Newsletter Policoro Messina 1/2016

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1/2016 Evangelizzare la vita, Educare al lavoro, Esprimere impresa VENT’ANNI E NON SENTIRLI: IL PROGETTO POLICORO con PAPA FRANCESCO Lo scorso dicembre l'incontro celebrativo con Papa Francesco in occasione del ventennale. Era infatti il 14 dicembre 1995 quando da un'intuizione di un sacerdote don Mario Operti nasceva il Progetto Policoro per aiutare la Chiesa ad incoraggiare e sostenere i giovani. Rileggiamo assieme questa storia che parla di vicinanza e di fraternità. ROMA - «Vent’anni fa nasceva il Progetto Policoro, frutto del Convegno ecclesiale di Palermo», ha ricorda- to Bergoglio ai gruppi del Progetto Policoro riuniti il 14 dicembre scorso in Sala Nervi. «Il progetto veniva alla luce con una volontà precisa: quella di individuare ri- sposte all’interrogativo esistenziale di tanti giovani che rischiano di passare dalla disoccupazione del lavoro alla disoccupazione della vita. Nel suo tentativo di coniuga- re il Vangelo con la concretezza della vita, questo pro- getto rappresentò da subito una grande iniziativa di Papa Francesco “Il Progetto Policoro, vera occasione di sviluppoIl vostro lavoro, io lo ho molto a cuoreDiscorso di Papa Francesco ai gruppi del Progetto Policoro

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La Newsletter è uno strumento di formazione, diffusione e di conoscenza delle attività proprie del progetto ma soprattutto canale di informazioni, riferimenti e opportunità per i giovani e non solo. Inoltre, sulla pagina facebook del Progetto Policoro Messina viene curata periodicamente una selezione sulle varie proposte,offerte di lavoro, concorsi e annunci lavoro presenti nei principali canali istituzionali.

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1/2016 Evangelizzare la vita, Educare al lavoro, Esprimere impresa

VENT’ANNI E NON SENTIRLI:

IL PROGETTO POLICORO con PAPA FRANCESCO

Lo scorso dicembre l'incontro celebrativo con Papa Francesco in occasione del ventennale. Era infatti il 14 dicembre

1995 quando da un'intuizione di un sacerdote don Mario Operti nasceva il Progetto Policoro per aiutare la Chiesa ad

incoraggiare e sostenere i giovani. Rileggiamo assieme questa storia che parla di vicinanza e di fraternità.

ROMA - «Vent’anni fa nasceva il Progetto Policoro, frutto del Convegno ecclesiale di Palermo», ha ricorda-to Bergoglio ai gruppi del Progetto Policoro riuniti il 14 dicembre scorso in Sala Nervi. «Il progetto veniva alla luce con una volontà precisa: quella di individuare ri-

sposte all’interrogativo esistenziale di tanti giovani che rischiano di passare dalla disoccupazione del lavoro alla disoccupazione della vita. Nel suo tentativo di coniuga-re il Vangelo con la concretezza della vita, questo pro-getto rappresentò da subito una grande iniziativa di

Papa Francesco “Il Progetto Policoro, vera occasione di sviluppo”

“Il vostro lavoro, io lo ho molto a cuore”

Discorso di Papa Francesco ai gruppi del Progetto Policoro

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promozione giovanile, una vera occasione di sviluppo locale a dimensione nazionale. Le sue idee-forza ne

hanno segnato il successo: la formazione dei giovani, il lancio di cooperative, la creazione di figure di

mediazione come gli “animatori di comunità” e una lunga serie di gesti concreti, segno visibile dell’impegno di questi venti anni di presenza attiva».

Il Cardinal Angelo Bagnasco, presi-dente della Conferenza Episcopale Italiana, nel breve indirizzo di saluto

iniziale ricorda al Papa che il Progetto Policoro si inserisce sui binari dell'inclusione sociale chiesta dal Papa al Convegno di Firenze. Ricorda che i giovani del Progetto Policoro sono "provati dal precariato", ma che i vescovi si so-no messi "al loro fianco con pazien-za, fiducia e concretezza", e che i vescovi non hanno "fatto fatica a trovare interlocutori disposti a con-dividere il cammino. Ne sono nate iniziative di formazione culturale e gestione aziendale". I NUMERI Sul territorio nazionale circa 1.300 imprese tra cooperative sociali, consorzi, ditte individuali sono nate da quel 14 dicembre 1995, quando a Policoro, cittadina della Basilicata, in provincia di Matera venne pro-mosso un primo incontro con l’obiettivo di affrontare il nodo del-la disoccupazione giovanile, in pri-

mo luogo al Sud, partendo dalla va-lorizzazione delle risorse dei giovani stessi, della loro dignità. PASTORALE DEL LAVORO, PASTO-RALE GIOVANILE E CARITAS INSIE-ME PER COSTRUIRE “RETE”

A questo lungo lavoro di rete hanno dedicato energie, risorse e impegno

l’Ufficio nazionale per i proble-mi sociali e il lavoro, il Servizio nazionale per la pastorale gio-vanile e Caritas italiana. Già nella sua prima elaborazione il progetto ha visto l’adesione convinta da par-

te di Acli, Confcooperative e Cisl, assieme a realtà come Coldiretti, Banche di Credito cooperativo e

l’ Associazione Libera. Nel solco dell’esperienza territoria-le le varie Diocesi hanno coinvolto nuove realtà, Istituzioni, attori loca-li dell’economia e del lavoro ma an-che pezzi importanti di società civi-le e soggetti del privato sociale.

Proprio grazie al lavoro dei refe-renti diocesi (tutor) di progetto e

agli Animatori di Comunità è sta-to possibile creare relazioni sul ter-ritorio tra soggetti ecclesiali e asso-ciativi a livello nazionale, regionale e diocesano per mettere in piedi

realtà lavorative concrete dove im-piegare i giovani disoccupati. E alla figura dell’Animatore si rivol-ge direttamente Bergoglio.

Papa Francesco cita la figura degli animatori di comunità e sottolinea che “con la sua concreta attenzione al territorio e alla ricerca

di soluzioni condivise, il Progetto Policoro ha dimostrato come la qualità del lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale esprima e faccia crescere sempre la dignità stessa della vita umana”. Esorta ancora il Papa: “Non per-diamo di vista l’esigenza di riaf-fermare questa dignità! (…)Ogni lavoratore ha il diritto di vederla tutelata” e in particolare i giovani che devono “coltivare la fiducia che i loro sforzi, il loro entusiasmo, l’investimento delle loro energie e delle loro risorse non saranno inuti-li”. Una giusta misura che si trova “alla scuola del Vangelo”, perché è vero che “Gesù non ha direttamen-te insegnato come inventarci possi-bilità lavorative, ma la sua parola non smette mai di essere attuale, concreta, viva, capace di toccare tutto l’uomo e tutti gli uomini”.

