Casa del sole - La Città dell'infanzia a Milano

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Casa del Sole la Città dell’Infanzia a Milano 1925 - 2005 Pubblicato a cura dell’Associazione La Città del Sole - Amici del Parco Trotter ONLUS

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History and pictures of the schools in the Parco Trotter of Milano, Italy.

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Casa del Solela Città dell’Infanzia a Milano

1925 - 2005

Pubblicato a cura dell’Associazione La Città del Sole - Amici del Parco Trotter ONLUS

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1925 - 2005 “Casa del Sole”: la Città dell’Infanzia a Milano

Hanno contribuito alla realizzazione del libroe sentitamente ringraziamo:

• Le insegnanti Giovanna Fioni e Letizia BianchiBesana, il Prof. Giuseppe Natale, il direttore Dott. Giuseppe Di Grado e la Preside Dott.ssa Angela Maria Olmi per la preziosa documentazione storica e peri suggerimenti che ci hanno fornito.

• Il prof. Enrico Bordogna, ordinario di Composizione architettonica al Politecnico di Milano, per l’iconografiafornitaci, unitamente alla sua personale produzionesaggistica sul tema delle scuole all’aperto. In particolare,segnaliamo i seguenti suoi scritti: a] Radici tipichedell’architettura scolastica a Milano, in “Hinterland”, n. 17,marzo 1981, pp 68-79; b] La scuola all’aperto del Trotter a Turro: dal dettato pedagogico l’innovazione tipologica, in AAVV, Milano Zona Dieci – Loreto, Monza, Padova, a cura di G. Fiorese, ICI-Comune di Milano, Milano, 1986. Pp 94-100.

• Tutti coloro, e sono tanti (genitori, insegnantie ex insegnanti, abitanti del quartiere) che,in diversa misura, ci hanno fornito materiali,testimonianze, indicazioni di lavoro, suggerimenti.

Testi a cura di D. BarraRicerca ed elaborazione fotografica di G. Perego e A. RonchiProgetto e realizzazione grafica a cura di L. Varaschini

È consentita la riproduzione parziale o totale dell’ope-ra e la sua diffusione, purché non a scopo commercia-le o di lucro, a condizione che ne venga citata la fontee che questa dicitura sia riprodotta.L'editore, interessato a conoscere la reale diffusionedell'opera, invita a comunicare le modalità del suo uti-lizzo all'indirizzo: [email protected]

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Indice

Capitolo 1Una scuola all’aperto a Milano: dall’idea alla realizzazione (1907-1928) - p. 3

Capitolo 2La Regia Scuola Speciale “Umberto di Savoia”(1928-1939) - p. 9

Capitolo 3Gli anni della guerra e della ricostruzione (1939-1949) - p. 37

Capitolo 4La Scuola all’Aperto “Casa del Sole”: le cooperative e i laboratori (1950-1973) - p. 43

Capitolo 5DALLA SCUOLA SPECIALE ALLA SCUOLA DI QUARTIEREsperimentazione verticale, ricerca d’ambiente, informatica (1973 – 1988) - p. 77

Capitolo 6Dagli anni ‘90 ad oggi. La “Casa del Sole” primo Istituto Comprensivo d’Italia - p. 103

Qualche riflessione di fine racconto - p. 153

AppendiceIl Parco e il suo patrimonio arboreo - p. 155

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Introduzione

Questo non è semplicemente unlibro. È, soprattutto, un gesto diaffetto verso un luogo bello eimportante di Milano: il parcodell’ex Trotter. Cos’è questoposto e cosa vi succede di tantospeciale da dedicargli un libro? Èun posto dove ci sono quattroscuole e più di mille alunni: fre-quentato, quindi, da tantissimibambini, genitori, nonni e tate.Quando non c’è scuola, troviamola gente del quartiere, gli anziania passeggiare, i ragazzi a giocarea calcio, i cani e i loro padro-ni…È un luogo dove accadono,oggi, tantissime cose: le attivitàdegli allievi e delle loro insegnan-ti, i corsi sportivi in palestra, lerassegne di teatro per ragazzi, icorsi di lingua straniera, i dopo-scuola popolari, la coltivazionebiologica dell’orto…Qui la gentesi ferma, chiacchiera e stringerelazioni, mentre vede i bambiniarrampicarsi sugli alberi. È ungrande universo di socialità, unacosa rara a vedersi in una cittàcome Milano.

Il parco Trotter quest'annocompie ottant’anni. Chi conoscela sua storia? Sicuramente i vec-chi del quartiere, un po’ meno igiovani, compresi i tanti utenti efrequentatori di questo luogo.Anche i funzionari e gli ammini-stratori pubblici, qualche volta,mostrano di ignorare questa storia,o per lo meno di non ricordarla.In realtà, a compiere ottant’anninon è il parco, ma la scuola“Casa del Sole”, per la quale ilparco fu concepito dopo che ilComune aveva acquisito tutta l’a-rea dalla Società Trotter che gesti-va le corse dei cavalli: sono gliottant’anni della scuola all’aperto,la più grande di Milano, una dellepiù grandi d’Europa, dal suonascere all’avanguardia nell’inno-vazione educativa e didattica:ammirata, studiata, imitata da stu-diosi di tutto il mondo. Una istitu-zione culturale di primo piano perla città, importante anche per ilsuo patrimonio architettonico earboreo. Non a caso, tutta l’area èsottoposta, dal 1986, a vincolodalla Sovrintendenza per i BeniAmbientali e Architettonici.

Passati ottant’anni, possiamo direche la scuola di oggi continual’impegno di innovazione pedago-gica della scuola di ieri. Bastipensare che, nel non lontano1995, nasceva qui il primo istitutocomprensivo in Italia (scuola ele-mentare e media unite). Adessogli istituti comprensivi sono oltreil 40% delle scuole dell’obbligosul territorio nazionale. C’è daaggiungere che il Trotter di ogginon vive solo delle sue scuole,ma anche delle decine di altreattività che prima abbiamo citato,in gran parte volontarie, realizza-te con l’impegno di genitori e cit-tadini del quartiere, molti di que-sti raccolti nell’Associazione “LaCittà del Sole – Amici del ParcoTrotter”.

La realtà fin qui descritta, vivace,aggregata, solidale, che pochiconoscono, ha il suo rovescio: l’exconvitto, la piscina, la fattoria ealtri edifici storici di questo com-plesso che sono abbandonati datempo e ormai in stato di avanzatodegrado. Essi stanno lì a dimostra-re l’incuria e il disimpegno versoun pezzo di passato e di presentedella nostra città straordinaria-mente importanti, non sufficiente-mente conosciuti dai pubblicipoteri, non sufficientemente rac-contati e difesi dai cittadini.Ricordiamo che un progetto delPolitecnico di Milano, approvatoall’unanimità nel 2003 dalConsiglio Comunale, giace neicassetti in attesa di finanziamenti:esso prevede interventi di riquali-ficazione finalizzati a trasformareil parco Trotter in una “città del-l’infanzia” aperta a tutti i bambinimilanesi (con presenza, oltre chedelle scuole, di spazi museali,laboratori, ecc.).

Questo libro racconta i primiottant’anni di storia della scuo-la all’aperto “Casa del Sole”. Èstato scritto, illustrato, strutturatograficamente e stampato da geni-tori della “Casa del Sole” edell’Associazione, e si è nutritodella collaborazione di decine dipersone passate da questa scuolacome allievi, come insegnanti odirigenti scolastici, che hanno tra-smesso con entusiasmo le loromemorie e la loro esperienza. Illavoro che sta dietro questo libroè volontario. È il gesto d’affettodei cittadini del Trotter per il loroparco, e soprattutto è il modo cheessi hanno scelto (non il solo) perfar conoscere l’importanza passa-ta e presente di questa istituzioneculturale della nostra città, al finedi sottrarla ai pericoli dell’oblio eall’incuria dei pubblici poteri. Ètempo di rilanciare la discussionepubblica sul modo migliore diconservare il Trotter, per farlorimanere un bene comune adisposizione di tutti, più bello diquanto ora non sia.

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1 - Una scuola all’aperto a Milano: dall’idea alla realizzazione (1907-1928)

Lezione all’aperto

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Un’idea che viene da lontanoL’idea della “scuola all’aperto” sifa strada nella seconda metàdell’800, soprattutto negli Usa ein nord Europa.I pedagogisti che la sostengono,generalmente collocabili in quellacorrente pedagogica che prende ilnome di “attivismo”, sono con-vinti che l’attività manuale e lavo-rativa (in particolare agricola),l’esperienza diretta del fare edell’osservare, siano i più potentifattori dell’apprendimento. Essiavversano l’insegnamento intel-lettualistico, nozionistico, verbali-stico, accusato di rendere passivi ifanciulli; valorizzano invece ilprocedimento che parte dall’a-zione per arrivare alla conqui-sta del pensiero (Dewey); metto-no al centro del processo educati-vo il bambino, perché sia aiutatoa conquistare la propria fisiono-mia cognitiva e affettiva autono-mamente, attraverso l’esperienzadiretta. La condizione perché que-sta didattica attiva possa realiz-zarsi è che le scuole siano ricchedi spazi, laboratori, aree dove ibambini possano lavorare e anchegiocare e socializzare. Di qui, l’i-dea di scuole collocate dentroampi spazi verdi.

Una soluzione controi mali dell’IndustrialismoMolti studiosi di fine ‘800 vedononelle scuole all’aperto l’antidotomigliore ai mali della industria-lizzazione e dell’urbanesimo(tubercolosi, quartieri–ghetto concase sovraffollate, ecc.). E’ presen-te in questa posizione un atteggia-mento antindustrialista: nelle scuo-le all’aperto i bambini possonorecuperare il rapporto con la natu-ra che i grandi hanno smarrito.Appoggiano queste idee i politicidi orientamento progressista ogenericamente umanitario, soprat-tutto socialisti e esponenti dellaborghesia illuminata, i qualivedono in questo progetto peda-gogico la possibilità di lenire lecattive condizioni di vita dellemasse urbane e di limitare l’e-splosione dei conflitti sociali.Non a caso, è proprio in GranBretagna, Germania, Francia,Olanda, nei Paesi più industria-lizzati, che sorgono le primescuole di questo tipo.

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J. Dewey (1859 - 1952)

O. Decroly (1871 - 1954) Officine Breda

G. Pizzigoni (1870-1947),

Tre deimaggiori esponenti

dell'attivismo pedagogicodi inizio '900

Mensa dei poveri - inizi ‘900

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1 - Una scuola all’aperto a Milano: dall’idea alla realizzazione (1907-1928)

Prime scuole all’aperto a Milano All’inizio del ‘900, fa capolinoanche a Milano un movimento perle scuole all’aperto. Nel 1907opera a Milano l’associazione“Per la scuola”, fondata da inse-gnanti, medici, studiosi in genere.Ne fanno parte anche ricchi bene-fattori, tra cui la contessa CarlaVisconti di Modrone e MariaPirelli. Tra gli obiettivi dell’asso-ciazione c’è quello di ottenere l’i-stituzione di una scuola all’apertoper bambini gracili (attorno al1911 a Milano sono definiti “gra-cili” 12.000 alunni su 53.000).Nel 1913, l’obiettivo viene rag-giunto: classi di scuola all’apertovengono create nei locali dellaBicocca degli Arcimboldi.L’anno successivo, la scuola sitrasferisce a Niguarda, doveaccoglie fino a 210 allievi.

La nascita della scuolaall’aperto del TrotterLa situazione igienico – sanita-ria dell’infanzia milanese, resapiù problematica dalle vicende

della prima guerra mondiale,rafforza il convincimento che sianecessario creare a Milano unagrande scuola all’aperto. L’areadove realizzare il progetto vienetrovata nell’ippodromo dellacittà, situato a Turro, tra vialeMonza e via Padova, in possessodella Società Trotter Italiana:128.000 mq ricchi di verde.Già subito dopo la fine dellaprima guerra mondiale, il comu-ne di Milano aveva avviato inquel luogo una esperienza dicolonia estiva elioterapica perbambini gracili.Vista la riuscita di questa esperien-za, nel 1919 il Prof. Luigi Veratti,assessore alla sanità nella giuntaguidata dal sindaco socialistaCaldara, conferisce all’Ufficio

Tecnico guidato dall’ing. Follil’incarico di progettare proprio nelTrotter l’insediamento di unagrande scuola all’aperto destinataai bambini gracili della città. Sua èl’idea dei padiglioni, della molte-plicità degli spazi dove organizza-re la didattica (fattoria, piscina,ecc.), tutti rigorosamente distribui-ti nel verde, in perfetta coerenzacon i principi pedagogici “attivisti-

ci” e con gli obiettivi igienico –sanitari di partenza (per un’analisipiù approfondita delle caratteristi-che ambientali e architettonichedella scuola, v. capitolo successivo).Sempre nel 1919, il Comuneacquista l’area dalla SocietàTrotter Italiana, per la cifra diLire 1.028.000.

A partire dal 1920, la giuntaCaldara dà inizio ai lavori dicostruzione dei primi tre padiglio-ni della scuola all’aperto. L’8 maggio 1922 la scuola ele-mentare inizia la sua attività, masolo nel 1925, quando il trotto sisposta a S. Siro, la scuola vieneufficialmente inaugurata.

1918 - Prima colonia estiva al Trotter

1917 - La Domenica del Corriere: partita di calciofra Milano e Torino nel prato del Trotter

Scuola all’aperto della Bicocca

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La prima paginadella relazione tecnica

dell’Ingegnere del Comune,Dott. Folli, 1919

Prof. L. VerattiPresidente del Patronatoe Vicesindaco di Milano

Prof. C. Quaroni, primo direttore della scuola

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1 - Una scuola all’aperto a Milano: dall’idea alla realizzazione (1907-1928)

La definitiva realizzazionedel progetto

Il progetto viene portato avantidalla Giunta del cosiddettoBlocco Nazionale (composta dafascisti, liberali, popolari: asses-sore all’urbanistica è il liberale

Cesare Chiodi) e concluso nel1928, quando a capo del Comunetroviamo ormai una giunta intera-mente fascista guidata dal pode-stà Ernesto Belloni. In quest’an-

no si inaugurano il convitto, isolari, la piscina, la chiesetta…La scuola all’aperto nata nellospazio dell’ex Trotter è la piùgrande d’Italia, una delle più

grandi d’Europa. Ospita più di1400 alunni. Viene intitolata aUmberto di Savoia, mentre ilconvitto (160 posti letto) vienedenominato “Casa del Sole”.

Chiesetta

Planimetria della Scuola all’aperto Trotter - Ing. Secchi

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Nella scuola gradualmente sicostituiscono i seguenti settoridell’istruzione:• una culla materna con quattrolettini, per le esercitazioni di puericultura delle alunnedell’avviamento professionale;• quattro sezioni del gradopreparatorio, per i bambinidai tre ai sei anni;• diciotto classi elementari maschili e quindici femminili,dalla prima alla quinta;• un corso maschile diavviamento professionale aindirizzo agrario e un corsofemminile per la preparazionedella donna di casa;• un laboratorio professionaleper le alunne che hanno superatoil secondo corso di avviamento.

La Rinnovata PizzigoniA conclusione del capitolo èdoveroso citare la scuola elemen-tare Rinnovata Pizzigoni dellaBovisa, l’altra importante scuolamilanese ispirata ai principi del-l’attivismo pedagogico e delle“open schools”. Avviata nel 1911grazie allo straordinario impegnodidattico della maestraGiuseppina Pizzigoni , la scuolafu costruita, nella forma cheancora oggi possiamo vedere, trail 1925 e il 1927. Anche qui: atti-vità all’aperto, orti, laboratori,ecc.: tutto il necessario per unadidattica del “fare”.

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La Rinnovata Pizzigoni

Bambini al lavoro alla Rinnovata Pizzigoni

Un refettorio

Bagno nella piscina

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L’interno di un’aula

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L’attenzione del regime fascistaverso le scuole del Trotter

Il 1 luglio 1933 il Comune diMilano e il Ministerodell’Educazione firmano la con-venzione con cui definisconoscopi e modalità di gestionedella scuola all’aperto del Trotter(denominata, come abbiamo giàdetto, “Umberto di Savoia”).La riportiamo quasi integral-mente nelle pagine successive,poiché spiega bene le caratteri-stiche della scuola, e testimoniachiaramente quanto fosse grandel’impegno, anche finanziario,delle istituzioni dell’epoca e inparticolar modo del Comune diMilano, verso questa esperienza.

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2 - La Regia Scuola Speciale “Umberto di Savoia”(1928-1939)

Sempre dalla Convenzione:Scuola all’Aperto“Umberto di Savoia”

ART. 10: alla Scuola all'aperto"Umberto di Savoia" sono ammes-si i bambini gracili,ma immuni daanomalie psichiche, sensoriali osomatiche. Scopi principali dellascuola sono:a) rinvigorire il fisico dell’alunnogracile, sì da renderlo atto allostudio prima, al lavoro produt-tivo poi; e da preservarlo, perquanto è possibile, dagli innu-merevoli morbi che ne minac-ciano la salute e l'esistenza eparticolarmente dalla tubercolosi.

b) porre l'alunno gracile nellacondizione di frequentare lelezioni regolarmente e con pro-fitto e di assolvere così l’obbli-go scolastico.

ART. 11 :presso la scuola"Umberto di Savoia" funzionano ilCorso Elementare completo, uncorso biennale maschile e femmi-nile di avviamento professionale,sezioni del grado preparatorio euna "culla materna".Vi è annesso un laboratoriofemminile per le alunne eduna azienda agricola concampi sperimentali.La culla materna serve per l’istru-zione pratica delle alunne delcorso di avviamento.Il corso maschile di avviamentoprofessionale ha carattere agra-

rio,il corso femminile ha caratte-re industriale. Alla scuola èannesso un "internato" denomi-nato “La Casa del Sole” per glialunni della scuola elementareappartenenti a famiglie disagiatedi condizioni economiche e dicui qualche componente risultiaffetto da forme tubercolari con-tagiose. Durante le ferie estive vifunziona anche, a cura dalcomune, una colonia elioterapi-ca a beneficio, particolarmente,degli alunni dalla scuola.

ART. 12: la Scuola è dotata diun gabinetto medico con unlaboratorio fornito di macchine,strumenti ed apparecchi atti amettere il sanitario della scuolanella condizione di compiere uncompleto e perfetto esame clini-co degli alunni.

ART. 13: è a carico dallo Stato laspesa per stipendi, assegni eindennità al seguente personale:a) Direttore dalla Scuola;b) 36 insegnanti del CorsoElementare;

c) Insegnanti in soprannumeroe supplenti in numero noninferiore a 7 per il CorsoElementare;

d) Due incaricati perl’insegnamento dell’agraria,

uno per l'economiadomestica,due per il canto,unoper l'educazione fisica,uno per1’insegnamento del disegno,plastica e decorazione

ART. 14: restano a carico delComune le spese per stipendi,salari ed assegni al seguentepersonale:a) 4 educatrici d’infanzia eduna assistente;

b) Dirigente della “Casa del Sole”che deve essere fornito almenodel diploma di abilitazioneall’insegnamento elementare;

c) Una Segretaria di Direzione;3 aiutanti di segreteria eduna di magazzino;

d) Tre vigilatrici sanitariescolastiche;

e) Dodici sorveglianti allaricreazione;

f) Un cuoco ed un aiuto cuoco;g) Personale di servizio per levarie istituzioni con sedepresso la scuola, custode egiardiniere della scuola

ART. 15: tutti gli insegnantidevono concorrere nel serviziodi accompagnamento deglialunni dai posteggi alla scuolae viceversa. Durante la refezione isingoli insegnanti hanno l’obbligospeciale della vigilanza igienico-

educativa dei rispettivi alunni…ART. 16: iI Servizio sanitario èaffidato ad un sanitario municipa-le designato dall'amministrazionecomunale,sentito l'Ufficiod’Igiene. Normalmente il medicopresta servizio quotidiano edesclusivo alla Scuola all’Aperto edall’annesso internato.Egli è assistito da tre vigilatriciscolastiche delle quali due risiedo-no nella “Casa del Sole”.Medici e vigilatrici esercitano leloro funzioni secondo le norme enell’ordine di competenza e digerarchia stabiliti dai regolamentidel Comune.

