Caso Emanuele Scieri Atti Giudiziari

download Caso Emanuele Scieri Atti Giudiziari

of 162

description

Caso Emanuele Scieri Atti Giudiziari gentilmente consegnati all'Associazione Rita Atria diversi anni fa dalla famiglia Scieri.

Transcript of Caso Emanuele Scieri Atti Giudiziari

Inchiesta militare amministrativa

1. Premessa Il Comandante delle Forze di proiezione, con la lettera [del] 17 agosto 1999, ha determinato lapertura di uninchiesta sommaria, nominando lo scrivente quale lUfficiale inquirente per laccertamento degli eventi connessi al decesso dellallievo paracadutista Emanuele Scieri, avvenuto in data 13 agosto 1999 presso la caserma Gamerra, sede del Centro di addestramento di paracadutismo, e per appurare eventuali responsabilit. Con messaggio del 28 agosto 1999 il comandante delle Forze di proiezione ha stabilito che la consegna della relazione deve essere effettuata entro il 18 settembre 1999. In base a quanto previsto dallart. 6 del Regolamento per le inchieste sugli incidenti, infortuni ed eventi di particolare gravit o risonanza avvenuti nellambito dei Corpi, Unit o Reparti dellEsercito, ho provveduto alla raccolta di tutte le notizie relative allincidente, e allacquisizione della relazione tecnico-disciplinare.

2. Notizie relative allevento Nellevento stato coinvolto il seguente personale: 1) Militare deceduto: allievo paracadutista Emanuele Scieri, nato a Cuneo il 31 agosto 1973..., residente a Siracusa [...], effettivo al Reparto corsi del Centro di addestramento paracadutisti. 2) Militari con cui rientrato in caserma: a) allievo paracadutista Stefano Viberti [...], corsi del Centro di addestramento paracadutisti; b) allievo paracadutista Daniele Gelli [...]; c) allievo paracadutista Michele Mastrini [...]; d) allievo paracadutista Luca Valentini [...].

effettivo

al

Reparto

3) Personale di servizio al Reparto corsi il giorno 13 agosto 1999: Ufficiale di servizio: sergente maggiore Simeone Pugliese, effettivo al Reparto corsi del Centro di addestramento paracadutisti; Caporale di giornata: caporale Vfb Gianluca De Silvestris, effettivo al Reparto corsi del Centro di addestramento paracadutisti. 4) Personale di servizio al Centro addestramento paracadutismo il giorno 13 agosto 1999: Ufficiale di ispezione: capitano Alfio Pellegrini, effettivo al Centro di addestramento di paracadutismo; Ufficiale di picchetto: tenente Stefano Messina, effettivo al cp. g.gua. della Brigata paracadutisti Folgore; Sottufficiale di ispezione: caporale maggiore Emilio Galdi, effettivo al cp.g.gua. della Brigata paracadutisti Folgore; 5) Personale di guardia il giorno 13 agosto 1999: Capo posto: caporale Giuseppe Marroccoli, effettivo alla compagnia Comando e S. del Centro di addestramento di paracadutismo; Guardia: caporale Fabio Carramello [...]; Guardia: paracadutista Luca Esemplare [...]; Guardia: paracadutista Carlo Gul [...]; Guardia: paracadutista Alex Schiparo [...]; Guardia: paracadutista Davide Miazzi [...]; Guardia: paracadutista Filippo Basile [...]; Guardia: soldato Franco Lepre [...]; Guardia: soldato Marino Manias [...]; Guardia: paracadutista Alex Vanin [...].

6) Personale venuto a conoscenza dei fatti, in data 14 agosto 1999 [non si precisa quali fatti, ndA]: a) Comandante interinale del Ceapar: col. Pier Angelo Corradi. Il comandante titolare brig. gen. Calogero Cirneco era assente per cure termali. b) Aiutante maggiore del Reparto corsi del Ceapar: magg. Salvatore Romondia. Il comandante del Reparto corsi ten. col. Emilio Ratti era assente. c) Il comandante della 1 compagnia ten. Marco Amoriello era assente. 7) Personale che ha ritrovato il corpo il giorno 15 agosto 1999 [in realt il 16 agosto, ndA]: allievo paracadutista Walter Raggiri: effettivo alla 1 Compagnia del Reparto corsi del Centro addestramento di paracadutismo, 7 sc. 99; allievo paracadutista Carlos Picelli [...]; allievo paracadutista Marco Parodi [...]; allievo paracadutista Marco Ravasi [...]; maresciallo ordinario Giuliano Bortolotto [...].

Dati di situazione 1) Presso la caserma Gamerra alloggiato il Centro di addestramento di paracadutismo e, recentemente, vi stata trasferita la compagnia Genio guastatori della Brigata paracadutisti Folgore. Rispetto al passato la situazione alloggiativa decisamente migliorata per effetto di una drastica riduzione della forza effettiva pari mediamente a 950-1.000 militari di truppa, esclusa la cp.g.gua. La riduzione di forza nellambito del Reparto corsi ancora pi sensibile, data lintroduzione del servizio permanente, che ha limitato il numero di militari di leva da brevettare per ciascun scaglione alle sole esigenze dei Reparti alla Sede delle caserme della Brigata. Il Reparto corsi ha una forza effettiva, compresi gli aggregati per i corsi, che mediamente oscilla tra 200 e 300 unit. Tale fatto ha consentito di elevare la qualit di vita allinterno del Centro, mediante una sistemazione del personale nelle camerate a posto singolo, e una organizzazione della vita di caserma che garantisce un pi elevato standard al funzionamento dei servizi relativi al vettovagliamento, al benessere e al tempo libero. In questa prospettiva la sistemazione alloggiativa del personale stata nettamente distinta, anche dal punto di vista infrastrutturale, tra i reparti che inquadrano le reclute rispetto a quelli che inquadrano gli anziani. Con riferimento al cortile centrale della Caserma sul lato destro, spalle al comando del Centro, vi sono le palazzine con le camerate del Reparto corsi che inquadra le reclute. Sul lato opposto si trovano le palazzine delle compagnie di supporto, con il personale anziano. La Mensa, la Pizzeria, la Sala convegno si trovano in posizione centrale rispetto alle palazzine alloggiative. Il miglioramento degli standard alloggiativi, la netta distinzione del personale destinato al supporto, costituito prevalentemente da Vfp [Volontari in ferma permanente], rispetto al personale in addestramento per leffettuazione dei corsi, rappresentano i fattori che nel tempo hanno comportato una relativa riduzione dei fatti di prevaricazione che spesso hanno origine a causa della presenza nello stesso reparto di personale di scaglioni diversi e a causa del sovraffollamento e della insoddisfacente qualit della vita. In generale quindi la caserma Gamerra presenta strutture alloggiative, di sostegno logistico, per il benessere e il tempo libero, del tutto adeguate e in qualche caso addirittura sovradimensionate rispetto alle esigenze della forza attualmente addestrata. Conseguentemente la qualit di vita, intesa come disponibilit di servizi, ancorch possa essere migliorata, soddisfacente. 2) I servizi di sorveglianza presso la caserma Gamerra sono svolti da: a livello di compagnia, sottufficiale di servizio; a livello di reparto/Btg., ufficiale di servizio; a livello di caserma, ufficiale dispezione,

ufficiale di picchetto e dal sottufficiale dispezione. La guardia costituita da un capoposto e dieci militari di truppa e monta a turno settimanale. Il personale suddiviso in due aliquote: la prima svolge lattivit di controllo alla porta centrale e, durante le ore diurne, anche alla porta carraia. La seconda svolge attivit di pattuglia effettuando 2-3 pattuglie durante larco notturno, in orari stabiliti dal comandante della caserma. Il pattugliamento ha luogo, in genere, dopo il termine della libera uscita. 3) Il personale di leva frequentatore dei Corsi di paracadutismo, dato che la Brigata paracadutisti Folgore costituita prevalentemente da personale volontario in servizio permanente, si ridotto notevolmente ed pari a circa 70 unit per scaglione. Tale personale effettua laddestramento iniziale presso il 78 rgt.f. Lupi di Toscana in Scandicci e affluisce, al termine delladdestramento di base, effettuato il giuramento, presso il Centro addestramento di paracadutismo di Pisa. Laddestramento degli allievi paracadutisti presso il Reggimento addestramento reclute svolto nellambito della 8 compagnia che inquadra solo gli allievi paracadutisti. Il personale e i graduati dinquadramento sono costituiti da ufficiali e sottufficiali appartenenti alla specialit paracadutista. Questo fatto consente di introdurre gradualmente le reclute nellambiente paracadutista. Al termine delladdestramento di base il personale viene trasportato da Firenze a Pisa con autobus da 50 posti a cura del Ceapar e sotto il controllo dei quadri della compagnia del Reparto corsi destinata ad assumere in forza il personale in afflusso. 4) La accoglienza alle reclute posta in atto dal comandante del Reparto corsi che, allatto del loro arrivo, espone le regole di vita del nuovo ambiente e li informa circa lassoluta volont di combattere i fenomeni di prevaricazione e la necessit di denunciare ogni atto di nonnismo. Analogamente procede il comandante di compagnia che fa firmare agli allievi anche una dichiarazione relativa agli atti di prevaricazione. Ci non significa che il fenomeno sia debellato. Continuano, infatti, a verificarsi numerosi casi di prevaricazione. Tra laltro proprio durante il trasporto tra Firenze e Pisa del 7 sc. i graduati capi macchina di uno dei due autobus, impiegati per lesigenza dove, per altro, non si trovava lallievo paracadutista Scieri hanno imposto alle reclute di viaggiare con i finestrini chiusi, seduti in posizione tale da non appoggiare la schiena allo schienale. I responsabili sono stati perseguiti disciplinarmente e denunciati alla magistratura.

