Carte «Per me è Zaratustra che parla»: la letteratura tedesca di Mondadori attraverso i pareri di...

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42 [7] ArchAme, See, Gdl, fasc. Gaiser Gerd Parere di lettura di Lavinia Mazzucchetti, con nota manoscritta di Elio Vittorini, su Gerd Gaiser del 10 gennaio 1957 «Ma come consigliare la presentazione all’Italia di un nome ignoto con novelle spesso brevissime e disparate?»

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La divisione accademica del lavoro in discipline distinte, come l’italianistica, la germanistica, ecc., tende a occultare un dato fondamentale: che a fare la letteratura straniera in Italia sono gli stessi attori che fanno quella italiana. E che questi attori (scrittori, critici, editori, traduttori, ecc.) la fanno principalmente sulla base delle loro disposizioni e dei loro interessi specifici.

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    [7]ArchAme, See, Gdl, fasc. Gaiser GerdParere di lettura di Lavinia Mazzucchetti, con nota manoscritta di Elio Vittorini, su Gerd Gaiser del 10 gennaio 1957

    Ma come consigliare la presentazione allItalia di un nome ignoto con novelle spesso brevissime e disparate?

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    Per me Zaratustra che parla. Mazzucchetti, Vittorini e la letteratura tedesca 1956-1965

    Michele Sisto

    La divisione accademica del lavoro in discipline distinte, come litalianistica, la ger-manistica eccetera, tende a occultare un dato fondamentale: che a fare la letteratura straniera in Italia sono gli stessi attori che fanno quella italiana. E che questi atto-ri (scrittori, critici, editori, traduttori ecc.) la fanno principalmente sulla base delle loro disposizioni e dei loro interessi specifici.1 Se si indaga come sia stata selezionata, valorizzata e interpretata la letteratura straniera nel corso del Novecento ci si imbat-te continuamente nei nomi di Croce, Borgese, Prezzolini, Papini, Vittorini, Pavese, Fortini, Sereni, Calvino, Eco o Busi. E se si scava un po pi a fondo ci si accorge che lazione di queste figure riconosciute si appoggia su quella di altre figure, generalmen-te misconosciute, che hanno dato la loro impronta a intere letterature straniere. Quella tedesca, per esempio, stata fatta in gran parte da un pugno di mediatori, come Cesare Cases (con Einaudi), Enrico Filippini (con Feltrinelli) o Roberto Calasso (con Adelphi), tra i quali Lavinia Mazzucchetti ha una posizione di primo piano. Cos come ce lha fra i traduttori che hanno dato una voce italiana agli scrittori di lingua tedesca, da Alberto Spaini ad Anita Rho, da Ervino Pocar a Ada Vigliani.

    I pareri di lettura conservati nel suo archivio privato e nellArchivio Storico Arnol-do Mondadori Editore2 sono una fonte preziosa per ricostruire i processi decisionali e i criteri di valore che hanno portato alla selezione di un ristretto repertorio italiano dal vastissimo corpus della letteratura tedesca. In essi si riflettono le tre logiche che presiedono alla circolazione transnazionale dei testi letterari:3 la logica del mercato, quella politica e quella specifica della letteratura, la cui genesi storica stata ricostrui-ta da Pierre Bourdieu nel suo Le regole dellarte.4 Se un libro viene tradotto, insomma, per motivi commerciali, politici o letterari, e in genere per una combinazione di essi.

