CENNI BIOGRAFICI SU PIETRO CELESTINO GIANNONE, poeta … · E’ un poema polimetro in quindici...

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CENNI BIOGRAFICI SU PIETRO CELESTINO GIANNONE, poeta patriota. 1791. Nasce a Camposanto il 14 marzo, da Michelangelo e Maria Saverio del Vecchio, entrambi originari del Napoletano e qui per ragioni di lavoro. Il padre era caposquadra della Ferma Ducale. Si erano sposati a Modena, in Duomo, nel Giugno del 1790. Suo antenato è l’omonimo filosofo nato ad Ischitella (Foggia) nel 1676. 1794 e segg. All’ospedale di Mirandola muore il padre e la moglie si trasferisce nel Frignano. In seguito frequenta la scuola di San Bartolomeo a Modena. 1808/1812. (periodo Napoleonico) Milita nel Regno d’Italia , combatte contro i briganti e in seguito è volontario nei Cacciatori a cavallo. 1814/ 1820. A Lodi, dove viveva la madre, nella scuola di equitazione, incontra Giulio e Ugo Foscolo. Costretto a lasciare la zona si reca nel sud Italia per questioni di eredità materna e paterna. A Napoli conosce poeti improvvisatori, viaggia per l’Italia dando lezioni private di lettere e scrivendo poesie estemporanee che recita nelle accademie. Ritorna in Lombardia, ma a Lodi viene arrestato perché già sospettato dalla polizia. Costretto a ritornare a Modena, si ritiene che aderisca alla Carboneria e alla Massoneria. 1821/1822. E’ nuovamente arrestato perché falsamente accusato di avere scritto sia un proclama in latino, dove invitava i soldati a non combattere contro il popolo, che l’inno patriottico Sei pur bella….. Nel carcere modenese scrive della propria vita in un poemetto in forme metriche diverse chiamato Le Rimembranze. Viene liberato e da Parma, attraversando l’Appennino, giunge a Lerici, Nizza, Marsiglia, dove si ferma pochi mesi e poi si reca a Parigi dove dà lezioni di Italiano. Qui conosce Niccolò Tommaseo. 1826/1827. Inizia la stesura de L’Esule. A Londra ritrova Ugo Foscolo con il quale si intrattiene per i lavori che il zacintio stava preparando sulla Divina Commedia. Scrive il libretto per l’opera lirica Maria Stuarda. 1829/1841. A Parigi combatte sulle barricate e stampa L’Esule. E’ un poema polimetro in quindici canti. Giuseppe Mazzini, ancora giovane avvocato, recensì L’Esule con molto entusiasmo. Con Celeste Menotti viene scelto dal Governo francese per segnalare gli italiani meritevoli di sussidio. Aderisce alla Giovane Italia. Si trasferisce in Corsica e qui scrive un Carme all’Italia. Ritorna a Parigi e gli fu chiesto di sostituirsi a Mazzini per dirigere le insurrezioni ma Giannone rifiutò. Accetta la Presidenza della Congrega di Parigi quando Mazzini decide la ripresa della Giovane Italia. Sempre a Parigi istituisce, seguendo Mazzini, la Società degli Operai e una scuola serale per gli operai e i loro figli. Continua la persecuzione politica. 1844/1847. Cura la stampa di scritti di Mazzini. Contribuisce alla formazione di un Comitato per l’Indipendenza Italiana. Onora la memoria dei Fratelli Bandiera coniando una medaglia. Vede per la prima volta Mazzini.

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CENNI BIOGRAFICI SU PIETRO CELESTINO GIANNONE, poeta patriota.

1791. Nasce a Camposanto il 14 marzo, da Michelangelo e Maria Saverio del Vecchio, entrambi originari delNapoletano e qui per ragioni di lavoro. Il padre era caposquadra della Ferma Ducale. Si erano sposati a Modena, in Duomo, nel Giugno del 1790. Suo antenato è l’omonimo filosofo nato ad Ischitella (Foggia) nel 1676.

1794 e segg. All’ospedale di Mirandola muore il padre e la moglie si trasferisce nel Frignano. In seguito frequenta la scuola di San Bartolomeo a Modena.

1808/1812. (periodo Napoleonico) Milita nel Regno d’Italia , combatte contro i briganti e in seguito è volontario nei Cacciatori a cavallo.

1814/ 1820. A Lodi, dove viveva la madre, nella scuola di equitazione, incontra Giulio e Ugo Foscolo. Costretto a lasciare la zona si reca nel sud Italia per questioni di eredità materna e paterna. A Napoli conosce poeti improvvisatori, viaggia per l’Italia dando lezioni private di lettere e scrivendo poesie estemporanee che recita nelle accademie. Ritorna in Lombardia, ma a Lodi viene arrestato perché già sospettato dalla polizia. Costretto a ritornare a Modena, si ritiene che aderisca alla Carboneria e alla Massoneria.

