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www.repubblica.it 05 Jun, 00:00 Gallo: “Italgas non si ferma in Italia tra 5 anni avremo 8 milioni di clienti” FINANZA Gallo: “Italgas non si ferma in Italia tra 5 anni avremo 8 milioni di clienti” [ IL COLLOQUIO] Luca Pagni Milano I talgas è diventata grande. Con la presentazione del nuovo piano industriale al 2023 avvenuta settimana scorsa, la società nata da uno spin off di Snam, ha completato quello che potremmo definire il suo processo di maturazione. Al pari di quanto accaduto, in precedenza, a Snam e Terna una volta conquistata l’indipendenza societaria rispettivamente da Eni e da Enel, anche Italgas ha seguito lo stesso percorso di “maturazione” e di crescita. Prima è arrivata la separazione proprietaria, grazie alla quotazione in Borsa avvenuta nel novembre scorso. Poi, c’è stata la costruzione di una struttura finanziaria autonoma, grazie a finanziamenti per un ammontare complessivo pari a 4,3 miliardi di euro. Da ultimo, il confronto con il mercato per annunciare quelli che sono gli obiettivi per gli anni a venire, grazie a investimenti complessivi per 5 miliardi di euro. Un obiettivo in particolare: salire dal 30 al 40 per cento del mercato complessivo nel settore della distribuzione locale digasnaturale, per rafforzare il ruolo di leaderhip in Italia, nonché il terzo posto in Europa alle spalle di due colossi come l’inglese National Grid e la francese Grdf Gaz Naturel. Un’ulteriore fase di crescita che avverrà sfruttando le gare indette per la distribuzione delmetano, a completamento - pur con un quindicennio di ritardo - della liberalizzazione dei servizi energetici nati dal decreto Letta. L’Italia è stata divisa in 177 Atem (ambiti territoriali), dove il servizio andrà al miglior offerente a parità di soluzioni tecnologiche offerte. Inevitabilmente, si andrà a una concentrazione del settore e Italgas si pone l’ambizioso obiettivo di guidare il processo. Attualmente, gli operatori che garantiscono il servizio negli oltre seimila comuni metanizzati (per 21 milioni di clienti serviti) sono 229. Complessivamente, danno lavoro a 11mila persone, servono 21 milioni di clienti, per una rete che si estende per 248mila chilometri e che distribuisce 33 milioni di metri cubi di gas all’anno. Di tutti questi numeri, l’unico a ridursi, in maniera cospicua, sarà proprio quello relativo agli operatori. Ecco perché il piano industriale di Italgas prevede che sui 5 miliardi di investimenti complessivi nei prossimi sei anni, almeno 2 miliardi vadano per la partecipazione alle gare e per «i conseguenti investimenti tecnici»: 1,4 miliardi legati ai bandi e 0,6 miliardi di investimenti indotti. Una crescita per linee

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www.repubblica.it 05 Jun, 00:00Gallo: “Italgas non si ferma in Italia tra 5 anni avremo 8 milioni di clienti”

FINANZA Gallo: “Italgas non si ferma in Italia tra 5 anni avremo 8 milioni di clienti” [ IL COLLOQUIO] Luca Pagni Milano I talgas è diventata grande. Con la presentazione del nuovo piano industriale al 2023 avvenuta settimana scorsa, la società nata da uno spin off di Snam, ha completato quello che potremmo definire il suo processo di maturazione. Al pari di quanto accaduto, in precedenza, a Snam e Terna una volta conquistata l’indipendenza societaria rispettivamente da Eni e da Enel, anche Italgas ha seguito lo stesso percorso di “maturazione” e di crescita. Prima è arrivata la separazione proprietaria, grazie alla quotazione in Borsa avvenuta nel novembre scorso. Poi, c’è stata la costruzione di una struttura finanziaria autonoma, grazie a finanziamenti per un ammontare complessivo pari a 4,3 miliardi di euro. Da ultimo, il confronto con il mercato per annunciare quelli che sono gli obiettivi per gli anni a venire, grazie a investimenti complessivi per 5 miliardi di euro. Un obiettivo in particolare: salire dal 30 al 40 per cento del mercato complessivo nel settore della distribuzione locale digasnaturale, per rafforzare il ruolo di leaderhip in Italia, nonché il terzo posto in Europa alle spalle di due colossi come l’inglese National Grid e la francese Grdf Gaz Naturel. Un’ulteriore fase di crescita che avverrà sfruttando le gare indette per la distribuzione delmetano, a completamento - pur con un quindicennio di ritardo - della liberalizzazione dei servizi energetici nati dal decreto Letta. L’Italia è stata divisa in 177 Atem (ambiti territoriali), dove il servizio andrà al miglior offerente a parità di soluzioni tecnologiche offerte. Inevitabilmente, si andrà a una concentrazione del settore e Italgas si pone l’ambizioso obiettivo di guidare il processo. Attualmente, gli operatori che garantiscono il servizio negli oltre seimila comuni metanizzati (per 21 milioni di clienti serviti) sono 229. Complessivamente, danno lavoro a 11mila persone, servono 21 milioni di clienti, per una rete che si estende per 248mila chilometri e che distribuisce 33 milioni di metri cubi di gas all’anno. Di tutti questi numeri, l’unico a ridursi, in maniera cospicua, sarà proprio quello relativo agli operatori. Ecco perché il piano industriale di Italgas prevede che sui 5 miliardi di investimenti complessivi nei prossimi sei anni, almeno 2 miliardi vadano per la partecipazione alle gare e per «i conseguenti investimenti tecnici»: 1,4 miliardi legati ai bandi e 0,6 miliardi di investimenti indotti. Una crescita per linee esterne che potrebbe avvenire anche tramite acquisizioni. È il caso dell’asta competitiva per gli asset messi in vendita in Italia da parte degli spagnoli diGasNaturalche potrebbe essere aggiudicata a fine giugno. Complessivamente, Italgas entro il 2023 vorrebbe passare da 6,5 milioni a oltre 8 milioni di “punti di riconsegna attivi”, così come si definiscono tecnicamente i clienti allacciati e che vengono riforniti. «L’aver presentato un piano su 7 anni - dice l’amministratore delegato Paolo Gallo - si spiega proprio con le gare per gli Atem: siccome prevediamo che le gare non termineranno prima del 2021, abbiamo bisogno dei due anni successivi pieni per vederne i risultati e gli effetti sul piano economico e patrimoniale. Da qui la necessità di una rappresentazione basata su un arco di tempo più lungo rispetto ai tipici 4 anni. Gare di questo tipo sono molto articolate e complesse e richiedono competenze che anche l’Autorità per l’Energia, grazie a un positivo lavoro, cerca di supportare attraverso un processo di apprendimento continuo. Ciò nonostante alcune stazioni appaltanti, più di altre, avranno bisogno di più tempo per predisporre le gare». «Nell’ambito della distribuzione del gas si tratta di un vero salto quantico spiega Gallo - perché grazie ai contatori intelligenti e ai sensori che distribuiremo lungo la rete sarà possibile monitorare con precisione i punti più significativi della rete e intervenire con sempre maggiore tempestività se non anche in anticipo rispetto alle necessità. Ma anche svolgere, grazie alla mole di dati che saranno in nostro possesso, attività predittive che ci permettano, per esempio, di pianificare con sempre maggiore efficienza le attività di ordinaria e straordinaria manutenzione Una rivoluzione senza precedenti». Paolo Gallo, amm. delegato di Italgas

www.qualenergia.it 06 Jun, 12:03Dal carbone al solare, tutti i vantaggi di una transizione pulita