ART. 17: iI medico della scuolaattende a tutte le funzioni inerential suo ufficio, a norma delledisposizioni dell'Ufficio d'Igiene,dandone preventiva comunicazio-ne alla Direzione della Scuola aifini didattici-amministrativi…

ART. 18: le accettazioni delledomande per la "Casa del Sole"saranno fatte dall'amministrazionecomunale, previ gli accertamentidi volta in volta ritenuti necessari.Sarà data precedenza alle doman-de di appartenenti a famiglieiscritte nell'elenco degli ammessiall'assistenza sanitaria gratuita, ea coloro che hanno da più lungo

tempo la residenza nel Comune diMilano; con preferenza agli alunnigià frequentanti la Scuolaall'Aperto. Di regola, le accetta-zioni avranno luogo all'inizio del-l'anno scolastico; i convittoridimessi nel corso dell’anno,potranno frequentare la Scuolaall’Aperto, fino a compimento del-l’anno scolastico iniziato.

ART. 19: per i convittori di fami-glie meno disagiate, le famigliesaranno chiamate a versare, inrelazione alle condizioni economi-che, un contributo fissato dall'am-ministrazione comunale a favoredel Comune.ART. 20: all'Assistenza dei convit-tori si provvederà a cura delComune con assistenti od istitutri-ci maggiori di età, ma, di regola,di età inferiore ai 35 anni fisica-mente riconosciute idonee e prefe-ribilmente fornite di diploma diabilitazione all'insegnamento ele-mentare e di grado preparatorio.ART. 21: iI Comune provvede asue cure e spese al serviziosanitario per i convittori della“Casa del Sole” a mezzo delmedico della scuola, coadiuvatoda due vigilatrici sanitarie aquesto addette.

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L’attenzione delle istituzionifasciste verso la scuola all’aper-to del Trotter è senza dubbioconsiderevole. Frequenti sono levisite dei gerarchi e dello stessoMussolini, come testimoniatodalle pagine della rivista“Bimbi al sole”, il giornaledella scuola, una delle fonti piùimportanti che abbiamo utilizza-to per ricostruire la storia diquesta istituzioneeducativa negli annidel fascismo.

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Mussolini al Trotter il giorno dell’inaugurazione

Novembre 1929

Albo della Scuola

Il 13 Aprile 1923, la scuolariceve la visita di Vittorio Emanuele

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Gennaio 1930 Giugno 1930

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I materiali propagandistici del-l’epoca non mancano di ricorda-re il “diploma di onore e di granpremio” che la scuola ottienenel maggio 1931 alla mostrainternazionale di scuole all’a-perto tenutasi a Bruxelles.

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Da “Milano”, rivista del Comune, un ampio articolo sulla scuola all’aperto “Umberto di Savoia”

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2 - La Regia Scuola Speciale “Umberto di Savoia”(1928-1939)

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La “fascistizzazione”dei principi pedagogici della scuola all’apertoIl fascismo che, come tutti i regi-mi totalitari, presta grande atten-zione alla politica scolastica(vista come uno strumentoessenziale di costruzione delconsenso), nel caso della scuolaall’aperto del Trotter sembraappropriarsi dei suoi principipedagogici fondativi (l’apprende-re attraverso il fare, ecc.).Tuttavia, reinterpreta questi prin-cipi in coerenza con le caratteri-stiche ideologiche del regime.Alle esercitazioni pratiche diagraria viene attribuito il compitonon solo di fortificare i corpi gra-cili dei fanciulli ma di instillare ilmito della ruralità e del lavoroal servizio della Patria.

“Così l’attività agricola riversa isuoi benefici su tutta la vitamorale dell’alunno, orientandolosecondo le direttive di ruralitàche il Duce ha indicato agli ita-liani. Al tempo stesso, mentre dàoccasione alla più sana e diver-tente attività fisica, offre argo-menti alla lingua, all’aritmetica,al disegno, al lavoro manuale.(Monografia Regia Scuola“Umberto di Savoia”, 1937)

L’economia domestica deverafforzare la divisione dei ruolitra i sessi e la visione delladonna subalterna all’uomo edesclusivamente dedita alle man-sioni della riproduzione sociale.

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Nell’orto

Allieve di una classe di economia domestica preparano il pranzo

Nella fattoria

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L’attività ginnica deve trasmettereil senso della gerarchia, dell’ob-bedienza, della disciplina.

La scuola viene, in sostanza,fascistizzata, e la sua ispirazio-ne pedagogica messa al serviziodella creazione dell’ “uomofascista ”.

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Esercitazioni di marcia

Rappresentazione della Primavera della Patria

Il fascio umano

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“Poiché tutti gli alunni sonoBalilla e tutte le alunne PiccoleItaliane, e lo sono con vivo espontaneo entusiasmo, si fa levasu questa fervida disposizionedell’animo per richiamarli aduniformare il proprio contegno aiprincipi di vita e di stile che ilDuce ha insegnato ai fascisti eche costituiscono il programma dicondotta degli italiani nuovi”(Monografia Regia Scuola“Umberto di Savoia”, 1937)

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Dicembre 1932 Giugno 1934

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Si accompagna a questo progettol’imposizione di una culturamilitare e nazionalista: i bambi-ni in divisa, le marce, il saluto el’inno al duce e alla bandiera.

“L’ultimo segnale della giornatachiama tutte le classi ad adunarsiper il saluto alla bandiera.Da ogni punto del vasto parco,giungono le squadre in marcia

sotto il comando dei capisqua-dra. Quando tutte le scolareschesono riunite, i trombettieri e itamburini, adunati presso l’an-tenna della bandiera danno il

segnale dell’ammaina bandiera.Le mani si levano a salutare ildrappo che scende...”(Monografia Regia Scuola“Umberto di Savoia”, 1937)

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Come funziona la scuola all’aper-to: l’ambiente e le struttureNonostante la pesante ingerenzaideologica operata dal fascismo,nelle scuole all’aperto del Trottersi conservano i principi pedagogi-ci originari e la possibilità divivere un’esperienza formativaunica, forse proprio a causa dellaparticolarissima conformazioneambientale e architettonica diquesto luogo , che rimane quellapensata e voluta prima dell’av-vento del regime fascista .In questa scuola nel parco tutte ola maggior parte delle attivitàdidattiche vengono svolte, condi-zioni metereologiche permetten-do, all’aperto, nell’aria e nel solecosì poco frequenti nelle tradizio-nalmente anguste, umide esovraffollate abitazioni dei cetipopolari. Ciascuna aula ha unadotazione di seggioline pieghevo-li, di tavolette e di lavagne e diquanto può servire per l’insegna-mento fuori dalle aule.

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Lezioni all’aperto

Momento di svago

La siesta

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La caratteristica architettonicaessenziale della scuola, quella chele da una inconfondibile fisiono-mia, è la distribuzione delle aule indodici distinte costruzioni, i padi-glioni, dislocati nei punti più bellidel grande parco, a una distanzatale da permettere che la scolarescadi ciascuno di essi possa farericreazione nello spazio circostantee vi possa stare all’aperto per lelezioni senza che vi sia soggezionee disturbo reciproco.L’aspetto architettonico dei padi-glioni si richiama al tipo dicostruzioni a chalet svizzero, confrontoni, gronde e rivestimenti inlegno e con una sobria decorazio-ne a tinteggiatura e fregi lungo lepareti. La scelta di sobrietà è det-tata dalla considerazione che ilcarattere di questi edifici distri-buiti in mezzo a tappeti verdi e afitta alberatura non è tale darichiedere sfoggi decorativi.

I padiglioni sono di un pianosolo, rialzato dal suolo 1,20 metri.Ciascuno di essi comprende quat-tro aule per 35 alunni ed è forma-to da due corpi doppi uniti nellaparte posteriore da una veranda,che funziona da ricreatorio alcoperto e da refettorio.All’estremità della veranda vi

sono i locali per il medico, gliinsegnanti, il custode. In un pic-colo padiglione retrostante, colle-gato da una pensilina, si trovanole latrine e le docce. Le quattroaule sono disposte agli angoli,così da godere di doppia illumi-nazione e di accesso diretto alparco tramite scala indipendente.

Come ben si può intendere,l’impianto tipologico degliambienti di apprendimento pre-senti al Trotter deriva dall’ade-sione ad una concezione peda-gogica innovativa fondata sulmetodo attivo.A questa impostazione pedagogi-ca corrisponde anche una riccapresenza di ambienti collettivi edi aule per attività speciali, diffe-renti dai padiglioni: stalle per glianimali, orti e frutteti, stagni arti-ficiali, piscina, palestre e anchela chiesetta, costruita per le fun-zioni religiose riservate ai ragazzidel convitto.

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Veduta della piscina e,a destra, il bagno in piscina

Veduta di un padiglione

Pianta di un padiglione-tipo

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La parte del solarium aperta per i bagni di sole

Interno del solarium

Esecizi ginnici

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Lezione di astronomia

Il laghetto col ponticello

Educazione ginnica davanti alla chiesetta

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La giornata scolasticadei bambiniChi sono i bambini del Trotter? Ibambini gracili, individuati escelti dalle scuole cittadine eaccettati alla scuola all’aperto die-tro certificazione dell’Ufficio diigiene e sanità. Sono circa 1400,per la stragrande maggioranzaappartenenti alle classi povere;ai più indigenti di essi viene con-cessa la refezione gratuita.Questi bambini si recano a scuolain “tramvai”, partendo da diecicapolinea dislocati in ogni partedella città.

Un documento del 1937 descrivecosì la giornata tipo della scuolaall’aperto:“ L’insegnante inizia la sua operascolastica con un esame attentodelle condizioni di ciascun alunno;vi è chi ritorna dopo qualche gior-no d’assenza e deve subito essere

inviato all’ambulatorio per la visi-ta medica; vi è qualcuno che sem-bra star poco bene o rivela segnisospetti da proporre all’esame deldottore; vi sono dei bimbi chehanno le scarpe rotte e il vestito incattivo arnese, e per questi occorrechiedere il provvidenziale aiuto del

Patronato Scolastico, sempre pron-to ad intervenire.Consumata la prima colazione(latte caldo e pane o polentina nellatte) incomincia la scuola. Glialunni trasportano nel parco i lorobanchi mobili e le seggioline pie-ghevoli e cercano, secondo le sta-

gioni, o l’angolo fresco ed ombro-so per lavorare in pieno raccogli-mento, o il cantuccio soleggiato eriparato dalla brezza.Dalle nove e trenta alle dodici si falezione, intramezzando a breviperiodi di occupazione intellettualesoste riposanti dedicate al giuoco,

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Verso la scuola

Entrata da via PadovaIl ritorno a casa

Una classe del ‘32

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agli esercizi fisici, al giardinaggio,alle cure degli animali dell’aziendaagricola, ai lavori agresti.Quando la sirena annuncia la finedelle lezioni i bimbi sciamanoverso i rispettivi padiglioni e sirecano negli spogliatoi.Ivi ciascuno ha il proprio arma-dietto, dove custodisce il corredoigienico composto del tovagliolo,dell’asciugamani, dello spazzoli-no per i denti, dello spazzolinoper le unghie, del sapone. Presso

ogni padiglione vi è una pensili-na, sotto cui, da numerose can-nelle, sgorga l’acqua in abbon-danza; ogni alunno si lava accu-ratamente, poi va a tavola.Nella stagione invernale i pastiavvengono nell’interno dei padi-glioni dove vi sono ampi e nume-rosi refettori; appena cominciala buona stagione le tavolatesono disposte sotto gli alberi. Ilpasto si compone di una mine-stra con verdura, o di risotto o di

pasta al sugo, di un piatto dicarne con contorno (due volte lasettimana, sotto forma di arro-sto) o di un piatto di uova converdura. La frutta fresca, che haposto molto importante nellatabella dietetica, stabilitadall’Ufficio Comunale di Igienee Sanità, è data in ragione di200 grammi a testa in media.Terminata la colazione, ha luogola ricreazione libera, che sì svolged’estate sotto le piante, e nelle

altre stagioni sul grande anellospazioso che servì un tempo per lecorse al trotto.Vengono distribuiti agli alunnigiochi di ogni sorta, in modoche l’ora di libero svago abbiaun carattere dì armonica attivitàfisica. Prima di riprendere lostudio gli scolari provvedononuovamente alla loro pulizia e silavano anche i denti.Il periodo pomeridiano delle lezio-ni dura dalle 14 alle 15.45. Sempre

il concetto di tenere in limiti moltoristretti la durata delle occupazioniintellettuali in rapporto alla minorpossibilità d’attenzione e di resi-stenza alla fatica di questi bimbi,domina l’opera delle insegnanti ele guida a variare nella misuramassima il lavoro scolastico. Ilcompito è facilitato dal fatto chealla Scuola sono assegnati nume-rosi insegnanti specialisti, chesvolgono la propria attività instretto rapporto con quella delletitolari di classe; due maestre d’a-graria, una di economia domesti-ca, due di canto, una di disegno,plastica e decorazione e uno dieducazione fisica.Alle 15.45 terzo pasto dellagiornata, con pane e frutta,marmellata o yogurt, alternati-vamente.Nella stagione estiva fanno parteintegrante dell’orario le curesolari, le abluzioni e la siesta. Ibagni di sole e d’aria hannoluogo il mattino alle ore 10.30 ealle 11 e sono seguiti nei primigiorni da abluzioni parziali, percui servono le vasche situatesulla fronte di ogni padiglione epoi da immersioni nella piscina.Per la siesta, che dura un’ora,tutti gli alunni sono provvisti disedia a sdraio”.(Monografia Regia Scuola“Umberto di Savoia”, 1937)

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Entrata dei bimbi da via Giacosa

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Lezioni di matematica all’aperto

La lavanda

Si mangia all’aperto

ORARIO ESTIVO DELLA SCUOLA• 8.45 Ingresso - Alza Bandiera• 8.45- 9.10 Preghiera - Visita di Pulizia - Lavanda• 9.10- 9.30 Prima colazione• 9.30-10.30 Lezioni• 10.30-12 Bagni di sole e d'aria - Lezioni• 12 -12.10 Lavanda• 12.10-12.45 Seconda colazione• 12.45-13.30 Ricreazione• 13.30-13.40 Lavanda, anche dei denti• 13.40-14.40 Siesta• 14.40-16.15 Lezioni• 16.15-16.40 Lavanda - Merenda• 16.40 Adunata - Ammaina Bandiera• 17.00 Uscita

ORARIO INVERNALE DELLA SCUOLA• 8.45 Ingresso - Alza Bandiera• 8.45- 9.10 Preghiera - Visita di Pulizia - Lavanda• 9.10- 9.30 Prima colazione• 9.30-12 Lezioni• 12 -12.10 Lavanda• 12.10-12.45 Seconda colazione• 12.45-13.45 Ricreazione• 13.45-14 Lavanda, anche dei denti• 14 -15.45 Lezioni• 15.45-16.10 Lavanda - Merenda• 16.10 Adunata - Ammaina Bandiera• 16.30 Uscita

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I bambini hanno una divisa inver-nale/estiva, dispongono di un cor-redo igienico, mangiano allamensa della scuola seguendo unatabella dietetica pensata per leloro particolari condizioni fisiche.

Su di essi viene esercitataun’accurata sorveglianza medicae igienica: oltre che essere sot-toposti a visite periodiche eavere ognuno una pagella sani-taria, i bambini devono effettua-re docciature calde due voltealla settimana.

”Il servizio sanitario è affidato adue medici, coadiuvati da duevigilatrici sanitarie. I localiattrezzati ad infermeria compren-dono: un ambulatorio, un labora-torio di chimica biologica e dimicroscopia, una sala per l’elio-terapia artificiale e una sala diradiologia…”(Monografia Regia Scuola“Umberto di Savoia”, 1937)

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Divisa estiva delle bimbe

Divisa estiva dei bimbi

Solarium La doccia La sala medica

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D’estate, la scuola ridiventa colo-nia di ricreazione, di riposo, dicura elioterapica, arrivando adaccogliere circa 2500 fanciulli.

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I bagni di sole

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L’azienda agricolaIl lavoro della terra e la curadegli animali sono tra le attivitàdidattiche fondamentali dellascuola all’aperto. Vediamole piùda vicino.

“ In rapporto agli ordinamenti ealle finalità della Scuola, fun-ziona al Trotter, a cura delComune, un’azienda agricolache comprende numerosi settori.Ampi spazi di terreno sono col-tivati a orto, a campo, a prato, afrutteto ed a giardino; ...”

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In queste immagini, le attività nell’orto

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“...in due fabbricati vi sono lestalle dei bovini, dei suini edegli asinelli sardi; in un recintoche comprende anche un rusticocapanno sono tenute le pecore ele capre”.

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Nella porcilaia

Le pecore al pascolo

Vita agreste

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“Vi è una peschiera divisa indue bacini congiunti da un pon-ticello, e nella quale guizzanocarpe, carassi, ciprini e trotenate nella Scuola stessa, dove èin funzione un incubatoio.Numerosi casotti di legno chehanno davanti grandi gabbieospitano galline di diverse specieselezionate, faraone, oche, pavo-ni, fagiani, piccioni, tortore.In un angolo quieto lavorano assi-duamente numerosi sciami di apia preparare la merenda per i pic-coli della « Casa dei bambini».

Chi entri nella Scuola da unadelle due grandi frequentatissi-me arterie che la costeggianoprova il senso immediato di averlasciato assai lontana, dietro disé, la città fremente di traffici epiena di tumulto, schiude l’ani-mo ad un fresco senso di fra-grante dolcezza campestre, com-prende perché questi bimbi ritro-vino qui le cure e le condizionimigliori per rinfrancarsi e irro-bustirsi.”(Monografia Regia Scuola“Umberto di Savoia”, 1937)

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In queste immagini, le attività nel pollaio

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L’educazione domesticaParticolarmente curata è l’educa-zione al governo della casa nellescuole femminili, che ha l’obietti-vo di formare “la buona massaia”.Funziona, a tal proposito, unaattività sperimentale di gestionedi una “casa modello” , che rac-contiamo attraverso le splendidefotografie reperite nell’archiviodella scuola.

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Classe di economia domestica

Si offre il thé Si lavano i panni Si rifà il letto

La merenda

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Si accudiscono i bambini Si insegna l’igiene personale Ci si occupa dei malati

Si impasta la farina Si fa la torta Si serve a tavola

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Il convittoUna parte della popolazionedella scuola all’aperto è, per cosìdire, “stanziale”: sono i circa 160bambini che dormono nel convit-to (chiamato “Casa del Sole”), ilgrande edificio situato ai marginidel parco verso la via Padova. Sitratta di bambini sani ma espostial rischio di contagio, in quantoconviventi con genitori o altrifamiliari affetti da forme tuber-colari aperte. Il loro accoglimen-to nel convitto viene decisodall’Ufficio di igiene e sanitàdel Comune.

La vita dei bambini nel convitto èdescritta con queste parole daidocumenti del periodo:“Durante il giorno i convittoripartecipano alla vita scolasticacon gli altri alunni.I centosessanta interni vengonougualmente ripartiti sulle tren-tasette sezioni di classe dellaScuola per mantenere, traversoil contatto con i compagni, ilmaggior legame tra i ricoveratie il mondo esterno da cui essivengono, per necessità di cose,staccati.”

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Alunni entrano nel convitto

La Direzione

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“Al termine delle lezioni i quattrogruppi della “Casa del Sole”sono affidati alla vigilanza delleassistenti che li hanno in curafino al mattino successivo e per-nottano nelle camerate.”

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Sala riunioni del convitto

Uno dei dormitori

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“Le ore extra scolastiche sonooccupate in giochi e in liberaricreazione, nell’esecuzione deibrevissimi compiti ammessidagli ordinamenti della Scuola ein lavori di vario genere, chevanno dal disegno allo sbalzo,dal ricamo alla decorazionedella ceramica. Si tende a sag-giare le attitudini, a impiegarepiacevolmente il tempo ad affi-nare il gusto estetico insiemecon l’abilità manuale.”(Monografia Regia Scuola“Umberto di Savoia”, 1937)

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Il refettorio

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3 - Gli anni della guerra e della ricostruzione (1939-1949)

Lezione nel teatrino sull’uso delle maschere antigas

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La cessazione delle attivitàSi hanno poche notizie sullascuola negli anni della guerra.Quel che comunque è certo è chela seconda guerra mondiale posefine alle attività della Scuolaall’aperto: nel 1942 i bambinifurono trasferiti a Seregno.I bombardamenti del 1944 cherasero al suolo il quartiere diGorla, colpirono anche la scuo-la “Umberto di Savoia”.

