Caro giovane, gratuitamente hai ricevuto, gratuitamente dai! Estiva 2011.pdf · di esperienza...

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Caro giovane , gratuitamente hai ricevuto, gratuitamente dai! Esperienza estiva 2011 A nimazione M issionaria SDB (Salesiani di Don Bosco) FMA (Figlie di Maria Ausiliatrice)

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Caro giovane,

gratuitamente hai ricevuto,

gratuitamente dai!

Esperienza estiva2011

Animazione Missionaria

SDB (Salesiani di Don Bosco)

FMA (Figlie di Maria Ausiliatrice)

Caro giovane, è mio desiderio accompagnarti durante queste settimane di esperienza estiva affinchè possano essere per te un periodo di rifles-sione, un periodo in cui provi ad analizzare la tua vita e le tue azioni sulla base di ciò che Gesù Cristo ci ha insegnato.I tuoi pensieri, le tue parole, i tuoi atteggiamenti andranno rivisti alla luce di quanto vedrai e imparerai durante questa esperienza in terra di missione.Ricordati che nulla succede per caso e che ogni piccola o grande espe-rienza che vivrai sarà importante al tuo rientro in Italia quando dovrai impostare nuovamente la tua vita: fai tesoro di ogni incontro, di ogni parola e di ogni vissuto e conservalo nel tuo cuore.In queste pagine che ti accompagneranno ogni giorno troverai alcuni momenti fissi per la riflessione quotidiana:

1. IN CONTATTO CON DIO: un momento di preghiera con brani del vangelo e degli atti degli apostoli e un loro breve commento; alcune testimonianze di persone che hanno vissuto per gli altri (in PAROLE DALLA MISSIONE);

2. il racconto del mio V sogno missionario, quest’anno ricorre il suo 125° anniversario

3. LA CHIESA MI INSEGNA: brani scelti dall’enciclica Redempto-ris Missio di Papa Giovanni Paolo II;

4. alcune mie parole per guidare la tua riflessione personale;

5. A TU PER TU CON ME STESSO: alcune domande per riflette-re e uno spazio per scrivere pensieri, sensazioni ed esperienze che vivi quotidianamente.

Buona esperienza,

Don Bosco

EMMA COLOMBATTI

Progetto grafico:Francesco Capodieci

A cura di:

Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiama-to Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché era-no pescatori. E disse loro: «Seguite-mi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo segui-rono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giaco-mo di Zebedèo e Giovan-ni suo fratello, che nella barca insieme con Zebe-dèo, loro padre, riasset-tavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo segui-rono.

Mt 4, 18-22

Il modo di procedere tenuto da Gesù con i suoi discepoli è stato graduale: all’inizio sono stati chiamati a cono-scerlo personalmente; quindi han-no creduto in lui, lo hanno ricevuto come Messia; poi sono stati chiamati a seguirlo come apostoli; e finalmen-te hanno ricevuto le istruzioni e i doni miracolosi indispensabili per l'adem-pimento della loro missione.

1 In contatto con Dio

Suor Leonella Sgorbati è entrata nel 1963 nell'or-dine delle Suore Missionarie della Consolata. Dopo aver frequentato la scuola infermieri nel Re-gno Unito, si è trasferita in Kenya nel settembre 1972 dove ha prestato servizio alternativamente al Consolata Hospital Mathari e al Nazareth Hospital di Kiambu vicino a Nairobi. Nel 1983 suor Leo-nella ha iniziato gli studi superiori di scienze infer-mieristiche e nel 1985 è diventata il più importante tutor della scuola infermieri incorporata al Nkubu

Hospital. Nel novembre 1993 è stata eletta superiore regionale delle Suore Missionarie della Consolata del Kenya, compito che ha svolto per sei anni. Dopo un anno sabbatico ha trascorso alcuni mesi all'ospedale pediatrico di Mogadiscio, per studiare la possibilità di aprire una scuola infermieri nell'ospedale retto dall'organizzazione SOS Villaggi dei Bambini (SOS Children's Vil-lage). La scuola ha aperto nel 2002, con l'operato di suor Leonella. Le prime 34 infermiere si sono diplomate nel 2006, certificate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, poiché la Somalia è priva di governo dal 1991.A Mogadiscio il 17 settembre 2006 è stata uccisa a colpi d'arma da fuoco all'esterno dell'ospedale pediatrico, assieme alla guardia del corpo. I due assassini si erano nascosti dietro un taxi, da cui le hanno sparato alla schiena.

Nella notte dal 9 al 10 aprile Don Bosco fece un nuovo sogno missionario, che raccontò a Don Rua, a Doli Branda e al Vi-glietti, con voce rotta a volte dai singulti.

E tu, discepolo dei tempi nuovi, mescolati tra la gente, tra i tuoi amici di sempre,

confonditi con loro e sii presenza.Più che parlare, vivi, più che insegnare, agisci.

Mescolati tra la gente, tra i tuoi amici di sempre,tra chi é odiato perché pensa diverso,

perché veste diverso, perché parla diverso...tra chi é amareggiato perché non riceve giustizia,

tra chi é nel dubbio perché non trova la verità,tra chi piange, perché tradito, ignorato, non amato...

E allora va’ discepolo dei tempi nuovi,va’ come Maria,

che si è mescolata con la sua gente per portare Gesù,l’amore della sua vita e che Lui possa divenire anche per te,

l’Amore capace di riempire la tua esistenza. Amen.

La missione di Cristo redentore, affidata alla chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento. Al termine del secondo millennio dalla sua venuta uno sguardo d'insieme all'umanità dimostra che tale missione è ancora agli inizi e che dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio. È lo Spirito che spinge ad annunziare le grandi opere di Dio: «Non è infatti per me un vanto pre-dicare il vangelo; è per me un dovere: guai a me se non predicassi il vangelo!». A nome di tutta la chiesa, sento imperioso il dovere di ripetere questo grido di san Paolo. Già dall'inizio del mio pontificato ho scelto di viaggiare fino agli estremi confini della terra per manifestare la solleci-tudine missionaria, e proprio il contatto diretto con i popoli che ignorano Cristo mi ha ancor più convinto dell'urgenza di tale attività, a cui dedico la presente enciclica. Il concilio Vaticano II ha inteso rinnovare la vita e l'attività della chiesa secondo le necessità del mondo contemporaneo: ne ha sottolineato la «missionarietà» fondandola dinamicamente sulla stessa missione trinitaria. L'impulso missionario, quindi, appartiene all'intima natura della vita cristiana e ispira anche l'ecumenismo: «Che tutti siano una cosa sola... perché il mondo creda che tu mi hai mandato».

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... La Chiesa mi insegna...

... Parole dalla missione...

Caro giovane, alza gli occhi, figlio mio, e guarda ciò che esiste nel cielo e nella terra.Il sole, la luna, le stelle, l’aria, l’acqua, il fuoco sono tutte cose che un tempo non esistevano. E nessuna cosa poté dare l’esi-stenza a se stessa. È Dio che con la sua onnipotenza le tirò fuori dal nulla creandole. Per questo lo chiamiamo “Creatore”.Questo Dio, che sempre fu e sempre sarà, dopo aver creato le cose che esistono nel cielo e nella terra, diede l’esistenza all’uomo, la creatura più nobile e più perfetta tra tutte quelle che vediamo nel mondo. I nostri occhi, la bocca, la lingua, le orecchie, le mani, i sensi, la memoria, l’intelligenza, la volontà sono tutti doni del Signore.L’uomo è diverso da tutti gli altri animali perché possiede un’anima che pensa, ragiona, conosce ciò che è bene e ciò che è male. Se nella vita terrena avremo fatto il bene, saremo per sempre nella gioia insieme a Dio in Paradiso, dove riceveremo ogni bene.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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Anche io mi sento un discepolo chiamato da Dio per essere sua presenza viva?

Che cosa significa seguire Cristo nel mio quotidiano?

Vedendo le folle, Gesù salì sul-la montagna e, messosi a se-dere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:«Beati i poveri in spirito,perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saran-no consolati. Beati i miti, per-ché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace,perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Bea-ti voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male con-tro di voi per causa mia. Ral-legratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno per-seguitato i profeti prima di voi.

Mt 5, 1-12

Le beatitudini invitano ognuno di noi a mettersi in cammino sulle orme di Cristo e ci permettono di capire che saremo vera-mente felici solo quando ameremo la vita e rispetteremo la natura, saremo in pace con noi stessi e con gli altri, vivremo con onestà, accontentandoci di quello che abbiamo e lottando contro le ingiustizie, sapremo gustare ed apprezzare le cose di cui disponiamo quotidianamente, avremo cura del povero e di tutti coloro che sono meno fortunati di noi.

1 In contatto con Dio

Don Andrea Santoro nasce a Priverno, in provincia di Latina, nel 1945. “Cercavo una vicinanza con Dio e credevo di poterla tro-vare dove Dio aveva cercato una vicinanza con noi”. Finalmente nel 2000 il Cardinale Ruini gli consentì di partire per l’Anatolia. “Io dico sempre: la fede è partire”. A Trab-zon, Don Andrea entra sempre più in contat-to con la realtà delle tante donne, soprattutto armene e georgiane, costrette a vendersi a

causa delle precarie condizioni economiche. La sua è una presenza silenziosa, quasi in-visibile, come nascosta sarà la via Crucis del 2003 che sceglierà di celebrare proprio nel quartiere a luci rosse. Alle persone che manifestavano una grande paura dei musulmani, lui rispondeva così: “Gesù ci ha detto di non avere paura di nulla. Solo di una cosa bi-sogna avere paura: di non essere cristiani, di essere, come diceva Gesù, un sale senza sapore”. Il 5 febbraio 2005 Don Andrea viene ucciso, nella sua chiesa, a colpi di pistola da uno sconosciuto.

Il Viglietti lo scrisse subito dopo e per ordine suo ne inviò copia a Don Lemoyne, affinché se ne desse lettura a tutti i Superiori dell’Oratorio e servisse di generale incoraggiamento.

... Parole dalla missione...

Fai di meun arcobaleno di bene

e di speranza e di pace.Arcobaleno

che per nessuna ragioneannunci

le ingannevoli bontà,le speranze vane,

le false paci.Arcobaleno

inarcato da tequale annuncio che mai fallirà

il tuo amore di Padrela morte del tuo Figliola meravigliosa azione

del tuo Spirito, Signore

«Il compito fondamentale della chiesa di tutte le epoche e, in modo particolare, della nostra - ricordavo nella prima enciclica programmatica - è di dirigere lo sguardo dell’uomo, di indi-rizzare la coscienza e l’esperienza di tutta l’umanità verso il mistero di Cristo». La missione universale della chiesa nasce dalla fede in Gesù Cristo, come si dichiara nella professione della fede trinitaria: «Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli... Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo». Nell’evento della redenzione è la salvezza di tutti, «perché ognuno è stato compreso nel mistero della redenzione e con ognu-no Cristo si è unito, per sempre, attraverso questo mistero». Soltanto nella fede si comprende e si fonda la missione. Eppure, anche a causa dei cambiamenti moderni e del diffondersi di nuove idee teologiche alcuni si chiedono: è ancora attuale la missione tra i non cristiani? Non è forse sostituita dal dialogo inter-religioso? Non è un suo obiettivo sufficiente la promozione umana? Il rispetto della coscienza e della libertà non esclude ogni proposta di conversione? Non ci si può sal-vare in qualsiasi religione? Perché quindi la missione?

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... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, se Dio ci ha creati per una vita senza fine in Cielo, la nostra maniera di vivere deve essere sempre quella di persone che camminano sulla terra fissando il Cielo.A questo deve spingerci il premio che Dio ci promette e il casti-go che ci è minacciato. Ma ad amare Dio e a obbedire alla sua legge deve spingerci molto di più: il grande amore che egli ha per noi. Egli ama tutte le persone umane, ma porta un particolare affetto ai ragazzi.Dio ti ama perché sei all’inizio della vita, e puoi riempirla di opere buone. Sei un prediletto perché nel tuo cuore c’è l’umiltà, la semplici-tà, l’innocenza e la maggior parte dei ragazzi non ha mai dato retta alle tentazioni del diavolo.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Ritengo di essere un "Beato"?Come mai?

Che cosa nel mio cuore mi porta ad allontanarmi da Dio?

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Chiamati a sé i dodici di-scepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti im-mondi e di guarire ogni sor-ta di malattie e d’infermità.Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: «Non anda-te fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; ri-volgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guari-te gli infermi, risuscitate i mor-ti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né ar-gento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né san-dali, né bastone, perché l’opera-io ha diritto al suo nutrimento.

Mt 10, 1-10

La parola «apostolo» (“mando fuori”) si-gnifica letteralmente messaggero; e, sen-za dubbio, Cristo ha dato questo titolo ai dodici perché esso indicava ciò che essi dovevano essere. Il loro ufficio di messag-geri è chiaramente espresso quando Gesù dice loro: «Andate ed ammaestrate tutti i popoli».Gesù ha garantito direttamente agli apo-stoli che sarebbe stata la Provvidenza ad accompagnarli in ogni loro viaggio.

In contatto con Dio

Fra Christian de Chergé era il prio-re del monastero trappista di Notre-Dame de l’Atlas in Algeria. Assieme a sei suoi confratelli venne rapito da fondamentalisti islamici il 26 mar-zo 1996: furono tutti sgozzati il 21 maggio seguente. Ora essi riposano nel piccolo cimitero di Tibhirine, ve-

gliati dagli amici musulmani che non avevano voluto abbandonare negli anni più violenti della barbarie in Algeria.

Don Bosco si trovava nelle vicinanze di Castelnuovo sul poggio, così detto, Bricco del Pino, vicino alla valle Sbarnau. Spingeva di lassù per ogni parte il suo sguardo, ma altro non gli veniva fatto di vedere che una folta boscaglia, sparsa ovunque, anzi coperta di una quantità innumerevole di piccoli funghi.

... Parole dalla missione...

Signore Gesù,tu che sei presente in mezzo a noi

come “co1ui che serve”,rendimi testimone del tuo Amore.

Tu, ricco di misericordia e di bontà,diventi il pane per il mio cammino,

la luce per i miei passi,il perdono per i miei peccati.

Ecco ti consegno tutto quello che sono,che sento, che bramo.

Dammi di volere Te,di abbandonarmi com estrema fiducia sul tuo cuore.

I1 tuo Spirito ci unisca tuttiin comunione di fede e di carità.

Con te, o Signore,saremo presenti nel mondo

come segno della tua bontà.

... La Chiesa mi insegna...

Ma ciò che ancor più mi spinge a proclamare l'urgenza dell'evangelizzazione missionaria è che essa costituisce il primo servizio che la chiesa può rendere a ciascun uomo e all'intera umanità nel mondo odierno, il quale conosce stupende conquiste, ma sembra avere smarrito il senso delle realtà ultime e della stessa esistenza. «Cristo redentore - ho scritto nella prima enciclica - rivela pienamente l'uomo a se stesso... L'uomo che vuol comprendere se stesso fino in fondo... deve avvicinarsi a Cristo... La redenzione, avvenuta per mezzo della croce, ha ridato definitivamente all'uomo la dignità e il senso della sua esistenza nel mondo».Popoli tutti, aprite le porte a Cristo! Il suo vangelo nulla toglie alla libertà dell'uomo, al dovuto rispetto delle culture, a quanto c'è di buono in ogni religione. Accogliendo Cristo, voi vi aprite alla parola definitiva di Dio, a colui nel quale Dio si è fatto pienamente conoscere e ci ha indicato la via per arrivare a lui. Il numero di coloro che ignorano Cristo e non fanno parte della chiesa è in continuo aumento, anzi dalla fine del concilio è quasi raddoppiato. Per questa umanità im-mensa, amata dal Padre che per essa ha inviato il suo Figlio, è evidente l'urgenza della missione.

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Così venutisi a trovare insieme gli domandaro-no: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scel-ta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scen-derà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalem-me, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estre-mi confini della terra».

At 1, 6-8

La virtù di cui qui parla Gesù, è la forza dello Spirito; è quella “virtù da alto” che trasformerà gli apostoli in testimoni. L’ori-ginale di testimoni è martiri. Questa paro-la passò poi ad indicare quelli che erano messi a morte nei tempi di persecuzione. Si chiamarono martiri perché in mezzo ad ogni sorta di dolori e fino a costo della vita resero testimonianza a Colui che li aveva redenti. Questo è lo scopo degli Atti de-gli apostoli: mostrare l’evoluzione storica dell’ ultima parola del Cristo.

