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COMUNE DI PIOZZANO Provincia di Piacenza -------------------- CARTOGRAFIA GEOLOGICA DEL TERRITORIO COMUNALE “ADEGUAMENTO AL P.A.I. E AL PTCP” Relazione Geologica illustrativa Committente: Amministrazione Comunale di Piozzano GENNAIO 2005

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COMUNE DI PIOZZANO

Provincia di Piacenza --------------------

CARTOGRAFIA GEOLOGICA DEL TERRITORIO COMUNALE

“ADEGUAMENTO AL P.A.I. E AL PTCP”

Relazione Geologica illustrativa Committente: Amministrazione Comunale di Piozzano

GENNAIO 2005

Adeguamento al PAI della cartografia geologica dell’Intero territorio del comune di Piozzano (PC)

Studio Lusignani

Geologia Ingegneria ed Ambiente

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I N D I C E

PREMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

METODOLOGIA DI LAVORO “DISSESTO” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

PROPOSTE DI INTEGRAZIONI AREE DI DISSESTO. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

METODOLOGIA DI LAVORO “FASCIE FLUVIALI”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO MOLTO ELEVATO. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

ALLEGATI:

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PREMESSA

A seguito dell’incarico, ricevuto dall’Amministrazione comunale di Piozzano (in

data 4/10/04), volto all’adeguamento dell’esistente cartografia geologica al “PIANO DI

TUTELA PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO1” (PAI) e al “PIANO TERRITORIALE DI

COORDINAMENTO PROVINCIALE” (P.T.C.P.) in data 21 Ottobre 2004 è stata inviata formale

richiesta al Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli (R.E.R.), atta ad ottenere la

Cartografia disponibile.

La Regione E.R. con nota del 27 Ottobre Prot. N° 04/0087255 (vedi allegato)

conferma l’accoglimento della richiesta e propone di contattare direttamente

l’Amministrazione Provinciale per l’ottenimento del materiale.

In data 2 Novembre si è tenuto un incontro presso la Provincia con la Dr.ssa G. Baiguera

e l’Arch. G. Volpe (Dirigente del Servizio Programmazione Territoriale – Urbanistica) al

fine di poter ottenere i dati richiesti.

In data 24/12/2004 l’Amministrazione Provinciale consegna, allo scrivente, tutto

quanto richiesto per poter evadere l’incarico ricevuto.

1 Approvato con DPCM 24/05/01 e successivo aggiornamento cartografico delib. C.I. n°1 del 13/03/02

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METODOLOGIA DI LAVORO “DISSESTO”

Il lavoro è consistito nell’aggiornamento della “Carta Geolitologica e Morfologica con Elementi Idrogeologici” Scala 1:10.000 dell’intero territorio comunale, a corredo del PRG vigente (1992), analizzando tutte le cartografie geologiche attualmente disponibili e prendendo come base di riferimento la “CARTA DELL’INVENTARIO DEL DISSESTO

DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA2” (aggiornamento approvato con D.G.R. n°803 del 3/05/04).

A detto elaborato sono stati quindi sovrapposti i tematismi “aree in dissesto” riportate nel Piano per l’Assetto Idrogeologico PAI (approvato con DPCM 24/05/01; aggiornamento cartografico Delib. N°1 del 13/03/029)

Tutto quanto sopra esposto trova la sua rappresentazione nell’ALL’n°1 “CARTA

DEL DISSESTO STATO DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA” scala 1:10.000.

Al fine di una più razionale rappresentazione cartografica i dissesti segnalati nella TAV.3 “INVENTARIO DEL DISSESTO”3 del PTCP non sono stati riportati nel sopraccitato allegato in quanto già compresi nella più recente ed aggiornata “CARTA DELL’INVENTARIO

DEL DISSESTO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA” (campiture sovrapposte avrebbero infatti reso difficoltosa la lettura della carta).

Ciò premesso questa fase ha quindi permesso di effettuare una preliminare verifica della completezza del quadro conoscitivo, a livello sovraordinato, dell’intero territorio comunale.

Allo scopo di verificare eventuali variazioni rispetto a quanto già riportato nelle sopraccitate cartografie si sono successivamente eseguiti sopralluoghi di campagna che hanno permesso di rilevare 24 zone caratterizzate da variazioni nella perimetrazione delle aree in dissesto.

Trattasi per la maggior parte di ampliamenti di frane già presenti nelle sopraccitate cartografie vigenti ed in minima parte di nuovi movimenti franosi.

