CARTA dei SERVIZI - progetton.org · rimborso socio-sanitario pubblico, imponendo sempre più...

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C C A A R R T T A A d d e e i i S S E E R R V V I I Z Z I I A A s s s s o o c c i i a a z z i i o o n n e e P P r r o o g g e e t t t t o o N N O O N N L L U U S S COMUNITA’ ASPEN VIALE FULVIO TESTI 302 20126 MILANO Tel - 0266105030 Fax - 026426881 e-mail [email protected]

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COMUNITA’ ASPEN

VIALE FULVIO TESTI 302 20126 MILANO Tel - 0266105030 Fax - 026426881 e-mail [email protected]

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INDICE UNA BREVE INTRODUZIONE ............................................................................................ 4

1. I DATI DELL’ASSOCIAZIONE ..................................................................................... 5

2. CENNI STORICI .......................................................................................................... 6

3. COMUNITA’ ASPEN ................................................................................................... 8 3.1 COME RAGGIUNCERCI? ................................................................................................ 8 3.2 CHI CI LAVORA? ............................................................................................................. 8 3.3 COME E’ STRUTTURATA? ............................................................................................. 8 3.4 A CHI SI RIVOLGE? ........................................................................................................ 9 3.5 COME AVVIENE LA PRESA IN CARICO? ..................................................................... 9 3.6 LISTA DI ATTESA ............................................................................................................ 9 3.7 RETTA .............................................................................................................................. 9 3.8 PROGRAMMA ............................................................................................................... 10

3.8.1 PRIMA FASE: OSSERVAZIONE ..................................................................................... 10 3.8.2 SECONDA FASE: INTERIORIZZAZIONE DEL PROGETTO PERSONALE .................. 11 3.8.3 TERZA FASE: STABILITA’ LAVORATIVA ...................................................................... 12 3.8.4 QUARTA FASE: AUTONOMIA ........................................................................................ 12 3.8.5 PASSAGGI DI FASE ........................................................................................................ 13

3.9 REGOLAMENTO ........................................................................................................... 13 3.10 STRUMENTI TERAPEUTICI .......................................................................................... 14

3.10.1 RIUNIONE DI GRUPPO: ................................................................................................. 14 3.10.2 COLLOQUIO INDIVIDUALE: ........................................................................................... 14 3.10.3 PSICOTERAPIA ............................................................................................................... 15 3.10.4 ATTIVITA’ ERGOTERAPICHE ....................................................................................... 15 3.10.5 ATTIVITA’ DI SOCIALIZZAZIONE ................................................................................... 15

3.11 IL PERSONALE DEL PROGETTO ................................................................................ 16 3.11.1 GLI EDUCATORI ............................................................................................................. 16 3.11.2 GLI PSICOLOGI ............................................................................................................... 16 3.11.3 I VOLONTARI .................................................................................................................. 17 3.11.4 EQUIPE E SUPERVISIONE ............................................................................................ 17

3.12 ORARIO GIORNALIERO ............................................................................................... 17 3.13 RILEVAZIONE DELLA SODDISFAZIONE ..................................................................... 17 3.14 RECLAMI ....................................................................................................................... 18 3.15 COPERTURA ASSICURATIVA ..................................................................................... 18

4. I PROGETTI .............................................................................................................. 19 4.1 PROGETTO VELA ......................................................................................................... 19

4.1.1 FINALITA' ......................................................................................................................... 19

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4.1.2 OBIETTIVI ........................................................................................................................ 20 4.1.3 DESTINATARI ................................................................................................................. 20 4.1.4 EQUIPE DI LAVORO ....................................................................................................... 20 4.1.5 APPARTAMENTI ............................................................................................................. 20

5. ATTIVITA’ VARIE ...................................................................................................... 21

Ultimo aggiornamento: Luglio 2013

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UNA BREVE INTRODUZIONE Progetto N nasce sul finire degli anni settanta nel quartiere Bicocca alla periferia nord di

Milano.

Dopo i centri storici delle grandi città in cui già da qualche anno i mercanti di droga

avevano iniziato a saggiare le potenzialità del mercato, il fenomeno di abuso di

stupefacenti si allarga a tutta la fascia periferica con effetti devastanti. Sollecitati dalle

richieste disperate di famiglie rovinate, un gruppo di giovani si mette a servizio per il

recupero in forma del tutto volontaristica, facendo precedere l’intervento da momenti

formativi per capire il problema nei suoi vari aspetti, sociali medici e psicologici.

