Diritti dell'Infanzia

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Ad oltre un quarto di secolo dalla Convenzione ONU per i Diritti dell'Infanzia del 1989 "molto è stato fatto, ma c'è ancora molto da fare"

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  • Diritti dell'InfanziaDiritti dell'InfanziaMolto stato fatto, ma c'Molto stato fatto, ma c'

    ancora molto da fareancora molto da fare

    di

    Maris DavisMaris Davis

  • Diritti dell'Infanzia22

  • IndiceDiritti dei Bambini

    (Prefazione)44 Registrazioni

    Anagrafiche3131

    Mortalit Infantile 66 Bambini Invisibili 3232

    Lottery of Birth 88 Istruzione 3535

    Lavoro Minorile 1313 L'Istruzione inAfrica

    3636

    Moderne Schiavit 1414 Scuole in Africa 4141

    Migranti eProfughi

    1616 Infezioni da HIV 4545

    RapportoUNHCR 2014

    1717 Salute Materna 4646

    Povert 2323 Mortalit Materna 4747

    GrandiDisuguagliane

    2424 Foundation forAfrica

    5454

    Disabilit 2929

    Vaccinazioni 3030

    Diritti dell'Infanzia33

  • DDirittiiritti deidei B Bambiniambini(Prefazione)(Prefazione)

    Molto stato fatto, ma c' ancora molto dafare. Nel mondo troppe disuguaglianze

    passato un quarto di secolo da quando il 20novembre 1989 l'Assemblea Generale delleNazioni Unite ha approvato la Convenzione suiDiritti dell'Infanzia (CRC). Un documentofondamentale che ha posto le basi per la tuteladell'infanzia in tutto il mondo.Il Comitato ONU ha individuato quattro principigenerali, trasversali a tutti i principi espressi dallaCRC ed in grado di fornire un orientamento ai go-verni per la sua attuazione:

    Non discriminazione (art. 2), tutti i dirittisanciti dalla CRC si applicano a tutti i minorisenza alcuna distinzione,Superiore interesse del minore (art. 3), intutte le decisioni il superiore interesse del minoredeve avere una considerazione preminente,Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allosviluppo (art. 6), non solo il diritto alla vita magarantire anche la sopravvivenza e lo sviluppo,Partecipazione e rispetto per lopinione delminore (art. 12), per determinare in che cosa

    Diritti dell'Infanzia44

  • consiste il superiore interesse del minore, il suodiritto di essere ascoltato e che la sua opinionesia presa in considerazione.

    L'Unicef e altre associazioni internazionali che sioccupano di infanzia in questi venticinque annihanno determinato che molti passi in avanti sonostati fatti in favore dei bambini per migliorare i lorodritti, la loro istruzione e la loro salute. Nonostanteci c' ancora molto da fare, soprattutto in Africae nelle aree povere del mondo, ma ancheall'interno di alcune comunit sociali che, per tra-dizioni e cultura, non hanno ancora recepito lospirito della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia.

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  • MMortalit ortalit IInfantilenfantileDal 1990 nel mondo si ridotto di oltre un

    terzo il numero dei decessi neonatali, ma circa tremilioni di neonati ancora muoiono ogni anno

    per cause prevenibili

    I progressi internazionali. Dall'entrata in vigoredella Convenzione moltissimi progressi sono staticompiuti per il benessere dellinfanzia. In tutte leregioni del mondo la Convenzione ha ispiratocambiamenti nelle leggi e nelle politiche chehanno migliorato la vita di milioni di bambini eadolescenti.

    Molto stato fatto in questi 25 anni, dal declinodella mortalit infantile all'aumento dellaccessoall'istruzione, ma questi importanti progressidevono servire a ricordarci tutto quello che ancorarimane da fare perch ancora troppi bambini nonvedono rispettati i propri diritti.

    Oggi, ogni giorno nel mondo muoiono circa18.000 bambini (750 ogni ora) per malattie fa-cilmente curabili o prevenibili. Bambini che non

    Diritti dell'Infanzia66

  • riescono a compiere il loro 5 anno. E non suc-cede in modo omogeneo ovunque, ma con diffe-renze inaccettabili a seconda di dove di nasce, aseconda del contesto socio-economico, a se-conda dell'appartenenza etnica, e sempre pispesso anche a seconda della religione di ap-partenenza.

    Diritti dell'Infanzia77

  • Lottery of BirthLottery of BirthLa vita di milioni di bambini non pu essereaffidata al caso come in una lotteria. Nonpu dipendere da dove si nasce, dal benesse-re dei genitori o dall'etnia. Eppure questifattori sono ancora decisivi, perch la "mor-talit infantile" diminuisce troppo lentamenteo addirittura sta aumentando tra i pi svan-taggiati di 60 paesi a basso o medio reddito.

    Gli sforzi per porre fine alla mortalit in-fantile dovuta a cause prevenibili, hannofatto s che milioni di vite venissero salvatedall'inizio del nuovo secolo. Un progressoche per maschera grandi disuguaglianze.

    I gruppi di bambini pi svantaggiati so-cialmente, economicamente e per etnia, sonostati lasciati indietro rispetto ai loro coetaneibenestanti in pi di tre quarti dei paesi invia di sviluppo. Fra questi bambini e inqueste aree del mondo si registra unincremento della mortalit infantile e diffe-renze crescenti nelle condizioni di vita e

    Diritti dell'Infanzia88

  • salute rispetto ai coetanei con un migliorestatus socio-economico.

