Carlo Magno

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I l 28 gennaio di quest’anno, anni- versario della morte di Carlo Magno, gli scienziati tedeschi che da ben 26 anni studiano lo scheletro ritrovato in un sarco- fago ad Aquisgrana hanno annuncia- to che sono quasi sicuri: le ossa «mol- to probabilmente» sono davvero quelle dell’imperatore. Siccome le sfumature trovano poco posto nel- l’informazione, la notizia che le ossa di Carlo Magno sono state finalmente identificate ha fatto il giro del mondo. Ma come stanno le cose veramente? La tentazione di acquistare noto- rietà a spese dei resti di Carlo Magno è vecchia di un millennio. Il giorno di Pentecoste dell’anno Mille, l’impera- tore Ottone III fece spaccare il pavi- mento della basilica di Aquisgrana per cercare la tomba, che dopo due se- coli nessuno sapeva più dove fosse. Ot- tone III aveva appena diciannove an- ni, e un progetto, rinnovare l’impero romano. Questo ideale è stato giudica- to di volta in volta stupido o grandioso, ma come osserva uno dei più grandi medievisti viventi, Chris Wickham, «“stupido” è più adatto»: Ottone «vi- veva in un sogno a occhi aperti». Ma proprio per questo, ritrovare i resti mortali di Carlo Magno e proclamarsi continuatore della sua missione aveva un’enorme importanza pubblicitaria per il giovanissimo imperatore. Quan- do dallo scavo emerse il cadavere di Carlo, Ottone s’impadronì della croce che aveva sul petto e d’una parte delle sue vesti, non ancora decomposte, pri- ma di riseppellire ciò che restava con tutti gli onori. Così, almeno, racconta un testimo- ne, il vescovo Tietmaro di Merse- burg; ma la notizia, come accadeva allora, s’ingigantì e si deformò pas- sando di bocca in bocca. Il monaco piemontese che scrisse la Cronaca della Novalesa garantisce che uno che era presente gliel’ha raccontata così: quando fu aperta la tomba, si vide che il cadavere di Carlo non giaceva sdraiato, ma stava seduto sul trono come se fosse ancora vivo. Aveva la corona in testa e lo scettro in mano; portava i guanti, ma le unghie aveva- no continuato a crescere, bucandoli. Il corpo era intatto, e spandeva intor- no un acuto profumo; Ottone III s’in- ginocchiò davanti a lui e gli rese ono- re, poi lo rivestì di paramenti candidi e gli tagliò le unghie. Poiché al cada- vere mancava la punta del naso, l’im- peratore la fece rifare in oro; infine cavò un dente dalla bocca del morto, per conservarlo come una reliquia, e fece richiudere la cripta. Questo racconto che a noi evoca un film dell’orrore, col morto vivente se- duto in trono e le unghie che conti- nuano a crescere nell’oscurità, per un ascoltatore medievale evocava piut- tosto la santità, perché sono i corpi dei santi che miracolosamente non si corrompono, ed emanano un profu- mo soave - l’odore di santità, appunto. Non per niente Federico Barbarossa ottenne che Carlo Magno fosse cano- nizzato, anche se oggi il culto è am- messo solo ad Aquisgrana. In ogni ca- so, dopo l’incursione di Ottone III le ossa di Carlo Magno vennero lasciate in pace fino al 1861, quando la tomba venne riaperta a fini, stavolta, scienti- fici. Si era nell’Ottocento miscreden- te e positivista e quel che interessava agli studiosi era misurare: si scoprì Se questo è Carlo Magno L’annuncio di un gruppo di scienziati tedeschi, dopo uno studio di 26 anni: le ossa conservate ad Aquisgrana sono davvero quelle dell’imperatore. Ma la tentazione di acquistare notorietà grazie ai resti regali dura da un millennio, con scene da film horror A lato Carlo Magno nel ritratto di Albrecht Dürer (1511-1512), conservato al Germanisches Nationalmuseum di Norimberga Quando