La profezia: nel ricordo di Don Mario Operti Mario Operti nasce a Savigliano (CN) il 21 luglio 1950. Nel 1961 entra nel Semina-

rio Minore di Bra, dove frequenta le Medie e il Ginnasio.

Nel 1966 entra nel Seminario Maggiore di Rivoli, completando gli studi superiori con

l’esame di maturità nel 1969. Nello stesso anno inizia gli studi di teologia e il 27 set-

tembre 1975 il cardinale Michele Pellegrino lo ordina presbitero a Savigliano. Dal

1975 al 1983 è viceparroco a san Donato e comincia ad avvicinarsi in modo deciso ai

giovani , in particolare ai lavoratori ed agli studenti, con i quali inizia la sua esperien-

za nella GiOC (Gioventù Operaia Cristiana). Dal 1983 al 1987 frequenta la Facoltà di

Scienze Politiche all’Università di Torino e nel 1994 consegue la laurea.

Nel 1989 diventa assistente diocesano della Federazione della GiOC di Torino e nel

1993 diviene assistente nazionale della GiOC italiana. Nel 1995 viene chiamato a Ro-

ma a dirigere l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza Epi-

scopale Italiana e in questo ambito avvia un intenso lavoro di collaborazione con le

regioni italiane; promuove tavoli per la programmazione dell’evangeliz-zazione e del-

la pastorale; tra le altre cose, lancia il Progetto Policoro. Il 20 aprile 2000 viene nomi-

nato Provicario per la pastorale dall’Arcivescovo di Torino, Monsignor Severino Polet-

to. Contemporaneamente porta a conclusione le iniziative per il Giubileo, in partico-

lare l’incontro di Giovanni Paolo II con i lavoratori a Tor Vergata. Il 18 giugno 2001,

dopo una breve e dolorosa malattia, muore all’Ospedale Molinette di Torino.

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PROSPETTIVE

Longoni: costruire leadership territoriali

Quali sono le prospettive per il futuro del Progetto Policoro?

A parlarne non solo di recente ma se possiamo dire dall’inizio del suo impegno è Mons. Fabiano Longoni (nella foto insieme ad alcuni AdC siciliani al di primo anno di formazione), direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, la pastorale che si mette a servizio delle altre due pastorali per la cura del Proget-to Policoro nazionale. Molti i settori delle imprese nate col Progetto Policoro: artigianato, beni culturali, comunicazione, alberghie-ro, accoglienza e cura delle persone. “Tra i risultati che abbiamo ottenuto, uno dei più signi-ficativi risultati è che le realtà lavorative sorte non sono soltanto a beneficio dei giovani, contro la disoccupa-zione, ma anche intraprese e vissute dai giovani stessi. Questo significa – spiega Longoni - qualità del lavorare insieme, vivere una dimensione di impresa che diventa capitale sul territorio”. A dimostrazione di ciò ci sono anche i circa 30 milioni di euro annui di fatturato pro-dotti dalle aziende attive, supportate in molti contesti da forti realtà di microcredito, e in numerosi casi sorte su terreni confiscati alla mafia. Tra i nodi critici che ri-mangono da affrontare c’è quello di costruire leadership “soprattutto nei territori del Sud – aggiunge don Fabiano-, aiutare il lavoro guardando alle capacità che un territorio può vantare, rendendo le persone più produttive, stimolando una responsabilità individuale che poi diventi sociale e politica”. Non a caso, come sottolineava don Operti, per creare lavoro occorre in-vestire nell’intelligenza e nel cuore delle persone. Og-gi più che mai – questo il messaggio che vuole lanciare la Cei – non è tanto e non solo di lavoro che c’è biso-

gno, quanto di qualità del lavoro, “di una capacità di costruire rete – continua Longoni – su cui è il sud che può davvero dare e insegnare al nord, dove in alcuni casi questo sfugge e c’è solo impresa”.

L’imprenditore cristiano: l’identikit Essere imprenditore cristiano – come dice Papa Fran-cesco nell’Enciclica Laudato sì (24 maggio 2015) – è molto importante, visto che esso ha un ruolo ben pre-ciso nel costruire la casa comune, nel rispetto di tutte le creature. Dentro questa logica è necessario costrui-re, con l’aiuto di imprenditori, enti locali e cooperative, una rete sinergica che mette assieme il territorio e la sussidiarietà che esso può dare: questo è un vantaggio in particolare per le regioni del Sud, che in genere han-no dovuto sempre aspettare un sussidio statale. Mons. Fabiano Longoni riferendosi al modello della “sussidia-rietà circolare” - che consiste nel mettere insieme im-prenditori e aziende nate col Progetto Policoro o da al-tri ambiti simili di natura legata al volontariato, all’economia civile ecc..., - invita a comprende nella re-te diocesana anche aziende inizialmente esterne al Progetto, che poi hanno deciso di sposarlo nelle ideali-tà in un secondo momento. “Non si scarta, poi, l’ipotesi – continua Longoni - di offrire servizi alle amministra-zioni locali. Ed ecco, allora, la rilevanza dell’appartenenza ad una visione cristiana dell’impresa e del lavoro”. L’imprenditore fa bene il suo compito nel momento in cui trova un vantaggio per se stesso ma al contempo si impegna moralmente ad intraprendere un cammino per favorire l’occupazione di altre persone, perché reinveste gli utili nel miglioramento della sua azienda, nella crescita dei suoi lavoratori, nel rispetto dei suoi clienti.

Da sinistra: Salvatore Forestieri (Messina), Francesco Spicola (Agrigento), Pietro Carobene (Caltagiro-ne), Mons. Fabiano Longoni, Valentina D’Alessandro (Nicosia) e Leandra Baglieri (Ragusa).

Papa Francesco nel corso del 2015 ha dedicato due importanti discorsi sull’impresa cristianamente ispirata. Vi riproponiamo i due testi:

UDIENZA DI PAPA FRANCESCO AI SOCI UCID DISCORSO AI RAPPRESENTANTI DI CONFCOOPERATIVE

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PROTAGONISTI

Il Mandato dell’ Animatore di Comunità

Nell’azione del Progetto Policoro l’azione di evangelizzazione e ani-mazione territoriale spetta agli A-nimatori di Comunità. Sono giovani che decidono di rispondere ad una chiamata e di accogliere il progetto di vita che il Signore ha per loro e per i giovani che incontreranno. Molto spesso si tratta di giovani che in prima persona hanno investito tanti anni nella formazione e nell’impegno sociale, e che vivono la preoccupazione dei propri coeta-nei di non trovare una collocazione nel mercato del lavoro a causa delle congiunture socio economiche. I giovani che accolgono il mandato di animatore di comunità nella loro diocesi di appartenenza non si ar-rendono di fronte alle difficoltà og-gettive del contesto nazionale, ma, grazie ad una rete di soggetti asso-ciativi ed ecclesiali presenti sul ter-ritorio ed alla forza della “Parola” decidono di mettersi in gioco per “stare nella storia con amore”, co-me diceva Mons. Mario Operti, fondatore del progetto Policoro. Questo progetto si caratterizza per aver accolto la sfida che la disoccu-pazione giovanile pone alle Chiese locali di individuare nuovi strumenti e risposte all’interrogativo esisten-ziale di tanti giovani che vivono con

