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Il pericolo di incidenti nelle attività galvanotecniche – Procedure e dotazioni di sicurezza 61 CAPITOLO 5 PROCEDURE E DOTAZIONI DI SICUREZZA 5. PREMESSA Le sostanze impiegate nell'industria galvanica sono potenzialmente pericolose in quanto altamente tossiche. E’ quindi necessario che il personale sia adeguatamente informato sui rischi e periodicamente aggiornato in merito alle norme di sicurezza del settore; in particolare quello destinato alla manipolazione dei cianuri deve essere munito di abilitazione specifica, conforme alle norme di legge (patente per i gas tossici). La fonte principale dei pericoli in questo tipo di insediamento industriale è la formazione di gas e vapori tossici causata da malfunzionamenti del sistema di aspirazione o dalla miscelazione accidentale di prodotti chimici incompatibili, in particolare di acidi e soluzioni cianurate che può avvenire: nel deposito durante lo stoccaggio delle materie prime, ad esempio in seguito a rotture dei recipienti nel reparto durante il reintegro delle soluzioni (aggiunta accidentale di acidi in una soluzione cianurata o di cianuri in una soluzione acida) nell’impianto di depurazione in seguito a perdite o trafilamenti. Per scongiurare errori di questo tipo, oltre ad adottare idonea cartellonistica comprensiva dell’indicazione delle sostanze trattate e dei pericoli connessi con il loro utilizzo, si opera con sistemi e/o procedure di prevenzione e protezione che saranno descritti in dettaglio nel presente capitolo. Come misure di carattere generale si può prevedere l’adozione di interventi mirati al miglioramento della qualità del lavoro all’interno del reparto galvanico che diano un contributo alla riduzione dei rischi. L’obiettivo può essere raggiunto ad esempio attraverso la riduzione della quantità di sali di cianuro presenti in stabilimento, sia riducendo la giacenza nel deposito (autorizzazione prefettizia ridotta) sia diminuendo le vasche di processo contenenti cianuri: infatti si riduce così il numero delle unità a rischio, cioè delle unità in cui potrebbe verificarsi un’eventuale sequenza di eventi incidentali. Inoltre particolare attenzione va posta nella messa a punto di idonei accorgimenti impiantistici finalizzati ad impedire ogni possibilità di contatto tra soluzione acide e cianurate nell'ambito dell'intero stabilimento, con particolare riguardo alle linee di processo ed agli scarichi delle vasche di lavorazione. 5.1 STOCCAGGIO 5.1.1 Cianuri Lo stoccaggio dei sali dell’acido cianidrico deve essere realizzato in locali ad esso congruamente adibiti, avendo cura di evitare in maniera tassativa il deposito estemporaneo al di fuori di essi. Le prime norme italiane per l’utilizzo e l’immagazzinamento dei cianuri di sodio e potassio sono contenute nel RD 9 gennaio 1927 n°147. Il magazzino dei cianuri, in cui si compiono operazioni di manipolazione e trasporto di prodotti nocivi e in cui possono svilupparsi vapori tossici di HCN, deve essere separato e isolato dagli altri luoghi di lavoro o di passaggio.

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Il pericolo di incidenti nelle attività galvanotecniche – Procedure e dotazioni di sicurezza

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CAPITOLO 5

PROCEDURE E DOTAZIONI DI SICUREZZA

5. PREMESSA

Le sostanze impiegate nell'industria galvanica sono potenzialmente pericolose inquanto altamente tossiche. E’ quindi necessario che il personale sia adeguatamente informatosui rischi e periodicamente aggiornato in merito alle norme di sicurezza del settore; inparticolare quello destinato alla manipolazione dei cianuri deve essere munito di abilitazionespecifica, conforme alle norme di legge (patente per i gas tossici).

La fonte principale dei pericoli in questo tipo di insediamento industriale è laformazione di gas e vapori tossici causata da malfunzionamenti del sistema di aspirazione odalla miscelazione accidentale di prodotti chimici incompatibili, in particolare di acidi esoluzioni cianurate che può avvenire:

� nel deposito durante lo stoccaggio delle materie prime, ad esempio in seguito a rotturedei recipienti

� nel reparto durante il reintegro delle soluzioni (aggiunta accidentale di acidi in unasoluzione cianurata o di cianuri in una soluzione acida)

� nell’impianto di depurazione in seguito a perdite o trafilamenti.Per scongiurare errori di questo tipo, oltre ad adottare idonea cartellonistica

comprensiva dell’indicazione delle sostanze trattate e dei pericoli connessi con il loro utilizzo,si opera con sistemi e/o procedure di prevenzione e protezione che saranno descritti indettaglio nel presente capitolo.

