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Parrocchia delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa 155 Scuola di Evangelizzazione 2010-2011 CAPITOLO VII EVANGELIZZAZIONE E AFFIDAMENTO DELLA VITA A GESÙ 1. COSA È L’AFFIDAMENTO? _________________________________________________ 157 2. COME SI ARRIVA ALL’AFFIDAMENTO? _____________________________________ 159 a. Verso la maturità umana ___________________________________________________ 159 Accettare ed amare se stessi _________________________________________________________ 159 Fondare la propria vita su Rocce solide ________________________________________________ 159 Sviluppare sempre più il centro del proprio essere che è la capacità di amare ___________________ 159 3. COME FARE CONCRETAMENTE L’AFFIDAMENTO A GESÙ? __________________ 165 a. Fai una preghiera di affidamento a Gesù ______________________________________ 165 b. Invoca la discesa dello Spirito Santo __________________________________________ 166 c. La confessione ____________________________________________________________ 166 d. Invita a partecipare a un ritiro spirituale ______________________________________ 167 4. COSA FARE SE QUALCUNO RIMANDA L’AFFIDAMENTO A GESÙ? _____________ 167 a. Rifiuto dell'autorità del Signore ______________________________________________ 167 b. Paura ___________________________________________________________________ 168 Pressioni della famiglia e dell'ambiente ________________________________________________ 168 “Perderò tutti gli amici se accetterò Gesù Cristo” _________________________________________ 168 “Se diventerò cristiano, i miei affari ne risentiranno”; oppure “Non posso essere cristiano nella professione che esercito” ___________________________________________________________________ 168 “Se divento cristiano verrò deriso e magari perseguitato” __________________________________ 169 “Bisogna rinunciare a troppe cose” ____________________________________________________ 169 “È troppo difficile vivere una vita veramente cristiana” ____________________________________ 169 c. Pressioni interne: paura di non riuscire ad abbandonare le abitudini di peccato ______ 169 “Non lo merito!” __________________________________________________________________ 170 “Cerco il Signore” ma non lo trovo, “non lo sento” _______________________________________ 170 “Il mio cuore è troppo duro” _________________________________________________________ 171 I “tiratardi” ______________________________________________________________________ 171 “Ho altro da pensare per il momento; penserò alla mia conversione quando le mie cose andranno bene” _______________________________________________________________________________________ 171 “Oggi non è il momento giusto, non è l’ora di Dio per la mia vita”; “Dio non mi ha fatto il dono della fede, aspetto che me la dia” _________________________________________________________________ 172

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Parrocchia delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa 155

Scuola di Evangelizzazione 2010-2011

CAPITOLO VII

EVANGELIZZAZIONE

E AFFIDAMENTO DELLA VITA A GESÙ

1. COSA È L’AFFIDAMENTO? _________________________________________________ 157

2. COME SI ARRIVA ALL’AFFIDAMENTO? _____________________________________ 159

a. Verso la maturità umana ___________________________________________________ 159

Accettare ed amare se stessi _________________________________________________________ 159

Fondare la propria vita su Rocce solide ________________________________________________ 159

Sviluppare sempre più il centro del proprio essere che è la capacità di amare ___________________ 159

3. COME FARE CONCRETAMENTE L’AFFIDAMENTO A GESÙ? __________________ 165

a. Fai una preghiera di affidamento a Gesù ______________________________________ 165

b. Invoca la discesa dello Spirito Santo __________________________________________ 166

c. La confessione ____________________________________________________________ 166

d. Invita a partecipare a un ritiro spirituale ______________________________________ 167

4. COSA FARE SE QUALCUNO RIMANDA L’AFFIDAMENTO A GESÙ? _____________ 167

a. Rifiuto dell'autorità del Signore ______________________________________________ 167

b. Paura ___________________________________________________________________ 168

Pressioni della famiglia e dell'ambiente ________________________________________________ 168

“Perderò tutti gli amici se accetterò Gesù Cristo” _________________________________________ 168

“Se diventerò cristiano, i miei affari ne risentiranno”; oppure “Non posso essere cristiano nella

professione che esercito” ___________________________________________________________________ 168

“Se divento cristiano verrò deriso e magari perseguitato” __________________________________ 169

“Bisogna rinunciare a troppe cose” ____________________________________________________ 169

“È troppo difficile vivere una vita veramente cristiana” ____________________________________ 169

c. Pressioni interne: paura di non riuscire ad abbandonare le abitudini di peccato ______ 169

“Non lo merito!” __________________________________________________________________ 170

“Cerco il Signore” ma non lo trovo, “non lo sento” _______________________________________ 170

“Il mio cuore è troppo duro” _________________________________________________________ 171

I “tiratardi” ______________________________________________________________________ 171

“Ho altro da pensare per il momento; penserò alla mia conversione quando le mie cose andranno bene”

_______________________________________________________________________________________ 171

“Oggi non è il momento giusto, non è l’ora di Dio per la mia vita”; “Dio non mi ha fatto il dono della

fede, aspetto che me la dia” _________________________________________________________________ 172

156 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù

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1. COSA È L’AFFIDAMENTO? Dopo aver condiviso la propria esperienza di Gesù e riposto alle domande del fratello che

stiamo evangelizzando, il passo successivo è di invitarlo ad affidare a Gesù la propria vita, per

vivere in piena comunione con Lui e, in seguito, accogliere il mandato di evangelizzare. L’affidamento è il culmine del processo di evangelizzazione. È la “porta stretta” attraverso

cui passare per entrare nella “vita nuova”. L’evangelizzatore non deve avere altro desiderio se non

quello di portare il fratello a Gesù, affinché

- egli apra il cuore a Gesù e dichiari la sua fede in Lui

- lo accetti come Signore e Salvatore della sua vita

- affidi a Lui per sempre se stesso e il suo futuro.