Dati di fatto relativi allevento 1) Lallievo paracadutista Emanuele Scieri ha svolto laddestramento iniziale presso il 78 rgt.f. Lupi di Toscana in Firenze. Il giovane non evidenzia particolari difficolt dinserimento nellambiente militare, svolge il servizio con impegno. Piuttosto riservato, mantiene un rapporto distaccato con i commilitoni, che potrebbe essere dovuto anche allet e al livello distruzione. Ha 26 anni ed laureato in giurisprudenza. 2) In data 13 agosto 1999 viene trasferito al Centro addestramento di paracadutismo di Pisa, unitamente al restante personale della 8 compagnia del 78 rgt.f. Lupi di Toscana. Allarrivo le reclute sono ricevute dal comandante del Reparto corsi tenente colonnello Emilio Ratti, che illustra loro le regole di vita del nuovo ambiente e, in particolare, li invita a denunciare ogni atto di nonnismo che si dovesse verificare. Successivamente, vengono svolte tutte le operazioni di incorporazione. Nel corso di queste operazioni, durante la distribuzione del materiale di casermaggio, le reclute vengono a trovarsi nellarea ove si trova la scala della torre per lasciugatura dei paracadute, alla base della quale sar

poi trovato lallievo paracadutista Scieri, deceduto. Il magazzino di casermaggio, infatti, posto di fronte alla scala, a pochi metri di distanza dalla stessa. Terminate le attivit e consumato il pasto serale, numerosi allievi tra cui lo Scieri con lallievo paracadutista Viberti e lallievo paracadutista Valentini, si recano in libera uscita. Nella giornata del 13 agosto 1999, in ragione della festivit del Ferragosto, la gran parte del personale del Centro viene inviata in licenza. Tra le reclute del 7 scaglione, circa 27 militari su 70 fruiscono di licenza. 3) Il rientro del militare avvenuto alle 22.15 circa in compagnia dellallievo paracadutista Viberti con cui stava colloquiando e degli allievi paracadutisti Mastrini, Valentini e Gelli. Questi ultimi rientrano direttamente in camerata. Lo Scieri e il Viberti continuano a passeggiare sulla strada che costeggia il muro di cinta e che, superata la palazzina camerata adduce, dopo circa un centinaio di metri, allarea adiacente al magazzino di casermaggio e alla contigua torre per lasciugatura dei paracadute. Questa area, destinata allaccatastamento di materiale fuori uso, separata dalla strada da un divisorio in lamiera, che ne impedisce la visibilit a chi transita sulla rotabile. Viene agevolmente osservata dalle finestre e dai balconi di una palazzina [esterna alla caserma] adiacente il muro di cinta. 4) Durante la passeggiata, giunta allaltezza dellarea in parola, alle 22.30 circa lo Scieri avverte il commilitone Viberti di voler fare una telefonata con il proprio cellulare. Viberti, che aveva assistito ad altre due telefonate durante la serata, ritiene il fatto del tutto normale e, quindi, si avvia verso le camerate. Si presume che i fatti che hanno determinato il decesso dello Scieri siano avvenuti nel periodo successivo. Il militare, mentre sale sulla griglia di protezione della scala fino a una altezza presunta di 5-7 metri, cade a terra, resta paralizzato e muore. 5) Nelle camerate lallievo Viberti avverte una certa preoccupazione per lassenza dello Scieri, che si prolunga oltre il previsto, e ne parla ai commilitoni. Alle 23.45 il sergente maggiore Pugliese, ufficiale di servizio in compagnia, e il caporale Gianluca De Silvestris, caporale di giornata, vengono avvertiti dellassenza dellallievo paracadutista Scieri, e del suo rientro in caserma alle 22.15 circa, senza precisare che alle 22.30 era stato lasciato dallallievo paracadutista Viberti presso la torre. Alle 24.00 il caporale di giornata consegna il rapporto del contrappello allufficiale di picchetto con lindicazione del mancato rientro di Scieri, senza la precisazione del rientro dello stesso alle 22.15 e successiva assenza. 6) Il giorno successivo, alladunata per lalzabandiera, viene comunicato il mancato rientro dellallievo paracadutista Scieri effettivo alla compagnia che inquadra le reclute, e di altri due militari pi anziani appartenenti alle compagnie di sostegno, al comandante interinale del Ceapar colonnello Pierluigi Corradi. Laiutante maggiore del Reparto corsi, maggiore Romondia, in assenza del comandante del Reparto tenente colonnello Ratti e del comandante di compagnia tenente Amoriello, si incarica delle ricerche e delle comunicazioni di rito. Lufficiale in parola, non valutando adeguatamente la notizia del rientro del militare alle 22.15 e convinto che il militare fosse uscito di nuovo dalla caserma, si limita a effettuare le ricerche allesterno della caserma. In sostanza cerca di contattare lo Scieri sul telefonino, e la famiglia in Sicilia che risulta fuori casa. Da ultimo invia il prescritto messaggio ai carabinieri di Siracusa. La ricerca telefonica viene ripetuta nella giornata di domenica, a cura del maresciallo Bellettini, ufficiale di servizio al Reparto corsi.

7) Nella giornata di luned viene inviato un ulteriore messaggio ai carabinieri di Siracusa e alla Procura della Repubblica di La Spezia per le ricerche dellassente. Alle 14.00 circa, casualmente, lallievo paracadutista Raggiri, comandato di servizio al magazzino di casermaggio, vede il corpo del commilitone posto alla base della scala e d lallarme. Il cadavere stato rinvenuto a terra, in posizione supina, in una ampia pozza di sangue con il piede destro appoggiato su un tavolo posto sotto la scala. Presentava una ferita al capo, lesioni sul dorso e una frattura in corrispondenza della tibia e della caviglia sinistra. La calzatura del piede sinistro era posta a circa un metro dalla punta del piede. Piccole ferite erano visibili negli arti superiori e nelle mani. Sono state, altres, rilevate tracce, si suppone di liquido ematico, in corrispondenza di alcune sbarre della griglia di protezione della scala. Questi elementi sono stati osservati dal personale che ha rinvenuto il cadavere, e la documentazione fotografica e i reperti, sottoposti a segreto istruttorio, sono agli atti della Procura della Repubblica di Pisa.

Successione degli eventi Gli eventi relativi al fatto si sono succeduti come di seguito indicato: 1) Il giorno 13 agosto 1999 tra le ore 11.45 e 13.00 gli allievi paracadutisti arrivano al Centro addestramento paracadutisti provenienti dal 78 rgt.f. Lupi di Toscana in Firenze e vengono assegnati alla 1 compagnia paracadutisti del Reparto corsi. Effettuano nellarco di tempo tra le 14.00 e le 17.30 tutte le operazioni relative allincorporamento e, in particolare, alle ore 16.30 circa ritirano il materiale di casermaggio, distribuito nel magazzino di commissariato, adiacente allarea di deposito del materiale fuori uso e posto di fronte alla scala metallica, con protezione esterna, che adduce alla sommit della torre utilizzata per asciugare i paracadute. Durante tale periodo le reclute sono indottrinate circa le regole della vita di caserma, i diritti, i doveri, la responsabilit e la necessit di denunciare ogni, seppur minimo, atto di prevaricazione, dal comandante del Reparto tenente colonnello Ratti, dallaiutante maggiore, maggiore Salvatore Romondia, e dal comandante di compagnia tenente Amoriello. In particolare questultimo fa firmare loro una scheda con indicazioni relative al fenomeno del nonnismo; 2) alle ore 18.30 circa le reclute si recano in parte in licenza (n 27) e i rimanenti in libera uscita. Lallievo paracadutista Scieri si reca in libera uscita, dopo aver consumato il rancio serale, in compagnia degli allievi paracadutisti Valentini e Viberti; 3) visitano la piazza dei Miracoli per vedere la Torre. Qui alle 21.00 circa lallievo paracadutista Scieri telefona con il cellulare alla madre in Sicilia; 4) alle ore 21.30 al gruppetto di militari si aggiunge anche lallievo paracadutista Mastrini. Tutti insieme si avviano per rientrare in caserma; 5) alle 22.00 circa, mentre i militari sostano in corrispondenza di un bar, ha luogo una comunicazione telefonica dello Scieri con il fratello. Il gruppo, quindi, cui si unito anche lallievo paracadutista Gelli, riprende la via del rientro; 6) durante il rientro in caserma, il gruppo si suddivide in due sottogruppi. Gli allievi paracadutisti Gelli, Mastrini e Valentini vanno avanti di qualche passo e rientrano direttamente nelle camerate. Gli allievi paracadutisti Viberti e Scieri si soffermano allesterno delle camerate per fumare una sigaretta. Passeggiando sulla strada che dalle camerate adduce alla torre raggiungono lapice del viale e quindi ritornano indietro; 7) mentre stanno ritornando verso le camerate, in corrispondenza della torre e del magazzino di casermaggio, lallievo paracadutista Scieri avverte Viberti che deve fare una telefonata, quasi a suggerirgli di lasciarlo solo e proseguire;

8) lallievo paracadutista Viberti rientra nelle camerate senza dare alcuna importanza alla cosa. Solo alle 23.30 circa, con lapprossimarsi del contrappello, si preoccupa, parlando con i commilitoni, per il fatto che lo Scieri non ancora rientrato. Anche in questo caso nessuno d importanza al fatto e attendono il contrappello; 9) alle 23.45 il caporale De Silvestris e il sergente maggiore Pugliese effettuano il contrappello e vengono avvertiti che lallievo paracadutista Scieri era rientrato in caserma alle 22.15. Non viene riferito il particolare che lallievo paracadutista Viberti lo avesse lasciato alle 22.30 presso la torre per fare una telefonata. Il personale di servizio si limita a ricevere la notizia e, attribuendo lassenza a un supposto e non verificato allontanamento del militare dalla caserma, successivo al rientro, redige il rapportino del contrappello con lindicazione del mancato rientro. Nel rapportino non viene riportata la notizia dellavvenuto rientro dellallievo paracadutista Scieri alle 22.15; 10) lufficiale dispezione, lufficiale di picchetto e il sottufficiale dispezione alla notizia del mancato rientro non fanno seguire alcuna ricerca di informazioni circa la posizione del militare, che trattandosi di recluta appena arrivata avrebbe potuto essere incorsa in qualche inconveniente. Trattano il caso alla pari di altri due mancati rientri di personale anziano avvenuti nello stesso giorno, restando in attesa degli eventi; 11) il giorno successivo, sabato 14 agosto 1999, allalzabandiera, il maggiore Romondia, in assenza del comandante del Reparto corsi, comunica le novit al comandante interinale del Centro addestramento di paracadutismo, colonnello Corradi. Il colonnello Corradi, ricevuta la notizia, affida al maggiore Romondia il compito di assumere le informazioni circa il mancato rientro; 12) il maggiore Romondia, in data 14 agosto 1999, viene informato che lallievo paracadutista Scieri era rientrato alle 22.15 con gli allievi paracadutisti Valentini, Gelli, Mastrini e Viberti. Tuttavia, non valuta compiutamente la notizia, e convinto che il militare fosse di nuovo uscito dalla caserma per telefonare non effettua alcuna ricerca allinterno e si limita a telefonare al cellulare del deceduto Scieri, che risulta spento, e allabitazione dei genitori in Sicilia, senza alcuna risposta. Procede, quindi, a inviare alla stazione dei carabinieri di Siracusa, localit di residenza del militare, il messaggio di richiesta di notizie; 13) alle 05.30 del 15 agosto 1999 il generale Celentano, comandante della Brigata paracadutisti Folgore, e il colonnello Fantini effettuano una ispezione della caserma senza riscontrare novit; 14) il giorno 15 agosto 1999 viene ripetuta, dal maresciallo Bellettini, ufficiale di servizio al Reparto corsi, la ricerca per contattare lo Scieri sul cellulare e i genitori in Sicilia, senza alcun risultato. Alle 21.30 effettua una ispezione straordinaria alla caserma il colonnello Pier Angelo Corradi senza riscontrare novit; 15) il giorno 16 agosto 1999 non hanno luogo ricerche. Alle ore 14.00 circa viene ritrovato il cadavere come di seguito indicato: a) gli allievi paracadutisti Raggiri, Picelli, Ravasi e Parodi, comandati di servizio presso il magazzino di casermaggio, si recano presso lo stesso e trovandolo ancora chiuso per lintervallo pomeridiano restano in attesa del responsabile per lapertura. Lallievo paracadutista Raggiri passeggiando nellarea, forse anche richiamato da un intenso odore, si avvicina alla scala della torre, nota prima una gamba e poi il cadavere dello Scieri. Immediatamente d lallarme e avverte il maresciallo Bortolotto che sta transitando sulla strada. A sua volta il maresciallo Bortolotto avverte il comandante del Nucleo carabinieri, lufficiale medico, il comandante interinale del Centro addestramento di paracadutismo colonnello Corradi. b) Il comandante interinale colonnello Corradi provvede ad avvertire del rinvenimento del cadavere il comandante della Brigata paracadutisti Folgore, lo Stato maggiore dellEsercito, il procuratore della Repubblica di Pisa, il procuratore militare e la famiglia del deceduto.

c) Interviene il medico legale, e alle 17.30 del 16 agosto 1999 il procuratore della Repubblica di Pisa autorizza la rimozione del cadavere e la sua traslazione presso lIstituto di medicina legale di Pisa.

