat naturali. È socio di noti istituti e associazioni contro la contraffazione e a protezione della proprietà industriale. È socio fondatore del Centro Studi di diritto penale europeo – UAE. Attivissimo anche nelle attività internazionali del nostro Ordine degli Avvocati, è stato lui a coordinare la sottoscrizione delle Convenzioni con altri Ordini forensi europei. È perciò con particolare gratitudine che gli consegno oggi questa medaglia, a coronamento di una carriera professionale davvero straordinaria.

BARBETTA Edgardo Il collega Edgardo Barbetta, avvocato in Milano dal 1963, con studio di antiche tradizioni familiari, si occupa di proprietà immobiliare urbana nei suoi aspetti civilistici e amministrativi. In questi cinquant’anni ha prestato speciale attenzione all’attività giudiziale e stragiudiziale nell’ambito del diritto civile e commerciale, con particolare riguardo alla contrattualistica, al Real Estate, all’urbanistica e al diritto amministrativo, abbracciando la quasi totalità delle vicende immobiliari. Fin dagli inizi della professione ha partecipato attivamente alla vita di Assoedilizia, di cui è vice-presidente dal 1992. Membro per sei anni della Commissione edilizia del Comune di Milano, ha anche collaborato alla formazione del nuovo Regolamento edilizio, entrato in vigore nel 1999. Negli ultimi dieci anni ha seguito numerosi procedimenti arbitrali, sia in qualità di giudice sia in qualità di difensore. Motivo di grande fierezza per Edgardo è la figlia Beatrice, con la quale condivide lo studio legale e la passione per questa nostra professione che certamente lei saprà continuare sulle orme del padre.

 

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BATTAGLIA Pietro Nacque a Palermo ottant’anni fa. Dopo aver conseguito la laurea nella città natale, ha svolto la pratica forense presso uno studio di Messina gratis et amore dei, come ricorda che fosse consolidato costume dell’epoca. Si trasferì a Milano nel 1960: qui, dopo un breve periodo presso un noto studio legale, a seguito di concorso pubblico venne assunto alle dipendenze del Comune di Milano dove prestò attività in vari settori operativi, fino a quando venne assegnato nel 1962 all’ufficio legale del Comune, poi trasformatosi in Avvocatura comunale. Nel 1970, a soli 36 anni, venne insignito dell’onorificenza di cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. Tale riconoscimento, tanto inatteso quanto gradito, premiava l’impegno profuso nella trattazione di un cospicuo numero di controversie che vedevano esposto il Comune di Milano a rimborsare ad una estesa platea di contribuenti ingenti somme incamerate, la cui debenza era stata dichiarata incostituzionale. L’attività professionale si interruppe per alcuni anni durante i quali venne preposto alla Direzione del personale del Comune. Dal 1982, alla cessazione del rapporto, riprese l’attività forense, che da allora svolge ininterrottamente. Pietro si dichiara «fortunato, soddisfatto e appagato», anche per merito della sua bella e numerosa famiglia. Mi accingo a premiarlo per i suoi primi cinquant’anni di vita professionale condividendo con tutti voi quanto scrive alla fine del suo curriculum: «tutte le mattine vado ancora in bottega e spero di continuare … finché mi sarà concesso». Il mio augurio è che possa continuare per tanti anni ancora ad esercitare la nostra bella professione con le stesse qualità di cuore e di intelligenza.

BENEVENTO Mario Nel ripercorrere cinquant’anni di carriera forense, il collega Benevento premette che la sua passione per l’Avvocatura è iniziata fin dalla terza media! All’epoca, infatti, per iscriversi a Giurisprudenza era necessaria la maturità classica ed egli scelse il liceo classico solo in vista di poter fare l’avvocato. Laureatosi a Napoli nel 1960 e iscrittosi nell’albo dei praticanti di Salerno nel 1961, l’anno successivo si iscrisse a quello di Milano, dove ha svolto l’attività, soprattutto nel campo del diritto di famiglia e assicurativo, con qualche importante esperienza anche nel settore penale, con molta passione e grande disponibilità verso i colleghi, i clienti e le controparti. Si è reso sempre disponibile in tutte le attività che hanno potuto aiutare i cittadini, prima nel penale, con l’iscrizione all’Albo dei difensori d’ufficio, poi nel civile con l’iscrizione allo “Sportello del cittadino”. Ammette che grazie alle sue due grandi passioni, il lavoro e gli scacchi, il tempo è volato, senza celare un po’ di tristezza. Caro Mario, la dimostrazione che hai svolto il tuo lavoro con entusiasmo è davvero comprovata – come tu stesso mi scrivi – dal fatto che due dei tuoi tre figli esercitano la professione di Avvocato qui a Milano. E oggi la tua passione per l’Avvocatura viene definitivamente suggellata dalla meritata medaglia d’oro che mi accingo a consegnarti.

BONESCHI Luca Nato a Milano nel 1939, si è laureato in Giurisprudenza alla Statale di Milano nel 1961 e ha vinto il premio “Camillo Giussani” per la miglior tesi di laurea in diritto civile e commerciale discussa nell’anno accademico. Di qui, una lunga serie di successi ha costellato i suoi cinquant’anni di Avvocatura. Ha iniziato a lavorare col padre e lo zio, entrambi avvocati, per poi proseguire con altri colleghi e collaboratori. Accanto a una lunga esperienza in campo penalistico, in seguito abbandonata, si è dedicato

 

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principalmente al diritto dell’informazione e al diritto del lavoro, occupandosi di molti processi nel settore della diffamazione a mezzo stampa e assistendo negli anni moltissimi giornalisti e lavoratori di altre categorie. Nel campo interdisciplinare del diritto dell’informazione si è occupato di questioni giuridiche attinenti alla disciplina della professione giornalistica, dei mass media, di diritti della personalità, di diffamazione a mezzo stampa e di diritto all’identità personale. Dal 1985 dirige la rivista trimestrale Il Diritto dell’informazione e dell’informatica; ha pubblicato libri, partecipato alla stesura di numerosi volumi collettanei e scritto saggi, note e recensioni. L’impegno e la dedizione dimostrati nella sua vita professionale lasciano presagire ancora lunghi anni di intensa attività. E tutti noi glielo auguriamo di cuore!

CAPASSO Gaetano Essenziali ma estremamente significative per tutti noi le parole con le quali l’Avv. Capasso ha risposto all’invito a presenziare oggi. Egli dichiara anzitutto di ricevere la medaglia che gratifica la sua vita professionale «con grande soddisfazione» e si affretta a precisare che il suo curriculum attesta un’attività normale che si è svolta con oscillazioni legate a vicende alterne. Subito dopo aggiunge che però ha avuto la fortuna di incontrare quasi sempre avversari bravi e perbene che hanno contribuito a rendergli gradevole il lavoro. Oggi è qui con noi a festeggiare cinquant’anni di onorata carriera per la quale, con estrema modestia, non ha voluto spendere molte parole, ma che sappiamo con certezza aver condotto impeccabilmente, sempre ispirato a criteri di lealtà e correttezza appresi dagli insegnamenti del padre. È, dunque, per me un piacere suggellare con questo piccolo simbolo la sua maestria professionale.

CARADONNA Guia La prima donna avvocato che premio oggi! Laureatasi in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore nel novembre del 1961 con una tesi in diritto fallimentare, terminata la pratica presso lo studio del padre Pietro, superò a Milano l’esame di Procuratore e si iscrisse all’albo degli avvocati nel dicembre del 1963. Specializzatasi in materia contrattualistica, ha esercitato la professione anche nel campo dell’infortunistica occupandosi altresì di diritto di famiglia. Ha collaborato al massimario della rivista “Orientamenti della Giurisprudenza del Lavoro” fino agli anni ’80 del secolo scorso. Grande appassionata di sport invernali, l’avvocato Caradonna partecipa attivamente a gare di sci, ottenendo ottimi risultati in Slalom Gigante. Ella scrive anche che gli studi classici e la passione per gli studi umanistici l’hanno confortata nelle asperità che la vita le ha riservato. Cara Guia, ricambio le parole di affetto che esprimi nei miei confronti, ma sono io a doverti ringraziare per il Tuo costante impegno ad onorare il ruolo dell’avvocato in tutti questi anni.