    Nei suoi pareri sulla letteratura tedesca, Mazzucchetti tiene sempre in conside-razione tutti questi fattori, mentre a farsi portavoce della logica specifica della let-teratura in Mondadori tra la met degli anni cinquanta e la met dei sessanta Elio Vittorini, che, allentando i suoi legami con Einaudi, assume fin dal 1956 lincarico di valutare i romanzi italiani e stranieri sulla base delle letture altrui, come un vero e proprio editore,5 e in seguito la direzione di collane quali Medusa (1960-64), i Quaderni della Medusa (1960-66) e Nuovi scrittori stranieri (1964-66). La col-laborazione con Mondadori diventa per lo scrittore, che in seguito alle innovative imprese del Politecnico e dei Gettoni al culmine della sua influenza sulla scena letteraria italiana, uno strumento per corroborare e ridefinire la propria posizione nel campo,6 patrocinando autori come Butor, Orwell, Brandys, Nabokov, Rulfo o Perec, e

    1 questa lidea alla base della ricerca da me coordinata LT.it Letteratura tedesca in Italia (= FIRB Storia e mappe digitali della letteratura tedesca in Italia nel Novecento: campo letterario, editoria, interferenza), finanziata dal MIUR e in corso di svolgimento presso lIstituto Italiano di Studi Germanici di Roma, Sapienza Universit di Roma e lUniversit per Stranieri di Siena. La ricerca si basa sullo strumentario concettuale elaborato da Pierre Bourdieu (campo letterario, habitus, problematica, nuovi entranti) e Itamar Even-Zohar (polisistema, repertorio, letteratura tradotta).2 ArchMaz. I pareri si trovano anche nellArchAme, e sono stati in parte digitalizzati grazie al progetto Le livre de lhospitalit (http://www.fondazionemondadori.it/livre/).3 Si veda J. Heilbron, G. Sapiro, Outline for a Sociology of Translation: Current Issues and Future Prospects, in Constructing a Sociology of Translation, ed. by M. Wolf and A. Fukari, Amsterdam, John Benjamins, 2007, pp. 93-107.4 P. Bourdieu, Le regole dellarte. Genesi e struttura del campo letterario, Milano, il Saggiatore, 2005.5 G.C. Ferretti, Leditore Vittorini, Torino, Einaudi, 1992, p. 197.6 Cfr. A. Boschetti, La genesi delle poetiche e dei canoni. Esempi italiani (1945-1970), in Allegoria, 55, 2007, pp. 42-85.

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    Dice Mazzucchetti: opera impacciata, pesantissima, noiosissima. E per me Zaratustra che parla.

    [8]ArchAme, See, Gdl, fasc. Gaiser GerdParere di lettura di Lavinia Mazzucchetti, con nota manoscritta di Elio Vittorini, su Gerd Gaiser del 14 febbraio 1957

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    tra i tedeschi Kafka, Bll, Andersch, Rezzori, Kluge, Lettau, Faecke, Bichsel.7 Per parte sua, infine, leditore ha tutto linteresse ad avvalersi delle competenze specifiche e del potere di consacrazione di Vittorini per rinnovare la sua produzione letteraria e far fronte ai concorrenti, primi fra tutti Einaudi e Feltrinelli, che stanno scommettendo con successo su libri come Luomo senza qualit, Il dottor ivago o Il tamburo di latta.8 I rapidi, spesso recisi commenti che Vittorini appone sui pareri di lettura che gli si accumulano sul tavolo della Segreteria editoriale sono di particolare interesse per-ch in essi ha luogo il principale tentativo di sincronizzazione tra la problematica del campo letterario dorigine e quella del campo letterario darrivo, vale a dire, nel caso specifico, il tentativo di individuare il potenziale interesse di unopera o di un autore di lingua tedesca valutandoli attraverso le categorie in uso nel dibattito lette-rario italiano di quegli anni, come prosa darte, neorealismo, neoavanguardia, oppure mediante accostamenti ad autori italiani, i cui nomi funzionano come segnali di orientamento. Da una parte, dunque, abbiamo una lettrice di formazione accade-mica, Mazzucchetti, che valuta autori e opere in primo luogo sulla base di una distac-cata visione storico-letteraria e di una solida conoscenza di prima mano. Dallaltra abbiamo invece uno scrittore, coinvolto in prima persona nelle lotte che hanno come posta in gioco il potere di definire quale sia la letteratura legittima e di stabilire che cosa sia da considerarsi attuale e che cosa invece superato, come si evince, per esempio, da questa valutazione di Gottfried Benn: forse il maggiore poeta tedesco del periodo tra le due guerre. Continua e approfondisce la linea decadente di Rilke, con sviluppi rinnovatori per cui si pu dire corrisponda a quello che Ungaretti per lItalia.9