3. Accertamenti a. Ricognizione sul luogo degli eventi 1) Ho effettuato in data 17 agosto 1999 una prima sommaria ricognizione presso la caserma Gamerra e, successivamente, ho visitato, in pi occasioni, il Centro addestramento paracadutisti in Pisa. Ho, altres, effettuato una visita anche presso la caserma Gonzaga del 78 rgt.f. Lupi di Toscana, in data 19 agosto 1999. 2) La visita presso il 78 rgt.f. Lupi di Toscana mi ha consentito di accertare che lallievo paracadutista Scieri, di 26 anni, laureato in giurisprudenza, aveva svolto regolarmente lattivit addestrativa presso l8 compagnia, reparto che inquadra il personale destinato ai paracadutisti. Non aveva mai dato luogo a rilievi e non aveva presentato alcuna domanda o richiesta di alcun genere. Il suo comportamento era ritenuto normale. Dal punto di vista fisico aveva dimostrato di possedere una preparazione non elevata, comunque mediamente adeguata. Aveva presentato la domanda per essere reclutato fra i paracadutisti 8 anni prima, allatto della visita di leva. Tuttavia non emerso che avesse esternato alcuna contrariet a effettuare il corso paracadutisti. Dal punto di vista sanitario, durante il periodo di permanenza al 78 rgt.f. Lupi di Toscana, non aveva fatto rilevare alcun malessere, se si esclude una tallonite dovuta alladdestramento formale. Dal personale inquadratore stato descritto come un tipo riservato, volenteroso, che si era impegnato nel servizio. Il comandante di plotone non ne ricordava la fisionomia il che, a suo dire, denotava che lo Scieri fosse un buon elemento, non avendo procurato problemi. 3) Le visite presso la caserma Gamerra mi hanno consentito di conoscere i luoghi relativi ai fatti e lambiente in cui sono avvenuti. A questo proposito ho rilevato che la sistemazione infrastrutturale consente una adeguata separazione del personale anziano e volontario rispetto agli allievi paracadutisti destinati alla frequenza dei corsi. Ho, altres, accertato che la distanza delle camerate della 1 compagnia del Reparto corsi dallarea dove stato rinvenuto il cadavere di circa 80-100 metri. Larea non pu essere vista dalla strada mentre pu essere osservata dalla villetta adiacente il muro di cinta. Per altro fino al giorno 20 agosto 1999 la villetta presentava le tapparelle abbassate e, quindi, da ritenere che la famiglia alloggiata si trovasse fuori sede. Gli itinerari delle pattuglie del servizio di vigilanza si sviluppano sulla strada adiacente il muro di cinta, da cui non possibile osservare larea dove stato ritrovato il cadavere, bench illuminata. La scala di accesso alla torre in acciaio con una grata di protezione. Presenta due balconcini allaltezza di circa 5 e 10 m. La grata di protezione robusta e consente di essere usata come scala senza flettersi. Le sbarre di cui formata la grata sono costituite da strisce metalliche che rendono difficile la arrampicata. Le tracce, ritenute ematiche, rinvenute si trovano sulle predette strisce metalliche. Alla base della scala ancora visibile una larga macchia di sangue di vaste proporzioni. b. Interrogatorio dei militari coinvolti 1) Linterrogatorio dei militari coinvolti non stato possibile, essendo di competenza dellAutorit giudiziaria. Il comandante del Centro addestramento di paracadutismo ha, per altro, provveduto a ricevere dal personale coinvolto nei fatti le dichiarazioni spontanee, riportate nella relazione tecnico-disciplinare.

2) Ho avuto, comunque, modo di avere un colloquio informale con il personale coinvolto. In merito allallievo paracadutista Scieri, il personale che lo conosceva e gli allievi che si sono accompagnati con lui durante la serata del 13 agosto 1999 hanno dichiarato che nulla lasciava trasparire che il militare avesse problemi di qualsiasi natura. Il militare era sereno e, comunque, non appariva particolarmente preoccupato per il cambiamento di sede. In proposito aveva tranquillizzato la madre per telefono. Lallievo paracadutista Viberti, che lo aveva lasciato proprio in corrispondenza della zona ove stato poi trovato morto, ha asserito che gli aveva dichiarato lintenzione di telefonare, cosa che, peraltro, non lo aveva sorpreso dato che nel corso della serata aveva gi fatto due telefonate. Non ho potuto accertare la persona cui avrebbe telefonato, in quanto i tabulati sono presso la Procura della Repubblica. Tuttavia parrebbe che sui tabulati non risultino telefonate dopo le 22.00. La circostanza avvalorata dalle dichiarazioni della madre dellallievo paracadutista Scieri e dalla considerazione che linterlocutore della telefonata si sarebbe certamente fatto sentire. Nel caso cos fosse, la dichiarazione dellallievo paracadutista Scieri allallievo paracadutista Viberti potrebbe assumere la valenza di pretesto per allontanare il Viberti e per svolgere una attivit cui teneva senza testimoni. In sostanza dalle dichiarazioni spontanee rese dai militari non emerge alcun elemento che possa suggerire qualche ragione di insoddisfazione o di malumore tale da indurre lo Scieri ad atti inconsulti. Non emerge, altres, luso anche occasionale di farmaci, circostanza che parrebbe avvalorata dal ritrovamento di alcune confezioni di medicinali nellarmadietto. Non stato, inoltre, possibile riscontrare lindicazione di eventuali incontri finalizzati ad atti di prevaricazione con personale anziano. Nel periodo di permanenza a Pisa dalle 13.00 alle 22.30 del 13 agosto 1999, risulta che le reclute hanno avuto contatti solo con il personale dinquadramento e con il personale dei servizi di vettovagliamento, di casermaggio e di vigilanza alla porta centrale. La possibilit che lo Scieri, appartatosi presso larea della torre, abbia potuto incontrare una pattuglia del servizio di vigilanza esclusa dalle dichiarazioni spontanee delle pattuglie che hanno dichiarato di avere iniziato il primo servizio alle 01.30 del 14 agosto 1999. Il fatto confermato dagli ordini di pattugliamento. In conclusione, circa la possibilit che lallievo paracadutista Scieri sia stato indotto in modo diretto o indiretto a salire la scala alla base della quale stato trovato morto, non emerso riscontro alcuno. In linea teorica si potrebbe supporre che la salita possa essere stata suggerita da qualcuno sotto forma di mandato per verificare le capacit dellallievo paracadutista Scieri. Anche per questa ipotesi non sussiste riscontro alcuno. 3) Per quanto concerne la mancata ricerca dellassente allinterno della caserma, dalle dichiarazioni spontanee emerge che tutti coloro che sono venuti a conoscenza del fatto che lallievo paracadutista Scieri era rientrato in caserma, hanno ritenuto che lo stesso si fosse di nuovo allontanato dalla caserma per qualche ragione. Nessuno ha valutato necessario accertare se fosse realmente uscito o se fosse stato colpito da malore in qualche luogo della caserma o della citt di Pisa. Il personale di servizio stato coinvolto in un processo mentale che lo ha portato a considerare dimostrata lequazione: assenza del militare = allontanamento dalla caserma, bench si fosse in presenza della notizia del suo rientro alle 22.15. Le dichiarazioni spontanee confermano che il personale di servizio [alla Gamerra] non ha proceduto alla ricerca del militare nellassunto che lallievo paracadutista Scieri si fosse, di nuovo, successivamente allontanato. Per altro, laccertamento delluscita del militare nel periodo tra le 22.30 e le 23.30 risulta possibile, secondo le dichiarazioni testimoniali del personale di servizio alla porta, in quanto il numero dei militari che

escono pari a non pi di 2-3 unit e, in genere, sono militari in servizio permanente effettivo, ufficiali, sottufficiali o Vfp. Una recluta che fosse uscita nel periodo 22.30-23.30 sarebbe, quindi, stata notata. Il servizio di vigilanza al perimetro della caserma, attivato mediante pattuglie, ha avuto inizio alle ore 01.30 del 14 agosto 1999. da escludere perci che le pattuglie possano aver osservato gli avvenimenti antecedenti. La possibilit di rinvenire il cadavere da parte delle stesse pattuglie resa estremamente improbabile dallesistenza di una parete in lamiera che divide larea ove stato ritrovato il cadavere dallitinerario delle pattuglie. Sarebbe stato, per contro, possibile udire gemiti o lamenti, data la vicinanza 4-5 metri tra i luoghi citati. Tuttavia nulla stato avvertito, come emerge dalle dichiarazioni spontanee del personale addetto alla vigilanza, compresi lufficiale di picchetto e il sottufficiale dispezione che effettuarono ispezioni lungo gli itinerari stabiliti per le pattuglie. Le dichiarazioni sono suffragate dagli accertamenti condotti nellarea. Per altro, una ispezione straordinaria stata compiuta alle 05.30 del 15 agosto, dal generale Celentano, comandante Battaglione paracadutisti Folgore, accompagnato dal colonnello Fantini, senza rilevare nulla di particolare. Analogamente alle 21.30 del 15 agosto 1999 il colonnello Corradi ha effettuato unulteriore ispezione straordinaria senza rilevare alcuna irregolarit. In sostanza circa la mancata ricerca dellassente, dalle dichiarazioni spontanee si rileva che una pi attenta valutazione dei fatti da parte del personale di servizio e del personale venuto a conoscenza dellassenza dellallievo paracadutista Scieri, avrebbe potuto consigliare laccertamento della sua uscita dalla caserma e, nel caso di mancato riscontro, di avviare le ricerche per il suo ritrovamento allinterno dellinfrastruttura. Per contro il personale in servizio di vigilanza e di ispezione, per la particolare posizione del luogo di ritrovamento del corpo rispetto agli itinerari di pattugliamento, non era in grado di rilevare la presenza del deceduto. c. Esame della documentazione La documentazione relativa agli eventi costituita dalla relazione tecnico-disciplinare del comandante di Corpo corredato dei pareri del comandante del Centro addestramento di paracadutismo e del comandante della Brigata paracadutisti Folgore. Non stato possibile disporre dei dati relativi ai verbali degli interrogatori, ai risultati dellautopsia, alle indicazioni dei tabulati telefonici e del restante materiale documentario coperto dal segreto istruttorio. Lesame della relazione tecnico-disciplinare e delle dichiarazioni spontaneamente rese dal personale a vario titolo coinvolto o a conoscenza dei fatti connessi con il decesso dellallievo paracadutista Scieri, induce a ritenere che la causa dellevento sia dovuta a caduta accidentale dalla grata esterna della scala di servizio della Torre sud di prosciugamento dei paracadute. Circa i motivi per cui lallievo paracadutista Scieri sia salito sulla grata, una serie di constatazioni tra cui leccentricit del luogo rispetto agli itinerari di accesso alle camerate degli anziani, la tipologia dellevento e la personalit dellallievo paracadutista evidenziano la scarsa probabilit di un atto di prevaricazione attuato da un singolo o da un gruppo di anziani. Conseguentemente viene avvalorata lipotesi di una salita volontaria sulla grata della scala, sebbene per motivi da definire. La prova di forza volontaria o per mandato, cio su indicazione fatta precedentemente da un commilitone che ne avrebbe verificato successivamente lattuazione con il controllo di un segno concordato, risulta dagli accertamenti condotti dalla linea di comando e riportati sulla relazione tecnico-disciplinare essere una forma di prevaricazione sconosciuta anche al personale pi anziano.