CAVALLONE Bruno Bruno Cavallone, avvocato da cinquant’anni e studioso di diritto processuale civile da ancor più tempo, è rappresentante di grande lustro per il nostro Foro. Laureatosi nel 1961 con il professor Liebman e iniziando la pratica professionale nello studio del professor Candian, Bruno ha intrapreso ben presto una brillante carriera universitaria, che lo ha visto dal 1980 al 1991 professore (prima straordinario poi ordinario) di diritto processuale civile presso l’Università degli Studi di Parma, quindi dal 1991 al 2010 professore ordinario nella stessa materia presso la Statale di Milano.

 

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Dal 1964 ad oggi, egli ha esercitato la professione forense in forma individuale con studio a Milano, in materia civile e commerciale. In particolare, è attivo come consulente di colleghi in materia processuale e come arbitro, nonché come relatore a convegni e incontri di studio. Egli è autore di un’infinità di opere giuridiche: dai manuali ai volumi collettanei e alle monografie con cui generazioni di avvocati, magistrati e docenti universitari si sono cimentati e hanno potuto costruire la propria cultura nel campo della procedura civile. Una menzione particolare merita il ruolo che il Prof. Cavallone riveste nella Rivista di diritto processuale, dal 2010 in qualità di direttore. Oggi è per me onore e motivo di orgoglio celebrare la cultura giuridica e la professionalità dell’Avv. Prof. Bruno Cavallone. Gli consegno questo simbolico tributo rappresentativo della gratitudine di tutti noi che abbiamo potuto trarre frutti dalle sue innumerevoli ed inestimabili pubblicazioni.

CERCHIA Angelo Nato a Casalnuovo di Napoli nel 1935, si è laureato all’Università di Napoli nel 1959 discutendo una tesi in diritto penale dal titolo “Lo stato di necessità” con il professor Giuliano Vassalli. Iscritto all’Albo degli avvocati di Milano dal 1964, negli anni ’70 è stato per un triennio Giudice conciliatore a Milano. Oltre all’attività forense, ha vissuto una parentesi politica che lo ha visto prima consigliere comunale a Sesto San Giovanni per tre legislature, dal 1980 al 1984; quindi assessore all’urbanistica presso il medesimo comune dal 1990 al 1992; infine assessore alla vigilanza urbana ad Annone dal 1992 al 1994. Ha anche ricoperto la carica di Sindaco pro tempore del Comune di Sesto San Giovanni nei primi sei mesi del 1994. Se, dunque, egli si ritiene onorato di ricevere oggi questa medaglia, voglio rassicurarlo che l’onore è tutto nostro e vogliamo esprimerlo con questo piccolo segno che ora gli consegno.

CHIERUZZI Anna Si è laureata a ventitre anni in Giurisprudenza alla Statale di Milano e ha iniziato subito a lavorare con il professor Guido Rossi nel settore del diritto societario. Prima di diventare procuratore legale, nel 1963, Anna si sposa e ha un figlio. Dal 1963 al 1968 ha praticato la professione con l’Avv. Gino Annunziata nel settore immobiliare. Dopo la seconda maternità, ha aperto uno studio professionale proprio, tuttora attivo, con prevalente lavoro in diritto civile, famiglia, responsabilità, settore assicurativo e locazioni. Nel 1966 la collega ha aderito all’A.G.I - Associazione Giuriste Italiane, sezione di Milano, collaborando fin dai primi anni ’70 allo studio per la riforma del diritto di famiglia, i cui princìpi sono stati poi recepiti dalla novella del 1975. Dell’A.G.I la collega Chieruzzi è stata addirittura Presidente per alcuni mandati, partecipando a Convegni internazionali anche con giuriste dell’Unione Sovietica sul tema della Pace, allora particolarmente sentito data la “Guerra Fredda” in atto. Ma l’impegno nelle tematiche giuridiche e sociali non si è fermato qui e, infatti, più di recente, Ella è stata socia fondatrice dell’A.D.G.I, sezione di Milano, che si occupa della difesa avanti alle Corti Europee, anche svolgendo percorsi formativi ai giovani colleghe e colleghi. Nel 1982 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica. Una vita professionale, quella di Anna, saggiamente dedicata all’approfondimento di tematiche giuridiche, politiche e sociali quanto mai attuali e delicate, e che oggi desideriamo onorare con la meritata medaglia d’oro dell’Ordine degli Avvocati, auspicando che il Suo attuale impegno nell’ambito dei diritti dell’uomo e della questione degli immigrati e rifugiati politici Le dia l’opportunità di ottenere nuovi, appaganti successi.

DANOVI Remo Milanese di nascita, si è laureato con lode alla Statale di Milano nel 1961. È iscritto all’Albo degli avvocati dal 1963 e dal 2002 in quello dei giornalisti pubblicisti.

 

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La sua è una nota famiglia di avvocati: avvocato era il padre, premiato con la medaglia d’oro nel 1985; avvocati sono anche il fratello Dino, la moglie Anna Galizia e uno dei loro tre figli, Filippo. Nella sua straordinaria carriera, il collega e amico Remo è stato attivo su diversi fronti, raggiungendo anche i vertici dell’ordinamento professionale forense: è stato, infatti, per molti anni nel nostro Consiglio dell’Ordine (come Consigliere e Segretario) e dal 1994 al 2007 nel Consiglio Nazionale Forense, di cui poi è stato Presidente dal 2002 al 2004. Per molti anni è stato componente e a capo della delegazione italiana presso il Consiglio degli Ordini Forensi Europei (CCBE), e consigliere del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) nel 2003 e 2004. Sommo esperto di Avvocatura e deontologia forense, temi in relazione ai quali ha scritto numerosi libri e saggi – alcuni dei quali gli sono valsi premi e sono stati tradotti all’estero, è stato professore a contratto presso la Statale di Milano dal 1989 al 2007. Remo ha avuto il merito di approfondire il tema della giuridicità delle norme deontologiche, formulando per primo già nel 1984 una ipotesi di codice deontologico con la ricostruzione del sistema disciplinare derivato dalla giurisprudenza disciplinare. L’idea è stata poi ripresa con l’emanazione del Codice deontologico da parte del CNF nel 1997, predisposto da una commissione da lui stesso presieduta. Desideriamo condividere con voi anche l’uomo che Remo è al di fuori del mondo forense raccontando che, nel ricordo della famiglia originaria della Lomellina, ha fondato nel 2002 a Frascarolo (Pavia) un Museo della tradizione contadina, aperto al pubblico e periodicamente visitato dalle scolaresche. Accanto al Museo, egli ha costituito un’associazione ONLUS che promuove molteplici iniziative culturali. Caro Remo, la medaglia che Ti consegno ora rappresenta l’ennesimo simbolico riconoscimento di una vigorosa e qualificata dedizione all’attività professionale e sociale.

