Cenerentole nel mondo

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CENERENTOLE DEL MONDO Classi terze Scuola Primaria di Roveredo in Piano A.S. 2013/2014

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CENERENTOLE DEL MONDOClassi terze Scuola Primaria di Roveredo in Piano A.S.

2013/2014

Vassilissa la bella RussiaВасилиса Прекрасная

Titolo Vassilissa la bellaProvenienza Russia

Tempo C’era una volta

Luogo Una città imprecisata della Russia

Protagonista Vassilissa

Antagonisti Matrigna; due sorellastre

Aiutanti Baba-Jaga

Altri personaggi

Mamma di Vassilissa; papà di Vassilissa (mercante); vecchia signora; sarti dello Zar

Oggetto magico

Bambolina

Note In questa fiaba c’è una bambolina che aiuta Vassilissa a sopportare i maltrattamenti delle sorelle. Al posto della fata c’è Baba-Jaga e al posto del Principe, lo Zar

C'era una volta un mercante, che aveva una bellissima figlia di nome Vassilissa. Sua moglie morì quando la piccola aveva otto anni, ma prima di morire la mamma chiamò la bambina, tirò fuori da sotto le coperte una bambolina con stivaletti rossi, grembiulino bianco e gonna nera e disse a Vassilissa: “Prendi questa bambola, conservala con cura, non mostrarla a nessuno e nutrila quando ha fame. Se ti troverai in difficoltà, chiedile aiuto: ti dirà che cosa fare.”

Dopo un po’ di tempo il papà di Vassilissa si risposò, con una donna anch’essa vedova e con due figlie. La matrigna e le sorellastre erano invidiose della bellezza di Vassilissa, la tormentavano di continuo e si facevano servire da lei tutto il tempo. Ma la piccola sopportava tutto senza mai lagnarsi.

La matrigna e le sue figlie non sapevano che Vassilissa aveva la bambolina che l’aiutava. La sera, quando tutti dormivano, la giovinetta si sedeva nel suo angolino a dar da mangiare alla fedele bambola e si sfogava con lei delle sue disgrazie. La bambola mangiava, poi consolava Vassilissa e faceva tutto il lavoro al suo posto.

Una sera una delle figlie, come la madre le aveva ordinato, spense la candela con una pinza e disse: “Che disgrazia! Non abbiamo ancora finito il lavoro e ora siamo al buio. Vassilissa, devi andare a chiedere il fuoco a Baba-Yaga!”. Vassilissa, cacciata fuori di casa, si mise in tasca la bambola e si addentrò nella foresta.

Un giorno il mercante partì per un lungo viaggio e la matrigna se andò ad abitare in una casa ai margini della foresta in cui viveva Baba-Yaga, la vecchia strega. Le ragazze passavano le serate a cucire e filare.

Quando giunse alla capanna di Baba-Yaga, la ragazza disse timidamente: “Sono io, signora nonna, le mie sorellastre mi hanno mandata a cercare legna per riaccendere il fuoco”. “Resterai qui per servirmi”, rispose Baba-Yaga, “Se farai un buon lavoro ti darò quel che cerchi”. Con l’aiuto della sua bambola, Vassilissa riuscì a svolgere tutti i lavori che la strega le aveva assegnato; così Baba-Yaga le diede un teschio con gli occhi ardenti: “Ecco il fuoco per le figlie della tua matrigna”. Vassilissa se andò correndo.

Quando arrivò a casa, la trovò al buio. La matrigna e le sorellastre la accolsero a braccia aperte: da quando era andata nella foresta, infatti, non avevano più potuto accendere il fuoco. Ma quando Vassilissa portò dentro il teschio, gli occhi ardenti si fissarono sulla matrigna e sulle sue figlie, riducendole in cenere.

Quando arrivò a casa, la trovò al buio. La matrigna e le sorellastre la accolsero a braccia aperte: da quando era andata nella foresta, infatti, non avevano più potuto accendere il fuoco.

Al mattino Vassilissa se ne andò in città, dove una vecchia signora l’ospitò nell’attesa che ritornasse il padre. Un giorno la vecchia portò del lino a Vassilissa, che lo filò e poi, sempre con l’aiuto della bambola, si mise a tesserlo. Alla fine ne ricavò un così bel tessuto che la vecchia pensò di donarlo allo Zar. Lo Zar diede la stoffa ai suoi sarti, affinché ne facessero delle camicie, ma nessun sarto osò toccare una tela così bella, per paura di rovinarla. Lo Zar allora tornò dalla vecchia e le disse: “Chi ha tessuto la tela, deve anche cucirmi le camicie!”.