apprensione il proprio futuro. Sono tanti i giovani che han-no finito il loro percorso di studi e sono caduti nello sco-raggiamento di chi non cerca né un’opportunità di lavoro né tanto meno di formazio-ne. L’animatore di comunità mette in moto tutta la sua creatività e le sue competen-ze per far si che le parole chiave del progetto Policoro – giovani, vangelo, lavoro – si trasformino in azioni di evan-gelizzazione, educazione e del fare impresa per i giovani del suo territorio. A conclusione del 32mo Corso di Formazione Nazionale del Progetto Policoro (Assisi, 14-18 dicembre 2015) è stato accolto quale nuovo Anima-tore di Comunità della nostra Arcidiocesi Salvatore Fore-stieri della Parrocchia S.Domenica V. e M. di Tre-mestieri (Me). Nella messa d’inizio formazione Salvatore ha ricevuto il Compendio del-la Dottrina sociale della Chie-sa, bussola per l’agire di ogni cristiano impegnato nella so-cietà.

ABITARE

Policoro, palestra di lavoro comune

per abitare le Comunità.

Nel libro-intervista “Giovani Vangelo Lavoro”

(ed.Palumbi) – libro che raccoglie anche i contributi di

Mons. Nunzio Galantino, segretario CEI e di Don Luigi

Ciotti fondatore di Libera - Mons. Fabiano Longoni

traccia il bilancio di 20 anni di Progetto Policoro. Pro-

prio tornando al significato pastorale del progetto Lon-

goni affronta il tema del cambiamento che sta attraver-

sando tutto l’Annuncio cristiano della Chiesa italiana.

“La Chiesa che si fa missionaria nell’annuncio, spiega

Longoni - col Progetto Policoro realizza l’esigenza di

creare una terza dimensione: quella della Chiesa che

inizia ad abitare il proprio territorio. Questa

dell’abitare, è una ‘via’ essenziale proposta dal Conve-

gno ecclesiale nazionale di Firenze, consistente

nell’essere presenti, abitando le situazioni umane dal di

dentro”. Bisogna aprirsi per Longoni a questo “rapporto

di interazione nella ricerca del bene comune aprendosi

a nuove modalità creative, in vista anche di forme di

democrazia deliberativa e partecipativa, affinché la re-

lazione tra mondo laico e mondo cattolico, entrambi

capaci di ascolto reciproco e non di distanza, generi

nuove forme di promozione umana che vincano la sot-

tomissione alla rassegnazione, allo sconforto, o alla

fuga. Nel lavoro ci si educa a visioni precise e compito

nostro– continua Longoni – è di “spingere l’intera socie-

tà a concepire il lavoro come frutto di cambiamento

qualitativo e di vera umanizzazione”. Il Progetto Polico-

ro offre un valore aggiunto perché non ha come obiet-

tivo semplicemente quello di aiutare i giovani a trovare

un’occupazione, o a intraprendere una propria attività

come singolo o in cooperazione con altri. Policoro è una

palestra di lavoro comune, attorno ad una iniziativa che

vede il giovane protagonista, e che quindi deve percepi-

re alle sue spalle una chiesa unita che sa lavorare in

questa prospettiva. Nel lavoro comune delle tre pasto-

rali, poi, ciascuna riveste un suo ruolo specifico: pensa-

re al Lavoro come lo pensa Papa Francesco: un lavoro

libero, creativo, partecipativo e solidale (PSL); prevenire

forme di disagio con un ricollocamento di persone per

difficoltà subite nella propria storia (Caritas); proporre il

Vangelo, cioè l’esperienza vissuta di Cristo nella storia

ordinaria dei giovani (PG). Se guardiamo ai frutti del

Progetto Policoro ed in particolare “i gesti concreti”,

troviamo in essi l’espressione di una modalità di lavoro

nuova, giusta ed evangelica, nella quale il lavoro trova,

da una parte, la sua dinamica propria, che è quella di

dare speranza, fiducia e far creare famiglia ai ragazzi

che guardano la loro futuro; dall’altra parte, il gesto

concreto trova - afferma Longoni - anche il senso molto

importante nella fede cristiana, per cui il lavoro da sen-

so alla propria vita.

Il giovane animatore di comunità diventa egli stesso testimonianza della risposta

ad una chiamata e ad una vocazione al lavoro ed alla vita che si trasforma

nell’accompagnare altri giovani nella ricerca di un lavoro che ponga al centro

l’uomo e la dignità della persona, l’etica del lavoro. L’animatore di comunità

vive e propone, grazie alla formazione costante che segue in maniera continuativa

per tre anni sia a livello nazionale che regionale, un nuovo modello di lavoro che

tutela e valorizza la dignità della persona.

La foto dopo la Consegna del mandato, da sinistra: Francesco Spicola (Agrigento), Leandra Baglieri (Ragusa), Valentina D’Alessandro (Nicosia), Pietro Carobene (Caltagirone), Alberto Campaniolo (Trapani), Salvatore Forestieri (Messina) e Annabella Orto (Mazara del Vallo).

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Don Luigi Ciotti: “Ringraziamo quel 14 dicembre 1995, giorno in cui a Policoro nacque questo

sogno”.

Il legame tra Libera e la rete Policoro, le sfide comuni e il risveglio delle coscienze. Don Ciotti racconta il Progetto Policoro.

Il 14 dicembre 1995, grazie all’intuizione e all’impegno di una persona a me cara, don Mario Operti, nasce un sogno che diventa presto realtà. “Ho sempre visto nel Progetto Policoro due parole chiave: la prima è, senz’altro, DIGNITA’, perché costruire percorsi che danno lavoro significa dare nuova dignità all’uomo. La seconda è la LIBERTA’, perché chi è povero non è libe-ro, chi è senza lavoro non è libero. Policoro, nei territo-ri del Sud, ha incontrato tanti ragazzi orfani di speran-za, di opportunità, di lavoro”. “Policoro e Libera si sono incontrati grazie al desiderio di fare delle cose insieme per il bene di tutti, e dob-biamo ringraziare Dio per averci dato in questi anni belle e dolci “pedate” spronandoci ad andare avanti. C’è molta Chiesa in questo Progetto di riscatto e di giu-stizia sociale, quella Chiesa capace di guardare al cielo senza dimenticarsi delle responsabilità di questa ter-ra”. Il punto di partenza resta la persona. Per Libera l’elemento che incide nel cam-biamento è proprio la CULTURA, il risve-glio delle coscienze, da cui il grande in-vestimento nella formazione, l’impegno nelle scuole e nelle aule universitarie, cioè la conoscenza come strumento di responsabilità e consapevolezza. Davanti ad una attività del Progetto Policoro o in generale davanti ad una cooperativa o azienda che si impegna nella legalità, Li-bera offre ciò che era già scritto nel do-cumento della CEI “Educare alla legalità” del 1991, testo incisivo e quanto mai at-tuale nel suo invito a saldare la testimo-nianza cristiana e la responsabilità civile; a denunciare senza mezzi termini ogni violazione della libertà e dignità umana. Ci ricorda don Ciotti: “la legalità non è un valore in sé: lo diventa quando è uno strumento per costruire giustizia”. Poli-coro è nato per questo – aggiunge – “per dare dignità alle persone e per creare percorsi di giustizia sociale”. Le difficoltà dettate anche dalla congiun-tura economica possono suggerire scor-ciatoie improprie alle persone prive di un’occupazione, cosa che molte aziende in difficoltà purtroppo fanno. Su questo argomento don Ciotti è netto! “Il pro-

