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Insieme per la città Il Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi di Mogliano Veneto

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Insieme per la cittàIl Consiglio Comunale

delle Ragazze e dei Ragazzidi Mogliano Veneto

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Insieme per la cittàIl Consiglio Comunale

delle Ragazze e dei Ragazzidi Mogliano Veneto

Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio (proverbio africano)

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Insieme per la cittàIl Consiglio Comunale

delle Ragazze e dei Ragazzidi Mogliano Veneto

Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio (proverbio africano)

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prefazione del comune

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prefazione del comune

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i diritti dell’infanzia

i diritti dell’infanzia

In tutte le società del passato i bambini e le bambine sono stati

considerati o come “proprietà” dei genitori, oppure come esseri “minori”

da proteggere. In questo caso erano considerati, semplicemente, come

destinatari di cure e di protezione da parte degli adulti.

Non erano considerati, quindi, soggetti autonomi, persone con dei loro

diritti specifici, con dei bisogni specifici e delle domande cui bisognava

dare voce e dare risposta.

Ma ecco che un documento importante modifica completamente

questo punto di vista: è la Convenzione Internazionale sui Diritti

dell'Infanzia approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20

novembre 1989, a New York.

La Convenzione è diventata legge nella maggior parte dei Paesi del

mondo.

In Italia si tratta della legge n. 176 del 27 maggio 1991.

La Convenzione assume un punto di vista diverso sui bambini e le

bambine: li considera soggetti di diritti, ossia cittadini e cittadine a tutti

gli effetti.

Agli adulti è attribuito il compito non solo di proteggere l'infanzia, ma

anche di farsi carico del rispetto dei suoi diritti.

Sono considerati responsabili e garanti dei diritti dell'infanzia non

solo i genitori, ma anche le Istituzioni e tutti i cittadini adulti.

Accanto ai diritti legati alla sopravvivenza e alla crescita (diritto alla

nutrizione, alla salute, a non essere discriminati, ad essere tutelati da

violenze e abusi, …) la Convenzione indica anche, per i bambini e le

bambine, altri diritti importanti:

?il diritto ad essere ascoltati/e e presi in considerazione,

?il diritto al gioco e al tempo libero,

?il diritto all'informazione.

Il documento impegna gli adulti a rendere effettivi i diritti

dell'infanzia costruendo le condizioni perché possano essere esercitati

e stabilisce che in tutte le scelte delle Istituzioni “l'interesse superiore

del fanciullo deve essere una considerazione preminente” (art.3)

Essendo un documento internazionale, la Convenzione impegna a

prendere in considerazione i diritti dell'infanzia non solo nel proprio

territorio e nel proprio Paese, ma nel Mondo.

Uno dei compiti del CCR è quello di conoscere e far conoscere i diritti

dell'infanzia.

In collaborazione con le scuole vengono svolte molte attività in

questo senso e vengono organizzati incontri per conoscere realtà

vicine e lontane in cui i diritti dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze

sono calpestati: a causa della guerra, dell'impossibilità di accedere

all'istruzione, di condizioni economiche precarie, di situazioni di

disabilità per cui non riusciamo a dare una giusta risposta al bisogno

I diritti dei bambini sono doveri per gli adulti.

Francesco Tonucci

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i diritti dell’infanzia

i diritti dell’infanzia

In tutte le società del passato i bambini e le bambine sono stati

considerati o come “proprietà” dei genitori, oppure come esseri “minori”

da proteggere. In questo caso erano considerati, semplicemente, come

destinatari di cure e di protezione da parte degli adulti.

Non erano considerati, quindi, soggetti autonomi, persone con dei loro

diritti specifici, con dei bisogni specifici e delle domande cui bisognava

dare voce e dare risposta.

Ma ecco che un documento importante modifica completamente

questo punto di vista: è la Convenzione Internazionale sui Diritti

dell'Infanzia approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20

novembre 1989, a New York.

La Convenzione è diventata legge nella maggior parte dei Paesi del

mondo.

In Italia si tratta della legge n. 176 del 27 maggio 1991.

La Convenzione assume un punto di vista diverso sui bambini e le

bambine: li considera soggetti di diritti, ossia cittadini e cittadine a tutti

gli effetti.

Agli adulti è attribuito il compito non solo di proteggere l'infanzia, ma

anche di farsi carico del rispetto dei suoi diritti.

Sono considerati responsabili e garanti dei diritti dell'infanzia non

solo i genitori, ma anche le Istituzioni e tutti i cittadini adulti.

Accanto ai diritti legati alla sopravvivenza e alla crescita (diritto alla

nutrizione, alla salute, a non essere discriminati, ad essere tutelati da

violenze e abusi, …) la Convenzione indica anche, per i bambini e le

bambine, altri diritti importanti:

?il diritto ad essere ascoltati/e e presi in considerazione,

?il diritto al gioco e al tempo libero,

?il diritto all'informazione.

Il documento impegna gli adulti a rendere effettivi i diritti

dell'infanzia costruendo le condizioni perché possano essere esercitati

e stabilisce che in tutte le scelte delle Istituzioni “l'interesse superiore

del fanciullo deve essere una considerazione preminente” (art.3)

Essendo un documento internazionale, la Convenzione impegna a

prendere in considerazione i diritti dell'infanzia non solo nel proprio

territorio e nel proprio Paese, ma nel Mondo.

Uno dei compiti del CCR è quello di conoscere e far conoscere i diritti

dell'infanzia.

In collaborazione con le scuole vengono svolte molte attività in

questo senso e vengono organizzati incontri per conoscere realtà

vicine e lontane in cui i diritti dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze

sono calpestati: a causa della guerra, dell'impossibilità di accedere

all'istruzione, di condizioni economiche precarie, di situazioni di

disabilità per cui non riusciamo a dare una giusta risposta al bisogno

I diritti dei bambini sono doveri per gli adulti.

Francesco Tonucci

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i diritti dell’infanzia

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i diritti dell’infanzia

di integrazione…

Numerosi incontri con operatori e ragazzi-lavoratori NATS (Ninos

Adolescentes Trabajadores) dell'America Latina hanno permesso di

ampliare l'orizzonte di conoscenza e di considerare come i diritti

dell'infanzia vengano diversamente tenuti in considerazione o violati,

nelle diverse realtà (compresa la nostra), a seconda delle condizioni

sociali e culturali.

Molte delle immagini che seguono si riferiscono alle Marce per i

Diritti dei Bambini, organizzate dal CCR, che concludevano, con un

incontro allegro e coloratissimo, le attività svolte nelle scuole:

centinaia di ragazzi/e, partendo dalle rispettive scuole, si

raccoglievano in Piazza, il Coro del CCR “Voci dei bambini invisibili”

offriva le sue canzoni.

La manifestazione mirava a coinvolgere tutta la città, l'obiettivo era

quello di attivare la sensibilità degli adulti per spingerli a impegnarsi

a favore dei diritti dei bambini e dei ragazzi, nel nostro territorio e nel

Mondo.

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i diritti dell’infanzia

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i diritti dell’infanzia

di integrazione…

Numerosi incontri con operatori e ragazzi-lavoratori NATS (Ninos

Adolescentes Trabajadores) dell'America Latina hanno permesso di

ampliare l'orizzonte di conoscenza e di considerare come i diritti

dell'infanzia vengano diversamente tenuti in considerazione o violati,

nelle diverse realtà (compresa la nostra), a seconda delle condizioni

sociali e culturali.

Molte delle immagini che seguono si riferiscono alle Marce per i

Diritti dei Bambini, organizzate dal CCR, che concludevano, con un

incontro allegro e coloratissimo, le attività svolte nelle scuole:

centinaia di ragazzi/e, partendo dalle rispettive scuole, si

raccoglievano in Piazza, il Coro del CCR “Voci dei bambini invisibili”

offriva le sue canzoni.

La manifestazione mirava a coinvolgere tutta la città, l'obiettivo era

quello di attivare la sensibilità degli adulti per spingerli a impegnarsi

a favore dei diritti dei bambini e dei ragazzi, nel nostro territorio e nel

Mondo.

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violenza, di oltraggio, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di

sfruttamento, compresa la violenza sessuale”.

(art. 18 e 19)

I bambini e le bambine hanno diritto a una protezione e ad aiuti speciali

dello Stato se privati della famiglia o rifugiati.

(art. 20, 21, 22)

I bambini e le bambine “mentalmente o fisicamente disabili devono

condurre una vita piena e decente, in condizioni che garantiscano la loro

dignità, favoriscano la loro autonomia ed agevolino una loro attiva

partecipazione alla vita della comunità”.

(art. 23)

I bambini hanno diritto di godere del miglior stato di salute possibile e di

beneficiare di servizi medici e di riabilitazione, di beneficiare della

sicurezza sociale se necessario.

(art. 24, 25, 26)

Il bambino ha “diritto ad un livello di vita sufficiente per consentire il suo

sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale”.

(art. 27)

Ogni bambino/a ha diritto all'educazione, a un percorso scolastico

adeguato, allo sviluppo delle sue facoltà e attitudini.

(art. 28, 29)

Negli Stati in cui esistono minoranze nessuno può essere “privato del

I diritti dell’infanzia

5

I bambini e le bambine hanno diritto di esprimere liberamente la propria

opinione su ogni questione che li riguarda e le loro opinioni devono essere

prese in considerazione.

(art. 12)

I bambini e le bambine hanno dritto alla libertà di espressione, di pensiero,

di coscienza, di religione.

(art. 13, 14)

I bambini e le bambine hanno diritto di associarsi e di riunirsi pacificamente.

(art. 15)

I bambini e le bambine non devono subire interferenze arbitrarie o illegali

nella vita privata, nella famiglia, nel domicilio o nella corrispondenza.

(art. 16)

Gli Stati “riconoscono la funzione esercitata dai mass-media e vigilano

affinché i bambini e le bambine possano accedere all'informazione....

soprattutto se finalizzata a promuovere il loro benessere sociale, spirituale e

morale ...”.

(art. 17)

Entrambi i genitori sono responsabili dell'educazione e dello sviluppo dei

bambini e delle bambine e gli Stati devono tutelarli contro ogni forma di

I diritti dei bambini e delle bambine devono essere garantiti “senza

distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica”.

(art.1)

In tutte le decisioni di competenza delle Istituzioni l'interesse dei

bambini/e deve essere considerato preminente.

(art. 3)

Gli Stati devono adottare tutti i provvedimenti necessari per attuare i

diritti riconosciuti dalla Convenzione e i genitori e le Istituzioni devono

informare adeguatamente i bambini e le bambine sui loro diritti.

(art. 4, 5)

Ogni bambino/a ha diritto alla vita, ad essere registrato con un nome al

momento della nascita e ad avere una cittadinanza, a conservare le

sue relazioni familiari, a vivere con i genitori se possibile.

(art. 6, 7, 8, 9, 10, 11)

I diritti dell’infanzia

CONVENZIONE INTERNAZIONALE ONUSUI DIRITTI DELL'INFANZIA

Legge 176 / 1991Sintesi del CCR

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violenza, di oltraggio, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di

sfruttamento, compresa la violenza sessuale”.

(art. 18 e 19)

I bambini e le bambine hanno diritto a una protezione e ad aiuti speciali

dello Stato se privati della famiglia o rifugiati.

(art. 20, 21, 22)

I bambini e le bambine “mentalmente o fisicamente disabili devono

condurre una vita piena e decente, in condizioni che garantiscano la loro

dignità, favoriscano la loro autonomia ed agevolino una loro attiva

partecipazione alla vita della comunità”.

(art. 23)

I bambini hanno diritto di godere del miglior stato di salute possibile e di

beneficiare di servizi medici e di riabilitazione, di beneficiare della

sicurezza sociale se necessario.

(art. 24, 25, 26)

Il bambino ha “diritto ad un livello di vita sufficiente per consentire il suo

sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale”.

(art. 27)

Ogni bambino/a ha diritto all'educazione, a un percorso scolastico

adeguato, allo sviluppo delle sue facoltà e attitudini.

(art. 28, 29)

Negli Stati in cui esistono minoranze nessuno può essere “privato del

I diritti dell’infanzia

5

I bambini e le bambine hanno diritto di esprimere liberamente la propria

opinione su ogni questione che li riguarda e le loro opinioni devono essere

prese in considerazione.

(art. 12)

I bambini e le bambine hanno dritto alla libertà di espressione, di pensiero,

di coscienza, di religione.

(art. 13, 14)

I bambini e le bambine hanno diritto di associarsi e di riunirsi pacificamente.

(art. 15)

I bambini e le bambine non devono subire interferenze arbitrarie o illegali

nella vita privata, nella famiglia, nel domicilio o nella corrispondenza.

(art. 16)

Gli Stati “riconoscono la funzione esercitata dai mass-media e vigilano

affinché i bambini e le bambine possano accedere all'informazione....

soprattutto se finalizzata a promuovere il loro benessere sociale, spirituale e

morale ...”.

(art. 17)

Entrambi i genitori sono responsabili dell'educazione e dello sviluppo dei

bambini e delle bambine e gli Stati devono tutelarli contro ogni forma di

I diritti dei bambini e delle bambine devono essere garantiti “senza

distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica”.

(art.1)

In tutte le decisioni di competenza delle Istituzioni l'interesse dei

bambini/e deve essere considerato preminente.

(art. 3)

Gli Stati devono adottare tutti i provvedimenti necessari per attuare i

diritti riconosciuti dalla Convenzione e i genitori e le Istituzioni devono

informare adeguatamente i bambini e le bambine sui loro diritti.

(art. 4, 5)

Ogni bambino/a ha diritto alla vita, ad essere registrato con un nome al

momento della nascita e ad avere una cittadinanza, a conservare le

sue relazioni familiari, a vivere con i genitori se possibile.

(art. 6, 7, 8, 9, 10, 11)

I diritti dell’infanzia

CONVENZIONE INTERNAZIONALE ONUSUI DIRITTI DELL'INFANZIA

Legge 176 / 1991Sintesi del CCR

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I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

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istruzione, una adeguata alimentazione, una casa che si possa definire “casa”,

una rete fognaria, luce e acqua.

Riassumendo, si può dire che i NATS lottano per un lavoro che si possa definire

DEGNO.

I ragazzi NATS presenti quel giorno all'incontro, ragazzi di diverse età, hanno

messo in luce anche un altro punto fondamentale: il PROTAGONISMO. Significa

che anche i ragazzi devono venire considerati, che anche ai ragazzi deve venire

attribuito un valore, che anche i ragazzi possono dire il loro parere e influire sulle

sorti politiche del loro paese senza che le loro opinioni vengano trascurate o che

si sorvoli sulle loro proposte. In poche parole lottano per una società in cui ogni

persona possa essere ascoltata e considerata.

Hanno parlato, inoltre, dei fattori che generano lo sfruttamento del lavoro

minorile, come la guerra, che provoca l'arruolamento forzato.

Questi erano i principali punti su cui hanno parlato Antony, Angelica, Levor, e

Lucy.

Quindi i NATS non dicono no al lavoro, ma dicono no allo sfruttamento del lavoro

minorile.

A partecipare all'incontro c'era anche un'ex lavoratrice bambina attualmente

direttrice di una scuola per bambini/e lavoratori dove sono rispettati tutti i

bisogni di un bambino/a lavoratore: avere dei momenti per la ricreazione, dei

momenti per l'istruzione, avere una giusta alimentazione ed educazione.

In poche parole i NATS lottano per: il PROTAGONISMO, il LAVORO DEGNO e i

DIRITTI dei bambini e delle bambine.

Noi del CCR abbiamo partecipato a un incontro con tre ragazzi dei NATS del

Paraguay in un Convegno all'Università di Padova.

L'Associazione NATS è formata da bambini/e e ragazzi/e lavoratori che

cercano di far sentire le proprie opinioni e far conoscere i loro diritti.

Questi bambini/e e ragazzi/e lavoratori sono orgogliosi del loro lavoro e

non vorrebbero smettere di lavorare perchè lavorando contribuiscono alla

sopravvivenza della propria famiglia.

Però lottano perchè, essendo ragazzi/e vogliono ottenere un'adeguata

istruzione e avere tempo per giocare, senza però ostacolare il lavoro.

Loro sostengono, inoltre, che il lavoro minorile è giusto quando viene

praticato in forme legali, con l'osservanza di adeguate norme sanitarie e di

sicurezza, in compagnia, con un guadagno adeguato, e quando si tratta di

un lavoro adatto all'età del bambino/a.

I NATS operano soprattutto nelle zone in cui vi è maggiore povertà ed è

quindi più diffuso il lavoro minorile. Di solito, in queste zone, mancano

quelli che possiamo definire “beni principali” come una adeguata

I diritti dell’infanzia

IL CCR E I BAMBINI LAVORATORINATS

(Ninos y Adolecentes Trabajadores)Dario, consigliere CCR

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I diritti dell’infanzia

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istruzione, una adeguata alimentazione, una casa che si possa definire “casa”,

una rete fognaria, luce e acqua.

Riassumendo, si può dire che i NATS lottano per un lavoro che si possa definire

DEGNO.

I ragazzi NATS presenti quel giorno all'incontro, ragazzi di diverse età, hanno

messo in luce anche un altro punto fondamentale: il PROTAGONISMO. Significa

che anche i ragazzi devono venire considerati, che anche ai ragazzi deve venire

attribuito un valore, che anche i ragazzi possono dire il loro parere e influire sulle

sorti politiche del loro paese senza che le loro opinioni vengano trascurate o che

si sorvoli sulle loro proposte. In poche parole lottano per una società in cui ogni

persona possa essere ascoltata e considerata.

Hanno parlato, inoltre, dei fattori che generano lo sfruttamento del lavoro

minorile, come la guerra, che provoca l'arruolamento forzato.

Questi erano i principali punti su cui hanno parlato Antony, Angelica, Levor, e

Lucy.

Quindi i NATS non dicono no al lavoro, ma dicono no allo sfruttamento del lavoro

minorile.

A partecipare all'incontro c'era anche un'ex lavoratrice bambina attualmente

direttrice di una scuola per bambini/e lavoratori dove sono rispettati tutti i

bisogni di un bambino/a lavoratore: avere dei momenti per la ricreazione, dei

momenti per l'istruzione, avere una giusta alimentazione ed educazione.

In poche parole i NATS lottano per: il PROTAGONISMO, il LAVORO DEGNO e i

DIRITTI dei bambini e delle bambine.