Circa il ritardo nel ritrovamento del corpo, i comandanti ai vari livelli concordano sul fatto che le disposizioni normative sono state osservate da parte di tutto il personale di servizio, sebbene venga rilevato che almeno lufficiale di servizio in compagnia ha trattato il fatto in modo routinario. Lipotesi di ricercare lassente allinterno della caserma non sarebbe stata presa in considerazione anche per lelevato numero di mancati rientri avvenuti nel reparto da gennaio ad agosto 1999 pari a n. 344 casi. Il comandante del Reparto di addestramento corsi formula il proprio parere ritenendo che non vi siano elementi di certezza che configurino responsabilit penali e disciplinari a carico dei militari della caserma circa il decesso dellallievo paracadutista Scieri e il ritardo nel ritrovamento del corpo. Il comandante del Centro di addestramento paracadutismo concorda con il parere del comandante di Corpo, circa lassenza di responsabilit penali e disciplinari a carico del personale della caserma Gamerra nel decesso dellallievo paracadutista Scieri e nel tardivo ritrovamento del suo corpo. Il comandante della Brigata concorda con le conclusioni disciplinari formulate dal comandante del Reparto addestrativo e del comandante del Ceapar.

4. Considerazioni a) Levento avvenuto, presumibilmente, dopo che lallievo paracadutista Viberti si allontanato alle ore 22.15 circa dallallievo paracadutista Scieri per consentirgli di telefonare in privato. La possibilit che, in quel momento e in quel punto, lallievo paracadutista Scieri abbia potuto incontrare un anziano o un gruppo di anziani che gli abbiano ordinato di salire sulla scala assai remota. La Pizzeria adiacente era chiusa per tutto il periodo del Ferragosto e la Sala convegno era stata chiusa alle 22.00 circa. La massa del personale era stata inviata in licenza. Di conseguenza la probabilit che un anziano incontrasse lallievo paracadutista Scieri, in quella area appartata che non in alcun modo frequentata, appare piuttosto scarsa. Le camerate degli anziani, daltro canto, si trovano dalla parte opposta rispetto allarea in parola, per cui lanziano avrebbe dovuto deliberatamente recarvisi, incontrandovi casualmente una recluta che non conosceva. Pur non potendo teoricamente escludere una simile ipotesi, non risulta suffragata dai fatti. Leventualit che lo Scieri abbia incontrato una pattuglia del servizio di vigilanza esclusa dal fatto che il servizio di pattugliamento iniziato alle ore 01,30. In riferimento a entrambe le ipotesi, difficilmente pensabile che militari di leva, avendo assistito alla caduta dello Scieri dalla scala, se ne siano allontanati senza verificarne almeno la sua morte o non avessero in qualche modo, anche in forma anonima col telefono, dato lallarme. Dalla posizione del corpo con la gamba destra appoggiata al tavolo si deduce con elevata probabilit che il deceduto rimasto esattamente nel posto dove caduto. Nessuno, quindi, ha presumibilmente toccato il corpo prima del rinvenimento. Tutto questo induce a ritenere che lo Scieri sia salito sulla grata di protezione della scala fino allaltezza del primo terrazzino, circa 5-7 metri. La grata consente di salire abbastanza agevolmente anche a un individuo alto e di un certo peso. Arrivato allaltezza di 5-7 metri, a causa della fatica, ovvero del dolore per le escoriazioni alle mani prodotte dalle sbarre della grata, pu aver perso lequilibrio e essere caduto. Dalla posizione in cui stato trovato il corpo si pu ipotizzare che, durante la salita, effettuata con il corpo perpendicolare al muro e con la spalla sinistra adiacente allo stesso, a un certo momento la mano sinistra abbia perso il contatto con la grata proprio nel momento in cui il piede sinistro stava ricercando il successivo appoggio. Questo fatto pu avere determinato la rotazione del corpo di 90 e la successiva caduta sul tavolo sottostante.

Limpatto sarebbe, perci, avvenuto sullangolo del tavolo in corrispondenza dei montanti in ferro con il piede sinistro, e sul tavolato di legno con il piede destro. Dopo lurto ci sarebbe stata una caduta allindietro che ha provocato le ferite alla testa che ha determinato la posizione del corpo come stato ritrovato. La dinamica in parola potrebbe spiegare la perdita della scarpa sinistra per effetto delle fratture causate dallimpatto. La circostanza che il corpo sia stato rinvenuto a distanza di circa metri 1,5 dalla base della scala induce a ritenere che non sia caduto da altezza superiore ai metri 5-7. In ogni caso le macchie, ritenute ematiche, sulle sbarre della grata non sono state rilevate ad altezza superiore. Pur non disponendo del risultato della autopsia, le ferite e i traumi riscontrati e la posizione del corpo indicano che il militare rimasto immediatamente paralizzato. Ci avvalorato dal fatto che il piede destro rimasto appoggiato al tavolo. Entrato in coma, data la notevole entit di sangue fuoriuscito rilevabile sul terreno, da presumere che sia morto in tempi brevi. Circa i motivi che abbiano indotto lo Scieri a salire sulla grata di protezione della scala non possibile una loro puntuale verifica. Si pu ipotizzare la volont di verificare la propria capacit di arrampicata sulla scala per non sfigurare di fronte ai militari pi giovani, nella convinzione o presunzione che la salita della scala costituisse una delle prove di coraggio che potevano essere imposte dagli anziani, durante il corso di paracadutismo. Tale prova, pur non risultando, allo stato degli atti, che fosse praticata nel presente e anche in passato, possibile che costituisse una delle affermazioni fatte per intimidire le reclute. Non ho rilevato indizi tali da far presumere che venga attualmente effettuata. Lottimo stato di conservazione della scala da cui caduto lo Scieri lo escluderebbe. La scala, dislocata presso la seconda torre di asciugatura dei paracadute, presenta alcuni segni di usura che, per altro, possono essere dovuti alla normale utilizzazione. Lipotesi di una prova di forza avvalorata dal fatto che lo Scieri non avrebbe telefonato nel periodo considerato. In tal caso lesigenza di telefonare sarebbe stata il pretesto per allontanare lallievo paracadutista Viberti e per poter effettuare la prova senza testimoni. ipotizzabile, altres, una prova attuata dallallievo paracadutista Scieri su mandato di un anziano per dimostrare le sue qualit fisiche e di coraggio. In questo caso lanziano avrebbe controllato a posteriori attraverso losservazione di qualche segno concordato, leffettuazione della prova. Anche per questa ipotesi non esiste alcun riscontro della sua reale sussistenza. Ad ogni modo il presunto prevaricatore, anche in questo caso, allatto dellaccertamento della prova avrebbe verosimilmente effettuato una telefonata per segnalare lincidente. Una ulteriore ipotesi data dalla volont di suicidio. Tale ipotesi non risulta supportata dalle dichiarazioni dei commilitoni, e diventa pi remota considerando che il militare caduto allindietro. La eventuale assunzione di medicinali che possano aver influenzato il comportamento dellallievo paracadutista Scieri potr essere confermata o smentita dallautopsia. b) Il mancato accertamento dei motivi che hanno determinato lassenza del militare al contrappello stato causato dalla presunzione, da parte dei commilitoni e del personale di servizio in compagnia, che lassenza fosse dovuta al successivo allontanamento del militare dalla caserma, dopo il rientro alle 22.15. La presunzione si rivelata infondata e, in ogni caso, rappresentava una congettura da verificare. Luscita dalla caserma tra le 22.30 e le 23.30 dellallievo paracadutista Scieri poteva essere almeno accertata presso il personale di servizio alla porta.

Analogamente risulta burocratica e priva di iniziativa laccettazione del motivo del mancato rientro di una recluta, appena arrivata al reparto, da parte del sottufficiale dispezione dellufficiale di picchetto e dallufficiale dispezione. Tale personale di servizio si limitato a prendere atto dellassenza, senza attuare alcun intervento volto ad accertarne i motivi. Il giorno successivo laiutante maggiore del Reparto corsi ha continuato a considerare lassenza quale mancato rientro. Non ha proceduto ad alcuna verifica e approfondimento delle dichiarazioni dei militari che erano rientrati con lallievo paracadutista Scieri e ancora meno allaccertamento dei motivi e delle modalit del supposto allontanamento del militare dalla caserma. Lelevato numero di mancati rientri, n 344 dallinizio del 1999, non pu essere addotto quale giustificazione della mancata ricerca delle cause dellassenza del militare, tuttal pi denota una relativa accettazione del fenomeno. Osservo, infine, che la mancata dichiarazione dellallievo paracadutista Viberti relativa al punto preciso ove lallievo paracadutista Scieri era stato lasciato per leffettuazione della presunta telefonata, non risulta rilevante ai fini della valutazione della necessit di accertare leffettivo allontanamento dellallievo paracadutista Scieri dalla caserma e di promuovere la sua ricerca. Lallievo paracadutista Viberti ha, infatti, dichiarato successivamente di aver lasciato Scieri sulla strada interna in luogo ben visibile e non in corrispondenza del punto dove stato ritrovato il cadavere, e di aver perci ritenuto ininfluente lindicazione del luogo in relazione allassenza del commilitone. c) Levento ha contorni piuttosto precisi e definiti, ed configurabile con elevata probabilit tra gli incidenti. Dal punto di vista massmediologico le notizie sono state diffuse, non sempre correttamente, per effetto anche dello scarso uso di comunicati stampa e di conferenze stampa, e per un eccesso di interviste rilasciate a ogni livello.