Il ritorno a scuolaI mesi del ritorno a scuola edella ricostruzione sono bendescritti nelle pagine iniziali diun opuscolo del ’55 che si chia-ma “Bimbi al Sole”, che descrivele attività della rinata scuolaall’aperto del Trotter.“ Quando siamo ritornati nellanostra bella scuola, tutto era bru-ciato o caduto. Sulla pista, di cuiserbavamo negli occhi il ricordoestivo, crescevano fitte e intricateerbacce, alte quanto un uomo.”

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Bombardieri su Milano

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3 - Gli anni della guerra e della ricostruzione (1939-1949)

Foto aerea del 20 ottobre 1944 che illustra gli obiettivi degli aerei americani(la fabbrica della Breda nei 2 cerchi bianchi)Si possono anche vedere le numerosissime bombe sganciate dagli Alleatiche provocheranno la morte di 177 bambini nella scuola di Gorla(i puntini in basso a destra).

Un quartiere bombardato

Milano dopo i bombardamenti

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“Dei due grandi solari, uno erascomparso; nell’altro, rimasto inqualche modo in piedi, impazzavauna “balera”, che attirava ognisera folle numerose. Sui muri diMilano si leggevano manifestiinvitanti a partecipare alle “Millee una notte” del Trotter.

E, nei primi tempi, la sola corri-spondenza che arrivasse allascuola era costituita dai pieghe-voli pubblicitari, che offrivano icotillons per le feste serali.Alcuni problemi si presentaronosubito con molta urgenza : farcessare i prelievi di materialeche gli uffici comunali operava-no al Trotter per condurre a ter-mine altre ricostruzioni, sfratta-re l’impresa della “balera” esalvare nell’imminenza dell’in-verno, le piante rimaste nelparco, ottenendo dal Comuneuna vigilanza armata notturna.

Raggiunti questi obiettivi, si pensòa ricostruire la scuola. A mezzodell’ing. Carnisio, allora capodivisione per l’edilizia scolasticadel Comune, furono stabiliti con-tatti con l’ing. Madonnini, provve-ditore alle Opere pubbliche per laLombardia. Si deve a quest’uomoenergico e generoso, e al suoimmediato collaboratore, l’ing.Perucchini, se tanti bambini diMilano (“ne hanno più bisognoche mai”, disse l’ing. Madonnini)riebbero, a tempo di primato, lascuola destinata alla restaurazionedella loro salute fisica e morale.”

La balera nel Trotter

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“Per prima cosa fu rimesso a postoil tetto del convitto, per salvare ilsalvabile della parte interna.Poi si pose mano al ripristino deipadiglioni rovinati, lavorando feb-brilmente, anche perché si facevasempre più minaccioso il pericoloche l’area della scuola venissevenduta in vista delle difficili con-dizioni delle finanze comunali”.

“Ad onta di tutto, il 1 dicembre1947 gli interni rientravanoin sede da Seregno, dove eranorimasti quattro anni, gentilmen-te e generosamente ospitatiin uno dei migliori edificidella cittadina.E i primi convogli tranviari tra-sportavano al Trotter oltre cin-quecento scolari, a formare le

ventidue classi dei primi cinquepadiglioni ricostruiti: Grazioli,Grioli, Arquati, Lambruschini eDa Feltre.Poi seguirono, di anno in anno,sempre traverso gravi difficoltà,dovute alla limitata misura deglistanziamenti disponibili, glialtri edifici: un primo solario(anche quello della “balera”

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3 - Gli anni della guerra e della ricostruzione (1939-1949)

Edificio bombardato

Le prime classi ritornano a scuola

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era crollato miseramente nell’in-verno del ‘45-46), i padiglioniGabelli, Tommaseo, Quaroni,Tarra, la Scuola Materna, lachiesetta, il secondo solario, lapiscina, il salone delle mostre,l’acquario, il teatrino.La sistemazione degli spaziverdi, la ricostruzione del patri-monio arboreo, in parte distruttoe nel rimanente bisognoso diurgenti cure, la rimessa in effi-cienza dell’azienda agricola,priva di animali e del tuttodisorganizzata, accompagnava-no il risorgere degli edifici…”(Bimbi al Sole, Maggio ‘55)

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I bimbi tornano lentamente alla normalitàLa ricostruzione degli edifici prosegue

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4 - La scuola all’aperto “Casa del Sole”:le cooperative e i laboratori (1950-1973)

Stemmi delle cooperativedisegnati dai bambini

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Nasce la “Casa del Sole”La ricostruzione dell'intero com-plesso dell’ex parco Trotter sicompie entro il 1950, anno in cuiriprende l'attività della scuola el’attività della colonia elioterapi-ca nei mesi estivi.Le linee tranviarie di servizio alparco sono sostituite da sediciautobus speciali che prelevano iragazzi in diversi punti della città.La scuola ora si chiama “Casadel Sole” e mantiene al suo inter-no asilo, elementari, corsi diavviamento professionale e, dal1963, la scuola media.

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Una seconda elementare - 1953

Foto di classe - 1956

Il primo a sinistra, nella foto, è Luigi Cremaschi, il primo direttore della scuola dopo la guerra:suo il merito della ricostruzione della scuola su linee di avanzatissima innovazione didattico-pedagogica

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4 - La scuola all’aperto “Casa del Sole”: le cooperative e i laboratori (1950-1973)

Dall’opuscolo “Bimbi al Sole”, 1955

Pad. Bongiovanni

Un fiore all’occhielloper il ComuneL’impegno del Comune a soste-gno della “Casa del Sole” è note-vole. È a suo carico il convitto(che ospita 150 posti), la cullamaterna, la scuola materna, illaboratorio di confezioni, ricamo emaglieria, l’azienda agricola, non-ché il servizio medico e tranviario.

La direzione del convitto, perespresso accordo firmato dalloStato e dal Comune, è affidata alDirettore della scuola come, delresto, ogni altro settore della “Casadel Sole”, compresa la scuolamaterna e l’azienda agricola. Tra gli anni Cinquanta e gli anniSessanta, il Comune attua una seriedi interventi. Vengono costruiti due

edifici nuovi su una delle aree anord, già acquistate nel 1935.Il primo edificio, costruito nel1952, è quello delle nuove cucine.Il secondo, risalente agli anni ’60,viene adibito a biblioteca e chia-mato padiglione Bongiovanni:costituito dall'articolazione di duecorpi di fabbrica, collegati da unapensilina, nulla ha a che fare con il

suo intorno, sia in termini di lin-guaggio architettonico, che in ter-mini di tipologia . Qualche annodopo, l’edificio ospiterà partedelle aule della scuola media.Agli anni Cinquanta risale, inve-ce, il corpo di fabbrica realizzatosul retro della Casa del Sole, adi-bito ad infermeria.Nel 1963, la zona prospiciente via

Giacosa e l'area che si affaccia suvia Padova sono destinate a verdepubblico: si tratta di una piccolaconcessione che il Comune fa agliabitanti del quartiere che rivendi-cano l'uso pubblico del parco.Nel 1969, l'edificio dell'AcquaPotabile cessa l'attività e vienedismesso a causa dell'abbassa-mento della falda acquifera.

Pad. Biblioteca

Nuove cucine Iscrizione sull’edificio dell’acqua potabile,dismesso nel 1969 e oggi in rovina

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Un insegnamento d’avanguardiaNel contesto della riconquistatademocrazia, la scuola abbandonala ritualità e l’ideologia impostadal fascismo per recuperare inpieno l’originaria impostazioneattivistica (imparare attraverso ilfare), integrata da una più spicca-ta attenzione per i temi della for-mazione del cittadino.La proposta didattico – pedagogi-ca della “Casa del Sole” si preci-sa meglio e acquista una soliditàteorica e una efficacia pratica chela rendono famosa in Italia eall’estero. Perde visibilità eimportanza l’altra delle motiva-zioni all’origine di questa espe-rienza, l’aspetto assistenziale eigienico – sanitario.

“Le diverse iniziative didatti-che…comitati di classe, di padi-glione e generale, corpo delleguide, protettori del verde, coope-rative, casse di risparmio, agen-zia informazione viaggi, periodi-ci, biblioteca circolante, compa-gnia del teatro, raccolte numi-smatiche e filateliche, tendono ainserire profondamente il fan-ciullo nel mondo che locirconda, così che ne rispecchi imoti e la vita, non come osserva-tore ma come parte integrante”(Bimbi al Sole, 1955)

Le attività espressive - Il proget-to didattico - pedagogico è rivoltoin primo luogo alla liberazionedelle potenzialità espressivedegli allievi.“ Dalla notazione linguistica allamisurazione e al calcolo, dall’usodel pennello alla lavorazionedella creta, dal canto alla danza,dalla costruzione dei giocattolialla stesura di una scena da rap-presentare, sempre si ripete lasituazione fondamentale: unacarica emotiva che tende a libe-rarsi e trova un mezzo appropria-to alla sua più intensa espressio-ne...Non cerchiamo di scopriredegli artisti. Vogliamo, semplice-mente, favorire in tutti i modi l’e-spressione del mondo che fervenell’animo dei nostri ragazzi,dopo aver fatto tutto il possibileper ampliare e arricchire in ognimodo quel mondo stesso... ”(Bimbi al Sole, 1955)

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Saggio di canto

Il pubbblico al saggio

Una vasca dell’acquario

I protettori del verde in azione. Liberamente elettidagli altri alunni, essi hanno il compito di tutelare

arbusti e fiori, piante e spazi verdi

Un gruppo di visitatoriaccompagnati dalle Guide del parco

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La lezione dell’attivismo, in questeparole scritte dal direttore stessodella scuola, è evidente. In partico-lare, è forte l’influenza del belgaDecroly (1871 – 1932), esplicitoteorizzatore della necessità di met-tere in condizione gli allievi dicomunicare il frutto delle loro atti-vità attraverso “l’espressione con-creta”, cioè l’attività manuale edartistica (modellaggio, disegnolibero, musica, teatro…).Fondamentale è anche l’apportodel pedagogista francese AdolpheFerrière (1870 – 1960), il fondato-re del movimento delle scuole atti-ve, il quale, con accenti bergsonia-ni, parla della necessità di stimola-re l’attività creatrice degli allievi alfine di sollecitare il loro “slanciovitale”, la forza che muove l’evolu-zione di tutti gli esseri viventiverso la loro elevazione spirituale.

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4 - La scuola all’aperto “Casa del Sole”: le cooperative e i laboratori (1950-1973)

Disegni a penna

S. Ambrogio, sbalzo su lamiera d’ottone eseguito dagli alunni della 5a classe

Lavori in creta

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L’educazione alla democrazia -L’educazione alla socialità e allademocrazia, l’educazione all’es-sere cittadini attivi e consapevoli,costituisce l’altro elemento cen-trale del progetto educativo della“Casa del Sole”. La presenza del Comitato gene-rale della Scuola, ad esempio,punta a promuovere “la libera ini-ziativa, e stimola il senso diresponsabilità civile dei ragazzi,preparandoli ad intendere sempremeglio il loro compito di cittadininella società che li attende”(Bimbi al Sole, 1955).Anche la gestione delle diverseattività della scuola attraverso laformazione di cooperative costi-tuite da ragazzi va nella stessadirezione: “Scopo della coopera-tiva è di insegnare agli studentiche con l’unione in un organismocollettivo di tutti i singoli sforzi sipuò ottenere una migliore produ-zione…,di abituare i ragazzi avivere in società…”(art. 3 dellostatuto della cooperativa“Chicchirichì”).È evidente, qui, la ripresa dellalezione di Dewey, il filosofo epedagogista statunitense che conpiù forza teorizza la necessità diun insegnamento finalizzato ad“allenare” gli allievi alla socialitàe alle pratiche democratiche attra-verso, ad esempio, la tecnica del

lavoro a gruppi, e tutte le soluzio-ni didattico – organizzative chefavoriscano la cooperazione. Dicooperazione parla anche Ferrière:

“Il lavoro in comune, non unoaccanto all’altro, ma in coopera-zione, e il sorvegliare insieme ilbuon andamento di un piccoloorganismo comunitario sonosenza dubbio il mezzo miglioreper favorire lo sviluppo del sensosociale, senza di cui ogni morale èsenza fondamento”.In breve, la “Casa del Sole” sem-bra riprendere, per tutto il corsodegli anni ’50 e ’60, il succoprimo di tutto l’attivismo europeoe americano, l’identificazionescuola – società, la convinzioneche la dimensione comunitariascolastica rappresenta inpiccolo la dimensionedella società, ed è l’oc-casione formativa ideale.Tanto più che, “oltre asviluppare la massimasocializzazione di ognu-no, questo metodo rea-lizza anche il massimodi individualizzazione,nel senso che ognunocontribuisce al compitocollettivo offrendo un’at-tività confacente alle sueattitudini e svolta secondo i pro-pri ritmi, educandosi così a dareil meglio di sé a vantaggio pro-prio e del gruppo sociale in cuivive” (A. Santoni Rugiu, Storiasociale dell’educazione,Principato, 1979)

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Acquisti alla “Flores”

I bambini della coop. “Chicchirichì” contano le uova nel pollaio

I conigli della fattoria

Adolphe Ferrière

“Una seduta del Comitato generale della scuola. Ilcomitato (composto da un rappresentante perogni classe) interviene sugli inconvenienti segna-lati dai verbali delle riunioni di classe: un rubinet-to o una porta che non funzionano bene, un lam-padario guasto, ecc.”

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Il metodo dei progetti - Alla“Casa del Sole” si insegna, ovvia-mente, anche a leggere, a scrivere,a far di conto, ma in un mododiverso, che ricorda da vicino ilmetodo dei progetti teorizzatodal pedagogista statunitense diascendenza deweyana W. H.Kilpatrick (1871 – 1965). Il “pro-getto” è per questo pedagogista ilfrutto di una attività intenzionale,è il perseguimento di un proposi-to: “l’attività intenzionale è senzadubbio il miglior modo di impara-

re, a condizione che si possa otte-nere un proposito abbastanzaforte nel ragazzo”, cioè la motiva-zione. “Se c’è un proposito chelavora con te o se hai la possibi-lità di ottenerlo, allora realizzeraiun apprendimento migliore”.Alla “Casa del Sole” si cerca dilavorare in questo modo: percostruire ad esempio un’arnia perle api, i bambini fanno il progetto,prendono le misure, fanno il dise-gno e, con l’aiuto del falegnameinterno alla scuola lo eseguono;

per organizzare e gestire l’attivitàdella cooperativa si progettanotutte le attività occorrenti a questoscopo e si acquisiscono le compe-tenze necessarie. L’obiettivo è difar esercitare le abilità di misura-zione, calcolo, scrittura, ecc. nonin modo fine a se stesso, ma infunzione di scopi concreti e opera-tivi (ad es., per ottenere prodotti)nella convinzione che solo in que-sto modo possa attivarsi nell’allie-vo il fattore fondamentale dell’ap-prendimento, la motivazione.

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Vicino all’arnia

L’azienda agricola

William Kilpatrick

I bambini progettano e organizzano le uscite didattiche

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L’ispirazione freinetiana - Ilperseguimento delle finalità dicui si è detto si coniuga, alla“Casa del Sole”, con l’attenzioneai bisogni formativi e alle caratte-ristiche cognitive dei bambini. Losforzo educativo sembra partiredalla stessa domanda che il fran-

cese Celestine Freinet (1896-1966) poneva all’origine dellasua “pedagogia popolare”:“Come interessare Giuseppe allalettura e alla scrittura che lolasciano indifferente, mentre erainteressatissimo, secondo le sta-gioni, alle lumache che custodiva

vive nelle sue scatole mal chiuse,ai suoi insetti e alle sue cicaleche cantavano nel momentomeno opportuno"?Le risposte della scuola ripercor-rono molto da vicino le tecnicheelaborate dal pedagogista francese(entrate nella storia della scuola

europea e riprese e diffuse inItalia dal Movimento diCooperazione Educativa): il“testo libero”, che sostituisce latradizionale composizione in cuiil bambino è costretto a svolgereun enunciato dettato dall’inse-gnante invece di esercitarsi a

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C. Freinet (1896 - 1966)

I bambini osservano la voliera:è uno dei loro “libri” di scienze

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esprimere correttamente ciò chein quel momento interessa mag-giormente il singolo o la classe; il“calcolo vivente”, consistente nelmotivare l’apprendimento e l’e-sercizio aritmetico partendo dallasoluzione dei problemi matemati-ci posti dalla vita della classe; la

“tipografia scolastica” utilizzabi-le, oltre che per l’apprendimentodella lettura e della scrittura,anche per la produzione di gior-nalini scolastici (con relative atti-vità di corrispondenza interscola-stica) e di libri utili a resocontarele scoperte e i lavori svolti; la

rinuncia agli strumenti di trasmis-sione di una cultura strutturata sucriteri estranei agli interessi del-l’allievo (libro di testo unico, pro-grammi, ecc.).Alla “Casa del Sole”, il parco, glialberi, gli orti, la fattoria, ecc.offrono amplissime possibilità di

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In classe ci si muove; i banchi sono disposti a “isole”

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dar seguito agli insegnamenti frei-netiani: si scrive a ridosso delleattività svolte, si fa di conto perredigere i bilanci delle cooperati-ve e gestire la Cassa di Risparmio,si producono giornalini scolasticiche raccontano, con le paroledegli allievi, la vita della scuola edel parco, stampati dagli stessi

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Testata del giornalino internocon alcuni articoli

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allievi nella tipografia della scuo-la; i libri vengono studiati maanche scritti e stampati. L’attivitàdidattica assume la forma del-l’impegno individuale dentro la

cornice del progetto cooperativo edel lavoro di gruppo (ed è proprioil momento cooperativo il cuoredella proposta freinetiana di“pedagogia popolare”).

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Le attività didattiche

La costruzione dei giocattoli -“Siamo partiti dall’idea di offrireai ragazzi il massimo numero dielementi utilizzabili e di lasciarlipoi fare quello che volevano.Così, sopra un grande tavolo,abbiamo disposto cento cosediverse: pezzi di legno di varieforme, sugheri, cartone colorato,bottoni…Quando una scolarescavuol fare i giocattoli si porta insalone e gironzola un poco intor-no al grande tavolo: le idee frul-

lano nelle giovani teste, si matu-rano varie soluzioni, poi la deci-sione è presa. Ogni ragazzo portacon sé quanto gli occorre. E dopoaver tracciato uno schizzo o undisegno compiuto del pezzo che siaccinge a costruire, eccolo allavoro…Per quasi un mese i gio-cattoli dei nostri ragazzi sonorimasti esposti alla B. 24, che èuno studio di giovani architetti epittori, posto in via Borgonuovo24. Tutta la stampa quotidiana diMilano ne ha parlato, con articoliillustrati…” (Bimbi al Sole, 1955)

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Burattini costruiti dai ragazzi

Scorcio di Precotto - plastico fatto dagli allievi nel ‘60

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La compagnia del teatro - “Inogni classe, i ragazzi discutono ilsoggetto da trattare e scegliereper la rappresentazione….Sipassa poi alla stesura dellatrama, che è affidata a tutta laclasse…Steso definitivamente, illavoro (un bozzetto, una scenetta,una commediola) viene affidatoai registi, che si scelgono gli atto-ri e ne preparano la rappresenta-zione nel nostro teatrino o nelparco” (Bimbi al Sole, 1955)

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Bambini...

...e scenografie...

... del teatro nel parco

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Musica e ritmo - “Lo scopo prin-cipale di queste espressioni ritmi-che è di dare grazia di movimento,armonia tra spirito e corpo,coscienza delle possibilità perso-nali, creando rapporti tra l’imma-ginazione e le realizzazioni siaindividuali, sia collettive…Nellanostra scuola l’esercitazione ècollettiva, e ciò permette di realiz-zare coreografie espressive in sce-nari naturali, rappresentati dallapiscina, dai boschi, dai prati fiori-ti…” (Bimbi al Sole, 1955).

