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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 24 novembre 2017

Pagina I

EQUO COMPENSO

Equo compenso? Già in vigoreItalia Oggi 24/11/17 P. 37 Michele Damiani 1

Una norma che sembra scritta dal Conte MascettiItalia Oggi 24/11/17 P. 37 3

Equo compenso da correggereItalia Oggi 24/11/17 P. 39 4

SOCIETÀ DI INGEGNERIA

Società di ingegneria, gli obblighi verso l'AnacItalia Oggi 24/11/17 P. 43 5

ADEPP

Perle Casse sempre più azioniSole 24 Ore 24/11/17 P. 39 Giuseppe Latour 6

PROFESSIONISTI E POLITICA

Imprese, avvocati medici, chi torna sul carro di SilvioRepubblica 24/11/17 P. 11 8

TARIFFE MINIME AUTOTRASPORTI

Vietate le tariffe minime inderogabiliSole 24 Ore 24/11/17 P. 40 Marina Castellaneta 9

UNIVERSITÀ

Atenei ancora troppo «chiusi»Sole 24 Ore 24/11/17 P. 15 Marzio Bartoloni 10

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L errierr , clarraento al cllfiscale nora introduce nuove garanzie per i liberi professionisti

Equo compenso? Già in vigoreTutele in Jobs act autonomi, codice appalti e Costituzione

DI MICHELE DAMIANI

Tanto rumore per nulla.L'equo compenso, cosìcome disposto dall'emen-damento al dl fiscale,

non introduce nuove garanzieper i liberi professionisti. L'or-dinamento italiano già prevedeforme di tutela per il compensodei lavoratori autonomi: pri-ma di tutto nella Costituzio-ne, poi nel Jobs act autonomi(legge 81/2017) e, infine, neldecreto correttivo al codicedegli appalti (dlgs 56/2017).L'emendamento al dl fiscale,approvato durante il passaggiocommissione bilancio del Sena-to, obbliga le grandi aziende, gliistituti bancari e le imprese as-sicurative (ovvero i clienti «for-ti) a corrispondere un compen-so «commisurato alla quantitàe qualità del lavoro svolto dalprofessionista». La garanzia,però, è già presente nella fonteprimaria del diritto italiano,la Costituzione. L'articolo 36stabilisce che «il lavoratore hadiritto ad una retribuzione pro-porzionata alla quantità e allaqualità del suo lavoro e in ognicaso sufficiente ad assicurare asé e alla famiglia un'esistenzalibera e dignitosa». Il testo èpraticamente identico, sennon-ché il dettame costituzionalegarantisce maggiore tutela allavoratore, in quanto compren-de il benessere della famiglia enon definisce una limitazionedei committenti soggetti all'ob-bligo, prevista dall'emendamen-to: l'obbligo è solo per i clienti«forti». Un'altra protezione pergli autonomi introdotta dal dlfiscale riguarda la nullità dialcune clausole definite vessa-torie: al professionista è offertoun periodo di 24 mesi per farvalere la nullità. Tra le clauso-le troviamo: la facoltà data alcliente di modificare unilate-ralmente le condizioni del con-

tratto, di richiedere prestazioniaggiuntive gratuite, di recederesenza un congruo preavviso, distabilire termini di pagamen-to superiori ai 60 giorni. Lestesse identiche clausole sonoconsiderate abusive e prive

di effetto dalla legge 81/2017(Jobs act autonomi). Ma nonsolo. La 81/2017 non prevedelimiti temporali ed è previstaper tutti i committenti, non soloverso i clienti forti. In merito airapporti con la p.a., la tutela è

già garantita dal codice degliappalti (precisamente dal de-creto integrativo al codice) cheobbliga la p.a. a prendere comeriferimento i parametri mini-steriali per la definizione delcompenso del professionista.

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Le normative a confronto

Cosa prevede il dl fiscale Cosa è già in vigore nell'ordinamento

L'articolo 19-bis del dl fiscale (equo compenso) La tutela è già garantita dall'articolo 36 dellaprevede che il compenso del professionista deve Costituzione che stabilisce: Al lavoratore ha dirittoessere «proporzionato alla quantità e qualità ad una retribuzione proporzionata alla quantità edel lavoro svolto». L'obbligo di corrisponderlo è qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente adesclusivamente in capo ai clienti «forti» (banche, assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera eassicurazioni e grandi imprese). dignitosa». L'obbligo di corrisponderlo è previsto per

