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CAPITOLO 2 – IL RISCHIO La sicurezza è legata concettualmente al verificarsi di eventi inattesi che possono presentarsi durante l’uso di un certo “sistema tecnologico” ed è strettamente collegata al rischio. Il termine rischio non necessariamente indica pericolo, ma può stare a significare anche la possibilità di trarre vantaggio da una determinata situazione. Assume quindi significati diversi a seconda delle applicazioni e del contesto e finisce per diventare sinonimo di incertezza sia in senso positivo che in senso negativo. La parola rischio dunque sta ad indicare una particolare situazione di incertezza nella quale si verifica un evento. Rischio e tecnologia sono parol correlate tra loro, in quanto la tecnologia ha modificato radicalmente la vita quotidiana, introducendo al contempo una serie di eventi negativi che presentano la possibilità di comportare dei danni e che chiamiamo comunemente rischi, alcuni appartengano alla tecnica (l’oggetto) altri alla tecnologia ( il processo). Relativamente al contesto tecnologico il termine rischio acquisisce un ulteriore significato, andando ad indicare una “possibilità di danno”, ovvero una perdita un aspetto negativo e oscuro della possibilità, distaccandosi contemporaneamente dalla accezione di incertezza. Tant’è che alcune normative lo definiscono “la combinazione di probabilità e gravità di possibili danni alla salute in una situazione pericolosa”. La trattazione del rischio è legata ad eventi di rischio o Incidenti, che vengano distinti dagli infortuni che vanno a riguardare prevalentemente le persone. Un infortunio può ricondursi ad un incidente, mentre non è detto che il verificarsi di un incidente provochi un infortunio. CAPITOLO 3 – PROBABILITA’ E RISCHIO La probabilità è intesa come lo strumento tramite il quale misurare il grado di incertezza legata al verificarsi di una determinata situazione. I criteri per assegnare la probabilità sono:

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CAPITOLO 2 – IL RISCHIO

La sicurezza è legata concettualmente al verificarsi di eventi inattesi che possono presentarsi durante l’uso di un certo “sistema tecnologico” ed è strettamente collegata al rischio.

Il termine rischio non necessariamente indica pericolo, ma può stare a significare anche la possibilità di trarre vantaggio da una determinata situazione. Assume quindi significati diversi a seconda delle applicazioni e del contesto e finisce per diventare sinonimo di incertezza sia in senso positivo che in senso negativo.La parola rischio dunque sta ad indicare una particolare situazione di incertezza nella quale si verifica un evento.

Rischio e tecnologia sono parol correlate tra loro, in quanto la tecnologia ha modificato radicalmente la vita quotidiana, introducendo al contempo una serie di eventi negativi che presentano la possibilità di comportare dei danni e che chiamiamo comunemente rischi, alcuni appartengano alla tecnica (l’oggetto) altri alla tecnologia ( il processo).Relativamente al contesto tecnologico il termine rischio acquisisce un ulteriore significato, andando ad indicare una “possibilità di danno”, ovvero una perdita un aspetto negativo e oscuro della possibilità, distaccandosi contemporaneamente dalla accezione di incertezza.Tant’è che alcune normative lo definiscono “la combinazione di probabilità e gravità di possibili danni alla salute in una situazione pericolosa”.

La trattazione del rischio è legata ad eventi di rischio o Incidenti, che vengano distinti dagli infortuni che vanno a riguardare prevalentemente le persone.Un infortunio può ricondursi ad un incidente, mentre non è detto che il verificarsi di un incidente provochi un infortunio.

CAPITOLO 3 – PROBABILITA’ E RISCHIO

La probabilità è intesa come lo strumento tramite il quale misurare il grado di incertezza legata al verificarsi di una determinata situazione.

I criteri per assegnare la probabilità sono:-CRITERIO OGGETTIVO o di Laplace: si applica ad esperimenti casuali i cui eventi elementari sono ritenibili equiprobabili.-CRITERIO FREQUENTISTICO o di Von Mises: si applica ad esperimenti casuali i cui eventi elementari non sono ritenibili ugualmente possibili, ma l’esperimento è ripetibile più volte sotto le stesse condizioni.-CITERIO SOGGETTIVO : si applica a esperimenti casuali i cui eventi non sono ritenibili ugualmente possibili e l’esperimento non è ripetibile più volte sotto le stesse condizioni.