Come misure di carattere generale si può prevedere l’adozione di interventi mirati almiglioramento della qualità del lavoro all’interno del reparto galvanico che diano uncontributo alla riduzione dei rischi. L’obiettivo può essere raggiunto ad esempio attraverso lariduzione della quantità di sali di cianuro presenti in stabilimento, sia riducendo la giacenzanel deposito (autorizzazione prefettizia ridotta) sia diminuendo le vasche di processocontenenti cianuri: infatti si riduce così il numero delle unità a rischio, cioè delle unità in cuipotrebbe verificarsi un’eventuale sequenza di eventi incidentali.

Inoltre particolare attenzione va posta nella messa a punto di idonei accorgimentiimpiantistici finalizzati ad impedire ogni possibilità di contatto tra soluzione acide e cianuratenell'ambito dell'intero stabilimento, con particolare riguardo alle linee di processo ed agliscarichi delle vasche di lavorazione.

5.1 STOCCAGGIO

5.1.1 CianuriLo stoccaggio dei sali dell’acido cianidrico deve essere realizzato in locali ad esso

congruamente adibiti, avendo cura di evitare in maniera tassativa il deposito estemporaneo aldi fuori di essi.

Le prime norme italiane per l’utilizzo e l’immagazzinamento dei cianuri di sodio epotassio sono contenute nel RD 9 gennaio 1927 n°147.

Il magazzino dei cianuri, in cui si compiono operazioni di manipolazione e trasporto diprodotti nocivi e in cui possono svilupparsi vapori tossici di HCN, deve essere separato eisolato dagli altri luoghi di lavoro o di passaggio.

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Poiché i vapori di acido cianidrico sono anche infiammabili, nei pressi del magazzino èa disposizione un estintore di tipo compatibile con i sali cianurati. Il magazzino è progettato inmodo tale che i muri perimetrali garantiscano lo sfogo dell’onda d’urto in direzione verticalein caso di esplosione, pertanto la copertura ha caratteristiche tali da non contrastare ilcedimento per pressione interna oppure è munita di valvole di esplosione. Una strutturaottimale, priva di finestre e di altre aperture verso l’esterno con l'esclusione dell’unica porta diaccesso è costituita da un primo vano, l’antilocale, comunicante con un secondo, il depositovero e proprio, nel quale sono custoditi i cianuri.

AntilocaleLa porta di accesso dell’antilocale è preferibilmente in metallo con apertura verso

l'esterno, a battente unico, senza apertura; il responsabile del magazzino ne custodisce lachiave e provvede personalmente all’apertura e alla chiusura.

In un luogo ben visibile e facilmente accessibile sono disponibili una cassetta con ifarmaci di primo soccorso, le relative istruzioni e i mezzi protettivi individuali destinatiesclusivamente all’uso all’interno del magazzino: maschera antigas con filtro specifico percianuri, grembiule, occhiali con protezione completa degli occhi, stivali, guanti di gomma amanica lunga.

In caso di contatto accidentale dei cianuri con la pelle o con gli occhi è necessario unlavaggio immediato e prolungato con acqua corrente, quindi è opportuno installare nellevicinanze un lavabo con scarico in pozzetto chiuso o verso l’impianto di depurazione per lapulizia personale oppure una doccia di emergenza con lavaocchi, la cui funzionalità èverificata periodicamente; oltre a ciò è utile disporre anche di una lancia di lavaggio pereliminare prontamente le tracce di eventuali spandimenti di prodotto sul pavimento, chequindi è rivestito con materiale lavabile e impermeabile, come le pareti del locale. La sogliad’ingresso è munita di un cordolo rialzato per evitare la fuoriuscita di acque di lavaggio dallocale stesso e la pendenza del pavimento consente di convogliarle rapidamente verso pozzettidi raccolta stagni o collegati all’impianto centralizzato di depurazione in modo da assicurarela necessaria protezione alle falde idriche ed alle acque superficiali. In caso di pozzetto atenuta, il volume è definito ed è pertanto opportuno verificare periodicamente che sia vuoto edisponibile per l’emergenza. Nel caso invece di recapito diretto all’impianto di depurazione ènecessario assicurare che in qualunque momento l’acqua impiegata per il lavaggio possaessere ricevuta e smaltita: durante la manutenzione dell’impianto sarebbe perciò preferibileevitare anche solo l’accesso al deposito dei cianuri, mediante un’apposita procedura.