    Il rapporto di Save the Children "Lotteryof Birth" (letteralmente la lotteria di na-scere), analizza i dati relativi a 87 paesi delmondo a basso e medio reddito, relativa-mente a 4 gruppi di popolazione diffe-renti,

    minori che vivono in aree rurali o cittadine, in sub regioni, appartenenti a minoranze etniche, a gruppi svantaggiati sotto il profilo socio-

    economico.

    In particolare nel 78% dei paesi analizzatinel rapporto, almeno uno dei 4 gruppisvantaggiati ha visto ridurre molto pilentamente la mortalit infantile rispetto allafascia di popolazione pi benestante, mentrenel 16% delle nazioni prese in esame ledisparit nei tassi di sopravvivenza infantilesono aumentati in tutti i 4 gruppi.

    Diritti dell'Infanzia99

  • Una disuguaglianza evidente in Niger doveun bambino nato nella regione con il tasso dimortalit pi alto nel 2012, aveva unaprobabilit quasi 5 volte maggiore di morireprima del suo quinto compleanno rispetto aibambini della regione con il tasso pi basso.Nel 1998 questo rischio era la met.

    In Rwanda la mortalit infantile scesa frail 2000 e il 2013 da 182 a 52 morti ogni1.000 nati vivi. Il paese ha inoltre conosciutouna significativa riduzione delle di-suguaglianze nella salute, sia dal punto divista dei tassi i di mortalit infantile chedella copertura dei servizi sanitari.

    Il 98% dei bambini di 1 anno nel 2010 erastato vaccinato contro difterite-tetano-pertosse, una percentuale pi alta che inGran Bretagna.

    Nel 2000, le donne appartenenti ai gruppisociali pi ricchi avevano 3 possibilit inpi rispetto a quelle pi povere di partorirealla presenza di personale specializzato.

    Diritti dell'Infanzia1010

  • Nel 2010, questa differenziazione erapassata a 1,4 volte, con il 64% di parto-rienti assistite al momento del parto controil 22% nel 2000.

    In Malawi, nel 2000, i bambini nelle areerurali avevano 1 volta e mezzo di possibilitin pi di morire rispetto a quelli di citt.Queste disparit nel 2010 sono state appia-nate.In generale, la mortalit infantile nel paese passata da 244 decessi ogni 1.000 nascite nel1990 a 68 ogni 1.000 nel 2013. La coperturadelle vaccinazioni contro difterite-tetano-pertosse nelle zone rurali passata dal 78%del 2000 al 91% nel 2010, a fronte del 94%nelle citt, e questo sforzo ha contribuito aridurre in modo significativo la mortalitinfantile in modo uniforme in tutto il paese.

    Oggi ogni giorno nel mondo muoiono circa18.000 bambini (750 ogni ora) per malattiefacilmente curabili o prevenibili.Bambini chenon riescono a compiere il loro 5 anno. Enon succede in modo omogeneo ovunque,ma con differenze inaccettabili a seconda di

    Diritti dell'Infanzia1111

  • dove di nasce, a seconda del contesto socio-economico, a seconda dell'appartenenza etni-ca, e sempre pi spesso anche a seconda dellareligione di appartenenza.

    Insomma, ancora nel 2015 nascere unavera propria lotteria. Dobbiamo fare inmodo che questi miglioramenti avvenganosu ampia scala se vogliamo debellare lamortalit infantile entro il 2030 e impedireche si continui a morire per cause banali,solo perch si nasce in un luogo piuttostoche in un altro e in determinate condizionisociali.L'opportunit di guidare questo cambia-mento, stabilendo nuovi e pi ambiziosiobiettivi sulla sopravvivenza infantile ematerna che potranno essere perseguiti persolo a patto che si arrivi a una coperturasanitaria universale e che siano raggiuntianche i bambini pi poveri ed emarginati.

    Diritti dell'Infanzia1212

  • LLavoro avoro MMinorileinorileDal 2000 il lavoro minorile sceso di un terzo,

    ma ancora 168 milioni di bambini sonocostretti a lavorare

    Articolo 32 .. "Hai il diritto di essere pro-tetto dal lavorare in luoghi o in condizioni chepossano danneggiare la tua salute o impedire latua istruzione. Se il tuo lavoro produce un gua-dagno, devi essere pagato in modo adeguato".

    Diritti dell'Infanzia1313

  • Moderne SchiavitModerne Schiavit(Rapporto 2014)(Rapporto 2014)

    Sono circa 35,8 milioni le persone nelmondo che vivono in condizioni di schia-vit, costrette da padroni senza scrupoli asvolgere i lavori pi duri, ma anche a prosti-tuirsi e combattere guerre. Un dato in au-mento del 20% rispetto al 2013.

    Secondo il rapporto Global Slavery Index(GSI) del 2014, che confronta i dati di 167paesi, la schiavit moderna contribuisce allaproduzione di almeno 122 beni commercialiin 58 paesi. Dal tessile, al minerario e perfi-no all'informatica (assemblaggio di apparec-chiature elettroniche come computer, telefonini oiPad).

    Si pensa che la schiavit appartenga al pas-sato o che esista solo nei paesi devastati daguerre e povert, ma la schiavit ancorauna drammatica realt. La moderna schiavi-t include anche pratiche assimilabili, come:lo strozzinaggio, i matrimoni forzati, lo

    Diritti dell'Infanzia1414

  • sfruttamento dei bambini, il traffico diesseri umani, i lavori forzati, lo sfrutta-mento di donne e bambine per fini ses-suali.

    Secondo l'International Labour Organization(ILO), i profitti derivanti da questi lavoriforzati sono di circa 150 miliardi di dollariogni anno.