In contatto con Dio

Jean Vanier nasce nel 1928. Figlio del governatore del Canada, da giova-ne è ufficiale di marina. Ad un certo punto, la scelta di dare una svolta alla sua esistenza e di studiare filosofia a Toronto. Ottenuto il dottorato in filo-sofia, insegna all’università di Toron-to. Nel 1963 conosce la condizione di

persone con grave disabilità. Da quel momento, Vanier dà inizio all’espe-rienza Arca: accoglie con sè due persone adulte con disabilità mentale in una casa a Trosly. Oggi le comunità dell’Arca hanno iniziato a diffondersi in vari paesi tra cui l’Italia.

— Ma questo, diceva Don Bosco, è pure il contado di Rossi Giuseppe: dovrebbe ben esserci!Ed infatti dopo qualche tempo, scorse Rossi il quale tutto serio stava guardando da un lontano poggio le sottostanti valli. Don Bosco lo chiamò, ma egli non rispose che con uno sguardo come chi è soprapensiero.

... Parole dalla missione...

Caro giovane, l’allegria è la medicina dei poveri. Siamo allegri perché siamo nelle mani di Dio. Il tempo libero, gli svaghi, i giochi, i divertimenti, le passeggiate, devono servire per distrar-re, per sollevare dalla stanchezza, dalla tristezza, dalle preoccu-pazioni quotidiane; devono aiutare a tornare sereni e sorridenti. Adopera, quindi, di avere sempre una costante e moderata allegria.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Come posso affidarmi alla Provvidenza, oggi?

Riesco ad essere allegro secondo l'idea di allegria che Don Bosco insegna?

Chiesi a Dio...di essere forte per eseguire progetti grandiosi:Egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà.

Domandai a Dio che mi desse la saluteper realizzare grandi imprese:

egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.Gli domandai la ricchezza per possedere tutto:

mi ha fatto povero per non essere egoista.Gli domandai il potere

perché gli uomini avessero bisogno di me:egli mi ha dato l’umiliazione

perché io avessi bisogno di loro.Domandai a Dio tutto per godere la vita:

mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto.

Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,

ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.

Le preghiere che non feci furono esaudite.Sii lodato; o mio Signore,

fra tutti gli uomini nessuno possiede quello che ho io!

Gesù Cristo unico Salvatore: la fede in Cristo è una proposta alla libertà dell’uomo.

L’urgenza dell’attività missionaria emerge dalla nuova vita, portata da Cristo e vissuta dai suoi discepoli. Questa nuova vita è dono di Dio, e all’uomo è richiesto di accoglierlo e di svi-lupparlo, se vuole realizzarsi secondo la sua vocazione integrale in conformità a Cristo. Tutto il Nuovo Testamento è un inno alla vita nuova per colui che crede in Cristo e vive nella sua chiesa. La salvezza in Cristo, testimoniata e annunziata dalla chiesa, è autocomunicazione di Dio: «È l’amore che non soltanto crea il bene, ma fa partecipare alla vita stessa di Dio: Padre, Figlio e Spirito santo. Infatti, colui che ama, desidera donare se stesso». Dio offre all’uomo questa novità di vita. «Si può rifiutare Cristo e tutto ciò che egli ha portato nella storia dell’uo-mo? Certamente si può. L’uomo è libero. L’uomo può dire a Dio: no. L’uomo può dire a Cri-sto: no. Ma rimane la domanda fondamentale: è lecito farlo? E in nome di che cosa è lecito?».

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... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, ogni vero cristiano prega Dio mattino e sera. Ma per-ché tu rimanga sempre un buon cristiano io ti invito a fare qualche cosa di più: a spendere ogni giorno qualche minuto di tempo nel leggere qualche libro che parli di cose spirituali, e che quindi nutra la tua anima.Il nostro corpo, se non è nutrito, si ammala.Così succede alla nostra anima: se non la nutriamo con il suo cibo, si ammala col peccato grave. Cibo della nostra anima è la parola di Dio. Essa è contenuta nel Vangelo, nelle predicazioni, nelle vite dei santi.Guardati anche da un altro inganno che ci gioca la superbia. Quando sen-tiamo qualche serio avvertimento, sovente pensiamo: “Questo va proprio bene per il mio amico Pietro. Questo lo dovrebbe fare proprio Paolo”. No, mio caro. Il sacerdote che espone la parola di Dio parla per ciascuno di noi.Quando hai ascoltato la parola di Dio, cerca di non dimenticarla. Lungo il giorno, specialmente alla sera, fermati un poco a riflettere su ciò che hai udi-to. Se farai così, l’anima tua ne ricaverà un grande vantaggio.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Quale il ruolo della preghiera nella mia vita?

Sono in cammino per diventare vero testimone di Cristo?

5In quei giorni Pietro si alzò in mez-zo ai fratelli e disse: «Fratelli, era necessario che si adempisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù. Giuda comprò un pezzo di terra con i proventi del suo de-litto e poi precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparse-ro fuori tutte le sue viscere. La cosa è divenuta così nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che quel terreno è stato chiamato nella loro lingua Akeldamà, cioè Campo di sangue. Infatti sta scritto nel libro dei Salmi: La sua dimora di-venti deserta, e nessuno vi abiti, il suo incarico lo prenda un altro. Bi-sogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni fino al gior-no in cui è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della sua risurrezione».

At 1, 15-22

È lo Spirito Santo che parla per bocca di Davide. Dio non parla invano e quando parla, la sua parola deve essere adempiu-ta. Pietro interpreta in questo caso due passi dell’Antico Testamento, e lo fa perché ha ricevuto le primizie di quello Spirito che “investiga le cose profonde di Dio” ed ha imparato da Gesù com’è che l’Antico Te-stamento deve essere letto e interpretato alla luce della rivelazione del Nuovo.

In contatto con Dio

Sono passati 40 anni dalla mia prima Professione: una vita! Una vita non facile, ma felice, una vita che ho vis-suto con gioia, con serenità e con tutto l’amore di cui sono stata capace. Dico il mio GRAZIE al Signore per la sua fedeltà e a tutte voi che mi avete aiutato nel cammino. Non so cosa mi riserva il futuro, come sapete sono in Somalia,

nella scuola per infermiere. Qualunque cosa mi riservi il futuro, non abbiate timore, so di essere nelle mani dello Sposo più fedele che ci sia; quelle del Si-gnore Gesù.

Suor Leonella

Don Bosco, volgendosi dall’altra parte, vide pure in lontananza Don Rua il quale, allo stesso modo che Rossi, stava con tutta serietà tranquillamente quasi riposando seduto.Don Bosco li chiamava entrambi, ma essi silenziosi non ri-spondevano neppure a cenni.

... Parole dalla missione...

“Il pane che a voi avanza è il pane dell’affamato.

La tunica appesa al vostro armadioè la tunica di chi è nudo.

Le scarpe che voi non portatesono le scarpe di chi è scalzo.Il denaro che tenete nascosto

è il denaro del povero.Le opere di carità che voi non compite

sono altrettante ingiustizie che voi commettete”.

Gesù Cristo unico Salvatore: «Noi non possiamo tacere» - prima parte

Che dire allora delle obiezioni, già ricordate, in merito alla missione ad gentes? Nel rispetto di tutte le credenze e di tutte le sensibilità, dobbiamo anzitutto affermare con semplicità la nostra fede in Cristo, unico salvatore dell’uomo, fede che abbiamo ricevuto come dono dall’alto senza nostro merito. Noi diciamo con Paolo: «Io non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede». I martiri cristiani di tutti i tempi anche del nostro hanno dato e continuano a dare la vita per testimoniare agli uomini questa fede, convinti che ogni uomo ha bisogno di Gesù Cristo, il quale ha sconfitto il peccato e la morte e ha riconciliato gli uomini con Dio. Cristo si è proclamato Figlio di Dio, intimamente unito al Padre e, come tale, è stato riconosciuto dai discepoli, confermando le sue parole con i mi-racoli e la risurrezione da morte. La chiesa offre agli uomini il vangelo, documento profetico, rispondente alle esigenze e aspirazioni del cuore umano: esso è sempre «buona novella».

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... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, le virtù sono le qualità che rendono bella e preziosa l’anima nostra. Esse si ottengono soltanto combattendo con forza contro le tentazioni che ci spingono al male.Tutte le virtù (generosità, laboriosità, capacità di perdonare,…) sono qualità preziose davanti a Dio, che ci rendono a lui cari. Ma nei gio-vani la virtù regina, la virtù angelica, è la santa Purezza. Essa è un tesoro così prezioso che i giovani che la possiedono sono simili agli angeli di Dio.Questa virtù è come il centro intorno alla quale si raccolgono e si irrobu-stiscono tutte le altre virtù. Ma se per disgrazia un giovane la perde, anche tutte le altre virtù perdono vigore, illanguidiscono, muoiono. Un giovane che non è puro, comincia a cessare di pregare e finisce per non credere nemmeno in Dio.Per questo motivo pensa sempre che sei alla presenza di Dio. Sei nelle sue mani, ed Egli è il padrone assoluto della nostra vita e della nostra morte.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Ci sono momenti in cui mi vergogno del vengelo?

Quali sono le ingiustizie di cui sono complice?

Amico mio, sei arrivato da pochi giorni in questa terra straniera e sicuramente nel tuo cuore stai dando spazio a molti sentimenti an-che contrastanti fra di loro. Probabilmente stai soffrendo per le gran-di ingiustizie che vedi di fronte a te e per il fatto che ti senti impo-tente e incapace di cambiare la realtà delle cose e al tempo stesso ti senti felice per l’inizio di questa nuova esperienza, per i nuovi amici che stai incontrando e per tutto ciò che di nuovo ti sta succedendo.

Mi raccomando, vivi con serenità tutto questo, fanne tesoro e ricor-dati che un atteggiamento equilibrato è la via maestra per riuscire a leggere bene, con speranza nel futuro, la tua esperienza. Arrab-biarsi con il mondo intero non serve a niente, non ti porterà da nes-suna parte; che tutto questo ti dia la forza di cambiare la tua vita, le tue azioni e i tuoi pensieri perché tu possa diventare veramen-te uno strumento di Dio per la realizzazione di un mondo migliore.

Don Bosco

6Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli aposto-li e nell’unione fraterna, nel-la frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di ti-more era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati creden-ti stavano insieme e teneva-no ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva par-te a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tut-ti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuo-re, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.

At 2, 42-47

La chiesa primitiva non era soddisfat-ta di quel che già sapeva; voleva cre-scere nella conoscenza di Dio; e non una parola usciva dalle labbra degli apostoli che non fosse subito raccolta, meditata, assimilata da quelle anime assetate delle cose di Dio.

In contatto con Dio

Carissimi, è giusto lodare Dio quando c’è il sereno e non soltanto invocare il sole quando c’è la pioggia. Inoltre è giusto vedere il filo d’erba verde anche quando stiamo attraversando una steppa.Ringrazio Dio di quanti hanno aperto il loro cuore. Ma sia ancora più aperto e ancora più coraggioso. La mente sia

aperta a capire, l’anima ad amare, la volontà a dire “sì” alla chiamata. Aperti anche quando il Signore ci guida su strade di dolore e ci fa assaporare più la steppa che i fili d’erba. Il dolore vissuto con abbandono e la steppa attraversata con amore diventa cattedra di sapienza, fonte di ricchezza, grembo di fecondità.

Don Andrea

Allora scese da quel poggio e camminando arrivò sopra un al-tro, dalla cui vetta scorgeva una selva, ma coltivata e percorsa da vie e da sentieri. Di là volse intorno il suo sguardo, lo spinse in fondo all’orizzonte, ma, prima dell’occhio, fu colpito il suo orecchio dallo schiamazzo di una turba innumerevole di fan-ciulli.

... Parole dalla missione...

Non dire: Padre, se ogni giorno non ti comporti come un figlio.Non dire: Nostro, se vivi isolato nel tuo egoismo.Non dire: Che sei nei cieli, se pensi solo alle cose terrene.Non dire: Sia santificato il tuo nome, se non lo onori.Non dire: Venga il tuo regno, se lo confondi con un risultatomateriale.Non dire: Sia fatta la tua volontà, se non l’accetti quando è dolo-rosa.Non dire: Il nostro pane quotidiano, se non ti preoccupi dellagente che ha fame.Non dire: Perdona i nostri debiti, se conservi rancore verso tuo fratello.Non dire: Liberaci dal male, se non prendi posizione verso il male.Non dire: Amen, se non hai capito o non hai preso sul serio la pa-rola del Padre Nostro.

Gesù Cristo unico Salvatore: «Noi non possiamo tacere» - seconda parte

All’interrogativo: perché la missione? noi rispondiamo con la fede e con l’esperienza del-la chiesa che aprirsi all’amore di Cristo è la vera liberazione. In lui, soltanto in lui sia-mo liberati da ogni alienazione e smarrimento, dalla schiavitù al potere del peccato e della morte. Cristo è veramente «la nostra pace», e «l’amore di Cristo ci spinge», dando senso e gioia alla nostra vita. La missione è un problema di fede, è l’indice esatto della nostra fede in Cristo e nel suo amore per noi. La tentazione oggi è di ridurre il cristianesimo a una sapienza meramente umana, quasi scienza del buon vivere. In un mondo fortemen-te secolarizzato è avvenuta una «graduale secolarizzazione della salvezza», per cui ci si batte, sì, per l’uomo, ma per un uomo dimezzato, ridotto alla sola dimensione orizzontale.

RM 11

... La Chiesa mi insegna...

7Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo pone-vano ogni giorno presso la porta del tempio detta «Bella» a chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l’elemo-sina. Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. Ma Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava; ed en-trò con loro nel tempio camminan-do, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio ed era-no meravigliati e stupiti per quello che gli era accaduto. Poiché quegli si teneva stretto a Pietro e a Gio-vanni, il popolo corse verso di loro.

At 3, 2-11

Una lezione importante ci dà qui lo stor-pio. Egli è felice, ma la sua felicità non lo inebria al punto da fargli dimenticare il debito di gratitudine che ha verso chi lo ha beneficato. Egli tiene abbracciati Pietro e Giovanni; è tanta la gratitudine che sente per i due apostoli, che pare non possa più staccarsi da loro; ma mentre è così grato agli apostoli, si ricorda che ogni “buon dono viene dall’alto” e si reca al tempio ad esprimere la sua riconoscenza a Dio.

In contatto con Dio

Se dovesse arrivare il giorno, e po-trebbe essere oggi, di essere vittima del terrorismo che sembra voler ingo-iare oggi tutti gli stranieri che vivono in Algeria, mi piacerebbe che la mia comunità, la mia chiesa, la mia fami-glia, si ricordassero che la mia vita era DONATA a Dio e a questo paese. Che accettino che il Padrone unico di

tutti non saprebbe essere estraneo a questa partenza così brutale. Che preghino per me: come potrei essere trovato degno di una tale offerta? Che sappiano accostare questa morte alle tante altre ugualmente violente ma lasciate nell’in-differenza dell’anonimato. La mia vita non vale più di altre…

Fra Christian

Per quanto egli facesse affine di scorgere donde venisse quel rumore, non vedeva nulla; poi allo schiamazzo succedette un gridare come al sopraggiungere di qualche catastrofe.

... Parole dalla missione...

Caro giovane, Maria Santissima, ha per noi un amore materno tenerissimo, perché siamo fratelli del suo figlio Gesù.Essa è pure per noi un aiuto potente, e desidera che invochiamo il suo aiuto nei momenti difficili e pericolosi.Ha un amore di predilezione per quelli della tua età. Ascolta che cosa dice: “Se qualcuno è piccolo, è giovane, venga a me. Chi si trova abbandonato, corra da me, e troverà una madre amoro-sa: io mi prenderò cura di lui”.Maria ci rassicura che se noi ricorreremo a lei, ci proteggerà come suoi figli, ci coprirà con il suo manto, ci colmerà di grazie e di benedi-zioni in questo mondo e ci otterrà poi il Paradiso: “Chi ama, avrà la vita eterna”.Ama dunque questa tua Madre celeste. Ricorri a Lei con fiducia, e sii certo che tutto ciò che le domanderai te lo darà, purché non le domandi cose che ti possano fare male.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Faccio parte di un ambiente nel quale mi opero per essere un figlio di Dio?