    Il giudizio, chiaro, riguarda Ungaretti quanto Benn, e tende a relegare entrambi nel passato, riconoscendo loro un valore essenzialmente storico. Nei commenti di Vittorini questo esercizio sistematico: in un certo senso egli compie unoperazione di traduzione simbolica, prima ancora che testuale, delle opere straniere, attribuendo loro un senso, e dunque un interesse, un valore, una posizione potenziale, allinterno di un contesto letterario, quello italiano, a cui sono di per s estranee.

    Per illustrare come gli interessi specifici di Vittorini, Mazzucchetti e di casa Mon-dadori concorrano in questo processo di determinazione del valore, vorrei soffermar-mi sul caso di un autore oggi sconosciuto, ma che per circa un decennio fu preso in seria considerazione: Gerd Gaiser.10 Scegliere autori nel frattempo divenuti canonici come Bll, Frisch o Grass, sarebbe forse pi sfizioso, ma esporrebbe alla tentazione giornalistica di ridurre il problema a una questione di fiuto letterario, e di giungere a conclusioni semplificanti del tipo Mazzucchetti non ha capito Musil, Vittorini non si accorto del Gattopardo, o simili. Quando nel dicembre del 1955 le viene inviato in lettura il primo romanzo di Gaiser, Die sterbende Jagd (La caccia moritura, come lei stessa traduce en passant), Mazzuc-chetti gli riconosce subito, nonostante forti riserve sul contenuto, una certa qualit letteraria: anzitutto un libro di chiarificazione interna tedesca, morale e politica, diremmo di polemica con se medesimi dei nazisti, e son problemi che non interessa-no il nostro pubblico. [] Per chi scrive senza dubbio un artista, forse un poeta in cerca della sua strada.11

    7 Cfr. G.C. Ferretti, op. cit., pp. 201-202.8 Per la concorrenza fra editori nellimportare la letteratura tedesca in questi anni si veda M. Sisto, Muta-menti del campo letterario italiano 1956-1968: Feltrinelli, Einaudi e la letteratura tedesca contemporanea, in Allegoria, 55, 2007, pp. 86-109.9 ArchAme, See, Serie Gdl, fasc. Benn Gottfried. La nota datata 4 aprile 1958.10 Gerd Gaiser (1908-1976), gi membro del partito nazista e ufficiale della Luftwaffe, pubblica nel do-poguerra una ventina di volumi, e con il romanzo Schluball (Ballo di chiusura, 1958) arriva a sfiorare le 300.000 copie vendute in Germania.11 Parere di lettura di Lavinia Mazzucchetti su Gerd Gaiser del 2 dicembre 1955 (ArchAme, See, Serie

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    Il caloroso parere di un altro lettore, Bruno Maffi, fa pendere la bilancia della va-lutazione editoriale verso il s: [] la forza poetica di queste pagine crude indiscu-tibile una poesia senza gridi, senza sospiri, senza eroi, senza drammi articolati.12

    Vittorini, che in questa scabra poesia intravede qualcosa di letterariamente nuo-vo, reagisce con slancio: Farei proposta dacquisto per Medusa. E pubblicherei pre-sto. Ma dalla Direzione editoriale Roberto Cantini frena: Un altro romanzo di guer-ra, per. E la stagione dei libri di guerra sembra tramontata da un pezzo. Nonostante le ottime considerazioni di Maffi sarei piuttosto sulla negativa. E Federico Federici, capoufficio della Segreteria editoriale, aggiunge seccamente: Libri di guerra! NO.13 Prevale la logica del mercato, e il libro non si fa.