Progetto N aprì centri residenziali privilegiando la strategia dei piccoli numeri e ricercando

percorsi alternativi alle grandi e più note comunità terapeutiche. L’apprezzamento del

lavoro svolto portò al riconoscimento regionale e ad un ruolo importante nel

coordinamento delle associazioni nella città di Milano. La tossicodipendenza non è un

fatto ripetitivo e standardizzato: è mutevole ed evolve con il cambiamento sociale e con

l’immissione di nuove sostanze specie negli ultimi anni. Quando sembrava che la grande

stagione dell’eroina fosse terminata ecco affacciarsi con grande diffusione l’epoca delle

“pastiglie”, finché ultimamente quello che era stato in precedenza il vizio dei ricchi, la

cocaina, diventa consumo di massa.

La recrudescenza della tossicodipendenza si accompagna tuttavia ad un progressivo

disimpegno del servizio pubblico, che in realtà anziché favorire le associazioni del privato

sociale, attraverso strumenti di accreditamento sempre più complessi ed elevati, le

penalizzano costringendo ad acrobazie incredibili per poter rimanere sul campo ad aiutare

persone in difficoltà. I costi dell’impianto terapeutico sono lievitati a fronte di un immutato

rimborso socio-sanitario pubblico, imponendo sempre più attività collaterali di ricerca

fondi.

Oggi la nostra associazione ha ridotto il numero di strutture, ma al tempo stesso rimane

all’avanguardia nei percorsi di reinserimento sociale.

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1. I DATI DELL’ASSOCIAZIONE

Denominazione: ASSOCIAZIONE PROGETTO N ONLUS

Sede legale: via Ponale 66, 20162 Milano

Telefono 02 6420930

Fax 02 66111749

E-mail [email protected]

Sito internet www.progetton.org

Iscrizione Albo Regionale Lombardia DGR 397 del 26/9/90

P.I. 11475840150

Presidente e rappresentante legale: Stefano Cancelliere

Il Gestore si è dotato di Codice Etico.

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2. CENNI STORICI

Progetto N nasce intorno al 1975 in seguito alla presa di coscienza da parte di un gruppo

di persone guidate da un sacerdote dei problemi giovanili di un quartiere di Milano

(Bicocca zona 9) sul problema droga.

Dopo un primo periodo di confronto, informazione, sensibilizzazione, sostegno alle

famiglie dei tossicomani e incontro con gli stessi, Progetto N, in qualità di gruppo

promotore, decide nel novembre del 1981 di acquisire figura giuridica costituendosi in

"Associazione legalmente riconosciuta” con sede a Milano in Via Ponale n° 66.

Scopo sociale é da Statuto: "L’ASSOCIAZIONE NON HA FINALITA’ DI LUCRO E

PERSEGUE ESCLUSIVAMENTE FINALITA’ DI SOLIDARIETA’ SOCIALE,

NELL’ASSISTENZA SOCIALE E SOCIO-SANITARIA " (art. 4).

Nel 1986 viene aperta la Comunità di prima accoglienza, struttura atta all'accoglienza di

giovani con problemi di tossicodipendenza, che sono in attesa di essere inseriti in

comunità terapeutica. In seguito, con l’acquisizione di altri appartamenti e l’emergere di

nuovi bisogni, nasce l'impegno nel reinserimento sociale attuato nei confronti di quei

giovani che hanno concluso la fase di comunità terapeutica e che vogliono reintegrarsi nel

contesto sociale milanese. La struttura opera attraverso progetti terapeutici individualizzati

che permettono di dare risposta alle diverse tipologie di tossicodipendenti, in particolare ai

cosiddetti “pluritrattati” ormai ultratrentenni, con molti fallimenti alle spalle. Nel frattempo

viene creata una nuova struttura di prima accoglienza nella provincia di Brescia

denominata Comunità LA MITRIA sita in Nave.

Dal 1995 al 1999 è stata stipulata una convenzione con il Comune di Milano per fornire

un servizio d’osservazione ed orientamento attraverso un centro di pronto intervento

residenziale (Comunità “La Cometa”) aperto a persone con grave disagio psicosociale.

Nel 1997 nasce la Comunità terapeutica per tossicodipendenti e persone con problemi

psichiatrici “Campiano” in provincia di Verona.