In assenza di analisi più approfondite (non oggetto del presente studio) le predette segnalazioni sono state cartografate unicamente in base ai rilievi geomorfologici di superficie eseguiti nel corso dei sopralluoghi.

2 file “dissest_pc.shp” 3 file “frall.shp”

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Per ogni “nuova area in dissesto”, allo scopo di renderne più agevole la

individuazione, sono stati predisposti:

- uno stralcio cartografico, ove sono state riportate con campitura differente le

modifiche proposte,

- una breve nota descrittiva dello stato dei luoghi

- la relativa documentazione fotografica.

Dette nuove aree in dissesto sono state quindi riportate sull’’ALL. n°2 “CARTA DEL

DISSESTO QUADRO CONOSCITIVO (AGGIORNAMENTO GENNAIO 2005)” che rappresenta una “PROPOSTA DI INTEGRAZIONE E MODIFICA” ai quadri conoscitivi di livello provinciale, regionale e sovraregionale.

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PROPOSTE DI INTEGRAZIONE AREE IN DISSESTO 1: PIOZZANO

Il pendio che si estende a monte del Capoluogo comunale, compreso tra l’isoipsa

di quota m 230 s.l.m. ed il crinale su cui sorgono gli insediamenti rurali di Poggio Novati

e Gagliarda (rispettivamente a quota m 320 e 255 s.l.m.), è caratterizzato da una

morfologia irregolarmente ondulata e da una pendenza che varia dal 13 al 20%: l’intero

versante è stato integralmente ascritto alle “frane attive”.

Ciò in quanto la stretta fascia di pendio, di non più di 100 metri di ampiezza, che

si protende a sud-est di Poggio Novati dall’isoipsa di quota m 310 s.l.m., ed una ristretta

porzione di versante a sud-ovest di località Gagliarda, presentano dossi e contropendenze,

del tutto simili ai contigui pendii già classificati in frana attiva dagli strumenti

sovraordinati.

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2: CA’ NUOVA A nord e a valle di Cà Nuova il pendio è caratterizzato da una pendenza

compresa tra il 20 e il 15%; si è rilevato che la frana quiescente segnalata nella carta del

dissesto della R.E.R., presenta una maggiore estensione verso est, evidenziata sul pendio

da un brusco salto di pendenza e da un’accentuata contropendenza all’intorno dell’isoipsa

di quota m 360 s.l.m. a valle dei fabbricati, che peraltro non ne sono attualmente

interessati.

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3: TORRAZZA L’abitato di Torrazza è lambito a Nord-ovest da una nicchia di frana attiva che

raggiunge quota m 355 s.l.m.; l’area in dissesto è circoscritta alla linea di compluvio

naturale e non interessa lo stretto displuvio ad est, su cui giace l’abitato medesimo.

Il pendio irregolarmente ondulato è caratterizzato da una pendenza assai

variabile e compresa tra 5 e 20%.

Il movimento franoso è particolarmente attivo a causa dell’erosione operata

dall’acqua incanalata lungo il summenzionato compluvio: si rileva altresì una profonda

depressione in contropendenza poche decine di metri a valle del’abitato, racchiusa tra le

isoipse di 340 e 345 m s.l.m.

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4: STRADA COMUNALE DELL’AQUILA

L’ampio versante che si estende circa 500 m a nord di Montecanino, compreso

tra la dorsale di Cà dell’Aquila ad ovest e quella del Torrazzo ad est, è caratterizzato da

una pendenza tra l’8 e il 20% ed è interessato da un vasto movimento franoso quiescente,

il cui apice a monte si suddivide in due rami.

Quello occidentale raggiunge quota m 395 s.l.m. mentre quello orientale, più

esteso, raggiunge quota m 405 s.l.m.circa.

Il pendio tra loro compreso e a monte della strada comunale dell’Aquila

(all’incirca fino all’isoipsa di quota m 385 s.l.m.), manifesta irregolarità morfologiche che

consistono in dossi e contropendenze dovuti a lenti ma continui movimenti (soliflussi,

smottamenti, creeping) della coltre eluvio-colluviale.

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5: CA’ DELL’AQUILA L’abitato di Cà dell’Aquila insiste su di una digitazione collinare a quota m 395

s.l.m.circa. Il pendio sotteso a nord-ovest è caratterizzato da una pendenza accentuata

prossima al 30% nel suo tratto sommitale, mentre, più a valle, si attenua fino a circa il

10%.

