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Centro Studi C.N.I. 21 aprile 2016

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 21 aprile 2016

Pagina I

PERITI INDUSTRIALI

Competenze più «definite» per le professioni tecnicheSole 24 Ore - Focus 21/04/16 P. 46 1

Piano professioniSole 24 Ore 21/04/16 P. 47 2

ARCHITETTURA

Architettura che s'interroga Coerenza e libertà di GehryCorriere Della Sera 21/04/16 P. 31 Vittorio Gregotti 3

CODICE APPALTI

Ombre sul codice degli appaltiItalia Oggi 21/04/16 P. 27 Giorgia Pacione DiBello

5

CATASTO

Per il Catasto riordino senza rincariSole 24 Ore 21/04/16 P. 41 Cristiano Dell'Oste 6

PERITI INDUSTRIALI

Dare spazio al «saper fare» dei giovaniSole 24 Ore - Focus 21/04/16 P. 46 GiampieroGiovannetti

8

MONTE DEI PASCHI

Cassa depositi e prestiti e salvataggio di Monte dei PaschiCorriere Della Sera 21/04/16 P. 37 9

CASSE COMMERCIALISTI

Per la Cassa commercialisti patrimonio a 6,4 miliardiSole 24 Ore 21/04/16 P. 45 10

COMMERCIALISTI

Commercialisti, tirocinio a sceltaItalia Oggi 21/04/16 P. 34 Gabriele Ventura 11

GRANDI OPERE

Astaldi, a maggio il piano industrialeSole 24 Ore 21/04/16 P. 30 Laura Di Pillo 12

PERITI INDUSTRIALI

Tra avvocati e periti via libera all'associazione professionaleSole 24 Ore - Focus 21/04/16 P. 46 Guglielmo Saporito 13

I periti puntano sulla «triennale»Sole 24 Ore - Focus 21/04/16 P. 46 Giorgio Costa 14

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Il dipartimento delle Politiche europee ha inviato a Bruxelles il Piano che vuole ridisegnare i confini tra periti e ingegneri

Competenze più «definite»per le professioni tecniche

Per le professioni tecnichecompetenze e formazione in chia-veUe. Sarà un tavolotecnicoconilministero del Lavoro, dell'Istru-zione, le Regioni e l'Isfol a dare se-guito in Italia al Piano nazionaledi riforma delle professioni, cheil dipartimento delle Politiche eu-ropee presso la Presidenza delconsiglio dei ministri ha recente-mente inviato a Bruxell es e che trai suoi obiettivi prevede, appunto,di rimettere mano alla formazio-ne dell e professioni di p erito indu-striale e di ingegnere. Si tratta inpratica di attuare quell'eserciziodella trasparenza previsto dallanuova Direttiva qualifiche(2013/55/Ue), secondo il quale gliStati membri sono tenuti a comu-nicare alla Commissione un elen-co delle professioni regolamenta-te, specificando le attività con-template da ciascuna di esse,valu-tando se i requisiti all'accessorispettano i principi di non discri-minazione, di interesse generale edi proporzionalità.

L'obiettivo ultimo è semplice:creare un quadro normativo piùmoderno, flessibile e trasparente,che punti a rendere più efficienteed efficace i1 sistema di reciprocoriconoscimento delle qualificheprofessionali e poi a favorire mag-giormente la mobilità dei profes-sionisti all'interno degli Statimembri. Il primo passo dell'eser-cizio di valutazione delle regola-mentazioni nazionali, è stato quel-lo di identificare le professioni re-golamentate in ogni Paese. Quin-di, sulla base dei primi risultati, èseguito uno screening e un'analisiapprofondita delle professioni,suddivise in due gruppi, il cui e sit oè stato presentato in piani di rifor-

L'obiettivo finaleè quello di chiarireuna volta per tuttele diverse aree di interventodelle singole categorie

ma nazionali. Per il primo gruppo(servizi alle imprese, edilizia, in-dustria manifatturiera attività im-mobiliari, trasporti, commercioall'ingrosso e al dettaglio) il Pianodi riforma nazionale era stato pub-blicato nel luglio 2015, mentre ilPiano definitivo è stato pubblica-to solo poche settimane fa e inclu-de anche il secondo gruppo dipro-fessioni (istruzione, tempo libero,sanità e servizi sociali, servizi direte, pubblica amministrazione,turismo, altri servizi). Se all'iniziodell'esame siregistravano 14.3 pro-fessioni regolamentate in Italia,nel primo piano di riforma si sale a169 e nell'ultimo documento a 174.

Ma è proprio sulle professionitecniche che si sofferma il Pianonazionale, a causa di quell a sottilelinea di divisione esistente tra leattività di geometri, ingegneri, pe-riti industriali e periti agrarie delparitraingegnereindustriale e pe-rito industriale e tra ingegneredell'informazione e perito indu-striale. Nelle schede relative alle

*IL Piano delle professioni è statorealizzato in collaborazione conle amministrazione pubbliche,l'Isfol e le Regioni, sentiti gliOrdini, i Collegi e le associazionidi categoria e dà attuazioneall'articolo 59 della direttiva2005/36/CE sul riconoscimentodelle qualifiche professionali

professioni tecniche contenute inquesto documento di riforma tre ipunti da sottolineare: innanzitut-to l'opportunità di definire in ma-niera più chiara le competenzeper ciascuna professione, in se-condo luogo la necessità di porta-re a t ermine il Test o unico delle di-sposizioni vigenti in materia diprofessioni tecniche per avere unchiaro e omogeneo riferimentonormativo e, infine, la necessità diavviare, con la coll aborazione de-gli ordini professionali, una pro-fonda e periodica revisione deicontenuti didattici dei corsi uni-versitari per rispondere alle ri-chieste sempre più pressanti delmercato del lavoro anche a livelloeuropeo e internazionale.