Nello stesso anno viene avviato presso la sede legale dell’Associazione un servizio di

doposcuola per bambini disagiati del quartiere Bicocca di Milano.

L’anno successivo, 1998, l'Associazione diviene O.N.L.U.S. (Organizzazione Non

Lucrativa di Utilità Sociale).

Dal 2000 i percorsi individualizzati di reinserimento per tossicodipendenti vengono

realizzati nella struttura di Milano sita in Viale Fulvio Testi 302 denominata “COMUNITA

ASPEN”.

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In quello stesso anno vengono attivati due nuovi progetti: lo ”SPORTELLO LAVORO”,

progetto triennale finanziato dal fondo nazionale di lotta alla droga, legge 45 del 1999,

teso all’orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo di soggetti

tossicodipendenti ed alcolisti ed il “PROGETTO VELA” un progetto nato insieme ad altre

realtà del non profit milanese, in Convenzione con il Comune di Milano, orientato al

reinserimento sociale di tossicodipendenti mediante l’utilizzo di unità abitative.

Nel 2003, in occasione della nuova progettazione all’interno del fondo nazionale lotta alla

droga, l’Associazione, in rete con altre organizzazione del no-profit milanese, attiva due

nuovi progetti: “JOB WINDOW”, prosecuzione dello sportello lavoro e “PROGETTO

SESTANTE”, un progetto di segretariato e comunicazione sociale rivolto a

tossicodipendenti che necessitano di informazioni, orientamento ed accompagnamento

educativo per affrontare con maggiore efficacia ed autonomia le proprie difficoltà.

Nel 2006 sempre in collaborazione con altre realtà milanesi viene realizzato il progetto :

“JOB 4 U” Il progetto prevede la realizzazione di attività coordinate, specializzate e

mirate, rivolte a livello cittadino, al reinserimento. Tali attività si occuperanno della

dimensione lavoro e formazione professionale. Gli interventi sono diretti all’utenza

tossico-alcoldipendente. Il progetto prevede un sistema di raccolta delle segnalazioni

provenienti dai servizi territoriali ed attivare azioni di presa in carico degli utenti ancora in

trattamento, in stretta collaborazione con gli operatori invianti.

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3. COMUNITA’ ASPEN

Sede: Viale Fulvio Testi 302, 20126 Milano

Telefono 02 66105030

Fax 02 6426881

E-mail [email protected]

Tipologia: Comunità Terapeutico Riabilitativa Residenziale

Numero posti accreditati: 13

Responsabile della struttura: Stefano Cancelliere

Struttura autorizzata al funzionamento con delibera Asl Città di Milano n°946 del 30/04/04

ed accreditata con D.G.R. del 23/02/2004 n° 7/16450.

3.1 COME RAGGIUNCERCI

La Comunità è situata a nord di Milano (Zona nove, quartiere Bicocca) è raggiungibile con

mezzi ATM: MM 5 fermata Bignami; tram 31 (fermata Bignami); autobus 51 e 728.

3.2 CHI CI LAVORA

L’equipe di lavoro è formata da:

2 Psicoterapeuti

2 Dott.sse In Scienze dell’Educazione

1 Educatore professionale

1 Operatore

2 Volontari di supporto

3.3 COME E’ STRUTTURATA

La comunità è situata all’interno di una struttura di circa 800 mq con giardino privato

esterno di circa 300 mq.

L’interno è composto da camere per utenti da 3 - 4 posti letto con relativi servizi, spazi per

le attività riabilitative, refettorio, cucina, locale infermeria.

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3.4 A CHI SI RIVOLGE

La Comunità Aspen accoglie utenti maschili, maggiorenni e non in trattamento sostitutivo,

per un massimo di 13 posti.

3.5 COME AVVIENE LA PRESA IN CARICO

La richiesta di ammissione in comunità viene fatta attraverso un contatto telefonico dal

Ser.T.. In seguito un operatore si incontra con il ragazzo. Lo scopo di questo primo

colloquio è raggiungere una conoscenza generale della storia del ragazzo ed ascoltare la

sua richiesta, attraverso la compilazione di una scheda di ingresso.

Nel secondo colloquio l’operatore cerca di approfondire gli aspetti più significativi ed

importanti e presenta al soggetto il programma della comunità.

Nel terzo ed ultimo colloquio si ascoltano i rimandi da parte del ragazzo sul programma e

viene programmato l’ingresso.

