CASA del FANCIULLO MONSERRATO (CA) · La Sardegna, isola rocciosa del Mediterraneo, comprende...

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Fr. Adriano Mastrecchia CASA del FANCIULLO MONSERRATO (CA) NOTIZIE (edizione ridotta) 1993

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Fr. Adriano Mastrecchia

CASA del FANCIULLO MONSERRATO

(CA)

NOTIZIE

(edizione ridotta)

1993

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La Sardegna, isola rocciosa del Mediterraneo, comprende 24.000 Km² ed una popolazione di circa 2.000.000 di abitanti. Il suo sviluppo economico è inferiore a quello nazionale, ma tutta la sua area è ricca di attrazione per il suo fascino. I Fratelli posero piede in questa isola fin dal 1955 a Olzai (Nuoro) nel cuore della Barbagia, aspra e pastorale, seguendo una ispirazione dello spirito lasalliano, per andare incontro alla popolazione più umile della società. Il direttore Fr. Pancrazio Verardi e poi Fr. Roberto Boccacci furono ospiti delle nobili signorine Mesina, eredi di un ricco patrimonio che vollero impiegare a fini di bene. Ma la creazione di una seconda opera lasalliana in terra sarda, nel sud dell’isola, a Monserrato, alle porte di Cagliari, capoluogo dell’isola, ebbe inizio nell’autunno del 1960, durante il generalato di fratel Nicet Joseph, grande propugnatore delle opere ispirate al primitivo spirito del santo Fondatore. Raccolse questo messaggio l’Assistente Generale d’Italia fr. Leone Napione. Fratel Leone, oltre ad assolvere i doveri che gli imponeva la Congregazione, si dedicava, con le eccellenti qualità del suo genio, ancora al movimento catechistico nazionale. Godeva di una fama universale. Appunto, nell’anno 1959, egli fu invitato dall’Arcivescovo di Cagliari Monsignor Botto a tenere alcune conferenze sulla catechesi nella Diocesi. Monsignor Botto da giovinetto era stato alunno dei Fratelli nella città di Santa Margherita Ligure. In quella circostanza, l’Arcivescovo prospettò a Fratel Leone la possibilità di assumere un’opera incipiente nella cittadina di Monserrato, a 5 Km dalla grande città e facente comune con la metropoli cagliaritana. Il caro Fratello si recò nella cittadina accompagnato dal Vicario Generale della Diocesi Monsignor Sollai e parroco della parrocchia di S. Anna. Qui era in atto un’umile opera caritativa ed educativa per i bambini più indigenti, sorta nell’immediato dopoguerra, subito nel 1945. Monserrato in quel tempo era costituita da antiche famiglie nelle quali profondo era il sentimento religioso che si esprimeva in prevalenza con la carità verso gli indigenti. La benemerita istituzione ebbe origine proprio dalla bontà d’animo di due coniugi, nobili signori, senza prole. Nel 1945 la guerra aveva lasciato dietro di sé immani rovine materiali e morali. I bombardamenti degli alleati avevano seminato vittime tra la popolazione di Monserrato, anche perché nella sua periferia funzionava un aeroporto militare. L’indomani del conflitto, la miseria gravava sopra la popolazione, e gran parte delle famiglie, tornate dallo sfollamento, erano affannate per racimolare gli indispensabili alimenti per sopravvivere. In questo stato di cose, ben poco, o per nulla, si curavano della istruzione e della educazione dei figli. L’analfabetismo, vecchio retaggio dell’Isola, assumeva proporzioni preoccupanti. La benemerita iniziativa ebbe origine proprio dalla carità di due umili e ricchi possidenti senza prole. I loro nomi: Signora Jolanda Pintus e suo marito Anacleto Spiga.

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Essi iniziarono l’assistenza a favore dei ragazzi appartenenti a famiglie indigenti, prive di mezzi di sussistenza e per lo più diseredate anche dal lato religioso. Gran parte di questi minori si aggiravano per le strade, mal vestiti, scalzi e si rendevano responsabili di furtarelli. Occorreva un atto di generosità e di coraggio. Il Signore dunque ispirò l’animo nobile e religioso delle persone che abbiamo nominato. Ad essi si unirono i componenti la Congregazione della Dottrina Cristiana della parrocchia di S. Ambrogio, a cominciare fin dal 1944. La guerra praticamente in Sardegna era cessata fin dal 1943. Le Signore, dame di carità, crearono un piccolo Comitato del quale facevano parte come responsabili la Signora Jolanda Pintus in qualità di benefattrice, la Signorina Professoressa Fanny Zuddas Direttrice e Cassiera, Grazietta Locci ed altre. Con l’approvazione del parroco Don Severino Pilia, il gruppo impegnato e che già faceva parte del Comitato della Dottrina Cristiana iniziò un doposcuola, con l’intento di incrementare le fila dei giovanetti che frequentavano il catechismo. A turno, insegnanti volenterose prestavano la loro opera paziente e gratuita. Il corso era frequentato in due locali, annessi e di fortuna, nella parrocchia stessa. A questa prima realizzazione seguì la proposta di fornire ai giovanetti anche l’assistenza materiale. Questa consisteva in un piatto caldo a 30 bambini, oltre agli indumenti. La donatrice principale fu proprio la Signora Jolanda, mettendo a profitto le notevoli risorse del suo censo. La nobildonna ricordava in modo egregio la memoria della Signora di Maillefer, del tempo di San Giovanni Battista de La Salle. La cittadina di Monserrato si mosse spontaneamente a collaborare: fornai, anime generose fecero giungere le loro offerte al Centro della Piccola Opera. Il Lunedì dell’Angelo, cioè il primo giorno dopo Pasqua dell’anno 1945, alla presenza del Signor Parroco, di alcune fra le Autorità civili e un piccolo numero d’invitati, venne offerto un pranzo completo agli assistiti e si inaugurò ufficialmente il Ricreatorio dei ragazzi, soprannominato “Sciuscià”. Ma ben presto s’impose la necessità di creare un ambiente, un locale, una casa capace di accogliere questi poverelli non toccati dalla fortuna. I coniugi Spiga Pintus, non lungi dalla Chiesa parrocchiale, possedevano un terreno di circa duemila metri. Incoraggiati dai primi risultati, nell’anno 1949 vi fecero edificare un caseggiato solido e comodo, anche se in proporzioni ridotte, dalla ditta dei fratelli Mura di Monserrato. La costruzione era in pietra e con infissi resistenti. Essa comprendeva: un ingresso, sala per refezione, cucina, Direzione e due classi. Il tutto a pianterreno. In più un ampio cortile a terra battuta di circa mille metri e con un pozzo per l’acqua, oltre i servizi igienici. Infine di conseguenza un terrazzo non praticabile. Il complesso fu dedicato alla memoria di Ernesto Pintus padre della benefattrice.. I locali furono benedetti dall’Arcivescovo di Cagliari Mons. Paolo Botto in data 7 dicembre 1949, festa del patrono Sant’Ambrogio. Qui si trasferì il piccolo gruppo di assistiti. Per essi venne creata una scuola popolare sovvenzionata dalla Regione Sarda: scuola ridimensionata alla scarsa capacità dei

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giovanetti. La frequentavano iscritti di varie età finora rimasti praticamente senza istruzione. Per essere vera opera lasalliana primitiva non mancava proprio nulla. Ne assunse la Direzione la professoressa Signorina Fanny Zuddas che la condusse avanti con particolare sagacia. Per reperire i fondi occorrenti per la Scuola, per la refezione e la vita ricreativa istituirono lotterie, festicciole ed altre sollecite iniziative. Tornando alla visita operata da fratel Leone alla cittadinanza di Monserrato in compagnia del Vicario della Diocesi Mons. Sollai, questi prospettò il desiderio di affidare l’opera ai Fratelli delle Scuole Cristiane, per dare ad essa un assetto più stabile. Di ritorno a Roma, così in succinta scrisse alla Signora Jolanda Pintus: “Nei primi mesi del nuovo anno 1960 il Fratello Mansueto Guarnacci, Visitatore Provinciale, si recherà a Cagliari. In tale occasione egli si renderà conto della situazione. Io posso già (seguitava la lettera) accennare ad alcune difficoltà:

1. Non possiamo dire che la costruzione allo stato attuale offra ai Fratelli i locali sufficienti per l’abitazione;

2. Non mi consta che vi siano mezzi di sussistenza; 3. Occorre acquistare terreno circostante per un eventuale sviluppo dell’opera”.

In verità l’opera si presentava quanto mai rudimentale. C’era tuttavia nella volontà dei donatori la determinazione di appianare le difficoltà, sia pure con qualche sacrificio d’ambo le parti. Per tal fine la Direttrice dell’Opera Professoressa Signorina Fanny Zuddas nell’estate del 1960 si recò a Roma per incontrare il Visitatore Fratel Mansueto Guarnacci. L’incontro avvenne il 25 giugno 1960. Di ritorno a Monserrato ella riferì del colloquio alla donatrice. Signora Jolanda Spiga fece seguire una esposizione di massima su quanto sarebbe stato donato, e cioè:

1. La Casa, nello stato in cui allora trovavasi; 2. un altro piccolo terreno confinante di metri quadrati 180; 3. qualche arredamento per la comunità; 4. la raccolta di sette milioni da utilizzare per le camere dei Fratelli sul terreno da

acquistare che, come si è detto, misurava mq 180. Il Visitatore, rompendo gli indugi, al termine dell’estate dello stesso anno inviò i primi due Fratelli ed egli stesso li accompagnò. Giunsero a Cagliari il 9 ottobre 1960 con la nave proveniente da Civitavecchia. Giunsero alle ore 9. Furono ricevuti sulla banchina dal Reverendo Parroco Don Giuseppe Iddas e il Signor Anacleto Spiga, donatore. Furono accompagnati nel seminario diocesano ove attesero. E dopo pranzo, alle ore 16, con solenne processione furono accolti all’ingresso di Monserrato, dalla popolazione. Vi fu una funzione religiosa nella parrocchia di Sant’Ambrogio con discorso del Parroco e del Visitatore, poi processionalmente si prese possesso della Casa con un rinfresco cui parteciparono le autorità e le Suore di Nostra Signora della Mercede che già dirigevano un Istituto per giovani.

