capire per credere o credere per capire · ... pensato non semplicemente come verbo, parola (di...

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per un’introduzione alla «filosofia» cristiana medievale ? capire per credere o credere per capire copyleft:nicolazuin.2017 | nowxhere.wordpress.com

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per un’introduzione alla «filosofia» cristiana medievale

?capire per credere o credere per capire

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Gesù di Nazareth

Il Cristianesimo è una religione monoteista fondata sulla predicazione di Gesù di Nazareth:

nato in Palestina tra il 7 e il 2 a.C

si presenta come figlio di Dio,

mandato dal padre

per redimere tutti gli uomini dal peccato

e insegnare il nuovo comandamento dell’amore

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necessità e limiti della filosofia cristiana

Il riferimento all’autorità divina della predicazione di Gesù esclude per principio la ricerca razionale. Si pone tuttavia l’esigenza di comprendere la verità rivelata

la filosofia è perciò necessaria, ma limitata:

• dalla rivelazione stessa (che offre la verità)

• dalla dimensione collettiva della Chiesa (che impone l’unicità dell’interpretazione)

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le sacre scritturePer i cristiani, la verità è tutta contenuta nel testo sacro, che è la Bibbia. Per i credenti, è parola di Dio• per gli ebrei si compone dell’Antico testamento

scritto in lingua ebraica tra il 1300 e il 100 a.c.:

• a questo i cristiani aggiungono il Nuovo testamentoscritto in greco entro il I secolo:- 4 vangeli (Marco, Matteo, Luca, Giovanni)- atti degli apostoli- lettere- apocalisse di Giovanni

• restano fuori altri testi a cui è negata la canonicità, (vangeli apocrifi, lettere, atti, apocalissi, logia di Gesù) scritti in copto o altre lingue orientali, paleoslavo, greco, latino

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dentro e fuori l’ebraismo

l’ebraismo afferma

- l’esistenza di un solo dio (monoteismo) che è spirito

- creatore del mondo e garante dell’ordine morale

- che ha eletto il popolo ebraico,

- il quale, dopo un periodo di sventure e punizioni, rinnovato risorgerà a potenza morale e materiale, quale strumento di Dio

- L’annuncio di questo rinnovamento doveva avvenire tramite un Messia mandato da Dio

A questo annuncio si ricollega in continuità la predicazione di Gesù.

Ma portando decisive differenze, annuncia:

- la salvezza per tutti gli uomini di buona volontà

- rinnovamento spirituale, nelle coscienze, non politico e temporale

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il «nuovo» regno di Dio

Il regno di Dio annunciato da Gesù è nella coscienza

esige l’abbandono di tutti i valori mondani e la totale fiducia in Dio

Gesù sostituisce la legge ebraica «occhio per occhio» con la legge dell’amore: «se amate solo chi vi ama, che merito avete?… siate perfetti come perfetto è il vostro padre» (Mt, 10,39)

Dio non è Signore, ma padre

non giudice inflessibile, ma fonte di amore e perdono

non più «attesa» del regno, ma «preparazione»

perché nulla è dato senza sforzo («chiedete e vi sarà dato»)

per questo Gesù innanzitutto si rivolge agli ultimi (poveri, malati, perseguitati…)

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Paolo di Tarso

Le lettere di Paolo (5-67 d.c.), indirizzate a varie comunità cristiane stabiliscono i capisaldi concettuali della nuova religione:

• conoscibilità naturale di Dio attraverso le sue opere.e quindi è una colpa non (ri)conoscerlo

• realtà del peccato originale e possibilità di riscatto attraverso la fede

•grazia come attività salvifica gratuita di Dio

• contrasto tra la vita secondo la carne (morte) e secondo lo spirito (vita)

• identificazione del Regno di Dio con la vita e lo spirito della Chiesa (comunità dei fedeli)

La Grazia opera in ciascuno attraverso la «vocazione» (chiamata, funzione…)

L’agàpe, in greco, fratellanza, (lat. caritas) è l’amore che armonizza e tiene assieme nello spirito le tante funzioni come in un solo corpo.

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il vangelo di GiovanniScritto in greco tra tra la fine del I e l'inizio del II secolo, il vangelo di Giovanni si stacca dallo schema dei vangeli sinottici e costituisce il primo tentativo di comprendere filosoficamente la figura di Gesù.

