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.4- settembre 2012 IL PONTE - Anno XXXXI Supplemento al n. 29 del 31 agosto 2012 de “IL NUOVO GIORNALE” Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948 Castagnola portami via

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N.4- settembre 2012IL PONTE - Anno XXXXI

Supplemento al n. 29 del 31 agosto 2012 de “IL NUOVO GIORNALE”Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948

Castagnola portami via

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La Parrocchia di Sarmata ha ricordato con un pellegrinaggio a Bedonia l’anno Mariano del 13 agosto

1954.

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Carissimi fedeli di Ponte dell’Olio,

ieri, celebrando la festa dell’Assunta, siamo stati invi-tati a ricordare che siamo pellegrini verso la “nuova Gerusalemme”, ove Maria è stata assunta in cielo. Oggi celebriamo San Rocco, vostro patrono; un pel-legrino d’eccezione, protettore dei pellegrini. Dopo aver lasciato i suoi beni, dalla Francia, la sua terra di origine, si mette in cammino per andare a Roma, sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo, alla ricerca dei segni di Dio nella memoria degli apostoli Pietro e di Paolo: diventa ospite negli alloggi di fortuna e si fa servo degli ammalati che incontra.Nel suo ritorno da Roma, san Rocco si è fermato qui a Piacenza servendo gli ammalati, curando gli appe-stati e diventando egli stesso malato di peste.La vita di san Rocco è segnata innanzi tutto dal pel-legrinaggio alla ricerca di Dio e dei suoi segni nella storia e poi dalla carità verso i fratelli. La parola di Dio che abbiamo ascoltato ci aiuta a fare memoria di san Rocco e a cogliere con gli occhi della fede alcuni aspetti signiicativi della vita di que-sto santo.Con il Salmo responsoriale che la liturgia ci ha pre-sentato – si tratta del Salmo 111, con il ritornello “Il Signore ama chi dona con gioia”, che abbiamo re-citato , possiamo dire che San Rocco è stato l’uomo giusto e timorato di Dio che ha donato i suoi beni con generosità ai poveri.

Ma possiamo subito chiederci: dove san Rocco ha at-tinto la capacità, la forza per vivere come uomo timo-rato di Dio e generoso con i poveri?La risposta ci è suggerita dalla prima lettera di san Giovanni apostolo, che la liturgia ci offre come pri-ma lettura. San Giovanni ci invita a contemplare con stupore l’amore di Dio per noi che si manifesta in modo straordinario nel dono del suo Figlio unigeni-to, mandato dal Padre “perché noi avessimo vita per lui” (1 Gv 4, 9). Coinvolti da questo amore di Dio, non possiamo vivere senza amare, ci dice l’apostolo Giovanni: “Se Dio ci ha amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (v. 11).San Rocco ha attinto dall’amore di Dio la capacità di amare, mettendo in pratica quanto abbiamo ascol-tato in questa lettera di Giovanni: la profonda fede di san Rocco in Cristo Gesù si è fatta carità verso il

prossimo più bisognoso.Il brano del Vangelo secondo Matteo, con la nota pa-gina del “giudizio inale”, evidenzia l’importanza decisiva della carità che san Rocco, ad imitazione di Gesù, buon samaritano, ha vissuto avvicinandosi ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito, curando e guarendo gli appestati.Davvero la benedizione di Dio “Venite, benedetti del Padre mio” – si è riversata su san Rocco, che è sempre stato consapevole di incontrare Cristo nella persona malata o bisognosa: « (…) quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’a-vete fatto a me» (Mt 25, 40).Cari fratelli, noi ci afidiamo all’intercessione di questo santo: gli afidiamo la nostra Chiesa, popolo di Dio in cammino. Sia un popolo che guarda a Dio, riconoscendolo come Padre, come l’unico vero bene. Sia un popolo che, riconoscendo che Dio è amore, vive nella carità operosa verso i fratelli bisognosi, malati. Afidiamo a san Rocco le nostre case, le no-stre famiglie, il ridente borgo di Ponte dell’Olio, la sua parrocchia: tra voi regni la concordia, il rispetto, la fraternità, lo spirito di solidarietà, la ricerca del bene comune.Preghiamo il Signore per intercessione di San Rocco perché illumini il cammino dei nostri giovani perché ritrovino il senso vero della vita e si liberino dalla schiavitù della nostra società consumistica.Preghiamo perché il Signore doni serenità alle nostre famiglie, doni forza e speranza a coloro che soffro-no a causa delle malattie, della povertà materiale e spirituale, doni compagnia alla solitudine degli an-ziani.L’esempio e l’intercessione di San Rocco ci aiutino a vivere una vita cristiana caratterizzata dall’amore verso Dio e dall’amore verso il prossimo. Amen.

Pontedell’Olio, 16 Agosto 2012 - festività di San Rocco.

Omelia del Vescovo mons. Gianni Ambrosio

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Don Dante in mezzo a noi Riportiamo l’omelia di don Dante pronunciata in occasione della festa del suo 50° di sacer-dozio a Pontedell’Olio

« È bello rendere grazie al Signore, è bello trovarci insieme, è bello tornare qui dove sono rimasto 23 anni, è bello celebrare con i sacerdoti che mi hanno aiutato, è bello alla domenica fare festa, fare riposo, sospendere la fatica e pregustare il riposo eterno.

Anche quando sono partito è stato bello, perché io partivo, don Angelo arrivava e don Roberto si fermava: in un'unica messa abbiamo messo dentro tutto ed era bello.

È bello cantare o Altissimo il tuo nome, è bello annunciare il tuo amore, ecco quello che facciamo oggi, an-nunciamo l’amore di Dio per noi, cantiamo l’amore di Dio.

È bello Signore annunciare la tua fedeltà, un amore che non viene mai meno. Lodare, pregare, cantare, con-templare è bello e quando ci troviamo insieme, ci fermiamo e poi riprendiamo il cammino con più coraggio.

Il profeta ci ricorda che il protagonista della storia è Lui , il Signore:“io prenderò un ramoscello, io lo pianterò su un monte alto ”ecco il Signore che guida, come il chicco piccolo piccolo che cresce e diventa un albero, e gli uccelli possono fare il nido alla sua ombra. Sia che dormiamo, sia che vegliamo il regno di Dio cresce, perché è Dio che porta avanti il suo progetto.

Un giorno ho chiesto a un bambino di seconda media a Bardi: ti piacerebbe fare il prete? -Lui mi ha risposto: dovrei essere proprio disperato!-Gli dotte: Guarda che io non ero disperato, stavo bene, a Fiorenzuola ci sono tutte le scuole, in famiglia ero il settimo non c’era problema, io ero contento quando ho fatto la scelta di diventare prete. E adesso dopo 60 anni se dovessi ritornare indietro farei ancora questa scelta-

Noi siamo qui stasera perché siamo tutti contenti di essere nelle mani di Dio uno strumento di salvezza, uno strumento d’amore. Di solito quando si contano gli anni, si piange un po’ per il bene non fatto, noi stasera invece, contando gli anni, annunciamo le cose belle che Dio ha fatto, più che guardare il negativo, guardiamo al positivo: i sacerdoti che ci hanno aiutato, don Pietro da Crema, don Piero Zanrei, don Angelo Sesenna, don Roberto Tagliaferri; i giovani che sceglievano la vocazione sacerdotale: don Paolo Tammi, nelle vacanze veniva qui e adesso è parroco a Roma, Padre Giancarlo Passerini, don Costantino, tutti giovani che ci aiuta-vano nel cammino.

Ecco, tutte cose belle e noi siamo qui per riconoscere che Dio ha lavorato, che Dio costruisce il suo Regno, che Dio è con noi e non ci abbandona mai. “Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi, per annunciare quanto è retto il Signore, mia roccia, in lui non c’è malvagità”il salmo ci aiuta a vivere questa giornata, a lodare e ringraziare Dio, a ricordare che tutto è grazia, che tutto è opera di Dio e che tutto viene da Lui. Sia lodato Gesù Cristo».

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Come ogni anno, per noi ragazzi di Pontedell'Olio si è svolta la tradizionale vacanza a Castagnola.

Sono stati 13 giorni che ognuno di noi porterà sem-pre nel cuore: naturalmente, oltre ai divertimenti, non sono mancati i litigi e le fatiche che, grazie alla buona compagnia e alla magia del posto, si dimenti-cano sempre in fretta. Perchè è proprio questo il bel-lo di Castagnola: quella casa, anche se non proprio adeguata, è comunque speciale e bellissima per tutti quelli che almeno una volta ci sono stati. La compa-gnia, anche se diversa ogni anno, è sempre molto afiatata e capace di regalare emozioni che dificil-mente si possono provare in un altro posto."Casta" è la fatica di andare sul Carevolo, ma la sod-disfazione di essere arrivati in cima; "Casta" sono le sere intorno al fuoco a guardare le stelle; "Casta" è prendersi una pausa dalla vita di sempre per vedere paesaggi bellissimi; "Casta" è il pallone che rotola giù per la stradina; "Casta" sono i panini con la co-toletta, i bagni in Aveto; il ritrovo mattutino in cortile a pregare. "Casta" sono le corse giù in refettorio per sedersi vicino all'amico; "Casta" è un'esperienza che ognuno di noi non dimenticherà mai.Se tutto ciò è stato possibile anche quest'anno, lo dobbiamo alle cuoche, al Carlo e alla Loredana, a

don Giuseppe, ai ragazzi e agli educatori, a tutti quelli che, nel loro piccolo, hanno contribuito a ren-dere quei 13 giorni davvero speciali.

