Celti d'Irlanda

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Struttura Sociale Distinzioni di rango

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Struttura Sociale

Distinzioni di rango

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Al primo gruppo appartengono in particolare il "Críth Gablach"46 e l'"Uraicecht Becc"47, contenenti informazioni relative alla condizione dei laici, l'Uraicecht na Ríar48 riguardante le classi dei filid, e il "Bretha Nemed Toísech"49 dove l'attenzione viene posta in particolare sulla distinzione degli ordini

ecclesiastici. Tutti e tre i manoscritti sono contenuti in codici risalenti al XVI secolo, ma la data di composizione originale risalirebbe ad un periodo compreso tra VII ed VIII secolo.

Due sono invece, come abbiamo già detto, i trattati sulla clientela: il "Cáin Sóerraith"50 riferentesi alla clientela di uomini liberi, e il "Cáin Aicillne"51 che ha come argomento il rapporto tra un signore ed i

propri clienti non liberi. Entrambi i trattati appartengono alla collezione di testi legali conosciuta con il nome di "Senchas Már" contenuta in un codice del XVI secolo, ma risalente probabilmente al VII o VIII

secolo.Dall'analisi delle fonti fin qui descritte si è potuto desumere dunque un quadro abbastanza chiaro del sistema legale e giudiziario che si presenta come estremamente complesso ed articolato. Innanzitutto è

necessario far notare come il valore legale di ogni singolo individuo libero fosse strettamente collegato al suo valore sociale e come il riconoscimento dei diritti legali, del valore di ogni uomo libero come testimone e

come garante fosse determinato dall'onore riconosciuto ad ognuno secondo il proprio grado sociale.

Come vedremo meglio nel corso della ricerca, tale tipo di studio riveste un'importanza fondamentale in quanto, secondo il diritto irlandese, sussisteva una stretta correlazione tra status sociale e status legale di

ogni singolo individuo.Come ho già affermato nell'introduzione, i testi su cui mi sono basata sono tutti di origine legale e possono

essere distinti in due gruppi fondamentali: il primo comprendente trattati relativi alle distinzioni di rango e status sociale, e il secondo comprendente due testi riguardanti il rapporto di clientela tra i signori ed i

propri vassalli.45

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Quest'ultimo veniva valutato non tanto sulla nobiltà di nascita, quanto sull'ammontare del patrimonio posseduto costituito in particolare da capi di

bestiame (séoit) o da terra di proprietà.

Ad ogni uomo veniva così riconosciuto, su basi economiche, un particolare valore su cui si basava non solo il valore del suo giuramento (imthach), del suo pegno (naidm), della sua garanzia (ráith) o della sua testimonianza (fíadnaise) ma anche il suo valore come cliente (céile) e come ostaggio (aitire), la quantità dell'approvvigionamento di cibo (bíathad), l'entità della fornitura di cibo (bés tige) dovuta dai clienti al proprio signore, l'entità del mantenimento per malattia (othrus) e della protezione (snádud) che si può offrire ad altri e l'ammontare del prezzo d'onore (lóg n-enech).52 Su quest'ultimo veniva valutato il prezzo da pagare (díre) per qualsiasi offesa ricevuta e in particolare per aver subìto diffamazione (aír), disonore (sárugud), danneggiamenti fisici e materiali, violazione dei propri recinti di confine (díguin), rifiuto di ospitalità (esáin), incendio (loscud), furto (turorgun), crimini commessi contro di lui e violenza (forcor) subita da sua moglie e dai suoi figli.53

Per quanto riguarda quest'ultima offesa il "Críth Gablach" ci informa che esiste una precisa regola (breth) del Dliged Fénechais54 secondo cui si deve pagare sempre mezzo díre di ciascun grado della túath per un crimine

commesso contro mogli o figli, a meno che questi ultimi non siano figli venuti meno al proprio dovere, in questo caso si ha un indennizzo minore.55 Inoltre per le donne in custodia (banamus), il mantenimento per malattia