Ricorda sempre che questa è la meta dell’evangelizzazione: portare il fratello al Signore. In

seguito ci saranno altri passi successivi:

- l’esperienza dell’amicizia e della fraternità cristiana nella comunità familiare,

- la riscoperta della propria parrocchia

- e la scelta di svolgere in essa un servizio adeguato, secondo i propri doni, a partire dall’offerta

di almeno un’ora settimanale di adorazione per l’evangelizzazione.

Il tuo interesse primario non è quindi riuscire a rispondere a tutte le domande sulla storia

della Chiesa, sulla dottrina cristiana, sul comportamento dei cristiani, sulle regole morali, ma il tuo

obiettivo è di far nascere nel cuore del fratello il desiderio di Gesù, affinché capisca che Gesù è la

soluzione di tutti i suoi problemi, il Salvatore della sua vita e l’unico Sommo Bene.

Ecco perché evitiamo ogni tipo di polemica, di difesa della Chiesa o dei cristiani e di

giudizio sulla vita passata del fratello. Tu portalo a Gesù e poi lo Spirito Santo lo illuminerà sui suoi

peccati e sentirà la necessità di riconciliarsi con Dio, e attraverso il sacramento della confessione

ritroverà la pace. Il nostro scopo primario non è quello di fargli abbandonare le cattive abitudini, ma

di condurlo a Cristo che ha portato i suoi peccati sul suo Corpo, sulla Croce e da Lui e per Lui può

ricevere il perdono.

Il traguardo è dunque quello di aiutarlo ad accogliere Gesù come il Signore della propria

vita, sottomettendo a Lui tutti i pensieri, i sentimenti, le intenzioni e le azioni.

È giusto far notare che, comunque, ogni uomo decide di far diventare qualcuno o qualcosa

“signore” della propria vita. Alcuni potranno scegliere come “il signore” della propria vita una

riuscita economica, una vita tranquilla, una bella figura, ecc.....

158 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù

Noi con questo percorso scegliamo Gesù come Signore.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,

tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo.

Ti sono note tutte le mie vie la mia parola non è ancora sulla lingua

e tu, Signore, già la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano.

Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre.

Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere,

tu mi conosci fino in fondo (Sal 139,1-6b.13-14).

In modo particolare si raccomanda:

l’affidamento della stessa vita di coppia a Gesù il Signore.

È, infatti, nel Signore l’unità piena,

la fonte dell’amore e della vita.

Il Signore è lo Sposo verso il quale i due coniugi sono orientati per le nozze eterne.

Pertanto i due sposi sono invitati ad avere una gestione comunionale (o sponsale)

nella loro vita di tutti i giorni, che abbia come protagonisti la coppia (Sposa) e il Signore (Sposo),

in una ricerca continua di far parlare Lui,

di farlo sentire presente, lodarlo e dirgli tutto l’affetto.

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2. COME SI ARRIVA ALL’AFFIDAMENTO?

a. Verso la maturità umana

Accettare ed amare se stessi

Sono molti coloro che non si accettano e non si amano. Il motivo, ordinariamente, è questo:

“Non hanno capito che la loro identità sta nell’essere una persona unica e irripetibile”. Essi, invece,

ripongono la loro identità nell’essere forti oppure no, belli oppure no, simpatici oppure no,

intelligenti oppure no, capaci di comunicazione oppure no... Ripongono cioè la loro identità nelle

proprietà secondarie della persona e non nel fatto di essere persona.

Oppure (e la cosa è ancora più grave), ripongono la loro identità, nell’essere accettati,

compresi, stimati, amati dagli altri (coniuge, figli, genitori, amici, conoscenti, ecc...); o, peggio

ancora, nel ruolo sociale che esercitano. Questi soggetti hanno alcune caratteristiche comuni: sono

insicuri; sono tristi; sono aggressivi. Senza il senso della propria identità infatti non c’è che

insicurezza, tristezza, aggressività.

Fondare la propria vita su Rocce solide

Per risolvere questa condizione interiore occorre cambiare radicalmente direzione. Occorre

fondare la propria identità (e, quindi la propria sicurezza) non su rocce friabili:

- non sulle qualità fisiche (destinate a decadere);

- non sulle qualità psichiche (destinate a decadere);

- non sulla stima, sulla comprensione o sull’affetto degli altri (che possono essere dati e

poi tolti);

- non sul ruolo (che può essere conquistato o attribuito e poi perduto).