blema del lavoro nasce da un vuoto di democrazia – non a caso nella Costituzione la prima parola è ‘LAVO-RO’ – ma la democrazia è un sistema impegnativo. Oc-corre essere cittadini a tempo pieno, non occasionali”. Una delle malattie nel nostro paese - ci ricorda don Lu-igi – è la delega, l’indifferenza, la rassegnazione, il pen-sare che tocchi sempre agli altri fare. “Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi, e per me è stato un dono di dio conoscere don Mario Operti. Se n’è andato trop-po in fretta, ma in tempo per dare origine a questa grande intuizione che è diventata Policoro”. Camminare e costruire insieme, dunque! E’ questa la ricetta che ha permesso la nascita di Libera (25 marzo 1995) e del Progetto Policoro (14 dicembre 1995). Del resto, la mafia, la corruzione e l’illegalità sono mali sociale, e non possiamo affrontarli se non insieme, con un coinvolgimento il più vasto possibile, portando cia-scuno il proprio contributo.

Don Luigi Ciotti Ha fondato il gruppo Abele e Libera, cercando di saldare l’accoglienza con

il contrasto alle mafie, alla corruzione e l’impegno per la giustizia sociale.

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Un pensiero di ringraziamento

a Mons. Calogero La Piana

Vescovo emerito dell’Arcidiocesi di Messina – Lipari – S.Lucia del Mela

Con la messa di commiato del primo ottobre scorso S.E. Mons. Calogero La Piana ha lasciato la nostra Arcidiocesi, a seguito della richiesta – accolta da Papa Francesco – di rinuncia alla sede apostolica di Messina, rinuncia motiva-ta in base al 2° comma del canone 401 del Codice di dirit-to canonico, in anticipo rispetto al raggiungimento del settantacinquesimo anno di età. Negli anni di cura della nostra Diocesi S.E. Mons. La Piana non ha mancato di incorag-giare quanti erano impegnati per mitigare situazioni di fra-gilità sociale e di inerzia isti-tuzionale.

“Al di là del retorico lamen-to, non possiamo non de-nunciare che c’è bisogno di opportunità di lavoro e che la mancanza di occupazione è ormai una vera emergenza sociale, una piaga dalle con-seguenze imprevedibili. A-scoltiamo, quotidianamente, con viva preoccupazione, la drammatica situazione di numerosi giovani e di adulti senza lavoro, che rischiano di perderlo o che l’hanno già perduto, la sofferenza dei tanti precari: una situazione sempre più difficile e per molti aspetti esplosiva”. Era la Pasqua del 2011. In quella circostanza, Mons. La Piana ri-volgeva un accorato appello, alle forze politiche, impren-ditoriali, sindacali, e a tutti coloro che “sono nelle condi-zioni di potere investire e fare qualcosa, perché intra-prendano iniziative per creare occupazione e dare lavo-ro”. Non dimentichiamo poi le parole che lo stesso La Piana pronunciò durante le esequie delle vittime dell’alluvione del primo ottobre 2009. Di Mons. La Piana vogliamo ricordare il profilo sobrio e il tratto umano semplice ed immediato, privo di costruzioni ma dal forte senso comunitario. Nelle sue prese di posi-zioni pubbliche, nelle esortazioni omiletiche, nelle lettere pastorali – non ultima “Camminate nella carità” – il chiaro richiamo all’attenzione della Persona e alle diverse di-mensioni in cui essa vive nella Chiesa sono stati lanterna sul nostro camminare con i giovani (tra i giovani) provan-do a dare al Progetto Policoro diocesano uno stile discre-to e rispettoso dei vissuti delle persone incontrate, anche sull’esempio di Sua Eccellenza. Un Vescovo mite che per il bene del popolo affidatogli decide senza fraintendimenti di farsi da parte. Riteniamo utile anche condividere la considerazione con-segnata alla stampa dallo stesso La Piana, durante la con

ferenza stampa del 26 settembre scorso: “Messina mi ha visto crescere, ho servito la città per come ho potuto ma non la lascio bene. Le vicende politiche non hanno certo aiutato questo popolo che è privo di identità e carattere. Il terremoto del 1908 ha causato anche questo. In varie occasioni ho provato a scuotere i messinesi, ma sono riu-scito ad accendere fuochi di paglia che si sono esauriti in brevissimo tempo. Occorre lavorare per mettere legna più robusta per assicurare un futuro a una città difficilis-

sima da gestire anche nel settore ecclesiastico”. Una fotografia della città e del suo tessuto socio-politico che forse neanche questa volta sembra es-sersi persuaso sulle pro-prie mancanze. Le parole sincere e disinteressate di La Piana sono le nostre stesse parole, di giovani che non vedono bene il proprio futuro in questa città e scontano le scelte infelici di una comunità

civile dai forti contrasti di potere e di gestione impropria delle risorse territoriali e statali. Un sentimento di profonda inquietudine è quello che ancora attraversa molti di noi, davanti ad “un’uscita di scena” che lo stesso arcivescovo desiderava avvenisse in silenzio, proprio per non destare scalpore o turbare la vita della diocesi. Le serie motivazioni di salute - apprese direttamente dalle sue parole - ci hanno colti forse impre-parati o inconsapevoli del peso che il governo di una diocesi procura sulla vita dei nostri Pastori, di tutti i Pastori. Non vogliamo minimamente immaginare il senso di solitudine che può accompagnare ogni ministro di Dio davanti alle situazioni complesse di una comunità come la nostra e alla fragilità fisica che ne ha compresso zelo e cu-ra. Eh, ci torna alla mente quel passo del salmo 131 “Canto delle ascensioni. Di Davide”, un passo giustapposto che pensiamo colga parte della motivazione del saluto umile ma faticoso del Vescovo La Piana a questa nostra comu-nità:

“Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze”.

