CARCIOFO (Cynara scolymus L. = Cynara cardunculus L. var. scolymus (L.) Hayek) Famiglia: Asteraceae...

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CARCIOFO ( Cynara scolymus L. = Cynara cardunculus L. var. scolymus (L.) Hayek) Famiglia : Asteraceae (= Compositae) Centri di origine : Bacino mediterraneo orientale, Africa settentrionale Con oltre 50000 ha, l’Italia è il I produttore mondiale, seguita da Spagna e Francia. Le regioni più importanti sono Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania, Lazio, Toscana

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CARCIOFO (Cynara scolymus L. = Cynara cardunculus L. var. scolymus (L.) Hayek)

Famiglia: Asteraceae (= Compositae)

Centri di origine: Bacino mediterraneo orientale, Africa settentrionale

Con oltre 50000 ha, l’Italia è il I produttore mondiale, seguita da Spagna e Francia.

Le regioni più importanti sono Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania, Lazio, Toscana

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La coltura è destinata non soltanto alla produzione di capolini utilizzabili allo stato fresco o per uso industriale (al naturale, in salamoia, surgelati, sott’olio), ma anche per la produzione di foglie, utilizzate per uso medicinale, cosmetico, liquoristico oppure per l’alimentazione animale.

Le sue proprietà farmacologiche (diuretiche, lassative, aperitive, coleretiche, epatoprotettrici, ipocolesterolemizzanti, ipoglicemizzanti, febbrifughe) derivano dalla presenza di ortodifenoli (cinarina, acido clorogenico, ac. caffeico, scolimoside, cinaroside)

I capolini e le foglie sono gli organi più ricchi in p.a. e, nell’ambito della foglia, la lamina è più ricca rispetto a piccioli e nervatura centrale.

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COMPOSIZIONE DELLA PARTE EDULE

Acqua 85 %

Protidi 2,9 %

Carboidrati tot. 6,8 %

Inulina 2,5 %

Grassi 0,2 %

Fibra grezza 1,4 %

Vit. B1 (mg/100 g) 0,08

Vit. B2 ( “ “ ) 0,05

Ac.nicotinico ( “ “ ) 1,00

Vit. C (mg/100 g) 10,0

Vit. A (U.I./100 g) 160

Ca (mg/100 g) 42

P ( “ “ ) 14

K ( “ “ ) 280

Fe ( “ “ ) 1,3

Mg ( “ “ ) 29

Cu ( “ “ ) 0,25

Ortodifenoli tot.: 6,3 % s.s.

Sostanze amare: cinaropicrina, groshseimina, cinarotriolo

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I rizomi contengono oltre il 20% della s.s. di inulina, 8-9% di saccarosio, 1.5% di zuccheri riduttori e tracce di amido.

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ESIGENZE CLIMATICHE

T° minima vitale: -7°C (ma il rizoma sopravvive fino a -10°C)

T° minima biologica: 7-9°C

T° ottimale per la germinazione: 15-20°C

T° ottimale per la crescita: 20-22°C di giorno e 12-14°C di notte

Per la fioritura può essere necessaria la vernalizzazione a 2-7°C e il fotoperiodo >11 ore

T° > 25°C favoriscono la comparsa dell’atrofia del capolino e, in generale, un loro scadimento qualitativo.

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ESIGENZE PEDOLOGICHE

Preferisce terreni profondi, di medio impasto, ben drenati, con pH = 6.4-6.8

Teme i ristagni di umidità del suolo.

E’ moderatamente tollerante la salinità (2,8 dS/m) e sodio-resistente.

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AVVICENDAMENTO

Pianta da rinnovo.

Coltura annua o poliennale (da 3 a 7-8 anni).

Spesso segue frumento, bietola da zucchero, pomodoro, patata, carota.

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IMPIANTO

A partire da:

• acheni

• carducci

• ovoli

• porzioni di rizoma

• piantine micropropagate

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ACHENI: semina in agosto-settembre, alla profondità di 2 cm, con investimento di 2 piante/m2

CARDUCCI: germogli provenienti da gemme del rizoma. Impiantati in primavera o in autunno quando presentano 4-5 foglie, eventualmente già radicati in vivaio. La carciofaia entra in produzione solo al II anno.

OVOLI: rami quiescenti inseriti sul rizoma, ricchi di sostanze di riserva e con molte gemme, di forma cilindrica, lunghi fino a 13-14 cm, diametro 1-3 cm. Si formano alla base di carducci che non hanno prodotto in quella stagione. Vengono prelevati dalle piante in riposo in luglio-agosto e fatti pregermogliare in ambiente caldo-umido. Piantati in estate, producono già in autunno o inverno.