So essere fratello di chi mi sta attorno?

Signore, noi abbiamo ancora le mani insanguinate dalle ultime guerre mondiali, così che non ancora tutti i popoli hanno potuto stringerle fraternamente fra loro;Signore, noi siamo tanto armati come non lo siamo mai stati nei secoli prima d’ora, e siamo cosi carichi di strumenti micidiali da potere, in un istante, incendiare la terra e distruggere forse anche l’umanità;Signore, noi ogni giorno ascoltiamo impotenti le notizie di guerre ancora accese nel mondo;Signore, è vero! Noi non camminiamo rettamente.Signore, guarda tuttavia ai nostri sforzi, inadeguati, ma sinceri, per la pace del mondo! Vi sono istituzioni magnifiche e internazionali; vi sono propositi per il di-sarmo e la trattativa;Signore, vi sono soprattutto tombe che stringono il cuore, famiglie spezzate dalle guerre, dai conflitti, dalle repressioni capitali; donne che piangono, bam-bini che muoiono; profughi e prigionieri accasciati sotto il peso della solitudine e della sofferenza: e vi sono tanti giovani che insorgono perché la giustizia sia promossa e la concordia sia legge delle nuove generazioni.Signore, tu lo sai, vi sono anime buone che operano il bene in silenzio, corag-giosamente, disinteressatamente e che pregano con cuore pentito e con cuore innocente; vi sono cristiani, e quanti, o Signore, nel mondo che vogliono seguire il Tuo Vangelo e professano il sacrificio e l’amore;Signore, Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

Gesù Cristo unico Salvatore: caratteristiche ed esigenze del regno

La liberazione e la salvezza, portate dal regno di Dio raggiungono la persona umana nelle sue dimensioni sia fisiche che spirituali. Due gesti caratterizzano la missione di Gesù: il guarire e il perdonare. Le molteplici guarigioni dimostrano la sua grande compassione di fronte alle mi-serie umane; ma significano pure che nel regno non vi saranno più né malattie né sofferenze e che la sua missione mira fin dall’inizio a liberare le persone da esse. Nella prospettiva di Gesù le guarigioni sono anche segno della salvezza spirituale, cioè della liberazione dal peccato. Compiendo gesti di guarigione, Gesù invita alla fede, alla conversione, al desiderio di perdo-no. Ricevuta la fede, la guarigione spinge a proseguire più lontano: introduce nella salvezza.

RM 14

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, pensa, amico mio, che il tuo corpo e la tua anima ti sono stati dati da Dio senza che tu facessi niente per meri-tarli.Egli ti ha creato simile a sé, donandoti un’anima intelligente e immortale. Ti ha fatto “suo figlio” nel battesimo. Ti ha amato e ti ama come un padre affettuoso.L’unico motivo per cui ti ha regalato la vita è perché tu viva felice volendogli bene e volendo bene a tutti quelli che ti stanno intorno, e perché un giorno possa andare ad abitare con Lui, nella gioia della sua casa, in Cielo.Quindi non sei sulla terra soltanto per godere, per diventare ricco, per mangiare, bere e dormire. Questa è la vita degli animali che non hanno un’anima immortale.Il fine, lo scopo della vita tua, di te che sei una persona umana, è molto più elevato e più grande: è trovare la felicità nell’amare e nel servire il Signore, e nel salvare la tua anima per avere la gioia senza fine del Paradiso.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Vivo la mia vita come un dono di Dio?

Sono riconoscente di questo?

8Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, dis-se loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi ave-te crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo». Vedendo la franchezza di Pietro e di Gio-vanni e considerando che erano senza istruzione e popolani, rimanevano stupe-fatti riconoscendoli per coloro che erano stati con Gesù; quando poi videro in piedi vicino a loro l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa rispondere. Li fe-cero uscire dal sinedrio e si misero a con-sultarsi fra loro dicendo: «Che dobbiamo fare a questi uomini? Un miracolo evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventa-to talmente noto a tutti gli abitanti di Ge-rusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché la cosa non si divulghi di più tra il popolo, diffidiamoli dal parlare più ad alcu-no in nome di lui». E, richiamatili, ordina-rono loro di non parlare assolutamente né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto innan-zi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudi-catelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato».

At 4, 15-22

Il successo della nostra testimonianza cri-stiana dipende dalla profonda convinzione che abbiamo delle cose che testimoniamo. Se vogliamo essere nel mondo dei “testi-moni” efficaci, dobbiamo stare con Gesù; dobbiamo vivere in continua comunione con lui; dobbiamo seguirlo da vicino; es-sere animati dallo spirito di lui, e respirare a pieni polmoni la santa atmosfera in cui egli stesso vive.

In contatto con Dio

“Io sento che il mio posto nella Chie-sa e nella società umana è di cammi-nare con i poveri e con i deboli: di fare così che ognuno di noi cresca insieme agli altri, che ci sosteniamo a vicenda per essere fedeli alla nostra crescita profonda, al nostro cammino verso una libertà interiore.” Nel cuore del povero c’è un mistero. Gesù dice che

tutto quello che si fa all’affamato, a chi ha sete, è nudo, malato, in prigione, straniero, è a Lui che lo si fa: “Tutto quello che fai al più insignificante dei miei fratelli, è a me che lo fai.” Il povero nella sua insicurezza totale, nella sua an-goscia e nel suo abbandono, si identifica con Gesù. Nella sua povertà radicale, nella sua ferita evidente, si trova celato il mistero della presenza di Dio.”

Jean Vanier

Finalmente vide un’immensa quantità di giovanetti, i quali, correndo intorno a lui, gli andavano incontro dicendo: — Ti abbiamo aspettato, ti abbiamo aspettato tanto, ma finalmente ci sei: sei tra noi e non ci fuggirai!

... Parole dalla missione...

O Signore, nelle cui mani é la salute,io mi inginocchio davanti a te

perché ogni dono buono e perfetto da te deve provenire.Ti prego: concedi abilità alla mia mano,

una chiara visione alla mia mente,gentilezza e comprensione al mio cuore.

Concedimi sincerità d’intentie la forza di sollevare almeno una parte dei fardelli

di questi sofferenti e fiduciosi uomini.E concedimi di realizzare il compito che mi spetta.

Togli dal mio cuore ogni colpa e impaccio,così che, con la fede di un fanciullo, possa confidare in Te.

Gesù Cristo unico Salvatore: lo Spirito rende missionaria tutta la chiesa

Lo Spirito spinge il gruppo dei credenti a «fare comunità», a essere chiesa. Dopo il pri-mo annunzio di Pietro il giorno di Pentecoste e le conversioni che ne seguirono, si for-ma la prima comunità. Uno degli scopi centrali della missione, infatti, è di riunire il po-polo nell’ascolto del vangelo, nella comunione fraterna, nella preghiera e nell’eucaristia. Vivere la «comunione fraterna» (koinonìa) significa avere «un cuor solo e un’anima sola», instaurando una comunione sotto tutti gli aspetti: umano, spirituale e materia-le. Difatti, la vera comunità cristiana è impegnata a distribuire i beni terreni, affinché non ci siano indigenti e tutti possano avere accesso a quei beni «secondo le necessità».

RM 26

... La Chiesa mi insegna...

9Appena rimessi in libertà, andarono dai loro fratelli e riferirono quan-to avevano detto i sommi sacerdoti. All’udire ciò, tutti insieme levarono la loro voce a Dio dicendo: «Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, tu che per mezzo dello Spirito Santo dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide: Perché si agi-tarono le genti e i popoli tramarono cose vane? Si sollevarono i re della terra e i principi si radunarono in-sieme, contro il Signore e contro il suo Cristo; che hai unto come Cri-sto, Erode e Ponzio Pilato con le genti e i popoli d’Israele, per com-piere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano preordinato che avvenisse. Ed ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare con tutta franchezza la tua parola. Stendi la mano perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù». Quand’ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono pieni di Spirito Santo e annunziava-no la parola di Dio con franchezza.

At 4, 23-31

Questa preghiera nasce in tempo di affli-zione e di pericolo, ma lo spirito che la det-ta, è il puro e santo spirito di Cristo. In tutta la preghiera non c’è traccia né di desiderio di vendetta, né di brama di veder confusi e distrutti i nemici. Questi apostoli sono ani-mati dallo spirito di Cristo. Le cose per cui essi pregano, sono tutte riassunte in queste tre: coraggio di poter testimoniare il loro Signore; guarigioni, fisiche e morali; che Dio, il Creatore di tutte le cose, li appoggi, manifestando la sua presenza.

In contatto con Dio

Vorrei che attorno al Signore, davan-ti a Lui, noi tutte potessimo cantare quello che a volte cantiamo in chiesa e che io non trovo il coraggio di dire: - con cuore semplice e gioioso, ho dato TUTTO, Signore mio Dio - devo sem-pre dire che ho desiderato darti tutto... Ma io spero che un giorno il Signore nella sua bontà, mi aiuterà a darGli

tutto o... se lo prenderà.... perché Lui sa che questo io realmente lo voglio... Lui sa.

Suor Leonella

Don Bosco non capiva niente e pensava che cosa volessero da lui quei fanciulli; ma mentre stava come attonito in mezzo a loro contemplandoli, vide un immenso gregge di agnelli guidati da una pastorella, la quale, separati i giovani e le pecore, e mes-si gli uni da una parte e le altre dall’altra, si fermò accanto a Don Bosco e gli disse: — Vedi quanto ti sta innanzi?— Sì, che lo vedo, rispose Don Bosco.

... Parole dalla missione...

Caro giovane, se durante la tua vita ti ricorderai che trovare la feli-cità nell’amare e servire il Signore è il grande motivo per cui Dio ti ha dato la vita, quando sarai vicino alla morte non sarai triste, ma continuerai ad essere contento, perché starai per entrare nella casa di Dio e nella sua gioia.Al contrario se non pensi a servire Dio, alla fine della tua vita pro-verai rimorsi brucianti, perché ti accorgerai che la ricchezza, i piaceri materiali che hai ricercato con tanto affanno, non servono ad altro che a riempire il cuore di amarezza. E in quel momento conoscerai il danno gravissimo che hanno procurato alla tua anima.Figlio mio, Dio ti aiuti a non essere mai uno di quelli che pensano solo a sod-disfare le proprie passioni con azioni, conversazioni e divertimenti cattivi. Lo scopo per cui Dio ci ha regalato la vita è importantissimo. Da esso dipen-de infatti la nostra salvezza. Se salvi l’anima salvi tutto. Proprio per questo vorrei che tirassi una conclusione breve e chiarissima: “Ho un’anima. Se la salvo, sarò eternamente felice. Se conquisto ricchezze, piaceri, gloria, ma perdo l’anima perdo tutto”.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Sono in cammino con i poveri e i deboli?

Sto realizzando il compito che Dio mi ha affidato su questa terra?

O Dio, rendici degni di servire i nostri fratelli,da un capo all’altro del mondo,

dove vivono e muoiono in povertà e di fame.Dona loro, in questo giorno, attraverso le nostre mani,

il loro pane quotidiano e il tuo confortevole amore,dona loro pace e gioia.

Donami la grazia di vedere i bisogni degli altrie che io possa dividere con loro i doni che mi hai dato.

Gesù Cristo unico Salvatore: l’attività missionaria è solo agli inizi

Il nostro tempo, con l’umanità in movimento e in ricerca, esige un rinnovato impulso nell’at-tività missionaria della chiesa. Gli orizzonti e le possibilità della missione si allargano, e noi cristiani siamo sollecitati al coraggio apostolico, fondato sulla fiducia nello Spirito. È lui il protagonista della missione! Sono numerose nella storia dell’umanità le svolte epocali che stimolano il dinamismo missionario, e la chiesa, guidata dallo Spirito, vi ha sempre rispo-sto con generosità e lungimiranza. Né i frutti sono mancati. Oggi la chiesa deve affrontare altre sfide, proiettandosi verso nuove frontiere sia nella prima missione ad gentes sia nella nuova evangelizzazione di popoli che hanno già ricevuto l’annuncio di Cristo. Oggi a tutti i cristiani, alle chiese particolari e alla chiesa universale sono richiesti lo stesso coraggio che mosse i missionari del passato e la stessa disponibilità ad ascoltare la voce dello Spirito.

RM 30

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, devo avvertirti, che per meritare la salvezza dalla bontà di Dio, la nostra fede deve avere alcune qualità.Innanzitutto deve essere intera. Non posso gettare via quelle verità che “non sono comode”.Chi ama Dio ma tratta gli altri come se fossero non suoi fratelli ma suoi schiavi, non ha una fede intera. Scrive l’apostolo Giovan-ni: “Se uno dice – Io amo Dio – e poi odia suo fratello, è bugiardo. Infatti se uno non ama il prossimo che si vede, certo non può amare Dio che non si vede”.Chi dice di credere in Gesù Cristo ma non nel Papa e nei vescovi che egli ci ha dato come maestri di fede, non ha una fede intera. Gesù ha infatti detto ai suoi Apostoli: “Chi ascolta voi, ascolta me. Chi disprez-za voi, disprezza me, ma chi disprezza me disprezza il Padre che mi ha mandato.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

So essere servo come ha fatto il Signore?

Ho una fede intera?

10La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede ave-va un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli ap-parteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risur-rezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di gran-de simpatia. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, per-ché quanti possedevano cam-pi o case li vendevano, por-tavano l’importo di ciò che era stato venduto e lo depo-nevano ai piedi degli aposto-li; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

At 4, 32-35

Gli apostoli e i seguaci di Cristo sentivano che tutto quello che avevano apparteneva non a loro esclusivamente, ma anche ai loro fratelli più poveri; e questo sentimento nasceva in loro dal fatto che di tutto quello che avevano e di tutto quello che li rendeva così felici nel tempo e così sicuri per l’eter-nità, erano debitori a Dio e a Cristo. Non era il povero che diceva al ricco: “Quello che è tuo è mio!” era il ricco che diceva al povero, in uno slancio d’amor fraterno: “Quello che è mio è tuo!”.

In contatto con Dio

“Io dico sempre: «la fede è partire». Senza la disponibilità a partire non c’è la fede. E partire vuol dire met-tersi in un cammino in cui Dio sempre più ti si manifesta, in cui tu sempre di più lo incontri, sei da lui riempito e svuotato, e sempre di più diventi una benedizione per gli altri. La disponi-bilità a misurarsi faccia a faccia in

una relazione con Dio, dove Lui prende le redini della tua vita, dove l’incertez-za che ti viene da Dio è preferibile alle certezze che vengono da te.

Don Andrea

— Ebbene, ti ricordi del sogno che facesti all’età di dieci anni? — Oh è molto difficile che lo ricordi! Ho la mente stanca; non ricordo più bene presentemente.— Bene, bene: pensaci e te ne ricorderai.

... Parole dalla missione...

Vieni, Santo Spirito,manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima,dolcissimo sol1ievo.Nella fatica, riposo;

nella calura, riparo; nel pianto, conforto.O luce beatissima,

invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.Senza la tua forza nulla è nell’uomo,

nulla senza colpa.Lava ciò che è sordido,

bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.Piega ciò che è rigido,

scalda ciò che è gelido,drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidanoi tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,dona morte santa, dona gioia eterna.

Gli immensi orizzonti della missione ad gentes

Il Signore Gesù inviò i suoi apostoli a tutte le persone, a tutti i popoli e a tutti i luoghi della terra. Negli apostoli la chiesa ricevette una missione universale, che non ha confini e riguarda la salvezza nella sua integrità, secondo quella pienezza di vita che Cristo è venuto a portare essa fu «inviata a rivelare e comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini e a tutti i popoli della terra». Tale missione è unica, avendo la stessa origine e finalità; ma all’interno di essa si danno compiti e attività diverse. Anzitutto, c’è l’attività missionaria che chiamiamo missione ad gen-tes in riferimento al decreto conciliare: si tratta di un’attività primaria della chiesa, essenziale e mai conclusa. Infatti, la chiesa «non può sottrarsi alla missione permanente di portare il vangelo a quanti ancora non conoscono Cristo, redentore dell’uomo. È questo il compito più specificamente missionario che Gesù ha affidato e quotidianamente affida alla sua chiesa».