Silvia Copelli - Alessia Campelli

Castagnola 2012

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Le Dolomiti, la Val di Non, il Monte Rosa, La Thui-le, Castagnola: tutti splendidi paradisi per chi ama

la montagna!A pensare alle differenze quasi mi trovo in dificoltà mentre se mi chiedono cosa li accomuna subito ri-spondo serenità, possibilità di passeggiate, sport, aria pura, scenari meravigliosi, poche ore d’auto da casa...Sono tutti splendidi paradisi dove poter portare i no-stri ragazzi per le prossime vacanze estive.E sì..perchè se da una parte stiamo facendo i conti di un’estate che sta inendo, già si guarda a quello che sarà e a quello che non è più. Castagnola ha dato tanto alle generazioni pontolliesi ma con tutta pro-babilità il prossimo anno i nostri ragazzi vedranno altre vette e non disperiamoci!!! Questi anni infatti hanno dimostrato che anche se i luoghi cambiano e i parroci si succedono, il gruppo dei ragazzi è sempre fantastico e torna dalle vacanze unito e felice. Ogni anno ci sono nuove persone e si intrecciano nuovi legami che poi continuano ad essere coltivati dopo i dieci giorni tra le nostre montagne.Certo dobbiamo parlarci chiaro: Castagnola, da chi ci ha trascorso le vacanze per quindici estati, non ver-rà dimenticata facilmente...la strada tortuosa e stretta verso quel gruppetto di case arpionate alla roccia come se fosse Dio a tenerle in piedi su quel crinale scosceso...Già immagino quando dirò ai miei igli:”Quì ho tra-scorso le mie vacanze quando avevo la vostra età” e loro mi ascolteranno stanchi e provati dal viaggio, magari dopo essere stati male più e più volte a causa delle continue curve... Resterà nel cuore il cartello “Salsominore”, un simbolo del “quasi arrivati” e poi

Castagnola portami via

inalmente il bivio che porta lassù ad ammirare le vette e le nuvole che corrono veloci. Ma saranno al-tri tempi e saranno altre località. I nostri ragazzi ora potrebbero cambiare e anche io ho voglia di cam-biare. Non succede nulla se in in dei conti il prossi-mo anno si scaleranno altri monti e non il Carevolo. I vostri igli portateli lo stesso a fare un giro in Val Trebbia. Rimane pur sempre una splendida valle. A noi spetta il compito di cambiare aria e organizzare qualcosa di diverso. Samu

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Dal 20 al 23 agosto i ragazzi

delle superiori di Pontedell'O-

lio sono stati ospiti a Marina di

Massa della casa vacanze della

parrocchia di Borgotaro, gesti-

ta da don Angelo Busi, ex par-

roco di Ponte. Un'esperienza

nuova che, visto l'entusiasmo

dei partecipanti, sarà da ripete-

re nei prossimi anni.

Pontedell’Olio: il Grest in parrocchia

Dal 23 luglio al 10 agosto noi bambini abbiamo avuto la possi-bilità di partecipare al "Grest ARCOBALENO" organizzato dalla

Parrocchia. Questa esperienza ci ha permesso di vivere momenti di amicizia, di divertimento e di condivisione. A volte ci sembrava di essere come una grande famiglia. Per questo ringraziamo tutte le persone che hanno lavorato per l'organizzazione di questa bella ini-ziativa. " Grazie mille" Isabel e Martina.

Il Grest all'Anspi ci è piaciuto perché è stata per noi un'esperienza fantastica, divertente ed emozionante in cui abbiamo conosciuto persone nuove, abbiamo imparato a collaborare, a condividere , a rispettarci vicendevolmente.Tutte le nostre giornate si aprivano con una preghiera e un canto " GRAZIE MILLE" Proprio così "GRAZIE MILLE" a tutte le persone che donando un po’ del loro tempo ci hanno permesso di vivere questa bella avventura.Rebecca Gaia Giorgia.

A me è piaciuto andare a questo Grest: la cosa più bella erano i giochi di squadra che venivano organizzati ogni mercoledì. E’ stato bellissimo perchè cercavamo di aiutarci e nessuno poteva dire cose brutte degli altri. Io spero di poterci andare anche l'anno prossimo. Sebastiano

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Foto Vittoria Rossi

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Resy: una certezza

Missione compiuta anche quest’anno! Diversi giovani

delle parrocchie di Vigolzone e Vil-lò hanno partecipato alla vacanza in alta Val d’Ayas, proposta dall’A-zione Cattolica diocesana. Lucia, Sara, Greta, Fabio e Samuele, Arian-na come educatrice e il seminari-sta Roberto per Vigolzone; Beatri-ce, Alessia, Giulia, Alice, Riccardo, Marco e Riccardo per Villò, insieme ad un’altra cinquantina di ragazzi ed educatori, sono saliti a Resy per trascorrere dieci giorni tra diverti-mento, rilessione e vita comune. Come sempre è stata un’esperienza ricca ed entusiasmante che, speria-mo, possa raggiungere con la sua forza anche la vita dei nostri gruppi e delle nostre parrocchie durante l’anno.Con la certezza che ognuno dei ragazzi che ha partecipato potrebbe offrire il proprio personale racconto di questi giorni speciali, abbiamo chiesto ad alcuni di loro di scriverli per tutti.Al prossimo anno allora, soprattutto perché altri ragazzi possano fare questa bella esperienza.

La prima salita a ResyFinalmente anch’io riesco a dire: “Ho fatto l’esperienza più bella della mia vita!”. E questo è avvenuto a Resy (Val d’Ayas). Sembra quasi un altro mondo quello di Resy, un posto tra le splendide montagne della Valle d’Aosta, a 2000 metri di altitudine, dove i ragazzi di diverse parrocchie, in poco tempo, si conoscono e si affezionano e, quan-do tornano a casa, sentono subito la nostalgia e non aspettano che l’anno successivo per una nuova vacanza a Resy. Non è facile scrivere qualcosa su Resy, perché Resy non si racconta, non si scrive, Resy di Vive!Resy è stata una vacanza molto attesa. Una vacanza rilassante e divertente…Dove si fanno lunghe camminate, anche faticose, ma che fatte insieme agli altri, diventano leggere, divertenti e spensierate. La vacanza in cui la sera non si vorrebbe mai andare a letto perché il cielo stellato a 2000 metri ha qualcosa di magico. La vacanza in cui grazie ai momenti di rilessione e di preghiera si fortiica la tua fede.Una vacanza breve, dove grazie agli educatori, agli addetti alla casa e alla cucina e a tutti i ragazzi, ti senti a casa tua! Resy è la cvacanza indimenticabile che tutti dovrebbero provare. Lucia

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Resy 2012…la vita comune

“Vita Comune”: questo è il tema che ha accompagnato noi giovanissimi nel cammino di Resy 2012. In dieci giorni abbiamo saputo condividere tutto; in dieci giorni abbiamo condiviso la nostra vita. A partire dalle gite che erano un modo per vivere insieme la bellezza della natura e la fatica della camminata. Tutti quanti viviamo la nostra parte di vita comune, ma lo facciamo assieme agli altri? 54 giovanissimi e gli educatori hanno provato a condividere tutto ( o quasi ) : beni materiali, tristezze, amori, sogni, paure, speranze, sensa-zioni. Fino a creare una squadra, pronta a vincere o a perdere le scommesse della vita, ma sempre insieme. Abbiamo gioito e rilettuto, poiché vivere insieme è condividere ed è bellezza, che si trasforma e cambia per abbracciare tutti. Abbiamo analizzato testi ed emozioni per cercare di collocare meglio la nostra vita, noi stessi nel mondo. C’era sempre lui, il tema “ Vita Comune”, scritto a caratteri cubitali nelle nostre menti e c’e-ravamo noi, desiderosi di metterlo in pratica. E senza rendercene pienamente conto abbiamo fatto del tema la scintilla che ha animato la nostra permanenza lassù. Per un “novellino” o un “ abbonato” Resy è sempre casa: è luogo d’incontro e testimonianza, di confronto, di consapevolezza e di mistero, di parole e silenzi, di rilessioni e di sensazioni, di fede e di perdono. Resy è questo e tanto altro, Resy siamo noi che l’abbiamo vissuto e Resy è anche la nostra “Vita Comune”. “ Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!” ( Salmo 133 ( 132) ).

Alessia e Beatrice

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Da Vigolzone a Rompeggio

Anche quest'anno ho voluto partecipare ad una vacanza favolosa, proposta dalla parroc-

chia. Il 21 partimmo. Arrivati la canonica di Rom-peggio era sommersa da ragazzi, che erano li per scoprire nuove avventure. Grazie agli educatori abbiamo passato una settimana favolosa, piena di gioia e felicità.Grazie ad Alba e a Sabrina abbiamo mangiato con gusto al ritorno dalle nostre faticose passeggiate.Con il nostro parroco, Don Piero con l'aiuto del seminarista Roberto, abbiamo detto una bellissi-ma messa in un bosco, e facendo tutto questo ci

ha fatto avvicinare ancora di più a Dio.Quindi si può solo dire: grazie per questa nuova emozione, indescri-vibile!!!! All'anno prossimo!

Monica

Per me è stata la prima vacanza con la parrocchia e anche se non sapevo bene cosa aspettarmi è stata un'esperienza bellissima.

Le giornate erano organizzate dagli accompagnatori e noi dovevamo essere veloci a prepararci e puntuali per le varie attività:camminate, giochi e qualche Messa.Le camminate erano faticose ma alla ine trovavamo sempre dei buoni pranzetti per ricaricarci.I momenti per me più divertenti sono stati durante il tempo libero, trascorso in camera con le amiche a chiacchierare e scherzare.E' stato bello stare per qualche giorno senza mamma e papà!!!

Emma

Rompeggio e' stata un'esperienza indimenticabile. I pianti e la ma-linconia dei primi momenti si sono trasformati in gioia, risate e

divertimento. Ho avuto la possibilita' di approfondire l'amicizia con persone che non conoscevo bene, grazie per la bellissima settimana.