Occorre invece, fondare la propria identità (e quindi la propria sicurezza) su Rocce solide,

che sono:

- il fatto che Dio mi ama infinitamente e personalmente;

- il fatto che io sono persona unica e irrepetibile;

- il fatto che io sono chiamato a diventare un capolavoro di uomo e di donna;

- il fatto di poterlo diventare sviluppando il centro del mio essere, che è la capacità di

amare;

- il fatto che io sono membro del Corpo di Cristo, erede del suo Regno.

La conclusione è questa: chi fonda la sua vita su rocce friabili e, quindi, non accetta e non

ama se stesso non è maturo. Chi invece, fonda la sua vita sulle rocce solide e, quindi, si ama e si

accetta è maturo.

Sviluppare sempre più il centro del proprio essere che è la capacità di amare

L’uomo è chiamato a sviluppare, per quanto gli è possibile tutte le sue facoltà. Si deve,

tuttavia, ammettere che l’uomo non può sviluppare tutte le sue facoltà:

160 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù

- perché il corso della vita è troppo breve

- perché nell’uomo ci sono tanti doni nascosti, che egli non sa neppure di avere

- perché le scelte vocazionali e le circostanze della vita obbligano il soggetto a sviluppare

maggiormente certe doti, trascurandone altre.

Stando così le cose

Come può l’uomo raggiungere la maturità umana? Sviluppando il centro del proprio essere

che è la capacità di amare

Che la capacità di amare sia il centro dell’essere umano lo intuiscono tutti:

- tutti parlano di amore

- tutti tentano di amare (anche se molti sbagliano nell’interpretazione dell’amore)

- tutte le letterature cantano l’amore...

Che la capacità di amare sia il centro dell’essere umano lo dice la stima universale che viene

tributata a coloro che amano. Alla fin fine, non si stimano le persone che sanno o che hanno o che

possono... Si stimano le persone che amano, cioè che fanno della loro vita un dono gratuito a Dio e

agli altri.

Che la capacità di amare sia il centro dell’essere umano lo dice la Rivelazione cristiana (e

questo fatto è risolutivo per il credente). La Bibbia dice:

- che Dio è Amore

- che l’amare è la vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

- che l’uomo è stato creato a immagine di Dio

- che l’uomo è stato creato con la capacità di amare del Padre, del Figlio e dello Spirito

Santo

- che la vocazione fondamentale dell’uomo è l’amore

- che l’uomo è, germinalmente, “amore” e deve diventare totalmente “amore”

- che l’uomo sarà giudicato sull’amore

- che entrerà nel regno di Dio soltanto colui che ha amato.

L’amare è la forma più alta della vita. Evidentemente, occorre avere un’idea esatta

dell’amore. Come riguardo alla libertà, così riguardo all’amore, corrono varie interpretazioni

sbagliate: si confonde l’amore con le vibrazioni emozionali; con le più svariate espressioni di

sessualità corporea; con la strumentalizzazione dell’altro a proprio favore, ecc... invece amare è:

volere il vero bene dell’altro fino al sacrificio di sé.

Allora l’immaturo è colui che non ha imparato ad amare, anche se avesse sviluppato tutte le

altre capacità del proprio essere; si è maturi tanto quanto si ha imparato ad amare; è perfettamente

maturo soltanto colui che ha raggiunto l’amore perfetto e totale: cosa difficilmente raggiungibile in

questo mondo! Inoltre non solo si è maturi se si ama, ma si matura amando, perciò:

Parrocchia delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa 161

Scuola di Evangelizzazione 2010-2011

- anche un handicappato fisico, anche un paralitico disteso in un letto, anche un ammalato

cronico può essere un uomo realizzato, se ha sviluppato la sua capacità di amare;

- al contrario, può essere immaturo e quindi non realizzato chi ha tante doti, chi è stimato

ed amato, chi svolge ruoli sociali di primissimo piano se non ha sviluppato la sua

capacità di amare;

- ogni persona, decisa a maturare, deve mettere il massimo impegno nello sviluppare la

sua capacità di amore;

- è un buon genitore o un buon educatore chi, amando moltissimo i propri figli o gli

educandi, li abilita nello stesso tempo ad amare.

162 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù

Le fasi della crescita spirituale

Possiamo sintetizzarle nei seguenti VERBI 7

1

2

3

5

4

SCOPRIRE

RINUNCIARE

SCEGLIERE

ACCOGLIERE - AFFIDARSI

DONARE E DONARSI

avvengonocontemporaneamente

1

2

SCOPRIRE:

RINUNCIARE agli idoli

che DIO è TUTTO

- che Dio deve diventare il TUTTO al centro dei miei pensieri, scelte ed azionimio

“ “ “ sentimenti( )

- i miei idoli

Cose e persone che sostituiscono a Dio e che mi fanno cadere in peccato mortaleo veniale