RM 31

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, la nostra fede deve essere inoltre operativa. Deve cioè produrre buone opere nella nostra vita. Dobbiamo tradur-re in realtà ciò che crediamo. Gesù parla chiaro nel Vangelo: “Non tutti quelli che dicono – Signore, Signore! entreranno nel regno di Dio. Vi entreranno soltanto quelli che fanno la volontà del Padre mio… I buoni si riconoscono dalle loro azioni. Se un albero è buono, fa frutti buoni; ma se un albero è cattivo, fa frutti cattivi! E l’apostolo Diacono, nella sua Lettera ai Cristiani, scrive: “Fra-telli, a che serve se uno dice – Io ho la fede! – e poi non lo dimostra nei fatti? Forse che quella fede può salvarlo? Supponiamo che qualcuno dei vostri, un uomo o una donna, non abbia vestiti e non abbia da mangiare a sufficienza. Se voi gli dite: “Arrivederci, stammi bene. Scal-dati e mangia quanto vuoi”, ma poi non gli date quel che gli serve per vivere, a che valgono le vostre parole? Così è anche della vostra fede: deve manifestarsi nei fatti”.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Dimostro nei fatti la mia fede in Cristo?

Quale significato do' alla missione "ad gentes"?

Amico mio, spero che tutto stia procedendo bene in questa tua espe-rienza in terra di missione. Sei riuscito ad inserirti nello spirito del gruppo, della comunità salesiana che ti sta accogliendo, della realtà che per queste settimane sarà la tua casa? Ti sei messo a disposizione, con un vero spirito di servizio, dei salesiani locali in quella che è l’attività richiesta? Oppure hai tanta voglia di mostrare tutto ciò che sai fare che a volte ti dimentichi lo scopo ultimo di questa tua esperienza? Sei qui per condividere parte della tua vita con gli animatori, i giovani e i bambini di questa terra, sei qui per imparare a vivere in modo diverso, a pregare in modo nuovo.

Mi raccomando, la forza che ti spinge deve essere quella della donazione ai giovani poveri nel modo più disinteressato possibile.

Don Bosco

11Fatti arrestare gli apostoli li fecero get-tare nella prigione pubblica. Ma durante la notte un angelo del Signore aprì le porte della prigione, li condusse fuori e disse: «Andate, e mettetevi a predicare al popo-lo nel tempio tutte queste parole di vita». Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare. Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio; manda-rono a prelevare gli apostoli nella prigione. Arrivò un tale ad annunziare: «Ecco, gli uomini che avete messo in prigione si tro-vano nel tempio a insegnare al popolo». Li condussero e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote cominciò a interrogar-li dicendo: «Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusa-lemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell’uomo». Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscita-to Gesù. Dio lo ha innalzato con la sua de-stra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui».

At 5, 17-32

Pietro non risponde direttamente al rimpro-vero del sommo sacerdote; si accontenta di difendersi, esponendo la missione che ha ricevuto da Dio, e di riassumere in breve la sua predicazione. La testimonianza dello Spirito Santo consiste in questo: lo Spiri-to Santo parla per la bocca degli apostoli; conferma nel cuore degli apostoli la verità dei fatti di cui essi testimoniano, e ne ri-vela loro la profondità del significato. Ma lo Spirito Santo non è dato a tutti; è dato a quelli soltanto che ubbidiscono a Dio.

In contatto con Dio

Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra prevale-re nel mondo e anche del male di colui che mi ucciderà ciecamente. Mi pia-cerebbe, quando dovesse venire il mo-mento, avere un lampo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio e di tutti i miei fratelli in umani-tà e nello stesso tempo di perdonare io,

con tutto il cuore, colui che mi avrà colpito. Io non posso augurarmi una tale morte: mi sembra importante dirlo chiaramente. Non vedo infatti come potrei rallegrarmi che questo popolo che amo potesse essere accusato tutto del mio assassinio. È un prezzo troppo alto quello di dovere “la grazia del martirio” (come si chiama) a un algerino, chiunque esso sia, soprattutto se questi dovesse dire di agire per fedeltà a ciò che egli pensa sia l’Islam.

Fra Christian

Poi fatti venire i giovani con Don Bosco gli disse:

... Parole dalla missione...

Gli immensi orizzonti della missione ad gentes: la missione ad gentes conserva il suo valore

Guardando al mondo d’oggi dal punto di vista dell’evangelizzazione, si possono distinguere tre si-tuazioni. Anzitutto, quella a cui si rivolge l’attività missionaria della chiesa: popoli, gruppi umani, contesti socio-culturali in cui Cristo e il suo vangelo non sono conosciuti, o in cui mancano comuni-tà cristiane abbastanza mature da poter incarnare la fede nel proprio ambiente e annunziarla ad altri gruppi. È, questa, propriamente la missione ad gentes. Ci sono, poi, comunità cristiane che hanno adeguate e solide strutture ecclesiali, sono ferventi di fede e di vita irradiano la testimonianza del vangelo nel loro ambiente e sentono l’impegno della missione universale. In esse si svolge l’attivi-tà, o cura pastorale della chiesa. Esiste, infine, una situazione intermedia, specie nei paesi di antica cristianità, ma a volte anche nelle chiese più giovani, dove interi gruppi di battezzati hanno perdu-to il senso vivo della fede, o addirittura non si riconoscono più come membri della chiesa, condu-cendo un’esistenza lontana da Cristo e dal suo vangelo. In questo caso c’è bisogno di una «nuova evangelizzazione», o «rievangelizzazione». L’attività missionaria specifica, o missione ad gentes, ha come destinatari «i popoli e i gruppi che ancora non credono in Cristo», «coloro che sono lontani da Cristo», tra i quali la chiesa «non ha ancora messo radici» e la cui cultura non è stata ancora in-fluenzata dal vangelo. Essa si distingue dalle altre attività ecclesiali, perché si rivolge a gruppi e am-bienti non cristiani per l’assenza o insufficienza dell’annunzio evangelico e della presenza ecclesiale.

RM 33

... La Chiesa mi insegna...

Vogliamo essere costruttori di PACE:dove c’é odio, suscitiamo l’amore;

dove c’é offesa, restituiamo la giustizia;dove c’é frattura, costruiamo unità;

dove c’é menzogna, annunciamo la verità;dove c’é dubbio, animiamo la fede;

dove c’é dolore, incoraggiamo la speranza;dove c’é oppressione, proclamiamo la liberazione;

dove ci sono tenebre, mostriamo la luce;dove c’e tristezza, infondiamo gioia.

Praticando la nonviolenza, costruiamo la pace;difendendo i diritti degli ultimi, combattiamo l’ingiustizia;interpellando le coscienze, annunciamo la società libera,

fraterna, giusta e veradesiderata da GESÙ CRISTO e dalla sua Chiesa.

12All’udire queste cose essi si irritarono e volevano metterli a morte. Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamaliele, stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per un momento gli accusati, disse: «Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare contro questi uomi-ni. Qualche tempo fa venne Tèuda, dicendo di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quanti s’erano lasciati persuadere da lui si dispersero e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censi-mento, e indusse molta gente a seguirlo, ma anch’egli perì e quanti s’erano lascia-ti persuadere da lui furono dispersi. Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico: Non occupatevi di questi uo-mini e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi acca-da di trovarvi a combattere contro Dio!».Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, ordinarono loro di non continuare a parlare nel nome di Gesù; quindi li rimisero in libertà. Ma essi se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù. E ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegnare e di por-tare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo.

At 5, 33-42

“Voi sarete beati, quando v’avranno vitu-perati e perseguitati... rallegratevi e giubi-late!” aveva detto il Maestro Gesù. Era la prima esperienza che gli apostoli facevano di quella “gioia” e di quel “giubilo”, di cui Gesù aveva loro parlato. Il soffrire per il nome e per la causa di Dio; ma Dio terge le lacrime e lenisce le angosce del credente che vive in comunione con Cristo, dando-gli un assaggio di quella gioia, che diverrà perfetta ed eterna quando sarà giunto a go-dere della visione del suo Salvatore.

In contatto con Dio

“Accogliere non è per prima cosa apri-re la porta della propria casa, ma apri-re le porte del proprio cuore e perciò diventare vulnerabili. È uno spirito, un atteggiamento interiore. È prende-re l’altro all’interno di se, anche se è sempre un rischio che disturba e toglie sicurezza: è preoccuparsi di lui, essere attenti, aiutarlo a trovare il suo posto...

DARE LA VITA significa essere colmi di sacro stupore e di profondo rispetto davanti al mistero della persona; significa vedere al di là di tutto quello che è spezzato... Ciò che conta è l’incontro con le persone, l’ascolto, la condivisione; tutto ciò, insomma, che si chiama misericordia: dare la libertà alle persone grazie alla qualità del nostro ascolto e della nostra attenzione, far loro sentire che sono importanti... E così si diventa uomini di pace, operatori di pace.”

Jean Vanier

— Guarda ora da questa parte, spingi il tuo sguardo e spin-getelo voi tutti e leggete che cosa sta scritto… Ebbene, che cosa vedi?

... Parole dalla missione...

Caro giovane, la nostra fede deve essere viva e non morta.Vuoi sapere, amico mio, se la tua fede è viva o morta? Te lo spiego subito. Se uno crede che offendendo gravemente Dio merita l’inferno, e intanto continua a offenderlo con indifferenza, ha una fede morta.Chi crede che dobbiamo amare Dio sopra ogni cosa, e intanto ama i piaceri disonesti, o è tutto occupato nell’ammassare denaro e ricchez-ze, ha una fede morta.Colui che sa che gli altri sono suoi fratelli, e vede i poveri tormentati dalla fame, oppressi dal freddo, e non dà loro nessun aiuto, ha una fede morta.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Annuncio la verita', costruisco l'unita' erestituisco la giustizia?

Quanto sono in grado di perdonare?

A cori alterni:

La nostra preghiera sia il grido dei poveri, degli oppressiche giudicano e interpellano il nostro stile di vita,

grido che si innalza a Dio per ottenere conversione e giustizia.Il nostro digiuno sia riflessione critica al nostro stile di vita:

cosa mangiamo, cosa compriamo, cosa sprechiamo;

solidarietà sofferta con i milioni di uomini, donne, bambinivittime della fame e della guerra.

Denuncia forte e chiara nei confronti di chipotrebbe debellare la fame, la povertà, lo sfruttamento,

ma non lo fa perché ha assunto come valore massimoil profitto esasperato e a qualunque costo.

Insieme:

Lasciamoci cullare da una incontenibile speranza.Le cose cambieranno, se i poveri lo vorranno.

Se insieme lo vorremo.Si, la pace è ancora possibile.

Gli immensi orizzonti della missione ad gentes: a tutti i popoli, nonostante le difficoltà

La missione ad gentes ha davanti a sé un compito immane che non è per nulla in via di estin-zione. Essa anzi, sia dal punto di vista numerico per l’aumento demografico, sia dal punto di vista socio-culturale per il sorgere di nuove relazioni, contatti e il variare delle situazioni, sem-bra destinata ad avere orizzonti ancora più vasti. Il compito di annunziare Gesù Cristo presso tutti i popoli appare immenso e sproporzionato rispetto alle forze umane della chiesa. Le dif-fìcoltà sembrano insormontabili e potrebbero scoraggiare, se si trattasse di un’opera soltanto umana. In alcuni paesi è proibito l’ingresso dei missionari, in altri è vietata non solo l’evan-gelizzazione, ma anche la conversione e persino il culto cristiano. Altrove gli ostacoli sono di natura culturale: la trasmissione del messaggio evangelico appare irrilevante o incompren-sibile, e la conversione è vista come l’abbandono del proprio popolo e della propria cultura.

RM 35

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, non si può amare Dio senza amare il prossimo. Lo stesso precetto che ci impone l’amore verso Dio ci impone ancora l’amore verso i nostri fratelli.Guardati dal riferire agli amici quel che altri di male hanno detto, poiché con questo alle volte ne nascono disturbi e rancori; guardati dal pungere qualche amico anche se lo fai per diverti-mento. Divertimenti che dispiacciono al prossimo o l’offendono sono contrari alla carità. Se ami infatti la carità, procura di essere affidabile e mansueto con tutti. La mansuetudine è la virtù diletta da Gesù Cristo: imparate da me che sono mite.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Mi sento inviato nel mondo a portare l'amore di Cristo?

Quali sono i valori su cui fondo la mia vita?

13In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un mal-contento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici con-vocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi tra-scuriamo la parola di Dio per il ser-vizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest’incarico. Noi, invece, ci de-dicheremo alla preghiera e al mini-stero della parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed eles-sero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Ni-cola, un proselito di Antiochia. Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava gran-demente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran nume-ro di sacerdoti aderiva alla fede.

At 6, 1-7

Il tatto e la moderazione degli apostoli sono veramente esemplari. Non si offen-dono del sospetto; non si preoccupano della loro difesa; ma chiedono che tutta quanta la chiesa (sia quelli che davano il danaro dei soccorsi, sia quelli che lo rice-vevano) prenda sulle proprie spalle l’inte-ra responsabilità della corretta distribuzio-ne, e elegga ella stessa dei rappresentanti adatti alla bisogna.

In contatto con Dio

Dove tu andrai andrò anch’io... dove ti fermerai, mi fermerò... Il tuo Popolo sarà il mio Popolo… E dove tu mori-rai... morirò anch’io...

Abbiamo una sola vita.Noi abbiamo una sola vita e dobbiamo viverla pienamente, dopo la morte ciò che rimane è solo l’amore.

Suor Leonella

— Veggo montagne, poi mare, poi colline, quindi di nuovo mon-tagne e mari.— Leggo, diceva un fanciullo, Valparaiso.— Io leggo, diceva un altro, Santiago.— Io, ripigliava un terzo, li leggo tutt’e due.

... Parole dalla missione...

L’uomo e irragionevole, illogico, egocentrico NON IMPORTA, AMALO.

Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoisticiNON IMPORTA, FA’ IL BENE.

Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemiciNON IMPORTA, REALIZZALI.

Il bene che fai verrà domani dimenticatoNON IMPORTA, FA’ IL BENE.

L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabileNON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO.

Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimoNON IMPORTA, COSTRUISCI.Se aiuti la gente, se ne risentirà

NON IMPORTA, AIUTALA.Da’ al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci

NON IMPORTA, DA’ IL MEGLIO DI TE.

Gli immensi orizzonti della missione ad gentes: ambiti della missione ad gentes

Oggi l’immagine della missione ad gentes sta forse cambiando: luoghi privilegiati dovrebbero essere le grandi cit-tà, dove sorgono nuovi costumi e modelli di vita, nuove forme di cultura e comunicazione, che poi influiscono sulla popolazione. È vero che la «scelta degli ultimi» deve portare a non trascurare i gruppi umani più margina-li e isolati, ma è anche vero che non si possono evangelizzare le persone o i piccoli gruppi, trascurando i centri dove nasce, si può dire, un’umanità nuova con nuovi modelli di sviluppo. Il futuro delle giovani nazioni si sta formando nelle città. Parlando del futuro, non si possono dimenticare i giovani, i quali in numerosi paesi costi-tuiscono già più della metà della popolazione. Come far giungere il messaggio di Cristo ai giovani non cristiani, che sono il futuro di interi continenti? Evidentemente i mezzi ordinari della pastorale non bastano più: occorro-no associazioni e istituzioni, gruppi e centri speciali, iniziative culturali e sociali per i giovani. Ecco un campo, dove i moderni movimenti ecclesiali hanno ampio spazio per impegnarsi. Fra le grandi mutazioni del mondo con-temporaneo, le migrazioni hanno prodotto un fenomeno nuovo: i non cristiani giungono assai numerosi nei paesi di antica cristianità, creando occasioni nuove di contatti e scambi culturali, sollecitando la chiesa all’accoglienza, al dialogo, all’aiuto e, in una parola, alla fraternità. Essi sono ormai molti milioni nel mondo e non cessano di aumentare: sono fuggiti da condizioni di oppressione politica e di miseria disumana, da carestie e siccità di di-mensioni catastrofiche. La chiesa deve assumerli nell’ambito della sua sollecitudine apostolica. Infine, si possono ricordare le condizioni di povertà, spesso intollerabile, che vengono a crearsi in non pochi paesi e sono spesso all’origine delle migrazioni di massa. La comunità dei credenti in Cristo è provocata da queste situazioni disu-mane: l’annunzio di Cristo e del regno di Dio deve diventare strumento di riscatto umano per queste popolazioni.