    La nazione peggiore (in rapporto alla popola-zione) rimane la Mauritania, al secondo po-sto figura l'Uzbekistan, mentre la nazionecon il pi alto numero di schiavi assoluti l'India. I paesi che fanno di pi per contra-stare il fenomeno sono Olanda, Svezia, StatiUniti. Ma il fenomeno presente anche inEuropa dove sono circa 566 mila le personesottoposte a forme di schiavit, la maggiorparte delle volte si tratta di immigrati clan-destini.

    Diritti dell'Infanzia1515

  • MMigranti e igranti e PProfughirofughi35 milioni di migranti internazionali hannomeno di 20 anni e hanno il diritto di essere

    protetti

    Articolo 22 .. "Se sei un rifugiato (cio sedevi lasciare la tua nazione perch vivercisarebbe pericoloso per te) hai il diritto di essereprotetto e aiutato in modo speciale"

    Diritti dell'Infanzia1616

  • Rapporto UNHCR 2014Rapporto UNHCR 2014Rifugiati, Profughi e MigrantiRifugiati, Profughi e Migranti

    I Profughi rappresentano oramai uno Statofantasma disperso in diverse parti del mon-do. Uno Stato composto da 60 milioni diuomini, donne e bambini, alla ricerca dispe-rata di "rifugio" e di un futuro. Dalla Secon-da guerra mondiale ad oggi mai tanto nume-rosi come oggi a scappare da conflitti e per-secuzioni, e mai tanto sperduti nell'impossi-bilit di poter "tornare a casa".

    il 24 stato pi popoloso del mondo manon esiste, il paese fantasma del popolo deirifugiati, la patria senza confini degli sfollatie dei richiedenti asilo, degli apolidi per causadi forza maggiore e dei sopravvissuti in fuga.

    Sono 60 milioni di persone, 8,3 milioni pidi un anno fa, 23 milioni pi di dieci anni fa.

    Non sono mai stati cos tanti, e non sonomai state cos poche le persone che riesconofinalmente a tornare in ci che rimane dellaloro casa. la sconcertante realt raccontatadai numeri, dalle voci e dalle storie del rap -

    Diritti dell'Infanzia1717

  • porto annuale che lAlto Commissariato ONUper i Rifugiati UNHCR).

    Il mondo malato come non accadutomai. Ogni giorno, nel 2014, unesercito di42.500 civili stato divorato dalla terra dinessuno di chi ha perso tutto e pu solo fug -gire, lasciandosi alle spalle "persecuzioni econflitti, violenza e violazioni dei dirittiumani". Un numero abominevole che unatto di accusa al mondo intero, perch questacifra sconvolgente negli ultimi quattro anni esattamente quadruplicata.

    Met sono bambini. Ogni 122 abitantidella Terra, uno diventato un profugo, ein maggioranza si tratta di bambini (51%).Ma il dito puntato dalla storia verso gli al-tri 121, quelli che non lo hanno saputo o po-tuto impedire tutto questo. " terrificanteche da un lato coloro che fanno scoppiare iconflitti risultano sempre i pi impuniti, edall'altro sembra esserci una totale incapaci-t da parte della comunit internazionale alavorare insieme per costruire e mantenerela pace".

    Diritti dell'Infanzia1818

  • Il rapporto dell'UNHCR "Global Trends"mostra che nel solo 2014 ci sono stati 13,9milioni di nuovi migranti forzati, quattrovolte il numero del 2010. A livello mondialesi sono contati:

    19,5 milioni di rifugiati (rispetto ai 16,7milioni del 2013),

    38,2 milioni di sfollati all'interno del pro-prio paese (rispetto ai 33,3 milioni del2013),

    1,8 milioni di persone in attesa dell'esi-to delle domande di asilo (contro i 1,2milioni del 2013).

    Il dato pi allarmante che piIl dato pi allarmante che pidella della met dei rifugiati met dei rifugiati a livelloa livello

    mondiale mondiale sono bambinisono bambiniIl riaccendersi di 15 nuovi conflitti.Dev'essere per questo che nel 2014 i rifugiatiriusciti a tornare a casa sono stati solamente126.800, il numero pi scarno degli ultimitrent'anni.

    Intanto, "negli ultimi cinque anni sono scoppia-ti o si sono riattivati almeno 15 conflitti":

    Diritti dell'Infanzia1919

  • Otto in Africa (Costa d'Avorio, RepubblicaCentrafricana, Libia, Mali, Nigeria, Repub-blica democratica del Congo, Sud Sudan equest'anno Burundi)

    Tre in Medio Oriente (Siria, Iraq e Ye-men).

    Uno in Europa (Ucraina) Tre in Asia (Kirghizistan, Myanmar e Paki-

    stan).Ogni nuova crisi dissemina morti e di-struzioni, ma diventa anche una sorgente diesodi forzati che si diffondono nel resto delpianeta. Siriani e iracheni in fuga trovanouna strada impervia di ostilit gi affollatada milioni di somali e afgani. L'onda tracimanei conflitti mai risolti, affollando periferie emargini di un mondo che non vuole migrantima non sa aiutarli e non pu respingerli.

    Un problema che ha creato l'Europa. Mase l'Europa fatica ad affrontare un problemache ha largamente contribuito a creare, comepossono riuscirci i Paesi in via di sviluppoche ospitano l'86% dei rifugiati? Se al nostromondo occidentale resta il 14% del proble-ma, il 25% dei rifugiati si trova addirittura

    Diritti dell'Infanzia2020

  • nell'elenco dei paesi meno sviluppati del pia -neta.