Greta, Monica

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Ho preso parte ad un corso per educatori, ed il passo successivo era per me chiaramente la

messa in pratica di quanto appreso. Così ho accolto l’invito di Don Piero per partecipare come educatore al campeggio estivo della parrocchia.Al primo incontro con gli educatori ed i genitori dei ragazzi, qualche volto familiare sparso qua e là c'era, il resto novità assoluta. Nel complesso non erano tanti ma, alla ine, i partecipanti al campeggio risul-tarono 53. Nei giorni seguenti, mi abituai con facilità, all'idea del campeggio, allo spazio che dentro di me avrei dovuto fare a tanti volti nuovi per i quali, come educatore, avrei dovuto essere un sicuro punto di riferimento. Finalmente, quel 21 luglio aveva aperto gli occhi sot-to un cielo incerto, nuvoloso. Durante il viaggio che condivisi con Don Piero si discusse delle attività che avremmo proposto ai ragazzi, della casa e del salone che ci avrebbero ospitato, del modo con cui avrem-mo organizzato le giornate. Quando arrivammo il cielo era limpido e quello fu il primo momento in cui mi trovai in mezzo a loro... tutti in pista, dunque, e subito. Tre semplici parole per dire molto molto di più, scritte sui berretti di colori diversi a seconda del gruppo di appartenenza. La giornata, che ci ha visto esplorare quei posti, nuovi per molti, si con-cluse con una grandinata che ci costrinse a ritornare al nostro “rifugio” anzitempo. Nel dopo cena, mi resi conto che eravamo un grup-po eterogeneo, fatto da bambini e ragazzi più gran-di, ma un gruppo che voleva e forse anche aveva bisogno di stare insieme. Le lodi mattutine preparavano noi educatori alla giornata che iniziava all'incirca verso le 8:00 con la sveglia e il successivo momento di rilessione e

preghiera nel campo, accompagnato dallo stretching che Alberto, uomo di sport, dirigeva con grande mae-stria ed energia Mercoledì, al culmine del nostro campeggio, dopo passeggiate brevi anche se faticose,abbiamo affronta-to una marcia di circa tre ore e un quarto che ci ha portati ad una lo-calità denominata “Vecchia Dogana” . Una piccola impresa nella quale i più grandi sentivano di dover aiu-tare i bambini che comunque han-no dimostrato grande spirito di sa-criicio. In quello stesso mercoledì i più temerari toccarono, partendo

proprio dalla Vecchia Dogana, la vetta del monte Crociglia, dove il silenzio veniva scosso solo dall'aria pulita che rendeva libera l'anima libera e più vicino il cielo. Un altro intenso momento di vita comunitaria fu la messa al campo, celebrata il giorno successivo. Tutti in pista dunque per sistemare grosse pietre con funzione di altare, altri per raccogliere muschio per addobbo, altri ancora si diedero da fare per preparare canti e preghiere. Dopo una settimana vissuta senza un attimo di tre-gua ma con mille soddisfazioni sembrò opportuno a noi educatori fermarci e rilettere. Per questo de-cidemmo che fosse giusto che ognuno scrivesse il proprio pensiero sull’esperienza ancora in corso.. Venerdì sera, dopo una giornata tranquilla e forse anche malinconica, i nostri commenti vennero letti a sorte intorno ad un grande falò costruito con la legna che avevamo raccolto nel bosco. Da quei fogli di carta emersero anche gli aspetti negativi della set-timana, ma gli errori servono per crescere e matura-re. Davanti al falò, rividi le immagini di quei giorni: i sorrisi , il sostegno atteso dai piccoli che cercavano le mani dei “grandi” nei passaggi “dificili” nelle cam-minate, la loro corsa libera nei giochi, gli abbracci, il modo affettuoso con cui mi chiamano “Pinuccio”. Le lacrime bagnarono il mio viso e quello di altri ra-gazzi; ci stringemmo in un abbraccio forte, intenso.Nel viaggio di ritorno la radio annunciava l'inizio delle gare olimpiche ma, sebbene appassionato di sport, non riuscivo a non pensare a Rompeggio e a quel campanile che non ebbi il coraggio di guardare per un'ultima volta. Lucio Battisti cantava: “Tu chia-male se vuoi emozioni” e io non trovo altro termine per descrivere quei momenti.

Gm

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Quest’anno in quella che da ormai tre anni è di-ventata la “nostra” vacanza, alcune cose sono

cambiate … la location della nostra “avventura”, il numero praticamente raddoppiato dei ragazzi che vi hanno partecipato, il Don che ci accompagnava con l’aiuto di Roberto … altre invece non sono cam-biate, e probabilmente non succederà mai, come la nostra voglia di fare e di partecipare, e soprattutto quella dei nostri educatori, senza i quali la vacanza non si sarebbe potuta realizzare … Le giornate a Rompeggio sono state sinonimo di stare insieme, collaborare, vivere nella semplicità di essere quello che si è, tutti i momenti … ma soprattutto condivi-dere e aiutare i nostri “compagni di avventura” supe-rando le differenze di età e prestando attenzione ai bisogni di chi ci stava vicino. Personalmente, credo

che queste vacanze rimarranno nella memoria di tut-ti, dai più piccoli che non dimenticheranno queste giornate perché per loro sono state le prime vissute senza genitori e “lontano” da casa ,vivendo con co-raggio esperienze nuove, a noi un po’ più grandi che abbiamo qualche esperienza in più “sulle spalle”… mi auguro che queste vacanze possano continuare ad essere fatte perché sono un’occasione per cresce-re come persone e per provare a “cambiare vita” per sette giorni che in realtà sembrano poi molti meno.

Stefania P.

La vacanza a Rompeggio è stata come dire... di-versa!! io, che ho partecipato a tutte e due le

vacanze precedenti, sento in modo particolare la differenza tra le due. Rompeggio è essenzialmente:

risate (troppe!), rapporto con i ragazzi e gli educatori (tanti ragazzi!), qualche ca-volata (perdonata), passeggiate (stancanti ma belle e appaganti), un iume di ricor-di che ritornano (e non sto parlando solo del Nure), i bastoni che abbiamo portato per fare il falò (uno dei più belli a cui ho partecipato, senza dubbio!), e molte altre cose!! … ma Rompeggio è anche amicizia, con-divisione e collaborazione, e pazienza senza delle quali non sarebbe stato possi-bile fare questa splendida vacanza ...

Martina M.

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Vacanze a Torrio

Anche quest’ anno gli allenatori della Polisporti-va Pontolliese hanno accompagnato i bambini

a Torrio e hanno condiviso giorni di giochi e di-vertimento. Di seguito i pensieri dei bambini e dei genitori:- Gli amici di sempre, grandi e piccoli, le chiacchiere, le ri-

sate, le urla davanti alla tv. Addormentarsi e svegliasi sem-

pre fra di noi, giocare, allenarsi e poi tornare a mangiare

insieme, anche apparecchiare e ubbidire aveva un sapore

diverso… si faceva e si rifaceva quasi con piacere! E’ ini-

to in fretta anche quest’anno, sono tornato a casa senza

voce, isicamente a pezzi ma con la testa piacevolmente

piena di quelle voci, quelle urla, quelle risate! Mattia

- Che gioia arrivare a Torrio, vedere il campanile e il cam-

po di calcio che per un anno ci hanno aspettati. Qui si

risalda l’amicizia, si condividono esperienze e come ogni

anno il monte Crociglia ci accoglie stanchi, sudati ma

felici. Un grazie speciali a tutti gli allenatori che hanno

organizzato e lavorato tanto perché tutto si svolgesse nei

migliori dei modi. Thai

- La mia prima esperienza a Torrio è stata molto bella ma

quello che mi è piaciuto di più è stato guardare il panora-

ma con i miei amici dal monte Crociglia. Luca Paganelli

- L’esperienza di Torrio per me è stata fantastica. Abbia-

mo giocato a calcio a più non posso, abbiamo camminato

ino sul monte Crociglia e ci siamo divertiti con il calcio

balilla e il ping-pong. Abbiamo fatto tornei con la play e a

calcio tennis e alla sera ci siamo goduti le partite dell’eu-

ropeo scommettendo sui risultati per ottenere un ambitis-

simo premio: l’immunità per sparecchiare e apparecchiare

la tavola. Gianluca

- E’ stato bello a Torrio, mi piacerebbe ritornarci anche il

prossimo anno. Grazie agli allenatori. Cristian

- Quest’ anno sono andato a Torrio con i miei amici di

calcio. Mi sono divertito tanto anche se gli allenamenti

erano stancanti. Mi è piaciuto stare con i miei amici e

gli allenatori perché i miei amici mi facevano ridere e gli

allenatori mi aiutavano a fare meglio il portiere. Grazie

a tutti. David

- A Torrio mi sono divertito molto in tutte le occasioni:

gli allenamenti, la camminata, i pasti e i momenti in cui

stavamo in casa. Io sono stato in camera con Giacomo e

Ted: c’era un casino! La cosa più bella è stata passare con

i miei amici e con i miei allenatori facendo uno sport che

mi piace. Matteino per sempre il vostro portiere. Matteo

- Anche quest’anno l’ esperienza di Torrio è stata fantasti-

ca, ineguagliabile: allenamenti con gli amici, una bella

festa del paese ed una camminata molto lunga ed impe-

gnativa al monte Crociglia che mi ha affaticato tantissi-

mo! Quest’ anno oltre ai ragazzi del 2000 c’erano anche

dei nostri amici più piccoli con cui siamo stati benissimo

e ci siamo divertiti molto. Luca Mazzocchi

- Andare a Torrio per me è stata un’ esperienza bellissima

perché è una delle prime volte che dormo lontano dai miei

genitori e con i miei compagni. Mi sono trovato molto

bene, l’aria era fresca e pulita e il luogo era accogliente.

Le camere di tanti colori e con delle coperte molto colo-

rate. Ringrazio molto gli allenatori di averci fatto passare

dei giorni bellissimi. Mi sono divertito molto e spero che

anche il prossimo anno ci sia questa gita.

