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“Caro Bas.” Scambi di lettere tra Giorgio Bassani e gli amici (24 maggio - 15 giugno 2018) Guida alla Mostra

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“Caro Bas.”Scambi di lettere tra

Giorgio Bassani e gli amici(24 maggio - 15 giugno 2018)

Guida alla Mostra

Mostra bibliografica virtuale e reale

a cura di Gaia Litrico e Flavia Erbosi,

con la collaborazione di Federica Rossi e Anna Zani

Comitato Scientifico:

Paola Bassani, Marco Antonio Bazzocchi, Giulio Ferroni,

Paola Italia, Cristina Montagnani, Sergio Parussa

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Introduzione

La mostra intende offrire un ritratto dei sodalizi e degli incontri più importanti dello scrittore Giorgio Bassani. A tal proposito si è scelto di approfondire il periodo del dopoguerra, ovvero gli anni in cui, appena giunto a Roma, lo scrittore ferrarese costruisce la sua esperienza professionale di giornalista, poeta, romanziere ed editore. La capitale è lo sfondo di tutto il percorso e lega le diverse sezioni in cui è articolato.

A Roma, Bassani si rivela nel giro di poco tempo una figura di riferimento della società letteraria dell’epoca. Accogliendo le sfide lavorative che qui gli vengono offerte, non manca mai di immergersi in nuovi sodalizi, di avviare stimolanti collaborazioni, confronti umani e intellettuali, «di incamminarsi per la strada» (Pasolini a Bassani, 13 febbraio 1950) al fianco di nuovi amici, con cui condividere la passione per il proprio lavoro: Elsa Morante, Alberto Moravia, Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Niccolò Gallo sono solo alcuni dei personaggi il cui cammino si è intrecciato proprio a Roma con quello di Bassani.

Per Giorgio Bassani gli scambi con gli amici diventano presto veri e propri laboratori, che conservano traccia della dialettica tra la creatività del singolo e la comunità letteraria; questi sodalizi ci fanno immergere in un’epoca in cui l’incontro tra intellettuali è un motore potente che anima iniziative culturali e letterarie.

Di importanza fondamentale per questo allestimento è stato l’Archivio dell’autore, nel quale si trova l’epistolario bassaniano, memoria diretta dei sodalizi dello scrittore. A questo proposito, si ringraziano gli eredi Paola ed Enrico Bassani per la generosa disponibilità con cui hanno permesso di condurre la selezione del materiale. Si ringraziano, infine, anche la Fondazione Giorgio Bassani e il Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giorgio Bassani.

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Sezione I«Le lettere romane» di Bassani

Quando Bassani e la moglie Valeria Sinigallia arrivano a Roma, nel dicembre del 1943, la città è occupata dai tedeschi; essendo entrambi ebrei, da subito sono costretti alla clandestinità e adottano falsi nominativi: Bruno Ruffo e Carmela de Palma.

Proprio in quei mesi, e in particolare dopo la Liberazione della città (giugno 1944), Roma è il centro più vivace della penisola italiana, non solo dal punto di vista politico, ma anche da quello della stampa e dell’editoria.

Presto Bassani inizia a lavorare come giornalista per l’Ufficio Stampa del Partito d’Azione, al quale era iscritto: i suoi pezzi escono su «L’Italia libera», organo di stampa del partito, e su varie testate locali impegnate nell’attività clandestina antifascista. Firma infatti diversi articoli e saggi su società e letteratura (Purgatorio dei travet, Scrittori sovietici), mostrando già in questi anni le doti proprie di un intellettuale dinamico, in seguito determinanti per il suo percorso.

Frattanto, nel maggio del 1945 pubblica presso Astrolabio di Mario Meschini Ubaldini il suo primo libro di poesie, in cantiere da prima della guerra, Storie dei poveri amanti e altri versi.

Infine, la Roma del dopoguerra è il luogo dove Bassani si lega agli amici che lo accompagneranno nell’esperienza umana e professionale per tutta la vita. La capitale è anche la città da cui lo scrittore guarderà a Ferrara nel corso degli anni, la città dove, prova dopo prova, conquisterà il suo stile.

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1. Roma: i luoghi di BassaniPianta schematica di Roma, 1961Modifiche a Le piante di Roma, a cura di A.P. Frutaz, Roma, Istituto di studi romani, Tip. L. Salomone, 1962 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Roma)

2. Giorgio Bassani Fototessera, 1944Archivio eredi Bassani (Parigi)

Lo scrittore all’epoca del trasferimento a Roma (fine 1943), dove collaborò con il Partito d’Azione alla lotta antifascista di Liberazione.

3. Giorgio Bassani, Diario 1944Manoscritto, 1944Archivio eredi Bassani (Parigi)

Testimonianza scritta durante i mesi trascorsi a Roma, prima della liberazione dai tedeschi. Il diario, insieme ad alcuni taccuini, è stato pubblicato nel 2006 (G. Bassani, Il tempo della guerra. Quaderni inediti 1941-1944, Milano, Telecom Italia).

Venerdì 25.Fuori Porta S. Paolo è un quartiere povero, son case operaie grandi e sbreccate, cincischiate dalla guerra che di qui è già passata. Le facciate serbano il ricordo dell’8 settembre, la mitraglia ha punteggiato le facciate di innumerevoli piccole ferite bianche […].

4. Giorgio Bassani, Lettera al padreRoma, 27 settembre 1944Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Bassani spiega al padre Enrico i motivi che lo tengono lontano da Ferrara e descrive le attività che a Roma gli permettono di mantenersi con la moglie Valeria, qui chiamata affettuosamente Val. Tuttavia, i lavori che impegnano Bassani non coprono tutte le spese: nella seconda parte della lettera Bassani, infatti, scrive: «Non che riesca a bastare totalmente a me e a Val, però. Ci vogliono dalle 7 alle 8 mila lire al mese, solo per mangiare e dormire. Io arriverò si e no a 6 […]».

Caro papà, […] Qui a Roma tra ufficio stampa del P.A., giornali ed editori me la cavo discretamente.

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5. Giorgio Bassani, Purgatorio dei travetdattiloscritto, [1947]Archivio eredi Bassani (Parigi)

Il racconto (poi in «Il Giornale. Quotidiano Indipendente del Mezzogiorno», a. IV, n. 116, 18 maggio 1947) descrive il quartiere Monte Sacro e Città Giardino, dove Bassani sarebbe andato ad abitare nella seconda metà del 1950. Lo scrittore ritrae il ceto impiegatizio di questa zona in modo molto critico, denunciandone dapprima la connivenza con le istituzioni fasciste durante la guerra, e nella conclusione svelando il sistema piccolo-borghese di cui fanno parte. Gli abitanti delle villette del quartiere non sono altro che «tristi locatari» persuasi «d’un diritto di proprietà, d’una libertà personale, d’una effettiva agiatezza», ma in realtà simbolo «d’una ipocrisia organizzata, d’una forza coercitiva tanto più assoluta quanto più nascosta».