    Il caso si riapre allinizio del 1957, quando arriva in lettura il nuovo libro di Gaiser, la raccolta di racconti Einmal und oft [ solo linizio]. Il volume arriva anche in Einau-di, dove da qualche anno lavora come lettore esterno il giovane Cesare Cases, per il momento in una posizione molto simile a quella di Mazzucchetti, pi tardi cooptato nei consigli del mercoled. Anchegli riconosce allautore un certo valore letterario: Questo Gaiser particolarmente odioso. Scrittore certamente dotato, sembra essersi assunto il compito di trasfigurare poeticamente la mentalit nazista (ha scritto anche un libro sulla Luftwaffe e la maggior parte di questi racconti hanno la guerra come sfondo). Il guaio che spesso ci riesce.14

    Ma nellEinaudi di quegli anni la dominante logica politica dellantifascismo ha in genere (anche se non sempre) la priorit sulleventuale interesse letterario, cos che Ca-ses conclude, non senza ironia: Questo caso mi interessa perch Gaiser il primo che tenta il colpo di unire bestialit e romanticismo, sintesi prediletta dopo la prima guerra mondiale (Binding, Scholz e simili) ma che nessuno aveva avuto il coraggio di riesuma-re dopo la seconda. Fate venire tutte le sue opere che le bruceremo in piazzale Loreto.15

    In Mondadori la discussione, nonostante ad animarla siano antifascisti compro-vati come Mazzucchetti, Vittorini e Maffi, prende unaltra piega. Mazzucchetti esclu-de ogni possibile riserva di tipo politico, confermando il suo giudizio positivo sulla qualit letteraria dei racconti: Alcune delle novelle sono belle: soprattutto si pia-cevolmente stupiti dalla forza evocativa, dalla variet dei temi: non lo stillicidio di uno scrittore che sfrutta ogni ideuzza, ma il fluire di uno scrittore davvero nato per scrivere. Ma come consigliare la presentazione allItalia di un nome ignoto con novel-le spesso brevissime e disparate?16

    Il giudizio suona ancora pi favorevole se lo si confronta con i clamorosi rifiuti che in quegli stessi anni Mazzucchetti oppone a scrittori come Doderer o Grass, sul quale ancora nel 61, alluscita delledizione tedesca di Gatto e topo, si esprime con estrema durezza: Io non muto la mia opinione su questo bluffista abilissimo nel senso stilistico, voglio dire formale, vuoto e ripugnante e monotono nelle sue morbosit esibizionisti-che. Ho pregato amici giovani di venire fra 30 anni sulla mia tomba a confermarmi che nel frattempo Grass gi dimenticatissimo, ma oggi il momento del suo bluff.17

    In discussione, nel caso di Gaiser, non il valore letterario, ma il genere romanzo

    Gdl, fasc. Gaiser Gerd).12 Parere di lettura di Bruno Maffi su Gerd Gaiser del 5 luglio 1956 (ArchAme, See, Serie Gdl, fasc. Gaiser Gerd).13 Per le reazioni di Vittorini, Cantini e Federici cfr. il fascicolo sopra citato.14 Parere di lettura du Cesare Cases su Gerd Gaiser, Einmal und oft, Mnchen, Hanser, 1956, in Id., Sce-gliendo e scartando. Pareri di lettura, a cura di M. Sisto, Torino, Aragno, 2013, p. 141. Il parere accluso a una lettera al segretario generale Luciano Fo del 29 novembre 1956. Sulle posizioni letterarie di Cases in quegli anni e sulla sua collaborazione con lEinaudi si veda lintroduzione al volume. 15 Ivi, p. 142.16 Parere di lettura di Lavinia Mazzucchetti su Gerd Gaiser del 10 gennaio 1957 (ArchMaz, b. 28, fasc. 138, c. 151).17 Parere di lettura di Lavinia Mazzucchetti su Gnter Grass del 23 ottobre 1961 (ArchMaz, b. 28, fasc. 138, c. 166).

