Capitolo 1 -...

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1 Capitolo 1 Capitolo 2 Trasparenti tratti, con modifiche e integrazioni, da: David Begg, Stanley Fischer e Rudiger Dornbusch, Economia,, cap.1 McGraw-Hill, 2010

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Capitolo 1 Capitolo 2

Trasparenti tratti, con modifiche e integrazioni, da:

David Begg, Stanley Fischer e Rudiger Dornbusch, Economia,, cap.1

McGraw-Hill, 2010

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Capitolo 1 Scienza economica ed economia:

le istituzioni, le teorie,

i sistemi economici

Trasparenti tratti, con modifiche e integrazioni, da:

David Begg, Stanley Fischer e Rudiger Dornbusch, Economia,, cap.1

McGraw-Hill, 2010

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L’economia come

scienza economica

4

Cos’è l’economia?

E’ lo studio di come la società decide:

cosa

per chi

come

produrre

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Definizione di Economia

“L’economia è lo studio del modo

in cui gli individui e le società

pervengono a scegliere, con o

senza l’uso della moneta, di

impiegare risorse produttive

scarse, suscettibili di usi

alternativi, per produrre vari tipi di

beni, per diverse persone e

gruppi sociali”

Paul Samuelson (born 1915, Nobel Prize 1970)

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Economia come “scienza triste”

• Carlyle definì “Dismal Science”

• Secondo la credenza, in risposta

alle previsioni pessimistiche di

Malthus e Ricardo

• In realtà, perché aborriva la legge

della domanda e dell’offerta nel

mercato del lavoro e auspicava il

mantenimento della schiavitù

• Anche oggi si parla male

dell’economia e degli economisti

– “..conoscono il prezzo di tutte le cose e

il valore di nessuna”

Thomas Carlyle (1795-1881)

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Microeconomia e Macroeconomia

• Microeconomia

propone una trattazione dettagliata delle

decisioni individuali (consumatori e produttori) e

delle loro interrelazioni in merito a beni particolari

• Macroeconomia

enfatizza l’interazione che ha luogo all’interno

del sistema economico nel suo complesso

studia i componenti aggregati (consumo,

investimenti, reddito, occupazione, moneta,

inflazione)

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Economia positiva e normativa

• L’economia positiva tratta di spiegazioni oggettive e scientifiche

studia ciò che è

per esempio, se si impone una tassa sulla produzione di un bene il prezzo di quel bene tenderà ad aumentare

• L’economia normativa propone soluzioni basate su giudizi di valore personali

Studia ciò che dovrebbe essere

per esempio si potrebbe proporre una tassa sulle sigarette per scoraggiarne il consumo

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• Studiare le definizioni non è il metodo migliore per imparare i concetti economici

• Partiamo da alcuni esempi del modo con cui le società umane distribuiscono le risorse scarse

1. il prezzo del petrolio

2. la distribuzione del reddito tra paesi ricchi e poveri

3. scarsità e usi alternativi delle risorse

4. il mercato e le sue alternative

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1.1 Il prezzo del petrolio

E’ triplicato negli anni 1973-74, raddoppiato nel 1979-80

e questo ha avuto ripercussioni in tutto il mondo.

nasce

l’OPEC

Rivoluzione

in IRAN

Torri gemelle

Bolla speculativa

Recessione

FED, Ripresa

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Oggi è a 93 $ al barile

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1.3. Un aumento del prezzo del

petrolio influenza:

• ciò che si produce

meno prodotti a base di petrolio (meno plastica)

• come lo si produce

tecniche a minor uso di petrolio (più carbone)

• coloro per i quali si produce

i produttori (OPEC) hanno un maggiore potere

contrattuale, gli importatori (come l’Italia) meno potere

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2.1. La distribuzione

della popolazione mondiale e del PIL

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Popolazione PIL

paesi poveri paesi a medio reddito paesi ricchi

RICCHI

RICCHI

POVERI

POVERI

MEDI

MEDI

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2.2. Popolazione e reddito mondiale

Paesi

poveri

Paesi a

reddito

medio

Paesi

ricchi

Reddito annuo

per abitante

324 $ 1.758 $ 23.408 $

% popolazione 35% 49% 16%

% redditi 2% 18% 80%

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2.3. Per chi, come e cosa si produce nel mondo,

data la distribuzione tra ricchi e poveri?