6. Giorgio Bassani, Nota su Via Lago di Lesina e S. Agnese AnnibalianoDattiloscritto, [anni ’50]Archivio eredi Bassani (Parigi)

Appunto inedito di Bassani sul quartiere di Roma (zona Nomentana) in cui abitò per alcuni mesi del 1949.

7. Giorgio Bassani, Villa GloriManoscritto, [1949-1951]Archivio eredi Bassani (Parigi)

La poesia Villa Glori, composta a Roma alla fine degli anni ’40, sarà pubblicata nella raccolta Un’altra libertà (1951). Questa redazione presenta delle varianti: il «mite bisbiglio» del v. 3 diventerà «breve bisbiglio»; invece al v. 4 «(tace altrove una musica…)» diventerà «(s’abbandona una musica…)». Bassani ha spiegato le circostanze in cui ha composto questi versi: «Dalla finestra di un alto casamento, dove aveva sede l’ufficio nel quale lavoravo in quegli anni, potevo vedere il boschetto di pini che copre il curvo dosso della collinetta di Villa Glori. Tra le undici e le dodici di ogni mattina un raggio di sole, scendendo obliquo fra rami e tronchi, evocava ai miei occhi l’immagine nettissima, che tuttavia mostrai vanamente a qualche collega, d’un soldato visto di spalle, con lo zaino, e con la baionetta innastata sul lungo fucile ottocentesco» (Giorgio Bassani, Poscritto, in Giorgio Bassani, Di là dal cuore, Opere, a cura di R. Cotroneo e P. Italia, Milano, Mondadori, 2009, p. 1166).

L’effimera creatura di luce incoronatache al margine del prato lentamente saluta, non essa è che a un suo mite bisbiglio fa più acuta(tace altrove una musica…) la pietà ch’hai di te?

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8. Giorgio Bassani nel film Le ragazze di Piazza di SpagnaFotografia, 1952Archivio eredi Bassani (Parigi)

Bassani negli anni ’50 è attivo nel mondo cinematografico, principalmente come sceneggiatore (La mano dello straniero, La donna del fiume sono i suoi lavori più noti). Questo fotogramma è una testimonianza della sola occasione in cui Bassani partecipa come attore, recitando il ruolo del professore (che è anche la voce narrante) nel film di Luciano Emmer Le ragazze di Piazza di Spagna, con Lucia Bosé, Lisetta Greco, Marcello Mastroianni ed Eduardo De Filippo.

9. Giorgio Bassani invita gli amici a cena ma arriva la polizia, «L’Espresso», 15 luglio 1956Articolo di giornale, 1956Archivio eredi Bassani (Parigi)

Per festeggiare l’importante vittoria conseguita al Premio Strega con il libro Le cinque Storie ferraresi, Bassani invita a pranzo gli amici più cari. Il pranzo finirà in uno scontro verbale e fisico con un rumoroso gruppo di ex combattenti che causavano un frastuono molto fastidioso per la tavolata di Bassani e dei suoi amici.

Giorgio Bassani, sabato sette luglio ha riunito una ventina di amici a pranzo, in una trattoria all’aperto, per festeggiare la sua vittoria al Premio Strega. Gli amici convenuti erano Cesare Garboli, commentatore di Dante, Pietro Citati, critico letterario, il romanziere Giuseppe Dessì, Muzio Mazzocchi, critico e filologo, la scrittrice Elsa Morante, lo scrittore Alberto Moravia, il romanziere e poeta Pier Paolo Pasolini, lo scrittore Augusto Frassineti, il critico Niccolò Gallo […].

10. Pier Paolo Pasolini, Lettera a Giorgio BassaniRoma, [senza data]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Pasolini organizza presso lo storico Caffè Aragno, in Via del Corso, il consueto appuntamento serale in cui gli amici scrittori si riuniscono per la cena.

11. Toti Scialoja, Lettera a Giorgio BassaniRoma, 19 dicembre 1951Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Toti Scialoja, poeta e pittore, abita a Roma e frequenta spesso Bassani. In questa lettera invia alcuni versi ironici e affettuosi al suo amico.

Dov’è l’amico mio sì caro e buonoche soleva abitare a Monte Sacro?Egli è forse perito in un massacro o usare non sa più del telefòno?O, per rimare con un verso sdrucciolo, finita ha la benzina per il “cucciolo”?

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12. Gabriele Baldini, Lettera a Giorgio BassaniTorino, 10 giugno 1951Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Baldini commenta positivamente La passeggiata prima di cena appena uscita su «Botteghe Oscure» (Quaderno VII, I semestre 1951, pp. 17-52) e confessa con sincero affetto all’amico la simpatia che prova per lui.

Carissimo Bassani, […] Tu, a Roma, sei fra quelle pochissime persone che mi fa piacere vedere […]. Vedi Mario? che fa? Salutamelo, anzi abbracciamelo, e abbracciamiti anche te […].

13. Franco Fortini, Lettera a Giorgio BassaniMilano, 3 dicembre 1951Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Al momento di programmare un soggiorno romano, Fortini, che abita a Milano dal 1946, chiede aiuto a Bassani per conoscere l’ambiente degli intellettuali e scrittori della capitale.

14. Maria Bellonci, Lettera a Giorgio Bassani[Milano, dicembre 1954]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Nel 1944, prima della Liberazione della capitale dai nazisti, un gruppo di giornalisti, artisti, scrittori e letterati comincia a riunirsi a casa Bellonci, dando vita agli “Amici della Domenica”, poi giuria del Premio Strega. Maria Bellonci invita Bassani e la moglie Valeria, tra i primi membri del gruppo, nel suo salotto di Viale Liegi per festeggiare i dieci anni dalla nascita.

Caro Bassani, non so se avrà saputo che domenica 19 noi raduneremo gli amici del 1944 per ricordare i dieci anni (1944-1954) vissuti insieme. La prego di non mancare […]. Credo che ritrovarci a questo termine di dieci anni abbia un significato: per lo meno di inconscia solidarietà […].

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15. Attilio Bertolucci, Cartolina a Giorgio BassaniRoma, 15 settembre 1954Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Attilio Bertolucci ricorda all’amico l’appuntamento per pranzare insieme nella storica trattoria “Da Otello” dietro Piazza di Spagna.

Caro Giorgio, allora ci vediamo verso l’una di giovedì 16 da Otello in Via della Croce […].

