Centro de Interpretación Cultural - Valle de los petroglifos - Chile. Esperienza. Progetto. Massimo...
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Centro de Interpretación Cultural relatori Ing. Luca Sanna - Arch. Jaime Migone Rettig.
correlatrice Ing. Romina Marvaldi
controrelatore Ing. Carlo Atzeni
studente Massimo Congiu
Valle de los petroglifos - Chile
Esperienza. Progetto.
Università degli Studi di Cagliari
a.a. 2010/2011
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Centro de Interpretación Cultural
relatori Ing. Luca Sanna - Arch. Jaime Migone Rettig.correlatrice Ing. Romina Marvaldicontrorelatore Ing. Carlo Atzeni
Valle de los petroglifos - Chile
Esperienza. Progetto.
Università degli Studi di Cagliari
Facoltà di Ingegneria
Corso di Laurea in Edile-Architettura
a.a. 2010/2011
studente Massimo Congiu
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...a los pueblos indígenas de Chile
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Porque los pobres no tienen
(Violeta Parra)
Porque los pobres no tienen
adonde volver la vista,
la vuelven hacia los cielos
con la esperanza infinita
de encontrar lo que a su hermano
en este mundo le quitan.
Palomita,
¡qué cosas tiene la vida!,
y zambita.
Porque los pobres no tienen
adonde volver la voz,
la vuelven hacia los cielos
buscando una confesión,
ya que su hermano no escucha
la voz de su corazón.
Porque los pobres no tienen
en este mundo esperanza,
se amparan en la otra vida
como a una justa balanza.
Por eso las procesiones,
las velas y las alabanzas.
De tiempos inmemoriales
que se ha inventa’o el infierno
para asustar a los pobres
con sus castigos eternos,
y al pobre, que es inocente,
con su inocencia creyendo.
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(El cielo tiene las riendas,
la tierra y el capital,
y a los soldados del Papa
les llena bien el morral,
y al que trabaja le meten
la gloria como un bozal).
Y pa’ seguir la mentira,
lo llama su confesor.
Le dice que Dios no quiere
ninguna revolución,
ni pliego ni sindicato,
que ofende su corazón.
(Del corazón de una iglesia
salió el cantor Alejandro.
En vez de las letanías
yo lo escucho profanando.
Yo creo que a tal cantor
habría que excomulgarlo.
Como al revés está el mundo
me mandarán a prisión
y al cantor de la sotana
le darán premio de honor,
pero prisión ni gendarme
habrán de acallar mi voz).
Palomita,
¡qué cosas tiene la vida!,
y zambita.
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Prefazione
Cenni storici sul Cile
Il Cile per SezioniNorte GrandeNorte ChicoZona CentralZona SurZona Austral
Un sistema in via di sviluppo
Legami forti tra Cile e Rame
Un’indagine conoscitiva dell’area di progetto
Il popolo Diaguita
Petroglifi
Minera Los Pelambres - Immagine di un committente
diario de práctica
PROGETTO
Bibliografia
Indice
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151719192021
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Prefazione
Questo progetto di tesi vede la sua nascita a seguito della partecipazione, durante l’ A.A. 2008/2009, al
Seminario “Patrimonio fuente de nueva Arquitectura” organizzato dal Prof. C. Aymerich della facoltà di
Architettura di Cagliari e dal Prof. J. Migone dell’ Universidad Central de Santiago. Questa esperienza ha
permesso di affrontare un intenso periodo di confronto diretto con le conoscenze di altri studenti di archi-
tettura , diventati poi amici, che possedevano basi culturali distinte dalla mia formazione. È stato dunque
possibile affrontare una profonda riflessione sulla necessità di una continua relazione tra saperi diversi. La
permanenza in Cile ha contribuito alla nascita di un autentico interesse per la terra Cilena e la sua architet-
tura che vede esempi degni di nota nel panorama internazionale (Alejandro Aravena e Smiljan Radic sono
solo due possibili esempi).
Per questo motivo, grazie all’ opportunità di mobilità studentesca Globus Placement è stato possibile nell’
A. A. 2009 / 2010 effettuare un secondo viaggio in Cile, che prevedeva un’esperienza di tirocinio formativo
presso uno studio di architettura. La mia scelta è ricaduta sullo studio dell’ Arch. Jaime Migone, per il quale
nutrivo e nutro grande stima a seguito del rapporto avuto durante il Seminario. Inoltre il suo studio porta
avanti un lavoro di recupero del Patrimonio Storico dell’ architettura tradizionale del Cile che mi ha permes-
so di ricercare dei paralleli con le forme tradizionali dell’ abitare nel Mediterraneo e nella Sardegna.
Il presente lavoro si apre con una prima fase di introduzione alla conoscenza storica del Cile, utile come
base di ricerca per comprendere gli elementi che hanno generato le tipologie costruttive tradizionali. La
vastità del territorio del Cile ha reso necessario approfondire le caratteristiche di ogni regione per capire
le peculiarità di un paese geograficamente molto complesso. L’ analisi degli aspetti economici del Cile
permette di recepire il “legame forte” che unisce questa terra con l’attività estrattiva del rame. Effettuata
in tal modo un’analisi generale dei caratteri del Cile, lo studio si è focalizzato sull’ area di intervento nella
regione di Coquimbo, caratterizzata dall’eredità culturale della popolazione Diaguita, che sulle orme della
precedente cultura, Las Animas, ha lasciato impresse sulla roccia le immagini della sua cultura, i petroglifi.
Partendo dalla conoscenza specifica di questa realtà prende avvio il racconto del progetto che si distingue
in due fasi: la prima fase è costituita dal racconto dell’ esperienza di tirocinio presso lo studio dell’ Arch. J.
Migone, esperienza che si conclude senza la definizione di una precisa strategia di intervento. La seconda
fase rappresenta un’ ideale prosecuzione del lavoro iniziato in terra cilena per condurre alla definizione di
disegno del luogo che, pur restando nella sua fase di concetto latente, ha l’intento di esprimere una sensibi-
lità per il patrimonio costruttivo presente nell’area.
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Prima dell’arrivo degli Spagnoli nella tradizione indigena veniva chiamata “Chili” soltanto la terra situata a
sud del deserto di Atacama. Una volta installatisi nel Perù, i conquistatori spagnoli continuavano a chiamare
il territorio “Chili” o “Valle de Chili”. Gradatamente tale nome venne esteso a tutto il paese.
Nessuno conosce con certezza l’origine del toponimo Chile: varie sono le ipotesi, quale per esempio quella
dell’origine Quechua “Chin” (freddo), oppure quella di derivazione dall’antico nome del fiume Chille nella
valle di Aconcagua etc.
Dal 3800 a.C. al 1492 d.C. si stabilirono in Cile gli Aymarà, gli Atacameñi e i Diaguitas, sulla costa e la parte
centrale i Changos (che vivevano principalmente di pesca) e nella zona centro sud i Picunches, i Mapuches e
gli Huiliches. Questi erano popoli agricoli e allevatori. Nella cordigliera centrale a sud abitavano una serie di
tribù nomadi (che vivevano di caccia e della raccolta di frutta) tra le quali i Chiquillanes, Pehuenches e Yaga-
nes, che svilupparono grandi abilità per la pesca e la navigazione, utilizzando perfino la navigazione a vela.
Dal 1500 gli Incas dominarono il territorio fino al fiume Maule.
Immediatamente dopo, nel 1535, la Spagna partì alla conquista del Cile. Pedro de Valdivia, inviato da Pizarro,
respinse gli Araucani, popolo di cacciatori andini che, intorno al XV secolo, avevano costituito una federazio-
ne politicamente ed economicamente molto forte nella zona della Gran Vallata centrale, e fondò Santiago
(12 febbraio 1541) e Conceptiòn (1550).
Nel 1810 per iniziativa di Martìnez de Rozas e di Bernardo O’Higgins, figlio dello stesso governatore, un’as-
semblea ristretta proclamò l’indipendenza del paese (18 settembre 1810). Lo stesso giorno si formò la prima
giunta di Governo che segnò l’inizio dell’emancipazione del Cile. Quello stesso anno si pubblicò il primo
giornale: l’Aurora del Cile.
Nel 1818 la vittoria sugli Spagnoli del generale argentino San Martìn a Maipo (aprile 1818) concluse la libera-
zione del Cile. Il processo si consolidò quando assunse il comando del paese il generale Bernardo O’Higgins
e si emise la Dichiarazione di Indipendenza.
Il Cile lentamente iniziò a svilupparsi e a stabilizzare le sue frontiere. L’economia cominciò ad avere una
grande crescita grazie alla scoperta dei giacimenti di Chañarcillo (miniere di nitrati) e alla crescita del porto
di Valparaìso, cosa che portò ad un conflitto con il Perù per la supremazia marittima sull’Oceano Pacifico.
La formazione della confederazione fra il Perù e la Bolivia fu considerata una minaccia per la stabilità del
paese e Portales dichiarò ai due paesi una guerra che terminò con la vittoria cilena nella battaglia di Yungay
(1839) e con la dissoluzione della confederazione. Allo stesso tempo si provò a rafforzare il controllo sul Sud
del paese intensificando la penetrazione nell’Araucanìa e la colonizzazione della Llanquihue con immigrati
tedeschi. La regione di Magallanes fu incorporata allo Stato e la zona di Antofagasta iniziò ad essere abitata.