Giacomo Capra

- A Torrio, come l’anno scorso, mi sono divertito molto

con i miei compagni. Quest’anno il gruppo si è allargato,

si sono aggiunti alcuni bambini del 2002. Voglio trovare

un “difetto” di questo ritiro: è troppo corto.

Giacomo Balderacchi

- Torrio è stata un’ esperienza fantastica vissuta con i no-

stri simpaticissimi allenatori. Allenamenti, camminate e

non sono mancate partite di ping-pong, calciobalilla e

l’ immancabile playstation. Un giorno siamo andati sul

Crociglia eravamo stanchissimi, compreso me. L’ ultima

sera a Torrio i nostri mister ci hanno fatto divertire con le

ammucchiate. I nostri mister sono anche molto generosi

perché, prima di tornare a casa, hanno regalato un pal-

lone a ogni bambino. Nicolò Marippi

- Quest’anno come tutti gli altri ero felicissimo di andare

a Torrio perché si sta con gli amici e ci si diverte un mon-

do. E’ stata un’ esperienza molto bella e aspetto con ansia

il prossimo anno. Federico Ferroni

- Ai miei allenatori vorrei dire… a Torrio mi sono diver-

tito molto soprattutto per la compagnia, il gioco e l’ami-

cizia che ho respirato. Voi avete reso questo posto “spe-

ciale” e divertente con i vostri giochi e le vostre battute.

Nonostante vi facessimo arrabbiare, voi trovavate sempre

il modo per farci divertire. Mi è molto dispiaciuto tornare

a casa, ma spero che il prossimo anno tutto questo si possa

ripetere. Grazieeeeeee!!! Nicolò Gelmini

- Per me la gita a Torrio è stata un’esperienza bellissima.

L’unico giorno che non mi è piaciuto è quando abbiamo

fatto una lunga camminata: mi sono stancato da matti.

Ringrazio i miei allenatori e abbraccio tutti.

Riccardo Capra

- Eccoci … a Torrio per trascorrere insieme agli allenato-

ri e agli amici quattro giorni fantastici, pieni di diverti-

mento. Ogni minuto passato insieme tra allenamenti che

includevano bellissimi tornei, tra partite con la play sce-

gliendo squadre bizzarre tipo Togo o Costa Rica e a ping

– pong oppure semplicemente coricati a letto scherzando

e giocando a nascondino conidandoci i nostri segreti,

è stato indimenticabile. La sera guardavamo sempre le

partite degli europei seguendo grandi squadre. I lavori

duri, preparare e apparecchiare toccava a noi ragazzi

ma anche questo era vero divertimento. Il giorno dopo

in piedi a far colazione con pane e nutella come la vera

nazionale italiana. Certo anche quest’ anno non è man-

cata la passeggiata sul monte Crociglia, stancante ma

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entusiasmante. Al sabato sera instancabili siamo andati

a una festa, dove abbiamo giocato a calcio ino a tardi.

L’ addio è stato doloroso ma sapevamo che ci aspettava e

vivevamo già nell’ attesa della prossima estate … un’ altra

meravigliosa settimana a Torrio. Per ricordare questo riti-

ro gli allenatori ci hanno donato un pallone. E’ stata una

bellissima esperienza con nuovi compagni e “vecchi” ma-

gici e fantastici allenatori. Un saluto da Torrio … ciao …

Giancarlo

- Il ritiro di Torrio è per me il più grande divertimento di

tutta l’ estate, perché ci si diverte con gli amici facendo

attività isica, conoscendosi più a fondo e si impara a sta-

re tutti insieme senza i nostri genitori che ci controllano.

Il momento più bello era alla sera quando stanchi per la

giornata si andava a letto a chiacchierare in relax ino a

notte fonda. Carlo

- Questi giorni sono il culmine di una stagione di sport e

divertimento, in cui secondo noi, si consolidano i rapporti

tra ragazzi e i loro allenatori. Questo rapporto è speciale e

unico che li aiuta a diventare un po’ più grandi di anno

in anno nel rispetto reciproco. Sicuramente il ricordo di

queste vacanze rimarrà per sempre nei loro cuori, come

tutte le partite, tutti gli allenamenti, tutti i momenti passati

insieme. Grazie a tutti voi. Mamma Enza

- Grazie di cuore ai ragazzi che anche quest’ anno han-

no regalato ai nostri igli una vacanza indimenticabile

a Torrio: giochi, divertimenti, scherzi, fatiche non sono

mancati, ma soprattutto regole … Regole dello stare insie-

me, dividersi i vari compiti per una rispettosa convivenza,

confrontarsi, conidarsi vincendo quella timidezza che

per i nostri igli a volte è un passaggio insormontabile e

solo con le dovute stimolazioni riescono a superare. Gra-

zie allenatori, come sempre avete concluso con “onore” il

lavoro costruito durante l’ anno raggiungendo al massi-

mo gli obiettivi! Mamma Adele

- Sono molta soddisfatta di vedere Federico così felice e

spensierato. Un grazie di cuore a tutti i mister che rendono

così speciale questa vacanza dedicando una parte della

loro vita ai nostri igli. Grazie ! Mamma Roberta

- Anche quest’ anno è arrivato il grande momento tanto

atteso: partenza per Torrio. E’ una storia ormai “vecchia”,

da tre anni i ragazzi della Polisportiva Pontolliese si ri-

trovano, seguiti dai loro allenatori, in questo paesino di

montagna. Ogni volta, però, è trepidazione, attesa e no-

vità. Sono solo quattro giorni di soggiorno, ma sembra la

tappa più importante di tutto l’ anno, in questo calmo e

tranquillo angolo verde l’ amicizia, quella vera, la con-

idenza, la spensieratezza e la condivisione di problemi

e gioie, raggiungono il culmine e sembrano rapire questi

ragazzi da una vita a volte già troppo impegnativa, sche-

matica, fredda e vuota di veri valori per trasferirli in una

felice parentesi di spensieratezza e rigenerazione. Qui

hanno tutta la possibilità di allenarsi in quello che loro

considerano lo sport più bello, di correre, sfogarsi e “di-

sintossicarsi” dai genitori e dai loro piccoli impegni, liberi

inalmente con persone adulte che si occupano di loro ma

che riescono a stabilire un rapporto diverso, sempre di re-

ciproco rispetto, ma più in sintonia, capaci di coinvolger-

li, dando a loro iducia, capendoli, aiutandoli a liberarsi

dai loro grandi segreti in un clima di conidenza e condi-

visione totale. “Allenatori” di vita in questo caso e non solo

insegnanti di regole indispensabili, impartite in un con-

testo di uguaglianza, di sida non competitiva ma di aiu-

to reciproco. E i genitori cosa provano in questo “lungo”

distacco? Credo che non possono che leggere negli occhi

dei suoi igli la gioia alla partenza, la nostalgia al ritorno,

ma soprattutto i segni di una crescita e apertura verso il

mondo con la iducia di abbandonare i loro igli in mani

amiche, competenti con tanta pazienza, umanità e vo-

glia di dedicare le loro energie e giovane entusiasmo a un

mondo in crescita, d'altronde è la grande passione e l’ im-

pegno che li contraddistingue e tutto questo in ogni giorno

dell’ anno, dedicando tanto tempo e credendo con tutti

se stessi in questi piccoli ragazzini. A Torrio tutto è vita,

tutto è perfetto, tutto è stupendo, ma come ogni cosa bella

purtroppo inisce, giunge il momento del ritorno e una

volta a casa quello che maggiormente manca è la magia

della semplicità dei rapporti umani e la nostalgia per tutto

quel mondo che bisogna aspettare ancora un anno perché

possa ritornare. Mamma Camilla

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la nostra emittentecominciata ancora presto con il riportare in-dietro tutta l'attrezzatura, era itta d'impegni. Si cominciava alle 9:00 con l'inaugurazione della Fiera del Bestiame e si proseguiva alle 10:00 con la Messa in San Rocco celebrata dal Ve-scovo Mons. Gianni Ambrosio. In teoria tutto, guardando gli orari, doveva ilare per il verso giusto. Ma, guardacaso, non è stato così. L'i-naugurazione della Fiera del Bestiame è av-venuta con diversi minuti di ritardo: il tempo di qualche ripresa ambientale e del taglio del nastro tricolore ed era già ora di correre in San Rocco: stava per cominciare la messa. La tele-camera è arrivata comunque appena in tempo. Si, il tempo che serve perchè cada la corrente nelle prese che alimentano le nostre attrezza-ture. La corrente, per fortuna, torna e la diret-ta può riprendere. Il cameraman Gianluca si destreggia nei primi piani, mentre una telecamera issa posta in fondo alla chiesa ci permette di avere una visione generale. La scelta è stata vincente: gli spettatori da casa hanno potuto seguire la celebra-zione in modo chiaro, magari allietati dal sofio di un ventilatore. A mezzogiorno una pizza al volo ed eravamo pronti per un altro pomeriggio in prima linea. Parlavamo del pomeriggio, ancora caldissimo, in cui abbiamo cercato di raccogliere ulteriori offer-te. Sapevamo che sarebbe stato un pomeriggio difi-cile per i nostri salvadanai: parenti e amici avevano offerto già il giorno prima, dovevamo contare solo su aiuti esterni. Abbiamo quindi deciso di passare al contrattacco. Marketing aggressivo e disponibilità, questa era la nostra linea, dura, forte, insuperabile. Non è stato così. Nessuno ha notato i nostri cartel-loni. Si sono fermati per chiedere se le televisioni erano in vendita, ma non hanno ilato i nostri bril-lanti cartelli. Non ci siamo comunque arresi: dalle 17:00 è ripartita la diretta dal borgo. Durante il po-meriggio ci hanno raggiunto anche Nicolas ed Elia, per dare una mano con offerte e attrezzature. È in quel momento che Mattia viene folgorato da un'i-dea, improvvisa, da organizzare su due piedi: una versione rivisitata di Magico, gioco a premi che so-litamente va in onda la domenica alle 15:00. L'idea, all'inizio non felicemente accolta da noi volontari, è stata poi accettata grazie ad un compromesso: una conduzione a tre. Elia, Gianmaria e Mattia, condut-tori improvvisati per un giorno: la prima e proba-bilmente l'ultima occasione di vederli tutti insieme davanti alla telecamera. Ormai era deciso: la diretta sarebbe partita alle 18:10. Così è stato. Unico gioco della diretta il “Cerca la Coppia”: talmente celebre da diventare ormai un'istituzione per “Magico”. Improv-