• Per chi: si produce principalmente per il 16% della popolazione dei paesi ricchi

• Come: la differenza tra i redditi (70 volte) è legata alla disponibilità, presso i paesi ricchi, di macchine e know how

• Cosa: si producono principalmente beni e servizi utili ai ricchi

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3.1. Scarsità e usi alternativi delle risorse

Consideriamo un’economia con 4 lavoratori, che possono

produrre cibo o film, secondo la tabella seguente (quantità

massime producibili)

C I B O F I L M

Occupati Produzione Occupati Produzione

4 25 0 0

3 22 1 12

2 17 2 20

1 12 3 23

0 0 4 30

A

B

C

D

E

17

3.2. Scarsità e usi alternativi delle risorse:

la frontiera delle possibilità produttive

Per ogni livello di produzione di un bene, la frontiera delle

possibilità produttive mostra la massima quantità di un altro

bene che il sistema economico è in grado di produrre.

frontiera delle

possibilità

produttive

non realizzabile

inefficiente

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3.3. La legge dei rendimenti decrescenti

• Spostandosi da sinistra sulla frontiera

– B C: rinuncio a 5 unità di cibo e ottengo 8 film

– C D: rinuncio a 5 unità di cibo e ottengo 3 film

• Inizialmente la rinuncia al cibo produce molti film,

poi sempre meno

• Quando un Paese si concentra troppo sulla

produzione di un bene, finisce per dedicargli

risorse sempre più inadatte

– diminuisce l’efficienza

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3.4. L’efficienza produttiva

• La frontiera delle possibilità produttive

rappresenta le combinazioni efficienti che un

sistema economico può realizzare

• L’efficienza produttiva implica che l’aumento

della produzione di un bene può essere

realizzato solo con il sacrifico della produzione

di un altro bene

• Un indicatore dell’efficienza produttiva (o

efficienza tecnica) è dato da:

– quantità di output/quantità di input

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3.5. Il costo opportunità

• La scarsità obbliga a effettuare scelte talvolta dolorose

• Il costo opportunità è la quantità di altri beni o servizi cui si deve rinunciare per avere un’unità addizionale del primo

– è il costo della rinuncia, del sacrificio

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3.6. Lo spostamento della frontiera

Il progresso tecnologico determina uno spostamento

della frontiera delle possibilità produttive:

nuova frontiera

delle possibilità

produttive

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3.7. L’allocazione delle risorse

• L’allocazione (distribuzione) delle risorse scarse è un problema cruciale per una società – “a chi vanno le risorse?”

– “quanto ne va?”

• Chi distribuisce le risorse?

• Il problema può essere risolto in modi diversi, per esempio:

economia dirigistica

economia di libero mercato

economia mista

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4.1. Il ruolo del Mercato

• Cos’è il Mercato?

• È il processo nel quale

le decisioni delle famiglie circa il consumo di beni diversi

le decisioni delle imprese circa il cosa e il come produrre

e le decisioni dei lavoratori circa quanto e per chi lavorare

• sono rese possibili attraverso aggiustamenti dei prezzi

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4.2. Il ruolo del Mercato: esempio del panino

• Scegliamo il panino per: velocità, qualità e costo

• Consumatore: – ha determinati gusti e un budget

– bistecca costa troppo, panino meno

• Ristoratore della paninoteca: – costi accettabili

– Se aumentassero i costi • andrebbe altrove

• oaprirebbe un ristorante

• Lavoratore della paninoteca: – È uno studente, gli basta il salario

– in tanti cercano lavoro (salari bassi)

La società nel suo

complesso destina le

risorse attraverso i

prezzi

Se domani nessuno

volesse il panino

(es.: mucca pazza),

non si venderebbe più

e si venderebbe altro

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4.3. L’orientamento al mercato nel mondo