Dopo quaranta anni di governo conservatore, nel 1871 ebbe inizio un periodo di governo del partito liberale
Cenni storici sul Cile
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che fu caratterizzato dalla crescita economica dovuta all’estrazione mineraria del potassio nitrico nella zona
di Antofagasta, L’attività estrattiva andava così bene che la Bolivia iniziò a reclamare questo territorio come
suo. Nonostante la firma di 2 trattati, i due paesi non riuscirono a risolvere i loro conflitti e il 14 febbraio
1879 il Cile bombardò il porto di Antofagasta, dichiarando guerra alla Bolivia: fu questo l’inizio della guerra
del Pacifico che finì con la vittoria cilena nella battaglia di Huamachuco, il 10 luglio 1883. Dopo il conflitto
il Cile ottenne il dominio sui dipartimenti di Antofagasta e le province di Tarapacà, Arica e Tacna (quest’ul-
timo fino al 1929)e la contemporanea risoluzione dei problemi di confine con l’Argentina in Patagonia e
Puna di Atacama. Nello stesso periodo finì la Guerra di Arauco con la pacificazione dell’Araucania nel 1881
e l’annessione dell’isola di Pasqua nel 1888.Nel 1891 il conflitto tra il Presidente José Manuel Balmaceda e
il congresso causò la guerra civile: membri del Congresso ottennero la vittoria e stabilirono la Repubblica
Parlamentare. Questi anni si caratterizzano, nonostante la crescita economica, per l’instabilità politica e la
nascita del movimento proletario che portava l’attenzione sulla Questione Sociale. Dopo anni di dominio
delle oligarchie fu eletto Arturo Alessandri con l’appoggio dei movimenti popolari nel 1920. La crisi però si
accentuò e portò alla rinuncia di Alessandri in due occasioni dopo la promulgazione della Costituzione del
1925, che diede origine alla crescita della Repubblica Presidenziale.
Carlos Ibañez del Campo assunse il governo nel 1927 con un grande sostegno popolare, ma alla fine della
Prima Guerra Mondiale (nella quale il paese si è dichiarato neutrale) e la Grande depressione si seppellì il
commercio del potassio nitrico, producendo una forte crisi economica nel paese: il Cile fu infatti tra i più
colpiti dalla recessione a livello mondiale. Ibañez rinunciò (1932) e l’instabilità politica, dopo il colpo di
stato militare, diede vita alla Repubblica Socialista del Chile, che durerà soltanto 3 mesi finché Alessandri
riassunse il potere e rimise in sesto l’economia, senza però calmare le tensioni tra i partiti. Dopo il massa-
cro del Segundo Obrero i partiti di tendenza fascista decisero di sostenere il candidato del Partito Radical,
Pedro Aguirre Cerda che venne nominato Presidente nel 1938.Il mandato di Aguirre Cerda diede inizio a un
periodo di governi di stampo radicale riuscendo ad effettuare diverse riforme e stabilire una rivendicazione
del territorio antartico antistante al Cile, ma finì con la precoce scomparsa del mandatario, Juan Antonio
Rìos. Il suo successore dovette far fronte all’opposizione e alle pressioni degli Stati Uniti per dichiarare la
guerra all’asse durante la seconda Guerra Mondiale, cosa che accadde nel 1943. Dopo essere stato sostenu-
to dal partito comunista il radicale Gabriel Gonzales Videla venne eletto Presidente nel 1946. Tuttavia, con
l’inizio della Guerra Fredda i comunisti verranno esclusi dalla politica attraverso la Legge Maledetta. Nel
1952 Ibañez tornò alla politica e fu eletto con l’appoggio dei cittadini, ma lo perse dopo una serie di misure
liberal per ravvivare l’economia.
Nel 1958 venne eletto l’indipendente dalla Destra l’indipendente Jorge Alessandri, il figlio di Arturo Alessan-
dri, che dovette fare fronte al caos prodotto dal terremoto del 1960, il più forte registrato nella storia del
paese, cosa che non impedì che si tenessero i Mondiale di Calcio in Cile, nel 1962. ln questo periodo si stabilì
un sistema politico chiamato “Dei Tre Terzi” composto dalla Destra, la Democrazia Cristiana e l’Unità Popo-
lare. Temendo una vittoria dell’UP, la Destra sostenne il cristiano democratico Eduardo Frei Montalva che
venne eletto nel 1964. Frei Montalva provò a effettuare la sua “Rivoluzione in Libertà” attraverso la riforma
agraria, che prevedeva l’eliminazione dei latifondi, la riforma scolastica, che rese obbligatoria e gratuita per
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i primi otto corsi e l’acquisto da parte dello Stato del 51% delle azioni minerarie delle compagnie straniere,
ma tali atti, alla fine del suo mandato, produssero una forte tensione politica che sfociò in scontri sociali.
Nel 1970 tu eletto il socialista Salvador Allende con l’appoggio dell’Unità Popolare. Tuttavia il suo governo
si confrontò con molti problemi economici e la forte opposizione del resto dello spettro politico, delle élites
economiche che tentarono di bloccare le sue riforme e del governo degli Stati Uniti di Richard Nixon. Il rame
venne finalmente nazionalizzato, ma questo non impedì che il paese cadesse in una forte crisi economica e
che l’inflazione arrivasse a cifre impressionanti. I confronti tra momios ed upelientos raggiunsero livelli di
terrorismo ed Allende, che credeva in una rivoluzione democratica, perse l’appoggio ideologico del Partito
Socialista che credeva in un sollevamento popolare armato.
L’1 1 settembre del 1973 si attuò il colpo di stato cileno con l’aiuto della ClA. Durante il golpe perse la vita
lo stesso Allende, morto all’interno del Palazzo della Moneda (secondo la versione ufficiale si suicidò poco
prima di cadere nelle mani dei militari golpisti). Prima di morire Salvador Allende affidò alla radio il suo ul-
timo messaggio, che influenzerà la futura coscienza del paese. L’esercito cileno condusse materialmente il
golpe, ma non restituì il potere alla Destra politica ed economica che l’aveva ideato: lo consegnò invece nelle
mani del generale Augusto Pinochet Ugarte, che passerà alla storia come uno dei più disumani dittatori del
Novecento, tristemente celebre per la barbara eliminazione dei suoi oppositori.
Durante la sua feroce dittatura, durata dal 1973 al 1990, furono torturate, uccise e fatte sparire almeno
trentamila persone, tra cui gli uomini di Unidad Popolar (la coalizione di Allende), militanti dei partiti comu-
nista, socialista e democristiano, accademici, artisti e musicisti (come Víctor Jara), professionisti, religiosi,
studenti e operai.
Nel 1980 un referendum-farsa approvava la nuova costituzione, che nel 1981 entrava in vigore concentrando
molti poteri nelle mani del presidente. Con una nuova costituzione, emanata nel 1988, venne stabilito che
attraverso un plebiscito si sarebbe deciso se Pinochet avrebbe potuto rimanere in carica ancora per un altro
mandato come presidente della Repubblica. Il plebiscito del 1988 fu sfavorevole a Pinochet e portò alle
prime elezioni democratiche del 14 dicembre 1989. Pinochet lasciò ufficialmente la presidenza l’1 1 marzo
1990, ma nella nuova democrazia l’ex dittatore mantenne comunque la carica di comandante supremo
delle forze armate.La caduta di Pinochet, fino a poco tempo prima considerato in Cile un intoccabile (negli
ambienti militari aveva ancora numerosi seguaci), iniziò il 22 settembre del 1998, quando l‘ex generale
andò a Londra per un’operazione chirurgica. Amnesty International e altre organizzazioni chiesero subito
il suo arresto per violazione dei diritti umani. Pochi giorni dopo il giudice spagnolo Baltasar Garzón emise
un mandato di cattura internazionale, chiedendo di incriminare il generale per la morte di cittadini spagnoli
durante la dittatura cilena.
Nel 2006 la Repubblica cilena negò per il dittatore il funerale di Stato. Massiccia fu la presenza delle gerar-
chie militari, simpatizzanti di estrema destra e delle più alte cariche della Chiesa cattolica.
Lo stesso anno, dopo Ricardo Lagos Escobar, il 15 gennaio venne eletta la prima presidente donna in Ame-
rica latina, la socialista Michelle Bachelet.
Sebastian Piñera è l’attuale presidente del Cile.
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Salvador Allende
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Il Cile, stato che si definisce “tricontinentale”, comprende territori appartenenti al continente americano,
all’Oceania e territori antartici.
La parte continentale del Cile occupa la parte sud-occidentale del Sudamerica dove si estende da nord a
sud per circa 4.270 km dal limite settentrionale posto a 17° 30’ S fino alle Isole Diego Ramírez situate alla
latitudine di 56° 30 S. La larghezza massima del suo territorio è pari a 445 km in corrispondenza dei 52° 21’
S (Stretto di Magellano), quella minima è di 90 km nella regione di Coquimbo tra Punta Amolanas e il Paso
de la Casa de Piedra a 31° 37’S.
Fanno parte del territorio nazionale l’arcipelago di Juan Fernandez, le isole San Félix e San Ambrosio, l’isola
Sala y Gómez e l’isola di Pasqua.
Il Paese, inoltre, rivendica la sovranità su una porzione dell’Antartide pari ad una superficie di 1.250.257,6
kmq, chiamata Territorio Chileno Antartico, compresa fra le latitudini 90° e 53” ovest fino al limite meridio-
nale del Polo Sud.
Confina a nord con il Perù (171 km), a nord-est con la Bolivia (860 km) e a est con l’Argentina (5.308 km), a
ovest si affaccia sull’Oceano Pacifico per uno sviluppo costiero complessivo pari a 6.435 km.