16. Giorgio Bassani con Elisabeth Bowen, Alberto Moravia e Attilio Bertolucci a Ostia Antica Fotografia, 1956Archivio eredi Bassani (Parigi)

17. Alberto Moravia, Lettera a Giorgio Bassani[Roma], 24 settembre [1951]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Moravia rimpiange di non aver incontrato l’amico al caffè Rosati di piazza del Popolo, frequentato luogo di ritrovo per i letterati romani. Chiede dunque a Bassani di vedersi il prima possibile per poter discutere di una novella da pubblicare su «Botteghe Oscure».

Caro Bassani,Confesso che sono rimasto male non vedendola arrivare ieri sera all’appuntamento al caffè Rosati. Ma che è successo?Ad ogni modo è assolutamente necessario che La veda perché la novella scritta in gran fretta per il poco tempo concesso, esige ancora qualche correzione […].

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18. Elsa Morante, Lettera a Giorgio BassaniRoma, [senza data]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Elsa Morante invita nella sua casa in Via dell’Oca, dietro Piazza del Popolo, alcuni amici, tra cui Carlo Levi e Giorgio Bassani.

Caro Bassani, vorrebbe venire qui da me stasera verso le 10 e mezza? (Via dell’Oca 27). Ci saranno anche altri amici. Potrebbe telefonare a Carlo Levi, che viene anche lui, per mettersi d’accordo […].

19. Federico Fellini, Lettera a Giorgio BassaniRoma, 18 novembre 1965Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Il regista ringrazia Bassani per l’apprezzamento dimostrato nei confronti del film Giulietta degli Spiriti.

Caro Bassani, la ringrazio tanto per il suo biglietto.La stima e la solidarietà che lei ha voluto dimostrarmi mi hanno dato una grande gioia e mi sono sentito perfino un po’ confuso come per l’abbraccio sincero ed inatteso di qualcuno che non sapevi ti fosse amico […].

20. Giorgio Bassani a RomaFotografia, anni ’70Archivio del «Corriere della Sera»

Bassani in giro per le strade della capitale.

21. Giorgio Bassani, Saluto a Romain Giorgio Bassani, L’alba ai vetri, Torino, Einaudi, 1963, p. 33Biblioteca “Ezio Raimondi” - Ficlit (Università di Bologna)

Il Saluto a Roma è solo una delle numerose poesie che negli anni Bassani compone ispirandosi a Roma e al suo paesaggio: tra queste si ricordano Campagna romana, Foro Italico, Forte Antenne, Mi chiedi perché mai e quando, Piazza Indipendenza, Quartiere Salario, Sera a Montesacro, Valle dell’Aniene, Valzer, Villa Glori.

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22. Giorgio Bassani, Prologo del Giardino dei Finzi-ContiniDattiloscritto, [1958-1961]Archivio eredi Bassani (Parigi)

Se la materia dei racconti delle Storie ferraresi e delle opere successive, tra cui Il giardino dei Finzi Contini, è consacrata a Ferrara, il luogo dove Bassani le ha composte è un altro: Roma, meta scelta dopo la guerra per stabilirsi con la famiglia e per lavorare alla maturazione di uno sguardo sulla città natale. Il prologo del Giardino è l’unico passo della produzione di questi anni in cui Roma fa ingresso nell’opera bassaniana. In questa posizione liminare, esterna alla vera e propria storia totalmente ferrarese, il Prologo ritrae non solo le abitudinarie gite del gruppo di scrittori romani nei dintorni della capitale, ma fissa anche lo slancio lirico che Bassani rivolge a Ferrara proprio da Roma.

23. Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-ContiniTorino, Einaudi, 1962Biblioteca “Ezio Raimondi” - Ficlit (Università di Bologna)

Il libro fu pubblicato nel febbraio del 1962 dalla casa editrice Einaudi. Nei primi dieci mesi vengono vendute 200.000 copie: Il giardino dei Finzi Contini molto rapidamente diventa un best seller del Novecento.

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Sezione IIBassani redattore: «Botteghe Oscure»

Nel 1947 Giorgio Bassani fa il suo ingresso nella redazione di «Botteghe Oscure», collaborando all’allestimento del Quaderno I, che uscirà nella primavera dell’anno successivo. Le sue doti organizzative e comunicative sono subito riconosciute e apprezzate dalla Direttrice Marguerite Caetani, a cui lo scrittore era stato presentato da Elena Croce.

I recenti lavori d’archivio hanno fornito nuovo materiale per ricostruire alcuni aspetti del Bassani di questo periodo: le lettere qui esposte, oltre a provare la centralità del ruolo di Bassani nell’attività di mediazione tra la direzione della rivista e i vari autori della sezione italiana, illustrano l’abilità con cui lo scrittore prende contatti con le diverse realtà letterarie del periodo. Stringe legami con scrittori appartenenti alla sua stessa generazione (Calvino, Ginzburg, Bertolucci), come con autori già nel pieno della loro maturità artistica (Gadda, Saba), non mancando di confrontarsi anche con chi ha un’idea di letteratura e di editoria diversa dalla sua (Vittorini).

Il bilancio del lavoro redazionale nella rivista romana è affidato da Bassani a uno scritto pubblicato nell’ultimo numero di «Botteghe Oscure», Congedo: «Non direi che la rivista si sia mai limitata ad essere una semplice antologia periodica di buoni racconti e di buone poesie. C’è un modo indiretto di fare della critica, spesso più efficace di quello regolare, il quale consiste nell’operare in determinate direzioni piuttosto che in altre» (Quaderno XXV, II semestre 1960, p. 436).

La responsabilità della scelta di una linea poetica per «Botteghe Oscure» si rivela per Bassani un autentico apprendistato, che prepara il terreno all’esperienza di Direttore di collana presso Feltrinelli (1956-1963).

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1. Gianfranco Contini, Lettera a Giorgio BassaniDomodossola, 5 agosto 1948Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Gianfranco Contini si congratula con Giorgio Bassani e Guglielmo Petroni, redattori principali, per la nascita della rivista «Botteghe Oscure», che «porta un accento vitale, tale da far concepire le più folli speranze» nel panorama culturale italiano. Secondo il filologo, sono tre gli aspetti che hanno garantito questo risultato: la proposta di testi «ottimi in sé quasi senza eccezione», la «competente» presentazione grafica e l’esclusione di contributi critici, che hanno esercitato nelle riviste di quel periodo una «funzione parassitaria e senza dubbio letale».

2. «Botteghe Oscure»Quaderno I, I semestre 1948Biblioteca Universitaria di Bologna

Il primo numero della rivista esce nella primavera del 1948. Si distingue per essere l’unico quaderno composto esclusivamente da contributi di scrittori italiani. Lo stesso Bassani, oltre ad essere uno dei redattori principali del numero, compare come autore del racconto Storia d’amore (pp. 89-123), rielaborazione del precedente Storia di Debora, che nel 1956 muterà ancora forma per diventare Lida Mantovani, all’interno delle Cinque storie ferraresi.