Noi del CCR abbiamo partecipato a un incontro con tre ragazzi dei NATS del

Paraguay in un Convegno all'Università di Padova.

L'Associazione NATS è formata da bambini/e e ragazzi/e lavoratori che

cercano di far sentire le proprie opinioni e far conoscere i loro diritti.

Questi bambini/e e ragazzi/e lavoratori sono orgogliosi del loro lavoro e

non vorrebbero smettere di lavorare perchè lavorando contribuiscono alla

sopravvivenza della propria famiglia.

Però lottano perchè, essendo ragazzi/e vogliono ottenere un'adeguata

istruzione e avere tempo per giocare, senza però ostacolare il lavoro.

Loro sostengono, inoltre, che il lavoro minorile è giusto quando viene

praticato in forme legali, con l'osservanza di adeguate norme sanitarie e di

sicurezza, in compagnia, con un guadagno adeguato, e quando si tratta di

un lavoro adatto all'età del bambino/a.

I NATS operano soprattutto nelle zone in cui vi è maggiore povertà ed è

quindi più diffuso il lavoro minorile. Di solito, in queste zone, mancano

quelli che possiamo definire “beni principali” come una adeguata

I diritti dell’infanzia

IL CCR E I BAMBINI LAVORATORINATS

(Ninos y Adolecentes Trabajadores)Dario, consigliere CCR

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Page 16: Ccr libro completo web

I sogni di IrinaIrina ha 11 anni e deve farcela.

Deve farcela perché l'ha promesso alla mamma. Qui a Bucarest, sono

tante le bambine come lei, lasciate dalla mamma che è andata a lavorare

lontano.

Da quanto tempo non vedi la mamma?

Da due anni. Quest'anno doveva venire per Natale ma ieri ci ha detto che

non può perché i soldi che ha messo da parte servono per curare la nonna

che deve fare i controlli e prendere molte medicine. Quando ce l'ha detto

Svetlana e io ci siamo messe a piangere, soprattutto Svetlana che è

piccola, ha solo 8 anni. Ma abbiamo cercato di fare in modo che la mamma

non se ne accorgesse.

Irina ha 11 anni e deve farcela.

Com'è la tua giornata, Irina?

Io e Svetlana andiamo a scuola nel settore 2 di Bucarest. Alla mattina mi

sveglio verso le 6 e aiuto la nonna a preparare il pacchetto per il pranzo per

mia sorella, per me e per Alexu e Claudiu i cuginetti che vivono con noi (un

pezzo di pane con formaggio oppure due frutti). Poi accompagno tutti a

scuola, a piedi per risparmiare i soldi dell'autobus. Tranne quando scende

molta neve, allora la nonna ci dà i soldi per l'autobus.

Com'è la tua classe Irina?

Siamo 35 bambini, il mio maestro ci insegna tanta matematica e

geometria, perché dice che nella vita è importante fare i conti, ma io

preferisco quando studiamo geografia. Sul muro c'è una grande carta

geografica dell'Europa, e a me piace molto guardare i fiumi e le

montagne, e guardo sempre l'Italia, mi piace cercare il paese dove vive

la mamma, chiudendo gli occhi mi sembra di esserle vicino.

Nel pomeriggio cosa fai, Irina?

Nel pomeriggio passo a prendere da scuola mia sorella e i miei cugini.

Aiuto la nonna a preparare la cena per tutti e a riordinare.

I compiti li faccio quasi sempre di sera prima di andare a letto. Mi piace

studiare, ma a volte mentre leggo i miei quaderni mi si chiudono gli

occhi e mi addormento seduta al tavolo della cucina.

Irina si è addormentata, finalmente.

Forse sogna la mamma.

Ma certo domani non sarà la mamma che verrà a svegliarla.

Irina ha 11 anni e deve farcela.

Deve farcela perché l'ha promesso alla mamma.

11

I diritti dell’infanzia

ai signori e ai loro figli, poi accompagno a scuola il figlio più piccolo.

Pulisco la casa e vado al mercato a fare la spesa. Qui incontro quasi sempre le

mie amiche Marie e Jeanne. Preparo da mangiare, vado a prendere a scuola

il figlio dei signori, servo il pranzo. Quando ho finito mi danno il permesso di

mangiare. Poi lavo i piatti e pulisco la cucina, faccio il bucato, pulisco il cortile,

preparo la cena, servo la cena, lavo i piatti e pulisco la cucina.

Alla fine del mese, se non ho rotto o rovinato niente, ricevo 2000 cefa, ma

non sono mai riuscita a riceverli interamente.

Il lavoro è faticoso e i signori non sempre sono buoni con me. Una volta mi

hanno picchiato con una striscia di pelle.

Il figlio più grande, di 16 anni, a volte mi dà fastidio e mi prende in giro.

Ora Dibou dorme tranquilla nell'angolo del cortile dove i padroni le hanno

permesso di mettere la sua stuoia.

Cosa sogni Dibou?

Sogno il mio villaggio e mia madre che canta. E sogno la mia scuola. Stavo

imparando a leggere ... ero più brava di mio fratello grande ... quando ho

dovuto andar via.

Non dimenticate Dibou

Dibou che vuole giocare

e sentir cantare sua madre

e andare a scuola.

Fate piano, non rubatele i sogni, stanotte.

Forse nei suoi sogni potrà tornare al suo villaggio e andare a scuola di

nuovo.

Andavi a scuola Dibou?

Ci andavo ogni mattina con i miei fratelli. Camminavamo un'ora. La

maestra era buona e la scuola mi piaceva. In classe eravamo in 50, solo

5 femmine. La maestra aveva cercato tante volte di convincere i

genitori a mandare a scuola le figlie, ma POCHI le badavano.

Poi ho smesso. Ci volevano soldi per pagare la divisa, l'iscrizione, i libri.

Siccome dovevo lavorare, mi hanno mandato qui a Dakar.

Invece i miei fratelli hanno continuato ad andare a scuola.

Com’è la tua giornata Dibou?

Faccio la domestica qui da quando avevo 9 anni. Adesso ne ho 12…

Mi alzo alle sei, vado a prendere l'acqua al pozzo, preparo la colazione

I diritti dell’infanzia

SOGNI DI BAMBINE E BAMBINI INVISIBILI

I sogni di Dibou

Testi elaborati per uno spettacolo dal CCR e dal Coro “Voci dei Bambini Invisibili” sulla base di racconti di bambini/e

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I sogni di IrinaIrina ha 11 anni e deve farcela.

Deve farcela perché l'ha promesso alla mamma. Qui a Bucarest, sono

tante le bambine come lei, lasciate dalla mamma che è andata a lavorare

lontano.

Da quanto tempo non vedi la mamma?

Da due anni. Quest'anno doveva venire per Natale ma ieri ci ha detto che

non può perché i soldi che ha messo da parte servono per curare la nonna

che deve fare i controlli e prendere molte medicine. Quando ce l'ha detto

Svetlana e io ci siamo messe a piangere, soprattutto Svetlana che è

piccola, ha solo 8 anni. Ma abbiamo cercato di fare in modo che la mamma

non se ne accorgesse.

Irina ha 11 anni e deve farcela.

Com'è la tua giornata, Irina?

Io e Svetlana andiamo a scuola nel settore 2 di Bucarest. Alla mattina mi

sveglio verso le 6 e aiuto la nonna a preparare il pacchetto per il pranzo per

mia sorella, per me e per Alexu e Claudiu i cuginetti che vivono con noi (un

pezzo di pane con formaggio oppure due frutti). Poi accompagno tutti a

scuola, a piedi per risparmiare i soldi dell'autobus. Tranne quando scende

molta neve, allora la nonna ci dà i soldi per l'autobus.

Com'è la tua classe Irina?

Siamo 35 bambini, il mio maestro ci insegna tanta matematica e

geometria, perché dice che nella vita è importante fare i conti, ma io

preferisco quando studiamo geografia. Sul muro c'è una grande carta

geografica dell'Europa, e a me piace molto guardare i fiumi e le

montagne, e guardo sempre l'Italia, mi piace cercare il paese dove vive

la mamma, chiudendo gli occhi mi sembra di esserle vicino.

Nel pomeriggio cosa fai, Irina?

Nel pomeriggio passo a prendere da scuola mia sorella e i miei cugini.

Aiuto la nonna a preparare la cena per tutti e a riordinare.

I compiti li faccio quasi sempre di sera prima di andare a letto. Mi piace

studiare, ma a volte mentre leggo i miei quaderni mi si chiudono gli

occhi e mi addormento seduta al tavolo della cucina.

Irina si è addormentata, finalmente.

Forse sogna la mamma.

Ma certo domani non sarà la mamma che verrà a svegliarla.

Irina ha 11 anni e deve farcela.

Deve farcela perché l'ha promesso alla mamma.

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I diritti dell’infanzia

ai signori e ai loro figli, poi accompagno a scuola il figlio più piccolo.

Pulisco la casa e vado al mercato a fare la spesa. Qui incontro quasi sempre le

mie amiche Marie e Jeanne. Preparo da mangiare, vado a prendere a scuola

il figlio dei signori, servo il pranzo. Quando ho finito mi danno il permesso di

mangiare. Poi lavo i piatti e pulisco la cucina, faccio il bucato, pulisco il cortile,

preparo la cena, servo la cena, lavo i piatti e pulisco la cucina.

Alla fine del mese, se non ho rotto o rovinato niente, ricevo 2000 cefa, ma

non sono mai riuscita a riceverli interamente.

Il lavoro è faticoso e i signori non sempre sono buoni con me. Una volta mi

hanno picchiato con una striscia di pelle.

Il figlio più grande, di 16 anni, a volte mi dà fastidio e mi prende in giro.

Ora Dibou dorme tranquilla nell'angolo del cortile dove i padroni le hanno

permesso di mettere la sua stuoia.

Cosa sogni Dibou?

Sogno il mio villaggio e mia madre che canta. E sogno la mia scuola. Stavo

imparando a leggere ... ero più brava di mio fratello grande ... quando ho

dovuto andar via.

Non dimenticate Dibou

Dibou che vuole giocare

e sentir cantare sua madre

e andare a scuola.

Fate piano, non rubatele i sogni, stanotte.

Forse nei suoi sogni potrà tornare al suo villaggio e andare a scuola di

nuovo.

Andavi a scuola Dibou?

Ci andavo ogni mattina con i miei fratelli. Camminavamo un'ora. La

maestra era buona e la scuola mi piaceva. In classe eravamo in 50, solo

5 femmine. La maestra aveva cercato tante volte di convincere i

genitori a mandare a scuola le figlie, ma POCHI le badavano.

Poi ho smesso. Ci volevano soldi per pagare la divisa, l'iscrizione, i libri.

Siccome dovevo lavorare, mi hanno mandato qui a Dakar.

Invece i miei fratelli hanno continuato ad andare a scuola.

Com’è la tua giornata Dibou?

Faccio la domestica qui da quando avevo 9 anni. Adesso ne ho 12…

Mi alzo alle sei, vado a prendere l'acqua al pozzo, preparo la colazione

I diritti dell’infanzia

SOGNI DI BAMBINE E BAMBINI INVISIBILI

I sogni di Dibou

Testi elaborati per uno spettacolo dal CCR e dal Coro “Voci dei Bambini Invisibili” sulla base di racconti di bambini/e

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I diritti dell’infanzia

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I sogni di Lucia, Alessia, MariaIo, quando sono nata, stavo nella mano di papà.

Tutte e tre abbiamo trascorso i nostri primi mesi in ospedale.

I nostri genitori per poterci accarezzare litigavano con la flebo.

Avete ancora bisogno degli ospedali?

Certo! I controlli sono sempre necessari. Visite, cure, fisioterapia...

Di sicuro non ci divertiamo quando dobbiamo usare un carrellino per

spostarci, o una sedia a rotelle.

Non ci piace quando gli altri ci guardano con commiserazione e ci fanno

sentire dei diversi.

Al contrario ci piace stare con gli amici che ci vogliono bene e ci fanno

divertire. È bellissimo avere amici!

Perché venite a cantare nel coro?

Ci piacerebbe fare tante cose, essere ballerine, essere delle sportive.

Ma se le gambe hanno problemi, la voce no. Può cantare e farlo anche

bene.

In questo coro non ci sono selezioni e nessuno ti guarda con occhi strani.

Ci abbracciano ogni volta che entriamo perché è importante esserci,

perché siamo grandi per quello che siamo.

Potevamo non esserci, la salute non è stata generosa con noi, e il nostro

corpo ci fa soffrire spesso.

Eppure possiamo gioire, essere felici, avere amici, vivere dell'affetto di tutti.

Siamo orgogliosi di voi, della vostra storia e del vostro coraggio.

I diritti dell’infanzia

12

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I diritti dell’infanzia

13

I sogni di Lucia, Alessia, MariaIo, quando sono nata, stavo nella mano di papà.

Tutte e tre abbiamo trascorso i nostri primi mesi in ospedale.

I nostri genitori per poterci accarezzare litigavano con la flebo.

Avete ancora bisogno degli ospedali?

Certo! I controlli sono sempre necessari. Visite, cure, fisioterapia...

Di sicuro non ci divertiamo quando dobbiamo usare un carrellino per

spostarci, o una sedia a rotelle.

Non ci piace quando gli altri ci guardano con commiserazione e ci fanno

sentire dei diversi.

Al contrario ci piace stare con gli amici che ci vogliono bene e ci fanno

divertire. È bellissimo avere amici!

Perché venite a cantare nel coro?

Ci piacerebbe fare tante cose, essere ballerine, essere delle sportive.

Ma se le gambe hanno problemi, la voce no. Può cantare e farlo anche

bene.

In questo coro non ci sono selezioni e nessuno ti guarda con occhi strani.

Ci abbracciano ogni volta che entriamo perché è importante esserci,

perché siamo grandi per quello che siamo.

Potevamo non esserci, la salute non è stata generosa con noi, e il nostro

corpo ci fa soffrire spesso.

Eppure possiamo gioire, essere felici, avere amici, vivere dell'affetto di tutti.

Siamo orgogliosi di voi, della vostra storia e del vostro coraggio.

I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

17

hanno sempre il sorriso, secondo me perché sono felici di riuscire ad

aiutare.

­Incontrare questi bambini lavoratori ci fa capire che è giusto che anche

noi cerchiamo di aiutare chi è in difficoltà.

Siete d'accordo con l'idea che non possiamo fare niente per aiutare chi

vive in situazioni lontane e diverse?

­Noi stiamo facendo qualcosa: stiamo organizzando il Social Day e in

questa occasione il nostro lavoro servirà per aiutare.

E vi sembra una cosa giusta?

­Sì, noi possiamo andare a scuola, non dobbiamo fare lavori pesanti, è

giusto che ci occupiamo di chi vive in difficoltà perché abbiamo tutti gli

stessi diritti. Vicino o lontano è lo stesso.

Perché, secondo voi, solo poche persone sono venute ad ascoltare

Purina e Angeles dei NATs, ragazze lavoratrici del Paraguay?

­Forse perché in molti hanno pensato che a loro non interessa

sapere come vivono in altri Paesi del mondo e che difficoltà hanno i

bambini in altre parti del mondo.

­Forse hanno pensato che già dobbiamo occuparci dei problemi di

qui e che noi non c'entriamo con i problemi che ci sono in altre parti

del mondo. Forse, solo molte persone non ci vogliono pensare, non

gli interessa pensare.

­O forse pensano: “Tanto noi non ci possiamo fare niente per loro”.

Oppure pensano: “Ognuno deve risolvere i suoi problemi, quelli

del Paraguay devono risolvere i loro problemi”

Voi cosa ne pensate?

­Penso che queste esperienze servono per conoscere altre usanze,

per conoscere il mondo.

­Mi ha colpito vedere che, anche se lavorare può essere stancante,

Purina e Angeles lo fanno sempre con impegno e voglia di fare,

I diritti dell’infanzia

CHIEDIAMOCI PERCHÉDiscussione nel corso dell'incontro del CCR del 31 marzo 2014

16

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I diritti dell’infanzia

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hanno sempre il sorriso, secondo me perché sono felici di riuscire ad

aiutare.

­Incontrare questi bambini lavoratori ci fa capire che è giusto che anche

noi cerchiamo di aiutare chi è in difficoltà.

Siete d'accordo con l'idea che non possiamo fare niente per aiutare chi

vive in situazioni lontane e diverse?

­Noi stiamo facendo qualcosa: stiamo organizzando il Social Day e in

questa occasione il nostro lavoro servirà per aiutare.

E vi sembra una cosa giusta?

­Sì, noi possiamo andare a scuola, non dobbiamo fare lavori pesanti, è

giusto che ci occupiamo di chi vive in difficoltà perché abbiamo tutti gli

stessi diritti. Vicino o lontano è lo stesso.

Perché, secondo voi, solo poche persone sono venute ad ascoltare

Purina e Angeles dei NATs, ragazze lavoratrici del Paraguay?

­Forse perché in molti hanno pensato che a loro non interessa

sapere come vivono in altri Paesi del mondo e che difficoltà hanno i

bambini in altre parti del mondo.

­Forse hanno pensato che già dobbiamo occuparci dei problemi di

qui e che noi non c'entriamo con i problemi che ci sono in altre parti

del mondo. Forse, solo molte persone non ci vogliono pensare, non

gli interessa pensare.

­O forse pensano: “Tanto noi non ci possiamo fare niente per loro”.

Oppure pensano: “Ognuno deve risolvere i suoi problemi, quelli

del Paraguay devono risolvere i loro problemi”

Voi cosa ne pensate?

­Penso che queste esperienze servono per conoscere altre usanze,

per conoscere il mondo.

­Mi ha colpito vedere che, anche se lavorare può essere stancante,

Purina e Angeles lo fanno sempre con impegno e voglia di fare,

I diritti dell’infanzia

CHIEDIAMOCI PERCHÉDiscussione nel corso dell'incontro del CCR del 31 marzo 2014

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I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

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I diritti dell’infanzia

18

Page 26: Ccr libro completo web

Adulti capaci di ascoltare

Adulti capaci di ascoltare

Tener conto dei diritti dei bambini e delle bambine implica, per gli

adulti, la capacità di ascoltare.

La Convenzione ci dice che i bambini e le bambine vanno ascoltati ogni

volta che si deve prendere una decisione che li/le riguarda e che il loro

parere va tenuto in considerazione.(art. 12)

Ma anche in famiglia, anche a scuola, lamentano i nostri ragazzi e

ragazze, l'ascolto degli adulti, troppo spesso, manca.