(folog) viene valutato a seconda del valore sociale del marito o del figlio. Invece gli amministratori ed i funzionari hanno diritto ad un mantenimento per malattia pari alla metà di quello dovuto al loro signore (flaith).56 I diritti legali dipendevano dal rango sociale proprio o del padre o del marito tanto che nel "Críth Gablach" si afferma

chiaramente come gli ordini dei Féni (gráda Féne) vengano conosciuti grazie alla valutazione dei diritti che ad essi vengono riconosciuti nella corte (n-airechtae).57

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Come possiamo notare dunque, l'appartenenza ad un determinato rango sociale comportava il riconoscimento di un preciso valore legale che aumentava all'aumentare del valore sociale.Ogni uomo libero, come recita l'"Uraicecht Becc"58, era migliore della propria nascita e poteva elevarsi a seconda dei propri beni facendo aumentare anche il proprio merito e conseguentemente il proprio valore all'interno della società, perdeva il proprio status sociale l'uomo che alienava la propria terra, o la sua autorità (deis) o il proprio corpo in schiavitù,

rimanendo senza alcun tipo di patrimonio. Difatti per le leggi irlandesi, chi non aveva buone risorse non aveva neppure un buon merito e, di conseguenza, aveva poco valore socialmente.Invece, l'uomo che comprava terra o diritti o franchigia grazie alla sua arte, alla sua amministrazione agricola, o per il talento che Dio gli aveva donato, poteva sperare di migliorare il proprio status sociale.59 Ciò che si aggiungeva alle sue buone risorse cioè al suo patrimonio, si aggiungeva anche alla sua dignità, mentre ciò che mancava ai beni economici di ciascuno mancava anche alla sua dignità.60Difatti, nonostante il quadro offertoci sia quello di un'organizzazione sociale molto stratificata, con distinzioni di rango nettamente stabilite, non veniva esclusa, almeno teoricamente, una certa elasticità di movimento da un rango all'altro che permetteva probabilmente "scalate sociali" di un certo rilievo, anche attraverso la stipulazione di contratti di clientela sia non libera (aigillne) che libera (sóerraith).Nel primo caso un uomo libero si faceva consegnare da un nobile attrezzatura o capi di bestiame o terra61 e per sette anni lavorava la terra o allevava il bestiame ripagando annualmente il signore (flaith) con il versamento di un canone in natura (bés tige) proporzionale al valore del taurchrecc, del patrimonio e della dignità sia del flaith sia del céile62, e con il versamento di un ulteriore censo in cibo63, insieme con il dovere di ospitare (bíathad) il proprio signore con il suo seguito per un determinato periodo. Il cliente (aithech) inoltre doveva anche rendere prestazioni di lavoro manuale (drécht gíallnae), aiutando ad esempio nella costruzione della dimora signorile o nel mietere le terre del proprio signore; in aggiunta doveva rendere servizi di ordine militare e, durante uno scontro armato, il signore diveniva comandante dei propri clienti (céile) che dovevano combattere per lui.64

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Dopo sette anni però le attrezzature, gli animali o la terra consegnati al cliente diventavano di sua proprietà se questi aveva pagato sempre i canoni ed aveva ottemperato a tutti i suoi doveri verso il

signore. Si può quindi considerare il taurchrecc come una sorta di "acquisto anticipato" bilaterale che comprende da un lato l'acquisto da parte del cliente della terra o dei beni datigli dal signore, dall'altro l'acquisto da parte di quest'ultimo del canone in cibo e del lavoro che gli viene fornito in pagamento del

taurchrecc consegnato all'aithech.65 Il flaith inoltre rilevava anche il lóg n-enech del cliente prestandogli alcuni capi di bestiame denominati séoit taurchluideo che corrispondevano appunto al

prezzo d'onore e che venivano considerati come il valore di sottomissione del céile.66Quest'ultimo inoltre, stipulando un contratto di clientela, si poneva sotto la protezione e la tutela legale

del proprio signore che, in molti casi, giudicava direttamente le cause relative ai propri clienti o le presentava dinanzi al re (rí) oppure ai giudici (brithemain).67