3. Vittorio Sereni, Cartolina a Giorgio BassaniMilano, 10 settembre [19]48Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Il poeta Vittorio Sereni spiega all’amico le ragioni che non gli hanno permesso di collaborare con i suoi versi a «Botteghe Oscure» e consiglia di coinvolgere il poeta Umberto Saba per arricchire il gruppo di collaboratori della rivista. Sereni non pubblicherà mai i suoi lavori su «Botteghe Oscure».

Caro Bassani, […] Mi risulta direttamente che Saba ha un gruppetto di poesie nuove dedicate agli uccelli. Mi risulta anche che le vorrebbe pubblicare; ma non sa dove, e diffida delle poche riviste che ci sono in circolazione. Penso che se tu lo invitassi gli faresti cosa assai grata; ma, bene inteso, dovresti prescindere dalla mia segnalazione e invitarlo come se la cosa fosse di tua iniziativa.

4. Giorgio Bassani, Cartolina a Umberto SabaRoma, 15 settembre [19]48Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Bassani segue il consiglio dell’amico Sereni e contatta il poeta triestino per invitarlo a collaborare con alcuni lavori poetici alla rivista che coordina.

Caro Saba, non so se Lei si ricorda di me. Le fui presentato da Falqui, a casa sua, nell’inverno ’45-’46. La Principessa Caetani, che io aiuto a fare i Quaderni di Botteghe Oscure, mi incarica di invitarla a collaborare alla rivista.

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5. Umberto Saba, Lettera a Giorgio BassaniTrieste, 30 settembre 1948Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Umberto Saba accetta l’invito a collaborare consegnando il gruppo di poesie inedito, in accordo con i criteri di scelta della rivista, che pubblicava solo testi non apparsi precedentemente in altre pubblicazioni. Le poesie usciranno sul Quaderno III (U. Saba, Uccelli, «Botteghe Oscure», I semestre 1949, pp. 9-11).

6. Giorgio Bassani, Lettera ad Attilio BertolucciRoma, 27 luglio 1949Fondo Attilio Bertolucci - Archivio di Stato di Parma

Attilio Bertolucci è uno dei collaboratori più assidui a «Botteghe Oscure»: pubblicherà i suoi versi su ben sei numeri della rivista. Nel Quaderno IV viene stampato il poemetto la Capanna Indiana, richiesto da Bassani già dall’agosto del 1948, quasi un anno prima di questa lettera (A. Bertolucci, Poesie, «Botteghe Oscure», I Quaderno, I semestre 1948, pp. 129-135).

Caro Attilio, […] Bada che ho assoluto bisogno della Capanna Indiana per il 15 settembre, ultima data utile. Anche Montale, per allora, m’ha promesso che manderà due o tre poesie nuove. Farò l’uomo di mondo, e ti dirò: la principessa conta assolutamente sui tuoi versi…(Ma è vero!).

7. Attilio Bertolucci, Lettera a Giorgio Bassani[Monticelli Terme, 30 settembre 1949]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

A un anno dalla prima proposta di pubblicazione, nel Quaderno IV di «Botteghe Oscure» (II semestre del 1949) finalmente esce un brano tratto da La Capanna Indiana. Nel 1951 il poemetto viene pubblicato dalla casa editrice Sansoni e vince il Premio Viareggio.

Caro Giorgio, […] sono felice che ti sia piaciuto l’inizio della Capanna: sei il primo a leggerla salvo occhiate furtive della Ninetta e di Bernardino. […]. Non so, mi basta che tu vi abbia sentito la mia voce […].

8. Carlo Emilio Gadda, Lettera a Giorgio BassaniFirenze, 27 gennaio 1949Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Bassani contatta per la prima volta Carlo Emilio Gadda nella seconda metà del 1948, occasione in cui, inviandogli il primo quaderno di «Botteghe Oscure», rivolge all’ingegnere un invito a collaborare con un saggio al secondo numero della rivista. La trattativa, testimoniata anche da questa missiva, si protrae nei mesi seguenti senza successo: «Botteghe Oscure» ospiterà una prosa gaddiana, il racconto L’egoista, solo cinque anni dopo nel 1954 (Quaderno XIV, II semestre 1954, pp. 335-350).

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Caro Bassani, negli scorsi giorni ho lavorato ai due saggi di cui Le avevo parlato. Quello che riguarda lo “scrittore e l’ambiente” mi soddisfa di più, è (mi sembra) più leggibile e più interessante […].

9. Elio Vittorini, Lettera a Giorgio Bassani[Milano], 27 dic[embre] [19]50Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

La missiva di Elio Vittorini mostra un aspetto inedito della storia di «Botteghe Oscure». Sinora, infatti, non era noto il tentativo di Bassani di coinvolgere anche il rappresentante più importante del neorealismo nell’officina letteraria della rivista. Bassani aveva pubblicato nel 1948 un articolo, Neorealisti italiani (in «Lo Spettatore italiano», a. I, n. 4, aprile 1948, pp. 52-54), in cui muoveva delle critiche piuttosto dure agli esponenti del neorealismo.

Caro Bassani, ti sono grato dell’invito. Botteghe Oscure mi è sempre piaciuta. Ma non ho nulla di pronto per il numero VII. Vedrò per il successivo. Un episodio come quello pubblicato la primavera scorsa da Il Ponte ti potrebbe interessare?

10. Natalia Ginzburg, Lettera a Giorgio Bassani[Torino, 20 dicembre 1950]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

La scrittura di Natalia Ginzburg, secondo Bassani, è «autentica e quindi poetica» e tra le varie prove del neorealismo si distingue per aver «qualcosa di veramente personale da dire» (G. Bassani, Neorealisti italiani, «Lo Spettatore italiano», a. I, n. 4, aprile 1948, pp. 52-54). Qualche mese dopo essere stata invitata da Bassani a spedire un contributo alla rivista da lui gestita, la scrittrice torinese invia il racconto intitolato Valentino («Botteghe Oscure», Quaderno VIII, II semestre 1951, pp. 442-481). Nel 1957 la prosa sarà stampata nella collana «I coralli» della casa editrice Einaudi.

Caro Bassani, […] Vorrei poterle mandare subito un mio racconto per Botteghe Oscure, ma non ho niente di pronto: ne sto scrivendo uno e glielo manderò se è bello. Grazie d’avermelo chiesto. Sarei molto contenta e lusingata di collaborare a Botteghe Oscure con un racconto.