Gesù (-Dio) è identificato con la parola (logos) creatrice e salvifica (alcuni autori lo identificano anche con con la sapienza eterna di Dio (in continuità con la Torah))

e come mediazione tra Dio e l’uomo.

Proprio perché questo vangelo mostra numerose differenze rispetto ai primi tre, era particolarmente apprezzato negli ambienti gnostici.

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Potrebbe essere suggestivo rileggere il prologo attraverso le categorie di PlotinoIl Dio-logos di cui parla Giovanni, pensato non semplicemente come verbo, parola (di Dio), ma come pensiero (razionalità), divino solo in quanto essenziale, universale e necessario,richiama quasi simmetricamente il principio unico di Plotino,

la creazione volontaria svanisce nell’emanazione sovrabbondante dell’Uno - luce

la differenza tra dio e il mondo svanisce nell’infinita gradualità delle ipostasi che illuminano l’oscurità (sono e quindi negano il nulla)

il vangelo di Giovanni

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Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος,καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν,καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.

οὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν θεόν.

πάντα δι' αὐτοῦ ἐγένετο,καὶ χωρὶς αὐτοῦ ἐγένετο οὐδὲ ἕν. ὃ γέγονεν

ἐν αὐτῷ ζωὴ ἦν, καὶ ἡ ζωὴ ἦν τὸ φῶς τῶν ἀνθρώπων·

καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει,καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν

In principio, c'era colui che è "la Parola".e la Parola era con Dio,e la Parola era Dio.

Egli era al principio con Dio.

Per mezzo di lui Dio ha creato ogni cosa.Senza di lui non ha creato nulla.

Egli era la vitae la vita era luce per gli uomini.

Quella luce risplende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta.

(Bibbia interconfessionale)

In principio è(ra) il Logos (pensiero, ragione, intelligenza)e (sia) il Logos era presso (orientato verso) Dioe (sia) il Logos era Dio

questo (logos) era al principio presso (orientato verso) Dio.

Tutto è venuto ad essere (si è generato) per mezzo (dopo) di questo,e senza di questo /separatamente (al di fuori) nulla è venuto ad esseredi ciò che esiste.

In questo era la vita (biologica) e la vita era la luce degli /per gli uomini

e questa luce appare nell’oscuritàpoiché le tenebre non riuscirono ad offuscarla.

la patristica

la filosofia dei padri della Chiesa (fino al VIII sec) risponde all’esigenza di

• difendersi dagli attacchi delle altre religioni

• chiarire i presupposti teorici e organizzarli in un sistema coerente

Per farlo utilizza gli strumenti elaborati dal pensiero greco, affermando l’unità della ragione (perché creata da Dio) e proclamandosene la più alta manifestazione (illuminata dalla rivelazione):

affermando così l’identità di filosofia e religione.

da un lato interpreta la dottrina cristiana mediante i concetti della filosofia

dall’altro riporta il significato del pensiero greco a quello del cristianesimo.

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la scolastica

è la filosofia cristiana medievale, che veniva insegnata nelle scholae.

Lo stretto rapporto con l’insegnamento ne definisce la forma (commentari e questioni) e la sostanza:

il suo obiettivo è portare alla comprensione della verità rivelata

fa riferimento costante alle scritture e all’auctoritas dei concili o dei padri

utilizza strumenti filosofici (Platone, Agostino e poi st. Aristotele), non riconosce storicità: dottrine e concetti vengono considerati contemporanei

In ogni caso Filosofia è solo strumento: ancilla theologiae

Il problema fondamentale della scolastica è nel rapporto tra fede e ragione:

• prescolastica (dal VIII al XI sec): identità di fede e ragione

• alta scolastica (dal XI al XII sec): antitesi tra fede e ragione

• fioritura della scolastica (dal XII al XIV sec): ragione e fede distinte ma in armonia

• dissolvimento della scolastica (XIV sec): ragione e fede domini eterogenei

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su nowxhere vedi anche

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Onfray, Cristianesimo edonista

Alle origini della filosofia cristiana (manuale)

Fede e ragione: cristianesimo  e filosofia tra Agostino e Tommaso