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I Fratelli animati da spirito di veri pionieri lasalliani si adattarono in locali di fortuna circondati da cortile, dalle strade e, nei tempi di autunno e inverno, dal fango. L’Istituzione all’inizio accoglieva una quarantina di ragazzi di strada dai 5 ai 15 anni accolti nell’Oratorio con mezzi assai scarsi. Frequentavano la scuola popolare: corso istituito dalla Regione e con insegnanti particolarmente preparati. Molti ragazzi conseguirono la licenza elementare, diplomino che consentiva loro di assumere un lavoro manuale. I Fratelli impiegarono le prime settimane a organizzare il lavoro e a familiarizzare con i giovanetti. Poi a questo impiego, assunsero l’impegno di rilievo dell’Insegnamento di religione nella Scuola di Stato a Cagliari. E ciò per procacciarsi i mezzi di sussistenza. Il Direttore Fratel Adriano ebbe l’insegnamento nell’Istituto Magistrale “Eleonora D’Arborea”, via Caboni Boi di Cagliari. Il Vice Preside Professor Serra Enrico facilitò tutte le operazioni e insieme organizzarono le varie iniziative, come il precetto Pasquale, inaugurazione religiosa dell’anno scolastico; così il giornale scolastico. Parteciparono alle feste scolastiche: tutto contribuiva a favorire l’intesa con le studentesse. Fratel Lorenzo assunse l’insegnamento religioso nell’Avviamento di Via Grazia Deledda ed ebbe un efficace influsso nella formazione delle alunne. Il Direttore si assentava il mattino per l’insegnamento. Fratel Lorenzo si recava a scuola nel pomeriggio.. In questo modo uno dei due Fratelli restava in Comunità il mattino e l’altro la sera. Mentre gli insegnanti laici portavano avanti il corso d’insegnamento popolare nella mattinata. Dopo la refezione giornaliera seguiva l’oratorio pomeridiano e dopo le 17 gli alunni tornavano in famiglia. Abbiamo detto che i fanciulli venivano scalzi, ma dopo il primo mese, i Fratelli con il loro stipendio acquistarono le scarpe ai bambini e iniziò un certo benessere. Nello stesso tempo si inserirono subito nella Comunità parrocchiale e fr. Lorenzo con la sua voce potente animava efficacemente le funzioni religiose. Il Direttore animò l’attività calcistica e per motivi particolari sostituiva il parroco anche nell’omelia della Messa domenicale e nella catechesi serale festiva in parrocchia; così pure il corso di formazione religiosa agli uomini cattolici. Fratel Lorenzo prese in pieno l’attività del Circolo Sant’Ambrogio, famoso nella Diocesi, e guidò l’attività sportiva del paese trascinando con il suo brio naturale la gioventù. Dopo le funzioni religiose i Fratelli spesso uscivano col parroco per qualche passeggiata in auto e si cenava insieme. Si poté così giungere alla fine dell’anno con un buon consuntivo di lavoro. I Fratelli trascorsero il mese di luglio in continente per le vacanze. Pure durante questo periodo i benefattori effettuarono la donazione del piccolo ambiente, largamente incompleto, con la semplice clausola di impiegare il locale in favore dei figli del popolo, in prevalenza manovali e operai. Il primo lavoro impegnativo fu quello di organizzare la scuola elementare parificata gratuita. E fin dal primo mese di ottobre 1961 gli alunni furono oltre cento.

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La scuola acquistò subito credito presso le autorità regionali e la popolazione. La comunità era composta da tre Fratelli: Fratel Adriano Mastrecchia direttore, più due giovani Fratelli provenienti dallo Scolasticato: cioè Fratel Vincenzo Ippoliti e Fratel Giuseppe Molinari. Ad essi si aggiunsero tre brave maestre del luogo. Non essendo le classi sufficienti, si stabilirono due turni di scuola. S’impose subito la necessità di approntare l’abitazione dei Fratelli. E col denaro offerto all’inizio dell’opera, di sette milioni, si iniziarono le fondamenta, sul terreno di 180mq acquistati all’uopo. Eseguì i lavori la ditta Spiga di Quartucciu nel dicembre 1961. Si crearono cinque camere comode e ariose e, sotto, due ampie classi. Si ristrutturò pure il vecchio “teatrino”. Intanto i vecchi alunni si fusero bene e si poté esprimere un felice programma scolastico. Al termine ci fu la premiazione scolastica con medaglie e l’erezione di una mostra di lavori. Il secondo anno e cioè nel 1962-1963 fu senz’altro caratterizzato da un miglioramento generale; cresciuto il numero degli alunni, tutto l’ordinamento prese l’aspetto definitivo di ambiente lasalliano. Fu istituito un corso di formazione per i genitori, diretto dal Direttore Didattico Petruso delle scuole statali. I Fratelli coprirono pure l’insegnamento religioso nelle scuole elementari statali, e il Direttore tenne corsi di preparazione alla catechesi a Cagliari, Monserrato, Elmas, Sinnai, ecc. Urgente era la necessità di porre mano alla creazione di un edificio scolastico rispondente alle necessità di una scuola parificata. Con mezzi di fortuna si iniziò a pianellare il cortile fino allora dissestato e ineguale. Venne coperto con mattonelle bagnate di cemento e con ciò si rese più agevole la ricreazione degli alunni e l’Oratorio. A seguito si operò la costruzione di un solido porticato, eseguito dalla Ditta Giovanni Massidda e la spesa fu di un milione e mezzo. Ciò permetteva di fare la ricreazione anche in tempo di pioggia e di circolare al coperto da un ambiente all’altro. Si giunse così al problema della sopraelevazione di tutto il caseggiato del pianterreno. Occorreva appoggiarsi e ricorrere alla Regione Autonoma della Sardegna, la quale in quel periodo era amministrata da una giunta essenzialmente democristiana. Lavoro duro e impegnativo, ma a dire il vero non si incontrarono difficoltà particolari. Le autorità, informate del lavoro fattivo e umanitario dei Fratelli, si compiacquero di secondare le iniziative svolte a tale riguardo. Il progetto fu diviso in due lotti: La prima parte comprendeva il piano sopraelevato della strada. Fu eseguito dalla ditta Tronci Giuseppe e Fratelli di Quartucciu; comprendeva tre aule e corridoio. Lavoro ben eseguito, e con bagno e impianti delle acque. Subito dopo venne approvato il progetto di lavoro del secondo lotto: parte interna sul cortile: comprendeva scala grande e un grande salone, il tutto rifinito. Il primo lotto costò 5 milioni, il secondo lotto 13 milioni. Con la grazia di Dio la casa era completa. Il secondo lotto fu eseguito dalla ditta Manca Aldo di Settimo S. Pietro.

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Si poté allora costituire definitivamente una armoniosa cappella dedicata al SS. Crocifisso per un grande simulacro artistico eseguito dall’esimio scultore Claudio Pulli che ne fece dono alla Cappella. La Cappella fu egregiamente arredata dalla generosità dell’Assistente Generale Fr. Ruggero di Maria il quale rifornì di altare, tabernacolo, parati sul muro, banchi. L’opera di rifinimento fu eseguita da Fr. Raffaele Paolucci, solerte insegnante e operaio. Poi la medesima venne impreziosita dalla generosità della benefattrice Benigna Argiolas che procurò paramenti, vasi sacri, leggii. Il primo messale fu donato dal reverendo don Murru già parroco di Ozzoli, poi cappellano e quindi pensionato e residente nella sua cittadina di Monserrato. Il 1968 fu un anno caratterizzato da un avvenimento eccezionale: la venuta in Sardegna del Superiore Generale fr. Charles Henry. Ebbe accoglienza solenne dagli alunni, autorità religiose e civili di Cagliari e Monserrato. Il superiore visitò la Sardegna e di essa conservò un felice ricordo. Era il mese di Aprile 1968. Nell’anno 1971 si potè sistemare il teatro con palcoscenico e poltroncine per il cinema settimanale. Si è svolto anche un ricco spettacolo di Carnevale. E’ Natale; vi fu il concorso del presepe più caratteristico. Molti alunni e famiglie furono premiati con targhe, medaglie, diplomi. Nell’ anno 1972 onde assicurare la conservazione della casa, furono ristrutturate le terrazze con un lavoro accurato. Nell’anno 1972-73 il caro Fr. Domenico Anziani, che sostituiva insieme a Fr. Mario Cetrini, i primi Fratelli, trasferiti per motivi di studio, emise i voti perpetui dopo cinque anni di permanenza nella comunità. E di seguito fu nominato Vice Direttore della Comunità. A seguito della partenza di Fr. Mario Cetrini (…) venne in comunità Fr. Raffaele Paolucci, giovane di impegno e molto attivo. Insieme a Fr. Domenico si adoperarono alla crescita della Comunità educante. In questo stesso anno i due Fratelli crearono il centro sportivo La Salle, destinato a raccogliere i ragazzi sotto la disciplina del Basket. Intorno ad esso si associò un gruppo di collaboratori che vitalizzarono l’ambiente. Fra di essi va ricordato il Sig. Francesco Masala, Casula Italo e molti altri. Il centro sportivo La Salle con il tempo si trasformò in polisportiva La Salle, raccogliendo un numero sempre crescente di sportivi, sotto la testata del calcio, del basket, della pallavolo femminile. Per la pratica del calcio si dovette provvedere al campo di gioco. E in questo con la geniale e generosa opera del Sig. Masala, si occupò e preparò un terreno nel vecchio campo del vecchio aeroporto dove trovarono sede vari gruppi di atleti. Coloro che fin dall’inizio operarono per la realizzazione dell’attività motoria furono come accennato Fr. Raffaele Paolucci che fu il fondatore coadiuvato e ne raccolse l’eredità Fr. Domenico Anziani il quale rimase circa otto anni lasciando un’ impronta