Eppure essere ascoltati è la condizione necessaria per sentire di esistere

e per crescere in fiducia.

Ascoltare i bambini e le bambine è inoltre un'opportunità preziosa, per

gli adulti, di costruirsi una visione del mondo più completa e più vera, di

ricevere stimoli importanti e condividere pensieri nuovi e positivi.

Ascoltare i bambini e le bambine deve essere anche un impegno delle

Istituzioni, chiamate, a partire dall'ascolto dei bisogni dei cittadini/e più

giovani, a modificare la realtà delle nostre città e dei nostri Paesi per

renderla migliore.

I bambini e le bambine che vengono ascoltati e del cui parere si tiene

conto diventeranno cittadini e cittadine migliori.

Il CCR cerca di rendere gli adulti più attenti alle voci dei bambini e

delle bambine. I consiglieri sono i portavoce dei loro compagni e

compagne di scuola e cercano di interloquire sia con i loro coetanei

che con gli adulti: insegnanti, esperti, amministratori, rappresentanti

di associazioni, testimoni che raccontano esperienze significative,

cittadini, …

I consiglieri del CCR hanno portato la loro voce, a volte, insieme con

gli adulti, in incontri pubblici e convegni. Per loro poter parlare con gli

adulti ed essere ascoltati è fondamentale.

Il Coro del CCR “Voci dei bambini invisibili” parla, invece, in un modo

particolare: parla con le sue canzoni che, negli spettacoli organizzati

assieme al CCR, fanno risuonare parole di speranza in un mondo

diverso, più giusto e più bello.

Per fare delle buone cose bisogna capire e ascoltare i bisogni. È

un'arte complessa e difficile perché spesso le voci di coloro che

hanno più cose da dire sono deboli e discrete.Renzo Piano

2120

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Adulti capaci di ascoltare

Adulti capaci di ascoltare

Tener conto dei diritti dei bambini e delle bambine implica, per gli

adulti, la capacità di ascoltare.

La Convenzione ci dice che i bambini e le bambine vanno ascoltati ogni

volta che si deve prendere una decisione che li/le riguarda e che il loro

parere va tenuto in considerazione.(art. 12)

Ma anche in famiglia, anche a scuola, lamentano i nostri ragazzi e

ragazze, l'ascolto degli adulti, troppo spesso, manca.

Eppure essere ascoltati è la condizione necessaria per sentire di esistere

e per crescere in fiducia.

Ascoltare i bambini e le bambine è inoltre un'opportunità preziosa, per

gli adulti, di costruirsi una visione del mondo più completa e più vera, di

ricevere stimoli importanti e condividere pensieri nuovi e positivi.

Ascoltare i bambini e le bambine deve essere anche un impegno delle

Istituzioni, chiamate, a partire dall'ascolto dei bisogni dei cittadini/e più

giovani, a modificare la realtà delle nostre città e dei nostri Paesi per

renderla migliore.

I bambini e le bambine che vengono ascoltati e del cui parere si tiene

conto diventeranno cittadini e cittadine migliori.

Il CCR cerca di rendere gli adulti più attenti alle voci dei bambini e

delle bambine. I consiglieri sono i portavoce dei loro compagni e

compagne di scuola e cercano di interloquire sia con i loro coetanei

che con gli adulti: insegnanti, esperti, amministratori, rappresentanti

di associazioni, testimoni che raccontano esperienze significative,

cittadini, …

I consiglieri del CCR hanno portato la loro voce, a volte, insieme con

gli adulti, in incontri pubblici e convegni. Per loro poter parlare con gli

adulti ed essere ascoltati è fondamentale.

Il Coro del CCR “Voci dei bambini invisibili” parla, invece, in un modo

particolare: parla con le sue canzoni che, negli spettacoli organizzati

assieme al CCR, fanno risuonare parole di speranza in un mondo

diverso, più giusto e più bello.

Per fare delle buone cose bisogna capire e ascoltare i bisogni. È

un'arte complessa e difficile perché spesso le voci di coloro che

hanno più cose da dire sono deboli e discrete.Renzo Piano

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Adulti capaci di ascoltare

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Pensieri raccolti dal CCR

Adulti capaci di ascoltare

Vorrei essere ascoltato dall'adulto quando devo raccontargli quello che

mi succede e quello che penso, ma anche quando chiedo aiuto perché

sto male e ho qualche problema.

Vorrei essere ascoltata quando cerco di esporre quello che vedo di

sbagliato o di giusto.

Vi chiediamo di cercare di mettervi al nostro livello, di mettervi alla pari,

di cercare di diventare nostri amici quando parlate con noi e cercate di

aiutarci. Vi chiediamo di ascoltarci.

Poi vi chiediamo di dirci la verità, di informarci sempre sulle decisioni

che prendete su di noi e su cosa avete in mente per il nostro futuro. È

giusto che ci diciate sia le cose positive che le cose negative.

Se ci sono cose che un bambino non riesce a capire, vi chiediamo di

fermarvi e di spiegarle bene finché il bambino capisce.

Quando il CCR partecipa al Consiglio Comunale vorremmo che gli

amministratori ci ascoltassero e ci rispondessero sulle cose che

diciamo, che non si limitassero a farci i complimenti e le

raccomandazioni e a dirci che le nostre idee sono interessanti e che noi

siamo importanti. Vorremmo che ci prendessero sul serio.

Vorrei essere ascoltato da un adulto quando si devono fare scelte che

possono aiutare noi, gli adulti e tutti quelli che ci circondano a

migliorare quello che è possibile.

Vorrei che un adulto mi ascoltasse quando ho un problema che voglio

risolvere, oppure quando mi devo sfogare.

Dico il mio parere sui diritti dei bambini: quando c'è un bambino che

alza la mano per parlare è sempre meglio ascoltarlo perché potrebbe

dire una cosa importante!

Vorrei essere ascoltato dall'adulto quando ho veramente bisogno di un

aiuto vero per calmare o risolvere una situazione difficile, senza troppi

giri di parole come spesso capita quando dicono di avere qualcosa di

più importante da fare.

Vorrei essere ascoltato dagli adulti quando mi incolpano di qualcosa

che non ho fatto e non mi lasciano spiegare.

Vorrei essere ascoltata quando penso di avere una buona idea, cerco di

dirla a un adulto ma lui preferisce pensarci da solo.

Vorrei essere ascoltata ... Vorrei essere ascoltato ...

22

Page 29: Ccr libro completo web

Adulti capaci di ascoltare

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Pensieri raccolti dal CCR

Adulti capaci di ascoltare

Vorrei essere ascoltato dall'adulto quando devo raccontargli quello che

mi succede e quello che penso, ma anche quando chiedo aiuto perché

sto male e ho qualche problema.

Vorrei essere ascoltata quando cerco di esporre quello che vedo di

sbagliato o di giusto.

Vi chiediamo di cercare di mettervi al nostro livello, di mettervi alla pari,

di cercare di diventare nostri amici quando parlate con noi e cercate di

aiutarci. Vi chiediamo di ascoltarci.

Poi vi chiediamo di dirci la verità, di informarci sempre sulle decisioni

che prendete su di noi e su cosa avete in mente per il nostro futuro. È

giusto che ci diciate sia le cose positive che le cose negative.

Se ci sono cose che un bambino non riesce a capire, vi chiediamo di

fermarvi e di spiegarle bene finché il bambino capisce.

Quando il CCR partecipa al Consiglio Comunale vorremmo che gli

amministratori ci ascoltassero e ci rispondessero sulle cose che

diciamo, che non si limitassero a farci i complimenti e le

raccomandazioni e a dirci che le nostre idee sono interessanti e che noi

siamo importanti. Vorremmo che ci prendessero sul serio.

Vorrei essere ascoltato da un adulto quando si devono fare scelte che

possono aiutare noi, gli adulti e tutti quelli che ci circondano a

migliorare quello che è possibile.

Vorrei che un adulto mi ascoltasse quando ho un problema che voglio

risolvere, oppure quando mi devo sfogare.

Dico il mio parere sui diritti dei bambini: quando c'è un bambino che

alza la mano per parlare è sempre meglio ascoltarlo perché potrebbe

dire una cosa importante!

Vorrei essere ascoltato dall'adulto quando ho veramente bisogno di un

aiuto vero per calmare o risolvere una situazione difficile, senza troppi

giri di parole come spesso capita quando dicono di avere qualcosa di

più importante da fare.

Vorrei essere ascoltato dagli adulti quando mi incolpano di qualcosa

che non ho fatto e non mi lasciano spiegare.

Vorrei essere ascoltata quando penso di avere una buona idea, cerco di

dirla a un adulto ma lui preferisce pensarci da solo.

Vorrei essere ascoltata ... Vorrei essere ascoltato ...

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Page 30: Ccr libro completo web

di un non-pensiero?

Quanti di noi pensano che un corpo brutto, poco accogliente, deforme,

sia capace di comunicare?

Maria, con la sua vita fatta di piccoli gesti, a volte ripetitivi, di poche

parole, a volte confuse, di capricci, di lotte, di sguardi spesso assenti, mi

ha aperto un mondo fantastico dentro al quale ho scoperto quanta

sofferenza c'è per non riuscire a “dire” ciò che di più profondo un essere

umano ha dentro di sé.

Maria che mi ha fatto “capire” che ci sono tanti modi di comunicare.

Maria che mi ha accolta con tanta generosità nel suo mondo.

Maria che mi ha fatto scoprire la grande ricchezza del suo pensiero.

Maria che devo ringraziare per avermi aiutata ad imparare ad ascoltare

anche chi non ha voce!

Sono Anna, la mamma di Maria, una ragazza che canta nel coro “Voci

dei bambini Invisibili”.

Il mio scritto riflette il desiderio di dar voce a tutti coloro che hanno

qualcosa da dire, anche da insegnare, e non sono capaci di farlo.

Mi chiedo chi dia voce ai piccoli, a coloro che non possono gridare il loro

dolore per le ingiustizie subite.

Mi chiedo chi provi ad ascoltare, anche se è difficile, il lamento di coloro

che, soffocati dall'indifferenza , non sanno reagire.

Mi chiedo se sappiamo tutti ascoltare le “voci diverse” di coloro che,

bambini o grandi, non sanno parlare con le parole che noi sappiamo

capire.

Sono una mamma che ha ricevuto un grande dono e l'opportunità di

imparare ad ascoltare queste “voci diverse”.

Sono la mamma di Maria, che, come una perla preziosa nascosta nel

fango, mi ha aiutata a mettermi sempre dalla parte dell'altro, a volte

molto diverso da me, e a comprenderlo, qualsiasi lingua parli!

Essere ascoltati è un diritto dell'infanzia:

Quanti di noi pensano che le persone diversamente abili non abbiano

niente da dire?

Quanti di noi credono che l'assenza del linguaggio parlato sia il riflesso

Ascoltare Maria

Anna, mamma di Maria

Adulti capaci di ascoltare

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Adulti capaci di ascoltare

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Adulti capaci di ascoltareAdulti capaci di ascoltare

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di un non-pensiero?

Quanti di noi pensano che un corpo brutto, poco accogliente, deforme,

sia capace di comunicare?

Maria, con la sua vita fatta di piccoli gesti, a volte ripetitivi, di poche

parole, a volte confuse, di capricci, di lotte, di sguardi spesso assenti, mi

ha aperto un mondo fantastico dentro al quale ho scoperto quanta

sofferenza c'è per non riuscire a “dire” ciò che di più profondo un essere

umano ha dentro di sé.

Maria che mi ha fatto “capire” che ci sono tanti modi di comunicare.

Maria che mi ha accolta con tanta generosità nel suo mondo.

Maria che mi ha fatto scoprire la grande ricchezza del suo pensiero.

Maria che devo ringraziare per avermi aiutata ad imparare ad ascoltare

anche chi non ha voce!

Sono Anna, la mamma di Maria, una ragazza che canta nel coro “Voci

dei bambini Invisibili”.

Il mio scritto riflette il desiderio di dar voce a tutti coloro che hanno

qualcosa da dire, anche da insegnare, e non sono capaci di farlo.

Mi chiedo chi dia voce ai piccoli, a coloro che non possono gridare il loro

dolore per le ingiustizie subite.

Mi chiedo chi provi ad ascoltare, anche se è difficile, il lamento di coloro

che, soffocati dall'indifferenza , non sanno reagire.

Mi chiedo se sappiamo tutti ascoltare le “voci diverse” di coloro che,

bambini o grandi, non sanno parlare con le parole che noi sappiamo

capire.

Sono una mamma che ha ricevuto un grande dono e l'opportunità di

imparare ad ascoltare queste “voci diverse”.

Sono la mamma di Maria, che, come una perla preziosa nascosta nel

fango, mi ha aiutata a mettermi sempre dalla parte dell'altro, a volte

molto diverso da me, e a comprenderlo, qualsiasi lingua parli!

Essere ascoltati è un diritto dell'infanzia:

Quanti di noi pensano che le persone diversamente abili non abbiano

niente da dire?

Quanti di noi credono che l'assenza del linguaggio parlato sia il riflesso

Ascoltare Maria

Anna, mamma di Maria

Adulti capaci di ascoltare

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Adulti capaci di ascoltare

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Adulti capaci di ascoltareAdulti capaci di ascoltare

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Adulti capaci di ascoltare

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Adulti capaci di ascoltare

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Adulti capaci di ascoltare

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Adulti capaci di ascoltare

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delle ragazze e dei ragazzi

Il consiglio comunale

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

La Convenzione sui diritti dell'infanzia ha contribuito a promuovere

una cultura più attenta ai bisogni dei bambini/e e dei ragazzi/e e al

loro diritto di esprimere opinioni e di essere ascoltati.

Anche su temi importanti, come l'assetto delle città, i pensieri e le

proposte dei bambini hanno cominciato a venir presi in

considerazione.

Perciò, dagli anni '90 in poi, in molte città di molti Paesi del mondo

sono stati istituiti i Consigli Comunali delle Ragazze e dei Ragazzi.

Il loro scopo è dar voce ai ragazzi/e che, attraverso i loro

rappresentanti, possono collaborare con gli amministratori per

progettare una città più adatta ai cittadini più giovani.

Si è visto, nel tempo, che una città adatta ai bambini è una città

migliore e più adatta, anche, ad offrire una vita di qualità a tutti i

cittadini, a partire dai più “deboli”: anziani, disabili, persone che

possono spostarsi solamente a piedi o in bicicletta, …

Il punto di vista delle ragazze e dei ragazzi può essere di grande

utilità agli Amministratori.

I Consigli Comunali delle Ragazze e dei Ragazzi sono un'importante

esperienza di democrazia. Danno la possibilità ai giovanissimi di far

sentire la loro voce, tramite i loro rappresentanti, quando si

prendono decisioni che li riguardano e agli eletti di prendersi la

responsabilità della rappresentanza e del dialogo con i coetanei e

con le Istituzioni.

I ragazzi e le ragazze di un territorio diventano così cittadini/e attivi,

abituandosi a superare atteggiamenti da “sudditi”: di sterile

protesta, di rassegnazione passiva, di delega.

Imparano a confrontarsi, ad essere propositivi, a dialogare, a

chiedere il rispetto dei loro diritti.

Imparano ad ascoltare e ad ascoltarsi, a passare dall'”io” al “noi”, a

tener conto dei bisogni e dei diritti di tutti i ragazzi e le ragazze della

città.

Imparano, infine, a passare dai “sogni” ai “progetti”, cioè a misurarsi

con le difficoltà, con i limiti della realtà, con la necessità di accordarsi,

di condividere, di mediare, di tener conto delle situazioni concrete,

delle risorse e dei limiti.

Il CCR è una specie di WWF. Come il WWF cerca di proteggere

l'ambiente, così il CCR cerca di proteggere il pensiero dei

bambini.Un bambino della scuola Olme

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delle ragazze e dei ragazzi

Il consiglio comunale

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

La Convenzione sui diritti dell'infanzia ha contribuito a promuovere

una cultura più attenta ai bisogni dei bambini/e e dei ragazzi/e e al

loro diritto di esprimere opinioni e di essere ascoltati.

Anche su temi importanti, come l'assetto delle città, i pensieri e le

proposte dei bambini hanno cominciato a venir presi in

considerazione.

Perciò, dagli anni '90 in poi, in molte città di molti Paesi del mondo

sono stati istituiti i Consigli Comunali delle Ragazze e dei Ragazzi.

Il loro scopo è dar voce ai ragazzi/e che, attraverso i loro

rappresentanti, possono collaborare con gli amministratori per

progettare una città più adatta ai cittadini più giovani.

Si è visto, nel tempo, che una città adatta ai bambini è una città

migliore e più adatta, anche, ad offrire una vita di qualità a tutti i

cittadini, a partire dai più “deboli”: anziani, disabili, persone che

possono spostarsi solamente a piedi o in bicicletta, …

Il punto di vista delle ragazze e dei ragazzi può essere di grande

utilità agli Amministratori.

I Consigli Comunali delle Ragazze e dei Ragazzi sono un'importante

esperienza di democrazia. Danno la possibilità ai giovanissimi di far

sentire la loro voce, tramite i loro rappresentanti, quando si

prendono decisioni che li riguardano e agli eletti di prendersi la

responsabilità della rappresentanza e del dialogo con i coetanei e

con le Istituzioni.

I ragazzi e le ragazze di un territorio diventano così cittadini/e attivi,

abituandosi a superare atteggiamenti da “sudditi”: di sterile

protesta, di rassegnazione passiva, di delega.

Imparano a confrontarsi, ad essere propositivi, a dialogare, a

chiedere il rispetto dei loro diritti.

Imparano ad ascoltare e ad ascoltarsi, a passare dall'”io” al “noi”, a

tener conto dei bisogni e dei diritti di tutti i ragazzi e le ragazze della

città.

Imparano, infine, a passare dai “sogni” ai “progetti”, cioè a misurarsi

con le difficoltà, con i limiti della realtà, con la necessità di accordarsi,

di condividere, di mediare, di tener conto delle situazioni concrete,

delle risorse e dei limiti.

Il CCR è una specie di WWF. Come il WWF cerca di proteggere

l'ambiente, così il CCR cerca di proteggere il pensiero dei

bambini.Un bambino della scuola Olme

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Adulti capaci di ascoltareIl consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Adulti capaci di ascoltareIl consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Page 38: Ccr libro completo web

genitori per ricordare loro dove devono venire a prenderci.