tutti i committenti, non solo per i clienti forti.Il dl fiscale introduce una serie di clausole definite La legge 81/2017 (Jobs act lavoro autonomo)vessatorie, la cui presenza provoca la nullità delle già prevedeva il divieto di apporre una serie diclausole e non dell'intero contratto. Il divieto riguarda: clausole nei contratti verso i liberi professionisti. Lela facoltà al cliente di modificare unilateralmente le clausole in questione fanno riferimento al divietocondizioni del contratto, di recedere senza un congruo per il committente di modificare unilateralmente lepreavviso, di rifiutare la stipulazione in forma scritta, di condizioni del contratto, di recedere senza un congruopretendere prestazioni aggiuntive gratuite, di richiedere preavviso, di prevedere tempi di pagamento superioril'anticipo delle spese, di richiedere la rinuncia al ai 60 giorni, di rifiutarsi a stipulare il contratto inrimborso spese, di prevedere tempi di pagamento forma scritta. Il lavoratore ha diritto al risarcimentosuperiori ai sessanta giorni. Il professionista ha 24 del danno. Le clausole sono vietate per tutti, nonmesi di tempo per far valere la nullità. L'apposizione solo per i clienti forti e non sono previsti terminidelle clausole è vietata solo per i clienti forti. temporali per far valere il proprio diritto.

Il dl fiscale, dopo la modifica in commissione Il dlgs 56/2017 (disposizioni correttive al codiceal Senato, estende l'obbligo di corrispondere degli appalti) obbliga le stazioni appaltanti aun equo compenso anche in capo alla Pubblica rispettare le tabelle ministeriali (dm 17/6/2017) peramministrazione. stabilire il compenso del professionista. Inoltre, le

amministrazioni dovranno pagare i progettisti anchese l'opera non viene più realizzata e la stazioneappaltante non può prevedere quale corrispettivoforme di sponsorizzazioni o di rimborso

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Una norma che sembra scritta dal Conte MascettiMi ha colpito l'articolo del condiret-tore Marino Longoni pubblicato suItaliaOggi del 22 novembre scorsosull'equo compenso perché, da pro-fessionista, la penso come lui. Anzi,un po' peggio.Ritengo peraltro che l'equo compensonon sia né il primo né il principaleproblema dei liberi professionisti, mavoglio accantonare questa mia opinio-ne per esaminare il contenuto dellanorma appena approvata al Senatoe che adesso si appresta a diventarelegge alla Camera, forte del voto difiducia imposto dal Governo.L'articolo sull'equo compenso in re-altà è stato pensato per modificarela legge sulla professione forense, adapparente «protezione» dei liberi pro-fessionisti dalle pretese delle grandiimprese (tipicamente banche ed as-sicurazioni) che offrono loro incarichisulla base di convenzioni unilaterali;una tale fattispecie all'evidenza com-plessivamente assai limitata, che siriduce ulteriormente qualora la bancao l'assicurazione si cautelino «contrat-tando» le condizioni e il compenso conil professionista. E dal momento che

la contrattazione può avere molteforme, è facile supporre che vedremointrodotte nelle attuali convenzioniformule stereotipate che danno attodi come «fra le parti si è svolta idoneacontrattazione», con compenso finalepresumibilmente identico all'attua-le.Ah... il compenso! Quello, adesso (masolo per i grandi clienti) deve essere«equo», cioè «proporzionato alla quan-tità e alla qualità del lavoro svolto»,legato ai «parametri giudiziali».Qualcuno ritiene che sia questa lavera novità, ma si sbaglia; intantoperché il compenso si può comunque«contrattare» e poi perché nel caso dispecie non si applicano i parametrigiudiziali ma, più riduttivamente, «sitiene conto» degli stessi. Che non èesattamente la stessa cosa. Se consi-deriamo infine che, quando le tariffeesistevano (prima delle «lenzuolate»di Bersani), di fronte al grande clien-te che offriva decine di incarichi, nonmancavano professionisti che accetta-vano di buon grado importi largamen-te inferiori ai minimi, si comprendefacilmente come l'articolo sull'equo

compenso approvato in Senato servi-rà a poco più di niente (salvo che pereventualmente alimentare un conten-zioso successivo con il committente,banca od assicurazione, che non abbiaavuto cura di ben cautelarsi in fasedi stipula dell'accordo). E qui siamoancora alla prima parte dell'articolo,quella redatta in modo intellegibile.La seconda infatti, con improbabi-le grammatica e qualche errore neiriferimenti normativi, estende perproprietà transitiva l'equo compensodegli avvocati a tutte le altre profes-sioni, sia ordinistiche che associative,peraltro prevedendo che anche l'equocompenso di queste ultime sia deter-minato «tenendo conto» dei parame-tri. Che però, com'è noto, per loro nonesistono; nel palmares del nostro purcreativo legislatore il compenso legatoa parametri inesistenti ancora man-cava: ma adesso anche questa lacunaè stata colmata. Evviva.Ma il bello deve ancora venire. Tuttiricordiamo come la spinta decisiva adapprovare l'equo compenso sia venutada una sentenza del Consiglio di sta-to che ha giudicato legittima la gara