5. Conclusioni a. Parere sulle cause dellevento 1) Le cause che hanno determinato il verificarsi dellevento, in base a quanto indicato in precedenza, non sono individuabili con certezza. In prima approssimazione gli indizi concorrono a suggerire che la salita sulla grata sia avvenuta senza presenza di altri militari. Ulteriori indicazioni circa le cause dellevento potranno essere individuate, avuta conoscenza dei risultati dellautopsia, delleventuale numero telefonico oggetto dellultima telefonata del deceduto, del tipo di medicinali ritrovati nellarmadietto e della relativa prescrizione medica. 2) La mancata ricerca dellallievo paracadutista Scieri allinterno della caserma, da parte del personale di servizio, derivata dalla pregiudiziale attribuzione dellassenza allallontanamento del militare dalla caserma, dopo le 22.30. Trattasi di pregiudizio determinato da una certa sicurezza tipica della mentalit dellambiente, dallelevato numero di mancati rientri che si sono verificati nellanno, e da un atteggiamento burocratico nellespletamento del servizio. In sostanza il personale di servizio si limitato a prendere atto dellassenza senza porsi il problema di dove, come e perch lo Scieri fosse assente. A questa domanda avrebbero dovuto essere ricercate le risposte, tanto pi che si trattava di una recluta appena arrivata al reparto. Lelevato numero di mancati rientri nellanno denota, altres, una certa tolleranza del fenomeno. Il fatto che non sia stato notificato il luogo ove era stato lasciato lo Scieri non appare elemento essenziale per indurre alle ricerche il personale di servizio. Avrebbe acquisito valore se le stesse fossero state avviate.

b. Parere sulle eventuali responsabilit emerse nel corso dellinchiesta 1) Le responsabilit della morte dellallievo paracadutista Scieri non sono individuabili nel quadro della presente inchiesta sommaria. In prima approssimazione il fatto risulta essere un incidente, in quanto non si a conoscenza di elementi tali da far ritenere coinvolte altre persone nel determinismo delle cause del decesso. 2) Circa la responsabilit disciplinare del personale di servizio, ritengo necessario che il comandante di Corpo debba procedere a un ulteriore accertamento della eventuale negligenza e/o carenza di iniziativa nellespletamento del servizio, da parte del seguente personale di servizio: graduato di servizio in compagnia: caporale Vfb Gianluca De Silvestris; ufficiale di servizio in compagnia: sergente maggiore Simeone Pugliese; ufficiale dispezione: capitano Alfio Pellegrini; ufficiale di picchetto: tenente Stefano Messina; sottufficiale dispezione: caporale maggiore Emilio Galdi; ufficiale di servizio al comando del Reparto corsi: maggiore Salvatore Romundia. 3) Il livello di comando del Centro addestramento di paracadutismo, pur non avendo svolto azione propulsiva per la ricerca dellassente, non pu essere ritenuto responsabile delle carenze del personale di servizio. Devono, per altro, essere ricercati i motivi dellelevato numero di mancati rientri per provvedere alleliminazione delle cause che li determinano. La gestione dellevento dal punto di vista massmediologico risultata del tutto farraginosa e contraddittoria. Le numerose interviste hanno prodotto risultati negativi sulla pubblica opinione. 4) Il livello B. [Brigata] avrebbe potuto intervenire prontamente con comunicati stampa ricorrendo al sostegno della Rmc [Regione militare Centro], del Comando Fop [Forze operative proiezione] e dello Sme [Stato maggiore Esercito] e imponendo il silenzio stampa al livello interessato ai fatti. c. Parere circa la nomina della Commissione inquirente Ritengo che il grado di coinvolgimento dellopinione pubblica raggiunto dagli eventi in trattazione, e limpossibilit di stabilire, in sede di inchiesta sommaria, se il decesso dellallievo paracadutista Scieri stato provocato da un incidente o da un atto di prevaricazione o da altre cause, e lesigenza di accertare ulteriormente le eventuali responsabilit disciplinari della mancata ricerca dellassente nellambito della caserma, consigli la nomina di una Commissione inquirente incaricata di svolgere linchiesta formale. Lufficiale inquirente maggiore generale Giancarlo Antonelli

Richiesta di archiviazione della Procura di Pisa

Il 16 agosto 1999, intorno alle ore 14.20, la Centrale operativa del Comando provinciale dei Carabinieri di Pisa comunicava al Nucleo operativo e Radiomobile che al Centro addestramento paracadutisti (Ceapar) presso la caserma Gamerra di Pisa era stato rinvenuto il cadavere di un soldato di leva. I militari intervenuti potevano constatare che il cadavere, successivamente identificato per il militare di leva Scieri Emanuele, nato a Cuneo il 31 agosto 1973, si trovava ai piedi di una scala in ferro addossata alla parete della torre di prosciugamento dei paracadute, in uno spiazzo adibito a deposito allo scoperto di materiale di casermaggio in disuso. Il cadavere, che appariva in avanzato stato di decomposizione, si presentava in posizione supina, con il capo reclinato verso destra e appoggiato sul piano di un tavolo capovolto, il braccio destro in posizione quasi perpendicolare al corpo, col palmo della mano rivolto verso lalto, il braccio sinistro piegato sotto i tavoli posti in posizione obliqua al terreno, il piede destro (con la scarpa) appoggiato allo spigolo di un tavolo di colore verde, con la pianta rivolta verso lalto; la gamba sinistra, con il piede privo di scarpa, ritrovata a circa due metri, era distesa in senso longitudinale al busto. A pochi centimetri dallavambraccio destro si trovava un orologio con cassa e cinturino in acciaio spezzato. Allinterno del marsupio, indossato allaltezza delladdome, venivano rinvenuti un telefono cellulare, un portafoglio con la somma di lire 60.000, la carta didentit e la tessera militare. QuestUfficio, informato dellaccaduto, disponeva lintervento del medico-legale nella persona del dott. Luigi Papi del Dipartimento di biomedicina, sez. di Medicina forense di Pisa, che effettuava i rilievi tecnici preliminari, redigendo relativo verbale di descrizione del cadavere ed effettuando numerose riprese fotografiche (13), quindi, ad esito degli accertamenti comunicati, che non avevano, allo stato, evidenziato la presenza di lesivit non riconducibili alla caduta dalla scala metallica, il cadavere veniva trasportato allobitorio di Medicina legale. Descrizione del cadavere In particolare, nella relazione sullispezione del cadavere e del luogo, riportata nella consulenza (le foto contrassegnate con la lett. C sono state fatte dai Carabinieri), il medico-legale riferiva: Il cadavere giace ai piedi della scala, in posizione supina, in un angusto spazio delimitato (foto...) sullo sfondo dal muro della torre, sulla destra del corpo da un tavolo verde rettangolare del tipo di quelli utilizzati per asciugare i paracadute, sulla sinistra da una serie di tavoli capovolti, con zampe metalliche a sezione circolare con piedino terminale in gomma (foto...), impilati con disposizione obliqua, eccetto il primo della serie che giace capovolto con il piano direttamente sul marciapiede, e in avanti da un tavolo in legno, con piano in compensato, che si trova posto davanti al tavolo verde di cui sopra, leggermente spostato verso la sinistra, con lato maggiore perpendicolare a quello del suddetto tavolo (foto...). Il corpo dello Scieri, in fase putrefattiva cromatico-enfisematosa, con iniziali fenomeni colliquativi e infestato da larve di mosca, da mosche adulte e formiche, nella sua posizione supina, osservato dallalto (foto...), si proietta in gran parte sul marciapiede che fiancheggia il muro della palazzina, fa eccezione parte dellarto inferiore di sinistra, dal ginocchio al piede, che sporge al di l del bordo del marciapiede e poggia con il tallone sul terreno asfaltato che lo costeggia... Sul marciapiede, in prossimit del gomito, dalla parte rivolta verso il muro, presente una chiazza ematica seguita da una serie di gocciolature disposte ad arco di cerchio ad ampio raggio di curvatura con concavit rivolta verso il gomito; altre imbrattature di aspetto ematico, sotto forma

di spruzzature di forma lanceolata con estremit sottile rivolta in direzione opposta rispetto alla posizione dellarto, sono presenti sul marciapiede, in prossimit della spalla destra (foto...). Larto superiore sinistro (foto...), abdotto di circa 90 a livello della spalla e flesso di altrettanti gradi a livello del gomito, occupa lo spazio angolare tra il piano del primo tavolo, quello cio direttamente opposto sul marciapiede e il piano del tavolo sovrastante, il secondo della pila (si tratta di uno spazio sufficiente a contenere il capo e larto di cui si sta trattando); il braccio poggia direttamente sul piano del primo tavolo mentre lavambraccio e la mano risultano lievemente sollevati per effetto dellatteggiamento in flessione del gomito. In corrispondenza del capo, sul piano del tavolo, presente una vasta chiazza di materiale ematico essiccato (foto...) che risulta essere percolato per gravit e per irregolarit della superficie, sul marciapiede alla sinistra del capo, e accumulato in corrispondenza del bordo del marciapiede stesso, in particolare modo alla sinistra dei tavoli accatastati (foto...). Larto inferiore sinistro (foto...) esteso e diretto in ideale continuazione con lasse del tronco dal ginocchio in poi, come si gi dato atto, esso sporge al di l del bordo del marciapiede appoggiato, con il tallone, nellattigua zona asfaltata. Larto inferiore destro (foto...) risulta sollevato rispetto al marciapiede in quanto applicato contro il vicino tavolo verde; segnatamente esso, con il piede poggia sul bordo del piano di detto tavolo e il contatto si ha con il malleolo laterale, mentre il ginocchio in contatto con un elemento strutturale metallico (tirante) del tavolo medesimo situato sotto il tavolo per conferirgli maggiore solidit. Il cadavere indossa: una maglietta bianca... il bordo inferiore di tale maglietta risulta sollevato sino al di sopra della base del torace. Essa presenta, sul versante anteriore, imbrattature rossastre sul bordo inferiore in ambito centrale; posteriormente tali imbrattature interessano quasi tutta la superficie dellindumento, in corrispondenza del cavo ascellare destro presente altra pi intensa imbrattatura rossastra rispetto alle precedenti; pantaloni tipo jeans in colore blu scuro regolarmente indossati con primo bottone anteriore inserito nellasola e cerniera lampo abbassata per un tratto di circa 2 cm., non dotati di cintura; su detti calzoni, in corrispondenza della piega inguinale e in prossimit del bordo superiore al primo passante di destra, si notano alcuni minuti frammenti di vernice verde di tipo simile a quella del vicino tavolo verde; alla vita presente un marsupio con cintura in pelle marrone (foto...), cinta in maniera non serrata; la borsa situata al fianco sinistro, con cerniere chiuse e poggia sul marciapiede; il piede destro (foto...) calza uno scarponcino (scarpa) con stringhe regolarmente inserite nei relativi occhielli metallici, ma slacciate, e un calzino di colore scuro; al piede sinistro (foto...) manca la corrispondente calzatura che si rinviene sul terreno sassoso ove poggia con la suola a 2,38 m. dallalluce sinistro, anchessa con stringhe inserite, ma slacciate (foto...); il piede sinistro indossa regolarmente un calzino scuro, che presenta in corrispondenza del dorso dellavampiede alcune soluzioni di continuo (foto...), evidenziate da imbrattatura ematica essiccata, con apposizione di minuti frammenti di vernice di colore verde e sassolini; sfilando parzialmente il calzino si osserva che a tali lacerazioni corrisponde una complessa lesione figurata del dorso dellavampiede, nel cui contesto sono osservabili tre soluzioni di continuo della cute. A unosservazione preliminare si rileva inoltre che il sangue fuoriuscito dalle lesioni percolato anche al di sotto della fila dei tavoli rovesciati, raccogliendosi in prossimit del bordo del marciapiede (foto...). Sul piano del marciapiede, al di sotto della proiezione del bordo sinistro del tavolo verde, a una distanza di 28 cm. dalla mano destra e di cm. 105 dal muro, presente un orologio tipo Sector Sge 800 (foto...) con

