Ceramica d’uso dal Museo Richard-Ginori della manifattura doccia

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ceramica d’uso dal museo Richard-Ginori della manifattura doccia nobile contrada del nicchio l’arte dei vasai

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Nell’ambito della quinta edizione del Premio Antica Arte dei Vasai 2013, accanto alla mostra collettiva degli artisti “Ceramica d’uso, abuso eriuso” e alla personale della designer ceramica Antonia Campi, che per la Richard-Ginori ha lavorato nella sua lunga carriera, siamo onorati di poter esporre alcune opere scelte provenienti dalla collezione del Museo di Doccia.

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nobile contrada del nicchio l’arte dei vasai

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Arte dei Vasai della Nobile Contrada del Nicchio Onlus

Ceramica d’uso dal museo richard-ginori della manifattura docciaSiena 17- 26 maggio 2013

RingraziamentiL’Arte dei Vasai esprime i propri ringraziamenti a tutti coloro che con la loro preziosa collaborazione hanno reso possibile la realizzazione dell’esposizione e in particolare ad Oliva Rucellai, direttrice del Museo Richard-Ginori di Doccia e a Cristina Gnoni Mavarelli, Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico di Firenze, Pistoia e Prato.

in copertina: Richard-Ginori su disegno di Gio Ponti, Mano destra con fiori a rilievo in bianco e oro, porcellana, h 34,5 cm, 1935

PROVINCIADI SIENA

COMUNE DI SIENACOMUNE DI

MONTELUPOFIORENTINO

associazione

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La Maniera del XX secolo è l’industria.....Carlo Pizzichini

Nell’ambito della quinta edizione del Premio Antica Arte dei Vasai 2013, accanto alla mostra collettiva degli artisti “Ceramica d’uso, abuso e riuso” e alla personale della designer ceramica Antonia Campi, che per la Richard-Ginori ha lavorato nella sua lunga carriera, siamo onorati di poter esporre alcune opere scelte provenienti dalla collezione del Mu-seo di Doccia. “La Maniera del XX secolo è l’industria” e tutto il rinnovamento stilistico e di concetto fatto da Gio Ponti e dai suoi prosecutori si distingue per questo incipit. I nuovi gusti dell’Art Decò abbracciano la produzione in-dustriale, o meglio le difficoltà e le esigenze della produzione in serie, arricchite dal talento di alcune forti personalità artistiche.Farà piacere rivedere alcuni oggetti preziosi od altri talmente comuni che solo ora ci appaiono obsoleti, ma che ci faranno riflettere che an-che un banale oggetto d’uso è comunque frutto di un pensiero e di un gusto estetico del suo tempo.Un ringraziamento particolare alla generosa sensibilità di Oliva Rucellai, direttrice del Museo Richard-Ginori della Manifattura Doccia, per aver concesso e scelto per la nostra festa le preziose opere in mostra.

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Isolatori elettrotecnici in porcellana Richard-Ginori: prova di conducibilità, 1906 circa, Archivio Museo di Doccia

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Ceramica d’uso dal Museo Richard-Ginori della manifattura DocciaOliva Rucellai

La porcellana Richard-Ginori del Novecento si declina in molti modi di-versi. Dagli accessori elettrotecnici al più frivolo specchio da toilette, la piccola selezione di oggetti esposti, volutamente disparati, vuole essere un omaggio alla versatilità del materiale. Materiale che non è sempre uguale a sé stesso, ma si è modificato nel tempo, sia per il costante perfezionamento tecnico, sia per l’invenzione di impasti speciali desti-nati a particolari applicazioni. E’ il caso della porcellana cordieritica, brevettata dalla Ginori alla fine dell’Ottocento e diffusa a tal punto che il suo marchio - Pirofila - è diventato un vocabolo della lingua corren-te. L’aggiunta della cordierite alla ricetta canonica - caolino, quarzo e feldspato - la rende resistente alla fiamma diretta e quindi utilizzabile sia per cucinare che per servire in tavola. Anche agli isolatori, che la Ginori produsse a Doccia, Rifredi e Livorno, si richiedevano qualità eccezionali di resistenza che, fino agli anni settanta del secolo scorso, nessun’altro materiale poteva garantire. In quel caso, la successiva invenzione di paste vetrose o resine ancora più adatte allo scopo, ha decretato la fine di un intero ramo aziendale, ma, laddove l’estetica del prodotto ha un peso pari o superiore alla sua funzionalità, come avviene per il vasel-lame o per gli oggetti d’arte, il fascino della porcellana sopravvive alle mode e alle innovazioni tecniche. Il candore dell’impasto offre una superficie neutra da decorare con una tavolozza pressoché illimitata, ma anche senza ornamenti si fa apprezza-re per la sua lucentezza. Se foggiata a pareti sottili è diafana, ovvero la luce la attraversa, con effetti suggestivi anche in campo illuminotecnico. Essendo dura e compatta, coi dovuti spessori resiste meglio di qualsiasi altro tipo di ceramica agli urti, alle scalfitture e alle macchie ed è perciò adattissima ai servizi da tavola, non solo di uso domestico, ma anche alberghiero, dove le stoviglie sono soggette all’usura maggiore.