Vassilissa si recò al palazzo e quando entrò lo Zar, vedendola, se ne innamorò a prima vista. Prese per mano Vassilissa la bella, la fece sedere al suo fianco e si celebrarono subito le nozze. Ben presto il padre di Vassilissa tornò dal suo viaggio: fu molto felice della fortuna capitata alla figlia ed andò a vivere con lei assieme alla vecchia signora. E per tutta la vita Vassilissa portò con sé, nella sua tasca, la sua fedele bambola.

Vassilissa si mise a cucire e le camicie furono pronte in un battibaleno. Mentre la vecchia le portava allo Zar, la ragazza si lavò, si pettinò e si vestì elegantemente. Poco dopo arrivò un messo dello Zar che disse: “Dov’è quest’abile tessitrice? Sua Maestà lo Zar vuole ricompensarla di persona!”.

Vassilissa la bella in russo

YE XIAN Cina

叶娴

TitoloYe Xian

Provenienza Cina

Tempo Imprecisato

Luogo Casa di Ye Xian; paese

Protagonisti Ye Xian; re Tuo Han

Antagonisti Matrigna; sorellastra

Aiutanti Pesce dalle pinne rosse e dagli occhi d’oro; spirito della madre

Altri personaggi

Padre di Ye Xian (sapiente) e madre di Ye Xian (prima moglie); commercianti

Oggetto magico

Nessuno

Note La mamma di Ye Xian dopo la morte diventa un pesce.Per andare alla festa Ye Xian indossa un mantello di piume dell’uccello Martin Pescatore.

Ye Xian era la figlia di un sapiente che aveva due mogli. Quando la madre ed il padre morirono, Ye Xian fu costretta a diventare serva dell'altra moglie del padre e della figlia di lei.

La vita di Ye Xian era molto faticosa, ma un giorno la ragazza fece amicizia con un bellissimo pesce dalle pinne rosse e gli occhi d’oro che viveva nello stagno, e divenne più felice: il pesce era la reincarnazione della madre, che da allora si prese cura di lei.

Arrabbiata per il fatto che Ye Xian avesse trovato la felicità, la matrigna uccise il pesce e lo servì per pranzo a sé e alla figlia.

Ye Xian era disperata, ma lo spirito della madre ritornò e le disse di seppellire le lische del pesce dentro vasi di ceramica posti ad ogni angolo del suo letto.

Nei giorni successivi ebbe luogo la festa locale di primavera. La matrigna di Ye Xian obbligò la figliastra a restare a casa. Dopo che la matrigna e la sorellastra partirono per la festa, Ye Xian fu visitata ancora dallo spirito di sua madre, che le disse di disseppellire i vasi che contenevano le ossa del pesce. Fatto questo Ye Xian trovò vestiti bellissimi, un mantello di piume di Martin Pescatore, dei gioielli e un paio di sandali dorati per andare alla festa. Ye Xian indossò i vestiti e si recò a piedi alla festa. Si divertì molto, ma a un certo punto, per non essere riconosciuta dalla matrigna, fuggì via, dimenticando un sandalo dorato. Quando arrivò a casa, nascose di nuovo i vestiti nel vasi vicino al letto.

Il sandalo dorato fu trovato e scambiato da vari commercianti, fino a che non giunse nelle mani del re Tuo Han. Affascinato da un sandalo così piccolo, il re disse che colei che fosse riuscita a calzare il sandalo sarebbe diventata sua sposa.

Il sandalo fu portato infine alla casa di Ye Xian, e solo la ragazza riuscì a calzarlo. Ye Xian dimostrò allora la verità, indossando i vestiti che aveva alla festa insieme all’altro sandalo dorato e il re, affascinato dalla sua bellezza, la sposò.

YE XIAN IN CINESE

GLI ZOCCOLI D'ORO Iraq

الذهب من وحوافر

Titolo Gli zoccoli d’oro

Provenienza Iraq

Tempo Imprecisato

Luogo Un villaggio lungo il fiume

Protagonisti Salima; principe

Antagonisti Amira (sorellastra) e matrigna

Aiutanti Pesciolino rosso; pappagallo

Altri personaggi

Papà di Salima (pescatore); regina

Oggetto magico

Nessuno

Note Per andare alla festa le ragazze si truccano con l’henné.

In un villaggio lungo il fiume viveva un pescatore, vedovo, con la sua figlioletta di nome Salima. Un giorno il pescatore si risposò con la sua vicina di casa, anch'essa vedova e con una figlia, di nome Amira; ma le cose andarono subito male per Salima.

La matrigna le faceva fare i lavori più pesanti e più umili, le faceva mangiare gli avanzi della tavola e indossare i vestiti lisi e vecchi che la sorellastra non voleva più. Nonostante ciò, Salima era bellissima e aggraziata, mentre Amira era magra, sgraziata e impacciata nei movimenti.

