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187 CAPITOLO IV UN COMPLESSO TURISTICO ECOLOGICO INTEGRATO SULLA COSTA JONICA DELLA BASILICATA: IL PROGETTO MARINAGRI1. Introduzione Il turismo comincia a rappresentare un’importante voce nell’economia della regione Basilicata. Su tale crescita un’importanza fondamentale ha avuto l’intervento pubblico regionale che dall’inizio degli anni Novanta ha mobilitato consistenti risorse finanziarie a sostegno dello sviluppo del settore: si pensi che nel decennio 1990-2000, la spesa destinata alle attività turistiche ammonta a circa 31,2 milioni di euro l’anno, livello di spesa tra i più elevati a livello nazionale. Ciò ha indubbiamente contribuito allo sviluppo e al rafforzamento del settore che ha registrato, infatti, ritmi di crescita decisamente sostenuti e superiori alla media nazionale. Ma è soprattutto nel triennio 2001-2003 che vi è stato un particolare interesse verso il settore turistico sia a livello comunitario e nazionale che regionale, attraverso una serie di Leggi e Programmi volti al suo sviluppo. Nel periodo considerato, le risorse finanziarie destinate al settore turistico della Basilicata, attraverso le Leggi e i Programmi nazionali per il turismo, il POR 2000-2006 della Basilicata cofinanziato dai FS europei, e gli strumenti della programmazione negoziata ammontano complessivamente a 140,4 milioni di euro che, assieme alle risorse attivate dalla Regione Basilicata, hanno reso disponile per lo sviluppo del settore turistico lucano 192,8 milioni di euro 2 . 1 La descrizione del Progetto Marinagri nel presente capitolo fa riferimento al documento originale che lo descrive: Marinagri Spa, Progetto Marinagri, Confidential Information Memorandum, Policoro 2003. 2 Con riferimento alle Leggi nazionali a favore del turismo, con la Legge n. 135 del 2001 Riforma della legislazione nazionale del turismo viene istituito presso il Ministero dell’industria, il Fondo di cofinanziamento dell’offerta turistica, le cui risorse sono ripartite annualmente tra le Regioni e le Province autonome, per il sostegno di interventi finalizzati al miglioramento della qualità dell’offerta turistica e per la promozione di progetti di sviluppo turistico regionali ed interregionali. Altre risorse per il settore turistico della regione sono derivate dalla Legge n. 549 del 1995 e dalla Legge n. 266 del 1997, dirette al cofinanziamento di Programmi regionali per la riqualificazione delle attività commerciali e turistiche, sia attraverso interventi di natura infrastrutturale e sia attraverso la concessione di aiuti alle imprese appartenenti ai settori del commercio e del turismo. Inoltre, il Ministero delle attività produttive ha attivato tra il 1999- 2001, 3 Bandi della Legge 488, attraverso cui ha consesso alla Regione agevolazioni per 44,4 milioni di euro, per progetti di investimento nel settore turistico. Unioncamere Basilicata (a cura di), La spesa per il turismo in Basilicata: soggetti, risorse, finalità, effetti, Rapporto dell’Osservatorio Turistico Regionale 2003, Regione Basilicata, Potenza 2004, pp. 2-8.

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CAPITOLO IVUN COMPLESSO TURISTICO ECOLOGICO INTEGRATO SULLA

COSTA JONICA DELLA BASILICATA: IL PROGETTO MARINAGRI1.

IntroduzioneIl turismo comincia a rappresentare un’importante voce nell’economia della regione Basilicata. Su tale crescita un’importanza fondamentale ha avuto l’intervento pubblico regionale che dall’inizio degli anni Novanta ha mobilitato consistenti risorse finanziarie a sostegno dello sviluppo del settore: si pensi che nel decennio 1990-2000, la spesa destinata alle attività turistiche ammonta a circa 31,2 milioni di euro l’anno, livello di spesa tra i più elevati a livello nazionale. Ciò ha indubbiamente contribuito allo sviluppo e al rafforzamento del settore che ha registrato, infatti, ritmi di crescita decisamente sostenuti e superiori alla media nazionale. Ma è soprattutto nel triennio 2001-2003 che vi è stato un particolare interesse verso il settore turistico sia a livello comunitario e nazionale che regionale, attraverso una serie di Leggi e Programmi volti al suo sviluppo. Nel periodo considerato, le risorse finanziarie destinate al settore turistico della Basilicata, attraverso le Leggi e i Programmi nazionali per il turismo, il POR 2000-2006 della Basilicata cofinanziato dai FS europei, e gli strumenti della programmazione negoziata ammontano complessivamente a 140,4 milioni di euro che, assieme alle risorse attivate dalla Regione Basilicata, hanno reso disponile per lo sviluppo del settore turistico lucano 192,8 milioni di euro2.

1 La descrizione del Progetto Marinagri nel presente capitolo fa riferimento al documento originale che lo descrive: Marinagri Spa, Progetto Marinagri, Confidential Information Memorandum, Policoro 2003.2 Con riferimento alle Leggi nazionali a favore del turismo, con la Legge n. 135 del 2001 Riforma della legislazione nazionale del turismo viene istituito presso il Ministero dell’industria, il Fondo di cofinanziamento dell’offerta turistica, le cui risorse sono ripartite annualmente tra le Regioni e le Province autonome, per il sostegno di interventi finalizzati al miglioramento della qualità dell’offerta turistica e per la promozione di progetti di sviluppo turistico regionali ed interregionali. Altre risorse per il settore turistico della regione sono derivate dalla Legge n. 549 del 1995 e dalla Legge n. 266 del 1997, dirette al cofinanziamento di Programmi regionali per la riqualificazione delle attività commerciali e turistiche, sia attraverso interventi di natura infrastrutturale e sia attraverso la concessione di aiuti alle imprese appartenenti ai settori del commercio e del turismo. Inoltre, il Ministero delle attività produttive ha attivato tra il 1999- 2001, 3 Bandi della Legge 488, attraverso cui ha consesso alla Regione agevolazioni per 44,4 milioni di euro, per progetti di investimento nel settore turistico. Unioncamere Basilicata (a cura di), La spesa per il turismo in Basilicata: soggetti, risorse, finalità, effetti, Rapporto dell’Osservatorio Turistico Regionale 2003, Regione Basilicata, Potenza 2004, pp. 2-8.

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Nel periodo 1999-2003, le presenze turistiche in Basilicata sono aumentate ad un tasso medio annuo del 6,3%. Tale crescita è stata favorita, in particolare dal forte dinamismo delle due aree di turismo balneare della regione, Maratea e il Metapontino, che hanno registrato incrementi di presenze rispettivamente del 7% e del 12%. Ad un maggiore sviluppo turistico del Metapontino e più in generale dell’intera regione potrà senza dubbio contribuire, la realizzazione del Progetto Marinagri: un Complesso turistico ecologico integrato, dotato di una vasta gamma di servizi qualificati in grado di assicurare una fruizione turistica durante un arco di stagione che si estende oltre i tradizionali mesi estivi, ovvero in grado di destagionalizzare le presenze, che il gruppo Marinagri prevede di realizzare (entro luglio 2007) su un’area umida di 300 ettari nel territorio di Policoro, situata lungo un tratto di circa 7 km di spiaggia sulla costa jonica della Basilicata, alla foce del fiume Agri. Il Progetto Marinagri è stato finanziato con un contratto di programma approvato dal CIPE nel dicembre 2002, nell’ambito del “ Progetto Costa d’Oro” del Consorzio omonimo, una società consortile a responsabilità limitata per lo sviluppo turistico della costa jonica della Basilicata costituita nel marzo 1998 dalla Marinagri Spa, dalla Siritide Srl, e dalla Nettis Resort Srl. In particolare, il contratto di programma prevede per il Consorzio Costa d’Oro un investimento di circa 93 milioni di euro, di cui circa 52 finanziati dal CIPE. Nell’ambito del “Progetto Costa d’Oro”, la Marinagri sulla base di una proposta di investimento pari a circa 50 milioni di euro ottiene, invece, un finanziamento dal CIPE pari a 26 milioni di euro3.