Un'occasione a portata di ma-no per lo Stato itali ano di rimedia-re ai pasticci legislativi dell'ulti-mo decennio che hanno sostan-zialmente tradito quello cheavrebbe dovuto essere un princi-pio guida secondo cui a una for-mazione deve corrispondere unaprofessione. Per questo iperiti in-dustriali, insieme alle categorieche compongono la Rete delleprofessioni tecniche, hanno in-viato un documento al diparti-mento delle Politiche comunita-rie nel quale concordano, all'una-nimità, che le professioni regola-mentate possono essereesercitate unicamente con due li-velli di formazione (enonaddirit-tura tre come è accaduto fino adora), di tipo universitario o deltutto equivalente. E ciò per assi-curare un criterio univoco di rife-rimentoper consentireun'agevo-le definizione delle competenzericonosciute a ciascuna profes-sione nell'ordinamento italiano.

N.T.

91 E] PRODU Z NE RISERVATA

Periti industriali Pagina 1

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*IL Piano delle professioni è statorealizzato in collaborazione conle amministrazione pubbliche,l'Isfol e le Regioni, sentiti gliOrdini, i Collegi e le associazionidi categoria e dà attuazioneall'articolo 59 della direttiva2005/36/CE sul riconoscimentodelle qualifiche professionali

Periti industriali Pagina 2

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L'® iterveiit ersea Park, Londra

Architettura che s'interrogaCoerenza e liberta di "`

di Vittorio Gregotti

Londra, oltre agli or-mai famosi 123 grat-tacieli i cui progettiattendono l'approva-

zione per essere realizzati, è inavanzata costruzione il grandetriangolo di circa 330 mila me-tri quadrati che affaccia sul Ta-migi, a est di Battersea Park,attorno alla Battersea PowerStation, monumento della pri-ma era industriale, per moltianni difeso dall'attacco specu-lativo. Oggi però la speculazio-ne è vincitrice e l'interpreta-zione praticistica del linguag-gio della modernità, oltre alleprevisioni di un aumento didue milioni di nuovi abitantinei prossimi cinque anni perLondra, ha offerto il sostegnodecisivo.

All'interno di questo ampioe centralissimo nuovo conte-sto, uno degli edifici diversa-mente concepiti sarà costruitosu un progetto, noto da qual-che tempo, di Frank Gehry, lacui prospettiva viene utilizzatasui quotidiani come materialedi propaganda per la venditadegli appartamenti.

Le qualità del disegno diGehry sono come sempre, an-che se collocate in un discuti-bile contesto, di grande inte-resse, forse anche proprio pergli interrogativi delle specialisoluzioni rappresentative del-lo stato delle cose proposto dalcelebre architetto. Si tratta diinterrogativi diversi piuttostoche proposte di indicazionifondate sul difficile futuro del-la pratica artistica dell'archi-tettura dei nostri anni, ma cer-to, nel caso di Frank Gehry, as-sai più interessanti, proprioperché dubitative, e soprattut-to lontane dalle proposte chesono oggetto della notorietàtelevisiva di alcune delle archi-star sempre alla ricerca di no-vità formali, provvisorie emercantili.

Ho conosciuto Frank Gehry

II rendering dei progetto di Gehry all'interno di Battersea Park, a Londra

una quarantina di anni fa negliStati Uniti, e poi a Milano inoccasione del concorso dellearee di Pirelli Bicocca; è statomio ospite a Venezia, poi cisiamo rivisti a Bilbao, a Romae ancora nel suo studio negliStati Uniti. Ho seguito semprecon grande interesse l'evolu-zione del suo lavoro e la suacomplicata relazione con latradizione della modernitàche si era divisa, dopo il conve-gno Ciam del 1951, in due par-

ti: una che guardava ad unanuova relazione, senza imita-zioni, con il contesto e la sto-ria, l'altra che pensava alle su-pertecniche come unico futu-ro per l'architettura.

Queste complicate riflessio-ni intorno a una diversa conce-zione delle sequenze spazialitrovarono una prima ripostacompiuta nel museo di Bilbaoe con la sua tesi di una distin-zione tra spazi di uso e libereforme esterne di ciò che appa-

La visione dei grandi prog)(1 I isi iLa nuova inizidiivd edi101iale dei «Corrieredella Sera». Lesioni di urchi(e((uru edosi, n, è dedicala ai pro-C11 islI piùimportanti che hanno cambialo i volli dicillìi o interi Paesi. In edicola questasettimana il volume dedicalo a NormanI osler, a,qo raro in aggiunta al prezzo

La copertina della deI quoi idiano.'fra le prossime usciteseconda uscita seti imanaii. Le Corhusier e /alla I ladid.

Architettura Pagina 3

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re della costruzione, forse unanuova interpretazione del-l'idea di decorazione. Poi il suolavoro è divenuto un'intelli-gente variazione continua ecoerente di quei principi. Aquel punto la critica alle con-venzionalità di alcune inter-pretazioni praticistiche delmovimento moderno è ciò checaratterizzerà il suo lavoro. Sitratta di un lavoro di architet-tura che cerca la libertà, soven-te operato con talento e misu-rate eccezioni anche rispettoalla consolidata tradizionedella qualità delle opere stessedi Gehry.

Tutto questo mentre alcunealtre archistar, con motivazio-ni assai diverse, sembravanovolersi aprire a nuove modalitàdi linguaggio come illustrazio-ne del globalismo finanziariocompiuto. Tutti cercavano,specie a partire dagli anni Ot-tanta, punti di riferimento an-che nelle arti visive, anch'essein crisi e a loro volta disperata-mente alla ricerca di ogni ori-ginalità stilistica assai incertanelle indicazioni di un futuropossibile e necessario di fron-te alle contraddizioni del pre-sente.

La soluzione proposta daFrank Gehry nel caso di Batter-sea Park sembra, o meglio po-trebbe essere interpretata, purnella grande qualità e astuziadel disegno, piuttosto comeun ritratto del tremblement deterre a cui la cultura, ed in par-ticolar modo le arti, sono sot-toposte nei nostri anni, e di uncaos inutilmente alla ricercadella diversità temporanea cheattraversa anche la pratica arti-stica dell'architettura.

Un ritratto certamente digrande qualità della nostracondizione quello di Gehry,che offrirà anche suggerimen-ti futuri, ma destinato però adescrivere una condizione dicrisi senza alcuna indicazioneper il possibile necessario perrisolverla.