nell’anno Mille si aprì la tomba, il corpo era intatto e spandeva un acuto profumo UNA TESTIMONIANZA MEDIEVALE il margine di errore sia troppo alto; in ogni caso i risultati pubblicati non ne fanno cenno. Quello che si è accertato definitivamente è che lo scheletro ap- partiene davvero a un uomo anziano, con problemi al ginocchio e al tallone che confermano il racconto di Eginar- do, secondo cui Carlo negli ultimi anni zoppicava un po’. La novità principale riguarda la sta- tura: l’uomo misurava, secondo quan- to risulterebbe adesso, un metro e 84. Si è un po’ accorciato, ma rimane deci- samente alto per l’epoca. Come è mor- to? Eginardo racconta che prese fred- do andando a caccia, si mise a letto con una fitta nel petto, che indicherebbe una pleurite, e non si rimise più; ma gli scienziati non sono in grado di confer- marlo. In compenso hanno accertato che mancano alcune ossa, evidente- mente portate via da cacciatori di reli- quie o da collezionisti di souvenir in una delle tante occasioni in cui il sonno dell’imperatore è stato disturbato. È un po’ poco: i commenti sulla rete sono comprensibilmente delusi. Gli unici contenti sono quelli che credono di di- scendere da Carlo Magno e si rallegra- no che «uncle Charlie» sia stato final- mente identificato. Gli altri per lo più protestano, e come dargli torto? Alla fin fine, erano meglio le unghie lunghe e il naso d’oro di Ottone III. ALESSANDRO BARBERO che il cadavere, banalmente sdraiato in un sarcofago, era alto un metro e 90. Questa misura provocò un generale compiacimento: quello era proprio Carlo Magno. Il biografo dell’impera- tore, Eginardo, afferma che era alto sette piedi, il che farebbe più di due metri, ma bisogna pur lasciare spazio a un po’ di esagerazione. Sennonché Eginardo commenta questa misura osservando che Carlo era «di statura alta ma non eccezionale», commento che ha sempre esasperato gli storici: che Eginardo ci stia prendendo in gi- ro? È vero che nel Medioevo la gente non era così piccola come ripete un pregiudizio popolare. Studi recenti, comparando tutti i dati finora accumu- lati dagli archeologi, sostengono che la statura media maschile in epoca roma- na era intorno a 1,69, e crebbe fino a 1,72 con le invasioni barbariche. Da lì a due metri, o anche solo un metro e 90, però, ce ne corre. La spiegazione che ci diamo di solito è un’altra: Carlo Magno aveva mangiato carne per tutta la vita, a tutti i pasti; carne arrosto o allo spie- do, come si addice a un sovrano, tanto che in vecchiaia, racconta Eginardo, li- tigava coi medici, i quali volevano con- vincerlo a passare al bollito. Non era forse una dieta fatta per vivere a lungo, benché Carlo abbia passato i settan- t’anni, che all’epoca erano molti; però può benissimo averlo fatto crescere fi- no a quella statura erculea. Fin qui le misurazioni ottocente- sche; ma nel 1988 il sarcofago è stato di nuovo riaperto, e da allora un team di scienziati ha studiato quei resti, per vedere di scoprire ancora qualcosa. A dire la verità, i risultati divulgati il 28 gennaio non sono poi così sbalorditivi, e c’è da chiedersi se valeva la pena di lavorare 26 anni per questo. Ci aspet- tavamo analisi scientifiche innovative, ad esempio quella del Dna, anche se pare che a distanza di così tanto tempo A sinistra i resti di Carlo Magno conservati nella basilica di Aquisgrana (in basso l’urna funeraria). Re dei Franchi e dei Longobardi, imperatore del Sacro Romano Impero dalla notte di Natale dell’800, morì il 28 gennaio dell’814 a quasi 72 anni Era un uomo alto un metro e 84, con problemi al ginocchio e al tallone: proprio come il sovrano GLI ESAMI SULLO SCHELETRO