CAPITOLO 4- SICUREZZA DI FUNZIONAMENTO E AFFIDABILITA’

La sicurezza di funzionamento è l’insieme degli strumenti e di metodi che permettono, in tutte le fasi di vita di un oggetto, di assicurarsi che questo compia la funzione per la quale è stato concepito.La sicurezza di funzionamento=”Fidatezza”=valutazione del livello di affidabilità che può essere attribuito ad un sistema riguardo al suo funzionamento.

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Lo scopo è di valutare i ponteziali rischi, prevedere i malfunzionamenti e tentare di limitare le conseguenze delle situazioni catastrofiche .

Definizioni correlate al concetto di sicurezza di funzionamentoAffidabilità: capacità di adempiere alla funzione richiesta, in determinate situazioni e per un tempo prestabilito.E’ una proprietà del sistema che entra in gioco quando esistono dei potenziali guasti che possono compromettere la funzionalità e quindi l’affidabilità del sistema ma anche al tempo stesso la sicurezza nei confronti degli utilizzatori.

Quindi un sistema si definisce inaffidabile se a fronte di un guasto cessa di prestare “lavoro”.

Manutentibilità: capacità di ripristinare velocemente il correto funzionamento in seguito ad un guasto.

Disponibilità: capacità di essere in grado di funzionare correttamente al momento in cui il funzionamento viene richiesto.A livello produttivo l’affidabilità è spesso sostituita dalla disponibilità attraverso la quale il gestore dell’impianto riesce a monitorare la reale efficienza operativa delle macchine nel corso della loro vita utile.

Sicurezza: è l’attitudine di un prodotto a rispettare un livello accettabile di rischi d’incidente.

CAPITOLO 5- TECNICHE DI ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI

CAPITOLO 6-LA SICUREZZA NELLE STRUTTURE

Per sicurezza di una struttura si intende la capacità della stessa di garantire, nell’arco temporale definita come vita utile di progetto gli specifici requisiti per i quali essa è stata progettata.La misura della sicurezza si esprime solitamente in termini probabilistici.

La robustezza strutturale è la capacità che la struttura stessa ha di non essere danneggiata da eventi eccezionali in maniera sproporzionata rispetto alla causa di origine.In pratica coincide con l’abilità di una costruzione di mostrare un degrado delle proprie qualità proporzionato all’entità di un’azione o di un evento negativo.

In riferimento al concetto di robustezza si è in grado di realizzare costruzioni in grado di mettere in campo tutte le riserve di resistenza fino al collasso.In questo modo si riduc il rischio di collasso progressivo a seguito di rotture localizzate della struttura specie in occasione di eventi eccezionali.

CAPITOLO 7- RISCHIO TECNOLOGICO E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

Il forte sviluppo industriale che ha caratterizzato gli ultimi decenni ha trasformato drasticamente il tessuto urbano delle città, tanto da sorgere a ridosso dei centri urbani rappresentando per essi un potenziale rischio e nei confronti del quale la Pianificazione Territoriale si pone come soluzioni attraverso metodologie di analisi del rischio. Queste

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hanno il fine di caratterizzare le zone intorno agli stabilimenti in base al livello di rischiosità presente.Si mira alla compatibilità di tali stabilimenti con i centri urbani circostanti.Quindi l’analisi del rischio, a tal fine, diviene uno strumento necessario tanto da rendere possibile una circoscrizione del rischio ed una sua valutazione sul grado di entità.L’accettazione del rischio diviene un aspetto fondamentale insito nella valutazione del rischio per la politica di pianificazione.Il D.M 09.05.01 disciplina la pianificazione territoriale, correla a ciascuna zona un indice di frequenza attesa e un indice di gravità dell’effetto, permettendo di individuare per ciascuna zona una destinazine d’uso.Le aree di danno (curve di isorischio di forma circolare) che solitamente vengono rappresentate mediante cerchi di raggio predeterminato sono rappresentative del tipo di danno stimato. Il danno a persone o strutture è correlabile all’effetto fisico di un evento incidentale mediante modelli di vulnerabilità più o meno complessi.Una volta definite le aree di danno e fissati i criteri di accettabilità dei rischi che lo stesso decreto stabilisce, è possibile quindi definire e disciplinare intorno agli impianti, le aree da sottoporre a specifica regolamentazione, predisponendo uno specifico elaborato tecnico relativo al controllo dell’urbanizzazione che renda congruenti i piani regolatori generali e le loro varianti con la sicurezza dell’ambiente e della popolazione.