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Ombre sul codice degli appaffiPiù ombre che luci sulla riformadel Codice degli appalti. È questoil giudizio che la Cna (Confedera-zione nazionale dell'artigianato edella piccola e media impresa) dàdopo che il 19 marzo 2016 la rifor-ma del Codice degli appalti (dlgs5012016) è stata pubblicata sullaGazzetta Ufficiale.«Registriamo, purtroppo, alcune oc-casioni mancate», spiega la Cna eaggiunge, «ci riferiamo al mancatoinnalzamento a 258 mila euro dellasoglia di iscrizione obbligatoria alleSoa e all'eliminazione dell'obbligodi comprendere anche la verificadell'incidenza della mano d'operanel documento unico di regolari-tà contributiva. Infine, continuaa preoccuparci molto che largaparte della riforma sia demanda-ta a successivi interventi, decretie linee guida, senza, al momento,

coinvolgere le associazioni dellepiccole imprese».

L'impegno della Cna sulle mi-ero e piccole imprese , si legge «hapermesso significativi successi. Inparticolare, la suddivisione in lottidelle gare d'appalto, l'aumento delnumero di operatori economici in-vitati alle procedure negoziate, iltetto massimo fissato al 30% delleopere che si possono subappaltaree il pagamento diretto dei subap-paltatori nel caso siano micro opiccole imprese».

È proprio in quest'ottica, quindi,che la riforma del Codice degli ap-palti assume un'aspetto indispen-sabile per il sistema delle piccoleimprese e che la Cna, conclude lanota, «vigilerà sull'iter del provve-dimento».

Giorgia Pacione Di Bello-QRiprodu, une riservata----

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Al convegno per i 130 anni dell'amministrazione confronto fra i funzionari del Fisco e gli esperti del Sole

Il ce i istro dell'Economia Casero: il punto fermo è l'inv i za di gettito a livello comunale

Cristiano Dell'Oste

«L'invarianza di gettito a li-vello comunale è un punto fer-mo. Penso che ricominceremo adiscutere della riforma del cata-sto e da qui ripartiremo: l'aveva-mo deciso all'unanimità». Le pa-role del viceministro dell'Eco-nomia, Luigi Casero - pronun-ciate ieri a Roma al convegno peri 130 anni dei catasto - suonanocome una garanzia per tutti queiproprietari d'immobili che te-mono nuovi rincari dalla riformadel catasto. E non a caso la preci-sazione è stata definita «impor-tante» da Confedilizia ieri conun comunicato.

Il riordino è stato messo instand-by dal Governo l'estatescorsa, ma ora è richiamato nel-l'agenda delle riforme dal Def, siapure conuna certa prudenza e do-polaverifica degli effetti distribu-tivi per contribuenti e Comuni, dacompletare tra il 2016 e il 2018. Inattesa delle «scelte politiche checompetono al Governo», però, illavoro dei tecnici non si ferma,come haricordatoil direttore del-le Entrate, Rossella Orlandi.L'obiettivo è arrivare aunsistemaintegrato in cui sia possibile repe-rire le informazioni identificati-ve, tecniche e censuarie, oltre aquelle relative alla titolarità degliimmobili e al loro valore Omi.

Quello del catasto è un «workin progress», ha aggiunto Ga-briella Alemanno, vicedirettoredelle Entrate, nel corso del dibat-tito seguìto alla prolusione di Sa-verio Miccoli, ordinario di Esti-mo civile all'Università La Sa-pienza. «Dopo lo stop alla rifor-ma - ha spiegato Alemanno - cisiamo fermati con le attività distima degli immobili, ma è prose-guita la pulizia delle banche da-ti». Il che significa individuare leunità immobiliari che si trovanoin uno stesso edificio (così da faremergere i classamenti anoma-

li), ma anche - ad esempio - boni-ficare le particelle catastali inco-erenti: solo nel 2o15 ne sono statec Irrette 671nila. Va in questa di-rezione anche la pubblicazionedella consistenza in metri qua-drati delle unità a destinazioneordinaria, scattata il 9 novembrescorso. «Ed è un passaggio checrea anche maggiore partecipa-zione del cittadino», ha sottoli-neato Alemanno.

Proprio sull'importanza dicoinvolgerei proprietari tramite iprofessionisti si è soffermato ilpresidente dei geometri, Mauri-zio Savoncelli, categoria da cuinel2o15 è arrivato ilgrosso delmi-lione e 262mila Docfa per varia-zioni e nuove costruzioni. Savon-celli hafattounappello a «nonim-poverire l'Agenzia di professio-nalità tecniche: anche se dal 1°giugno scorso trasmettiamo gliatti solo in via telematica abbia-

Il direttore delle Entrate,Rossella Orlandi:le scelte politichecompetono a1Governo,il lavoro dei tecnici continua

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casa. il nuovo ca€; op["0aTa la

ill1d€ t os, lif!arsfo:r-aaLunedì scorso JISole 24 Ore hadato notizia che il.Defvaratodal.Governo parla di revisione deivalori catasial.i da avviare eri troil.2018.anchesetale revisione«sarà oggettodi interventi piùgenerali eorganici...alternminedJicomplesse operazioni diaIineamnto delle basi dati».

mo bisogno di un'interfaccia ne-gliuffici». Sempreintema diinte-razione tra privati e amministra-zione,il presidente delNotariato,Maurizio D'Errico, ha ricordato«l'esperimento riuscito dellaconformità catastale», la cuiveri-fica al momento del rogito è ob-bli atoria dal2010.

E emersa con forza anche lanecessità di un maggiore coin-volgimento dei Comuni, taloradistratti nella "manutenzione"della propria base imponibile,intesa come verifica del correttoaccatastamento degli edifici (co-me spiegare, altrimenti, le cittàcon il record di immobili iscrittiin categorie a rendita zero, comecollabenti o in costruzione?). Sulpunto Alessandro Cattaneo,presidente della Fondazione va-lore comune dell'Anci, è statochiaro: «Il tema "patrimonio",sia publico che privato, era in co-da alle priorità dei Comuni, ma iltrend è cambiato, anche perla ri-duzione di risorse subita daglienti locali. Ora chiediamo solo allegislatore di darci un quadronormativo certo, poi dovremoessere bravi a lavorare a livellolocale in pool con professionistie contribuenti per metter manoalla questione catastale».