1. Il Progetto MarinagriIl progetto turistico Marinagri che l’omonima azienda prevede di realizzare entro luglio 2007 su un’area del comune di Policoro, sulla costa jonica della Basilicata, è incentrato sulla realizzazione di Complesso turistico ecologico integrato articolato in quattro strutture collegate tra loro, quali un villaggio portuale, un polo turistico ricettivo, un’area dedicata ad attività ricreative, un villaggio lagunare. Il villaggio portuale comprende: un porticciolo turistico denominato Akiris, destinato ad accogliere prevalentemente imbarcazioni di medie dimensioni a vela e a motore (circa 225 posti barca) e dotato di cantiere navale e rimessaggio, di un impianto

3 Marinagri Spa, op. cit., p. 8.

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distribuzione carburanti e rivendita attrezzature nautiche; un club nautico; 72.000 mq di locali destinati ad appartamenti residenziali; 11.000 mq di locali destinati a servizi commerciali; un disco bar; un ristorante; uno yachting club; un hotel a 4 stelle (Hotel Ormos) dotato di circa 200 posti letto; un villaggio turistico (Villaggio Oia) dotato di 600 posti letto; un centro benessere/talassoterapia; ed infine una chiesa. Nell’area retrostante il villaggio portuale, intorno ad una laguna artificiale sarà invece realizzato il villaggio lagunare, dove si prevede di costruire delle piccole ville uni o bifamiliari. Il polo turistico ricettivo, situato nella zona nord del comprensorio e in particolare in un’area intorno ad un’altra vasta laguna artificiale è costituito, invece, da un complesso alberghiero dotato di una capacità ricettiva di circa 1400 posti letto; da un centro congressi costituito da un auditorium dotato di 500 posti; e da un anfiteatro destinato ad attività culturali e di spettacolo. Infine, le attività ricreative previste all’interno del Complesso Marinagri comprendono: un campo da golf; un parco acquatico con annesso delfinario naturale; un parco ornitologico; un orto botanico; e un centro sportivo polifunzionale (palestre, sport club, caffé, solarium, 4 campi da tennis, campi di calcetto, mini golf, bocce, tiro con l’arco, aree ricreative per bambini, due piscine, di cui una olimpionica e una riservata ai bambini; e un centro ippico)4. Tre sono i pilastri alla base dell’ideazione del Progetto Marinagri:

Valorizzazione dell’ambiente. Il Complesso turistico ecologico Integrato Marinagri sorgerà su un’area del territorio della Basilicata ad alto valore naturalistico ed ambientale: un’area umida di 300 ettari nel territorio di Policoro, situata lungo un tratto di circa 7 km di spiaggia sulla costa jonica della Basilicata alla foce del fiume Agri, tra le pinete poste a dimora negli anni Cinquanta del secolo scorso, per risanare le paludi che caratterizzavano tutto l’arco costiero. Il Progetto mira salvaguardare e valorizzare, ai fini turistici, l’ambiente preesistente. Il parco acquatico con annesso delfinario naturale sorgerà, infatti, su un bacino già esistente di circa 97.000 mq, il quale sarà diviso in due parti: sulla prima, dopo alcuni interventi di rifacimento delle sponde (del tipo naturali) in linea con i principi sanciti dalla Convenzione di Washington sulle specie protette, e la realizzazione di scogliere sommerse per migliorare l’habitat per le specie acquatiche presenti, sorgerà il parco acquatico con annesso delfinario naturale; sulla seconda sorgerà l’area di pesca sportiva (pesca

4 Ibidem, pp. 17-24.

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con mosca, spinning leggero, ecc) previo ripopolamento delle specie presenti. Il Progetto, prevede inoltre di dotare il parco di un impianto di depurazione delle acque e di un sistema di riscaldamento per ospitare i delfini nel periodo invernale. Anche il parco ornitologico sorgerà su un’area già esistente di circa 278.000 mq caratterizzata da un bacino di acqua dolce circondato da vegetazione palustre. In questo caso si tratta di riprodurre un habitat naturale idoneo alla presenza delle numerose specie acquatiche presenti nell’area attraverso un’attività di pastorizzazione, e di controllare i flussi migratori delle stesse attraverso un costante monitoraggio del territorio; rendendo così allo stesso tempo l’area in questione maggiormente fruibile ai visitatori. Su un’area adiacente al polo turistico ricettivo, attualmente ricoperta da macchia mediterranea prevalentemente arbustiva, esempio di formazione vegetale spontanea sopravvissuta alle imponenti opere di trasformazione fondiaria che hanno interessato il territorio della Piana metapontina ed in particolare quello di Policoro, sorgerà l’orto botanico previa classificazione, valorizzazione e recupero delle essenze autoctone. Si tratta in sostanza di valorizzare questa particolare formazione vegetale con interventi mirati alla ricostituzione di uno strato arbustivo ed arboreo più ricco e stabile, con le principali specie dell’ambiente del Mediterraneo, e allo stesso tempo di tutelarla garantendo una fruizione del parco compatibile.

Destagionalizzazione delle presenze.Il progetto, attraverso la varietà dell’offerta programmata in grado di accontentare diversi profili di utenza e la qualità del clima che consente un prolungamento della stagione estiva da aprile a novembre, mira alla destagionalizzazione delle presenze quale mezzo per massimizzare i tassi di occupazione, incrementare l’occupazione ed assicurare alle imprese del settore turistico dell’area l’opportunità di competere con le classiche mete del turismo europeo e mondiale dove, già da diversi anni si opera in tale direzione.

L’ infrastrutturazione tecnologica.Il progetto mira alla semplificazione totale delle esigenze quotidiane dei residenti e degli ospiti del Complesso turistico nonché a creare un rapporto innovativo tra gli stessi ed il contesto naturalistico in cui sono immersi, attraverso l’informatizzazione totale delle strutture presenti. In particolare, si prevede la cablatura in fibra ottica di ogni singola abitazione che permetterà la realizzazione di un sistema di comunicazione con il cliente, e la dotazione di ogni appartamento di terminali

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touch screen, ovvero punti di informazione a schermo tattile, per permettere al turista di richiedere e ottenere i vari servizi (attrezzature da noleggiare, servizio domestico, baby sitter) nel minor tempo possibile; e la possibilità di interagire via audio/video con un servizio di assistenza 24 h su 24 h per la risoluzione di eventuali problemi nel corso della permanenza nel Complesso turistico. Inoltre, il Progetto prevede di dotare i locali pubblici del Complesso Marinagri di info point touch box, per consentire ai visitatori di accedere al portale internet del Complesso ed ottenere informazioni sulle attività sportive, ricreative e culturali, all’interno di Marinagri, nonché sugli eventi della stagione a livello regionale e nazionale5.

2. Ideazione, progettazione e sviluppoIdeatrice del Progetto Marinagri è la Ittica Valdagri Spa, un’azienda di acquacoltura della famiglia Vitale, con sede in Policoro, che inizia la propria attività nel 1972 come impianto di allevamento di specie ittiche pregiate. Successivamente, dal 1983 al 1992, l’azienda attraverso la propria Divisione servizi opera nel settore dei progetti internazionali di cooperazione allo sviluppo finanziati dal Ministero degli Affari esteri e da altre istituzioni internazionali (FAO, UE, BAD, ecc.) effettuando, in particolare, sia progetti operativi di sviluppo della pesca artigianale (in Guinea, Bissau, Tunisia, ecc.) che studi di fattibilità, commissionati ad hoc, sulla pesca e l’acquacoltura nei Paesi in via di sviluppo6. L’idea di dare vita ad un impianto di acquacoltura integrata di oltre 300 ettari, a sud della foce del fiume Agri, nasce dalla constatazione dell’esistenza di una piccola area lacustre comunicante con il mare, dotata di una ricca fauna marina. Tale area si forma a seguito dell’alluvione del 1959, quando il corso del fiume Agri, che nel tratto terminale è costituito da un’ampia curva di circa 5 km, trova uno sbocco verso il mare, con un percorso rettilineo lungo poco più di un km. L’alveo abbandonato, nell’arco dei dieci anni trascorsi dal cambiamento del letto del fiume rimane in comunicazione con il mare dando luogo ad un ricambio periodico dell’acqua, grazie al fenomeno naturale delle maree, consentendo di conseguenza la ricca presenza di specie ittiche. Ciò crea dunque le condizioni favorevoli alla creazione da parte della Ittica Valdagri di un impianto con bacini estensivi. Inoltre, tale impianto è integrato con il complesso naturalistico della

