CATs parla di Paprjka

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13 12 CATS IN COPERTINA L argo ai giovani oggi è il motto preferi- to di chi non si scansa. Slogan troppo spesso abusato, ennesima promessa non sempre mantenuta. Così, Federi- ca Ceron, ragazza di 28 anni alle prese con una carriera tutta da costruire in anni di incertezza e precariato, si è creata un tempo suo, nella vita e nel lavoro, fatto di tante, inter- minabili idee e occasioni che l’aiutano a crede- re nel futuro, nonostante le notizie d’attualità che schiacciano. Un tempo a portata di mano. O meglio, a portata di polso, visto che la sua ultima sfida professionale, da quando ha deciso di fare l’imprenditrice di se stessa, è avere dise- gnato e commercializzato una linea di orologi. Lei che designer non è, bensì una ragioniera, con un conto aperto con il tempo. «Il giusto tempo per…» come lei definisce la sua corsa nella vita. In un’epoca dove, nei pun- tini di sospensione, Federica ci mette di volta in volta tutta la sua volontà di apportare novità in questo o in quel ambito. «Perché qui non si tratta tanto di rottamare le persone quanto di avere nuove idee, nuovi modi di interpretare la realtà. E questo lo possiamo benissimo fare noi giovani. Con la nostra energia, la nostra crea- tività». Puntualizza: «Per questo invito sempre i miei coetanei a reagire, a non soffrire quella sorta di “terrorismo”, passatemi il termine forte, sulla grave crisi sistemica che sta atta- nagliando il mondo occidentale e colpisce in maniera virulenta l’Europa. Oggi non è tempo di arrendersi. C’è molto altro a cui pensare alla nostra età che al fatto se per noi ci sarà o no la pensione, oppure lo stesso impiego fisso per quarant’anni come lo è stato per i nostri genito- ri, magari sotto casa. La nostra sofferenza deve trasformarsi in positiva insoddisfazione. Deve essere la molla che fa scattare in noi la giusta scelta per sconvolgere le regole. Anche le nostre personali, se non bastasse». Federica, che è nata a Brendola, ha una passio- ne che è talmente travolgente da lasciare a boc- ca aperta. Raramente si sente parlare qualcuno con tanto entusiasmo di quello che sta facendo, pensando già a quanto desidererebbe ancora fare. Da quando aveva 15 anni non ha mai ri- posto le valigie nell’armadio per più di qualche Ha fatto la gavetta, ha girato il mondo, parla quattro lingue e non teme il futuro. Federica Ceron da Brendola è una imprenditrice di 28 anni che si è fatta da sè e ha le idee chiare. «Piangersi addosso non serve, lo dobbiamo imparare subito. Oggi non è tempo di arrendersi» di LUISA DISSEGNA - ph. NICOLA ZANETTIN Ragazzi, adesso tocca noi Nella foto Diplomata in ragioneria, Federica ha maturato diverse esperienze e ha da poco lanciato una sua linea di orologi mese sconvolgendo la quotidianità della sua famiglia che definisce «semplice, ottimista e concreta». Stage di studio all’estero, gemellag- gi, lavori alla pari. Dopo aver con- seguito il diploma in commercio estero nel 2003, all’ex “Luzzati” oggi istituto “Ceccato” di Montec- chio Maggiore, ha vissuto in Ger- mania, in Inghilterra, in Irlanda fi- nanziando i suoi spostamenti con i soldi messi da parte facendo la barista, la came- riera in pizzeria nei weekend. «Una volta lì mi cercavo un impiego, perfezionavo la lingua. A Londonderry ho ideato una guida della contea per gli stranieri che si trasferivano per studio o lavoro. Un’agenzia di marketing ha appoggiato la mia proposta che è stata poi rea- lizzata» racconta. In meno di 10 anni ha poi girato l’Europa, i Paesi Arabi e il Cen- tro-Sud America per lavoro come impiegata commerciale in 4 realtà medio-piccole vicentine della con- cia, metalmeccanica e illuminotecnica. Raccon- ta: «Ho fatto la gavetta nelle officine facendo i test degli attrezzi per poi imparare a vender- Federica ha una passione che è talmente travolgente da lasciare a bocca aperta