L'impressione, comunque, èche per mettere mano alla que-stione catastale a livello nazio-nale sarà indispensabile supera-reirischi di impopolarità trai cit-tadini, oltre che di rincari. Unaiuto in questa direzione può ar-rivare dall'abolizione del prelie-vo sull'abitazione principale, co-me ha spiegato il direttore gene-rale delle Finanze, Fabrizia La-pecorella: «Le prime case sonopossedute per il 36%io da dipen-denti e per il 4o%i" da pensionati.Aver detassato la prima casa eli-mina alcune graviiniquità distri-butive del prelievo e riduce lapercezione della tassazione». Alconvegno sono intervenuti per isaluti anche Giancarlo Pezzuto,capo di stato maggiore dellaGuardia di finanza, e GianfrancoRossi, comandante dell'Istitutogeografico militare. La giornatasi è chiusa conle risposte dei fun-zionari delle Entrate alle doman-de del Sole 24 Ore.

El RIPRODUZIONE RIS ERVATA

Catasto Pagina 6

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1 130 anni. I relatori del convegno sull'anniversario del Catasto, occasione peri[ forum sui quesiti del Sole 24 Ore

I dati 2015

DocfaDichiarazioni di nuovacostruzione registrate

VisureVisure pervia telematica

IspezioniIspezioni ipotecarie telematiche

ClassamentoVerifiche sul classamento delleunità immobiliari

Catasto Pagina 7

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di Giampiero Giovannetti

a scelta dei periti indu-striali di costruire un cor-so triennale professiona-

lizzante non è una scelta a uso econsumo della categoria. È unascelta che nasce da un'esigenzadel Paese e per il Paese. E unascelta che punta ad offrire allegenerazioni future un modellodiverso di saperi, integrato eflessibile, in grado di proiettar-le davveroverso una dimensio-ne europea.

L'Italia, oltre ad avere unbasso numero di laureati ed es-sere fanalino di codarispetto aigiovani occupati, sconta un'al-tra grave criticità: l'assenza diun percorso formativo terzia-rio professionalizzante. Con ilrisultato che, dopo il diplomadi scuola secondaria superio-re, l'orizzonte dei ragazzi siapre e si chiude con l'universi-tà, anzi con la laurea quinquen-nale. Non esiste un canale pa-rallelo capace di coniugarequelnotobinomio del "sapere"conil "saper fare". Era il compi-to delle lauree triennali, mala-mente riuscito, purtroppo.

Ad aggravare le cose, poi, unlegislatore disattento, nell'ema-nareilDpr328/2oo1,ha sfilaccia-to ancora di più quel binomio,privando del necessario colle-gamento il rinnovato sistemauniversitario del 3+2 con quellodelle professioni. Parallelamen-te, è venuto meno anche il tradi-zionale canale formativo rila-sciato dalla scuola secondariasuperiore, che conlariformavo-luta dall'ex-ministro Gelmini, èandato sempre più depauperan-dosi, risultando oggi del tuttoinadeguata per il tecnico di pri-mo livello.

Ad oltre 15 anni da questo pa-sticcio, quindi, è opinione con-divisa che serva un nuovo mo-dello formativo capace di dipa-nare questo groviglio normati-vo in cui è rimasta incagliata neltempo la professione di peritoindustriale e in generale la pro-fessione tecnica di primo livello.Ne è la dimostrazione il fatto chead oggi l'accesso agli albi è con-sentito a soggetti dai profili for-mativi estremamente differen-ziati tra loro.

Al di là della complessità chequesto crea all'interno dell'uni-

a.re spazioIre»«sape1

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uci giovaniverso professionale, dove almo-mento coesistono livelli forma-tivi e specializzazioni professio-nali estremamente diversificati,vi è da sottolineare che nessunodei titoli formativi appare ido-neo a soddisfare le esigenze dicompetenze che provengonodal mercato.

La dimostrazione che ci siaqualcosa che non funziona nel-l'attuale sistema, l'ha fornita ildipartimento delle politiche co-munitarie che, nel redigere ilpiano nazionale di riforma delleprofessioni, appena inviato aBruxelles, ha individuato tra leuniche priorità quella dimetteremano alla formazione dei peritiindustriali e degli ingegneri,prevedendo la corrispondenzadei due livelli professionali adue livelli formativi.

Dunque un nuovo percorsoanche per rispondere alle ri-chieste di un mercato che, negliultimianni,havistomoltiplicarei soggetti che erogano i serviziprofessionali, specie nell'areatecnica, e crescere la concorren-zialità interna.

Ma il nuovo percorso po-trebbe nello stesso tempo con-tribuire a una più immediataidentificazione del profilo pro-fessionale del tecnico di primolivello, oggi resa complessa ol-tre che dallavarietà degli ambi-ti di competenza dei professio-nisti, proprio dall'estrema arti-colazione deip ercorsi di acces-so alla professione.

Alle volte la sintesi del cam-biamento va ricercata nellapresa di coscienza dell'esisten-za di un interesse comune al-l'intero sistema paese. E questointeresse ormai è evidente: uni-versità, governo, politica, pro-fessioni insieme, forse per laprima volta davvero, verso lostesso obiettivo.

E in questo scenario la nostrafunzione di categoria diventadunque quella di saper com-prendere lo scenario nel qualeoperiamo, essere riferimentoperi nostri interlocutori e diven-tare un ingranaggio fondamen-tale del cambiamento. Perché ingioco non c'è la scelta dei peritiindustriali o il suo Congresso, ingioco c'è il futuro del paese.

presidente Consiglio nazionale periti

industriali

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Cassa depositi e prestiti e salvataggio dl onte del PaschiLeggo sul Corriere di ieri che Alberto Alesina e Francesco Giavazzi

ripropongono la Cassa depositi e prestiti (Cdp) come salvatrice delMonte dei Paschi. Invece di una nazionalizzazione aperta qualesarebbe stata la conversione in azioni dei Monti bond, che alcuni,quorum ego, avevano proposto già durante la campagnaelettorale del 2013, avremmo una nazionalizzazione sui generis.La Cdp, infatti, pur non facendo formalmente parte del perimetrodella pubblica amministrazione, è controllata all'80% dal Tesoro.In entrambe le soluzioni proposte, il nuovo socio rimarrebbe nellacompagine azionaria del Monte il solo tempo necessario alrisanamento e, in via preliminare, dovrebbe superare le forchecaudine della DG Competition della Commissione Ue. Ma ci sonotre quesiti ai quali i due editorialisti potrebbero rispondere perrafforzare la loro idea. Eccoli.