RM 37

... La Chiesa mi insegna...

14Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cie-lo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e dis-se: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio». Prorup-pero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si sca-gliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E così lapida-vano Stefano mentre pregava e diceva: «Signore Gesù, acco-gli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò forte: «Si-gnore, non imputar loro questo peccato». Detto questo, morì.

At 7, 55-60

Il Figlio rimette il suo spirito nelle mani del Padre, il discepolo rimette il suo nelle mani del Figlio. «Signore, non imputar loro questo peccato». Questa preghiera d’inter-cessione è l’eco della preghiera di Gesù crocifisso.

In contatto con Dio

In noi abita Colui che ogni giorno ci fa nuovi anche se noi ogni giorno ci ritro-viamo vecchi. Vi invito ancora una volta a continuare il vostro cammino di fede o ad iniziarlo. Il Signore si fa trovare da quelli che lo cercano. Vi invito a non temere i si-lenzi di Dio o le sue prove. A non temere i tempi lunghi e le attese. Vi invito a contare su vere amicizie e sulla fraternità di vere, piccole comunità, sulla carità nell’acco-

glienza reciproca e nel perdono. Dove insieme si portano i pesi, insieme si cerca la volontà di Dio, insieme si vive la sua. Vi invito a credere che il Signore ha un disegno per ognuno di noi e che ognuno di noi ha un posto nei suoi disegni sul mondo. Vi invito a mettervi a servizio del suo amore. Vi invito a credere nel mistero di luce e di povertà che è la chiesa.”

Don Andrea

— Ebbene, continuò la pastorella, parti ora da quel punto e avrai una norma di quanto i Salesiani dovranno fare in avve-nire. Volgiti ora da quest’altra parte, tira una linea visuale e guarda.— Vedo montagne, colline e mari!…

... Parole dalla missione...

Caro giovane, sii buono con tutti! Nell’accogliere e trattare con le persone non fare alcuna differenza. Ricchi, poveri, amici, estranei, persone dotte e analfabeti, buoni e cattivi, tutti devono trovare in te una persona pronta all’ascolto. Esercita l’arte della pazienza. Chiunque è il tuo prossimo e proprio per questo sei chia-mato a curare, ascoltare, consolare e perdonare qualunque persona, senza distinzioni, anche se a volte amare il prossimo è faticoso.Per amarci, Gesù si è lasciato mettere in croce!

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Sto vivendo pienamente la mia vita?

So ascoltare gli altri?

Signore, mettici al servizio dei nostri fratelliche vivono e muoiono nella povertà

e nella fame in tutto il mondo.Affidali a noi oggi;

dà loro il pane quotidianoinsieme al nostro amore pieno di comprensione,

di pace, di gioia.Signore, fai di me uno strumento della tua pace,affiché io possa portare l’amore dove c’è l’odio,

lo spirito del perdono dove c’è ingiustizia,l’armonia dove c’e la discordia,

la verità dove c’è l’errore, la fede dove c’è il dubbio,la speranza dove c’è la disperazione,

la luce dove ci sono ombre,e la gioia dove c’è la tristezza.

Signore,fa’ che io cerchi di confortare e non di essere confortata,

di capire, e non di essere capita,e di amare e non di essere amata,

perché dimenticando se stessi ci si ritrova,perdonando si viene perdonati

e morendo ci si risveglia alla vita eterna.

Gli immensi orizzonti della missione ad gentes: fedeltà a Cristo e promozione della libertà dell’uomo

Tutte le forme dell’attività missionaria sono contrassegnate dalla consapevolezza di promuovere la libertà dell’uomo annunciando a lui Gesù Cristo. La chiesa deve es-sere fedele a Cristo, di cui è il corpo e continua la missione. È necessario che essa «se-gua la stessa strada seguita da Cristo, la strada della povertà, dell’obbedienza, del ser-vizio e del sacrificio di sé fino alla morte, da cui poi risorgendo uscì vincitore». La chiesa, quindi, ha il dovere di fare di tutto per svolgere la sua missione nel mondo e rag-giungere tutti i popoli; e ne ha anche il diritto, che le e stato dato da Dio per l’attuazio-ne del suo piano. La libertà religiosa, talvolta ancora limitata o coartata, è la premessa e la garanzia di tutte le libertà che assicurano il bene comune delle persone e dei popoli.

RM 39

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, nella Bibbia Dio dice: “Il giovane che ha iniziato a percorrere una strada, non la cambierà quando sarà vecchio”. E dice ancora: “Figlio mio, mentre sei giovane, ricordati del tuo Creatore”.Ancora nella Bibbia, il Signore dichiara fortunato quel giovane che avrà osservato la legge di Dio fin dalla sua adolescenza. Domenico Savio aveva solo sette anni quando prese come impegno: “Gesù e Ma-ria saranno miei amici”. Qualcuno penserà: “Se decido di essere amico del Signore, dovrò condur-re una vita triste”. Ti rispondo che questo non è assolutamente vero. Di-venterà triste chi cede al Tentatore, perché anche se sforzerà di mostrarsi contento, avrà sempre il cuore che piange, perché la coscienza gli dirà in ogni momento: “Tu sei nemico del tuo Dio”.Ho conosciuto tantissimi ragazzi, e ti posso dire che nessuno era più contento di Domenico Savio, di Michele Magone dopo che divenne amico del Signore, di Giovanni Cagliero che poi diventò un grande missionario.Coraggio, dunque, mio caro: sii amico del Signore. Avrai sempre il cuore con-tento e proverai quanto sia bello e appagante servire il Signore.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Sono amico del Signore e vivo felice per questo?

Nel seguire la strada di Cristo, compio tutto cio' che e' in mio potere?

15Saulo era fra coloro che appro-varono la sua uccisione. In quel giorno scoppiò una violenta per-secuzione contro la Chiesa di Ge-rusalemme e tutti, ad eccezione degli apostoli, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria. Persone pie seppellirono Stefano e fecero un grande lut-to per lui. Saulo intanto infuriava contro la Chiesa ed entrando nel-le case prendeva uomini e donne e li faceva mettere in prigione. Quelli però che erano stati di-spersi andavano per il paese e diffondevano la parola di Dio.Filippo, sceso in una città del-la Samaria, cominciò a predi-care loro il Cristo. E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo sentendolo par-lare e vedendo i miracoli che egli compiva. Da molti indemo-niati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti pa-ralitici e storpi furono risanati. E vi fu grande gioia in quella città.

At 8, 1-8

La fine di Stefano ci dà l’idea di un testa-mento ideale del cristiano:1) lo spirito, al cielo;2) il corpo, alla terra;3) gli amici e la chiesa, alla Provvidenza;4) i nemici, alla compassione di Dio.Chi, con piena certezza di fede e con ani-mo calmo e sereno, così dispone delle cose sue, non muore, ma si addormenta sul seno di quel Gesù, che ha invocato nell’ultimo sospiro. “Beati i morti che così muoiono nel Signore”.

In contatto con Dio

Conosco il disprezzo di cui sono cir-condati tutti gli algerini insieme. Co-nosco anche le caricature dell’Islam che incoraggiano un certo islamismo. È troppo facile mettere a posto la co-scienza identificando il cammino re-ligioso dell’Islam con l’integralismo degli estremisti. Per me l’Algeria e l’Islam sono un’altra cosa: sono come

il corpo e l’anima. Ho già parlato chiaramente credo, a destra e a sinistra di ciò che ho ricevuto dall’Islam e dall’Algeria: vi ho ritrovato molto spesso il chiaro filo conduttore del vangelo imparato sulle braccia di mia madre, che è stata la mia prima chiesa, proprio qui in Algeria. La mia morte sembrerà dare ragione a quelli che mi hanno così facilmente trattato da ingenuo o da idealista: “Lo dica adesso quello che ne pensa!”.

Fra Christian

E i giovani aguzzavano lo sguardo ed esclamarono in coro: — Leggiamo Pechino.Vide Don Bosco allora una gran città. Essa era attraversata da un largo fiume sul quale erano gittati alcuni grandi ponti.

... Parole dalla missione...

Noi popoli supernutriti, abbiamo inventato:il pane insipido

il pane croccanteil pane a rosetta

il pane a pagnottail pane con l’olio

il pane biancoil pane magro

il pane per diabeticie quello salato e quello floscio

e quello a bacchetta e quello a filone e quello col riso e quello integrale

e quello vitaminizzato e quello al vapore e quello con le patate

le fette rotonde e quelle quadratele confezioni sotto vuoto

grissini sottili e quelli grassoccigrissini di Torino e quelli di Napoli

pane pugliese e quello sardopane fatto in casa e quello fermentato e quello... comprato.

Noi popoli della fame, cerchiamo semplicemente il pane.

Le vie della missione: la prima forma di evangelizzazione è la testimonianza

L’uomo contemporaneo crede più ai testimoni che ai maestri, più all’esperienza che alla dot-trina, più alla vita e ai fatti che alle teorie. La testimonianza della vita cristiana è la prima e inso-stituibile forma della missione: Cristo, di cui noi continuiamo la missione, è il «testimone» per eccellenza e il modello della testimonianza cristiana. Lo Spirito santo accompagna il cammi-no della chiesa e la associa alla testimonianza che egli rende a Cristo. La prima forma di testimo-nianza è la vita stessa del missionario, della famiglia cristiana e della comunità ecclesiale, che ren-de visibile un modo nuovo di comportarsi. Il missionario che, pur con tutti i limiti e difetti umani, vive con semplicità secondo il modello di Cristo, è un segno di Dio e delle realtà trascendenti. Il cristianesimo è aperto alla fratellanza universale. perché tutti gli uomini sono figli dello stesso Pa-dre e fratelli in Cristo. La chiesa è chiamata a dare la sua testimonianza a Cristo assumendo posizioni coraggiose e profetiche di fronte alla corruzione del potere politico o economico; non cercando essa stessa gloria e beni materiali; usando dei suoi beni per il servizio dei più poveri e imitando la semplicità di vita del Cristo. La chiesa e i missionari debbono dare anche la testimonianza dell’umiltà, rivolta anzitutto verso se stessi, che si traduce nella capacità di un esame di coscienza a livello personale e co-munitario, per correggere nei propri comportamenti quanto è anti-evangelico e sfigura il volto di Cristo.

RM 42

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, sii accogliente con coloro che si avvicinano a te, mostra loro il tuo interesse rivolgendo loro qualche buona pa-rola. La buona accoglienza cristiana, infatti è costituita dalla capacità di fare il primo passo, di andare incontro a chi è nel bi-sogno, di ascoltare, di astenersi, anche solo mentalmente, dal giu-dicare, capacità di pronunciare parole di conforto e fare proposte di condivisione e di crescita.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

So ricevere le persone secondo una buonaaccoglienza cristiana?

Quando sono testimone di Cristo e quando non lo sono?

Amico mio, sono passate tre settimane e la tua esperienza è ormai nel vivo. Dopo l’emozione iniziale sicuramente stai maturando pensieri e scelte per il tuo rientro in Italia. La voglia di provare a cambiare la realtà deve crescere sempre di più nel tuo cuore e trasformarsi in atteggiamenti concreti. Parlane anche con i tuoi compagni di viaggio, confrontatevi con i vostri accompagnatori, cercate insieme un modo perché tutto quello che state vivendo ora possa essere un tesoro che portate a casa e regalate a coloro che non hanno vissuto la vostra stessa esperienza.

Mi raccomando, ricordati che la tua esperienza è una esperienza di gruppo, condividi al meglio le difficoltà, le gioie, le piccole conquiste di questi giorni con i tuoi amici, siete venuti insieme e insieme dovete vive-re l’esperienza dall’inizio alla fine.

Don Bosco

16Un angelo del Signore parlò a Filippo: «Alzati, va’ verso la strada che discende da Gerusalemme a Gaza». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etiope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, seduto sul suo carro da viaggio, che leggeva il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti, e rag-giungi quel carro». Filippo corse innanzi e gli disse: «Capisci quello che stai leggen-do?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a sedere accanto a lui. Il passo che stava leggendo era: «Come una pecora fu con-dotta al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, ma la sua po-sterità chi potrà mai descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita».E rivoltosi a Filippo disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice que-sto?». Filippo gli annunziò la buona no-vella di Gesù. Giunsero a un luogo dove c’era acqua e l’eunuco disse: «Ecco qui c’è acqua; che cosa mi impedisce di es-sere battezzato?». Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò.

At 8, 26-40

Gli angeli del Signore descritti nei vangeli sono al servizio di Gesù e della Sua missione; anche negli Atti appaiono più volte e sono al servizio della comunità cristiana.

In contatto con Dio

“C’è tanto da togliersi di dosso! È un’operazione lunga, complessa, dolorosa e lenta, anche se semplice; prima di lavare i piedi agli altri bi-sogna spogliarsi di quello che uno si porta dietro e a cui è abituato e indossare un abito nuovo: il grem-biule del servo”.

Jean Vanier

— Bene, disse la donzella che sembrava la loro maestra; ora tira una sola linea da una estremità all’altra, da Pechino a San-tiago, fanne un centro nel mezzo dell’Africa ed avrai un’idea esatta di quanto debbono fare i Salesiani.

... Parole dalla missione...

1. Fratello è colui che sa ascoltare è comprendere gli altri.2. Fratello è colui che sa infondere delicatezza e dolcezza.3. Fratello è colui che sa condividere la gioia e la sofferenza degli altri.4. Fratello è colui che ha un leale comportamento con gli altri.5. Fratello è colui che sa perdonare e non conserva rancore.6. Fratello è colui che diffonde la pace intorno a sé.7. Fratello è colui che non giudica l’animo degli altri.8. Fratello è colui che spezza il pane con il povero.9. Fratello è colui che non dice mai basta al bisogno degli altri.10. Fratello è colui che non fa agli altri ciò che non vuole sia fatto a lui.

Le vie della missione: il primo annunzio di Cristo Salvatore

L’annunzio ha la priorità permanente nella missione: la chiesa non può sottrarsi al man-dato esplicito di Cristo, non può privare gli uomini della «buona novella» che sono amati e salvati da Dio. «L’evangelizzazione conterrà sempre - come base, centro e in-sieme vertice del suo dinamismo - anche una chiara proclamazione che in Gesù Cri-sto... La salvezza è offerta a ogni uomo, come dono di grazia e di misericordia di Dio stesso». Tutte le forme dell’attività missionaria tendono verso questa proclamazione che rivela e introduce nel mistero nascosto nei secoli e svelato in Cristo il quale è nel cuo-re della missione e della vita della chiesa, come cardine di tutta l’evangelizzazione.

RM 44

... La Chiesa mi insegna...

17Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepo-li del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di esse-re autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Da-masco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Sau-lo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Sau-lo si alzò da terra ma, aperti gli oc-chi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.

At, 9, 1-9

“Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” Saulo non perseguitava proprio Gesù; perseguitava i discepoli di Gesù; ma Gesù si sente egli stesso offeso quando sono offesi quelli che l’amano e per i quali ha dato la propria vita. C’è una santa legge di solidarietà nel mondo dello Spirito ed è quella che deve spingere ognuno di noi a vedere Gesù in ogni fratello che soffre.

In contatto con Dio

C’è bisogno che in Europa gente come voi sia disposta a capire questo mondo così di-verso dal nostro, questi vasti e vari popoli che compongono il Medio Oriente, queste realtà musulmana, ebrea e cristiana che qui vivono gomito a gomito, ma che sem-pre più si ritrovano accanto anche nelle nostre nazioni europee. Bisogna essere di-sposti ad amare, a pregare, a entrare nel cuore sofferente di Dio che geme per i suoi

figli divisi. Infine c’è bisogno, per noi cristiani, di guardare a Cristo e di seguire Lui. Gesù ce l’aveva detto: «Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si sec-ca». Tutto passa: solo la santità attraversa i secoli e rischiara il mondo. Solo l’amore rimane. Si tratta in definitiva di cominciare a ridiventare semplicemente cristiani.

Don Andrea

— Ma come fare tutto questo? esclamò Don Bosco. Le distanze sono immense, i luoghi difficili e i Salesiani pochi.— Non ti turbare. Faranno questo i tuoi figli, i figli dei tuoi figli e dei figli loro; ma si tenga fermo nell’osservanza delle Re-gole e nello spirito della Pia Società.