La superficie complessiva del paese è pari a 756.950 kmq, di cui 8.150 kmq sono acque interne.
La parte antartica ha una superficie di circa 1.250.000 kmq.
Il paese è attraversato da diversi corsi d’acqua che, generalmente, discendono dalla Cordigliera delle Ande
dirigendosi verso l’Oceano Pacifico. A causa della caratteristica conformazione del territorio la maggior
parte dei corsi d’acqua sono piuttosto corti e con una portata scarsa. Da un punto di vista economico, pur
essendo inadatti per la navigazione, presentano un elevato potenziale di sfruttamento idroelettrico.
La grande lunghezza del Cile determina notevoli differenze climatiche tra le varie regioni del nord, del cen-
tro e del sud del paese. Le regioni del nord del Cile, quasi interamente desertiche, sono tra le più aride del
mondo. Nelle regioni centrali invece le temperature sono di tipo mediterraneo, con estati fresche e inverni
miti. Infine le regioni del sud sono caratterizzate dalla grande piovosità, dal freddo intenso e dai forti venti,
in particolar modo nelle zone della Patagonia cilena.
Possiamo quindi dividere il Cile continentale nelle seguenti sezioni geografiche:
• l’estremosettentrione,chiamatoNorteGrande
• Ilcentro-settentrione,chiamatoNorteChico
• Lazonacentrale,chiamataZonaCentral
• L’areameridionale,chiamataZonaSur
• L’estremomeridione,chiamatoZonaAustral
Il Cile per Sezioni
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Se collocassimo il Cile sopra l’Europa
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Norte Grande
L’estremo settentrione del paese, chiamato in spagnolo Norte Grande, si estende dal confine con il Perù
fino ai 27° di latitudine, all’altezza circa del corso del fiume Copiapó. Questa parte del paese è caratterizzata
dall’estrema aridità, qui si trova il deserto di Atacama, una delle zone più aride del pianeta; gli scenari na-
turali sono estremamente vari e spettacolari, ricchi di colline e rilievi dai colori vari e cangianti a causa della
loro diversa composizione minerale.
L’estremo settentrione si eleva a picco dalla costa raggiungendo altitudini oltre i 1000 m s.l.m.. Parallela alla
costa e alle Ande si eleva la cordigliera Domeyko. La topografia varia della costa genera delle aree con micro-
climi particolari, i rilievi intrappolano le nebbie che si sollevano dalle acque fredde dell’oceano e l’umidità si
condensa sulle foglie della vegetazione. Oltre i rilievi costieri si trova un vasto altopiano con colline ondulate
che comprende le aride aree desertiche limitate ad est dalla cordigliera delle Ande. Al limitare dei deserti vi
sono talvolta falde acquifere sotterranee, che hanno permesso la crescita di foreste composte da prosopis
tamarugo, una pianta spinosa tipica dell’area che raggiunge i 25 m di altezza. Gran parte delle foreste sono
state abbattute per ricavare combustibile per le numerose fonderie costruite fin dall’epoca coloniale per
sfruttare gli abbondanti giacimenti di rame, argento e nitrato trovati in quest’area. L’abbattimento delle
foreste ha reso la zona ancora più arida.
Le abbondanti precipitazioni dei mesi estivi provocano la formazioni di laghi salmastri che ospitano nume-
rose specie di uccelli, compreso il fenicottero cileno. I corsi d’acqua sono per lo più brevi, nel loro corso
discendente dalle Ande formano talvolta delle oasi, sprofondano in banchi di sabbia o acquitrini, spesso
hanno un regime endoreico. Alcuni fiumi raggiungono l’Oceano Pacifico, fra questi il fiume Loa che presenta
un caratteristico percorso a U ed è il principale fiume del paese. I fiumi formano strette vallate nelle quali
abbonda la vegetazione creando un forte contrasto con le aride colline circostanti. Le strade, solitamente,
sono costruite nelle parti più aride per permettere un maggior sfruttamento agricolo delle aree irrigate. La
ricchezza principale della regione, tuttavia, è quella delle risorse minerarie. Nel Norte Grande si trova la mi-
niera di Chuquicamata, la più grande miniera di rame a cielo aperto del mondo. A partire dagli anni settanta
si è avuto, nei porti principali della regione come quello di lquique e Antofagasta, uno sviluppo dell’industria
legata alla pesca.
Il Norte Grande è delimitato a est da una porzione della cordigliera delle Ande geologicamente relativamen-
te recente che presenta diversi strato-vulcani e che si eleva dal confine settentrionale fino a raggiungere i
6.880 m s.l.m. con il vulcano Ojos del Salado situato appena a sud del ventisettesimo parallelo all’altezza
della città di Copiapó (e quindi compreso nella regione del Norde Chico).
Le temperature medie nell’area costiera, dove vive la maggioranza della popolazione di questa regione, sono
tra i 20,5 °C nei mesi estivi e 14 °C in inverno.
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Valle de la Luna - San Pedro de Atacama. foto: Massimo Congiu
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Norte Chico
L’area chiamata Norte Chico si estende dal fiume Copiapó fino ai 32° di latitudine, appena a nord di Santiago
del Cile. La regione è semiarida, le precipitazioni mensili dei soli quattro mesi invernali sono di circa 25 mm
e sono scarsissime nei mesi rimanenti. La temperatura media estiva a livello del mare è di 18,5 “C, quella
invernale è pari a12”C. Le piogge invernali e lo scioglimento delle nevi andine danno origine a fiumi con
portata molto variabile durante l’anno, le profonde vallate trasversali scavate dai loro corsi offrono spazi per
l’allevamento del bestiame e per le coltivazioni di frutta, attività in grande sviluppo a partire dalla metà degli
anni Settanta. Questa è inoltre l’area di produzione della quasi totalità del Pisco cileno.
Così come nel Norte Grande le aree costiere di questa regione hanno un microclima particolare, anche qui
l’umidità proveniente dall’oceano viene intrappolata nelle scarpate della costa originando tratti di foresta
pluviale. Le vallate trasversali permettono all’umidità della costa di penetrare nell’interno mitigando il clima
arido della regione. I rilievi dell’interno sono ricoperti di arbusti e cactus.
Il territorio della regione è prevalentemente montuoso e solcato da profonde valli trasversali che si estendo-
no dalle Ande all’oceano, alcune aree della regione hanno un clima molto secco, l’assenza di umidità e di
nuvole rende queste zone ideali per la costruzione di osservatori astronomici, in questa regione si trovano il
Cerro Tololo Inter-American Observatory e l’osservatorio di La Silla.
Nelle Ande del Norte Chico si trovano alcune fra le principali vette del paese: l’Ojos del Salado, il Nevado
Tres Cruces e il Nevado de lncahuasi.
Zona Central
La parte centrale del Cile ospita la maggior parte della popolazione del paese e comprende tre delle principa-
li aree urbane: Santiago, Valparaíso e Concepción. Si estende dal 32” S fino a 37° S di latitudine, il territorio
è caratterizzato dalla presenza di due catene montuose: la Cordigliera della Costa parallela alla costa e la
Cordigliera delle Ande; fra le due catene si trova un’ampia vallata chiamala Depresión lntermedia oppure
Valle Longitudinal. Il clima è di tipo mediterraneo, le precipitazioni aumentano spostandosi verso sud. Nella
zona di Santiago le temperature medie sono pari a 19,5 °C nei mesi estivi di gennaio e febbraio e scendono
a 7,5 °C nei mesi di giugno e luglio. Le precipitazioni medie mensili sono di circa 69,7 mm nei mesi invernali
mentre sono inconsistenti in estate.
Nella zona di Concepciòn le temperature medie estive sono lievemente inferiori (17,6 °C), sono però su-
periori quelle invernali (9,3 °C); le precipitazioni sono più abbondanti, in estate la media mensile è di 20
mm e in giugno e luglio raggiunge i 253 mm al mese. I numerosi corsi d’acqua aumentano notevolmente
la loro portata in seguito alle piogge invernali e allo scioglimento delle nevi. Le abbondanti precipitazioni
nevose sulle Ande e le temperature relativamente miti dell’inverno creano delle eccellenti condizioni per lo
sci alpino.
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Fra le due catene montuose si trova la cosiddetta valle centrale, una regione adatta allo sfruttamento agri-
colo soprattutto nella parte più settentrionale. Nelle zone a nord e a sud di Santiago viene coltivata la frutta
e la vite dalla quale vengono ricavati i sempre più diffusi vini cileni. L’esportazione di frutta è drasticamente
aumentata dalla seconda metà degli anni ‘70, quando i coltivatori cileni hanno iniziato esportare frutta
nell’emisfero settentrionale. Sfruttando il fatto di essere nella stagione opposta la frutta viene esportata
come primizia. I trasporti di mele, pesche e uva vengono effettuati tramite navi frigorifero, mentre i frutti di
bosco vengono trasportati per via area.
Zona Sur
Benché vi siano diversi laghi anche nella zona costiera e nella regione andina del Cile centrale, il Cile meri-
dionale può essere definito la zona lacustre del paese. Si estende da sotto il corso del fiume Bío-Bío a circa
37o km fino a sud dell’isola di Chiloé alla latitudine di circa 43.4” S. ln quest’area la vallata tra la cordigliera
delle Ande e la cordigliera della costa ha un’altitudine inferiore rispetto alla Zona Central e i numerosi fiumi
che discendono dai rilievi andini tendono ad avere una portata maggiore, alcuni, soprattutto il fiume Calle-
Calle che scorre nei pressi della città di Valdivia sono, per brevi tratti, navigabili. L’estremo meridionale della
depressione centrale finisce nell’Oceano formando il golfo di Ancud delimitato ad ovest dall’isola di Chiloé,
ultima propaggine della Cordillera de la Costa. Questa regione è una delle più piovose del pianeta: in parti-
colare la città di Valdivia ha precipitazioni annue pari a 2.535,4 mm. I mesi estivi (gennaio e febbraio) sono
i meno piovosi con una media mensile di 60170 mm, i mesi invernali (giugno e luglio) hanno una media
mensile di 410,6 mm. Le temperature sono relativamente miti, a Valdivia la media estiva è pari a 16,7°C e
quella invernale è di 7,9°C.