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    o racconto con cui presentarlo ai lettori italiani. Da una parte lorientamento della casa editrice pone dei vincoli di mercato (i romanzi si vendono meglio dei racconti) e di collana (Medusa pubblica quasi esclusivamente romanzi); dallaltra la lotta specifica che Vittorini ha combattuto per anni affinch il romanzo si affermasse sulla prosa darte, praticata ancora nel dopoguerra da scrittori molto prestigiosi quali Cec-chi o Cardarelli, come genere dominante, rende lo scrittore particolarmente sensibile a questo aspetto: Sarei contrario a presentare in Italia con un volume di novelle uno scrittore straniero che ha carattere di romanziere. Piuttosto chiederei in esame laltro romanzo di cui parla la Mazzucchetti. Ma il Gaiser autore che non dobbiamo perde-re di vista. Se non si pu agganciarlo su nessun romanzo, contentiamoci di farlo sulle novelle.18

    Il parere di Mazzucchetti sullaltro romanzo di Gaiser, Eine Stimme hebt an [Si leva una voce], per decisamente negativo, e Vittorini chiosa: Dice Mazzucchetti: opera impacciata, pesantissima, noiosissima. E per me Zaratustra che parla. Quindi direi che possiamo rifiutare sia questo come laltro libro del Gaiser19.

    Vittorini si appella allautorevolezza di Mazzucchetti per liquidare un autore che evidentemente non gli interessa abbastanza da pubblicarne un volume di racconti: la parola della germanista, scherza lo scrittore alludendo a Nietzsche, pesa quanto quella del profeta Zarathustra.

    In questi anni Mazzucchetti certamente unautorit, ma unautorit miscono-sciuta e in declino. Passati i sessantacinque anni, scomparsi gli scrittori che aveva contribuito a portare in Italia guadagnandone la stima e lamicizia (Zweig, Wiechert, Heinrich e Thomas Mann, Hesse), lontana dalle nuove avanguardie che stanno mo-dificando gli equilibri della produzione letteraria, la germanista fatica a tenere il passo coi tempi. A partire dalla met degli anni cinquanta le poetiche realistiche che erano andate affermandosi fin dai primi anni trenta, quando in Italia si tentava di riprodur-re la Neue Sachlichkeit,20 subiscono lattacco delegittimante dei nuovi entranti tede-schi (Grass, Johnson, Enzensberger) e italiani (Arbasino, Sanguineti, Filippini), e i gusti letterari di Mazzucchetti, che su quelle poetiche si erano formati, appaiono im-provvisamente invecchiati. Cos nel 1961, dopo aver letto lennesimo parere titubante sul romanzo di un giovane autore, Vittorini avverte: Prego non mandare pi niente in prima lettura alla Mazzucchetti ch ormai troppo evasiva per poter giudicare solo da lei.21 Zaratustra ha perso il suo carisma.

    Il fascicolo Gaiser viene archiviato, e riaperto solo otto anni dopo, nel maggio del 1965, per luscita del volume Gazelle, grn. Mazzucchetti ha appena dato le dimissioni da consulente a causa dellaggravarsi delle sue condizioni di salute, e il parere viene redatto da Emilio Picco, che in quegli anni si sta specializzando nel tradurre la lettera-tura contemporanea pi ardua e innovativa, da Arno Schmidt a Helmut Heienbttel passando per Reinhard Lettau. Il suo giudizio impietoso: Prosa bella, controllata stilisticamente al massimo. Ma del tutto artefatta e vuota. Gaiser un puro manie-rista. Un professore di scuola media, che si ostina a fare lautore profondo, laddove profondit non c. La sua narrativa sa di bolso e di leccato. Insomma: di filisteo.22

    Nel 1965 la situazione molto cambiata rispetto a otto anni prima, sia sulla scena letteraria italiana sia in Mondadori. Loffensiva del Gruppo 63 in favore di una lettera-