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18 promettenti ginnaste

Un saggio ginnico nella piscina in parte svuotata

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Concerto per pianoforte e voci bianche nel solarium

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Le cooperative - Le cooperativesono organizzate come quelle“dei grandi”: quando si vendonole azioni si decide quali acquistifare con il capitale recuperato.Alla fine dell’anno si distribui-scono i dividendi, dopo che l’as-semblea degli azionisti ne ha sta-bilito la quota. Anche se in formadi gioco, queste attività servono atenere vivo l’interesse dei bambi-ni e ad informarli sull’organizza-zione economica degli adulti.Per ogni cooperativa c’è un consi-glio di amministrazione, si eleg-gono tutte le cariche, si decide lostatuto, si vendono le azioni(stampate dalla cooperativa tipo-grafica, con il disegno vincitoredel concorso di grafica bandito aquesto scopo).

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Azioni

Buoni azionari

Azione della coop. “Chicchirichì”

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La cooperativa “INO” , fondatanel 1951 da una classe di bambi-ne della 5a elementare, coltivagli ortaggi sotto la guida deidocenti di agraria per poi riven-derli ai ragazzi della scuola, agliinsegnanti e ai soci della coope-rativa, che hanno la precedenzasugli acquisti.Negli orti i bambini vangano, tol-gono le erbacce, seminano gliortaggi, curano le rose.Sono campi sperimentali e iragazzi possono osservare nasci-ta e crescita delle piantine, cura-re la raccolta dei prodotti, chepoi vengono venduti per mezzodella cooperativa.

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La cooperativa “Flores”, semprecomposta da bambini, si occupadella serra e quindi di coltivazio-ne di piante da fiore.Essa si costituisce fra gli alunnidell'avviamento agrario nel 1950-51, in via sperimentale: in unappezzamento di terreno ottenutoin affitto dalla Direzione dellascuola si coltivano, applicandomoderni sistemi, fiori, bulbi epiante ornamentali.In questo modo i ragazzi impa-rano a lavorare insieme e arispettare la natura.La cooperativa “Flores”, oltre aoccuparsi della produzione difiori, si impegna ad addobbare ipadiglioni della scuola e a riven-dere poi la parte di fiori rimasta.

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Nella serra

Azioni della cooperativa

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La cooperativa “Chicchirichì”,costituitasi nel 1953, nella fatto-ria si occupa dell’allevamentodel pollame.Sia le uova che i polli vengonopoi in parte rivenduti; con il rica-vato di queste vendite si è potutocomprare anche una incubatrice.

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Nel pollaio

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La cooperativa “Fiocco diPanna” cura le mucche e si occu-pa del latte, una parte del qualeviene ceduta alla centrale del latte.II caseificio della scuola è allesti-to in due ampi locali seminterratied è fornito di macchina screma-trice , degli utensili necessari perla lavorazione del latte e degliaccessori per le varie esperienze.Si fanno formaggi grassi esemigrassi, formaggini freschi ecremini fermentati, ricotta,burro, yogurt.

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La preparazione del formaggio

Mucche al pascolo nel prato

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La vendita è assai attiva fra gliscolari, i casari stessi e le inse-gnanti della scuola. Ogni setti-mana vengono prodotti più diventi vasetti di yogurt, due chilidi burro, più di mezzo chilo diricotta, cinque chili di formag-gio e una decina di cremini. Iprezzi sono inferiori a quelli delmercato. I casari dopo qualcheanno possono lavorare ormai dasoli, hanno completa responsabi-lità della produzione, della vendi-ta e dell'incasso.

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Con le mucche

Da “Gente”, 1960

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La tipografia e il giornale -Nell’auletta del PadiglioneArquati ha sede una piccola tipo-grafia : il torchio, di vecchiomodello (risale infatti al 1871 e sipuò ammirare ancora oggi insegreteria), può essere agevol-mente azionato dai ragazzi.I piccoli tipografi hanno a lorodisposizione 14 cassetti di caratte-ri tipografici, corpo 8 e corpo 10.I compositori, gli stampatori, i cor-rettori di bozze, collaborano per“stampare” il giornale della scuola.

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Al torchio

Sotto e a destra, alcuni degli articoli

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Il giornale “Parlano i ragazzi”è l’espressione di questa“comunità di bambini che sen-tono il bisogno, oltre che didocumentare i principali avve-nimenti della vita scolastica, di

scambiare le proprie impressio-ni e le proprie opinioni”.(Bimbi al Sole, 1955) La redazione, dal direttore aigiornalisti, è composta tuttadai ragazzi.

Nella tipografia si stampanoanche i tesserini del Centrosportivo, i volantini che recanole principali notizie della scuolae ben 400 schede per la loro“Cassa di Risparmio”.

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L’Agenzia Informazione ViaggiL'A.I.V., Agenzia InformazioniViaggi, è costituita fra gli alunnidell'avviamento nel 1952-53.Scopo dell'agenzia è di rendereattraente lo studio della geo-grafia (dando modo ai ragazzidi svolgere attività riguardanti

anche la lingua, la contabilità, ildisegno, ecc.) e di metterli incondizioni di affrontare effettiveresponsabilità e risolvere realiproblemi organizzativi.L'A.I.V. predispone numerosegite e visite dentro e fuoricittà, non solo per la classe

di appartenenza, ma pertutte quelle che ne fannorichiesta.Così si realizza uno scambio dicorrispondenza interessante e ditelefonate con ditte di autotra-sporti, con aziende autonomedel Turismo, ecc.

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L’uscita didattica

Progettazione di una gita

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La Cassa di Risparmio - A fiancodelle cooperative, c’è anche unapiccola Cassa di Risparmio, conun insegnante e dei bambini aglisportelli, ogni giorno, durante l’in-tervallo di mezzogiorno.I bambini hanno un libretto perversare i propri risparmi. Alla finedell’anno, o in genere alla fine delciclo scolastico, ritirano i versamen-ti maggiorati dei regolari interessi.La scuola è convenzionata con laCariplo, che dà un piccolo interes-se ai bambini e fornisce al Trottermateriali didattici.“La Cassa di Risparmio è stataistituita nell'anno scolastico1952-53 allo scopo di iniziare

un' attività che collimasse con ilprogramma della classe (terzoavviamento), indirizzasse glialunni al lavoro collettivo edesse loro il senso della respon-sabilità.L'attività si è estesa, negli annisuccessivi, agli alunni del padi-glione e successivamente a tuttiquelli della scuola….

… La Cassa di Risparmio “Casadel Sole” ha sede nel secondo corsodi avviamento maschile, ed è ammi-nistrata da un Consiglio, che si riu-nisce quando la necessità lo richie-de. Il Consiglio ha cinque compo-nenti, eletti fra gli alunni con rego-lare votazione, i quali a loro voltascelgono fra loro il Presidente.Compito dei consiglieri è provve-dere al buon funzionamento dellaCassa, scegliere il personale ammi-nistrativo (un direttore, quattrocontabili, due cassieri) ed eleggeretre sindaci, che controllano unavolta al mese i libri dell'istituzione(brogliazzo, schedario, prima nota).Consiglieri e sindaci amministranoil capitale (al 29-2-’55 era di L.380.000) depositandolo in parte

alla Cassa di Risparmio delleProvincie Lombarde, investendoneuna quota in azioni delle varie coo-perative della scuola e dando inprestito piccole somme ad alunniche devono provvedere a necessitàscolastiche. Da queste operazioni siricavano i mezzi per il pagamentodegli interessi ai risparmiatori. LaCassa ha un fondo di riserva diLire. 30.000, formato con un con-tributo di eguale misura, pervenutodalla Cassa di Risparmio delleProvincie Lombarde in seguito allavisita di un suo funzionario allanostra piccola istituzione. La quale,modellandosi sulla sua grandeomonima, non manca nemmenodell'ufficio propaganda...”(Bimbi al Sole, 1955)

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In queste immagini, i piccoli clienti agli sportelliA sinistra, un libretto di risparmio

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La scuola materna - “Scuolamaterna, elementare e avviamen-to costituiscono, nella “Casa delSole”, un organismo compiuto.Una medesima linfa circola neitre settori, e i principi di attività,di sviluppo spontaneo, di auto-controllo e di responsabilità per-sonale che informano l’educazio-ne all’aperto trovano in ciascunodi essi un campo ampio e fecondodi applicazione…Il campo vastissimo di osservazio-ni e esperienze offerto dalla scuo-la con il suo ambiente e con tuttele sue attrezzature costituisce, perquesti piccoli, una sorgente ine-sauribile di ricerche, di scoperte,di felici intuizioni. Seguire l’evolu-zione della vita vegetale, avvici-nare e curare gli animali, coltiva-re l’orto, considerare i fenomeniatmosferici, raccogliere erbe,foglie, fiori, frutti, insetti, sassoli-ni: ogni momento della loro inten-sa giornata si presenta con uninteresse nuovo e un richiamoavvincente…”(Bimbi al Sole, 1955)

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Bambini della scuola materna all’opera

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Gli spazi e le strutture

L’azienda agricola - “L’aziendaagricola della scuola all’apertodispone di…una stalla per quat-tro mucche…,una più piccola perl’asinello, un numero sufficientedi porcili, cinque pollai in legnotrasportabili…, cinque coniglierepure mobili, un recinto per leoche e le anitre; un altro per gliovini e infine un terzo, più vasto,per consentire al bestiame un po’di movimento. Si aggiunga ungrande fienile in muratura.Completano l’attrezzatura seiapiari, due grandi voliere, duepeschiere, un acquario…I terreni coltivati comprendono

tre orti…, due frutteti…oltre aivasti prati…La cura e la coltivazione di tuttoquesto è opera dei ragazzi… ilComune, a sue spese, provvede aintegrare la loro attività praticamediante alcuni famigli e giardinie-ri che si assumono il carico deilavori più pesanti…Si allevano tantianimali quanti possono corrispon-dere all’entità del fieno prodotto daiprati della scuola e degli avanzidella nostra grande cucina…i setto-ri improduttivi o passivi fanno cari-co ad altri redditizi…rimane lanorma generale che le uscite nondevono mai superare le entrate; l’a-zienda non spende più di quantoincassa…” (Bimbi al Sole, 1955).

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Bambini nel pollaio Il famiglio I porcellini

La raccolta del miele

Visita alla stalla

Si nutre l’asinello

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Peschiere e acquario - “le duepeschiere…sono indipendenti, mapossono essere all’occorrenzaposte in comunicazione, levandola paratoia che le divide e su cuiè gettato un rustico e graziosoponticello…Attualmente, unadelle peschiere è riservata aiciprinidi, alle carpe, alle tin-che...e l’altra alle trote. I pescisono, naturalmente, nutriti daibambini, che portano alla primapeschiera il riso avanzato dallamensa…Alle trote, che sono car-nivore, si danno pure gli avanzidi carne e pesce… si comperanoresidui economici dal macellaio osi scavano lombrichi nel terre-no….Si trovano poi nell’acquarioquattro vasche di incubazione perle trote…Tutte le classi, con fre-quenti visite, seguono il decorsodello sviluppo delle uova ed èanche questo un modo, cauto enaturale, di portare i bambini acontatto con il mistero dellavita…” (Bimbi al Sole, 1955).

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La cattura delle trote

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Aule Speciali

La biblioteca

Aule di dattilografia

Un refettorio

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I servizi della scuola

Il servizio trasporto - Per unascuola che, fra alunni della sezio-ne Elementare e quella diAvviamento professionale contaben 1300 iscritti, domiciliati inmassima parte nelle zone piùperiferiche della città, il problemadel trasporto dalle zone di resi-denza alla scuola e viceversa hauna grande importanza.Per ovviare a questo inconvenien-te, vengono impiegati degli auto-bus che, con 16 percorsi diversi,

raggiungono le zone più distantiraccogliendo al mattino e deposi-tando al pomeriggio, nei punti diraccolta stabiliti lungo il tragitto,gli alunni che abitano lontanodalla scuola.Ad ogni fermata, di mattina, all'o-ra stabilita, uno o più insegnantiaccompagnatori accolgono i gio-vani passeggeri, li sorveglianofino all'arrivo del pullman, ve lisistemano e li accompagnano finoai cancelli.Il contrario avviene nel pomerig-gio al termine delle lezioni.

Il servizio medico - A questo ser-vizio sono preposti due mediciscolastici, un dentista, un radiolo-go, un'assistente sanitaria chelavorano nei locali della salamedica annessi al corpo centraledella direzione. Esistono un pron-to soccorso, una sala per i raggi x,un gabinetto dentistico, un localeper le cure dei raggi ultravioletti enebulizzazioni. Annessi ci sonolocali di degenza per i convittori.Il servizio medico scolastico con-siste essenzialmente nella selezio-ne dei ragazzi da ammettere allascuola speciale, nel visitare perio-dicamente le classi per un con-trollo e per l’eventuale invio dibambini a PoliambulatoriSpecialistici e a colonie climati-che marine e montane. Provvede inoltre a fornire aglialunni ricostituenti polivitamini-ci, effettua le vaccinazioni e dia-gnostica eventuali problemi car-dio-reumatici per i quali si appli-ca un'adeguata terapia nella scuo-

la stessa e a Fasano del Garda.Il servizio medico scolasticoinvia al Centro Psicopedagogicoquei bambini che presentanodisturbi del carattere e difficoltàdi adattamento.

Organizza anche turni di ginna-stica correttiva per gli scolariaffetti da disturbi fisici o para-morfismi e lezioni di igienementale e della persona per levarie classi.

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All’arrivo degli autobus

Visite dentistiche

La sala medica

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Il servizio sociale - Dall'Ottobredel 1958 funziona presso la scuo-la il Servizio Sociale Scolastico ilcui scopo principale è di contri-buire all’adattamento dei ragazzinella comunità scolastica.A causa della loro gracilità,questi alunni sono in alcunicasi disturbati affettivamente esocialmente e, quando alle dif-ficoltà del primo contatto con

la scuola si aggiungono i pro-blemi familiari di natura psico-logica ed economica, il bambi-no ha sovente un comportamen-to difficile.In questi casi l'assistente sociale,in stretta collaborazione con l'in-segnante e la famiglia, aiuta l’a-lunno a raggiungere un buonadattamento tanto scolastico chefamiliare.

La colonia elioterapica -L'organizzazione della scuolaall'aperto durante i mesi estiviprevede il funzionamento di unaColonia Eliourbana, per iniziativadell'amministrazione comunale,che provvede all'organizzazionedel servizio trasporto e del servi-zio mensa e all'assunzione delpersonale educativo.Ad essa affluiscono quotidiana-mente, in due turni, circa 1600ragazzi dai 3 ai 12 anni, general-mente appartenenti a famiglie“bisognose”. Di essi, buona parteè rappresentata da alunni dellascuola stessa che possono cosìcontinuare la loro esperienza edu-cativa, non solo a livello scolasti-

co ma anche nella utilizzazionedel loro tempo libero.La permanenza dei ragazzi incolonia è prevista per l'interagiornata, dalle ore 8.20 alle 17.La “Casa del Sole”, col suo gran-de parco, i prati, i boschetti, lapiscina, sottraendo i bambini allapolvere e all'asfalto della città,offre un ambiente favorevole estimolante, con ampia possibilitàdi movimento in mezzo al verde.L'attività educativa, finalizzataa un'intelligente occupazionedel tempo libero, prevede gio-chi collettivi, educazione fisica,canto e ritmica, danza popolare,lettura (nelle ore della siesta) eattività manuali.

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4 - La scuola all’aperto “Casa del Sole”: le cooperative e i laboratori (1950-1973)

A colloquio con l’asssistente sociale

Il bagno in piscina

Un momento di riposo

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La scuola vista dagli altri

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Un articolo della rivista“Fraternità Mondiale”parla del calore con

cui i bambini stranierivengono accolti

alla “Casa del Sole”.Siamo nel 1965

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Visitatori eccellenti

“Con vera emozione me ne vadoda questa magnifica scuola,modello nel suo genere, doveil meritorio lavoro realizzatomerita i miei caldissimi elogi”.

Juan J. Lodeiro, Direttore dellascuola n. 1 – Montevideo

“Con le espressioni della miaammirazione”.

Direttore generale al Ministerodella salute pubblica - Belgio

“Quanto genio e quanto cuoree, soprattutto, quale serenitàe quanta felicità”.

Presidente dell'UnioneInternazionale per

l'educazione all'aperto

“Visito una scuola modello.Porterò nella mia Patria, nellaRepubblica Argentina, l'ottimaimpressione. Le mie felicitazioni atutto il personale che assecondacosì efficacemente”.

Delia M. L. de Janiz

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4 - La scuola all’aperto “Casa del Sole”: le cooperative e i laboratori (1950-1973)

Papa Montini, quando era arcivescovo di Milano, in visita alla “Casa del Sole”

Il parere dei bambini stranieridella “Casa del Sole” sulla “loro” scuola

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“Alla Direzione ed al personaleinsegnante di questa scuolamodello, la mia profondissimagratitudine per avermi permessodi portare nell'Uruguay il ricordodi una scuola modello di questagrande e nobile Nazione”.

Costanza Mussi, Maestra dellaScuola “José Enrique Rodi”

- Montevideo

“Riceva, signor Direttore dellaScuola all'aperto un cordialesaluto con la espressione del miovivo ricordo di questa meraviglio-sa istituzione educativa”.

Juan Lodeiro Direttore dellaScuola “ Espana ” - Montevideo

“Mi dispiace poter solo augurar-mi che questa perfetta Scuolasia la Scuola di domani.Sarebbe più che necessarioche essa fosse già la scuoladi tutto il mondo”.

Gianna Anguissola

“Sono profondamente ricono-scente per la gioia e l'ispirazioneche mi è stata data questa matti-na. Sono convinto che l'opera chestate svolgendo è un contributo atutto il campo educativo e all'av-venire del popolo italiano”.

Joseph Lauwerjs,Università di Londra

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Una delegazione di visitatori stranieri

Dall’album dei visitatori

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5 - Dalla scuola speciale alla scuola di quartieresperimentazione verticale, ricerca d’ambiente, informatica (1973–1988)

Il murale fatto dai ragazzi della scuola in solidarietà con gli operai dell’Innocenti in lotta (1976)

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La “Casa del Sole”Scuola di QuartiereNel corso di questi anni, la“Casa del Sole” cessa di essereuna scuola speciale per i “bam-bini gracili” di tutta la città.Essa diventa una scuola “norma-le”, di quartiere: in questomodo, si apre soprattutto aibambini della zona. Questo cambiamento era già statoauspicato da tempo dai docentidella scuola al fine di poter esten-dere a tutti i bambini i metodi diinsegnamento, così universalmen-te apprezzati, messi a punto indecenni di sperimentazione. Vieneperò attuato solo in seguito allalegge 517 del 1977 che aboliscele classi differenziali per bambi-ni portatori di handicap e anchele scuole speciali.Avviano la trasformazioneprima la materna e la media, poile elementari.Va segnalato, in questo quadro,l’inserimento di bambini con pro-blemi psichici che nella “Casa delSole” precede di alcuni anni laLegge n° 517.

Il progressivo disimpegnodel ComuneA suo modo, anche l’amministra-zione comunale sembra spingereper mettere l’ex Trotter più al ser-vizio del quartiere che della città:infatti, apre il parco al pubblicoin orari e giorni dove non vi sonoattività scolastiche (1976).In questo modo, cerca di rispon-dere “a buon mercato” alla pres-sante richiesta di spazi verdi cheproviene dalle associazioni e daicittadini della zona. La scelta di aprire il parcoavviene nel modo più sbagliato:senza istituire un ordinamentoadeguato che tuteli i bisogni degliabitanti del quartiere ma anchequelli della scuola con le sue atti-vità all’aperto, senza alcunagaranzia di sorveglianza, ecc.Viene il sospetto che per l’ex –Trotter le amministrazioni comu-nali di questo periodo abbianoaltri progetti e che la scuolaabbia i giorni contati.Il sospetto viene confermato dalfatto che, venuta meno la funzio-ne cittadina della scuola, l’ammi-nistrazione comunale diminui-sce drasticamente i suoi impe-gni finanziari per la manuten-zione della “Casa del Sole”.

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Laboratori alla “Casa del Sole”

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Prova ne sia il convitto: già neglianni ’60 era diventato sede delladirezione della scuola elementare,di alcune classi della materna,della sala medica e, al pianosuperiore, di alcune classi dellascuole elementare.Di fronte all’impellente necessitàdi manutenzione dell’edificio,specialmente del tetto, si preferi-sce non intervenire. Il convittoviene così progressivamenteabbandonato.