indetta da un Comune (quello di Ca-tanzaro) di affidamento dell'incaricoprofessionale di redazione del Pianoregolatore per l'importo simbolico di1 euro. Legittimo quindi chiedersi sel'equo compenso si applichi anche allapp.aa. Forse sì, forse no, probabilmen-te si. Ma ove lo fosse la condizione èche non si producano «maggiori one-ri a carico della finanza pubblica». Ecome mai si potrà fare a pagare dipiù un professionista contemporane-amente spendendo gli stessi soldi diprima? Misteri della politica. È perciòdifficile capire cosa mai ci sia da fe-steggiare o manifestare in favore dinorme di tal fatta, che senza dubbiodebbono essere state scritte da un le-gislatore in vena di imitare il ConteMascetti, personificato in modo indi-menticabile da Ugo Tognazzi nel filmAmici miei. Si scrive «equo compen-so»; si legge «Supercazzola prematu-rata con scappellamento a destra, perdue, come fosse Antani».

Roberto Orlandi, presiden-te Collegio nazionale degli

agrotecnici e degli agrotecnicilaureati

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L opiriiorie Eppi in chiaroscuro sulla n orrria iu,trodotta Ball errieu,darrcerito al dl fiscale

Equo compenso da correggereProblemi su invarianza di spesa e applicazione alla p.a.

tti i professionisti han-no diritto a un equo com-penso. La commissioneBilancio del Senato nei

giorni scorsi ha approvatol'emendamento alla legge diconversione del decreto fisca-le che stabilisce il diritto a uncompenso minimo al di sottodel quale non si potrà scenderee che dovrà essere «proporzio-nato alla qualità e quantità dellavoro». Un diritto che scattaquando il committente è unabanca, un'assicurazione, unagrande azienda , ma, in alcunicasi, anche la pubblica ammi-nistrazione . Sarà proprio la p.a.che dovrà garantire «il principiodell'equo compenso in relazionealle prestazioni rese dai profes-sionisti in esecuzione di incari-chi conferiti dopo l'entrata invigore della presente legge».Per le professioni ordinisticheil riferimento per quantificarela retribuzione proporzionataarriverà dai parametri definitidai decreti del ministero dellaGiustizia. E proprio qui, però,che si annida uno dei nodi dacorreggere in sede di secondalettura, alla Camera. Non èchiaro quale sarà il destinodelle prestazioni non discipli-nate dal ministero. I decreti,allora, andrebbero aggiornati.Il decreto fiscale, poi, pone achiusura dell'emendamentouna clausola di invarianza dispesa. E un passaggio da spie-gare meglio, per evitare che lapubblica amministrazione infuturo rivendichi questi vincoliper disapplicare le nuove nor-me. Poi sarà necessario preci-sare ancora meglio quali sonole amministrazioni pubblichecoinvolte (sarebbe escluse quel-le che si servono di servizi pro-fessionali) Si tratta comunquedi un passo fondamentale versoun'adeguata tutela di oltre duemilioni di lavoratori autonomi,ma si tratta solo di un punto dipartenza. Ecco perché il Consi-glio nazionale dei periti indu-striali ha deciso aderire allaManifestazione promossa dalCup (Comitato Unitario delleProfessioni) e Rete delle Pro-fessioni Tecniche, che si terrà aRoma il prossimo 30 novembree che partendo proprio dal temadall'equo compenso vuole anchedimostrare quanto le professio-ni unite possano essere utili alPaese. La manifestazione non

vuole solo ribadire l'importanzadell'introduzione di parametri(e non come qualcuno crede ditariffe minime obbligatorie),ma anche di misure che tute-lino il lavoro degli iscritti aglialbi che svolgono una liberaprofessione intellettuale, di unquadro giuridico capace di asse-gnare maggiori tutele e sicurez-ze ai giovani e infine di misuredi giustizia che restituiscanodignità al lavoro dei professio-nisti. La manifestazione saràanche l'occasione per ribadireun fermo no alle richieste dialcune amministrazioni pub-bliche a prestazioni gratuite.Il riferimento è a un recente,quanto mai discusso, bando delComune di Catanzaro, ritenutolegittimo dal consiglio di stato(sentenza 4614 del 3 ottobre),che ha riconosciuto al professio-nista il compenso simbolico di 1euro per la sua prestazione pro-fessionale. Una sentenza sur-reale che rappresenta però solola punta di un iceberg di unasituazione anomala che si pro-trae da anni, almeno dal 2006,da quando cioè il decreto leggeBersani-Visco sulle liberalizza-zioni abolì i minimi tariffari perle libere professioni , ampliandoa dismisura l'indeterminatezzadella libera contrattazione. Conil risultato, complice anche lacrisi economica, che le liberaliz-zazioni, lungi dal dare impulsoall'economia del Paese, hannocontribuito solo a mortificare leprestazioni professionali, ren-dendole molto più simili a unbene di consumo che a un'atti-vità intellettuale. Il tutto in unquadro complessivo che sembradimenticare che non si tratta didiminuire le tariffe o abolirlema piuttosto di restituire senso,anche all'interno di un merca-to ipercompetitivo e liberista, avalori non negoziabili quali laqualità della prestazione pro-fessionale e il decoro di chi lafornisce.