DepositoE’ vietato in maniera tassativa il deposito estemporaneo di cianuri al di fuori

dell’apposito locale stoccaggio.A questo proposito, si osservi che l’articolo 54 comma b) del R.D. 147 del 9 gennaio

1927 consente di “tenere nei locali di lavoro la sola quantità di gas tossici strettamenteoccorrente per non interrompere le lavorazioni. Al termine del lavoro giornaliero, le quantitàdi gas tossici che si trovano nei locali di lavoro medesimi devono essere trasportate, custoditee conservate nei magazzini o depositi annessi agli stabilimenti o officine”. Per alcunelavorazioni infatti, come ad esempio la ramatura a spessore, può essere necessario effettuareaggiunte ripetute di cianuri durante lo stesso turno di lavoro.

Per impedire il raggiungimento di concentrazioni pericolose di HCN nell’aria all’internodel deposito, deve essere prevista una ventilazione adeguata: ad esempio può essere installatoun sistema automatico che, all’apertura della porta di accesso all’antilocale, attiva laventilazione forzata del deposito. Infatti, anche quando li si maneggia con cautela, modestequantità di cianuri possono liberarsi in aria: qualunque materiale (solido oppure liquido) ha

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sempre una certa tensione di vapore. Il sistema di aspirazione deve essere tale da assicurare uncongruo ricambio d’aria nel locale prima dell’ingresso dell’operatore.

Lo scarico del dispositivo di aspirazione deve essere diretto verso un luogo dove i gasemessi non possano essere causa di pericolo per le persone: l’aria captata perciò è immessa inun camino ed espulsa ad una altezza superiore al colmo del tetto della costruzione adiacentepiù alta.

All’art. 354 il DPR 547/55 prescrive che, dove possano svilupparsi gas o vaporipericolosi, si devono installare apparecchi indicatori e avvisatori automatici che segnalino ilraggiungimento delle concentrazioni tossiche. In alternativa, ove ciò non fosse possibile,dovrebbero essere eseguiti controlli o misurazioni frequenti (Appendice A). Il rilevatore diHCN dovrebbe provocare il blocco della porta di accesso dall'esterno in presenza di vapori diacido cianidrico.

Nel caso in cui il sistema di ventilazione forzata si avvii automaticamente all’aperturadella porta dell’antilocale, quella di comunicazione con il deposito può essere controllata dauna chiusura temporizzata che non permette di entrarvi fino a quando non sia stato effettuatoun ricambio completo dell’aria al suo interno.

In alternativa al blocco temporizzato della porta d’accesso possono essere previsteanche altre misure che garantiscano un adeguato ricambio d’aria prima dell’ingressodell’operatore.

Sulla porta di accesso sono affisse la segnaletica di legge e una copia del regolamentoche prescrive le norme di comportamento e le procedure codificate per la movimentazione edil prelievo dei cianuri. Restano valide inoltre le disposizioni relative a pavimentazione e paretidell’antilocale.

I recipienti adibiti al trasporto e alla conservazione dei cianuri sono metallici,normalmente in acciaio, ben chiusi e su di essi è indicato chiaramente il contenuto con leetichettature a norma di legge, su cui sono riportate le frasi di rischio (R) e i consigli diprudenza (S). I contenitori sono immagazzinati in scaffalature idonee, non sovrapposti e conl'indicazione di pieno o vuoto se queste condizioni non sono evidenti. Si cerca di evitare ilprelievo parziale e quindi la presenza contemporanea nel magazzino di numerosi recipientinon più sigillati, impiegando contenitori di capacità opportuna in relazione alle quantitàsolitamente impiegate per la preparazione e il ripristino dei bagni. Quelli vuoti, che non sonoriutilizzati per le stesse materie prime, sono bonificati mediante appropriati lavaggi a fondocon soluzioni di ipoclorito di sodio subito dopo l’uso oppure sono distrutti.