DE CATALDO Luisella Doppia laurea, in Giurisprudenza e Psicologia, per la nostra collega. È iscritta dal 1962 nell’Albo degli Avvocati di Milano e dal 1991 in quello degli Psicologi. Nell’ambito della psicologia giuridica ha svolto attività di ricerca, di formazione psicologica in prospettiva interdisciplinare di giovani laureati, di organizzazione di seminari, di partecipazione a convegni nazionali e internazionali, di pubblicazione di atti e lavori monografici. Dal 1992 ha partecipato come docente ai corsi di formazione “Giovanni Falcone” organizzati annualmente dal Consiglio Superiore della Magistratura. È stata anche professoressa a contratto presso l’Università La Sapienza di Roma e la Bicocca di Milano. Oltre all’attività forense, Luisella si occupa sia di consulenza psicologica nei casi di conflittualità familiare e di affidamento dei figli, sia nei processi penali per abuso di minori. Con l’Istituto Superiore Internazionale di Scienze Criminali (ISISC) di Siracusa ha promosso nel 1996 la prima redazione della Carta di Noto, un importante documento che raccoglie le linee guida per l’indagine e l’esame psicologico del minore vittima di abuso sessuale, aggiornata nel 2002 e rivista nel 2011. Numerosissime le Sue pubblicazioni scientifiche, tra volumi collettanei e curatele, articoli e monografie. L’impegno costante per svolgere nel miglior modo possibile il proprio compito in questi cinquant’anni testimonia la serietà e la professionalità della collega, alla quale sono onorato di consegnare la medaglia d’oro.

ELIA Domenico La notizia che lo avremmo premiato con la medaglia d’oro per i cinquant’anni di professione ha riempito l’avvocato Elia di «gioia e commozione». Dopo aver subito le ferite morali e materiali del secondo conflitto mondiale, Domenico si laurea a Bari. Affido alle sue belle parole il racconto della sua vita anche professionale. Egli infatti scrive: «ho iniziato da procuratore legale e poi, con la qualifica di Avvocato che mi riempiva d’orgoglio, sono andato avanti

 

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accettando di trattare qualsiasi questione giuridica mi venisse prospettata e perciò restando obbligato a tenermi aggiornato in tutte le materie dello scibile giuridico in un’epoca nella quale ancora non era possibile avere il facile accesso di oggi alle banche dati elettroniche specializzate in materie giuridiche». E così, nella professione, il collega ha difeso conduttori e proprietari all’epoca della Legge sull’equo canone, nonché lavoratori sprovveduti in un ambiente sociale arretrato alle prime prove dello Statuto dei Lavoratori. Ha prestato con entusiasmo la sua opera presso la sede di Taranto fino al compimento dei 75 anni di età, quando è emigrato qui a Milano dove dice di provare profonda emozione ogni volta che legge sulla facciata del Tribunale le famose Regole di Ulpiano: honeste vivere, alterum non ledere, suum cuique tribuere, alle quali ha sempre improntato la sua vita civile e professionale. La stima e il rispetto verso un uomo che per 50 anni si è dedicato alla professione con così tanta passione e lealtà mi portano a conferire con orgoglio all’Avv. Elia questo simbolo di benemerenza.

FALAGUERRA Augusto Nato a Mortara (PV), dopo aver conseguito la Maturità classica si è laureato all’Università degli Studi di Milano. È iscritto sia all’Albo degli Avvocati di Milano sia all’Albo dei Revisori contabili. Esperto in diritto civile, societario, bancario e tributario, è stato Consigliere di Amministrazione e Sindaco di note società, ha lavorato e lavora tuttora per importanti clienti italiani e stranieri, prestando la propria consulenza legale e assistenza in giudizio a numerose società di spicco. La medaglia che mi accingo a consegnare è il segno di riconoscimento verso un avvocato che da oltre 50 anni si dedica alla professione con costanza ed assiduità.

FISCELLA FILIPPI Pina Si è laureata presso la Statale di Milano con una tesi sulla responsabilità del medico chirurgo con particolare riguardo ai casi di responsabilità concorrente del chirurgo e dell’anestesista e con due tesine, in diritto romano e in diritto processuale. Pina definisce «splendido» il rapporto con i colleghi e i magistrati in questi 50 anni. È “figlia d’arte”: suo padre Antonio, già Magistrato, quindi Avvocato, definito dai colleghi “la quinta essenza della signorilità”, e il suocero Avv. Enzo Filippi, noto come “il rosso pisano”, sono stati i suoi maestri, sia sotto il profilo didattico sia per lo svolgimento della professione, ed entrambi l’hanno preceduta anni fa nel ricevere la medaglia d’oro. Nonostante l’intensificarsi della sua attività professionale, è restato per Lei primario l’impegno con la sua splendida famiglia, che oltre a tre figli – tra cui Mario che ha seguito le sue orme nella professione forense – oggi è costituita anche da tre meravigliosi nipotini. E poiché l’amore per l’Avvocatura traspare da ogni sua gesta professionale, siamo oggi assai lieti di consegnarLe la medaglia dell’Ordine degli Avvocati.

FRISIA Alberto Subito dopo la Laurea in Giurisprudenza alla Cattolica di Milano, Alberto prestò 18 mesi di servizio militare nel corpo degli Alpini della Brigata Orobica a Bolzano e Merano, agli albori degli attentati terroristici alto-atesini del 1958. Si iscrisse al nostro Albo nel 1963 e fino al 1967 esercitò gratuitamente in campo penale, occupandosi dei primi processi per detenzione di stupefacenti. Smise di difendere i cosiddetti “figli dei fiori” quando l’odio politico e generazionale prese piede negli anni ’70; la droga divenne fenomeno di massa e decimò con l’eroina larghi strati di una intera generazione di giovani, specialmente nelle classi più deboli e demunite. Continuò comunque a fornire negli anni assistenza legale gratuita a persone che per svariate ragioni si trovano ai margini della società. Revisore dei conti dal 1965, per alcuni anni è stato membro di Collegi Sindacali, e ha esercitato negli anni un’intensa attività stragiudiziale di consulenza tributaria, societaria e amministrativa. Con il fratello Francesco, ingegnere, e il padre inizia una imponente attività benefica a favore di enti e scuole.

 

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La sua esperienza in campo di locazioni, diritto societario e di attività edilizia gli permette di instaurare ottimi rapporti di amicizia e collaborazione con alcuni colleghi, compreso il nostro compianto Peppino Prisco, con cui ebbe anche affettuose telefonate poco prima della sua morte. Alberto è in pensione da circa 15 anni, però la sua attività prosegue benché in misura più ridotta. Oggi è per me un onore premiare con questo piccolo simbolo cinquant’anni di professione encomiabile e di intatta passione per il diritto.

GIANI Marco Riminese per nascita ma milanese per famiglia, ha trascorso la fanciullezza sulla costa romagnola, nell’amata vila di Viserba di Rimini, occupata dai tedeschi l’8 settembre 1943. Il padre, Avv. Prof. Pasquale, con studio a Milano, lo avviò agli studi classici, essendo egli stesso cultore della letteratura italiana e francese, con seconda laurea a Grenoble. Ottenuta la maturità classica, si laureò alla Statale di Milano in Giurisprudenza nel 1958. Dopo i 18 mesi del servizio di leva, ritornò a lavorare, sempre in campo del diritto civile. Nel 1979 aprì uno studio con il maggiore dei fratelli, Onorato, al quale fu unito da un sodalizio simbiotico. Specializzatosi in materia di locazioni e di condomini, svolge tuttora l’attività professionale. Egli stesso si definisce un uomo «molto riservato e riflessivo» ed un professionista che «ascolta i clienti, ama comporre le controversie e considera un successo personale avere evitato o conciliato una causa, facendo ottenere il migliore risultato al cliente». Confessa di aver iniziato la professione spinto dall’urgenza e dalla necessità del caso per la prematura scomparsa del padre, ben presto comprendendo il fondamentale valore della Giustizia, per il quale ha combattuto una vita intera, con passione, dedizione e riserbo, avendo a cuore sempre l’interesse del cliente. Ogni ingiustizia alla quale doveva, suo malgrado, assistere è stata per lui fonte di profondo dispiacere, e ha sempre cercato di porvi rimedio per quanto possibile, ancor oggi soffrendo nell’intimo quando l’ingiustizia non fosse rimossa. Marco riconosce che la sua grande fortuna nella vita è stato avere accanto a sé una consorte dolce e paziente, due figlie e quattro amatissimi nipoti. Per il sottoscritto, queste parole sono fondamentali per capire lo spessore dell’uomo che abbiamo oggi davanti.