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indelebile a Monserrato prima di essere trasferito in continente ove venne nominato Direttore nella Comunità di Santa Maria, poi di Acireale e di Pompei. Ma colui che fece fiorire in particolare lo sport fu Fr. Sante Brizi il quale proveniva dall’Istituto Leonardo da Vinci di Catania. Il suo trasferimento causò una lunga contestazione delle famiglie che si protrasse per più mesi. Le sue doti di educatore, di insegnante e di organizzatore sportivo si rivelarono ben presto anche a Monserrato, riscuotendo stima ed ammirazione presso famiglie e autorità. Intanto bisogna sottolineare che anche la formazione religiosa degli allievi si compiva con particolare premura. Le Prime Comunioni e le Cresime operate nel salone venivano preparate con cura particolare. Una di queste Cresime fu impartita dall’Arcivescovo di Cagliari Mons. Bonfiglioli, particolarmente affezionato dall’opera. E ciò avvenne il Santissimo giorno di Pasqua dell’anno 1974. Nell’inverno del medesimo anno fu celebrata a Cagliari la Giornata Nazionale della Bontà. Si svolse nell’aula Magna del Liceo Dettori di Cagliari, e il Direttore Fr. Adriano Mastrecchia dovette accettare il compito della celebrazione presenti le massime Autorità: Presidente della Regione, il Provveditore agli Studi di Cagliari, Presidi, Direttori Didattici, l’Arcivescovo, i Parroci e alcune classi dei corsi superiori. Il discorso fu ascoltato con grande attenzione. E questi terminava in questo modo: “ il fanciullo è una figura magica. Non riuscirete mai a metterlo fuori della vostra mente, ad allontanarlo dal vostro cuore. Quando avete un pensiero che vi turba, guardate il fanciullo che gioca, che prega, e vi sentirete pronti a rimettervi in cammino”. E’ inutile dire che questo incarico dette notorietà tanto al Direttore che all’Opera. Intanto la Scuola, dopo dieci anni dalla sua fondazione e sempre con lo stesso Direttore acquistò addirittura fama e le famiglie lottavano per guadagnare un posto di assegnazione ai propri figli. Ciò fu merito anche dei valorosi insegnanti laici ben selezionati e per la saggia applicazione dei metodi lasalliani. Fra questi insegnanti segnaliamo l’ottimo Sig. Gianni Orrù che rimase nell’Istituto ben quindici anni dal 1965 al 1980. Egli organizzò la filodrammatica con ottimi risultati. Guidò gli alunni con sapiente cura lasciando dietro di sé un felicissimo ricordo. A motivo della stima che l’ Arcivescovo di Cagliari Mons. Paolo Botto aveva per i Fratelli, affidò la Presidenza dello studio religioso dell’ Azione Cattolica per il concorso Veritas delle parrocchie e degli Istituti al Direttore Fr. Adriano Mastrecchia. A tal uopo gli venne affidata un’auto e insieme a Mons. Cossu visitò i vari centri parrocchiali, quali: Orzoli, Villanovatulo, Nurri, Mandas, le parrocchie urbane e altri centri. A fine anno presiedeva gli esami e i corsi relativi. Nello stesso tema di catechesi i Fratelli si avvicendarono quali membri di esame per la parte religiosa nelle Scuole Magistrali dell’Associazione Educatrice Italiana delle Suore di Carità a Cagliari, Istituto Sacro Cuore; come pure tennero il corso di religione agli uomini della parrocchia di S. Ambrogio a Monserrato; e annualmente

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tenevano il corso alle famiglie alle quali riguardava l’impegno della Prima Comunione e della Cresima dei propri figli. Nell’estate dell’anno 1973 il caro Fratel Domenico Anziani dopo cinque anni di permanenza nella Comunità, ha emesso la professione perpetua. La funzione solenne avvenne in una casa di esercizi sotto Albano Laziale, presenti la famiglia con la madre e il padre e poi la Comunità con il Direttore Fr. Adriano. Coronava così un felice periodo di apostolato e assumeva il titolo di Vice Direttore. Ancora per tre anni continuò con ritmo incessante l’apostolato fra i ragazzi della scuola e i giovani della Società Sportiva. Nel 1976 fu inviato nell’aspirantato di Torre del Greco, lasciando un grande vuoto nell’ambiente e nella Comunità ove era ben inserito. In seguito fu Direttore a S. Maria Capua Vetere (CE); poi Direttore ad Acireale e di seguito Direttore a Pompei. L’ Istituzione ha proseguito il suo cammino con grande affluenza di alunni guidati da attivi insegnanti (…) tra cui l’ottimo Fr. Raffaele (…) e il giovane Ottavio che meritò plauso per la sua attività educativa e in seguito ispirato dalla grazia iniziò e condusse a termine la vocazione sacerdotale esercitando contemporaneamente l’attività di giornalista nel settimanale cattolico “ Orientamenti”. Tuttavia l’attività ricreativa fu perfino incrementata con la collaborazione dei laici lasalliani, segnatamente nel campo sportivo “La Salle” che veniva sempre più organizzato. L’anno scolastico 1980-1981. Ha registrato un andamento normale tanto nel funzionamento scolastico, come in quello sportivo e ricreativo. Normali e direi ottime le relazioni con la parrocchia ove nel frattempo fungeva da parroco il Rev. Dott. Giovanni Serra cinquantenne, proveniente dalla vetusta parrocchia San Pantaleo di Dolianova. Il suo arrivo, avvenuto negli anni precedenti, in sostituzione di Don Giuseppe Iddas fu alquanto difficoltosa per una certa favorevole benevolenza della popolazione verso il parroco uscente. Comunque il nuovo assunto, dotato di una certa dose di virtù umana e ancora di virtù sacerdotale, trovò pian piano il favore della popolazione migliore in una parrocchia di antiche tradizioni. I Fratelli collaborarono nella maniera migliore possibile soprattutto per la preparazione ai sacramenti della Prima Comunione e della Cresima. Il Fr. Direttore non mancò di affiancare la sua opera essendo egli a conoscenza della situazione ambientale delle singole famiglie. Gli furono coadiutori vari giovani vice parroci che si avvicendarono nella collaborazione, fra questi Don Antonio Pilloni il quale frequentava la nostra casa; la domenica sedeva a mensa con i Fratelli e per l’insegnamento religioso usava i testi dei Fratelli. In seguito egli fu parroco di San Pantaleo in Dolianova. È da ricordare che nel periodo in cui la parrocchia era affidata al parroco Don Iddas, collaborarono in essa il Rettore del Seminario Mons. Cogoni il quale fu nominato Vescovo di Iglesias; poi Mons. Puxeddu, giovane professore in Seminario il quale in seguito fu eletto Vescovo di Lanusei; infine don Antonio Vacca eletto Vescovo di Alghero.