A

B

S. Giovanni li identifica

nelle 3

concupiscenze

Concupiscenza della Concupiscenza degli Concupiscenza di

CARNE VITAOCCHI

Tendenza ad usaredisordinatamente lapropria sessualità el’altrui sessualità

Tendenza ad attiraregli occhi altrui:Vanità, vanagloria

Tendenza a dominaregli altri specialmenteattraverso il denaro

31 2

Gli idoli possono essere anche definiti in queste tentazioni3 v. Mt 4 Lc 4

V V V

TENTAZIONE del POTERE

TENTAZIONE dell’APPARIRE

TENTAZIONE dell’AVERE

“... di a questi sassi che diventino pane”

Mt 4,3b

Avere fuori dalPROGETO DI DIO

“... da spettacolo!” ovvero ”gettati giù”(dal pinnacolo del tempio)

Mt 4,6

“... gli mostrò tutti iregni del mondo con la loro gloria e gli disse:

Tutte queste cose io tidarò ...”

<

>>

<

Mt 4,9

Siamo chiamati adessere SERVI e non PADRONI!

Dobbiamo vivere per laGLORIA di Dio e nonper la nostra

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Scuola di Evangelizzazione 2010-2011

3. SCEGLIERE

DIO

da amare sopra ogni cosa Dio vale più di tutto, da servire più di tutti,

da raggiungere più di me stesso:

quindi io devo amare Dio più di tutto,

più di tutti, più di me stesso

GLI ALTRI

da amare come me stesso gli altri valgono tanto quanto me: da servire quindi io devo amare gli altri

da costruire come amo me stesso (perché imparino ad amare)

da salvare (o da aiutare perché

raggiungano la salvezza eterna)

ME STESSO

da amare io valgo meno di Dio,

da costruire tanto quanto gli altri da santificare e più delle cose:

da salvare quindi devo amare me stesso meno di quanto amo Dio,

tanto quanto amo gli altri,

più di quanto amo le cose

LE COSE

da contemplare

da rispettare da amare

da usare in funzione della propria crescita e della crescita altrui; e solo tanto quanto servono per la vita e la crescita

dell’uomo, di tutto l’uomo

e di tutti gli uomini

164 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù

4. ACCOGLIERE

Accogliere il dono dello Spirito Santo. La mia scelta sarebbe solo teorica se non avessi il

dono dello Spirito Santo, che mi aiuta a rinunciare a tutti i miei idoli e a scegliere Gesù come mio

unico Signore, affidandomi totalmente a Lui.

5. DONARSI

Lo Spirito Santo mi toglie il “cuore di pietra” per darmi un “cuore di carne”, capace di

donare e di donarsi.

“L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è

stato dato” (Rm 5,5).

La parola “amore” indica sia l’amore di Dio per noi, sia la capacità nuova di riamare Dio e i

fratelli. Lo Spirito Santo non infonde, dunque, in noi solo l’amore, ma anche l’amare.

La stessa identica cosa si deve dire a proposito del dono: venendo in noi, lo Spirito Santo

non reca solo il dono di Dio, ma anche il donarsi di Dio. Alla fine della vita ci resterà in mano solo

ciò che abbiamo donato, trasformato in qualcosa di eterno.

Tutto ciò che non è donato è perduto, perché, essendo noi destinati a morire, morirà con noi tutto quello che abbiamo conservato fino all’ultimo,

mentre ciò che si dona è sottratto alla corruzione e, per così dire, spedito avanti, nell’eternità

Non si trova se stessi se non quando ci si perde;

si possiede soltanto quello che si ama…

si possiede soltanto quello che si dà (Le Monnier).

Chi ama la sua vita la perde e

chi odia la sua vita in questo mondo, la conserva per la vita eterna (Gv 12,25)

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3. COME FARE CONCRETAMENTE L’AFFIDAMENTO A GESÙ?

a. Fai una preghiera di affidamento a Gesù

Si tratta, quando il fratello accetta, di aiutarlo a esprimere, a voce e non solo nel cuore, la

professione di fede in Cristo.

San Paolo infatti sottolinea che c’è bisogno, per essere salvati, dell’adesione del cuore che

viene dichiarata pubblicamente:

Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore,

e crederai con il tuo cuore

che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo (Rm 10,9)

Ecco un esempio di preghiera da far dire al fratello:

Signore Gesù, io credo che tu sei il Figlio di Dio

che sei venuto su questa terra per salvarci dal peccato.

Io credo che tu sei morto sulla Croce prendendo su di te i miei peccati

e sei risorto dai morti per donarmi la salvezza. Io oggi

ti accolgo nel mio cuore come unico Signore di tutta la mia vita.

Io oggi ti do autorità di disporre della mia vita

secondo la tua volontà.

Effondi su di me il dono del tuo Santo Spirito, perché io abbia la forza di vivere sempre come figlio di Dio.

Amen.

Puoi guidare il fratello in questa proclamazione, dicendo le singole frasi e facendole ripetere

a lui.