In primo luogo, ci si chiede come la Cdp, una volta divenutaholding bancaria, possa evitare di essere sottoposta alla vigilanzaconsolidata della Banca d'Italia con i conseguenti effetti suirequisiti patrimoniali. Già nel febbraio 2015, nel corso diun'audizione alla Camera, il direttore generale della bancacentrale, Salvatore Rossi, aveva avvertito che tale sarebbe statol'esito nel caso la Cdp avesse attribuito alla Sace anche attivitàbancarie, in particolare la possibilità di raccogliere risparmio.Figuriamoci se, invece della piccola e ottima Sace, la Cdp siritrovasse in pancia il gran Monte con i suoi pericoli di frana.

Secondo quesito: come evitare il rischio, paventato dall'expresidente della Cdp, Franco Bassanini, che i nuovi requisitipatrimoniali riducano drasticamente lo spazio per le attività dellaCdp a sostegno dell'economia reale italiana. Certo, in teoria, la Cdppotrebbe vendere le sue partecipazioni, a cominciare dall'Eni, esostituirle con quelle bancarie. Non è sicuro l'effetto di una talemanovra sugli equilibri patrimoniali per l'oggi, date le quotazionicorrenti. E da discutere l'assunzione del rischio bancario in regime

di «bail in» da parte di una Cdp che si finanzia con una risorsaprivata come il risparmio postale rimborsabile a vista. Non manca,inoltre, un'incertezza di fondo per il domani ove i titoli di Stato,che Cdp e il Monte hanno copiosi in portafoglio, non fossero piùconsiderati «risk free» come si va chiedendo in Germania.

E sotto questo profilo si pone il terzo quesito: come rispettare gliaccordi europei sulla qualità degli investimenti della Cdp checoncorre a giustificare la sua estrapolazione dal perimetro dellapubblica amministrazione?

Massimo ucchettipresidente commissione Industria dei Senato

Genova : le foto degli animali coperti di petrolioLe foto pubblicate a corredo dell'articolo «Petrolio, animali a

rischio» (Corriere di ieri) sono da attribuire a Enpa (Ente NazionaleProtezione Animali) che ne detiene i diritti, e non alla Lavcome indicato nella didascalia. Ci scusiamo con gli interessati econ i lettori.

Monte dei Paschi Pagina 9

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Approvato il b ilancio per il 2015

Per - `í _ ,assa comii r. rcia1isti

patrimonio . . .

Federica Micardi

La Cassa di previdenza e assi-stenzadeidottoricommercialistichiude il b°cio 2015, approvatoieri dall'assemblea dei delegati,con un patrhnonio di 6 miliardi e432 milioni e un avanzo correntedi 566 milioni che, senza accanto-namenti e tasse, sale a 693 milioni.

Quello approvato ieri è l'ulti-mo bilancio chiuso sotto la guidadi Renzo Guffanti, che finiscequest'anno il suo mandato e chesidicemolto soddisfatto dellage-stione, avendo chiuso quattro bi-lanci sopra il mezzo milione diavanzo. «Abbiamo raggiuntotutti gli obiettivi, anche qualitati-vi, che ci eravamo prefissati - af-ferma Guffanti-.Unesempio: ab-biamo deciso di guardare più al-l'immobiliare e attraverso PrimoRe abbiamo fatto 18o milioni diinvestimenti più che redditizi, tracui la recente apertura dell'alber-go Giulia in pieno centro a Mila-no». Prosegue, quindi, il trendpositivo di Cnpadc, che in cinqueanni ha visto il patrimonio cre-scere di 2,2 miliardi, gli iscritti au-mentare di 8.300 unità - circa2mila iscritti in più ogni anno - earrivare a quota 64.921 e i pensio-nati passare dai 5.971 del ton agliattuali 6.987.Ilrapporto traiscrit-ti attivi e pensionati è di 9,3 (era9,4 nel 2011). La differenza tra en-trate contributive e uscite perprestazioni a fine 2015 è paria 493milioni, in calo di due milioni ri-spetto all'anno precedente e inaumento, di circa 100 milioni ri-spetto al 2011. Le entrate contri-butive del 2015 sono aumentaterispetto all'anno precedente di

Il presidente . Renzo Guffanti

L'avanzo corrente arrivaa quota 566 milionioggi a Romaappuntamento coni lavoridel Forum «In Previdenza»

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8,5 milioni; dal2on a oggi, però, leentrate contributivefraunanno el'altro hanno registrato aumentimolto più alti trai 38 e i 58 milioni.Una tale differenza si spiega conl'aumento della contribuzioneminima, passata dal 1o al 12%io incinque anni; un altro importantefattore è stato l'accordo siglato daCnpadc e l'agenzia delle Entrateche ha consentito, attraverso ac-certamenti massivi, di recupera-re milioni di contributi.

Sull'ammontare deicontributipesa anche la mancata crescitadei redditi, che in questi anni han-no tenuto, nonostante la crisi, ma

che registrano una leggera con-trazione rispetto al 2014: il reddi-to medio è passato da 62.700 a61.6oo euro e ilvolume d'affari da111.500 a 109.200 euro.

La gestione Guffantihalavora-

to supiùfronti,hainvestitomolto

sull'assistenza -nel 2014 sono sta-

ti spesi oltre 17 milioni e nel2015 il

ionio in più - e sull a cultura previ-

denziale. Nell'ultimo anno si ère-

gistrato un aumento dell'aliquo-

ta media di contribuzione, passa-

ta dal 12,49%io del 2014 - il minimo

obbligatorio è 12% - al 12,61% del

2015. Un dato che, secondo tuf-

fanti, sta a indicare una presa di

coscienza previdenziale tra gli

iscritti, «unfenomeno nuovo, un

trend che dobbiamo tenere mo-

nitorato per vedere se si consoli-

da a cui ha certamente contribui-

to il nuovo servizio Pension si-

mulator (Pes)», un simulatore di

pensione che consente di vedere

quale saràl'importo dell'assegno

pensionistico alle condizioni at-

tuali (contributo soggettivo, con-

tributo integrativo, annidi attivi-

tà, e cosìvia), e quale potrebbe es-

sere cambiando queste condi-

zioni. «La nostra sensazione -

commenta Guffanti - è che per

quanto lentamente il concetto

che se verso più contributi avrò

una pensione più adeguata si sta

facendo largo nella categoria».

