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CASTEL del MONTE, MISTERI tra TERRA e CIELO

CASTEL del MONTE: UN FARO PER LA CONOSCENZA

Su Castel del Monte si sono giustamente utilizzati fiumi d’inchiostro per descriverne non solo la magnificenza architettonica ma, soprattutto, il mistero che lo circonda da quasi ben otto secoli. Non mi soffermerò più di tanto, quindi, nel descriverne le caratteristiche che lo rendono, a ragion veduta, uno dei siti più misteriosi e particolari al mondo se non per metterne in risalto quelle in comune con monumenti altrettanto misteriosi e particolari sparsi per tutto il nostro pianeta ponendolo, così, in un contesto globale di “siti sacri” sorti sin da tempi antichissimi che hanno stimolato la curiosità di molti studiosi e ricercatori e la fantasia di tanti scrittori di romanzi.

Partendo dal presupposto che, a tutt’oggi, gli esperti non solo non possono, con assoluta certezza, attribuirne la costruzione a Federico II° di Svevia o ai Cavalieri Templari o a dei monaci cistercensi (o addirittura dalla collaborazione di tutti e tre insieme), ma neanche stabilirne la effettiva destinazione d’uso: limitandosi ad elencare quello che non è ciò che resta è l’idea di una sorta di “Laboratorio Esoterico” o, comunque, un luogo di incontro dove un nutrito gruppo di Sapienti dell’epoca al seguito di Federico II° (tra cui il matematico pisano Leonardo Fibonacci e l’astronomo/astrologo Michele Scoto, tanto per citarne alcuni), si riuniva con misteriose finalità; un insieme di menti eccellenti, quindi, che detenevano certamente conoscenze superiori ed alla portata di pochi eletti (per l’epoca), che resero Castel del Monte un vero e proprio Faro per la Conoscenza!

In riferimento a quel “contesto globale” poc’anzi accennato, vorrei sottolineare l’importanza che assume Castel del Monte in considerazione della sua posizione geografica: non solo, come tutti sanno, è in asse con la Piana di Giza in Egitto e con la Cattedrale di Chartres in Francia (altra costruzione di chiara origine Templare anche se la sua costruzione viene attribuita a dei monaci cistercensi), ma, come vedremo, è correlata con tutti i “siti sacri” mondiali a tutt’oggi oggetto di ricerca per molti archeologi e costellati di tanti antichi misteri! Questo “reticolato” mondiale segue una sorta di “mappatura geomantica” che si perde nella notte dei tempi!

Ma cos’è la Geomanzia?

E’ una antica arte divinatoria sorta agli albori della civiltà dell’uomo, originaria dell’Antico Egitto. E’ una rappresentazione dell’essere umano, della sue parti vitali nonché della sua energia vitale o, come veniva rappresentato nell’Antico Egitto, della MER=mente KA=spirito BA=anima, che veniva raffigurato geometricamente da un tetraedro composto da due piramidi contrapposte, e che rappresenta anche la Madre Terra (questa figura divina era comune a tutte le religioni più

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antiche). Da notare che il termine MER in Antico Egitto assumeva anche il significato di “Luogo dell’Ascensione”, a sottolineare la vicinanza del “luogo sacro” alla divinità.

Simile al Feng-Shui cinese che studia le “energie delle Terra” per poi applicarle all’architettura, fu codificato nel medio evo da Cornelius Agrippa (medico, astrologo, alchimista e filosofo tedesco vissuto tra il 15° ed il 16° secolo) associandola a due arti esoteriche: l’Astrologia e l’Alchimia, definendola come una sorta di “Astrologia della Terra”.

Vorrei aprire una breve parentesi sul termine Astrologia; in questo contesto non deve essere inteso solo come una sorta di arte divinatoria utilizzata per profetizzare il futuro di una persona attraverso l’osservazione del movimento degli astri, ma in tempi più antichi serviva soprattutto per prevedere l’andamento meteorologico della Terra nel lungo periodo. Lo storico babilonese Beroso (famoso per aver scritto un’opera in tre volumi, gran parte andata perduta, sulla Storia di Babilonia commissionatagli, probabilmente, da Alessandro Magno nel III° secolo a.C.) sosteneva che, grazie al ritrovamento di antichissime tavolette incise di origine antichissime ed ignote che era riuscito a tradurre, aveva appreso non solo la Storia Antica di Babilonia ma anche come, studiando la posizione degli astri, poteva prevedere periodi di inondazioni o periodi di siccità!