Quante vite umane potremmo salvare, sostituendo tutte le centrali a carbone degli Stati Uniti con impianti fotovoltaici? Quanto costerebbe e su quali vantaggi sociali ed economici potremmo contare? Sembrano quesiti destinati a rimanere senza risposte plausibili. Eppure c’è un gruppo di ricercatori della Michigan Technological University che ha provato a stimare i benefici di questa transizione energetica accelerata coal-to-solar, in uno studio intitolato "Potential Lives Saved by Replacing Coal with Solar Photovoltaic Electricity Production in the U.S." (allegato in basso). In sintesi, senza addentrarci nei complessi calcoli eseguiti dall’università USA, il team guidato dal prof. Joshua Pearce ritiene che si potrebbero evitare quasi 52.000 morti premature ogni anno, dovute all’utilizzo di carbone con relativo incremento delle emissioni inquinanti, rimpiazzando l’intera capacità di generazione della fonte fossile “sporca” con il solare FV. Parliamo di circa 755 GW cumulativi di potenza fotovoltaica necessaria per eliminare il carbone, con un investimento complessivo di quasi 1.500 miliardi di dollari. L’investimento iniziale per ogni vita umana, quindi, è nell’ordine di 1,1 milioni di $, ma lo studio intende dimostrare che è un’operazione profittevole. In altre parole, i benefici sociali, economici e ambientali permettono di assegnare a ogni individuo “salvato” un valore di alcuni milioni di $, secondo le circostanze e i parametri di riferimento. Ad esempio: tasso di mortalità indicato in kWh/anno di produzione del carbone, inquinamento atmosferico, costo dell’energia elettrica generata dai moduli solari in 25 anni di durata media utile e così via. A prescindere dalle ipotesi formulate nello studio, che possono essere criticate sotto vari aspetti - partendo dall’obiettivo stesso di cancellare completamente il carbone dal mix energetico statunitense con il solo fotovoltaico, mentre sarebbe più utile pensare a un portafoglio più esteso di rinnovabili - le conclusioni dei ricercatori americani meritano attenzione per diversi motivi. Il primo è che bisogna incorporare le esternalità negative nei prezzi elettrici: sono quegli extra-costi, molto difficili da quantificare con precisione, che normalmente sono scaricati sulla collettività anziché “pesare” su chi gestisce gli impianti di produzione o parti della filiera (articolo di QualEnergia.it sulla proposta di una carbon tax globale). Costi sanitari, soprattutto, dovuti alle morti premature e all’insorgere di determinate malattie cardiovascolari e respiratorie provocate dall’inquinamento atmosferico, oltre ai costi ecologici per contrastare gli effetti più rovinosi dei cambiamenti climatici, attraverso bonifiche ambientali, ripristino di ecosistemi danneggiati, eccetera. La seconda considerazione rilanciata da questo studio è che le rinnovabili sono in grado di competere con le fonti tradizionali di generazione elettrica. Di recente, Lazard ha pubblicato delle tabelle con i valori LCOE (Levelized Cost of Energy) medi delle diverse tecnologie negli Stati Uniti (vedi QualEnergia.it), mostrando che i migliori progetti eolici e solari riescono già a produrre elettricità in piena concorrenza - senza sussidi - con gas, nucleare e carbone. Parliamo di valori prettamente economici: tassi d’interesse, fattori di capacità, spese fisse-variabili per l’operatività e manutenzione degli impianti, prezzi dei combustibili (quando pertinenti) e così via, per definire il costo “tutto compreso” delle fonti nel loro ciclo di vita, ma tralasciando le esternalità negative. Il documento dell’università americana, oltre a farci riflettere sui benefici aggiuntivi delle rinnovabili rispetto ai combustibili fossili, si lega infine al tema degli stranded asset, le infrastrutture energetiche obsolete, inefficienti e sempre meno remunerative, di cui gli impianti a carbone sono un perfetto esempio. Fa quasi sorridere - anche se purtroppo Donald Trump sta prendendo la sua politica nazional-fossile molto sul serio - che nei giorni scorsi, proprio mentre la Casa Bianca stava preparando il suo annuncio di uscire dagli accordi di Parigi, tre grandi centrali a carbone sono state chiuse in New Jersey e Massachusetts, messe definitivamente fuori mercato dai prezzi bassi delgasnaturale. Il rischio per le utility, quindi, è conservare investimenti in beni e servizi destinati a essere scavalcati dalle nuove tecnologie delle rinnovabili e dell’accumulo energetico (articolo di QualEnergia.it sulle sperimentazioni in California). Lo studio completo

www.agenzianova.com 06 Jun, 13:04Energia: Gazprom e partner in Nord Stream2 sottoscrivono patto di finanziamento

Mosca, 06 giu 12:45 - (Agenzia Nova) - La società statale russa Gazprom e i partner nel progetto Nord Stream 2 hanno deciso di stanziare 6,65 miliardi di euro per garantire l'esecuzione del progetto dall'eventualità di un'insufficienza dei fondi. È quanto emerge da un comunicato della società. L'accordo obbliga Gazprom e le altre compagnie che partecipano al progetto, tra cui Engie, Omv, Royal Dutch Shell, Uniper e Wintershall, a concedere prestiti al fine di eliminare ogni possibile deficit finanziario. "L'accordo sul finanziamento del disavanzo regola l'obbligo di fornire un prestito per Nord Stream 2 AG in caso mancata attrazione di finanziamenti (fino al 70 per cento del totale dei costi del progetto, o fino a 6,65 miliardi di euro) il base al tasso Euribor + dal 5,75 per cento al 6,75 per cento all'anno (a seconda del volume dei finanziamenti)", si legge in un comunicato di Gazprom. La società russa Gazprom è l'unico azionista della Nord Stream AG 2. I suoi cinque partner europei si sono impegnati a fornire finanziamenti a lungo termine per la metà del costo del progetto, che ammonta a circa 9,5 miliardi di euro. Il gasdotto Nord Stream 2 porteràgasnaturaledalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico, con una capacità di flusso di 55 miliardi di metri cubi all'anno. (Rum) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata

www.qualenergia.it 06 Jun, 13:30L’auto dei prossimi anni: ibrida o full electric? Una visione controcorrente

Sotto l’ossessione delle “emissioni zero” molte industrie automobilistiche stanno lanciando vetture totalmente elettriche. A mio giudizio, stanno mettendo i carri davanti ai buoi. Stanno cioè per imbarcarsi nella produzione di auto destinate nei prossimi anni a conquistare solo una modestissima fetta di mercato. Tanto per incominciare progettano molte autovetture con autonomie di 300-500 km e ricarica rapida, dell’ordine della mezz’ora. Ossia autovetture tali da offrire più o meno la stessa facilità di utilizzo delle autovetture a combustibili fossili. Ma questa ipotesi dà per scontato che nel futuro manterremo lo stesso stile di vita cui siamo abituati oggi, mentre non è detto che questo sia l’unico modo di vivere e l’unico modello di mobilità possibile. Una seconda obiezione sta nel fatto che, fintantoché l’energia elettrica che utilizziamo sarà prodotta in larga parte nelle centrali a combustibili fossili - in particolare, a gasmetano- non è vero che le auto elettriche siano a emissioni zero. Lo saranno solo quando l’intera produzione di energia elettrica proverrà da centrali a fonti rinnovabili, ma nessuno sa quando questa rivoluzione potrà avvenire. Nel frattempo forse sarebbe meglio bruciare ilmetanodirettamente nei motori delle autovetture, evitando così di perderne una discreta percentuale lungo le linee elettriche. L’ulteriore obiezione è che, quando le fonti rinnovabili avranno soppiantato completamente i combustibili fossili, sarà comunque necessario garantire la continuità di rifornimento. Il che comporta enormi investimenti in centrali di stoccaggio. Qualche cosa si potrà fare con le centrali idrauliche di pompaggio, ma la gran parte dovrà essere fatto con l’uso di batterie. E non è detto sia opportuno, dal puro punto di vista ambientale, avere milioni e milioni di batterie al litio da riciclare per l’eternità. In quarto luogo la ricarica rapida impone l’assorbimento di una rilevante potenza per ogni punto di prelievo. Il contemporaneo allacciamento di migliaia di autovetture comporterebbe la richiesta di una potenza che attualmente la rete non è in grado di sopportare e lo sarà solo dopo ingenti investimenti e la compromissione di molti kmq di territorio per gli impianti FV e le reti ad alta tensione. A questo punto una domanda viene spontanea: c’è un altro modello di sviluppo che garantisca la stessa libertà di movimento con autovetture a emissioni zero e un minore impatto sull’ambiente? Sulla spinta dell’esperienza personale maturata con una Golf GTE, una ibrida plug-in con un motore elettrico accoppiato ad un motore termico, penserei di sì. Innanzitutto ho potuto verificare che, disponendo di un piccolo impianto a impianto FV da 2,55 kW e un modesto cambiamento di abitudini, sono riuscito a percorrere più o meno il 50% dei km