5 Ibidem, p. 30.6 Marinagri Spa, op. cit., p.12.

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foce dell’Agri ed è rifugio di una ricca fauna. In più, nel centro dell’impianto sono conservati dieci ettari di macchia mediterranea che permettono il mantenimento di un equilibrio naturale, e in questo modo la Ittica Valdagri assume il doppio ruolo tipico dell’acquacoltura sviluppata su vaste estensioni, quello produttivo e quello di salvaguardia delle aree umide7. Nel 1990 il Consiglio Regionale di Basilicata approva come già accennato il “Piano territoriale paesistico di area vasta del Metapontino” con il quale sono segnalate, in virtù della presenza di spiccate emergenze ambientali, alcune aree del territorio meritevoli di cura ai fini della programmazione urbanistica. In tali aree, denominate “Ambiti”, la programmazione urbanistica è demandata ad una programmazione particolareggiata da esplicarsi attraverso la redazione di specifici Piani particolareggiati esecutivi (PPE) di iniziativa comunale con specifica considerazione dei valori ambientali, e attuativi delle perimetrazioni e delle previsioni del “Piano territoriale paesistico di area vasta del Metapontino”. Una delle aree soggette a Piano particolareggiato denominata “Foce Agri” è posizionata a cavallo del confine dei Comuni di Policoro e Scanzano Jonico ed è occupata per circa il 90% dall’impianto di acquacoltura della Ittica Valdagri Spa. Per tale area, il “Piano territoriale paesistico di area vasta del Metapontino” prevede la possibilità di trasformazioni a carattere insediativo ed infrastrutturale, previa verifica di compatibilità ambientale, individuando tra gli usi compatibili oltre alle attività ittiche ed agroindustriali un nuovo uso naturalistico, ricreativo e di svago. Il Piano prevede comunque la redazione di un PPE da parte dei Comuni interessati.8. Nel giugno 1995 il Comune di Policoro apre il cosiddetto sportello urbanistico attraverso il quale possono essere prese in considerazione proposte di sviluppo dell’area “Foce Agri” purché compatibili con gli obiettivi di carattere generale individuati nel Piano territoriale paesistico del Metapontino. La Ittica Valdagri Spa costituisce tramite lo scorporo dal proprio patrimonio di un’ampia parte di terreni una società di scopo dedicata allo sviluppo di un progetto turistico, la Energia Basilicata Srl, e il 10 giugno 1995 presenta la propria proposta progettuale il “Progetto Marinagri”. Nello stesso anno, la Energia Basilicata Srl si trasforma nella Marinagri Spa, una società di scopo specificatamente dedicata allo sviluppo del progetto omonimo. La Marinagri Spa è proprietaria di tutto il comprensorio 7 Buccolo N., Policoro antico e moderno…, cit., pp. 51-52.8 Si veda Legge Regionale n. 3 del 12 febbraio 1990, Approvazione del Piano Paesistico di Vasta area del Metapontino.

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oggetto di sviluppo immobiliare che rappresenta circa il 70% di tale territorio, mentre il restante 30%, di proprietà della Ittica Valdagri SPA, manterrà una destinazione di recupero ambientale. La Marinagri Spa, presieduta da Vincendo Vitale, è detenuta per il 66,5% dalla Ittica Valdagri Spa, per il 29,93% dalla Natuzzi Casa Srl, per il 3,3% dalla Sveviapol Srl, per lo 0,01% dalla Zores Srl, e per lo 0,23% dalla Edil Co Srl. La Ittica Valdagri si occuperà della gestione dell’area attigua a quella dove sorgerà il Complesso turistico, sulla base di attività di supporto al turismo (pesca sportiva, Parco ornitologico, Delfinario, Orto botanico, ecc.); si tratta in pratica di gestire l’equilibrio idraulico ed ambientale dell’intero Complesso. Per quanto riguarda le altre società del gruppo Marinagri, la Natuzzi Casa Spa rappresenta, come già accennato, il veicolo con cui la famiglia Natuzzi decide di investire nel settore immobiliare; la Sveviapol Srl è invece una società di Lecce che opera a livello nazionale e locale nel campo dei servizi di vigilanza e di sicurezza per le imprese commerciali, ed è anche azionista della Ittica Valdagri Spa detenendo circa il 20% del capitale sociale. Infine, la Edil Co Srl è un’impresa edile di Altamura (Bari) specializzata nella realizzazione di opere pubbliche e private nonché nei lavori di restauro9. Il 26 maggio 1996 il Consiglio Comunale di Policoro approva la variante al Piano regolatore generale che sancisce la trasformazione delle aree così come richiesto dalla Ittica Valdagri individuando in esse la zona portuale e gli insediamenti turistici, pur demandando al PPE la puntualizzazione degli interventi previsti e le norme di attuazione degli stessi. Il Piano Particolareggiato Esecutivo di Iniziativa Comunale con specifica considerazione dei valori ambientali “Foce d’Agri”, redatto tra la primavera del 1994 e l’autunno del 1996 dall’architetto Davide Maria Dioguardi con la supervisione del Gruppo di coordinamento regionale dei Piani paesistici esecutivi, è approvato dalla Giunta Regionale di Basilicata il 9 settembre 1997. La Giunta ritiene in ogni modo necessario il raggiungimento di un’intesa tra le due Amministrazioni Comunali interessate all’attuazione del PPE, quella di Policoro e di Scanzano Jonico10. Nel marzo 1998 la Marinagri Spa costituisce assieme alla Siritide Srl, un’azienda agricola di Novasiri costituita nel 1986, e alla Nettis Resort Srl, un’azienda di

9 Marinagri Spa, op. cit., p. 12.10 Si veda DPGR n. 711 del 09 settembre 1997, Approvazione del Piano Particolareggiato Esecutivo di Iniziativa Comunale con specifica considerazione dei valori ambientali Foce d’Agri.

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Pisticci che opera nel settore della costruzione e della gestione di strutture turistiche ricettive, il Consorzio Costa d’Oro, una società consortile a responsabilità limitata per lo sviluppo turistico della costa jonica della Basilicata, presentando domanda di accesso alla “programmazione negoziata” per la realizzazione di un articolato piano di investimenti da realizzarsi nella provincia di Matera, il “Progetto Costa d’Oro”. Il 28 settembre 1999 la Marinagri ottiene l’approvazione del progetto preliminare del porticciolo turistico con apposita Conferenza di Servizi, indetta dal sindaco del Comune di Policoro. Nel corso della Conferenza il responsabile dell’Ufficio compatibilità ambientale della Regione Basilicata, intervenuto ai lavori, invita la Marinagri ad applicare la legge Disciplina della Valutazione di Impatto Ambientale e Norme per la tutela dell’Ambiente (Legge Regionale n. 47 del 14 dicembre 1998 che recepisce il D.P.R. del 12 aprile 1996 emanato in conformità alla direttiva CEE 85/377 e 97/11) per quanto riguarda l’intero Centro turistico Ecologico Integrato, ed ovviamente ad assoggettare il porticciolo turistico “Akiris” che del Centro stesso rappresenta una componente, alla valutazione di impatto ambientale (VIA). La Marinagri affida la redazione dello studio di impatto ambientale alla società ET&M Snc di Policoro, specializzata nei settori dell’ingegneria idraulica ed ambientale che lo concluderà nel 2000 11. Sul finire del 1999 i Comuni di Policoro e Scanzano Jonico firmano la bozza di intesa relativa all’attuazione del PPE “Foce Agri” con le rispettive deliberazioni consiliari, n. 39 del 16/11/99 e n. 58 del 12/11/99; successivamente, però, il Comune di Scanzano Jonico si rifiuta di sottoscrivere l’accordo, e su richiesta del Comune di Policoro, la Regione Basilicata con il DPGR n.157 del 21 aprile 2000 integra il DPGR n.711 del 9 settembre 1997 stabilendo le procedure per la stipula dell’intesa tra i due Comuni per consentire l’attuazione del PPE “Foce Agri”. In conformità al DPGR n.157 del 21 aprile 2000 il presidente della Regione convoca per il 4 dicembre dello stesso anno una Conferenza di servizi tra i due Comuni. Nella documentazione trasmessa in allegato alla lettera di convocazione della Conferenza è stralciato lo Studio di impatto ambientale, previsto dal Decreto dei Ministeri dei Trasporti, Ambiente e Lavori Pubblici del 14 aprile 1998, Approvazione dei requisiti per la redazione dei progetti da allegare ad istanze di concessione demaniale marittima per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto, in quanto oggetto di percorso parallelo come espressamente