I prodotti suscettibili di reagire tra loro dando luogo alla formazione di gas tossici omiscele esplosive o infiammabili sono immagazzinati e conservati esclusivamente in luoghisufficientemente distanziati e isolati gli uni dagli altri. Nel deposito quindi non sonoconservati altri prodotti chimici e in particolare sostanze infiammabili, esplosive, oppureacide, ma solo ed esclusivamente sali di cianuro

Per ridurre il rischio di coinvolgimento del magazzino cianuri in un incendio di origineesterna, il deposito dovrebbe essere realizzato a struttura piena, non porosa a prova difiamma e collocato ragionevolmente il più lontano possibile da eventuali depositi disostanze combustibili, linee di gas metano per usi industriali, piazzali di carico e scarico disostanze infiammabili e reparti produttivi in cui se ne faccia uso.

Deve comunque essere a disposizione nei pressi del magazzino un estintore di tipocompatibile con i solidi cianurati, dal momento che i vapori di acido cianidrico sono ancheinfiammabili.

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5.1.2 Anidride Cromica

L'anidride cromica viene di regola stoccata in un apposito locale, segnalato,provvisto di ventilazione naturale e mantenuto chiuso a chiave. Tale locale deve esserecompartimentato rispetto a quelli adiacenti e preferibilmente dotato di ingresso direttamenteda spazio a cielo libero e di ampie finestrature.

L’anidride cromica ha carattere ossidante e comburente e pertanto deve esserestoccata separata da sostanze infiammabili o combustibili.

Devono essere adottate idonee procedure codificate per lo stoccaggio e lamovimentazione in sicurezza dei contenitori di triossido di cromo in scaglie e in soluzione.In particolare la movimentazione all'interno dello stabilimento deve avvenire con la sostanzaimballata mediante carrelli elevatori.

5.2 REPARTI DI PROCESSO

5.2.1 VascheLe vasche delle linee produttive sono recipienti aperti in cui sono immersi i pezzi da

trattare dopo essere stati sottoposti a decapaggio e risciacquati; se hanno bordi a livello oaltezza inferiore a 90 cm dal pavimento o dalla piattaforma di lavoro, le vasche devono essereprotette su tutti i lati mediante un parapetto. La loro disposizione fisica e l’organizzazionelogistica del processo devono essere tali da impedire il contatto accidentale tra soluzioni acidee soluzioni contenenti sali dell’acido cianidrico.

Vasche e tubazioni di adduzione e scarico sono etichettate con l’indicazione dellasostanza contenuta, oppure contrassegnate con una colorazione specifica, il cui significato ènoto a tutti i lavoratori. Quando le tubazioni costituiscono una rete piuttosto estesa, sonoprovviste di dispositivi di intercettazione che consentono l'isolamento di determinati tratti incaso di necessità.

Per evitare spandimenti e fuoriuscite accidentali di liquidi pericolosi, le vasche sonomunite di indicatore di livello con allarme di alto livello di tipo acustico e visivo che agiscecon un blocco sulle pompe di carico. Inoltre le vasche dei cianuri e dei prodotti che possonodecomporsi termicamente sono provviste di indicatore di alta temperatura con allarmeacustico e visivo.

Il sistema di contenimento delle vasche di lavorazione deve in ogni caso garantirel’impossibilità di contatto tra le soluzioni incompatibili: non esistono quindi bacini dicontenimento in comune per le vasche dei cianuri e quelle di decapaggio ed eventuali perditeo spandimenti di soluzioni acide e di cianuri sono confinate per impedirne la reciprocamiscelazione.

Devono essere disponibili nelle zone critiche dell’impianto materiali (ad es. Na2CO3 oFeSO4) atti alla bonifica degli spandimenti accidentali L’evacuazione dei bagni esausti puòavvenire con procedure automatiche mediante condotti fissi. Nel caso in cui invece leoperazioni siano svolte manualmente, queste sono codificate con opportune procedure e glielementi di connessione (flange, innesti, ecc...) sono incompatibili con quelli dei condottiutilizzati per gli acidi.

