CAPITOLATO DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE OPERE EDILI 5... · 2018-10-17 · - Norma UNI 10349...

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CAPITOLATO DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE OPERE EDILI 1) Opere strutturali Le opere strutturali di completamento dell’edificio esistente saranno realizzate conformemente a quanto stabilito dai progetti precedentemente autorizzati. In ogni caso andranno depositati calcoli e verifiche sismiche, ante e post operam, secondo le vigenti normative (NTC 2008). Le eventuali modifiche apportate al progetto relativo al fabbricato esistente dovranno essere assoggettate alle prescrizioni impartite dalla normativa vigente in materia sismica con particolare riferimento agli edifici esistenti con tutela da parte della Soprintendenza ai Beni Architettonici. Il nuovo fabbricato in progetto sarà realizzato in conformità alle disposizioni contenute nella normativa vigente, NTC 2008. L’intervento dovrà prevedere l’adeguamento delle strutture all’accelerazione sismica attesa prevista per il sito dallo strumento legislativo. Tutti i materiali previsti dovranno avere caratteristiche tali da consentirne l’accettazione secondo quanto stabilito dal capitolo 11 delle NTC 2008. 2) Opere di finitura di tipo edile Le opere di finitura di tipo edile dovranno rispettare le normative vigenti in materia, con particolare riferimento alle norme europee o in mancanza alle norme UNI di riferimento. Trattandosi di edificio tutelato, i materiali, nonché le modalità di posa degli stessi, dovranno ottenere il nulla osta della competente Soprintendenza. A tal proposito dovrà essere presentato un progetto di dettaglio alla Soprintendenza della provincia di Parma al fine di ottenerne preventiva approvazione.

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CAPITOLATO DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE

OPERE EDILI

1) Opere strutturali

Le opere strutturali di completamento dell’edificio esistente saranno realizzate

conformemente a quanto stabilito dai progetti precedentemente autorizzati.

In ogni caso andranno depositati calcoli e verifiche sismiche, ante e post operam,

secondo le vigenti normative (NTC 2008).

Le eventuali modifiche apportate al progetto relativo al fabbricato esistente dovranno

essere assoggettate alle prescrizioni impartite dalla normativa vigente in materia sismica

con particolare riferimento agli edifici esistenti con tutela da parte della Soprintendenza

ai Beni Architettonici.

Il nuovo fabbricato in progetto sarà realizzato in conformità alle disposizioni contenute

nella normativa vigente, NTC 2008.

L’intervento dovrà prevedere l’adeguamento delle strutture all’accelerazione sismica

attesa prevista per il sito dallo strumento legislativo.

Tutti i materiali previsti dovranno avere caratteristiche tali da consentirne l’accettazione

secondo quanto stabilito dal capitolo 11 delle NTC 2008.

2) Opere di finitura di tipo edile

Le opere di finitura di tipo edile dovranno rispettare le normative vigenti in materia, con

particolare riferimento alle norme europee o in mancanza alle norme UNI di riferimento.

Trattandosi di edificio tutelato, i materiali, nonché le modalità di posa degli stessi,

dovranno ottenere il nulla osta della competente Soprintendenza.

A tal proposito dovrà essere presentato un progetto di dettaglio alla Soprintendenza

della provincia di Parma al fine di ottenerne preventiva approvazione.

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IMPIANTI MECCANICI

1) Leggi e Norme rispettate per progettazione ed e secuzione impianti

- Decreto 22 GENNAIO 2008 N. 37/2008;

- DM 12 APRILE 1996 relativo alle centrali termiche a gas metano

- DLgs 311: Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso

razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di

energia;

- Decreto Regionale Emilia Romagna risparmio Energetico Delibera DAL 156/08

- Delibera Regionale Emilia Romagna risparmio Energetico Delibera n. 1366

- Norme UNI EN 378-3/2008 Impianti esp. diretta

- Norme UNI 9182 criteri progettazione impianti idrici

- D.P.C.M. 12/97 relativo al contenimento dei rumori all’esterno degli edifici

- D.P.C.M. 11/97 relativo al contenimento dei rumori all’interno degli edifici

- Norma UNI 10349 Riscaldamento e raffrescamento edifici

- Norma UNI TS 11300 – 1 Fabbisogno energia primaria

- Norma UNI TS 11300 – 2 Climatizzazione

- Norma UNI TS 11300-3-4

Saranno, inoltre, rispettate per quanto applicabile :

- le norme emanate dal C.N.R., le norme UNI, le norme CEI, le tabelle CEI-UNEL, le

norme emanate dall’Istituto Italiano dei Marchi di Qualità per i materiali e gli apparecchi

di tipo compresi nell’elenco edito dall’Istituto stesso;

- il Regolamento Edilizio e di Igiene del Comune in cui si eseguono le costruzioni

oggetto dell’appalto;

- Norme e Circolari del Ministero dell’Interno Direzione Generale Servizi Antincendio e

le disposizioni del locale corpo V.V.F. in merito alla prevenzione incendi;

- Norme e disposizioni emanate dall’I.S.P.E.S.L.;

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2) Dati climatici ambiente - Impianti di climatizzazione e ventilazione

2.1 Condizioni termoigrometriche esterne di riferim ento:

Inverno

Temperatura - 6°C

Umidità relativa 80% U.R.

Estate

Temperatura 32°C

Umidità relativa 50% U.R.

2.2 Condizioni termoigrometriche Interne:

Inverno Estate note

• Zona alloggi (parte esistente) 20°C /

U.R.N.C. U.R.N.C. Imp. in pompa

di calore aria/acqua

autonoma

• Zona servizi - spogliatoi 20°C /

U.R.N.C. / Imp. in pompa

di calore

aria/acqua autonoma

• Zona uffici p.terra 21°C 26°C

(parte nuova) U.R.N.C. U.R.N.C. Imp. in pompa

di calore

centralizzato

• Zona pub-bar 20°C 26°C

(piano terra Listone) U.R.N.C. U.R.N.C. Imp. in pompa

di calore

autonomo

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2.3 Ricambi orari di aria esterna

• Zone uffici p. terra 11∙10-3 m/s a persona (UNI 10339

prospetto III)

impianto meccanico centralizzato

efficienza di recupero: 70%

secondo DIN EN 308:1997

pari a 2 Vol/h

• Servizi igienici 10 Vol/h solo estrazione

• Spogliatoi 4 Vol/h estrazione

2.6 Caratteristiche dei fluidi termici:

• Fluido primario da pompa di calore funzionamento invernale: 45/50°C

• Fluido primario da pompa di calore funzionamento estivo: 8/13°C

• Temperatura utilizzata nel sistema di riscaldamento radiante a pavimento: 35°/40°C

• Temperatura superficie max pavimento UNI 1264: 29°C

• Temperatura acqua calda sanitaria miscelata prodotta dalle singole unità interne in

pompa di calore: 48°C

2.7 Indice di prestazione energetica:

L’indice di prestazione energetica EPgl,nren , verrà calcolato con i nuovi parametri

secondo DGR 7 settembre 2015 n. 1275, Regione Emilia Romagn a.