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Il parco della “Casa del Sole”, un’oasi di verdein un quartiere costruito male

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Il tramonto della fattoriae delle cooperativeII sistematico abbandono dellascuola da parte della ammini-strazione cittadina, l’aperturadel parco al pubblico e gli atti divandalismo provocano il lentoma irreversibile tramonto delleattività legate alla fattoria e allecooperative.La crisi di queste esperienze èconnessa anche alle difficoltàcausate dalle più severe normeantinfortunistiche e sanitarie cheimpongono progressivamente ilrestringimento della presenzadegli animali fino alla loro com-pleta scomparsa (ciò che si verifi-ca attorno alla fine del decennio).

Documentiamo con alcune foto etesti di allievi le ultime fasi diquesta attività.

“Noi siamo in una scuola speciale dove i ragazzihanno più libertà perché, nella scuola dove vengo,ci sono tante piante e immensi prati dove i ragazzicorrono e possono giocare liberamente. In ogniclasse i ragazzi lavorano e si aiutano… La nostrascuola è una scuola a tempo pieno, cioè gli inse-gnanti lavorano insieme ai ragazzi, interessandolisempre più… La scuola che io frequento è l’unica

scuola che c’è in Europa ben organizzata.I genitori dei ragazzi e il direttore stanno risolven-do il problema di salvare la scuola.Per me questa scuola è un paese di ragazzi che siorganizzano bene. Così quando saremo adultisapremo già organizzarci.Per il momento siamo dei ragazzi fortunati.”

Francesco - 4a H

Il pavone: “Stamattina ho osservato il pollaio:c’era la pavoncella che andava a fare l’amore colpavone. Essi si sono guardati e forse si volevanodare un bacio però la pavoncella si è staccata dal

pavone e il pavone è andato dalle galline; ma legalline non gli davano retta perché il marito dellagallina è il gallo mentre il marito della pavoncellaè il pavone”. Pietro - 2a D

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Cooperativa “Flores”: “Siamo in primavera; peril bene delle piante che già avete, e per quelleche acquisterete alla Cooperativa “Flores”, viconsigliamo di:1) mettere al sole le piante verdi che lo sopporta-no e quelle grasse;2) graduare di giorno in giorno l’esposizione inmodo che il sole non bruci i germogli più teneri;3) tenere presente che bisogna nutrire la terra, eche i rosai hanno bisogno di un ingrasso speciale,così come le altre piante fiorite”.

Alunno della 5a G

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Bambini che lavorano la terra davanti al Pad. Gabelli

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Corriere della Sera

Articolo de “Il Giornale” , 1970

L’attuale stato di degrado della ex-fattoria

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Genitori e insegnanti difendono“la scuola all’aperto”. Il Trotter“Monumento Nazionale”Di fronte al deciso disimpegnodell’amministrazione comunale,tocca ai genitori e agli insegnan-ti difendere la nobile tradizionedella “Casa del Sole”: dal 1976 al1979 agisce una associazione digenitori, coadiuvata dagli opera-tori scolastici, che promuove larichiesta di investimenti per laristrutturazione dei padiglioni.Nel 1980 nasce il C.U.T.(Comitato Unitario Trotter), checontinua il lavoro di salvaguardiadella scuola e del parco.L’impegno dei genitori e degliinsegnanti produce un risultatoimportantissimo: nel 1986 la

Sovrintendenza alle Belle Artiimpone il vincolo a tutta l’areadel parco, compreso i suoi edi-fici, dichiarandola “monumen-to nazionale”, e bloccando intal modo possibili appetiti spe-culativi.Quello stesso anno arriva allaZona 10 un cospicuo finanzia-mento per “la costruzione dinuovi impianti scolastici e spor-tivi”; la “Casa de Sole”, nellabattaglia per la loro spartizione,ottiene solo i fondi con cui ven-gono effettuate le ristrutturazionidi alcuni padiglioni, mentrerimangono senza finanziamentie quindi abbandonati, il convitto,la palazzina dell’acqua potabile,la piscina ecc.

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1987: articoli sulla protestadei genitori e dei bambini del

Trotter contro il degradodella scuola e del parco.

La protesta arrivasotto le finestre

di Palazzo Marino.

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1986: Italia Nostra appoggiala decisione della Sovrintendenza

di dichiarare il Trotter“Monumento Nazionale”

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Corriere della Sera, 3 ottobre 1986Articolo sulla decisione della Sovrintendenza divincolare il Trotter come monumento nazionale

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Una fase nuovadell’innovazione didattica:la sperimentazione verticaleIn questi anni, la “Casa del Sole”si apre a nuove esperienze educa-tive. La scuola italiana è in fer-mento, investita in pieno dallacontestazione studentesca e daglieffetti dirompenti della “Letteraa una professoressa” (1967), illibro scritto dagli allievi di DonLorenzo Milani, che mette sottoaccusa la natura classista dell’isti-tuzione scolastica.Nel 1971, lo Stato riconosce lapossibilità alle scuole di orga-nizzare il “tempo pieno”.All’origine di questa esperienzac’è la riflessione e l’impegno dipedagogisti importanti come LaPorta, De Bartolomeis e Ciari.

Per costoro, il tempo pieno èsoprattutto una strategia di com-pensazione delle diseguaglianzesociali, poiché esso solo è ingrado di offrire ai bambini, atutti i bambini (anche a coloroche a casa sono in difficoltà), lamolteplicità delle esperienze diapprendimento: fare ricerche,discutere, lavorare in gruppo,adoperare strumenti tecnologici,dedicarsi ad attività produttive,uscire dalla scuola per raggiun-gere realtà esterne da conoscere,documentare ecc. Vivendo insie-me per molte ore della giornatai bambini possono inoltre arric-chirsi reciprocamente mettendoa disposizione della comunità ilportato delle loro "culture" diprovenienza.

La “Casa del Sole” aderisceall’esperienza del tempo pienoma lo fa, come è ovvio, partendodalla specificità della sua storiae della sua particolarissima col-locazione ambientale.Nel 1973, gli insegnanti inizianoa lavorare attorno a un progetto disperimentazione verticale, unprogetto didattico “integrato”, chevuole coordinare le attività dellamaterna, delle elementari e dellamedia, i tre ordini di scuola pre-senti nel parco.Citiamo dal progetto: “L’unicomodo che ha la scuola “Casa delSole” per rispondere alle com-plesse esigenze che vengono dalquartiere nel quale è inserita èquello di recuperare l’unitarietàdel ciclo dell’obbligo con unascuola a tempo pieno, per l’inte-grazione e di tipo sperimentalecon un ciclo didattico che vadadai 3 ai 13 anni”

La sperimentazione verticaledella “Casa del Sole” vieneautorizzata dal ministero nel1974/75. È una tra le prime speri-mentazioni di questo genere inItalia, se non la prima in assolu-to: un modello per tante altrescuole italiane, che è all’originedegli attuali Istituti Comprensivi.

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Bruno Ciari

Don Milani con i suoi alunni

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Allievi che fanno lezione nel parco.La sperimentazione verticale continuala tradizione della scuola all’aperto

Nella sperimentazione verticale viene previstauna collaborazione con la scuola dell’infanzia

e il primo ciclo della scuola elementare:sono varie le esperienze condotte insieme nei

laboratori per assicurare continuitàtra i diversi ordini di scuola.

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La ricerca d’ambiente. Una carat-teristica fondamentale della speri-mentazione verticale è l’aperturadell’attività didattica ai problemidel quartiere, scelta conseguentealla trasformazione della scuola inuna scuola di quartiere.Questo porta gli insegnanti della“Casa del Sole” a usare l’am-biente esterno alla scuola comeoggetto/strumento di studio.Viene cercato un rapporto contutte le risorse disponibili(aziende, associazioni, giornali,genitori, istituzioni) allo scopodi ricavare stimoli, spunti dilavoro, fonti di informazione…“Riteniamo che la scuola debbaescludere nella maniera più asso-luta il nozionismo, l’indottrinamen-to e la separazione tra le materie.Nel rispetto dei programmi mini-steriali intendiamo porre comepunto di partenza dell’attivitàdidattica i problemi e le esperienzedella vita reale del bambino: sestesso, la famiglia, l’ambientesocio-culturale-economico in cuivive.” (Linee didattiche enunciatenel progetto di sperimentazioneverticale, documento interno)

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Dai giornalini di classe dei bambini

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Visita al Corriere della SeraSolidarietà della “Casa del Sole”

ai lavoratori licenziati dell’Innocenti (1976)

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Assumendo a oggetto di studiola realtà del quartiere e dellacittà, la scuola persegue l’o-biettivo di stimolare negliallievi il potenziamento dellecapacità di analisi e compren-sione della realtà sociale. Ilmetodo scelto per fare questo èil metodo della ricerca, laricerca d’ambiente.Le immagini che riportiamotestimoniano di alcune attivitàsvolte in rapporto col quartiere ela città, utilizzati per l’appuntocome opportunità di conoscenzae di lavoro didattico.

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Dal giornalino di classe (1975)Visita a Palazzo Marino con il Sindaco Aniasi

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I libri fatti dai bambini.La ricerca d’ambiente e il rappor-to con l’esterno spingono gli inse-gnanti a porsi il problema dell’u-so sociale di quel che si fa ascuola. La scuola deve partecipa-re attivamente alla vita del conte-sto in cui è collocata, e può farequesto restituendo in forma pub-blica i risultati delle ricerchecompiute, comunicando all’ester-no i risultati del proprio lavorodidattico.

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da “Parlano i Ragazzi”

Giornalino di classe (1976)

1975 - Trentennale della Resistenza:i pannelli di una mostra prodotta dai ragazzi

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Di qui discende la produzione dilibri e giornalini scolastici, la col-laborazione delle classi con gior-nali cittadini (L’Europeo, 1976), laproduzione di pannelli per mostre,di audiovisivi o di murales suimuri interni di cinta della scuola…I bambini diventano in questomodo attivi costruttori di sapere,non soltanto passivi fruitori.

È in quest'ottica che va inteso ilrifiuto del libro di testounico, esplicitamente teorizzatonel progetto di sperimentazioneverticale: “Il libro di testounico è uno strumento insuffi-ciente e inadeguato: anzichéfornire una pluralità di infor-mazioni o il loro necessarioapprofondimento, esso propone

una visione talora distorta eunilaterale della realtà, oltreche semplicistica e riduttiva.Intendiamo sostituire tale stru-mento con una biblioteca diclasse che sia il più possibilericca di testi validi e adeguatial tipo di lavoro programmato”(da un documento interno dellascuola, 1978).

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I ragazzi raccontano le lotte operaie attraverso i murales (1976)

Giornalini di classe

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I laboratori. Si mantiene anchenella sperimentazione verticale lastorica centralità delle attività dilaboratorio. “L’impostazione chevogliamo dare al nostro lavoronon è riconducibile esclusivamen-te all’attività di classe: prevedia-mo momenti di apertura di que-st'ultima per permettere ai bambi-ni, in base all’interesse, la forma-zione di gruppi liberi (attività dilaboratorio) il cui fine è di creareulteriori occasioni di socializza-zione, ambiti di lavoro stimolantiper favorire e sollecitare il lin-guaggio parlato e scritto, nuoveforme di comunicazione e diespressione creativa (disegno,mimica, musica, drammatizzazio-ne) oltre all’acquisizione di tecni-che e abilità manuali fondamen-tali (fotografia, stampa, model-laggio, falegnameria, piccoloartigianato, orto, giardinaggio,ecc.).” (Linee didattiche…, cit.)

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Diapositive della fattoria

Resoconto in diapositive di una visita alla Stazione Centrale

Costruzione di strumenti musicali Lavorazione della creta

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L’integrazione degli alunni por-tatori di handicap. È un puntocentrale della sperimentazioneverticale, per quei tempi forte-mente innovativo.

Il rapporto scuola - quartiere.In quegli anni sono numerosi itentativi della scuola di coinvol-gere in maniera più consapevole ediretta le forze del quartiere (indi-viduali e organizzate) nel progettodi sperimentazione verticale.Vengono organizzati numerosiconvegni che però non sortisconorisultati significativi.Si può oggi dire che quei tentati-vi furono velleitari e troppoastratti, perché non tenevanoconto della realtà socio-ambien-tale in cui si operava; comunque,essi stanno a dimostrare che, daparte delle scuole del Trotterc’era la forte consapevolezzadella necessità di ricercare unrapporto attivo con il contestoterritoriale di appartenenza.

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La crisi dellasperimentazione verticaleVerso gli inizi degli anni ’80 lasperimentazione verticale va adesaurirsi.Le ragioni di questa crisi sonodiverse

• le notevoli difficoltà concreteche si creano nel coordinarele tre scuole che non sonoarrivate ad una unificazioneburocratica (hanno mantenutopresidenze separate) e conser-vano oggettive differenze diimpostazione didattica (legamipiù stretti si concretizzano peròtra la scuola elementare e lascuola materna);

• il forte rimescolamentodell’organico (con l’afflussodi personale nuovo seguito allamassiccia immissione in ruolodi insegnanti statali e scompar-sa di quelli comunali) e la dif-ficoltà di coinvolgere i nuoviinsegnanti in un progetto allacui elaborazione non avevanopartecipato;

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Immagini del degrado del parco attorno alla metà degli anni ‘80. Questa situazione rende più difficile continuare a fare scuola all’aperto

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• il rapporto con il quartiere,cercato negli anni settantacome modo per uscire dallagabbia della scuola speciale,che da un lato apre nuove dire-zioni di impegno didattico,dall’altro fa entrare nella scuo-la i problemi e le contraddizio-ni di una zona popolare comequella di Via Padova-VialeMonza. Come già accennato,sono frequenti in questi annigli atti di vandalismo connessiall’apertura del parco al quar-tiere, che rendono problemati-ca la continuazione di molteattività didattiche esterne ( orti,stagni, ecc.);

• l’inerzia del Comune nelsostenere efficaci progetti diriqualificazione del parco edelle sue scuole.

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Volantini di protesta dei genitori (1986)

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Il progetto “100 Scuole”:l’ingresso dell’informaticaalla “Casa del Sole”Nel maggio dell’84, laCommodore, una ditta che pro-duceva piccoli computer destinatiad un utilizzo casalingo o a con-solle per videogiochi, nell’ambitodi un’ampia azione di promozio-ne mette a disposizione di 100scuole dell’obbligo in tutta Italia100 laboratori costituiti da com-puter, unità disco e stampante. La“Casa del Sole” ottiene duelaboratori: uno costituito dadieci postazioni alle elementaried uno da quattro postazionialle medie.Sfruttando quest’opportunità, inalcune classi inizia un’attivitàsperimentale di utilizzo degli ela-boratori (computers).La “Casa del Sole” è, come nellasua tradizione, una delle primescuole d’Italia a disporre di questistrumenti e ad avviare un lavoroin questo settore.

Uno dei primi e più facili modi diutilizzo del computer è la produ-zione di testi, utilizzando word-processor. Lo strumento allora eramolto meno facile da usare diquelli attuali, comunque permette-va dei vantaggi tali da renderesubito evidente la sua valenzadidattica. Diventa possibile realiz-zare pagine nelle quali la partescritta viene prodotta dalla

stampante, mentre la parte grafi-ca viene realizzata manualmentedai bambini. Si tratta di un passomolto importante nella evoluzionedei giornalini scolastici.Questa nuova tecnologia per-mette un miglioramento nettodella qualità dei prodotti, dandoai bambini la possibilità di otte-nere migliori soddisfazioni dalloro impegno.

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Primi laboratori informatici a scuola

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Produzione di poesie scrittedai ragazzi e riportate sulgiornalino usando un word-processor ed una stampante.

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I giornalini dei bambini integraticon l’uso di un “word processor”

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Dall’informatica nuovepossibilità di lavoro didattico:l’analisi dei procedimentiNegli anni ’80 l’utilizzo deicomputer passa principalmenteattraverso la programmazione.Tale attività richiede un ragiona-mento formale e strutturato chepuò diventare un obiettivo didat-tico di tutto rispetto.Il laboratorio viene rapidamentedotato di due linguaggi di pro-grammazione: il Basic, fisso sullemacchine, ed il Logo, un linguag-gio destinato all’attività educativa.Il dover acquisire la capacità discrivere programmi, sia pure diuna estrema semplicità, stimolanegli insegnanti una nuova sensi-bilità allo studio dei procedi-menti che permette, tra l’altro, diacquisire una maggiore familia-rità con alcune tecniche di rappre-sentazione di contenuti e sequen-ze logiche come i diagrammi diflusso e ad albero.

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Alcuni elenchi fatti dai ragazzi dei comandi disponibili ed un “diagramma di flusso”, unaschematizzazione dell’evento considerato, utile per permettere il successivo lavoro sul PC.

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In questo quadro vengono recu-perate alcune delle attività con-crete che una volta erano carat-teristiche delle Cooperative.L’aspetto analizzato però si spo-sta soprattutto sullo studio dellesequenze e dei legami logici esi-stenti tra i vari passi che porta-no al risultato.

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In questo periodo inizia a lavorarein ambito informatico anche lascuola media, che aveva ottenutoun laboratorio più piccolo. Nella scuola media l’attività diinformatica viene portata avantidai docenti di EducazioneTecnica, per cui vi è un’attenzio-ne per gli aspetti tecnologici deci-samente maggiore.Si osserva qui sotto un esempiodi schede di lavoro per i ragazzi. Le altre immagini riguardano lastruttura del computer ed unabbozzo di disegno tecnico realiz-zato utilizzando le possibilità diqueste macchine.

Con l’introduzione dell’informa-tica nella didattica, e con la mag-giore attenzione che questa riser-va per gli aspetti legati alle pro-cedure e all’organizzazione dellesequenze logiche, anche la Casadel Sole sembra aderire a pienotitolo alla svolta “cognitivista”che investe la scuola italiana(dove per cognitivismo deveintendersi quell’impostazioneche punta a favorire la compren-

sione delle strutture dei saperidisciplinari – temi, concetti, pro-cedure, metodi – e dei processiconoscitivi al fine di potenziarel’apprendimento).L’adozione di questo nuovoorientamento sembra avvenire,tuttavia, senza furori ideologicie sul solco di una sostanzialeintegrazione con la tradizionaleimpostazione “attivistica” dellascuola.

Disegni generati col computer

Uno studio sulle rotazioni

Alla nuova tecnologia informatica si accompagna anche unariflessione critica sulle possibilità e i limiti della stessa.

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6 - Dagli anni ‘90 ad oggi.La “Casa del Sole” primo Istituto Comprensivo d’Italia

La “Casa del Sole” vista da Airone Junior

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Dieci anni di scontri sul destinodel parco e delle scuoleIl disimpegno del Comune versoil Trotter, di cui il parco e le suescuole avevano pagato le conse-guenze nel quindicennio prece-dente, si conferma anche nelcorso degli anni ’90. Proprio nel1990 il Consiglio Comunale diMilano delibera 14 miliardi di lireper la ristrutturazione dell’edifi-cio ex-convitto da destinare allascuola media.. Vengono però por-tate a termine, con uno stanzia-mento complessivo di 3 miliardidi vecchie lire, solo le menoimpegnative ristrutturazioni deiPad. Gabelli ed Arquati. Il proget-to di ristrutturazione dell’ex-con-vitto non viene, né è stato fino adoggi, mai realizzato.

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Un bimbo immagina il Convitto in ristrutturazioner

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La progressiva decadenza dellestrutture della scuola all’aperto fada sfondo all’avvicendarsi di sva-riate ipotesi sul destino delTrotter, in un confronto a trattianche aspro che coinvolge ilquartiere e la città e che dura pertutto il decennio.

Alla fine del 1993, si verifica“l’emergenza Leoncavallo”.Con una Ordinanza Prefettizia,ritenuta assurda dagli stessi rap-presentanti del Centro Sociale, sivuole cedere al Leoncavallo lastruttura dell’ex-convitto.Gli abitanti del quartiere e l’uten-za delle scuole si mobilitano consit-in che bloccano via Padova evia Giacosa; l’ordinanza prefetti-zia viene così revocata.