Manca un tempo organizzato nelle scuole in cui i consiglieri possano

parlare con i loro compagni e fare il punto sulle proposte del CCR aiutati

dalle insegnanti.

Riuscite a trovare una parola che sintetizzi il vostro lavoro nel CCR?

La parola è AIUTO perché in ogni nostro progetto c'è l'aiuto.

Nel progetto “Educazione degli automobilisti” c'è l'idea di aiutare gli

automobilisti ad essere più rispettosi dei pedoni e dei ciclisti e in questo

modo aiutare tutti.

Nel progetto della “Casa dei bambini” c'è l'idea di progettare un luogo

che aiuti i ragazzi e le ragazze a incontrarsi e a stare meglio.

La “Marcia per i diritti” aiuta i cittadini di Mogliano a considerare che i

diritti dei bambini sono importanti e che dobbiamo fare tutti qualcosa

perché siano rispettati.

Quali sono i momenti più difficili per un consigliere?

Quando c'è un incontro importante e hai paura di non essere all'altezza,

allora ti chiedi: vado io o faccio andare qualcun altro che mi sembra più

adatto per quel genere di cose? oppure quando vai in una scuola e hai

paura che ti facciano una domanda a cui non sai rispondere.

È difficile quando stai giocando o facendo qualcosa che ti piace, vorresti

continuare, ma pensi: mi sono candidato sapendo l'impegno e devo

andare all'incontro del CCR.

Ci sono state delle delusioni nel vostro lavoro?

Quando abbiamo visto che non potevamo più utilizzare la Casa dei

Bambini, allora abbiamo dovuto fare le riunioni ogni volta in un luogo

diverso.

Un'altra volta sono state rinviate le elezioni e non sapevamo perché.

Poi una volta, a un incontro, alcuni adulti che avevamo invitato per darci

delle informazioni si sono messi a litigare tra di loro.

Se poteste migliorare il CCR cosa cambiereste?

Bisognerebbe migliorare la comunicazione tra i consiglieri e le classi e

tra i coordinatori e i consiglieri.

Inoltre fare in modo che ci sia più consapevolezza da parte dei cittadini

dell’importanza del CCR.

Poi dovremmo trovare il modo di essere ascoltati quando facciamo

delle proposte che dovrebbero coinvolgere la città di Mogliano per

migliorarla.

Che cosa manca, soprattutto, al CCR?

Manca una sede dove possiamo sentirci a nostro agio e lavorare in

33

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

Cosa vi piacerebbe fare in futuro?

Migliorare la sicurezza sulle strade, perché le strade sono sempre più

pericolose a causa del traffico e spesso non possiamo spostarci da soli a

piedi o in bicicletta; migliorare e aumentare gli spazi verdi della città e gli

spazi per giocare; modificare il più possibile i luoghi pubblici dove ci

sono scale e gradini per permettere l'accesso anche ai bambini/e in

sedia a rotelle; incontrare bambini/e che vivono in luoghi lontani e

fanno esperienze diverse dalle nostre.

Vi è capitato spesso di trattare con gli adulti. Come è stato?

Di solito piacevole e interessante: ad esempio, quando è venuta Silvia a

parlarci dell'AMIB, l'associazione che aiuta i bambini brasiliani in

difficoltà, ci è piaciuta la sua disponibilità e abbiamo apprezzato gli

insegnamenti che ci ha dato.

Siamo stati soddisfatti quando è venuta per la prima volta Mara e ci ha

detto che avrebbe lavorato con noi (uno/a in più non fa mai male)

Quando viene agli incontri Lisa, la ricercatrice dell'Università, e scrive di

noi (scrive moltissimo, prende molti appunti) ci sentiamo importanti e

osservati con interesse.

Secondo voi il CCR è importante? Se sì, perché?

È importante perché è formato da bambini/e e ragazzi/e che si

occupano di problemi che sono di tutti.

Inoltre dà nuove idee e aiuta il Consiglio Comunale con progetti utili a

tutti i cittadini.

Si occupa anche dei problemi del mondo, come, ad esempio, con le

adozioni a distanza, con gli incontri con i NATS, con il Social day.

Come è composto il CCR?

È composto di una trentina di ragazzi/e di età dai 9 ai 13 anni (quarta e

quinta primaria, prima e seconda secondaria) eletti nelle scuole della

città.

Le elezioni si svolgono ogni anno in novembre, nelle scuole.

Cosa fate di solito?

Facciamo degli incontri ogni quindici giorni, di pomeriggio dopo la

scuola, in cui ci occupiamo dei problemi di Mogliano, la nostra città,

facciamo dei progetti per renderla migliore, più adatta ai ragazzi/e e più

solidale. Ci occupiamo anche dei diritti dei bambini/e, di farli conoscere

e farli rispettare.

Ad ogni incontro su un foglio c'è scritto l'ordine del giorno.

Quali sono le cose più importanti che avete fatto finora?

Varie adozioni a distanza, le marce per i diritti dei bambini, le raccolte

alimentari; i Social day con i NATS, le campagne per l'educazione degli

automobilisti; i progetti di piedibus e di “autoinsieme”; la

progettazione del Parco del Sole e della Casa dei Bambini che poi è stata

chiusa; gli incontri con il Consiglio Comunale, perchè ci hanno dato la

possibilità di far notare agli amministratori di Mogliano i problemi della

città dal nostro punto di vista.

CHI SIAMO E COSA FACCIAMOINTERVISTA AL CCR

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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genitori per ricordare loro dove devono venire a prenderci.

Manca un tempo organizzato nelle scuole in cui i consiglieri possano

parlare con i loro compagni e fare il punto sulle proposte del CCR aiutati

dalle insegnanti.

Riuscite a trovare una parola che sintetizzi il vostro lavoro nel CCR?

La parola è AIUTO perché in ogni nostro progetto c'è l'aiuto.

Nel progetto “Educazione degli automobilisti” c'è l'idea di aiutare gli

automobilisti ad essere più rispettosi dei pedoni e dei ciclisti e in questo

modo aiutare tutti.

Nel progetto della “Casa dei bambini” c'è l'idea di progettare un luogo

che aiuti i ragazzi e le ragazze a incontrarsi e a stare meglio.

La “Marcia per i diritti” aiuta i cittadini di Mogliano a considerare che i

diritti dei bambini sono importanti e che dobbiamo fare tutti qualcosa

perché siano rispettati.

Quali sono i momenti più difficili per un consigliere?

Quando c'è un incontro importante e hai paura di non essere all'altezza,

allora ti chiedi: vado io o faccio andare qualcun altro che mi sembra più

adatto per quel genere di cose? oppure quando vai in una scuola e hai

paura che ti facciano una domanda a cui non sai rispondere.

È difficile quando stai giocando o facendo qualcosa che ti piace, vorresti

continuare, ma pensi: mi sono candidato sapendo l'impegno e devo

andare all'incontro del CCR.

Ci sono state delle delusioni nel vostro lavoro?

Quando abbiamo visto che non potevamo più utilizzare la Casa dei

Bambini, allora abbiamo dovuto fare le riunioni ogni volta in un luogo

diverso.

Un'altra volta sono state rinviate le elezioni e non sapevamo perché.

Poi una volta, a un incontro, alcuni adulti che avevamo invitato per darci

delle informazioni si sono messi a litigare tra di loro.

Se poteste migliorare il CCR cosa cambiereste?

Bisognerebbe migliorare la comunicazione tra i consiglieri e le classi e

tra i coordinatori e i consiglieri.

Inoltre fare in modo che ci sia più consapevolezza da parte dei cittadini

dell’importanza del CCR.

Poi dovremmo trovare il modo di essere ascoltati quando facciamo

delle proposte che dovrebbero coinvolgere la città di Mogliano per

migliorarla.

Che cosa manca, soprattutto, al CCR?

Manca una sede dove possiamo sentirci a nostro agio e lavorare in

33

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

Cosa vi piacerebbe fare in futuro?

Migliorare la sicurezza sulle strade, perché le strade sono sempre più

pericolose a causa del traffico e spesso non possiamo spostarci da soli a

piedi o in bicicletta; migliorare e aumentare gli spazi verdi della città e gli

spazi per giocare; modificare il più possibile i luoghi pubblici dove ci

sono scale e gradini per permettere l'accesso anche ai bambini/e in

sedia a rotelle; incontrare bambini/e che vivono in luoghi lontani e

fanno esperienze diverse dalle nostre.

Vi è capitato spesso di trattare con gli adulti. Come è stato?

Di solito piacevole e interessante: ad esempio, quando è venuta Silvia a

parlarci dell'AMIB, l'associazione che aiuta i bambini brasiliani in

difficoltà, ci è piaciuta la sua disponibilità e abbiamo apprezzato gli

insegnamenti che ci ha dato.

Siamo stati soddisfatti quando è venuta per la prima volta Mara e ci ha

detto che avrebbe lavorato con noi (uno/a in più non fa mai male)

Quando viene agli incontri Lisa, la ricercatrice dell'Università, e scrive di

noi (scrive moltissimo, prende molti appunti) ci sentiamo importanti e

osservati con interesse.

Secondo voi il CCR è importante? Se sì, perché?

È importante perché è formato da bambini/e e ragazzi/e che si

occupano di problemi che sono di tutti.

Inoltre dà nuove idee e aiuta il Consiglio Comunale con progetti utili a

tutti i cittadini.

Si occupa anche dei problemi del mondo, come, ad esempio, con le

adozioni a distanza, con gli incontri con i NATS, con il Social day.

Come è composto il CCR?

È composto di una trentina di ragazzi/e di età dai 9 ai 13 anni (quarta e

quinta primaria, prima e seconda secondaria) eletti nelle scuole della

città.

Le elezioni si svolgono ogni anno in novembre, nelle scuole.

Cosa fate di solito?

Facciamo degli incontri ogni quindici giorni, di pomeriggio dopo la

scuola, in cui ci occupiamo dei problemi di Mogliano, la nostra città,

facciamo dei progetti per renderla migliore, più adatta ai ragazzi/e e più

solidale. Ci occupiamo anche dei diritti dei bambini/e, di farli conoscere

e farli rispettare.

Ad ogni incontro su un foglio c'è scritto l'ordine del giorno.

Quali sono le cose più importanti che avete fatto finora?

Varie adozioni a distanza, le marce per i diritti dei bambini, le raccolte

alimentari; i Social day con i NATS, le campagne per l'educazione degli

automobilisti; i progetti di piedibus e di “autoinsieme”; la

progettazione del Parco del Sole e della Casa dei Bambini che poi è stata

chiusa; gli incontri con il Consiglio Comunale, perchè ci hanno dato la

possibilità di far notare agli amministratori di Mogliano i problemi della

città dal nostro punto di vista.

CHI SIAMO E COSA FACCIAMOINTERVISTA AL CCR

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazziIl consiglio comunale delle ragazze e dei ragazziIl consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazziIl consiglio comunale delle ragazze e dei ragazziIl consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazziIl consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

37

Una parola che sembrava bruttissima. Consisteva nel sedersi tutti intorno ad

un tavolo con un'idea e dire tutto quello che ci veniva in mente su quell'idea.

Mi sembrava la cosa più caotica del mondo e solo quando sono cresciuto ho

capito quanto fosse importante condividere i propri pensieri con gli altri,

creare una galassia di pensieri e di spunti da cui trarre un progetto, una

proposta.

Quando ero consigliere ebbi, per la prima volta, credo, la consapevolezza di

aver fatto qualcosa di importante per me e per i miei amici, quando

progettammo il Parco del Sole. Ogni volta che ci vado, c'è una targhetta che

me lo ricorda.

Quando ero consigliere, capii per la prima volta l'importanza di sostenere le

proprie idee, capii l'importanza del coraggio e l'orgoglio della

rappresentanza.

Capii che, anche se i consiglieri della giunta avevano tre o quattro volte la mia

età, alle loro orecchie la mia voce arrivava con grande forza.

Capii che i sogni non si possono realizzare, ma che tutto parte da un sogno.

Ma più di tutto, capii che la politica non è per forza una cosa brutta e sporca,

non è solo una cosa da adulti che cercano solo i soldi.

La politica è condividere e partecipare. Credere in un progetto e battersi per

realizzarlo. Scoprire cha anche altri la pensano come te ed arricchire il tuo

pensiero con il loro.

La politica è stare bene insieme.

Grazie al CCR per avermelo insegnato.

Sono Giacomo, un ex consigliere del CCR

In principio, quando ho iniziato a partecipare agli incontri del Consiglio

Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi c'era lo stupore, perché non avrei mai

creduto che sarei stato eletto consigliere.

Si trattava allora di un progetto appena nato, nuovo e fresco come l'aria del

mattino.

Poi ci fu l'orgoglio, quando finalmente capii che i miei compagni ed amici

avevano scelto me come rappresentante delle quinte elementari della

scuola Dante Alighieri.

Quando mia mamma mi fece notare che avrei dovuto sostenere le idee e gli

sguardi davanti al Consiglio Comunale come avrebbe fatto un vero politico,

allora ci fu la paura, perché parlare in pubblico non è facile.

C'era la curiosità, soprattutto dei miei amici quando mi chiedevano cosa

combinassi in Municipio.

C'era la confusione quando in classe parlavo con i miei compagni delle idee e

dei suggerimenti che avrei dovuto portare in consiglio. Chiaramente c'erano

ragazzi che chiedevano cose impossibili da realizzare, ma la mia sfida, la

nostra sfida di consiglieri del CCR era far sì che dove finivano i progetti degli

adulti iniziassero i sogni dei bambini.

Quando ero consigliere sentii per la prima volta parlare di Brain Storming,

“tempesta di cervelli”.

TUTTO PARTE DA UN SOGNO

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazziIl consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Una parola che sembrava bruttissima. Consisteva nel sedersi tutti intorno ad

un tavolo con un'idea e dire tutto quello che ci veniva in mente su quell'idea.

Mi sembrava la cosa più caotica del mondo e solo quando sono cresciuto ho

capito quanto fosse importante condividere i propri pensieri con gli altri,

creare una galassia di pensieri e di spunti da cui trarre un progetto, una

proposta.

Quando ero consigliere ebbi, per la prima volta, credo, la consapevolezza di

aver fatto qualcosa di importante per me e per i miei amici, quando

progettammo il Parco del Sole. Ogni volta che ci vado, c'è una targhetta che

me lo ricorda.

Quando ero consigliere, capii per la prima volta l'importanza di sostenere le

proprie idee, capii l'importanza del coraggio e l'orgoglio della

rappresentanza.

Capii che, anche se i consiglieri della giunta avevano tre o quattro volte la mia

età, alle loro orecchie la mia voce arrivava con grande forza.

Capii che i sogni non si possono realizzare, ma che tutto parte da un sogno.

Ma più di tutto, capii che la politica non è per forza una cosa brutta e sporca,

non è solo una cosa da adulti che cercano solo i soldi.

La politica è condividere e partecipare. Credere in un progetto e battersi per

realizzarlo. Scoprire cha anche altri la pensano come te ed arricchire il tuo

pensiero con il loro.

La politica è stare bene insieme.

Grazie al CCR per avermelo insegnato.

Sono Giacomo, un ex consigliere del CCR

In principio, quando ho iniziato a partecipare agli incontri del Consiglio

Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi c'era lo stupore, perché non avrei mai

creduto che sarei stato eletto consigliere.

Si trattava allora di un progetto appena nato, nuovo e fresco come l'aria del

mattino.

Poi ci fu l'orgoglio, quando finalmente capii che i miei compagni ed amici

avevano scelto me come rappresentante delle quinte elementari della

scuola Dante Alighieri.

Quando mia mamma mi fece notare che avrei dovuto sostenere le idee e gli

sguardi davanti al Consiglio Comunale come avrebbe fatto un vero politico,

allora ci fu la paura, perché parlare in pubblico non è facile.

C'era la curiosità, soprattutto dei miei amici quando mi chiedevano cosa

combinassi in Municipio.

C'era la confusione quando in classe parlavo con i miei compagni delle idee e

dei suggerimenti che avrei dovuto portare in consiglio. Chiaramente c'erano

ragazzi che chiedevano cose impossibili da realizzare, ma la mia sfida, la

nostra sfida di consiglieri del CCR era far sì che dove finivano i progetti degli

adulti iniziassero i sogni dei bambini.

Quando ero consigliere sentii per la prima volta parlare di Brain Storming,

“tempesta di cervelli”.

TUTTO PARTE DA UN SOGNO

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazziIl consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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?di accorgersi di altre necessità, di altri bisogni di ragazzi che vivono in

realtà differenti (NATS, bambini lavoratori);

?di lavorare a fianco di persone speciali che sanno trasmettere la

passione per ciò che fanno e per ciò in cui credono.

A volte provo ad immaginare come sarebbe mio figlio se non avesse

potuto vivere quest'esperienza. Naturalmente non so dare una risposta

ma, sicuramente, sarebbe più disilluso e meno convinto che le cose

intorno si possano migliorare e cambiare con il proprio impegno e... a

qualsiasi età.

Sono Fabiola, mamma di un consigliere CCR.

Perché i ragazzi possano prendersi l'impegno di partecipare agli

incontri del CCR viene richiesta, a noi genitori, un'autorizzazione.

Come dire:” Vuoi tu che tuo figlio partecipi..”

Come si fa a dire di no! Come si può negare loro una delle poche

opportunità (forse l'unica!) che hanno di riflettere e intervenire

facendo proposte per migliorare la vita dei ragazzi e delle ragazze nella

loro città, nel loro quartiere, nella loro scuola?

Riflettere, intervenire, fare proposte: sembrano parole escluse dal

vocabolario adatto a dei bambini, a dei ragazzi.

Raramente, pensiamoci come genitori, teniamo in considerazione i

bisogni dei nostri figli ( e non mi riferisco al telefonino, ai pantaloni

nuovi, ecc., ecc.), forse né loro né noi ci rendiamo conto di quali siano!