PARTI DI RIZOMA (ceppaia): prelevate in corrispondenza della estirpazione della carciofaia. Si ha notevole disformità.

PIANTINE MICROPROPAGATE: da apici meristematici.

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Rizoma di carciofo con ovuli

Ovoli di carciofo

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Distanze: tra le file, 100-120 cm; sulla fila, 80-100 cm, con investimento di 1 pianta/m2.

Con l’aumentare della densità aumenta la resa, ma diminuisce la dimensione dei capolini.

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ESIGENZE NUTRITIVE

Asportazioni per 10 t di capolini:

106 kg N 16 kg P2O5 136 kg K2O 66 kg Ca

Le massime asportazioni di N e K si hanno in corrispondenza della differenziazione dell’apice riproduttivo ed al momento della massima produzione di capolini.

Il fabbisogno in P aumenta nei periodi di più intensa formazione dei capolini.

Elevate, per l’abbondante biomassa prodotta (100-120 t/ha s.f., pari a 12-14 t/ha s.s.)

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CONCIMAZIONE

Opportuna la concimazione organica.

Normalmente: 100-300 kg N/ha

150-300 kg P2O5/ha

200-400 kg K2O/ha

P e K sono distribuiti in pre-impianto e, negli anni successivi, al risveglio vegetativo

N è distribuito all’impianto (al risveglio vegetativo negli anni successivi), alla differenziazione dell’apice riproduttivo, alla formazione dello scapo fiorale e subito dopo la raccolta del capolino principale.

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LOTTA ALLE INFESTANTI

SARCHIATURA

DISERBO

in pre-impianto: trifluralin, propyzamide, clortal-dimetil

in post-emergenza: graminicidi

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IRRIGAZIONE

ET di 3-4 mm/d in estate, 1,5-2 mm/d in autunno

Irrigazione da luglio a ottobre.

Volume d’adacquamento: 250-500 m3/ha; per la prima adacquata di “risveglio” estivo, 600-1000 m3/ha

Volume stagionale: 4000-5000 m3/ha

Metodi: aspersione, manichetta forata

Si interviene quando il terreno contiene il 30% dell’AFD, riportandolo alla capacità di campo

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SCARDUCCIATURA

Eliminazione dei carducci in esubero: se ne lasciano 1-4

Operazione molto onerosa, perchè fatta manualmente

Se ne fanno 1-3: di solito, una in autunno e una ad inizio primavera

Tanto più l’impianto è fitto, tanto minore è il numero di carducci emessi e quindi la necessità di scarducciature

Con la scarducciatura si riduce il numero di capolini/pianta, ma viene favorita la precocità di raccolta

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DICIOCCATURA

Taglio della parte aerea che ha prodotto capolini, quando la pianta entra in riposo, per stimolare la formazione, alla ripresa, di nuova vegetazione.

Avviene in giugno, con piante completamente secche, mediante zappettatura o macchine operatrici trainate.

Bisogna recidere ad almeno 4 cm di profondità nel terreno, per eliminare le gemme superficiali che originerebbero carducci molto piccoli.

Molto onerosa.

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TRATTAMENTI CON FITOREGOLATORI

• Acido gibberellico (GA3) : somministrato quando la pianta presenta la 10a-15a foglia, circa un mese e mezzo prima della raccolta, anticipa la produzione

• Auxino-simili: favoriscono la radicazione di ovoli, carducci e piantine micropropagate.

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RACCOLTA

Il capolino deve essere raccolto precocemente: le brattee diventano tanto più dure quanto più si ritarda la raccolta.

I capolini secondari, di < dimensioni, sono raccolti in anticipo ed eventualmente destinati all’industria, così come le “code” di produzione.

I capolini sono raccolti senza peduncolo se destinati all’industria, con peduncolo più o meno lungo (max 10 cm per l’esportazione, fino a 30 cm per il mercato interno) per il consumo diretto.

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La raccolta avviene dopo 3-5 mesi dal “risveglio” nei tipi precoci e rifiorenti (‘Catanese’, ‘Spinoso sardo’, ‘Spinoso di Liguria’, ‘Violetto di Provenza’), dopo 7 mesi in quelli tardivi (‘Romanesco’, ‘Violetto di Toscana’).

E’ scalare e viene fatta manualmente, mediante coltelli o forbici.

Nei tipi precoci va da ottobre a maggio (20-25 raccolte), in quelli tardivi da marzo a maggio (5-6 raccolte).

Rese: 50-120000 capolini/ha, pari a 6-15-25 t/ha.