Infatti la delibera della Regione Emilia Romagna, prevede che tale valore venga

determinato in ottemperanza a tale Delibera, nonostante l’intervento risulti soggetto a

Normative Antecedenti (DGR 156/08-DGR 1366) come riscontrabile da Legge 10/91 già

presentata a sua volta agli uffici competenti.

Pertanto l’edificio verrà adeguato alla nuova classificazione energetica, con i parametri

del nuovo Decreto Regionale Regione Emilia Romagna

Classificazione : classe energetica A1-A2-A3

2.8 Energie Rinnovabili : Impianto fotovoltaico (r equisito 6.6 lettera C DAL

156/08):

In materia di produzione di energia elettrica da FER viene rispettato il punto C, con

impianto fotovoltaico.

In considerazione del fatto che:

- trattasi di edificio vincolato

- trattasi di edificio ubicato in centro storico

l’impianto fotovoltaico verrà ridotto al 20% in ottemperanza ai sensi art. A-7 L.R. n. 20/00

Totale produzione – 6,2 kW p

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Come sistema compensativo, il Comune acquisterà quote equivalenti in potenza nel

territorio del Comune stesso.

3) Descrizione impianti

3.1 Produzione di acqua calda/refrigerata con pompe di calore reversibili

autonome:

Per la produzione di energia termica e/o frigorifera viene proposta un sistema autonomo

a pompa di calore reversibile aria/acqua ad alta efficienza per ogni unità abitativa

composta da unità interna + unità esterna e con produzione di acqua calda sanitaria.

Rispetto ad un sistema centralizzato, la pompa di calore presenta i seguenti vantaggi:

- maggiore efficienza energetica avendo C.O.P. (EN 14511) relativamente elevati anche

a bassa temperatura:

COP a +7°C = 4,10

- Assenza totale di linee di distribuzione esterne interrate di collegamento fra centrale

termica e alloggi, con notevoli dispersioni termiche fluidi caldi

- Produzione acqua calda bassa temperatura in fase invernale, per riscaldamento

- Produzione acqua refrigerata in fase estiva, per raffrescamento

- Produzione A.C.S. incorporata alla singola unità interna

- Rispetto della Normativa Regionale DGR n. 156/08 e DGR n. 1366

- Rispetto dei requisiti prestazionali in termini di Energia da Fonti Rinnovabili secondo

DAL 156/08/DGR 1366

- Assenza di emissioni in atmosfera

3.2 Produzione di calore con sistema caldaia a cond ensazione di soccorso

Ai fini di maggior risparmio energetico invernale o di emergenza, con temperature

esterne negative, viene comunque previsto sistema generatore di calore con caldaia a

condensazione che potrà essere di integrazione oppure di totale sostituzione, nei periodi

freddi, quando l’efficienza delle pompe di calore scende a valori non competitivi ai fini

del risparmio energetico. La caldaia di integrazione è a condensazione , in funzione

della reale potenza termica richiesta dal sistema. Il sistema ibrido così proposto,

garantisce la massima efficienza energetica e affidabilita’ del sistema

riscaldamento/raffrescamento nell’intera stagione di funzionamento.

- Rendimento di generazione al 30% = 103%

- Rendimento di generazione al 100% = 101%

- Potenzialità al focolare: 75 kW

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3.3 Impianto Pannelli Radianti a pavimento unità ab itative

Anche in questo caso l’impianto sarà gestito in funzione della temperatura interna; in

questo caso, fa si che la sonda di temperatura ambiente chiuderà l’ingresso dell’acqua

calda nei pannelli a pavimento , e quindi ottenendo i benefici:

- risparmio energetico in potenza termica per la ba ssa inerzia del sistema

• Temperatura max superficiale: 29°C

• Temperatura max mandata: 38°C

3.4 Impianto in pompa di calore autonoma ad alta e fficienza a servizio unità bar –

pub, piano terra Listone

Il bar è condizionato tramite impianto autonomo in pompa di calore aria/acqua o

espansione diretta con terminali a ventilconvettori . Questi terminali sono caratterizzati

da alte velocità di messa a regime pur richiedendo energia elettrica per poter far

funzionare i ventilatori.

La gestione di questi apparecchi sfrutterà i segnali inviati dai sensori di presenza e dai

termostati ambiente.

3.5 Unità di rinnovo aria con recupero di calore lo cali ambulatori /uffici piano terra

Le unità aria saranno dotate di ventilatori plug-fan alimentati da motori Brush-Less , che

presentano i seguenti vantaggi:

- eliminazione delle perdite per attrito sulle trasmissioni

- elevata affidabilità

- riduzione di interventi manutentivi

- parzializzazione continua ai bassi carichi

- efficienza termica: 70%

L’adozione di questi ventilatori, può inoltre portare ad una diminuzione del 40%

dell’impegno della potenza elettrica. (normativa di riferimento: UNI 10339)

3.6 Circolatori elettronici

Le elettropompe di circolazione fluidi, sono proposte del tipo elettronico a velocità

variabile dotata di inverter. Le pompe proposte presentano i seguenti vantaggi:

- motori a magneti permanenti

- velocità variabile

- adattamento a qualsiasi condizione di funzionamento a carichi parziali dell’impianto

- assenza di attriti

- consumo ridotto del 30% rispetto alle pompe tradizionali

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4) Prestazioni energetiche sistema edificio – impia nto e requisiti rispettati DAL 156/08

4.1 Tabelle riassuntive trasmittanza termica

Caratteristiche termiche dei componenti opachi

Cod. Descrizione Trasmittanza

media [W/m2K]

Valore limite [W/m2K]

M1 Muro_cv_01 0,347 0,306

P4 Solaio a terra_CO_02 0,179 0,297

M4 Muro_cv_01 (vano scale) 0,203 0,306

M2 Muro vicini_PV_01 0,585 0,306

P1 Solaio su portico_CO_01 0,301 0,297

P2 Solaio su portico interno_CO_01.1 0,300 0,297

S1 Solaio verso sottotetto_PO_02 0,240 0,270

S3 Solaio intermedio_PO_01 0,493 0,800

P3 Solaio intermedio_PO_01 0,393 0,800

S2 Solaio copertura_CO_03 0,681 0,800

P6 copertura inclinata 0,480 0,800

Caratteristiche termiche dei componenti finestrati Uw (comprensivo di infisso)