A distanza di anni penso che aver dato la possibilità a mio figlio di

partecipare al CCR gli ha permesso:

?di crescere in una dimensione 'sociale';

?di accorgersi degli altri;

?di partecipare alla costruzione di una città più vivibile;

?di capire, da dentro, cosa siano e a che cosa servano le 'Istituzioni';

?di imparare a costruire insieme;

ACCORGERSI DEGLI ALTRI

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazziIl consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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?di accorgersi di altre necessità, di altri bisogni di ragazzi che vivono in

realtà differenti (NATS, bambini lavoratori);

?di lavorare a fianco di persone speciali che sanno trasmettere la

passione per ciò che fanno e per ciò in cui credono.

A volte provo ad immaginare come sarebbe mio figlio se non avesse

potuto vivere quest'esperienza. Naturalmente non so dare una risposta

ma, sicuramente, sarebbe più disilluso e meno convinto che le cose

intorno si possano migliorare e cambiare con il proprio impegno e... a

qualsiasi età.

Sono Fabiola, mamma di un consigliere CCR.

Perché i ragazzi possano prendersi l'impegno di partecipare agli

incontri del CCR viene richiesta, a noi genitori, un'autorizzazione.

Come dire:” Vuoi tu che tuo figlio partecipi..”

Come si fa a dire di no! Come si può negare loro una delle poche

opportunità (forse l'unica!) che hanno di riflettere e intervenire

facendo proposte per migliorare la vita dei ragazzi e delle ragazze nella

loro città, nel loro quartiere, nella loro scuola?

Riflettere, intervenire, fare proposte: sembrano parole escluse dal

vocabolario adatto a dei bambini, a dei ragazzi.

Raramente, pensiamoci come genitori, teniamo in considerazione i

bisogni dei nostri figli ( e non mi riferisco al telefonino, ai pantaloni

nuovi, ecc., ecc.), forse né loro né noi ci rendiamo conto di quali siano!

A distanza di anni penso che aver dato la possibilità a mio figlio di

partecipare al CCR gli ha permesso:

?di crescere in una dimensione 'sociale';

?di accorgersi degli altri;

?di partecipare alla costruzione di una città più vivibile;

?di capire, da dentro, cosa siano e a che cosa servano le 'Istituzioni';

?di imparare a costruire insieme;

ACCORGERSI DEGLI ALTRI

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Page 46: Ccr libro completo web

Perché secondo me il mondo è fatto di persone che hanno bisogno di

aiuto e noi è giusto che diamo aiuto; e io vorrei far parte delle persone

che aiutano.

Come proposta mi piace perché aiuta a migliorare l'ambiente, le strade

e la sicurezza; e anche perché mi aiuta a esprimermi.

Perché è giusto che i ragazzi e le ragazze possano esprimere le loro idee

Mi sono candidata perché potrei aiutare gli altri a migliorare il territorio

in cui viviamo e dare un contributo in più, inoltre imparare cose della

società e infine aiutare le persone che hanno comportamenti scorretti a

migliorarsi.

Perché mi sono incuriosita, l'altro rappresentante ha detto che gli è

piaciuto, allora volevo far parte di un consiglio comunale e volevo aiutare

Mogliano.

Per aiutare gli altri e la città; all'inizio non volevo, ma poi mi hanno detto

che è un' esperienza bellissima e mi sono candidata

Perché è un 'servizio' che dà la possibilità di rendersi utili per migliorare la

città.

Penso che mi sono candidata non per fare del bene a me stessa, ma ho

pensato a quelli che mi stavano a cuore: la scuola? sì; Marocco? anche;

Mogliano? giusto; ho pensato al bene e alla sicurezza di tutto: è questa

via che mi ha portato al CCR.

Perché ritengo opportuno cercare di risolvere i molti problemi che

accomunano la gente di questo pianeta.

Io non mi sono candidato perché è un po' impegnativo, anche perché io

faccio sport e allora non avrei potuto impegnarmi.

Secondo me il CCR è un impegno perché ti devi prendere la

responsabilità perle riunioni. Allora io non me la sono sentita.

A me sarebbe piaciuto partecipare al CCR solo che mia mamma non

vuole fare avanti e indietro, mio papà è sempre al lavoro, mia nonna

non ha la macchina e mio nonno è sempre al lavoro.

PERCHÈ MI SONO CANDIDATO/A?

PERCHÉ NON MI SONO CANDIDATO/A?

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

41

Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Perché secondo me il mondo è fatto di persone che hanno bisogno di

aiuto e noi è giusto che diamo aiuto; e io vorrei far parte delle persone

che aiutano.

Come proposta mi piace perché aiuta a migliorare l'ambiente, le strade

e la sicurezza; e anche perché mi aiuta a esprimermi.

Perché è giusto che i ragazzi e le ragazze possano esprimere le loro idee

Mi sono candidata perché potrei aiutare gli altri a migliorare il territorio

in cui viviamo e dare un contributo in più, inoltre imparare cose della

società e infine aiutare le persone che hanno comportamenti scorretti a

migliorarsi.

Perché mi sono incuriosita, l'altro rappresentante ha detto che gli è

piaciuto, allora volevo far parte di un consiglio comunale e volevo aiutare

Mogliano.

Per aiutare gli altri e la città; all'inizio non volevo, ma poi mi hanno detto

che è un' esperienza bellissima e mi sono candidata

Perché è un 'servizio' che dà la possibilità di rendersi utili per migliorare la

città.

Penso che mi sono candidata non per fare del bene a me stessa, ma ho

pensato a quelli che mi stavano a cuore: la scuola? sì; Marocco? anche;

Mogliano? giusto; ho pensato al bene e alla sicurezza di tutto: è questa

via che mi ha portato al CCR.

Perché ritengo opportuno cercare di risolvere i molti problemi che

accomunano la gente di questo pianeta.

Io non mi sono candidato perché è un po' impegnativo, anche perché io

faccio sport e allora non avrei potuto impegnarmi.

Secondo me il CCR è un impegno perché ti devi prendere la

responsabilità perle riunioni. Allora io non me la sono sentita.

A me sarebbe piaciuto partecipare al CCR solo che mia mamma non

vuole fare avanti e indietro, mio papà è sempre al lavoro, mia nonna

non ha la macchina e mio nonno è sempre al lavoro.

PERCHÈ MI SONO CANDIDATO/A?

PERCHÉ NON MI SONO CANDIDATO/A?

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Il consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi

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Page 50: Ccr libro completo web

Il cCR e la città

Il ccr e la città

A partire dal 1989, l'anno della Convenzione Internazionale sui diritti

dell'infanzia, molte città hanno promosso la costituzione di

Osservatori per monitorare la qualità degli spazi pubblici urbani in

relazione ai diritti dei bambini.

Come si può parlare, infatti, di diritto al gioco se una città non

attrezza spazi adeguati per i giovanissimi? Di diritto alla salute se le

nostre città inquinate all'inverosimile attentano alla salute

soprattutto dei più piccoli? Di diritto dei bambini a “riunirsi” se la

città non ha previsto spazi di aggregazione per i più giovani e

percorsi sicuri? Di diritto alla cultura e all'informazione se un

territorio non organizza nulla in questo senso?

Molte città, allora, hanno intrapreso la strada di apportare delle

modifiche all'assetto urbano. Solitamente piccoli interventi, poco o

per nulla costosi, hanno permesso di migliorare l'aspetto delle città,

rendendole così più accoglienti per tutti, perchè una città più adatta

ai bambini e alle bambine è una città migliore per tutti.

I Consigli Comunali dei Ragazzi sono stati fondamentali, perché

consentono di ascoltare dai giovanissimi quali sono i loro bisogni,

desideri, proposte. I Comuni che li hanno istituiti hanno accettato la

sfida di fare qualcosa non per i ragazzi ma con i ragazzi.

È stata una scelta vincente, perché è sempre stato dimostrato che le

conclusioni cui giungono i bambini ai quali viene chiesto di

individuare i parametri che definiscono una buona qualità della vita

in una città, coincidono sempre con le conclusioni dei ricercatori e

degli esperti.

Il CCR di Mogliano ha progettato, nel corso degli anni, il Parco del

Sole, la Casa dei Bambini, una biblioteca per ragazzi/e e una

ludoteca. Ha insignito molti negozi della città del marchio “Negozio

amico dei bambini” (scelto tra vari proposti dalle scuole partecipanti

a un concorso). Ha progettato e chiesto con forza più piste ciclabili,

ha promosso i piedibus in varie scuole, …

I CCR offrono agli amministratori la possibilità di conoscere i bisogni e

il punto di vista dei ragazzi sulla città. Il Regolamento del Consiglio

Comunale di Mogliano stabilisce che, almeno una volta l'anno, il CCR

incontri i consiglieri.

Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la

politica. Sortirne da soli è l'avarizia.Scuola di Barbiana

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Page 51: Ccr libro completo web

Il cCR e la città

Il ccr e la città

A partire dal 1989, l'anno della Convenzione Internazionale sui diritti

dell'infanzia, molte città hanno promosso la costituzione di

Osservatori per monitorare la qualità degli spazi pubblici urbani in

relazione ai diritti dei bambini.

Come si può parlare, infatti, di diritto al gioco se una città non

attrezza spazi adeguati per i giovanissimi? Di diritto alla salute se le

nostre città inquinate all'inverosimile attentano alla salute

soprattutto dei più piccoli? Di diritto dei bambini a “riunirsi” se la

città non ha previsto spazi di aggregazione per i più giovani e

percorsi sicuri? Di diritto alla cultura e all'informazione se un

territorio non organizza nulla in questo senso?

Molte città, allora, hanno intrapreso la strada di apportare delle

modifiche all'assetto urbano. Solitamente piccoli interventi, poco o

per nulla costosi, hanno permesso di migliorare l'aspetto delle città,

rendendole così più accoglienti per tutti, perchè una città più adatta

ai bambini e alle bambine è una città migliore per tutti.

I Consigli Comunali dei Ragazzi sono stati fondamentali, perché

consentono di ascoltare dai giovanissimi quali sono i loro bisogni,

desideri, proposte. I Comuni che li hanno istituiti hanno accettato la

sfida di fare qualcosa non per i ragazzi ma con i ragazzi.

È stata una scelta vincente, perché è sempre stato dimostrato che le

conclusioni cui giungono i bambini ai quali viene chiesto di

individuare i parametri che definiscono una buona qualità della vita

in una città, coincidono sempre con le conclusioni dei ricercatori e

degli esperti.

Il CCR di Mogliano ha progettato, nel corso degli anni, il Parco del

Sole, la Casa dei Bambini, una biblioteca per ragazzi/e e una

ludoteca. Ha insignito molti negozi della città del marchio “Negozio

amico dei bambini” (scelto tra vari proposti dalle scuole partecipanti

a un concorso). Ha progettato e chiesto con forza più piste ciclabili,

ha promosso i piedibus in varie scuole, …

I CCR offrono agli amministratori la possibilità di conoscere i bisogni e

il punto di vista dei ragazzi sulla città. Il Regolamento del Consiglio

Comunale di Mogliano stabilisce che, almeno una volta l'anno, il CCR

incontri i consiglieri.

Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la

politica. Sortirne da soli è l'avarizia.Scuola di Barbiana

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Il ccr e la città

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Il ccr e la città

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Il ccr e la città

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Il ccr e la città

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Page 54: Ccr libro completo web

Serve poi una diversa politica della mobilità e della salute.

Nelle nostre città troviamo spesso l'anziana che non esce più di casa, come

il bambino che non esce mai da solo. Ma senza autonomia non si può

giocare, e senza giocare non si può crescere bene. Bisogna poter rischiare

un po', perchè se non si può rischiare da piccoli si accumula il desiderio di

farlo e le prime esperienze da adolescenti possono essere pericolose.

È importante aiutare i genitori a capire che l'autonomia di movimento è la

vera prevenzione, che uscire di casa è l'unica vera alternativa alla

televisione e al computer, che un po' di paura prima può risparmiare

grandi paure e dolori dopo.

Indispensabile è anche una diversa politica dello spazio pubblico e del

gioco.

Quando vengono interpellati i bambini chiedono spazi in cui il gioco non

sia proibito, spazi condivisi, non riservati solo ai bambini.

Notano che “gli spazi gioco sono tutti orizzontali e non ci si può

nascondere”, che “i grandi mettono sempre gli stessi giochi nei giardinetti

e non è grazioso perchè è come vedere sempre lo stesso film, e non c'è

sorpresa”.

Serve una diversa politica economica, che tenga conto anche del fatto che

migliorare le condizioni di vita dell'infanzia è un investimento.

Kofi Annan, il presidente delle Nazioni Unite, l'8 maggio 2002 a New York,

aprendo la Sessione Speciale dell'ONU per l'infanzia, chiudeva il suo

intervento dicendo: “Come potremo fallire, soprattutto ora che sappiamo

che ogni dollaro investito nel migliorare le condizioni dell'infanzia ha un

ritorno, per tutta la società, di ben 7 dollari?”

sindaci e sono l'applicazione corretta dell'articolo 12 della Convenzione

Internazionale sui diritti dell'infanzia.

Bisogna avere il coraggio di tener conto dei consigli e delle proteste dei

bambini, avendo sempre presente il fatto che i diritti dei bambini sono

doveri per gli adulti.

Solitamente noi adulti fuggiamo a questa responsabilità affermando che

ai diritti dei bambini corrispondono i doveri dei bambini. Ma intanto,

innanzitutto, siamo responsabili del fatto che spetta a noi, solo a noi,

rendere effettivi i loro diritti. Solo quando i bambini godranno dei loro

diritti si potrà concordare sui doveri. Se consideriamo, ad esempio, il

diritto di giocare insieme in spazi pubblici, solo quando questo diritto sarà

effettivo potremo stabilire delle regole per l'uso rispettoso degli spazi.

Una politica diversa

In quasi vent'anni di esperienza abbiamo raccolto le proposte dei bambini

di vari paesi e tutte concordano in alcune richieste chiave. Chiedono, ad

esempio, una diversa politica della sicurezza.

La sicurezza è spesso il tema preferito della politica. La paura viene usata

come elemento di propaganda ed è spesso tema di dibattiti. Si chiede, o si

promette, un aumento della difesa: esercito nelle strade, ronde,

telecamere…

Dicono invece i bambini: “Gli adulti ci debbono aiutare, però da lontano”.

Se ci fossero molti bambini per strada tutto sarebbe diverso. I bambini per

strada rendono sicura la strada e la città perchè promuovono attenzione,

controllo da parte dei cittadini. Sollecitano atteggiamenti responsabili e

solidali.

49

Adulti capaci di ascoltare

evitare, le cose da fare e le cose da non fare. Si tratta di apprendimenti da

fare gradualmente, progressivamente, con l'aiuto di adulti che sanno

essere presenti ma non invadenti, che sanno accompagnare senza

pretendere di sorvegliare a vista di continuo. Come farà a scegliere chi è

stato sempre accompagnato, lasciato in posti organizzati da adulti in cui si

svolgono solo attività organizzate da adulti, con la possibilità di

frequentare, al massimo, a volte, i figli degli amici dei genitori?

Una buona educazione dovrebbe far sentire la vicinanza senza pretendere

il controllo totale, dovrebbe saper accettare qualche rischio inevitabile in

nome della crescita e della conquista di un'autonomia responsabile.

Il progetto “La città dei bambini”

Il progetto propone agli amministratori una nuova filosofia di governo

delle città assumendo come paradigma della città il bambino. I bambini e

le bambine sono capaci di rappresentare e rivendicare le esigenze di tutte

le categorie sociali. Una città adatta ai bambini sarà migliore per tutti.

Anche per gli anziani, per i disabili, ecc.

Tutte le ricerche hanno dimostrato che le richieste dei bambini (più verde,

più spazi pubblici liberi dalle auto, spazi per giocare, strade più sicure dai

pericoli del traffico, piste ciclabili, parchi pubblici meno “standardizzati”,

più “movimentati” e “avventurosi”...), hanno una caratteristica

straordinaria: coincidono perfettamente con le richieste fatte dagli

esperti e dagli scienziati che si occupano di definire degli standard di

qualità della vita nelle città.

È fondamentale ascoltare le proposte dei bambini favorendo l'attività dei

Consigli dei Ragazzi, che vanno considerati come organi consultivi dei

I bambini chiedono di essere ascoltati

Il mondo che abbiamo costruito e che andiamo costruendo risponde al

desiderio e alle aspettative dei bambini?

Gli adulti hanno costruito le città adattandole esclusivamente alle loro

esigenze e a quelle delle loro auto e così hanno escluso gli anziani, i

disabili, i bambini, i poveri. Rispetto alla salute le conseguenze sono

obesità infantile, iperattività, stress e relativa dipendenza da farmaci.

Rispetto allo sviluppo gli adolescenti manifestano il loro disagio e la loro

avversione per questo nostro mondo facendo del male (ecco, allora, il

bullismo, il vandalismo) o facendosi del male nei modi più diversi.

I genitori chiedono più sicurezza, controllo, vigilanza. Vorrebbero

proteggere i figli dai pericoli del traffico, dagli incidenti, dai “cattivi

incontri”.... I bambini, al contrario, chiedono più libertà e autonomia.

Chiedono soprattutto il permesso di uscire di casa, di spostarsi da soli, di

incontrare altri bambini, di poter giocare in spazi pubblici.

Sono richieste legittime per due motivi: perché solo l'autonomia

consente ai bambini di imparare a scegliere: scegliere le persone con cui

stare e le persone da evitare, scegliere i luoghi in cui stare e i luoghi da

Il ccr e la cittàIl ccr e la città

Perché abbiamo bisogno dei bambiniper salvare le nostre città?Francesco Tonucci responsabile del progetto “La città dei bambini” - (da un

incontro tenuto a Mogliano Veneto con genitori e insegnanti)

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Serve poi una diversa politica della mobilità e della salute.

Nelle nostre città troviamo spesso l'anziana che non esce più di casa, come

il bambino che non esce mai da solo. Ma senza autonomia non si può

giocare, e senza giocare non si può crescere bene. Bisogna poter rischiare

un po', perchè se non si può rischiare da piccoli si accumula il desiderio di

farlo e le prime esperienze da adolescenti possono essere pericolose.

È importante aiutare i genitori a capire che l'autonomia di movimento è la

vera prevenzione, che uscire di casa è l'unica vera alternativa alla

televisione e al computer, che un po' di paura prima può risparmiare

grandi paure e dolori dopo.

Indispensabile è anche una diversa politica dello spazio pubblico e del

gioco.

Quando vengono interpellati i bambini chiedono spazi in cui il gioco non

sia proibito, spazi condivisi, non riservati solo ai bambini.