Particolare attenzione va posta nel caso in cui siano presenti condotti fissi. Talitubazioni trasportanti sostanze pericolose non devono mai essere interrate, non ispezionabili eprive di idonei sistemi per il contenimento in sicurezza degli sversamenti accidentali in casodi rotture al fine di garantire la salvaguardia della falda idrica e/o dei corsi d'acqua superficiali

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5.2.2 Sistema di aspirazioneIl sistema di aerazione degli ambienti di lavoro ha l’obiettivo di assicurare un congruo

ricambio d’aria in modo che la concentrazione media degli inquinanti nell’aria respirata daglioperatori non superi il valore limite stabilito dalle norme. Per ridurre la quantità di vaporitossici emessi dai bagni galvanici e, in caso di soluzioni elettrolitiche, eventualmentetrascinati da parte di idrogeno e ossigeno gassosi che si sviluppano agli elettrodi, si puòadottare l’uso di sfere galleggianti oppure si possono aggiungere al bagno opportunitensioattivi.

Mentre nel caso delle soluzioni cianurate il problema dello svolgimento di acidocianidrico si evidenzia in situazioni incidentali e di emergenza che vanno previste edadeguatamente prevenute, nel caso dei bagni di cromatura il problema dei vapori tossici dicromati è sempre presente e va adeguatamente affrontato per le caratteristiche di pericolositàintrinseca della sostanza che evapora, coinvolgendo aspetti di igiene sul lavoro e tutela deilavoratori.

Per evitare il pericolo della diffusione di gas o vapori tossici nell’ambiente circostante,le vasche sono sempre munite di dispositivi di aspirazione convogliata a bordo vasca chedevono garantire la loro efficacia sia in condizioni di normale esercizio sia al verificarsi diun’emergenza e l'aria aspirata è avviata ad impianti di abbattimento. In caso di bloccodell'impianto di aspirazione, il guasto è segnalato con allarme acustico e visivo, entrano infunzione dispositivi alternativi di ventilazione generale dei locali e qualunque operazione dirabbocco o preparazione delle soluzioni acide da parte degli operatori è sospesa.

Durante la fermata dell’impianto di aspirazione, ad esempio in seguito alla mancanza dienergia elettrica, per impedire la possibilità di miscelazione accidentale tra acidi e cianuri inseguito ad errore umano, una misura di sicurezza ulteriore può anche essere l’evacuazione delreparto, sospendendo l’attività lavorativa e allontanando il personale fino al ripristino dellafunzionalità del sistema di aspirazione.

5.2.3 MonitoraggioIn tutti i punti ritenuti critici, sia nel reparto galvanico che nel magazzino cianuri,

devono essere installati rilevatori della presenza di acido cianidrico collegati ad allarmeacustico e visivo e se possibile all’impianto di aspirazione, in modo da consentirne l’efficaciae la tempestività di azione al verificarsi di un’emergenza.

5.2.4 Emissioni in atmosfera e sistema di abbattimento vaporiIl sistema di aspirazione deve essere dotato di impianto di abbattimento ad umido

specifico per la natura dei vapori aspirati, ad esempio per le vasche di bagni cianurati siimpiegherà ipoclorito di sodio, dimensionato in relazione alla massima portata di gas tossicieventualmente sviluppabili durante le lavorazione e/o in caso di evento incidentale.

A tal proposito è necessario valutare e definire in termini di portata e diconcentrazione le emissioni di HCN e la successiva fase di dispersione. In questo modo leprocedure e il sistema di abbattimento di emergenza possono essere opportunamente calibratie dimensionati su casi conservativi che risultano credibili sia nell’ipotesi che nelleconseguenze, quali ad esempio il contatto accidentale tra acidi e cianuri per errata manovrapresso le vasche o lo sversamento di soluzioni molto tossiche.

Il pH della soluzione impiegata per il lavaggio è controllato a intervalli periodicimanualmente, secondo specifiche procedure, oppure automaticamente con allarme acustico evisivo in modo da assicurare il mantenimento di un valore sufficiente a neutralizzare laquantità massima di HCN che può svilupparsi.

Al fine di favorire la dispersione delle emissioni, il flusso, allo sbocco, deve essereverticale verso l’alto e l’altezza minima dei punti di emissione deve essere tale da superare dialmeno un metro qualsiasi ostacolo o struttura distante meno di 10 metri. I punti di emissione

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situati ad una distanza compresa tra 10 e 50 metri da aperture di locali abitabili esterni alperimetro dello stabilimento devono avere altezza non inferiore a quella del filo superioredell’apertura più alta, diminuita di un metro per ogni metro di distanza orizzontale eccedente i10 metri. Eventuale deroga a tale prescrizione può, su richiesta dell’azienda, essere concessadal Sindaco.