Viene quindi verificata la possibilità di formulare un percorso terapeutico, tenendo conto

delle condizioni del soggetto, delle sue richieste, delle sue motivazioni e delle informazioni

date dal Ser.T. e dalle altre realtà coinvolte. Il progetto individualizzato viene steso, in

collaborazione con il Ser.T., adattando il programma generale ai reali bisogni del

soggetto.

Al momento dell’ingresso in comunità l’utente firma il regolamento della struttura, la

modulistica relativa alla legge sulla privacy e il contratto di ingresso.

3.6 LISTA DI ATTESA

Le segnalazioni vengono inserite in una lista d’attesa, gestita secondo un criterio che

segue un ordine cronologico.

3.7 RETTA

La retta giornaliera riconosciuta dal F.S.R. è pari a € 52,80.

Non viene richiesto nessun contributo economico all’Utente.

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3.8 PROGRAMMA

La comunità Aspen accoglie soggetti provenienti da varie comunità o che abbiano

abbandonato un percorso terapeutico e che siano desiderosi di formulare un nuovo

orientamento terapeutico.

Questa delicata fase del cammino riabilitativo si rivela di vitale importanza per il futuro

dell’utente.

E’ un periodo di transizione necessario per ricostruire un tessuto relazionale ed amicale

svincolato dalle precedenti compagnie, legate esclusivamente al mondo dei tossicomani

attivi. E’ un tempo in cui la persona sente ancora il bisogno di una struttura in grado di

affiancarla e sostenerla nella tensione verso la piena autonomia.

Nell’impossibilità di basarsi su modelli o esperienze precedenti, lo staff educativo ha

elaborato un percorso basato sull’apporto esperienziale dei suoi membri e che ha visto

nel corso degli anni numerosi aggiornamenti e modifiche in base alle mutazioni della

struttura e del fenomeno tossicodipendenza.

Il programma si pone come obiettivo generale l’autonomia personale e l’integrazione

sociale dei soggetti attraverso percorsi individualizzati.

Il periodo di trattamento è diviso in fasi ed è di durata variabile a seconda dei singoli casi.

L’obiettivo finale si raggiunge attraverso degli obiettivi intermedi che coincidono con i

passaggi di fase.

3.8.1 PRIMA FASE: OSSERVAZIONE

E’ un periodo dalla durata variabile da uno a tre mesi, che serve all’ospite per confrontarsi

con la nuova realtà comunitaria ed agli educatori per osservare il comportamento e le

dinamiche psicologiche e relazionali dell’utente.

In questa fase si mira a valutare la coerenza dei primi comportamenti con l’istanza di

autonomia.

L’utente in questa fase verifica settimanalmente il proprio percorso attraverso un colloquio

con l’operatore di riferimento. Il colloquio di verifica ha come scopo principale quello di

fornire all’educatore strumenti atti ad affinare l’intervento terapeutico, continuando con le

metodologie stabilite in partenza se queste si sono dimostrate efficaci, cambiandole o

introducendone di nuove se queste non hanno prodotto gli effetti desiderati. Altresì serve

a stabilire un rapporto che deve giocarsi sulla conoscenza e sulla fiducia e che, di volta in

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volta, deve sia affrontare le situazioni problematiche, sia rispondere in modo puntuale ad

eventuali bisogni e richieste. Per risposta puntuale non si intende la pura e semplice

soddisfazione dei bisogni espressi dall’ospite, bensì una lettura critica degli stessi,

accompagnata da un’analisi motivazionale, che serve a svelare eventuali meccanismi di

copertura o di fuga.

Oltre al colloquio individuale l’utente partecipa alla riunione di gruppo che si tiene una

volta alla settimana tra tutti gli ospiti della comunità ed il responsabile.

L’utente dispone, come tempo libero, di una sera alla settimana, da scegliere liberamente

e da comunicare allo staff ed ai compagni durante la riunione di gruppo.

Questa prima fase si conclude con la definizione del percorso personale.

3.8.2 SECONDA FASE: INTERIORIZZAZIONE DEL PROGETTO PERSONALE

La seconda fase si avvia una volta raggiunta la definizione del percorso individualizzato

sulla scorta delle osservazioni ottenute.

L’obiettivo di questa fase è la responsabile gestione del tempo libero, la ridefinizione dei

rapporti personali e l’individuazione del campo di attività lavorativa futura.