Notano che “gli spazi gioco sono tutti orizzontali e non ci si può

nascondere”, che “i grandi mettono sempre gli stessi giochi nei giardinetti

e non è grazioso perchè è come vedere sempre lo stesso film, e non c'è

sorpresa”.

Serve una diversa politica economica, che tenga conto anche del fatto che

migliorare le condizioni di vita dell'infanzia è un investimento.

Kofi Annan, il presidente delle Nazioni Unite, l'8 maggio 2002 a New York,

aprendo la Sessione Speciale dell'ONU per l'infanzia, chiudeva il suo

intervento dicendo: “Come potremo fallire, soprattutto ora che sappiamo

che ogni dollaro investito nel migliorare le condizioni dell'infanzia ha un

ritorno, per tutta la società, di ben 7 dollari?”

sindaci e sono l'applicazione corretta dell'articolo 12 della Convenzione

Internazionale sui diritti dell'infanzia.

Bisogna avere il coraggio di tener conto dei consigli e delle proteste dei

bambini, avendo sempre presente il fatto che i diritti dei bambini sono

doveri per gli adulti.

Solitamente noi adulti fuggiamo a questa responsabilità affermando che

ai diritti dei bambini corrispondono i doveri dei bambini. Ma intanto,

innanzitutto, siamo responsabili del fatto che spetta a noi, solo a noi,

rendere effettivi i loro diritti. Solo quando i bambini godranno dei loro

diritti si potrà concordare sui doveri. Se consideriamo, ad esempio, il

diritto di giocare insieme in spazi pubblici, solo quando questo diritto sarà

effettivo potremo stabilire delle regole per l'uso rispettoso degli spazi.

Una politica diversa

In quasi vent'anni di esperienza abbiamo raccolto le proposte dei bambini

di vari paesi e tutte concordano in alcune richieste chiave. Chiedono, ad

esempio, una diversa politica della sicurezza.

La sicurezza è spesso il tema preferito della politica. La paura viene usata

come elemento di propaganda ed è spesso tema di dibattiti. Si chiede, o si

promette, un aumento della difesa: esercito nelle strade, ronde,

telecamere…

Dicono invece i bambini: “Gli adulti ci debbono aiutare, però da lontano”.

Se ci fossero molti bambini per strada tutto sarebbe diverso. I bambini per

strada rendono sicura la strada e la città perchè promuovono attenzione,

controllo da parte dei cittadini. Sollecitano atteggiamenti responsabili e

solidali.

49

Adulti capaci di ascoltare

evitare, le cose da fare e le cose da non fare. Si tratta di apprendimenti da

fare gradualmente, progressivamente, con l'aiuto di adulti che sanno

essere presenti ma non invadenti, che sanno accompagnare senza

pretendere di sorvegliare a vista di continuo. Come farà a scegliere chi è

stato sempre accompagnato, lasciato in posti organizzati da adulti in cui si

svolgono solo attività organizzate da adulti, con la possibilità di

frequentare, al massimo, a volte, i figli degli amici dei genitori?

Una buona educazione dovrebbe far sentire la vicinanza senza pretendere

il controllo totale, dovrebbe saper accettare qualche rischio inevitabile in

nome della crescita e della conquista di un'autonomia responsabile.

Il progetto “La città dei bambini”

Il progetto propone agli amministratori una nuova filosofia di governo

delle città assumendo come paradigma della città il bambino. I bambini e

le bambine sono capaci di rappresentare e rivendicare le esigenze di tutte

le categorie sociali. Una città adatta ai bambini sarà migliore per tutti.

Anche per gli anziani, per i disabili, ecc.

Tutte le ricerche hanno dimostrato che le richieste dei bambini (più verde,

più spazi pubblici liberi dalle auto, spazi per giocare, strade più sicure dai

pericoli del traffico, piste ciclabili, parchi pubblici meno “standardizzati”,

più “movimentati” e “avventurosi”...), hanno una caratteristica

straordinaria: coincidono perfettamente con le richieste fatte dagli

esperti e dagli scienziati che si occupano di definire degli standard di

qualità della vita nelle città.

È fondamentale ascoltare le proposte dei bambini favorendo l'attività dei

Consigli dei Ragazzi, che vanno considerati come organi consultivi dei

I bambini chiedono di essere ascoltati

Il mondo che abbiamo costruito e che andiamo costruendo risponde al

desiderio e alle aspettative dei bambini?

Gli adulti hanno costruito le città adattandole esclusivamente alle loro

esigenze e a quelle delle loro auto e così hanno escluso gli anziani, i

disabili, i bambini, i poveri. Rispetto alla salute le conseguenze sono

obesità infantile, iperattività, stress e relativa dipendenza da farmaci.

Rispetto allo sviluppo gli adolescenti manifestano il loro disagio e la loro

avversione per questo nostro mondo facendo del male (ecco, allora, il

bullismo, il vandalismo) o facendosi del male nei modi più diversi.

I genitori chiedono più sicurezza, controllo, vigilanza. Vorrebbero

proteggere i figli dai pericoli del traffico, dagli incidenti, dai “cattivi

incontri”.... I bambini, al contrario, chiedono più libertà e autonomia.

Chiedono soprattutto il permesso di uscire di casa, di spostarsi da soli, di

incontrare altri bambini, di poter giocare in spazi pubblici.

Sono richieste legittime per due motivi: perché solo l'autonomia

consente ai bambini di imparare a scegliere: scegliere le persone con cui

stare e le persone da evitare, scegliere i luoghi in cui stare e i luoghi da

Il ccr e la cittàIl ccr e la città

Perché abbiamo bisogno dei bambiniper salvare le nostre città?Francesco Tonucci responsabile del progetto “La città dei bambini” - (da un

incontro tenuto a Mogliano Veneto con genitori e insegnanti)

48

Page 56: Ccr libro completo web

Il ccr e la città

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Il ccr e la città

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Il ccr e la città

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Il ccr e la città

50

Page 58: Ccr libro completo web

Scoprirete che una città più adatta ai bambini

è una città migliore per tutti.

Provate ad ascoltarci.

Un grande architetto, Renzo Piano,

dice che

“Per fare delle buone cose

Bisogna capire e ascoltare i bisogni.

E' un'arte complessa e difficile

Perché spesso le voci di coloro

che hanno più cose da dire

sono deboli e discrete”.

Il ccr e la città

53

più tempo per stare insieme,

spazi verdi,

biblioteche e case dei bambini....

I bambini continuano a dire a voi adulti

che avete costruito città rumorose

inquinate e pericolose

adattandole solo alle vostre esigenze di adulti

e a quelle delle vostre auto

impedendo così di spostarsi in sicurezza

e di incontrarsi

agli anziani, ai disabili, ai deboli, ai bambini.

Il mondo che voi adulti avete costruito

è un mondo in cui nessuno di noi sta bene.

Avete costruito anche un mondo ingiusto

in cui i ricchi diventano sempre più ricchi

e i poveri sempre più poveri

per cui è molto difficile per tutti essere felici

e andare d'accordo.

Provate a cambiare.

Vorremmo parlarvi di un'idea:

per costruire città migliori

città in cui sia possibile

vivere in salute

incontrarsi

e vivere tutti insieme in amicizia

spostarsi in sicurezza

e giocare

godere ancora le bellezze della natura

bisogna ascoltare i bambini

ascoltare le idee dei bambini

mettersi al lavoro tutti insieme per realizzarle.

Ascoltate:

i bambini continuano a chiedere

spazi diversi,

spazi pubblici in cui incontrarsi

e giocare insieme liberamente,

strade da percorrere in sicurezza,

Il ccr e la città

Insieme per la cittàTesto per lo spettacolo ”Insieme per la città”

elaborato dal CCR e dal Coro “Voci dei bambini invisibili”

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Scoprirete che una città più adatta ai bambini

è una città migliore per tutti.

Provate ad ascoltarci.

Un grande architetto, Renzo Piano,

dice che

“Per fare delle buone cose

Bisogna capire e ascoltare i bisogni.

E' un'arte complessa e difficile

Perché spesso le voci di coloro

che hanno più cose da dire

sono deboli e discrete”.

Il ccr e la città

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più tempo per stare insieme,

spazi verdi,

biblioteche e case dei bambini....

I bambini continuano a dire a voi adulti

che avete costruito città rumorose

inquinate e pericolose

adattandole solo alle vostre esigenze di adulti

e a quelle delle vostre auto

impedendo così di spostarsi in sicurezza

e di incontrarsi

agli anziani, ai disabili, ai deboli, ai bambini.

Il mondo che voi adulti avete costruito

è un mondo in cui nessuno di noi sta bene.

Avete costruito anche un mondo ingiusto

in cui i ricchi diventano sempre più ricchi

e i poveri sempre più poveri

per cui è molto difficile per tutti essere felici

e andare d'accordo.

Provate a cambiare.

Vorremmo parlarvi di un'idea:

per costruire città migliori

città in cui sia possibile

vivere in salute

incontrarsi

e vivere tutti insieme in amicizia

spostarsi in sicurezza

e giocare

godere ancora le bellezze della natura

bisogna ascoltare i bambini

ascoltare le idee dei bambini

mettersi al lavoro tutti insieme per realizzarle.

Ascoltate:

i bambini continuano a chiedere

spazi diversi,

spazi pubblici in cui incontrarsi

e giocare insieme liberamente,

strade da percorrere in sicurezza,

Il ccr e la città

Insieme per la cittàTesto per lo spettacolo ”Insieme per la città”

elaborato dal CCR e dal Coro “Voci dei bambini invisibili”

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Il ccr e la città

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Il ccr e la città

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Il ccr e la città

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Il ccr e la città

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Page 62: Ccr libro completo web

Non basta che una città sia bella soltanto esteticamente, ma

anche gli abitanti devono vivere bene. Per questo nella città

deve esserci solidarietà.Luca, un consigliere del CCR

Per una città più bella: la solidarietà

La pratica della solidarietà fa sì che ciascuno possa vivere meglio

sentendosi parte di una città più giusta.

La nostra Costituzione, all'articolo 2, parla della solidarietà come

dovere: “La Repubblica… richiede l'adempimento dei doveri

inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

Ci richiama, quindi, all'idea di solidarietà non come scelta individuale,

opzionale, di generosità, ma come importante dovere civico, come

impegno verso la comunità.

L'osservazione di Luca richiama l'idea di solidarietà come

responsabilità: se viviamo in una città godendo della sua “bellezza”

dobbiamo porci il problema di renderla “più bella” per tutti, anche

dal punto di vista del ben-essere degli abitanti. Che nasce anche dalla

capacità di sanare almeno in parte le situazioni di sofferenza e di

violazione dei diritti.

Per questo il CCR si dà il compito di prendersi cura della città oltre che

dal punto di vista della vivibilità e della bellezza degli spazi, anche dal

punto di vista del ben-essere dei cittadini e della qualità delle relazioni.

Poiché si occupa di diritti dei bambini e delle bambine, a questi rivolge

in particolare l'attenzione.

Vanno in questo senso iniziative come la promozione consapevole

della raccolta alimentare nelle scuole assieme alla Leva Civile, o la

promozione della conoscenza e degli scambi tra ragazzi/e di diverse

culture che frequentano le nostre scuole.

Senza dimenticare bambini/e e ragazzi/e di quella grande città che è,

ormai, per le nuove generazioni, il Mondo.

Vanno in questa direzione iniziative volte alla conoscenza e al sostegno,

in collaborazione con i NATS, di realtà in cui i diritti dell'infanzia sono

violati ogni giorno in modo tragico dall'irresponsabilità e in nome degli

interessi degli adulti.

Il CCR e le Scuole della città aderiscono al Social day, giornata dedicata

al lavoro a fini sociali e di solidarietà: vengono organizzate attività

nelle scuole per migliorare e abbellire gli spazi, interventi di

abbellimento di spazi pubblici, laboratori, vengono costruiti oggetti da

vendere devolvendo il ricavato a progetti a favore di bambini lavoratori

NATS.

Il tutto in collaborazione con l'amministrazione comunale e con le

associazioni del territorio. Si realizza così un altro grande obiettivo del

CCR: promuovere il dialogo e la collaborazione tra le generazioni.

Per una città più bella:la solidarietà

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Page 63: Ccr libro completo web

Non basta che una città sia bella soltanto esteticamente, ma

anche gli abitanti devono vivere bene. Per questo nella città

deve esserci solidarietà.Luca, un consigliere del CCR

Per una città più bella: la solidarietà

La pratica della solidarietà fa sì che ciascuno possa vivere meglio

sentendosi parte di una città più giusta.

La nostra Costituzione, all'articolo 2, parla della solidarietà come

dovere: “La Repubblica… richiede l'adempimento dei doveri

inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

Ci richiama, quindi, all'idea di solidarietà non come scelta individuale,

opzionale, di generosità, ma come importante dovere civico, come

impegno verso la comunità.

L'osservazione di Luca richiama l'idea di solidarietà come

responsabilità: se viviamo in una città godendo della sua “bellezza”

dobbiamo porci il problema di renderla “più bella” per tutti, anche

dal punto di vista del ben-essere degli abitanti. Che nasce anche dalla

capacità di sanare almeno in parte le situazioni di sofferenza e di

violazione dei diritti.

Per questo il CCR si dà il compito di prendersi cura della città oltre che

dal punto di vista della vivibilità e della bellezza degli spazi, anche dal

punto di vista del ben-essere dei cittadini e della qualità delle relazioni.

Poiché si occupa di diritti dei bambini e delle bambine, a questi rivolge

in particolare l'attenzione.

Vanno in questo senso iniziative come la promozione consapevole

della raccolta alimentare nelle scuole assieme alla Leva Civile, o la

promozione della conoscenza e degli scambi tra ragazzi/e di diverse

culture che frequentano le nostre scuole.

Senza dimenticare bambini/e e ragazzi/e di quella grande città che è,

ormai, per le nuove generazioni, il Mondo.

Vanno in questa direzione iniziative volte alla conoscenza e al sostegno,

in collaborazione con i NATS, di realtà in cui i diritti dell'infanzia sono

violati ogni giorno in modo tragico dall'irresponsabilità e in nome degli

interessi degli adulti.

Il CCR e le Scuole della città aderiscono al Social day, giornata dedicata

al lavoro a fini sociali e di solidarietà: vengono organizzate attività

nelle scuole per migliorare e abbellire gli spazi, interventi di

abbellimento di spazi pubblici, laboratori, vengono costruiti oggetti da

vendere devolvendo il ricavato a progetti a favore di bambini lavoratori

NATS.

Il tutto in collaborazione con l'amministrazione comunale e con le

associazioni del territorio. Si realizza così un altro grande obiettivo del

CCR: promuovere il dialogo e la collaborazione tra le generazioni.

Per una città più bella:la solidarietà

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Per una città più bella: la solidarietà

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Per una città più bella: la solidarietà

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Page 66: Ccr libro completo web

Cos'altro c'era, Laura?

Alla maestra ho detto anche un'altra cosa, ed era la prima volta che ne

parlavo con qualcuno. Le ho detto che avevo scoperto, da poco, che

anche i miei ci nascondono una cosa, a me e a mio fratello.

Le ho raccontato cosa avevo scoperto: ogni settimana la mamma esce

per “fare la spesa”, dice lei, allo stesso giorno e alla stessa ora, e torna

con una sporta che contiene sempre più o meno le stesse cose.... Ho

capito dove va!

Se quello che penso è vero, mi immagino come deve sentirsi, lei che è

stata sempre così brava a pensare a tutti e a organizzare tutto, e che

diceva sempre che ai figli “non deve mai mancare il necessario...”

Però adesso c'è una novità ...

Mio fratello e io abbiamo anche noi un segreto, ma è bello. Luca ha

trovato un lavoro in una pizzeria il sabato e la domenica.

Quando la cosa sarà proprio sicura (Luca non vede l'ora) lo diremo ai

nostri genitori.

Sarà il nostro regalo di compleanno per la mamma.

61

E poi, cos'è successo?

Poi la maestra... ha capito tutto. Un giorno, in ricreazione, senza che gli

altri sentissero, mi ha detto che bastava che portassi l'autorizzazione

firmata, che i soldi non servivano perché per le uscite didattiche la

scuola aveva a disposizione una somma per gli alunni con famiglie

numerose. Non le ho creduto (del resto la mia famiglia non è tanto

numerosa, col nonno siamo in cinque) però mi ha fatto piacere che

avesse capito e che cercasse di aiutarmi, così finalmente ho potuto dirle

la verità.

Cosa le hai detto, Laura?

Che non volevo dire alla mamma dell'uscita perché si sarebbe sentita

umiliata a non potermi dare i 30 euro, e si sarebbe sentita umiliata

anche ad accettare che me li desse qualcun altro; che tante volte la

sentivo parlare con mio papà (quando credevano che io non li sentissi)

delle difficoltà che c'erano per l'affitto e le bollette da quando mio papà

aveva perso il lavoro; che li vedevo spesso tutti e due preoccupati e

nervosi, che si arrabbiavano spesso con me e mio fratello anche senza

motivo; che mio fratello aveva dovuto lasciare il calcio anche se gli

piaceva tanto e rinunciare all'idea di andare all'Università l'anno

prossimo; che anche a me dispiaceva molto di non poter restare a

mangiare a scuola, soprattutto per i giochi che si fanno nel dopo-

mensa.

Ma poi c'era un'altra cosa…

Perché hai detto che stavi male, Laura?

Stavo male perché avevo detto una bugia a mia mamma. Anzi più di

una. E avevo detto anche delle bugie alle maestre. Ma come potevo

fare?

Cos'era successo?

È andata così. Le maestre avevano organizzato un'uscita di una giornata

per visitare un museo. Avevano preparato un foglio per i genitori per

spiegare l'uscita e chiedere di firmare l'autorizzazione e di darci 30 euro

per il pullman.

Io ho nascosto il foglio. Quando la mamma mi chiedeva se c'era

qualcosa da firmare per la scuola (me lo chiede sempre), le dicevo di

no, che non c'era niente. Alle maestre, che mi chiedevano ogni giorno

se avevo portato l'autorizzazione, dicevo sempre che l'avevo

dimenticata, che l'avrei portata l'indomani.

E continuavo a dire una bugia dopo l'altra col terrore che mi

scoprissero, o che mia mamma e la maestra si parlassero e venisse fuori

tutto. E' andata avanti così per dieci giorni.