I laghi della regione, dalle limpide acque blu e turchesi, si presentano davanti allo sfondo delle vette innevate
delle Ande creando un contrasto estremamente piacevole, i fiumi che scendono dalle Ande scorrono sulle
rocce vulcaniche e formano numerose cascate, la vegetazione, ricca di felci è lussureggiante, vi sono diverse
foreste originarie e in primavera abbondano le fioriture di fiori selvatici. I pascoli nella parte settentrionale,
intorno al vulcano Osorno sono sfruttati per l’allevamento di bovini, vi si producono latte, formaggi e burro.
Nella zona cresce ogni tipo di bacca, i frutti di bosco vengono esportati e nelle acque dei fiumi vengono
allevati trote e salmoni. Rilevante anche lo sfruttamento del legname. Nei mesi estivi la regione è visitata da
molti turisti soprattutto cileni e argentini.
Numerose specie endemiche sono state decimate o delimitate nelle poche aree di wildern ess scampate
all’invasione dell’uomo. È il caso dello Huemul (una specie di cervo) e del condor cileno (il più grande degli
uccelli di questa famiglia): entrambi gli animali sono rappresentati sullo stemma del paese. Gli ultimi puma
cileni, più grandi dei loro cugini californiani e decimati dagli allevatori di pecore e capre, vivono nei parchi
nazionali di questa regione.
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Zona Austral
La Zona austral corrispondente all’estremo meridione del paese si estende dai 43°- 44° di latitudine sud fino
a Capo Horn. La costa è molto frastagliata con numerosissime isole e fiordi scavati fra montagne elevate
che sembrano ergersi dal mare come ad esempio il Cerro Macé (2.300 m s.l.m.) nei pressi di Puerto Aisén.
Nella regione vi sono migliaia di isole che formano numerosi arcipelaghi fra i quali si snodano le rotte di
navigazione.
La parte settentrionale della regione presenta abbondanti precipitazioni, a Puerto Aisén, (45° 24’S) le pre-
cipitazioni annue sono pari a 2.973,3 mm distribuite in maniera equilibrata, nei mesi estivi le temperature
medie sono di circa 13,6 “C mentre nei mesi invernali sono di 4,7 °C. Nonostante il clima dell’area sia pre-
valentemente freddo e umido, la presenza di fiordi, montagne innevate e isole di ogni forma e foggia offre
panorami spettacolari; la vegetazione è abbondante con numerose foreste.
La parte meridionale della regione comprende Punta Arenas, la città più meridionale del pianeta. Le precipi-
tazioni sono inferiori rispetto alle latitudini superiori, il totale annuo è di 438.5 mm distribuiti lungo l’anno,
le precipitazioni nei mesi invernali sono a carattere nevoso. Le temperature sono più rigide che nel resto del
paese, in estate la media è pari a 11 °C per scendere a 2,5” in inverno il clima è ulteriormente irrigidito dal
vento pressoché costante e proveniente dall’Oceano Pacifico meridionale.
La regione australe abbonda di pascoli utilizzati per l’allevamento delle pecore, le altre attività economiche
sono l’estrazione del petrolio e di gas naturale nell’area dello Stretto di Magellano, che rappresenta uno dei
corridoi di navigazione più importanti del pianeta in quanto permette di evitare le acque insidiose del Capo
Horn. La navigazione nello stretto di Magellano richiede comunque la presenza a bordo di piloti cileni.
Il Cile insulare
Rientrano nella sovranità cilena diverse isole che costituiscono quello che localmente vie-ne chiamato Cile insulare in contrapposizione al Cile continentale:
• >L’isola di Pasqua, chiamata Rapa Nui, che insieme all’isola disabitata di Sala y Gómez costituisce la provincia dell’isola di Pasqua (regione di Valparaíso), le due isole sono situate nell’estremo orientale della Polinesia, entrambe sono state incorporate al ter-ritorio cileno nel 1888.
• >Le isole Juan Fernéndez• >Le isole disabitate di San Ambrosio e San Felix, chiamate anche Islas Desventuradas.
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Estación O’Higgins - Santiago. foto: Massimo Congiu
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Un sistema in via di sviluppo
L’economia cilena è riconosciuta internazionalmente come una delle più solide del subcontinente latino-
americano. Tuttavia durante il corso della sua storia il Cile ha conosciuto diversi periodi di crisi ed altri
di elevata crescita ed espansione economica. Durante la dittatura militare del generale Augusto Pinochet
è stata applicata una politica neoliberista che è stata profondamente modificata durante i governi della
Concertación attraverso diverse riforme sociali progressiste in campo sanitario, previdenziale ed educativo
adottando la strategia della cosiddetta “economia sociale di mercato”.
Dopo anni di isolamento il Cile è un mercato aperto al mondo con un’economia basata sull’esportazione sia
di prodotti finiti sia di materie prime.
Il principale prodotto minerario esportato è il rame, con cui il Cile soddisfa il 36% del mercato mondiale. Di
importanza rilevante ci sono anche il molibdeno, il platino e l’oro.
L’estrazione ramifera rappresenta il 30% delle esportazioni del paese ma nel 1970 raggiungeva addirittura
il 60%. L’impresa nazionale Codelco Chile è delle più grandi miniere esistenti al mondo e controlla anche
vari giacimenti del paese come Chuquicamata ed El Teniente. L’estrazione è la principale attività economica
nel nord del paese (Regione di Tarapacá, Regione di Antofagasta e Regione di Atacama) e ha una grande
importanza nella Regione di Coquimbo, Regione di Valparaíso, Regione del Libertador General Bernardo
O’Higgins e nella Regione delle Magellane e dell’Antartide Cilena. Nel paese esistono anche dei giacimenti
minori di petrolio e gas (Zona dello stretto di Magellano e Terra del Fuoco).
L’agricoltura e l’allevamento sono le principali attività economiche del centro e del sud del paese. L’espor-
tazione della frutta e della verdura hanno raggiunto livelli storici grazie all’apertura dei mercati europei e
nordamericani oltreché asiatici, dove il Cile è uno dei principali esportatori. Lo stesso vale anche per la silvi-
coltura e per la pesca. Attualmente il paese ha superato la Norvegia per la pesca del salmone ed è il maggior
esportatore al mondo; è inoltre uno dei più grandi produttori vinicoli.
L’industria cilena è principalmente strutturata su piccole e medie unità ad eccezione della produzione di
farina di pesce che viene prodotta da grandi industrie, concentrate soprattutto intorno alla capitale Santia-
go e di minore intensità a Valparaíso e Concepción. Durante gli ultimi anni si è sviluppata notevolmente
l’industria agroalimentare ed entro il 2010 il Cile diventerà una potenza a livello mondiale in questo settore,
in particolare l’industria vinicola (Quinto esportatore al mondo). Il Cile, data la sua stabilitá politica ed eco-
nomica, si è convertito in una piattaforma che attira investimenti esteri per altri paesi dell’America Latina
e molte imprese internazionali si sono insediate a Santiago. Il Cile, è inoltre, uno dei più grandi investitori
latinoamericani nel settore dei servizi, con importanti investimenti in Argentina, Perú, Colombia e Brasile.
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Il Cile è stato il primo paese al mondo (1981) a stabilire un sistema di pensioni amministrato totalmente da privati (AFP - Administradoras de Fondos de Pensiones), in base a versamenti individuali in fondi d’investimento regolati e controllati dallo Stato.
Tuttavia in Cile esiste la disuguaglianza tra i generi riguardo allo stipendio e la partecipa-zione al mercato del lavoro delle donne incide sull’economia.
La moneta ufficiale in Cile dal 1975 è il peso cileno ($)
Edificio nel quartiere di Alto Las Condes - Santiago. foto: Massimo Congiu
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La produzione del rame nel continente americano si perde nei secoli della preistoria. Gli antichi aborigeni
del Chile, Atacameños y Diaguitas, chiamavano il rame “payen” ed ereditarono dai loro antenati non solo
l’arte di lavorare pezzi di metallo nativo, ma anche le conoscenze della fusione, la produzione di bronzi e
altre tecniche molto avanzate per l’epoca.
Le scoperte archeologiche nel deserto di Atacama e nel Norte Chico indicano con chiarezza che il rame era
stato utilizzato dagli aborigeni 2000 anni prima della conquista spagnola (500 a.C.)
Gli abitanti di Chuquicamata, piccola tribù discendente dagli Aymaràs e dai Quechua, conosciuti come “chu-
cos” (da cui il nome del giacimento), prendevano il minerale dai depositi situati nella Cordillera delle Ande.
Quella del rame, durante i primi due secoli della conquista, era una piccola industria sviluppata nelle valli
della zona Norte, ma la situazione cambiò a metà del secolo XIX. Infatti nell’anno 1820 cominciò l’espansio-
ne della produzione, tanto che nel 1830 il Cile divenne il quarto produttore mondiale.