E’ importante sottolineare la delicatezza di questo obiettivo: coniugare aspirazioni

personali con le possibilità del curriculum del singolo e con l’attuale struttura del mondo

lavorativo è una sfida altamente impegnativa.

Parte del tempo a disposizione viene utilizzata per una ricerca di tutte le coordinate

connesse alla questione occupazione, con il supporto degli operatori. Il tema “futuro

lavorativo” assume in questa fase una notevole importanza. Nello stesso tempo vengono

ridefinite con particolare attenzione tutte le relazioni esistenti: famiglia d’origine, partner,

famiglia propria, amicizie, etc.

Nella vita di ogni persona i rapporti interpersonali giocano un ruolo fondamentale. Nella

maggior parte dei casi in soggetti tossicodipendenti i rapporti affettivi ed amicali sono

profondamente destrutturati poiché mediati dalla sostanza. Venendo a mancare questa si

pone il problema della costruzione di rapporti autentici, nei quali ci si deve mettere in

gioco, scoprirsi mostrando ciò che si è in realtà senza la mediazione della sostanza. Tutto

questo a volte crea paure ed ansie che, se non affrontate e risolte, portano spesso ad una

chiusura verso gli altri.

Si bada quindi a migliorare e supportare l’utente nel suo rapportarsi agli altri nell’ambiente

comunitario, amicale, lavorativo, sociale in genere e, per chi ha ancora un legame con la

famiglia, nell’ambiente familiare. Si cerca di estinguere le dinamiche che sono

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caratteristici del tossicomane (rapporti superficiali, d’interesse e adolescenziali) e di

promuovere invece un atteggiamento adulto basato sul confronto e sulla crescita

reciproca.

L’utente continua a verificare settimanalmente il proprio percorso attraverso il colloquio

individuale con l’operatore di riferimento e a partecipare alla riunione di gruppo.

Le uscite a disposizione dell’utente in questa fase sono due sere alla settimana, il sabato

e la domenica pomeriggio.

La durata della seconda fase è variabile a seconda dei singoli casi e si conclude con

l’inizio di un’attività lavorativa e l’iniziale concretizzazione degli obiettivi prefissati.

3.8.3 TERZA FASE: STABILITA’ LAVORATIVA

L’obiettivo di questa fase è sperimentare e valutare la capacità di mantenere l’impegno

lavorativo e la responsabile gestione del tempo libero ed economica.

In questa fase l’utente continua a confrontarsi con il raggiungimento degli obiettivi

concordati nel programma individualizzato e con la realtà all’esterno della comunità.

I colloqui individuali con l’operatore avvengono solo su richiesta dell’utente, mentre

continua la partecipazione alla riunione di gruppo.

Le uscite a disposizione dell’utente sono tre sere alla settimana e il fine settimana.

3.8.4 QUARTA FASE: AUTONOMIA

Quest’ultima fase ha come obiettivo la verifica dell’attuabilità della conclusione del

percorso e del distacco attraverso una sorta di “autonomia simulata” che garantisca una

stabilità nei rapporti sociali ed amicali e un buon grado di integrabilità alla società

organizzata.

I colloqui individuali con l’operatore avvengono solo su richiesta dell’utente.

Il tempo libero è gestito in modo autonomo.

E’ il momento dell’affinamento di un corredo di abilità sociale. Occupazione chiave di

questa fase è la ricerca di una collocazione abitativa, che possa permettere

concretamente l’uscita dal contesto comunitario e l’inizio di una vita autonoma ed

indipendente.

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3.8.5 PASSAGGI DI FASE

Il passaggio di fase avviene al raggiungimento degli obiettivi parziali concordati nel

programma individualizzato. E’ l’operatore di riferimento che valuta l’evoluzione del

cammino dell’utente e quindi stabilisce con il ragazzo stesso, durante i colloqui

settimanali, se è il momento di richiedere il passaggio di fase.

La richiesta viene fatta dal ragazzo che si sente pronto per il passaggio alla fase

successiva.

La decisione finale del passaggio verrà vagliata e decisa dagli educatori in sede di

riunione di staff.

3.9 REGOLAMENTO

Affinché la convivenza nella struttura faciliti il rapporto, si raccomanda un comportamento

strettamente limitato ai ruoli ed agli spazi consentiti, onde evitare malintesi e richiami

inutili. Per facilitare questo rapporto è richiesta una volontà di condivisione e di

disponibilità; i rapporti personali devono essere improntati alla massima collaborazione.