11 Marinagri Spa, op. cit., p. 31.

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richiesto dall’Ufficio di compatibilità ambientale della Regione Basilicata. Considerato che né in sede di Conferenza di servizi né nei successivi incontri si giunge ad un’intesa tra i due Comuni, in applicazione del DPGR n.157 del 21 aprile 2000 è promulgato il DPGR n. 299 del 16 ottobre 2001, con il quale la Regione Basilicata disciplina le modalità attuative del PPE “Foce Agri”, in sostituzione dell’intesa che sarebbe dovuta intervenire tra i Comuni di Policoro e Scanzano Jonico. In esecuzione di quanto contenuto nel DPGR n. 711 del 9 settembre 1997 e del DPGR n. 299 del 16 ottobre 2001 il gruppo Marinagri ha potuto sottoscrivere tra il 2002 ed il 2005 le convenzioni con i due Comuni per l’attuazione dei vari comparti urbanistici12.

3. La valutazione di impatto ambientale del Complesso turistico ecologico integrato MarinagriCome già accennato, la Marinagri affida l’incarico di elaborare lo studio di impatto ambientale del Complesso turistico omonimo alla ET&M, società specializzata nei settori dell’ingegneria idraulica ed ambientale, con sede in Policoro. Nello studio, concluso nel 2000 ed intitolato Studio di impatto ambientale relativo alla progettualità del Complesso Turistico Ecologico Integrato Marinagri, la ET&M valuta i possibili impatti negativi della realizzazione del Complesso turistico sul territorio di riferimento, le indagini eseguite a supporto della progettazione, e gli interventi previsti per mitigare gli eventuali impatti13. Con riferimento al porticciolo Akiris, nello Studio si evidenzia come la sua localizzazione sulle aree della Marinagri, in territorio del Comune di Policoro e al confine con il Comune di Scanzano Jonico, presso la foce del fiume Agri, sia scaturita da precedenti studi eseguiti a scala regionale. In particolare, si evidenzia che il porticciolo turistico porta a compimento un iter burocratico amministrativo, a livello di governo regionale, durato anni, e risoltosi con la scelta della localizzazione finale del porto, dove proposto dalla Marinagri, ad opera della V Commissione regionale assetto del territorio, urbanistica e trasporti che nel febbraio 1992 approva lo studio di fattibilità redatto dalla società Aquater Spa compresa la scelta della localizzazione finale, in destra del fiume Agri. Sulle

12 Si veda, DPGR n. 299 del 16 ottobre 2001 Approvazione del Piano Particolareggiato Esecutivo di Iniziativa Comunale con specifica considerazione dei valori ambientali Foce d’Agri.13 ET&M Snc, Studio di impatto ambientale relativo alla progettualità del Complesso Turistico Ecologico Integrato Marinagri, Policoro 2000, p. 4.

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diverse soluzioni prospettate dalla Aquater (a destra del fiume Bradano, a destra del fiume Agri, a destra del fiume Sinni) la scelta della soluzione in destra Agri deriva da due considerazioni: la prima è che l’area dispone già, per la contiguità con Policoro, di articolati insediamenti urbani in grado di rispondere alla domanda di servizi civili, amministrativi, ricettivi e turistici conseguenti alla costruzione del porto turistico; la seconda è che la localizzazione del porto nell’area in questione, situata a soli pochi km di distanza dall’area del Pollino, rafforza la scelta di un turismo integrato mare-monti, assunta nella strategia di sviluppo regionale. Inoltre, la scelta operata dalla Regione si fonda anche sul fatto che nell’area a destra della foce dell’Agri il porto già esiste in quanto per la sua realizzazione si prevede di utilizzare un bacino di acquacoltura dimesso, a ridosso della costa. L’ubicazione del porto nella parte terminale del sistema lagunare e dell’impianto di acquacoltura ha inoltre il vantaggio di assicurare un flusso continuo di acqua garantendo così la circolazione della stessa nell’area portuale, contrastando gli eventuali fenomeni di interrimento del canale di ingresso e ottenendo in tal modo la funzionalità del porto fluviale. Per quanto riguarda la tipologia di porto turistico da realizzare la Aquater Spa. ipotizza un porto ad imboccatura protetta da moli poco aggettanti rispetto alla costa, con darsene interne ottenute per escavazione allo scopo di limitare i riflessi negativi sui litorali limitrofi e di assicurare un’adeguata protezione rispetto ai venti ed al moto ondoso14. Una volta fissata la localizzazione del porto, la Marinagri ha optato per una soluzione portuale prevalentemente interna la quale secondo lo Studio della ET&M presenta ulteriori vantaggi sia da un punto di vista ambientale (contenuta interferenza con il trasporto solido e minore impatto sulla fascia costiera) e sia da un punto di vista economico rispetto ad una soluzione esterna (porto conquistato al mare). Inoltre, la tipologia di porto interno fa sì che l’intervento si armonizzi totalmente, da un punto di vista dell’impatto visivo, con l’area circostante costituita da bacini allagati. Le indagini eseguite a supporto della progettazione del porticciolo, prese in considerazione dallo Studio sono consistite in uno studio specifico sulle caratteristiche geologiche e geotecniche dei terreni, un apposito rilievo batimetrico della porzione di mare prospiciente le opere da realizzare e uno studio meteo-marino. Quest’ultimo in particolare, effettuato attraverso la Modimar Srl, una società di servizi specializzata nel campo dell’ingegneria

14 Ibidem, p. 8-10.

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idraulica, è consistito: nell’analisi del regime dei venti, necessaria per la scelta dell’orientamento dei pontili di attracco delle imbarcazioni, e per lo studio della variabilità dei livelli idrici; nell’analisi delle variazioni del livello medio marino, necessaria per stabilire la quota di coronamento dei muri di sponda e delle opere esterne portuali; nell’analisi delle correnti di circolazione generale, necessaria per lo studio del trasporto solido litoraneo; ed infine nell’analisi della temperatura ed umidità dell’area. La ET&M mette in risalto che lo studio dell’impatto delle opere esterne portuali sulla morfologia costiera, condotto mediante l’applicazione del modello numerico del tipo ad una linea definito “Aries” sviluppato dalla Modimar e dal Polo idraulico dell’ENEL, ha evidenziato che la zona localizzata in prossimità della foce del fiume Agri è caratterizzata da una marcata erosione della linea di riva e che il trasporto solido costiero è diretto prevalentemente da sud verso nord. Lo studio ha, inoltre, confermato il progredire dell’attuale arretramento del tratto di costa adiacente alla foce dell’Agri, con valori massimi di circa 70 metri nella zona sottoflutto (nord-est) rispetto all’esistente opera di presa a mare dell’impianto di acquacoltura della Ittica Valdagri. In definitiva, è emerso che la realizzazione di nuove opere esterne potrebbe accentuare l’erosione sottoflutto al porto e determinare un avanzamento della spiaggia nella zona di sopraflutto. Alla luce di tali risultati è apparsa dunque la necessità di realizzare, a nord delle opere portuali, un sistema di difesa per garantire il riequilibrio della fascia costiera interessata da vistosi fenomeni di erosione dell’apparato fociale del fiume Agri. Tale sistema consiste: in una barriera artificiale lunga 860 metri, disposta paralelamente alla linea di riva ad una distanza di circa 250 metri e su fondali dell’ordine di 3-5 metri; nel versamento di sabbia (circa 30.000 metri cubi annui) avente caratteristiche congruenti con quella nativa tale da determinare un avanzamento della linea di riva pari a 50 metri rispetto alla posizione attuale; nella realizzazione sempre a tergo della barriera distaccata di tre pennelli trasversali alla linea di riva, posti ad interasse di circa 300 metri, che si protendono per 20 metri rispetto alla linea di riva di rinascimento. Inoltre, all’interno dell’avamporto è prevista la realizzazione di una piccola spiaggia artificiale che ha lo scopo di dissipare l’energia che penetra dall’imboccatura portuale causando il frangimento delle onde. “A conclusione degli studi svolti – si legge nello Studio – si può ragionevolmente affermare che gli interventi mitigatori proposti saranno in grado di garantire che la linea di battigia del litorale posto a sud e a nord del costruendo porto, non subirà alcuna sensibile