Le attività minerarie di quell’epoca si estesero da Chañaral, Caldera e Copiapó in Atacama fino a La Higuera,
La Serena, Brillador, Andacollo e Tamaya in Coquimbo, e più al sud in Aconcagua, Quillota e Las Condes
nella cordillera davanti a Santiago.
Nel periodo compreso tra gli anni 1820 e 1900 il Cile produsse 2 milioni di tonnellate di rame, rimanendo
per molto tempo il maggior produttore ed esportatore del metallo.
Tuttavia fin dal 1880 cominciò un periodo di decadenza per la miniera del rame, sia per il proscigamento dei
giacimenti più ricchi, sia per l’instabilità dei prezzi del metallo determinata dall’espansione USA e dal supe-
ramento sia della Spagna che del Giappone. Di qui il crollo della produzione alla fine del secolo (da un livello
di produzione di 45000 tonnellate nel 1882 a un livello di 21000 tonnellate nel 1897), mentre il commercio
del salnitro diventava la prima fonte di reddito del paese.
Questa situazione cambiò radicalmente fin dall’inizio del XX secolo con gli investimenti delle compagnie
americane e dell’introduzione delle tecnologie come la flottazione e lo sfruttamento economico dei giaci-
menti con un più basso contenuto di rame.
Queste compagnie costituirono la base di quello che più tardi si chiamerà “Grande minerìa de cobre”.
Il 21 dicembre 1970 durante il governo di Salvadr Allende venne presentato al congresso nazionale il proget-
to della nazionalizzazione della Grande Minerìa del Rame che venne approvato nel luglio del ’71. In tal modo
tutti i giacimenti divennero proprietà dello stato cileno e il 23 gennaio 1976 venne fondata la Corporación
Nacional del Cobre de Chile (CODELCO) che si incaricava dello sfruttamento dei giacimenti e della commer-
cializzazione del rame prodotto.
Oggi l’eccezionale flusso di capitali legato al settore del rame è alla base del miglioramento dei conti pubbli-
Legami forti tra CILE E RAME
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ci e dei conti con l’estero, ma comincia a costituire un problema politico per il Governo.
Mentre crescono le richieste della popolazione di una redistribuzione delle maggiori entrate pubbliche, il
Governo appare poco disponibile, preoccupato di evitare impatti negativi sull’economia del crescente flusso
di capitali in entrata, e del fatto che, secondo alcuni studi, il prezzo del rame sia destinato a scendere nel
medio termine.
Intanto le richieste sociali, sfociate in scioperi, hanno interessato sia il settore dell’istruzione che quello della
produzione di rame. La protesta studentesca, finalizzata al miglioramento della qualità dell’istruzione, si è
tradotta in scontri violenti tra frange di estrema destra e di estrema sinistra.
Sul fronte della produzione del rame il rialzo incredibile del prezzo del minerale ha spinto i lavoratori della
maggiore miniera privata cilena (Escondida) ad uno sciopero di 25 giorni, dietro la richiesta di aumenti
salariali del 10% e di un bonus pari a 30.000 dollari. L’accordo raggiunto (aumento del 5%, un bonus e altri
benefits) servirà da riferimento a tutta l’impresa cilena del rame.
L’aumento del costo del lavoro, oltre a rischiare di creare inflazione e rincorse salariali da parte di altri set-
tori, potrebbe rendere più difficile la soluzione della scarsità di capitale per l’investimento per le imprese
pubbliche del settore. Codelco, la maggiore impresa del settore a capitale pubblico, non ha a disposizione
fondi per gli investimenti in quanto i profitti vengono assorbiti dalle casse dello Stato.
I minatori cileni sono tornati a manifestare (non scendevano in piazza da 20 anni) contro la possibile priva-
tizzazione della Codelco. La protesta si è svolta a 40 anni esatti dal giorno in cui l’allora presidente Salvador
Allende aveva nazionalizzato le miniere di rame.
Il Paese, primo produttore mondiale di rame, deve oggi fronteggiare i problemi legati all’estrazione del mi-
nerale dati dai limiti nella disponibilità di acqua, infatti l’attività estrattiva richiede grandi quantitativi di ac-
qua, il cui reperimento è reso problematico dalla localizzazione di importanti giacimenti in zone desertiche.
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BHP Billiton: Cerro Colorado, Chile. 2007. foto: Cristobal Palma
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Un’indagine conoscitiva dell’area di progetto
Situato a sud del deserto di Atacama, il Norte Chico è una regione semiarida e una zona di transizione verso
il clima mediterraneo della valle centrale. Percorrendo la regione verso sud, l’aspro paesaggio desertico
comincia a cedere il posto ai primi segnali di vita, cactus e cespugli, poi si raggiungono vallate fluviali lus-
sureggianti. Sebbene le piogge siano rare, specialmente nelle propaggini settentrionali, il litorale è spesso
coperto dalla nebbia oceanica ricca di umidità, nota come camanchaca.
L’area progettuale si trova nella IV Regione di Coquimbo, una delle 15 regioni in cui è suddiviso il Cile.
La regione confina a nord con la regione desertica di Atacama, a sud con la regione mediterranea di Valpa-
raiso, ad est con la Repubblica Argentina e ad ovest con l’oceano Pacifico.
Con una superficie di 40580 kmq, ospita una popolazione di 719000 abitanti (anno 2010). La regione è
composta delle province di Choapa, Elqui, Limari; la capitale regionale è La Serena.
La regione di Coquimbo è chiamata zona delle “Valli Trasversali” per le copiose valli fluviali che attraversa-
no ad est la regione dalla Cordigliera Andina fino all’oceano Pacifico ad ovest. Le acque dei fiumi derivano
dallo scioglimento delle nevi, per questo motivo la loro portata varia con il periodo dell’anno e a seconda
dell’annata.
Gli effetti della nebbia oceanica sono maggiormente pronunciati alle quote superiori ai 450 m, dove ci sono
freschi boschi di olivillo (Aetoxicon punctatum), mirto (Myrceugenia correaeifolia), cannella di Magellano
(Drimys winteri) oltre a innumerevoli altri arbusti e piante epifite.
Per raggiungere l’area di progetto da Santiago verso il paese di Caimanes bisogna attraversare la città di Los
Vilos, località di villeggiatura frequentata dalla classe operaia, situata a metà strada tra Santiago e La Serena.
Zoom. google maps
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Per arrivare a Caimanes (B) partendo da Santiago (A). google maps
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Los Vilos e il Santuario della Naturaleza di Conchalì
A 3 km a nord di Los Vilos e vicino al Puerto Punta Chungo c’è una riserva che occupa un tratto di palude litoranea e di dune sabbiose, in cui proliferano molti uccelli, che è stata convertita in “Santuario de la Naturaleza Laguna Conchalì” per opera della Miniera di Los Pelambres. Grazie alle singolari caratteristiche climatiche e biologiche, è un luogo adatto alla nidificazione, alimentazione e rifugio di più di 100 specie migratorie dell’emisfero borea-le. Per ammirare questo ecosistema unico la miniera di Los Pelambres ha disposto un mirador, una passerella pedonale ed un’area picnic nei pressi della laguna, che è sotto lo stretto controllo dell’Unità Ambientale della miniera di Los Pelambres.
Santuario de la Naturaleza Laguna Conchalì - Los Vilos. foto: Massimo Congiu
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All’interno della valle del Pupio, nella confluenza con il fiume Rincon, si trova Caimanes, centro apparte-
nente al comune di Los Vilos, da cui dista poco più di 40 km. Attualmente ha una popolazione di circa
700 abitanti. Le principali attività di sostentamento sono l’agricoltura e la pastoriaiza; solo ultimamente (a
partire dai primi anni del 2000), con lo sviluppo dell’attività mineraria nella zona di Pelambres, gli abitanti
di Caimanes sono stati coinvolti nel meccanismo economico dell’impresa.
L’area specifica di progetto, ovvero il “Fundo Tipay”, è una tenuta fondiaria situata 3km a sud del centro abi-
tato di Caimanes. Il podere, venduto alla “Miniera Los Pelambres” (MLP), è delimitato inferiormente dalla
strada che conduce alla valle del fiume El Mauro e superiormente dal fiume medesimo.
Il fondo presenta un dislivello di circa 40 m e sfuma progressivamente fino a diventare un tuttuno con la
piana del fiume.
Sul punto massimo, distante 150 m circa dall’ingresso sud, è adagiata una casa padronale in adobe ed
eucalipto, che rispecchia la tradizionale tipoligia di costruzione Diaguita (di cui si accennerà successiva-
mente). Grazie alla posizione, essa gode di una notevole profondità di campo visivo della valle antistante e
dell’abitato di Caimanes.
Il terreno è stato usato per anni come pascolo di mucche e cavalli.
Nel Fundo Tipay sono presenti diverse specie floreali, selvatiche e di piantumazione con molte tipologie di
arbusti, tra cui l’acacia e i cactus. Nella zona adiacente alla cosidetta “casona”sono presenti alberi di grande
dimensione quali il pino, l’eucaliptus e il pimiento.
Valle del rio Pupio - Caimanes foto: Massimo Congiu
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Caimanes. foto: Massimo Congiu
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Prove di un saggio scolastico per le strade di Caimanes. foto: Massimo Congiu
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Panoramica versante Nord - Fundo Tipay. foto: Massimo Congiu
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Alcune delle specie arboree presenti nel
Fundo Tipay:
Pino StrobusAloe
AcaciaCactus
Acacia MimosaPalma
Ciliegio FioritoEucaliptoPepe Rosa
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Specie animali presenti nel Fundo Tipay
LepreFalcoPassero CilenoCardellinoColibrìStornello CilenoTortora CilenaVolpe CulpeaPicchio
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Diaguita è la denominazione quechua con etimolo-
gia aymarà, originata dalla fusione parafonica delle
parole: “tha kita” (“de una región apartada”), “tiya
kita” (“abitante remoto”).