Informiamo inoltre che la comunità non usa metodi coercitivi, quindi l’ospite ha la facoltà

di interrompere in qualsiasi momento il programma terapeutico.

1. All’interno della struttura è vietato fumare. (legge 16 gennaio 2003 n.3, art. 51)

2. Per evitare qualsiasi possibile abuso non è consentito utilizzare sostanze alcoliche

all’interno della comunità.

3. La preparazione dei pasti e le pulizie vengono svolte dagli ospiti.

4. Le visite di parenti ed amici vanno concordate con lo staff educativo.

5. L’uso della televisione è consentito solo di sera, di sabato e domenica ed in occasioni

particolari a discrezione degli operatori.

6. Qualsiasi utilizzo da parte degli ospiti di modalità violente di comportamento provoca

l’interruzione dell’accoglienza.

7. Scarsa adesione al programma o infrazioni alle regole saranno discusse dagli

educatori e dal gruppo. Permanendo la situazione negativa, il colloquio individuale

cercherà di rimuovere le cause.

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8. Sono previsti interventi, sia individuali sia collettivi, nel caso di mancato rispetto del

regolamento; questi possono comportare anche l’interruzione del programma e

l’allontanamento dalla comunità.

9. E’ vietato l’utilizzo di sostanze stupefacenti.

10. Vengono effettuati senza preavviso esami clinici atti ad accertare l’eventuale

assunzione di sostanze stupefacenti: esame delle urine e periodicamente esame del

capello.

Qualora l’ospite non usufruisse di momenti liberi, tutte le attività previste dal programma

non sono facoltative, in quanto parte integrante del programma educativo. L’eventuale

rifiuto pregiudica la continuità del rapporto di accoglienza.

3.10 STRUMENTI TERAPEUTICI

L’iter terapeutico prevede i seguenti strumenti:

3.10.1 RIUNIONE DI GRUPPO:

I partecipanti sono gli utenti ed il responsabile della struttura.

Serve a favorire i rapporti interpersonali e ad aiutare l’evoluzione integrata della

personalità, mettendo a nudo le carenze relazionali sulle quali l’operatore trova il campo

specifico per intervenire.

La riunione è divisa grosso modo in due parti.

La prima parte verte su problemi sia personali sia relazionali di rapporto con gli altri e di

convivenza.

Nella seconda parte della riunione ogni utente comunica le proprie serate e sabati-

domeniche libere scelte e cosa ha organizzato di fare in questi momenti.

La riunione di gruppo è anche il momento deputato all’avanzamento di tutte le richieste

particolari.

3.10.2 COLLOQUIO INDIVIDUALE:

E’ tenuto dall’operatore di riferimento con il singolo utente.

Viene fatto ogni settimana (tranne per la terza e la quarta fase, durante le quali avviene

su richiesta dell’utente).

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Durante questo incontro vengono affrontati problemi individuali e di relazione con gli altri.

Viene anche fatta la verifica del cammino e degli impegni di fase, cercando di fare

ragionare il ragazzo sugli obiettivi prefissi e sul modo concreto per raggiungerli.

L’operatore arriva preparato all’incontro informandosi degli sviluppi riguardanti il ragazzo,

avendo preso atto e contatto con tutti gli “eventi” che lo hanno coinvolto.

Durante questo incontro si arriva, qualche volta, a darsi delle piccole mete da raggiungere

settimanalmente, per meglio arrivare all’obiettivo finale della fase.

3.10.3 PSICOTERAPIA Uno psicoterapeuta è a disposizione per percorsi di psicoterapia individuale qualora ci

fosse una richiesta da parte dell’utente.

Le modalità delle sedute di psicoterapia vengono concordate in base alle esigenze del

percorso individualizzato.

3.10.4 ATTIVITA’ ERGOTERAPICHE

Durante il periodo di osservazione l’utente svolge attività all’interno della struttura dove

vengono attrezzati in base anche alle attitudini degli ospiti laboratori di lavoro.

Attualmente sono attrezzati due laboratori: uno di Falegnameria dove alcuni ospiti hanno

la possibilità di effettuare lavori di restauro mobili e un altro di informatica dove viene data

la possibilità di impratichirsi con elementi di base di informatica e dove vi è la possibilità di

un uso di internet per scopi sia di ricerca lavorativa che di tipo ludico.