    18 Nota di Elio Vittorini su Gerd Gaiser (ArchAme, See, Serie Gdl, fasc. Gaiser Gerd).19 Parere di lettura di Lavinia Mazzucchetti su Gerd Gaiser del 14 febbraio 1957 con nota manoscritta di Elio Vittorini (ArchAme, See, Serie Gdl, fasc. Gaiser Gerd).20 Si veda M. Rubino, La Neue Sachlichkeit e il romanzo italiano degli anni Trenta, in Gli intellettuali ita-liani e lEuropa (1903-1956), a cura di F. Petroni e M. Tortora, Lecce, Manni, 2007, pp. 235-274.21 Nota di Elio Vittorini su Peter Jokostra del 6 giugno 1961 (ArchAme, See, Serie Gdl, fasc. Jokostra Peter.) 22 Parere di lettura di Emilio Picco su Gerd Gaiser del 26 maggio 1965 (ArchAme, See, Serie Gdl, fasc. Gaiser Gerd).

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    tura sperimentale fa apparire superate sia le poetiche del realismo sia la centralit del romanzo. Lo stesso Vittorini ha accolto e legittimato i nuovi entranti pubblicando nel 1962 scritti di Eco, Sanguineti, Filippini e altri sul numero 5 del suo Menab. Il suc-cesso della loro alleanza con Feltrinelli, che ha prodotto tra laltro Le Comete, una collana di letteratura contemporanea agile come una rivista letteraria,23 ha indotto i concorrenti Mondadori ed Einaudi ad affiancare a Medusa e ai Coralli le collane Nuovi scrittori stranieri e La ricerca letteraria, pi aperte agli scrittori giovani e sconosciuti, alla sperimentazione, allibridazione tra i generi. Ora dunque i racconti di Gaiser potrebbero trovare unadeguata collocazione in collana, e ci sarebbe anche un interesse editoriale a farli, ma per Vittorini lo scrittore un tempo da non perdere di vista diventato, complice il parere di Picco, un vacuo bellettrista:Raccoltina di scritti eterogenei. Fogli di diario. Poemetti in prosa. Abbozzi. Bellettrismo senza argomenti n voglia di pensare. C una tradizione rondesca anche in Germania. Con seguaci meno genialoidi che da noi. Scarterei.24

    Il riferimento alla tradizione rondesca lo strumento, che ormai conosciamo, della sincronizzazione tra campo letterario tedesco e italiano: come nel 1945 aveva contribuito a decretare lattualit di Kafka, uno scrittore morto da ventanni, pubbli-cando sul Politecnico la Lettera al padre e leggendolo alla luce della poetica esisten-zialista sartriana, cos ora Vittorini decreta linattualit di Gaiser, accostandolo non ai contemporanei sperimentatori anti-romanzeschi del Gruppo 63 ma ai superati prosatori darte (anchessi anti-romanzeschi) della Ronda, che avevano domina-to la scena italiana dai primi anni venti.

    Allo stesso modo, solo cambiando i criteri di sincronizzazione, Gaiser avrebbe potuto essere presentato tra gli scrittori nuovi. Cos aveva fatto Luciano Anceschi pochi anni prima. Appena pi giovane di Vittorini, ma assai meno consacrato e dun-que ancor pi di lui interessato ad appoggiare il tentativo di sovversione della cosid-detta neoavanguardia, nel 1960 Anceschi aveva pubblicato il romanzo di Gaiser Ballo di chiusura [Schluball, 1958] nella Biblioteca del Verri, la collana da lui diretta per leditore Rusconi e Paolazzi, accostandolo cos ai propri saggi programmatici Barocco e Novecento e soprattutto allantologia I novissimi di Alfredo Giuliani, il primo exploit pubblico del Gruppo 63.25