visazione: è questo l'aggettivo che più si avvicina alla loro conduzione. La diretta, contrariamente da quanto ci si aspettava, è volata via: un'ora e quaranta ilata. Lo stesso tempo necessario per completare il “Cerca la Coppia”. Tanti i partecipanti, tutti fermati direttamente sul borgo: amici, parenti e non. Tra i tanti ospiti anche il nostro parroco Don Luigi Bava-gnoli, che ringraziamo per essersi prestato al nostro gioco. Alla ine, con l'aiuto della nostra sostenitrice numero uno (nome d'arte Paolina), siamo riusciti a concludere le coppie. È quindi calato il sipario sulla nostra diretta, così come sulla nostra due giorni sulla iera. Noi collaboratori possiamo ritenerci soddisfatti: l'incasso contribuirà all'acquisto di due nuove tele-camere professionali da studio, in modo da potervi offrire trasmissioni tecnicamente migliori. Per questo risultato dobbiamo ringraziare tutti i volontari che hanno lavorato, presentato e sudato questa maratona sulla iera. Citiamo quindi Mattia, Gianmaria, Elia, Ni-colas, Gianluca, Giorgia e Carlo. Non possiamo non ringraziare anche il Comune di Ponte dell'Olio e la “Trattoria della posta”, che ci hanno offerto rispetti-vamente il plateatico gratuito e la corrente. Vorremo esprimere la nostra gratitudine anche a Don Luigi, che ci ha permesso di organizzare tutto ciò. Un par-ticolare ringraziamento anche a tutti coloro che han-no dato un valore alle nostre cartelle della tombola, offrendo quello che potevano. Un grazie anche a chi ci ha seguito da casa, partecipando ai nostri giochi in diretta. Noi collaboratori siamo rimasti soddisfatti da questa esperienza e, se ci sarà ancora la possi-bilità, la ripeteremo sicuramente la prossima estate. Comunque l'anno non è ancora inito: abbiamo in serbo altre sorprese per voi. I volontari di Teleponte

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15 agosto: Festa dell’Assunta, patrona di Villò

Innanzitutto la Festa liturgica: il Triduo di preparazione, le Confessioni e la Solenne

eucarestia del 15 agosto.Però la festa, soprattutto quella patronale, deve anche essere occasione di incontro, tranquillità e, ogni tanto, lavoro, per i par-rocchiani.E così alle 04.30 del 14 agosto gli uomini hanno fatto bollire le patate, alle 06.00 sono entrate in azione le donne e alle 12.00 erano pronte le 108 Torte di Patate da mettere in vendita dopo la messa dell’Assunta a Villò per sostenere i lavori di sistemazione della Chiesa parrocchiale.Il caldo e la quantità hanno reso il lavoro un po’…impegnativo, ma la riuscita ha dato a tutti il sorriso e la soddisfazione di aver fatto un bel lavoro e di aver accontentato parec-chie persone.Ovviamente la ricetta è rimasta segretissi-ma, ma l’importante è che venga tramanda-ta, come deve essere anche tramandata la voglia di rendersi disponibili al servizio in occasioni come queste; alcune giovani leve erano presenti alla preparazione e questo è stato un altro motivo di gioia.Un ringraziamento a tutte le persone che hanno contribuito a rendere bella la festa patronale della parrocchia di Villò: il coro che ha animato la liturgia, le persone che hanno sistemato la Chiesa per la celebrazio-ne e le donne e gli uomini che hanno preparato le Torte di Patate.

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La Pubblica in festa

Dopo due anni di trasferta forzata dai lavori in corso per l’ampliamento della sede, lo scorso

Luglio la Pubblica ha potuto festeggiare in casa il suo ventinovesimo anniversario di fondazione. La festa, articolata nelle tre serate danzanti, ha ri-scosso il successo di sempre, solo un po’ sottotono la domenica che coincideva, come tutti sappiamo con la inale degli europei di calcio Italia – Spagna.Come ogni anno è stato lodevole l’impegno dei Vo-lontari che si sono prodigati prima, dopo e durante la festa per l’ottimale riuscita dell’evento ed è do-veroso sottolineare come, nonostante la fatica e la mole dell’impegno, il tutto sia stato portato avanti in un clima amichevole e disteso a dimostrazione del fatto che il Volontariato non si esaurisce con lo svol-gimento delle mansioni speciiche dell’Associazione, ma continua anche nelle fasi più faticose e forse meno gratiicanti a livello personale. Tantissimi consensi, come ogni anno anche nei gior-ni successivi alla festa, hanno riscosso le pietanze distribuite dagli stand gastronomici a cui hanno la-vorato con dedizione e impegno davvero tante per-sone.I guadagni ottenuti dalla festa serviranno a fare fron-te alle spese di ampliamento della sede.

Sentiti ringraziamenti del Consiglio Direttivo vanno a tutti coloro che hanno contribuito a questo enne-simo successo: dai Volontari che hanno preparato il campo, a quelli che hanno montato stands, balera e palco; da quelli che hanno servito cibi e bevande, a quelli che hanno cucinato, da chi si è occupato della pulizia e gestione dei tavoli, a chi ha passato le serate alle casse.Finiti i clamori della festa e ripresi quotidiani impe-gni, i Volontari pensano già al prossimo anno, quello del trentesimo anniversario con la consapevolezza di dover raddoppiare gli sforzi per festeggiare in grande, ma con la carica ottenuta dalla soddisfazio-ne riscossa dall’evento appena passato.

Matteo Molinelli con mamma e papà

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RISCOPERTA DELLA FEDE IILa prima parte della RISCOPERTA DELLA FEDE è stata pubblicata sul n° 3 2012

Il Concilio Ecumenico Vaticano II

Si svolse dall’11 ottobre 1962 all’8 dicembre 1965, sotto i pontiicati di Giovanni XXIII e Paolo VI, con la

partecipazione di quasi 2500 vescovi di tutto il mondo.

La morte di Giovanni XXIII, avvenuta il 3 giugno del 1963, spinse molti a chiedere di sospenderne i lavori.

Questa ipotesi venne meno con l'elezione di Paolo VI, che nel suo primo discorso da ponteice ai padri con-

ciliari, indicò quali fossero gli obiettivi del Vaticano II°:

1. Deinire con chiarezza la natura della Chiesa

2. Il rinnovamento della Chiesa cattolica

3. La ricomposizione dell’unità fra tutti i cristiani

4. Dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo

I CONTENUTI

Il Concilio esprime una rinnovata visione della vita cristiana nei seguenti aspetti:

La Parola di Dio (il documento che ne parla è chiamato “costituzione” ed è intitolato “Dei Verbum” che

in latino signiica appunto, “la parola di Dio”)

“La Sacra Scrittura (sia l'Antico che il Nuovo Testamento) è Parola di Dio, in quanto scritta per ispirazione

dello Spirito Santo.”

Dall'epoca del Concilio di Trento (che si è svolto dal 1545 al 1563), la Sacra Scrittura poteva essere scritta

e letta solo in latino, e quindi soltanto da chi aveva studiato, molti preti e qualche laico. Il Vaticano II inco-

raggia la ricerca scientiica sui testi originali delle Sacre Scritture e stabilisce che possono essere tradotte in

tutte le lingue del mondo così che la Parola di Dio possa essere offerta alla lettura ed alla meditazione del

più grande numero di persone.

La Chiesa

Tra tutti i documenti conciliari, il più importante è la costituzione dogmatica Lumen Gentium, sulla Chiesa e

la sua natura e organizzazione, deinita da Paolo VI la «magna charta» del Vaticano II.

Si riconosce l’importanza dei laici: essi sono visti come cristiani che assumono una speciica funzione, "ricon-

durre il mondo a Cristo", testimoniare la propria fede in ogni realtà della vita.

Si approfondisce il ruolo e la natura dell'episcopato: i vescovi, successori degli Apostoli, devono lavorare

collegialmente tra loro e in comunione con il papa, capo del collegio episcopale.

I cristiani e la chiesa nel mondo contemporaneo (il documento che ne parla è chiamato “costituzione

pastorale” ed è intitolato “Gaudium et spes” che tradotto signiica “Gioia e Speranza)

La presenza di Dio si manifesta nel mondo che è opera sua e quindi fondamentalmente buono. Spesso il

mondo è lontano dalla mentalità cristiana e per questo, la chiesa del Vaticano II vuole dialogare con tutti,

per portare a tutti la gioia (gaudium) e la speranza (spes). La presenza della chiesa dunque, laici e gerarchia,

è una presenza gioiosa e di speranza testimoniata per tutti gli “uomini e le donne di buona volontà” che si

riconoscono nell’impegno comune per la pace, la giustizia, le libertà fondamentali, la scienza.