annuali con l’energia elettrica solare autoprodotta. Potessi poi disporre di un impianto un po’ più potente, diciamo 4,5-6 kWp, e la mia auto avesse una autonomia di 75-100 km, invece degli attuali 50 km, potrei alzare quella percentuale a 60-70% senza andare a gravare sulla rete con prelievi di potenza ed energia fuori dai consueti parametri di un’utenza domestica. Se poi si diffondessero colonnine per la ricarica delle batterie in parcheggi pubblici coperti da pannelli fotovoltaici, quelle percentuali potrebbero essere raggiunte anche da molti automobilisti che non dispongono di propri impianti fotovoltaici.  In secondo luogo penso che il motore termico della mia auto, oggi alimentata a benzina, potrebbe essere inizialmente alimentato da un miscela di benzina e biocarburante (quest’ultimo a emissione zero di CO2 pari a zero perché restituisce all’ambiente l’anidride carbonica assorbita durante la fase di crescita dei vegetali necessari per produrlo); in seguito potrebbe forse essere alimentato solo da biocarburante. Avremmo così realizzato l’auto ad emissioni quasi zero o quasi. Su questa seconda ipotesi non ho elementi per dire se sia fattibile, però credo varrebbe la pena che qualcuno incominciasse a pensarci. L’auto ibrida è più duttile, consente di raggiungere località anche poco servite dall’energia elettrica perché il motore termico costituisce una riserva di autonomia importante, tale da consentire anche lunghe percorrenze senza bisogno di cercarsi punti di ricarica. Coloro che oggi dispongono di auto aGPLhanno esperienza di cosa significa avere vincoli di questo genere. Inoltre una mobilità incentrata su auto ibride già oggi consentirebbe di ridurre in modo consistente le emissioni senza dover aspettare molti anni affinché il sistema di produzione energetica evolva verso il tutto rinnovabile. Infine, una mobilità basata in larga parte sulla autoproduzione diffusa di energia elettrica sarebbe decisamente più in sintonia con le caratteristiche stesse delle rinnovabili. Forse dovremmo cambiare un po’ le nostre abitudini, ma sono convinto che il gioco ne varrebbe la candela.

www.agenzianova.com 06 Jun, 13:45Energia: Gazprom, non si escludono problemi nell'export di gas dal Qatar

Mosca, 06 giu 13:17 - (Agenzia Nova) - L'escalation di eventi che circondano il Qatar può causare problemi all'esportazione digasnaturaleliquefatto dal paese (Gnl). Lo ha affermato il vicepresidente della società russa Gazprom, Aleksander Medvedev, facendo riferimento ai rischi per il mercato del gas derivanti dallo scontro diplomatico tra Qatar e alcuni paesi arabi e del Golfo, in particolare Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto che ieri hanno annunciato l’interruzione delle relazioni diplomatiche, il blocco dei confini e la chiusura dello spazio aereo. Alle restrizioni hanno aderito anche Egitto, Maldive, Mauritius, il governo yemenita riconosciuto dalla comunità internazionale di Abd Rabbo Mansour Hadi, l’esecutivo libico non riconosciuto guidato da Abdullah al Thinni e il parlamento libico di Tobruk. "Il Qatar non è un esportatore di petrolio, ma di gas. Non è escluso, che l'escalation di questi eventi possa portare a problemi con l'esportazione diGnlda parte dell’emirato”, ha sottolineato Medvedev citato dall’agenzia di stampa russa “Ria Novosti”. Il vicepresidente di Gazprom ha ammesso di non avere certezze sulle reazioni del mercato, osservando tuttavia che in questi momenti di crisi favoriscono gli speculatori. Medvedev ha suggerito tuttavia di attendere lo sviluppo degli eventi. I paesi che hanno aderito al taglio delle relazioni con il Qatar accusano Doha di finanziare e sostenere gruppi terroristici come i Fratelli musulmani e lo Stato islamico, e di promuovere la propaganda e i piani di questi gruppi attraverso i suoi media. Inoltre il Qatar è accusato di dare spazio alle attività sostenute dall'Iran, di dare assistenza alle milizie sciite Houthi che combattono in Yemen e di aver contribuito al colpo di stato nel paese, anche dopo la creazione della Coalizione araba contro i ribelli yemeniti guidata dall’Arabia Saudita. La chiusura dei confini da parte di Riad e Abu Dhabi, che comprende anche le acque territoriale, non dovrebbe influenzare il settore energetico, dato che il Qatar può accedere alle acque internazionale del Golfo Persico e continuare le sue esportazioni verso i clienti, in particolare Giappone, Corea del Sud, India e la Cina. Il rischio di eventuali perturbazioni nel settore delGnlè inoltre limitato dalle protezioni previste dalla

Convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, secondo quanto emerge da un’analisi di Bmi Research. Oggi la compagnia energetica Qatargas ha informato la giapponese Jera Corporation che non ci sarà alcun impatto sulle forniture di gas dopo l'interruzione dei rapporti diplomatici con gli Stati arabi. "Nessun impatto è previsto sulle forniture digasnaturale" ha sottolineato Jera in una nota, osservando tuttavia che "si tratta di un problema geopolitico in Medio Oriente e c'è la possibilità che questo potrà avere delle ripercussioni sul mercato dell'energia, quindi continueremo a monitorare gli sviluppi". Il Giappone è il principale importatore diGnlal mondo con circa un terzo delle spedizioni globali. Nel 2016 il totale delle esportazioni del Qatar ha raggiunto le 78 milioni di tonnellate, circa il 30 per cento dell’offerta globale, di cui due terzi esportati verso l’Asia. Intanto il gasdotto sottomarino Dolphin, che collega il Qatar con Abu Dhabi e l'Oman, è ancora operativo e per il momento non sembra risentire delle misure prese contro Doha da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. Il gasdotto Dolphin trasporta circa 2 miliardi di metri cubi al giorno di gas nella rete degli Emirati Arabi Uniti che importano dal Qatar circa un terzo del proprio fabbisogno. Altri 2 miliardi di metri cubi transitano invece verso l’Oman. Finora non vi sono ancora commenti ufficiale da parte delle società coinvolte né da parte dei governi interessati. I tre principali clienti del gasdotto Dolphin sono la Compagnia per l’acqua e l’elettricità di Abu Dhabi (Adwec), l'Autorità di approvvigionamento di Dubai (Dusup) e l'Oman Oil. Lo scorso ottobre 2016, l’Autorità per l’acqua e l’energia degli emirati di Sharjah e Ras al Khaimah hanno firmato un accordo per la fornitura di gas ulteriore attraverso Dolphin. Il gasdotto trasporta il gas dal grande giacimento del Qatar noto come North Field attraverso una condotta di 364 chilometri che termina presso la centrale elettrica di Taweelah ad Abu Dhabi, per poi attraversare gli emirati settentrionali fino al porto di Fujairah e da lì verso l’Oman. In questi anni la domanda di gas degli Emirati Arabi Uniti è cresciuta di circa il 6 per cento e il paese sta cercando di diversificare le sue fonti di gas attraverso lo sviluppo del giacimento Shah nella regione occidentale, che ora fornisce circa il 10 per cento del fabbisogno. Dusup, che gestisce l’unità di stoccaggio erigassificazionegalleggiante presso il Jebel Ali di Dubai, lo scorso settembre ha aggiornato la sua capacità di elaborazione digasnaturaleliquefatto (Gnl) con un nuovo e più grande rigassificatore galleggiante noleggiato dalla statunitense Excelerate Energy. Anche l’Egitto è interessato dalle forniture di gas provenienti dal Qatar acquistando circa il 65 per cento delle sue importazioni diGnlproprio da Doha, che comprendono circa il 10 per cento del fabbisogno giornaliero totale. La società nazionale del gas dell'Egitto, Egyptian Natural Gas Holding, per ora non ha ancora commentato la situazione dopo che il Cairo si è unito al taglio delle relazioni diplomatiche contro il Qatar annunciato ieri da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. (Rum) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata

www.agenzianova.com 06 Jun, 13:49Energia: Guinea equatoriale annuncia costruzione altri due impianti galleggianti Gnl entro dicembre