Vengono inoltre svolti dei lavori legati alla manutenzione della struttura che prevedono

attività di pulizia, piccoli lavori di muratura e manutenzione dell’area verde della struttura.

3.10.5 ATTIVITA’ DI SOCIALIZZAZIONE

Vengono forniti strumenti adeguati scelti di volta in volta in base ai bisogni dell’utente.

Tutte le attività proposte sono strumento per aiutare gli ospiti a dotarsi dei mezzi

necessari per un approccio consapevole alla realtà cittadina favorendone l’integrazione

sociale.

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3.11 IL PERSONALE DEL PROGETTO

Le figure educative che interagiscono con il progetto sia in veste di direzione sia di

supporto sono:

3.11.1 GLI EDUCATORI

Gli educatori che lavorano al progetto sono tre.

La figura dell’educatore ricopre un ruolo sicuramente fondamentale all’interno del servizio.

Le sue mansioni vanno dal rapporto quotidiano con l’utenza alla gestione dei colloqui

individuali, di gruppo e di filtro.

La relazione con l’utenza è lo strumento di lavoro privilegiato. Altri strumenti a

disposizione degli educatori sono la riunione settimanale di staff e la supervisione tenuta

ogni due settimane da due psicologhe.

Gli educatori condividono e si ritrovano nei presupposti che determinano scopi ed obiettivi

della struttura e sono concordi nell’affermare la necessità di interpretare la

tossicodipendenza non come malattia, ma come sintomo manifesto di una disagio

interiore.

Il tossicodipendente è una persona caratterizzata da una grande fragilità psico-emotiva e

da una profonda sofferenza psicologica che trova nella sostanza stupefacente una

potente e magica risposta al suo malessere.

L’educatore ribadisce l’importanza di comprendere che ogni soggetto ha una sua storia

unica e diversa: non esiste la generalizzazione del tossicodipendente, ma esiste il singolo

caso di tossicodipendenza, con le sue modalità di manifestazione e la sua storia sociale e

personale.

Non esiste quindi il modo per uscire dalla dipendenza, ma vi sono tante modalità ognuna

valida se adattata al singolo caso.

3.11.2 GLI PSICOLOGI Gli psicologi che collaborano con la comunità sono due.

Una psicoterapeuta svolge attività di supervisione all’equipe.

Uno psicoterapeuta si occupa sia della valutazione diagnostica dell’utente al momento

dell’ingresso in comunità al fine di formulare un programma terapeutico personalizzato sia

di supporti psicologici individualizzati.

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3.11.3 I VOLONTARI

Il volontario ricopre un ruolo importante all’interno del progetto di reinserimento; è

presente nei momenti dedicati alla ricreazione, allo svago e in tutte le attività di supporto.

Le relazioni amicali che possono instaurarsi tra volontari ed utenti sono altresì favorite

dallo staff educativo, poiché vengono considerate strumenti efficaci per una

risocializzazione ed un confronto con una modalità di “stare insieme” molto dissimile da

quella precedentemente vissuta dagli utenti.

3.11.4 EQUIPE E SUPERVISIONE

L’équipe degli educatori si riunisce una volta alla settimana per valutare le segnalazioni e

monitorare l’andamento del gruppo e del singolo utente all’interno della struttura.

Lo staff partecipa inoltre ad una supervisione quindicinale tenuta da una psicoterapeuta:

per questa attività viene utilizzato dalle terapeute la tecnica dello psicodramma.

3.12 ORARIO GIORNALIERO

DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ SABATO DOMENICA

8.30 Sveglia 9.00 Sveglia 10.00 Sveglia

9.00 Inizio attività 9.30 Pulizie comunità 10.30 Tempo libero

12.30 Pranzo 12.30 Pranzo 12.30 Pranzo

14.00 Attività pomeridiane 14.00 Tempo libero 14.00 Tempo libero

19.30 Cena 19.30 Cena 19.30 Cena

20.30 Attività serali 20.30 Attività serali 20.30 Attività serali

23.30 Buonanotte 24.00 Buonanotte 23.30 Buonanotte

3.13 RILEVAZIONE DELLA SODDISFAZIONE

Il grado di soddisfazione degli ospiti viene rilevato tramite la somministrazione a cadenza

trimestrale di un questionario anonimo.

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I risultati della rilevazione vengono discussi in Equipe e successivamente viene effettuato

un focus-group con gli ospiti condotto dal responsabile della Comunità per la restituzione

di quanto emerso.