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6 - Dagli anni ‘90 ad oggi. La “Casa del Sole” primo Istituto Comprensivo d’Italia

Avvenire 12/10/1993

la Repubblica 12/10/1993

La Repubblica 14.10.1993

Corriere della Sera 15.10.1993L’Unità 13/10/1993

La Repubblica 14.10.1993

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Nel 1994, un gruppo di cittadinie di genitori di alunni della scuo-la fonda l’Associazione “LaCittà del Sole-Amici del ParcoTrotter”. La sua nascita ha comescopo principale quello di mobi-litare utenza e cittadini controil degrado avanzante nel parcoe di difendere l’unitarietà e l’u-nicità delle scuole presenti alsuo interno. L’Associazione siimpegna subito su un progetto diriqualificazione del parco cheprevede al suo interno non soloscuole ma anche spazi di educa-zione ambientale, museale, ecc.Il Comune fa proprio il progetto,ma poi non lo sostiene operativa-mente. Vengono chiesti finanzia-menti alla Cee: ma anche questapossibilità viene meno.

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Simbolo dell’Associazione

Il Giornale 13.03.95

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L’articolo dell’Avvenire del21.4.’95 riportato in questa pagi-na traccia in modo chiaro l’acca-vallarsi delle idee che in quelperiodo vengono a scontrarsi sulfuturo della “Casa del Sole” e delsuo parco.

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6 - Dagli anni ‘90 ad oggi. La “Casa del Sole” primo Istituto Comprensivo d’Italia

Avvenire 21.4.95

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Nei primi mesi del 1995 sembraprevalere l’ipotesi di chi vuole iltrasferimento delle attività scola-stiche fuori dal Trotter per trasfor-mare il parco in qualcos’altro.Nell’aprile di quell’anno, infatti,l’allora Ministro della PubblicaIstruzione Lombardi decide lasoppressione della scuola mediadella “Casa del Sole” e il suoaccorpamento alla vicina scuolamedia “Rinaldi”. Viene a mancarecosì il presupposto fondamentaleper sostenere il progetto di “Cittàdell’Infanzia” elaboratodall’Associazione “La Città delSole- Amici del Parco Trotter”.

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La Repubblica 07.04.95

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La mobilitazione di genitori einsegnanti fa cambiare idea alMinistro: la scuola media “Casadel Sole” viene staccata dallamedia “Rinaldi” e unita alla scuo-la elementare del Trotter.Si costituisce così, con decisioneministeriale, il primo IstitutoComprensivo d’Italia (giugno1995). Le caratteristiche davverouniche dell’ambiente parco, le suestrutture edilizie, la compresenzadi tre ordini di scuola (materna,elementare e media) sono lecondizioni privilegiate che spin-gono il Ministro a prendere que-sta decisione. Gli insegnanti e igenitori la condividono: unascuola basata sulla continuitàeducativo-didattica offre senzadubbio maggiori opportunità dimigliorare la qualità dell’appren-dimento e dell’insegnamentolungo tutto l’arco della scuoladell’obbligo.

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6 - Dagli anni ‘90 ad oggi. La “Casa del Sole” primo Istituto Comprensivo d’Italia

Il Giorno 12.04.95Nel Parco ex Trotter nasce il 1° Istituto Comprensivo (elementari e medie unite) in Italia

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Riconfermato il mantenimentodelle scuole nel parco, il progettodi “città dell’infanzia” sostenutodall’Associazione “La Città delSole – Amici del parco Trotter”riprende il suo cammino.Un risultato importante vieneottenuto il 31 gennaio 2003: inquella data, l’amministrazionecomunale approva all’unanimità ilprogetto di riqualificazione del-l’intera area del parco ex Trotter(Progetto “Abita”), elaborato dauna equipe di architetti delPolitecnico di Milano.In sintesi, questo progetto prevede:• il potenziamento dei polieducativi attualmente ospitatidal Parco ex-Trotter attraversoun complessivo e progressivoriordino dei padiglioni internial parco;

• l’inserimento di funzioni dinatura pedagogico-didatticadestinate non solo ai ragazzidel quartiere , ma dell’interacittà;

• il riordino e la riqualificazionedell’intero Parco, attraversointerventi mirati a salvaguar-darne l’integrità storica, maanche a porre riparo alle gravimanomissioni e inadempienzeavvenute nel tempo.

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Una mappa del parco e dell’area circostante, dove il progetto Abita prevede interventi di riqualificazione urbana

Il convitto e la Chiesetta dismessi

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L’impegno pedagogico:innovazione e ritorno alle origini L’unificazione della scuola elemen-tare e media è un punto di svoltanella storia recente della “Casa delSole”. È, in un certo senso, un“ritorno alle origini”, al periododurato fino agli anni ’60 in cui lascuola materna, elementare e diavviamento avevano vissuto di unaispirazione didattico–pedagogicaprofondamente unitaria. Il parago-ne è forse un po’ avventato, poichénegli anni di cui parliamo in questocapitolo una ispirazione didattico –pedagogica tanto unitaria non c’è:la scuola materna e l’IstitutoComprensivo mantengono duegestioni differenti (comunale l’una,statale l’altra); inoltre, la media ele elementari, pur unite, esprimonodiversità non sempre facilmentecomponibili. Tuttavia, la nuovarealtà dell’Istituto Comprensivocostringe le due scuole a “parlar-si”; inoltre, si registrano proprio inquesto periodo significative con-vergenze didattico – pedagogichetra le elementari e medie da un latoe la scuola materna dall’altro, sin-tomo del riattivarsi di una circola-rità di stimoli che nel corso delquindicennio precedente si eraalquanto attenuata.

Di “ritorno alle origini” bisognaparlare per la “Casa del Sole”soprattutto riguardo a importantiprogetti didattici realizzati nelcorso degli anni ’90, di evidenteimpronta costruttivistica. Il costruttivismo è l’orientamentopedagogico - didattico che siimpone nelle scuole italiane piùavanzate nel corso degli anni ’90,in reazione al cognitivismo / com-portamentismo imperante nei duedecenni precedenti. Quest'ultimoapproccio viene respinto perchéaccusato di scoraggiare la motiva-zione ad imparare con la sua“mania” di spezzettare le cono-scenze/competenze in obiettivi

eccessivamente frammentati, per-seguiti in modo astratto, non infunzione di scopi concreti e opera-tivi. Il costruttivismo, al contrario,ritiene che l’apprendimento vadastimolato all’interno di contestisignificativi, ricavati dal mondoreale, perseguendo compiti auten-tici, progetti operativi. Esso sostie-ne la necessità di fornire all’allie-vo che conosce una molteplicità distimoli e sostegni, onde consentir-gli di costruire autonomamenteconoscenze, senza limitarsi ariprodurle; sottolinea inoltre l’im-portanza della cooperazione nellaattività di ricerca e nella produzio-ne di conoscenze.

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I bambini della scuola del Trotter

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È facile vedere in questo pensie-ro il rifiuto di una scuola staccatadalla vita, e il richiamo al valoredell’esperienza come base dell’e-ducazione: elementi che sono daconnettere ad una impostazioneattivistica, deweyana, che abbia-mo visto essere costitutiva dellaidentità educativa della “Casa delSole”. In questo senso, i progettididattici di impostazione costrut-tivistica degli anni ’90 costitui-scono un “ritorno alle origini”. Oforse è meglio dire che è propriola perdurante attenzione della“Casa del Sole” all’apprendimen-to come esperienza e come fare afavorire “naturalmente” l’incon-tro tra la scuola e gli orientamen-ti pedagogici più recenti.

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Una lezione di musica nel parco

I bambini puliscono il cortile della “Stanza delle Scoperte”

Nell’orto a fare lezione di scienze

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Il didatrotter. Il “didatrotter” è ilprogetto di sperimentazione cheimpegna la scuola elementare dal1988 al 1994. In questo progetto,l’incontro tra la tradizione attivi-stica della “Casa del Sole” e gliorientamenti costruttivistici è par-ticolarmente evidente. Il progetto imposta l’attivitàdidattica in modo tale da con-sentire ai bambini di “interveni-re sull’ambiente naturale esociale mediante moduli operati-vo - progettuali che possano per-mettere loro di effettuare attivitàdi previsione ipotetica, ricerca,verifica”. L’ambiente naturale esociale di cui si parla è prima ditutto il parco con le sue risorse,sia quelle funzionanti che quelledismesse, che il progetto preve-de di riattivare anche con l’aiutodel Comune (al quale si chiede,invano, di ripristinare la figuradel famiglio).

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Campi di intervento Sviluppi e risultati attesi

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Il cuore del progetto sono i labo-ratori ambientali legati all’usodella fattoria, dello stagno, degliorti e frutteto (solo questi ultimidue diventeranno realmente ope-rativi) e i laboratori espressivi,legati all’uso del teatrino, delforno e alla produzione di ungiornalino. L’insistenza sul con-cetto di laboratorio rimanda aduna scelta didattica aperta, nontrasmissiva, fondata sull’osser-vazione e sull’analisi di situazio-ni concrete fatta dai bambini,sulla formulazione di domande eipotesi, sulla ricerca autonoma eguidata delle risposte, sullacomunicazione e generalizzazio-ne delle conclusioni decisa egestita col massimo di autonomiadai bambini stessi.

L’obiettivo è non solo quello difornire conoscenze legate aitemi del rapporto uomo –ambiente, di portare i bambini ausare la risorsa - parco metten-doli così in grado di sentirlacome propria, ma anche quellodi far partecipare attivamente gli

allievi, tutti gli allievi, al per-corso di costruzione del sapere,con gli insegnanti che assumo-no, più che un ruolo di direzio-ne/trasmissione, una funzione dicoordinamento, proposta, indi-rizzo, sostegno tecnico – opera-tivo, se richiesto.

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Il Calendario Didatrotter del 1991: Gennaio (la preparazione del terreno) e Maggio (la semina)

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Il progetto prevede di adottaremoduli organizzativi di tipocooperativo (proprio nel sensodelle cooperative, come negli anni’50–’60) vedendo in ciò unpotente strumento per educare aivalori etico – sociali della colla-borazione, solidarietà, ecc.

Il progetto giustifica l’adozionedi una didattica laboratoriale ecooperativa anche con la neces-sità di motivare e coinvolgere ibambini più deboli (gli stranieri,

già presenti in buon numero nellascuola, e i diversamente abili) equelli più dotati, entrambi pena-lizzati da un insegnamento tra-smissivo, standardizzato, astratto.

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Azione della coop. “Orticoliamoci”

Convocazione ad una riunione della cooperativa Giornalini del DidaTrotter

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La Stanza delle scoperte -Museo dei Ragazzi. All’incrociotra la tradizione attivistica dellascuola, l’attenzione al parco ealle sue risorse e le nuove ten-denze pedagogiche costruttivisti-che si situa anche l’importanteprogetto “Stanza delle scoperte– Museo dei ragazzi”, un’espe-rienza proposta e realizzatasoprattutto (ma non solo) da clas-si della scuola media.

Partito nell’anno scolastico1989 – 90 con la collaborazionedella rivista Airone Junior e tut-tora in corso, questo progettoconsiste nell’allestimento di unospazio espositivo museale nelparco, interamente pensato egestito dai ragazzi.L’iniziativa propone agli studentiun nuovo modo di avvicinarsi allafruizione museale, e ha comescopo quello di stimolare la loroattenzione e curiosità per i luoghidi conservazione delle testimo-nianze del sapere umano, proprioattraverso la costruzione di unluogo siffatto.Più in generale, l’allestimento diuno spazio espositivo degli allievinel parco punta da un lato a valo-rizzare il Trotter e le sue strutture,dall’altro intende sollecitare nelleclassi una didattica del fare cheabbia proprio in questo spazioespositivo “autogestito” il suomomento culminante e terminale.

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La sede della “Stanza delle Scoperte”

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Il coinvolgimento attivo deglistudenti alla realizzazione delmuseo, in termini di progettazio-ne degli spazi, raccolta e catalo-gazione degli oggetti, conserva-zione, pubblicizzazione, guida,ecc. costituisce l’aspetto didattico– pedagogico centrale dell’inizia-tiva. Esso viene visto come il vei-colo attraverso cui gli allievi pos-sono acquisire competenze disci-plinari in campo ambientale –naturalistico, storico, musicale,ecc. (i vari settori in cui si artico-la il museo) e competenze tra-sversali di tipo organizzativo,sociale, etico – civile…

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I ragazzi costruiscono e allestiscono gli spazi espositivi

Una esposizione presso il Solarium

La ricostruzione di un ambiente sottomarino

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Il significato generale dell’espe-rienza viene sintetizzato dalmotto “se ascolto dimentico, sevedo ricordo, se faccio capisco”che la scuola prende a prestito daun antico proverbio orientale eche è anche il pensiero in cui sin-tetizza la sua filosofia pedagogicaBruno Munari, grande artistamilanese famoso in tutto ilmondo per le sue creazioni e perle sue innovative esperienze dididattica museale , vero ispiratore

della “Stanza delle Scoperte” alla“Casa del Sole”. Sua, infatti, èl’idea di un museo dove i bambininon si limitano a guardare mapossono fare (toccare, costruire,manipolare, scoprire, giocare);l’idea, insomma, di un vero e pro-prio museo – laboratorio in cui sipossa “imparare facendo”, che inquegli anni Munari va a condivi-dere con la “Casa del Sole” inuna serie di incontri tenuti con ilcorpo docente della scuola.

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Bruno Munari con la moglie alla “Casa del Sole”

Nella “Stanza delle Scoperte”i bambini toccano, scoprono, giocano

I giocattoli fatti dai bambini

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Il Museo, situato in alcuni localidel parco a ridosso dell’ex-convit-to per l’occasione rimessi a nuovoda insegnanti, allievi e genitori,contiene diverse stanze: dellascienza e della magia, della geo-grafia e dei Paesi stranieri, dellastoria, della fantasia, della musi-ca, ecc. Accoglie “pezzi” reperitigrazie alla collaborazione nonsolo delle famiglie ma anche dimolte istituzioni museali e cultu-rali cittadine: la farfalla più gran-de del mondo, messa a disposi-zione dalla rivista Airone; il pescesiluro e una grande tartarugamediterranea, che provengonodall’acquario civico di Milano;una volpe, un cinghiale, una mar-motta e altri animali dati dalMuseo di Storia Naturale, ecc.Collaborano con i ragazzi all’alle-stimento del Museo esperti ericercatori: oltre a Munari, WalterMoioli, cultore di musica preisto-rica e della natura, che mette adisposizione i suoi incredibilistrumenti musicali e collaboraalla realizzazione di un’orchestradi 120 alunni.

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piccola orchestra di” musica della natura”

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La “Stanza delle Scoperte” della“Casa del Sole” ottiene negli anniampi riconoscimenti da parte diimportanti istituzioni educative emuseali cittadine. Viene visitatodai ragazzi delle altre scuole.Viene presentato sulle pagine deigiornali milanesi ed è oggetto didiversi servizi televisivi (Rai,Telenova, TV Junior).

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Nel 1992 i ragazzi del “Museo dei Ragazzi” della “Casa del Sole” progettano e realizzano il diorama del “cervo Sambar nella radura indiana” che viene allestito alMuseo di Storia Naturale. I ragazzi stessi presentano il diorama in un pubblico incontro che si tiene nell’aula Magna del Museo.

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Airone Junior

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La Stanza delle scoperte -Museo dei Ragazzi. All’incrociotra la tradizione attivistica dellascuola, l’attenzione al parco ealle sue risorse e le nuove ten-denze pedagogiche costruttivisti-che si situa anche l’importanteprogetto “Stanza delle scoperte– Museo dei ragazzi”, un’espe-rienza proposta e realizzatasoprattutto (ma non solo) da clas-si della scuola media.

Partito nell’anno scolastico1989 – 90 con la collaborazionedella rivista Airone Junior e tut-tora in corso, questo progettoconsiste nell’allestimento di unospazio espositivo museale nelparco, interamente pensato egestito dai ragazzi.L’iniziativa propone agli studentiun nuovo modo di avvicinarsi allafruizione museale, e ha comescopo quello di stimolare la loroattenzione e curiosità per i luoghidi conservazione delle testimo-nianze del sapere umano, proprioattraverso la costruzione di unluogo siffatto.Più in generale, l’allestimento diuno spazio espositivo degli allievinel parco punta da un lato a valo-rizzare il Trotter e le sue strutture,dall’altro intende sollecitare nelleclassi una didattica del fare cheabbia proprio in questo spazioespositivo “autogestito” il suomomento culminante e terminale.

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La sede della “Stanza delle Scoperte”

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Il coinvolgimento attivo deglistudenti alla realizzazione delmuseo, in termini di progettazio-ne degli spazi, raccolta e catalo-gazione degli oggetti, conserva-zione, pubblicizzazione, guida,ecc. costituisce l’aspetto didattico– pedagogico centrale dell’inizia-tiva. Esso viene visto come il vei-colo attraverso cui gli allievi pos-sono acquisire competenze disci-plinari in campo ambientale –naturalistico, storico, musicale,ecc. (i vari settori in cui si artico-la il museo) e competenze tra-sversali di tipo organizzativo,sociale, etico – civile…

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I ragazzi costruiscono e allestiscono gli spazi espositivi

Una esposizione presso il Solarium

La ricostruzione di un ambiente sottomarino

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Intanto alla Materna…

I laboratori d’arte. Presso lascuola dell’infanzia gli anni ‘90sono un periodo di grande effer-vescenza. A partire dal 1992,vengono avviati dei laboratorid’arte (pittura, creta, ecc.) che,pur innestandosi su una tradizio-ne di attenzione all’espressivitàinfantile, accentuano, di questaattività, l’aspetto legato al “diredi sé” dei bambini, al loro met-tersi alla prova in termini inven-tivi, piuttosto che l’aspetto legato

alla mera conoscenza degli stru-menti e delle tecniche. In questilaboratori, i bambini hanno lapossibilità di produrre manufatti:“manufatti che si vedono, che sitoccano, che possono essere rivi-sti, riaggiustati e parlati”, “cari-chi dei loro stessi mondi interni”(F. Caggio, R. Abbatinali, Quasiarte, Edizioni Junior, 2004). Èpresente anche qui la lezione diBruno Munari che, seppure conaltri scopi, abbiamo visto agiregià nelle esperienze didatticherealizzate in questi anni nellascuola media.

“In questi laboratori non era lozampillare di conoscenze sulleproprietà dei materiali che ciinteressava fermare; non era sulloro dinamico patrimonio diconoscenza fantasiosa…chevolevamo far riflettere i bimbi,perché altrimenti avremmo

dovuto aprire, come abbiamoper altro fatto, un percorso diricognizione e ricostruzioneinfantile del mondo in terminiscientifici; volevamo che quellozampillio di commenti, notazionie connessioni “cognitive” fossepiegato a creare strutture per la

gioia e il piacere delle mani edegli occhi. Avevamo chiaro, maperché si lavorava coi bambini,la vicinanza con la meraviglia ditipo scientifico aprendo cosìparalleli percorsi educativi sullescienze molto artisticamentedeclinati.” (F. Caggio, cit.)

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“Il lavoro dei bambini ha comeelemento caratterizzante e centra-le il trattamento di materiali nellepiù variegate e possibili forme:da quello più destrutturato comel’acqua, la sabbia, la farina, ilsale, che hanno in sé l’essere dut-tili, imprevedibili, sfuggenti aquello naturale che i bambini rac-colgono nel loro girovagare nelparco della scuola o con i lorogenitori in vacanza o in una gita.Poi lo portano in classe, perchédiventi un’altra cosa: il legnodegli alberi, le conchiglie, lefoglie, i semi, i sassi e per finiregli oggetti prodotti dai bambinistessi che, nell’ottica di un uso eriuso del materiale, si riutilizzanoper costruire daccapo contesti digioco, strutture, opere diverse daquelle di partenza. Si insiste, findall’inizio del percorso scolasti-co, su un recupero e una valoriz-zazione della sensibilità dei bam-bini; sensibilità intesa comecapacità di percepire le variazio-ni e le vibrazioni che ogni mate-riale e ogni oggetto ha in sé erestituisce; sensibilità come capa-cità di aprirsi all’ascolto eall’apprendimento del mondo;sensibilità come nutrimento esostegno ad un’intelligenza crea-tiva e critica.” (R. Abbatinali, cit.)