Tornando alla particolare dislocazione di questi siti, di cui fa parte a pieno titolo Castel del Monte, un antropologo canadese con la passione per la cartografia, Rand Fleming (conosciuto come scrittore di saggi con lo pseudonimo di Rand Flem-Ath), partendo dal presupposto che prima dell’avvento dell’agricoltura, attraverso la quale l’uomo arrivò alla consapevolezza che la natura poteva essere sottomessa ai propri bisogni, alcuni luoghi particolari della Terra, dove, per esempio, vi erano dei corsi d’acqua o delle alture particolari o dove si ipotizzava l’esistenza di forze sotterranee che emanavano energia in superfice e dove gli antichi potevano attingere ad una energia universale circostante e presente nell’intero pianeta, assumevano il significato di veri e propri luoghi sacri: tale concezione prese il nome di Geomanzia.

Come l’Astrologia si è evoluta in Astronomia, l’Alchimia in Chimica, allo stesso modo la Geomanzia si è trasformata nella moderna Geologia. L’accostamento al Feng-Shui cinese si ebbe solo nel 1700 allorquando un gruppo di gesuiti si insediò in Cina.

Alla base di tutto vi era l’antica scienza della Geometria il cui significato originario era “Misurazione della Terra”, che veniva effettuata attraverso l’utilizzo, da parte di sacerdoti egizi, di corde suddivise da 13 nodi!

La descrizione di questa forma antichissima di misurazione viene riportata nel libro di Enoch. Bisnonno di Noè, e quindi vissuto prima del Diluvio Universale, Enoch ci narra del suo viaggio, accompagnato da due Angeli inviati da Dio, attraverso il quale ci descrive prima un’immensa distesa di acqua, ciò che oggi sembra essere l’Oceano Atlantico, poi ci descrive un luogo coperto da ghiacci eterni e perennemente illuminati, che corrisponderebbe al Polo Nord nel periodo estivo,

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per poi giungere in quello che definì il “Giardino dell’Eden” ove risiedeva Dio: da questo luogo vide partire degli Angeli muniti di corde con nodi per misurare la Terra!

Da questo racconto, quindi, un preciso punto geografico: il Polo Nord! Orbene, Fleming, nel suo lavoro di mappatura dei siti sacri mondiali ha scoperto che il Polo Nord è il punto originario ideale per la misurazione della loro distanze avendo come base di calcolo matematico il famoso Numero Aureo conosciuto con il simbolo dell’alfabeto greco PHI equivalente a 1,618! Tale numero è onnipresente anche nella misurazione delle stesse strutture!

Nell’effettuare questa serie precisa di calcoli, Fleming ha tenuto conto della cosiddetta “Teoria dello Slittamento Polare” meglio conosciuta come la “Teoria della Deriva dei Continenti”, principio teorizzato da Charles Hapgod, inizialmente osteggiato e poi accettato, dagli anni ’70, dalla maggior parte degli studiosi ( da ricordare che Charles Hapgod, laureato in storia ed antropologia con un master ad Harvard, professore nel Vermont prima ed allo Springfield College ne Massachussets poi, amico di Albert Einstein, fu anche agente del C.O.I., diventato poi O.S.S. ed infine C.I.A. dopo la II° Guerra Mondiale; era convinto dell’esistenza di antiche civiltà perdute come quelle di Atlantide e Mu).

Il possesso di queste antichissime conoscenze di esclusivo appannaggio della casta sacerdotale non è un caso: diversi ricercatori, compreso lo stesso Fleming, sostengono che in tempi antichissimi il reale significato del termine Religione era sinonimo di Conoscenza.

E’ significativo il fatto che un ente governativo americano, l’Office of Nuclear Waste Isolation, abbia richiesto nel 1984 al professor T.A. Sebeok (un professore di semiotica ungherese naturalizzato americano) come fare per comunicare un pericolo intorno ad un sito di stoccaggio di scorie nucleari per un periodo di 10.000 anni in considerazione del fatto che le conoscenze comunicative e tecnologiche potessero andare perdute per cataclismi naturali e guerre nucleari o comunque, modificate da mutazioni storiche e linguistiche, dato che la semiotica studia i segni che abbiano un senso attraverso i quali si creano delle vere e proprie forme di comunicazione. Escludendo a priori, quindi, qualsiasi documento scritto e mezzi tecnologici, la sua risposta fu eloquente: “creare una sorta di casta sacerdotale che mantenga viva la conoscenza del pericolo creando miti, leggende e superstizioni, formata originariamente da scienziati di ogni branca del sapere che tramandassero ai loro discepoli più fidati le loro conoscenze!

Il reticolato formato da questi luoghi è quindi, ispirato da questa sorta di Geometria Sacra. Leggenda vuole che gli stessi Templari avessero rinvenuto nel Tempio di Salomone documenti relativi alle “Leggi Divine dei Numeri, dei Pesi e delle Misure”, che avrebbero utilizzato per erigere i loro monumenti (tra cui Castel del Monte).