E proprio oggi a Roma (a parti-re dalle 9,30 al Grand Hotel Pla-za)appuntamento con il ForumIn Previdenza che riunirà gliesponenti dell aC assa,itecnicie lapoliticaperunconfronto sulfutu-ro del msistema previdenziale.

91 RIPRO U OZIO NE RISERVATA

Casse commercialisti Pagina 10

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In mano al m.irrgiustizia Lentrata in vigore del regolamento per lo svolgirneri.to della pratica

Commercialisti , tirocinio a sceltai mesi s si i ili cou 350 ore di corsi e due verifiche

DI GABRIELE VENTURA

irocinio tramite la for-mazione per i prati-canti commercialisti. Isoggetti interessati po-

tranno sostituire un semestredi pratica in studio frequen-tando almeno 350 ore di corsie sostenendo una verifica in-termedia e una finale. E quan-to prevede il regolamento perlo svolgimento del tirociniotramite corso di formazionepubblicato il 15 aprile scorsonel Bollettino Ufficiale delministero della giustizia. Perl'entrata in vigore, spetterà avia Arenula stabilire la data,ma il Consiglio nazionale deidottori commercialisti e degliesperti contabili chiede chesia fissata non prima del 1°gennaio 2017. Il Cndcec hainviato il testo del regola-mento agli ordini territoria-li, tenuti a predisporre unaofferta formativa, tramite lanota informativa n. 53/2016del 19 aprile scorso. Le ri-chieste di istituzione di corsidovranno essere inviate al Cn-dcec entro il 19 agosto 2016.Entrando nel dettaglio, il rego-lamento, che attua quanto pre-visto dall'art. 6, commi 9, 10 e11 del dpr 137/2012, esclude lapossibilità di svolgere corsi inmodalità e-learning e prevedeche i corsi abbiano un indiriz-zo teorico-pratico con eserci-tazioni interdisciplinari (art.9). Per quanto riguarda le ma-terie, sono quelle che formanooggetto della professione conparticolare riferimento allematerie dell'esame di stato,comprese quelle della quartaprova prevista per l'abilita-

zione come revisore legale deiconti.

Tra le materie, sono stateinserite anche la normativasulla privacy e l'antiriciclag-gio, in quanto il tirocinantedeve essere preparato allagestione della professione. Leverifiche intermedia e finalesono previste dal dpr 137/2012e la prima è collocata al com-pimento della metà delle orepreviste dal corso. Consistein un test a risposta multiplacomposto da non meno di 45domande.

Il mancato superamentonon preclude la prosecuzionedel corso. La verifica finale, in-vece, è svolta a conclusione delcorso e consiste in una provascritta e in una prova orale.

Quanto alla istituzione deicorsi di formazione (art. 12),avviene mediante delibera delConsiglio nazionale a seguitodi istanza presentata dagliordini territoriali e dagli altrienti formatori.

I soggetti diversi dagli ordi-ni devono avere determinatirequisiti per essere autorizzatidal Cn a diventare enti forma-tori e iscriversi al registro docper tre anni. In particolare, irequisiti mirano ad assicura-re una adeguata offerta for-mativa per quanto riguardacompetenza ed esperienza dimetodo didattico, disponibilitàdi strutture organizzative ido-nee dal punto di vista dell'ac-cessibilità e della sicurezza,sistema di rilevazione dellepresenze.

Per quanto riguarda i do-centi, è richiesto titolo di stu-dio non inferiore alla laureatriennale o, in alternativa,

iscrizione nell'albo da alme-no cinque anni. Nel procedi-mento deliberativo consiliareda parte del Cndcec, infine, èprevisto il parere vincolantedel mingiustizia e il versa-mento di un contributo pari a300 euro.

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Commercialisti Pagina 11

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n L'assemblea rinnova il cda - Entra Valensise

Astaldi, a maggio il piano industrialeLaura Di Pillo

Forte crescita all'estero equalità di prodotto. Saranno imotori che traineranno lo svi-luppo diAstaldi nei prossimi an-ni. Il Gruppo, uno dei principaligenerai contractor in Itali a e tra iprimi 25 a livell o Ue nelle costru-zioni realizza l'8o% del fatturatoall'estero ha spiegato il presiden-te Paolo Astaldi ed è «su quelfronte, più che su quello dome-stico, che ci sono prospettive dicrescita». A maggio saràpresen-tato il Piano industriale. Annun-ciato l'ingresso nel Gruppo conla carica di vice presidente condeleghe operative sulle relazioniinternazionali e istituzionali diMichele Valensise. Già amba-sciatore d'Italia aBerlino e fino almarzo scorso Segretario genera-le della Farnesina. Un ingressoche «per noi è un asset strategicoperlo sviluppo verso l'estero» hadetto Astaldi sottolineando diessere molto contento che l'am-basciatore abbia accettato la no-

mina «è un bell'asso nella mani-cae sono sicuro che insieme fare-mo unbel lavoro».Ieri iilvialibe-ra dell'assemblea al bilancio 2015chiuso con un utile netto di 80,9milioni e ricavi totali in crescita a2,85 miliardi (+8%). L'assembleaha anche approvato la distribu-zione di un dividendo in crescitaa 0,20 curo (lo stesso previsto loscorso anno) per azione, che saràmesso in pagamento l'n maggio,con stacco della cedola il 9 mag-gio. L'Ebt (utile prima delle im-poste) èpari au2,7 milioni. Il por-tafoglio ordini in esecuzione siattesta a17,8mili ardi, mentrel'in-debitamento finanziario netto èa quota 982 milioni. Varato ieri ilnuovo cda, più snello, scende da13 a9membri e composto daPao-loAstaldi, CaterinaAstaldi, Pao-lo Cuccia, Piero Gnudi, ChiaraMancini, Nicoletta Mincato, Er-nesto Monti, Filippo Stinellis(l'ad), tutti già presenti nel pre-cedente consiglio, e da MicheleValensise. Una sfida importante

ma naturale per l'ambasciatoreche negli ultimi quattro anni allaFarnesina ha lavorato moltoall'internazionalizzazione delleimprese. «Ho accettato con en-tusiasmo porterò in aziendal'esperienza del servizio diplo-matico di questi anni» ha dettoValensise ricordando come «ladiplomazia economica sia unapriorità per imprese e sistemaPaese». Tra gli obiettivi il conte-nimento dell'indebitamento ri-sultato di investimenti fatti in at-tività in concessione. «Non vo-gliamo fare i concessionari - hachiarito Astaldi - e per noi la di-smissione delle concessioni èstrategica» ha detto conferman-do che «il processo di dismissio-nevaavantie suA4holding«spe-riamo di avere qualche buonanotizia a breve». E su Metro C,«noi siamo pronti afare la nostraparte ma civuole lavolontàpoli-tica di concludere un'opera im-portante per il Paese».