Città del Capo , 06 giu 13:22 - (Agenzia Nova) - La Guinea equatoriale ha annunciato la costruzione di altri due impianti galleggianti per produrregasnaturaleliquefatto entro dicembre. Lo ha detto il ministro del Petrolio, Gabriel Obiang Lima, durante la conferenza di settore Africa Oil & Power 2017 in corso a Città del Capo. Il paese sta al momento sviluppando la piattaforma galleggiante Fortuna, in collaborazione con Ophir Energy e ha distribuito licenze a selezionato sette compagnie per altrettanti blocchi petroliferi nel 2016. (Res) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata

quotidianoenergia.it 06 Jun, 13:52Fer, maxi operazioni GdF su eolico e FV

ROMA 6 GIUGNO 2017 Due maxi operazioni della Guardia di Finanza in tema di rinnovabili. In Calabria, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro, coordinati dal procuratore Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e dal vice procuratore Domenico Guarascio, hanno dato esecuzione a una confisca di beni per oltre 350 milioni € decisa dal Tribunale di Crotone in merito al parco eolico "Wind Farm" di Isola Capo di Rizzuto. Oggetto del provvedimento è Pasquale Arena (legato a quella che una nota della GdF definisce la "cosca Arena"), che secondo gli investigatori avrebbe messo in piedi un "articolato sistema basato su una fitta rete di società estere (con sede in Germania, Svizzera e Repubblica di San Marino) detentrici formali delle quote sociali di tre società" tramite le quali è stato realizzato l'impianto eolico "per conto e nell'interesse dell'omonima cosca". Le tre società (unitamente al parco) erano state sequestrate già nel marzo scorso e ora è arrivato il provvedimento di confisca. Spostandoci in Sardegna, l'operazione "Helios" della GdF di Cagliari ha messo in luce un'evasione fiscale per oltre 42 mln € e un'indebita percezione di incentivi Gse per oltre 22 mln € tra il 2011 e il 2015 da parte di una società cagliaritana che ha realizzato un impianto industriale di serre fotovoltaiche dichiarato fraudolentemente "strumentale" a un'attività agricola. Sono stati quindi denunciati all'autorità giudiziaria 6 componenti del management aziendale per indebita percezione di fondi pubblici e uno per reati di natura tributaria. Sono stati inoltre segnalati alla Procura regionale della Corte dei conti 4 manager per i connessi profili di responsabilità amministrativo contabile. Gli impianti erano stati già oggetto di sequestro nel luglio 2015. Link a prossima notizia

www.agenzianova.com 06 Jun, 14:01Speciale energia: Regno Unito, l'industria del gas preme per lo sviluppo di un'offerta nazionale

Londra, 06 giu 14:00 - (Agenzia Nova) - Nell'ultimo decennio, riferisce il quotidiano britannico "The Times", il Qatar è diventato un fornitore di gas fondamentale, secondo solo alla Norvegia, per il Regno Unito, più dipendente dalle importazioni a causa del declino della produzione nel Mare del Nord. Quasi il trenta per cento delgasnaturaleliquefatto importato in Gran Bretagna proviene dallo Stato del Golfo Persico. Per l'associazione di settore Ukoog (United Kingdom Onshore Oil and Gas) la crisi diplomatica qatarina conferma che il paese ha bisogno di sviluppare in tempi rapidi le risorse gassose di cui dispone. Gli esperti, comunque, non si aspettano un'interruzione delle forniture dal paese arabo. (Res) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata

www.agenzianova.com 06 Jun, 14:53Speciale energia: Gazprom, non si escludono problemi nell'export di gas dal Qatar

Mosca, 06 giu 14:30 - (Agenzia Nova) - L'escalation di eventi che circondano il Qatar può causare problemi all'esportazione digasnaturaleliquefatto dal paese (Gnl). Lo ha affermato il vicepresidente della società russa Gazprom, Aleksander Medvedev, facendo riferimento ai rischi per il mercato del gas derivanti dallo scontro diplomatico tra Qatar e alcuni paesi arabi e del Golfo, in particolare Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto che ieri hanno annunciato l’interruzione delle relazioni diplomatiche, il blocco dei confini e la chiusura dello spazio aereo. Alle restrizioni hanno aderito anche Egitto, Maldive, Mauritius, il governo yemenita riconosciuto dalla comunità internazionale di Abd Rabbo Mansour Hadi, l’esecutivo libico non riconosciuto guidato da Abdullah al Thinni e il parlamento libico di Tobruk. "Il Qatar non è un esportatore di petrolio, ma di gas. Non è escluso, che l'escalation di questi eventi possa portare a problemi con l'esportazione diGnlda parte dell’emirato”, ha sottolineato Medvedev citato dall’agenzia di stampa russa “Ria Novosti”. Il vicepresidente di Gazprom ha ammesso di non avere certezze sulle reazioni del mercato, osservando tuttavia che in questi momenti di crisi favoriscono gli

speculatori. Medvedev ha suggerito tuttavia di attendere lo sviluppo degli eventi. (Rum) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata

www.agenzianova.com 06 Jun, 14:53Speciale energia: Qatargas, nessun impatto da crisi sulle forniture di gas al Giappone