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LA STAMPA

GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2014

Il 28 gennaio di quest’anno, anni-versario della morte di CarloMagno, gli scienziati tedeschiche da ben 26 anni studiano loscheletro ritrovato in un sarco-

fago ad Aquisgrana hanno annuncia-to che sono quasi sicuri: le ossa «mol-to probabilmente» sono davveroquelle dell’imperatore. Siccome lesfumature trovano poco posto nel-l’informazione, la notizia che le ossadiCarloMagno sono state finalmenteidentificate ha fatto il giro delmondo.Ma come stanno le cose veramente?La tentazione di acquistare noto-

rietà a spese dei resti di Carlo Magnoè vecchia di un millennio. Il giorno diPentecoste dell’anno Mille, l’impera-tore Ottone III fece spaccare il pavi-mento della basilica di Aquisgranaper cercare la tomba, chedopodue se-coli nessunosapevapiùdove fosse.Ot-tone III aveva appena diciannove an-ni, e un progetto, rinnovare l’imperoromano.Questo ideale è stato giudica-todi volta involta stupidoograndioso,ma come osserva uno dei più grandimedievisti viventi, Chris Wickham,«“stupido” è più adatto»: Ottone «vi-veva in un sogno a occhi aperti». Maproprio per questo, ritrovare i restimortali di CarloMagno e proclamarsicontinuatore della suamissione avevaun’enorme importanza pubblicitariaper il giovanissimo imperatore. Quan-do dallo scavo emerse il cadavere diCarlo, Ottone s’impadronì della croceche aveva sul petto e d’una parte dellesuevesti, nonancoradecomposte, pri-ma di riseppellire ciò che restava contutti gli onori.Così, almeno, racconta un testimo-

ne, il vescovo Tietmaro di Merse-burg; ma la notizia, come accadevaallora, s’ingigantì e si deformò pas-

sando di bocca in bocca. Il monacopiemontese che scrisse la Cronacadella Novalesa garantisce che uno cheera presente gliel’ha raccontata così:quando fu aperta la tomba, si videche il cadavere di Carlo non giacevasdraiato, ma stava seduto sul tronocome se fosse ancora vivo. Aveva lacorona in testa e lo scettro in mano;portava i guanti, ma le unghie aveva-no continuato a crescere, bucandoli.Il corpo era intatto, e spandeva intor-no un acuto profumo; Ottone III s’in-ginocchiò davanti a lui e gli rese ono-re, poi lo rivestì di paramenti candidie gli tagliò le unghie. Poiché al cada-vere mancava la punta del naso, l’im-peratore la fece rifare in oro; infinecavò un dente dalla bocca del morto,per conservarlo come una reliquia, efece richiudere la cripta.Questo racconto che anoi evoca un

film dell’orrore, col morto vivente se-duto in trono e le unghie che conti-nuano a crescere nell’oscurità, per unascoltatore medievale evocava piut-tosto la santità, perché sono i corpidei santi che miracolosamente non sicorrompono, ed emanano un profu-mo soave - l’odore di santità, appunto.Non per niente Federico Barbarossaottenne che Carlo Magno fosse cano-nizzato, anche se oggi il culto è am-messo solo adAquisgrana. In ogni ca-so, dopo l’incursione di Ottone III leossa di CarloMagno vennero lasciatein pace fino al 1861, quando la tombavenne riaperta a fini, stavolta, scienti-fici. Si era nell’Ottocento miscreden-te e positivista e quel che interessavaagli studiosi era misurare: si scoprì

SequestoèCarloMagno

L’annuncio di un gruppo di scienziati tedeschi, dopo uno studiodi 26 anni: le ossa conservate adAquisgrana sono davvero

quelle dell’imperatore.Ma la tentazione di acquistare notorietàgrazie ai resti regali dura da unmillennio, con scene da film horror

A lato Carlo Magno nel ritrattodi Albrecht Dürer (1511-1512),conservato al Germanisches

Nationalmuseum di Norimberga

CULTURA&SPETTACOLI

IlnuovofilmdiAndersonapreBerlinoCon la proiezione di «The Grand Budapest Hotel», l’attesonuovo film di Wes Anderson, e un tappeto rosso ricco di star, siapre stasera il 64° Festival di Berlino. Anderson è infatti attesocon gran parte del cast stellare che ha recitato nel film: daRalph Fiennes a Adrien Brody, da Willem Dafoe a Jude Law, LéaSeydoux, Tilda Swinton, Owen Wilson. Il film racconta la storiadi Gustave H, un leggendario concierge di un lussuoso albergoeuropeo e dell’amicizia che lo legò a un giovane apprendista.