... Parole dalla missione...

Caro giovane, desidero che voi tutti impariate a fare il miele come lo fanno le api. Sapete come fanno le api a produrre il miele? Con due cose principalmente. Primo non lo fanno ciascuna da sola, ma sono sotto la direzione di una regina alla quale obbediscono in ogni cir-costanza e poi sono tutte insieme e si aiutano a vicenda. La seconda cosa è che vanno a raccogliere qua e là i succhi dei fiori, ma notate: non raccolgono già tutto quello che trovano, ora vanno su di un fiore, ora si posano su di un altro e da ciascuno pigliano solamente ciò che serve a fare il miele. Veniamo all’applicazione. Il miele è tutto il bene che si realizza con la pietà, con lo studio e l’allegria, perché queste cose danno tante consolazioni, dolci come il miele. Si devono imitare però le api. Primo nell’obbedire alla regina, cioè alle regole. Senza obbedienza c’è il disordine, il malcontento. Secondariamente, l’essere molti insieme serve molto a far questo miele di allegrezza, pietà e studio. L’essere insieme ad altri giovani accresce l’allegria, serve di incoraggiamento a sopportare le fatiche dello studio, serve di stimolo nel vedere il profitto degli altri. L’essere fra molti che fanno il bene ci anima senza accorgercene.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Che cosa significa per me partecipare all'animazione missionaria della chiesa?

Chi e' mio fratello?

Signore Gesù,davanti alle ingiustizie del mondo

e dell’ambiente in cui vivosono spesso portato a puntare il dito

contro coloro che Ie causano.Ma guardandomi dentro con sincerità

vedo che l’ingiustizia abita anche il mio cuore.Nella vita di ogni giomo, anch’ io,

senza rendermene conto,mi rendo complice di piccoli atti di ingiustizia,

di azioni poco oneste e trasparenti.La tentazione di adeguarmi alla mentalità comune

a volte è troppo forte,perché remare controcorrenterichiede un prezzo troppo alto.

Aiutami a guardare in altoperché la giustizia non può essere costruita

solo con mani d’uomo.Tu hai dato la tua vita per tutti

morendo su una crocee così ci hai resi giusti.

Fammi capire che questa è la viaper costruire la vera giustizia

e aiutami a percorrerla con coraggio.Amen.

Le vie della missione: incarnare il vangelo nelle culture dei popoli – prima parte

Svolgendo l’attività missionaria tra le genti, la chiesa incontra varie culture e viene coinvolta nel pro-cesso d’inculturazione. È, questa, un’esigenza che ne ha segnato tutto il cammino storico, ma oggi è particolarmente acuta e urgente. Il processo di inserimento della chiesa nelle culture dei popoli richiede tempi lunghi: non si tratta di un puro adattamento esteriore, poiché l’inculturazione «significa l’intima trasformazione degli autentici valori culturali mediante l’integrazione nel cristianesimo e il radicamen-to del cristianesimo nelle varie culture». È, dunque, un processo profondo e globale che investe sia il messaggio cristiano, sia la riflessione e la prassi della chiesa. Ma è pure un processo difficile, perché non deve in alcun modo compromettere la specificità e l’integrità della fede cristiana. Da parte sua, con l’inculturazione la chiesa diventa segno più comprensibile di ciò che è e strumento più atto della mis-sione. Grazie a questa azione nelle chiese locali, la stessa chiesa universale si arricchisce di espressioni e valori nei vari settori della vita cristiana, quali l’evangelizzazione, il culto, la teologia, la carità; cono-sce ed esprime ancor meglio il mistero di Cristo, mentre viene stimolata a un continuo rinnovamento.

RM 52

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, non accontentarti di amare i tuoi compagni con le sole parole, ma aiutali con ogni sorta di servizio quando puoi, come raccomanda San Giovanni: non amiamo in parole e con la lingua, ma con l’opera e la verità. Il miglior atto di carità è l’aver zelo del bene spirituale del prossimo. Quando ti si pre-senta l’occasione di fare del bene non dire: “Questo non è compito mio, non mi voglio immischiare in queste cose”, perché questa è la risposta di Caino, il quale ha avuto la sfrontatezza di rispondere al Signore, dicendo: “Sono forse io il guardiano di mio fratello?” Ciascuno è obbligato, potendo, a salvare il prossimo dalla rovina. Dio stesso comandò che ognuno deve avere cura del suo simile.Cerca pertanto di aiutare tutti coloro che puoi, con le parole e con le opere e specialmente con le preghiere.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Vedo il Signore in ogni fratello che soffre?

L'ingiustizia abita anche il mio cuore?

18Ora c’era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ sul-la strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vi-sta». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi santi in Geru-salemme. Inoltre ha l’autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signo-re disse: «Va’, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, en-trò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco.

At 9, 10-19

Santi. È la prima volta che i cristiani sono chiamati così. La parola “Santi” fu data fino da quei primi tempi ai cristiani, perché chiamati alla santità, santificati nel Battesimo, e viventi con una singola-re purità di costumi. La santità non è un merito, è frutto della grazia; è comunicata progressivamente dallo Spirito Santo, ed è la vocazione di tutti quanti i cristiani.

In contatto con Dio

Sono contento. Mi nutro di preghiera, di Parola di Dio, di Eucaristia e della semplice vita comune che conduciamo tra noi. Cerco di volere bene e di farmi voler bene. Cerco di essere la presen-za, per quanto povera e inadeguata, di Gesù. Cerco di essere, insieme a quei pochi che si riconoscono in Gesù, un piccolo virgulto di Chiesa. Cerco di es-

sere una piccola finestra di luce. Attendo chi il Signore vuol mandare e i segnali della sua volontà. Il resto lo farà Lui… è lui che conta, i nostri piani valgono ben poco. Anche i nostri peccati non lo turbano se glieli consegniamo con umil-tà e pentimento, insieme alle sofferenze quotidiane e alle fragilità di ogni tipo.

Don Andrea

— Ma dove prendere tanta gente?— Vieni qui e guarda. Vedi là cinquanta Missionari in pron-to? Più in là ne vedi altri e altri ancora? Tira una linea da Santiago al centro dell’Africa. Che cosa vedi?

... Parole dalla missione...

Signore Gesù,tu sei venuto ad accendere sulla terra

il fuoco del tuo amoree hai voluto che esso diventi la forza

trasformante di ogni cosa.Ci hai insegnato a cambiare la realtà

non con la violenza e le armima con la rivoluzione pacifica dell’amore.

Nel perdono tu ci hai indicato la viaper costruire una pace duratura,

basata sul dialogo e sul rispetto reciproco.Facci crescere sempre più nella solidarietà,

nell’attenzione verso i bisogni degli altri,dei più soli ed emarginati.

Fa’ che non ci preoccupiamo solo di noi stessi,intenti sempre e solo a saziare la nostra fame,

ma anche la fame materiale e spiritualedi tanti nostri fratelli e sorelle

che vivono nell’indigenza più assoluta.Cambia il nostro cuore perché da egoista e indifferente

si converta in cuore solidale, gratuito,aperto alle necessità degli altri.

Aiutaci a non vivere più centrati solo su noi stessima a fare della nostra vita un dono

per tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino.Amen.

Incarnare il vangelo nelle culture dei popoli – seconda parte

L’inculturazione è un cammino lento, che accompagna tutta la vita missionaria e chiama in causa i vari operatori della missione ad gentes, le comunità cristiane man mano che si sviluppano, i pastori che hanno la responsabilità di discernere e stimolare la sua attuazione. I missionari, provenienti da altre chiese e paesi, devono inserirsi nel mondo socio-culturale di coloro ai quali sono mandati, superando i condizionamenti del proprio ambiente d’origi-ne. Così devono imparare la lingua della regione in cui lavorano. conoscere le espressioni più significative di quella cultura, scoprendone i valori per diretta esperienza. Soltanto con questa conoscenza essi potranno portare ai popoli in maniera credibile e fruttuosa la co-noscenza del mistero nascosto. Per loro non si tratta certo di rinnegare la propria identità culturale, ma di comprendere, apprezzare, promuovere ed evangelizzare quella dell’ambien-te in cui operano e, quindi, mettersi in grado di comunicare realmente con esso, assumen-do uno stile di vita che sia segno di testimonianza evangelica e di solidarietà con la gente.

RM 52

... La Chiesa mi insegna...

19Venuto a Gerusalemme, cerca-va di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo. Allora Barnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predi-cato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli potè stare con loro e andava e veniva a Geru-salemme, parlando apertamen-te nel nome del Signore e par-lava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi ten-tarono di ucciderlo. Venutolo però a sapere i fratelli, lo con-dussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso. La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo.

At 9, 26-31

L’unità spirituale della chiesa di Cristo: in tre province della Palestina, nella Giudea, nella Galilea, nella Samaria, già sorgono e prosperano chiese fiorenti. Sono nate in ambienti diversi, hanno bisogni differen-ti, ciascuna ha le sue caratteristiche spe-ciali; ma le esperienze dell’una sono le esperienze di tutte; la fede, la speranza e l’amore dell’una, sono la fede, la speranza e l’amore di tutte.

In contatto con Dio

Di questa mia vita perduta, totalmente mia e totalmente loro, io ringrazio Dio che sembra l’abbia voluta tutta intera proprio per questa GIOIA, contrariamente a tutto e malgrado tutto. In questo GRAZIE, dove tutto è detto ormai della mia vita, io includo naturalmente voi, amici di ieri e di oggi e voi, amici di qui, mettendovi accanto a mia madre e mio padre, accanto ai miei fratelli e alle mie sorelle, voi che siete il centuplo

che mi è stato dato secondo la promessa. E includo anche te, amico dell’ultimo minuto, che non sai quello che fai. Sì, lo voglio anche per te questo GRAZIE e questo A - DIO, Dio che porta il tuo volto. E che ci venga concesso, se Dio lo vorrà, Lui Padre di tutti e due, di ritrovarci finalmente felici in Paradiso.AMEN. InshAllah (Se Dio lo vorrà)!

Fra Christian

— Veggo dieci centri di stazioni. — Ebbene, questi centri che tu vedi, formeranno studio e no-viziato e daranno moltitudine di Missionari affine di provve-derne queste contrade. Ed ora volgiti da quest’altra parte. Qui vedi dieci altri centri dal mezzo dell’Africa fino a Pechino.

... Parole dalla missione...

Caro giovane, vai sempre con quelli che hanno bisogno di essere con-solati, con gli infermi, e ispira loro coraggio, animali alla pazienza… Ciò fai non solamente con quelle persone che ti piacciono, che sono buoni, che hanno molto ingegno, ma anche con quelli che sono di poca virtù, di poco ingegno e anche con i cattivi. Non è scritto nel vangelo che Gesù ha detto: “I sani non hanno bisogno del medico”?Non rinfacciare, o anche solo non ricordare, a qualcuno che ti ha offeso in passato, la sua mancanza, soprattutto se lo hai già perdonato. Anzi, stai attento a dimostrargli più amore di prima e dimentica tutto…Frena la tua ira, tanto facile ad accendersi in certe occasioni di contrasto e guardati dal dire parole spiacevoli e dall’usare modi alteri ed aspri, poiché a volte più dispiacciono i modi rozzi, che non le stesse parole ingiuriose.Quando, poi, un amico che ti ha offeso viene a cercarti per chiedere il tuo perdono, dimostragli belle maniere, affetto e benevolenza. Se invece sei stato tu a offendere qualcuno, cerca subito di togliere dal suo cuore ogni rancore verso di te.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Sono sulla strada verso la santita'?

Che cosa mi impedisce di convertire il mio cuore?

Caos nel mondo.Povertà ovunque.

Divisione fra gli uomini.Guerra fra i popoli.

Da nessuna parte pace.Abbiamo voltato le spalle

al tuo amore,eppure siamo costretti

a confidare ancora in te.Da te viene l’ariache respiriamo.

Senz’aria siamo morti,incapaci di muoverci,

imputriditi.

Le vie della missione: il dialogo con i fratelli di altre religioni

Il dialogo inter-religioso fa parte della missione evangelizzatrice della chiesa . Inteso come meto-do e mezzo per una conoscenza e un arricchimento reciproco, esso non è in contrapposizione con la missione ad gentes anzi ha speciali legami con essa e ne è un’espressione. Tale missione, infat-ti, ha per destinatari gli uomini che non conoscono Cristo e il suo vangelo, e in gran maggioran-za appartengono ad altre religioni. Dio chiama a sé tutte le genti in Cristo, volendo loro comuni-care la pienezza della sua rivelazione e del suo amore; né manca di rendersi presente in tanti modi non solo ai singoli individui, ma anche ai popoli mediante le loro ricchezze spirituali, di cui le re-ligioni sono precipua ed essenziale espressione, pur contenendo «lacune, insufficienze ed errori».Tutti i fedeli e le comunità cristiane sono chiamati a praticare il dialogo, anche se non nello stesso grado e forma. Per esso è indispensabile l’apporto dei laici. che «con l’esempio della loro vita e con la propria azione possono favorire il miglioramento dei rapporti tra seguaci delle diverse religioni», mentre alcuni di loro potranno pure dare un contributo di ricerca e di studio. Sapendo che non pochi missionari e comunità cristiane trovano nella via difficile e spesso incompresa del dialogo l’unica ma-niera di rendere sincera testimonianza a Cristo e generoso servizio all’uomo, desidero incoraggiarli a perseverare con fede e carità, anche là dove i loro sforzi non trovano accoglienza e risposta. Il dialogo è una via verso il regno e darà sicuramente i suoi frutti, anche se tempi e momenti sono riservati al Padre.

RM 55

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, ricordati che l’educazione è cosa di cuore e che Dio solo ne è il padrone e noi non potremo riuscire in cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e ce ne dà in mano le chiavi. Procuriamo perciò in tutti i modi ed anche con questa umile e intera dipendenza di impadronirci di questa fortezza chiusa sem-pre al rigore e all’asprezza, studiamoci di farci amare, di insinuare il sentimento del dovere e del santo timore di Dio e vedremo con mira-bile facilità aprirsi le porte di tanti cuori, ed unirsi a noi per cantare le lodi e le benedizioni di Colui che volle farsi nostro modello, nostra via, nostro esempio in tutto, ma particolarmente nell’educazione della gioventù.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Signore,fa’ che comprendiamo

il tuo amore,che restiamo in contatto

con i fratelli,neri, bianchi, rossi o gialli

che siano.Fa’ del mondo

un cesto di colorinella tua mano possentee fa’ che in questo cesto

ci sia pace.

Riesco a farmi amare dagli altri?

Vivo con gioia il mio essere cristiano?

20Pietro prese la parola e disse: «In veri-tà sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti. Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spi-rito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del dia-volo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalem-me. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i pro-feti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissio-ne dei peccati per mezzo del suo nome».

At 10, 34-43

I giudei si ritenevano privilegiati, favori-ti da Dio fino al punto di credere che le altre nazioni non potevano avere parte nella salvezza. Pietro ha capito l’assurdità di questa idea. Qui confessa francamen-te che è giunto ad un’altra convinzione: alla convinzione, cioè, che giudei e pa-gani sono uguali di fronte alla salvezza che è offerta in Gesù. Iddio non rifiuta ad alcuno l’ammissione nel regno di Cristo; a nessuno, qualunque sia la nazione a cui appartiene.

In contatto con Dio

Gesù è Colui che viene a dire a ciascuno di noi «ti amo!» e «sei importante per me»; ma non viene sulle ali della potenza e neppure della gloria. Gesù è Colui che si è svuotato, è Colui che non ha conservato la propria condizione divina che lo rendeva uguale a Dio; ma si è svuotato, è divenuto piccolo, è divenuto un bambino, un uomo crocifisso, rifiutato; è divenuto povero. È vero che ad un certo punto Gesù è diventato potente, ha

compiuto grandi miracoli ma temeva sempre che la gente vedesse in Lui il Potente che fa grandi cose invece di Colui che è in ricerca di dare la Comunione. Allora Gesù diviene piccolo, egli è umile ed è per questo che noi ammiriamo i potenti, ma amiamo i piccoli, il bambino, la persona fragile e debole.