1821/1822. E’ nuovamente arrestato perché falsamente accusato di avere scritto sia un proclama in latino, dove invitava i soldati a non combattere contro il popolo, che l’inno patriottico Sei pur bella….. Nel carcere modenese scrive della propria vita in un poemetto in forme metriche diverse chiamato Le Rimembranze. Viene liberato e da Parma, attraversando l’Appennino, giunge a Lerici, Nizza, Marsiglia, dove si ferma pochi mesi e poi si reca a Parigi dove dà lezioni di Italiano. Qui conosce Niccolò Tommaseo.

1826/1827. Inizia la stesura de L’Esule. A Londra ritrova Ugo Foscolo con il quale si intrattiene per i lavori che il zacintio stava preparando sulla Divina Commedia. Scrive il libretto per l’opera lirica Maria Stuarda.

1829/1841. A Parigi combatte sulle barricate e stampa L’Esule. E’ un poema polimetro in quindici canti. Giuseppe Mazzini, ancora giovane avvocato, recensì L’Esule con molto entusiasmo. Con Celeste Menotti viene scelto dal Governo francese per segnalare gli italiani meritevoli di sussidio. Aderisce alla Giovane Italia. Si trasferisce in Corsica e qui scrive un Carme all’Italia. Ritorna a Parigi e gli fu chiesto di sostituirsi a Mazzini per dirigere le insurrezioni ma Giannone rifiutò. Accetta la Presidenza della Congrega di Parigi quando Mazzini decide la ripresa della Giovane Italia. Sempre a Parigi istituisce, seguendo Mazzini, la Società degli Operai e una scuola serale per gli operai e i loro figli. Continua la persecuzione politica.

1844/1847. Cura la stampa di scritti di Mazzini. Contribuisce alla formazione di un Comitato per l’Indipendenza Italiana. Onora la memoria dei Fratelli Bandiera coniando una medaglia. Vede per la prima volta Mazzini.

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1848/1849. E’ Presidente della Associazione Nazionale Italiana fondata da Mazzini a Parigi. Forma la Legione Nazionale Italiana, inviata in Italia. Si reca a Livorno e a Modena. Qui, lui repubblicano, è accolto con sospetto ed è contrario all’annessione con il Piemonte. Scrive i Pensieri Politici ma non li pubblica. Il Governo Provvisorio Modenese lo nomina bibliotecario della Biblioteca Maggiore. Prima rifiuta e poi accetta. Si sposta a Bologna e poi a Firenze. In questo periodo conosce Bixio, Mameli e Giuseppe Giusti chegli dedica l’ode la Repubblica. Il Governo Toscano lo nomina segretario della legazione toscana a Parigi, a Londra, nel Belgio. Ritorna a Parigi per svolgere le sue funzioni, ma si dimette causa il ritorno del Granduca di Toscana.

1850/1856. Si reca più volte a Londra per seguire i lavori dei due teatri italiani. Espulso dalla Francia, come repubblicano, vi fa ritorno e a Parigi viene investito da una carrozza.

1857/1860. Grazie a Daniele Manin ottiene il passaporto e raggiunge Genova. Ritorna a Parigi. Il dittatore modenese Luigi Carlo Farini gli accorda una pensione per i suoi meriti patriottici. Offre un contributo alla sottoscrizione di Giuseppe Garibaldi per un milione di fucili per una spedizione armata nello Stato Pontificio.

1861/1868. Ritorna definitivamente in Italia. Si ferma a Modena e poi si trasferisce a Firenze dove vive solitario, con pochi amici, in precarie condizioni di salute, senza alcuna attività politica. Esprime il desiderio di ritornare a Modena, ma la malferma salute lo impedisce. Ristampa L’Esule con aggiunte e la dedica a Giuseppe Garibaldi. E’ durante il periodo fiorentino che si dedicò al manoscritto criptato, decifrato in questi anni.

1872. Muore a Firenze il 24 dicembre alle ore 14. Il Giorno dopo viene sepolto nel cimitero di San Miniato al Monte, sopra Firenze, e fu commemorato come il “il benefattore dei poveri…..il poeta consolatore degli esuli”.

1874. 7 giugno, Modena scopre la lapide in suo onore, ancora visibile, sotto i portici del Palazzo Comunale prospicenti la via Emilia.

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23 Agosto, Firenze inaugura il monumento, non più visibile dal 1970 circa, nel cimitero di San Miniato.