166 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù

Sii attento a proporgli di affidare la vita a Gesù e a non imporglielo. È un atto così decisivo

che deve essere fatto con gioia, nella piena libertà e solo quando il fratello si sentirà pronto.

b. Invoca la discesa dello Spirito Santo

Dopo che ha accolto Gesù nella sua vita, ravvivate insieme il dono dello Spirito Santo che

“fa nuove tutte le cose” (Ap 21,5a). Spiegagli la grande importanza di desiderare e di chiedere al

Padre, nel nome di Gesù, questo Dono per eccellenza, per vivere con Lui in piena comunione e

docilità. Puoi pregare così insieme al tuo fratello:

Spirito Santo, Tu sei sceso a Pentecoste sugli Apostoli

e hai dato loro una nuova vita;

Vieni su (nome del fratello), effondi il tuo Amore su di lui.

Vieni Spirito Santo, rinnovalo, benedicilo, consolalo,

illuminalo, rafforzalo e santificalo.

Ti apriamo il nostro cuore, Spirito Santo:

riempici della tua Presenza, facci conoscere Gesù.

Grazie, Signore, che hai ascoltato la nostra preghiera.

Puoi anche recitare l’Inno del Veni Creator Spiritus (vedi la relativa spiegazione nel capitolo

terzo di questo Manuale, dove si tratta della Forza dello Spirito Santo).

c. La confessione

Spesso la piena conversione avviene attraverso la confessione, perché in quel momento il

fratello si riconcilia con Dio con “cuore contrito e umiliato”, affidandoGli tutto il suo passato. Dio,

per il ministero della Chiesa, gli dona il perdono e la pace e tutto si rinnova in modo straordinario.

Con la necessaria delicatezza e discrezione invitiamo il fratello a confessarsi e, se è opportuno,

accompagnamolo dal sacerdote.

Può anche capitare che il fratello che stiamo evangelizzando si trovi in una situazione

familiare complessa (esempio: matrimonio civile, convivenza, secondo matrimonio...). Non

lasciamoci bloccare da queste situazioni, ma aiutiamolo comunque ad affidare a Gesù la sua vita e

poi invitiamolo a parlare col sacerdote. In questo caso è più utile per questo fratello avere con il

sacerdote un colloquio prolungato e sereno sulla sua situazione.

Talvolta le persone un po’ lontane confondono il colloquio col sacerdote con il sacramento

della riconciliazione. Tuttavia è importante che parlino con il sacerdote. Trovare una soluzione alle

irregolarità familiari non è compito del primo annuncio, ma è un lavoro da riservare a dopo

l’affidamento a Gesù e dopo l’inserimento in un gruppo di crescita cristiana.

Parrocchia delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa 167

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d. Invita a partecipare a un ritiro spirituale

A questo punto del processo di evangelizzazione è indispensabile proporre un ritiro

spirituale (o una forte esperienza spirituale), perché il fratello possa, con rinnovata convinzione e

decisione, accogliere Gesù e il Dono dello Spirito Santo.

Pertanto è importante collegare subito la nuova nascita nello Spirito con un forte evento

spirituale, che getti fondamenta solide, e con uno stabile cammino comunitario in piccoli gruppi

(ossia il passo successivo del processo di evangelizzazione, che è l’esperienza della Comunità

familiare di evangelizzazione).

In caso contrario è più probabile che il “seme della Parola di Dio”, seminato nel cuore del

fratello, rimanga in superficie senza mettere radici e quindi non germogli.

4. COSA FARE SE QUALCUNO RIMANDA L’AFFIDAMENTO A GESÙ?

Anche se le persone ormai credono che il Vangelo dica la verità (dunque hanno risolto i

maggiori dubbi di fede), ci possono essere ancora delle resistenze ad accettare Gesù ed affidarsi a

Lui. Hanno capito con la loro intelligenza che Gesù è la verità, ma non vogliono scegliere, con la

volontà, di mettere le redini della propria vita in mano al Signore, vogliono ancora riservarsi di fare

la propria volontà senza accogliere quella del Signore. Questo rifiuto della Signoria di Gesù si

manifesta nei seguenti modi.

a. Rifiuto dell'autorità del Signore

Non sono ancora disposti a lasciare che nessuno, neppure Gesù, sia il signore della loro vita.

Accade sovente quando le persone sono soddisfatte del loro stile di vita. È una delle più allarmanti

ragioni del rifiuto: credono, ma vogliono mantenere se stessi al centro della loro vita con la propria

personalità. Bisogna cercare di porre la persona di fronte al pericolo della sua posizione.

Spesso queste persone rifiutano l’autorità del Signore perché si fidano del loro stato

spirituale, e fondano la loro speranza di salvezza sulla loro moralità e sulla loro buona condotta

(Gal 3,10; Gc 2,10).

Alcune di queste persone dicono: “Dio è troppo buono per condannare le persone”.

Rm 2,2-5 è la parola adatta:

“Ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza

riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? Tu, però, con la tua durezza e il tuo

cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto

giudizio di Dio”.

La bontà di Dio ci spinge alla conversione. Il Signore ci scuote con il suo amore: “Ma voi

non volete venire a me per avere la vita!” (Gv 5,40).