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alterazione, rispetto alla sua naturale evoluzione, derivante dall’inserimento delle opere di accesso al nuovo porto. Inoltre, la configurazione a moli convergenti prescelta per le opere esterne portuali risulta particolarmente favorevole ai fini delle manovre di ingresso e di uscita dei natanti”15. Dal punto di vista dell’impatto ambientale l’intervento turistico interessa tutta l’area della foce dell’Agri, di circa 500 ettari, che come già detto è caratterizzata da una spiccata vocazione ambientale e naturalistica; e un’ampia falcata del golfo di Taranto per ciò che concerne la dinamica dell’evoluzione della linea di costa. Lo Studio della ET&M prende, pertanto, in considerazione tale area nel valutare quale potrebbe essere l’impatto delle opere previste all’interno del Complesso Marinagri sulle componenti ambientali stabilite dalla legge Disciplina della Valutazione di Impatto Ambientale e Norme per la tutela dell’Ambiente (popolazione, fauna e flora, suolo e sottosuolo, aria, acqua, fattori climatici, beni materiali, e paesaggio). 1. Popolazione.Per quanto concerne questa componente ambientale, lo Studio mette in evidenza che l’area di impatto considerata, così come tutto il territorio di Policoro e Scanzano Jonico, non presenta né problemi epidemiologici particolari, né fonti di radiazioni di nessun tipo né fonti di rumore particolarmente eccessivo, essendo la stessa area a vocazione agricola; l’unica sorgente di rumore proviene dalla stazione di pompaggio dell’acqua di mare in ingresso all’impianto ittico, tuttavia, il disturbo dell’ambiente circostante è reso minimo dalla presenza di un capannone a buona tenuta acustica, dove sono alloggiati i motori delle pompe. Lo Studio evidenzia inoltre che l’area in questione pur vantando molteplici emergenze ambientali, storiche ed archeologiche, testimonianze della Magna - Grecia, è invece carente non solo di ricettività ma anche di infrastrutture a supporto del sistema turistico. Il Progetto Marinagri potrà, dunque, contribuire a colmare questa carenza attraverso la realizzazione di infrastrutture che qualificano l’offerta turistica dell’area e più in generale dell’intera Regione, determinando di conseguenza un ampliamento del mercato del lavoro. Con riferimento a quest’ultimo nello Studio si afferma quanto segue: “la realizzazione del Complesso Marinagri determinerà una nuova occupazione diretta di 221 addetti; di questi, 40 addetti costituiranno l’occupazione fissa delle strutture aperte tutto l’anno e 181 addetti l’occupazione stagionale. In fase di cantiere invece, la realizzazione dell’intervento in esame comporterà un

15 Ibidem, pp. 20-27.

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impatto occupazionale diretto di 1246 unità su 4 anni di durata complessiva del progetto. L’occupazione indotta in fase di cantiere è invece stimata in 585 unità”16.

2. Flora e Fauna. Per quanto concerne i possibili impatti delle opere previste sulla flora e sulla fauna dell’area in questione, costituite rispettivamente da macchia mediterranea, vegetazione erbacea ed arbustiva, vegetazione riparia, e da numerose specie protette (cicogna, spatola, gru, cavaliere, tartaruga marina caretta-caretta ecc.), nello Studio si afferma che: “la realizzazione del Complesso turistico non apporterà alcuna modifica alla flora ed alla fauna esistente in quanto, il porticciolo Akiris sarà realizzato utilizzando aree precedentemente utilizzate ai fini produttivi dall’azienda ittica, del tutto prive di vegetazione; mentre la realizzazione degli altri interventi previsti (parco ornitologico, parco acquatico, ecc.) mirano a tutelare e valorizzare l’ecosistema costituito”17. 3. Suolo e sottosuolo.Per quanto concerne questa componente ambientale secondo lo Studio della ET&M le modificazioni che la realizzazione del progetto turistico induce sugli aspetti geologico, geomorfologico e podologico del sottosuolo sono nulle, per l’assenza di interazione con gli stati profondi. Anche per quanto riguarda il suolo non si prevedono sostanziali modifiche dell’aspetto geologico e podologico precedente in quanto l’urbanizzazione sarà realizzata su bacini di acquacoltura dimessi. Al contrario si afferma che il Progetto “ induce una variazione morfologica per effetto del nuovo assetto individuato in sede di pianificazione urbanistica. L’impatto è comunque minimo”18.4. Aria.In questo caso, lo Studio, evidenziando che nell’area di intervento e più in generale nel Metapontino, la qualità è esente da rischi di inquinamento, sia per l’assenza di sorgenti inquinanti (industrie, fabbriche, ecc), sia per la bassa densità antropica residenziale afferma che: “l’attività nautica da diporto potrebbe indurre un peggioramento della qualità dell’aria. Tuttavia, la recente tendenza a privilegiare i motori a quattro tempi, rispetto a quelli a due tempi, potrebbe contribuire alla salvaguardia della qualità dell’aria”19.

16 Ibidem, p. 80.17 Ibidem, p. 82.18 Ibidem, p. 84.19 Ibidem.

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5. Acqua. Nello Studio si evidenzia la qualità piuttosto buona del tratto di costa che interessa il Progetto ed in particolare di Policoro che dal 1995 beneficia del riconoscimento della Bandiera blu (Associazione europea Bandiera blu), il più noto sistema internazionale per il monitoraggio e la classificazione della qualità delle coste. Allo stesso tempo, si evidenza, però, la precarietà dei sistemi di prevenzione dell’inquinamento marino data principalmente dal fatto che i depuratori di quasi tutti i comuni della costa jonica lucana non sono stati ancora ultimati e la qualità dell’acqua dei fiumi è gravemente compromessa dagli scarichi incontrollati e dai residui dell’attività agricola che si riversano nei canali di bonifica e quindi a mare. In particolare, lo Studio si riferisce all’acqua del fiume Agri la quale risulta satura di sostanze tossiche (metalli) provenienti da scarichi industriali a monte, e dai reflui dell’attività agricola, apportatori di carichi nutrienti (azoto e fosforo) e quindi di eutrofizzazione. Tale situazione secondo lo Studio trova riscontro anche nella modifica della strategia aziendale della Ittica Valdagri che, da diversi anni, non fa più uso dell’acqua del fiume per l’allevamento delle specie ittiche in quanto fortemente a rischio. Il canale di adduzione delle acque dolci all’impianto di acquacoltura, che partendo da fiume si estendeva al sino al bacino idrovoro, è stato completamente interrato. Negli anni Settanta le aree residuali del vecchio alveo fluviale sono state sezionate in più parti attraverso la realizzazione di sbarramenti carrabili, in modo tale da costituire dei bacini produttivi interconnessi, di dimensioni tali da renderli gestibili, alimentati artificialmente con acqua di mare e defluenti per caduta nella zona di lagunaggio. Successivamente all’interno del meandro abbandonato (sponda sinistra del vecchio alveo), sono state realizzate le vasche di produzione intensiva e semi-intensiva collegate con l’area di depurazione (lagunaggio). Tali vasche per ragioni di ottimizzazione produttiva salvaguardano dunque -secondo lo Studio- l’effetto naturalizzato del contesto. La vecchia foce del fiume Agri funge oggi da canale di adduzione dell’acqua al mare, ovvero collega il mare alla stazione di pompaggio, e dispone di un accesso al mare consolidato a mezzo di opportune palanconate. La zona di lagunaggio, che rappresenta il diaframma tra la struttura produttiva ed il mare, è posta a ridosso della spiaggia ed è realizzata, in analogia al resto del sistema, attraverso contenimenti in terra. In essa avviene la depurazione, mediante processi naturali (fitodepurazione), delle acque di scarico dell’attività di produzione20.