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(…) L’anno scolastico 1980-1981 si svolse all’insegna di una particolare attività scolastica ed extra scolastica. Gli alunni visitarono i Musei della città e parteciparono alle rappresentazioni del Circo Togni. In estate un gruppo di ragazzi della classe quinta guidati dal loro Maestro Fr. Sante parteciparono a una colonia estiva a Capo Comino con soddisfazione delle famiglie. Durante l’anno a motivo di danni sopravvenuti alla scuola elementare statale vicina, il fr. Direttore con buon intuito, nonostante le proteste di qualche confratello, mise a disposizione delle classi superiori della scuola elementare statale le nostre aule nel pomeriggio. Questa iniziativa si doveva rivelare felice in seguito come vedremo. L’impegno perdurò circa metà dell’anno scolastico. Anno scolastico 1982-1983 In questo anno ebbe luogo un fatto provvidenziale la cui portata rientra nella storia della Congregazione medesima. Ecco i fatti. Nella popolazione da tempo si avvertiva la necessità di una nuova parrocchia nella periferia est della cittadina. Al richiamo della popolazione, restavano sordi i due parroci anziani delle due immense parrocchie. Il reverendo Monsignor Piergiuliano Tiddia, vicario della Diocesi di Cagliari, ispirato dal Signore, si rivolse al Direttore della Comunità Fr. Adriano Mastrecchia. Il 2 febbraio ch’è il giorno dedicato alla Candelora il religioso insieme ad alcuni ragazzi volenterosi percorse le strade della periferia donando la candelina benedetta e una circolarina che annunciava l’inizio della nuova parrocchia. La popolazione esultava e si fece avanti per collaborare, offrendo anche denaro che il buon Fratello rifiutava, dicendo che per ora occorrevano pietre spirituali cioè le anime. La circolarina annunciava che domenica 12 febbraio si sarebbe celebrata la prima messa nell’atrio di una scuola materna nei pressi di via San Gottardo. L’ambiente scolastico fu messo a disposizione dal Direttore Didattico Sotgiu, il quale fu lieto di ricambiare la cortesia al Fratello Direttore il quale, come detto, si era prestato a mettere a disposizione alcune aule, durante i lavori di riparazione della scuola statale. Felice combinazione. La bidella, anima cristiana, veniva la domenica, preparava e riordinava l’ambiente. Il 12 febbraio 1982, il Rev. Don Giampaolo Serra celebrò la prima storica Santa Messa; presente la popolazione della periferia animata dalla Schola Cantorum di Fratel Sante. Il Direttore con voce commossa dette inizio con parole sentite e il Santo Sacrifizio consacrò l’inizio della Comunità Parrocchiale. Ogni settimana si teneva una riunione necessariamente nei locali di una famiglia compiacente. Si iniziava con la recita del Santo Rosario cui seguivano elevazioni spirituali e intense riunioni organizzative. Dopo circa 6 mesi di questa conduzione si decise di trovare un ambiente tutto nostro. Ciò avvenne nello stabile della famiglia Picciau Salvatore e Rosas Anna, persone molto religiose e impegnate. Si procedette alla ristrutturazione e in breve si ricavò uno scantinato luminoso contenete circa 150 persone nella via Claudio Fortunato, in aperta periferia.

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Qui si doveva restare per circa una decina d’anni. Venne il vicario Vescovo Mons. Tiddia a creare il nucleo di chiesa e l’anno seguente il Card. Vescovo di Cagliari Mons. Canestri ad erigerla quale parrocchia. La popolazione, grata ai Fratelli per l’azione della scuola e l’impegno parrocchiale, volle donare il titolo di Parrocchia San Giovanni Battista de La Salle. Con un po’ di sacrificio in questo oratorio si svolgevano tutte le sacre funzioni. Intanto il direttore Fratel Adriano aveva rivolto alla delegazione municipale la richiesta di un terreno per edificare il tempio e la casa parrocchiale. In una seduta tumultuosa, i consiglieri, pur dichiarandosi favorevoli all’opera altamente umanitaria dei Fratelli e per la loro educazione cristiana, in parte dissentivano sopra l’ubicazione da destinare. Ma infine a tarda notte, con dieci voti favorevoli e nove contrari si ottenne la destinazione desiderata nella proporzione di 5000 metri quadrati. Cominciò l’iter per i progetti e gli stanziamenti. Dopo ben 7 anni di attesa rompendo gli indugi, il parroco pro tempore Don Giampaolo Serra, decise di erigere un capannone sul posto, anche per lasciare lo stabile finora adibito per il quale si versava di affitto la somma di lire 400mila. Nel tempo meno di un anno 1982 operai volontari eressero uno splendido tempio prefabbricato, molto capiente, con piena soddisfazione della popolazione. Il nuovo Arcivescovo Mons. Ottorino Pietro Alberti venne a inaugurarlo solennemente e gli alunni parteciparono con un coro di voci efficacissime. Fra breve comunque si spera l’inizio della vera chiesa parrocchiale. La Chiesa attuale è arredata con uno splendido quadro di S. Giovanni Battista de La Salle e di una grande Via Crucis, pur essa donata, al pari del quadro, dai Superiori. La casa ha collaborato con varie provvidenze e la Comunità parrocchiale serba per i Fratelli e in particolare per il Direttore Fr. Adriano particolari sentimenti. La parrocchia agli inizi, come si può comprendere, non godette le simpatie dei due anziani parroci di Monserrato e in un certo qual modo questa fu avversata. La stessa sorte toccò a fr. Adriano promotore della medesima. Ma nel 1989 i due parroci per raggiunti limiti di età si ritirarono a vita privata dando corpo al noto proverbio: “Gli uomini passano, le opere restano”. I due nuovi sacerdoti, non ebbero alcun motivo di mettersi in difficoltà con la parrocchia La Salle e nella Pasqua del 1990 come biglietto di augurio composero un trittico con S. Ambrogio, Santissimo Redentore e San Giovanni Battista de La Salle nel mezzo. Insieme le tre parrocchie celebrarono, e tuttora celebrano, la processione del Corpus Domini e altre manifestazioni. A settembre dell’anno 1985 fu celebrato solennemente il 25° di fondazione dell’Opera (in coincidenza col decreto vescovile della nascita della parrocchia di S. Giovanni Battista de La Salle, n.d.t.). Le Comunità inviarono telegrammi di adesione. Ci fu la presenza del carissimo Visitatore fr. Piergiorgio che donò alla chiesa un ricco e grande calice. Fu presente alla santa Messa celebrata all’aperto, con la partecipazione della popolazione. Seguì un grazioso festino nella sala delle feste. Tutto lasciava prevedere un migliore cammino nel bene.

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Pure a settembre vi fu un incontro delle due comunità a Olzai. Nell’occasione il Visitatore illustrò gli orientamenti religiosi ed educativi per il nuovo anno. Nel frattempo nella casa di Olzai ove dirigeva la Scuola Media il Prof. Fr. Paolino Ercolani, per decisioni del Centro si chiuse l’aspirantato che esisteva da qualche decennio. L’iniziativa fu determinata dall’assoluta mancanza di perseveranza dei soggetti in formazione. Vi fu pure un’aspra reazione da parte della popolazione anche sui giornali che ebbe un lungo increscioso strascico. Nell’anno 1987 per le nuove disposizioni delle U.S.L. si dovette procedere all’impianto centralizzato del riscaldamento. Il lavoro fu sostenuto dalla Direzione del Centro per la somma di £.42 milioni. Fu eseguito dalla ditta Meloni con vera perizia la quale ha tenuto anche la manutenzione gratuita e altri accorgimenti ordinati dalla U.S.L. riguardo ai bagni, alle porte di comunicazione, illuminazione; tutto portato a termine con precisione. Ma anche la società sportiva con delega a Fr. Sante ha richiesto il ripristino del cortile, campo di gioco in gran parte avariato. La Direzione centrale di Roma ne sostenne la spesa che raggiunse diversi milioni. Comprendeva il sottofondo in massicciata, impianto idrico e infine pianelle al catrame. Perfettamente eseguita dalla Ditta Massidda già usata per lavori di casa. Altre previdenze furono aggiunte al completamento. Onde quadrare il lunario, come si dice, la casa sin dai primi anni mise a disposizione il salone per manifestazioni di festini per nozze, Prime Comunioni ecc. L’iniziativa fruttava alla Comunità un cespite notevole pur essendo essenzialmente a servizio sociale. Con la nuova Direzione e per le pressioni dei Fratelli, si sospese l’erogazione, obbligando a trovare in altro modo il cespite sospeso. La Comunità nel corso degli anni si è giovata di saltuarie erogazioni della Regione, del Comune, di qualche altro Ente, come la presenza costante dei Superiori che hanno voluto riconoscere l’opera gratuita per i poveri, sgorgata essenzialmente dal cuore del Fondatore San Giovanni Battista de La Salle. Così sinceramente non sono mancate le generose donazioni di generi alimentari come di indumenti e calzature della buona popolazione di Monserrato. È prevista attualmente una notevole trasformazione dei locali con una spesa che si aggira su alcune centinaia di milioni di lire (circa 900 milioni di lire, n.d.t.). La storia segnala una trasformazione del Centro Sportivo La Salle. Con l’inserimento di nuove forze giovanili, gli antichi dirigenti hanno lasciato la dirigenza della polisportiva. Il valoroso Francesco Masala ha lasciato la Presidenza. Prese il suo posto il Dottor Benito Perra, anch’egli personalità moderata e di rilievo. Condusse la Presidenza con fermezza e impegno dando ad ogni settore impulso e ordine. Risolse molteplici problemi dovendo provvedere spazi adatti per il numero crescente degli iscritti. Fra le altre cose, ottenne l’uso delle palestre delle scuole statali per gli allenamenti e le gare ufficiali.