168 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù

Se ti dice: “Io provo ad essere cristiano”. Tu puoi rispondere: “Ma bisogna accettare Gesù e

non solo impegnarsi ad essere cristiani”: “A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare

figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome” (Gv 1,12).

b. Paura

Pressioni della famiglia e dell'ambiente

In molti casi l'accettazione di Cristo potrà anche rappresentare la perdita di relazioni già

esistenti. E ciò può essere vero. Gesù stesso ne parla:

“Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una

spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla

suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me

non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua

croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto

la sua vita per causa mia, la troverà” (Mt 10, 34-39).

D'altra parte, l'accettazione di Cristo, con il conseguente cambiamento di stile di vita,

potrebbe essere ciò che porterà veramente la famiglia e gli amici alla conversione. “Credi nel

Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia” (At 16,31).

“Perderò tutti gli amici se accetterò Gesù Cristo”

Fai vedere la conseguenza di questa paura degli uomini e la certezza dell’uomo che teme

Dio e si confida con lui: “Il temere gli uomini pone in una trappola; ma chi confida nel Signore è al

sicuro” (Pr 29,25).

Dove conducono le cattive compagnie che essi vogliono frequentare? “Va’ con i saggi e

saggio diventerai, chi pratica gli stolti ne subirà danno” (Pr 13,20). La vera felicità è

nell’abbandonare gli empi “Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella

via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti” (Sal 1,1). Andando da Cristo essi

guadagneranno molto di più di quello che perdono: “Queste cose vi scriviamo, perché la nostra

gioia sia perfetta” (1Gv 1,4).

“Se diventerò cristiano, i miei affari ne risentiranno”; oppure “Non posso essere cristiano nella

professione che esercito”

In questo caso è utile far leggere il Vangelo, perché è meglio perdere il proprio denaro che la

propria anima: “Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria

anima?” (Mc 8,36).

Ancor di più, guardiamo alle promesse del Signore: “Non affannatevi dunque dicendo: Che

cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i

pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua

giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani,

perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena” (Mt 6,31-34).

Dio ci promette che se noi cerchiamo innanzitutto il suo Regno, Egli si incaricherà di

provvedere a tutti i nostri bisogni temporali. “Io penserò a te e tu penserai a me”. E forse il Signore

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Scuola di Evangelizzazione 2010-2011

si fa superare in generosità? Gesù Cristo ha promesso: “Io sono con voi tutti i giorni” (Mt 28,20). In

ogni difficoltà, anche lavorativa, Gesù non ci abbandonerà, sarà con noi e ci aiuterà.

“Se divento cristiano verrò deriso e magari perseguitato”

Non dite mai che questo non è vero, infatti: “Del resto, tutti quelli che vogliono vivere

piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati” (2Tm 3,12). “Se hanno perseguitato me,

perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20b).

Fate vedere che quello che dà il Signore è infinitamente meglio di quello che ci promette il

mondo: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di

male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei

cieli ” (Mt 5,10-12). (Vedi anche Rm 8,18; 2Tm 2,12, At 14,22; Mc 8,35).

É un privilegio essere perseguitati in nome di Cristo: “Essi se ne andarono dal sinedrio lieti

di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù” (At 5,41). “Che gloria sarebbe infatti

sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la

sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio” (1Pt 2,20-21).

“Bisogna rinunciare a troppe cose”

Il Signore non ci chiede di rinunciare al bene ma al male, perché il bene ci fa bene e il male

ci fa male!

“È troppo difficile vivere una vita veramente cristiana”

La vita cristiana è difficile, ma è bella e ci realizza pienamente: “Le sue vie sono vie

deliziose e tutti i suoi sentieri conducono al benessere” (Pr 3,17).

Con le nostre forze non possiamo nulla, ma se invochiamo il Signore avremo tutto l’aiuto

necessario: “Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla...

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato” (Gv

15,5.7).

La vita da figli di Dio è una vita piena di felicità. Al contrario la vita del malvagio e del

peccatore porta alla morte: “La speranza dell'empio è come pula portata dal vento, come schiuma

leggera sospinta dalla tempesta, come fumo dal vento è dispersa, si dilegua come il ricordo

dell'ospite di un sol giorno” (Sap 5,14).

c. Pressioni interne: paura di non riuscire ad abbandonare le abitudini di

peccato

Chi è in questa situazione, non riesce a capire che è una strategia del maligno: fare prevedere

il proprio futuro cammino spirituale come una continuazione degli errori del passato e togliere la

fiducia che il Signore Gesù darà la capacità, la grazia e la motivazione per superare le abitudini

peccaminose.

170 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù

Se i peccati non verranno abbandonati essi porteranno alla perdizione: “Non vi fate illusioni;

non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina

nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito

raccoglierà vita eterna” (Gal 6,7-8).

La capacità di abbandonare il peccato sta nella forza che ci viene da Cristo: “Tutto posso in

colui che mi dà la forza” (Fil 4,13). “Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò di vero cuore” (Os

14,5). Se noi perseveriamo nella preghiera, nella partecipazione ai Sacramenti, nella vita

comunitaria, riceveremo la forza di Dio per la conversione e la perseveranza. Il tempo dato in più

alla vita comunitaria non è tempo perso.