GIORGETTI Roberto Nell’esprimere gioia per il riconoscimento dell’Ordine e mestizia per la giubilazione, l’Avv. Giorgetti si dice riluttante per natura a descrivere se stesso. Fornisce così informazioni essenziali, che però ripercorrono una onorata carriera e una impeccabile condotta professionale. Roberto è anzitutto “figlio d’arte”, avendo cominciato sin da giovanissimo a lavorare presso lo studio legale del padre Luigi, anch’egli medaglia d’oro dell’Ordine. Laureatosi nel 1961 alla Statale di Milano con una tesi su “Responsabilità civile genitoriale per fatto del minore”, tre anni dopo si iscrisse a codesto Ordine degli Avvocati. Da sempre si è occupato di diritto delle assicurazioni, con prevalente applicazione alle assicurazioni della responsabilità civile dei datori di lavoro, accreditandosi anche nell’ambito del diritto delle assicurazioni per i casi di incendio, responsabilità professionale e da prodotto difettoso. Vorrei che la medaglia d’oro che sto per consegnargli possa contribuire a coronare una vita ricca di soddisfazioni e traguardi raggiunti.

JACOPETTI Francesco Nato nel 1933 a Napoli, si trasferì dopo qualche mese a Vigevano, dove suo padre era Pretore. Arrivò poi a Milano quando questi iniziò a prestare servizio presso l’Ufficio di Procura come sostituto Procuratore. Sempre qui a Milano, il padre scelse infine di intraprendere nel 1946 la professione di avvocato dopo gli sconvolgimenti della guerra.

 

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La successione di siffatti eventi instaura nel giovane Francesco un grande interesse verso i casi giudiziari, spesso di gran clamore pubblico o comunque curiosi nel loro fatto. Appena uscito dalla maturità classica, a soli 18 anni sviluppa tale interesse e inizia a lavorare giornalmente come aiuto generico presso lo studio legale paterno, particolarmente attivo in campo penale, abbinando il lavoro con la frequenza ai corsi universitari di Giurisprudenza presso la Statale di Milano. Volendo poi affrontare anche la materia civilistica, iniziò a collaborare nello studio del Senatore Avvocato Agostino Viviani dove apprese in maniera approfondita tecniche e strategie peculiari del processo civile, avvalendosi ad un tempo dell’ampia esperienza precedentemente acquisita in campo penale. Il collega Jacopetti racconta la Storia di molti tra Voi quando ricorda «decenni di lavoro sempre assiduo, spesso svolto senza limite di orario; tante scarpe consumate presso le varie Sedi giudiziarie; innumerevoli trasferte solitamente trafelate in eterna lotta contro il tempo; migliaia di ore di riposo rinunciate per soddisfare pressanti impegni, costante senso critico sotto un profilo strettamente giuridico». Il tributo che oggi gli viene conferito è il riconoscimento della nobiltà d’animo, dell’impegno e dell’entusiasmo con cui continua a dedicarsi alla pratica del diritto, dopo 50 anni di fatiche e di soddisfazioni.

JANNI Marco Laureatosi in diritto processuale civile nel 1960 con massimo dei voti assoluti e lode e dignità di stampa, sulla sua lunga e prestigiosa vita professionale ci concede pochissimi sintetici scampoli riferiti ai momenti salienti: il lavoro come titolare di proprio studio anche in associazione con altri avvocati, quindi l’attuale posizione presso il prestigioso Studio NCTM di Milano; poi, il cenno alla sua pratica in diritto penale negli anni ’70 del secolo passato e alla successiva attività, sia giudiziale sia stragiudiziale, incentrata sul diritto civile, commerciale e societario; infine, l’aver ricoperto, e il ricoprire tuttora, cariche amministrative in importanti società editoriali, bancarie, finanziarie, quotate e non quotate. Marco è stato anche per alcuni anni assistente alla cattedra di procedura civile alla Statale di Milano con il professor Liebman. Le poche parole con cui egli si è raccontato non danno giustizia al professionista serio, apprezzato e valente quale egli è. Noi però ne conosciamo le doti e, perciò, siamo lieti di potergli consegnare questo riconoscimento, piccolo di dimensioni ma ricco di significato!

JANNONI Francesco Purtroppo, l’Avv. Francesco Jannoni è mancato pochi giorni fa. Desidero omaggiare il collega condividendo con tutti Voi le straordinarie parole che mi scrisse alla notizia della cerimonia odierna: «c’è in questa cerimonia un lontano fervore encomiastico al quale credo che ciascuno di noi senta la fierezza di aver appartenuto a un Ordine che non soltanto negli ultimi anni (…), ma già ai tempi di A. Baseggio “console imperante” manifestava l’attitudine ad assumere il ruolo di esemplare modello dell’onestamente vivere la missione di un alto dovere civico. In questi cinquant’anno ho cercato al meglio di fare onore alla nostra avvocatura (…)». La sua ancora attivissima attività professionale è stata improvvisamente stroncata, ma l’eco dell’amore con cui per tutti questi anni Egli si è dedicato a questo lavoro risuona oggi tra Noi. Ritira il meritato tributo del Foro milanese il figlio e collega Federico.

LEONE Gregorio Catanese di nascita, conseguita la maturità classica, si iscrisse a Giurisprudenza a Messina, dove si trasferì la famiglia, laureandosi con una tesi in diritto ecclesiastico. Iscrittosi presso l’Ordine degli Avvocati di Pescara (dove nel frattempo la famiglia si era nuovamente trasferita), fece pratica presso uno studio civilistico e una volta superato l’esame di procuratore legale nel ’62, trasferì l’iscrizione presso l’Ordine di Milano.

 

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Da quel momento ha sempre svolto l’attività nell’ambito del diritto civile e dell’allora nascente diritto doganale comunitario, approfondendo in particolare l’esame della giurisprudenza della Corte di Giustizia nella più vasta materia dell’imposizione indiretta. Successivamente, il Suo interesse si è concentrato sulla Borsa Merci di Milano, così maturando una grande esperienza in materia di arbitrato irrituale. In qualità di socio anche dell’Associazione Italiana per l’Arbitrato, istituita nell’ambito della Camera di Commercio Internazionale, ha svolto attività di arbitro in controversie internazionale e ha partecipato a numerosi congressi nazionale e internazionali in materia arbitrale. Attualmente, sta pensando di chiedere alla Commissione CEE, Dipartimento di Fiscalità, l’Istituzione di una Corte “doganale” a latere della Corte di Giustizia, alla quale il cittadino comunitario può direttamente ricorrere per le violazioni di legittimità nella materia comunitaria, al termine dei gradi di merito. Con la proposizione di tale iniziativa, l’Avv. Leone riterrà concluso il suo percorso professionale. Noi tutti, dunque, gli auguriamo di ottenere un ennesimo successo a coronamento di una brillante carriera, che ora sono onorato di premiare con la medaglia di benemerenza dell’Ordine.

LEONE Mario Mario Leone si è laureato a Bari nel 1961. Poco dopo, conseguì l’abilitazione all’insegnamento di Istituzioni di Diritto, Economia politica, Scienza Finanziaria e Statistica negli Istituti superiori. Superato poi con successo l’esame di Procuratore presso la Corte di Appello di Bari, si iscrisse all’Albo dei Procuratori nel marzo del 1964. Qualche mese dopo, si trasferì a Milano e iniziò l’esperienza in uno studio prettamente civilista, per poi passare ad uno studio legale dal più ampio respiro e prospettive, dove apprese le diverse strategie nell’impostazione dei giudizi. Parallelamente all’attività forense, con le dovute autorizzazioni, l’Avv. Leone ha coltivato l’insegnamento in materie giuridiche ed economiche, nulla togliendo ad ambo le attività, anzi arricchendole dei contributi di praticità nel campo scolastico e di quello invece teorico e di approfondimento culturale, nel campo professionale. In virtù delle predette conoscenze e dei suddetti titoli, egli è stato anche chiamato ad assolvere ruoli anche di giudicante nelle Commissioni Tributarie Regionali e Provinciali di Milano, una volta dimessosi volontariamente da insegnante. Gli piace sottolineare di aver coltivato negli anni giudizi in materia di diritto di famiglia, di diritto successorio, di diritto condominiale, lavoro e previdenza in ogni fase e grado, con saltuaria attività in campo penale ed amministrativo. Quanto agli altri interessi, ha ereditato dal padre la passione per l’arte e per il bello, che lo hanno aiutato nelle relazioni di vita e professionali. Il riconoscimento che mi accingo a consegnare all’Avv. Mario Leone è il segno di riconoscimento verso un collega che da oltre cinquant’anni si dedica alla professione legale con costanza ed assiduità, correttezza e rigore.