Jean Vanier

E anche questi centri somministreranno i Missionari a tutte queste altre contrade. Là c’è Hong Kong, là Calcutta, più in là Madagascar. Questi e più altri avranno case, studi e noviziati. Don Bosco ascoltava guardando ed esaminando; poi disse: — E dove trovare tanta gente, e come inviare Missionari in quei luoghi? Là ci sono i selvaggi che si nutrono delle carni umane; là ci sono gli eretici, là i persecutori, e come fare?

... Parole dalla missione...

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, sia santificato da uomini e don-ne, vecchi e bambini, ricchi e, soprattutto, poveri.Che nessuno debba mai disprezzare il tuo nome, spinto dalla violenza degli altri.Venga il tuo regno: come regno di verità e giustizia, di amore e pace. Che ne goda so-prattutto chi si sente escluso e abbandonato.Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra. Si compia nella nostra vita e ovunque le tue creature lottano e sperano; soprattutto là dove si decide per altre persone.Dacci oggi il nostro pane quotidiano: e a noi il pane soltanto. Perché siamo talmente sazi, da non accorgerci di chi non ha nemmeno quello. Ai tanti impoveriti dalla miseria dona cibo, medicine, istruzione e una vita più dignitosa.Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori: insegnaci a perdo-nare; a non usare due pesi e due misure. Insegnaci a condonare il debito che strangola i poveri, a superare l’offensivo divario tra i prezzi delle loro materie prime e quelli del nostro commercio.Non ci indurre in tentazione: soprattutto dacci la forza di conoscere il male e chiamarlo per nome; di resistere a tutto cio che cancella sul nostro volto la tua immagine, che é amore.Ma liberaci dal male: da ogni male, da ogni struttura di peccato, da ogni strumento di morte, da ogni logica che ci rende non-fratelli, non tuoi figli.Liberaci, per il Figlio, mandato a noi come agnello mansueto a dare la vita e che un gior-no tornerà, perché tu sia tutto in tutti.Perché tuo e il Regno, la potenza e la gloria nei secoli.

Amen.

Le vie della missione: promuovere lo sviluppo educando le coscienze

La missione ad gentes si svolge ancor oggi, per gran parte, in quelle regioni del Sud del mondo, dove è più urgente l’azione per lo sviluppo integrale e la liberazione da ogni oppressione. La chiesa ha sempre saputo suscitare, nelle popolazioni che ha evangelizzato, la spinta verso il progresso, e oggi i missionari più che in passato sono riconosciuti anche come promotori di sviluppo da governi e esperti internazio-nali, i quali restano ammirati del fatto che si ottengano notevoli risultati con scarsi mezzi. La missione della chiesa non è di operare direttamente sul piano economico o tecnico o politico o di dare un contri-buto materiale allo sviluppo, ma consiste essenzialmente nell’offrire ai popoli non un «avere di più», ma un «essere di più», risvegliando le coscienze col vangelo. «L’autentico sviluppo umano deve affondare le sue radici in un’evangelizzazione sempre più profonda» La chiesa e i missionari sono promotori di sviluppo anche con le loro scuole, ospedali, tipografie, università, fattorie agricole sperimentali. Ma lo sviluppo di un popolo non deriva primariamente né dal denaro, né dagli aiuti materiali, né dalle strutture tecniche, bensì dalla formazione delle coscienze, dalla maturazione delle mentalità e dei costumi. È l’uomo il protagonista dello sviluppo non il denaro o la tecnica. La chiesa educa le coscienze rivelan-do ai popoli quel Dio che cercano, ma non conoscono. La grandezza dell’uomo creato a immagine di Dio e da lui amato, l’eguaglianza di tutti gli uomini come figli di Dio, il dominio sulla natura creata e posta a servizio dell’uomo, il dovere di impegnarsi per lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. RM 58

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, amore è estasi, ma non nel senso di un momento di ebbrezza, ma estasi come cammino, come esodo permanente dall’io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono del sé, e proprio così verso il ritrovamento di sé, anzi verso la scoperta di Dio: “Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà”. Con questo Gesù descrive il suo personale cam-mino, che attraverso la croce lo conduce alla resurrezione: il cammino del chicco di grano che cade nella terra e muore e così porta molto frutto. Partendo dal centro del suo sacrificio personale e dell’amore che in esso giunge al suo compimento, egli con queste parole descrive anche l’essenza dell’amore e dell’esistenza umana in genere.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Penso alla mia vita come ad un cammino di donazione agli altri?

La mia coscienza e' pulita?

Amico mio, fra poco tornerai a casa e sicuramente la tristezza sta invadendo il tuo cuore. È grande la difficoltà di questi giorni: lascia-re gli amici appena incontrati, i bambini che hanno rallegrato le tue giornate, i salesiani che ti hanno insegnato il significato della missione sicuramente ti porta a voler allontanare la data della partenza. Ma io ti dico: vivi pienamente questi ultimi giorni di esperienza missionaria, non lasciare che lo sconforto rovini questi momenti anche perché le per-sone che hai incontrato devono avere sempre il meglio di te.

Mi raccomando, che la tua gioia sia piena e che la tua vita sia esempio di allegria e serenità. Le persone ti prendono ad esempio e quindi mostra loro che Cristo vive in te.

Don Bosco

21Gli apostoli e i fratelli che stavano nella Giudea vennero a sapere che anche i paga-ni avevano accolto la parola di Dio. E quando Pietro salì a Gerusalemme, i circoncisi lo rim-proveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!». Allora Pietro raccontò: «Io mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e vidi in estasi una visione: un oggetto, simile a una grande tovaglia, scendeva come cala-to dal cielo per i quattro capi e giunse fino a me. Fissandolo con attenzione, vidi in esso quadrupedi, fiere e rettili della terra e uccelli del cielo. E sentii una voce che mi diceva: Pietro, alzati, uccidi e mangia! Risposi: Non sia mai, Signore, poiché nulla di profano e di immondo è entra-to mai nella mia bocca. Ribattè nuovamente la voce dal cielo: quello che Dio ha purificato, tu non considerarlo profano. Questo avvenne per tre volte e poi tutto fu risollevato di nuovo nel cielo. Ed ecco, in quell’istante, tre uomini giunsero alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell’uomo. Egli ci raccontò che aveva visto un angelo presentarsi in casa sua e dirgli: Manda a Giaffa e fa’ venire Simone detto anche Pietro; egli ti dirà parole per mezzo delle quali sarai salvato tu e tutta la tua famiglia. Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spiri-to Santo scese su di loro, come in principio era sceso su di noi. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo. Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che a noi per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?». All’udir questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».

At, 11, 1-18

Lo Spirito Santo, dice Pietro, prima di tutto è un dono: un dono di Dio. Quan-do dunque Dio lo concede, non paga un debito, ma compie un atto di grazia e Dio non lo concede agli Israeliti perché sono circoncisi; non lo nega ai Gentili perché non sono circoncisi: Dio lo concede a chi crede nel Signore Gesù Cristo.

In contatto con Dio

“Nel corso degli anni, scopro che non c’è opposizione fra la mia vita con i poveri e la mia pre-ghiera di unione con Dio. Certo Gesù si rivela a me nell’eucarestia, e ho bisogno di passare del tempo con Lui nella preghiera silenziosa. Ma Egli si rivela anche in questa vita con i miei fratelli e sorelle. La mia fedeltà a Gesù si realizza nella mia fedeltà ai miei fratelli e sorelle dell’Arca, specialmente i più poveri”.

Jean Vanier

Guarda, rispose la pastorella, mettiti di buona volontà. Vi è una cosa sola da fare: raccomandare che i miei figli coltivino costantemente la virtù di Maria.— Ebbene, sì, mi pare d’aver inteso. Predicherò a tutti le tue parole.E guardati dall’errore che vige adesso, che è la mescolanza di quelli che studiano le arti umane, con quelli che studiano le arti divine, perchè la scienza del cielo non vuol essere con le terrene cose mescolata.

... Parole dalla missione...

Volti che ci aspettano, volti che attendono,volti che domandano, volti preoccupati,

volti a volte sfigurati dal non senso,volti tirati perché a casa nessuno li ha guardati,

volti dalla risata facile perché non conoscono il senso della felicità,volti indifferenti che interpellano una RISPOSTA!

Dio Padre, ti prego: fammi cadere da cavallo! Sì, lo so che nell’era della tecnologia avanzata, nell’era post-industriale,

nel post-moderno... ti sembrerà fuori del tempo questa richiesta,

ma non è forse vero che la Chiesa fondata da tuo Figlio è al di là del tempo ? Quando mi avvicino ai «miei» poveri, ai giovani con tutto il mio bel programma

e li guardo in faccia, mi viene voglia di buttar via il programmae mettermi a rotolare con loro nella polvere.

Ma non lo posso fare: ne va della mia dignità!E poi i miei preti cosa dicono? E le vecchiette?... Sempre lì a dire: «Questi giovani!»

Ti prego: fammi scendere da cavallo!Ma sì. Come Paolo, quello di Tarso.

Non ti ricordi?Prima si comportava in un modo. Poi una bella caduta. Ed eccoti un altro Paolo, tutto

diverso: un santo Paolo!Ho l’impressione che se non casco da cavallo io sarò sempre lo stesso

e non ci capirò niente con i poveri, i loro bisogni, l’animazione e intrugli vari!Ti prego (che ti costa?): fammi cadere!

Le vie della missione: la carità fonte e criterio della missione

Fedele allo spirito delle beatitudini, la chiesa è chiamata alla condivisione con i poveri e gli oppressi di ogni genere. Esorto, perciò, tutti i discepoli di Cristo e le comunità cristiane, dalle famiglie alle diocesi, dalle parrocchie agli istituti religiosi, a fare una sincera revisione della propria vita nel senso della solidarietà con i poveri. Nello stesso tempo, ringrazio i missionari che con la loro presenza amorosa e il loro umile servizio operano per lo svilup-po integrale della persona e della società mediante scuole, centri sanitari, lebbrosari, case di assistenza per handicappati e anziani, iniziative per la promozione della donna e simili. Ringrazio i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i laici per la loro dedizione, mentre incoraggio i volontari di organizzazioni non governative, oggi sempre più numerosi, che si dedicano a queste opere di carità e di promozione umana. Sono, infatti, queste opere che testimoniano l’anima di tutta l’attività missionaria: l’amore, che è e resta il movente della missione, ed è anche «l’unico criterio secondo cui tutto deve essere fatto o non fatto, cambiato o non cam-biato. È il principio che deve dirigere ogni azione e il fine a cui essa deve tendere. Quando si agisce con riguardo alla carità o ispirati dalla carità, nulla è disdicevole e tutto è buono».

RM 60

... La Chiesa mi insegna...

22Intanto quelli che erano stati disper-si dopo la persecuzione scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù. E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al Signore. La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. Quando questi giunse e vide la grazia del Si-gnore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore. Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trova-tolo lo condusse ad Antiochia. Rima-sero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la prima volta i di-scepoli furono chiamati Cristiani.

At 11, 19-26

L’episodio introduce la fondazione della chiesa di Antiochia come conseguenza di-retta del martirio di Stefano.L’annuncio: “Gesù è il Signore”. Invece del titolo “Cristo”, più rispondente all’at-tesa giudaica, nella predicazione ai pagani si usa per Gesù il titolo di “Signore” in quanto Egli lo è divenuto con l’esaltazio-ne alla destra di Dio: il sovrano del regno della fine dei tempi.

In contatto con Dio

Infine c’è bisogno, per noi cristiani, di guardare a Cristo e di seguire Lui. Gesù ce l’aveva detto: «Chi non ri-mane in me viene gettato via come il tralcio e si secca». Tutto passa: solo la santità attraversa i secoli e rischia-ra il mondo. Solo l’amore rimane. Si tratta in definitiva di cominciare a ridiventare semplicemente cristiani.

Che il Signore ci illumini tutti e crei in noi ciò che è conforme alla sua volontà.

Don Andrea

Don Bosco voleva ancora parlare; ma la visione disparve: il sogno era finito. Mentre Don Bosco raccontava, i tre ascoltatori esclamarono a più riprese: — Oh Maria, Maria! — Il Santo, quand’ebbe finito, dis-se: — Quanto ci ama Maria! — Parlando poi di questo sogno con Don Lemoyne a Torino, prese a dire con tranquillo, ma penetrante accento: — Quando i Salesiani saranno nella Cina e si troveranno sulle due sponde del fiume che passa nelle vicinanze di Pechino!

... Parole dalla missione...

Caro giovane, mia mamma mi ha cresciuto secondo uno spirito di povertà che ha sempre contraddistinto tutta la mia vita: ho evitato gli sprechi e mi sono servito solo di cose essenziali.Ricordo che mangiavamo polenta la mattino, polenta a mezzo-giorno e polenta la sera, raramente avevamo in tavola la carne o il pane bianco.Mi rendo conto che non è facile vivere la povertà oggi, quando la pub-blicità promette una vita più comodo e più bella se si comprano de-terminati prodotti. Ma ricordati: la povertà aiuta ad eliminare dalla propria vita ciò che è superfluo per concentrarci sull’essenziale, ciò che è importante per noi e la nostra felicità, a partire da Dio.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

La carita' abita nel mio cuore?

So essere povero?

Che Dio mi conceda la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,

il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare,e la saggezza di distinguere tra le due.

Vivere giorno per giorno,godersi un momento per volta,

accettare le avversità come una via verso la pace,prendere, come Lui fece, questo mondo corrotto

per quello che è,non per quello che vorrei,confidare che Lui sistemerà tutto

se mi abbandonerò alla Sua volontà.Che io possa essere

ragionevolmente felice in questa vita e sommamente felice accanto a Lui

nella prossima, per sempre.

La spiritualità missionaria: lasciarsi condurre dallo Spirito

L’attività missionaria esige una specifica spiritualità che riguarda, in particolare, quanti Dio ha chiamato a essere missionari. Tale spiritualità si esprime, innanzittutto, nel vivere in piena doci-lità allo Spirito: essa impegna a lasciarsi plasmare interiormente da lui per divenire sempre più conformi a Cristo. Non si può testimoniare Cristo senza riflettere la sua immagine, la quale è resa viva in noi dalla grazia e dall’opera dello Spirito. La docilità allo Spirito impegna poi ad acco-gliere i doni della fortezza e del discernimento, che sono tratti essenziali della stessa spiritualità.

RM 87

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, ci vuole poco a “montarsi la testa”. Un piccolo successo, un apprezzamento ricevuto, un obiettivo raggiunto ed ecco che certe persone si sentono migliori di altre, come apparte-nenti ad una élite, padroni incontrastati del loro piccolo mondo e autorizzati a guardare dall’alto in basso quei piccoli e poveri “inferiori” che vivono intorno a loro. Con tanti saluti all’umiltà.Gesù ci ha insegnato che “chi si umilia sarà esaltato”; lo ha fatto con le parole e con il suo comportamento: ha lavato i piedi ai suoi discepoli, ha offerto se stesso all’umiliazione della croce.Noi tutti siamo semplici strumenti nelle mani di Dio.Il nostro agire, il nostro parlare, i nostri scritti e tutto ciò che siamo devono dimostrare che siamo veri cristiani, discepoli di Gesù che ci ha detto: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Ho spiritualita' missionaria?

Rifletto l'immagine di Cristo nei miei atteggiamenti?

23E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiu-ta, poiché Dio l’ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato. E che Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzio-ne, è quanto ha dichiarato: Darò a voi le cose sante promesse a Davide, quel-le sicure. Per questo anche in un altro luogo dice: Non permetterai che il tuo santo subisca la corruzione. Ora Davi-de, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione. Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha su-bìto la corruzione. Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati e che per lui chiunque crede riceve giu-stificazione da tutto ciò da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè. Guardate dunque che non avvenga su di voi ciò che è detto nei Profeti: Mirate, beffardi, stupite e nascondetevi, poiché un’opera io com-pio ai vostri giorni, un’opera che non credereste, se vi fosse raccontata!.

At 13, 32-41

“Le cose sante” sono la promessa del-la santità, come di un dono riservato ai tempi messianici, che sgorgherà dal nuovo Davide, Cristo risorto.

In contatto con Dio

Ma costoro devono sapere che alla fin fine io sarò stato liberato dalla curiosità più lancinante che mi porto dentro: affondare il mio sguardo in quello del Padre per ve-dere i suoi figli dell’Islam come lui li vede: tutti illuminati della gloria

di Cristo, anche loro frutto della sua passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sarà di ristabilire la comunione e la somi-glianza giocando con le differenze.