C) RI PRO DD ZIO NE RISERVATA

Grandi opere Pagina 12

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Operativo il decreto 2 marzo 2016 della Giustizia

Tra avocati e periti via liberaall'associazione professionaleGuglielmo Saporito

Più concorrenza ma anchepiù collaborazione tra professio-nisti e possibilità di costituire as-sociazioni professionali tra av-vocati e periti. Infatti, soltanto«esigenze imperative» di inte-resse generale (tutela dell'ordinee della sicurezza pubblica, dellasalute pubblica, dell'esercizio difunzioni pubbliche) potrebbero,ostacolare la libera concorrenzafra professionisti, senza genera-re «mere rendite monopolisti-che» (ConsigliodiStato,pronun-cia1368/2002).

E daiprincipi Ue il Consiglio diStato (parere 2670/2015) desumele basi per individuare le catego-rie di liberi professionisti chepossono partecipare ad associa-zioni con avvocati : e i periti in-dustriali possono partecipare adassociazioni con professionistilegali. Applicando questo princi-pio ilDmnumero33 del4.febbraio2016 del ministero della Giustiziaapre le porte ad associazioni e si-

nergie, consentendo a queste duecategorie professionali, apparen-temente eterogenee, di entrare incontatto consettorie "mercati" ingrado di fornire nuovi spazi diazione e margini di collaborazio-ne utili ad innalzare il livello qua-litativo del servizio complessiva-mente fornito al cliente.

La collaborazione tra soggettidiversi (nel Dm del2016, tra avvo-cati e periti tecnici) può avveniresu base volontaria, diluendo iconfini e le riserve che già sonostate ritenute (Consiglio di Stato,1368/2002, relativa ai chimici) in-compatibili con i principi comu-nitari in tema di libera prestazio-ne di servizi (articoli 49 e 56 del

Per Consiglio di Statoe ministerova data importanzaalla possibilità di sinergietra gli operatori

Trattato sul funzionamentodell'Unione europea). Da tempo,secondo ben consolidati orienta-menti della Corte di giustizia(sentenze C-493/99 del 25 otto-bre 2001 e C-475/12 del 3o aprile2014) la libera prestazione di ser-vizi riguarda anche i servizi di ca-rattere professionale, ed imponesia l'eliminazione di discrimina-zioni nei confronti del prestatoredi servizi che si stabilisca in altroStato membro, sia la soppressio-ne di qualsivogli a restrizione traprestatori di servizi nazionali. Èquindi visto con sfavore qualsiasidivieto, ostacolo o situazione cherenda meno agevoli le attività delprestat ore.In altri t ermini, la libe-ra prestazione può essere limita-ta soltanto da norme giustificateda ragioni imperative d'interessegenerale, tenendo comunqueconto che l'applicazione di talinorme deve essere proporziona-ta rispetto allo scopo perseguitodal legislatore nazionale.

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Periti industriali Pagina 13

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Progetto del Consiglio nazionale per creare un corso di studi universitario finalizzato all'inserimento in azienda

Possibile coinvolgere 1 1 1 a studenti e rimediare 29% di abbandoni a ingegneriaGiorgio Costa

Creare un percorso formati-vo-professionale che consente achi ha una laurea triennale in in-gegneria di entrare subito nelmondo del lavoro. È questa la sfi-da che il Cnpi - Consiglio nazio-nale dei periti industriali (44.223iscritti, di cui 9.ittunder4o eperil37% concentrati nell'area di elet-trotecnica e automazione) - lan-cia al sistema formativo per con-sentire ai giovani un futuro lavo-rativo immediato e alla categoriadi attrarre nuovi iscritti. Perché inumeri parlano chiaro, come di-mostrano i dati diffusi dal centrostudi Opificium-Cnpi. Infatti, apiù di 15 anni dalla sua introduzio-ne, la laurea triennale in ingegne-ria continua a essere identificatacome il primo tassello delpiù tipi-co percorso quinquennale, ve-nendo meno all'obiettivo inizialedi creare un percorso universita-rio professionalizzante, stanteche la quota di laureati iningegne-ria che al completamento dellatriennale decide di proseguire glistudi è salita dall'8o,8°i° del 2004all'87,5°i° del 2014. Inoltre, si regi-stra negli anni un calo significati-vo della quota di laureati che rie-sce a conseguire il diploma neitempi previsti dal corso di studio(passata dal 58,8% del 2004 al33,5%del2014) e una diminuzionedel numero di laureati che nel cor-so degli studi ha avuto l'opportu-nità di partecipare a esperienze ditirocini o stage riconosciuti dalcorso di laurea, passato dal 51,2°1°del2004al 36,8% del2o14.

L'introduzione di un corso dilaurea professionalizzante in am-bito tecnico ingegneristico si sti-ma possa coinvolgere annual-mente circa iomila studenti. Diquesti più di4mila proverrebberodal recupero dei fenomeni di di-spersione che si registrano nellediscipline ingegneristiche; quasi4mila, invece, sarebbero nuoveimmatricolazioni, di diplomatitecnici che, aun anno dal diploma,rischiano di non lavorare e nonstudiare o, pur essendo occupati,potrebbero essere interessati aconiugare studio e lavoro.