Doha, 06 giu 14:30 - (Agenzia Nova) - La compagnia energetica Qatargas ha informato la giapponese Jera Co. che non ci sarà alcun impatto sulle forniture di gas dopo l'interruzione dei rapporti diplomatici con gli Stati arabi. "Nessun impatto è previsto sulle forniture digasnaturale" ha sottolineato la Jera in una nota, osservando tuttavia che "si tratta di un problema geopolitico in Medio Oriente e c'è la possibilità che questo potrà avere delle ripercussioni sul mercato dell'energia, quindi continueremo a monitorare gli sviluppi", ha aggiunto. Il Qatar è il più grande esportatore digasnaturaleal mondo, mentre il Giappone è il principale importatore con circa un terzo delle spedizioni globali. Nel 2016 il totale delle esportazioni ha raggiunto le 78 milioni di tonnellate, circa il 30 per cento dell’offerta globale, di cui due terzi esportati verso l’Asia. La chiusura dei confini da parte di Riad e Abu Dhabi, che comprende anche le acque territoriale, non dovrebbe influenzare il settore, dato che il Qatar può accedere alle acque internazionale del Golfo Persico e continuare le sue esportazioni verso i clienti, in particolare Giappone, Corea del Sud, India e la Cina. Il rischio di eventuali perturbazioni nel settore delGnlè inoltre limitato dalle protezioni previste dalla Convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, secondo quanto emerge da un’analisi di Bmi Research. Intanto il gasdotto sottomarino Dolphin, che collega il Qatar con Abu Dhabi e l'Oman, è ancora operativo e per il momento non sembra risentire delle misure prese contro Doha da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. Il gasdotto Dolphin trasporta circa 2 miliardi di metri cubi al giorno di gas nella rete degli Emirati Arabi Uniti che importano dal Qatar circa un terzo del proprio fabbisogno. Altri 2 miliardi di metri cubi transitano invece verso l’Oman. Finora non vi sono ancora commenti ufficiale da parte delle società coinvolte né da parte dei governi interessati. I tre principali clienti del gasdotto Dolphin sono la Compagnia per l’acqua e l’elettricità di Abu Dhabi (Adwec), l'Autorità di approvvigionamento di Dubai (Dusup) e l'Oman Oil Co. Lo scorso ottobre 2016, l’Autorità per l’acqua e l’energia degli emirati di Sharjah e Ras al Khaimah hanno firmato un accordo per la fornitura di gas ulteriore attraverso Dolphin. Il gasdotto trasporta il gas dal grande giacimento del Qatar noto come North Field attraverso una condotta di 364 chilometri che termina presso la centrale elettrica di Taweelah ad Abu Dhabi, per poi attraversare gli emirati settentrionali fino al porto di Fujairah e da lì verso l’Oman. In questi anni la domanda di gas degli Emirati Arabi Uniti è cresciuta di circa il 6 per cento e il paese sta cercando di diversificare le sue fonti di gas attraverso lo sviluppo del giacimento Shah nella regione occidentale, che ora fornisce circa il 10 per cento del fabbisogno. Dusup, che gestisce l’unità di stoccaggio erigassificazionegalleggiante presso il Jebel Ali di Dubai, lo scorso settembre ha aggiornato la sua capacità di elaborazione digasnaturaleliquefatto (Gnl) con un nuovo e più grande rigassificatore galleggiante noleggiato dalla statunitense Excelerate Energy. Anche l’Egitto è interessato dalle forniture di gas provenienti dal Qatar acquistando circa il 65 per cento delle sue importazioni diGnlproprio da Doha, che comprendono circa il 10 per cento del fabbisogno giornaliero totale. La società nazionale del gas dell'Egitto, Egyptian Natural Gas Holding Co., per ora non ha ancora commentato la situazione dopo che il Cairo si è unito al taglio delle relazioni diplomatiche contro il Qatar annunciato ieri da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. Il Qatar è il più grande esportatore al mondo diGnl. Nel 2016 il totale delle esportazioni ha raggiunto le 78 milioni di tonnellate, circa il 30 per cento dell’offerta globale, di cui due terzi esportati verso l’Asia. La chiusura dei confini da parte di Riad e Abu Dhabi, che comprende anche le acque territoriale, non dovrebbe influenzare il settore, dato che il Qatar può accedere alle acque internazionale del Golfo Persico e continuare le sue esportazioni verso i clienti, in particolare Giappone, Corea del Sud, India e la Cina. Il rischio di eventuali perturbazioni nel settore delGnlè

inoltre limitato dalle protezioni previste dalla Convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, secondo quanto emerge da un’analisi di Bmi Research. (Res) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata

www.agenzianova.com 06 Jun, 16:05Speciale difesa: Qatar, crisi con paesi regione mette a rischio settori commercio, infrastrutture e finanza

Doha, 06 giu 16:00 - (Agenzia Nova) - La frattura diplomatica tra Qatar e alcuni paesi della regione mediorientale tra cui Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto rischia di avere un grande impatto sull’economia della regione del Golfo in difficoltà a causa dei bassi prezzi del petrolio. La decisione di tagliare le relazioni diplomatiche con Doha, espulsa anche dall’alleanza militare dei paesi arabi nota come “la Nato Araba”, è stata annunciata da Manama, Riad e Abu Dhabi che accusano il Qatar di finanziarie il terrorismo. Alla decisione di tagliare i rapporti con Doha hanno aderito anche l’Egitto, il più importante paese arabo, le Maldive, l’esecutivo yemenita guidato dal presidente Abd Rabbo Mansour Hadi e il governo libico non riconosciuto di Al Baida. Con circa 335 miliardi di dollari di attività nei vari fondi sovrani, il Qatar potrebbe resistere ad una crisi prolungata con i paesi confinanti, che hanno annunciato anche l’interruzione dei trasporti aereo, marittimo e terrestre. Gli stabilimenti portuali recentemente ampliati consentono di continuare le esportazioni digasnaturaleliquefatto (Gnl) che hanno consentito a Doha di avere un surplus commerciale di 2,7 miliardi di dollari nel mese di aprile, oltre all’importazione di beni via mare. I beni alimentari rappresentano il vero "tallone d’Achille" di Doha considerato il ruolo di Arabia Saudita ed Emirati che nel 2015 hanno fornito rispettivamente alimenti, in particolare prodotti lattiero caseari, rispettivamente per un valore di 309 milioni di dollari e 1,05 miliardi di dollari. La maggioranza dei prodotti importati è giunta dal confine saudita attualmente chiuso. Anche altri comparti dell’economia rischiano di subire pesanti conseguenze. La borsa di Doha ha perso il 7 per cento, mentre la chiusura dello spazio aereo dei paesi confinanti metterà in seria difficoltà la Qatar Airways, protagonista in questi anni di una rapida crescita. Altri settori che potrebbero essere colpiti sono quello delle infrastrutture. In vista dei Mondiali di calcio del 2022, il Qatar ha avviato piani ambiziosi nel settore prestando in patria e all’estero fino a 200 miliardi di dollari per terminare in tempo le infrastrutture legate all’evento. Il calo delle obbligazioni a lungo e breve termine avvenuto oggi renderanno più costoso l’indebitamento, rallentando i progetti e colpendo le società coinvolte. Inoltre lo scontro in corso nella regione potrebbe rendere in generale più oneroso i prestiti bancari, mettendo a rischio non solo l’economia del Qatar, ma anche quelle dei paesi vicini tutti impegnati in ambiziosi programmi di trasformazione e alla ricerca di finanziamenti per ripianare i deficit registrati a partire dal 2014 per il crollo dei prezzi del petrolio. Infatti il rischio è una fuga di capitale dalla regione, dato che secondo alcuni osservatori società e istituti di credito non faranno differenza tra Qatar e il resto dei paesi del Golfo. Sul piano azionario i rischi sono minori dato che le relazioni tra Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar sono deboli per quanto riguarda commercio e investimenti. Abu Dhabi è il principale partner commerciale del Qatar tra i paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, ma solo il quinto a livello mondiale. Allo stesso modo, l'Arabia Saudita e altri paesi del Ccg tradizionalmente rappresentano solo circa il 6-10 per cento del commercio sul mercato azionario del Qatar. Anche i costi nel settore delle costruzioni potrebbero aumentare, alimentando l'inflazione in tutta l'economia, considerato che prodotti come l’alluminio e altri materiali dell’industria edile non possono più essere trasportati via terra. Rispetto ad altre crisi avvenute in questi anni tra Doha e i paesi del Golfo, in particolare l’Arabia Saudita, in questa occasione Riad ha invitato con forza i paesi alleati e le società internazionali ad applicare a loro volta le restrizioni contro il Qatar. Al momento non è ancora chiaro se l’Arabia Saudita riuscirà a convincere anche altri paesi della regione e partner internazionali a tagliare i suoi rapporti con Doha, tuttavia potrebbe fare pressioni sulle imprese

straniere che operano in entrambi i paesi di fare una scelta di campo, con gravi rischi per le società internazionali che operano nella regione. Intanto alcune banche egiziane hanno di fatto eliminato la moneta qatariota, il rial, dalle loro transazioni dopo la decisione delle autorità del Cairo di rompere i rapporti diplomatici con Doha. La Banca nazionale dell'Egitto ha convertito il valore del rial qatariota in "zero" sul suo sito web ufficiale. Allo stesso modo, la Banca del Cairo ha convertito il valore del rial in 0,01 rispetto alla sterlina egiziana. Ci sono dubbi inoltre sul fatto che la Banca nazionale del Qatar possa continuare le sue attività in Egitto. Il governatore della Banca centrale, Tarek Amer, nel frattempo, ha smentito le notizie riguardo a presunti ordini di fermare le transazioni in rial. (Res) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata

www.agenzianova.com 06 Jun, 16:23Speciale difesa: "Financial Times", Theresa May e il grande enigma del Qatar