Cod. Descrizione Trasmittanza Uw [W/m2K]

Valore limite [W/m2K]

W13 90X260 1,233 1,980

W12 85X140 1,418 1,980

M3 PORTA INGRESSO ALLOGGIO 1,293 1,980

W7 100X170 1,394 1,980

W2 120x247 1,319 1,980

Trasmittanza termica centrale dei vetri Ug

Cod. Descrizione Trasmittanza Ug [W/m2K]

Valore limite [W/m2K]

W13 90X260 1,100 1,530

W12 85X140 1,100 1,530

W7 100X170 1,100 1,530

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4.2 Stratigrafia strutture opache

Descrizione della struttura: Parete perimetrale

Trasmittanza termica 0,182 W/m2K

Spessore 623 mm

Stratigrafia: N. Descrizione strato s

1 Lastra in Cartongesso 12,50

2 Barriera vapore in fogli di polietilene 0,10

3 Fibre minerali feldspatiche - Pannello semirigido 70,00

4 Polistirene espanso, estruso senza pelle 100,00

5 Mattone pieno 140,00

6 Mattone pieno 140,00

7 Mattone pieno 140,00

8 Intonaco di calce e sabbia 20,00

Descrizione della struttura: Pavimento contro terra

Trasmittanza termica 0,270 W/m2K

Trasmittanza controterra 0,179 W/m2K

Spessore 621 mm

Stratigrafia: N. Descrizione strato s

1 Piastrelle in ceramica 10,00

2 Caldana addittivata per pannelli 60,00

3 Tubo del pannello 0,00

4 Pannello LOEX 30,00

5 Barriera vapore in fogli di polietilene 1,00

6 Polistirene espanso sint. in lastre (UNI 7819) 50,00

7 Polimix 270,00

8 Sottofondo di cemento magro 200,00

Descrizione della struttura: Solaio verso sottotetto

Trasmittanza termica 0,225 W/m2K

Spessore 346 mm

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Stratigrafia: N. Descrizione strato s Cond.

1 Piastrelle in ceramica 10,00 1,000

2 Sottofondo di cemento magro 60,00 0,700

3 Polistirene espanso estruso 120,00 0,040

4 Barriera vapore di Allum. bitumato (s=0.05mm) 0,01 220,000

5 Polimix 81,00 0,110

6 Massetto ripartitore in calcestruzzo con rete 50,00 1,490

7 Legno di abete flusso perpend. alle fibre 25,00 0,120

Descrizione della struttura: Solaio copertura

Trasmittanza termica 0,681 W/m2K

Spessore 111 mm

Stratigrafia: N. Descrizione strato s

1 Tegole in terracotta 10,00

2 Aria debolmente ventilata (fl.ascend.) 40,00

3 Barriera vapore in velo di vetro bitumato 0,30

4 Polistirene espanso in lastre termocompresse 40,00

5 Barriera vapore in fogli di polietilene 0,30

6 Legno di abete flusso perpend. alle fibre 20,00

Legenda simboli s Spessore mm

Cond. Conduttività termica, comprensiva di eventuali coefficienti correttivi W/mK

R Resistenza termica m2K/W

M.V. Massa volumica kg/m3

C.T. Capacità termica specifica kJ/kgK

R.V. Fattore di resistenza alla diffusione del vapore in capo asciutto -

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4.3 Caratteristiche termiche componenti finestrati

Descrizione della finestra: FINESTRA TIPO (200x136)

Caratteristiche del serramento

Tipologia di serramento Singolo

Classe di permeabilità Classe 4 secondo Norma UNI EN 12207

Trasmittanza termica Uw 1,335 W/m2K

Trasmittanza solo vetro Ug 1,100 W/m2K

Dati per il calcolo degli apporti solari

Emissività ε 0,837 -

Fattore di trasmittanza solare

ggl,n 0,560 -

Dimensioni del serramento

Larghezza 200,0 cm

Altezza 136,0 cm Caratteristiche del telaio Trasmittanza termica del telaio

Uf 1,90 W/m2K

K distanziale Kd 0,08 W/mK Stratigrafia del pacchetto vetrato

Descrizione strato s

Primo vetro 4,0

Intercapedine -

Secondo vetro 4,0 Legenda simboli s Spessore mm

λ Conduttività termica W/mK

R Resistenza termica m2K/W

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IMPIANTI ELETTRICI

Il presente progetto riguarda la nuova installazione dell'impianto elettrico, illuminazione e dati

a servizio dell'intervento di ristrutturazione e nuova costruzione denominato “Listone” in

Fontanellato (PR).

Gli appartamenti e le attività sono da considerare “ordinari” dal punto di vista impiantistico.

L’impianto nel suo complesso avrà caratteristiche dimensionali, strutturali tali da ricadere nella

casistica definita definita DECRETO 22 gennaio 2008 n. 37 “Regolamento concernente

l'attuazione dell'articolo 11 - quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2

dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attivita' di installazione degli

impianti all'interno degli edifici” per cui si rende obbligatorio il progetto redatto da tecnico

professionista abilitato per le attività e le parti comuni condominiali (“Potenza impegnata

maggiore di 6kW” ).

La presente relazione tecnica è parte integrante del progetto dell'impianto elettrico di forza

motrice, di illuminazione interna e d’emergenza.

Per le definizioni relative agli elementi costitutivi e funzionali degli impianti elettrici specificati

nell'articolo precedente, valgono quelle stabilite dalle vigenti norme CEI.

1 - LEGISLAZIONE VIGENTE

In osservanza a quanto previsto dalla Legge 1 marzo 1968, n°186 (G.U. n°77, 23 marzo 1968)

l'impianto deve essere eseguito nel totale rispetto delle normative dettate dal Comitato

Elettrotecnico Italiano, in perfetta regola d'arte e utilizzando solo materiale certificato IMQ (o

marchio equivalente per legge).

In particolare gli impianti, a seconda del tipo d'uso e destinazione, dovranno essere conformi

alle seguenti norme:

CEI 11-1 - Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Norme

generali.

CEI 11-8 - Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Impianti di

messa a terra.

CEI 11-17 - Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo.

CEI 11-18 - Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Dimensioni

degli impianti in relazione alle tensioni.

CEI 17-13/1 - Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione

(quadri B.T.). Parte 1: prescrizione per apparecchiature di serie (AS) e non di serie (ANS).

CEI 20-22 - Cavi non propaganti l'incendio – Prove.

CEI 64-8 - Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente

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alternata e a 1500V in corrente continua.