*Gli Animatori di Comunità del Progetto Policoro

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Vita diocesana/ ANNO GIUBILARE

Spalancare le porte al “cambiamento” Mons. Raspanti: «Riscopriamo la nostra identità, la fiducia e il senso della fratellanza»

MESSINA - Fiducia

è la parola chiave

per spalancare le

porte della solida-

rietà e della carità,

della riconciliazio-

ne e della riappaci-

ficazione, è il valo-

re perno della ri-

flessione dell'am-

ministratore apo-

stolico, mons. An-

tonino Raspanti,

che ha solenne-

mente aperto il

Giubileo straordi-

nario della Misericordia nell'Arci-

diocesi di Messina, Lipari e S. Lucia

del Mela. «Deve esserci fiducia tra

gli uomini, in tutti gli ambiti in cui

essi operano, solo se la ritroviamo

possiamo vivere nella sua totalità il

percorso di rigenerazione – ha det-

to il vescovo di Acireale durante

l'Omelia in Cattedrale –. Dobbiamo

andare a fondo nel nostro essere,

così saremo in grado di compren-

dere le nostre ferite, che spesso

cerchiamo di superare ma che in

frangenti negativi rischiano di rie-

mergere». Sono le ingiustizie, le

omissioni, le mancanze, a volte ri-

cevute, altre che non riusciamo a

perdonare e ritroviamo negli am-

bienti che viviamo e nei rapporti

personali, in famiglia, lavoro, amici-

zia e nel bene comune. «Dobbiamo

ascoltare i suggerimenti dello Spiri-

to Santo che è il nostro medico ce-

leste e non avere paura del Padre,

che non fa processi sommari ma ci

vuole figli felici, rimuovendo il dolo-

re delle cicatrici – ha proseguito Ra-

spanti –. Solo la luce di Dio può aiu-

tarci a cancellarle, anche quelle che

tendiamo a dimenticare perché

troppo dolorose». L'apertura ideale

della porta del Duomo è quella

dell'intera Chiesa, che riceve il do-

no dell'amore misericordioso del

Padre e manifesta il desiderio cri-

stiano di tendere la mano verso

l'intero creato. Sul quale Raspanti si

sofferma evidenziando l'importan-

za di ogni creatura, nei confronti

della quale portare rispetto e non

considerare a servizio dell'umani-

tà, nell'immagine di un paradiso

che ricostituisce l'habitat e unisce

anche ciò che serve in terra appare

esclusivamente dedicata al sosten-

tamento umano. La missione inte-

riore va oltre gli interessi che domi-

nano il mondo, le regole anche e-

conomiche fissate per regolare ed

ordinare la società: «Torniamo a

sorridere dalle piccole cose, la feli-

cità non si misura con il Pil e le tas-

se, non basta fare quadrare i conti

– è il monito del prelato –. Sono

senza dubbio dei valori che servono

a mantenere l'ordine, ma la con-

cordia è nelle relazioni serene e

nello spirito con il quale si affron-

tano». (dalla Rassegna stampa diocesana)

"PERCORSI", la nuova rubrica

dell’Ufficio diocesano per le

Comunicazioni sociali.

E' già una realtà la nuova rubrica televisiva "Percorsi", che da sabato 28 novembre ha iniziato il suo cammino, e che vuole essere una "finestra aperta" sulla nostra Chie-sa locale, con l'intento di raccontare i fatti più significativi delle parroc-chie, di movimenti e associazioni laicali, eventi riguardanti la diocesi o la chiesa in generale. Il magazine è prodotto dall'Ufficio diocesano per le Comunicazioni So-ciali in collaborazione con la TV lo-cale "Tremedia", e sarà trasmes-so ogni sabato, dopo il tg, alle ore 14,30, alle ore 16 e alle ore 20; la domenica, alle ore 9, 14 e 14,35.

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ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Tavola rotonda dell’Istituto IPSIA G. Ferraris Pace del Mela (Me)

PACE DEL MELA (ME) - Si è tenuto lo scorso 19 dicembre 2015, presso l’Istituto Professionale “G.Ferraris” di Giam-moro, nel Comune di Pace del Mela, il Convegno “ISTITUTO PROFESSIONALE FERRARIS: UNA RISORSA PER IL FUTURO DEL TERRITORIO EVOLUZIONE DEI PERCORSI DI ALTER-NANZA SCUOLA-LAVORO E INCONTRO CON LE AZIENDE PARTNER”.

L’Istituto di Giammoro è uno dei più attivi nel territorio nel favorire l’alternanza scuola-lavoro assumendo un ruolo cen-trale nel percorso formativo dello stesso Istituto e consen-tendo agli studenti di inserirsi proficuamente nel mondo del lavoro. Negli anni è stata costruita una rete di collaborazioni con oltre 90 tra ditte, imprese, aziende collocate lungo l’intera litoranea tirrenica (da Villafranca Tirrena a Barcellona Pozzo di Gotto). La scuola si relaziona costantemente con il mondo del lavoro, preparando personale qualificato pensato per soddisfare la sua mutevole e crescente esigenza. Nell’ottica della promozione del proprio modello formativo e in vista di nuove partnership territoriale - anche per corri-spondere al nuovo assetto previsto dal programma ministe-riale per l’alternanza e l’apprendistato professionalizzante - la dirigenza dell’istituto ha invitato a confrontarsi insieme alcuni soggetti impegnati dal campo amministrativo a quello dei servizi di accompagnamento e orientamento dei giovani per trarre utili suggerimenti per la progettazione di future azioni condivise. La giornata è stata occasione per condivide-re la gestione di un modello collaborativo tra i vari soggetti coinvolti, al fine di rispondere efficacemente alle esigenze che emergono dalle realtà scolastiche, politiche ed economi-che del territorio. Ricordiamo come il quadro normativo italiano – anche grazie alla recente accelerata del governo - spinge infatti gli istituti scolastici a tradurre concretamente gli elementi innovativi della didattica per dotare i propri studenti di un progetto di studio e di lavoro per il loro futuro. A fare da cornice al con-vegno, infatti, le recenti riforme del Governo Renzi in mate-ria di Sistema scolastico →LaBuonaScuola Legge 107/2015 e in tema di Mercato del lavoro→JobsAct Decreto legislati-vo n.81/2015. Prendendo parola ed iniziando i lavori la Dirigente prof.ssa