    Quasi 9 rifugiati su 10 (86 per cento) si tro-vavano in regioni e paesi considerati econo-micamente meno sviluppati.

    Paesi di provenienza. A livello globale laSiria il paese da cui ha origine il maggiornumero sia di sfollati interni (7,6 milioni)che di rifugiati (3.880.000 alla fine del 2014).LAfghanistan (2.590.000) e la Somalia (1,1milioni) si classificano al secondo e al terzoposto.

    La classifica dei paesi ospitanti. Nellaclassifica dei paesi ospitanti, al primo posto salita la Turchia (1,59 milioni di persone)seguita dal Pakistan (1,51 milioni) e dalLibano (1,15), dall'Iran, dall'Etiopia e dallaGiordania.

    E se guardiamo al rapporto tra rifugiati ecittadini, il primato della mano tesa va alLibano: 232 rifugiati ogni mille abitanti,quasi uno su quattro. In Europa, per, "i mi-granti forzati hanno raggiunto quota 6,7 milio-ni contro i 4,4 del 2013", il 51% in pi. Su 1,7

    Diritti dell'Infanzia2121

  • milioni di richiedenti asilo nel mondo nel2014, 173mila lo hanno fatto in Germania.

    Famiglie nigeriane in fuga da Boko Haram

    Diritti dell'Infanzia2222

  • PPovertovertLa percentuale di popolazione che vive conmeno di 1,25 dollari al giorno scesa dal

    47% del 1990 al20% del 2010

    Circa la met della ricchezza mondiale detenuta dell'1% della popolazione.

    Il reddito dell'1% dei ricchi del mondo am-monta a 110.000 miliardi di dollari, 65 volteil totale della ricchezza della met della po-polazione pi povera del mondo.

    Il reddito di 85 super ricchi equivale a quel-lo della met della popolazione mondiale.

    Articolo 27 .. "Hai diritto a uno standard divita sufficientemente buono. Ci significa che i tuoi ge-nitori hanno lobbligo di assicurarti cibo, vestiti, un al-loggio, ecc. Se i tuoi genitori non possono permettersiqueste cose, il governo deve aiutarli"

    I ricchi dovrebbero vivere pi semplicementeaffinch i poveri possano semplicemente vivere

    (Gandhi)

    Diritti dell'Infanzia2323

  • Grandi disuguaglianzeGrandi disuguaglianzeIn Africa le grandi multinazionali, in par-ticolare quelle dell'industria mineraria edestrattiva sfruttano la propria influenza suigoverni per evitare l'imposizione fiscale e diroyalties, riducendo in tal modo la disponibi-lit di risorse che potrebbero essere utilizza-te a favore della popolazione povera.

    Sempre in Africa le multinazionali del set-tore agricolo attuano inoltre, con la compli-

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  • cit dei governi, una vera e propria occupa-zione dei territori (land grabbing) a discapitodelle popolazioni locali che si vedono cosimpedire la possibilit di produrre redditoattraverso coltivazioni tradizionali.

    In Italia il divario tra i ricchi e i poveri si accentuato con il progressivo impoverimen-to della classe media e il conseguente arric-chimento di poche famiglie che gi erano ric-che. Il 10% della popolazione italiana detieneil 50% della ricchezza, e proprio l'Italia ilpaese europeo dove il divario tra i ricchi e ipoveri pi accentuato.

    Viviamo in un mondo nel quale le lite chedetengono il potere economico hanno ampieopportunit di influenzare i processi politici,rafforzando cos un sistema nel quale la ric-chezza e il potere sono sempre pi concen-trati nelle mani di pochi, mentre il resto delmondo si spartisce le briciole.

    Diritti dell'Infanzia2525

  • Un sistema che si perpetua perch gli indivi-dui pi ricchi hanno accesso a migliori op-portunit educative, sanitarie e lavorative,regole fiscali pi vantaggiose, e possono in-fluenzare le decisioni politiche in modo chequesti vantaggi possano durare nel tempo aloro vantaggio.

    Dall'inizio degli anni '70 in 29 paesi su 30 latassazione per i pi ricchi diminuita. Inmolti paesi i ricchi non solo guadagnano dipi, ma pagano anche meno tasse. Tutto ciha contribuito a creare una situazione in cuil'1% delle famiglie del mondo possiede il46% della ricchezza globale (110.000 mi-liardi di dollari).

    I numeri della disuguaglianzaI numeri della disuguaglianza Circa la met della ricchezza mondiale

    detenuta dell'1% della popolazione. Il reddito dell'1% dei ricchi del mondo

    ammonta a 110.000 miliardi di dollari,65 volte il totale della ricchezza dellamet della popolazione pi povera delmondo.

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  • Il reddito di 85 super ricchi equivale aquello della met della popolazionemondiale.

    7 persone su 10 vivono in paesi dovela disuguaglianza economica aumen-tata negli ultimi 30 anni.

    Negli USA, l'1% dei ricchi ha inter-cettato il 95% delle risorse a disposi-zione dopo la crisi finanziaria del2009, mentre il 90% della popolazionesi impoverito.

    Ovunque gli individui pi ricchi e lemultinazionali nascondono migliaia didollari al fisco in una rete di "paradisifiscali" in tutto il mondo. Si stima chealmeno 21.000 miliardi di dollari"non siano registrati" e siano "nascosti"alla fiscalit.

    In Europa la politica di austerity stata imposta alle classi povere e alleclassi medie a causa dell'enorme pres-sione dei mercati finanziari (i casi Gre-cia, Spagna, Portogallo e parzialmenteItalia sono emblematici). Al contrario iricchi investitori hanno beneficiato del

    Diritti dell'Infanzia2727

  • salvataggio statale delle istituzioni fi-nanziarie (banche in primis).