LISERRE Antonio Purtroppo, per motivi di salute l’Avv. Prof. Liserre non è presente oggi per ritirare la medaglia d’oro che l’Ordine ha l’onore di consegnargli. Ritira in sua vece la figlia Alessandra, anch’ella avvocato, con preghiera di trasmettere al padre – stimato da tutti i colleghi e dai componenti del Consiglio dell’Ordine e apprezzato dagli studenti di diritto privato della Cattolica di Milano – i nostri più sinceri auguri e congratulazioni.

LO FIEGO Vittorio Nato a Francavilla sul Sinni (PZ) e residente a Milano fin dalla frequenza dell’Università, il collega Lo Fiego vanta un curriculum di tutto rispetto, che lo vede svolgere attività di assistenza e consulenza legale in diversi rami del diritto: amministrativo, bancario e dell’intermediazione finanziaria, del lavoro, dell’impresa, fallimentare e, infine, previdenziale. In concomitanza dell’attività professionale egli ha svolto anche quella di pubblicista giurista.

 

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È autore di numerosi articoli, anche per la nostra Rivista del Consiglio, e sta redigendo il commento sistematico delle riforma della professione di avvocato, per la sua pubblicazione all’inizio del 2015. La devozione all’attività forense, la considerazione che l’avvocato ha raggiunto nel nostro Foro, le grandi qualità che Vittorio ha dimostrato nei suoi cinquant’anni di carriera sono ora ricordati e celebrati attraverso la consegna del simbolo della nostra gratitudine nei suoi confronti.

MANCARI Antonino L’Avv. Mancari si è laureato a 22 anni presso l’Università degli Studi di Milano e ha subito iniziato la pratica forense e l’attività di procuratore legale per oltre dieci anni, soprattutto in ambito penalistico, presso lo studio del Professo Gian Domenico Pisapia. Il metodo di lavoro appreso in quegli anni lo ha accompagnato fino ad oggi e perciò il collega esprime profonda gratitudine nei confronti dello stimato Maestro. Conosciute a tutti nel settore sono le Sue note a sentenza pubblicate su varie riviste giuridiche e la sua partecipazione alla redazione di testi di studio fondamentali di diritto penale. Nel corso degli anni, è emersa l’esigenza di occuparsi anche del ramo civile; il che si è verificato con prestazioni professionali anche a favore di gruppi di primaria importanza in Italia e all’estero. Oltre che come riconoscimento per la Sua carriera brillante e degna di stima, sono perciò orgoglioso di conferire all’Avv. Mancari la medaglia d’oro per il prestigio acquisito e il prezioso contributo nella sfera del diritto penale.

MARCHESE Marcello È nato a Milano, dove ha compiuto gli studi fino alla Laurea presso l’Università degli Studi. Ha svolto la pratica forense presso due diversi avvocati che ricorda con immutato affetto e che ringrazia per gli insegnamenti appresi. Confessa di non aver curato alcuna pubblicazione scientifica, ma di avere «altre frecce di merito» al suo arco: la semplicità, la correttezza, la serietà, la disponibilità verso i Colleghi, anche avversari, e verso tutti coloro che ha incontrato durante il lungo e appagante percorso professionale. Ad una professionista che nel corso del suo cinquantennale percorso ha accumulato esperienza, rispetto e stima da parte di colleghi ed amici mantenendo intatto l’entusiasmo del primo giorno desidero esprimere il mio personale apprezzamento con questa medaglia.

MARIANO Mariacristina Successivamente all’iscrizione all’Albo Procuratori e Avvocati di Milano nel 1964 ha svolto la sua attività legale dedicandosi principalmente allo svolgimento di molte cause civili affidatele, soprattutto relative a rapporti di responsabilità civile e infortunistica, anche per conto di una nota Compagnia Assicuratrice. Successivamente ha studiato e trattato cause riguardanti rapporti di factoring e leasing, con tematiche allora piuttosto nuove e interessanti. Infine, si è occupata di giudizi relativi a rapporti di famiglia, separazioni, divorzi, rapporti in difesa di diritti dei minori. Negli ultimi anni, pur essendo stata sempre iscritta all’Ordine di Milano, cui Ella si dice onorata di appartenere, non ha più svolto attività giudiziaria. Ma credimi Mariacristina: siamo noi ad essere onorati di averti tra gli iscritti all’Albo milanese e perciò ti consegno questo prezioso riconoscimento.

MENICHINO Filippo Milanese, il collega Menichino descrive la sua lunga vita professionale «una bella favola». Subito dopo essersi iscritto all’Albo nel 1964, il sindacato lo ha incaricato del contenzioso per il Settore industria di tutta la zona di Milano. Abbandonato il sindacato, a trentacinque anni aveva come clienti le maggiori imprese italiane e durante il prosieguo della carriera ha assistito tutte le classi sociali.

 

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Dei suoi tre figli, i primi due esercitano la professione di avvocato nel Suo studio, con loro condividendo la passione per il diritto e il rispetto dei principi deontologici professionali. Qualche mese fa, gli Avvocati giuslavoristi riuniti gli hanno assegnato un premio alla carriera. Auguro perciò al collega che la medaglia d’oro dell’Ordine sia l’inizio di un nuovo capitolo della sua favola bella.

MINOLI Giulia e MINOLI Luisa Le gemelle Giulia e Luisa Minoli hanno vissuto insieme gli eventi più significativi della loro carriera: entrambe si laureano alla Statale di Milano, Giulia con una tesi sulla responsabilità penale del medico, mentre Luisa in procedura civile con il professor Liebman. Si sono iscritte all’Albo di Milano nello stesso giorno (era il 9 gennaio 1964) e per molti anni hanno esercitato la professione fianco a fianco, senza mai rinunciare al rigore nello studio dei problemi, nel rifiuto di ogni asservimento ad interessi estranei a quelli del cliente e nell’adempimento delle norme e dei doveri morali della nostra categoria. In particolare, Giulia è anche stata Consigliere del Sindacato Avvocati negli anni 1974-1975 e Consigliere dell’Ordine Avvocati negli anni 1984-1985. Oggi Giulia e Luisa condividono l’ennesimo successo della loro storia personale, professionale e familiare, ritirando insieme la medaglia d’oro che suggella i loro cinquant’anni di professione forense, oggi da tutti noi festeggiati.

MUGNOZ Alessandra Nata a Milano, si è laureata alla Statale di Milano in Giurisprudenza nel 1960 seguendo le orme del padre e iniziò subito la pratica nel campo del diritto amministrativo. Parallelamente all’attività professionale svolta nello studio paterno, ha avviato nel 1961 una collaborazione professionale con un noto Ufficio brevetti meneghino, specializzandosi in tale settore, cui ha iniziato a dedicarsi esclusivamente dopo la morte del genitore. Durante la sua carriera, Alessandra ha avuto la grande soddisfazione di patrocinare cause che hanno portato a sentenze storiche, prima fra tutte quella che ha riconosciuto «ai creatori del gusto e della moda» la tutela di segni distintivi celebri al di là del principio di specialità. Ha difeso con successo davanti a Tribunali italiani e stranieri importanti società nazionali e multinazionali in cause relative a marchi, brevetti e concorrenza sleale. Dichiara di considerare un grande privilegio l’aver potuto svolgere sempre e solo la professione forense, alla quale ha dedicato con immutata passione tutte le energie, conseguendo particolare apprezzamento e stima da parte sia dei magistrati sia dei colleghi sia dei clienti, grazie all’irreprensibile condotta professionale che l’ha contraddistinta in questi cinquant’anni di professione, che ancora continua. Alessandra ringrazia le persone a Lei più care e la Sua famiglia per averle consentito di essere e di continuare ad essere ciò che ha sempre voluto: un avvocato! Questa medaglia la ripaghi, allora, per il suo impegno e la sua perseveranza anche negli anni a venire.