Cettina Ginebri dopo aver ringraziato i presenti ha inquadra-to il motivo di questo incontro partendo proprio dal valore dei giovani e dalla necessità di Incoraggiarli a rimanere sul territorio partendo dai propri sogni. “I giovani – continua la Ginebri - hanno il dovere di formarsi altrove ma di ritornare alla propria terra per fare sviluppare ed arricchire gli altri”. Per l’amministrazione comunale di Pace del Mela è interve-nuta l’assessore Santina Pandolfo, con delega alla Pubblica istruzione: “Per poter lavorare bene bisogna stare sul luogo, mi auguro che le ditte con le quali la scuola ha stabilito forti connessioni aumentino come partners, rispetto al valore di un istituto idoneo ad offrire un'opportunità lavorativa”.Dei percorsi di alternanza scuola-lavoro portati avanti dall’istituto ne hanno parlato il prof. Alessandro Amato, at-traverso una presentazione degli strumenti ministeriali e la prof.ssa Giuseppa Giorgianni, referente della sede di Giam-moro. Ripercorrendo le tappe dell’introduzione e successiva implementazione dell’alternanza e dell’apprendistato all’interno dei percorsi scolastici, in particolare degli istituti professionali, il prof. Amato via via tracciato le novità del re-

cente programma sperimentale del Ministero: Certificazione

delle competenze e vantaggi per le aziende attraverso l’azzeramento dei costi di formazione del potenziale lavora-tore, sviluppo di figure professionali ad hoc e utilizzo di mac-chinari in possesso della scuola per formare l’alunno operaio. Di maggiore attenzione al territorio e di coinvolgimento di-retto delle amministrazioni locali ne ha parlato la dott.ssa Katia Petretta dei giovani Confindustria. Sull’evoluzione (in-voluzione) del mercato del lavoro e valore delle competenze ne ha parlato il dott. Felice Oteri, “pedagogista del lavoro” come ha preferito presentarsi ad inizio intervento. Una di-samina approfondita e apprezzata sulla complessità in cui vivono i nostri giovani, anche a seguito di scelte governative che hanno anteposto leggi della finanza a valori fondanti dell’essere umano che comunque precedono la dimensione lavorativa della persona. “La scuola deve guidare il giovane – sottolinea Oteri - deve offrire ciò che, citando Walt Disney ("se puoi sognarlo puoi farlo!"), il giovane percepisce come parte della propria realizzazione. “Le istituzioni siano più re-sponsabili per lo sviluppo del territori, assumendo un ruolo di

Da sinistra: Felice Oteri (esperto mercato del lavoro), Francesco Polizzotti (Progetto Policoro), Cettina Ginebri (dirigente presso l’istituto superiore professionale “Ferrari” per l’industria di Barcellona e di Pace del Mela e i professionali per l’agricoltura di Barcellona e Milazzo), Santina Pandolfo (As-sessore Pace del Mela), Katia Petretta (Presidente Giovani Confindustria Messina), Giuseppa Giorgianni (Referente IPSIA di Giammoro) e Alessandro

Amato (professore e responsabile progettazione dei percorsi S/L IPSIA Giammoro).

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leardership che non lasci sole le imprese, perché lo sviluppo si costruisce insieme”. “Il giovane – conclude Oteri - deve riusci-re a costruire un obiettivo professionale in cui le imprese so-no parte fondamentale per il raggiungimento del medesimo”. In un’ottica di sistema e di azioni comune siamo intervenuti come Progetto Policoro partendo da 4 pilastri irrinunciabili che come servizio ecclesiale portiamo avanti nell’incontro con le istituzioni e i soggetti preposti alla formazione dei gio-vani al lavoro: Educazione al lavoro; diffusione di una nuova cultura di impresa; autopromozione ed intrapresa personale dei giovani; Rete come metodologia di lavoro. In questo sen-so l’Animatore di comunità presente ha suggerito la logica di filiera come elemento che può che può trasformare un pro-gramma di rete come l’alternanza in programma strategico perché si stabiliscano e si rafforzino i rapporti tra scuo-la/lavoro/territorio. Avviare collaborazioni che assumono sia la forma di accordi “ad ampio raggio”, sia di convenzioni o-perative e specifiche, rappresenta un obiettivo che non si può limitare nell’adempimento dell’alternanza. “L’alternanza deve rappresentare un’opportunità per tutti i soggetti attivi impegnati nella crescita occupazionale del territorio”.

Sviluppare l’alternanza, significa ad esempio offrire terreno per realizzare quelle associazioni di scuole e di realtà territo-riali che insieme si riconoscono in un’unica rete territoriale capace di offrire occasioni di apprendimento qualificato e coerenti col percorso di studi intrapreso dallo studente a so-stegno di un’istruzione tecnico-professionale all’altezza di una società che oltre al sapere esige competenze. Due le proposte avanzate dal Progetto Policoro: percorsi di project work sistemici che permettano ai giovani che si avviano al completamento del ciclo di studi professionali di realizzare un’idea concreta di lavoro magari da supportare con la Re-te/Alleanza costruita attorno all’alternanza; una banca dati delle professionalità giovanili territoriale. NOTA Nonostante l’IPSIA di Giammoro avesse le carte in regola per ottenere risorse nuove per l’alternanza scuola-lavoro occorre sottolineare come nella prima fase di assegnazione dei finanziamenti regionali l’Istituto non ha ricevuto alcun riconoscimento economico rischiando di dover rivedere i programmi e le collaborazioni avviate nel territorio, fermo restando la volontà dei dirigen-ti di continuare questa importante esperienza, in quanto condizione per la vita didattica di un professionale.

Dalla Filiera Policoro

La partecipazione delle associazioni e delle aggregazioni laicali nella realizzazione del Progetto Policoro sono intese nel gergo “policorino”

come “Filiere”. Il Progetto ha così due tipologie di filiere: quella dell’EVANGELIZZAZIONE e quella della FORMAZIONE. Il Progetto può conta-

re così sulla fattiva collaborazione di associazioni laicali che ispirano il proprio agire sul prezioso patrimonio della Dottrina sociale della

Chiesa. In questa sezione proveremo a dare spazio alle iniziative di molte di queste associazioni recentemente realizzate sui temi dei giovani,

del lavoro e dell’economia sociale.

UCID Messina incontra S.E.R. Mons. Antonino Raspanti L’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti – Sezione di Messina (nella foto) ha incontrato lo scorso 16 gennaio S.E. Mons. Antonino Raspanti, Amministratore apostolico della nostra Arcidiocesi. Un momento di riflessione generale particolarmente sentito dai soci. Ricordiamo come l’Ucid sia impe-gnata nella promozione della Dottrina sociale nei processi economici attingendo proprio dai valori del magistero di libertà, responsabilità, dignità, creatività.

Udienza generale MCL con Papa Francesco

“Siamo qui per chiederle di aiutarci nelle scelte future”.Così Carlo Costalli, presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, si è rivolto a papa Francesco nell’Udienza speciale che il papa ha concesso lo scorso 16 gennaio al movimento.“Incontrare lei – ha affermato Costalli – è il modo per riprendere ossigeno e dare senso all’impegno che ci attende al servizio della gente che lavora, dei giovani che condividono questo nostro percorso, delle persone trascurate dalla società, delle pover-tà reali e di chi non trova ascolto in un mondo che ha sempre fretta”. “In questi anni trascorsi ab-biamo scelto di stare dalla parte di chi nel lavoro trova il proprio sostentamento e di chi non ha lavo-ro”. Ecco l’ampia rassegna stampa dell’incontro.