In ogni caso gli impianti galvanici esistenti devono avere emissioni in atmosfera cherispettano i limiti stabiliti nell’all. 1 del decreto del Ministero dell’Ambiente 12/7/1990 e suemodificazioni ed integrazioni. In particolare si evidenziano in tabella 5.1 i limiti riferiti allesostanze che possono essere emesse da un processo galvanico.

Tabella 5.1 – Valori limite in emissione fissati dal DM 12/07/1990

SOSTANZA INQUINANTE CONCENTRAZIONEmg/m3 (a 0°C e 0,101 MPa)

Cloro e suoi composti (come HCl) 30Acido Fluoridrico (HF) 5NOx (come NO2) 500Cianuri (come HCN) 5Cromo e suoi composti (come Cr) 5Nichel e suoi composti (come Ni) 1Cadmio e suoi composti (come Cd) 0,2Ammoniaca (come NH3) 250Polveri totali 50Ossidi di zolfo (come SO2) 500Solventi clorurati: tricloroetilene(trielina), diclorometano (cloruro dimetilene), tetracloroetilene (percloro)

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Per le nuove installazioni, la D.G.R. 22.05.96 n. 7 – 9073 della Regione Piemontestabilisce che gli stabilimenti galvanici possano usufruire delle autorizzazioni in via generale.Gli effluenti provenienti da tutte le fasi, ad esclusione dei lavaggi con acqua, devono esserecaptati, eventualmente trattati in idonei impianti di abbattimento, convogliati in atmosfera edevono rispettare i limiti di emissione riportati in tabella 5.2.

Tabella 5.2 Limiti di emissione

LIMITI DI EMISSIONE

CONCENTRAZIONEFLUSSO DI MASSA PERUNITA’ DI SUPERFICIE

DI VASCAINQUINANTE

mg/m3 a 0°C e 0,101 MPa Kg/h m2 superficie vascaAlcalinità (come Na2O) 5 0,015Fosfati (come PO4

3-) 5 0,015Cloro e suoi composti (come HCl) 5 0,015Acido solforico (H2SO4) 2 0,006Acido Fuoridrico (HF) 2 0,006NOx (come NO2) 100 0,300Cianuri (come HCN) 0,5 0,0015Cromo e suoi composti (come Cr) 0,5 0,0015Nichel e suoi composti (come Ni) 0,5 0,0015Cadmio e suoi composti (come Cd) 0,1 0,0003Ammoniaca (come NH3) 15 0,045

Nel caso la fase di lavorazione venga svolta in vasche o sistemi aperti, tiporotogalvano sommerso, devono essere rispettati i limiti in concentrazione e i limiti espressi

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come flusso di massa. Questi ultimi si ottengono moltiplicando il flusso di massa per unità disuperficie di vasca (tabella 5.2) per la superficie delle vasche aspirate contenenti l’inquinanteconsiderato.

5.2.5 Impianto di depurazione refluiL’impianto di depurazione delle acque di scarico di un’industria galvanica è un’unità in

cui avvengono reazioni chimiche potenzialmente pericolose, come ad esempio l’ossidazionedegli ioni cianuro. E’ necessario che ci sia la possibilità di effettuare una ventilazione forzatadegli ambienti in cui è collocato l’impianto, in particolare se sono sotterranei. E’ inoltreindispensabile che ogni serbatoio di stoccaggio dei reagenti utilizzati (NaClO, NaOH eH2SO4) sia munito di un proprio bacino di contenimento separato dagli altri, in particolarequello degli acidi; non è ammissibile infatti che il bacino di contenimento del serbatoio degliacidi sia in comune con quello delle vasche di ossidazione che contengono i cianuri dasmaltire. Infine, tutte le tubazioni e il serbatoio di stoccaggio dell’acido devono essereetichettati e contrassegnati per ridurre la possibilità di errori di collegamento durante leoperazioni di manutenzione e reintegro.

Nel caso di processi di cromatura, all'impianto di trattamento reflui arrivano iconcentrati dei bagni di cromatura e le acque provenienti dagli abbattitori ad umido degliimpianti trattamento dei reflui gassosi aspirate dalle vasche di cromatura. L'abbattimento èrealizzato ad esempio con sodio bisolfito e acido solforico per la riduzione del CrVI a Cr III,seguito poi da trattamento con idrossido di sodio anionico per la precipitazione dell'idrossidodi Cr III .