quadrante a lancette, capovolto, ancora funzionante, con datario sul giorno 15; la chiusura del cinturino metallico risulta aperta e il cinturino stesso risulta discontinuato per rottura, o meglio per sfilamento del perno metallico di una delle maglie. Venivano anche da parte del Nucleo operativo e Radiomobile (v. fasc. contenente 15 fotografie allegato allinformativa del 17 agosto 1999) effettuati rilievi fotografici del luogo e del cadavere dello Scieri Emanuele, quindi questo veniva inviato allobitorio di Medicina legale intorno alle ore 19 dello stesso giorno per i necessari pi approfonditi accertamenti medico-legali circa le cause della morte. Nellarmadietto personale in uso allo Scieri, nel locali della l Compagnia Corsi, veniva rinvenuta una ricetta datata 5 luglio 1999 rilasciata dalla dott. Rosaria Furnari della U.O. Clinica psichiatrica di Catania che prescriveva allo stesso lassunzione di compresse di Sereupin (un antidepressivo) e di Edronax da 4 mg. (medicinali che venivano trovati nello stesso armadietto ove era la ricetta). Lipotesi del suicidio veniva effettivamente ipotizzata nel corso dei primi accertamenti, soprattutto sulla base del ritrovamento della prescrizione di quei farmaci antidepressivi, ma si poneva poi in assoluto contrasto con le caratteristiche di personalit dello Scieri, descritto da parenti, amici e commilitoni come persona seria, equilibrata, con buone prospettive di lavoro; inoltre non veniva individuato alcun contesto personale nel quale una decisione simile avrebbe potuto prendere corpo. Sulle caratteristiche di personalit dello Scieri Emanuele si sarebbe poi formalmente espressa la prof.ssa DellOsso nella consulenza psichiatrica, nella quale escludeva la sussistenza di elementi psicopatologici che potessero avvalorare lipotesi suicidiaria e lipotesi di una personale dimostrazione di efficienza fisica. Nella consulenza della prof. DellOsso si legge: Inoltre dalla relazione clinica della dott. Furnari datata 20-8-1999 (richiesta dallUfficio), risultava che lo Scieri era stato visitato ambulatoriamente il 3-6-1999 per difficolt di concentrazione, senso di confusione mentale, modesto abbassamento del tono dellumore. Veniva fatta diagnosi di disturbo dansia-note depressive, e veniva suggerita terapia iniziale con Sereupin. Un altro controllo era stato effettuato il 5-7-1999 e, per migliorare liniziativa psicomotoria, veniva suggerito di integrare la terapia con una piccola dose di reboxetina (Edronax). Non risultava che lo Scieri fosse stato ricoverato o visitato presso altre strutture psichiatriche di specialisti privati. Il livello di gravit del disturbo si pu definire lieve-moderato. Nella scheda Clinica della U.O. Clinica psichiatrica dellUniversit di Catania, si legge: Periodo di euforia dopo laurea in giurisprudenza nello scorso novembre. Da circa un mese senso di confusione mentale, difficolt di concentrazione, specie per compiti impegnativi (frequenta uno studio legale, modesto abbassamento del tono dellumore... 5-7-1999 lieve miglioramento). Dovr fare il militare fra due settimane. Dalla relazione di consulenza chimico tossicologica affidata al prof. Giusiani risultava che nei reperti autoptici dello Scieri non erano presenti tracce di farmaci e stupefacenti, invece risultava presenza di alcool in quantit compresa tra 55 e 77 mg/100 ml., al di sotto del limite degli 80 mg./l00 ml. utilizzato nel codice della strada per stabilire lo stato di ebbrezza. Nel caso in questione gli effetti sono moderati andando da una diminuzione dei freni inibitori a una iniziale perdita di autocontrollo. Nella consulenza tecnica medico-legale relativa al decesso di Scieri Emanuele si legge: Il significato del tasso alcoolemico... il rilievo che esso aveva nella vicenda in oggetto non pu essere che assai contenuto, in considerazione che dagli atti testimonianza dei commilitoni niente emerge in merito agli eventuali effetti sullo Scieri delle assunzioni di alcool e che sono rimaste ignote le circostanze nelle quali tale assunzione ha avuto luogo.

Dal fascicolo psicofisico-addestrativo acquisito agli atti e da quanto risultava dal test Minnesota Multiphasic Personality Inventory (Mmpi) somministrato allo Scieri il 10 ottobre 1991, il 31 maggio 1999 e il 27 luglio 1999, dai verbali dinformazioni rese dalla madre, dal fratello, dallamica Ornella Genovese e dai commilitoni si pu ricostruire il profilo personalogico: serio, dotato di un forte senso del dovere (grande impegno negli studi e nella vita in genere), razionale, metodico, molto ordinato anche per quanto concerne la cura della propria persona. In particolare la mamma dello Scieri, signora Isabella Guarino, lo definisce un ragazzo posato, tranquillo, razionale. In termini del tutto simili si esprimono gli amici Trapanese Domenico, Spadafora Francesco, Gugliotta Stefano e Licini Emanuele. Nei rapporti interpersonali si caratterizzava per la grande estroversione, confermata oltre che dalle testimonianze, anche dai bassi punteggi alla scala Si (introversione sociale) del Mmpi, la generosit, la loquacit, il gusto per lo scherzo e per la battuta, la capacit di ottenere il rispetto altrui, pur mostrandosi mite ed equilibrato, mai litigioso (non era una testa calda, ma non subiva atti di prevaricazione Ornella Genovese). Mostrava un discreto grado di ambizione (teneva molto a fare bella figura (Di Presa Giuseppe), indicato anche dai punteggi elevati alla scala K del Mmpi (tendenza a porsi in buona luce). Era inoltre molto attivo e aveva molti interessi... rilevante che la sintomatologia sia stata definita dagli specialisti di gravit lieve-moderata, e che in nessun momento sia stata segnalata la presenza di unintenzione suicidiaria. Le testimonianze dei familiari sono univoche nel confermare che lo Scieri era solito consumare alcoolici in quantit molto modeste. Come gi anticipato, il consulente concludeva che nel periodo antecedente il decesso, non erano emerse alterazioni psichiche di rilievo attribuibili a un disturbo dellumore o a uno stato di intossicazione alcoolico, tali da poter determinare un comportamento finalizzato alla morte o un discontrollo degli impulsi che si possa essere tradotto in comportamenti potenzialmente autolesivi. Sentiti lo stesso giorno del rinvenimento del cadavere da ufficiali di Pg del Norm. Cc, gli allievi paracadutisti Raggiri Valter, Ravasi Marco, Parodi Marco e Picelli Carlos riferivano circa le modalit di rinvenimento del corpo, avvenuto intorno alle ore 13.50 del 16 agosto 1999. I quattro militari si erano recati presso il magazzino casermaggio per prendere servizio e, non trovando lincaricato, si erano messi a curiosare tra i materiali da casermaggio accatastati nel piazzale antistante il magazzino e, su un tavolo, il Raggiri aveva notato una scarpa con la suola rivolta verso lalto, quindi, attirati dal cattivo odore, anche gli altri si erano avvicinati e avevano scoperto il cadavere che il Picelli Carlos riconosceva, per gli indumenti indossati, nello Scieri Emanuele. Erano immediatamente intervenuti il s.tenente medico Adamo Marco, il vicebrigadiere Caricato Carmelo e il c.re Merola Giovanni del Nucleo carabinieri presso il Ceapar che avevano impedito ai curiosi di avvicinarsi e conservato lo stato dei luoghi. In base alle direttive disposte in via breve dal Pm, il 16 agosto 1999 venivano sentiti Gelli Daniele, Valentini Luca, Maestrini Michele, Mura Marco e Viberti Stefano, attraverso le testimonianze dei quali venivano ricostruiti i movimenti dello Scieri Emanuele nella giornata del 13 agosto 1999 (come si vedr la morte di questi verr collocata nella notte tra il 13 e il 14 agosto 1999). Questi, unitamente ad altri 69 allievi paracadutisti, era giunto nella tarda mattinata del 13 agosto al Ceapar di Pisa, proveniente dal 78 Rgt. Lupi di Toscana di Firenze; era stato inquadrato nella prima Compagnia corsi, aveva ritirato intorno alle ore 15.30, presso il magazzino casermaggio (posto di fronte alla scala metallica addossata alla torre di prosciugamento dei paracadute), il cosiddetto cubo (lenzuola, cuscino etc...), aveva consumato il pasto alla mensa intorno alle 18, si era recato insieme con Valentini Luca e Viberti Stefano in piazza dei Miracoli,

compiuto un giro in citt con altri commilitoni, quindi aveva fatto rientro in caserma intorno alle ore 22.15 e si era avviato, insieme con il Viberti Stefano (v. dichiarazioni di Valentini Luca), lungo il viale che fiancheggia il muro di cinta della caserma, in direzione dello spiazzo in cui il 16 agosto veniva ritrovato il cadavere. Viberti Stefano confermava di avere fatto un giro in citt con il Valentini Luca e lo Scieri Emanuele, di avere fatto rientro in caserma intorno alle ore 22.15, di essersi incamminato insieme con lo Scieri lungo il viale che costeggia il muro di cinta della caserma oltre lo stabile della Compagnia allievi, di avere domandato allo Scieri che proseguiva lungo il viale dove volesse andare e, alla risposta di volere fumare una sigaretta, laveva accompagnato sino al punto in cui questi, allaltezza del piazzale antistante il magazzino del casermaggio, gli diceva che avrebbe fatto una telefonata con il cellulare. Aveva quindi lasciato lo Scieri e si era diretto verso la camerata della Compagnia allievi dove, al contrappello delle ore 23.45 constatava che lo Scieri non era presente in camerata. La testimonianza del Viberti Stefano destava sin dallinizio interesse sia come la persona che aveva avuto gli ultimi contatti con lo Scieri (lo aveva lasciato alle ore 22.25 e la caduta dalla scala, come vedremo, si colloca intorno alle 22.30), sia perch appariva immediatamente al di fuori di ogni logica il non avere riferito, al momento del contrappello, al quale lo Scieri non aveva risposto, la circostanza, che si sarebbe rivelata utile anche per limmediato ritrovamento del corpo, di averlo da poco lasciato nello spiazzo antistante il magazzino casermaggio e di averlo comunque visto dentro la caserma. Latteggiamento reticente del Viberti, mentre da un lato ingenerava il sospetto che ai piedi della scala dalla quale era precipitato lo Scieri fossero avvenuti fatti che non si volevano o potevano riferire, dallaltra stimolava lattenzione investigativa sui contatti del predetto con gli altri allievi paracadutisti, con i familiari e gli amici al fine di ricavare dati rievocativi di quanto accaduto alle ore 22.30 del 13 agosto 1999 sotto la scala metallica della torre di prosciugamento dei paracadute. Il caso si presentava sin dalle primissime battute investigative estremamente complesso, sia per lavvenuto ritrovamento del cadavere a distanza di circa tre giorni dalla morte, sia per lassoluta incertezza circa le cause della morte, e sia anche per lessersi verificato levento in ambiente militare, non sempre permeabile alle iniziative dellautorit giudiziaria ordinaria. La complessit e la delicatezza del caso imponevano da parte dellUfficio un particolare impegno nella conduzione delle indagini, volte a evidenziare ogni elemento utile alla ricostruzione dei fatti e la necessit di avvalersi, per lo svolgimento di esse, di personale di Pg di comprovata professionalit investigativa e, per gli accertamenti tecnici, di personale altamente specializzato. Dopo liniziale intervento di personale del Nucleo operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Pisa (v. inf. del 17-8-1999), le indagini venivano affidate il 19 agosto al Nucleo operativo dei Carabinieri di Pisa, gli accertamenti tecnici ripetibili e non, di cui si dir, al Centro investigazioni scientifiche dei Carabinieri di Roma, gli accertamenti medico-legali circa le cause della morte dello Scieri Emanuele al prof. Marino Bargagna (purtroppo recentemente deceduto) direttore del Dipartimento di biomedicina sez. di Medicina legale dellUniversit di Pisa, e al dott. Luigi Papi dello stesso dipartimento. Gli accertamenti tossicologici venivano affidati al prof. Mario Giusiani, del Dipartimento di Sanit pubblica e biostatistica Universit di Pisa. Per una valutazione delle perdite ematiche dal corpo dello Scieri, al fine dello stabilire il tempo di sopravvivenza, veniva affidata consulenza al prof. ing. Bargagli Stoffi; per una valutazione circa la sostenibilit dellipotesi del suicidio, veniva affidata consulenza di cui si gi detto alla prof.ssa Liliana DellOsso, della Clinica psichiatrica della facolt di Medicina di Pisa.