I segreti di LauraIntervista immaginata dal CCR in base all'esperienza di una compagna

Per una città più bella: la solidarietàPer una città più bella: la solidarietà

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Cos'altro c'era, Laura?

Alla maestra ho detto anche un'altra cosa, ed era la prima volta che ne

parlavo con qualcuno. Le ho detto che avevo scoperto, da poco, che

anche i miei ci nascondono una cosa, a me e a mio fratello.

Le ho raccontato cosa avevo scoperto: ogni settimana la mamma esce

per “fare la spesa”, dice lei, allo stesso giorno e alla stessa ora, e torna

con una sporta che contiene sempre più o meno le stesse cose.... Ho

capito dove va!

Se quello che penso è vero, mi immagino come deve sentirsi, lei che è

stata sempre così brava a pensare a tutti e a organizzare tutto, e che

diceva sempre che ai figli “non deve mai mancare il necessario...”

Però adesso c'è una novità ...

Mio fratello e io abbiamo anche noi un segreto, ma è bello. Luca ha

trovato un lavoro in una pizzeria il sabato e la domenica.

Quando la cosa sarà proprio sicura (Luca non vede l'ora) lo diremo ai

nostri genitori.

Sarà il nostro regalo di compleanno per la mamma.

61

E poi, cos'è successo?

Poi la maestra... ha capito tutto. Un giorno, in ricreazione, senza che gli

altri sentissero, mi ha detto che bastava che portassi l'autorizzazione

firmata, che i soldi non servivano perché per le uscite didattiche la

scuola aveva a disposizione una somma per gli alunni con famiglie

numerose. Non le ho creduto (del resto la mia famiglia non è tanto

numerosa, col nonno siamo in cinque) però mi ha fatto piacere che

avesse capito e che cercasse di aiutarmi, così finalmente ho potuto dirle

la verità.

Cosa le hai detto, Laura?

Che non volevo dire alla mamma dell'uscita perché si sarebbe sentita

umiliata a non potermi dare i 30 euro, e si sarebbe sentita umiliata

anche ad accettare che me li desse qualcun altro; che tante volte la

sentivo parlare con mio papà (quando credevano che io non li sentissi)

delle difficoltà che c'erano per l'affitto e le bollette da quando mio papà

aveva perso il lavoro; che li vedevo spesso tutti e due preoccupati e

nervosi, che si arrabbiavano spesso con me e mio fratello anche senza

motivo; che mio fratello aveva dovuto lasciare il calcio anche se gli

piaceva tanto e rinunciare all'idea di andare all'Università l'anno

prossimo; che anche a me dispiaceva molto di non poter restare a

mangiare a scuola, soprattutto per i giochi che si fanno nel dopo-

mensa.

Ma poi c'era un'altra cosa…

Perché hai detto che stavi male, Laura?

Stavo male perché avevo detto una bugia a mia mamma. Anzi più di

una. E avevo detto anche delle bugie alle maestre. Ma come potevo

fare?

Cos'era successo?

È andata così. Le maestre avevano organizzato un'uscita di una giornata

per visitare un museo. Avevano preparato un foglio per i genitori per

spiegare l'uscita e chiedere di firmare l'autorizzazione e di darci 30 euro

per il pullman.

Io ho nascosto il foglio. Quando la mamma mi chiedeva se c'era

qualcosa da firmare per la scuola (me lo chiede sempre), le dicevo di

no, che non c'era niente. Alle maestre, che mi chiedevano ogni giorno

se avevo portato l'autorizzazione, dicevo sempre che l'avevo

dimenticata, che l'avrei portata l'indomani.

E continuavo a dire una bugia dopo l'altra col terrore che mi

scoprissero, o che mia mamma e la maestra si parlassero e venisse fuori

tutto. E' andata avanti così per dieci giorni.

I segreti di LauraIntervista immaginata dal CCR in base all'esperienza di una compagna

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Per una città più bella: la solidarietà

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Per una città più bella: la solidarietà

62

Page 70: Ccr libro completo web

Per stare bene insieme è importante conoscersi; se non conosci una

persona può succedere che pensi cose sbagliate sul suo conto e magari

hai paura.

Anche gli adulti tante volte non sono capaci di mettersi nei panni degli

altri; infatti Habeeb [un consigliere del CCR] ci ha raccontato che in città

è stato infastidito e preso in giro a causa del colore della pelle.

Secondo me non va bene che chiediamo ai compagni perché sono

andati via dal loro Paese, perché potrebbero provare dispiacere a dire

che nel loro Paese c'è qualcosa di brutto.

Roman ci ha raccontato che il momento più brutto per lui è stato quando

è entrato in classe per la prima volta: aveva paura, non capiva niente,

non poteva dire niente.

Amina mi ha detto che quando la mamma le ha comunicato che tutta la

famiglia sarebbe andata via ha pianto tutto il giorno. Le dispiaceva

lasciare i nonni, le zie e i cugini, aveva molta paura e pensava che,

siccome non sapeva l'italiano, nella nuova scuola non avrebbe capito

niente e sarebbe andata malissimo.

Alice mi ha raccontato che prima di partire dalla Cina le cugine le

avevano detto che gli italiani sono grandi il doppio di lei, allora aveva

molta paura. Poi, quando è arrivata, ha visto che non era così e la paura

le è un po' passata.

Irina ha portato a scuola dei dolci del suo Paese, ho visto che le veniva da

piangere.

Vasile era molto contenta quando ha raccontato, in classe, le cose belle

del suo Paese, i giochi che faceva, le feste.

Per una città più bella: la solidarietà

65

Ci sono classi in cui si gioca e si lavora insieme normalmente, nessuno

pensa alla provenienza delle persone e nessuno la considera

importante ai fini dello stare insieme.

In altre classi non avviene così, c'è diffidenza e chi non è italiano viene

preso in giro.

Anche nella vita sociale ci sono discriminazioni; abbiamo letto di due

genitori africani allontanati dall'ospedale in cui assistevano il figlio.

A volte i bambini stranieri hanno comportamenti particolari,

“disturbano”; lo fanno perché vivono disagi e sofferenze particolari,

per cui, come succede a tutti in questi casi, non riescono a concentrarsi

nel lavoro e a tranquillizzarsi.

È importante che chi arriva da un altro paese trovi compagni di cui possa

fidarsi.

Nella mia scuola vengono formati dei gruppi di stranieri e italiani per

favorire la conoscenza reciproca.

Chi è escluso dal gruppo e preso in giro di solito reagisce in maniera

sbagliata, così le difficoltà a stare insieme aumentano.

Sarebbe importante, per permettere ai compagni non italiani di

sentirsi a proprio agio, che tutti provassero a “mettersi nei loro panni”

per capire com'è difficile non sapere bene la lingua, le abitudini, ecc.

I compagni provenienti da altri paesi dovrebbero essere aiutati ad

“essere più forti”, cioè più consapevoli dei loro diritti.

Dovremmo essere consapevoli che la città e le scuole sono di tutti.

Chi è capace di instaurare buoni rapporti di collaborazione poi sta

meglio e fa vedere che l'amicizia e le relazioni positive fanno star bene

tutti.

È importante che i compagni nuovi che arrivano non vengano lasciati

soli, che vengano invitati a giocare.

METTERSI NEI LORO PANNI: COME STAR BENE INSIEME AI COMPAGNI E COMPAGNE NON ITALIANIRiflessioni emerse in un incontro del CCR nel corso del progetto “Colori” che

consisteva nella raccolta di storie di compagni/e venuti/e da lontano

Per una città più bella: la solidarietà

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Per stare bene insieme è importante conoscersi; se non conosci una

persona può succedere che pensi cose sbagliate sul suo conto e magari

hai paura.

Anche gli adulti tante volte non sono capaci di mettersi nei panni degli

altri; infatti Habeeb [un consigliere del CCR] ci ha raccontato che in città

è stato infastidito e preso in giro a causa del colore della pelle.

Secondo me non va bene che chiediamo ai compagni perché sono

andati via dal loro Paese, perché potrebbero provare dispiacere a dire

che nel loro Paese c'è qualcosa di brutto.

Roman ci ha raccontato che il momento più brutto per lui è stato quando

è entrato in classe per la prima volta: aveva paura, non capiva niente,

non poteva dire niente.

Amina mi ha detto che quando la mamma le ha comunicato che tutta la

famiglia sarebbe andata via ha pianto tutto il giorno. Le dispiaceva

lasciare i nonni, le zie e i cugini, aveva molta paura e pensava che,

siccome non sapeva l'italiano, nella nuova scuola non avrebbe capito

niente e sarebbe andata malissimo.

Alice mi ha raccontato che prima di partire dalla Cina le cugine le

avevano detto che gli italiani sono grandi il doppio di lei, allora aveva

molta paura. Poi, quando è arrivata, ha visto che non era così e la paura

le è un po' passata.

Irina ha portato a scuola dei dolci del suo Paese, ho visto che le veniva da

piangere.

Vasile era molto contenta quando ha raccontato, in classe, le cose belle

del suo Paese, i giochi che faceva, le feste.

Per una città più bella: la solidarietà

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Ci sono classi in cui si gioca e si lavora insieme normalmente, nessuno

pensa alla provenienza delle persone e nessuno la considera

importante ai fini dello stare insieme.

In altre classi non avviene così, c'è diffidenza e chi non è italiano viene

preso in giro.

Anche nella vita sociale ci sono discriminazioni; abbiamo letto di due

genitori africani allontanati dall'ospedale in cui assistevano il figlio.

A volte i bambini stranieri hanno comportamenti particolari,

“disturbano”; lo fanno perché vivono disagi e sofferenze particolari,

per cui, come succede a tutti in questi casi, non riescono a concentrarsi

nel lavoro e a tranquillizzarsi.

È importante che chi arriva da un altro paese trovi compagni di cui possa

fidarsi.

Nella mia scuola vengono formati dei gruppi di stranieri e italiani per

favorire la conoscenza reciproca.

Chi è escluso dal gruppo e preso in giro di solito reagisce in maniera

sbagliata, così le difficoltà a stare insieme aumentano.

Sarebbe importante, per permettere ai compagni non italiani di

sentirsi a proprio agio, che tutti provassero a “mettersi nei loro panni”

per capire com'è difficile non sapere bene la lingua, le abitudini, ecc.

I compagni provenienti da altri paesi dovrebbero essere aiutati ad

“essere più forti”, cioè più consapevoli dei loro diritti.

Dovremmo essere consapevoli che la città e le scuole sono di tutti.

Chi è capace di instaurare buoni rapporti di collaborazione poi sta

meglio e fa vedere che l'amicizia e le relazioni positive fanno star bene

tutti.

È importante che i compagni nuovi che arrivano non vengano lasciati

soli, che vengano invitati a giocare.

METTERSI NEI LORO PANNI: COME STAR BENE INSIEME AI COMPAGNI E COMPAGNE NON ITALIANIRiflessioni emerse in un incontro del CCR nel corso del progetto “Colori” che

consisteva nella raccolta di storie di compagni/e venuti/e da lontano

Per una città più bella: la solidarietà

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Per una città più bella: la solidarietà

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Per una città più bella: la solidarietà

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Page 74: Ccr libro completo web

E che progettare e lavorare insieme per il bene comune era

un'occasione preziosa per tessere legami tra le generazioni e per

educare alla cittadinanza attiva e alla responsabilità.

La collaborazione con i NATS

In Italia, e particolarmente nel Veneto, l'iniziativa è stata ripresa e

rilanciata, dal 2006, da NATSper, associazione che si occupa di progetti

per la tutela dei diritti dei bambini nel sud del mondo: il diritto alla

partecipazione (sancito dall'articolo 12 della Convenzione

Internazionale ONU sui diritti dell'infanzia), il diritto all'istruzione e il

diritto a un lavoro degno.

Da allora, ogni anno, in un giorno stabilito, la manifestazione si svolge in

varie città d'Italia.

I proventi della manifestazione vengono destinati, oltre che al sostegno

di situazioni locali, a progetti dei NATs a favore di bambini lavoratori cui

va assicurata la possibilità di un lavoro degno e la possibilità di andare a

scuola, o di bambini che rischiano di essere costretti al reclutamento

militare.

Un'esperienza di cittadinanza attiva

Crediamo che l'esperienza del Social Day rivesta un significato che va

ben al di là del risultato concreto di migliorare gli spazi pubblici e

sostenere iniziative di solidarietà sia nella nostra città che in altre realtà

lontane.

Crediamo che sia innanzitutto un'opportunità per promuovere la

collaborazione tra adulti e ragazzi e sviluppare, nei giovani, il senso di

appartenenza alla Città, cioè a una comunità più grande della famiglia e

Per una città più bella: la solidarietà

69

Grandi protagoniste, insieme al CCR, sono le Scuole della città,

ragazzi/e, genitori e insegnanti, ma anche le associazioni cittadine che

collaborano in vario modo.

La manifestazione si trasforma sempre in una grande festa colorata e si

chiude, a volte, con un “banchetto” finale organizzato dai genitori dei

ragazzi.

Intanto in molte scuole della città hanno luogo altre attività legate al

Social Day: quasi tutte le scuole del territorio si organizzano, infatti,

mettendo all'opera efficienti squadre composte da ragazzi e ragazze,

genitori e insegnanti, per curare e abbellire gli edifici scolastici e i cortili,

realizzare graffiti e murales, mettere a dimora piante, organizzare orti

didattici.

L'Amministrazione, fornisce i materiali alle Scuole e cura la logistica in

Piazza.

Un'iniziativa che ha radici lontane

L'idea del Social day viene da lontano, dai Paesi Scandinavi e dalla

Germania che, fin dagli anni '60, avevano istituito una giornata in cui

tutte le scuole restavano chiuse e gli studenti di tutte le età si

dedicavano ad attività lavorative i cui proventi andavano a sostenere

iniziative di solidarietà.

L'idea che stava alla base del progetto era che “sporcarsi le mani”

mettendo concretamente a disposizione degli altri il proprio tempo e la

propria fatica era molto più significativo che “dare” semplicemente il

superfluo.

Una giornata speciale

“Una mano a Mogliano” è lo slogan che il CCR, il Consiglio Comunale

delle Ragazze e dei Ragazzi, ha scelto per il Social Day, una

manifestazione che, nella nostra città, da qualche anno a questa parte,

è ormai un appuntamento rituale.

In cosa consiste?

In un giorno stabilito adulti e ragazzi/e si organizzano per svolgere

attività varie: vendere e comprare oggetti fatti mano e giocattoli,

raccogliere aiuti alimentari per sostenere le iniziative di distribuzione di

alimenti in città, raccogliere cancelleria per provvedere ad altre

necessità e libri per le Biblioteche, allestire piccoli laboratori, offrire

spettacoli e giochi.

Ma anche preparare e consumare spuntini, allestire e visitare mostre,

leggere e ascoltare racconti e riflessioni sui diritti dei bambini.

IL SOCIAL DAY:UNA GIORNATA PER LAVORARE INSIEME PER I DIRITTI DI TUTTI

I coordinatori del CCR

Per una città più bella: la solidarietà

68

Page 75: Ccr libro completo web

E che progettare e lavorare insieme per il bene comune era

un'occasione preziosa per tessere legami tra le generazioni e per

educare alla cittadinanza attiva e alla responsabilità.

La collaborazione con i NATS

In Italia, e particolarmente nel Veneto, l'iniziativa è stata ripresa e

rilanciata, dal 2006, da NATSper, associazione che si occupa di progetti

per la tutela dei diritti dei bambini nel sud del mondo: il diritto alla

partecipazione (sancito dall'articolo 12 della Convenzione

Internazionale ONU sui diritti dell'infanzia), il diritto all'istruzione e il

diritto a un lavoro degno.

Da allora, ogni anno, in un giorno stabilito, la manifestazione si svolge in

varie città d'Italia.

I proventi della manifestazione vengono destinati, oltre che al sostegno

di situazioni locali, a progetti dei NATs a favore di bambini lavoratori cui

va assicurata la possibilità di un lavoro degno e la possibilità di andare a

scuola, o di bambini che rischiano di essere costretti al reclutamento

militare.

Un'esperienza di cittadinanza attiva

Crediamo che l'esperienza del Social Day rivesta un significato che va

ben al di là del risultato concreto di migliorare gli spazi pubblici e

sostenere iniziative di solidarietà sia nella nostra città che in altre realtà

lontane.

Crediamo che sia innanzitutto un'opportunità per promuovere la

collaborazione tra adulti e ragazzi e sviluppare, nei giovani, il senso di

appartenenza alla Città, cioè a una comunità più grande della famiglia e

Per una città più bella: la solidarietà

69

Grandi protagoniste, insieme al CCR, sono le Scuole della città,

ragazzi/e, genitori e insegnanti, ma anche le associazioni cittadine che

collaborano in vario modo.

La manifestazione si trasforma sempre in una grande festa colorata e si

chiude, a volte, con un “banchetto” finale organizzato dai genitori dei

ragazzi.

Intanto in molte scuole della città hanno luogo altre attività legate al

Social Day: quasi tutte le scuole del territorio si organizzano, infatti,

mettendo all'opera efficienti squadre composte da ragazzi e ragazze,

genitori e insegnanti, per curare e abbellire gli edifici scolastici e i cortili,

realizzare graffiti e murales, mettere a dimora piante, organizzare orti

didattici.

L'Amministrazione, fornisce i materiali alle Scuole e cura la logistica in

Piazza.

Un'iniziativa che ha radici lontane

L'idea del Social day viene da lontano, dai Paesi Scandinavi e dalla

Germania che, fin dagli anni '60, avevano istituito una giornata in cui

tutte le scuole restavano chiuse e gli studenti di tutte le età si

dedicavano ad attività lavorative i cui proventi andavano a sostenere

iniziative di solidarietà.

L'idea che stava alla base del progetto era che “sporcarsi le mani”

mettendo concretamente a disposizione degli altri il proprio tempo e la

propria fatica era molto più significativo che “dare” semplicemente il

superfluo.

Una giornata speciale

“Una mano a Mogliano” è lo slogan che il CCR, il Consiglio Comunale

delle Ragazze e dei Ragazzi, ha scelto per il Social Day, una

manifestazione che, nella nostra città, da qualche anno a questa parte,

è ormai un appuntamento rituale.

In cosa consiste?