Detto pendio è interessato da una frana quiescente (già segnalata dal P.A.I.), il

cui limite di monte, che corrisponde all’isoipsa di quota m 380 s.l.m., descrive un’antica

nicchia di frana testimoniata da un brusco cambio di pendenza.

Il sottostante pendio si presenta irregolarmente ondulato con fenomeni di

soliflusso e creeping ed ampie depressioni in contropendenza. L’area in dissesto risulta

comunque a valle e lontana dall’abitato di Cà dell’Aquila.

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6: COLOMBARONE La porzione di pendio compresa tra il confine comunale a Nord, la strada della

Polveriera ad Ovest, la strada che sale a località Colombarone a Sud e l’isoipsa di quota m

300 s.l.m., è integralmente ascrivibile alle frane quiescenti a causa della diffusa presenza

di dossi e contropendenze che evidenziano lenti ma continui fenomeni di scivolamento

della coltre eluvio-colluviale (soliflussi e creeping).

La pendenza del versante varia, da monte a valle, dal 20 al 14%.

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7: MONTECANINO

Il pendio a sud-est di Montecanino è intersecato a mezza costa dalla strada

comunale; una stretta lingua di frana quiescente (già segnalata dal P.A.I.), interseca la

sede stradale immediatamente a sud-est per una lunghezza di circa 75 m.

Il suo apice a monte raggiunge quota m 435 s.l.m.; un movimento franoso di

minore estensione è invece segnalato sul tratto inferiore del versante.

In realtà i due movimenti franosi sono tra loro collegati in quanto il tratto di

pendio compreso, caratterizzato da acclività accentuata prossima al 30%, si presenta

localmente interessato da irregolarità morfologiche che consistono in fenomeni erosivi

nonchè soliflusso e creeping.

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8: SALTAGRILLO L’ampio versante racchiuso a nord dalla dorsale collinare su cui insistono gli

abitati di Caminadelle e Chiappeto e a sud da quella su cui giacciono i paesi di Saltagrillo

e Palazzina (ad ovest di Montecanino), è coinvolto da un’estesa frana attiva.

Dal fondovalle solcato dal Torrente Lisone con un’ampiezza di circa 100 m,

detto movimento risale il pendio fino a quota m 345 s.l.m., in fianco ad un esistente

laghetto.

Il pendio irregolarmente ondulato è caratterizzato da una pendenza che varia dal

10 al 20%; marcate irregolarità morfologiche, rappresentate da dossi, contropendenze,

aree a difficile scolo e bruschi salti di pendenza, evidenziano che il movimento franoso è

tuttora in evoluzione.

In particolare, immediatamente a valle e a sud del laghetto, si rilevano

depressioni in contro pendenza particolarmente accentuate che rendono difficoltoso il

ruscellamento e lo scolo delle acque superficiali verso i compluvi naturali.

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9: VALOROSA Il pendio a sud-ovest di Valorosa è interessato da due strette lingue di frana

quiescente (già segnalate dal P.A.I.) che lambiscono l’abitato raggiungendo

rispettivamente quota m 380 e 400 s.l.m..

Le nicchie di distacco sono testimoniate da un brusco cambio di pendenza in

parte obliterato dalle attività antropiche; il sottostante pendio è caratterizzato da ampie

depressioni in contropendenza.

La pendenza del versante varia da oltre il 20% nel suo tratto di monte, poco sotto

l’abitato, a poco più del 5% entro le concavità presenti più a valle.

I due rami di frana quiescente risultano più estesi di quelli segnalati dal P.A.I.

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10: VIDIANO SOPRANO

A sud-est di Vidiano Soprano il pendio, caratterizzato da una pendenza prossima

al 20%, è interessato da un’estesa frana attiva il cui apice a monte lambisce il piede della

scarpata del rilevato della strada comunale di Vidiano, raggiungendo quota m 495 s.l.m.

circa

Il brusco salto di pendenza è seguito, più a valle, da soliflussi e creeping e da

fenomeni erosivi per lo più concentrati lungo il compluvio naturale.

Il muro di contenimento della scarpata lato monte della strada comunale, si

presenta lesionato e la sede viaria appare localmente deformata.