MUSICCO Adamo Il collega Musicco di sé racconta che si potrebbe dire: «ha amato, non ha odiato (…), ha professato, e ancora professa, non indegnamente, la professione». Laureato alla Statale di Milano, si è ben presto messo in proprio; è stato membro del Sindacato Avvocati, di cui ha diretto il corso di preparazione all’esame di procuratore legale. Ha collaborato con la Rivista “Avvocati” e collabora con la nostra Rivista del Consiglio. Ha altresì fatto parte della Commissione Tributaria Regionale e ha svolto una appassionata attività politica, senza mai iscriversi al partito da lui sostenuto. Grazie alla sua indiscussa competenza professionale, l’Avv. Musicco gode della stima e della riconoscenza di tutti noi, perciò oggi siamo lieti di onorare le sue doti con questo piccolo ma significativo tributo.

 

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ORLANDI Roberto Novant’anni di età e cinquant’anni di professione forense per il caro collega Orlandi, che tiene a precisare di essersi iscritto al nostro Albo solo al raggiungimento dei quarant’anni perché in precedenza aveva frequentato l’Accademia della Guardia di Finanza. Raggiunto il grado di Capitano, egli decise di congedarsi e di sostenere gli ultimi esami di Giurisprudenza per laurearsi e poter finalmente esercitare la professione di avvocato, iniziata nel 1964 e perseguita in modo brillante, anche avvalendosi della preziosa collaborazione dei tre figli – due laureati alla Bocconi e iscritti all’Ordine dei Commercialisti ed esperti contabili , l’altro avvocato – coi quali ha costituito uno Studio associato. Più recentemente (dal 2010) all’attività associata si sono uniti anche due nipoti, in attesa che si laurei anche il terzo nipote. Roberto si dichiara «molto orgoglioso e felice» della propria scelta e dal suo curriculum è facile capire perché. Dal “Corpo” dei finanzieri ha ottenuto una medaglia di bronzo per anzianità del servizio prestato e dal Presidente della Repubblica l’onorificenza di Cavaliere. Tra i suoi molteplici motivi di orgoglio e i prestigiosi riconoscimenti, si aggiunge ora questa meritata medaglia.

PALERMO PATERA Giacomo Benedetto Nacque a Partanna, in provincia di Trapani, nell’ottobre del 1934; si laureò nel 1960 all’Università Statale di Palermo, quindi si trasferì a Milano l’anno seguente dove, dopo gli anni di pratica presso due diversi studi civilisti, si iscrisse all’Albo nel 1964 avendo superato gli esami di procuratore legale. Dal 1969 ha proseguito in proprio l’esercizio della professione, sempre qui a Milano. È stato, e continua ad essere, un maestro di rettitudine anche per il figlio Maurizio, che ne ha seguito le orme nell’Avvocatura. Giacomo Benedetto Palermo Patera è esempio e conferma positiva di una vita dedicata con grande entusiasmo alla professione, allo studio e alla famiglia.

POCAR Fausto Nato a Milano nel 1939, si è laureato in Giurisprudenza all’Università degli studi di Milano, cum laude nel 1961. È iscritto all’Albo Avvocati e Procuratori dal 1963. Il Suo nome è celebre sia in campo professionale, anche all’estero, sia in campo accademico: Egli è infatti indiscusso Maestro della Scuola internazionale italiana. Entrambe le carriere sono costellate di innumerevoli incarichi ricevuti e importanti riconoscimenti alla sua serietà e professionalità. Avvocato e consulente in molti casi davanti a giudici italiani, soprattutto con questioni internazionali complesse, diritto europeo, immunità degli Stati, nonché davanti a corti straniere, soprattutto svizzere, inglesi e americane. È Avvocato, Arbitro e Presidente di Tribunali arbitrali in casi nazionali e internazionali. È inoltre membro della lista di Arbitri su dispute relative allo spazio extraatmosferico della Corte Permanente di Arbitrato all’Aja; membro dell’Associazione svizzera dell’arbitrato nonché componente del Club di Arbitri della Camera arbitrale di Milano. È Professore Emerito di Diritto Internazionale, Diritto Europeo e Diritto Internazionale Privato all’Università di Milano, dove ha insegnato dal 1970 al 2009. Tra le tante prestigiose cariche ricoperte, ricordiamo in questa solenne occasione quella di Giudice d’appello (dal 2000) del Tribunale penale internazionale per la ex-Jugoslavia, di cui è stato anche Presidente (dal 2005 al 2008), e quella di Giudice d’appello del Tribunale penale internazionale per il Ruanda (dal 2000) È stato anche membro (1985-2000) e Presidente (1991-1992) del Comitato dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite del Patto Internazionale sui diritti civili e politici. Dal 2012 è Presidente dell’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario di Sanremo.

 

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Nel corso della sua cinquantennale carriera è stato conferenziere in numerosi convegni e riunioni scientifiche, in Italia e in tutto il resto del Mondo. È direttore della Rivista di diritto internazionale privato e processuale (e redattore dalla fondazione, 1965) e membro del consiglio scientifico di prestigiosi periodici internazionali. È autore di vari libri e di oltre 150 tra articolo e saggi di diritto internazionale pubblico e privato, di diritto europeo e di diritto penale internazionale pubblicati in varie riviste italiane e straniere. Mi ritengo perciò onorato di consegnare questa medaglia d’oro dell’Ordine ad un grande avvocato ed insigne Maestro che, con i suoi studi e le sue attività, ha contribuito in maniera incomparabile al progresso tanto della scienza giuridica quanto delle scienze umane.

POJAGHI Alberto Laureato in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha iniziato ad esercitare l’attività professionale nel 1964. Nella sua cinquantennale carriera di Avvocato, Egli ha ricoperto cariche importanti in qualità di membro di Comitati nazionali e stranieri per i Beni e le Attività culturali e per il diritto di proprietà intellettuale e in qualità di Presidente o di Segretario del Consiglio di Amministrazione di società, ed è stato docente di diritto commerciale in seminari di perfezionamento post-universitario presso la Statale di Milano. Svolge tuttora incarichi prestigiosi come componente e proboviro di Federazioni e Associazioni operanti in ambito culturale e a protezione della proprietà industriale. È anche membro del Consiglio Direttivo dell’Unione Giuristi Cattolici di Milano. L’Avv. Pojaghi rimane, dunque, sulla breccia e continua a lavorare attivamente considerando l’Avvocatura una delle professioni più belle ed appaganti del mondo.