3.14 RECLAMI

Gli ospiti della Comunità hanno il diritto di poter presentare reclamo tramite la

compilazione di un modulo predisposto. La Comunità si impegnerà a recepire tutti i

reclami ed a mettere in atto le procedure adeguate per risolvere le disfunzioni segnalate.

3.15 COPERTURA ASSICURATIVA

L’associazione ha stipulato una polizza assicurativa di responsabilità civile ed infortuni per

Operatori ed utenti presso gli uffici della Cattolica Assicurazioni.

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4. I PROGETTI

L’Associazione Progetto N onlus negli ultimi anni ha attivato diversi progetti sia nell’ambito

del Fondo Nazionale Lotta alla Droga (Legge 45/99) sia in convenzione con il Comune di

Milano.

Attualmente il progetto attivo è il “Servizio di accoglienza in piccole unità abitative di ex

tossico-alcoldipendenti in fase di reinserimento sociale” (ex Progetto Vela).

4.1 PROGETTO VELA

Il Progetto Vela nasce dalla collaborazione tra le associazioni Progetto N, Ce.A.S. e

Saman in convenzione con il Comune di Milano.

Tali associazioni sono tre realtà del privato sociale che da anni lavorano sul territorio

milanese trattando le problematiche della tossicodipendenza ed hanno rafforzato

un'ampia esperienza in particolare nella fase del reinserimento.

L'idea della sperimentazione nasce dalla verifica, sempre più attuale, che le richieste degli

utenti rispetto al trattamento residenziale comunitario si stiano sempre più modificando.

Emerge infatti un bisogno specifico di intervento su precedenti fallimenti sia dei

programmi residenziali comunitari che di altro tipo.

La fase del reinserimento si rivela come il momento più critico, essa crea infatti

nell'individuo maggiori tensioni, aspettative di successo e spesso senso di inadeguatezza.

Il progetto che presentiamo nasce dalla rilevazione dei suddetti bisogni ai quali si cerca di

dare una risposta adeguata.

4.1.1 FINALITA' Il progetto che presentiamo, con la collaborazione del Comune di Milano, vuole fornire

agli individui coinvolti in questo percorso gli strumenti necessari per realizzare un nuovo

personale progetto di vita, abbandonando gradualmente la mentalità assistenziale, a

favore di un approccio basato sulla filosofia dell'empowerment, che prevede la piena

partecipazione dell'individuo alla propria fase di reinserimento sociale.

Il raggiungimento di una piena autonomia passa attraverso il raggiungimento di alcuni

obiettivi intermedi quali:

Il rafforzamento della rete sociale ed affettiva;

La ricerca di un'occupazione soddisfacente;

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L'avviamento verso un'autonomia abitativa.

4.1.2 OBIETTIVI Predisposizione delle strutture per l'accoglienza di 6 soggetti da avviare verso

un'autonomia abitativa;

Facilitare ed aumentare l'accesso alle risorse di rete cittadina;

Fornire la capacità di partecipare con competenza alla propria fase di reintegrazione a

quelle persone che, dopo il periodo trascorso in comunità terapeutica o dopo un

periodo di detenzione alternativa, si trovano maggiormente svantaggiati per ragioni

sociali, familiari e relazionali.

4.1.3 DESTINATARI I destinatari di questo progetto sono soggetti che hanno precedentemente intrapreso

percorsi riabilitativi di diverso genere, con risultati più o meno significativi, e necessitano

allo stato attuale di un accompagnamento graduale nella realtà sociale.

Tali soggetti devono avere le seguenti caratteristiche:

essere residenti a Milano

essere drug-free

avere un lavoro o effettuare percorsi volti all'inserimento lavorativo

4.1.4 EQUIPE DI LAVORO

L’èquipe di progetto è composta da educatori, coordinatori e uno psicologo in qualità di

supervisore.

4.1.5 APPARTAMENTI

L’Associazione Progetto N è presente sul territorio con due appartamenti:

1 appartamento in via Ponale 66 con tre posti letto

1 appartamento in via Zumbini 28 con tre posti letto

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5. ATTIVITA’ VARIE

Dal 2001 nei locali della nostra associazione siti in via Ponale 66 viene svolta attività

ricreativa e di sostegno allo studio per ragazzi delle scuole medie inferiori della zona 9 di

Milano in collaborazione con l’Associazione Gimmie Shelter onlus.