CEI 11-20: Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi i continuità collegati a reti di I e

II categoria;

CEI EN 61000-3-2: Compatibilita' elettromagnetica (EMC) -Parte 3: Limiti Sezione 2: Limiti per

le emissioni di corrente armonica (apparecchiature con corrente di ingresso = 16 A per fase);

CEI EN 60555-1: Disturbi nelle reti di alimentazione prodotti da apparecchi elettrodomestici e

da equipaggiamenti elettrici simili-Parte 1: Definizioni;

CEI EN 62305-1 - Protezione contro i fulmini . Principi generali.

CEI EN 62305-2 - Protezione contro i fulmini . Valutazione del rischio.

CEI EN 62305-3 – Protezione contro i fulmini. Danno materiale alle strutture e pericolo per le

persone.

CEI EN 62305-4 – Protezione contro i fulmini. Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture.

Guida CEI 81-3 – Valori medi del numero di fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato

dei Comuni d’Italia.

Norme UNI 12464 – 1:2004 – Luce e illuminazione – Illuminazione dei posti di lavoro – Parte

1: posti di lavoro interni

Norme UNI 12464 – 2:2008 – Luce e illuminazione – Illuminazione dei posti di lavoro – Parte

2: posti di lavoro in esterno

Oltre ad essere rispondenti alle norme CEI citate, gli impianti elettrici dovranno rispettare i

dettami delle seguenti Leggi, Circolari e Decreti:

DECRETO 22 gennaio 2008 n. 37 - “Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11 -

quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino

delle disposizioni in materia di attivita' di installazione degli impianti all'interno degli edifici”

Legge 1 marzo 1968, n°186 - Norme di esecuzione a regola d'arte degli impianti.

Legge 9 gennaio 1989, n°13; D.M. 14 giugno 1989 n°236; Circolare 22 giugno 1989

n°1669/UL - Eliminazione delle barriere architettoniche.

Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81- Testo unico sulla Sicurezza e Salute delle Lavoratrici

e dei Lavoratori

Altre norme CEI saranno richiamate in caso di particolari condizioni di funzionamento o di

particolari requisiti richiesti dal materiale utilizzato.

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Gli impianti e i componenti devono essere realizzati a regola d'arte, conformemente alle

prescrizioni della legge 1 marzo 1968, n.186. Le caratteristiche degli impianti stessi, nonché

dei loro componenti, devono corrispondere alle norme di legge e di regolamento vigenti alla

data di presentazione del progetto ed in particolare essere conformi:

- alle prescrizioni di Autorità Locali;

- alle prescrizioni e indicazioni dell'ENEL o dell'Azienda Distributrice dell'energia elettrica;

- alle prescrizioni e indicazioni della TELECOM o dell’Azienda Fornitrice del servizio;

- alle norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano;.

- alle prescrizioni vigenti dei VVF.

2 - OBBLIGHI PER L'INSTALLATORE

L'installatore deve rispettare scrupolosamente le direttive del progetto riguardo al materiale ed

alle modalità di esecuzione; ogni variazione rispetto al presente documento deve essere

preventivamente comunicata ed approvata dal tecnico progettista.

Il presente documento dà indicazioni anche sulle marche e articoli degli apparecchi da

installare: l'installatore potrà proporre e utilizzare materiale alternativo sempre che sia dotato

di certificazione di legge, sia di caratteristiche tecniche analoghe a quello consigliato e sia

stato approvato preventivamente dal Direttore Lavori oppure dal Committente.

Tutti i lavori eseguiti dalla ditta installatrice devono essere realizzati in conformità alle

normative di sicurezza o salute dei lavoratori sul luogo di lavoro e, in particolare, seguendo i

dettami del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n°81 (Testo unico sulla Sicurezza e Salute dei

Lavoratori).

3 - DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO DELL'IMPIANTO ELETTR ICO SECONDO LA

GUIDA CEI 0-2

TIPO DI IMPIANTO : Elettrico a partire dal punto di consegna dell'ente distributore - Codice

CEI: INDBT

DESTINAZIONE D'USO : Ambienti ad uso civile, uffici, attività commerciale,

TIPO DI INTERVENTO : Nuova installazione

CARATTERISTICHE SPECIFICHE : Potenza impegnata maggiore di 6kW.

REQUISITI TECNICO-PROFESSIONALI DEL PROGETTISTA E DELL'INSTALLATORE

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Il PROGETTO deve essere redatto da un professionista iscritto ad un albo professionale

nell'ambito delle proprie competenze.

Il progetto deve essere depositato:

a) presso gli organi competenti al rilascio di licenze di impianto o di autorizzazioni alla

costruzione quando previsto dalle disposizioni legislative e regolamentari vigenti;

b) presso gli uffici comunali, contestualmente al progetto edilizio, per gli impianti il cui progetto

non sia soggetto per legge ad approvazione.

I LAVORI devono essere affidati ad un'impresa installatrice o, per i lavori all'interno di una

azienda non installatrice, ad un suo ufficio tecnico interno, abilitati ai sensi della normativa

vigente.

Al termine dei lavori l'impresa o l'ufficio tecnico interno di azienda non installatrice deve inviare

al committente ed alla C.C.I.A.A. nella cui circoscrizione l'impresa installatrice o l'azienda ha

sede la dichiarazione di conformita' alla regola d'arte firmata dal rappresentante legale.

4 CARATTERISTICHE TECNICHE DEGLI IMPIANTI

4.1 GENERALITÀ’

Gli impianti devono essere eseguiti seguendo in maniera fedele i dettami delle normative del

Comitato Elettrotecnico Italiano sopra citate e le direttive che il progettista ritiene siano di

buona tecnica impiantistica.

In particolare tutti i cavi utilizzati devono essere in rame con isolante del tipo non propagante

l'incendio con isolamento in PVC N07V-K per l'impianto interno se posato in tubazioni rigide o

flessibili, non propagante l'incendio con isolamento in PVC e guaina in PVC tipo NPI FROR

450/750V oppure con isolamento in gomma e guaina in PVC tipo FG70R-4 per cavi posati in

canalizzazioni interne, non propagante l'incendio con isolamento in gomma e guaina in PVC

tipo FG7(0)R-4 per cavi posati in canalizzazioni interne ove specificato oppure in impianti

esterni.

Il diametro interno dei tubi incassati o esterni deve essere almeno 1,3 volte il diametro del

cerchio circoscritto al fascio di cavi che contiene con un minimo di 10mm. Le cassette di

derivazione devono essere del tipo con coperchio fissato a vite. I tubi incassati a parete

devono avere andamento parallelo allo spigolo o percorso orizzontale. Il raggio di curvatura

deve essere tale da non danneggiare i cavi.