    In Africa le grandi multinazionali delpetrolio, dell'industria mineraria equelle agricole sfruttano la propria in-fluenza economica per ottenere daigoverni agevolazioni e per evitarel'imposizione di tasse, riducendo cosla disponibilit di risorse finanziarieche potrebbero essere utilizzate a fa-vore delle popolazioni pi povere.

    Diritti dell'Infanzia2828

  • DDisabilitisabilitTutti i bambini hanno gli stessi diritti. I

    bambini con disabilit hanno gli stessi dirittie bisogni di tutti gli altri bambini.

    Articolo 23 .. "Se hai una disabilit, fisica opsichica, hai diritto a cure speciali e a unistru-zione speciale, che ti permettano di crescere comegli altri bambini"

    Diritti dell'Infanzia2929

  • VVaccinazioniaccinazioniDal 1998 i casi di polio nel mondo sono

    diminuiti di oltre il 99%. Ma ancora milionidi bambini, soprattutto in Africa, non hannoi mezzi o non ricevono l'assistenza sanitaria

    necessaria per fare le vaccinazioni perprevenire malattie come epatite B, tetano,

    difterite e pertosse che sono tra leprincipali cause di mortalit infantile

    Articolo 24 .. "Hai il diritto di godere diuna buona salute. Ci significa che devi riceverecure mediche e farmaci quando sei malato. Gliadulti devono fare di tutto per evitare che ibambini si ammalino, in primo luogo nutrendolie prendendosi cura di loro"

    Diritti dell'Infanzia3030

  • RRegistrazione egistrazione AAnagraficanagrafica

    Dal 2000 al 2010 la registrazione anagraficaglobale delle nascite salita dal 58% al 65%,

    ma circa 230 milioni di bambini sotto icinque anni non sono mai stati registrati.

    Significa che un bambino su treufficialmente non esiste

    Articolo 7 .. "Hai il diritto di avere unnome, e al momento della tua nascita il tuonome, il nome dei tuoi genitori e la data devonovenire scritti. Hai il diritto di avere una nazio-nalit e il diritto di conoscere i tuoi genitori e divenire accudito da loro"

    Diritti dell'Infanzia3131

  • Bambini InvisibiliBambini Invisibili

    Bambini invisibili, ovvero bambini mairegistrati all'anagrafe. Nascere e viveresenza essere mai esistiti. Senza che mainessuno abbia scritto il tuo nome su unpezzo di carta per dire che sei nato quelgiorno, in quel posto, e che quelle firmemesse l sotto sono quelle di tuo padre e ditua madre.

    Una vita senza certificato di nascita equindi senza altri documenti. Secondol'Unicef su circa 150 milioni di bambini natiogni anno nel mondo, circa un terzo nonviene registrato entro il primo anno di vita ecirca 20 milioni non saranno mai registrati.Il problema pi grave in Asia, India, Filip-pine ed Indonesia in particolare, poi le zonepi povere del Centro-Sud America, ed infine l'Africa. Il Burkina Faso, il peggiorenel continente africano, dove il 67% dei nuo-vi nati non viene registrato.

    Gli "invisibili" della burocrazia sono soprat-tutto donne e bambini che sono i soggetti

    Diritti dell'Infanzia3232

  • pi deboli. Alla nascita i figli non vengonoregistrati un po' per ignoranza, un po' a cau-sa di una burocrazia re-spingente che non tiaiuta, perch se devi fare 20 chilometri a pie-di per raggiungere il comune pi vicino fini-sce che non ci vai.

    Un'altra causa frequente che le mammepartoriscono in casa perch non ci sono i sol-di per partorire in ospedale. O anche non tiregistrano perch proprio la mamma a nonavere i documenti, e senza documento nonpuoi registrare tuo figlio.

    Altra causa nascere nelle aree coinvolte daconflitti, guerre, tensioni sociali e politiche.

    Crescendo, molti maschi si registranoperch senza documento non puoi avere illibretto di lavoro, non puoi prendere lapatente, non puoi votare, non puoicontinuare gli studi, non puoi ereditare, nonci sono diritti n protezioni sanitarie.

    Per le donne e i bambini invece si finisceper rinunciare e cos le ragazze rinuncianoanche ad andare a scuola, a prendere lapatente, a votare, o a lavorare.

    Diritti dell'Infanzia3333

  • Eppure registrare un bambino all'anagrafecosta pochissimo (per noi), circa 2 dollari emezzo, una cifra che per in certi luoghidell'Africa significa anche due o tre giorni dilavoro.

    Diritti dell'Infanzia3434

  • IIstruzionestruzioneDal 1990 al 2011 le iscrizioni alla Scuoladell'infanzia sono aumentate dal 33% al50%. Ci significa che ancora oggi sono

    milioni i minori in et scolare che non hannoaccesso all'istruzione, e di questi 3 su 4 sono

    bambine

    Dei 121 milioni di bambini che nel mondo nonhanno mai avuto la possibilit di andare a scuola,il 65% sono bambine. Gli ostacoli alla scolarizza-zione femminile nascono da discriminazioni e pre-giudizi assai radicati in numerose culture.Nell'Africa Sub-Sahariana 29 milioni di bambinie bambine non hanno ancora oggi accessoall'istruzione primaria.