Tra i compiti di Salima vi era anche quello di andare al fiume a prendere ogni sera i pesci che il padre aveva pescato. Una sera stava portando a casa il cesto con i pesci, quando si sentì implorare da un pesciolino rosso: "Lasciami andare, liberami e ti sarò amico per sempre".

Salima lo riportò al fiume e il pesciolino, prima di sparire nell'acqua, le disse: "Quando avrai bisogno di protezione, chiamami e io ti aiuterò".

Un giorno la regina di quel paese diede una grande festa sperando che il giovane principe trovasse una bella ragazza da sposare. Tutte le ragazze del paese e le loro madri furono indaffarate per molti giorni per prepararsi al meglio: molto henné fu consumato in quei giorni per farsi più belli i capelli e per decorarsi le mani, le braccia e i piedi.

Naturalmente il giorno della festa Salima fu lasciata a casa, mentre Amira con la madre salì alla reggia.Tutte le ragazze del paese e le loro madri furono indaffarate per molti giorni per prepararsi al meglio: molto henné fu consumato in quei giorni per farsi più belli i capelli e per decorarsi le mani, le braccia e i piedi. Naturalmente il giorno della festa Salima fu lasciata a casa, mentre Amira con la madre salì alla reggia.

La ragazza andò a sedersi lungo il fiume e cominciò a piangere. I suoi singhiozzi furono uditi dal pesciolino che porgendole un fagotto la consolò: "Vai anche tu alla festa, ma ricordati di tornare a casa prima della tua matrigna".

Salima dentro il fagotto trovò un vestito di seta bellissimo, molti veli, un diadema da mettere nei capelli e un paio di zoccoletti dorati. Indossò tutto in fretta e corse al palazzo reale. Quando entrò tutti la guardarono e il principe passò la serata solo con lei.

Ad un certo punto Salima vide la sua matrigna dirigersi verso l'uscita e allora scappò via, ma attraversando un ponte uno zoccoletto andò a finire in acqua.

Non aveva tempo per cercarlo, così corse a casa e si rivestì dei suoi soliti panni, nascondendo le ricche vesti.

Il giorno dopo il principe, portando il suo cavallo a bere al ruscello, trovò lo zoccoletto d'oro. La regina si fece dare lo zoccolo e passò di casa in casa per far provare lo zoccoletto a tutte le ragazze del paese. Anche la matrigna preparò la figlia e nascose Salima nella dispensa.

La regina passò e, dopo aver provato inutilmente lo zoccolo ad Amira, stava andando via quando un pappagallo le volò sulle spalle dicendole: "Guarda in dispensa, guarda in dispensa". Così fece e trovò la bella Salima, a cui subito calzò perfettamente lo zoccolo dorato. Il giorno dopo Salima e il principe si sposarono: Salima era più bella che mai e lo sposalizio fu così incantevole che tutti lo ricordano ancora.

NATIKI SUDAFRICA

Titolo NATIKIProvenienza Sudafrica

Tempo Imprecisato, ma è una notte di luna piena

Luogo Deserto del Kalahari

Protagonisti Natiki

Antagonisti La madre di Natiki e le due sorelle

Aiutanti Nessuno

Altri personaggi

Giovane cacciatore

Oggetto magico

Nessuno

Note In Sudafrica per andare ad una festa le donne si spalmano il grasso sul corpo, si mettono attorno al collo delle perline di guscio di uovo di struzzo, si intercciano fili di perline tra i capelli e si legano attorno alle gambe delle orecchie di antilope essicate, piene di semi. Cenerentola non perde la scarpette.

Kalahary

Deriva dalla parola Kgalagadi della lingua Tswana e vuol dire "la grande sete". E’ un vasto deserto di sabbia rossa, in parte arido e in

parte semiarido, che si trova nell’Africa Meridionale.

KraalE’ una parola in lingua afrikaans e olandese che indica un recinto per il bestiame

che si trova all'interno di un villaggio africano, circondato da una palizzata, muro di fango, o di recinzioni di altro tipo, approssimativamente di forma circolare. Con lo

stesso termine si indica anche un tipo di villaggio di alcune popolazioni del Sudafrica, formato da capanne disposte attorno allo stesso recinto per il bestiame,

in maniera circolare.

Veld – prato il termine in lingua afrikaans e olandese si riferisce alle

grandi pianure aperte del Sudafrica, principalmente costituite da praterie erbose.

Il tardo sole del Kalahari precipita dietro gli alberi spinosi. I cacciatori ritornano dal veld. Al kraal la gente chiacchiera e ride. Le due sorelle e la madre di Natiki si spalmano il corpo di grasso. Si fanno belle perché quella è la sera del ballo della luna piena.