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L'asse di inserzione delle prese di corrente deve essere ad almeno 175mm di altezza dal

piano di calpestio. I conduttori devono avere i colori di legge; in particolare il conduttore di

neutro dovrà essere azzurro, la fase marrone, grigia o nera, il conduttore di terra gialloverde.

Dove non esplicitamente segnalato, tenuto conto dei cavi e del tipo di posa utilizzati, si

adotteranno per i circuiti di fase e di neutro (e per il conduttore di terra relativo), le seguenti

sezioni per conduttori in rame:

- 1 mm2 per i circuiti di segnalazione e comando;

- 1,5 mm2 per i circuiti che alimentano prese da 10A, punti luce;

- 4 mm2 per i circuiti di potenza uguale o superiore ai 3kW;

- 2,5 mm2 per gli altri circuiti.

In ogni caso la caduta di tensione su ogni linea a pieno carico non dovrà superare il 4%.

Le linee devono essere calcolate nel rispetto della protezione contro le sovracorrenti e della

limitazione della caduta di tensione con un coefficiente di contemporaneità uguale a 1.

I cavi installati fino all'altezza di 2,5m devono essere protetti da tubi in PVC di tipo pesante.

PRESCRIZIONI RIGUARDANTI I CIRCUITI

4.2 - CAVI E CONDUTTORI

a) Isolamento dei cavi:

i cavi utilizzati nei sistemi di prima categoria devono essere adatti a tensione nominale verso

terra e tensione nominale (U0/U) non inferiore a 450/750 V, simbolo di designazione 07. Quelli

utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando devono essere adatti a tensioni nominali non

inferiori a 300/500 V, simbolo di designazione 05. Questi ultimi, se posati nello stesso tubo,

condotto o canale con cavi previsti con tensioni nominali superiori, devono essere adatti alla

tensione nominale maggiore.

b) colori distintivi dei cavi:

i conduttori impiegati nell'esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle

colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI-UNEL 00722-74 e 00712. In

particolare i conduttori di neutro e protezione devono essere contraddistinti rispettivamente ed

esclusivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde. Per quanto riguarda i

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conduttori di fase, devono essere contraddistinti in modo univoco per tutto l'impianto

preferibilmente dai colori: nero, grigio (cenere) e marrone;

c) sezioni minime e cadute di tensioni massime ammesse:

le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e della lunghezza dei

circuiti (affinchè la caduta di tensioni non superi il valore del 4% della tensione a vuoto)

devono essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori

delle portate di corrente ammesse, per i diversi tipi di conduttori, dalle tabelle di unificazione

CEI-UNEL.

Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni, le sezioni minime

ammesse dei conduttori di rame sono:

* 0,75 mm2 per i circuiti di segnalazione e telecomando;

* 1,5 mm2 per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per altri apparecchi di

illuminazione e per apparecchi con potenza unitaria inferiore o uguale a 2,2 kW;

* 2,5 mm2 per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza unitaria

superiore a 2,2 kW e inferiore o uguale a 3,6 kW;

* 4 mm2 per montanti singoli o linee alimentanti singoli apparecchi utilizzatori con potenza

nominale superiore a 3,6 kW;

d) sezione minima dei conduttori neutri:

la sezione dei conduttori neutri non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori

di fase. Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mm2, la sezione dei

conduttori neutri può essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di fase, con il minimo

tuttavia di 16 mm2 (per conduttori in rame), purchè siano soddisfatte le condizioni delle norme

CEI 64-8;

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sezione minima del conduttore di protezione

Sezione del conduttore

di fase che alimenta la

macchina e

l'apparecchio

mm2

Conduttore di

protezione facente

parete dello stesso

cavo o infilato nello

stesso tubo del

conduttore di fase

mm2

Conduttore di protezione non

facente parte dello stesso cavo

non infilato nello stesso tubo

del conduttore di fase

mm2

�16

Sezione del conduttore

di fase

2,5 se protetto meccanicamente,

4 se non protetto

meccanicamente

�16 e �35

16

16

�35

Metà della sezione del

conduttore di fase

metà della sezione del conduttore

di fase

e) sezione dei conduttori di terra e protezione:

la sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano all'impianto

di terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non deve essere inferiore a quella

indicata nella tabella sopra, tratta dalle norme CEI 64-8.

Vedi prescrizioni delle norme CEI 64-8.

f) propagazione del fuoco lungo i cavi:

i cavi in aria installati individualmente, cioè distanziati fra loro di almeno 250 mm, devono

rispondere alla prova di non propagazione delle norme CEI 20-35 ("Prove sui cavi elettrici

sottoposti al fuoco. Parte 1: prova di non propagazione della fiamma sul singolo cavo

verticale").

Quando i cavi sono raggrupati in ambiente chiuso in cui sia da contenere il pericolo di

propagazione di un eventuale incendio, essi devono avere i requisiti in conformi alle norme

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CEI 20-22/2 ("Prove d'incendio su cavi elettrici - Parte 2: prova di non propagazione

dell'incendio")

SEZIONI MINIME DEL CONDUTTORE DI TERRA

La sezione del conduttore di terra deve essere non inferiore a quella del conduttore di

protezione suddetta con i minimi di seguito indicati:

sezione minima (mm2)

Protetto contro la corrosione ma non meccanicamente

16 Cu

Non protetto contro la corrosione

25 Cu

In alternativa ai criteri sopra indicati è ammesso il calcolo della sezione minima del conduttore

di protezione mediante il metodo analitico indicato al paragrafo a) dell'art. 543.1.1 delle norme

CEI 64-8.

4.3 - CANALIZZAZIONI

I conduttori, a meno che non si tratti di installazioni volanti, devono essere sempre protetti e

salvaguardati meccanicamente.

Dette protezioni possono essere: tubazioni, canalette porta cavi, passerelle, condotti o cunicoli

ricavati nella struttura edile e nell'area esterna circostante ecc.

4.3.1- Tubi protettivi percorso tubazioni, cassette di derivazione

Nell'impianto previsto per la realizzazione sotto traccia, i tubi protettivi devono essere in

materiale termoplastico serie pesante in PVC autoestinguente per i percorsi sotto intonaco o

sottopavimento;

a) il diametro interno dei tubi deve essere pari ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio

circoscritto al fascio dei cavi in esso contenuti. Tale coefficiente di maggiorazione deve essere

aumentato a 1,5 quando i cavi siano del tipo sotto piombo o sotto guaina metallica;

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b) il diametro del tubo deve essere sufficientemente grande da permettere di sfilare e reinfilare

i cavi in esso contenuti con facilità e senza che ne risultino danneggiati i cavi stessi o i tubi.