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11: TORRICELLE S.NAZZARO

Sul pendio a valle e ad est di Torricelle S.Nazzaro, due rami di frana quiescente

(già segnalati dal P.A.I.), convergono nella sottostante linea di compluvio naturale,

raggiungendo il fondovalle solcato dal Rio dell’Orso.

Il loro apice a monte si presenta più ampio ed è marcato da un brusco cambio di

pendenza intorno all’isoipsa di quota m 500 s.l.m., restando a poche decine di metri a

valle della S.P. e dei fabbricati di S.Nazzaro.

Si segnala inoltre che sul tratto superiore del pendio a ridosso e a valle dei

fabbricati (con pendenza intorno al 20%), sono stati eseguiti estesi riporti che potrebbero

alterare il già precario equilibrio idrogeologico e la stabilità del versante.

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12: CA’ ROMATOSA

La strada comunale di S.Gabriele nel tratto compreso tra Cà Romatosa e

l’incrocio con la S.P. è interessata da un movimento franoso attivo, evidenziato da

un’accentuata concavità in contropendenza subito a monte strada.

L’area in dissesto presenta un fronte di circa cento metri e si estende a monte

fino a quota m 300 s.l.m., dove la nicchia di frana è pressochè obliterata dalle attività

antropiche e la pendenza si attenua intorno al 20%: a valle l’accumulo franoso raggiunge

quota m 275 s.l.m. poche decine di metri a valle della strada.

La sede viaria è interessata da lesioni, dossi ed avvallamenti; si segnala inoltre

che la cunetta stradale (lato di monte), non consente lo scolo delle acque a valle, che

invece ristagnano infiltrandosi nel sottosuolo della strada medesima.

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13: BELVEDERE Un tratto di una trentina di metri di gabbionata di recente esecuzione sostiene la

scarpata di monte della strada comunale di S.Gabriele, che si svolge sul fondovalle a sud-

est di Belvedere.

Il pendio immediatamente monte (caratterizzato da una pendenza accentuata

prossima al 30%), presenta una concavità in contropendenza in fregio alla strada: il

movimento franoso, benchè in evoluzione, si presenta di assai limitata estensione e

profondità.

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ZONA 14: LA CA’ La strada comunale di Monteventano si svolge con andamento rettilineo a mezza

costa lungo il tratto inferiore del pendio che delimita in sinistra il Torrente Luretta.

Nel tratto prossimo a località La Cà, la pendenza del versante che raggiunge il

fondovalle, si attenua a non più del 13%.

La strada si presenta interessata da dossi, avvallamenti con accentuate lesioni e

cedimenti del rilevato stradale, dovute ad un esteso movimento franoso quiescente (già

segnalato dal P.A.I.), che coinvolge gran parte del pendio che si estende dal fondovalle

fino a lambire la dorsale rocciosa di Montebello.

Il movimento franoso appare maggiormente esteso verso sud rispetto a quanto

precedentemente cartografato, arrivando a sfiorare l’abitato di La Cà.

Il fenomeno è verosimilmente accentuato dall’erosione operata al piede del

versante dal T.Luretta.

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ZONA 15: LA COLOMBARA

Il pendio che delimita in sinistra il Rio Battiano a sud di La Colombara, è

interessato da una frana quiescente che si congiunge a valle e ad est dell’abitato di Poggio

Battiano; entrambi i movimenti sono già segnalati dal P.A.I.

Il pendio, caratterizzato da una pendenza assai variabile tra il 20 e il 13%, si

presenta irregolarmente ondulato e interessato da dossi e contropendenze e da fenomeni

di scivolamento franoso che per lo più coinvolgono la sola coltre eluvio-colluviale.

Il corpo di frana quiescente si presenta maggiormente esteso verso est, rispetto a

quanto precedentemente cartografato.

La strada comunale appare deformata da lenti ma continui movimenti che

sovente occludono la cunetta di monte.

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ZONA 16: SGRAFFIGNANA

La strada comunale che interseca a mezza costa il ripido pendio roccioso che

delimita in sinistra il T.Luretta ad est del dosso di Graffignana e del Monte Assano, è

coinvolta da una frana di crollo.

Il fronte, caratterizzato da una pendenza particolarmente accentuata (>60%),

presenta un’ampiezza di una cinquantina di metri e un’altezza di oltre settanta di metri.

La stratificazione rocciosa si presenta interessata da fitta rete di diaclasi e fratture

beanti che favoriscono il distacco di porzioni di volumetria di alcune decimetri cubi.