    Articoli 28 e 29 .. "Hai il diritto di rice-vere unistruzione. Devi ricevere unistruzioneprimaria, che deve essere gratuita. Devi anchepoter andare alla scuola secondaria. Lo scopodella tua istruzione di sviluppare al meglio latua personalit, i tuoi talenti e le tue capacit

    Diritti dell'Infanzia3535

  • mentali e fisiche. Listruzione deve anche prepa-rarti a vivere in maniera responsabile e pacifica,in una societ libera, nel rispetto dei diritti deglialtri e nel rispetto dellambiente"

    L'Istruzione in AfricaL'Istruzione in Africa

    All'inizio del millennio l'UNESCO, studian-do lo stato dei sistemi comparativi africani,ha evidenziato che circa 42 milioni di bambi-ni non andavano a scuola e la met degliiscritti a malapena riusciva a superare il cicloelementare (Primary School).

    Diritti dell'Infanzia3636

  • Il secondo degli 8 obiettivi del millennio,sviluppati dalle Nazioni Unite e condivisida 191 Stati membri dell'ONU, raggiunge-re l'istruzione primaria universale. L'istru-zione infatti il mezzo indispensabile per in-terrompere il ciclo di marginalizzazione, po-vert e violenza. Un elemento importanteper dare ad ogni individuo gli strumenti ne-cessari per costruire un futuro per se e con-tribuire cos allo sviluppo della societ.

    Purtroppo il tasso di analfabetismo neipaesi poveri fatica ad abbassarsi. L'Une-sco ha calcolato che sarebbero necessari solo16 milioni di dollari per garantire l'accessoscolastico a tutti i bambini dei paesi in via disviluppo, la met di quanto spendiamo percomperare gelati in Europa e in America.

    Nell'Africa Sub-Sahariana 29 milioni dibambini non hanno ancora oggi accessoall'istruzione primaria. Molti sono bambinivulnerabili, orfani, bambini di strada, affettida HIV, bambini disabili o vittime di conflit-ti armati, disastri naturali o epidemie, appar-tenenti a famiglie nomadi o pastorali, o a fa-miglie povere. Perfino quando sono iscritti

    Diritti dell'Infanzia3737

  • alla scuola primaria, circa la met abbandonaprima della fine del ciclo scolastico, spessoper la scarsa qualit dell'istruzione o per ledifficili condizioni scolastiche che devonoaffrontare.

    Disparit tra bambine e bambini. Le fami-glie pi povere sono spesso costrette a sce-gliere chi mandare a scuola, e tra un figliomaschio e una figlia femmina, la scelta ricadeinevitabilmente sempre sul maschio perchla femmina pi "adatta" a seguire le faccen-de domestiche. Occorre inoltre ricordare chespesso a scuola le bambine subiscono vessa-zioni se non veri e propri abusi dai loro com-pagni di classe, ma anche dagli insegnanti.Violenze che sono quasi sempre taciute e chequindi rimangono impunite.

    Questa situazione fa si che il 35% delle bam-bine abbandoni gli studi, e questa percentua-le raggiunge il 60% nei paesi pi poveridell'Africa.Nel mondo. Dei 121 milioni di bambini chenon hanno mai avuto la possibilit di andarea scuola, il 65% sono bambine. Gli ostacolialla scolarizzazione femminile nascono da di-

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  • scriminazioni e pregiudizi assai radicati innumerose culture, due terzi degli 875 milio-ni di adulti analfabeti nel mondo sono don-ne, segno che nel recente passato le bambineandavano a scuola ancor meno di oggi.

    Non un caso che le regioni dove si registrail maggior numero di bambine privatedell'istruzione (83%) siano quelle che fatica-no di pi ad uscire dalla povert estrema,Africa Sub-Sahariana, Asia meridionale e al-cune zone dell'estremo oriente.

    indubbio che una ragazza analfabeta meno protetta dalla violenza, dalle malattie edallo sfruttamento rispetto ad una sua coeta-nea che ha alle spalle almeno alcuni anni distudio.

    In Africa solo 3 bambine su 10 riescono acompletare i due cicli scolastici che portanoal diploma di scuola superiore (secondaryschool).

    Distanza dalla scuola, precarie condizionidegli edifici scolastici, mancanza di arredi

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  • come banchi, sedie, lavagne nelle aule, mate-riale didattico adeguato, il dover pagare in-segnati e libri. Queste sono le principalicause degli abbandoni scolastici. Tanto stato fatto dall'inizio del millennio, soprat-tutto per merito del massiccio lavoro di on-lus internazionali e associazioni di volonta-riato, ma moltissimo ancora da fare in di-versi paesi africani.

    Governi africani che spendono milioni didollari in armi e armamenti, per costruirelussuose ville ai loro funzionari corrotti, chefavoriscono il "furto" delle ricchezzedell'Africa da parte delle gi miliardarie mul-tinazionali straniere di tutto il mondo, mafanno poco per l'istruzione dei loro bam-bini.

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  • Scuole in AfricaScuole in AfricaVisitare una scuola in Afri-ca una esperienza com-movente. Laula, una stan-za disadorna con le paretidi fango e una antiquata la-vagna sbrecciata, a volteospita sessanta, settanta,ottanta bambini in religio-so silenzio, alcuni si porta-no uno sgabello da casaperch non ci sono le sedie

    e nei pochi banchi si sta in due o in tre.

    Il quaderno prezioso, non tutti ce lhanno.E chi ce lha lo tiene come una reliquia. Pro-vate a sfogliarne uno e vi sentirete assaliti,attanagliati, travolti da un senso di tenerez-za. I bambini africani non scrivono come noi,non lasciano sul foglio un bordo in alto euno di fianco.