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CATS IN COPERTINA

Largo ai giovani oggi è il motto preferi-to di chi non si scansa. Slogan troppo spesso abusato, ennesima promessa non sempre mantenuta. Così, Federi-ca Ceron, ragazza di 28 anni alle prese

con una carriera tutta da costruire in anni di incertezza e precariato, si è creata un tempo suo, nella vita e nel lavoro, fatto di tante, inter-minabili idee e occasioni che l’aiutano a crede-re nel futuro, nonostante le notizie d’attualità che schiacciano. Un tempo a portata di mano. O meglio, a portata di polso, visto che la sua ultima sfida professionale, da quando ha deciso di fare l’imprenditrice di se stessa, è avere dise-gnato e commercializzato una linea di orologi. Lei che designer non è, bensì una ragioniera, con un conto aperto con il tempo. «Il giusto tempo per…» come lei definisce la sua corsa nella vita. In un’epoca dove, nei pun-tini di sospensione, Federica ci mette di volta in volta tutta la sua volontà di apportare novità in questo o in quel ambito. «Perché qui non si tratta tanto di rottamare le persone quanto di avere nuove idee, nuovi modi di interpretare la

realtà. E questo lo possiamo benissimo fare noi giovani. Con la nostra energia, la nostra crea-tività». Puntualizza: «Per questo invito sempre i miei coetanei a reagire, a non soffrire quella sorta di “terrorismo”, passatemi il termine forte, sulla grave crisi sistemica che sta atta-nagliando il mondo occidentale e colpisce in maniera virulenta l’Europa. Oggi non è tempo di arrendersi. C’è molto altro a cui pensare alla nostra età che al fatto se per noi ci sarà o no la pensione, oppure lo stesso impiego fisso per quarant’anni come lo è stato per i nostri genito-ri, magari sotto casa. La nostra sofferenza deve trasformarsi in positiva insoddisfazione. Deve essere la molla che fa scattare in noi la giusta scelta per sconvolgere le regole. Anche le nostre personali, se non bastasse». Federica, che è nata a Brendola, ha una passio-ne che è talmente travolgente da lasciare a boc-ca aperta. Raramente si sente parlare qualcuno con tanto entusiasmo di quello che sta facendo, pensando già a quanto desidererebbe ancora fare. Da quando aveva 15 anni non ha mai ri-posto le valigie nell’armadio per più di qualche

Ha fatto la gavetta, ha girato il mondo, parla quattro lingue e non teme il futuro. Federica Ceron da Brendola è una imprenditrice di 28 anni che si è fatta da sè e ha le idee chiare. «Piangersi addosso non serve, lo dobbiamo imparare subito. Oggi non è tempo di arrendersi»

di Luisa Dissegna - ph. niCOLa ZaneTTin

Ragazzi, adesso tocca noi

Nella foto Diplomata in ragioneria,

Federica ha maturato diverse esperienze e ha da poco lanciato

una sua linea di orologi

mese sconvolgendo la quotidianità della sua famiglia che definisce «semplice, ottimista e concreta». Stage di studio all’estero, gemellag-gi, lavori alla pari. Dopo aver con-seguito il diploma in commercio estero nel 2003, all’ex “Luzzati” oggi istituto “Ceccato” di Montec-chio Maggiore, ha vissuto in Ger-mania, in Inghilterra, in Irlanda fi-nanziando i suoi spostamenti con i soldi messi da parte facendo la barista, la came-riera in pizzeria nei weekend. «Una volta lì mi cercavo un impiego, perfezionavo la lingua. A

Londonderry ho ideato una guida della contea per gli stranieri che si trasferivano per studio o lavoro. Un’agenzia di marketing ha appoggiato

la mia proposta che è stata poi rea-lizzata» racconta. In meno di 10 anni ha poi girato l’Europa, i Paesi Arabi e il Cen-tro-Sud America per lavoro come impiegata commerciale in 4 realtà medio-piccole vicentine della con-

cia, metalmeccanica e illuminotecnica. Raccon-ta: «Ho fatto la gavetta nelle officine facendo i test degli attrezzi per poi imparare a vender-

Federica ha una passione che è

talmente travolgente da lasciare a bocca

aperta

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li. Ho iniziato a fare la commerciale dalla reception». Fede-rica parla quattro lingue. Ora abita, ma ancora per poco, sul Lago di Garda, sponda bresciana, dove sta portando avanti due impegni da libera professionista: orologi e progettazione di software di illuminotecnica. Ma ha già in tasca un biglietto aereo per la Cina e in mente un trasloco nel modenese. «Io la definisco una stabile mobilità - spiega -. Un movimento che ha uno scopo, un fine ragionato. Nessun colpo di testa. E’ un po’ come muoversi su una scacchiera con l’obiettivo di fare scacco matto. Mi reinvento ogni volta ma con concretezza per raggiungere i miei obiettivi».Instancabile viaggiatrice, Federica a 28 anni ha già rifatto il passaporto tre volte perché non c’erano più pagine per i tim-bri. «Ho collezionato così tante saponette degli hotel, una per ogni notte trascorsa all’estero, che potrei lavare un branco di elefanti. Non mi sono mai fermata più di qualche giorno dietro la scrivania di un ufficio. In tutto quello che ho fatto ho sem-pre dato il massimo: non voglio negarmi alcuna opportunità». Racconta di non aver mai timbrato il cartellino solo con otto ore: «Quello che ho fatto fin qui mi è piaciuto. Ho sempre dato la mia totale disponibilità, ho fatto sempre del mio meglio per ripagare la fiducia che mi è stata data dai miei datori di lavoro. Così ho creato un po’ la mia fortuna un po’ mi è stata regalata dalla vita: i miei contratti sono sempre stati a tempo indeter-minato. Ho cambiato lavoro solo nel momento in cui avevo raggiunto l’obiettivo: l’avvio di un mercato estero, il raggiungi-mento di un budget. Ma mi ha sempre attirato il fare di più. Il potermi rimettere in gioco, il riprendere la mira ogni mattina con concretezza»Federica fino al 2011 ha fatto l’impiegata commerciale. Poi si è fermata, improvvisamente, per qualche mese. «C’era qualco-