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La ragnatela è stata realizzata grazie al lavoro di otto bambine di quattro anni, delle sezioni 9 e 10, chehanno utilizzato fili di lana colorata, chiodi e legnetti raccolti con l'educatrice nel parco.La realizzazione di questo tipo di struttura ha richiesto una settimana di tempo, con le seguenti moda-lità: ogni bambina ha usato i fili di lana per unire tra loro i legnetti con l'aiuto dell'educatrice, il martelloper inchiodare e successivamente altri fili di lana per tessere la ragnatela.

È stato ideato da Agnese, una bambina di cinque anni aiutata da due compagni. A seguito di interrogativi,riflessioni, domande ed i “perché” che la bambina si è posta in merito alla forma del pianeta Terra, sulperché noi uomini non cadiamo e non giriamo e sul perché il mondo è colorato. Tutto ciò porta Agnese acostruire un suo mondo, sì di fantasia, ma simile per colori e forma al pianeta Terra.

"È il mondo Terra, l'ho fatto che lo guardo dallo spazio e vedo delle macchie rosse, blu e verdi tuttepiatte, ecco perché dentro ho messo un po' di colori che si vedono dai buchini. Poi l'ho fatto con lospago perché la terra è grandissima, non finisci mai di girare, ti stanchi tanto. L'omino l'ho messo sulmondo e anche tutte le cose e non cadiamo perché c'è la forza di gravità. Gli ho fatto la porticina, per-ché il mio mondo è un posto segreto e quando lo apri e vai dentro con gli occhi vedi tutti i colori delmondo. Il mio mondo si trova sospeso nello spazio e su ho messo una nebulosa e la stella polare".

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“L’approccio al materiale ha pri-vilegiato e privilegia l’aspettoludico, gioioso: i bambini gioca-vano e giocano con il materialescoprendone le possibilità di tra-sformazione e costruzione. C’èsempre quindi un lavoro di esplo-razione e investigazione perché sivanno ad indagare, del materialeo dell’oggetto che si ha tra le manie sotto gli occhi, i singoli elementicompositivi e/o la loro combina-zione, l’alchimia di elementi che lorendono quel che è: la forma, laconsistenza, il colore, la duttilità,le trasparenze, la brillantezza, laresistenza, le possibilità d’uso. Èun’indagine che viene attuataattraverso il gioco, l’attivazionedella sensibilità e la verbalizzazio-ne di ciò che quel materiale visto,manipolato, giocato, muove neipensieri e nelle emozioni dei bam-bini. È da questa fase esploratoriache l’educatrice parte per porrequestioni, interrogativi, per farvenir fuori le immagini nascoste.”(R. Abbatinali, cit.)

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Il cielo e le stelle

La nuvola

La scultura è stata realizzata da un gruppo di tre bambini dell'età di cinque anni, della sezione 10, chehanno utilizzato i seguenti materiali: cemento, filo di ferro, stoffa e un piedistallo in legno. Il tempoimpiegato per la realizzazione dell'oggetto è stato di cinque giorni. L'idea di questa scultura nasce dallavisita ad una esposizione di arte contemporanea effettuata dal gruppo di bambini con 'educatrice. Dopola visita i bambini hanno espresso il desiderio di poter costruire anche loro "un'opera d'arte".L'educatrice ha cercato, nel lavoro di laboratorio, di mostrare il possibile utilizzo dei materiali stoffa ecemento che venivano avvolti intorno ad un anima di ferro.

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Il parco come laboratorio.L’esperienza dei laboratori d’artenon offusca il ruolo centrale cheil parco continua a svolgere nelprogetto socio – pedagogicodella scuola materna di viaGiacosa. Esso è per le educatricie i bambini fonte pressoché ine-sauribile di materiali, strumenti,ispirazione, attività.È prima di tutto un grandelaboratorio di osservazioniscientifiche e naturalistiche. Lavoliera, la vecchia torre, il gran-de platano, ma anche i sassi, leerbe odorose e tutti i frutti delparco sono elementi che uniti algioco, alla ricerca e all’osserva-

zione offrono ai bambini molte-plici possibilità di scoperta. Ibambini trovano rami, frutti diippocastani che vengono raccoltiin cestini da portare poi in clas-se: qual è il più pesante? Qualeil più lungo? Che forma ha que-sta foglia? E i colori? “È in que-sti ambienti che la ghiandadiventa trottola. Non si trattasolo di una metafora linguistica:essa contiene il segreto, caricodi responsabilità, dell’invenzio-ne del nuovo, dell’inedito, a par-tire da ciò che già c’è ed esisteper conto suo.” (R.V. Milanesi,Una ghianda diventa trottola,Nuova Italia, 1973)

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“dalla pozzanghera…alla costruzione di una storia”

“la stradina luccicante conla traccia della ruota del camion della pappa”

“La mongolfiera”

Nel parco della scuola dell’infanzia di via Giacosa i bambini sperimentano dal vivo la meraviglia della nasci-ta di una piantina o di un fiore e apprendono anche che tali “semplici” eventi necessitano di cura e attenzio-ni. Annaffiare un seme, osservare il suo sviluppo, misurarlo con dei nastrini colorati vedere il ciclo vitale,induce ad una maggiore sensibilizzazione e al rispetto che si deve alla magia della natura che ci circonda.

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“Questa scuola è tutta unrichiamo allo sviluppo dell’edu-cazione sensoriale. Qui tutto èalla portata della mano delbambino, qui egli può vedere,toccare, ascoltare, assaporare efare raccolta dei naturali motividi attività, quali basi di succes-sive esercitazioni. Nessun bam-bino sfugge all’attrazione di rac-cogliere fiori, bacche, castagne,foglie, sassolini, fuscelli; e dimettere questi piccoli tesorinelle tasche capaci dei lorogrembiulini da giardiniere, pic-colo mondo tascabile per le loroosservazioni… Naturalmente taligiochi, pur fondati sulle scoper-te fatte dal bambino sono previ-sti e organizzati da chi educa;diversamente resterebbero gio-chi frammentari e quindi nonrispondenti alle esigenze forma-tive.” ( R.V. Milanesi, cit.)

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I bambini della materna esplorano il parco...

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“Nella scuola all’aperto gliesperimenti scientifici e aritmeti-ci si riferiscono allo svolgersinaturale della vita. Qui il bambi-no interroga l’ambiente in cuivive, mentre chi educa l’aiuta ariguardare la sua scoperta nellaglobalità del sapere. Ecco ilbambino osservare con grandeinteresse i fenomeni metereologi-ci, eccolo scoprire la forza e ladirezione del vento, guardandol’ondeggiare delle piante” (R. V.Milanesi, cit.)

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... fanno giochi ed esperimenti con il vento... ... costruiscono oggetti “strani”

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Per la scuola materna, il parco èanche un grande laboratorioespressivo: è fonte di ispirazione,come abbiamo visto, per le molteattività dei laboratori d’arte, ma leesperienze sensoriali che i bambi-ni vi svolgono offrono continuepossibilità di venire trasformateanche in gioco, simulazione,parola, poesia, narrazione.

Sole e foglie nel ventoFoglie, col ventoCadete giù nella terraChe vi insegnoA fare le capriole e le giravolte…Sole, sole belloRiscalda il ventoCosì possiamo andare al mareA fare il bagno.

- Francesco -

Albero nel ventoIo vado sotto l’alberoA sentire se c’è un po’ di ventoMa non c’è…Allora mi arrampico sull’alberoe lì c’è tanto ventochiudo gli occhie mi immagino di stare nel mare.

- Valentina –

Vento che non c’èVento che non c’èvieni e fai volarele cose piccole e leggerele voglio vedere volare in altoe fare dei giricome vederle danzare.

- Alessio -

NuvolaNuvola brillanteDove vai?Vai al ballo a ballare?Vai insieme alla stella rossaE poi giocate a nascondinoNel parco dei giochi.

Cielo brillanteCielo mio, brilla sui miei occhiNuvola d’oro e d’argentoFatemi sognare e pensareil cielo pieno di stelleil cielo con la luna e con il soleQuando ti guardo sentoLa tua aria che mi rinfresca tuttoE mi fa sentire bene.

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Una nuova “scuola”nel Parco Trotter:“Il tempo per le famiglie”“Il tempo per le famiglie” è uncentro rivolto alle famiglie conbambini molto piccoli (0- 3 anni).In questo luogo la coppiamamma/bambino ha la possibi-lità di ritagliarsi uno spazio pri-vilegiato per sé, incontrando estando insieme ad altri adulti ebambini, condividendo spazi,materiali ed esperienze.I bambini, giocando, comincianoa sviluppare le prime relazionisociali e affettive con i coetanei egli adulti presenti.

Il “Tempo per le famiglie di viaGiacosa” nasce nel 1991 aGennaio. Nella città erano giàaperti due centri e si era già spar-sa la voce fra le mamme del quar-tiere di questa nuova iniziativa.Alcune mamme si attivano perchiedere che un servizio analogosi apra anche in questo quartiere.Questo gruppo di madri crea ilprimo nucleo di utenza.

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Questo servizio ha come centra-lità il gioco: gli adulti giocanocon il proprio bambino. Non sivuole creare un pre-asilo o unapre-scuola materna, ma semplice-mente offrire possibilità di giocofra adulti e bambini che possanoanche richiamare specifiche abi-lità e competenze.

Al “Tempo per la Famiglie”: • si gioca con la sabbia, conl’acqua, con le costruzioni, conle granaglie;

• si gioca a far finta di…;si gioca con elementi naturalie di uso quotidiano (spazzole, tappi, nastri, sassi, vasi, ….);

• si semina nel parco; si leggonolibri, anche quelli costruitidagli adulti; si canta insieme;

• si festeggiano compleanni e sifanno merende e pic- nic nelparco…

• si costruiscono giochi per ipropri bambini.

“Al tempo per le Famiglie” si sentivano nell’aria parole leg-gere: bolle, coriandoli, piume,palloncini, cuscini…. Che bello,tutti i bambini e i grandi eranoavvolti dalle piume e dai corian-doli, li soffiavano e si sollevava-no leggeri come mossi da leggerabrezza. E poi le bolle! …Bolle,bolle di sapone che volavano, sialzavano e scendevano”.

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Tutto il mondo nella“Casa del Sole”: educazioneinterculturale, educazionealla pace e allo sviluppoAgli inizi degli anni ’90, i flussieconomici, culturali, demograficidi livello planetario crescononotevolmente. Anche l’Italia siritrova coinvolta in questo mas-siccio processo di globalizzazio-ne (crisi delle grandi fabbriche,decentramento produttivo, ecc.).In questo periodo, il nostro paesesi trasforma definitivamente daesportatore a importatore dimanodopera. Arrivano dall’este-ro, soprattutto dai Paesi extraeu-

ropei, un gran numero di lavora-tori e lavoratrici. Questo creanuove opportunità di incontro escambio, ma anche turbamento eansie collettive. L’immigrazioneviene vista a torto o a ragione,soprattutto dalle fasce cultural-mente e socialmente deboli dellasocietà italiana, come unaminaccia a consolidate sicurezzeeconomiche, alla convivenzasociale, ai tradizionali meccani-smi di formazione identitaria.Di fronte a questo fenomeno sidiffondono nuove forme di soli-darietà ma anche chiusura,xenofobia, razzismo.

La scuola pubblica viene investitain pieno da questo problema:indirettamente, poiché risente delclima generale; direttamente, conl’arrivo sempre più massiccio dibambini stranieri nelle classi.Essa si dimostra capace di elabo-

rare, nel giro di poco tempo, unarisposta straordinaria che, coeren-temente con il dettato costituzio-nale, va in direzione dell’acco-glienza, dell’integrazione, dellosforzo di assicurare uguaglianzadi opportunità per tutti i bambini.

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Bambini nel parco Trotter

Una festa nel parco Trotter, con le bandiere dei paesi di provenienza dei bambini della “Casa del Sole”

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Entrano nelle aule i temi dell’e-ducazione interculturale (educa-zione all’accettazione delle diver-sità e allo scambio culturale),dello sviluppo (studio e interven-to sui temi della povertà e dellaricchezza nel mondo), della pace(denuncia degli orrori delle guer-re e azioni positive per la risolu-zione pacifica dei conflitti), con iquali gli insegnanti si assumono ildifficile compito di fornire aifuturi cittadini le competenze cul-turali e sociali per comprendere eaffrontare senza paure la societàdel domani. La scuola pubblicadiventa in questo modo il princi-pale argine contro il diffondersidell’intolleranza.

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Gli “abitanti” del parco ex-Trotter

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Il “Progetto Stranieri” alla“Casa del Sole”. Le scuole delTrotter conoscono la presenza dibambini stranieri da tanto tempo(v. il capitolo sugli anni ’50). Matra la fine degli anni ’80 e gliinizi degli anni ’90 il loro nume-ro diventa sempre più considere-vole e richiede specifiche strate-gie di accoglienza e integrazione.La “Casa del Sole” inizia così amettere a punto progetti di edu-cazione interculturale integratinel curricolo e nella didatticaquotidiana. È tra le prime scuolea fare questo, riprendendo la tra-dizione di impegno civile edemocratico che da semprecaratterizza la sua storia (educa-zione al servizio della democra-zia, secondo il più importantedegli insegnamenti deweyani).

Nell’anno scolastico 1988/89,grazie ad una convenzione stipu-lata tra la ripartizione educazionedel Comune di Milano e ilProvveditorato agli Studi, vengo-no assegnate alla scuola elemen-tare tre insegnanti comunali,come supporto per gli alunni stra-nieri. Si dà inizio, in tal modo al“progetto stranieri”.L’esperienza inizia con 11 alunni,un numero destinato ad aumenta-re negli anni successivi fino adarrivare a 57 bambini nell’a.s.1992/93 (provenienza: Perù, Cina,

paesi del Magreb). In quell’anno,anche il Ministero della PubbicaIstruzione si attiva, assegnandoalla scuola un insegnante statalesul progetto. Sono gli anni del-l’alfabetizzazione, in cui si privi-legia in modo particolare l’ap-prendimento della lingua italianavalorizzando solo occasionalmen-te la presenza delle altre culture.Ai laboratori linguistici, struttura-ti su due livelli (neo arrivati ealunni con conoscenza minimadella lingua italiana) partecipanomax 5 alunni.

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Laboratori creativi nel parco

Bambini stranieri alla “Casa del Sole”

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Negli anni successivi aumenta ilflusso migratorio e, di conse-guenza, la presenza di alunnistranieri.La scuola prende atto di questanuova realtà e dell’esigenza diaprirsi nei confronti della diver-sità. Ricerca, quindi, i modimigliori per stimolare il ricono-scimento e il rispetto delle iden-tità culturali e creare occasioni didialogo, confronto, reciprocoarricchimento. Dopo varie rifles-sioni, prepara un progetto educa-tivo che coinvolge tutti i bambi-

ni, stranieri e non, poiché, comerecita la circolare ministeriale n.73 del 1994, “..l’educazioneinterculturale è per tutti, con osenza alunni stranieri”. Il pro-getto coinvolge tutti gli inse-gnanti (scuola elementare emedia insieme dopo il 1995)chiedendo loro di cambiare ilmodo stesso di “fare scuola”.Esso prevede percorsi didatticied educativi finalizzati allaconoscenza reciproca, al rico-noscimento e alla valorizzazionedelle diverse identità culturali,

allo sviluppo di mentalità “inter-culturali”, articolati nel modoseguente:

• Accoglienza-inserimento.• Interazione culturale.• Attività interculturale.• Laboratori linguistici perl’apprendimento della linguaitaliana.

• Mediazione linguistica perfacilitare la comunicazionescuola–famiglia.

• Valorizzazione e mantenimentodella lingua materna.

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All’interno del progetto si speri-mentano, di anno in anno, le atti-vità più diverse, facendo attenzionea incoraggiare sempre gli aspettilegati al gioco, alla comunicazioneverbale e non verbale, alla parteci-pazione attiva dei bambini, allavalorizzazione delle diversità edelle somiglianze culturali. Diamoqui di seguito un breve elenco delleesperienze di educazione intercul-turale più significative realizzatenel corso degli ultimi anni.

• “Fare con le mani” (1993-94):conoscere e valorizzare “l’altro”attraverso attività manipolative

• Raccontare e raccontarsiattraverso il teatro delleombre (1994-95). Le fiabefanno parte del patrimonioculturale di tutti i popoli epertanto permettono unaggancio al vissuto di ciascu-

no e un confronto fra espe-rienze culturali diverse. Fiabenelle quali identificarsi eritrovare ambiti familiari eculturali. Il percorso di prepa-razione alla spettacolarizza-zione prevede:

• Lettura di fiabe provenientida Paesi presenti. • Analisi e ricerca di differenzee analogie.• Contestualizzazione dellefiabe cercando sulla mappadel mondo il loro luogo dinascita e di ascolto.

• Individuazione di sequenzenarrative, personaggi ed ele-menti scenici.• Personalizzazione del testocon espressioni in lingua ori-ginale.• Rappresentazione attraversole ombre cinesi.

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• “Sfilata del drago” (1994-95):festa del capodanno Cinese ofesta della Primavera

• Spettacolo teatrale (1995-96):“Storia dei Continenti”, per-corso interculturale di ambitostorico-geografico e linguisticoespressivo

• “Conoscersi con i libri - Unmondo di colori” (1996-97):settimana dell’intercultura rea-lizzata dalle tre scuole delparco coinvolgendo anchel’Associazione dei Genitori.Tra le iniziative di quella setti-mana va ricordato l’allesti-mento nel solarium di unoscaffale multietnico fornitodalla libreria Azalai e dallaLibreria Popolare e riempitoanche di libri fatti dai bambinidelle scuole materne, elemen-tari e medie del parco Trottersu tematiche inerenti i propribisogni e interessi. Sono libri“strani” per fare i quali vengo-

no utilizzate varie tecniche dianimazione: la tridimensiona-lità delle figure, il pop up, lefinestre i tagli, il collage conmateriale vario. Aprire, spinge-re, ruotare, sollevare consento-no al bambino di agire diretta-mente sull’immagine in unrapporto interattivo. Nascono,quindi, libri da toccare, libri damanipolare, da scoprire, daannusare, libri da leggere, dapercepire per trasmettere evalorizzare le uguaglianze e ledifferenze. Libri in inglese,libri bilingue per esprimere lacultura che la lingua veicola edare al tempo stesso ai giovanimigranti il senso della propriaappartenenza etnica e cultura-le, “... libri ponte, come diceVinicio Ongini, leggibili sia dabambini stranieri, sia dai com-pagni di scuola italiani”.

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Accanto alla libreria multietnica, inquella settimana si alternano:messe in scena di fiabe e di storiedove gli allievi delle scuole delTrotter danno corpo e voce allestorie di popoli culturalmentedistanti, conoscendo in tal modo laproduzione e le tecniche artistichedei loro compagni di banco cinesi,arabi, latino-americani e magrebi-ni; laboratori ludici, per favorirel’interazione fra bambini e genitoriitaliani e stranieri; “merende etni-che”, dove il cibo diventa occasio-ne di incontro; musica e danze,suonate, cantate e ballate colletti-vamente; film e spot pubblicitari,per scoprire i pregiudizi verso leculture “altre” e prendere coscien-za che quella occidentale non è l’u-nica, né la migliore.

• Attività di raccordo trascuola e famiglie cinesi(1998/99), con facilitatori edinterprete che si recano consistematicità a casa degli alun-ni cinesi, e con attivazione diun corso di lingua cinese permantenere viva la lingua d’o-rigine e rafforzare l’identitàlinguistica e culturale diappartenenza.

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• Viaggio di conoscenza di sé edell’altro (2001 /2002):• 1a tappa: giochi di presenta-zione, di relazione attraverso ilcontatto fisico, giochi percettivi• 2a tappa: conoscenza del pro-prio corpo, in particolare ilviso, attraverso il gioco dellaspecchio (autoritratto, rappre-sentazione di sé attraverso lacostruzione di sagome conmateriale vario)• 3a tappa: scoperta dell’iden-tità: dal corpo si approda allaricostruzione della propriastoria personale partendo dalnome. “Essere chiamati pernome vuole dire sentirsiriconosciuti e accettati. Ilnome è il primo passo versola conoscenza”.