Il comunicato stampa LUfficio della Procura, il 20 agosto 1999, al solo scopo di porre un freno alla propalazione sui quotidiani di notizie false fondate su illazioni e presunzioni o peggio su strumentali preconcetti circa le cause della morte dello Scieri, emetteva un comunicato stampa nel quale si informava, che allo stato, allesito dellesame autoptico, delle ispezioni dei luoghi, dei rilievi tecnici di polizia scientifica e delle dichiarazioni di numerose persone informate sui fatti, non erano emersi elementi per ritenere il coinvolgimento di altre persone nel determinismo delle cause del decesso. Inopinatamente, il comunicato veniva interpretato dagli organi di stampa quale espressione di un convincimento gi formato e definitivo dellUfficio circa le cause della morte dello Scieri, che doveva preludere anche alla cessazione di ogni attivit investigativa. Il comunicato aliment anche, da parte di certa stampa, il sospetto di un insabbiamento giudiziario per coprire le responsabilit degli autori di un fatto che veniva gi qualificato omicidio o nella migliore delle ipotesi atto di nonnismo. Il notevolissimo impegno investigativo profuso sia dallUfficio della Procura sia dagli organi di Pg, e la direzione delle indagini a tutto campo, dovevano smentire queste iniziali asserzioni e sconfessare lipotizzata unidirezionalit delle indagini. Pur tuttavia, lintero corso delle indagini, e ancor pi la conclusione di esse, con la ormai nota mancata individuazione di un colpevole, stato contraddistinto da severi attacchi portati dalla stampa, soprattutto locale, alla lacunosit delle indagini, considerate strumentali alla copertura dei responsabili. Non solo labnormit di tali asserzioni, ma soprattutto la piena consapevolezza di avere operato con il massimo impegno, in ogni direzione e senza alcun condizionamento che non fosse quello dellaccertamento della verit, che ci impongono di non assumere alcuna reazione critica. Le ispezioni dei luoghi e gli accertamenti relativi I carabinieri del Nucleo operativo di Pisa effettuavano il 19 agosto 1999, alla presenza di questUfficio e dei consulenti prof. Marino Bargagna (medico-legale) e prof. Liliana DellOsso (psichiatra), unispezione dei luoghi, anche per effettuare accertamenti volti a individuare eventuali tracce di sostanza ematica sulla scala metallica e sui cerchioni delle griglie di protezione con uno specifico reagente denominato Sangurtest. Veniva constatata la presenza di tracce di sangue (v. foto n. 5 nellinformativa del 20 agosto 1999); in seguito per risultate appartenere al car. Pirina che si era ferito durante una prima ispezione della scala metallica. Venivano invece rinvenute e recuperate tracce di sfregamento sul muro alla sinistra della scala, quasi allaltezza del primo cerchio di protezione della stessa scala, e recuperate tracce di vernice verde provenienti dai tavoli (foto...) e di sostanza ematica comprendente elementi piliformi sul marciapiede e ai piedi della scala. Questi reperti, unitamente alle scarpe e allorologio dello Scieri, venivano consegnati il 22 agosto al s.ten. Podini del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche di Roma, al fine di accertare la natura delle tracce rilevate sulla scala metallica (ma si gi detto che il sangue rinvenuto apparteneva a un carabiniere); se la traccia di sfregamento sul muro fosse rapportabile alla macchia chiara presente sulla parte anteriore della scarpa sinistra; se vi fossero sotto le suola delle scarpe frammenti di colore verde; nonch di accertare sotto la scarpa la presenza di una pressione uniforme e curvilinea attribuibile alla pressione sui cerchi della griglia di protezione della scala; e se i lacci delle scarpe fossero stati sottoposti a violenta tensione (legati insieme). Il 20 agosto veniva effettuata unaltra ispezione dei luoghi, alle ore 22, per verificare la presenza di militari (risultata nulla) e le condizioni di illuminazione dello spiazzo ove si trova la scala (risultato illuminato indirettamente da un lampione posto sulla via Milano, adiacente al muro di

cinta, e da tre fari crepuscolari che illuminano il piazzale della pizzeria a lato del magazzino casermaggio). Si accertava anche che, alla chiusura del locale pizzeria, alle 22.30, il luogo era caratterizzato da completo silenzio e che il telefono cellulare Tim in uso allo Scieri aveva buona ricezione dallo spiazzo. Venivano effettuate numerose altre ispezioni dei luoghi, anche alla presenza dellUfficio, al fine di rinvenire tracce di qualunque natura utili alla ricostruzione dei fatti [...]. La denunzia dei genitori dello Scieri e le nomine dei difensori e dei consulenti tecnici In data 24 agosto 1999 Scieri Corrado, Guarino Isabella e Scieri Francesco, rispettivamente genitori e fratello di Scieri Emanuele, depositavano una denunzia nella quale, escludendo il suicidio e laccidentalit dellaccaduto sulla base degli elementi riferiti dal nominato consulente medico-legale dott. Francesco Coco nel corso degli accertamenti autoptici, sostenevano che le lesioni riscontrate erano tali da ritenere che Emanuele non fosse morto sul colpo, che le lesioni di per s non fossero mortali e quindi avrebbero consentito la sopravvivenza in caso di tempestivo soccorso, che la causa delle lesioni in varie parti del corpo avrebbe dovuto essere accertata, tenendo conto della scarsa compatibilit di alcune di esse con la sola caduta dallalto. Avanzavano lipotesi che lo Scieri fosse rimasto vittima di un episodio di nonnismo che aveva notoria diffusione nella caserma Gamerra, e ravvisavano responsabilit penali a carico di ufficiali e di sottufficiali per non avere effettuato le ricerche dello Scieri allinterno della caserma, una volta accertato il suo rientro. Denunziavano anche lesistenza del cosiddetto Zibaldone, insieme di documenti raccolti dal gen. Celentano (comandante della brigata Folgore), in quanto inneggianti al nonnismo, chiedevano la punizione dei responsabili e nominavano propri difensori lavv. Ettore Randazzo del foro di Siracusa e lavv. Florenzo Storelli del foro di Lucca, nonch il gi citato medicolegale dott. Francesco Coco e successivamente il dott. Giuseppe Bulla. (Incidentalmente, sembra utile notare che il termine zibaldone secondo la voce del dizionario della lingua italiana Treccani uno scartafaccio in cui si annotano, senza ordine a man mano che capitano, notizie, spunti, riflessioni, estratti di lettere, schemi, abbozzi etc., e che questa definizione letterale si attaglia del tutto ai contenuti dei documenti raccolti dal gen. Celentano, il cui intento era soltanto quello di offrirli, come detto in premessa, alla meditazione di chi li leggeva. La presenza, nella raccolta, di un elenco di atti di nonnismo che si sono verificati o si verificano nelle caserme, non pu di certo costituire istigazione alla commissione di essi, ma soltanto la presa di coscienza di un fenomeno.) QuestUfficio instaurava con i difensori della famiglia Scieri un rapporto di piena disponibilit collaborativa nellambito delle indagini, soddisfacendo qualsiasi richiesta di conoscenza di dati attinenti allo svolgimento di esse (rilascio di rilievi fotografici, verbali di ispezione dei luoghi, rilievi autoptici, copie di atti, etc...) e qualsiasi richiesta di accertamento investigativo rivolto allUfficio. La regolarit dei contatti con i difensori doveva interrompersi nel momento in cui lUfficio del Pm non riteneva di raccogliere la inopinata richiesta della difesa di sostituire gli ufficiali di Pg del Nucleo operativo dei Carabinieri di Pisa, sin dallinizio impegnati nelle indagini delegate, con Ufficiali di Pg appartenenti ad altri corpi, seguita dalla richiesta di avocazione del procedimento avanzata dallavv. Florenzo Storelli al procuratore generale della Repubblica di Firenze. anche opportuno ricordare che nel corso di una delle numerose riunioni con i difensori della famiglia Scieri, questi comunicavano la decisione di affidare le indagini a investigatori privati di grande esperienza. QuestUfficio, pur nella consapevolezza dellanomalia della iniziativa paragiudiziaria, manifestava assenso alla stessa, pur di acquisire elementi utili alle indagini. Di tale iniziativa questUfficio non aveva ulteriori notizie in seguito.

Le deposizioni degli allievi paracadutisti e di altri militari assunte da questUfficio anche nellimmediatezza dei fatti I militari venivano sentiti per assumere informazioni circa ogni circostanza utile alle indagini, sulle caratteristiche di personalit dello Scieri, sul modo di portare scarpe, orologio e vestiti in genere, e sulle modalit del contrappello della sera del 13 agosto 1999 alle ore 23.45. Lattenzione investigativa si concentrava soprattutto sullallievo paracadutista Viberti Stefano, sia perch era stata lultima persona ad avere avuto contatti con lo Scieri, sia perch aveva destato non poche perplessit il suo comportamento omissivo allatto del contrappello di non riferire ai superiori il luogo dove aveva lasciato lo Scieri poco prima. Il Viberti Stefano, sentito nelle ore pomeridiane del 19 di agosto 1999, anche alla presenza del consulente psichiatrico chiamato a esprimersi su eventuali modalit di atteggiamento che dissimulassero reticenza o menzogna, confermava le dichiarazioni gi rese alla Pg il 16 agosto e dichiarava, dopo reiterate contestazioni sullillogicit del suo comportamento omissivo allatto del contrappello e reiterati inviti a dire la verit, pena le sanzioni previste dalla legge, che: Durante il contrappello il nome dello Scieri venne fatto dal caporale di giornata De Silvestris, il quale lo pronunzi un paio di camerate prima della mia, che era quella anche dello Scieri. Al pronunziare il nome dello Scieri si fece avanti il Gelli Daniele che disse che lo Scieri aveva fatto rientro in caserma perch lo aveva visto lui. A quel punto non ritenni di dover dire nulla, pensai che dopo la telefonata che mi aveva detto che avrebbe fatto, lo Scieri fosse uscito nuovamente dalla caserma, anche perch nel corso del pomeriggio un commilitone, di cui non ricordo il nome, mi aveva detto che se non gli avessero dato la licenza se la sarebbe presa. Quindi nella convinzione che lo Scieri non fosse pi in caserma, non pensai di riferire ai miei superiori di dove lavevo lasciato, perch non potevo immaginare che fosse rimasto l e che gli fosse successa una cosa cos grave... successa una disgrazia, per la quale provo anche un po di rimorso perch forse mi sento responsabile di non avere avvisato i superiori del posto in cui avevo lasciato lo Scieri, tanto pi che ho letto che ha vissuto diverse ore. Viberti veniva nuovamente sentito dallUfficio del Pm a notevole distanza dai fatti (il 24 gennaio 2000), in costanza di intercettazione telefonica. Questi, invitato ancora una volta a fornire la sua versione dei fatti, confermava quella precedentemente resa su dove e cosa aveva fatto con lo Scieri sino al momento in cui lo aveva lasciato nei pressi dello spiazzo del casermaggio, aggiungendo che aveva riferito al Gelli... che lo Scieri era rimasto fuori. Affermava anche che: Non ricordo se abbia fatto o detto qualcosa per lappunto con riferimento al mancato rientro dello Scieri... Non ho creduto fosse necessario preoccuparmi dellassenza perch lo Scieri era una persona di 26 anni, laureata e che sapeva quindi badare a se stesso. A decisa contestazione del Pm, che lo informa che la telefonata dal cellulare non stata mai fatta, che sul cadavere erano state riscontrate lesioni non rapportabili alla caduta e invece collegabili allazione di altri, e che se la telefonata non fu fatta e che se subito dopo lo Scieri si trovava in compagnia di altre persone che ebbero a provocargli le ferite, sembra verosimile che queste persone si trovassero sul posto al momento in cui lo Scieri tentava di telefonare, tanto da impedirgli di farlo, il Viberti rispondeva: Non so cosa dirle. Debbo dire che io non ho visto nessuno insieme allo Scieri. A ulteriore contestazione che dalle dichiarazioni di Valentini Luca, Marras Simone e Bellacima Marco (sentiti il 28 settembre 1999), risultava che prima del contrappello avevano appreso dal Viberti che lo Scieri non era rientrato perch si era fermato a fumare una sigaretta, e che quindi appariva strano che in precedenza avesse dichiarato che lo Scieri si era fermato fuori per fare una telefonata, il Viberti dice: Non so cosa rispondere. A ulteriore contestazione che il Marras Simone aveva dichiarato di essersi affacciato pi volte alla finestra insieme al Viberti, e che