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Nomina del direttore tecnico e la registrazione delle Cdc

Società di ingegneria,gli obblighi verso l'Anac

La delibera di nomina del direttoretecnico di una società di ingegneriadeve essere comunicata all'Autoritànazionale anticorruzione entro i cin-

que giorni successivi all'invio dell'atto di no-mina al registro delle imprese. È quanto haprecisato l'Autorità nazionale anticorruzione(Anac) con un comunicato del 15 novembre 2017del presidente Raffaele Cantone che forniscechiarimenti in ordine all'obbligo di comunica-zione dei dati di cui all'art. 6, comma 1, letterad), del dm 263/2016. Si tratta del regolamentoche stabilisce i requisiti che devono possedere glioperatori economici per l'affidamento dei servi-zi di architettura e ingegneria e individuazionedei criteri per garantire la presenza di giovaniprofessionisti, in forma singola o associata, neigruppi concorrenti ai bandi relativi a incarichi diprogettazione, concorsi di progettazione e di idee,ai sensi dell'articolo 24, commi 2 e 5 del decretolegislativo 18 aprile 2016, n. 50.

Il provvedimento ministeriale, attuativodel nuovo codice, sostituisce le disposizionidel dpr 207/2010 (il regolamento del preceden-te codice del 2006) che avevano a loro volta re-plicato le disposizioni applicative (dpr 554/99)della legge Merloni che riconobbe le società diingegneria nel nostro ordinamento. Uno deiprincipali adempimenti in capo alle società diingegneria è quello concernente la nomina deldirettore tecnico (un ingegnere o architetto conalmeno dieci anni di abilitazione che per i pro-fili tecnici si interfaccia con la società, essendosolidalmente responsabile con essa).

Ci sono poi anche altri oneri di comuni-cazione all'Anac che, dopo il regolamento mi-nisteriale del 2016, l'Autorità ha preso in esame

dal momento che è sempre questo organismo(prima era l'Avcp) a tenere dal 2000 il casellariodelle società di ingegneria e di professionisti e,da ultimo, l'elenco delle società di ingegneria abi-litate a operare in ambito privato dalla legge124/2017 sulla concorrenza.

Per quel che concerne le società di in-gegneria , quindi, già con un precedente co-municato del 22 marzo 2017 l'Autorità avevadettagliato gli oneri a carico di tali soggetti:in particolare era stato previsto che le societàcomunicassero, attraverso un apposito modu-lo e dovranno nei tempi indicati dal decretoministeriale, l'atto costitutivo della società eogni successiva variazione; l'organigrammaed eventuali variazioni; il fatturato «speciale»e la delibera di nomina del direttore tecnico.

Proprio su quest'ultimo punto si inne-sta il comunicato del presidente Anac inrelazione alle «segnalate difficoltà per lecamere di commercio di procedere all'iscri-zione nel registro delle imprese dell'atto dinomina del direttore tecnico dei soggetti di cuiagli articoli 2, 3, 4 e 5 del dm 263/2016».

Nel comunicato, in particolare , si pre-cisa che «il termine per la trasmissioneall'Autorità nazionale anticorruzione delladelibera di nomina del direttore tecnico, fis-sato dalla norma del dm 263/2016 in cinquegiorni dall'iscrizione dell'atto di nomina sulregistro delle imprese, deve ritenersi decor-rere dalla comunicazione dell'atto di nominadel direttore tecnico al registro delle imprese,indipendentemente dall'intervenuta registra-zione».

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Società di ingegneria Pagina 5

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Previdenza . Il rapporto Adepp sugli investimenti: cresce la gestione indiretta e calano gli immobili40 ùaz

i40oniPer le Casse sempre pi

Irrilevante la detassazione sugli impieghi in economia realeGiuseppe Latour

Un patrimonio in crescita,da 75,5 a 8o miliardi di euro(+6°c). Rendimenti pari al 3%ionetto. Forte progresso di stru-menti come i fondi comuni: or-mai le Casse gestiscono diretta-mente meno della metà dei loroattivi. E una fisarmonica dell'al-locazione degli asset che dise-gna tre tendenze chiare: la con-trazione della quota investita inimmobili (quasi sei punti in me-no dal 2013), la sostanziale stabi-lità della componente obbliga-

PERFORMANCE E NECESSITAI rendimenti a[ 3%Perii presidente Olivetiurgente cancellare gli entidagli elenchi delle pubblicheamministrazioni

zionaria e l'incremento del-l'azionario, salito di quasi settepunti negli ultimi anni.