«Complessivamente - spiegaAndrea Prampolini, presidentedella Fondazione Opificium - ivantaggi di un percorso triennaleprofessionalizzante sarebbero

molteplici. A partire dal fatto che

si innalzerebbe la quota di laurea-

ti, soprattutto trai giovani ». In Ita-

lia, infatti, solo il 22% dei giovani

compresi tra i 3o e 34 anni ha con-

seguito un titolo di studio univer-

sitario, contro unamedia europea

del 39 per cento. Tale ritardo è da

attribuire all'assenza di un canale

terziario "professionalizzate":

solo un giovane su 100 ha conse-

guito questo tipo di titolo, rispetto

al 9% della media europea. Per

non dire del fatto che lo strumen-

to in questione consentirebbe di

ridurre la "dispersione" deigiova-

ni. «Del resto i numeri - commen-

taPrampolini- sono impietosi: a 6

anni dall'immatricolazione in un

corso di laurea triennale di inge-

gneria, il 29% ha abbandonato gli

studi,il5o%si èlaureato,mentre il

21% risulta ancora iscritto. Un

percorso professionalizzante po-

trebbe contribuire a recuperare

nel processo formativo quella

quota di giovani che rischia di di-

sperdersi, o di prolungare oltre-

modo la propria permanenza al-

l'Università». Il tutto in un conte-

stoincuine12o1q.i132%degli italia-

Il progetto messo in camporisponde ancheall'esigenza di «creare»2,5 milioni di professionalitàche serviranno tra 2016 e 2025

ni tra i 20 e i 34 anni (contro unamedia europea del 20%) non eracoinvolto in percorsi formativi olavorativi. A un anno dal conse-guimento del titolo non studia enon lavora il 24% dei diplomatidegli istituti tecnici, contro il 17%del totale dei diplomati e i14,8% dichi ha seguito il liceo. Dal 2001 aoggi, il numero di immatricolatiprovenienti dagli istituti tecnici èdiminuito del 52,9%, con una per-dita di oltre 42 mila unità. L'attiva-zione di un percorso professiona-lizzante terziario, adeguatamen-te supportato da un'attività diorientamento nella scuola supe-riore, consentirebbe di riaggan-ciare al circuito della formazioneun gruppo di diplomati - quellitecnici- chenontrovanell'attualeofferta formativa terziaria rispo-sta alle aspettative diinnalzamen-to del titolo di studio.

Del resto, se le previsioni sonocorrette, nel prossimo decennioin Italia serviranno almeno 2 mi-lioni di profili tecnici, vale adireil17°i° dei futuriposti dilavoro: infat-ti, stando alle recenti stime pubbli-cate dal Cedefop (Centro euro-peo per lo sviluppo della forma-zione professionale) da qui al2025si genereranno nuove opportuni-tà occupazionali, sia ditipo dipen-dente che autonomo, per oltre 2milioni di profili tecnici interme-di, tra cui la quotapiù significativanel campo dell'ingegneria.L'Italiaè, dop o la Germania (quasi 3 mH io-

ni di tecnici) e la Francia(2,2mi1ioni), il paese europeo do-ve si concentreranno le maggioriopportunità occupazionali per lefigure tecniche; molte più diquan-te se ne avranno in Gran Bretagnae Spagna, dove la domanda si fer-merà rispettivamente a quota 1,5 e1,3 milioni. Ma cresce anche il li-vello di formazione richiesta aitecnici. Così, alla richiesta dicom-petenze tecniche sempre più spe-cializzate, farà da contraltare an-che un innalzamento del livelloformativo. Stando all'indaginesulle previsioni di assunzione del-le imprese italiane realizzata daUnioncamere-Exclesior, tra ton e2015, la quota di laureati richiestiper profili tecnici è passata dal42°1° a15 o per cento. Tale evoluzio-ne non sarà sufficiente a colmare ilgap formativo della forza lavoroitaliana: nel2014, suloo profilitec-niciintermediinltaliaquellioccu-pati sono "solo" 27 (contro un va-lore medio europeo del 39%).

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Il lavoro del futuro il peso itcici

OPPORT UN ITÀ DI LAVORO CHE SI CREERANNO E NTRO IL 2025Per tipologia professionale e qualificazione , confronto Italia -Ue (valori assoluti in migliaia e valori %)

professione Va I. si assoluti val. % ri a.ssoW« Val. %

Dirigenti, imprenditori 1.714 14,6 9.869 8,8Professioni intellettuali 2.514 21,4 27.119 24,3

Professioni tecniche intermedie 2.025 17,3 14621 13,1

Impiegati 1.550 13,2 9.715 8,7

Addetti alla vendita e ai servizi 915 7,8 18.244 16,3Addetti specializzati in agricoltura 322 2,7 6946 6,2Artigiani e operai specializzati 574 4,9 6.258 5,6

Conduttori di impianti e macchine 175 1,5 4.357 3,9Personale non qualificato 1.889 16,1 14.536 13,0Forze armate 47 0,4 98 0,1TOTALE 11.724 100

''1lificazi G9€ P

111.761 100

Alta qualificazione 3.743 31,9 48966 43,8Media qualificazione 6.519 55,6 50.692 45,3Bassa qualificazione L461 12,5 12.102 10,8

TOTALE 11.724 100 111.761 100

Fonte: elaborazione Centro Studi 0pificium su dati Cedefop, 2015

QUOTA DI TECNICI IN POSSESSO DI UNTITOLO DI STUDIO TERZIARIOConfronto principali Paesi Ue. Val. %

Polonia

2014

2004

42,518,7

Finlandia

2014

2004

62,4

57,4

Svezia

2014

2004

40,640,3

Spagna

2014 59,4

Svizzera

2014 40,02004 52,9 2004 ................ 30,5

Grecia

2014 55,8

Media Ue

2014 39,42004 45,7 2004 35,9

Irlanda Paesi Bass

2014 ................. 55,1 2014 37,22004 ------------- 50,3 2004 30,4

Belgio Austria

2014 ......... 54,9 2014 36,72004 .......................................... 42,3 2004 ............................. 18,5

Norvegia

2014 49,9

Germania

2014 31,22004 57,0 2004 29,3

Francia Danimarca

2014 .............................. 48,9

2004 ...................................... 45,3

Regno Unito

2014 ......... 44,0

2004 ...................... 52.6

20142004

Itzlia

2014

2004

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