AGESCI: “Ri…Scriviamo il futuro”

Presentato il lavoro realizzato sulla scia della Route nazionale e della "Carta del Coraggio"dalla Bran-ca R/S della Zona dello Stretto, frutto dell’impegno dei Clan della Zonache, con coraggio e volontà, hanno raccontato la loro visione del tema del Lavoro nella nostra provincia. 11 le attività lavorative raccontate nel report presentato lunedì 25 gennaio nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, sede del comune di Messina. Tra gli interventi in sala anche quello del coordinatore del Progetto Policoro don Sergio Siracusano che ha ringraziato i gruppi in questo esercizio di protagonismo territoriale. Le storie raccontate parlano di coraggio e di speranza. E noi non vogliamo perderle di vista. Tante le storie raccontate, fatte di sacrifici e spesso di ripartenze.

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Glossario Policoro

EVANGELIZZARE “Evangelizzare” nel mondo del lavoro significa fare ciò che ha fatto Gesù, mettere vita con vita nelle persone; se in questo momento una persona sente il bisogno di restituirsi e vedersi restituita la dignità attraverso il lavoro, noi non possiamo gi-rargli alla larga, né tantomeno possiamo rispondere a questo bisogno attraverso l’elemosina o l’assistenzialismo. Il Progetto Policoro diventa progetto ideale per passare dalle parole ai fatti e diventa il luogo ideale, grazie alla formazione e all’accompagnamento, per passare dal sopracitato assistenzialismo al protagonismo progettuale, al protagonismo positivo (don Fabiano Longoni, direttore nazionale Ufficio problemi sociali e lavoro).

“FARE” IL VANGELO Quando diamo l’opportunità ai giovani di progettare, investire e sviluppare progetti assieme,non facciamo qualcosa che è a margine del Vangelo, ma lì facciamo Vangelo, lì facciamo Chiesa (Mons. Nunzio Galantino, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana).

ECONOMIA CIVILE In una logica di relazione e di maggiore intessitura della re-te di imprese e attività nate col Progetto Policoro è matura-ta l’esigenza di meglio unire l’approccio metodologico por-tato avanti al Policoro con il paradigma economico-relazionale dell'Economia civile, centrato sulla reciprocità, sul bene comune e sulla persona che ne promuove la ricer-ca con efficienza ed equità. Questa prospettiva si rivolge con una particolare attenzione agli imprenditori e ai diri-genti delle imprese, delle organizzazioni senza scopo di lu-cro, di quelle a movente ideale, della pubblica amministra-zione, offrendo un'esperienza di apprendimento capace di generare metodi e modalità di governo fondati sui principi dell'Economia civile e che ancora nel mondo accademico stenta ad essere compresa nonostante storicamente rico-nosciuta e scientificamente corroborata. Le origini vanno fatte risalire all’esperienza di Antonio Genovesi e del suo allievo Giacinto Dragonetti. Troviamo,poi, forme di eco-nomia civile a partire dalla Scuola Francescana. Le parole chiave dell’Economia civile sono: Communitas, Fraternità, Gratuità, Incivilimento, Pubblica felicità, Reciprocità. Nella

recente formazione nazionale del Progetto Policoro uno spazio importante è stato dedicato all’applicazione labora-toriale di questo paradigma, illustrato agli Animatori di Comunità dal prof. Stefano Zamagni (nella foto insieme a don Fabiano Longoni e Giuseppe Dardes formatori di Poli-coro), docente presso l’Università di Bologna e tra i promo-tori dell’Economia civile come approccio teoretico e meto-dologico e tra i fondatori della Scuola di Economia Civile.

In breve/ ABITARE LA MISERICORDIA Tavola rotonda: Custodire la "Casa comune" della nostra città. L'enciclica "Laudato Si'" di Papa Francesco. Quale sguardo avere sul mondo se prendiamo spunto dell'invito di

papa Francesco sull'ecologia integrale? Quale immagine di città

profondere favorendo creatività e inclusione? Come cambiare i

territori partendo dal piccolo? Queste come altre considerazioni

sono emerse

nell'incontro pro-

posto questa sera

dal Vicariato

S.Sebastiano di

Barcellona P.G.

(Me). Sono inter-

venuti:don Sergio

Siracusano, diret-

tore Ufficio diocesano problemi sociali e il lavoro e coordinatore del

Progetto Policoro per la nostra Arcidiocesi; prof. Giuseppe Notarste-

fano (nella foto), vicepresidente di Azione Cattolica, docente presso

l'Ateneo palermitano e direttore dell'Ufficio diocesano per i proble-

mi sociali dell'Arcidiocesi di Palermo; padre Gregorio Battaglia, o-

cam. Ha moderato i lavori don Giuseppe Turrisi, vicario foraneo. “U-

na sfida per tutto il pianeta, quella lanciata da papa Francesco con la

sua enciclica sui temi dell'ecologia, della cura del creato, dei nuovi

stili di vita. Francesco ci ricorda che la visione cristiana del mondo

non si reduce ad una mera interpretazione intimistica circa il destino

futuro dell’umanità, della natura e dell’intero creato, sottolinea No-

tarstefano. La visione, invece, conduce ad una rivoluzione basata

sulla perenne novità del Cristo annunciato nello sviluppo delle diver-

se fasi della storia”. E’ stato ricordato, quindi, da don Sergio Siracu-

sano, quanto il Progetto Policoro stia operando per il recupero delle

vocazioni territoriali e l’incentivo culturale rivolto ai giovani per ri-

prendere slancio e protagonismo attorno ai temi legati all’enciclica.

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FINANZIAMENTI IMPRESE SOCIALI

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO Agevolazioni alle imprese per la diffusione e il raffor-zamento dell’economia sociale Sulla Gazzetta Ufficiale n. 224 del 26 settembre 2015 è stato pubblicato il Decreto 3 luglio 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico recante “Agevolazioni alle imprese per la diffusione e il rafforzamento dell’economia sociale”. Il decreto istituisce un regime di aiuto volto a sostenere la nascita e la crescita delle im-prese operanti, in tutto il territorio nazionale, per il per-seguimento degli interessi generali e delle finalità di uti-lità sociale. BENEFICIARI: I soggetti beneficiari delle agevolazioni sono le seguenti tipologie di imprese: – imprese sociali costituite in forma di società, di cui al decreto legislativo n. 155/2006; – cooperative sociali e relativi consorzi, di cui alla legge n. 381/1991; – società cooperative aventi qualifica di ONLUS ai sensi del decreto legislativo n. 460/1997. Per essere ammesse al beneficio le spese ammissibili, al netto dell’IVA, non devono risultare inferiori a euro 200.000,00 (duecentomila/00) e non superiori a euro 10.000.000,00 (diecimilioni/00). Vai al LINK