In questa istantanea troviamolo stato di patrimonio e attivi de-gli Enti di previdenza privati, se-condo ilrapporto presentato ieriaRoma dall'Adepp, l'associazio-ne che riunisce le Casse dei pro-fessionisti. Il saldo positivo tracontributi (9,2 miliardi) e pre-stazioni (6 miliardi) e la buonagestione degli investimenti con-tinuano, insomma, a garantire lastabilità del sistema. Anche serestano aperti diversi temi. Co-me quello della governance de-gli investimenti: è ancora fermo,e potrebbe restare nei cassetti, ildecreto che dovrebbe regolarela materia. Senza dimenticare la

questione della tassazione. Co-me ha sottolineato il presidenteAlberto Oliveti, commentandoil dato dei rendimenti ala%io net-to: «Se fossimo residenti altroveinEuropa, non avremmo dovutopagare mezzo miliardo di impo-ste e il risultato avrebbe potutosfiorare il 3,7 per cento».

La detassazione degli investi-menti in economia reale previ-stadallalegge diBilancio 2017, inquesto scenario, serve a poco.I numeri presentati ieri dicono,infatti, che le Casse, a fine 2016,avevano già il 6,75% del capitalecomplessivo investito in azionidell'area euro: il limite del5°io de-gli attivi fissato per agevolarequesta tipologia di investimentiè, cioè, giàabbondantemente su-perato. Allo stesso tempo, l'ab-bandono dei crediti di impostaconcessi nel 2015 e nel 2o16 haportato nell'anno in corso mag-giori tasse per 30-32 milioni.

Numeri a parte, poi, Oliveti hachiesto soprattutto la fine della«volatilità legislativa» che ca-ratterizza la regolamentazionedi settore, commentando l'in-tervento del Governo che po-trebbe incentivare l'allocazionedi risorse nei fondi per il venturecapitai. Unaprima stabilizzazio-ne potrebbe arrivare dall'esclu-sione delle Casse dagli elenchiIstat della Pa, promessa merco-ledì dal sottosegretario all'Eco-nomia, Pier Paolo Baret-ta: «Chiediamo una modifica le-gislativa e non una semplice di-chiarazione di volontà - ha dettoancora Oliveti -. I tempi sonostretti, ma speriamo di averla en-tro la fine della legislatura».

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A bilancio

LE ATTIVITÀ INVESTITE IN IMMOBILIDati in percentuale

30 29,7%23,8%

15

02013 2014 2015

COMPOSIZIONEDELL 'ATTIVOA VALORI DI MERCATO

Dati di fine anno.Importi in milioni di euro

81.000...................................

77.000...................................

73.000...................................

69.000.................................

65.000

2016

LE ATTIVITÀ INVESTITE IN AZIONIDati in percentuale

30. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

15 16, 3% 16,5/.................. 9,8% 12,b.% ..................._ .................................._ ....

o2013 2014 2015 2016

2013 2014 2015 2016

Liquidità 4.916 6.608 6.398 6.449

Titoli di Stato 12.938 15.238 14.193 14.414

Altri titoli obbligazionari 6.530 6.612 6.266 5.111

Azioni 4.075 5.816 8.151 7.690

Fondi di 8 305 8 769 11 892 16 668investimento mobiliare

Altri fondi di investimento

.

10.425

.

12.775

.

14.379

.

15.749

Immobili direttamente 11.521 8.754 6.687 5.824posseduti

partecipazioni in società 582 512 473 533immobiliari

Polizze assicurative 435 417 391 465

Altre attività 5.913 6.408 6.648 7.132

Fon-te:Adepp

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La campagna

Imprese, avvocatimedici, chi tornasul carro di Silvio

Gelmini ha organizzato una tre giorni conil mondo delle professioni. E c'è anche Squinzi

«Berlusconi? In fondo non è maiuscito di scena ed è inevitabileche sia un interlocutoreimportante con cui confrontarci»,racconta Ettore Prandini, numerodue della Coldiretti. Perché itempi come il vento cambianorapidamente, «basta vedere cosaè accaduto in Sicilia, quello è statoun test importante», fa notareRoberta Chersevani, presidentedell'Ordine dei medici che purepredica neutralità edequidistanza. Il fatto è che c'ètutto un mondodell'imprenditoria, della finanza,delle professioni che si stariposizionando. Il "carro" di Silvioche fino a una manciata di mesi faattraversava malmesso e vuoto ildeserto della politica, si fa giornodopo giorno più affollato. C'è lafila per salirci su. E così, è bastatoorganizzare da oggi a domenicaall'hotel Gallia di Milano una tregiorni di ascolto del mondo dellavoro e dell'economia, promossoda Mariastella Gelmini e AndreaMandelli di Forza Italia, pervedere il parterre riempirsi di

protagonisti e pedine di pesocome non accadeva dagli annid'oro del Cavaliere mattatore allekermesse di Confindustria.«Vado, ma non mi va di parlarne»,taglia corto proprio l'expresidente degli imprenditoriGiorgio Squinzi, amministratoreunico della Mapei, che parleràdomani pomeriggio. Uno chetuttavia all'area che gravitaattorno a Forza Italia ha sempreguardato con un certo interesse(basta scorrere la lista deicollaboratori di cui si è circondatonegli anni della sua presidenza invia dell'Astronomia).La lista degli ospiti e dei relatorinei vari panel che si susseguonofino alla chiusura, domenicamattina, di Silvio Berlusconi èlunga al di là di ogni ottimistica