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La porcellana insomma riunisce in sé notevoli pregi, sia estetici che tec-nici, e come tale è un banco di prova formidabile per artisti e progettisti. Lo è stata certamente per Gio Ponti, direttore artistico della Richard-Ginori tra 1922 e 1933 circa, e protagonista di un rinnovamento radicale delle ceramiche d’arte del gruppo. Il suo intervento fu soprattutto rivol-to all’introduzione di un vasto repertorio di nuovi decori ma comportò anche un ampliamento delle tipologie offerte. Nel 1925 ripensò il modo di decorare la tavola da pranzo immaginando alcuni piccoli elementi in porcellana e oro: un alberello portafiori, un segnaposto a erma e altri vasi minimi, coordinati con uno stesso decoro, per esempio le bugne in verde smeraldo e porpora. Oggetti che, invece di occupare il centro della tavola come le tradizionali giardiniere, si potevano distribuire libe-ramente tra i commensali. Non si tratta forse delle creazioni più famose dell’architetto per la Richard-Ginori, ma fra le più pontiane sì, perché rappresentano, meglio dei grandi vasi o piatti ornamentali, il suo con-

Richard-Ginori su disegno di Gio Ponti, Portafiori a forma di elmo rovesciato, porcellana, h 6,3 cm, 1927 circa

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Gio Ponti, Lettera con schizzi per alberello portafiori, Archivio Museo di Doccia

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Richard-Ginori su disegno di Gio Ponti, Vaso alberello su base quadrata dipinta con motivo a bugne color porpora, porcellana, h 14 cm, 1925 circa

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cetto di abitare, disinvolto e libero da complicazioni. Anche se sono preziosi e de-stinati a occasioni speciali, viene voglia di prenderli in mano e di giocarci, come i fermacarte a forma di libri: Istoria delle sirene, Eneide, l’Alto Codice della Carto-manzia ecc. Questi piccoli volumi sembrano incarnare la poetica di Ponti di quegli anni: trasformare ogni ce-ramica in un racconto, o in un’idea di racconto1. Non promette forse un raccon-

to il suo misterioso disco fo-rato, ispirato ai dischi bi della

cultura cinese, e intitolato ironicamente Esorcismo? E’ decorato in oro agatato con trofei e simboli esoterici che alludono a un messaggio da decifrare. Poco importa che la soluzione non esista, o sia da inventare. A Ponti basta averti coinvolto nel suo gioco. Divertimento è anche la mano, cioè uno stampo industriale per i guanti di gomma che, in virtù di una cascata di fiorellini modellati uno a uno e lumeggiati in oro, diventa oggetto d’arte. In questo caso siamo di fronte a un pezzo unico, realiz-zato nel 1935 per un’esposizione di arte italiana a Parigi e mai entrato in catalogo, ma assurto quasi a simbolo delle due anime della Richard-Ginori, l’industriale e l’artistica. Espressioni di una concezione di design diametralmente opposta sono invece il servizio Alitalia di Ambrogio Pozzi e Joe Colombo, del 1972, e il pionieristico Colonna, progettato da Giovanni Gariboldi e vincitore del primo Compasso d’oro nel 1954. Entrambi rispondono al criterio di per-fetta coerenza tra forma e funzione e a specifiche esigenze pratiche. Il Colonna era tanto all’avanguardia, quando fu ideato il prototipo, che venne lanciato sul mercato solo negli anni sessanta. Lontanissimo dalle raffinate porcellane d’arte che lo stesso Gariboldi aveva disegnato ne-gli anni trenta e quaranta, come il flacone e lo specchio con conchiglie