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Spelta Alessandro Marco e Manuela

Sposi a Rivalta il 25 febbraio 2012

Vigolzone 26 agosto 2012. Battesimo di:

Dylan Sozzi Eleonora Capri

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Gita parrocchiale di Villò

La bellezza, se custodita, salverà il mondo

“Vedi, i preti e le suore riescono sempre a fare le loro case nei posti più belli!”. Quante volte abbiamo sentito ho detto questa frase, magari accompagnata anche da un sorriso sarcastico. Ebbene visitando sia il monastero di Santa Caterina del Sasso, sia il Santuario del Sacro Monte di Varese, viene proprio in mente questa frase. Ci si dimentica però di un particolare, che probabilmente, prima che ci si costruisse un monastero o un santuario come in questi casi, piuttosto che chiese, eremi, seminari, cappelle, come in altri, questi luoghi erano semplice-mente belli e che la presenza di una comunità o an-che solo di un monaco o di una religiosa ha contribu-to al fatto che rimanessero belli. Chissà quante città e quanti paesi sono nati in posti magniici, perché poi sono diventati brutti? Perché non si è stati capaci di custodirne la bellezza o, addirittura, aumentarla, cu-stodendo la natura e rendendola più abitabile (molti magniici monasteri sono nati in boschi impervi o in pianure paludose)? Perché la saggezza, la cura e, perché no, la spiritualità, non sono state abbastanza forti per “conservare” belli quei posti?Questo è ciò che è avvenuto per il monastero di Santa Caterina del Sasso e per il Santuario del Sacro Monte di Varese, mete, il 25 giugno scorso, della gita parroc-chiale di Villò. Il primo nasce sulla riva orientale del lago Maggiore, di fronte a Strela e a Pallanza. Quan-do nel XII secolo un ricco mercante del luogo vi fece naufragio e si salvò per miracolo, probabilmente non era altro che una stretta riva di roccia a strapiombo sul mare, ma quando per ringraziare il Signore lì fu costruita una piccola cappella, da quel momento in avanti diven-ne un magni-ico luogo di raccoglimento e preghiera, comprenden-te una chiesa maggiore e un monastero per una nu-merosa comu-nità. Da dove si lacia l’auto o il pullman, si scende di 50 metri per una ripida scalinata e si

arriva a livello del lago dove c’è il complesso abita-to. Tranquillità, panorama magniico, clima stupendo hanno contribuito a rendere quel luogo un angolo di “viva spiritualità”, ino ai giorni nostri.Lo stesso vale per il Santuario del Sacro Monte di Varese. Quante colline ci sono intorno a Varese? Quante cime potevano diventare luogo per una bella costruzione? Invece grazie alla fede e alla devozione popolare, solo quel monte divenne sede di uno dei più visitati santuari d’Europa. L’idea fu di un pove-ro fraticello: costruire una Via Crucis nel bosco che consentisse ai pellegrini di salire ino al Santuario in cima, pregando e lodando Dio. Il frate non vide la realizzazione della sua idea, e nemmeno il grande Cardinale Federico Borromeo che sostenne l’opera, ma qualche decennio dopo ecco che l’ascesa venne completata attraverso quindici cappelle artistiche de-dicate ai quindi misteri del rosario che scandiscono la salita. Poi, la quiete e la vista che si ha dal santua-rio fanno il resto, rendendo quel luogo bello e ricco di spiritualità.Si, durante la nostra gita abbiamo visto due luoghi belli. Forse erano già belli prima che ci costruissero un monastero e un santuario, ma di certo le opere umane successive non hanno nascosto, anzi hanno forse evidenziato, la bellezza naturale che creata per l’uomo può essere strumento per avvicinarsi a Dio. A volte la bellezza non va costruita e tanto meno comprata, basta conservarla.Non c’è nemmeno bisogno di dire che è stata una splendida gita parrocchiale.

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Festa alla scuola materna “Giovanni Rossi”

Anche quest’anno, grazie alla pre-ziosa collaborazione di Silvana, dei

genitori e di tanti volontari si e’ svolta, nel mese di giugno, la serata evento per raccogliere fondi a favore della “no-stra” scuola materna “Giovanni Rossi” di Ponte dell’olio.Realizzare tale evento ha richiesto tanto lavoro ed impegno e solo con il per-sonale della scuola non sarebbe stato possibile concretizzare.Alla nostra richiesta di aiuto hanno ri-sposto con tanto calore il comune di Ponte dell’olio, la Pubblica Assistenza Valnure, i negozianti, genitori, imprese, cittadini mettendosi a disposizione in vari modi e forme. La stupenda serata ha avuto inizio alle ore 20,30 e ha visto la parteci-pazione di tantissimi cittadini pontolliesi e non, che potevano sostare nell’area della scuola e in quella prospiciente di via Vittorio Veneto chiusa per l’oc-casione al trafico.Nel cortile simpatiche “mamy” del coro di barbara pilla offrivano varie degustazioni vini delle cantine Romagnoli e salumi dei salumiici Bignami e San Bono.La serata e’ stata illuminata dalla preziosa collabora-zione del sig. Giovanni Cassinari e dalla splendida scenograia del service di Emanuele Terzo.Durante la festa si è esibito, coinvolgendo i bambini e il pubblico tutto, Matteo Magni con la sua band i “Cani Sciolti”.L’introduzione è stata eseguita da Silvana attraverso la lettura di una originale iaba da lei scritta, che

narra la quotidianità della nostra scuola e dei nostri bimbi trasformati per l’occasione in gnomi.Il sogno più grande di noi insegnanti è riuscire tra-sformare questo racconto, arricchito da disegni dei bambini, in un libro da presentare in un’altra serata evento.Nel corso della festa Matteo Magni ha lasciato il mi-crofono al sindaco Roberto Spinola che ha sottoline-ato che l’istituto merita di essere sostenuto in quanto diretto da un valido consiglio di amministrazione e portato avanti da un corpo docente che si distingue per la propria professionalità. In questo contesto il primo cittadino ha premiato con una targa tutte le maestre ed il personale scolastico. Il presidente Gior-gio Villa e il vice presidente Giuseppe Gregori, della Pubblica assistenza Valnure, hanno premiato la coor-dinatrice didattica Tiziana Milza con vaso di cristallo.

Altro scopo importante è sta-to quello di devolvere parte dell’incasso in beneicenza alla scuola dell’infanzia “Sacro Cuore” di Finale Emilia, dove è arcivescovo il piacentino mons. Antonio Lanfranchi, du-ramente colpita dal terremo-to. Fondamentale speciicare che la serata non ha avuto co-sti per la scuola materna, per questo motivo con il nostro motto “grazie di cuore” vor-remmo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato per la riuscita della splendida serata.

Tiziana

Foto Maggi

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Quando inisce un’avventura - e potete credermi, Festa Giovani è davvero una bella avventura - è buona cosa lasciar passare un po’ di tempo e poi archiviarla aggiungendo un qualche tassello ad una storia

nata nove anni fa e che in dall’inizio mi ha visto volontaria agli stands, perché mi piaceva e mi piace tuttora l’idea che un gruppo di nostri giovani s’impegnino a realizzare una festa per il paese. Mi piace che la festa si svolga nell’aniteatro parrocchiale, grazie a don Gigi e a don Giuseppe continua infatti la collaborazione ini-ziata sin dalla nascita dei Leoni della Notte con il contributo insostituibile di Don Angelo. Così, nello scegliere le immagini da accompagnare a queste poche righe, ho messo quelle che faranno parte dei tasselli di cui sopra: un gruppo di volontari, i ragazzi della foto erano presenti agli stands domenica 8 luglio, ma è doveroso ringraziare anche tutti gli altri, in totale più di 60, davvero un bel gruppone!

Io colgo l’occasione per rin-graziare quelli che collabo-rano con me nel “potatoes’ team”: Adriano da sempre, l’Armando dall’anno scorso e poi Fabrizio, Alessandro, , Daniele, Memmo, Edoardo, Pier, Jessica e da quest’anno Davide, un giovane leoncino tutto pepe.La seconda immagine riguar-da la serata più bella, dopo quella tradizionale dei fuochi d’artiicio: la serata di Giu-seppe Giacobazzi da Raven-na…due ore di sane risate in compagnia del celebre caba-rettista di Zelig.Il colpo d’occhio della nostra arena, stracolma di pubblico è una gioia che ripaga di ogni fatica. Andreina Bergonzi

Per le foto si ringrazia Emilio Marina

Festa Giovani 2012

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In Vicolo Zurlini ci siamo ritrovati in tanti

Sabato 4 agosto a Ponte dell’olio il Vicolo Zurlini si

è trasformato in un lungo ed allegro serpentone di tavoli co-lorati ed imbanditi che hanno ospitato centinaia di persone che, negli anni, hanno “vissu-to” il vicolo.Vissuto perché ci hanno abi-tato o ci abitano, perché vi si recavano a giocare nelle in-terminabili sere d’estate, a na-scondino, a pallone, a mondo, caccia al tesoro, a bandiera e tanti altri giochi ancora. Nel vi-colo ci si andava anche a “mo-roso” e a trascorrere le vacan-ze estive dai nonni e dagli zii come ci ha testimoniato Daniel che, saputo della festa, ha fatto di tutto per essere presente an-ticipando il suo arrivo in Italia per trascorrere una vacanza con la famiglia.Ogni partecipante ha contribuito alla riuscita della piacevole serata presentandosi con varie specialità gastronomiche: insalate di riso e di pasta, pizza, focacce, salumi, formaggi, lingua salmistrata, vitello tonnato, insalata russa, torta di patate, torte salate e dolci il tutto innafiato da ottimi vini e bibite.La voglia di ritrovarsi è stata tanta, ricordare eventi e aneddoti, raccontarsi, ascoltare, ridere e cantare. Quest’anno ad allietare la nostra serata sono in-tervenuti anche alcuni coristi del coro Montenero che ci hanno deliziato esibendosi in canti del loro repertorio. L’evento che è giunto alla terza edizione è stato for-temente voluto dagli anziani del vicolo (residenti

e non più) che hanno manifesta-to il grande desi-derio di ritrovarsi nel luogo che ri-sveglia in noi tutti tanti ricordi.E così “al Can-ton”, com’è chia-mato il vicolo Zurlini da tutti quelli che lo co-noscono, si è ve-stito a festa e ha accolto con gioia ed emozione tutti quelli che negli

anni lo hanno amato permettendoci di vivere una bella serata con una cornice di stelle e accompa-gnata da un dolce venticello che saliva dal Nure per mischiare con sapienza le voci e i vari canti in una magica armonia.Nel corso della festa agli invitati è stata data la pos-sibilità di scrivere dei pensieri su di un libro, qual-cuno ha scritto: “ la felicita’ e’ nata qui”. “Bellissima serata, la mia prima volta qui in questo caratteristico e storico vicolo di ponte. I tanti ricordi di mio pa-dre, nato e vissuto in questi luoghi prendono vita. Il presente si veste di tanta bella allegria che sa di tempi passati. Grazie a tutti”. “Per nessuna ragione avrei rinunciato a questa serata. Quanti ricordi ri-afiorano quando la gente man mano arriva. Siamo invecchiati un po’ …….ma è come se ci fossimo la-sciati da poco! Quanti giochi in questo vicolo, seduti sui gradini ino a tarda sera a chiacchierare fra di noi, quanti amici, eravamo in tanti ed anche stasera siamo in tanti. Bellissima serata che ci da modo di reincontrarci, di condividere di continuare a volerci bene. Grazie”.Penso di potermi esprimere a nome di tutti e’ stata una serata davvero piacevole, rivedere il vicolo vivo, ritrovare tante persone che sono state parte della no-stra vita. Un pensiero speciale va anche alle persone che non sono più presenti isicamente con noi ma rimangono custodite con affetto nei nostri pensieri e nei nostri cuori con ininita nostalgia.Noi organizzatori ringraziamo di cuore tutti e rinno-viamo l’appuntamento per il prossimo anno.