    No, scrivono dal primo angolo in alto finoall'ultimo in basso. E scrivono piccolo picco-lo e fitto fitto. Direte che non hanno un sen-

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  • so estetico, ma non cos. Prevale il sensoeconomico, la carta, il quaderno, la pennasono preziosi, rari, un privilegio. E un qua-derno vale per tutte le materie. sacro.

    I bambini africani che vanno a scuola sannodi essere dei privilegiati. Per ognuno di loroce ne sono cinque che non hanno material-mente una scuola, che non avranno mai unquaderno, che non impareranno mai a legge-re e scrivere perch sono nati dove c dasempre la guerra e la miseria.

    Nella maggior parte dei paesi africani gliinvestimenti fatti a favore dell'istruzionesono ridotti al minimo, spesso colpa dellaperenne instabilit sociale (o di guerra), altrevolte di governi dittatoriali il cui unicopensiero quello di reprimere le opposizioni,ma anche in paesi dove la democrazia ha

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  • fatto dei passi in avanti l'investimento sullescuole, sugli insegnanti e sull'istruzione nonbrilla.Altri motivi di freno sono tradizioni dure amorire, la disparit di trattamento tra bam-bini e bambine, la povert, o anche la distan-za degli edifici scolasti dalle abitazioni e ipochissimi e pessimi collegamenti tra le citte i villaggi delle periferie.E poi c' la "solita" e "immancabile"corruzione. Insegnati malpagati che si fan-no pagare molto meglio dalle famiglie incambio dell'insegnamento ai bambini, inquesto modo emarginando le famiglie pipovere.

    Troppo spesso i governi delegano l'inse-gnamento alle organizzazioni internazionali,alle associazioni umanitarie, alle missioni re-ligiose, che per non potranno mai sostituir-si alle scuole pubbliche.

    Quasi ovunque nell'Africa Sub-Saharianagli unici edifici scolastici in muratura sonoquelli costruiti durante il colonialismo, maanche quelli ormai fatiscenti e senza

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  • manutenzione.

    Gli unici due leader africani che, una voltaal governo, hanno davvero investitonell'istruzione e riconosciuto la sua impor-tanza, sono stati Thomas Sankara in BurkinaFaso (1984-1987) e Nelson Mandela in Suda-frica. Il primo lo hanno ucciso perch nonportasse avanti le sue riforme a favore delpopolo. Del secondo il merito se oggi inSudafrica ci sono le migliori scuole e le piprestigiose universit di tutto il continente.

    Se l'Africa non trova il modo di investiremassicciamente nella scuola e nell'istruzionedei suoi figli rester sempre emarginata e inbalia dei paesi maggiormente sviluppati checontinuano a saccheggiare le sue ricchezze.Un circolo vizioso che solo l'Africa con lesue forze pu spezzare.

    Attualmente nell'Africa Sub-Saharianasolo 3 bambine su dieci riescono a diplomar-si e solo 1 ragazza su 30 si laurea. Il 50% deilaureati africani, inoltre, ha studiato all'este-ro, un dato triste per il continente con la po-polazione pi "giovane" al mondo.

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  • IInfezioni da nfezioni da HIVHIVLe infezioni da HIV nei bambini al di sottodei 14 anni si sono ridotte di oltre la met,

    ma ancora, soprattutto nell'Africa sub-sahariana, sono ancora troppi i bambini e gli

    adolescenti sieropositivi

    Articolo 6 .. "Tutti devono riconoscere chehai il diritto di vivere"

    Diritti dell'Infanzia4545

  • SSalute alute MMaternaaternaDal 1990 la mortalit materna scesa del

    45%. Soluzioni semplici possono prevenirela maggior parte dei decessi

    Nel 2015 nel mondo 303 mila donne sono muor-te per complicazioni legate alla gravidanza o alparto. Altre 10 milioni ogni anno patiscono lesioni,malattie o infezioni che possono provocare soffe-renze per tutto l'arco della vita.Il fenomeno strettamente connesso alla poverte alla scarsa considerazione dei diritti umani delledonne. Il 99% dei decessi avvengono infatti inpaesi a basso reddito, con l'85% dei casi concen-trati nell'Africa sub-sahariana e in Asia meridiona-le.

    Articolo 42 .. "Tutti gli adulti e tutte lebambine e i bambini devono sapere che esistequesta Convenzione. Hai il diritto di saperequali sono i tuoi diritti, e anche gli adulti devonoconoscerli"

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  • Mortalit MaternaMortalit Materna(Rapporto 2015)(Rapporto 2015)

    Rapporto globale sulla mortalit materna,dal 1990 ad oggi 11 milioni di vittime nelmondo, in 25 anni in calo del 44% facendopassare il numero dei decessi legati alla gra-vidanza dai circa 532 mila del 1990 alle 303mila nel 2015.

    LOrganizzazione Mondiale della Sanit hapresentato il Rapporto Globale sulla Mor-talit Materna e scatta una fotografia del

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  • fenomeno negli ultimi 25 anni. Ridotta lamortalit del 44% a livello globale, manell'Africa Sub-Sahariana muoiono anco-ra 546 donne ogni 100.000 nascite. L'Ita-lia nella "top ten" mondiale per basso tasso dimortalit materna, esempio di eccellenza trai Paesi del G7.

    A livello globale, negli ultimi 25 anni, quasi11 milioni di donne hanno perso la vitaper dare alla luce il loro bambino o percomplicanze durante la gravidanza, una cifrapari alla somma degli abitanti di Londra eBerlino. Ma una buona notizia c, nel mon-do la mortalit materna si ridotta di quasiil 44% negli ultimi 25 anni.Il rapporto globale sulla mortalit materna stato realizzato dall'Organizzazione Mondia-le della Sanit in collaborazione con UNI-CEF, UNFPA, Banca Mondiale e la DivisionePopolazione delle Nazioni Unite, e che scattauna fotografia dei progressi compiutinell'ambito degli Obiettivi di Sviluppo delMillennio.