“Non lo merito!”

La persona che stai evangelizzando sente di non essere sufficientemente buona per meritare

il perdono e l'amore di Cristo. Questo rifiuto potrebbe anche esprimersi nelle parole: “Sono troppo

peccatore!”. “Come posso sapere che Dio mi perdona?”. “Prima stavo con il Signore, poi ho deciso

di allontanarmi e quindi ora non posso più tornare!”. “Dio non mi perdonerà mai!”.

È vero, nessuno di noi merita il perdono di Dio. Tuttavia Dio ce lo dà non perché lo

meritiamo, ma perché ci ama! In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che

ha amato noi (1Gv 4,10). Gesù è venuto proprio per salvare i peccatori. Il suo potere di perdono è

molto più grande di tutti i nostri peccati. Così scrive San Paolo:

Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per

salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia,

perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di

quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna (1Tm 1,15-16).

Puoi leggere anche: “Il figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”

(Lc 19,10). “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori,

Cristo è morto per noi” (Rm 5,6-8).

Non dite mai ad alcuno che il suo peccato “non è grande”, ma dite che il perdono di Dio è

sempre più grande del nostro peccato: “Davanti a lui rassicureremo il nostro cuore qualunque cosa

esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa” (1Gv 3,19-20). “Laddove

è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,20).

Non è vero che “Dio non mi perdonerà mai”, perché Dio ti perdona: forse sei tu che non ti

perdoni! Ma se Dio ti perdona, chi sei tu per non perdonarti? Saresti più intelligente di Dio? Rifiuta

l’orgoglio che non vuole farti accettare il tuo errore, accetta umilmente che hai sbagliato e la pace di

Dio entrerà in te.

“Cerco il Signore” ma non lo trovo, “non lo sento”

Il profeta Geremia ci dichiara che se cerchiamo Dio con tutto il nostro cuore, lo troveremo:

“Mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il cuore” (Ger 29,13).

Allora invitiamo il fratello che stiamo evangelizzando ad accettare Gesù per fede, anche se

non “sente” niente; invitiamolo a seguire Gesù e a impegnarsi nell’amare tutti in ogni circostanza e

poi il Signore, al momento opportuno, farà sentire la sua presenza. “Carissimi, amiamoci gli uni gli

Parrocchia delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa 171

Scuola di Evangelizzazione 2010-2011

altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha

conosciuto Dio, perché Dio è amore” (Gv 4,7-8).

Se il fratello che stiamo evangelizzando desidera provare la pace che possiedono i cristiani,

non può sperare di avere questa pace prima di essere andato da Cristo.

Se invece egli pensa che essere cristiani comporti avere il sentimento del peccato, occorre

spiegargli che Dio non richiede un sentimento, ma l’abbandono del peccato: Dio non chiede di

“sentire” che siamo peccatori, ma di riconoscere - alla luce della Parola di Dio - che lo siamo, di

confessarlo con sincero pentimento e di confidare in Cristo come Salvatore e come infinita

misericordia (At 16,13; Gv 1,12).

Notate che alcune persone possono essere bloccate da qualche grave peccato, per questo

‘non lo sentono’. Invitateli ad accogliere Gesù, a iniziare per fede una vita cristiana e poi, pian

piano, man mano che guarirà il loro cuore, cominceranno a sperimentare una nuova pace. Un

esempio di questo è quando una persona porta odio (che si manifesta in antipatia, indifferenza,

astio, rancore, risentimento), anche da molto tempo, per una persona (soprattutto se è vicina, della

famiglia o del suo ambiente di vita). Allora è chiamata ad accogliere Gesù, a decidere con la

volontà di perdonare e la pace verrà gradualmente nella misura in cui avviene la guarigione

interiore mediante la continua preghiera di benedizione e di perdono.

“Il mio cuore è troppo duro”

A chi dice così il Signore offre un cuore nuovo per sostituire quello di pietra:

“Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e

vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi

farò osservare e mettere in pratica le mie leggi” (Ez 36,26-27)

I “tiratardi”

Queste persone pensano che, se sarà dato loro abbastanza tempo, riusciranno da sole ad

essere “padrone dei propri atti”, a diventare da sole migliori e presentabili a Cristo. “Se aspetti di

essere padrone dei tuoi atti, non lo sarai mai”. “Puoi non avere domani”: “L'uomo è come un soffio,

i suoi giorni come ombra che passa” (Sal 144,4). “Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che

non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà” (Mt 24,44). “L'uomo che, rimproverato, resta di dura

cervice sarà spezzato all'improvviso e senza rimedio” (Pr 29,1).

“Ho altro da pensare per il momento; penserò alla mia conversione quando le mie cose andranno

bene”

Dobbiamo cercare “prima di tutto” il Regno di Dio e la sua giustizia: “Cercate prima il

Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,33).

172 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù

“Oggi non è il momento giusto, non è l’ora di Dio per la mia vita”; “Dio non mi ha fatto il dono

della fede, aspetto che me la dia”

Perché vuoi perdere tante occasioni di gioia che puoi avere già da questo momento? “Egli

dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco

ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!” (2Cor 6,2).