Tiziana

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Quest’anno grazie all’associazione Leoni della notte, all’ammi-nistrazione comunale di Ponte dell’Olio e soprattutto grazie

all’impegno dell’assessore al commercio Albert Ambri e dei com-mercianti sono stati organizzati i “Mercanti in Borgata”.Tutti i mercoledì sera di luglio e agosto, i negozi di Ponte dell’O-lio e i bar hanno vivacizzato il paese con eventi a tema. Si è incominciato con le serate dedicate al Mouline Rouge , agli anni ‘70 e ‘80, si è passato per il Nutella Party, il mojito party per inire con la serata polinesiana. Un serata in particolare è stata dedicata ai terremotati dell’Emilia Romagna dove varie orchestre si sono esibite gratuitamente e il ricavato è stato destinato al paese di San Possidonio nel modenese.Disposti lungo la borgata erano presenti bancarelle che propo-nevano per lo più articoli di artigianato e antiquariato, presente anche una mostra di motociclette e vespe storiche.Intervallate ai banchi anche numerosi punti ristoro dove i bar del paese hanno proposto menù semplici ma vari e punti musica che contribuivano a creare un’atmosfera allegra e rilassata. Alcuni mercoledì sono stati anche invitati dei gruppi di ballo che hanno proposto danze a tema con le serate, un’idea originale che ha permesso di caratterizzare maggiormente gli eventi.Il bilancio conclusivo delle otto serate proposte è assolutamente positivo, questo ancora una volta è a dimostrazione che l’impe-gno e l’aiuto di tanti sono stati fondamentali per la riuscita dei mercatini. Arrivederci al prossimo anno. Aloha. Foto di Marco Salami di Fotodigitaldiscount - Piacenza

Mercanti in Borgata

Le migliori foto scattate da Fotodigitaldiscount in tutte le serate di Mercanti in borgata saranno oggetto di una mo-

stra che verrà allestita a Ponte nelle prossime settimane.

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Tra giochi e ...

Misteri ...

Per tutti gli amanti dei giochi da tavolo, Piazza del Biscione è diventato un punto di riferimen-

to isso per incontrarsi e sidarsi in gare di abilità. Con cadenza quindicinale, i mercoledì d’estate, tra cui anche la sera di ferragosto, ha visto la partecipa-zione di molti appassionati, che grazie all’organiz-zazione dell’Associazione ludofantastica “Orizzonte degli eventi” di Piacenza, che conta oltre cento iscrit-ti, hanno potuto sidarsi in tornei, giochi di ruolo, party games. Per ogni tavolo un gioco diverso a cui tutti possono partecipare, aiutati dai membri dell’as-sociazione che spiegano anche ai meno esperti le regole delle side. Normalmente i giochi sono rivolti a un pubblico di almeno 14 anni, ma per i più piccoli sono stati allestiti giochi in legno, tornei di corse e altri divertimenti per trascorrere tut-ti insieme delle fantastiche serate nella magica atmosfera del borgo.

A ine giugno invece il paese si è avvolto di misteri … i misteri sono quelli racchiusi

nel bel libro di Francesco Fioretti “Il quadro segreto di Caravaggio”, edito da Newton Com-pton che è stato presentato dallo stesso autore coadiuvato da Corrado e Sara della Libreria Se-

mola di Grazzano, sabato 23 giugno alle ore 21.00 sotto il loggione del Palazzo dell’Istituzione Giusep-pe Visconti di Modrone. Il libro è un romanzo sto-rico che attraverso il racconto dell’artista maledetto fa immergere il lettore nell’atmosfera torbida della città dei Papi, divisa tra mille fazioni, mille poteri, trame di corte, side e corruzione. Fioretti arriva dal successo del precedente romanzo giallo “Il libro se-greto di Dante”, già paragonato per gli intrighi della trama al Codice da Vinci, questa volta si è dilettato nel raccontare i misteri legati alla morte di alcune “donne di popolo” che avevano posato per alcuni quadri di Caravaggio. Proprio il pittore allora comin-cerà a interrogarsi su questi strani delitti, iniziando così una personale indagine, aiutato da Lena, la sua compagna, che lo porterà a svelare la corruzione e l’ipocrisia delle alte sfere del mondo nobiliare ro-mano. Ogni capitolo prende le mosse da un dipinto e dell’artista l’autore cerca di raccontare anche la mistica. Lo scenario di Grazzano ha enfatizzato an-cora di più la serata, circondati dalla luce di iaccole e candele, il pubblico presente ha potuto osservare i dipinti del Merisi proiettati durante la lettura di alcuni brani del libro. Il pregio di questo romanzo, e dell’autore, è proprio quello di aver saputo misce-lare sapientemente un mondo di realtà e inzione, entrando e uscendo dal vero, raccontando però una storia assolutamente verosimile.

Giulio Borlenghi

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Il Chiosco della Pellegrina dedicato alla memoria del Dott. Giuseppe Bacchi

Un giorno particolare di celebrazioni, ricordi e fe-steggiamenti: sarà ricordato così, a Vigolzone, il

primo luglio, una domenica speciale soprattutto per il Circolo Anspi del paese della Valnure. A due anni esatti dalla sua realizzazione, infatti, è sta-to uficialmente inaugurato il Chiosco della Pellegri-na, una struttura in legno di abete di circa 150 metri quadrati: non solo una cucina attrezzata e un chiosco per servire cibo e bevande durante feste ed eventi, ma anche un punto d’incontro e di aggregazione a disposizione della gente di Vigolzone.

Il pomeriggio domenicale è stata concepito prima di tutto come una festa per le famiglie e per le associa-zioni del paese. Il suo momento più signiicativo è stata proprio la cerimonia di inaugurazione, perché la struttura è stata dedicata alla memoria di Giuseppe Bacchi, storico presidente del Circolo ANSPI, ma so-prattutto amico di tante persone a Vigolzone, repen-tinamente scomparso lo scorso anno. Fu lui a credere e a realizzare questo progetto dal gran valore sociale per l’intera comunità vigolzonese. Un progetto di-ventato in qualche modo il punto più rappresentati-vo del volontariato locale, di cui Giuseppe è stato un forte propulsore.Per ricordare al meglio la sua igura è stata scoperta per l’occasione un’opera semplice ma signiicativa: rafigura il volto di Giuseppe e riporta una frase che lui, salutando, soleva ripetere spesso. L’opera, issata all’esterno della struttura del chiosco, è stata bene-detta dal parroco di Vigolzone Don Piero Lezoli con l’ex sacerdote del paese Don Cesare Lugani e Don Franco Sagliani – responsabile provinciale ANSPI.

Alla cerimonia erano presenti i tanti soci del Circolo, stretti con affetto attorno ai familiari del dottor Bac-chi; hanno inoltre partecipato il sindaco di Vigolzo-ne Francesco Rolleri insieme ad altri rappresentanti dell’Amministrazione comunale e del Comando del-la Polizia Municipale.

La giornata è proseguita all’insegna dell’allegria e del divertimento, grazie anche alle numerose asso-ciazioni del territorio: invitate dal Circolo ANSPI a collaborare in occasione dell’evento hanno risposto prontamente, dando vita ad una rassegna di giochi popolari che hanno coinvolto moltissime persone. I più grandi sono stati protagonisti nei vari tornei di briscola, calciobalilla, bocce … ma anche nel tiro alla fune, rubabandiera, corsa nei sacchi e “giochi del passato”, mentre i bambini hanno dato il meglio nella caccia al tesoro e mascherandosi con un ecce-zionale “truccabimbi” per poi correre a rinfrescarsi nell’acqua di una piscina goniabile attrezzata per l’occasione dalle insegnanti della scuola materna.

E’ stata veramente una bella giornata! Una dimostra-zione di quello che il Circolo ANSPI è impegnato da sempre a realizzare all’interno di uno spazio ver-de dove, in accordo con il Comune di Vigolzone, il sodalizio ha investito e, soprattutto, continuerà a investire, per proseguire nell’opera di volontariato dell’amico Giuseppe Bacchi, una persona speciale che ha mostrato come nella normalità di tutti i gior-ni si possano realizzare cose eccezionali, con una semplicità e un’umiltà che sono esempio di vita.