Era un insieme di popoli indipendenti, accomunati
da un idioma comune, el kakàn, che si autodenomi-
navano “paccioca”.
Prima dell’arrivo degli spagnoli del popolo Diaguita
si hanno poche conoscenze. Le informazioni sono
giunte a noi grazie agli scritti dei primi spagnoli, ai
resti archeologici rinvenuti nelle sepolture e alla tra-
dizione dei popoli indigeni di interrare i morti con
oggetti di uso quotidiano.
Nel periodo del PALEO-INDIO gruppi di cacciatori
provenienti dal Nord occuparono il territorio che
oggi chiamiamo Norte Grande. Nel periodo succes-
sivo, l’Arcaico (8.000 a.C.), i cacciatori si mobilita-
rono per le valli dalla costa verso la cordigliera e le
pianure argentine. Da cacciatori diventarono stan-
ziali con la scoperta dell’agricoltura (2.500 a.C.).
La popolazione Diaguita, arrivata dal nord-est ar-
gentino, si è diffusa tra il ‘900 e il 1500 d.C. popo-
lando le valli del Copiapó, Huasco, Elqui, Limarí,
Casapa e Choapa comprese nei territori oggi cor-
rispondenti alle province di Atacama e Coquimbo,
subentrando alla cultura di Las Animas.
Le valli e le montagne che collegano le Ande al Pa-
cifico nelle province sopra citate sono caratterizzate
da un ambiente semi-arido, dove si ritrovano anco-
ra i resti delle ingegnose architetture chiamate dai
Quechuas púkara (o pucará) come la cittadella de
Il popolo Diaguita
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los Quilmes en Tucumán.
Le comunità Diaguite, stanziate in piccoli villaggi
caratterizzati da semplici capanne di fango, legno
e paglia, vivevano di agricoltura grazie alla costru-
zione di canali e sistemi di irrigazione che hanno
consentito la coltivazione di una vasta gamma di
prodotti, quali il mais, la patata, la quinoa, i fagioli e
le zucche; praticavano anche la pastorizia, in parti-
colare l’allevamento dei Lama e degli Alpaca, grazie
ai quali ottenevano una quantità di carne continua
che, essiccata al sole, consentiva la produzione del
charqui, ottima conserva preistorica; inoltre ricava-
vano la lana, che utilizzavano per la confezione dei
capi di vestiario, e gli ossi per la manifattura degli
utensili di uso quotidiano. Tali attività continuavano
tuttavia ad essere integrate con la tradizionale rac-
colta di frutti selvatici, la caccia e la pesca di mollu-
schi e mammiferi marini (per questi ultimi pratica-
Ceramiche della Cultura Diaguita - www.precolombino.cl
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vano la pesca in mare aperto con l’uso di resistenti
zattere costruite con pelli di lobo marino).
Il ritrovamento di numerosi oggetti di rame all’in-
terno delle sepolture testimoniano il fatto che i
Diaguitas estraevano e lavoravano questo metallo
prima dell’arrivo degli Incas.
La fonte principale di conoscenza di questa cultura
ci viene trasmessa dalla lavorazione della ceramica,
la forma d’arte più conosciuta e che costituisce un
vero e proprio tesoro artistico dei Diaguita.
Le ceramiche, di svariate forme e di diversi colori,
sorprendono per la bellezza della loro lavorazione:
le immagini raffigurate sulle pareti dei vasi sono
dipinte in rosso, bianco e nero e denotano una
sorprendente perfezione tecnologica e una com-
plessità concettuale della quale solo oggi possiamo
intravvedere e apprezzare alcuni dei suoi aspetti
formali.
Ceramiche della Cultura Diaguita - www.precolombino.cl
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L’iconografia Diaguita, specialmente durante il pe-
riodo precedente gli Incas (1475 d.C.), è caratteriz-
zata da disegni geometrici che riproducono alcuni
modelli, applicati principalemetne sulle pareti infe-
riori dei vasi in forme di fasce rettangolari. All’inter-
no di questo spazio vengono riproposte sequenzial-
mente delle geometrie modulari non riconducibili
ad altre culture. Si tratta principalmente di linee,
linee con punti, triangoli, scalinate, ganci e spirali.
Ci sono casi in cui queste fasce dominano nei dise-
gni dipinti sui piatti e sulle ciotole, ma si trovano
anche altri disegni di tipo zoomorfo o antropomor-
fo, i cui elementi suggeriscono la rappresentazione
di un corpo su più piani e dislocato in più parti. Le
fasce che servono da cornice ai disegni denotano
una regolarità esemplare. Sono tutte delimitate da
una linea nera e ripiene di colore bianco. In alcuni
casi formano un rettangolo che copre tutta la pare-
te del pezzo, mentre in altri, specialmente quando
sono accompagnati da volti di animali o umani, si
dividono in quattro parti. L’interno di esse presenta
disegni di color nero con qualche dettaglio di color
rosso, i cui modelli sono presenti fin dall’origine
della cultura Diaguita (come il zig-zag e le onde),
mentre altri (le catene e alcuni doppi zig-zag), appa-
iono solo durante il periodo più classico di questa
cultura. Es.: durante il periodo Diaguita-Inca quan-
do si presentano e appaiono i reticolati e altri tipi di
doppi zig-zag.
Oltre una prima analisi di questi disegni è possibile
rilevare una enorme diversità di espressioni. Cia-
scuna configurazione è organizzata per vari motivi,
dipinti con determinati colori ripetuti in una quanti-
tà specifica e collegati in modo molto preciso. Sen-
za dubbio le possibilità di combinazione sono innu-
merevoli, può bastare alterare lievemente la forma
di un solo motivo, il suo colore o la sua quantità,
Configurazioni Geometriche cultura Diaguita
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per ottenere una combinazione diversa. Praticamente non esistono pezzi con disegni uguali, perciò vuole
dire che raramente venivano prodotte in copia. In conclusione il valore delle ceramiche della cultura diaguita
sta nel suo caratterizzarsi come pezzo unico, come se il loro destino e il loro uso fossero il patrimonio di
un’azione individuale.
Elementi decorativi delle ceramiche Diaguite
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La stragrande maggioranza dei vasi colorati, che sono serviti a caratterizzare questa cultura, viene da corredi
tombali.
La forma più comune di sepoltura veniva costruita con cinque grandi lastre di pietra che formavano una vera
e propria cista rettangolare o scatola nella quale veniva depositato il defunto, accompagnato da un corredo
che consisteva in anelli, asce, pinze, scalpelli di rame, spatole, cucchiai di pietra finemente scolpiti e vasi di
ceramica.
Si ritiene che la società fosse organizzata in piccoli villaggi indipendenti, guidati da un capo. Nonostante
appartenenti alla stessa cultura, ogni valle, e forse ogni località, ha mantenuto la propria autonomia. Con
l’invasione incaica la società Diaguita è stata riorganizzata in sistemi duali, zona costiera e zona interna
sotto il comando di un governatore nominato dagli Incas.
Le abitazioni erano composte da diverse stanze comunicanti tra loro, definendo in pianta una forma rettan-
golare e quadrangolare.
Per le loro costruzioni utilizzavano il metodo pirka (ossia il metodo del muro a secco), oppure in adobe
(mattoni di terra cruda), mentre il tetto, a doppia falda o padiglione, era fatto di paglia o di “mezcla” (mi-
scela di paglia, rami e fango).
I Diaguitas divennero gli attori principali dell’espansione Inca del Cile centrale; con l’arrivo degli spagnoli la
presenza Diaguita raggiungeva anche regioni trans-andine.
Le comunità erano governate da un capo politico e uno militare. Non vi era nessuna classe sacerdotale, ma
ogni villaggio aveva un sacerdote “chamánico” che si occupava di riti, cerimonie religiose e la salute della
popolazione.
A partire dal 1634 fu obbligatorio l’uso del castigliano per la chiesa e il governo. Nel 1770 un decreto del Re di
Spagna impose che tutti parlassero il castigliano, provocando in questo modo l’estinzione dei diversi idiomi
indigeni, tra cui quelli Diaguita.
Attualmente si conservano solo alcune parole kakàn nei toponimi di luoghi e nei nomi come:
Lugares: Antofagasta, Chalingasta, Elqui, Sotaquí, Atacama, Calama, Toconao, Ticnamar, Combarbalá,
etcétera.
Apellidos: Alballay, Aballay, Campillay, Sapiaín, Talinay, Chavilca, Tamango, Huanchicay, Sulantay o
Zulantay, etcétera.
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Architettura DiaguitaJaime Villaseca
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Rovine di costruzioni Diaguite-Incaiche
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Nell’area mineraria della miniera di Los Pelambres, situata nella valle del fiume El Mauro, è stato rinvenuto
un gran numero di petroglifi di svariate dimensioni. Questo ritrovamento è stato fatto in un’area purtroppo
non adatta alla loro conservazione, per questa ragione è stato necessario porli in altro luogo, sia per la loro
conservazione nel tempo, sia per poterli rendere visibili a tutti.
La parola “petroglifo”, che indica le figure incise su roccia, deriva dal greco “petra” (roccia o pietra) e “glypho”
(incidere).
L’arte rupestre è tipica dei popoli precolombiani. La specie umana ha necessità di comunicare , di segnalare
ai suoi simili luoghi, abitudini, emozioni.