Negli ultimi anni il progetto stra-nieri conosce una stasi, se nonuna vera e propria crisi. Noncerto per mancanza di fantasia oimpegno degli insegnanti. Il fattoè che il numero di insegnantifacilitatori messi a disposizionedella scuola dal Ministero scende,a fronte di un aumento costantedel numero di bambini stranieri. Ilaboratori linguistici, frequentatiesclusivamente da allievi neo arri-

vati, arrivano ad una media di14 bambini per gruppo. Sonotroppi, e sono troppo pochi ifacilitatori rispetto ai compiti cheun efficace processo di integra-zione richiederebbe. Si fa eviden-temente fatica a comprendere chela fase di inserimento ed adatta-mento alla nuova realtà linguisti-ca e culturale e, a volte, anchefamiliare, è molto difficile e fati-cosa. Il bambino migrante ha

bisogno, è vero, di imparare lanuova lingua, ma necessita anchedi figure che lo accolgano conattenzione, competenza e amoree che lo supportino a livellopsico-affettivo nelle varie tappedel viaggio, in modo che la suavulnerabilità non si trasformi indisagio. Tutto questo diventaimpossibile da fare se gli inse-gnanti chiamati a svolgere questocompito diminuiscono.

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2004/2005

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L’educazione alla pace. Allafine degli anni ’90 nasce il pro-getto di “Educazione allaPace”, che coinvolge soprattuttoragazzi delle medie. È un per-corso di lavoro sui seguentiargomenti:

• la carta ONU – i diritti deiminori;

• guerre di ieri e guerre di oggi;• le mine anti-uomo;• l’opera di Emercency;• “fare per dare”;• un ambulatorio pediatrico inSierra Leone;

• Una scuola in Ciad.

Alla fine del percorso i ragazzigestiscono una conferenza pubbli-ca sui temi affrontati, con il sussi-dio di diapositive fornitedall’”Associazione UmanitariaEmergency”. Anche qui l’attività conoscitivaviene finalizzata ad uno scopopratico, quello della sensibilizza-zione pubblica sugli orrori dellaguerra e sulla necessità della soli-darietà internazionale.L’obiettivo fondamentale, infatti,è di educare gli allievi ai valoridella convivenza pacifica e, inquanto futuri cittadini, all’impe-gno sociale.

Nasce l’Istituto Comprensivo“Casa del Sole-Rinaldi”A partire dall’anno scolastico2000/2001 la Scuola Media“Rinaldi” viene accorpata alla“Casa del Sole”. Si amplia intal modo l’offerta formativa deltempo scuola, si acquisisconospazi e strumentazioni oltre chenuove e importanti competenzeprofessionali.In questi primi anni del “nuovomillennio”, la “Casa del Sole -Rinaldi” si muove sostanzial-mente lungo le linee delineatenel corso del decennio preceden-

te. Molti dei progetti nati in quelperiodo continuano a essereriproposti (“Stanza delleScoperte”, Progetto Stranieri,Progetto di Educazione alla Pace,Laboratorio Teatrale…) accantoad altri altrettanto importanti, tracui ricordiamo:• Progetto “Lingue Comunitarie”o “Progetto 2000”, che prevedel’introduzione nell’insegna-mento a scuola di altre linguecomunitarie, l’uso dei labora-tori linguistici, la certificazio-ne europea delle competenzeacquisite dagli allievi;

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Lavoro teatrale in Inglese

La conferenza sulla pace

La conferenza sulla pace

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• “Mateparco”, che coinvolge iragazzi nella realizzazione digiochi e rappresentazioni mate-matiche che hanno comeoggetto il Parco Trotter (le retidi percorsi utilizzati dalle per-sone, i moduli nell’architetturae nel parco in generale, lemisurazioni degli oggetti circo-stanti, le riproduzioni in scaladi padiglioni, ecc.);

• “Classinradio”, gestione diuna radio–web in collabora-zione con classi di altre scuo-le milanesi

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• “Genitori e bullismo”, checoinvolge i genitori inmomenti di riflessione e diiniziativa comune sui temidell’educazione dei bambini edella prevenzione del disagiosociale, anche in collaborazio-ne con esperti ed agenzieesterne alla scuola.

• Campi estivi, che si svolgonoin luglio con i Centri Estividel Comune. Sono l’”EnglishCamp” (scuola d’inglese), la“scuola di animazione teatra-le” tenuta dal Teatro delTrebbo, i “corsi di lingua ecultura cinese” per bambinicinesi e italiani.

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Viaggio di studio in Irlanda

Piantumazione dell’albero della pace (centro estivo Trebbo)

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Una risorsa importanteper il parco e le sue scuole:l’associazionismo L’Associazione "La Città delSole - Amici del Parco Trotter".È dagli anni ’70 che il parcoTrotter viene difeso da comitati dicittadini, genitori, insegnanti. Lanascita dell’Associazione "La Cittàdel Sole - Amici del Parco Trotter",avvenuta, come già detto, nel 1994,costituisce però una novità impor-tante: è una sorta di formalizzazio-ne dell’impegno della società civilea difendere e migliorare questoluogo. L’Associazione viene fonda-ta infatti da un folto gruppo diinsegnanti, genitori e cittadini delquartiere che in questo modovogliono darsi un organismo rap-presentativo capace di essere unasorta di interlocutore “ufficiale”nei confronti delle autorità cittadi-ne. Nel dicembre 1998l'Associazione si iscrive nel regi-stro Nazionale delle ONLUS; dalnovembre 2000 è iscritta nel regi-stro Regionale del Volontariato,diventando in questo modo un sog-getto giuridico a tutti gli effetti.L’Associazione nasce per realiz-zare un sogno: trasformare lascuola all’aperto che dagli anni‘20 è stata un vanto per Milanoin “città dell’infanzia” pensataper tutti i bambini Milanesi.

Dall’art. 4 dello statuto, gli scopidell’Associazione sono:

• ... conservare, tutelare evalorizzare l’intero patrimoniodel Parco Trotter: ambientale,naturalistico, architettonico,didattico-educativo, culturale,quale bene irrinunciabile perl’utenza scolastica, aperto alquartiere ed alla cittadinanzacon particolare attenzione allafascia di età 0 -14 anni;

• ... conservare, recuperare,tutelare e valorizzare tutte lestrutture del Parco Trotter;

• ... sostenere, contribuire asviluppare e potenziare le atti-vità didattico educative dellaScuola del Trotter…;

• ... promuovere formeassociative di cooperazioneculturale e sociale.

Nel corso degli anni,l’Associazione si impegna in unnotevole sforzo editoriale per farconoscere passato, presente e pos-sibile futuro del parco. Di seguitoalcune delle pubblicazioni piùsignificative:

Bimbi al sole

Ristampa del numero unico dellascuola all’aperto “CASA DELSOLE” del maggio 1955

Parco Trotter, dalla scuolaspeciale all’aperto alla“città dell’infanzia”

Aggiornamento del progetto 1994realizzato dall’Associazione,destinato al Comune, al mondodell’Associazionismo e delVolontariato, ai cittadini milanesi(ottobre 1999)

Una scuola nel parco

Questo libretto è dedicato ai bam-bini della Scuola Materna delParco Trotter per accoglierli alloro arrivo. I testi e i disegni (dacolorare) sono realizzati daPatrizia Garberi

Calendari da tavolo e da paretecon fotografie della scuola edel parco

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Alla scoperta del Parco Trotter

Una guida realizzata per tutti colo-ro che vogliono conoscere un po’di più di questo ricco spazioverde, fatta dai ragazzi per i ragaz-zi in collaborazione con ABCittànell’ambito della Legge 285/97.

Il 13 giugno 1994 la neonataAssociazione organizza un incon-tro pubblico sul tema “Il parco ele sue scuole - i luoghi della cul-tura e della memoria” ; da allo-ra, sono innumerevoli le iniziativee le manifestazioni alle quali essaha contribuito, alcune affiancandole Scuole del Parco, altre in com-pleta autonomia, ma tutte animatedallo stesso spirito: portareall’attenzione della città unpatrimonio culturale ed ambien-tale a molti sconosciuto; farvivere da subito il Trotter comeuna “città dell’infanzia” apertaai bambini di tutta la città.Quelle riportate sotto sono soloalcune delle ultime attività orga-nizzate che si affiancano alle“classiche”: la cura dell’orto,puliamo il mondo, il mercatino...

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“Parole in gioco” è un gruppodi mamme di bambini frequen-tanti la “Casa del Sole” affiliatoall’Associazione “La Città delSole-Amici del Parco Trotter”.Nasce nel 2003 con il compito ditenere, a titolo volontario, incon-tri di assistenza allo studio e disostegno all’approfondimentodella lingua italiana, rivolti abambini stranieri delle classiprime, seconde e terze elementa-ri e alle loro mamme.

Nel corso delle attività, lemamme di “Parole in gioco” pro-pongono percorsi tematici (ilcorpo umano, gli indumenti, igiorni della settimana, i mesiecc.) finalizzati all’acquisizionedi un lessico di base, percorsidisciplinari di ambito geo-storicopiù specifici (per le classi terze),esercizi di calcolo e tabelline.Attuano queste proposte attraver-so una mediazione prevalente-mente ludica, allo scopo di farvenir meno le barriere psicologi-che che possono ostacolare l’ap-prendimento (filtro affettivo).

Le attività del gruppo si svolgo-no all’interno dei padiglioni delParco Trotter per diverse ragio-ni, tra le quali la più importanteè quella di confermare la naturadi spazio condiviso, di luogo diincontro e di confronto delparco stesso.L’attività delle mamme di“Parole in gioco” si pone

soprattutto tra i suoi obiettiviquello di lanciare un gesto diaccoglienza e di apertura versoaltri mondi culturali, nella pienaconsapevolezza che la condivi-sione di una stessa lingua favo-risce il dialogo tra culture diver-se e permette di abbattere i pre-giudizi che provocano reciprociatteggiamenti di paura.

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“Anche il fatto che l’attività sia svolta da donne - madri ha legami stret-tissimi col luogo in cui si svolge: siamo mediatrici quasi “naturali” per unavvicinamento dei bambini stranieri alla lingua italiana. La nostra condi-zione di donne - madri, insieme all’assidua frequentazione del parco, cirende riconoscibili, favorendo una relazione di fiducia con le famiglie deibambini stranieri”.

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Il Comitato Genitori. Raccogliee organizza i genitori delle scuoledel parco. Nasce nel 2003, sul-l’onda delle proteste contro lariforma del primo ciclo voluta dalMinistro Moratti. Si mobilita perla difesa del tempo pieno, minac-ciato dalla riforma, chiedendo ilmantenimento dell’organico, dellecompresenze, ecc. Raccogliefirme per difendere la presenzadegli insegnanti facilitatori chelavorano con i bambini stranieri.Fa sentire la sua voce in Consigliodi Zona quando si discute dellaripartizione alle scuole dei fondiper il diritto allo studio.

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In questo suo impegno a difesadella originale esperienza della“Casa del Sole”, il ComitatoGenitori inizia ben presto a inter-venire sugli aspetti legati allamanutenzione del parco. Conl’Associazione “La Città delSole – Amici del Parco Trotter”partecipa massicciamente allecampagne di “Puliamo ilmondo”, organizza feste e altrimomenti di socialità, richiamal’attenzione dei pubblici poterisulla necessità di migliorare lavivibilità del parco e la sicurezzadei bambini che lo frequentano.

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I genitori e gli alunni protestano davanti al Pad. Da Feltre

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I risultati ottenuti sono importan-ti: nel parco vengono installati,finalmente, i cancelli automaticie le telecamere; i controlli delleforze dell’ordine, in orario diapertura al pubblico, diventanopiù frequenti; vengono creatispazi giochi per bambini e ripri-stinate alcune fontanelle. Il padi-glione Da Feltre, rimasto senzabagni per due anni (i bambini uti-lizzavano i bagni esterni messi adisposizione dalla ProtezioneCivile) dopo forti proteste vienerisistemato, e anche sulla ex-chie-setta, parte integrante e impre-scindibile del complesso scolasti-co del Trotter, finalmente si iniziaad intervenire con radicali lavoridi ristrutturazione.

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La ex-chiesetta in ristrutturazione

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Nel contesto di questo impegnoper la riqualificazione del parco,il Comitato Genitori progetta erealizza nel maggio del 2005 , incollaborazione con le tre scuole el’Associazione, una grande festaper la celebrazione degliottant’anni della “Casa delSole” all’interno della quale, trale altre cose, viene organizzatoun convegno sul futuro delParco e presentata una mostrasulla storia della scuola. Lamostra viene esposta per un mesecirca nella ex fattoria, per l’occa-sione rimessa a lucido e restituitaa un minimo di agibilità.

È dalla celebrazionedell’ottantesimo che nascequesto stesso libro.

L’impegno per il futuro:il sostegno al “Progetto Abita”del politecnico di MilanoLa prospettiva per cui lavorano leassociazioni del Trotter è che essodiventi una “città dell’infanzia”abitata, oltre che dai bambinidelle scuole del parco, da tutti ibambini milanesi.È questa la prospettiva che si dàanche l’amministrazione comu-nale quando, come già abbiamodetto, nel 2003 approva il“Progetto Abita”, progetto diriqualificazione del ParcoTrotter redatto da un gruppo didocenti del Politecnico diMilano su incarico della stessaGiunta comunale. Delle lineegenerali del progetto abbiamo

già parlato. Esso prevede, tral’altro: la ristrutturazione dell’exconvitto da destinare a sededella scuola media e di attivitàpolifunzionali aperte al quartiere(biblioteca, aula – convegni,ecc.); ristrutturazione dell’edifi-cio dell’Acqua Potabile e suadestinazione a sede del “Museodel Bambino” aperto a tutti;ristrutturazione della ex fattoriae sua destinazione a sede dilaboratori ambientali aperti allescuole della città; ristrutturazio-ne del padiglione “Da Feltre” esua destinazione ad asilo – nido.Allo stato attuale (fine 2005),nessun finanziamento è statofinora stanziato per dare seguitoal progetto.

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Pubblicazionedel progetto del“Laboratorio Abita”

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• L’attenzione data all’allievo eai suoi bisogni cognitivi esocio – affettivi come nucleocentrale della progettazioneeducativa;

• la motivazione e il coinvolgi-mento attivo dell’allievocome cardini del metododidattico – pedagogico;

• l’importanza data da un latoal tema dell’espressività, edall’altro a ciò che con un’e-spressione attuale potremmodefinire “educazione alla cit-tadinanza”;

• il rapporto con il Parco,vissuto e usato sempre comegrande laboratorio didattico,“l’aula speciale” più impor-tante della scuola (è soprattut-to questo che fa della “Casadel Sole” una scuola unica,dove cioè è possibile farecose che altrove non è possi-bile realizzare);

• la continua disponibilità allaricerca e alla innovazionedidattico/pedagogica, aspettoche crediamo discenda datutti gli altri e soprattutto dalprecedente.

Questi ci sembrano i caratteri difondo della “Casa del Sole”, gliaspetti che ne delineano l’iden-tità e al tempo stesso l’origina-lità rispetto ad altre esperienzescolastiche.

Originalità che dovrebbe esseremaggiormente difesa e valorizza-ta (come peraltro quella di altrescuole per qualche motivo “spe-ciali”): infatti, è dal confronto traesperienze pedagogicamentediverse che il sistema dell’istru-zione pubblica può avere la spe-ranza di ricavare indicazioni cre-dibili su come migliorare la sua“efficacia”. Inoltre, in unasocietà complessa come quellaattuale, la pluralità delle espe-rienze e delle offerte formativecostituisce il prerequisito fonda-mentale per soddisfare i bisognidi formazione dei cittadini.

La “Casa del Sole” è da sempreimpegnata nella difesa e nelrafforzamento della propriaesperienza, con una convergenzadi impegno e competenze daparte di tutte le sue componenti(insegnanti, genitori, personalenon docente) che è raro osserva-re altrove.

Da sola, però, non ce la può farea mantenere la sua ragion d’es-sere: la complessità della suastruttura è tale che, per sprigio-nare tutte le sue potenzialità, lesarebbe necessario un sostegnoconvinto dei pubblici poteri, inprimo luogo del Comune, comeè accaduto fino agli anni ’60 ecome da allora in poi non è piùaccaduto, se non in manieradisorganica ed episodica.Vogliamo capire se le ammini-strazioni “a venire” vorrannoinvertire la tendenza e investiresulla straordinarietà e unicitàdella “Casa del Sole”, mante-nendola e rafforzandola.

Potrebbe essere sensato a questopunto domandarsi se valga la penaper il Comune spendere tanti soldisolo per una scuola, certamenteimportante ma pur sempre unascuola, per di più di quartiere. Si potrebbe rispondere che sequesta scuola garantisse un pro-getto didattico – pedagogico diqualità elevata, sì, potrebbe vale-re la pena spenderci dei soldi; sesi adottasse una convinta prioritàdi spesa per i temi sociali, lerisorse finanziarie si troverebbe-ro non solo per questa scuola maanche per le altre.

Tuttavia, non si può negare che ladomanda va a sollevare una que-stione reale. Ma è proprio in con-siderazione di questa questioneche le scuole e le Associazioni delparco sono in prima fila per rilan-ciare il ruolo cittadino dell’exTrotter appoggiando il progetto,ormai comunale ma mai concreta-mente finanziato finora, di crearein questo spazio una “città dell’in-fanzia” (come ce ne sono già inaltre città italiane ed europee) dicui possano fruire tutti i bambinimilanesi insieme ai bambini delquartiere. È per questa prospettivache noi chiediamo alle prossimeamministrazioni comunali di inve-stire più risorse nella riqualifica-zione del parco ex Trotter e dellesue scuole, perché questo accre-scerebbe le opportunità di benes-sere dei bambini di tutta la città.

Per concludere, un’osservazionededicata al quartiere o, più pre-cisamente, a quei cittadini delquartiere che non sono bambinie genitori e che usano il parcoex Trotter come tale: gli anziani,i proprietari di cani, i ragazziche fanno footing, quelli che sisiedono a leggere e a chiacchie-rare sulla panchina…Questa battaglia per la riqualifica-zione del parco e delle sue scuole

interessa anche loro. In fondo,come la storia raccontata in questolibro dimostra, se il parco esisteancora, lo si deve in gran partealla scuola che da almeno trent’an-ni lo difende impedendo chevenga manomesso o ridimensiona-to, come in passato si è più voltetentato di fare lasciando andare inrovina le sue strutture più rappre-sentative. Se il parco è oggi unluogo pulsante di socialità lo sideve in buona parte alla scuola, laquale non solo ha disposto unadilatazione degli orari di aperturadel parco al pubblico ma ha inco-raggiato il proliferare, al suo inter-no, di iniziative culturali e ricreati-ve rivolte a tutti (rassegne teatrali,incontri di poesia, corsi sportivi,feste, corsi di lingua straniera,ecc.) proponendosi come uno deisoggetti più importanti di produ-zione/ aggregazione culturale esi-stenti nel quartiere.La “Casa del Sole” è la condizionefondamentale ancor oggi per met-tere al riparo il parco ex Trotter datentazioni speculative e progetti diprivatizzazione, per mantenere lasua natura di bene comune e diluogo di socialità. Qualsiasi pro-getto che punti a migliorarla, o arafforzare la vocazione del parcocome spazio per l’infanzia meritadi essere sostenuto. Da tutti.

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Qualche riflessione di fine raccontoNel corso dei suoi lunghi ottant’anni di vita, la scuola all’aperto “Casa del Sole” (già“Umberto di Savoia”) è cambiata molte volte aprendosi a molteplici apporti pedagogici.Tuttavia, ha mantenuto inalterate, nel suo lavoro educativo, alcune caratteristiche di fondo.Proviamo a riassumerle:

Page 156: Casa del sole - La Città dell'infanzia a Milano

Questo libro nasce dalla celebrazione degli ottant'anni della "Casa del Sole".La “Casa del Sole” è una scuola all’aperto situata nel parco Trotter, tra via Padovae viale Monza a Milano, famosa in Italia e in Europa per l’originalità e l’efficaciadei suoi metodi educativi.Ne raccontiamo la storia con un vastissimo repertorio di bellissime fotografietratte dall'archivio dell'istituto e dai cassetti degli insegnanti e degli allievi che questascuola, con passione, hanno frequentato.

1925 - 2005 “Casa del Sole”: la Città dell’Infanzia a Milano