Londra, 06 giu 16:15 - (Agenzia Nova) - Il Qatar, al centro di una crisi diplomatica nel mondo arabo, è un grande investitore nel Regno Unito, riferisce il "Financial Times". Da molto tempo è un fornitore chiave di energia: fornisce il 90 per cento delgasnaturaleliquefatto di importazione. Dopo la crisi finanziaria del 2008 è diventato "un investitore finanziario di importanza spropositata", osserva il quotidiano della City. Principalmente attraverso il fondo sovrano Qatar Investment Authority (Qia), il piccolo Stato del Golfo Persico ha acquistato infrastrutture (una quota dell'aeroporto londinese di Heathrow), proprietà (il grattacielo Shard e parte del distretto degli affari di Canary Wharf) e trofei come i magazzini Harrods e l'Hotel Claridge di Londra. Al culmine della crisi ha contribuito al salvataggio della banca Barclays. Il Qatar attualmente ha investimenti per circa quaranta miliardi di sterline in Gran Bretagna e prevede di investire altri cinque miliardi nei prossimi cinque anni. A questi finanziamenti è stato dato particolare risalto di recente, in vista della Brexit. In questo momento la tensione tra le preoccupazioni etiche e l'utilità dei soldi qatarini è particolarmente forte Oltremanica, per tre motivi. Innanzitutto, il flusso di denaro dai fondi sovrani verso il Regno Unito potrebbe diminuire per una perdita di attrattiva dell'economia britannica dopo l'uscita dall'Unione Europea; il paese ha già perso posizioni nell'indagine effettuata da Invesco tra i fondi sovrani: il giudizio è sceso da 7,6 a 5,5 (su 10) tra il 2015 e il 2017. In secondo luogo, proseguono le inchieste del Serious Fraud Office (Sfo) e della Financial Conduct Authority (Fca) sui rapporti tra Barclays e il Qatar, per presunti reati di corruzione. La premier, Theresa May, se confermata a Downing Street dalle prossime elezioni, potrebbe abolire l'Sfo, integrandolo nella National Crime Agency (Nca), ma i sospetti resterebbero. La terza è più oscura nube sul futuro del Qatar come investitore in Gran Bretagna è costituita dalle polemiche sui legami tra Doha e l'estremismo islamico. La rottura delle relazioni tra il Qatar e altri paesi arabi non potrebbe capitare in un momento peggiore per il Regno Unito e la sua leader di governo, a pochi giorni dal voto e dopo tre attentati terroristici in tre mesi. In chiave post Brexit, la premier contava sull'approfondimento delle relazioni con attori come il Qatar; se la reazione contro Doha guadagnerà slancio, sarà difficile per Londra trovare un espediente politico, per non parlare dell'aspetto morale, per andare avanti con la sua strategia. (Sit) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata

www.staffettaonline.com 06 Jun, 16:28Gpl, ok a impianto di imbottigliamento Upstream, proroga per Eni in Piemonte

Via libera a un impianto di imbottigliamento e travaso diGplin Campania per Industria Gas Italia; proroga per un permesso di coltivazione di idrocarburi per Eni in Piemonte; gara per la metanizzazione del comune di Bonea (BN). Queste le principali novità della settimana dalla consueta rassegna degli atti delle amministrazioni regionali pubblicati sui bollettini ufficiali. Da

segnalare anche il via libera al Piano per la qualità dell'aria in Molise, il regolamento per le biomasse energetiche di origine agricola e il via libera all'elettrodotto Paluzza-Secab in Friuli Venezia Giulia, oltre all'avvio del Piano di diagnosi energetiche delle Pmi in Campania. BASILICATA Idro, 2 ok e 3 istanze Nel bollettino n. 15 del 1° giugno si dà notizia dell'istanza di autorizzazione alla concessione di derivazioni idrica superficiale dal Torrente Racanello in agro del Comune di Castelsaraceno, per la realizzazione di un impianto idroelettrico denominato Hydro Mancuso, con portata media pari a 232 l/s ad uso idroelettrico, da parte della Sig.ra Gisolo Daniela. Nello stesso bollettino si riporta l'istanza di autorizzazione alla concessione di derivazione di acqua pubblica superficiale dal fiume Noce in agro del comune di Maratea (PZ) ad uso idroelettrico, portata massima 9,40 l/s, da parte della CL Real Estate srl. Prosegue lo stesso bollettino pubblicando l'istanza di autorizzazione alla concessione di derivazione di acqua pubblica superficiale dal fiume Noce in agro del comune di Rivello (PZ) ad uso idroelettrico, portata media pari a 3,838 l/s, presentata dalla Sinni Energia srl. Nello stesso bollettino si riporta la determinazione dirigenziale relativa alla fase di screening del progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico sul fiume Sinni in agro del comune di Latronico (PZ), proposto dalla società Vecchione srl. Nello stesso bollettino si riporta la determinazione dell'autorità di bacino relativa alla concessione trentennale di derivazione di acque pubbliche superficiali dal fiume Noce ad uso idroelettrico, in località Saporitana di Trecchina, per una portata media di 5,88 mc/s. Nello stesso bollettino si riporta la determinazione relativa alla concessione trentennale di derivazione di acque pubbliche superficiali dal Fiume Basento in agro di Potenza ad uso idroelettrico, per una portata media di 2.380 l/s. CAMPANIA Gara metanizzazione È pubblicato sul bollettino n. 43 del 29 maggio il bando di gara a procedura aperta per l'affidamento della concessione della progettazione, costruzione e gestione dell'impianto di distribuzione del gasmetanodel comune di Bonea (BN). L'importo è di 3.895.000 euro. Il termine per la ricezione delle offerte è il 23 giugno, l'apertura delle buste il 3 luglio. Piano diagnosi energetiche Nel bollettino n. 43 del 29 maggio è pubblicata l'approvazione dell'avviso pubblico per la realizzazione di un piano di investimento di efficientamento energetico per le PMI nell'ambito del programma regionale cofinanziato dal MISE, per sostenere la realizzazione di diagnosi energetiche o l'adozione di sistemi di gestione (SGE) conformi alle norme ISO 50001. Lo stanziamento iniziale del bando e` pari ad euro 7.149.200,00.Gpl, ok a impianto imbottigliamento Il bollettino n. 43 del 29 maggio informa dell'autorizzazione, rilasciata alla società Industria Gas Italia, per l'installazione di un impianto di deposito riempimento e travaso digpl(gas di petrolio liquefatto) a uso commerciale e avente la capacità volumetrica complessiva pari a mc. 100. L'impianto è ubicato nel comune di Pietramelara. EMILIA ROMAGNA Efficienza per edifici PA Il bollettino n. 151 del 31 maggio informa del decreto del sindaco di approvazione dell'accordo di programma finalizzato all'attuazione sul territorio della bassa reggiana di un programma di efficientamento energetico degli edifici pubblici tra le amministrazioni comunali di Boretto, Brescello, Gualtieri, Guastalla, Reggiolo, Luzzara, Proviglio, Novellara e la propria società in house S.A.BA.R. servizi. Idro, due ok Nel bollettino n. 151 del 31 maggio è pubblicato l'avviso dell'avvenuto rilascio di concessione di derivazione di acque pubbliche superficiali ad uso idroelettrico in comune di Bagno di Romagna, alla Società Idroromagna S.r.l., con potenza nominale di 487 kW. FRIULI VENEZIA GIULIA Nuova commissione Via Nel bollettino n. 19 del 29 maggio si informa del decreto del presidente della regione di ricostituzione della commissione tecnico-consultiva VIA, presso la direzione centrale ambiente energia e politiche per la montagna. Biomasse, regolamento sistemi agro-energetici Il bollettino n. 19 del 29 maggio pubblica il decreto del presidente della regione contenente il regolamento recante i criteri e modalità per la concessione di finanziamenti agevolati tesi a favorire l'aggregazione delle imprese agricole di produzione primaria e di quelle di trasformazione di prodotti agricoli e finalizzati alla creazione di sistemi agro-energetici che utilizzano su base locale biomasse di origine vegetale e animale. Ok elettrodotto Paluzza-Secab Nel bollettino n. 19 del 29 maggio si riporta il decreto di autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio di un elettrodotto interrato con tensione 132 KW di carattere sovraregionale e opere e infrastrutture connesse tra il confine di Stato con l'Austria e la stazione