Online Rep ©

Gozi a ReptvPd e nord, Giorgio Gori oggi èospite dei videoforum di Reptvalle ore 12. In studio MassimoGiannini e Laura Pertici

previsione degli organizzatoridell'evento (#Ideeltalia La vocedel Paese). Niente bandiera dipartito, tanto non serve.Oggi il Cavaliere interverràall'assemblea di Confapi, laConfederazione della piccola emedia industria privata. E il suopresidente, Maurizio Casasco,ricambierà sabato pomeriggioall'iniziativa forzista di Milano.Anche se il mega convegno ètalmente aperto e trasversale chedirà la sua nel panel dei sindacatianche il segretario generale dellaCgil locale Massimo Bonini.«Andremo ad ascoltare ma anchea dire la nostra, ad esempio che lapolitica, anche quella di ForzaItalia, non può girare solo attornoalla questione della prima casa»spiega Giorgio Spaziani Testa,presidente di Confedilizia. «Dettoquesto, noi le aspettative lenutriamo verso tutte le forzepolitiche». Ma a Milano ci sonoanche il presidente del Consigliodei commercialisti Davide DiRusso e quello del NotariatoSalvatore Lombardo, Paolo Crisafidi Assoimmobiliare e MarcoDettori di Assoimpredil Ance,Nunzio Luciano presidente dellaCassa forense e Paolo Uggèvertice della federazioneAutotrasportatori, tra gli altri.Roccaforti dell'elettorato dicentrodestra che dopo annidiauto esilio forse tornano alla base.«Li abbiamo invitati tutti, aprescindere dalle tessere», spiegaAndrea Mandelli, presidentedell'ordine dei farmacisti eorganizzatore dell'eventoassieme a Paolo Romani eGelmini, oltre che senatore diForza Italia. È lui uno degli uominiponte con molti di quei mondi,oltre che figura di prima pianonella galassia berlusconiana. «Ilvento è sicuramente cambiato,ma quello a cui stiamo assistendoè frutto della nostra attenzione diquesti anni verso le categorieproduttive e i corpi intermedi».Tradotto: dopo annidi mietitura,per Silvio Berlusconi è venuto iltempo della raccolta. Comesempre, alle urne.©RIPRODUZIONE RISERVATA - C.I.

Professionisti e politica Pagina 8

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Professioni . La Corte Ue condanna gli onorari vincolanti se non vi è un controllo dell'autorità pubblica

Vietate le tariffe minime inderogabiliUn'organizzazione di categoria non può violare la libera concorrenza

Marina Castellaneta

Se le norme interne bloccanoogni possibilità di accordo tracliente e avvocato per stabilire unonorario inferiore a quello fissatoda un'organizzazioneforense noncontrollata dall'autorità pubblica,si violano le norme Ue sull a liberaconcorrenza. Quindi, se un consi-glio di un ordine forense di unoStato membro non agisce come«emanazione della pubblica auto-rità» ma come organizzazione dicategoria, il divieto di determina-re onorari piùbassi e l'impossibili-tàper il giudice di liquidare questiimporti sono incompatibili colTrattato Ue. Lo ha stabilito la Cor-te di giustizia Ue con la sentenzadepositata ieri nelle cause riuniteC-427/16 e C-428/16.

A rivolgersi alla Cgue è stato ilTribunale di Sofia (Bulgaria), peruna controversia tra due societàche in due procedimenti distintiavevano chiesto un'ingiunzionedi pagamento a due cittadini chenon avevano rifuso gli onorari diavvocato e il compenso di un con-sulente giuridico. I giudici aveva-no bloccato l'atto perché i paga-menti riguardavano una pattui-zione tra clienti e società con im-porto più basso di quello previstodal regolamento nazionale.