CAPITOLO 8- LA MISURA DEL RISCHIO

Rischio tecnologico= rapporto tra probabilità e frequenza di un determinato evento dannoso di una certa magnitudo.

Rischio individuale e rischio sociale

Il rischio sociale o globale è una combinazione della probabilità dell’incidente e della gravità delle sue conseguenze complessive. Il rischio riguarda una collettività e quindi l’entità del danno diventa importante.

Il rischi individuale è definito come la probabilità annua che il singolo individuo ha di subire un danno come conseguenza di tutti gli eventi di un dato tipo.

CAPITOLO 9- LA PERCEZIONE DEL RISCHIO

La metodologia del Risk analysis presenta delle limitazioni, in quanto si pone nei confronti del rischio in maniera prettamente scientifica, oggettiva, trascurando invece le dinamiche economiche, psicologiche e tecnologiche che giocano un ruolo molto importante nell’elaborazione di ciò che sia effettivamente rischioso.

Esiste anche un a percezione individuale o soggettiva del rischio, secondo la quale l’individuo può non percepire precisamente il rischio connesso con la mansione che svolge. Tale elaborazione individuale del rischio porta dunque ad un’analisi duale del rischio, ovvero si può considerare rischioso ciò che in realtà non lo è e allo stesso tempo sottovalutare attività potenzialmente rischiose che possono avere conseguenze immediate o future.Rischio oggettivo e emotivo sono certamente correlati ma non sempre coincidano e la necessità di avere due differenti termini per indicare tale diversità nasce dalla constatazione che spesso la percezione diverge dalla realtà.

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L’errata percezione del rischio può portare a una sottovalutazione del rischio stesso, come nel caso dell’episodio drammatico del Titanic, dove l’elevata tecnologia di quel tempo in realtà ha portato a sottovalutare il reale rischio (vedi la carenza di scialuppe di salvataggio) portando a considerare il transatlantico inaffondabile. Comportamento che ha condotto all’errore.

Sono stati elaborati tramite ricerche specifiche dei “fattori qualitativi” in grado di influenzare i processi di valutazione del rischio da parte degli individui. Tali fattori sono:_La volontarietà del rischio, le persone giudicano maggiormente inaccettabili rischi che sono stati imposti contro la propria volontà, piuttosto che i rischi volontariamente accettati, per i quali si verifica invece un abbassamento dei livelli di prevenzione._Controllabilità del rischio, il rischio è condizionato del locus of control, quindi un evento che l’individuo non può controllare è percepito come rischioso rispetto ad altri controllabili, poiché viene percepito come un rischio che non si è in grado di gestire._Familiarità, le persone si preoccupano maggiormente dei rischi familiari che di quelli con i quali si è abituati a convivere ma che non per questo sono oggettivamente meno gravi._Gravità delle conseguenze, l’aspetto catastrofico è un ulteriore caratteristica del rischio. Le persone temono maggiormente eventi che hanno una bassa probabilità di accadere ma che se accadessero avrebbero conseguenze catastrofiche, piuttosto che eventi che, pur avendo maggiori probabilità di accadimento, sono caratterizzate dalla produzione di danni di minore entità._Conoscenza scientifica, l’introduzione di un qualsiasi nuovo prodotto dell’innovazione è soggetta a resistenze e talvolta può essere anche rifiutata, se non viene accompagnata anche da una massiccia diffusione di informazioni precise, credibili, scientificamente controllate sui suoi possibili rischi. Il livello di rischi può aumentare notevolmente se vi è una non completa comprensione scientifica del potenziale effetto sulla salute di una particolare situazione e tecnologia._Timore terrore spavento, tutte quelle attività o eventi che per loro natura, finalità e conseguenze suscitano timore, spavento, persino terrore; malattie come l’Aids o il cancro rientrano in questa categoria. Questi tipi di rischi si suddividono in rischi temuti e rischi sconosciuti.