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Ha pure dato il suo appoggio per le pratiche giuridiche eventuali anche della Scuola e della Comunità. Era fra l’altro esponente della Democrazia Cristiana, dando peso alle migliori decisioni. Lo affianca il signor Sotgiu Paolo che proveniva dalla comunità parrocchiale Santa Lucia di Cagliari. Egli in particolare organizzava la vita spirituale della Società Sportiva e della Famiglia Lasalliana: celebrazione della Settimana Santa, Via Crucis e Messe dialogate; inoltre periodiche manifestazioni anche ricreative e gite nella sua villa di Capoterra. In questo stesso periodo tornò al Padre l’ultima rappresentante dei benefattori della casa la Signora Jolanda Pintus Spiga ottantenne. Il consorte Anacleto Spiga era salito al premio dieci anni prima. Questi coniugi senza prole impiegarono la loro possidenza in molteplici opere di beneficenza. Finché furono in vita affiancarono l’opera dei Fratelli. Lasciarono la loro casa alla Congregazione di recente nascita a Guspini: le Suore di Maria Immacolata e Addolorata. Queste care Suore in prevalenza giovani ristrutturarono l’edificio con i fondi del Comune e istituirono una Scuola Materna comunale ben organizzata e decorosa. Molte altre opere di bene furono merito dei coniugi, animati di notevole pietà religiosa. Anacleto Spiga era originario di una famiglia di Serdiana mentre Jolanda Spiga era di origine di Monserrato. Anche le parrocchie si giovarono della loro singolare beneficenza. I loro nomi sono in benedizione e la Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane li annoverò nella famiglia dei benefattori con i suffragi ad essi riservati. Ma fra i nomi che vanno ricordati e tenuti presenti alla riconoscenza di alunni, famiglie e Fratelli vi è la governante, Signorina Maria Pia Sini. La Signoria Pia si trovò coinvolta nella creazione delle opere fin dagli inizi. Anzi i Fratelli la trovarono presente anche prima del loro arrivo. Ella era preposta alla preparazione della refezione dei giovanetti con grande zelo e scarse risorse. All’arrivo dei Fratelli con materna abnegazione curò la tenuta della casa, della Scuola e dei Fratelli con notevole disinteresse. Seguì l’evolversi dell’opera dando il suo validissimo apporto e curando con amore le necessità degli alunni. Ella fu a buon diritto una componente indispensabile del progresso della istituzione in tutte le opportunità materiali ma anche sociali. Godeva stima e rispetto dalla popolazione. Ella proveniva da una umile famiglia di otto figli di precarie condizioni. Ma legò la sua vita ai destini della Casa del Fanciullo. Di rimando, la Comunità e singolarmente il Fratel Direttore, furono paternamente presenti alle varie situazioni della famiglia che si sentiva molto unita alla casa. Coinvolta col movimento sportivo, si dedicò a lavare e riordinare le maglie dei giocatori che di settimana in settimana salivano di numero: un lavoro davvero grande e meritorio. La sua opera con gli accorgimenti propri delle massaie, fece progredire con positivi andamenti la cucina, la casa, le classi.

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Al termine di 32 anni di indefesso lavoro in concomitanza col cambiamento del Direttore, Maria Pia ricevette il dono prestigioso di affiliazione all’Istituto quale segno di riconoscenza. Ella a tutt’oggi è presente nella Istituzione. Restando sul tema dello sport, dilatandosi la società, alcune squadre, singolarmente quelle femminili della pallavolo, trasmigrarono a competere con altre società del Continente riportando preziosi trofei: Roma, Vercelli, Martinafranca e altre località senza dimenticare Sassari, Nuoro, Oristano ecc. (…) La città di Monserrato conta circa 25 mila abitanti. La popolazione, abbandonata in gran parte l’agricoltura e in particolare la produzione della ………….., si è riversata nel capoluogo, impiegandosi nelle industrie e uffici del Comune. Comunque il livello economico e culturale è molto cresciuto e nell’interno della città proliferano piccole industrie, discreti negozi di ogni genere. Comunque Monserrato gestisce una delle cantine sociali più grandi dell’Isola e ancora dell’Italia medesima. Nell’anno 1952, dopo intenso studio e impegno sociale da parte della cittadinanza, la città di Monserrato è tornata Comune autonomo distaccandosi dal capoluogo Cagliari, con grande esultanza della popolazione la quale in questo evento vedeva solo grandi vantaggi senza ascoltare i consigli di uomini eminenti che mettevano in guardia per gli eventuali danni che ne potevano derivare. Ora la comunità monserratina si dibatte nelle difficoltà derivanti dalla nuova organizzazione. Il primo sindaco è il professor Giuseppe Marras, già alunno dei Fratelli delle Scuole Cristiane e da tutti apprezzato e onorato come nobile personalità. Ma il cammino della Scuola della Casa del Fanciullo non si è arrestato. Intanto bisogna dire che la popolazione scolastica della cittadina è andata vieppiù aumentando moltiplicando gli edifici per la Scuola Elementare come quella Media. (…) Improvvisamente il calo demografico. Quando arrivarono a Monserrato i Fratelli, ogni famiglia comprendeva un numero alto di componenti, circa otto figli per nucleo. Ora la Sardegna si è adeguata al ritmo nazionale, cioè uno o due figli a famiglia. Ciò ha determinato un calo fortissimo nell’ambiente scolastico. Ciò ha determinato serie difficoltà tra il Corpo Insegnante. Senza voler darsi una nota di orgoglio si deve constatare che la Scuola dei Fratelli non ha mai patito carenza di alunni. La Scuola fin dalle origini ha conservato un andamento gratuito e addirittura di beneficenza. In questo asilo di bontà tutti hanno sempre trovato benevolenza, accoglienza e, nella misura del possibile, anche aiuto. La Direzione ha operato anche attività sociali per le persone in necessità, come servizio sociale. In questo senso è venuto spesso in soccorso il Centro della Congregazione. Le famiglie tentano ogni mezzo per conquistare un posto di scuola nella Casa del Fanciullo. Molto spesso il Direttore, unico responsabile delle accettazioni, si è trovato in serie difficoltà. Hanno trovato un posto bambini di persone rappresentative e perfino i figli del Direttore Didattico della città.

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Per ottemperare alle ordinanze ministeriali, più che per necessità, si apre la scuola anche alle bambine. Ciò potrà avviare a una eventuale carenza di alunni che oggi non si avverte. Intanto a fianco alla Scuola Elementare sta crescendo la Famiglia Lasalliana. La simpatia dimostrata dai genitori degli alunni e i parenti dei ragazzi dello sport, ha creato un complesso di collaboratori i quali frequentano l’opera per due motivi ben chiari: il primo è quello di partecipare allo spirito che anima la casa e in secondo luogo per prestare opera di aiuto di collaborazione in svariate attività educative. Il numero delle persone ed il calore del loro impegno ha determinato un movimento oltremodo importante e dando robustezza all’Opera ed edificazione alla città. Queste persone partecipano alle funzioni festive, organizzano le varie feste, rendendole vivaci e gradevoli. Alle varie ricorrenze si uniscono sovente autorità civili e religiose, in particolare alle premiazioni sportive e scolastiche con la distribuzione di ricche coppe, medaglie e targhe. Questo materiale in gran parte viene offerto e donato da Enti, industrie, negozi e privati con tradizionale generosità. La casa per queste manifestazioni all’aperto ha potuto reperire un suntuoso palco che gli amici operai attrezzano di volta in volta con molta perizia. La popolazione partecipa e assiste, in particolare ai festival canori, detti “Cantausu impari”. Per rendere la coreografia più splendida, persone dotate di ingegno preparano tabelloni enormi colorati e dipinti in maniera leggiadra. Tra questi vanno segnalati i coniugi Deiana Pietro e sua moglie Bergamaschi Miriam che impegnano le loro qualità particolari e impegnano pure le loro risorse. Per la raccolta del materiale, targhe, coppe, medaglie va resa gratitudine a Tonino Solinas portalettere che ha saputo reperire il necessario da svariati punti di vendita. La Casa nel settore sportivo possiede una ricca stanza di trofei, denominata “tempio dello sport”, da tutti ammirata. Per la formazione religiosa, la Direzione della Casa ha impegnato la massima cura, preparando e abbellendo una cappella più decorosa. Col passare degli anni, si rese necessario prolungarla verso la strada contenendo e rinforzando il soffitto. Ciò permise di fare posto a tutte e cinque le classi della scuola. A tal uopo il sabato mattina si svolgeva e si svolge tuttora una festosa e canora santa Messa che pur non essendo festiva, ravviva la fede dei giovani in preparazione alla domenica. La domenica mattina la Messa è sempre gremita e la cappella diviene angusta per la partecipazione di alunni e famiglie. Così pure la Messa prefestiva del sabato sera. Queste sante Messe furono sempre ravvivate dai canti preparati e fatti eseguire singolarmente da Fratel Sante il quale ha una particolare disposizione alla musica. La Messa domenicale segnata alle ore dieci, segna l’occasione di un felice incontro con la Famiglia Lasalliana, e i partecipanti si trattengono dopo la Messa in cordiali colloqui e assistono alle gare che normalmente si svolgono nel cortile della scuola. Questi incontri si ripetono la domenica sera dandosi appuntamento a “la Salle”, come ormai si dice, per trascorrere una serata serena e felice insieme ai propri figli. Il fatto che la Casa sia abitualmente aperta a tutti genera nell’opinione pubblica una positiva reazione di benevolenza e di consensi.