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11. Italo Calvino, Lettera a Giorgio Bassani[Torino], 26 maggio [19]52Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Italo Calvino invia all’amico il racconto La formica argentina all’inizio del maggio 1952. Bassani lo pubblica sul Quaderno X di «Botteghe Oscure» nell’inverno dello stesso anno (pp. 406-441). Qualche anno dopo, nel 1957, Calvino collaborerà una seconda volta alla rivista, inviando il racconto La speculazione edilizia (Quaderno XX, II semestre 1957, pp. 438-517). Quest’ultimo sarà stampato nella collana Einaudi “I coralli” nel 1963.

Caro Bassani, sono molto contento di quel che mi scrive sul mio racconto.D’abitudine, quando un racconto l’ho finito, non lo tocco più, perciò può mandare il manoscritto in tipografia così com’è.

12. Elsa Morante, Lettera a Giorgio BassaniRoma, 16 ottobre 1952Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Elsa Morante consegna alla redazione di «Botteghe Oscure» Lo scialle andaluso perché venga pubblicato nel Quaderno X della rivista, ma poco prima dell’uscita del Quaderno viene avvisata di un ritardo: il suo racconto infatti verrà pubblicato nel numero successivo (Quaderno XI, I semestre 1953, pp. 493-539). Da questa lettera emerge il ruolo di mediatore di Bassani tra le esigenze della Direttrice M. Caetani e quelle dei collaboratori.

Caro Bassani, dopo aver trovato giorni fa a casa mia le bozze del mio racconto coi Suoi saluti, ricevo da Margherita Caetani (da Parigi) un telegramma in cui mi si avverte, che, per ragioni troppo lunghe a spiegarsi, la pubblicazione del racconto è rinviata. Il telegramma mi rimane piuttosto sibillino […].

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Sezione IIIBassani scrittore: i commenti degli amici

alle Cinque storie ferraresi

Il primo impulso a comporre, rielaborare e pubblicare Le cinque storie ferraresi giunge a Bassani dall’esortazione «affettuosa e imperiosa insieme» di un’amica, Marguerite Caetani, che su «Botteghe Oscure» pubblica tutti i suoi racconti, fatta eccezione per il quarto (Gli ultimi anni di Clelia Trotti), dato alle stampe per la prima volta su «Paragone» (cfr. G. Bassani, Laggiù in fondo al corridoio, ne L’odore del fieno).

In seguito, tutti gli amici più cari di Bassani avrebbero seguito con attenzione ogni fase della vicenda compositiva ed editoriale della prima opera della maturità: numerosi sono i commenti, le congratulazioni, le critiche, le proposte che hanno accompagnato e influenzato il travagliato percorso dei cinque racconti.

Infatti, dal 1937, anno in cui viene abbozzata la prima storia (Storia di Debora), fino alla versione definitiva del 1980 (ne Il romanzo di Ferrara, Milano, Mondadori), i racconti cambiano titolo (il primo prenderà il nome di Lida Mantovani), struttura, veste linguistica e sede di pubblicazione.

Nel 1956, Le cinque storie ferraresi (Torino, Einaudi) vincono il Premio Strega, a cui segue una reazione altamente positiva da parte di critici e scrittori.

Nel 1974, poi, esse vanno a costituire il primo libro, Dentro le mura, de Il romanzo di Ferrara (Milano, Mondadori). Ma è «fuori le mura» che Bassani compone e pubblica la sua raccolta di racconti: Roma diviene il punto privilegiato da cui osservare Ferrara, grazie a una distanza geografica ed emotiva che sola può garantire a Bassani un auspicato sguardo lucido e distaccato sulla propria città natale.

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1. Attilio Bertolucci, Lettera a Giorgio BassaniCasarola di Monchio, 21 agosto [19]48Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Attilio Bertolucci si complimenta con l’amico per il racconto Storia d’amore, letto sul primo quaderno di «Botteghe Oscure» (I semestre 1948, pp. 93-129). Il poeta di Parma intravede già le potenzialità della prosa di Bassani, «un po’ sacrificata» nella lunghezza ridotta di un racconto.

Caro Giorgio,ho letto in questi giorni il tuo racconto: è una bella e malinconica storia, t’assicuro una delle pochissime cose narrative di questi anni che mi siano piaciute. E mi pare di vederci, forse un po’ sacrificata in uno spazio non sufficiente, una vena di romanzo. Non tanto e non solo nel soggetto del racconto, ma che più importa in te che scrivi, nel tuo tempo, in quella forma preesistente, platonica, della tua prosa.

2. Carlo Emilio Gadda, Lettera a Giorgio BassaniFirenze, 21 novembre 1948Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

L’ingegner Gadda apprezza il racconto Storia d’amore, che nel volume Cinque storie ferraresi verrà intitolato Lida Mantovani.

Caro Bassani, […] ho letto, tuttavia, il “diario” di Guglielmo Petroni e il Suo racconto «Storia d’amore»: e devo dirle che l’uno e l’altro mi sono piaciuti moltissimo. […] il Suo [ha] la gentilezza e la poesia, e anche la tristezza, di una pittura d’anime, di paese e d’ambiente.Mi sembra che “Botteghe Oscure” non potesse cominciar meglio […].

3. Giorgio Bassani, Cinque storie ferraresiTorino, Einaudi, 1956Biblioteca “Ezio Raimondi” - Ficlit (Università di Bologna)

La terza parte di Lida Mantovani si apre con una lunga digressione descrittiva: lo sguardo dell’autore si sofferma prima su una strada di Ferrara, poi si allarga sulla campagna che circonda la città, infine si fissa sulle protagoniste del racconto. In questo passo si può scorgere «la gentilezza e la poesia, e anche la tristezza, di una pittura d’anime, di paese e d’ambiente» còlta da Gadda.

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4. Franco Fortini, Cartolina a Giorgio BassaniMilano, 25 novembre 1952Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Franco Fortini esprime il suo entusiasmo per Una lapide in via Mazzini («Botteghe Oscure», Quaderno X, II semestre 1952, pp. 444-479). Ha tuttavia una riserva contenutistica, l’inserzione di un «personaggio-spettro (Geo) che traversa una società “realistica”», e un dubbio stilistico, il «modo saggistico della narrazione» usato per un racconto breve.

5. Gianfranco Contini, Cartolina a Giorgio BassaniDomodossola, 16 agosto 1953Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Il critico, dopo aver letto il volume La passeggiata prima di cena (Firenze, Sansoni, 1953), evidenzia la capacità della prosa bassaniana di «mettere a fuoco l’oggetto ormai sfuggente», per mezzo delle frequenti pause incidentali.