La C gue ha chiarito chela deter-minazione degli onorari minimiimposti dalla normativa naziona-le, «equivale alla determinazioneorizzontale di tariffe minime im-poste». Quindi, se l'ordine foren-se, costituito da avvocati eletti dacolleghi, non agisce come «ema-nazione della pubblica autoritàche opera a fini di interesse gene-rale», senza il controllo di un'au-torità pubblica, si violano l'artico-

In sintesi

011 IL PRINCIPIOQuando le tariffe minime perl'esercizio della professioneforense sono determinate - pernormativa nazionale - dau n'organizzazione di categorianon soggetta a controllopu bblico, c'è una«determinazione orizzontale ditariffe minime imposte»

021LENORMESi violano così l'articolo 101,paragrafo 1, delTfue (che vieta gliaccordi tra imprese) e l'articolo 4,paragrafo 3, del Trattato Ue (lealecollaborazione)

lo 101, paragrafo 1, del Trattato sulfunzionamento dell'Ue (divietodi accordi tra imprese e decisionidi loro associazioni) e l'articolo 4,paragrafo 3, del Trattato Ue (prin-cipio di leale cooperazione). LaCorte non si pronuncia sulla giu-stificazione ditale restrizione sot-to il profilo del conseguimento diobiettivi legittimi, lasciando l'ac-certamento al giudice nazionale.

La sentenza, poi, chiarisce che ilsistema nazionale per cui l'Iva èparte integrante degli onorari de-gli avvocati (col loro doppio as-soggettamento all'imposta), violala direttiva 2oo6/112 sul sistemacomune Iva che, per il principio dineutralità fiscale, impedisce chel'assoggettamento delle attivitàprofessionali di un soggetto passi-vo generi doppia imposizione.

Sulla questione pregiudizialerelativa alla rifusione degli onora-ri d'avvocato a persone giuridichee lavoratori autonomi del com-mercio se assistiti daun consulen-te giuridico, la Corte lascia ampiospazio agli Stati: la direttiva77/249 facilita l'esercizio effettivodella libera prestazione di servizidi avvocati e non si occupa di rifu-sione di prestatori dei servizi giu-ridici decisa daun giudice.

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Tariffe minime autotrasporti Pagina 9

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Pianeta UniversitàDIDATTICA E ISTRUZIONE

Valeria Fedeli . Negli ultimi due anni i I Fispassato da 162 a 217 milioni: lamini stra

ha detto che questo tema udeve coinvolge retutti: ate nei, si ste ma nazionale

di finanziamento e sistemi regionali »

Borse di studio. Fra20lle2015, ogni anno 45-50milaraggazzi senzaassegno pur avendone di itto - Nel2016 ilnumeroè sceso a9471

Atenei ancora troppo «chiusi»Corte dei conti: oltre metà dei posti ai docenti interni e poche chiamate direttedi Marzio Bartoloni

Dopo sette anni lariforma dell'Univer-sità non è ancora del tutto a regime.E in più ha falle evidenti, come le re-gole sul diritto allo studio (leggasi

borse e servizi per gli studenti) mai scritte e chevedono ancora oggi decine dimigliaia diragaz-zi privati di un aiuto a cui invece avrebbero di-ritto perché ne hanno i requisiti. Ma ci sono al-tre crepe meno visibili che mostrano un "tradi-mento" dello spirito della riforma Gelmini va-rata anche con l'obiettivo di portare aria frescanei nostri atenei, in passato troppo autorefe-renziali. Traitantissimi dati raccolti dalla Cor-te dei conti nel suo primo referto presentato ie-ri sull a legge 240/2010 spicca ad esempio quellosulle assunzioni dei docenti universitari, conleUniversità poco propense ad assumere candi-dati esterni, privilegiando in oltre la metà deicasi quelli interni.

La riforma,che ha tentato di superare loscandalo dei concorsi locali truccati introdu-cendo una specie di filtro nazionale - l'abilita-zione (una "patente per titoli" per diventareprofessore) a cui segue una selezione locale -,prevedeva, tra le altre cose, anche alcuni palettiche le Università dovevano rispettare per«consentire - ricordano i magistrati contabili -una maggiore apertura delle carriere universi-tarie a ricercatori che avessero maturato signi-ficativi risultati scientifici in altre istituzioni».

Ad esempio, nel 2o14 e nel 2015, sono statirispettivamente solo 86 e 203 i professori (su2.498 e 3.569 complessivi) che hanno conqui-stato una cattedra come esterni nonostantela riforma prevedesse una riserva minima dialmeno un quinto dei posti disponibili da as-segnare a chi negli ultimi 3 anni non avesseprestato servizio nell'ateneo (con ben 17 ate-nei che praticamente non hanno tenuto vin-colante il paletto).

La Corte sottolinea poi come sia «rilevante»pure il numero delle chiamat e relative al p erso-nale in servizio nella stessa Università, anchequi non rispettando l'altro vincolo della rifor-ma inbase al quale, nell'ambito delle risorse di-sponibili perla programmazione si consentivaagli atenei di destinare a tale forma di chiamata

«fino alla metà dell e risorse equivalenti a quellenecessarie per coprire iposti disponibilidipro-fessorediruolo».E invece- sottolineail referto-ben26Università (circaunterzo dituttigliate-nei) hanno utilizzato ben più della metà delleposizioni disponibili per i candidati "allevati"all'interno (in particolare ricercatori di tipo b)«con punte, anche elevate, dell'ordine del 74 edell'84per cento».