    Proviamo a tirare le somme. Delle tre logiche che, abbiamo visto, presiedono alla produzione editoriale di letteratura politica, economica, specifica la prima, che in Einaudi determinante a far scartare Gaiser, non sembra giocare alcun ruolo in Mon-dadori, nonostante lautore sia una ex SS e i suoi giudici letterari antifascisti. Si fron-teggiano invece, per anni, la logica economico-produttiva della casa editrice e quella specifico-letteraria dei suoi collaboratori: il romanzo Die sterbende Jagd, il cui valore artistico riconosciuto da Maffi e da Vittorini, non viene fatto perch i vertici della Segreteria editoriale ritengono i libri di guerra inflazionati; i racconti Einmal und oft, apprezzati da Mazzucchetti e da Vittorini, non vengono fatti perch non trovano posto in una collana come Medusa, dedicata prevalentemente ai romanzi; e quando finalmente c una collana creata apposta per ospitare testi non romanzeschi, ibridi, di autori ancora sconosciuti, il giudizio sulla qualit letteraria dellautore, formulato non pi da Mazzucchetti ma da un nuovo lettore, e ancora una volta sottoscritto da Vittorini, negativo.

    Si vede dunque quanto sia delicato il balance of power tra i lettori, il consulente-

    23 Si veda R. Cesana, Le Comete Feltrinelli (1959-1967): una collana come rivista di letteratura interna-zionale, in Testi, forme e usi del libro. Teorie e pratiche di cultura editoriale, a cura di L. Braida e A. Cadioli, Milano, Sylvestre Bonnard, 2007, pp. 219-244.24 Nota di Elio Vittorini su Gerd Gaiser del 31 maggio 1965, ibidem.25 G. Gaiser, Ballo di chiusura. Dai bei giorni della citt di Neu-Spuhl, traduzione di L. Giordano, Milano, Rusconi e Paolazzi, 1960. Lantologia I novissimi: poesie per gli anni 60, verr ripubblicata nel 1965 da Ei-naudi. Ballo di chiusura rimane, almeno fino a oggi, lunica traduzione italiana di unopera di Gaiser.

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    editore Vittorini e limpresa al cui vertice si trova Arnoldo Mondadori. Salvo casi ec-cezionali, un libro si fa solo quando incontra gli interessi di tutte e tre le parti. Ma soprattutto proprio attraverso questo lavoro collettivo interno alla casa editrice che avviene, o almeno si avvia, quella transustanziazione che conferisce a un autore o unopera stranieri un capitale simbolico, per cos dire, in valuta locale, capitale che non riducibile alla sola vendibilit presso un generico pubblico, n a un immedia-to interesse politico, n infine a unastratta e destoricizzata qualit estetica.

    Se infatti volessimo interrogarci sul valore letterario delle opere di Gerd Gaiser, sulla base di cosa potremmo giudicarlo? Qual il vero Gaiser? Lintenso, scabro ro-manziere di guerra apprezzato da Maffi? Il novellista potentemente evocativo che stupisce Mazzucchetti? Il poeta della bestialit nazista scartato da Cases? Il precur-sore della neoavanguardia riconosciuto da Anceschi? Il bellettrista filisteo detestato da Picco? Credo che per uscire dallimpasse possa essere utile accogliere linvito di Bourdieu a

    mettere da parte lideologia carismatica della creazione che [] costituisce probabil-mente il principale ostacolo a una scienza rigorosa della produzione del valore dei beni culturali. Essa infatti orienta lo sguardo verso il produttore apparente pittore, composi-tore, scrittore impedendo di interrogarsi su chi ha creato il creatore e il potere magico di transustanziazione di cui dotato; e anche verso laspetto pi in vista del processo di produzione, cio la fabbricazione materiale del prodotto, trasfigurata in creazione, disto-gliendo cos dal vedere, al di l dellartista e della sua attivit propria, le condizioni di tale capacit demiurgica.Basta porre la domanda proibita per accorgersi che lartista che fa lopera lui stesso fatto, in seno al campo di produzione, da tutti coloro che contribuiscono a scoprirlo e a con-sacrarlo in quanto artista noto e riconosciuto.26

    26 P. Bourdieu, op. cit., p. 237.