Caro Bassani, […] Ammiro come tu sappia indietreggiare d’un passo, quel passo-scatto che si traduce nel fossato della parentesi e dei trattini, e mettere a fuoco l’oggetto ormai sfuggente. Sono tornato a Ferrara qualche anno fa, ma com’era altra cosa! Il recupero in sostanza è il tuo segreto poetico.

6. Giorgio Bassani, La passeggiata prima di cenaFirenze, Sansoni, 1953Biblioteca “Ezio Raimondi” - Ficlit (Università di Bologna)

L’incipit del racconto La passeggiata prima di cena è un esempio di quel «recupero» del passato che per Contini è il «segreto poetico» di Bassani. L’espediente della descrizione di una vecchia cartolina permette al lettore di immergersi nella perduta Ferrara di fine Ottocento, protagonista della storia alla pari di Elia Corcos e Gemma Brondi.

7. Elsa Morante, Lettera a Giorgio BassaniRoma, 28 maggio [1954]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

La scrittrice afferma di aver provato una «sincera commozione» alla lettura de Gli ultimi anni di Clelia Trotti. Nella seconda parte della lettera esprime la sensazione che Bassani con i racconti ferraresi «vada scrivendo un romanzo – o piuttosto un poema (perché la sua ispirazione è lirica) – che ha a protagonista la città di F.». Morante infine, con sapiente sguardo critico, intuisce che «il romanzo di F.» non è ancora finito.

Caro Bassani […] La conclusione del racconto, sebbene, in certo modo, debba apparire chiara, per me rimane ancora un poco misteriosa. Ma questo mistero […] mi sembra aggiunga fascino alla stesura lirica della storia di Clelia.

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Clelia è bella e Le ripeto mi ha umanamente commosso - e questo, di commuovere, sarebbe la mia più grande ambizione scrivendo - quindi può intendere l’importanza che un tale fatto ha per me.

8. Giorgio Bassani, Gli ultimi anni di Clelia Trotti«Paragone-Letteratura», a. V, n. 52, aprile 1954Biblioteca “Ezio Raimondi” - Ficlit (Università di Bologna)

La conclusione «misteriosa» della quarta storia ferrarese che, secondo Morante, aggiunge «fascino alla stesura lirica della storia di Clelia» è incentrata sull’ultimo incontro tra Bruno Lattes e Clelia Trotti, personaggi appartenenti a due mondi che nella loro distanza sono incapaci di comprendersi.

9. Italo Calvino, Cartolina a Giorgio BassaniSanremo, 20 maggio [19]55Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Italo Calvino esprime un giudizio positivo su Una notte del ’43 («Botteghe Oscure», Quaderno XV, I semestre 1955, pp. 410-450), a cui però preferisce la Lapide e Clelia Trotti.

Caro Bassani, ti ringrazio della Notte. È bello con questo senso della provincia dove tutti si conoscono e tutto avviene in un giro noto e i luoghi e le ore sono nel sangue […] Barillari è forte ma come personaggio muto e giudicatore Geo Josz lo batte.

10. Mario Soldati, Telegramma a Giorgio Bassani[Parigi, 5 luglio 1956]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Il 5 luglio 1956 Bassani vince il premio Strega con le Cinque storie ferraresi (Torino, Einaudi, 1956). Mario Soldati, insieme alla moglie Jucci, invia prontamente le sue congratulazioni.

11. Lanfranco Caretti, Cartolina a Giorgio Bassani[Pavia], 21 luglio [1956]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Il critico Caretti, amico d’infanzia di Bassani, si rallegra con lo scrittore per l’assegnazione dello Strega.

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Sezione IVNiccolò Gallo

Poco dopo il suo trasferimento a Roma, Bassani scopre un fondamentale punto di riferimento in Niccolò Gallo, critico letterario di pochi anni più grande di lui. Come Bassani, anche Gallo durante la guerra aveva partecipato alla lotta antifascista, militando tra le file di Giustizia e Libertà, e in seguito, si impegna come critico militante negli stessi progetti editoriali a cui anche Bassani partecipa. Tra questi «Lettere d’oggi», che nel primo numero accoglie alcune prove liriche del poeta ferrarese (Te lucis ante: 1-4, «Lettere d’Oggi», n.s. 1, ottobre 1946, p.1).

Inizia così un rapporto che, senza litigi né rotture, durerà nel corso degli anni. Presto Bassani (chiamato dall’amico affettuosamente Zorz, come documentato dalle lettere che i due si sono scambiati negli anni) scopre che la dialettica con Gallo è preziosa per la sua scrittura e inizia a sottoporre molti versi all’amico, che lo aiuta ad acquistare una maggiore sicurezza stilistica. In segno di riconoscenza, la raccolta Te lucis ante (1947) e la sezione omonima di Un’altra libertà (1951) sono dedicate proprio a lui. Anche sul versante della prosa, lo scambio con Gallo si rivela decisivo. Non solo Gli ultimi anni di Clelia Trotti esce nella collana “Il castelletto” che il critico dirige per Nistri Lischi (1955), ma anche la composizione dell’ultimo romanzo, L’Airone, è seguita da vicino. Gallo, dopo averne letto la prima stesura, ne riconosce subito il valore e la particolarità rispetto alle altre prose bassaniane. Infine, Bassani consacra la versione ultima de Il Romanzo di Ferrara proprio all’amico, che nel corso degli anni aveva seguito e sostenuto la sua parabola letteraria con i modi discreti e la grande generosità che sempre lo avevano contraddistinto.

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1. Niccolò GalloFotografia, [Senza data]Giorgio Bassani. Le jardin des livres, Catalogo della mostra, Roma, De Luca, 2006, p. 55 - Archivio eredi Bassani (Parigi)

2. Giorgio Bassani, Liriche: Te lucis ante: 1-4«Lettere d’Oggi», n.s. 1, ottobre 1946, p. 1Fondo Falqui - Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

Nel 1946 Niccolò Gallo e Giambattista Vicari assumono la direzione di «Lettere d’oggi. Rivista mensile di letteratura», la cui pubblicazione era stata interrotta nel 1943. Sul primo numero della nuova serie Bassani pubblica quattro poesie, poi in parte confluite in Te lucis ante (1946-1947) (Ubaldini, 1947).

3. Niccolò Gallo, Cartolina a Giorgio BassaniGenova, 15 luglio [1949]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Gallo compie un’attenta valutazione della poesia Ma a chi se non a Te, speditagli da Bassani con alcune varianti rispetto alla versione dell’edizione a stampa (Te lucis ante (1946-1947), Roma, Ubaldini, 1947, p. 22). Lo scrittore nell’estate del 1949 sta infatti svolgendo la revisione dei suoi versi in vista della pubblicazione della raccolta Un’altra libertà (Milano, Mondadori, 1951). Ma, in seguito al consiglio di Gallo, decide di mantenere a testo «l’azzurra plaga» nell’ultima strofa della poesia (rinominata Ma a chi, solenni, e a che): «Ed era tua l’azzurra / plaga che li rapiva? / L’immedicata, viva / piaga che ovunque brucia?» (Un’altra libertà, p. 24).