Richard-Ginori su disegno di Gio Ponti, Piccolo vaso dipinto con motivo a bugne in porpora, porcellana, h 5,5 cm, 1925 circa

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Richard-Ginori su disegno di Gio Ponti, Segnaposto ad erme con base dipinta a bugne in verde, porcellana, h 6,5 cm, 1925 circa

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Richard-Ginori, Catalogo Pirofila, 1905 circa, Archivio Museo di Doccia

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o il vaso vestito con un lieve drappeggio, è diventato quasi un archetipo del servizio impilabile. Il secolo XX ha visto la Richard-Ginori crescere e svilupparsi fino agli anni del boom economico, per poi iniziare negli anni settanta una discesa giunta oggi a triste conclusione. Non riusciamo a immaginare una sua futura rinascita se non per tornare ad essere “Fabbrica di sogni” del de-sign italiano2, un’industria cioè che attraverso i propri prodotti svolga un’azione non solo economica, ma anche artistica e poetica, come ai tempi di Ponti e Gariboldi.

SUGGERIMENTI BIBLIOGRAFICIGio Ponti. Ceramiche 1923-30. Le opere del Museo Ginori di Doccia, catalogo della mo-stra a cura di Sergio Salvi, Milano Electa, 1983.La Manifattura Richard-Ginori, a cura di Raffaele Monti, Milano-Roma Mondadori De Luca, 1988Ugo La Pietra, Gio Ponti, Milano Coliseum Editore, 1988Lisa Licitra Ponti, Gio Ponti. L’opera, Milano Leonardo Editore, 1990.Loris Manna, Gio Ponti. Le maioliche, Milano Biblioteca di via Senato Edizioni, 2000.Laura Falconi, Gio Ponti. Interni Oggetti Disegni 1920-1976, Milano Electa, 2004Valerio Terraroli, Ceramica italiana d’autore 1900-1950, Milano Skira, 2007Laura Casprini Gentile, La porcellana a Firenze. Storia e tecnica tra artigianato e indu-stria, Firenze Edifir, 2007Giacinta Cavagna di Gualdana, Giovanni Gariboldi, Mantova Corraini, 2010Elena Dellapiana, Il design della ceramica in Italia 1850-2000, Milano Electa, 2010Le fabbriche dei sogni. Uomini, idee, imprese e paradossi del design italiano, catalogo della mostra a cura di Alberto Alessi, Milano Electa, 2011Gio Ponti. Il fascino della ceramica, catalogo della mostra a cura di Dario Matteoni, Cini-sello Balsamo Silvana Editoriale, 2011

NOTE1. “Davanti a quasi tutte le ceramiche di Ponti si sta fermi a fantasticare, come leggen-do un romanzo, o una novella” Raffaello Giolli, Saggi della ricostruzione: l’esempio della Richard-Ginori in “Emporium” LXX (417), Settembre 1929, p. 154 citato da G. Cavagna di Gualdana, Gio Ponti ,“un neoclassico di Milano tra Richard-Ginori e Biennali di Monza, in Gio Ponti. Il fascino della ceramica, Cinisello Balsamo 2011, p. 382. La definizione è tratta da Le fabbriche dei sogni. Uomini, idee, imprese e paradossi del

design italiano, catalogo della mostra a cura di Alberto Alessi, Milano Electa, 2011, p. 30

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Richard-Ginori su disegno di Ambrogio Pozzi e Joe Colombo, Parte di servizio di bordo di prima classe per Alitalia, porcellana, 1972

Richard-Ginori su disegno di Giovanni Gariboldi, Flacone da toilette con decoro a con-chiglie, porcellana, h. 9,5 cm, 1937 circa

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Museo Richard-Ginori della Manifattura Doccia Via Pratese,31- 50019 Sesto Fiorentino (Firenze)

Tel. +39 055 4207767 [email protected]