CAPITOLO 10- RISCHIO ACCETTABILE/TOLLERABILE

L’accettabilità e tolleranza nei confronti dei rischi da parte degli individui non è sempre la stessa, dipende da diversi fattori, che hanno a che fare con la percezione dei rischi.Si è propensi ad accettare rischi volontari, anche se l’oggettività statistica li presenta come rilevanti, mentre si è sempre più esigenti in fatto di rischio imposto.Ciò deriva soprattutto dal fatto che i vantaggi, nel rischio volontario, rimangono tutti alla persona che corre il rischio, mentre nel caso di rischio imposto vanno in prevalenza ad altre persone.Una medesima persona accetta spesso volontariamente rischi che sono molto più elevati di altri impostili dalla società in senso lato qualora intraveda dei possibili vantaggi.Le persone sembrano inoltre propense ad accettare elevati livelli di rischio prossimi al valore di 10^-2 per persona/anno a fronte di un altrettanto elevato beneficio atteso.Questo atteggiamento del soggetto di fronte al rischio è importante per la sua relazione con i limiti di tolleranza. In campo internazionale non esiste uniformità di approccio alla definizione di criteri di accettabilità del rischio.

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CAPITOLO 11- INCERTEZZA NELL’ANALISI DI RISCHIO

I metodi impiegati nel processo decisionale possono presentare una seri di problemi, incertezze, legate ai seguenti fattori:-incertezza sugli scenari incidentali da considerare-incertezza sul valore dei parametri che influenzano il comportamento del sistema-incertezza sui modelli che descrivono il comportamento del sistema-incertezza sui metodi di valutazione del rischioLa vita quotidiana stessa è caratterizzata da uno stato di incertezza, cioè da una situazione in cui manca la conoscenza esatta delle conseguenze di un evento e che costringe moltissime persone a prendere decisioni senza conoscere a priori quale sarà il risultato effettivo delle loro azioni.Non vi è una definizione condivisa del significato d’incertezza in letteratura.L’incertezza non è un concetto univoco, ha diverse sfaccettature e a seconda del contesto può assumere diversi significati, essa è in genere generata da due fattori principali:-variabilità intrinseca dei fenomeni associata al numero delle possibilità-grado di conoscenza del contesto legato alla misura di tali possibilità

L’incertezza nei confronti di una scelta fra più alternative dipende da molti fattori, diventa quindi importante avere più informazioni possibili e aumentare la conoscenza di quel dato fenomeno per poter effettuare una previsione e ridurre il grado di incertezza.L’elemento sempre presente nelle decisioni è l’incertezza, la mancanza di conoscenza, a cui si cerca di porre rimedio regolandosi in base all’attesa e alle sue diverse gradazioni.L’incertezza implica quindi l’esistenza di più di una possibilità misurabile coerente con le nostre aspettative.

La realtà in cui viviamo è sempre più caratterizzata dall’incertezza, non solo nel senso che aumentano le situazioni di rischio o imprevedibilità connesse al suo procedere, ma soprattutto per l’ignoranza e indeterminazione del sapere in campo scientifico dovuto alla complessità delle conoscenze, alla mancanza o l’insufficienza di dati, all’imprevedibilità degli esiti, al carattere stocastico delle previsioni in molti settori.

CAPITOLO 13- PERICOLO VERSUS RISCHIO

Riguardo al concetto di rischio è importante riuscire a qualificarlo e a quantificarlo.Pericolo e rischio sono termini talvolta utilizzati come sinonimi, però che rimandano a concetti non sempre sostituibili l’uno con l’altro, ciò è dovuto essenzialmente all’etimologia greca della parola, kindunos che indicava al contempo il rischio, il pericolo l’impresa ardita.In campo scientifico invece i due termini devono essere distinti.Secondo Luhmann: un osservatore percepisce un rischio quando un potenziale danno futuro dipende da due decisioni; una situazione di pericolo quando il potenzial danno si lega a decisioni altrui.Da un punto di vista tecnico, il rischio è una quantità suscettibile di misura che ricade nel campo dell’incertezza, mentre il termine pericolo consiste in qualcosa di cui non è possibile misurare l’entità e che ricade nel campo dell’indeterminatezza ed è pertanto una caratteristica intrinseca.Nel caso del pericolo dunque siamo di fronte ad un sistema che dunque lascia indeterminata la conseguenza, in dipendenza dell’inesistenza della possibilità che l’evento ha di verificarsi;