Caro Zorz, […] Non ho risposto subito alla tua cartolina con la poesia […]. Mi sembra bella: solo che ho troppo in mente l’antica e devo rileggerla e confrontarle, prima di pronunciarmi. Questa è più chiara, indubbiamente, e più sinfonica (si può dir così?), più larga e distesa. Nell’altra - par cœur - preferivo l’azzurra plaga al d’azzurro, che è meno intenso, perché mi sembra assorbito o diminuito da estrema. Quel cielo carico di prima, forse, era più bello.

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4. Niccolò Gallo, Lettera a Giorgio BassaniRoma, 5 agosto [1954]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Cesare Garboli aveva riferito all’amico l’intenzione di Bassani di pubblicare Gli ultimi anni di Clelia Trotti nella collana “Il castelletto” della casa editrice Nistri Lischi. Gallo, direttore della collana, si attiva immediatamente per portare avanti la pubblicazione.

Caro Zorzel, […] Oggi ho visto Cesare, il quale […] mi ha detto della tua intenzione di dare al Lischi la Clelia Trotti. È superfluo dirti che sarebbe una gran bella cosa. Se tu ti facessi vivo sabato, dandomi il testo, io andrei martedì o mercoledì prossimo apposta a Pisa per decidere con Lischi, studiare caratteri, formato ecc.

5. Giorgio Bassani, Gli ultimi anni di Clelia TrottiPisa, Nistri Lischi, 1955Biblioteca comunale dell’Archiginnasio - Bologna

Nel gennaio del 1955 Bassani pubblica la quarta storia ferrarese ne “Il castelletto: collana di romanzi italiani”, diretta da Gallo.

6. Niccolò Gallo, Lettera a Giorgio Bassani[Roma], 2 dicembre [1965]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Per il volume Due novelle Gallo propone modifiche di editing, che Bassani avrebbe accolto e inoltrato all’editore Nino Clementi Righetti.

Caro Zorz, […] Le modifiche che proporrei sono le seguenti:p. 5. Les neiges d’antan: o in corpo minore (il maiuscolo del 10/12) o in corsivo (10/12), provando l’alto e basso (così: Les neiges d’antan) […]A parte: La copertina e il frontespizio starebbero meglio, a mio avviso, senza le due righe che hanno un quid novecentesco, di provincia.

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7. Giorgio Bassani, Due novelleVenezia, Sodalizio del Libro, 1965Fondazione Giorgio Bassani - Ferrara

Bassani pubblica nel volume Due novelle (edizione fuori commercio stampata in 300 copie numerate) i racconti Les neiges d’antan (poi in L’odore del fieno, Mondadori, Milano, 1972, pp. 77-99) e Nel pozzo (poi in L’airone, Mondadori, Milano, 1968, capitoli I e II). L’editore ha accolto per la copertina le proposte di Gallo.

8. Giorgio Bassani, Lettera a Niccolò Gallo[Stoccolma], 12 ottobre [19]69Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Bassani racconta all’amico il suo viaggio in Svezia. La nostalgia che caratterizza Edgardo Limentani, il protagonista de L’Airone (pubblicato per la prima volta in volume nel 1968), diviene emblema condiviso dai due corrispondenti del «rimpianto per la patria lontana, perduta».

9. Giorgio Bassani, Un’altra libertàMilano, Mondadori, 1951Biblioteca “Ezio Raimondi” - Ficlit (Università di Bologna)

Bassani dedica la sezione Te lucis ante del suo libro di versi a Niccolò Gallo e alla moglie Dinda.

10. Giorgio Bassani, Il romanzo di FerraraMilano, Mondadori, 1980Biblioteca “Ezio Raimondi” - Ficlit (Università di Bologna)

Il romanzo di Ferrara, la raccolta della maggior parte delle prove narrative di Bassani, è dedicato dall’autore ad uno dei suoi amici più cari e suo più influente consigliere, Niccolò Gallo, venuto a mancare nel 1971.

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Sezione VPier Paolo Pasolini

Quando nei primi mesi del 1950 Bassani e Pasolini si incontrano per la prima volta, scoprono di avere la medesima formazione culturale grazie all’insegnamento dei comuni professori Roberto Longhi e Carlo Calcaterra. Lo scrittore ferrarese introduce quindi l’amico nell’ambiente letterario romano e tra i due nasce una schietta e profonda amicizia, fatta di cene in osteria (da Pallotta a Ponte Milvio, per esempio), partite a calcetto nei prati di Villa Borghese (entrambi sono animati dalla passione per lo sport) e viaggi: nel 1954 nell’Italia centrale e nel 1957, mentre Bassani scrive Gli occhiali d’oro, ad Antignano insieme a Carlo Emilio Gadda.

Sul piano artistico la sintonia non è minore: il redattore di «Botteghe Oscure» pubblica i testi di Pasolini su cinque quaderni della rivista, mentre l’amico fa stampare vari scritti bassaniani su «Officina» e «Nuovi Argomenti». Bassani inoltre esprime ammirazione per le opere di Pasolini tra le pagine di Di là dal cuore, così come lo scrittore friulano è acuto e generoso lettore delle prove letterarie dell’amico.

Ma è il campo del cinema quello in cui gli incontri tra i due sono più numerosi. Bassani infatti nel 1954 introduce Pasolini nel mondo della settima arte richiedendo la sua collaborazione per la sceneggiatura de La donna del fiume. A partire da quella data, i due amici scrivono insieme i dialoghi di altri film, alcuni dei quali mai girati (tra cui Il sole nel ventre, tratto dall’omonimo romanzo di Jean Hougron). Inoltre Pasolini si occupa con De Concini della sceneggiatura della pellicola ispirata al racconto bassaniano Una notte del ’43 (1960) e sceglie l’amico per doppiare alcuni dei suoi lavori cinematografici (nel 1963 Bassani presta la voce a Orson Welles ne La ricotta).

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1. Pier Paolo Pasolini, Lettera a Giorgio BassaniRoma, 13 febb[raio] [19]50Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Pasolini nel gennaio 1950 si trasferisce dal «lontanissimo Friuli» a Roma. In cerca di un legame con l’ambiente letterario della capitale, si ricorda di Bassani, conosciuto di sfuggita qualche tempo prima a Firenze.