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Per sottolineare l’azione sociale dell’Opera monserratina, si vuole sottolineare l’impiego dei locali, in particolare la sala del teatro, per lo svolgimento di riunioni richieste da varie condizioni sociali a titolo gratuito. Parallelamente funzionano, ancora prima della venuta dei Fratelli, due Comunità di suore che tengono pure loro una funzione scolastica. Le prime, le Suore di Maria Ausiliatrice di Don Bosco, le quali svolgono da decenni una positiva influenza, avvicinando ogni strato di famiglia e promuovendo varie attività educative e sociali. Per aver lo stesso spirito religioso ed educativo, sono in ottima sintonia con la Comunità dei Fratelli, si scambiano servizi ed inviti nelle varie manifestazioni. Per un misterioso e quanto mai benefico influsso hanno a loro attivo fin dal passato una corrente favorevole di vocazioni quasi tutte indirizzate alla propria Congregazione. Attualmente tre giovani sono al Noviziato di Roma, via della Camilluccia. Si può dire in totale circa venti suore. Un miracolo! In verità anche nel nostro ambiente è maturata qualche felice vocazione. A motivo della mentalità sarda che non concepisce una vocazione maschile priva di sacerdozio, alcuni nostri alunni hanno scelto quella via. Tanto vale tra questi ricordare Padre Marco Milia resosi Savericuro (sic)1 Missionario tuttora provinciale nella Spagna. Poi Giuseppe Argiolas il quale dopo aver compiuto gli studi si è reso religioso focolarino. E’ stato ed è tuttora molto vicino ai Fratelli. L’altro Istituto di suore esistente a Monserrato sono le Suore di Nostra Signora della Mercede le quali oltre la Scuola Materna ed elementare, come le suore Salesiane e come i Fratelli esse possiedono un edificio assai vasto e comprende pure una fiorente scuola media e Istituto Magistrale l’uno e l’altro parificati. (…) Hanno l’edificio attaccato alla parrocchia S. Ambrogio, alla quale prestano in verità il loro contributo di assistenza. Il terzo Istituto esistente a Monserrato è costituito dalle Suore di Maria Immacolata e Addolorata in via Deroma. Fu il lascito dei nostri stessi benefattori. E’ costituito dalla sola Scuola Materna ben gestita, i cui bambini normalmente terminato il corso vengono a Scuola dai Fratelli. Annesso alla loro Casa ristrutturata c’è un importante oratorio chiesa detta di S. Valentino (sic)2. Colà i Fratelli presiedono particolari funzioni, particolarmente il giorno due novembre per i defunti. In una commemorazione venne dalla Sicilia Padre Sorge Gesuita, amico dei defunti benefattori che egli ricordò nella omelia che tenne durante la Messa. Per l’assistenza spirituale dei ragazzi che frequentano l’opera dei Fratelli dobbiamo ricordare Padre Giorgio della Comunità di Don Orione annessa alla chiesa di San Salvatore3. Egli con assiduità veniva tutti i sabati mattina, celebrava la Santa Messa nel teatrino che poteva ospitare tutti gli alunni. Sapeva rivolgere parole semplici ed efficaci, raccolte pure dalla sua esperienza di sacerdote ancor giovane e dalla sua infanzia di

1 Saveriano, (nota del trascrittore = ndt). 2 S. Valeriano, (ndt). 3 Parrocchia in Selargius, (ndt)

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giovanetto semplice e povero. Fra l’altro narrò che un giorno in campagna scorse un capretto selvatico impigliato in un arbusto e non riuscendo a liberarsi, stava per morire strangolato, Egli riuscì a liberarlo e a rimetterlo in libertà. Questo sacerdote e amico provvedeva pure alle confessioni dei giovanetti. Interveniva anche alle funzioni solenni assistendo l’Arcivescovo nella impartizione della Santa Cresima. A lui toccò più volte la fortuna di presiedere e conferire la Prima Comunione ai nostri bambini. La parrocchia non bene edotta delle competenze attribuite agli Istituti di Diritto Pontificio cioè con approvazione ecclesiastica al pari dei seminari, a malincuore lasciavano compiere nella nostra chiesa questi Sacramenti conferiti peraltro, singolarmente la Confermazione, dall’Arcivescovo medesimo. Con la Congregazione di Don Orione di Selargui4 la nostra Comunità era in intima relazione. In occasione della creazione a Parrocchia della loro chiesa, il Fratello Direttore prese parte per la durata di un mese alla sacra Missione, tenendo conferenze nelle famiglie nella zona di Via Calatafimi, ecc. unitamente al novello parroco Don Valerio il quale di questa popolare catechesi fu particolarmente grato. In quel periodo iniziale dal 1960 al 1970 era Superiore della Casa Don Giuseppe Giampaolesi uomo maturo e molto apprezzato dal popolo. Essendo pure Superiore dell’Aspirantato di Don Orione, invitò il Direttore dei Fratelli a tenere una conferenza ai ragazzi in formazione ogni settimana. Si instaurò fra le due comunità una fraterna amicizia e nelle feste principali ci si scambiava l’invito. Don Giuseppe era di salute precaria e nella sua comunità trovava quelle attenzioni che gli giovavano. Per cui ancora oggi alle soglie del duemila è lì presente come utile riferimento spirituale. Altri Padri che si prestavano alla crescita spirituale della nostra Opera furono don Cesare poi divenuto Direttore al luogo di Don Giuseppe e l’amabile Don Andrea Curreli divenuto ivi parroco poi trasferito a Roma in archivio della Congregazione. A Selargius nelle alterne vicende perdura l’esistenza di quell’aspirantato che in verità dà qualche buon frutto di vocazione religiosa. Con loro fu nostro collaboratore Don Elio ora defunto il quale sostituì Fr. Direttore, poi Fr. Alberto e Fr. Domenico nell’insegnamento religioso e agli esami della Scuola Magistrale a Cagliari presso la Scuola di formazione delle Maestre d’Asilo che fa parte dell’Associazione Educatrice Italiana fondata dal compianto Fr. Alessandro Alessandrini. E’ diretta dalle Suore della Carità in primo piano Suor Giovanna. I Fratelli si fecero apprezzare per la loro competenza e il loro impegno che negli esami si protraeva per tutto il mese di luglio. Questo Istituto ha preparato molte brave insegnanti di Scuola Materna in Sardegna ispirate a sentimento religioso. Proseguendo la numerazione dei collaboratori sacerdoti troviamo in primo piano il salesiano Don Puxeddu5 il quale da ben 32 anni è cappellano della Messa prefestiva

4 Selargius, (ndt) 5 Di nome Vittoriano, (ndt)

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del sabato con costante impegno e generosità. Converrà nel tempo importante e opportuno procurare un festeggiamento come segno di gratitudine. Con lui Don Piero Villasanta del clero diocesano che in vari periodi fu cappellano per la Messa mattutina o pomeridiana dei Fratelli. Per di più confessore abituale dei ragazzi, fu in ogni circostanza vicino ai Fratelli. Per concludere questo capitolo, viene il venerato vegliardo Don Antonino Murru monserratino, autore di commedie celebri con senso cristiano, messe in scena nel circolo S. Ambrogio che egli diresse egregiamente prima della guerra. Fu Parroco 29 anni a Orzoli (sic)6 , poi cappellano dell’Ospedale Santa Trinità (sic)7: ora in pensione. Per vari anni ogni martedì celebrò la S. Messa pomeridiana alle ore 17. Anima di apostolo e cuore genroso (sic)8 dono alla Cappella il messale post Concilio. Su tale libro vi è una dedica in latino come testimonianza. La Messa festiva della Domenica fu appannaggio del sacerdote monserratino Don Silvestro Crucca, già parroco di Serri e ora cappellano all’Ospedale S. Trinità. Affiancata alla nostra cappella è sorta una piccola congregazione di preghiera, il mercoledì alle ore 16,30. Ne fanno parte Cecilia Cicotto giovane madre, Rossana Mameli signorina, Teresa Mulliri, Luisa Zucca, Putzu Nanna e altre ancora; in tutto una decina. Il centro della devozione è il Santo Rosario, con meditazione. Guidava il piccolo gruppo il Direttore Fr. Adriano il quale con esortazioni adeguate teneva vivo il fervore delle componenti. Ad esse non mancava mai la S. Messa che chiudeva l’incontro. Partito il Direttore, il sodalizio continua con qualche difficoltà ma con vivo amore. Si ispira alla devozione: Regina della pace di Mesugorie (sic). Cronologicamente nell’anno 1990 al 15 settembre compare nella Comunità il caro Fr. Marcellino(sic)9 proveniente dalla Comunità Polo VI di Castelgandolfo ove in qualità di Direttore aveva diretto quella fiorente Scuola per ben 12 anni. Il trasferimento non fu senza traumi e per lui e per le popolazione. Dopo un periodo di ambientamento inevitabile si inserì bene nella nuova opera, come insegnante nella classe terza e soprattutto come responsabile della polisportiva. Fra essa procurò molti amici coi quali legò la sua attività multiforme. Facendo riferimento alle sue varie possibilità ottenne molte facilitazioni a favore del centro sportivo. Procurò tra l’altro un prezioso tabellone elettronico segna-punti del valore di alcuni milioni. Di seguito fece avere maglie, palloni e altro materiale. Quell’anno curò particolarmente il gruppo della prima Comunione della sua classe in armonia colla parrocchia. I dirigenti dello sport gli sono rimasti affezionati anche quando, e ciò era proverbiale, fu chiamato dalla fiducia dei Superiori in qualità di Procuratore al Collegio S. Giuseppe ove gli amici della Sardegna trovano accoglienza ed ospitalità.