20 Ibidem, pp. 77-78.

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Il Progetto Marinagri prevede la realizzazione di impianti tecnologici destinati sia ad assicurare un adeguato approvvigionamento idrico ed energetico alle imbarcazioni, sia a garantire il contenimento massimo dei fenomeni di inquinamento ambientale. A tal fine è stato previsto un sistema di prelievo pump-out (sotto vuoto) delle acque luride e degli oli esausti delle imbarcazioni connesso all’impianto di depurazione. In particolare, si prevede di immagazzinare gli oli in serbatoi a tenuta stagna in acciaio inox da cui, periodicamente scaricati da personale specializzato. Al fine di salvaguardare la laguna, il progetto prevede, inoltre, la depurazione delle acque pluviali con un sistema innovativo brevettato da una società australiana e messo in esercizio per la prima volta al Villaggio olimpico in occasioni delle Olimpiadi di Sidney. Particolare importanza assume ai fini della salvaguardia ambientale la previsione di un sistema di immissione forzata di acqua di mare pulita, il quale determina un flusso idrico in tutte le zone del bacino al fine di garantire il ricambio totale delle acque del porto in circa 5 giorni. In pratica il sistema garantisce la necessaria ossigenazione dell’ambiente acquatico, mediante circolazione idrodinamica e diluizione, in caso di sversamento accidentale di contaminanti. Per quanto riguarda il trattamento dei reflui derivanti dalle attività antropiche connesse alla portualità e più in generale alle attività turistiche, è stato progettato un sistema a circuito chiuso con depuratore che ricircola integralmente le acque al sistema di irrigazione del verde. Al mantenimento di buona qualità dell’acqua potranno anche contribuire la previsione di un regolamento di disciplina per gli utenti, la promozione di alternative ai biocidi antivegetativi, soprattutto il monitoraggio delle acque del bacino (trimestrale) e dei fanghi del fondale (annuale) con analisi chimiche, fisiche e microbiologiche, e controlli mensili del valore di ossigeno disciolto in vari punti rappresentativi del bacino portuale21. 6. Fattori climatici. Secondo lo Studio il Progetto “non indurrà alcuna variazione delle condizioni microclimatiche locali” (l’area interessata dall’intervento turistico è caratterizzata dal clima marittimo mediterraneo temperato, con elevati tassi di umidità) in quanto l’unico elemento potenzialmente soggetto a variazione è costituito dall’umidità. Ma, il porticciolo Akiris, si configura come una rimodellazione di bacini di acquacoltura preesistenti e quindi già adacquati; e il nuovo assetto urbanistico,

21 Il regolamento di disciplina prevede: il divieto dello scarico diretto nel porto, e la pubblicizzazione del sistema di prelievo pump-out delle acque luride di bordo.

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con la realizzazione delle isole destinate alle residenze ed ai servizi, determinerà una lieve riduzione della superficie adacquata.

7. Beni materiali. Dopo aver evidenziato le enormi risorse ambientali e culturali presenti nell’area dove sorgerà il Complesso turistico Marinagri e più in generale nell’intera regione, descritte tra l’altro nel corso di questo lavoro, nello Studio si afferma che: “il progetto non determinerà alcuna variazione dello stato del patrimonio culturale ed ambientale lucano se non una sua valorizzazione intrinseca dovuta ad un maggior flusso di visitatori per effetto della realizzazione del porticciolo turistico”turistico non indurrà alcuna variazione dello stato del patrimonio archeologico, architettonico e storico-culturale della Basilicata se non una sua

valorizzazione intrinseca dovuta ad un maggior afflusso di visitatori”22.

8. PaesaggioNell’ambito della valutazione dei possibili impatti delle opere previste dal Progetto Marinagri su questa componente ambientale, lo Studio considera il fatto che il progetto in questione si inserisce in un contesto paesaggistico di grande valore dove non ci sono edifici significativi e le costruzioni più recenti non sono riconducibili a nessun particolare modello architettonico e afferma quanto segue: “lo stile dell’intervento è stato impostato sulla compenetrazione tra funzionalità e naturalità ai fini della formazione di uno spazio vivibile e piacevole. Il borgo lagunare previsto dal progetto è caratterizzato da una serie di isolotti su cui si prevede di allocare il villaggio con piccole costruzioni che ripropongono i temi dell’architettura spontanea. Per una precisa volontà progettuale particolare attenzione è stata posta per evitare l’uniformità tipologica e volumetrica dei manufatti che sarà accentuato anche dalla varietà dell’arredo urbano ripercorrendo la variabilità tipica dei vecchi centri abitati con la loro crescita spontanea. Le singole unità si riferiranno ad un inventario architettonico tradizionale e attraverso lo sfalsamento dei tetti e dei volumi, l’impiego di particolari elementi costruttivi e materiali, il ritmo delle aperture, l’uso del colore per le facciate, saranno rese riconoscibili singolarmente ed allo stesso tempo come facenti parte di un unicum armonico che si richiama al patrimonio architettonico del bacino del Mediterraneo. Il progetto così com’è concepito farà sì che i villaggi, le isole, i complessi architettonici alberghieri e

22 Ibidem, p. 87.

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portuali, le luci, la vegetazione, che si rifletteranno sull’acqua, costituiscano un valido complemento panoramico sia pure artificiale ma non per questo meno affascinante. Per la realizzazione del progetto architettonico si è fatto riferimento all’architettura delle masserie, ai casali, ponendo in evidenza i materiali naturali quali la pietra, il legno, il cotto e, alle componenti del paesaggio quali la posa a dimora di essenze scelte tra le specie locali (pino marino, quercia, macchia mediterranea, ecc.). La filosofia dell’intervento è quella di porre la massima cura affinché le caratteristiche del costruito possano amalgamarsi a quelle dell’ambiente. Ad esempio il problema dei parcheggi non è stato risolto disseminando piazzole di sosta asfaltate o cementate, ma individuando un congruente numero di spazi liberi in terra battuta o ghiaia distribuiti ad arte nel verde, all’ombra, poco visibili e ad un passo da casa anche se fuori dai villaggi. Per quanto riguarda la visuale verso il mare, ci sembra oltremodo evidente come l’impatto non possa definirsi nullo in quanto si avvertirà una sensibile modifica dello skyline. In definitiva la realizzazione dell’imboccatura portuale, così come del sistema di difesa costiera, rappresenta un elemento di impatto negativo a livello paesaggistico ma è sostanzialmente il prezzo da pagare per la realizzazione dell’attività nautica. Si è comunque cercato di mitigare l’effetto negativo prescrivendo l’utilizzazione del pietrame naturale che rappresenta la soluzione più rispettosa delle caratteristiche naturali del contesto”23.Il Progetto Marinagri ottiene il giudizio positivo di compatibilità ambientale tra il 2001 e il 2002 (DGR 2763 del 27 novembre 2001 e successivo DGR 1023 del 10 giugno 2002) e i pareri positivi da parte del Ministero per i beni e le attività culturali il 29 gennaio 2001, e da parte della Soprintendenza dei beni ambientali il 16 luglio 2002. Nel Maggio 2003, nel corso di una nuova Conferenza di servizi anche il progetto definitivo del porto turistico è approvato, definitivamente, all’unanimità, da parte: della Regione Basilicata (Uffici di Compatibilità Ambientale, Urbanistica e Tutela del Paesaggio, e Demanio) rendendo così possibile il rilascio della concessione demaniale da parte della stessa Regione; del Ministero dei Trasporti e della Navigazione-Direzione Generale Demanio e Porti-, della Direzione Marittima di Bari; della capitaneria di Porto di Taranto; dai Vigili del Fuoco; dal Genio Civile Opere Marittime di Bari; dai Comuni di Policoro e di Scanzano Jonico; dal Corpo Forestale dello Stato; dall’Agenzia delle Dogane -