Cuba

Cina

Ungheria

Svezia

Italia

UK

USA

Economia

dirigistica

Economia

di mercato

Giappone

Economie miste

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Le istituzioni economiche

nei sistemi misti

CHE COSA SONO E A COSA SERVONO LE ISTITUZIONI (da La democrazia delegittimata, Gustavo Zagrebelsky, la Repubblica, 15-10-2009)

“Il genere umano ha scoperto le istituzioni per mettere a freno

l´aggressività e l´istinto di sopraffazione che allignano – in uno più, in

altro meno – in ognuno di noi, per diffondere fiducia e cooperazione,

garantire un po´ di stabilità e sicurezza nelle relazioni umane e

proteggere quel tanto di libertà che è compatibile con la vita associata.

In una parola: per allontanare sempre di nuovo, ancora di un giorno, le

"prove di forza" che accompagnano, come fantasmi che possono

materializzarsi, i contatti tra gli esseri umani.

Le istituzioni servono innanzitutto a questo: a neutralizzare i nostri

istinti distruttivi e a civilizzarci. Poiché nel fondo siamo animali

selvatici, possiamo anche dire: servono ad addomesticarci,

incanalando e indirizzando le nostre energie in strutture, procedure,

garanzie e controlli, così trasformandole, da distruttive, in costruttive di

opere durature.” 27

Che cosa sono e a cosa servono

le istituzioni

Le istituzioni servono a incanalare le energie

umane entro strutture, procedure, garanzie

e controlli, per:

– diffondere fiducia e cooperazione

– garantire stabilità e sicurezza nelle relazioni

– salvaguardare le libertà e i diritti

– allontanare i rischi di "prove di forza”

28

29

Principali istituzioni

nei sistemi economici misti • Famiglie

• Imprese

• Stato (governo)

• Mercati

• Associazioni ed enti non profit

• Sistema creditizio e finanziario

• Organismi sovranazionali

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Famiglie

Rappresentano la forma elementare di organizzazione sociale

Dal punto di vista economico rappresentano le unità di consumo

Costituiscono la base organizzativa di molte imprese

(agricoltura, piccolo artigianato, piccolo commercio)

Costituiscono il luogo privilegiato del risparmio e della

redistribuzione intergenerazionale

Il loro comportamento economico dipende dal rapporto tra:

• redditi

• consumo

• risparmio

31

32

33

34

Imprese

Costituiscono il luogo economico della produzione di beni e servizi

La loro capacità di sopravvivenza dipende dalla produzione di

profitto (o utile) (P), come differenza tra ricavi (R) e costi (C):

P = R - C

Il profitto può anche essere considerato il loro principale obiettivo

Possono essere organizzate in vario modo:

• imprese individuali

• società di persone

• società di capitali (proprietari o azionisti)

35

36

37

38

39

Stato (governo)

Interviene nell’economia attraverso una serie di funzioni:

• difesa, ordine pubblico, mantenimento dello stato di diritto

• regolamentazione e indirizzo delle attività produttive

• redistribuzione secondaria (imposte) e riequilibrio dei redditi

• acquisto/produzione di beni e servizi

• stabilizzazione dell’economia

Le scelte dipendono dalla rappresentazione degli interessi individuali

attraverso il sistema del voto.

L’equilibrio finanziario dipende dal rapporto tra

• entrate (T: tasse, controvalore di servizi, ecc.)

• spesa pubblica (SP: infrastrutture, sanità, ecc.)

Gli ultimi anni hanno visto un ruolo crescente degli enti locali (regioni,

provincie, comuni, ecc.)

40

41

42

43

44

Mercati

Rappresentano le istituzioni deputate allo scambio di beni e servizi

Possono avere un significato fisico (es. borse merci, borse valori,

mercato rionale) oppure rappresentare in modo astratto il luogo dello

scambio di beni

La regolamentazione dei mercati determina pesantemente le modalità

di sviluppo economico

• leggi anti-trust,

• graduazione delle barriere doganali,

• regole di accesso ai mercati,

• ecc.