5.3 PROCEDURE PER LA MANIPOLAZIONE E IL REINTEGRO

E’ indispensabile che siano previste ed adottate idonee procedure codificate per lamovimentazione in sicurezza dei contenitori dei prodotti necessari al processo sia in fase dirifornimento del prodotto all’azienda, sia in fase di reintegro alle vasche delle soluzionigalvaniche.

In particolare la manipolazione ed il reintegro di anidride cromica comporta elevatorischio individuale per gli addetti che svolgono tale operazione per la pericolosità intrinsecadella sostanza di provocare il cancro per inalazione.

Le procedure devono essere complete di adeguate indicazioni riguardanti gli interventi diemergenza, con particolare attenzione a quelli necessari in caso di sversamento accidentaledel prodotto durante tutte le operazioni di trasporto.

Nel reparto galvanico deve essere introdotta l’esatta quantità di sali necessaria per lapreparazione ed il ripristino dei bagni. Per alcune lavorazioni, come già accennato, può esserenecessario effettuare aggiunte ripetute durante lo stesso turno di lavoro: solo in questo caso,anche al fine di minimizzare la frequenza di accesso al deposito, può essere consentitodetenere presso il reparto la quantità di cianuri che sarà impiegata nel corso della giornata,purché sia custodita nel reparto in contenitori dedicati. Al termine delle lavorazioni il R. D.147 del 9 gennaio 1927 prescrive comunque che l’eventuale eccesso di cianuri sia riportato aldeposito.

Le operazioni di manipolazione dei sali dell’acido cianidrico devono in ogni caso essereeffettuate da più di una persona, debitamente abilitata, in modo che sia garantita l’assistenzain caso di incidente e che il trasporto di tali prodotti sia sempre effettuato in recipiente chiusoed a tenuta stagna, dotato di serratura.

Analogamente devono essere adottate procedure codificate per quanto riguarda leoperazioni di reintegro delle sostanze acide nelle vasche, in modo tale da garantire

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l’impossibilità di un contatto accidentale delle soluzioni acide con quelle cianurate. Alloscopo possono essere anche individuate apposite soluzioni logistiche ed operative quali, adesempio, barriere fisiche atte ad impedire l’avvicinamento di mezzi alle vasche contenentisoluzioni di cianuri.

Mentre tali procedure e soluzioni logistiche, impedendo il contatto tra acidi e soluzionicianurate, garantiscono che non venga svolto HCN e che quindi non si manifesti il pericolo diincidente rilevante o di infortunio, la manipolazione ed il reintegro di anidride cromicacomporta sempre elevato rischio individuale per gli addetti che svolgono tale operazione perla tossicità e la pericolosità intrinseca della sostanza di provocare il cancro per inalazione. Inquesto caso la condizione di rischio è sempre presente e va adeguatamente affrontata: leoperazioni di preparazione della soluzione, che comportano la manipolazione diretta dellasostanza polverigena da parte del lavoratore addetto in condizioni tali da determinare unadiffusione locale con conseguente esposizione pericolosa, vanno sempre condotte a bordovasca sotto cappe di aspirazione localizzata, secondo precise procedure e disposizioniassegnate e impartite con apposito addestramento, relativamente alle azioni da intraprenderein condizioni normali ed in caso di spargimento accidentale. Gli addetti devono naturalmenteessere dotati degli idonei dispositivi di protezione individuale.

Idonee procedure codificate devono inoltre essere previste ed adottate per quantoriguarda le operazioni di pulizia e manutenzione di tutte le vasche, con particolare riguardo aquelle di trattamento dei reflui.

5.4 EQUIPAGGIAMENTO PROTETTIVO

5.4.1 Equipaggiamento di protezione normaleGli operatori abilitati devono indossare, per la manipolazione dei cianuri, maschera

antigas con filtro specifico, grembiule, occhiali con protezione completa degli occhi, stivali eguanti di gomma a manica lunga.

Protezione respiratoria specifica: qualora il cianuro (Na) sia presente in soluzioneusare maschera tipo MSA Trilix con filtro 2690 B1 per concentrazioni di acido cianidrico inaria non superiori allo 0,1%, maschera tipo MSA 380AS a mezzo facciale o 3S a faccialeintero con filtro 2730 B2 per concentrazioni fino all'1%.