Comunque il diametro interno non deve essere inferiore a 10 mm;

c) il tracciato dei tubi protettivi deve consentire un andamento rettilineo orizzontale (con

minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve devono

essere effettuate con raccordi o piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la

sfilabilità dei cavi;

d) ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, ad ogni

derivazione della linea principale a secondaria e in ogni locale di servito, la tubazione deve

essere interrotta con cassette di derivazione;

e) le giunzioni dei conduttori devono essere eseguite nelle cassette di derivazione impiegando

opportuni morsetti e morsetterie. Dette cassette devono essere costruite in modo che nelle

condizioni ordinarie di installazione non sia possibile introdurvi corpi estranei, deve inoltre

risultare agevole la dispersione di calore in esse prodotta. Il coperchio delle cassette deve

offrire buone garanzie di fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo;

f) i tubi protettivi dei montanti di impianti utilizzatori alimentati attraverso organi di misura

centralizzati e le relative cassette di derivazione devono essere distinti per ogni montante. E'

ammesso utilizzare lo stesso tubo e le stesse cassette purchè i montanti alimentino lo stesso

complesso di locali e ne siano contrassegnati per la loro individuazione, almeno in

corrispondenza delle due estremità;

g) qualora si preveda l'esistenza, nello stesso locale, di circuiti appartenenti a sistemi elettrici

diversi, questi devono essere protetti da tubi diversi e far capo a cassette separate. Tuttavia è

ammesso collocare i cavi nello stesso tubo e far capo alle stesse cassette, purchè essi siano

isolati per la tensione più elevata e le singole cassette siano internamente munite di

diaframmi, non amovibili se non a mezzo di attrezzo, tra i morsetti destinati a serrare

conduttori appartenenti a sistemi diversi.

4.3.2 - Canalette porta-cavi

Per i sistemi di canali battiscopa e canali ausiliari si applicano le norme CEI 23-19.

Per gli altri sistemi di canalizzazione si applicheranno le norme CEI specifiche (ove esistenti).

Il numero dei cavi installati deve essere tale da consentire un'occupazione non superiore al

50% della sezione utile dei canali, secondo quanto prescritto dalle norme CEI 64-8.

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Per il grado di protezione contro i contatti diretti, si applica quanto richiesto dalle norme CEI

64-8 utilizzando i necessari accessori (angoli, derivazioni ecc.); opportune barriere devono

separare cavi a tensioni nominali differenti.

I cavi vanno utilizzati secondo le indicazioni delle norme CEI 20-20.

Devono essere previsti per canali metallici i necessari collegamenti di terra d equipotenziali

secondo quanto previsto dalle norme CEI 64-8.

Nei passaggi di parete devono essere previste opportune barriere tagliafiamma che non

degradino i livelli di segregazione assicurati dalle pareti.

Le caratteristiche di resistenza al calore anormale ed al fuoco dei materiali utilizzati devono

soddisfare quanto richiesto dalle norme CEI 64-8.

4.3.3 - Posa di cavi elettrici, isolati, sotto guai na, in tubazioni interrate o non interrate,

od in cunicoli non praticabili

Per l'interramento delle tubazioni si dovrà procedere nel modo seguente:

a) sul fondo dello scavo, sufficiente per la profondità di posa preventivamente concordata con

la Direzione Lavori e ad almeno 60cm, privo di qualsiasi sporgenza o spigolo di roccia o di

sassi, si dovranno distendere i tubi senza premere e senza farli affondare artificialmente nella

terra;

b) si dovrà procedere al rinterro dello scavo pigiando sino al limite del possibile e trasportando

a rifiuto il materiale eccedente dall'iniziale scavo.

Per la profondità di posa sarà eseguito il concetto di avere il tubo (o i tubi) posti

sufficientemente al sicuro da possibili scavi di superficie per riparazioni a manti stradali o

cunette eventualmente soprastanti, o movimenti di terra nei tratti a prato o giardino.

Di massima sarà però osservata la profondità di almeno cm 60.

Le tubazioni dovranno risultare coi singoli tratti uniti tra loro o stretti da collari o flange, onde

evitare discontinuità nella loro superficie interna.

Il diametro interno della tubazione dovrà essere in rapporto non inferiore ad 1,3 rispetto al

diamertro del cavo o del cerchio circoscrivente i cavi, sistemati a fascia.

Per l'infilaggio dei cavi, si dovranno avere adeguati pozzetti sulle tubazioni interrate ed

apposite cassette sulle tubazioni non interrate.

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Il distanziamento fra tali pozzetti e cassette sarà da stabilirsi in rapporto alla natura ed alla

grandezza dei cavi da infilare. Tuttavia per i cavi in condizioni medie di scorrimento e

grandezza, il distanziamento resta stabilito di massima:

- ogni m 30 circa se in rettilineo;

- ogni m 15 circa se con interposta una curva.

I cavi non dovranno subire curvature di raggio inferiore a 15 volte il loro diametro.

4.4 - PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI

Devono essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili

dell'impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per

cedimento dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto

tensione (masse).

Per la protezione contro i contatti indiretti deve esistere un impianto di terra.

A tale impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili

destinati ad adduzione, distribuzione e scarico delle acque, nonchè tutte le masse metalliche

accessibili di notevole estensione esistenti nell'area dell'impianto elettrico utilizzatore stesso.

Impianto di messa a terra e sistemi di protezione c ontro i contatti indiretti

4.4.1 - Elementi di un impianto di terra

Tale impianto deve essere realizzato in modo da poter effettuare le verifiche periodiche di

efficienza e comprendere:

a) il dispersore (o i dispersori) di terra, costituito da uno o più elementi metallici posti in intimo

contatto con il terreno e che realizza il collegamento elettrico con la terra;

b) il conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno destinato a collegare i dispersori

fra di loro e al collettore (o nodo) principale di terra. I conduttori parzialmente interrati e non

isolati dal terreno devono essere considerati, a tutti gli effetti, dispersori per la parte non

interrata (o comunque isolata dal terreno);

c) il conduttore di protezione parte dal collettore di terra, arriva in ogni impianto e deve essere

collegato a tutte le prese a spina (ad alimentare utilizzatori per i quali è prevista la protezione

contro i contatti indiretti mediante messa a terra); o direttamente alle masse di tutti gli

apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi di illuminazione con parti metalliche

comunque accessibili. E' vietato l'impiego di conduttori di protezione non protetti

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meccanicamente con sezione inferiore a 4 mm2. Nei sistemi TT (cioè nei sistemi in cui le

masse sono collegate ad un impianto di terra elettricamente indipendente da quello del

collegamento a terra del sistema elettrico) il conduttore di neutro non può essere utilizzato

come conduttore di protezione;

d) il collettore (o nodo) principale di terra nel quale confluiscono i conduttori di terra, di

protezione, di equipotenzialità (ed eventualmente di neutro, in caso di sistemi TN, in cui il

conduttore di neutro ha anche la funzione di conduttore di protezione);

e) il conduttore equipotenziale, avente lo scopo di assicurare l'equipotenzialità fra le masse

e/o le masse estranee (parti conduttrici, non facenti parte dell'impianto elettrico, suscettibili di

introdurre il potenziale di terra).