45

46

47

48

49

Associazioni ed enti non profit

Costituiscono forme organizzate di consumo o di produzione

Rappresentano un centro importante di creazione di opinioni e di

abitudini di consumo

Permettono l’esplicitazione della domanda di servizi

Forniscono servizi informativi e di garanzia

• per esempio, le associazioni dei consumatori

50

51

52

53

Sistema creditizio e finanziario (banche)

Regola la quantità di moneta disponibile e le condizioni di accesso alla

liquidità

Il sistema finanziario determina la mobilità e gli spostamenti di capitali

- raccolta del risparmio

- erogazione di credito

Rappresenta uno dei fulcri dei sistemi economici attuali, in particolare

per il controllo dei trend macroeconomici

(crescita, inflazione, occupazione)

54

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Organismi sovranazionali

Hanno funzione di regolazione dei rapporti tra stati o di stabilizzazione

interna

• ONU

Operano accordi sul commercio, sulle politiche commerciali e sugli

accordi tra stati

• WTO, Organizzazione mondiale del commercio

Finanziano investimenti

• World Bank, BCE

Promuovono norme, politiche, mercati e monete comuni

• UE

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57

58

59

60

61

Capitolo 2 Gli strumenti dell’analisi

economica: modelli

dati

grafici

relazioni

Trasparenti tratti, con modifiche e integrazioni, da:

David Begg, Stanley Fischer e Rudiger Dornbusch, Economia,, cap.2

McGraw-Hill, 2001

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Modelli e dati

• Un modello

– è una semplificazione della realtà basata su alcune ipotesi

semplici

– ci aiuta a organizzare il pensiero economico

• I dati

– il legame tra l’economista e il mondo reale

– serie storiche

– serie sezionali (cross sections)

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Modelli economici: un esempio

• Per organizzare il nostro pensiero abbiamo bisogno di

una visione semplificata della realtà

• Il modello permette di concentrarci su elementi chiave

• Quantità domandata di biglietti della metropolitana: da

cosa dipende?

Q = f (prezzi, reddito, preferenze dei consumatori)

• Prezzi, reddito e preferenze sono “variabili”

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Variabili reali e nominali

• molte variabili economiche sono misurate in moneta

• variabili nominali

– misurate a prezzi correnti (unità di conto variabile)

• variabili reali

– misurate a prezzi costanti, cioè deflazionati (unità di conto omogenea)

– si ottengono correggendo i valori correnti in base alla variazione dei

prezzi avvenuta rispetto a un anno base

• è una differenza molto importante anche in Estimo

Esempio: capire l’andamento dei valori

dei terreni

• I valori correnti dei terreni, anno per anno, esprimono

le variazioni dovute dei terreni dovute al complesso

dell’economia

– inflazione

– redditività della terra

– rendite fondiarie ecc.

• I valori costanti, cioè deflazionati (o reali), isolano le

cause specifiche del mercato immobiliare

• L’ISTAT pubblica mensilmente gli indici deflattori

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Valori Agricoli Medi nominali e reali dei terreni (seminativi) a Ferrara

dal 1995 al 2011

ANNO

VAM

(valori correnti:

000 lire)

VAM

(valori correnti:

000 euro)

VAM

(valori correnti:

000 euro)

INDICE ISTAT FOI

(base 100= 1995)

VAM

(valori costanti

euro 2011)

variazione %

dell'indice

ISTAT

variazione %

dei VAM

(valori

correnti)

variazione %

dei VAM

(valori

costanti)