Il contratto di clientela non libera era comunque scindibile sia di comune accordo sia per volere solo del signore o solo del cliente, in quest'ultimo caso però l'aithech era spesso costretto a pagare un'ammenda

per la rottura del contratto.68Il contratto di clientela libera comprendeva invece il pagamento, da parte del cliente, un censo

(somuine) annuale proporzionale al valore della terra o dei beni ricevuti dal signore e al rango sociale di cliente e signore. Per sei anni veniva pagato annualmente un terzo di tale valore mentre il settimo anno il censo non veniva pagato ma si riconsegnava al signore il valore intero in capi di bestiame (séoit).69

Oltre a ciò il signore aveva diritto al servizio personale (manchuine) e all'omaggio (airéirge).70 Il céile (cliente) non diveniva mai proprietario della terra o dei beni consegnatigli che, alla morte del signore,

dovevano essere riconsegnati ai parenti di questi mentre il contratto di clientela veniva considerato automaticamente decaduto, tranne nel caso in cui il cliente non accettasse il raddoppiamento del

somuine.71 Il contratto era comunque scindibile in qualsiasi momento senza pagamento di alcuna ammenda da alcuna delle due parti contraenti.72

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Sia nel caso di clientela libera sia in quello di clientela non libera, dunque, entrambe le parti ottenevano dei vantaggi e possibilità di accrescimento del

proprio patrimonio. Il signore difatti comunque riceveva canoni e censi, spesso costituiti non solo da cibo ma anche da capi di bestiame, aumentando in tale

modo i propri beni e quindi il proprio valore sociale, mentre il cliente, in particolare quello non libero, spesso riusciva ad acquistare così terra e beni e,

nonostante i pesanti oneri, poteva sperare di migliorare la propria condizione e quindi anche il proprio valore nella società. La stessa dignità riconosciuta agli aire, o nobili proprietari non solo di bestiame ma anche di terra, si fondava sul

numero di clienti non liberi a loro legati e su tale numero si valutava anche l'ammontare del prezzo d'onore, così all'aumento del numero di clienti

corrispondeva per l'aire l'aumento anche dei propri diritti legali.La società irlandese prevedeva dunque la possibilità di migliorare la propria condizione senza precludere ad alcun uomo libero, almeno teoricamente, la

possibilità di una scalata sociale.I testi legali presentano così la descrizione accurata di tutti i gradi della túath (grád túaithe) insieme con l'elencazione particolareggiata di tutti i beni che un singolo individuo doveva possedere per poter appartenere ad un determinato

grado sociale, e con l'esposizione dell'esatto ammontare del prezzo d'onore e dei diritti e privilegi legali ad esso collegati.

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Innanzitutto l'"Uraicecht Becc" presenta la suddivisione dei Féni in due principali categorie: il "sóernemeth" e il

"dóernemeth" di cui fanno parte tutti gli uomini liberi a cui sono riconosciuti pieno status legale e pieni diritti.73 Vengono

così esclusi non solo gli schiavi e i non liberi, ma anche gli stranieri, le donne e i ragazzi di età inferiore ai quattordici

anni.Al "sóernemeth" o nemeth libero appartengono i re (ríg), i nobili (flatha), i poeti (filid) e gli uomini di chiesa (ecalsa)

mentre al (dóernemeth) o nemeth soggetto appartengono gli uomini di ogni arte e mestiere (óes dána), i giudici

(brithemain), i medici (legi), gli uomini di lettere (suid) e i druidi (druid). Queste ultime classi di persone sono difatti

considerate soggette in quanto, pur essendo di status libero, servono con le loro arti e le loro conoscenze gli appartenenti al

sóernemeth.74 Home