6 Orroli, (ndt) 7 Ospedale Santissima Trinità in Cagliari, (ndt) 8 generoso (ndt) 9Sebastiano Zuccari, (ndt)

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La persona che merita maggiore riconoscenza da parte della Congregazione è la Signorina Mria (sic)10 Pia Sini, di Monserrato, abitante in Via Leone XIII, N. 8, la quale è rimasta a servizio della Casa del Fanciullo per oltre 30 anni. Si trovò presente nell’opera fin dal 1960 cioè prima ancora che arrivassero i Fratelli. Aveva allora circa 20 anni. Con grande solerzia si dedicò alla refezione dei poveri ragazzi con scarsissima comodità, e poi la tentua (sic)11 della Scuola come l’assistenza dei Fratelli e della cucina. La sua attività divenne al tempo indispensabile e in qualunque frangente lei si prodigava con affettuosa cura. Poi come detto curava la pulizia e la custodia delle maglie dello sport sempre crescendo. Anche i suoi parenti nella occasione hanno ognora prestato il loro contributo in vario genere. Al compimento dei 30 anni di devoto servizio il Superiore Generale ha conferito alla cara Signorina l’Affiliazione all’Istituto. Il privilegio le venne conferito ai primi di settembre 1992 in occasione in (sic) una celebrazione eucaristica presente il Visitatore Fr. Osvaldo e altri Fratelli passati di Comunità a Monserrato come Fr. Tullio, Fr. Domenico, Fr. Lorenzo e il nuovo Direttore Fratel Mauro Finelli (sic)12 . A conclusione dell’omaggio fu offerto alla Signorina un viaggio pellegrinaggio che ebbe luogo nella Pasqua del 1993 l’11 aprile: viaggio che segnò Pompei, Gallipoli, S. Maria Capua Vetere, Roma e infine Capo Comino. La Signorina raggiunti i limiti d’età continua validamente il servizio nella Casa con la solita solerzia13. Nel viaggio a Roma fu ospite dei Fratelli del Collegio S. Giuseppe e festeggiata in qualità di affiliata. E’ evidente che l’anima dei festeggiamenti e del riconoscimento fu il Direttore Fr. Adriano Mastrecchia ormai ottantenne e ancora valido educatore il quale dalla Signorina ebbe la più valida collaborazione. Ad essa poté affidare le responsabilità della Casa e donarle tutta la fiducia possibile. Il Signore le dia compenso sulla terra e nell’al di là dei suoi insigni meriti. Contatto della Scuola con le Parrocchie Quando giunsero i Fratelli, a distanza di due chilometri circa stava sorgendo la nuova parrocchia intitolata al SS. Redentore. Iniziò in un ampio e accogliente padiglione con la collaborazione di tutto il paese: operati, trasportatori, manovali, e umile e generosa gente. Fu guidata e poi officiata dal Rev. Parroco Don Paolo Deiana, oriundo di Selargius ma vissuto a Monserrato in quanto lo zio Canonico Deiana fu per lunghi anni Parroco della Chiesa madre di Monserrato e tutti i vecchi parrocchiani ricordano con stima e affetto. Don Paolo crebbe accanto a Lui e divenuto prete esercitò il suo ministero nelle parrocchie vicine a cominciare da Sinnai come Vice Parroco. Alla data della creazione della parrocchia monserratina, egli proveniva dalla parrocchia di Dolianova in qualità di parroco.

10 Maria (ndr) 11 tenuta, (ndt) 12 Al secolo LucianoSpinelli, (ndt) 13La signorina Maria Pia Sini è deceduta il 31 dicembre 2007.

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Carattere forte e organizzativo creò in poco tempo una Comunità funzionante che man mano venne aumentando di numero. Egli ebbe molta influenza nella vita civile e sociale della città. I Fratelli dettero una mano per la formazione dei gruppi con corsi di conferenze formative. Egli fu sempre amico dei Fratelli e riconoscente. Li invitava nelle feste e nelle gite. Nei festeggiamenti di commiato, i Fratelli fecero pervenire al Parroco uscente una solenne benedizione del Papa effigiata in una pergamena finemente incorniciata. Egli era stato fondatore e conduttore della parrocchia (sic) circa 35 anni. Mentre la parrocchia primordiale era in mano di Don Iddas che dopo quattro cinque anni venne rimosso, andò missionario in Germania ma poi tornò con varie occupazioni, e morì prematuro di cirrosi epatica. Al suo posto subentrò il Rev. Dott. Giovanni Serra che doveva guidare la parrocchia per ben 17 anni. In questo periodo non vi furono novità particolari e taluno mal sopportò l’avvicendamento del giovane parroco uscente, Don G. Iddas. Comunque il nuovo sacerdote dotato di prudenza e spirito di pietà condusse con bontà e umiltà il gregge di Cristo. Non gli si tolse di dosso l’eccessivo attaccamento al danaro che pure riceveva in una parrocchia così prospera. Anch’egli lasciò per limiti di età, i 75 anni ed ora lavora come archivista della Diocesi.14 La terza parrocchia detta San Giovanni Battista de La Salle è in mano come detto a Don Giampaolo Serra ancora vegeto da vari anni, circa 7 per la cronaca, si dibatte per la costruzione del tempio definitivo. Ci auguriamo che possa costruirlo e inaugurarlo non ostante le difficoltà. Le prime difficoltà come accennato, vennero proprio dai due parroci anziani. Ma già si desidera una quarta parrocchia nella zona nord della città verso Sestu ove si sono insediati varie affollatissime cooperative di palazzine con popolazione densa. A oriente della città è risorto un antichissimo oratorio detto Santu Luxiori cioè San Lussorio. I Fratelli hanno secondato partecipando alla prima risorta festività producendo in largo spiazzo un famoso festival, eseguito di notte al lume dei riflettori e al quale partecipò gran parte della popolazione monserratina e Selargina essendo il tempio fra i due Comuni. L’edificio fu riportato all’antico stile romanico antico e circondato da vetusti pini e costruzioni dell’epoca. Il complesso notevolmente ampio non è ancora portato a termine ma si spera con l’interessamento di cooperatori della Casa del Fanciullo e tecnici pur essi molto vicini alla nostra opera. Sulle basi di una popolazione lasalliana che si aggira oltre cinquanta persone molto vicine e attaccate all’opera dei Fratelli, non doveva costituire difficoltà enucleare i componenti in associazione statuaria (sic)15 secondo i dettami della Famiglia Lasalliana.

14 Mons. Giovanni Serra, canonico della cattedrale di Cagliari, è deceduto nel 2006. 15 Statutaria, (ndt)

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Per raggiungere questo traguardo il Visitatore Fr. Osvaldo16 nell’anno 1993 per due volte scese a Monserrato per comunicare i dettami del sodalizio al quale varie famiglie posero seria attenzione. Quindi nel mese di gennaio 1993 il Fratello Assessore Fr. Di Giovanni potè esporre i termini dello statuto che venne redatto provvisoriamente. Ne risultò presidente l’ex alunno Giuseppe Lai, con l’assistente ecclesiastico Don Antonino Murru già vicino alla opera lasalliana. Nello stesso 1992 settembre 1993 (sic) fu inviato nella Comunità come postulante un caro giovane Antonello17 accompagnato dal nuovo Direttore Fr. Mauro18 dalla sua città di Gallipoli. Egli ha mobilitato varie iniziative educative singolarmente teatrali a sfondo religioso come dramma natalizio, dramma lasalliano. Si è distinto per l’insegnamento religioso. Per procurare un diversivo alla nostra governante signoria Pia, nella Pasqua del 1993 si organizzò un viaggio a Gallipoli patria del giovane con la Comunità e la festeggiata Maria Pia; (sic) poi si recarono a Santa Maria Capua Vetere a far visita a Fr. Sante veterano della Casa di Monserrato e infine visita a Fr. Adriano già Direttore che risiedeva al Collegio S. Giuseppe ove la Signorina veterana fu festeggiata dal Direttore del Collegio e dalla Comunità. Restando nel tema della Comunità c’è da segnalare la particolare ospitalità offerta alle comitive dei Fratelli venute in Sardegna il più delle volte a scopo di turismo. Di volta in volta la Comunità ha ospitato, oltre ai Superiori che si sono succeduti, ancora gruppi di vario genere: come i parenti dei confratelli. Da segnalare nel 1975 la Commissione interprovinciale d’ Italia con i due Visitatori e Consiglieri. L’intera Comunità di Milano Gonzaga con a capo l’ottimo Direttore Fr. Bruno. La Comunità di Vercelli: il gruppo di animazione cattolica di Viterbo (sic) da Don Raffaele parroco della Sacra Famiglia di Viterbo. Da aggiungere la Comunità della Scuola La Salle del Colle. La Comunità di Catania il lunedì di Pasqua reduce dal ritiro spirituale seguito a San Pietro di Sorzes (sic)19 in occasione della Pasqua. Una Commissione dei Consiglieri della Casa Generalizia. Le suore della Casa Generalizia a più riprese in estate guidata dal caro Fr. Pasquale economo. La Comunità di Acireale, di Pompei ed altri Fratelli singoli. Fra i Superiori diretti, in ordine di calendario Fratel Mansueto Guarnacci che può definirsi il fondatore e si premurò ancora di ottenere la parificazione della Scuola elementare. Fratel Silvestro Deodati, il quale istituì l’aspirantato di Olzai il cui affetto fu effimero, Fratel Tullio Crocicchia particolarmente affezionato all’opera. Fratel Pasquale Sorge simpaticamente per Monserrato.