Fra Christian

… Gli uni verranno alla sponda sinistra dalla parte del grande Impero, gli altri alla sponda destra dalla parte della Tartaria. Oh! quando gli uni andranno incontro agli altri per stringersi la mano!… Quale gloria per la nostra Congregazione!… Ma il tempo è nelle mani di Dio!

... Parole dalla missione...

C’è un fratello affamato,ha gli occhi infossati e le costole

in agghiacciante processione:noi siamo i responsabili.

C’è un fratello mutilato, ustionatodalle bombe al napalm,

non avrà più fiducia negli uomini:noi siamo i responsabili.

C’è un fratello incarcerato,dicono che sia per una giusta

causa,che era un ribelle sabotatore:

noi siamo i responsabili.C’è un fratello piagato,

per una lebbra che si poteva cura-re con pochi spiccioli:

noi siamo i responsabili.C’è un fratello nevrotico,

perché è stato associato al ritmo

La spiritualità missionaria: vivere il mistero di Cristo «inviato» Nota essenziale della spiritualità missionaria è la comunione intima con Cristo: non si può compren-dere e vivere la missione, se non riferendosi a Cristo come l’inviato a evangelizzare. Paolo ne de-scrive gli atteggiamenti: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce». La missione percorre questa stessa via e ha il suo punto di arrivo ai piedi della croce. Al missionario è chiesto «di rinun-ziare a se stesso e a tutto quello che in precedenza possedeva in proprio e a farsi tutto a tutti»: nella povertà che lo rende libero per il vangelo, nel distacco da persone e beni del proprio ambiente per farsi fratello di coloro ai quali è mandato, onde portare a essi il Cristo salvatore. È a questo che è finalizzata la spiritualità del missionario: «Mi sono fatto debole con i deboli...; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo...». Proprio perché «invia-to», il missionario sperimenta la presenza confortatrice di Cristo, che lo accompagna in ogni mo-mento della sua vita: «Non aver paura... perché io sono con te» e lo aspetta nel cuore di ogni uomo.

RM 88

... La Chiesa mi insegna...

crudele d’una macchina:noi siamo i responsabili.

C’è un fratello discriminatochiuso in un campo di raccolta,

circondato dal filo spinato:noi siamo i responsabili.

C’è un fratello moribondo,che rantola in un’agonia

che sa d’odio e di vendetta:noi siamo i responsabili.

Ogni volta che un nostro fratello è:affamato, mutilato, incarcerato,

denudatopiagato, nevrotico, discriminato,

moribondo,è Cristo che soffre.

24Dopo aver predicato il vangelo in quella città e fatto un numero considerevole di discepoli, ritor-narono a Listra, Icònio e Antio-chia, rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede poiché, dicevano, è neces-sario attraversare molte tribo-lazioni per entrare nel regno di Dio. Costituirono quindi per loro in ogni comunità alcuni anziani e dopo avere pregato e digiunato li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversa-ta poi la Pisidia, raggiunsero la Panfilia e dopo avere predicato la parola di Dio a Perge, scesero ad Attalìa; di qui fecero vela per Antiochia là dove erano stati af-fidati alla grazia del Signore per l’impresa che avevano compiuto.Non appena furono arrivati, ri-unirono la comunità e riferirono tutto quello che Dio aveva com-piuto per mezzo loro e come ave-va aperto ai pagani la porta del-la fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.

At 14, 21-28

Paolo annunzia il Regno di Dio, che è il Regno del bene, perché Dio è il Bene Asso-luto. Il Regno di Dio consiste in giustizia, che è la pratica del bene; in pace, che è il ri-sultato della nostra riconciliazione con Dio per mezzo di Cristo; e in allegrezza, che non è la pazza allegrezza del mondo, ma l’allegrezza che lo Spirito produce; quello Spirito che è Santo, non solo perché puro in sè; ma anche perché separa dal male e con-sacra al bene i pensieri della mente, gli af-fetti del cuore e le aspirazioni dell’anima.

In contatto con Dio

Sappiamo quanto sia grande la lotta all’interno di noi stessi, perché la via discendente ci fa incontrare il povero e il povero ci disturba. Infatti, non si tratta di fare qualcosa per lui ma di entrare in relazione con lui e non sap-piamo dove ci porterà tutto questo, perché ci chiederà qualcosa che non vorremmo. Vivere un’alleanza con il

povero significa mettersi in comunione con lui e diventare vulnerabili, significa perdere la propria libertà per acquistare una nuova libertà, quella dell’amore. Il povero rimane pericoloso; chiama al cambiamento, ad una trasformazione, ad una conversione radicale.

Jean Vanier

Il medesimo Don Lemoyne nel mandare copia del sogno a monsignor Cagliero scriveva il 23 aprile a proposito della par-te ivi rappresentata da Don Rua, vicario di Don Bosco, e da Giuseppe Rossi, provveditore generale:

... Parole dalla missione...

Caro giovane, Dio ha assegnato a ciascuno di noi un tempo ben determinato. Noi, questo tempo assegnatoci, lo chiamiamo “vita”.San Bernardo afferma: “Non c’è nulla di più prezioso del tem-po, eppure non c’è nulla che venga sprecato di più del tempo”.Come si spreca il tempo?Quando è tempo di pregare, di andare alla Messa, di partecipare ad un ritiro spirituale, e noi per pigrizia trascuriamo queste cose, sprechiamo il tempo.Quando è tempo di stare attenti a scuola, di studiare, di fare i compiti, di lavorare, e noi per pigrizia giochiamo, stiamo distratti, facciamo altro, sprechiamo il tempo.Quando è tempo di divertirci, e noi ci divertiamo non in maniera allegra e onesta, ma in maniera sciocca o cattiva, noi sprechiamo il tempo.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Utilizzo coscientemente il tempo delle mie giornate?

Penso alle conseguenze delle mie azioni prima di agire?

Signore,non voglio accontentarmi di vivere e basta

voglio contribuire a decifrareil tempo in cui vivo,

alla luce della ragione e del tuo vangelo.Manda il tuo Spirito,

affinché non venga menoal mio compito di «profeta»,

ma mi immerga nei fatti della vita.Signore, aiutami a essere servo dell’uomo per essere servo del tuo regno.

Aiutami a lottare contro la ingiustizia,contro l’odio e ogni razzismo,

contro lo spreco della vita e delle sue risorseper essere servo del tuo regno.

Ma donami insieme una grande fedeper vedere in questo servizio

il tuo amore che raggiunge ogni uomo,il tuo Spirito che rende beato

chi ha fame di giustizia e di pane.Donami, infine, la gioia di godere della venuta del tuo regno attraverso l’azione

della Chiesa e di ogni uomo di buona volontà.

La spiritualità missionaria: amare la Chiesa e gli uomini come li ha amati Gesù

La spiritualità missionaria si caratterizza, altresì, per la carità apostolica, quella del Cristo che venne «per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi»: Buon Pastore che cono-sce le sue pecore, le ricerca e offre la sua vita per loro. Chi ha spirito missionario sente l’ardore di Cristo per le anime e ama la chiesa, come Cristo. Il missionario è spinto dal-lo «zelo per le anime», che si ispira alla carità stessa di Cristo, fatta di attenzione, tene-rezza, compassione, accoglienza, disponibilità, interessamento ai problemi della gente. L’amore di Gesù è molto profondo: egli, che «sapeva quello che c’è in ogni uomo», ama-va tutti offrendo loro la redenzione e soffriva quando questa veniva rifiutata. Il missiona-rio è l’uomo della carità: per poter annunziare a ogni fratello che è amato da Dio e che può lui stesso amare, egli deve testimoniare la carità verso tutti, spendendo la vita per il prossimo. Il missionario è il «fratello universale», porta in sé lo spirito della chiesa, la sua apertura e interesse per tutti i popoli e per tutti gli uomini, specie i più piccoli e poveri.

RM 89

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, servire Dio vuol dire fare il bene e fuggire il male. Vuol dire anche prestare aiuto ai nostri fratelli, ne quali – ci assicu-ra Gesù – c’è Dio.Servizio di Dio è quindi l’osservanza dei comandamenti, è il lavoro, è lo studio, eseguiti con diligenza e sacrificio, è l’aiuto dato ai nostri fratelli più bisognosi, è la gioia delle nostre feste e delle nostre riunioni familiari.Attenti però. Se uno lavoro solo per ammucchiare ricchezze per sé, e non per rendere anche un servizio ai fratelli, il suo lavoro non è servizio a Dio. Se uno studia solo per avere oggi lodi dai professori e domani una splendida carriera, e non anche per essere capace di servire i propri fratelli, il suo studio non è servizio a Dio.Se ci accorgiamo di lavorare solo per il guadagno, di studiare solo per la carriera, di servire gli altri solo per sfruttarne poi l’amicizia, di vivere le nostre feste in maniera poco onesta, dobbiamo fare come un viaggiatore che si accorge di avere sbagliato strada. Torna indietro e si mette sulla strada giusta che lo condurrà alla meta che deve raggiungere.

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

So essere caritatevole verso i miei fratelli in difficolta'?

Quale ruolo ha il denaro nella mia vita?

25E fissatogli un giorno, vennero in molti da lui nel suo alloggio; egli dal mattino alla sera espose loro accu-ratamente, rendendo la sua testi-monianza, il regno di Dio, cercando di convincerli riguardo a Gesù, in base alla Legge di Mosè e ai Profe-ti. Alcuni aderirono alle cose da lui dette, ma altri non vollero credere e se ne andavano discordi tra loro, mentre Paolo diceva questa sola frase: «Ha detto bene lo Spirito Santo, per bocca del profeta Isaia, ai nostri padri: Va’ da questo popolo e di’ loro: Udrete con i vostri orec-chi, ma non comprenderete; guar-derete con i vostri occhi, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito: e hanno ascol-tato di mala voglia con gli orecchi;hanno chiuso i loro occhi per non vedere con gli occhi, non ascol-tare con gli orecchi, non com-prendere nel loro cuore e non convertirsi, perché io li risani.Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta ai pagani ed essi l’ascolteranno!».

At 28, 23-28

La predicazione di Paolo è qui il commen-tario pratico della parabola del seminato-re. Parte della semenza cade lungo la via; parte, in luoghi sassosi; parte, fra le spine; ma parte cade in “buon terreno” e porta del frutto. L’indurimento del cuore e la perdizione che ne consegue non sono cose che procedono da Dio; sono gli effetti del-la sprezzante negligenza con cui l’uomo tratta le cose divine.

In contatto con Dio

VitaEsempio

TestimonianzaAmore totale

Carità fraternaDedizione

CuraFede

SperanzaGioia

“Io come interprete noterò: Don Rua è la parte spirituale sopra pensiero, Rossi Giuseppe la parte materiale pur essa imbroglia-ta. L’avvenire deve consolare l’uno e l’altro”. E così realmente fu.

... Parole dalla missione...

Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo,

quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda,quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare,

quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare,quando la mia croce diventa pesante,

fammi anche condividere la croce di un altro,quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare

per qualche momento,quando sono umiliato, fa’ che io abbia qualcuno da lodare,

quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare,quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che

ha bisogno della mia,quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui

occuparmi,quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra

persona.

La spiritualità missionaria: il vero missionario è il santo

La chiamata alla missione deriva di per sé dalla chiamata alla santità. Ogni missionario è autentica-mente tale solo se si impegna nella via della santità: «La santità deve dirsi un presupposto fonda-mentale e una condizione del tutto insostituibile perché si compia la missione di salvezza della chiesa». L’universale vocazione alla santità è strettamente collegata all’universale vocazione alla mis-sione. Ogni fedele è chiamato alla santità e alla missione. La spiritualità missionaria della chiesa è un cammino verso la santità. La rinnovata spinta verso la missione ad gentes esige missionari santi.I missionari riflettano sul dovere della santità, che il dono della vocazione richiede da essi, rinnovan-dosi di giorno in giorno nel loro spirito e aggiornando anche la loro formazione dottrinale e pasto-rale. Il missionario deve essere «un contemplativo in azione». Egli trova risposta ai problemi nella luce della parola di Dio e nella preghiera personale e comunitaria. Egli è un testimone dell’esperienza di Dio e deve poter dire come gli apostoli: «Ciò che noi abbiamo contemplato, ossia il Verbo della vita, noi lo annunziamo a voi». Il missionario è l’uomo delle beatitudini. Vivendo le beatitudini, il missionario sperimenta e dimostra concretamente che il regno di Dio è già venuto e egli lo ha ac-colto. La caratteristica di ogni vita missionaria autentica è la gioia interiore che viene dalla fede.

RM 90

... La Chiesa mi insegna...

Caro giovane, quando Gesù cominciò a predicare presentandosi come il Figlio di Dio, affermò che tutto ciò che diamo ai poveri, ai più deboli, è come se lo dessimo a lui. “Anche un solo bicchiere di acqua fresca – disse – verrà da me ricompensato”.Per tutta la sua vita, poi, egli ha insegnato che chi vuol vivere da figlio di Dio e ricevere al termine della vita la ricompensa eterna di Dio, deve dare una mano a chi è in difficoltà, fare qualche cosa per chi è nel bisogno.Gli apostoli hanno continuato ad insegnare ciò che aveva insegnato Gesù. Uno degli atteggiamenti fondamentali che deve avere un cristiano è: aiu-tare gli altri, non solo dandogli da mangiare, ma dandogli una mano in ogni difficoltà.Mi dirai: “Ma io che cosa posso fare?” – ti rispondo – “Puoi rinunciare alle cose superflue e lussuose per aiutare gli altri. Che cosa direbbe Gesù dei cibi raffinati, degli abiti all’ultimissima moda, dei gelati e delle bibite consumate in continuazione al bar, delle sigarette fumate in abbondanza mentre altri ragazzi come te muoiono di fame o non hanno le medicine per curarsi?

Don Bosco

...A tu x tu con me stesso..._____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Il seme che Dio ha posto in me e' caduto in un "buon terreno"?

Sono anche io un"contemplativo" in azione?

Amico mio, stai per partire e ritornare in Italia. Prova a rivivere queste settimane e ad analizzare i tuoi comportamenti: sei stato davvero uno strumento nelle mani di Dio? Hai messo la tua vita a servizio dei giovani poveri? Hai compreso la tua fortuna? Ebbene, spero realmente che tu possa rispondere in modo affermativo a questi miei interrogativi. Mi auguro con tutto il cuore che la tua esperienza sia stata non solo significativa, ma che ti abbia aiutato a riflettere e a trasformare il tuo cuore in un cuore nuovo, ancora più ricco di amore, di gioia e di fede in Cristo.

Mi raccomando, una volta arrivato in Italia sii portavoce di questa umanità che hai incontrato in terra di missione: aiuta coloro che non sono partiti per l’esperienza a comprendere l’importanza di una vita spesa per gli altri, per coloro che non hanno avuto le nostre stesse possi-bilità perché solamente una vita vissuta nell’amore per Cristo e per gli altri è una vita degna di essere vissuta.

Don Bosco

Via Appia Antica, 12600179 Romatel. [email protected] - www.volint.it

Via di San Saba, 1400153 Romatel. [email protected] - www.videsitalia.it

Il VIS è un Organismo di laici che si ispi-ra al carisma di Don Bosco ed affianca il tradizionale impegno educativo dei Sale-siani nella formazione integrale umana, scolastica e professionale di bambini e ragazzi.Il VIS è un Organismo Non Governati-vo nato nel 1986, riconosciuto idoneo dal Ministero degli Affari Esteri italiano e dall’Unione Europea a progettare e rea-lizzare interventi di sviluppo umano nei paesi poveri e di educazione allo sviluppo in Europa.

Nel 2009 ha ricevuto dal Consiglio Eco-nomico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) lo status consultivo speciale.

Il VIDES è una Organizzazione Non Gover-nativa voluta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice per la promozione della donna, per interventi educativi a favore di bambini e giovani svan-taggiati, per la cooperazione nei paesi in via di sviluppo.

Crede nell’intuizione di Don Bosco e di Madre Mazzarello che sia possibile educare i giovani ad essere protagonisti della loro formazione e che questo sia un mezzo efficace per miglio-rare la società.