Secondo lo storico greco Manetone (colui che descrisse con estrema precisione le Dinastie Egizie) questo libro proveniva da simboli tracciati nel bianco calcare di Tura con cui erano rivestite le piramidi della Piana di Giza, essendo di origine probabilmente pre-diluviane, descrivevano le conoscenze delle civiltà anteriori allo scioglimento dei ghiacci, circa 12.000 anni fa (non

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dimentichiamo che secondo il ricercatore Robert Bauval, saggista, egittologo ed esperto di ingegneria delle costruzioni di origini egizie-britanniche, le Piramidi di Giza risalirebbero al 10.450 a.C., mentre per due ricercatori italiani, Armando Mei e Nico Moretti, addirittura al 36.420 a.C.).

Sempre secondo Manetone Mosè le aveva sottratte e nascoste insieme all’Arca dell’Alleanza. In questi testi vi erano conoscenze avanzatissime, per esempio, per la costruzione di strutture megalitiche e non solo; inoltre ciò che i Cavalieri Templari appresero da questo libro le avrebbero trasmesse, a loro volta, ai costruttori dei monumenti sacri (quelli che la Storia avrebbe conosciuto come i Massoni), che da quel momento sarebbero sorti un po’ in tutta Europa (soprattutto Francia e Italia), creando dei veri e propri “libri di pietra”, come li definì qualche secolo dopo l’alchimista Fulcanelli.

Costruiti su luoghi già considerati “sacri al culto della Grande Madre”, il culto più diffuso al mondo prima dell’avvento delle grandi religioni monoteiste, tra cui il Cristianesimo dove tale figura è rappresentata dalla Vergine Maria; questi luoghi rappresentano dei veri e propri nodi di correnti terrestri, ossia punti in cui l’energia terrestre crea dei veri e propri “grandi allineamenti megalitici”!

Oltre al legame geografico tali siti sono anche legati da caratteristiche strutturali comuni: oltre ad aver attinto a piene mani alla numerologia simbolica, utilizzando gli stessi calcoli per la loro costruzione e negli arcani architettonici, è da notare che molti di loro (forse tutti) poggiano su strutture preesistenti: di certo quelle edificate dai Templari! La Cattedrale di Chartres, per esempio, poggia su un luogo dove vi era un tempio risalente all’800 a.C., e non è un caso che Federico II° (o chi per lui) avesse voluto costruire Castel del Monte sopra un’altura solitaria posta al centro di una pianura ed in asse con la stessa cattedrale e con la Piana di Giza. Tra l’altro così come la proiezione astrale della Cattedrale di Chartres, nel periodo della sua costruzione, corrisponde alla Costellazione della Vergine (per similitudine con la “Grande Madre” e la “Beata vergine”), la posizione astrale di Castel del Monte, al pari delle Piramidi di Giza; corrisponderebbe alla Cintura di Orione. Le stesse Piramidi costituirebbero solo una parte dell’intera struttura: pare che la parte sottostante interrata sia molto più grande di quella che appare in superfice, inoltre è da sottolineare che il termine piramide deriva dal vocabolo greco pyr che significa fuoco da cui pyramis che prende il significato “della forma del fuoco” o “sorgente di fuoco”!

Tornando specificatamente a Castel del Monte, risulta evidente l’intreccio dei rapporti dell’Imperatore Federico II° con i Cavalieri Templari, veri depositari delle conoscenze tecniche, per la costruzione anche dei castelli federiciani sparsi in tutta la Puglia (verso i quali dovette probabilmente battere cassa per completarne i lavori), quella Puglia già facente parte della 10 province templari disseminate dal Centro Europa fino al Medio Oriente e di grande importanza strategica perché ponte fra due mondi!

Ma questi rapporti non furono tra i più idilliaci: nati, come precedentemente detto, per ragioni economiche, erano continuati per la comune missione di custodire le reliquie in possesso dell’Ordine (tra cui, pare, il Santo Graal che i Templari avrebbero avuto, a loro volta, dalla setta

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ismailita degli Assassini), nonché per la comunanza di conoscenze segrete e misteriose, e quale luogo migliore per questa “missione” se non Castel del Monte?

Ma la forte propensione al comando ed al controllo assoluto da parte delle due fazioni in questione, portò a forti dissidi e ad un periodo di persecuzioni e confische di beni, da parte di Federico II° nei confronti dei Cavalieri Templari, che terminarono solo con la sua morte e la restituzione dei loro beni come sua ultima volontà!