16 Tafaro 17 Pedaci 18 Spinelli 19 Monastero di San Pietro di Sorres, a Borutta in provincia di Sassari (ndt)

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Fratel Piergiorgio Trippanera che donò alla Comunità un prezioso calice in occasione del venticinquesimo della Fondazione. Fratel Osvaldo Tafaro animato da idee di cambiamento di trasformazione di costruzione in procinto di avvio. Oltre al Superiore Generale Fr. Charles Henry che venne solennemente in visita ufficiale, si deve ricordare il Superiore Generale Fratel Pablo Basterrechea che visitò la Casa, la Comunità e in genere anche la Sardegna. Infine, anche Fr. John Johnston, superiore generale, fu accolto dalla Famiglia Lasalliana e dagli alunni. Gli Arcivescovi della Diocesi di Cagliari. Il già nominato Arcivescovo Mons. Paolo Botto. Egli edificò il monumentale seminario diocesano negli anni “60 pieno di aspiranti al sacerdozio. Di Monserrato ve ne furono 15 e di essi oggi vi sono alcuni sacerdoti nel clero diocesano. Figura imponente e autoritaria ma tenero coi giovani seminaristi. Dopo il 1965 colpito da infarto, lasciò la diocesi e poco dopo lasciò questa terra. Gli subentrò l’amabile Mons. Bonfiglioli che attirò l’affezione dei diocesani. Mostrò una particolare compiacenza verso i Fratelli e si compiacque di conferire per più anni la confermazione ai giovanetti della Casa del Fanciullo. Dopo dieci anni gli successe il giovane Mons. Alberti Vittorino(sic)20 nuorese. In occasione della nomina del nuovo Direttore nel 1992 egli inviò una lettera altamente significativa al Direttore uscente Fr. Adriano. Vanno nominati il Vescovo Mons. Tiddia (sic)21 che oggi è Arcivescovo di Oristano, ma a Cagliari fu Vicario dell’Arcivescovo Bonfiglioli. Fu egli a dare incarico a Fr. Adriano di costruire la parrocchia La Salle (sic). Partendo per occupare la sede arcivescovile di Oristano salutando disse ai Fratelli: “Dite ai Superiori che accoglierli (sic)22 con soddisfazione i Fratelli a Oristano”. Altro prelato è Mons. Tarcisio Pillolla vescovo Vicario di Cagliari. Fu insegnante di religione e collega di Fr. Adriano. Li legò una grande amicizia, con lui e la sua famiglia. Fu pure Vicario molto influente Mons. Canonico Elvio Sitzia, particolarmente considerato in diocesi. Protesse i Fratelli e conferì la Cresima ai giovanetti per vari anni. Concludo queste notizie storiche di quest’opera lasalliana, improntata al più genuino spirito lasalliano cioè indirizzata essenzialmente alla categoria dei poveri della periferia della città.

20 Il nome esatto è Ottorino Pietro Alberti (ndt) 21 Di nome Piergiuliano (ndt) 22 accoglierei (ndt)

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Mettendo in pratica le direttive originarie della Congregazione l’immagine dell’opera e particolarmente della scuola, riscopre tutte le previdenze dettate dalle regole iniziali. Lo spirito del Santo, divenuto povero volontario, nel secolo della opulenza di alcuni strati della nobiltà, aleggia in tutte le iniziative della Casa. Nello svolgere dei decenni e attraverso le non lievi difficoltà e direi privazioni della sua ancora breve storia, si sono ripetute le virtù e i fioretti dei primi Fratelli. Ma i Fratelli stessi, animati da un amore evangelico, affrontarono sempre con entusiasmo le inevitabili privazioni, tollerate con giovanile entusiasmo. Bisogna aggiungere che la Provvidenza è stata sempre presente ed attuale in tutte le occasioni e molti problemi che periodicamente si presentavano, e apriva la strada per la soluzione dei medesimi. E infine non va sottovalutato ancora la sensibilità della popolazione, sempre presente e sempre sensibile nella opportunità dei Fratelli e degli alunni. Ma in particolare va segnalata la premura dei Superiori, i quali hanno paternamente assistito la Comunità affinchè la Scuola avesse una funzionalità normale e non diversa da quella delle altre Istituzioni. Come nota ricreativa, fin dall’inizio l’opera ha avuto giovamento e utilità, per la vicinanza del litorale, singolarmente il Poetto, arenile felice per il tempo libero dei ragazzi. I Fratelli di frequenza hanno facilitato la pratica del mare. I Fratelli più giovani, con gruppi organizzati si sono prodigati a tale fine. Sono stati organizzati soggiorni anche nella Colonia a Capo Comino. Una volta ci si è andati anche con un gruppo di famiglie che, come Comunità che ha iniziato una realtà di Famiglia Lasalliana, ha proseguito il dialogo costruttivo di formazione lasalliana. Ma la sede nella quale si è andati più di frequente è stata nel litorale di Villasimius ove ci sono Case e Colonie di Suore molto ospitali che hanno permesso di ospitare i gruppi. Anche le nostre famiglie spesso hanno messo a disposizione le loro case al mare spesso rustiche ma con radure per i giochi dei partecipanti. Fra queste va segnalata la casa colonica del sig. Paolo Sotgiu (sic)23 sul Lido Capoterra il quale ospita i nostri gruppi per passeggiate di Pasqua e nel periodo estivo con molta liberalità. Ha dato l’ambiente a qualche gruppo proveniente dal Continente come l’Associazione parrocchiale della Sacra Famiglia di Viterbo nell’estate del 1992, mese di agosto, guidata dal Parroco Don Raffaele già Fratello delle Scuole Cristiane. Il proprietario, associato ai nostri gruppi di perseveranza l’ha posta a disposizione dei giovani venuti nell’Isola. Come curiosità storica, i Fratelli hanno esteso la loro attività educativa religiosa e sociale ancora nei piccoli centri del circondario di Cagliari, più propriamente nel Campidano i quali fanno necessariamente riferimento al Capoluogo Cagliari. Fra essi i più prossimi e più facilmente raggiungibili sono: Pizzi (sic)24 legato al Comune di Cagliari ove sorgono quattro parrocchie i cui parroci hanno di frequente 23 Soggiu (ndt) 24 Pirri, circoscrizione di Cagliari confinante con Monserrato (ndt)

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sollecitato la collaborazione dei Fratelli e ove si sono verificati frequenti incontri sportivi tra i loro e i nostri ragazzi. La cittadina di Elmas con l’importante aeroporto internazionale nella cui unica parrocchia di San Sebastiano un Fratello ha tenuto come già accennato più corsi di catechesi a Suore e Catechiste. Intorno alla cittadina in questi ultimi decenni sono sorte numerose industrie nelle quali hanno trovato lavoro diversi nostri ex alunni. Sestu, dove sta sorgendo e ultimando la poderosa città universitaria, dopo l’esproprio di terre che furono oggetto di lunghe contestazioni, e dopo si spera che molti giovani di Monserrato che sta ai confini, possano trovare occupazione. Nel territorio 25 sorge la bella chiesa campestre di San Lorenzo meta di pellegrinaggi e di feste singolari e qui ricordata perché fu oggetto delle previdenze benefiche dei benefattori della Casa del Fanciullo, i compianti Signori Anacleto Spiga e Jolanda Pintus. Va segnalato Selargius, il cui nome antico Selarium26 romano fu centro e smistamento del sale. Nella chiesa parrocchiale27, simile a una monumentale basilica, si svolge ogni anno il matrimonio Selargino nei fastosi costumi di epoca con riti liturgici in dialetto sardo (sic)28 . Gli sposi che sopravvengono al tempio su carri separati e carichi di mobili antichi per l’arredamento familiare, escono dopo il sacro rito, dalla chiesa legati a una medesima simbolica catena di ferro. I monserratini, il cui paese è limitrofo, affluiscono numerosi ai festeggiamenti e si prolungano per vari giorni. Sinnai è cittadina posta su di un’altura ma che non ha nessun riferimento al nome biblico se non nella nomenclatura costituisce un luogo ameno e refrigerante per il periodo estivo soggetto alla grande calura per i paesi situati intorno al litorale. E non pochi abitanti di Monserrato vi hanno costruito la propria casetta a prezzi modesti; alle pendici sorge la pineta, tra le più estese e celebri della Regione. La Patrona Santa Barbara, è celebrata con il concorso dei paesi vicini. Ma la città più rappresentativa e più grande è Quartu Sant’Elena, patrona della città e alla quale è dedicata una basilica grandiosa, la più celebre di tutta la Sardegna (sic)29. Consta ben 70 mila abitanti e pur non essendo capoluogo di Regione (sic)30 a motivo della vicinanza con la capitale (sic)31 della Regione cioè Cagliari, conta maggior numero di abitanti, dopo Cagliari e Sassari. Possiede pure lei il privilegio di essere affacciata al mare con un ampio golfo e possiede una spiaggia invidiabile per il suo immenso arenile. La città ha dato alla chiesa numerose vocazioni sacerdotali fra cui due Vescovi recenti, amici e collaboratori dei Fratelli.

25 di Monserrato denominato “Piana di San Lorenzo”, al confine con Sestu e Cagliari (ndt) 26 Cellarium, (ndt) 27 Intitolata alla Beata Maria Vergine Assunta, (ndt) 28 In lingua sarda, variante campidanese (ndt) 29 Una tra le più importanti dell’isola (ndt) 30 Provincia (ndt) 31 Capoluogo (ndt)

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Di altri poniamo solo il titolo per brevità: Maracalagonis paese agricolo, Dolianova con la basilica romanica, già sede vescovile. Ivi il parroco negli anni ’80 Mons. Antonio Pilloni, già cappellano dei Fratelli. Quartucciu, divenuto comune (sic)32, distaccatosi dal Capoluogo come Monserrato. Da queste ridenti cittadine, più di qualche alunno è venuto a frequentare la Scuola dei Fratelli di Monserrato, richiamato dalla serietà dello studio e dalla formazione seria impartita dagli insegnanti della Scuola Parificata detta “Ernesto Pintus”.

32 Autonomo (ndt)