Per la manipolazione di anidride cromica gli addetti sono dotati di maschera con filtroantipolvere di classe P3, occhiali a tenuta, guanti in PVC, tuta da lavoro antiacido, stivali egrembiule in PVC. E' necessario operare sempre in impianti dotati di sistemi chiusi, di cappedi aspirazione o di sistemi equivalenti per la captazione di polveri.

5.4.2 Equipaggiamento di protezione in emergenzaE’ necessario disporre in zone facilmente accessibili ed in numero congruo

autorespiratori per l’intervento in emergenza.Il piano di emergenza interno deve recare chiare indicazioni sulle procedure operative

da operative da adottare al verificarsi di un’emergenza.

5.5 COMPORTAMENTO IN CASO DI SPANDIMENTI E SOSTANZE DECONTAMINANTI

In caso di fuoriuscita accidentale è necessario adottare misure cautelative quali adesempio:� allontanare le persone non addette alle operazioni di emergenza;� isolare l'area di rischio;� stare sopravento e ventilare gli spazi confinati prima di accedervi;

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� l'accesso all'area contaminata impone la massima cautela e deve essere effettuatoindossando indumenti completamente protettivi comprendenti autorespiratore, guanti digomma e stivali. Nessuna superficie cutanea deve essere esposta;

� impedire che il prodotto finisca nelle fognature e/o in acque superficiali;� per piccole perdite: raccogliere il prodotto (se in soluzione acquosa adsorbirlo con sabbia)

in opportuni contenitori per il successivo smaltimento;� neutralizzare i liquidi sparsi dopo averli diluiti nel caso di cianuri con soluzione di sodio

ipoclorito al 15%, nel caso di anidride cromica con soluzioni di solfato ferroso o sodiometabisolfito e correggere il pH a 8.5 con carbonato di calcio. Lavare con grandi quantitàd'acqua.

Devono comunque essere sempre disponibili nelle zone critiche dell’impianto materiali(ad es. Na2CO3 o FeSO4) atti alla bonifica degli spandimenti accidentali.

5.6 MISURE ANTINCENDIO

Questo paragrafo ha lo scopo di fornire alcune indicazioni di massima sulle modalitàoperative in caso di incendio coinvolgente cianuri: in particolare non saranno approfondite leproblematiche relative alla scelta ed al dimensionamento dell’impianto antincendio, maverranno puntualizzate alcune caratteristiche peculiari legate alla pericolosità delle sostanze inquestione.

In caso di incendio esterno che non coinvolge direttamente i cianuri (le fiamme nonlambiscono il deposito o i contenitori, ma sono in prossimità degli stessi) occorre usare mezziestinguenti adatti al tipo di incendio, avendo cura di difendere ed isolare la zona contenente icianuri.

Se l’incendio coinvolge direttamente i cianuri non sono idonei gli estintori ad anidridecarbonica e quelli a polvere a base di carbonati da cui si origina CO2 per decomposizionetermica. Metodi di estinzione appropriati sono schiuma e polvere chimica, esclusi i carbonati.

L’acqua non va impiegata: se si impiegasse acqua in getti per lo spegnimento, il contattocon i sali allo stato fuso potrebbe provocare schizzi pericolosi; inoltre i cianuri idrolizzano inacqua e si potrebbe sviluppare acido cianidrico in quantità tale da coinvolgere persone nondirettamente coinvolte nell’emergenza, e quindi non adeguatamente protette, con gravissimeconseguenze.

Tuttavia, se il deposito o i contenitori di cianuri sono lambiti dalle fiamme ma non sonocoinvolti direttamente nell’incendio, possono essere raffreddati con acqua nebulizzata perminimizzare il rischio di esplosione dei contenitori sigillati; quella eventualmente impiegataper lo spegnimento deve essere raccolta e convogliata all’impianto di depurazione, perchépotenzialmente contaminata da cianuri.

Gli addetti all’estinzione devono essere dotati di equipaggiamento speciale di protezione,compreso un respiratore con rifornimento di aria (bombola di aria compressa depurata) e dopol’uso le attrezzature devono essere decontaminate.

Dopo l’estinzione dell’incendio, l’area non può essere considerata sicura fino a che nonsia stata eseguita un’ispezione da parte di personale adeguatamente protetto, al fine diquantificare il livello di acido cianidrico o di cianuro residuo mediante misura dellaconcentrazione ambientale e di procedere all’eventuale decontaminazione con mezziappropriati.