Leggenda vuole che i Templari avessero acquisito le loro vaste conoscenze anche grazie all’incontro con una frangia particolare dei loro nemici: la Setta degli Assassini! Questa era una setta politico-religiosa di fanatici musulmani fondata nel 1090 in Persia da Hassan ben Sabbah, un religioso capo carismatico dei Nizariti (una frangia degli ismailiti), il cui scopo era quello di affermare la loro politica attraverso omicidi mirati, ed avevano la caratteristica di giurare completa sottomissione al loro capo carismatico che aveva su di loro potere assoluto di vita e di morte! L’origine del loro nome è incerto in quanto non si sa con precisione se derivasse dal nome del loro fondatore o dal fatto che per svolgere la loro “attività” erano dediti all’uso di hascish. Questa setta era depositaria di grandi e misteriose conoscenze che le permise, nonostante le Crociate gli opponessero su fronti opposti ai Cavalieri Templari, di intraprendere con questi rapporti di reciproci scambi di informazioni e di stringere accordi segreti. Pare che, addirittura, prima di essere sgominati, affidarono ai Templari il Santo Graal che questi avrebbero portato prima in Francia, nella metà del XII° secolo, per poi custodirlo proprio a Castel del Monte. Altro punto in comune tra di loro consistette nel fatto che anche la Setta degli Assassini, come accadde poi all’Ordine dei Cavalieri Templari perseguitati ed annientati dal resto della cristianità, dopo aver servito l’esercito musulmano furono da questi perseguitati ed annientati!

Il Santo Graal era collegato ad una divinità che tale Setta adorava: il Bafometto. Il fatto che uno dei capi d’accusa utilizzato per condannare ed eliminare i Cavalieri Templari fosse proprio l’utilizzo di questa “rappresentazione” nelle cerimonie d’iniziazione all’Ordine, potrebbe giustificare in qualche modo questo accostamento. Ma cos’è il Bafometto? Tante sono le descrizioni volte a spiegare il termine: una deformazione latinizzata del profeta Mahomet, o un termine originario dall’arabo che significa “padre dell’ignoto”, o di origine latina col significato di “padre della pace universale tra gli uomini”, oppure di origine greca col significato di “battesimo di saggezza”, ed infine dal termine ebraico Behemot che vuol dire bestia. Rappresentato iconograficamente dalla testa di un uomo barbuto, diverse sono, anche in questo caso, gli accostamenti ai personaggi che avrebbero ispirato tale figura: per alcuni risulta un connubio tra due figure: uno maschile Mosè come emblema della cristianità (nonché come colui che ha tramandato le reliquie in possesso dei templari), ed una femminile la dea egizia Hator come simbolo della “Grande Madre e Nutrice”, di origine pagana, ha significare una sorta di incontro e di unione fra le due concezioni religiose; secondo altri richiamerebbe la figura del Faraone Akhenaton, che per molti, soprattutto in campo ufologico, viene ricordato come il Faraone/Dio Alieno, per le sue fattezze anatomiche, che farebbe

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pensare ad una origine “esogena” delle antiche conoscenze fin qui accennate. Alla luce di quanto affermato non deve sorprenderci più di tanto che il Bafometto sia rappresentato proprio all’interno di Castel del Monte attraverso un bassorilievo, a dimostrazione della “funzione iniziatica” del sito che lo rende un vero e proprio “tempio” per le conoscenze esoteriche.

E’ significativo, poi, che a Lucera, non molto lontano da Castel del Monte, quindi, vivesse, per volere dello stesso Federico II°, una comunità saracena che professava impunemente ed indisturbatamente la religione islamica, che, tra l’altro, aveva fondato persino una scuola di scienze esoteriche.

Castel del Monte, destinata forse ad essere la sede di un nuovo impero, doveva servire, nel frattempo, come sede come sede per delle misteriose riunioni iniziatiche, dove si incontravano esponenti del Cristianesimo eretico e dell’ Islam, i cui contenuti non dovevano trapelare al di fuori di quelle mura: ciò spiegherebbe anche la sua dislocazione lontano da centri abitati.

La presenza delle migliori menti dell’epoca al seguito di Federico II° lascia spazio alle speculazioni mentali che vorrebbero Castel del Monte come centro mondiale del sapere: il connubio tra le antiche scienze come la Geometria Sacra, la Geomanzia, l’Alchimia e l’Astrologia con il potere politico e quello religioso poteva essere, forse, il mezzo ed il preludio ad un “Nuovo Ordine Mondiale” che, se realizzato, poteva cambiare il corso della storia così come noi la conosciamo, ma, forse, altre forze più occulte e più potenti, avrebbero impedito tutto ciò, ritardando ulteriormente lo sviluppo intellettuale e tecnologico della società umana.

Eugenio Palese

Centro Ufologico Taranto