23 Ibidem, pp. 88-89.

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Circoscrizione doganale di Taranto; dall’Agenzia del Demanio - Filiale di Matera. Successivamente, le aree interessate dall’intervento sono state completamente prosciugate in vista dell’avvio dei lavori, nel settembre 200324. 4. Il gruppo Marinagri e il Consorzio Costa d’Oro.Il progetto Marinagri è stato finanziato nell’ambito del “Progetto Costa d’Oro”, del Consorzio omonimo, con un contratto di programma approvato dal CIPE nel dicembre 2002. Il Consorzio Costa d’Oro è, come già detto, una società consortile a responsabilità limitata per lo sviluppo turistico della costa jonica della Basilicata costituita nel marzo 1998 dalla Marinagri Spa, dalla Siritide Srl, e dalla Nettis Resort Srl allo scopo di realizzare un’offerta turistica integrata, denominata “Progetto Costa d’Oro”, attraverso una serie di iniziative che le singole società consorziate si impegnano a realizzare e gestire autonomamente. La Siritide è un’azienda agricola di Nova Siri (Matera) costituita nel 1986 la quale si propone di sviluppare l’ecoturismo in un’area montana distante soli 4 km dal mare attraverso la realizzazione di un parco sportivo ricreativo di tipo campestre naturalistico, denominato Villaggio Lucano. La Nettis Resort, è un’azienda di Pisticci (Matera) costituita nel 1990 che opera nel settore della costruzione e della gestione di strutture turistiche ricettive, ed in particolare gestisce dal 1997 l’Hotel degli Argonauti, una struttura alberghiera di 200 posti letto, con beauty farm, piscina lagunare e centro congressi per 400 persone25. Il contratto di programma in questione prevede per il Consorzio Costa d’Oro un investimento di circa 93 milioni di euro, di cui circa 52 finanziati dal CIPE. Nell’ambito del “Progetto Costa d’Oro” la Marinagri, sulla base di una proposta di investimento pari a circa 50 milioni di euro, ottiene un finanziamento dal CIPE pari a 26 milioni di euro al fine di realizzare: un porto turistico Akiris di 225 posti barca e strutture di servizio collaterali alle attività portuali (ristorante, club nautico, ecc.) per una spesa complessiva prevista nella domanda di finanziamento di circa 20 milioni di euro, di cui circa 10 milioni di euro finanziato dallo Stato; un villaggio turistico (Villaggio Ios) dotato di circa 250 posti letto, di un centro sportivo e di un maneggio, per una spesa complessiva di circa 21 milioni di euro, di cui circa 9 milioni di euro finanziati dallo Stato; una struttura alberghiera (Hotel Thalas) dotata di circa 250 posti letto, per una spesa complessiva di circa

24 Marinagri Spa, op. cit., pp. 17-24.25 Ibidem, op. cit., p. 33.

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15 milioni di euro, di cui circa 7 milioni di euro finanziati dallo Stato. Il progetto della Nettis Resort prevede la realizzazione nel Comune di Pisticci nei pressi della foce del fiume Basento, e precisamente a 15 km a nord del Complesso Marinagri di: un villaggio turistico (400 posti letto) con annessi servizi e strutture sportivo ricreative e di un porticciolo turistico per 380 posti barca con relative strutture di servizio per una spesa complessiva di circa 30 milioni di euro, di cui 15 finanziati tramite contratto di programma. Il progetto della Siritide prevede la realizzazione nel Comune di Nova Siri, ubicato a 10 km a sud del Complesso Marinagri, di case albergo (260 posti letto) con un nucleo centrale per servizi ed attività collettive, di un parco giochi acquatici, di una discoteca-cineforum ed impianti sportivi all’aperto per una spesa complessiva di circa 23 milioni di euro, di cui 10 milioni di euro finanziati tramite contratto di programma26. Nel 2004 il CIPE (delibera 20 dicembre 2004, n. 77) rimodula l’intero contratto di programma portando gli investimenti totali a 93.620.910 di euro e rideterminando l’onere a carico dello Stato in 51.644.640 di euro. Il 23 gennaio 2006 il Ministero delle attività produttive propone una nuova rimodulazione dell’intero contratto di programma. Il contratto aggiornato prevede investimenti pari a 93.621.000 di euro. L’onere a carico dello Stato per la concessione delle agevolazioni finanziarie è rideterminato in 50.769.300 di euro, con una riduzione di 875.340 euro. Il termine per la realizzazione degli investimenti, è prorogato al 31 luglio 200727. Particolare attenzione riveste il piano strategico aziendale del gruppo Marinagri. Il management della Marinagri Spa ritiene che lo sviluppo e la gestione delle attività relative ai due business della società (turistico - portuale ed immobiliare) debbano essere esplicate separatamente mediante la costituzione di società di diretta emanazione nelle quali sarà possibile ipotizzare l’ingresso dei partner industriali. In particolare è stato già avviato il processo di costituzione delle seguenti società di sviluppo e di gestione, aperte a partners industriali di primaria rilevanza che ne garantiranno la realizzazione e la gestione in conformità con il piano strategico: Marinagri Resort Srl, società per la realizzazione del porto Akiris e del Thalas

26 Deliberazione CIPE n. 135 del 19 dicembre 2002, Contratto di programma tra il Ministero delle Attività Produttive e il Consorzio Costa d’Oro Scral, Roma.27 Deliberazione CIPE n. 77 del 20 dicembre 2004, Contratto di programma tra il Ministero delle Attività Produttive e il Consorzio Costa d’Oro Scral - I aggiornamento, Roma; Deliberazione CIPE del 22 marzo 2006, Contratto di programma tra il Ministero delle Attività Produttive e il Consorzio Costa d’Oro - II aggiornamento, Roma.

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Hotel e attività ricreative finanziate dal contratto di programma, costituita il 17 luglio 2003; Marinagri Village Srl, società per la realizzazione dello Ios Village finanziato dal contratto di programma, costituita il 17 luglio 2003; Akiris Marina Real Estate Srl, società per la realizzazione del business immobiliare del Villaggio Portuale; Marinagri Real estate Srl, società per la realizzazione del business immobiliare del Villaggio Lagunare, costituita il 1° marzo 2003; Società di gestione delle strutture ricettive (Thalas Hotel, Ios Village, Akiris Marina); Marinagri Service Srl, società per la fornitura dei diversi servizi (tecnologici, ambientali, commerciali ecc.) indispensabili per il funzionamento del complesso. Anche in questo caso si farà ricorso, ove necessario ad accordi commerciali o società di scopo con organizzazioni già aperte nella gestione del relativo business da costituire28.