In un giorno stabilito adulti e ragazzi/e si organizzano per svolgere

attività varie: vendere e comprare oggetti fatti mano e giocattoli,

raccogliere aiuti alimentari per sostenere le iniziative di distribuzione di

alimenti in città, raccogliere cancelleria per provvedere ad altre

necessità e libri per le Biblioteche, allestire piccoli laboratori, offrire

spettacoli e giochi.

Ma anche preparare e consumare spuntini, allestire e visitare mostre,

leggere e ascoltare racconti e riflessioni sui diritti dei bambini.

IL SOCIAL DAY:UNA GIORNATA PER LAVORARE INSIEME PER I DIRITTI DI TUTTI

I coordinatori del CCR

Per una città più bella: la solidarietà

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Per una città più bella: la solidarietà

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Per una città più bella: la solidarietà

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Per una città più bella: la solidarietà

71

Per una città più bella: la solidarietà

70

Page 78: Ccr libro completo web

Il CCR, che permette alle diverse scuole di conoscersi, è

un'esperienza importante di continuità e rafforza nei ragazzi/e

il senso di appartenenza a un territorio.Sonia Angeloni, dirigente scolastica

Il CCR e le scuole

Il CCR è un'esperienza importante di democrazia.

È, quindi, un'opportunità importante offerta alle scuole: supporta il

lavoro degli insegnanti nell'educazione alla convivenza democratica

e offre a tutti i ragazzi e le ragazze della città l'opportunità

?di fare un'esperienza reale di democrazia eleggendo dei

rappresentanti che saranno chiamati a collaborare con le

Istituzioni

?di conoscere meglio le Istituzioni

?di diventare consapevoli dei loro diritti (la Convenzione obbliga

esplicitamente a favorire questa assunzione di consapevolezza)

?di diventare sensibili alla necessità di salvaguardare il territorio e

di rendere la città migliore in quanto più adatta a rispondere ai

bisogni dei bambini delle bambine

?di diventare cittadini responsabili

?di sentire l'appartenenza a una comunità più vasta della famiglia e

?della scuola della cui “felicità” sono chiamati da subito a sentirsi

responsabili

Tutte le scuole della città hanno collaborato attivamente, nel tempo,

con il CCR: organizzando le elezioni, partecipando a iniziative

importanti come la “Marcia per i diritti dei bambini” o il Social Day, o

le Raccolte Alimentari, condividendo con i ragazzi del CCR importanti

iniziative finalizzate all'educazione alla convivenza e al rispetto dei

diritti, alla solidarietà.

Molti insegnanti hanno sottolineato come l'esperienza del CCR è

fondamentale per supportare i loro sforzi per educare alla

cittadinanza secondo il dettato legislativo: le “Indicazioni nazionali”

sottolineano, infatti, l'importanza di creare “la condivisione di quei

valori che fanno sentire i membri della società come parte ci una

comunità vera e propria” e la necessità di “formare cittadini in grado

di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più

ampie e composite.” (Indicazioni Nazionali, cap. “Per una nuova

cittadinanza”).

Si sottolinea, inoltre, da parte di molti insegnanti, l'importanza del

CCR nell'ambito del richiamo alla “nuova dimensione di integrazione

tra scuola e territorio “ e alla “ sfida universale di apertura verso il

mondo e di pratica dell'uguaglianza nel riconoscimento delle

differenze” (Indicazioni Nazionali, cap. “La scuola nel nuovo

scenario”).

Il CCR e le scuole

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Page 79: Ccr libro completo web

Il CCR, che permette alle diverse scuole di conoscersi, è

un'esperienza importante di continuità e rafforza nei ragazzi/e

il senso di appartenenza a un territorio.Sonia Angeloni, dirigente scolastica

Il CCR e le scuole

Il CCR è un'esperienza importante di democrazia.

È, quindi, un'opportunità importante offerta alle scuole: supporta il

lavoro degli insegnanti nell'educazione alla convivenza democratica

e offre a tutti i ragazzi e le ragazze della città l'opportunità

?di fare un'esperienza reale di democrazia eleggendo dei

rappresentanti che saranno chiamati a collaborare con le

Istituzioni

?di conoscere meglio le Istituzioni

?di diventare consapevoli dei loro diritti (la Convenzione obbliga

esplicitamente a favorire questa assunzione di consapevolezza)

?di diventare sensibili alla necessità di salvaguardare il territorio e

di rendere la città migliore in quanto più adatta a rispondere ai

bisogni dei bambini delle bambine

?di diventare cittadini responsabili

?di sentire l'appartenenza a una comunità più vasta della famiglia e

?della scuola della cui “felicità” sono chiamati da subito a sentirsi

responsabili

Tutte le scuole della città hanno collaborato attivamente, nel tempo,

con il CCR: organizzando le elezioni, partecipando a iniziative

importanti come la “Marcia per i diritti dei bambini” o il Social Day, o

le Raccolte Alimentari, condividendo con i ragazzi del CCR importanti

iniziative finalizzate all'educazione alla convivenza e al rispetto dei

diritti, alla solidarietà.

Molti insegnanti hanno sottolineato come l'esperienza del CCR è

fondamentale per supportare i loro sforzi per educare alla

cittadinanza secondo il dettato legislativo: le “Indicazioni nazionali”

sottolineano, infatti, l'importanza di creare “la condivisione di quei

valori che fanno sentire i membri della società come parte ci una

comunità vera e propria” e la necessità di “formare cittadini in grado

di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più

ampie e composite.” (Indicazioni Nazionali, cap. “Per una nuova

cittadinanza”).

Si sottolinea, inoltre, da parte di molti insegnanti, l'importanza del

CCR nell'ambito del richiamo alla “nuova dimensione di integrazione

tra scuola e territorio “ e alla “ sfida universale di apertura verso il

mondo e di pratica dell'uguaglianza nel riconoscimento delle

differenze” (Indicazioni Nazionali, cap. “La scuola nel nuovo

scenario”).

Il CCR e le scuole

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Il CCR e le scuole

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Il CCR e le scuole

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Il CCR e le scuole

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Il CCR e le scuole

74

Page 82: Ccr libro completo web

Il CCR e le scuole

77

È stato bello, al Social day, riuscire a raccogliere tanti tanti soldi per i

progetti di sostegno ai bambini e bambine che devono lavorare per

aiutare la famiglia e anche poter andare a scuola. La mia scuola ha

raccolto più di tutte.

Mi è piaciuto incontrare, in Piazza, i miei amici che vanno in altre scuole

e vedere le bancarelle delle altre scuole.

Ogni mattina, quando arrivo a scuola, vedo la recinzione tutta colorata

(l'abbiamo dipinta durante il Social day) e mi fa allegria.

Dopo una mattina di duro lavoro ci siamo seduti tutti insieme in

giardino e abbiamo fatto festa. I genitori avevano preparato delle cose

buonissime da mangiare.

Sono stata contenta di vedere, in Piazza i cartelloni con le informazioni

sul CCR e sul Social day e le foto. Così tutti quelli che passavano

potevano guardare e conoscere il nostro lavoro.

È stato bello lavorare a scuola per preparare gli oggetti da vendere il

giorno del Social day. Tutte le classi hanno preparato qualcosa.

Sembrava un giorno di scuola in Piazza, perché c'erano tanti della mia

scuole e tante insegnanti.

Il social day è stata una giornata bellissima, speciale.

Più di tutto ci è piaciuto lavorare insieme a scuola, ragazzi e adulti:

genitori, maestre, nonni.

Sono stata contenta di portare all'incontro del CCR le proposte che

erano state raccolte nella mia scuola. Le abbiamo discusse tutti

insieme, a volte mi facevano domande per capire meglio e io mi

sentivo orgogliosa.

Al CCR ho raccontato di un'adozione a distanza, che ha fatto la mia

classe, di una bambina eritrea. Tutti mi ascoltavano attentamente e mi

facevano domande.

Sono stata felice perché durante il Social day ho visto che i miei genitori

erano orgogliosi di noi e della nostra scuola, perché vedevano che

anche noi ragazzi eravamo capaci di organizzarci e lavorare.

Ero molto contenta di andare in giro per la piazza a vendere oggetti,

perché molte persone compravano e mi chiedevano di che scuola

sono, cos'è il CCR, a cosa serviranno i soldi guadagnati, ecc.

Orgogliosi di noiOsservazioni dei consiglieri del CCR

Il CCR e le scuole

76

Page 83: Ccr libro completo web

Il CCR e le scuole

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È stato bello, al Social day, riuscire a raccogliere tanti tanti soldi per i

progetti di sostegno ai bambini e bambine che devono lavorare per

aiutare la famiglia e anche poter andare a scuola. La mia scuola ha

raccolto più di tutte.

Mi è piaciuto incontrare, in Piazza, i miei amici che vanno in altre scuole

e vedere le bancarelle delle altre scuole.

Ogni mattina, quando arrivo a scuola, vedo la recinzione tutta colorata

(l'abbiamo dipinta durante il Social day) e mi fa allegria.

Dopo una mattina di duro lavoro ci siamo seduti tutti insieme in

giardino e abbiamo fatto festa. I genitori avevano preparato delle cose

buonissime da mangiare.

Sono stata contenta di vedere, in Piazza i cartelloni con le informazioni

sul CCR e sul Social day e le foto. Così tutti quelli che passavano

potevano guardare e conoscere il nostro lavoro.

È stato bello lavorare a scuola per preparare gli oggetti da vendere il

giorno del Social day. Tutte le classi hanno preparato qualcosa.

Sembrava un giorno di scuola in Piazza, perché c'erano tanti della mia

scuole e tante insegnanti.

Il social day è stata una giornata bellissima, speciale.

Più di tutto ci è piaciuto lavorare insieme a scuola, ragazzi e adulti:

genitori, maestre, nonni.

Sono stata contenta di portare all'incontro del CCR le proposte che

erano state raccolte nella mia scuola. Le abbiamo discusse tutti

insieme, a volte mi facevano domande per capire meglio e io mi

sentivo orgogliosa.

Al CCR ho raccontato di un'adozione a distanza, che ha fatto la mia

classe, di una bambina eritrea. Tutti mi ascoltavano attentamente e mi

facevano domande.

Sono stata felice perché durante il Social day ho visto che i miei genitori

erano orgogliosi di noi e della nostra scuola, perché vedevano che

anche noi ragazzi eravamo capaci di organizzarci e lavorare.

Ero molto contenta di andare in giro per la piazza a vendere oggetti,

perché molte persone compravano e mi chiedevano di che scuola

sono, cos'è il CCR, a cosa serviranno i soldi guadagnati, ecc.

Orgogliosi di noiOsservazioni dei consiglieri del CCR

Il CCR e le scuole

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Il CCR e le scuole

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Il CCR e le scuole

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Il CCR e le scuole

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Il CCR e le scuole

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Il CCR e le scuole

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Il CCR e le scuole

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83

COORDINAMENTI DELLE ASSOCIAZIONI

CORO “LA VITA E' BELLA”

GAS

IL CASTELLO

LEVA CIVILE

NITE PARK FAMILY

GRUPPO PENELOPE

PENGO LIFE PROJECT

SE NON ORA QUANDO

SOMS

IL MUSICISTA CLAUDIO GARANZINI

Ringrazia

Le Amministrazioni che hanno seguito i progetti del CCR

tutte le persone e le associazioni che hanno collaborato

al percorso di ricerca e formazione dei ragazzi e degli adulti

NATSper Onlus di Treviso

Il prof. Francesco Tonucci del Progetto internazionale “La città dei

bambini”

Il prof. Valerio Belotti dell'Università di Padova

La prof. Lisa Cerantola dell'Ufficio del Pubblico Tutore dei Minori

Il prof. Christoph Baker dell'UNICEF

Lorenzo Bocchese di PIDIDA Veneto

I CCR e le Amministrazioni di Fano, Martellago e Rosà

Il Movimento di Cooperazione Educativa

Il CCR di Mogliano

ringrazia i ragazzi, le ragazze, i genitori e gli insegnanti delle Scuole

che, fin dall'inizio della sua attività, avviata nell'anno scolastico

2000/2001,

hanno collaborato partecipando alle iniziative e fornendo suggerimenti

Scuola primaria Collodi

Scuola primaria Dante

Scuola primaria Anna Frank

Scuola primaria Olme

Scuola primaria Piranesi

Scuola primaria Marco Polo

Scuola primaria Valeri

Scuola primaria Verdi

Scuola primaria Vespucci

Scuole secondarie del Primo e Secondo Istituto Comprensivo

Ringrazia

tutte le persone, le Associazioni e i Gruppi della Città

che hanno collaborato generosamente all'organizzazione

e alla buona riuscita degli spettacoli e

delle edizioni 2012, 2013 e 2014

del Social Day

CORO VOCI DEI BAMBINI INVIBILI

CORO COME TOGETHER

BOTTEGA ALTROMERCATO

Ringraziamenti

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83

COORDINAMENTI DELLE ASSOCIAZIONI

CORO “LA VITA E' BELLA”

GAS

IL CASTELLO

LEVA CIVILE

NITE PARK FAMILY

GRUPPO PENELOPE

PENGO LIFE PROJECT

SE NON ORA QUANDO

SOMS

IL MUSICISTA CLAUDIO GARANZINI

Ringrazia

Le Amministrazioni che hanno seguito i progetti del CCR

tutte le persone e le associazioni che hanno collaborato

al percorso di ricerca e formazione dei ragazzi e degli adulti

NATSper Onlus di Treviso

Il prof. Francesco Tonucci del Progetto internazionale “La città dei

bambini”

Il prof. Valerio Belotti dell'Università di Padova

La prof. Lisa Cerantola dell'Ufficio del Pubblico Tutore dei Minori

Il prof. Christoph Baker dell'UNICEF

Lorenzo Bocchese di PIDIDA Veneto

I CCR e le Amministrazioni di Fano, Martellago e Rosà

Il Movimento di Cooperazione Educativa

Il CCR di Mogliano

ringrazia i ragazzi, le ragazze, i genitori e gli insegnanti delle Scuole

che, fin dall'inizio della sua attività, avviata nell'anno scolastico

2000/2001,

hanno collaborato partecipando alle iniziative e fornendo suggerimenti

Scuola primaria Collodi

Scuola primaria Dante

Scuola primaria Anna Frank

Scuola primaria Olme

Scuola primaria Piranesi

Scuola primaria Marco Polo

Scuola primaria Valeri

Scuola primaria Verdi

Scuola primaria Vespucci

Scuole secondarie del Primo e Secondo Istituto Comprensivo

Ringrazia

tutte le persone, le Associazioni e i Gruppi della Città

che hanno collaborato generosamente all'organizzazione

e alla buona riuscita degli spettacoli e

delle edizioni 2012, 2013 e 2014

del Social Day

CORO VOCI DEI BAMBINI INVIBILI

CORO COME TOGETHER

BOTTEGA ALTROMERCATO

Ringraziamenti

82

Page 90: Ccr libro completo web

indice

85

I diritti dell'infanzia pag. 1

Convenzione Internazionale ONU sui diritti dell'Infanzia pag. 4Il CCR e i bambini lavoratori NATS pag. 8Sogni di bambine e bambini invisibili pag. 10Chiediamoci perché pag. 16

Adulti capaci di ascoltare pag. 21

Vorrei essere ascoltato… pag. 22Ascoltare Maria pag. 25

Il Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi pag. 29

Chi siamo e cosa facciamo pag. 32Tutto parte da un sogno pag. 36Accorgersi degli altri pag. 38Perché mi sono candidato/a pag. 41

Il CCR e la città pag. 45

Perché abbiamo bisogno dei bambini per salvare le nostre città? pag. 48Insieme per la città pag. 52

Per una città più bella: la solidarietà pag. 57

I segreti di Laura pag. 60Mettersi nei loro panni: come star bene insieme pag. 64Il Social Day: una giornata per lavorare insieme pag. 68

Il CCR e le scuole pag. 73

Orgogliosi di noi pag. 76

Ringraziamenti pag. 83

84

Page 91: Ccr libro completo web

indice

85

I diritti dell'infanzia pag. 1

Convenzione Internazionale ONU sui diritti dell'Infanzia pag. 4Il CCR e i bambini lavoratori NATS pag. 8Sogni di bambine e bambini invisibili pag. 10Chiediamoci perché pag. 16

Adulti capaci di ascoltare pag. 21

Vorrei essere ascoltato… pag. 22Ascoltare Maria pag. 25

Il Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi pag. 29

Chi siamo e cosa facciamo pag. 32Tutto parte da un sogno pag. 36Accorgersi degli altri pag. 38Perché mi sono candidato/a pag. 41

Il CCR e la città pag. 45

Perché abbiamo bisogno dei bambini per salvare le nostre città? pag. 48Insieme per la città pag. 52

Per una città più bella: la solidarietà pag. 57

I segreti di Laura pag. 60Mettersi nei loro panni: come star bene insieme pag. 64Il Social Day: una giornata per lavorare insieme pag. 68

Il CCR e le scuole pag. 73

Orgogliosi di noi pag. 76

Ringraziamenti pag. 83

84

Page 92: Ccr libro completo web

«Non basta più dare servizi ai bambini,

occorre restituire loro le città»

Romano Prodi

«I grandi non capiscono mai niente da

soli e i bambini si stancano a spiegargli

tutto ogni volta»

Antoine de Saint-Exupéry

«Noi siamo i bambini del mondo.

Noi siamo i bambini delle strade.

I bambini della guerra. Le vittime e gli

orfani dell'Aids.

Siamo i bambini le cui voci non

vengono ascoltate.

Ora è arrivato il momento di ascoltarci»

Gabriela Azurduy Arrieta, 13 anni,

Bolivia

inaugurazione della Sessione speciale

dell'Onu per l'infanzia riunita a New

York, 9 maggio 2002

Page 93: Ccr libro completo web

«Non basta più dare servizi ai bambini,

occorre restituire loro le città»

Romano Prodi

«I grandi non capiscono mai niente da

soli e i bambini si stancano a spiegargli

tutto ogni volta»

Antoine de Saint-Exupéry

«Noi siamo i bambini del mondo.

Noi siamo i bambini delle strade.

I bambini della guerra. Le vittime e gli

orfani dell'Aids.

Siamo i bambini le cui voci non

vengono ascoltate.

Ora è arrivato il momento di ascoltarci»

Gabriela Azurduy Arrieta, 13 anni,

Bolivia

inaugurazione della Sessione speciale

dell'Onu per l'infanzia riunita a New

York, 9 maggio 2002

Page 94: Ccr libro completo web