Dio è Tutto: il mio Dio.

Dio è sopra di me: il mio Signore

Dio è sotto di me: la mia Roccia

Dio è dinnanzi a me: la mia Mèta

Dio è dietro di me: la mia Forza

Dio è accanto a me: il mio Amico

Dio è unito a me: il mio Sposo

Dio è per me: il mio Salvatore

Dio è in me: la mia Vita

Parrocchia delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa 173

Scuola di Evangelizzazione 2010-2011

LABORATORIO PERSONALE E DI COPPIA

Studio della Bibbia (1): verifica sulle virtù umane e cristiane

Leggi Colossesi 3,12-14. Datevi un numero da 1 a 10. 1 è molto basso, 10 molto alto.

COMPASSIONE:

Partecipo profondamente al dolore e alla sofferenza delle persone che fanno parte del mio ambiente di vita.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

GENTILEZZA:

Manifesto parole e atti di conforto quando chi è vicino a me è giù di morale. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

UMILTÀ: Aiuto gli altri senza attirare l'attenzione su di me.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

DOLCEZZA: Tratto il dolore e la sofferenza altrui come una madre avrebbe cura di suo figlio. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

PAZIENZA:

So trasformare gli errori degli altri in opportunità per comprendere ed incoraggiare.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

SOSTEGNO:

So individuare chi sta avendo una giornata negativa ed alleviare il suo stato. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

PERDONO: Sono capace di riallacciare relazioni interrotte senza dover imporre o difendere

il mio punto di vista. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

AMORE: Sono capace di sacrificarmi per il bene e la crescita degli altri, come Cristo

diede se stesso per me. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

174 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù

Quale qualità ha avuto il punteggio più alto?

Quale qualità ha avuto il punteggio più basso?

Qual è la cosa che potresti fare per migliorare la qualità che ha avuto il

punteggio più basso?

Parrocchia delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa 175

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Studio della Bibbia (2): Il rifiuto

Pensate ai seguenti personaggi delle Scritture e al motivo per cui rifiutavano Cristo nei passaggi indicati. È importante abituarsi a riflettere sulla situazione spirituale delle

persone che incontriamo. Per questo valutate e ricordate le ragioni del rifiuto.

Diceria Mancanza di comprensione Insidie del peccato

Ignoranza Dubbi intellettuali Rifiuto della Signoria di Gesù Distorsione (vedi cap. VII) Pressioni familiari

e dell’ambiente

1. Giovane ricco (Mc 10,17-23)

2. Farisei (Gv 11,46-53)

3. Nicodemo (Gv 3,1-5)

176 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù

4. Donna al pozzo (Gv 4,15-20)

5. Ladrone non credente (Lc 23, 39)

6. Agrippa (At 26, 27-29)

7. Efesini (At 19,23-34)

8. Ateniesi (At 17,16-32)

Parrocchia delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa 177

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Preghiera di fiducia e di abbandono

“Signore, io decido la cosa più importante della vita: di non prendere più cura di me.

Mi affido a te.

Mi metto nelle tue mani. Mi abbandono a te.

Mi fido della tua Sapienza: io so che tu sei più sapiente di me. Mi fido del tuo Amore: io so che tu mi ami più di quanto io mi amo.

Mi fido della tua Potenza: io so che tu puoi ancora tutto, quando io non posso più nulla.

Mi fido della tua Fantasia: io so che tu sei il Dio dei progetti, anche quando io non so più che cosa fare di me stesso.

Mi fido della tua Paternità: d’ora innanzi mi lascerò condurre per mano da te,

come un bambino si lascia condurre per mano dal suo papà. Mi fido della tua Maternità: d’ora innanzi riposerò sulle tue braccia

come un bambino riposa sulle braccia della mamma.

Mi fido della tua Amicizia: d’ora innanzi avrò verso di te quella confidenza, quella tenerezza, quell’amore che rendono belle le amicizie umane.

Signore, sono stato sconvolto da quello che tu dici nel capitolo 12 di Luca. Tu mi assicuri

che vesti splendidamente i gigli del campo; che ti occupi dei passi del cielo; che hai contato tutti i capelli del mio capo;

che non devo avere ansia per ciò che mangerò; che non devo preoccuparmi per come vestirò;

che non devo temere neppure quelli che uccidono il corpo perché, dopo aver ucciso il corpo, non possono più fare nulla; che io devo solo cercare di farti regnare su di me;

che devo solo cercare di farti regnare su tutti; che tutto il resto, tu me lo darai in aggiunta;

Signore, io credo alla tua parola. Ti faccio Signore della mia vita.

Ti faccio padrone del mio futuro. Mi consegno a te senza resistenza, ora e sempre.

D’ora innanzi io penserò a te e tu penserai a me. E vivrò in una pace così grande,

che sarà l’anticipazione di quella pace che tu mi hai preparato nel Regno!”. (Nicola De Martini)

178 Capitolo 7 – Evangelizzazione e affidamento della vita a Gesù