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GRAN GALA’ DEL TORTELLOSeconda edizione 16 luglio 2012

Lodato da poeti e scrittori e apprezzato ancor più dalle migliaia di buongustai che ogni anno popo-

lano la festa in suo onore organizzata dalla Pro-Loco di Vigolzone, il tortello con la coda piacentino ha, da due anni a questa parte, un’ulteriore vetrina d’ec-cezione come il “Gran Galà del Tortello”, evento or-ganizzato dall’associazione Futuro Valnure guidata dal Presidente Andrea Fermi, in collaborazione con la Pro-Loco e il Comune di Vigolzone e il Patrocinio della Provincia di Piacenza. Già titolare del marchio De.Co. (Denominazione Comunale), il tortello con la coda continua a mietere consensi. Lo stesso Presi-dente della Provincia Trespidi ha voluto sottolineare l’importanza di questo “Gran Galà” come traino per la promozione del tortello, “in vista anche dell’Expo 2015 dobbiamo incrementare questi eventi” prose-gue Trespidi, “che fanno sistema per il nostro terri-torio, in un momento tra l’altro dificile per la nostra provincia, visto che vogliono abolirla, credo dob-biamo far emergere quelli che sono i simboli e le bandiere del nostro territorio”. La serata si è svolta nella bella cornice dell’Azien-da agrituristica “La Tosa” ospiti dei fratelli Stefano e Ferruccio Pizzamiglio e ha visto sidarsi a colpi di mattarello cinque massaie, provenienti una per vallata, che in un’ora e mezza avevano il compito di preparare un chilo di prelibati tortelli. A giudicare il prodotto inito una giuria di palati ini composta da alcuni tra i migliori chef piacentini: Filippo Chiappi-

ni Dattilo (Antica Osteria del Teatro), Carla Aradelli (Ristorante Riva), Ettore Ferri (La Colonna), Daniele Repetti (Il Nido del Picchio) e dal vice-presidente dell’Accademia della Cucina Piacentina Alberto Pa-ganuzzi. Guidati dal capocronista di Libertà Giorgio Lambri e dalla vicedirettrice di Telelibertà Nicoletta Bracchi che presentavano la serata, si è potuto conoscere così i segreti di uno dei più apprezzati piatti piacen-tini, come ad esempio la sua nascita, ben illustrata nella pubblicazione del compianto giornalista Rober-to Mori “I Tortelli di Petrarca. L’affascinante origine del più amato primo piatto piacentino”, avvenuta nel 1351 proprio nelle cucine del castello di Vigolzone, dove il feudatario Bernardone Anguissola volle offri-re un banchetto in onore di un ospite d’eccezione come Francesco Petrarca, amico del nobile e di pas-saggio a Vigolzone nel giugno di quell’anno. Mori, a cui si deve l’ideazione del “Gran Galà del Tortello”, illustra, documenti e testimonianze alla mano, la na-scita e l’evoluzione del tortello con la coda da piatto “nobile” a piatto “popolare” e i vari apprezzamenti che quel semplice “fagottino” ha ricevuto nel corso degli anni da parte di grandi poeti come Giosuè Car-ducci e Valente Faustini.Tornando alla gara, le cinque “razdure” hanno dato sfoggio del meglio della loro arte culinaria per ben igurare davanti a una giuria di qualità come quel-la presente. Alla ine ne è uscita vincitrice Helen

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Giagosti, ventiduenne di Castel San Giovanni, che ha sbaragliato la concorrenza di Paola Battini, Lina Delfanti, Doretta Fossati e Adele Pizzamiglio, le altre partecipanti, che hanno comunque ricevuto i com-plimenti da parte dei ben più blasonati chef per l’al-ta qualità dei tortelli preparati con l’augurio, rivolto a tutti i presenti, di non trovarsi mai nel piatto “…di turtei a mzura ad bucca.”

Giulio Borlenghi

...alcuni versi…

Quand me s'era piccinein,

tra una platta e tra un basein

me am sintiva a predicä:

- Sippia pür di fürtünä,

ma na spera mäi c'at tucca

di turtei a mzüra ad bucca! -

Da cla vota a i'ho capì

cl'è quistion da fägla dì

e al turtell (quand al capitta)

l'è cmé al libar ad la vitta:

- "Dimm cma i'enn i to turtei...

ed io ti dirò chi sei!" -

E sicür cma fa i ragass,

da dvintä po un gran siurass,

me ma vdiva in dla tundeina

di turtei con tant da scheina

là sgüttä in dla bagna sua

c'una spanna e mezz ad cua;

e me deintr in bucca e... futtt!

cmé un ratton zù pr’un cundutt.

*** *** *** *** ***

Al turtell? l'è (cmé l'anvein)

al mei piatt di Piasintein;

ma l'anvein lü l'è n gran siur

e al turtell l'è al so fattur,

un po' sgrezz, ma al pöl astä

in sla tävla anca dal Re,

s'i'enn con tütt i seintimeint,

e ch'is postan sutt i deint.

I'enn bon cäd e i'enn bon frëd

col bütter po gnan da crëd;

lavä in dl'acqua ancura i van;

bon sürbia in dal nustran,

e al de dop l'è ancura bella

fäi saltä par la padella:

- "Donna giuvna, vein, turtell

e va là che al mond l'è bell!" –

Ma quand vëd chi turtlinein

poca scheina e gnint cuvein

scärs ad puccia e ad fassia seria

dal culur ad la miseria

andä zù in dla panza a un om

cmé un piccin cl'è pers in Dom...

ah! io vi dico che quel tale

sacco bigio! ci va male!

mäl l'ag va, tel dico io,

e mla cäva gnanca Dio!

*** *** *** *** ***

Ah! in dla vitta a l'è un att bell

quand t'infreins al to turtell

a va in sö un pò ad füm alzer

cmé un suspir, cmé un bon pinser,

e al to cör al rida e al dis:

- Pri mé iö e pri mé amis,

Diu! ca pössa seimpar fäia

seinza brega da cüntäia!...

Ah! va là! viva i turtei!

i'enn amis, i'enn bon fradei,

chi g'hann deintar garantì

il campagn duv sum nassì

e im mantignan sana e feina

sta nostr'anma piasinteina! -

I Turtei (1913)

di Valente Faustini

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E’ andato in scena a Vigolzone, presso il campo in sintetico vi-

cino alla piscina, il Torneo di Cal-cetto, giunto quest’anno alla settima edizione. Organizzato dalla società sportiva UPD Vigolzone 1968 e pa-trocinato dall’Assessorato allo sport del Comune, il torneo, afiliato alla locale sezione Uisp, ha potuto conta-re sulla presenza di ben 16 squadre a cinque giocatori, suddivise in quattro gironi. Per oltre un mese, tra giugno e luglio si sono contese la vittoria le squadre: Fc Vigolzone, Agri Football, Football Casual, Pizzeria La Villa, Ni-viano Avengers, Atletico sarai tu, Upd Vigolzone, Torneria Moia, Caminetto Enterprise, Pompy Fc, Bombastik, I Sapienti, The Seagulls, Sosushi Boys, Albergo Morandi, Futuro Valnure. L’alto tasso tecnico dei partecipan-ti ha reso gradevole per il pubblico presente sia la fase a gironi che il successivo turno dei quarti di ina-le. Nelle semiinali però l’agonismo si è fatto sentire, accendendo spesso gli animi dei giocatori, mantenendosi però tutto nei limiti della correttezza. La inale di consolazione, quella per il terzo posto, ha visto sidarsi Piz-zeria La Villa e Bombastik. Per quasi tutto il tempo i ragazzi della Pizze-ria hanno avuto in pugno la partita, mantenendosi sempre in vantaggio. I Bombastik però ci hanno creduto ino alla ine, e trascinati da Marina e Stigliano, nonché dal portiere Marco Lei, dalla metà del secondo tempo hanno recupe-rato lo svantaggio e addirittura nei minuti inali si sono portati avanti 5 a 4 aggiudicandosi la vittoria al fotoinish. Per il primo posto si sono sidati inve-ce Albergo Morandi e Futuro Valnure. Entrambe le squadre hanno dominato i rispettivi gironi e i turni successivi, lasciando intendere che avrebbero dato vita a una sida particolarmente equilibrata. Invece Futuro Valnure ha messo subito il piede sull’accele-ratore, mantenendo la manovra del gioco nelle pro-prie mani e con i goal di Arodotti, Fulcini e Mario Caravaggi, hanno chiuso il primo tempo avanti 3 a 0. Anche nel secondo tempo la musica non è cam-biata, Albergo Morandi non è mai riuscita a entrare veramente in partita e sia Scotti che Barsi, di solito sempre a segno, non sono mai riusciti a rendersi

incisivi. Futuro Valnure si aggiudica così la vittoria inale con un sonoro 6 a 0, che rende merito ai suoi giocatori, ma penalizza un po’ troppo Albergo Morandi, che ha comunque disputato un ottimo torneo. Presenti alla sera-ta il Sindaco Francesco Rolleri, gli as-sessori Capitelli e Piva e il Presidente dell’UPD Vigolzone Gabriele Raspari-ni che hanno premiato le squadre i-naliste, nonché assegnato i premi in-dividuali per il miglior portiere andato a Marco Lei (Bombastik), miglior gio-catore a Lorenzo Fulcini (Futuro Val-nure) e al capocannoniere Gianluca Scotti (Albergo Morandi). Il ricavato del torneo servirà per inanziare il set-tore giovanile dell’UPD Vigolzone, in continua crescita, quest’anno presente

oltre che con la scuola calcio e i pulcini, anche con una squadra categoria esordienti.

Giulio Borlenghi

FUTURO VALNURE – ALBERGO MORANDI 6-0

i goal: Arodotti, Fulcini, Caravaggi M., Cordani, aut. Ca-vanna, Caravaggi C.

Le formazioni:FUTURO VALNURE: Tagliaferri, Fulcini, Caravaggi M., Arodotti, Moscheri, Caravaggi C., Rovida, Cordani.ALBERGO MORANDI: Campominosi, Mulazzi, Cavanna, Garilli, Barsi, Scotti, Taranti.

A Futuro Valnure il Torneo di Calcetto di Vigolzone

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