Puntano soprattutto su commercio e servizi

Profili di media specializzazione, in primis nel commercio e nei servizi, rappresentano la stragrande maggioranza dei nuovi ingres-si nel mondo del lavoro, secondo l’elaborazione di Datagiovani. Tra le figure “high skilled”, di più alto profilo, ci sono analisti e progettisti di software, contabili, tecnici della vendita e cuochi. Ai primi posti del ranking delle professioni anti crisi, invece, ci sono i commessi (vedi, per esempio, i recenti investimenti e aperture an-nunciati dalla catena di fast food più famosa del mondo in Italia), i magazzinieri, i camerieri, gli impiegati e i segretari.

Nella foto Tra le figure “high skilled” analisti, progettisti di software e contabili

I mestieri anti crisi per i giovani

Sopra Nel 2011 Federica ha aperto uno studio di progettazione nel settore dell’illuminotecnica

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sa più bello da fare». Ed è stato così che il suo spirito creativo, che lei definisce anomalo ma concreto, da ragioniera, ha preso il sopravven-to. Con la sua grande capacità di reinventarsi ha rifatto le valigie ed è andata in Germania, in-vestendo la sua liquidazione prima in un corso di formazione software per illuminotecnica, poi su finanza e investimento. A soli 28 anni ha sco-perto che era già il momento di cambiare vita, di mettersi a lavorare in proprio. Ma soprattutto che la prima com-pravendita che si fa è su se stessi. Spiega: «Questo è stato il mio tempo migliore: per analizzar-mi, ricercare, per costruire, per creare un nuovo lavoro. A metà del 2011 è nato il mio studio di progettazione di illuminotecnica per ambienti. Lavoro molto con le medie-imprese dell’Est Europa. E poi sono nati i miei schizzi di orologi che qualche mese fa sono diventati una vera e propria linea che ho lanciato sul mercato ed ora sto commercia-lizzando».Ancora il tempo, tema viscerale in Federica che spesso guarda le lancette o chiede che ora

è, quasi non ne avesse mai abbastanza per fare tutto quando gli passa per la testa. «Il tempo è parte di me, per questo ho pensato di realizzare orologi. Ho sempre pensato di ritagliare il mio lavoro un po’ a mia immagine» spiega.Il suo ottimismo, la sua capacità di auto con-vincimento, la voglia di credere in se stessa, nelle cose fattibili e inaspettate hanno sempre convinto anche gli altri. Federica potrebbe es-

sere un esempio di antidoto per aiutare i giovani a combattere la crisi. «La scusa della crisi per me non funziona. Questa parola non c’è nel mio vocabolario, mi mette di malumore. Ho solo 28 anni se comincio ora a deprimermi non c’è scampo nel mio futuro. Credo, invece, ci sia ancora molto da fare. Così, mi guardo intorno e cerco di

capire che cosa funziona, cosa c’è di positivo. Sparo su cento per raccogliere quel dieci che mi dà da mangiare e magari un altro dieci che mi consenta di reinvestire nelle idee che mi vengo-no in mente. Io comincio sempre dal concreto». Infondo, neppure un “vortice” come Federica oggi può “raccontarsela” tutti i giorni!

«La scusa della crisi per me non funziona.

Ho solo 28 anni se comincio ora a

deprimermi non c’è scampo nel mio futuro»

L’IDENTIKIT DEI GIOVANI NEOASSUNTIGiovani più istruiti, ma anche più precari rispetto al passato

I giovani di oggi? Ahinoi, mai così tanti - uno su tre - è senza lavoro ma non perché sono “choosy”, schizzinosi e fannulloni come li hanno etichettati alcuni ex ministri. Un’analisi di Datagiovani, condotta sui neoassunti nel 2012, racconta un’altra storia: i giovani sono più precari (il 55% dei contratti ha un contratto di dipendete a termine), più istruiti, lavorano di più in orari “asociali” e nei weekend, sono pagati meno rispetto a cinque anni fa. Quasi un laureato su tre neoassunti rientra in questa categoria, contro il 27% del 2007. Pur di non rimanere a casa, dunque, questi ragazzi sono disposti a riporre l’attestato nel cassetto (il 59% ha un diploma e il 22% la laurea) in attesa di tempi migliori.

LA SITUAZIONE