Quandonell’annoMille si aprìla tomba, il corpoera intatto

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UNA TESTIMONIANZA MEDIEVALE

il margine di errore sia troppo alto; inogni caso i risultati pubblicati non nefanno cenno. Quello che si è accertatodefinitivamente è che lo scheletro ap-partiene davvero a un uomo anziano,con problemi al ginocchio e al talloneche confermano il racconto di Eginar-do, secondo cui Carlo negli ultimi annizoppicava un po’.La novità principale riguarda la sta-

tura: l’uomo misurava, secondo quan-to risulterebbe adesso, un metro e 84.Si è un po’ accorciato, ma rimane deci-samente alto per l’epoca. Come è mor-to? Eginardo racconta che prese fred-do andando a caccia, simise a letto conuna fitta nel petto, che indicherebbeuna pleurite, e non si rimise più; ma gli

scienziati non sono in grado di confer-marlo. In compenso hanno accertatoche mancano alcune ossa, evidente-mente portate via da cacciatori di reli-quie o da collezionisti di souvenir inuna delle tante occasioni in cui il sonnodell’imperatore è stato disturbato. Èun po’ poco: i commenti sulla rete sonocomprensibilmente delusi. Gli unicicontenti sono quelli che credono di di-scendere da CarloMagno e si rallegra-no che «uncle Charlie» sia stato final-mente identificato. Gli altri per lo piùprotestano, e come dargli torto? Allafin fine, erano meglio le unghie lunghee il naso d’oro di Ottone III.

ALESSANDRO BARBERO

che il cadavere, banalmente sdraiato inun sarcofago, era alto unmetro e 90.Questa misura provocò un generale

compiacimento: quello era proprioCarlo Magno. Il biografo dell’impera-tore, Eginardo, afferma che era altosette piedi, il che farebbe più di duemetri, ma bisogna pur lasciare spazioa un po’ di esagerazione. SennonchéEginardo commenta questa misuraosservando che Carlo era «di staturaalta ma non eccezionale», commentoche ha sempre esasperato gli storici:che Eginardo ci stia prendendo in gi-ro? È vero che nel Medioevo la gentenon era così piccola come ripete un

pregiudizio popolare. Studi recenti,comparando tutti i dati finora accumu-lati dagli archeologi, sostengono che lastaturamediamaschile in epoca roma-na era intorno a 1,69, e crebbe fino a1,72 con le invasioni barbariche. Da lì adue metri, o anche solo un metro e 90,però, ce ne corre. La spiegazione che cidiamo di solito è un’altra: CarloMagnoavevamangiato carne per tutta la vita,a tutti i pasti; carne arrosto o allo spie-do, come si addice a un sovrano, tantoche in vecchiaia, racconta Eginardo, li-tigava coi medici, i quali volevano con-vincerlo a passare al bollito. Non eraforse una dieta fatta per vivere a lungo,

benché Carlo abbia passato i settan-t’anni, che all’epoca erano molti; peròpuò benissimo averlo fatto crescere fi-no a quella statura erculea.Fin qui le misurazioni ottocente-

sche;ma nel 1988 il sarcofago è stato dinuovo riaperto, e da allora un team discienziati ha studiato quei resti, pervedere di scoprire ancora qualcosa. Adire la verità, i risultati divulgati il 28gennaio non sono poi così sbalorditivi,e c’è da chiedersi se valeva la pena dilavorare 26 anni per questo. Ci aspet-tavamo analisi scientifiche innovative,ad esempio quella del Dna, anche separe che a distanza di così tanto tempo

A sinistra i restidi Carlo Magnoconservati nellabasilica diAquisgrana (inbasso l’urnafuneraria).Re dei Franchi edei Longobardi,imperatore delSacro RomanoImpero dallanotte di Nataledell’800, morìil 28 gennaiodell’814a quasi 72 anni

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eal tallone:propriocome il sovrano

GLI ESAMI SULLO SCHELETRO