4.5 - COORDINAMENTO DELL'IMPIANTO DI TERRA CON DISP OSITIVI DI

INTERRUZIONE

Una volta attuato l'impianto di messa a terra, la protezione contro i contatti indiretti può essere

realizzata con uno dei seguenti sistemi:

a) coordinamento fra impianto di messa a terra e protezione di massima corrente. Questo tipo

di protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con

relè magnetotermico, in modo che risulti soddisfatta la seguente relazione:

Rt�50/Is

dove Is è il valore in ampere della corrente di intervento in 5 s del dispositivo di protezione; se

l'impianto comprende più derivazioni protette da dispositivi con correnti di intervento diverse,

deve essere considerata la corrente di intervento più elevata;

b) coordinamento di impianto di messa a terra e interruttori differenziali. Questo tipo di

potenziale richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè

differenziale che assicuri l'apertura dei circuiti da proteggere non appena eventuali correnti di

guasto creino situazioni di pericolo. Affinchè detto coordinamento sia efficiente deve essere

osservata la seguente relazione:

Rt�50/Id

dove Id è il valore della corrente nominale di intervento differenziale del dispositivo di

protezione.

Negli impianti di tipo TT, alimentati direttamente in bassa tensione dalla Società distributrice,

la soluzione più affidabile ed in certi casi l'unica che si possa attuare, è quella con gli

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interruttori differenziali che consentono la presenza di un certo margine di sicurezza a

copertura degli inevitabili aumenti del valore di Rt durante la vita dell'impianto.

4.6 - PROTEZIONE DELLE CONDUTTURE ELETTRICHE

I conduttori che costituiscono gli impianti devono essere protetti contro le sovracorrenti

causate da sovraccarichi o da corto circuiti.

La protezione contro i sovraccarichi deve essere effettuata in ottemperanza alle prescrizioni

delle norme CEI 64-8.

In particolare i conduttori devono essere scelti in modo che la loro portata (Iz) sia superiore o

almeno uguale alla corrente di impiego (Ib) (valore di corrente calcolato in funzione della

massima potenza di trasmettere in regime permanente).

Gli interruttori automatici magnetotermici da installare a loro protezione devono avere una

corrente nominale (In) compresa fra la corrente di impiego del conduttore (Ib) e la sua portata

nominale (Iz) ed una corrente in funzionamento (If) minore o uguale a 1,45 volte la portata (Iz).

In tutti i casi devono essere soddisfatte le seguenti relazioni:

Ib�In�Iz If�1,45 Iz

La seconda delle due disuguaglianze sopra indicate è automaticamente soddisfatta nel caso

di impiego di interruttori automatici conformi alle norme CEI 23-3 e CEI 17-5.

Gli interruttori automatici magnetotermici devono interrompere le correnti di corto circuito che

possono verificarsi nell'impianto per garantire che nel conduttore protetto non si raggiungano

temperature pericolose secondo la relazione I2t≤Ks2.

Essi devono avere un potere di interruzione almeno uguale alla corrente di corto circuito

presunta nel punto di installazione.

E' tuttavia ammesso l'impiego di un dispositivo di protezione con potere di interruzione

inferiore a condizione che a monte vi sia un altro dispositivo avente il necessario potere di

interruzione.

In questo caso le caratteristiche dei 2 dispositivi devono essere coordinate in modo che

l'energia specifica passante I2t lasciata passare dal dispositivo a monte non risulti superiore a

quella che può essere sopportata senza danno dal dispositivo a valle e dalle condutture

protette.

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4.7 - DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER GLI IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE

4.7.1 Assegnazione dei valori di illuminazione

I valori medi di illuminazione da conseguire e da misurare - entro 60 giorni dall'ultimazione dei

lavori - su un piano orizzontale posto a m 0,80 dal pavimento, in condizioni di alimentazione

normali, saranno precisati, per i valori locali, dall'Amministrazione appaltante e qui appresso, a

titolo orientativo, se ne indicano i valori minimi per i tipi più comuni di ambienti:

Ambiente

Illuminamento

medio (Lux)

UGRL

Ra

Sale d’attesa e sale comuni

200

22

80

Uffici

500

19

80

Ambulatori generici

500

19

90

Bagno, illuminazione

generale

100

22

80

Sale per esercizio fisico

300

22

80

In alcuni ambienti non è ben definita la destinazione d’uso per cui l’illuminazione dovrà, se

necessario, essere adeguata alla normativa vigente prima della messa in funzione. Per quanto

non contemplato si rimanda alle Raccomandazioni Internazionali CIE e alle norme UNI EN

12464-1:2010 "Luce e illuminazione – Illuminazione dei posti di lavoro – Posti di lavoro interni"

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Negli ambienti chiusi è ammesso sul piano orizzontale a m 0,80 dal pavimento, un coefficiente

di disuniformità (inteso come rapporto tra i valori massimo e minimo di illuminazione) non

superiore a 2. Ove l'Amministrazione appaltante intenda che per qualche ambiente il

coefficiente di disuniformità debba avere valore diverso, dovrà farne esplicitamente richiesta.

All'aperto, il coefficiente di disuniformità può raggiungere più elevati valori, fino ad un massimo

di 8, salvo particolari prescrizioni al riguardo.

Il tipo di illuminazione sarà prescritto dall'Amministrazione appaltante, scegliendolo fra i

sistemi più idonei, di cui, a titolo esemplificativo, si citano i seguenti:

- a LED

- a fluorescenza dei vari tipi.

In ogni caso, i circuiti relativi ad ogni accensione o gruppo di accensioni simultanee, non

dovranno avere un fattore di potenza a regime inferiore a 0,9 ottenibile eventualmente

mediante rifasamento.

Devono essere presi opportuni provvedimenti per evitare l'effetto stroboscopio.

Gli apparecchi saranno dotati di schermi che possono avere compito di protezione e chiusura

e/o di controllo ottico del flusso luminoso emesso dalla lampada.

Soltanto per ambienti con atmosfera pulita è consentito l'impiego di apparecchi aperti con

lampada non protetta.