PORTALE Giuseppe Uno degli avvocati civilisti più fini che il Foro milanese e l’Avvocatura italiana abbia mai avuto! Nato in provincia di Catania nel 1938, si è laureato presso la Cattolica di Milano nel 1961 e ha svolto un’encomiabile professione forense in parallelo ad una strabiliante carriera universitaria. Già docente di diritto commerciale presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dal 1 novembre 1976 ha ricoperto la cattedra di diritto commerciale prima nella Facoltà di Economia e Commercio, poi nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica dal 1979. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, dobbiamo ricordare la Laurea Honoris Causa conferitagli il 24 ottobre 2007 dall’Università di Heidelberg. Tra le prestigiose cariche ricoperte, rammentiamo che è membro dell’organo amministrativo della Biblioteca Ambrosiana di Milano (da ottobre 2007) e che è socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei (da novembre 2011). In questi cinquant’anni ha svolto l’attività professionale prevalentemente in ambito stragiudiziale, redigendo numerosi pareri pro veritate, le cui tesi sono poi confluite in diverse pronunce giurisprudenziali soprattutto in diritto societario. È stato inoltre Presidente di molti Collegi Arbitrali e ha patrocinato anche all’estero, davanti ad Autorità giudiziarie straniere. Lo studio assiduo del diritto societario e del diritto bancario sia in prospettiva nazionale, sia in quella comunitaria che del diritto comparato ed internazionale, ha condotto Giuseppe a scrivere numerose, celebri monografie accanto ad un centinaio di articoli, anche in riviste straniere. Oggi è per me onore e motivo di vanto suggellare la sua professionalità con un simbolico tributo, forse non adeguatamente solenne per un così fervido cultore del diritto, ma sicuramente rappresentativo della gratitudine di tutti gli studenti e di tutti i Colleghi che hanno potuto apprezzare e fruire delle sue pubblicazioni.

RACO Luciano L’Avvocato Raco si dice anzitutto lieto di ricevere, alla presenza del figlio avvocato, la stessa medaglia del cinquantesimo conferita al padre nel 1978! Tanti i suoi ricordi di quando il nostro Palazzo di Giustizia era di soli quattro piani.

 

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Nel 1960-70 si è occupato in prevalenza di reati urbanistici, di inquinamento, di omicidi e lesioni colpose, di reati di adulterio e concubinato. Negli anni 2000 e fino ad oggi l’attività professionale si è concentrata soprattutto sui reati fallimentari, societari e tributari. In questi cinquant’anni, che per lui sono “volati”, ha avuto l’onore e il piacere di conoscere e frequentare grandi giuristi ed eccellenti avvocati, che ricorda con affetto. Come è stato per Suo padre, e come gli auguro sarà per Suo figlio, la medaglia d’oro dell’Ordine degli Avvocati sia allora, soprattutto, il riconoscimento della passione con cui si è dedicato, e continuerà a dedicarsi, a questo lavoro!

RINALDI Egidio Nato a Catania da una famiglia di avvocati, si Laurea in Giurisprudenza all’Università della città natale con il massimo dei voti assoluti e lode. Nel periodo universitario, accanto allo studio assiduo del diritto, ha coltivato altri interessi quali teatro e sport, facendo anche parte della squadra cittadina di pallanuoto militante in serie A. Dopo aver superato l’esame di procuratore legale, dovette partire per prestare il servizio militare in Aeronautica, quale allievo ufficiale di completamento nel corpo Commissariato. Svolse il servizio militare presso la Terza Regione Aerea a Bari, sede di Tribunale Militare, dove chiese ed ottenne di poter esercitare il ministero di difensore d’ufficio presso il Tribunale medesimo avendo l’opportunità di partecipare a vari processi. Terminato il servizio militare, egli ha continuato l’esercizio della professione forense presso lo studio del padre a Catania. Successivamente si trasferì a Roma presso uno studio legale a vocazione internazionale con più sedi in Italia e all’estero. Alla fine del 1975 assunse la responsabilità delle sede meneghina di tale studio e nel novembre 1976 si iscrisse all’Albo di Milano. È tuttora iscritto nel registro Revisori ed è membro dell’International Bar Association, partecipando in più occasioni ai congressi annuali in tutto il mondo. Le sue molteplici esperienze professionali, svolte in ambito sia giudiziale sia stragiudiziale, vanno dalle cause sulla responsabilità del socio unico all’arbitrato internazionale; dall’assistenza avanti le autorità antitrust italiane e straniere alla consulenza ad imprese in vari settori, incluso quello delle energie rinnovabili. Pur essendo in pensione da tempo, è ancora attivissimo nell’attività di assistenza e consulenza legale, che gli auguriamo di proseguire per tanti anni ancora con immutato zelo e amore.

RINALDINI Guido Luigi Il collega Rinaldini è nato a Catiglione delle Stiviere di Mantova, si è laureato alla Statale di Milano ed è iscritto all’Albo dal 1964. Ha patrocinato cause importanti e seguito con successo clienti prestigiosissimi, ampliando in ogni esperienza professionale le sue specializzazioni iniziali in diritto commerciale, contrattuale, bancario, fallimentare e societario, con la materia dei quotazioni sui mercati ufficiali e rapporti con Autorità di Vigilanza ed importanti interventi in équipe con commercialisti e fiscalisti. Ha ricoperto incarichi rilevanti per noti istituti di credito e aziende industriali e finanziarie. La sua grande preparazione lo rende un professionista di grande valore e per questo ne onoriamo la lunga carriera con questo piccolo ma significativo tributo.

RUOTOLO ALDO Invito ad avvicinarsi Rosario, figlio dell’Avv. Aldo Ruotolo, che riceverà per il caro collega, impossibilitato ad essere presente, questo nostro pensiero di riconoscenza per una vita spesa in favore della giustizia e della legge. Ecco la medaglia d’oro con la quale onoriamo la sua lunga e onorata carriera e ci stringiamo a lui in un abbraccio benaugurante.

 

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SUPPA BONETTI Ginevra Torinese di nascita, è iscritta all’Albo degli Avvocati di Milano dal 1970. Il suo interesse si è rivolto al campo civilistico, inizialmente con il recupero crediti, cause collegate e infortunistica. Successivamente ha rivolto particolare attenzione al diritto di famiglia e alla tutela dei minori in conflitto di interessi con i genitori, rivestendo l’incarico di amministratore provvisorio con nomina del Giudice tutelare. Spesso ha avuto contatti con il Tribunale dei minori prestando la propria opera gratuitamente a famiglie bisognose. La costante collaborazione col marito Sergio, dottore commercialista, le ha inoltre permesso di approfondire la materia del diritto fallimentare, tributario, societario e locatizio. Nonostante l’intensa e lodevole attività professionale, per Ginevra è restato sempre primario l’impegno con la sua splendida famiglia, che oltre ai due figli oggi è costituita anche da ben sette nipotini. A nome di tutto il Consiglio, Le consegno oggi la medaglia di benemerenza, con la quale desideriamo premiare tanto le Sue doti professionali quanto quelle umane.

TRACANELLA Umberto Il collega Tracanella è stato più volte Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Milano e, fino al gennaio 1993, Presidente della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense. Iscritto all’Ordine degli Avvocati dal 1964 e dal 1995 nel Registro dei revisori contabili, si occupa in prevalenza di questioni societarie e di diritto commerciale e fallimentare. Tra le Sue numerose cariche ricordiamo in questa solenne sede quelle di maggior prestigio: Vice Presidente della principale compagnia telefonica italiana nel 1997; Consigliere di Amministrazione di eminenti società nazionali nel settore siderurgico e meccanico; Presidente dell’Organismo di Vigilanza di due importanti società quotate; membro del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti da giugno 2009 a due mesi fa. Ha anche ricevuto dall’Autorità giudiziaria incarichi di amministratore giudiziario o di custode giudiziario di beni sequestrati in delicati procedimenti penali. Con grande ammirazione, consegno ora all’Avv. Tracanella la medaglia d’oro per una carriera eccezionale, svolta con profondo ossequio alla Legge, all’onore e alla morale.

TRIVOLI Ernesto Nato a Fagnano Catello, un paesino in provincia di Cosenza, si è laureato a Napoli, dove la sua famiglia si era trasferita quando ancora lui era piccolissimo. Dopo la Laurea in Giurisprudenza e un breve tirocinio, si trasferì a Milano, subentrando all’Avvocato Michele Saponara, più volte Presidente del nostro Ordine, come collaboratore di un noto studio legale milanese. Della sua esperienza milanese ricorda con affetto fraterno il dottor Mario Nardone, all’epoca capo della squadra mobile di Milano. Avvocato penalista di chiara fama, ha assunto la difesa in numerosi celebri processi. È tuttora un importante collezionista ed esperto di dipinti antichi, con particolare attenzione al vedutismo del ‘700 veneto e ai fondi oro del 1300 e 1400. La sua passione in tale settore è oggi internazionalmente conosciuta. Potrei proseguire nell’esposizione dei traguardi anche professionali del collega, ma desidero riassumere tutto il riconoscimento e la stima che nutro nei suoi confronti consegnandogli questa medaglia come suggello di una carriera degna di lodi.