Le pietre di differenti grandezza e colori e molto facili da trovare furono la forma ideale per soddisfare questa
necessità.
Nelle stesse regioni di Coquimbo e Atacama sono state ritrovate numerose iscrizioni su pietra, rappresen-
tanti fatti accaduti e cose, disegnate ideograficamente con un tratto molto semplice e lineare.
Tali iscrizioni si possono considerare precursori della scrittura.
Gli strumenti di incisione utilizzati dalle popolazioni sui massi di grandi dimensioni (preferibilmente rico-
perte da un sottile strato di patina scura), consistevano in pietre taglienti a forma di cuneo con la punta
smussata, che consentivano di ottenere un notevole contrasto tra il cuore e la superficie della pietra stessa.
Secondo la loro tipologia grafica possimao dividere i pretoglifi in 4 categorie.
1. Astratti: sono disegni senza una geometria chiara. Possono stare soli o insieme con altri.
2. Geometrici: i disegni presentano una geometria chiara come cerchi, svastiche, quadrati, scacchi, soli, etc.
3. Figurativi o rappresentativi: simboleggiano figure, sia umane (impronte di piedi) o animali.
4. Oggetti: rappresentano oggetti quali frecce, carri, barche etc.
Gli Incas, al loro arrivo, esigevano come tributo grandi quantità di “charqui”, per cui i Diaguitas dovevano
organizzare delle battute di caccia in luoghi montagnosi, idonei ad agguati; operazione che noi riconoscia-
mo interpretando i tantissimi petroglifi realizzati sulle pietre utilizzate come nascondiglio o punto di sosta
nell’attesa dell’avvistamento della preda.
Petroglifi
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Charqui
Il Charqui o charque (parola di origine quechua significa carne secca) è carne disidratata ottenuta ricoprendo la carne di sale ed esponendola al sole.Questa tecnica era usata nel passato, prima dell’invenzione del frigorifero (1883), per con-servare la carne. Ancor oggi viene usata per conservare la carne per periodi di tempo prolun-gati. Il metodo di preparazione consiste nel tagliare a fette sottili la carne, toglierle il gras-so e (fino a dove possibile) il sangue. Le fette di carne vengono poi appese in luoghi secchi, ventilati e soprattutto molto soleggiati, finché assumano una consistenza simile a quella del cartone o del cuoio. In questa fase è necessario proteggere la carne dall’aggressione di mosche e altri animali con tende o retine.Terminato il periodo di essiccamento, si mette la carne in forni di terracotta o direttamente all’azione del fuoco per terminare la cottura. In alcune occasioni si può rafforzare l’essiccamento ricorrendo all’affumicatura.Una volta secca la carne viene conservata in recipienti, sotto strati di sale comune e aggiungendo, a volte, spezie come pepe, peperoni e peperoncino, anch’essi precedentemente seccati. Più rara-mente gli strati di sale sono sostituiti con miele e propoli.
Valle di El Mauro (luogo di ritrovamento dei petroglifi)
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Petroglifi della Valle El Mauro - foto: Prof.Jaime Migone
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La Miniera Los Pelambres è il quinto produttore di rame più importante del Cile, il terzo per redditività ed è
uno dei 10 maggiori giacimenti del mondo.
Nel 2010 ha prodotto 384.600 tonnellate di rame e 8.800 tonnellate di molibdeno. Nello stesso anno, al
compimento del suo decimo anno di attività, ha programmato l’obiettivo più ambizioso: aggiungere valore
sostenibile per il sistema in cui opera, essendo un leader mondiale nella sostenibilità del business minerario
entro il 2020, diventando la compagnia preferita dai loro gruppi di interesse.
A differenza delle altre grandi miniere del Cile che svolgono la loro attività nelle zone desertiche e scarsa-
mente popolate, l’attività della Miniera Los Pelambres (MLP) si concentra lungo una valle agricola nella
Provincia di Choapa (Regione de Coquimbo).
Partendo dal suo giacimento, situato al confine con l’Argentina nella cordigliera delle Ande (a più di 3800 m
sopra il livello del mare), nel territorio del comune di Salamanca e terminando a Los Vilos (punto di imbarco
del materiale estratto), interagisce con circa 40 comunità.
Nella valle del Choapa oggi è l’unica grande impresa mineraria in attività che produce concentrato di rame
e molibdeno. Il liquame concentrato viene convogliato, passando per Salamanca e Illapel, al porto appo-
sitamente costruito di Los Vilos: Punta Chungo, dove viene disidratato e quindi spedito per le successive
lavorazioni in Asia e in Europa.
MLP fa parte di Antofagasta Minerals, divisione del “Grupo Antofagasta plc.” quotato in borsa a Londra dal
2004.
M.L.P. - Immagine di un committente
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Límite con Argentina
Mina
Planta Concentradora
TranqueEl Mauro
Salamanca
Illapel
Concentraducto Relaveducto
LosVilos
Muelle mecanizado
Puerto Punta Chungo
Chillepín
EmbalseCorrales
Cuncumén
Provincia de Choapa
Ubicación Minera Los Pelambres, Región de Coquimbo, Chile
Caimanes
Sezione schematica - attività MLP
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Los Pelambres - Satellite Image FORMOSAT-2 - natural color
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Paso de Pelambres - Bancoimagenes.cl
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Miniera Los Pelambres - Felipe Obaid
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L’impianto della miniera iniziò nel 2000. L’anno successivo MLP acquistò il fondo di El Mauro nel comune
di Caimanes per costruire un gigantesco sbarramento, che verrà installato sull’omonimo rio nell’arida valle
del Pupio, a 60 km da Pelambres.
La diga di El Mauro, caratterizzata da una capacità di 1.700.000.000 di tonnellate, equivalente ad una su-
perficie di 70 kmq (la più grande di tutta l’America Latina e la terza nel mondo), è finalizzata allo stoccaggio
e alla lavorazione degli sterili derivati dal processo di concentrazione del minerale. Essa ha rimpiazzato la
diga di Los Quillayes che ha funzionato sino al 2010.
L’idea di MLP era stata quella di chiudere la valle nel punto denominato “Le Estrechez de El Mauro” anne-
gando di detriti la maggior parte possibile dei versanti. Come palliativo propose la costruzione di una diga
“de cola” per alimentare una serie di canali che avrebbero assicurato l’acqua a tutta la comunità. L’idea fu
duramente criticata dalla comunità di Caimanes, che fin dall’inizio dei lavori si è unita compatta in una serie
di proteste contro MLP per la paura della diminuzione della portata dell’acqua del fiume Pupio e del pericolo
quindi di rimanere senz’acqua. Nacque cosi il comitato per la difesa della valle del Pupio. All’organizzazione
si unì anche Victor Ugarte, padrone dei fondi Tipay ed El Romero, confinanti con El Mauro.
<< Don Victor affermava che mai avrebbe venduto i suoi fondi a Pelambres perché in quel caso avrebbe posseduto i
diritti sull’acqua e appoggiava la comunità nelle sue richieste >> disse Cristian Flores, coordinatore e portavoce
del comitato di difesa dei cittadini di Caimanes.
L’impresa mineraria non fece caso alla protesta, cominciò i lavori di sondaggio, eliminò l’ultimo bosco di
canellos dalla faccia della Terra, rimosse 500 petroglifi di origine Incaica, Diaguita e Molle danneggiando
diversi siti archeologici.
Di qui le proteste, i ricorsi, le denunce, i processi, le sentenze….
<< Ma non tutto è ecologia a Caimanes. Da quando si installò Pelambres il denaro ha messo radici. E anche le liti
per esso… …Caimanes si divide… >> così scriveva Claudio Pizarro il 27 novembre 2010 in “The Clinic Online”.
Intanto nel maggio 2008 gli avvocati F.Dougnac per Caimanes e F.Veloso per Pelambres raggiunsero un
accordo secondo il quale l’impresario Victor Ugarte e alcuni dirigenti desistevano delle azioni legali contro
la costruzione di El Mauro. L’accordo prevedeva l’acquisto dei fondi di Victor Ugarte (Tipay e Romero) per
23.000.000 di dollari, dei quali 5.000.000 li avrebbe donati a 117 persone della comunità. Mireya Ardiles,
presidente della Giunta de Vecinos n°4, denunciava l’avvocato Dougnac e l’impresario Ugarte per aver in-
gannato la comunità e aver lucrato sul conflitto. Quasi tutti i cittadini di Caimanes si sentirono traditi e
delusi.
<< Cómo iban a recebir sólo algunos, es una injusticia, si la mayorìa del pueblo se movilizó para luchar por el tema
de las aguas >> è stata l’unanime protesta.
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Nel settembre 2008 venne richiesto l’annullamento dell’accordo del mese di maggio contro MLP, V.Ugarte
e le 117 persone di Caymanes. Da allora il paese si è trasformato in una pentola a pressione.
Le lotte continuano, ma poche sono le persone che si espongono.
<< Se c’è molta gente che non lotta più per l’acqua è per il denaro… >> commenta dispiaciuta Nair Huerta,
abitante di Caimanes.
Il 16 dicembre 2010 Pedro Soto Cruz (il quale vendette il fondo di El Mauro a MLP) e altri 10 abitanti di
Caimanes hanno concluso lo sciopero della fame (durato 81 giorni) contro MLP per la diga di El Mauro.
Con una risorsa mineraria tanto significativa MLP sta studiando i fattori chiave che permettono di proiettarsi
nel futuro insieme alla Valle del Choapa.