Gli apparecchi saranno in genere a flusso luminoso diretto per un migliore sfruttamento della

luce emessa dalle lampade; per installazioni particolari, l'Amministrazione appaltante potrà

prescrivere anche apparecchi a flusso luminoso diretto-indiretto o totalmente indiretto.

Particolare cura si dovrà porre all'altezza ed al posizionamento di installazione, nonchè alla

schermatura delle sorgenti luminose per eliminare qualsiasi pericolo di abbagliamento diretto

ed indiretto.

In mancanza di indicazioni, gli apparecchi di illuminazione si intendono ubicati a soffitto con

disposizione simmetrica e distanziati in modo da soddisfare il coefficiente di disuniformità

consentito.

4.7.2 - Apparecchi di illuminazione

Gli apparecchi saranno dotati di schermi che possono avere compito di protezione e chiusura

e/o di controllo ottico del flusso luminoso emesso dalla lampada.

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Soltanto per ambienti con atmosfera pulita è consentito l'impiego di apparecchi aperti con

lampada non protetta.

Gli apparecchi saranno in genere a flusso luminoso diretto per un migliore sfruttamento della

luce emessa dalle lampade.

4.7.3 - Ubicazione e disposizione delle sorgenti

Particolare cura si dovrà porre all'altezza ed al posizionamento di installazione, nonchè alla

schermatura delle sorgenti luminose per eliminare qualsiasi pericolo di abbagliamento diretto

ed indiretto.

In mancanza di indicazioni, gli apparecchi di illuminazione si intendono ubicati a soffitto con

disposizione simmetrica e distanziati in modo da soddisfare il coefficiente di disuniformità

consentito.

4.7.4 - Flusso luminoso emesso

Con tutte le condizioni imposte, sarà calcolato, per ogni ambiente, il flusso totale emesso in

lumen, necessario per ottenere i valori di illuminazione in lux prescritti; per ottenere ciò si

utilizzeranno le tabelle dei coefficienti di utilizzazione dell'apparecchio di illuminazione

previsto.

5 - QUALITA' E CARATTERISTICHE DEI MATERIALI

5.1 - GENERALITÀ

Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici devono essere adattati

all'ambiente in cui sono installati e devono avere caratteristiche tali da resistere alle azioni

meccaniche, corrosive, termiche o dovute all'umidità alle quali possono essere esposti durante

l'esercizio. Tutti i materiali e gli apparecchi devono essere rispondenti alle relative norme CEI

e tabelle di unificazione CEI-UNEL, ove queste esistono. Per i materiali la cui provenienza è

prescritta dalle condizioni del Capitolato speciale d'appalto, potranno pure essere richiesti i

campioni, sempre che siano materiali di normale produzione.

E' raccomandata nella scelta dei materiali la preferenza ai prodotti nazionali. Tutti gli

apparecchi devono riportare dati di targa ed eventuali indicazioni d'uso utilizzando la

simbologia del CEI e la lingua italiana.

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5.2 - COMANDI (INTERRUTTORI, DEVIATORI, PULSANTI E SIMILI) E PRESE A SPINA

Sono da impiegarsi apparecchi da incasso e da installazione esterna modulari e componibili.

Gli interruttori devono avere portata 16 A; le prese devono essere di sicurezza con alveoli

schermati e far parte di una serie completa di apparecchi atti a realizzare impianti di

segnalazione, impianti di distribuzione sonora negli ambienti ecc.

La serie deve consentire l'installazione di almeno 3 apparecchi interruttori nella scatola

rettangolare normalizzata. Per impianti esistenti la serie deve preferibilmente essere adatta

anche al montaggio in scatola rettangolare normalizzata.

5.3 – APPARECCHI DI PROTEZIONE E COMANDO

5.3.1 - Apparecchiature modulari con modulo normali zzato

Le apparecchiature installate nei quadri di comando e negli armadi devono essere del tipo

modulare e componibile con fissaggio a scatto su profilato preferibilmente normalizzato EN

50022 [norme CEI (17-18)].

In particolare:

a) gli interruttori automatici magnetotermici da 1 a 100 A devono essere modulari e

componibili con potere di interruzione fino a 6.000 A, salvo casi particolari;

b) tutte le apparecchiature necessarie per rendere efficiente e funzionale l'impianto (ad

esempio trasformatori, suonerie, portafusibili, lampade di segnalazione, interruttori

programmatori, prese di corrente CEE ecc.) devono essere modulari e accoppiabili nello

stesso quadro con gli interruttori automatici di cui al punto a);

c) gli interruttori con relè differenziati fino a 63 A devono essere modulari e appartenere alla

stessa serie di cui ai punti a) e b). Devono essere del tipo ad azione diretta;

d) gli interruttori magnetotermici differenziali tetrapolari con 3 poli protetti fino a 63 A devono

essere modulari ed essere dotati di un dispositivo che consenta la visualizzazione

dell'avvenuto intervento e permetta preferibilmente di distinguere se detto intervento è

provocato dalla protezione magnetotermica o dalla protezione differenziale. E' ammesso

l'impiego di interruttori differenziali puri purchè abbiano un potere di interruzione con dispotivo

associato di almeno 4.500 A;

e) il potere di interruzione degli interruttori automatici deve essere garantito sia in caso di

alimentazione dai morsetti superiori (alimentazioni dall'alto) sia in caso di alimentazione dai

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morsetti inferiori (alimentazione dal basso).Gli interruttori di cui in c) e in d) devono essere

conformi alle norme CEI 23-18 e devono essere interamente assiemati a cura del Costruttore.

5.3.2 Interruttori automatici modulari con alto pot ere di interruzione

Qualora vengano usati interruttori modulari negli impianti elettrici che presentano correnti di

c.c. elevate ed in ogni caso maggiori di 6.000 A, gli interruttori automatici magnetotermici

devono avere adeguato potere di interruzione in categoria di impiego P 2 (norme CEI 15-5).

5.4 - QUADRI DI COMANDO E DI DISTRIBUZIONE IN MATER IALE ISOLANTE

In questo caso devono avere attitudine a non innescare l'incendio in caso di riscaldamento

eccessivo secondo la tabella di cui all'art.134.1.6 delle norme CEI 64-8, e comunque i quadri

non incassati devono avere una resistenza alla prova del filo incandescente non inferiore a

650°C.

I quadri devono essere composti da cassette isolanti con piastra portapparecchi estraibile per

consentire il cablaggio degli apparecchi in officina. Devono essere disponibili con grado di

protezione adeguato all'ambiente di installazione e comunque almeno IP 30; in questo caso il

portello deve avere apertura a 180 gradi.

Questi quadri devono consentire una installazione del tipo a doppio isolamento.