elettrica di Paluzza-Secab in comune di Paluzza (UD), richiesto dalla società Alpen Adria Energy Line spa. Idro, un'istanza Nel bollettino n. 19 del 29 maggio si pubblica l'istanza della ditta Costruzioni Martini di Martini Alessio di concessione di derivazione d'acqua dal torrente Val Zemola per uso idroelettrico, con potenza nominale di kW 96,00. LIGURIA Idro, un ok Nel bollettino n. 22 del 31 maggio è pubblicata l'istanza, inoltrata dalla ditta Remna srl, per la concessione di derivazione di acqua di moduli medi 8,93 dal bacino del torrente Argentina nel comune di Montalto per uso produzione di energia elettrica. LOMBARDIA Idro, i canoni aggiuntivi per la proroga delle concessioni Nel bollettino n. 22 del 31 maggio si informa della determinazione delle somme dovute alla regione Lombardia a titolo di canone aggiuntivo conseguente al proseguimento temporaneo dell'esercizio delle grandi derivazioni idroelettriche scadute, per effetto dei provvedimenti di Giunta, non oltre il 31 dicembre 2017. MOLISE Ok al Piano qualità dell'aria Nel bollettino n. 22 del 1° giugno si riporta la deliberazione della Giunta regionale di approvazione del piano regionale integrato per la qualità dell'aria in Molise e del rapporto ambientale per la valutazione ambientale strategica redatto dall'Arpa Molise. Idro, un ok e un'istanza Nel bollettino n. 22 del 1° giugno si riporta il decreto del presidente della Giunta regionale relativo alla concessione alla società S.E.A. srl servizi energetici alternativi, di derivare acqua pubblica ad uso idroelettrico dal fiume Volturno in agro del comune di Cerro al Volturno, per una portata media di 7,44 l/s per realizzare un impianto idroelettrico della potenza nominale media di 368,94 kW. Nello stesso bollettino si riporta l'istanza di valutazione di impatto ambientale presso la sede dell'Arpa, presso i comuni di Civitanova del Sannio (IS) e Duronia (CB) e presso le sedi delle province di Campobasso e Isernia, relativa al progetto per lo sfruttamento idroelettrico delle acque del torrente Pincio, proposto da Hepp Service srl, con una potenza installata di 800 kW. PIEMONTE Upstream, proroga per Eni Il bollettino n. 22 del 1° giugno riporta la delibera con cui la Giunta ha espresso l'intesa favorevole relativa all'istanza di proroga decennale della concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi “Villafortuna-Trecate” presentata da Eni. Idro, 2 ok e due istanze Il bollettino n. 22 del 1° giugno informa di due concessioni e di due trasferimento. La prima concessione riguarda una piccola derivazione di acqua dal torrente Alfenza a uso energetico nel comune di Crodo. E il relativo trasferimento di utenza a favore della ditta Elterch srl e la riduzione della potenza media nominale a 109,25 kW. La seconda, invece, riguarda una concessione di piccola derivazione d'acqua dal torrente Diveria a uso energetico nel comune di Crevoladossola. E il relativo trasferimento di utenza a favore della ditta Diveria Power srl. Nel medesimo bollettino sono pubblicate due istanze. La prima, inoltrata dalla ditta Cave Marmi Vallestrona, per il rinnovo della concessione di derivazione d'acqua dal torrente Sermenza a uso energetico nel comune di Boccioleto. La seconda, inoltrata dal signor Tomatis Sebastiano ora Tomatis Giuseppe, per la concessione di derivazione di acqua pubblica in sanatoria dal fiume Tanaro a uso energetico nel comune di Niella Tanaro per lo sviluppo di una potenza nominale media annua di 58,86 kW. TOSCANA Gara fornituragasnaturaleIl bollettino n. 22 del 31 maggio informa che la Società Consortile Energia Toscana s.c.ar.l ha indetto una gara a procedura aperta suddivisa in tre lotti in modalità telematica con ricorso all'asta elettronica per l'affidamento di fornitura digasnaturaleper l'anno termico 2017/2018. VENETO Scambio termico, un'istanza Il bollettino n. 54 del 1° giugno dà notizia dell'istanza di concessione, inoltrata dalla Bartucci spa, previa autorizzazione alla ricerca, per uso scambio termico nel comune di Soave. Bando efficienza-Fer Nel bollettino n. 54 del 1° giugno è pubblicata l'approvazione per il “Bando per l'erogazione di contributi finalizzati all'efficientamento energetico delle piccole e medie imprese “ nell'ambito del POR FESR 2014-2020 Asse 4 Azione 4.2.1 “Incentivi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas climalteranti delle imprese e delle aree produttive compresa l'installazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile per l'autoconsumo, dando priorità alle tecnologie ad alta efficienza”. © Riproduzione riservata

www.agenzianova.com 06 Jun, 17:10

Energia: Polonia, situazione Qatar non influenza nostre forniture di Lng

Varsavia, 06 giu 17:03 - (Agenzia Nova) - La situazione politica in Qatar non ha influenzato le forniture polacche digasnaturaleliquefatto (Lng). Lo ha affermato il vicedirettore generale del gruppo polacco PGNiG, Maciej Wozniak. "Non intendo commentare la situazione politica in Qatar", ha detto Wozniak, aggiungendo che non c'è ragione di essere preoccupati per le forniture. L'Arabia Saudita ieri ha ufficialmente tagliato i rapporti diplomatici con il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti, l'Egitto e il Bahrain hanno seguito questa decisione, accusando il Qatar di sostenere al Qaeda e la Fratellanza musulmana. Arabia Saudita ed Egitto hanno bloccato tutti i collegamenti di trasporto con il Qatar, un fattore che rischia di influenzare le forniture. Il Qatar nega le accuse, dicendo che "questa campagna di incitamento all’odio si basa su delle menzogne". PGNiG e Qatargas nel 2009 hanno firmato un accordo per la fornitura di 1,5 miliardi di metri cubi digasnaturaleliquefatto annuale: con quest’accordo la Polonia ha avviato un processo volto a ridurre la sua dipendenza energetica dalla Russia. (Res) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata

www.agenzianova.com 06 Jun, 18:27Speciale infrastrutture: Qatar, gasdotto Dolphin ancora operativo nonostante la crisi

Doha, 06 giu 18:15 - (Agenzia Nova) - Il gasdotto sottomarino Dolphin, che collega il Qatar con Abu Dhabi e l'Oman, è ancora operativo nonostante la crisi politica del Golfo con Doha. Secondo quanto riferito da fonti del settore ai media del Golfo "la crisi non ha alcun impatto sulle forniture verso Oman ed Emirati". L'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l'Egitto e il Bahrein hanno interrotto i rapporti diplomatici con il Qatar, il principale esportatore digasnaturaleliquefatto (Gnl) al mondo, accusando Doha di "sostenere e proteggere numerosi gruppi terroristici che minano e destabilizzano la regione, come i Fratelli musulmani, Daesh (acronimo in arabo per Stato islamico in Iraq e nel Levante) e al Qaeda". Il gasdotto Dolphin trasporta circa 2 miliardi di metri cubi al giorno di gas nella rete degli Emirati Arabi Uniti che importano dal Qatar circa un terzo del proprio fabbisogno. Altri 2 miliardi di metri cubi transitano invece verso l’Oman. Finora non vi sono ancora commenti ufficiale da parte delle società coinvolte né da parte dei governi interessati. I tre principali clienti del gasdotto Dolphin sono la Compagnia per l’acqua e l’elettricità di Abu Dhabi (Adwec), l'Autorità di approvvigionamento di Dubai (Dusup) e l'Oman Oil Co. Lo scorso ottobre 2016, l’Autorità per l’acqua e l’energia degli emirati di Sharjah e Ras al Khaimah hanno firmato un accordo per la fornitura di gas ulteriore attraverso Dolphin. Il gasdotto trasporta il gas dal grande giacimento del Qatar noto come North Field attraverso una condotta di 364 chilometri che termina presso la centrale elettrica di Taweelah ad Abu Dhabi, per poi attraversare gli emirati settentrionali fino al porto di Fujairah e da lì verso l’Oman. In questi anni la domanda di gas degli Emirati Arabi Uniti è cresciuta di circa il 6 per cento e il paese sta cercando di diversificare le sue fonti di gas attraverso lo sviluppo del giacimento Shah nella regione occidentale, che ora fornisce circa il 10 per cento del fabbisogno. Dusup che gestisce l’unità di stoccaggio erigassificazionegalleggiante presso il Jebel Ali di Dubai, lo scorso settembre ha aggiornato la sua capacità di elaborazione digasnaturaleliquefatto (Gnl) con un nuovo e più grande rigassificatore galleggiante noleggiato dalla statunitense Excelerate Energy. Anche l’Egitto è interessato dalle forniture di gas provenienti dal Qatar acquistando circa il 65 per cento delle sue importazioni diGnlproprio da Doha, che comprendono circa il 10 per cento del fabbisogno giornaliero totale. La società nazionale del gas dell'Egitto, Egyptian Natural Gas Holding Co., per ora non ha ancora commentato la situazione dopo che il Cairo si è unito al taglio delle relazioni diplomatiche contro il Qatar annunciato ieri da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. Il Qatar è il più grande esportatore al mondo diGnl. Nel 2016 il totale delle esportazioni ha raggiunto le 78 milioni di tonnellate, circa il 30 per cento dell’offerta globale, di cui due terzi esportati verso l’Asia. La chiusura dei confini da parte di Riad e Abu Dhabi, che comprende anche le acque territoriale, non