La strada comunale si presenta stabile in assenza di deformazioni e/o cedimenti

della sede viaria.

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ZONA 17: L’ARDARA Un esteso corpo di frana quiescente già segnalato dal P.A.I., che si allunga per

oltre un km, è racchiuso tra due linee di compluvio naturale rispettivamente solcate dal

Rio della Pigna e da un affluente di destra del Rio dei Filegnassi.

Il suo apice a monte appare più esteso e raggiunge l’isoipsa di quota m 575

s.l.m., restando oltre 200 m a nord-ovest di L’Ardara e dal crinale collinare.

Il pendio è caratterizzato da una acclività mediamente prossima al 20% e si

presenta solo localmente ondulato; il fenomeno di scivolamento non interessa la viabilità

né centri abitati e coinvolge modesti spessori della sola coltre eluvio-colluviale.

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ZONA 18: MONTE SERENO Il versante che si estende a sud-ovest di Monte Sereno, solcato dal Fosso dei

Ronchi, è coinvolto da un’estesa frana attiva già segnalata dal P.A.I.

Il suo apice a monte si estende fino a quota m 565 s.l.m.

La nicchia di frana è ben evidenziata da un brusco cambio di pendenza ed il

sottostante pendio, caratterizzato da una pendenza prossima al 33%, è diffusamente

interessato da dossi e concavità talora in contropendenza e a deflusso difficoltoso delle

acque superficiali. Tali condizioni permettono l’insorgenza di fenomeni di

impaludamento superficiale.

L’apice del movimento franoso resta 75 m circa a nord-ovest del crinale su cui si

svolge la S.P.

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ZONA 19: LA BONISSIMA Una stretta lingua di frana interessa la sede viabile della S.P. n° 65 alcune

centinaia di metri a sud di La Bonissima.

Il movimento franoso è particolarmente attivo e si manifesta con accentuati

fenomeni erosivi principalmente localizzati lungo la sottostante linea di compluvio (già

segnalati dal P.A.I.): la sede viaria è caratterizzata da lesioni e presenta un cedimento

della banchina.

Un secondo movimento franoso, peraltro di assai limitata estensione e

profondità, coinvolge, con il suo apice di monte, la strada comunale del Groppo, un

centinaio di metri circa a sud-est dell’intersezione con la S.P..

Il fenomeno franoso è prodotto dall’erosione operata dalla sottostante linea di

compluvio naturale, che più a valle si prolunga nel Rio della Bonissima; il rilevato della

sede stradale è interessato da cedimenti per una lunghezza di circa quaranta metri.

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ZONA 20: CASA BUGONI

Ad ovest e a monte di Case Bugoni, il pendio è interessato da una stretta lingua

di frana quiescente già segnalata dal P.A.I..

Il suo apice è posto intorno a quota m 625 s.l.m. circa e si estende su di un fronte

che a monte della strada e dell’abitato dei Bugoni, è stimabile in circa cento metri.

Il pendio è caratterizzato da una morfologia blanda ma irregolare, con una

pendenza che varia dal 20 al 10%: dossi e contropendenze e un brusco cambio di

pendenza all’incirca a quota m 640 s.l.m., segnalano che la preesistente nicchia di frana,

si spingeva a monte fino poco al di sotto della dorsale su cui giacciono i fabbricati

abbandonati de Il Tesoro.

Il pendio in frana, che si estende sia a monte che a valle della strada comunale, è

diffusamente coinvolto da forme di erosione superficiali; la strada medesima, che

interseca a mezza costa il versante, si presenta deformata per un lungo tratto e la scarpata

di monte è sostenuta da gabbionata.

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ZONA 21: CASA LA GENEVRA’ Il movimento franoso attivo coinvolge il pendio che si estende a nord del Rio del

Picchiere, 150 m circa a sud di Casa la Genevrà.

Il dissesto è racchiuso tra due linee di compluvio naturale che a valle si

intersecano a quota m 495 s.l.m.; il pendio in frana è caratterizzato da una pendenza

mediamente prossima al 20% e si estende a monte su di un fronte di circa 150 m di

ampiezza fino a lambire la strada comunale a quota m 590 s.l.m.circa.

Poco più a valle di quest’ultima si rileva una depressione in contropendenza: la

stabilità precaria del tratto di versante è accentuata dall’erosione operata lungo il Rio del

Picchiere specie nel tratto a valle della strada.