Conclusioni.Il Progetto Marinagri rappresenta un esempio di “Cittadella turistica della biodiversità”, ideata e progettata all’interno di una concezione evoluta di turismo sostenibile. Nel Memorandum Confidential Information della Marinagri, ovvero nel documento che descrive il Progetto Marinagri, al quale si è fatto abbondantemente riferimento per la descrizione del progetto stesso in questo capitolo si afferma che: “la dirigenza della Marinagri è convinta che in una realtà come quella dove sorgerà il complesso, caratterizzata da un’area umida di circa 300 ettari lungo un tratto di spiaggia sulla costa jonica della Basilicata, alla foce del fiume Agri, ricca di vegetazione palustre, riparia e di macchia mediterranea sfuggita alle profonde trasformazioni subite dai territori costieri dell’Italia meridionale derivate prima dagli interventi di bonifica e poi dai vistosi processi di antropizzazione, sia ancora possibile operare in modo armonioso ed intelligente, spostando il baricentro degli interventi dal livello qualitativo e massificante a quello certamente meno speculativo dell’alta qualità. La sfida che il gruppo Marinagri ha lanciato trova il suo fondamento in un nuovo approccio allo sviluppo turistico, basato sul concetto portante di costruire preservando. In tal senso, il progetto di intervento turistico si pone come struttura polifunzionale a diverse valenze, tutte coniugate con l’ambiente ed in grado di creare interazione con il paesaggio, salvaguardo i valori costituiti e potenziandone gli aspetti strutturanti”29.

28 Marinagri Spa, op. cit., pp. 37-38.29 Ibidem, op. cit., p. 27.

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In effetti, gli elementi di attrattiva ecologica quali il delfinario naturale, il parco acquatico, l’orto botanico, di fatto già esistono nelle loro componenti strutturali, il Progetto mira a salvaguardarli e renderli maggiormente fruibili ai fini turistici. La strategia di sviluppo turistico viene, dunque, imposta dalle componenti di base dell’ecosistema costituito. Per quanto concerne poi i possibili impatti negativi delle opere previste nell’area dove sorgerà il Progetto, nello studio di fattibilità ambientale redatto dalla ET&M si afferma che: “non esistono possibilità di interazione negativa del progetto sulla salute degli individui o comunità, né l’opera determina impatti negativi sulla balneazione o sulle strutture turistiche ricettive presenti e future, per il fatto che il Centro turistico ha nella fruizione dell’ambiente il proprio principio ispiratore produttivo. L’impiego diffuso di tecnologie pulite, la preservazione delle comunità biologiche esistenti hanno imposto alla Marinagri uno sforzo peculiare per quanto riguarda la progettazione. Per le costruzioni, si è fatto riferimento all’architettura rurale delle masserie e dei casali, utilizzando materiali naturali quali la pietra, il legno e il cotto, in linea dunque con i moderni criteri di bioedilizia e bioarchitettura; e alle componenti del paesaggio quali la flora esistente potenziata con la messa a dimora di essenze scelte tra le specie locali. La componente ecologica del progetto non rappresenta solamente un elemento di facciata ma è alla base dell’intervento nel suo insieme. Ed, infatti, le caratteristiche ecologiche dell’intervento emergono anche da alcuni aspetti progettuali e gestionali: un depuratore che ricircola l’acqua ai fini irrigui; l’ottimizzazione della progettazione e della gestione della laguna per mezzo delle moderne tecniche di ecologia lagunare; il controllo dei flussi migratori delle specie presenti nel Parco ornitologico; l’acquario e il delfinario del tipo a sponde naturali in linea con i principi sanciti dalla Convenzione di Washington sulle specie protette”30. Certo è che la previsione di una struttura portuale all’interno del Progetto Marinagri consente, senza dubbio, di colmare una lacuna nel sistema di approdi turistici lungo lo Ionio; infatti, non essendovi bacini tra Taranto e Sibari, il turismo nautico non ha trovato nella zona uno sviluppo. La costruzione del porticciolo Akiris consentirà, quindi, il rilancio del turismo nautico nella parte più interna dello Ionio, in modo da completare un itinerario che da Santa Maria di Leuca tocca Gallipoli, Taranto, Policoro e Sibari, sino a Crotone e Reggio Calabria. Inoltre, la qualità del clima che consente un prolungamento della stagione estiva da aprile a

30 ET&M Snc, op. cit., pp. 88-89

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novembre e la varietà dell’offerta programmata potranno favorire l’opportunità di puntare verso quel processo di destagionalizzazione che costituisce per il turismo meridionale una grande occasione di sviluppo. Il polo turistico Marinagri si pone, altresì, come localizzazione strategica per la fruizione di tutte le risorse storico-culturali del contesto locale e più in generale di un’ampia parte della regione. Nel territorio di Policoro sono presenti le rovine dell’antica città di Heraclea, importante colonia della Magna - Grecia; il Museo Nazionale della Siritide, uno dei più grandi della Magna - Grecia; un residuo di circa 500 ettari di bosco idrofilo a livello del mare classificato come Parco regionale, e di cui 21 ettari sono gestiti dal WWF come Oasi naturalistica (Oasi Naturale Policoro Herakleia); inoltre, all’interno del Parco regionale la Provincia di Matera ha recentemente realizzato un museo naturalistico. A soli 30 km da Policoro vi è il Parco Nazionale del Pollino, mentre a circa 40 km sono ubicate Metaponto e Sibari, importanti colonie della Magna - Grecia, con testimonianze di notevole interesse storico. A circa 70 km da Policoro vi è, infine, la città di Matera con i Sassi riconosciuti dall’UNESCO, “Patrimonio culturale dell’Umanità”31.Il Complesso Marinagri risulta funzionalmente collegato alla rete viaria nazionale grazie alla presenza delle superstrade (Basentana e SS106) di collegamento con la rete stradale nazionale. Per quanto riguarda invece collegamenti aerei, nonostante la prevista e non realizzata ristrutturazione della struttura aeroportuale della Bassa Val Basento, che dista soltanto una trentina di km da Policoro e che dispone di una pista di 1500 metri, sufficiente per garantire l’atterraggio di piccoli charter, bisogna ancora affidarsi agli aeroporti di Bari, Brindisi e Grottaglie, distanti comunque solo poco più di un’ora di macchina, dal Policoro. Il Centro turistico Marinagri sorgerà inoltre a pochi passi dalla stazione ferroviaria Policoro-Tursi ma la scarsa qualità del servizio, i tempi di percorrenza, rendono ancora fino ad oggi l’alternativa di un viaggio in treno sconveniente. In conclusione, il Complesso

31 Per la breve descrizione delle risorse storico-culturali presenti nel Metapontino e più in generale in Basilicata ci si è avvalsi dei seguenti dei seguenti testi e materiale informativo: Apt Basilicata, Atlante turistico della Basilicata, De Agostini 2001; Regione Basilicata, Unione Europea - fondo europeo di Sviluppo Regionale, Azienda di Promozione Turistica - Basilicata, Matera e provincia, Potenza 2005; De Capua E.L., Il bosco di Policoro. Un relitto di foresta planiziaria, in “Basilicata Regione Notizie” 1996, Consiglio Regionale di Basilicata; Assessorato Parchi e Riserve Naturali della provincia di Matera, Riserva Naturale Orientata Bosco Pantano di Policoro, Arkes Srl, Ostuni 2006; Un Museo Naturalistico nel Bosco Pantano di Policoro, in “Gazzetta del Mezzogiorno” del 16 settembre 2005.

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turistico ecologico integrato Marinagri rappresenta un esempio di come sia possibile coniugare sviluppo, salvaguardia dell’ambiente e tutela del paesaggio. Ciò presuppone una profonda conoscenza del territorio, delle sue vocazioni, delle sue potenzialità di sviluppo. Solo attraverso essa è possibile evitare che gli interventi programmati siano del tutto estranei al contesto locale. È indispensabile altresì che la realizzazione di tali interventi sia preceduta da una valutazione ex ante della loro fattibilità, che permetta effettivamente di determinare quale possa essere il loro impatto sulla realtà locale; e seguita da una valutazione in itinere che permetta di mettere in luce le eventuali anomalie nel processo di realizzazione e di conseguenza procedere ad una revisione. Indispensabile è, infine, soprattutto nel caso del progetto in questione, il continuo monitoraggio del territorio sul quale gli interventi vengono realizzati: il monitoraggio dell’area portuale ad esempio è necessario per tenere sotto controllo la qualità dell’acqua ed intervenire in caso di eventuali anomalie.

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