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esiste per esso solo la capacità di oltrepassare la soglia della possibilità, il limite che divide la potenzialità dall probabilità, l’impossibilità dalla posssibilità.Il pericolo essendo legato al concetto di potenza è imperniato su un criterio di realtà oggettiva, cioè indica una situazione apparentemente inesistente che tuttavia è in grado di mutare e diventare realtà, di materializzarsi e generare un danno a seguito di una trasformazione, di un mutamento.Il rischio invece è legato a una realtà soggettiva, rappresentata da una condizione di incertezza, la condizione di rischio che esprime per uno o più individui il grado di possibilità Che un evento dannoso ha di verificarsi.Diversamente dal pericolo che potrebbe essere definito atemporale, in quanto sempre lo stesso indipendente dallo spazio e dal tempo, il rischio viene generalmente espresso in termini di temporali, in quanto riferendosi ad un evento situato nel futuro assume una connotazione diversa a seconda dell’orizzonte temporale i previsione.

Di per sé la presenza di un pericolo non determina necessariamente l’esistenza di un rischio, mentre l’esistenza di un rischio presuppone in origine la presenza di un afonte di rischio ad esso pragmaticamente collegata, che ha subito una trasformazione tale da generare una possibile perdita o un danno.Per tutti questi motivi, si evince che dai pericoli possono nascere i rischi e da questi i danni: come se uno stato di potenza possa trasformarsi e determinare situazioni possibili, tangibili, concrete reali, che danno la possibilità di generare eventi dannosi. Ciò perché mentre il rischio essendo sempre possibile è legato alla sfera dell’incertezza ed ha congenita la probabilità di generare un danno in qualsiasi momento, il pericolo appartiene al campo dell’indeterminatezza, è una possibilità solo virtuale non misurabile, che tuttavia potrebbe diventare reale e quindi esistere.

Non servano leggi o teoremi matematici per convincersi che tutti gli eventi che accadano avevano inizialmente probabilità nulla, ma non per questo sono impossibili, altrimenti nulla accadrebbe. L’infinita varietà di eventi di probabilità nulla fa si che la loro somma dia sempre l’evento certo ( qualcosa accade).

CAPITOLO 14- CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO AI FINI DELLA SUA VALUTAZIONE

6 categorie:- rispetto alla mansione- -rispetto alla periodicità con cui si manifesta l’evento dannoso- rispetto al tempo di evidenza del danno- rispetto al soggetto esposto al rischio- rispetto all’atteggiamento di questi soggetti di fronte al rischio

rispetto alla mansione abbiamo rischi convenzionali e rischi specifici.Rispetto alla periodicità abbiamo rischio continuo oppure casuale.rispetto al tempo di evidenza del danno si individuano rischi immediati e differiti.rispetto al soggetto esposto al rischio abbiamo rischi individuali o collettivi.Infine rispetto all’atteggiamento abbiamo risci imposti o liberamente accettati.

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Un ulteriore aspetto da considerare inerentemente al concetto di rischio è il “rischio zero”. Non è possibile rimuovere tutti i rischi e quindi essere certi di raggiungere la sicurezza assoluta nonostante tutte le misure adottate per limitare il rischio allo zero.Il rischio zero non esiste.

Il rischio residuo, dunque, è caratterizzato da una residua possibilità di danno che rimane dopo tutti i provvedimenti per contrastarlo, ridurlo o eliminarlo sono stati presi.

In alcune circostanze intraprendere una determinata azione no comporta manifestatamente alcun vantaggio o addirittura inutile, in questi casi viene meno ogni legittimazione del rischio residuo, che diviene così un rischio indebito.

CAPITOLO 15- LA CULTURA DELLA SICUREZZA

CAPITOLO 16- IL FATTORE UMANO

La casistica relativa agli infortuni sul lavoro attribuisce al fattore umano una responsabilità predominante nella maggior parte degli infortuni, degli incidenti.L’affidabilità umana consente di giungere ad una valutazione sistematica dei fattori che influenzano i comportamenti degli operatori.Per errore umano si intende un comportamento sbagliato dell’operatore che devia, in modo non intenzionale dal percorso corretto in modo da arrrivare ad uno specifico obiettivo, determinando in tal modo una situazione in cui i requisiti del sistema non sono soddisfatti o solo in parte.L’analisi dell’errore umano è da effettuarsi ogni qual volta un errore umano viene individuato, tramite l’analisi del rischio, come causa di incidente. Tele analisi serve come supporto all’analisi di rischio per l’identificazione dei modi di errore di un operatore, delle conseguenze che tali errori possono generare e delle contromisure necessarie per prevenire o controllare gli errori umani.