2. Pier Paolo Pasolini, Lettera a Giorgio Bassani[Roma, 13 gennaio 1951]Fondo epistolare - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Nel 1951 Bassani propone a Marguerite Caetani di assumere Pasolini come bibliotecario, ma la principessa è contraria a causa della giovane età dello scrittore. Gli scritti pasoliniani, invece, vengono apprezzati e pubblicati su «Botteghe Oscure».

Caro Bassani, […] Penna mi aveva parlato di un impiego presso “Botteghe Oscure” (con viaggi ecc.), molto vagamente, del resto, ed era in questo che io speravo. […] Comunque sono stato ben felice anche della richiesta del racconto: la fretta che ho avuto nel fartelo pervenire è a carattere un po’ nevrotico: non sopporto di mancare agli appuntamenti.

3. Pier Paolo Pasolini, I parlanti«Botteghe Oscure», Quaderno VIII, II semestre 1951Biblioteca Universitaria di Bologna

«Botteghe Oscure» VIII ospita il ciclo di racconti I parlanti, sebbene rispetto a Romàns (l’altro racconto presentato da Pasolini a Bassani per la rivista) fosse considerato dall’autore «un testo fiancheggiatore, di spalla... (Anche se in senso assoluto forse vale di più)».

4. Pier Paolo Pasolini, Lettera a Giorgio Bassani[Roma, senza data]Fondo epistolare Bassani - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Pasolini cerca invano un incontro con Bassani per invitarlo a cena. Riesce solamente a parlare con la moglie Valeria, con la quale aveva un rapporto molto cordiale, da «fratello protettivo» (Paola Bassani, Se avessi una piccola casa mia, Milano, La nave di Teseo, 2016, p. 59).

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Caro Bas.,Penna non ha perso l’occasione di dirmi che sei arrabbiato con me. […] Quello che volevo dirti è questo: domani sera è probabile che ci si veda alla solita ora al solito posto. Ma tu, per accertarti, telefona a Romanò entro le 18.

5. La donna del fiume, Appunto di revisione cinematografica preventivaRoma, 16 luglio 1954Archivio Centrale di Stato - Immagine consultabile online in F. Villa, Il cinema che serve, Edizioni Kaplan, 2010, al link <http://books.openedition.org/edizionikaplan/95>

Con la sceneggiatura de La donna del fiume, Pasolini entra per la prima volta in contatto con il mondo del cinema. È Bassani a coinvolgerlo nella realizzazione del film tratto da un soggetto di Ennio Flaiano e Alberto Moravia, diretto da Mario Soldati e interpretato da Sophia Loren. La scheda descrittiva della pellicola si chiude con una valutazione della sceneggiatura e la segnalazione di alcune battute da censurare perché reputate oscene, politicamente inaccettabili o contrarie alla morale cattolica.

6. Pier Paolo Pasolini, Lettera a Giorgio BassaniRoma, 5 luglio 1955Fondo epistolare Bassani - Archivio eredi Bassani (Parigi)

Pasolini e Bassani collaborano alla sceneggiatura del film Il prigioniero della montagna (1955), diretto da Luis Trenker.

7. Bassani e Pasolini ad OrtiseiFotografia, estate 1955Giorgio Bassani. Il giardino dei libri (2005) - Versione digitale della mostra consultabile online al link: <http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/pagine/mostre/pagina_180.html>

I due amici trascorrono un mese (da inizio luglio ai primi di agosto del 1955) ad Ortisei (BZ) per lavorare alla sceneggiatura de Il prigioniero della montagna.

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8. Laura Betti, Giro a vuoto: Canzoni di L. Antonioni, Arbasino, Bassani, C. Cederna, Flaiano, Fortini, Mauri, Moravia, Negri, Parise, Pasolini, Patti, SoldatiMilano, All’Insegna del Pesce d’Oro, 1960Biblioteca comunale dell’Archiginnasio - Bologna

Laura Betti, carissima amica di Pasolini, il 27 gennaio 1960 va in scena al teatro Gerolamo di Milano con uno spettacolo teatrale, Giro a vuoto, i cui testi sono stati scritti dai maggiori letterati dell’epoca, tra cui Bassani e Pasolini.

9. Giorgio Bassani e Pier Paolo Pasolini durante il doppiaggio de La rabbiaFotografia, 1963Cineteca di Bologna - Immagine consultabile online al link: <http://www.cinetecadibologna.it/news/n_4>

Pier Paolo Pasolini era solito affidare le voci dei suoi film ad attori non professionisti. Nella sezione de La rabbia da lui diretta (la regia dell’altra metà del documentario è condotta da Giovannino Guareschi), Giorgio Bassani doppia le parti in poesia, Renato Guttuso quelle in prosa.

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10. Giorgio Bassani, Modena nordManoscritto, [1975]Archivio eredi Bassani (Parigi)

Pochi mesi prima della morte di Pasolini, Bassani scrive Modena nord, poi pubblicata con varianti nell’ultima raccolta poetica di Bassani, In gran segreto (Milano, Mondadori, 1978, p. 47). Nel volume si legge la seguente nota dell’autore: «stesa nel settembre del ’75, uscì subito sulla “Stampa” di Torino, dedicata a Pier Paolo Pasolini, alla cui cara memoria torno ora a dedicarla» (p. 81).

Lasciala infine l’atroce fiumara di sangue e metallo escia sinistra nella intimidita verde quiete

improvvisa

Mostra promossa e organizzata da:

Comitato per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Giorgio BassaniFondazione Giorgio Bassani

Biblioteca"Ezio Raimondi"- FICLIT - Università di Bologna

La mostra virtuale completa

“Caro Bas.”Scambi di lettere tra Giorgio Bassani e gli amici

è consultabile on-line all’indirizzo:http://www.movio.beniculturali.it/fondazionebassani/carobass/

Tutti i documenti sono riprodotti su gentile concessione di:Eredi Paola e Enrico Bassani, Stefano Caretti, Carlo Cecchi, Graziella Chiarcossi, Isabella Collodi, Riccardo Contini, Francesca Fellini, Carlo Ginzburg, Paolo Lagazzi, Arnaldo Liberati, Daniele Morante, Mario Saverio Salvatorelli, Silvia Sereni, Wolfango Soldati, Ranieri Varese, Demetrio e Stefano Vittorini. Con altri eredi non è stato possibile stabilire un contatto. Si resta a loro disposizione per qualsiasi informazione.

e con l’autorizzazione dei seguenti enti:Archivio di Stato di Parma - Fondo Attilio BertolucciBiblioteca Comunale dell’Archiginnasio (Bologna)Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Roma)Biblioteca “Ezio Raimondi” - Ficlit - Università di BolognaBiblioteca Nazionale Centrale di RomaBiblioteca Universitaria di BolognaFondazione Giorgio Bassani (Ferrara)Fondazione BellonciFondo Alberto MoraviaFondazione Toti Scialoja