1995 28000 14,5 100,0 20,3 - - -

1996 30000 15,5 103,9 20,9 3,9 7,1 3,1

1997 30000 15,5 105,7 20,6 1,7 0,0 -1,7

1998 30000 15,5 107,6 20,2 1,8 0,0 -1,8

1999 33000 17,0 109,3 21,9 1,6 10,0 8,3

2000 34500 17,8 112,1 22,3 2,6 4,5 1,9

2001 37000 19,1 115,1 23,3 2,7 7,2 4,5

2002 21,2 21,2 117,9 25,3 2,4 10,9 8,3

2003 22,2 22,2 120,8 25,8 2,5 4,7 2,2

2004 23,2 23,2 123,2 26,4 2,0 4,5 2,5

2005 24,0 24,0 125,3 26,9 1,7 3,4 1,7

2006 24,0 24,0 127,8 26,4 2,0 0,0 -2,0

2007 24,0 24,0 130,0 25,9 1,7 0,0 -1,7

2008 25,0 25,0 134,2 26,2 3,2 4,2 0,9

2009 26,0 26,0 135,2 27,0 0,7 4,0 3,2

2010 27,1 27,1 137,3 27,7 1,6 4,2 2,6

2011 27,1 27,1 140,5 27,1 2,3 0,0 -2,2

2,1 4,1 1,9

Valori agricoli medi del seminativo a Ferrara dal

1995 al 2011

67

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0 A

NN

O

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

VAM (valori correnti: 000 euro)

VAM (valori costanti euro 2011)

Valori nominali e reali nelle previsioni aziendali • nelle previsioni, è corretto usare sia valori nominali, sia reali

• però, nel preparare bilanci preventivi pluriennali (per es., analisi

degli investimenti), soprattutto in caso di tassi significativi di

inflazione, occorre sempre esplicitare se le previsioni di prezzo

sono realizzate a valori correnti oppure costanti

• talora accade che i prezzi usati per stimare entrate e uscite di

tutti gli anni del periodo considerato siano gli stessi

• ciò significa cose diverse nei due casi:

– se si sono adottati valori costanti, ciò significa che il prezzo

(reale) esposto nella tabella non cambia, ma si intende che il

prezzo nominale è destinato a salire, nel tempo (in ragione

dell’ inflazione)

– se si sono adottati valori correnti, ciò significa che il prezzo

esposto in tabella è un prezzo nominale e che quindi, nel

tempo, si intende che i prezzi reali scenderanno (in ragione

dell’inflazione)

68

69

Grafici

Prezzo di un biglietto della metropolitana di

Londra, 1979-1998

0

5

10

15

20

1979

1981

1983

1985

1987

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

2003

2005

pre

zzo

re

ale

(p

en

ce

19

98

)Aiutano ad analizzare l’andamento di una variabile

VALORI

COSTANTI

70

Relazioni

Prezzi e ricavi, 1979-98

9

10

11

12

13

14

15

500 600 700 800 900 1000ricavi reali (mln. sterline, prezzi 1998)

pre

zzo

re

ale

, p

en

ce

19

98

Un grafico aiuta a mettere in relazione due variabili (in questo

caso evidenziando la nuvola di punti e la retta interpolante)

ORDINATE

VERTICALI

ASCISSE

ORIZZONTALI

71

• I grafici a dispersione ci aiutano a confrontare la teoria

economica con la realtà

• L’econometria è una branca dell’economia che

approfondisce lo studio attraverso l’uso di tecniche

statistiche

• L’evidenza empirica può

– farci confutare una teoria

– oppure contribuire a corroborarla e sostenerla

L’evidenza empirica in economia

Ipotesi “coeteris paribus”

(“a parità di altre condizioni”)

• spesso utilizzata nella scienza economica

– le variabili sono tante e complesse

– economia scienza empirica, ma non sperimentale

– esperimenti controllati sono difficili nelle scienze sociali

• è un artificio analitico

– per chiarire relazioni tra variabili, spiegazioni causali

• consiste nell’assumere che altre variabili, ignote o

note, non siano influenti oppure che siano costanti

• occorre ricordare che in realtà le altre variabili

possono influire sulla relazione, spostando la curva 72

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• le “altre condizioni” comprendono:

– prezzi degli alberghi, delle case in altre località

– reddito dei potenziali acquirenti

– gusti della popolazione, mode ecc.

D0

D0

Quantità domandata di abitazioni turistiche

Pre

zzo

di ve

nd

ita

4

3

2

1

0

200

5

400 500 300 100

Curva di domanda mostra la relazione tra prezzo di vendita e

quantità domandata di case turistiche nell’area X,

a parità di altre condizioni

• variazioni di “altre condizioni” influenzano la posizione della curva di domanda