Il cuore di Natiki arde dal desiderio di recarsi con loro alla grande danza, ma quando chiede alla madre se può andare con lei, la madre dice soltanto: “Va a prendere le capre, e fa in modo di riportarle qui prima che faccia buio. Porta anche della legna e fai un bel fuoco così che le bestie selvatiche stiano lontane.”

La madre e le due sorelle trattano Natiki tanto, tanto male. Sono invidiose perché lei è molto più bella delle due sorelle maggiori. E temono che un giovane cacciatore possa invaghirsi di lei al ballo. E così Natiki sia avvia nel veld.

Quando ritorna al kraal con le capre, la madre e le sorelle sono già andate al ballo. Dispone gli aghi di porcospino che ha appena raccolto sul muretto che racchiude lo spazio della capanna in cui preparano da mangiare.

Spezza la legna, la sistema e accende il fuoco. Poi si spalma il grasso sul corpo, tanto che la sua pelle sembra rame lucidato. Si spazzola i capelli con un ramoscello spinoso e si spalma su viso una mistura gialla di grasso e pezzetti di corteccia. Intorno al collo ha delle perline fatte di guscio d’uovo di struzzo.

Si intreccia tra i capelli dei fili di perline e intorno alle gambe lega delle orecchie essiccate di antilope piene di semi. In ultimo ripone gli aghi di porcospino nel suo piccolo marsupio di pelle. La luna è già alta quando Natiki si avvia lungo il sentiero. Qua e là, camminando, infila per terra un ago di porcospino. Quando giunge in cima alla salita e vede il grande falò della danza, comincia a sentirsi un po’ ansiosa. Cosa diranno la madre e le sorelle? Ma poi sente l’odore della carne sulla brace e i suoi piedi si mettono a saltare, mentre le orecchie di antilope le accarezzano – shirr shirr – le caviglie.

Quando raggiunge il falò, dapprincipio se ne sta in disparte. Poi scorge la madre e le sorelle. Ma loro sono impegnate a chiedersi, insieme alle altre donne, chi sia mai quella ragazza giunta alla festa da sola, e del tutto sconosciuta. Natiki si insinua tra le donne che cantano e battono le mani. Si unisce al canto. Batte le mani e sente i piedi leggeri.

Un giovane cacciatore le sorride mentre le passa accanto danzando. I suoi occhi si posano su di lei. Quando comincia a farsi tardi, le sorelle di Natiki iniziano a sbadigliare, spalancando la bocca in un modo che le fa sembrare ancora più orribili. La madre di Natiki raccoglie le loro cose e dice alle due figlie maggiori: “Prendetevi ancora un po’ di carne e andiamo a casa”. E subito se ne vanno.

Natiki canta e batte le mani insieme alle altre donne per tanto, tanto tempo ancora. Quando sono tutti stanchi, il giovane cacciatore le si avvicina. “Torno con te” le dice. Mentre seguono la via segnata dagli aghi di porcospino verso la capanna, Natiki gli racconta tutto delle sorelle e della madre che la trattano male. E di come si infurierebbe la madre se sapesse che Natiki è andata al ballo da sola. Allora il cacciatore dice: “Ti porterò lontano da loro. Discuterò io stesso la faccenda con tua madre”

La madre e le sorelle sentono le voci in lontananza. “Deve essere lei che ritorna con uno di quei cacciatori”, dice la sorella più piccola. “No, chi può aver voglia di passeggiare con lei?” chiede la più grande che è invidiosissima di Natiki. Natiki e il giovane cacciatore compaiono nel rosso bagliore del fuoco. Lei ha un aspetto davvero incantevole. “Brutta ragazzina, cosa credi di fare?”, la sgrida la madre.

“Quando il giovane cacciatore vede che Natiki comincia a tremare, si volta per affrontare la madre. “Stanotte porto via Natiki per sempre – dice – E farò in modo che le sue ciotole non siano mai vuote.” Così vedrai che è una buona a nulla!”, urla la madre e scatta in piedi per separare Natiki e il cacciatore. Ma Natiki è troppo svelta per lei. Con un salto si scansa e si sposta dietro al cacciatore. Ora la madre non può fare più niente. E così Natiki parte con il cacciatore verso il luogo in cui vive la sua gente, tanto, tanto lontano.Tutti i pomeriggi, quando la madre e le sorelle arrancano verso casa con grossi ceppi di legna alle spalle, le due ragazze brontolano: “Natiki, Natiki, un giorno ti riporteremo a casa”.

Ma Natiki è felice e contenta. Bada al marito e ai figli. Ed è proprio come il cacciatore le ha promesso: le sue ciotole sono sempre piene di cibo.