Poche anche le chiamate dirette (corsie pre-

ferenziali p erstudiosi merit evoli che magari la-

vorano all'estero) o quelle per chiara fama: dal

2011 al 2015 se ne contano solo 237 (concentrate

nell'ambito dei professori di seconda fascia) e

appena 13 per chiara fama. Una scelta quindi

contraria al dettato della riforma e solo inparte

giustificata dal parziale blocco del turn over e

dai tagli subiti dal Fondo di finanziamento che

in 1o anni ha perso un miliardo (su quasi 8), co-

minciando a risalire solo negli ultimi due anni.

Fin quiidocenti.Perché lamagistraturacon-tabile chiede di correggere il tiro anche sulfronte del diritto allo studio dove da sette anni siattende la definizione deilivelli essenziali delleprestazioni. E dove continua lo scandalo tuttoitaliano degli studenti idonei senza borsa. In

pratica dal2oufino al 2015- come ricordano i da-ti della Corte dei conti - inmedia45-5omlla stu-denti ogni anno nonostante avessero tutti i re-quisiti per ricevere la borsa di studio non l'han-no avuta per mancanza di risorse . Con Regionicome la Calabria o la Sicilia dove nel 2o15 duestudenti su tre nonhanno ottenuto l'aiuto di cuiavrebbero avuto diritto (in Campania è statalametà). Nell'anno accademico 2015/2016 il datoè sceso a "solo" 9.471 studenti senza borsa, acausa però diun diverso meccanismo di calco-lo dell'Isee (l'indicatore economico che decidechi ne ha diritto) che poi è stato subito rivisto.Negli ultimi due anni va invece segnalato che ilGoverno ha aggiunto oltre 5o milioni al suocontributo (il Fis: Fondo integrativo statale),portandolo da162 milioni a 217 milioni . Unano-vità ricordata ieri anche dalla ministra del-l'Istruzione Valeria Fedeli che ha ribadito co-me questo tema «deve coinvolgere tutti i sog-getti del sistema: atenei, sistema nazionale difi-nanziamento e sistemi regionali ». MentreElisa Marchetti, che rappresenta gli studentidell'Udu,ha sottolineato come il dato dei fondiregionali sembri più alto, ma in realtà non lo sia,«visto che alloro interno sono conteggiate an-che le risorse provenienti dalla tassa pagata datutti gli studenti . Nell'anno accademico 2o15/16le borse di studio sono state finanziate per il45,6%i" dalle tasse degli studenti».

Nel suo referto , infine , la Corte analizza am-piamente anche le modalità di finanziamentodegli atenei, invocando per il futuro la creazio-ne di una quota stabile del fondo Ffo che nonoscilli ogni anno , da destinare al funzionamen-to del sistema, con la quota premiale da finan-ziare invece con risorse aggiuntive (oggi que-sta sottrae fondi alla quota base ). Serve poi unamaggiore valorizzazione dell'autonomia delleUniversità, soprattutto sehannoicontiaposto.«I dati della Corte - avverte Gaetano Manfredialla guida dei rettori italiani (Crui) - fannoemergere da un lato che la qualità gestionale èmolto migliorata e potrebbe essere anche unesempio per tutto il comparto pubblico e dal-l'altro che le risorse si sono ridotte moltissimo equesto incide sul reclutamento, sull'età dei do-centi e sul diritto allo studio».

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Gli investimenti e i premi al merito

NUMEROSTUDENTI IDONEI 60.000.....................SENZA BORSA

In virtù di un diverso 50.000

metodo di calcolodell'Isee, il numero 40.,20.0di studenti"non soddisfatti" 30.000....................nel 2016 è scesodrasticamente

Spesa regionaleMilioni di euro

Importo FIS*Milioni di euro

Importo complessivoMilioni di euro

Numero studentiidonei

Numero studentibeneficiari

Percentualedi soddisfazione

2011 2012 2013 2014 2015 2016

334,4 294,4 ♦ 313,8 V 322,6 ♦ 336,7 V 335,9 ♦

98,6 162,9 ♦ 149,2 V 162,7 ♦ 162,0 V 162,0

433,0 457,3 ♦ 463,0 ♦ 485,3 ♦ 498,7 ♦ 497,9 ♦

176.353 171.819♦ 171.304V 179.284A 188.612♦ 146.958v

131.263 114.817v 136.621A 133.117♦ 139.370A 137.487♦

74,43 66.82 ♦ 79,75 ♦ 74,25 ♦ 73,89 v 93,56 ♦

(*) Fondo integrativo statale Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati Miur

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