il Valentini Luca aveva dichiarato di avere pi volte visto il Viberti affacciarsi alla finestra della camerata, facendo rilevare che questo comportamento non si conciliava con le pregresse affermazioni di avere pensato nellimminenza del contrappello a se stesso e non allo Scieri che laureato ventiseienne era persona in grado di badare a se stesso, il Viberti rispondeva: Ritengo che sia un comportamento naturale di minima attenzione quella di affacciarsi, ma comunque non ricordo di essermi affacciato. Vigneri Stefano, Di Presa Giuseppe e Coghe Francesco, allievi paracadutisti e persone pi amiche dello Scieri (v. deposizioni del 20 agosto), lo descrivevano come una persona seria, matura, senza problemi psicologici, tutti escludevano che si fosse suicidato, ricordavano di averlo visto sempre con le scarpe allacciate, il Di Presa produceva una foto dalla quale risultava che lo Scieri portava lorologio al polso sinistro, il Coghe riferiva che lo Scieri era molto bravo alle trazioni alla sbarra... e che gli istruttori ci avevano detto che le trazioni alla sbarra andavano fatte con il palmo della mano rivolto verso la sbarra, perch in questo modo si faceva pi fatica e si impegnavano pi muscoli... ci teneva molto allaspetto fisico e sportivo, a Firenze si preparava molto alle prove del corso. Mancini Lorenzo (23 settembre 1999), compagno dello Scieri nel corso di addestramento, lo descriveva come un ragazzo con la testa sulle spalle, molto serio, non incline a prendere iniziative spericolate come affrontare prove di coraggio, assolutamente lontano da idee di suicidio. Scurti Domenico, Greco Cristian e Palatresi Emiliano, sentiti da ufficiali di Pg del Nucleo operativo dei Carabinieri di Pisa il 24 agosto, descrivevano lo Scieri come un giovane molto ordinato, calmo, distinto nei modi di fare, riflessivo (Scurti); Mi sembrato essere un ragazzo riservato, non ho notato alcun atteggiamento strano da parte sua (Greco); Mi sono fatto lidea di un ragazzo tranquillo e preciso (Palatresi) (v. informativa Cc del 10 novembre 1999). Attivit investigativa sotto copertura Al fine di non lasciare intentato alcuno strumento investigativo e di acquisire informazioni allinterno del difficile ambiente militare, il Pm, in data 23 agosto 1999, incaricava il comandante del Nucleo operativo dei Carabinieri di provvedere, previa adozione dei necessari adempimenti formali e operativi, a inserire, come militari di leva nella 1 Compagnia paracadutisti del Ceapar, di cui faceva parte lo Scieri, due carabinieri con lincarico di assumere qualsiasi informazione utile alle indagini, e in particolare di familiarizzare con il Viberti Stefano, onde poi ricevere confidenze circa gli ultimi movimenti trascorsi con lo Scieri, eventualmente divergenti dalle dichiarazioni rese alla Pg il 16 agosto e al Pm il 19 agosto. I due militari prescelti, m.lli Micco Giuseppe e Giacomelli Alessandro, del 1 Reggimento paracadutisti Tuscania di Livorno, ai quali erano stati forniti documenti personali di copertura, svolgevano una limitata attivit, in quanto circa un mese dopo il loro inserimento, avvenuto l8 settembre 1999, la copertura saltava definitivamente, vuoi per la cattiva fattura dei documenti personali, vuoi per alcuni atteggiamenti dei militari infiltrati non conciliabili con la condizione di allievi paracadutisti (si veda al proposito la relazione a firma del comandante del Centro addestramento paracadutismo Bertolini del 12 ottobre 1999). Nei contatti avuti con il Viberti, il m.llo Micco comunque non riceveva confidenze sui fatti di interesse, ma si limitava a suggerirgli di riferire ai magistrato qualsiasi circostanza che potesse essergli sfuggita nelle precedenti dichiarazioni. A verifica delle dichiarazioni di Viberti Stefano e di Valentini Luca circa i tempi di percorrenza del tragitto fatto dal Viberti e dallo Scieri, e il tempo del rientro del Viberti nella camerata della l Compagnia, veniva svolto da ufficiali di Pg lo stesso percorso descritto, che veniva coperto

in nove minuti, tempo coincidente con le indicazioni temporali fornite dai predetti (v. dichiarazioni Viberti Stefano e Valentini Luca, e annotazione del m.llo Antonio Cafici in data 15 settembre 1999 allegata allinformativa in pari data). La delega indagini del 4 ottobre 1999 QuestUfficio, in data 4 ottobre 1999, delegava il Nucleo operativo dei Carabinieri di sentire, nella qualit di persone informate sui fatti, tutti i militari presenti nella caserma Gamerra la sera del 13 agosto 1999 e tutti i congedati in data successiva a questultima, tra laltro su come avessero trascorso e con chi la giornata, se fossero presenti al contrappello, sulleventuale allontanamento di qualcuno dalle camerate dopo il rientro e prima del contrappello, sulla conoscenza dello Scieri Emanuele, su fatti comunque collegabili alla morte di questi, su sfide tra militari sulle scale esterne in ferro delle due torri di prosciugamento. Essendo risultate, dai documenti forniti dal Ceapar circa le presenze e le assenze dei militari, anomalie su dette indicazioni, nel senso che militari che risultavano assenti il 13 agosto erano invece presenti e viceversa, il Nucleo operativo riteneva opportuno sentire tutti i militari della caserma Gamerra in forza al 13 agosto 1999, indipendentemente dai dati che risultavano agli atti del Comando. Venivano quindi sentiti 742 militari, oltre ad altri gi sentiti in precedenza. Venivano anche sentiti 110 militari, ai cui nominativi si era giunti esaminando lelenco delle persone congedate fornite dal Ceapar; dalle dichiarazioni rese emergeva per che alla data del 13 agosto 1999 non prestavano [pi] servizio presso la caserma Gamerra, in quanto o gi trasferiti o congedati o ammessi al servizio civile o al servizio di Comuni colpiti da alluvione. Dallesame di tutte le deposizioni delle persone interrogate non emergevano elementi utili alle indagini. Alcuni militari (v. deposizioni Esposito Alfonso, Tirini Salvatore, Costantini Emanuele, Crisciuolo Alfonso), riferivano di essere saliti sulle scale delle torri di prosciugamento dei paracadute ma in presenza degli istruttori. LEsposito Alfonso, sentito nuovamente, riferiva che la scala cui aveva fatto riferimento era quella della torre di lancio. Tirini Salvatore, rintracciato telefonicamente in Francia dai carabinieri di Napoli Marianella, non sapeva fornire pi precise indicazioni, ma confermava che laddestramento sulle scale avveniva alla presenza degli istruttori. Questi, sentiti nel corso delle indagini, hanno invece sempre negato di essere saliti sulle scale in oggetto, o che qualcuno lo abbia fatto in loro presenza. Le informazioni raccolte dal Nucleo operativo consentivano di stabilire che in palestra esistono delle scale metalliche, in tutto simili a quelle delle due torri di prosciugamento dei paracadute, che vengono utilizzate dagli allievi paracadutisti durante lattivit addestrativa o sotto il diretto controllo degli istruttori per risalire la torre di lancio e saltare nel vuoto. Da segnalare, ma soltanto a titolo di completezza espositiva, che numerosi militari hanno dichiarato di essere venuti a conoscenza della morte dello Scieri in tempi precedenti alla scoperta del corpo, mentre altri riferivano della presenza di altri commilitoni la sera del 13 agosto che invece erano assenti per varie cause. Le incongruenze emerse dalle dichiarazioni sono evidentemente da attribuire a ricordi errati. Numerose ancora le discordanze tra le dichiarazioni di numerosi militari che riferivano di essere stati presenti in caserma la sera del 13 agosto e la documentazione amministrativa da cui invece risultava la loro assenza e viceversa, come gi osservato in precedenza. Il contrappello Per avere un quadro cognitivo pi ampio e approfondito possibile delle presenze nella 1 Compagnia allievi paracadutisti (dove avrebbe dovuto alloggiare la sera del 13 agosto lo Scieri Emanuele) e delle modalit di

esecuzione del contrappello, linformativa del 16 settembre 1999 forniva lelenco del personale alloggiato presso la 1 Compagnia, nonch gli specchi riassuntivi dei nominativi usati per il contrappello. Venivano anche formate le piantine riproducenti i posti occupati dagli allievi paracadutisti sui mezzi che li avevano trasportati da Firenze a Pisa, e acquisite le dichiarazioni inerenti i comportamenti da tenere in caso di conoscenza di atti di nonnismo e nel caso di esserne vittima. Venivano inoltre acquisiti: rapportino del 13 e del 14 agosto 1999 consegnati dal caporale De Silvestris, che aveva effettuato il contrappello la sera del 13 agosto alle 23.45, allufficiale di picchetto come da prassi, nei quali era annotato il mancato rientro da libera uscita dello Scieri Emanuele, nonch lelenco delle disposizioni inerenti i servizi di guardia e di vigilanza allinterno della caserma. La tematica, peraltro, ha perso di interesse in quanto gi oggetto di attenzione nel procedimento n. 1343/2000 nei confronti di Cirneco Calogero, Pugliese Simone, De Silvestris Gianluca e De Martin Roberto per omicidio colposo sotto il profilo dellavere omesso di cercare lo Scieri Emanuele allinterno della caserma, una volta che al contrappello era risultato assente ma rientrato in caserma. Il procedimento relativo n. 1343/00 stato archiviato con decreto del Gip in data 22 dicembre 2000, su conforme richiesta del Pm. Il