L’Esule, è la storia di un patriota italiano che, per amore della sua Patria, ritorna in Italia incurante del pericolo. Nonostante i dolori negli affetti e nei valori, chiede vendetta non per sé , ma per i mali della Patria, durante una riunione dei Carbonari. La vendetta uccide il traditore degli amici e l’Esule parte per la Grecia insorta contro i Turchi, deciso a trovare la morte combattendo.

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Bibliografia: Ada Chiappe, La vita e gli scritti di Pietro Giannone, Pistoia, 1908; F.Solerio, Il patriottismo di Pietro Giannone nella vita e negli scritti, Casale, 1906; A.Vannucci, I martiri della libertà italiana dal 1794 al 1848, vol. I, Milano, 1887; G. Silingardi, Ricordi della giovinezza di Pietro Giannone, in “Rivista Europea”, n.s. vol. XXI, 1880; G.Sforza, Il poeta Pietro Giannone in Lunigiana, in “Giornale storica della Lunigiana, III (1911/12); Anna Spallicci, Pietro Giannone e il suo poema “L’Esule”, Torino, Stabilimento Grafico Impronta, 1958; C.Pariset, Lettere inedite di Pietro Giannone di Camposanto (Modena) allo scrittore e patriota anconitano F. Barattani, in “Rassegna Sorica del Risorgimento”, XIX (1932); Guido Ragazzi, Pietro Giannone:il travagliato esilio e l’impegno nella “Giovane Italia”, Parma, Casa Editrice Maccari, 1992.

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PIETRO CELESTINO GIANNONE

Fonti e Bibl.: Camposanto, Arch. parrocchiale, Libro n. 7 dei nati, p. 260; Modena, Museo del Risorgimento, Fondo mss., Carte Giannone; Arch. di Stato di Modena, Alta Polizia, b. 12, f. 4; L'Italia centrale, 10 maggio 1848; Il Panaro, 27 dic. 1872; 15 maggio 1874; A. Vannucci, I martiri della libertà italiana, II, Milano 1878, pp. 208-230; Parnaso modenese (Liriche scelte di poeti modenesi contemporanei), a cura di A. Namias, Modena 1880, p. 804; T. Grandi, Ciro Menotti e i suoi compagni, o le vicende politiche del 1821 e 1831 in Modena, Bologna 1880, pp. 96-113; G. Silingardi, Ricordi della giovinezza di P. G., Firenze 1880; A. Chiappe, La vita e gli scritti di P. G., con l'aggiunta di alcuni documenti inediti, Pistoia 1903; F. Solerio, Il patriottismo di P. G. nella vita e negli scritti, Casale 1906; Ediz. nazionale degli scritti di G. Mazzini, Indici, II, ad nomen; G. Sforza, Il poeta P. G. in Lunigiana, in Giorn. stor. della Lunigiana, III (1911-12), pp. 24-31; G. Canevazzi, Fra due patrioti autentici (P. G. e G. Campi), in Rass. stor. del Risorgimento, IV (1917), pp. 794-809; C. Pariset, Lettere inedite di P. G. di Camposanto (Modena) allo scrittore e patriotta anconitano F. Barattani, ibid., XIX (1932), pp. 129-140; G. Mazzoni, L'Ottocento, I, Milano 1934, pp. 726-728; G. Botti, Vie e piazze di Modena, Modena 1938, pp. 162 s.; A. Morselli, Patrioti modenesi esuli in Corsica (1831-1859), in Atti e mem. della Deputaz. di storia patria per le antiche provincie modenesi, s. 8, IV (1952), pp. 22 s.; Id., Per la biografia di P. G., in Atti e mem. dell'Accademia di scienze, lettere e arti di Modena, s. 5, XIII (1955), pp. 3-9; Id., Fanciullezza frignanese del poeta dell'"Esule", in Rassegna frignanese, II (1957), pp. 24-31; A. Spallicci, P. G. e il suo poema l'"Esule", Torino 1958; A. Morselli, Pagine mute del poeta P. G., in Atti e mem. dell'Accademia naz. di scienze, lettere e arti, s. 6, III (1961), pp. 151-160; A. Barbieri, Modenesi da ricordare, II, Modena 1971, p. 58; G. Ragazzi, P. Giannone. Il travagliato esilio e l'impegno nella "Giovine Italia", Parma 1992;

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G. Bedoni, P.C. G., tra utopie e realtà politiche, in Atti e mem. della Deputaz. di storia patria per le antiche provincie modenesi, s. 11, XVI (1994), pp. 347-380; M. Pecoraro, Ciro Menotti. Un uomo che fece l'Italia, Modena 1996, p. 24; Diz. del Risorgimento nazionale, III, s.v.; Enc. biogr. e bibliogr. "Italiana", F. Ercole, Gli uomini politici, II, p. 168; Enc. Italiana, XVI, sub voce; Grande Diz. encicl., IX, sub voce.