AVVISI E BANDI PER GIOVANI GARANZIA GIOVANI Prestiti ai giovani per aprire attività lavorative auto-nome. Trattasi di SELFIEmployment, il Fondo Rotativo Nazio-nale promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politi-che Sociali. Di che cosa si tratta? SELFIEmployment nasce per dare ai giovani inoccupati la possibilità di aprire nuove attivi-tà commerciali grazie ad un fondo governativo. Un'ot-tima opportunità quindi che lo Stato offre a tutti coloro che vorrebbero lavorare in proprio, ma che purtroppo per problemi economici non possono fare questo gran-de passo. Ecco come fare la domanda Il requisito principale per poter richiedere SELFIEmplo-yment è di essere iscritto a Garanzia Giovani. Il Fondo è finalizzato ad agevolare l’accesso al credito dei giovani che vogliano mettersi in proprio e sarà gestito da Invi-talia che offre la possibilità di ottenere dei prestiti a tasso zero per un importo variabile da un minimo di 5 mila fino ad un massimo di 50 mila euro. Il piano di ammortamento avrà una durata massima di 7 anni. Tut-ti coloro che sono iscritti al Programma Garanzia Gio-

vani e che chiederanno l'attivazione del progetto SEL-FIEmployment, non dovranno avere delle garanzie personali. Quindi se avete un'idea o volete aprire una nuova attività è arrivato il momento di lanciarsi in que-sta nuova opportunità che lo Stato offre. Resta il limite dell’età, possono accedere all’incentivo quei giovani che non hanno compiuto il 30mo anno di età e che si rientri nella condizione di inoccupato (o disoccupato), non stu-dente. Per ulteriori news è possibile rivolgersi al nostro CEN-TRO SERVIZI DIOCESANO del PROGETTO POLICORO nei giorni stabiliti (martedì e venerdì h.10-13) o fissare un appuntamento telefonando allo 090/6684230 o via email [email protected] UNIONCAMERE SICILIA CORSO PER L'AUTOIMPRENDITORIALITA' Unioncamere Sicilia organizza, nell’ambito del progetto “Sviluppo dei servizi di sostegno alla creazione e allo start-up di nuove imprese giovanili, femminili, sociali, innovative e di immigrati”, un corso gratuito sull’autoimprenditorialità. L’iniziativa è destinata a tutti coloro che vogliono mettersi in proprio, specialmente ai giovani imprenditori e alle imprese femminili o di im-migrati ma anche alle start-up innovative o sociali. Le attività formative avranno inizio a febbraio e avranno l'obiettivo di fornire assistenza agli aspiranti imprendi-tori che vogliono trasformare un’idea in un’azienda. È prevista una formazione d’aula e tramite elearning di 32 ore nel corso delle quali si affronteranno tutti gli a-spetti legati all’avvio di una nuova impresa, dalla co-struzione di un business plan ai documenti necessari per iscriversi alla Camera di commercio. Al termine del corso è prevista una consulenza persona-lizzata che porterà l’aspirante manager all’apertura di una nuova impresa. Per iscriversi al corso è necessario compilare il modulo on line. _______________ MAGGIORI INFORMAZIONI Unione Regionale delle Camere di Commercio Industria Artigianato Agricoltura Via E. Amari, 11 – 90139 Palermo Tel. 091 321510 Fax 091 321703 e-mail: [email protected] PEC: [email protected]

VOLONTARIATO e

PROGETTAZIONE SOCIALE UNICREDIT Bando Carta E “Strategie di coesione sociale a favore della Terza età” Anche per il 2016 UniCredit Foundation promuove il Bando UniCredit Carta E “Strategie di coesione sociale a

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favore della Terza età” che assegnerà fondi per un tota-le di 500.000 euro suddivisi tra le sette onlus che avran-no presentato i migliori progetti in termini di sostegno alla Terza età. Scadenza: 29/02/2016 Vai ail Link POSTE ITALIANE Poste Insieme Onlus – Finanziamento di progetti per la comunità Poste Insieme Onlus concentra la propria attività su ini-ziative e progetti ben strutturati, che apportino benefici alla comunità e in particolare finanzia: – azioni di promozione e tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, con particolare riguardo alle situazioni di estremo disagio e/o di negazione dei diritti; – azioni finalizzate all’inclusione sociale e al manteni-mento dell’autonomia delle persone anziane; – azioni di tutela e sostegno delle famiglie. BENEFICIARI: Enti pubblici e privati non profit Scadenza: aperta Vai al sito SITO CONTRIBUTI ENEL CUORE ONLUS Il ramo filantropico dell’azienda energetica Enel, valuta progetti prevalentemente riferiti ai temi dell’infanzia e della terza età; saranno attivate, ove necessario e op portuno, partnership specifiche; l’ambito di azione, in precedenza centrato sugli interventi infrastrutturali e l’acquisto di beni strumentali, sarà allargato al supporto alle attività di assistenza nonché allo sviluppo delle ca-pacità e dell’autonomia dei soggetti destinatari; l’attività della Onlus sarà maggiormente integrata con le strategie complessive del Gruppo, in particolare in ter-mini di sostenibilità.

BENEFICIARI: Enti non profit Scadenza: aperta Vai al SITO

BACHECA

AMMINISTRATIVO Il Consorzio Sol.Co., Rete di imprese sociali siciliane, ri-cerca AMMINISTRATIVO per la sede di Catania. Il/la candidato/a ideale dovrà avere una esperienza pregressa in rendicontazione e in gestione progetti. Scadenza: 10/03/2016 Vai all’annuncio.

Offerte di Lavoro

Il Progetto Policoro cura periodicamente una rassegna

di offerte di lavoro sul proprio profilo face book. Salvo la

verifica della veridicità degli annunci che invitiamo

sempre a fare, gli annunci in bacheca sono per la mag-

gior parte ripresi dai Centri o sezioni per l’Impiego terri-

toriali, da privati e dai canali specializzati nella genera-

zione di candidature a profili di volta in volta richiesti.

Ricordiamo come sia importante che un giovane segua

la procedura tradizionale di inserimento nelle liste dei

Centri per l’Impiego attraverso il proprio censimento e

le fasi successive alla presa in carico. Non si può accede-

re a nessuna opportunità di lavoro, pubblica o privata

che sia, che non passi attraverso la DID (Dichiarazione di

Immediata Disponibilità) e il ‘profiling’ delle agenzie ac-

creditate. L’importanza del Profiling, ovvero della profi-

lazione dell’utenza come strumento di politica attiva di

tipo preventivo, permette un migliore quanto efficace

incrocio tra domanda e offerta.

Per informazioni

relative al Progetto Policoro diocesano

Sede: Via I Settembre 117

Centro servizi diocesano

aperto il martedì e il venerdì dalle 10 alle 13.

Contatti: 090.6684230 I [email protected]

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“Progetto Policoro – Messina”.