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  • Italia. La riduzione drastica della mortalitmaterna colloca l'Italia nella "top ten"mondiale dei Paesi con i pi bassi tassi di mor-talit materna, con un numero di 4 morti ma-terne ogni 100mila nascite, tra i migliori almondo ai livelli di Francia, Inghilterra, Ger-mania e Stati Uniti.

    "Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio hannoinnescato degli sforzi senza precedenti perridurre la mortalit materna e abbiamo fatto unimportante passo avanti"

    Negli ultimi 25 anni, globalmente si dimez-zato il rischio per una donna di morire per causelegate alla gravidanza. Ma questo non suf-ficiente. LItalia ha raggiunto uno dei risul-tati tra i migliori al mondo per la salute ma-terna grazie ad un sistema sanitario efficien-te e agli screening durante tutta la gravidan-za, e ora pu giocare un ruolo chiave nelcontesto dell'impegno in materia di coopera-zione internazionale per sostenere l'obiettivodi porre fine, entro il 2030, a queste mortievitabili.

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  • Dove nel mondo la gravidanza un rischioper la vita. Nel mondo, nonostante gli sforzi,solo 9 Paesi (Bhutan, Capo Verde, Cambogia,Iran, Repubblica Democratica Popolare delLaos, Maldive, Mongolia, Ruanda e Timor Est)hanno raggiunto lobiettivo di ridurre lamortalit materna di almeno il 75% entroil 2015. E nonostante i progressi, in alcunidi questi Paesi i tassi di mortalit maternarimangono superiori alla media globale.

    "Come abbiamo visto con tutti gli Obiettivi diSviluppo del Millennio relativi alla salute, ilrafforzamento del sistema sanitario deve essereintegrato ad altre azioni per ridurre lamortalit materna. L'educazione delle donne edelle ragazze, in particolare di coloro che vivonoai margini della societ, la chiave per lasopravvivenza loro e dei loro figli. LIstruzione lunica leva che fornisce loro le conoscenze baseper cambiare pratiche tradizionali che mettonoin pericolo la vita sia loro che dei loro figli"

    nei Paesi in via di sviluppo che si registrail 99% delle morti materne di tutto il mondo:

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  • Il 66% dei casi nella sola Africa sub-sahariana, nonostante si sia comunqueregistrato un miglioramento importantecon il 44% di morti materne in meno dal1990 ad oggi, passando da 987 a 546ogni 100 mila donne.

    Nell'Asia orientale si registra il migliorrisultato per la salute materna, il tasso dimortalit sceso drasticamente del 72%.

    Mentre nelle regioni sviluppate, il tas-so di mortalit materna sceso del 48%tra il 1990 e il 2015 (passando da 23 a 12casi ogni 100.000).

    Il nuovo obiettivo per il 2030 la ridu-zione dei decessi materni a meno di 70ogni 100.000 nascite, e per raggiungerlotutti i Paesi dovranno andare avanti ad unritmo ancora pi veloce riducendo la morta-lit materna del 7,5% ogni anno.I progressi ottenuti sino ad ora sono dovuti,in parte, a un migliore accesso degli inter-venti semplici, ma efficaci, come l'assistenzaprenatale e lassistenza qualificata durante eimmediatamente dopo il parto. Monitorare lagravidanza assicura alle mamme assistenza ecure efficaci in caso di complicazioni.

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  • Salute di donne e bambini, la nuova stra-tegia globale per il 2030. In linea con gliObiettivi di Sviluppo Sostenibile, la nuovaStrategia Globale propone la realizzazionedi programmi che siano pensati, guidati ecompiuti dagli stessi Paesi e resi concreti at-traverso investimenti sostenibili. Si chiede larealizzazione di sistemi sanitari pi solidi,dotati di personale qualificato e capace didare un servizio alla popolazione che sia ade-guato e di qualit. Chiede che tutte le donne,i bambini e gli adolescenti abbiano pieno ac-cesso ai servizi di prevenzione, alle cure e altrattamento ovunque ne abbiano bisogno nelmondo e in qualsiasi momento.Perch questo possa realizzarsi si chiede allacomunit internazionale e ai paesi di realiz-zare approcci innovativi al finanziamento,allo sviluppo dei prodotti e ad efficienti ser-vizi sanitari e promuovere in tutto il mondola prevenzione.

    "L'obiettivo di porre fine alla mortalit maternaentro il 2030 un traguardo ambizioso e realiz-zabile a condizione che raddoppino anche gli

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  • sforzi internazionali. Per questo stata lanciatala piattaforma Global Financing Facility(GFF) per il finanziamento e il sostegno diEvery Woman Every Child e il raggiungimentodegli Obiettivi di Salute e Sviluppo Sostenibiliper la salute di donne, bambini e adolescenti"

    Sar anche importante concentrarsi sugli al-tri problemi di salute che possono influenza-re la salute materna. Da unanalisi dellOMSdel 2014 sui dati provenienti da 115 paesiemerge che le condizioni di salute prima del-la gravidanza delle neo-mamme come il dia-bete, la malaria, l'HIV, l'obesit hanno causa-to il 28% delle morti materne.

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  • Sito Internet

    Link Utili

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  • Diritti dell'Infanzia5555

  • Pubblicazione curata daMaris Davis

    Novembre 2015

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