dovrebbe influenzare il settore, dato che il Qatar può accedere alle acque internazionale del Golfo Persico e continuare le sue esportazioni verso i clienti, in particolare Giappone, Corea del Sud, India e la Cina. Il rischio di eventuali perturbazioni nel settore delGnlè inoltre limitato dalle protezioni previste dalla Convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, secondo quanto emerge da un’analisi di Bmi Research. (Res) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata

www.agenzianova.com 06 Jun, 18:31Energia: Gazprom, non si escludono problemi nell'export di gas dal Qatar | Agenzia Nova

Energia: Gazprom, non si escludono problemi nell'export di gas dal Qatar Mosca, 06 giu 13:17 - (Agenzia Nova) - L'escalation di eventi che circondano il Qatar può causare problemi all'esportazione digasnaturaleliquefatto dal paese (Gnl). Lo ha affermato il vicepresidente della società russa Gazprom, Aleksander Medvedev, facendo riferimento ai rischi per il mercato del gas derivanti dallo scontro diplomatico tra Qatar e alcuni paesi arabi e del Golfo, in particolare Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto che ieri hanno annunciato l’interruzione delle relazioni diplomatiche, il blocco dei confini e la chiusura dello spazio aereo. Alle restrizioni hanno aderito anche Egitto, Maldive, Mauritius, il governo yemenita riconosciuto dalla comunità internazionale di Abd Rabbo Mansour Hadi, l’esecutivo libico non riconosciuto guidato da Abdullah al Thinni e il parlamento libico di Tobruk. "Il Qatar non è un esportatore di petrolio, ma di gas. Non è escluso, che l'escalation di questi eventi possa portare a problemi con l'esportazione diGnlda parte dell’emirato”, ha sottolineato Medvedev citato dall’agenzia di stampa russa “Ria Novosti”. Il vicepresidente di Gazprom ha ammesso di non avere certezze sulle reazioni del mercato, osservando tuttavia che in questi momenti di crisi favoriscono gli speculatori. Medvedev ha suggerito tuttavia di attendere lo sviluppo degli eventi. I paesi che hanno aderito al taglio delle relazioni con il Qatar accusano Doha di finanziare e sostenere gruppi terroristici come i Fratelli musulmani e lo Stato islamico, e di promuovere la propaganda e i piani di questi gruppi attraverso i suoi media. Inoltre il Qatar è accusato di dare spazio alle attività sostenute dall'Iran, di dare assistenza alle milizie sciite Houthi che combattono in Yemen e di aver contribuito al colpo di stato nel paese, anche dopo la creazione della Coalizione araba contro i ribelli yemeniti guidata dall’Arabia Saudita. La chiusura dei confini da parte di Riad e Abu Dhabi, che comprende anche le acque territoriale, non dovrebbe influenzare il settore energetico, dato che il Qatar può accedere alle acque internazionale del Golfo Persico e continuare le sue esportazioni verso i clienti, in particolare Giappone, Corea del Sud, India e la Cina. Il rischio di eventuali perturbazioni nel settore delGnlè inoltre limitato dalle protezioni previste dalla Convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, secondo quanto emerge da un’analisi di Bmi Research. Oggi la compagnia energetica Qatargas ha informato la giapponese Jera Corporation che non ci sarà alcun impatto sulle forniture di gas dopo l'interruzione dei rapporti diplomatici con gli Stati arabi. "Nessun impatto è previsto sulle forniture digasnaturale" ha sottolineato Jera in una nota, osservando tuttavia che "si tratta di un problema geopolitico in Medio Oriente e c'è la possibilità che questo potrà avere delle ripercussioni sul mercato dell'energia, quindi continueremo a monitorare gli sviluppi". Il Giappone è il principale importatore diGnlal mondo con circa un terzo delle spedizioni globali. Nel 2016 il totale delle esportazioni del Qatar ha raggiunto le 78 milioni di tonnellate, circa il 30 per cento dell’offerta globale, di cui due terzi esportati verso l’Asia. Intanto il gasdotto sottomarino Dolphin, che collega il Qatar con Abu Dhabi e l'Oman, è ancora operativo e per il momento non sembra risentire delle misure prese contro Doha da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. Il gasdotto Dolphin trasporta circa 2 miliardi di metri cubi al giorno di gas nella rete degli Emirati Arabi Uniti che importano dal Qatar circa un terzo del proprio fabbisogno. Altri 2 miliardi di metri cubi transitano invece verso l’Oman. Finora non vi sono ancora commenti ufficiale da parte delle società coinvolte né da parte dei governi interessati. I tre principali clienti del gasdotto Dolphin sono la Compagnia per l’acqua e l’elettricità di Abu Dhabi (Adwec), l'Autorità di

approvvigionamento di Dubai (Dusup) e l'Oman Oil. Lo scorso ottobre 2016, l’Autorità per l’acqua e l’energia degli emirati di Sharjah e Ras al Khaimah hanno firmato un accordo per la fornitura di gas ulteriore attraverso Dolphin. Il gasdotto trasporta il gas dal grande giacimento del Qatar noto come North Field attraverso una condotta di 364 chilometri che termina presso la centrale elettrica di Taweelah ad Abu Dhabi, per poi attraversare gli emirati settentrionali fino al porto di Fujairah e da lì verso l’Oman. In questi anni la domanda di gas degli Emirati Arabi Uniti è cresciuta di circa il 6 per cento e il paese sta cercando di diversificare le sue fonti di gas attraverso lo sviluppo del giacimento Shah nella regione occidentale, che ora fornisce circa il 10 per cento del fabbisogno. Dusup, che gestisce l’unità di stoccaggio erigassificazionegalleggiante presso il Jebel Ali di Dubai, lo scorso settembre ha aggiornato la sua capacità di elaborazione digasnaturaleliquefatto (Gnl) con un nuovo e più grande rigassificatore galleggiante noleggiato dalla statunitense Excelerate Energy. Anche l’Egitto è interessato dalle forniture di gas provenienti dal Qatar acquistando circa il 65 per cento delle sue importazioni diGnlproprio da Doha, che comprendono circa il 10 per cento del fabbisogno giornaliero totale. La società nazionale del gas dell'Egitto, Egyptian Natural Gas Holding, per ora non ha ancora commentato la situazione dopo che il Cairo si è unito al taglio delle relazioni diplomatiche contro il Qatar annunciato ieri da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. © Agenzia Nova - Riproduzione riservata