TRONCONI BASTIANELLO Maria Si è laureata all’Università Cattolica nel 1959 con una tesi in Filosofia del diritto. Maria dichiara che l’impostazione filosofico-metodica acquisita nella ricerca e nella stesura della tesi si è rivelata utile nell’affrontare le difficoltà del lavoro professionale. Mi permetto di aggiungere che pare averle superate brillantemente, considerati i successi acquisiti in vari settori

 

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(recupero crediti, appalti, responsabilità civile), e soprattutto nella vita privata, avendo saputo coniugare il lavoro alla famiglia senza nulla togliere a entrambi. Si dice, inoltre, orgogliosa di condividere l’attività professionale con il figlio Alessandro (l’unico dei suoi tre figli maschi che ha seguito le orme materne) e la nuora Simona. Nel ripercorrere la sua carriera, Maria sottolinea quanto Ella fosse affascinata in gioventù dal concetto aristotelico che «la giustizia è la più importante delle virtù», una virtù completa che si contrappone all’ingiustizia, che è vizio incompleto. I suoi ricordi si concludono con la speranza che le radici messe negli anni di attività facciano sì che, per se stessa e per i coetanei, l’albero resti ancora in piedi perché la ricerca del bene, del giusto e della felicità, sempre per dirla con Aristotele, non è finita. È una speranza che sento di condividere nel consegnarLe questa meritata onorificenza dell’Ordine degli Avvocati.

VACCARO Angelo Alcune complicazioni di salute gli impediscono, oggi, di essere presente a condividere i festeggiamenti. Questa medaglia, che consegno alla collega Avv. Cecilia Estrangeros, possa essere non solo il segno della sincera riconoscenza del Consiglio dell’Ordine per l’onorata carriera di Angelo, che ci ha scritto di aver avuto nell’esercizio dell’Avvocatura «grandi e belle soddisfazioni», ma anche e soprattutto il conforto ideale e l’abbraccio di tutta l’avvocatura milanese per la sofferenza che lo sta affliggendo.

VITALE Gilberto L’Avv. Vitale si è dichiarato sorpreso nell’apprendere che oggi sarebbe stato premiato con la medaglia d’oro per la sua cinquantennale carriera professionale: egli ammette di non vedere meriti nel passare del tempo e di avere qualche difficoltà a redigere un curriculum. Ma le parole che poi scrive sono assolutamente perfette per questa solenne occasione. Egli inizia la professione negli anni ’60 svolgendo prevalentemente attività civile a Milano, in via Bigli 21, dove è rimasto fino ad oggi. Ripercorrendo le tappe della vita del collega Vitale ho potuto capire che, oltre ad essere un professionista degno di nota e riconoscente a chi ha fatto parte della sua carriera, è anche una persona che si è profondamente impegnata nel sociale. Egli infatti ha dedicato particolare impegno alla libertà di manifestazione del pensiero e della libertà di cronaca e di stampa. Negli anni ’70, in particolare, a fianco del tradizionale lavoro nello studio professionale civilista, ha dedicato tempo ed energie, insieme con altri giovani avvocati, alla difesa e alla tutela degli oppressi e degli sfruttati, di chi subiva ingiustizie originate dalle disuguaglianze sociali e da abusi del potere, con molti interventi nel diritto del lavoro, dell’abitazione e nel diritto penale. Lo sforzo costante di questi cinquant’anni per svolgere nel miglior modo possibile il proprio compito a difesa dei valori umani e sociali rende Gilberto Vitale un esempio soprattutto per i più giovani che stanno iniziando la carriera forense e perciò siamo onorati di premiarlo con la medaglia d’oro.

VITALI Enrico Gustavo Caro amico e collega, insigne cultore del diritto e studioso della materia ecclesiastica e canonica, è soprannominato da chi lo conosce bene e con lui ha collaborato “padre nobile del diritto ecclesiastico a Milano”. Egli si iscrisse all’Ordine degli Avvocati nel 1964; fin da subito iniziò a maturare esperienze all’interno di prestigiosi studi legali milanesi, accedendo nel 1970 allo studio del Prof. Giovanni Panzarini, straordinario maestro dell’avvocatura, che diede alla sua formazione professionale una forte impronta.

 

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Aperto uno studio in proprio, Enrico iniziò a dedicarsi alla riforma degli istituti del diritto civile e di famiglia (divorzio), pur senza abbandonare altre aree quale il diritto fallimentare, nel cui ambito riceve anche prestigiosi incarichi. Per l’equilibrio e la riservatezza, nonché per la conoscenza del mondo delle arti figurative, Egli ha ricevuto incarichi di sistemazione di patrimoni familiari che talora hanno riguardato anche rapporti con enti pubblici. Straordinario anche il suo percorso accademico: la libera docenza in Diritto ecclesiastico giunse a soli 31 anni nel 1967; nel 1972 vinse per la stessa materia il concorso a cattedra e due anni dopo iniziò il suo insegnamento presso la Facoltà di Scienze Politiche, che lasciò nel 1979 per passare alla Facoltà di Giurisprudenza, dove ha insegnato fino al 2010. Tra le innumerevoli pubblicazioni di Enrico, citiamo il Commentario alla prima parte del libro I del Codice Civile “delle persone e della famiglia – artt. 1 – 230bis”, un lavoro di quasi 750 pagine che lo ha impegnato per ben tre anni e al quale è legato anche un simpatico aneddoto: alla domanda del perché si fosse sobbarcato di una fatica simile la sua risposta fu «per dimostrare che gli ecclesiasticisti sanno il diritto!». Vanno altresì riconosciuti la grande generosità e il profondo spirito di servizio con cui Enrico si è dedicato, e si dedica, alla vita associativa e istituzionale del foro di Milano, attraverso il suo impegno nella Camera Civile, di cui è stato Presidente, e la vicinanza al Consiglio dell’Ordine, al quale non ha mai fatto mancare la sua versatile collaborazione, specie nell’attività di formazione proposta dall’Ordine e dalla Fondazione Forense di Milano, sia con la docenza nei corsi, sia nella progettazione dell’offerta formativa rivolta all’avvocatura milanese. Dopo l’uscita dall’Università per raggiunti limiti di età, è proprio questa l’attività che egli predilige, dalla quale è distolto, di tanto in tanto, per via del conferimento di incarichi di arbitro da parte di Colleghi o da parte della Presidenza del Tribunale. Enrico Gustavo Vitali con la sua lunghissima carriera ha dato lustro alla nostra città e alla grande tradizione universitaria e giuridica milanese di cui andiamo profondamente orgogliosi.

La Medaglia d’Oro che conferiamo oggi è un ulteriore encomio del Suo straordinario curriculum, di cui mi onoro della consegna.

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La medaglia d’oro è stata conferita anche all’avvocato GIOACCHINO VALENZANO, che non ha potuto partecipare alla cerimonia di oggi, ma al quale è comunque dovuto il più sentito ringraziamento dell’Ordine degli Avvocati per la dignità e il decoro con cui, negli ultimi 50 anni, ha esercitato la professione di avvocato in questa grande “famiglia forense” di Milano.

Concludo la cerimonia odierna, accumunando in un unico, sincero elogio finale tutti gli illustri colleghi che abbiamo celebrato.

Mi congedo con un saluto a tutti i presenti e con un sentito ringraziamento per una partecipazione così sentita e numerosa.

Grazie a tutti!