Adeguamento al PAI della cartografia geologica dell’Intero territorio del comune di Piozzano (PC)

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ZONA 22: MONTE SERENDA La S.P. n.65 interseca a mezza costa il versante nord-est del Monte Serenda

intorno a quota m 700 s.l.m.; la sede viaria è coinvolta da un cedimento del rilevato

stradale a causa di un accentuato fenomeno erosivo lungo la sottostante linea di

compluvio naturale, che corrisponde al tratto superiore del Rio dei Colombari.

Il fenomeno erosivo, benchè particolarmente attivo, si presenta di assai limitata

estensione e profondità.

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ZONA 23: CASA I BOLE Movimenti franosi attivi e quiescenti sono segnalati sul pendio ad est del dosso

roccioso di Groppo, caratterizzato da una pendenza assai variabile compresa tra il 10 e il 30%.

In particolare la frana quiescente ad ovest di Casa I Bole, si presenta più estesa di quella segnalata dal P.A.I., arrivando fino a poche decine di metri dal centro abitato: il pendio è caratterizzato da marcate irregolarità morfologiche ed una più accentuata concavità in contropendenza giace ad ovest de I Bole all’incirca tra le isoipse di m 555 e 560 s.l.m..

A monte della strada comunale, lungo l’asse di compluvio naturale, è segnalato un ramo di frana attiva.

Ad est della dorsale su cui sorge l’abitato di Casa I Bole, il pendio è interessato

da un movimento franoso attivo che si allunga per circa 450 m con apice a monte della strada comunale a quota m 600 s.l.m.; l’area dissestata presenta un’ampiezza di circa quaranta metri e si prolunga a valle fino a quota m 500 s.lm. in sinistra al Rio Rivinello, con una pendenza media intorno al 20%.

La strada comunale che la interseca per un tratto di circa 50 metri, presenta

deformazioni della sede viabile ed il sottostante pendio manifesta dossi e contropendenze: la scarpata di monte della strada è sostenuta da gabbionata.

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ZONA 24: CASTAGNETO Sul pendio a monte della strada comunale di Monteventano, intersecato dal

tornante della strada di Castagneto, è presente un esteso deposito di versante,

caratterizzato da una morfologia blanda e regolare, con una pendenza prossima al 10%.

La coltre eluvio-colluviale di copertura che cela il substrato roccioso, si presenta

localmente ondulata in assenza di fenomeni di erosione o altro tipo di dissesto.

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METODOLOGIA DI LAVORO “FASCE FLUVIALI”

In mancanza di fasce fluviali individuate, per il territorio Comunale,

nell’Elaborato 8 del PAI4 sono state integralmente recepite le fasce fluviali previste dal

PTCP5 ( approvato con D.G.R. n°1303 del 25/07/200 e D.G.R. n°2037 del 9/10/2001).

Si sottolinea che il territorio comunale non è soggetto a “Fasce di Integrazione

dell’Ambito Fluviale6” ai sensi dell’Art. 17 del PTCP.

A detto tematismo sono state sovrapposte anche le “aree di esondazione e di

dissesto a carattere torrentizio7” previste dall’Elaborato 2 (proposta di modifica

regionale) del PAI (D.G.R. n°803 del 03/05/2004).

Tutto quanto sopra riportato è graficamente rappresentato dall’ALL. n°3 “FASCE

FLUVIALI E DEI DISSESTI TORRENTIZI” scala 1:10.000.

AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO MOLTO ELEVATO E’ stata verificata la presenza sul territorio comunale di aree a rischio

idrogeologico molto elevato (PS267) sovrapponendo le perimetrazioni previste dal “PIANO STRAORDINARIO PER LE AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO MOLTO ELEVATO”8.

All’interno del confine comunale non è perimetrata alcuna area a rischio.

4 file “paif_a_u.shp” file “limite progfascebc_u.shp”, file “paif_b_u.shp”, file “paif_c_u.shp”, file “areafasciaa_u.shp”, file “areafasciab_u.shp”, file “areafasciac_u.shp”. 5 file “ftut_giu.shp”, file “verde_av1.shp”, file “fasciadbuff.shp” 6 file “fiumiall_e.shp” 7 file “vin_esondapai_ee_u.shp”, file “vin_areeesondapai_ee_u.shp”, “vin_conoidipai_ca_u.shp” 8 file “a267_01_u.shp”, file “poligoni_267_u.shp”, file “areeall4_1pai_u.shp”