17,2 milioni di dollari sono stati investiti dalla compagnia nel 2010 per l’ambiente e la comunità, ai quali
si aggiungono 1,2 milioni per il miglioramento della qualità della vita e dello sviluppo dei suoi lavoratori e
collaboratori, altri 7,3 milioni stanziati per i danni provocati dal terremoto del 2010.
3285 milioni di dollari sono le entrate della compagnia nel 2010.
723 sono i lavoratori con contratto e 4857 i collaboratori.
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Per le strade di Caimanes
foto: Massimo Congiu
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Insegna affissa in un punto di ristoro a Caimanesfoto: Massimo Congiu
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“Comporre è come giocare a scacchi. Occorre pensare a
lungo prima di fare la mossa di apertura perché se questa
non è esatta, se non è quella proprio necessaria, […] biso-
gna ripartire da capo. Pensare a lungo serve a organizzare
i dati funzionali e le intenzioni formali in sintesi efficaci, in
idee forza dotate della capacità di informare di sé l’intero
ciclo di progetto. Spesso il talento è nemico di questa atti-
tudine riflessiva, che si traduce in una frase in cui le risorse
creative dell’architetto vengono concentrate ed esaltate. Il
disegno, che consentirà alle scelte architettoniche di ma-
nifestarsi pienamente, superando l’allusività che esse pre-
sentano nel puro pensiero e nel discorso verbale, interverrà
subito dopo, e il suo ruolo sarà determinante.“
Franco Purini – Comporre l’architettura – Editori Laterza
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Introduzione al tema progettuale:primi appunti
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“il punto di arrivo come punto di par-tenza” ...la ricerca di un simbolo.
annotazioni sull’e-sistente
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rilievo e rimandi al dossier fotografico.
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studio della morfologia del terreno adiacente alla casona.
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primo schizzo di studiosul rapporto tra la casona e il dislivello.
ulteriore studio sulla morfologia del terreno e sui muri a secco esistenti (“pirca”)
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relazioni tra le geo-metrie diaguita e un possibile program-ma funzionale
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schizzi di studio sul rapporto mirador/auditorium
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definizione di una composizione planimetrica
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schizzi di studio sulle zone di sosta all’interno del parco e sull’accesso al sito
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studio planimetrico
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studio sulla compo-sizione del portale d’accesso
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schizzi di studio sugli elementi di arredo del parco
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annotazioni
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studio tipologie di trattamento della “pirca”
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ulteriori studi sul muro
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la ricerca di un logo per il Centro de Interpretaciòn Cultural
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schizzo prospettico
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studio sull’utilizzo delle rampe di acces-so interno/esterno
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il rapporto tra i differenti livelli
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Il percorso di ricerca progettuale che ha condotto allo sviluppo della tesi qui presentata nasce dall’esperienza di tirocinio svolta presso lo studio Jaime Migone y Arquitectos Asociados nella città di Santiago del Chile .
Il lavoro, all’ interno dello studio di progettazione, si è concentrato sullo sviluppo del progetto per la creazione del “Centro de interpretacìon cultural” nella Valle de los Pe-troglifos nella regione del Coquimbo a nord di Santiago. Più precisamente il commit-tente, MLP ( Minieras de los Pelambres), ha richiesto lo sviluppo di un polo culturale imperniato intorno al ritrovamento dei petroglifi, rinvenuti nella valle di El Mauro all’ interno dell’ area della Miniera di Pelambres . Obiettivo del progetto era quello di permettere un processo di valorizzazione del territorio per garantire un recupero dell’ identità culturale del popolo Diaguita.
L’ analisi progettuale è stata caratterizzata da un primo approccio che mirava alla com-prensione delle caratteristiche peculiari del luogo, definito da un’orografia complessa e da una forte valenza naturale. Successivamente sono state esplorate alcune ipotesi guidate soprattutto dalle suggestioni riportate a seguito delle visite al sito di progetto.
Il tirocinio si è concluso senza condurre l’ èquipe di lavoro alla definizione di una pre-cisa strategia di intervento.
Il progetto di tesi costituisce un’ ideale prosecuzione del lavoro iniziato in terra cilena per condurre alla definizione di disegno del luogo che, pur restando nella sua fase di concetto latente, ha l’intento di esprimere una sensibilità per il patrimonio costruttivo presente nell’area. Infatti, a seguito di una intensa fase di ricerca storica riguardante le tipologie costruttive tradizionali della cultura Diaguita, si intendepreservare nella sua interezza la struttura pre-esistente della “Casona” nel tentativo di potenziare le capacità ricettive della struttura storica attraverso la costruzione di un volume parzialmente ipogeo contenente una serie di servizi.
Introduzione al progetto
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Inquadramento territoriale
Fundo Tipay
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N
Planimetria
Caimanes
Fundo Tipay
Viabilità
Corsi d’acqua
500 m
101
N
morfologia
Caimanes
Fundo Tipay
103
Stato di fatto
Fundo Tipay
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Planimetria
20 m
N
107
Pianta
Sezione
1 m
5 m
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Spaccato assonometrico
Vista prospettica
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Riposizionamento Petroglifi
Fundo Tipay
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E’ stato svolto un lavoro di catalogazione di ogni singolo petroglifo posizionato nello spazio, facendo uno
studio INTERSITIO (tra i diversi gruppi di petroglifi tra loro) e INTRASITIO (tra i singoli petroglifi del grup-
po). I rapporti delle distanze intersitio e intrasitio trovati nel luogo del ritrovamento creano una rigida ma-
glia, che deve essere mantenuta nel nuovo sito di posizionamento, anche dal punto di vista dell’orienta-
mento nord – sud.
100 m
N
115
100 m
N
Posizionamento petroglifi all’interno dell’area
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Il progetto si configura come sistema di accoglienza al “Centro de interpretacìon Cul-tural” prevedendo un sistema di parcheggi all’ ingresso dell’ area dalla strada di acces-so. Una passeggiata accompagna poi il visitatore lungo un percorso di conoscenza che ha il compito di riassumere le peculiarità della flora della regione.Si arriva quindi al complesso della “Casona”.Per evitare una contrapposizione con il volume storico l’ampliamento delle strutture ricettive prevede la costruzione di una terrazza panoramica sulla stessa quota del pia-no dell’ edificio storico e di un volume parzialmente incassato nel terreno che degrada verso valle. L’accesso al nuovo complesso è garantito dalla presenza di una rampa che costituisce l’ideale prosecuzione della passeggiata che accompagna il visitatore alla scoperta dei petroglifi.
Proprio per mantenere una valenza di scoperta, caratteristica degli scavi archeologici, all’ interno del parco non sono previsti percorsi strutturati, ma l’ utente è libero di perdersi alla ricerca della propria esperienza personale nel ritrovamento dei petroglifi.
Relazione di progetto
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Programma Funzionale
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L’ intervento si configura inizialmente come centro di accoglienza pre-vedendo un sistema di parcheggi all’ingresso dell’area dalla strada di accesso.
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0 - ingresso
1 - area parcheggi
2 - reception/accoglienza
3 - passeggiata/percorso
4 - area attrezzata/zona didattica della biodiversità
5 - amministrazione/bookshop
6 - servizi
7 - bike sharing
8 - inizio passeggiata ciclabile
9 - ingresso centro de interpretacion
10 - piazzale teatro5
11 - terrazza panoramica/mirador
12 - verso la scoperta dei petroglifi...
Una passeggiata accompagna poi il visitatore lungo un percorso di co-noscenza che ha il compito di riassumere le peculiarità della flora e della fauna della regione.
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Si arriva quindi al complesso della Casona, che integra al suo interno i servizi di supporto al Centro de Interpretacion. Originariamente formata da un nucleo di terra-cruda e successivamente ampliato da due ambienti laterali, ho voluto effettuare un semplice ri-pristino, sostituendo gli ambienti postumi con 2 volumi trasparenti per valorizzare il nucleo originario.
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Planivolumetrico
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5 m
N 133
Piante
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Per evitare una contrapposizione con il volume storico l’ampliamento delle strutture ricettive prevede la costruzione di una terrazza panorami-ca sulla stessa quota del piano dell’ edificio storico.
5 m
Livello 0
N
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Il volume parzialmente incassato nel terreno, degrada verso valle ospi-tando nel livello intermedio l’anfiteatro e l’accesso allo spazio espositi-vo.
Livello -1
Livello -2
5 m
N
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Prospetto frontale
N
141
50 m
50 m
5 m
143
Prospetto laterale
N
145
50 m
50 m
5 m
147
Sezione longitudinale
N
149
Dalla sezione possiamo notare come l’accesso al nuovo complesso sia garantito dalla presenza di una
rampa che costituisce l’ ideale prosecuzione della passeggiata che accompagna il visitatore alla scoperta
dei petroglifi.
1 m
151
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Viste prospettiche
155
157
159
161
163
165
Bibliografia
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AA. VV., 100 Anos de Cultura Chilena 1905-2005, Zig Zag 2006
Benjamin Subercaseaux, Chile. Una loca geografia, Ediciones Ercilla, 1940
The Clinic Online - 27 Novembre 2010
www.wikipedia.es
http://www.memoriachilena.cl
www.codelco.cl
www.altexstudio.it
www.elciudadano.cl
www.britannica.com
www.precolombino.cl
Ringrazio tutte le persone che mi hanno supportato in questo lavoro, in particolare Prof. Aymerich e Prof. Migone,
l’Ing. Carlo Atzeni, l’Ing. Luca Sanna e l’Ing. Romina Marvaldi,i colleghi del periodo di tirocinio
e tutti coloro che mi sono stati vicini.