Logos Finale

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IL LOGOS COSA È ?

Spesso risulta difficile definire esattamente il pensiero dei Filosofi Presocratici così come ricostruire le argomentazioni che essi utilizzarono a sostegno delle loro teorie . Analoga sorte è toccata alle loro opere, andate perse nel corso dei secoli. Ciò che rimane dei loro scritti sono solo le citazioni di alcuni filosofi e storici antichi oltre a qualche raro frammento salvatosi dall'oblio.

In generale, i Filosofi Presocratici , rigettarono le tradizionali interpretazioni mitologiche dei fenomeni a favore di varie spiegazioni più razionali , attinenti allo studio della natura , benché fossero a volte collegate a concezioni religiose della tradizione orfica ed esoterica .

Essi si chiedevano in modo particolare:

Qual è l'origine , arché , delle cose , del tutto? Qual è l'elemento primario, o la sostanza , di tutte le cose? Come possiamo spiegare la molteplicità delle cose che esistono in natura? Che rapporto intercorre tra unità e molteplicità, o tra essere e divenire?

Benché quasi tutte le soluzioni cosmologiche dei primi pensatori Greci siano state in seguito in parte superate o corrette da riflessioni più complesse, grazie a strumenti di ricerca più potenti e sofisticati che hanno permesso nuove conoscenze scientifiche più approfondite e metodiche, la filosofia non ha mai smesso di interrogarsi sulle questioni da essi sollevate .

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Tipi di arché (origine del cosmo ) nei Presocratici

Arché unica (filosofi monisti)

acqua o umido: Talete di Mileto .

apeiron: Anassimandro di Mileto .

aria o pneuma: Anassimene di Mileto .

numero: Pitagora di Samo e pitagorici ( Magna Grecia) .

fuoco/Logos: Eraclito di Efeso .

essere: Parmenide di Elea , non è arché in senso stretto .

Arché molteplice (pluralisti)

4 radici: Empedocle di Agrigento .

semi: Anassagora di Clazomene .

atomi: Leucippo di Mileto e Democrito di Abdera .

I Sofisti, di fatto, non si pongono più il problema dell'arché concentrandosi (come Socrate) sull'uomo

Il Logos è sempre stato oggetto di ricerca filosofica , con tale parola si è trattato di spiegare l' universo , Dio ed altro . La parola Logos è polisemantica ed è quindi bene non tradurla. Essa si riconnette al verbo greco '' lego - léghein ", che in origine significava " legare ", cioè legare tenere assieme , oggi possiamo dire che indica la forza che tiene assieme tutto : è quindi anche sinonimo di energia , quindi di luce , di suono ; il Logos nella perfezione dell' universo è armonia , esiste solo quando i contrari sono in tensione , pertanto trasforma i suoni in melodia , in musica , il Logos è

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in continuo divenire come la fiamma che brucia e rigenera ,

come un fiume , una cascata , l' acqua che scorre o cade mai è uguale a se stessa : porta al ''PANTA REI ''continuo divenire , eterno cambiamento .Poi Logos passò a significare , tenere assieme parole , cioè parlare , ragionamento , vuol dire , tra le altre varie cose , discorso : c'è l'idea di più parole che vengono tra loro legate per assumere un significato. Può anche significare "discorso interiore" in quanto ,prima di parlare , si effettua un dialogo , ragionamento interno a noi stessi. Quindi passò a significare "ragionamento" e da qui "ragione", ossia la facoltà di effettuare ragionamenti , così i significati della parola logos sono , secondo Eraclito , uno dei primi ad esaminare il logos e a porlo come archè, essenzialmente tre :

La ragione che governa l'universo

Il pensiero che comprende questa ragione universale

il discorso che esprime questa conoscenza

Come abbiamo un logos dentro di noi (la ragione) , Eraclito dice che anche nella realtà ci deve essere un Logos cosmico, dove logos ha valenza di "ragione" : il Logos è quel qualcosa che fa funzionare l'universo . Eraclito afferma che il Logos che abbiamo nella nostra mente non è diverso da quello cosmico. Per arrivare a dire questo,probabilmente, Eraclito si deve essere sagacemente chiesto: "come è che quello che noi pensiamo esiste anche nella realtà?". Questo è anche un modo per rispondere alla domanda: "come si ricollegano le leggi della natura e del mondo? ". Di fatto, Eraclito nega l'esistenza di un Dio ma ammette quella di una ragione universale : c'è un nesso tra la ragione che governa il mondo e quella che governa la nostra mente : sono la

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stessa cosa , seppure ambigua . Certo è parecchio difficile comprendere questo logos universale , ma non impossibile:l' uomo ce la può fare usando quel piccolo frammento di Logos a sua disposizione , insito , dentro di lui : la ragione, che non è nient'altro che un pezzettino di Logos universale di cui tutti disponiamo , anima , parte dell' energia primaria. Quindi tutti partiamo dallo stesso livello, ma solo i migliori riescono ad emergere e ad avvicinarsi al logos cosmico . I dormienti sono coloro che non ci riescono , non ci provano: per raggiungere il logos universale bisogna cooperare , non agire da soli e nel proprio interesse: Eraclito dice "bisogna seguire ciò che è comune; infatti ciò che è , è comune di tutti . Ma pur essendo il Logos di tutti , la folla vive come se avesse un proprio ed esclusivo criterio per giudicare". Eraclito era del parere che una città per funzionare avesse bisogno delle leggi: come il Logos cosmico governa il mondo, così le leggi governano la città. Anche le leggi , come la mente umana, sono un frammento di Logos universale. In Eraclito matura l'idea che la legge umana derivi da quella naturale, Tutte le leggi umane - nella misura in cui sono giuste - attingono ad un' unica legge cosmica. A quei tempi vi era anche chi diceva che le leggi umane fossero puramente convenzionali e non c'entrassero nulla con la natura . Sebbene Eraclito arrivi ad ammettere che il principio sia il Logos , un'entità assolutamente astratta , tuttavia egli sente il bisogno di incarnarlo in qualcosa di materiale , e più precisamente nel fuoco . Eraclito dice che l'universo non è il prodotto di dei o uomini, ma un universale ordine , unico ed eterno. Egli lo identifica con

"il fuoco sempre vivente" .

Uno dei frammenti senz'altro più famosi di Eraclito è quello in cui dice : "negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo,

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siamo e non siamo " : troppo spesso è stato interpretato

come il manifesto della "filosofia del divenire", del panta rei ("tutto scorre"), come se Eraclito ci stesse suggerendo che non possiamo mai bagnarci due volte nelle stesse acque di un fiume , perché esse si rinnovano incessantemente. In realtà il concetto dell’incessante divenire che regola la realtà sarà espresso, più che da Eraclito (nel quale pure non è assente) , da Cratilo , suo discepolo , (che poi sarà maestro di Platone ) : egli estremizzerà le posizioni di Eraclito e diventerà il filosofo del "tutto scorre" , non ci possiamo bagnare nella stessa acqua di un fiume infatti l' acqua che bagna il piede non sarà quella che bagnerà la testa : a suo avviso è addirittura impossibile dare i nomi alle cose perché esse cambiano di continuo (noi chiamiamo Po un fiume ma non è corretto, perché le acque si rinnovano in continuazione e il fiume non è mai lo stesso) ; si fissa artificialmente una cosa che non è fissabile perché in continua mutazione . Cratilo , con il "panta rei" , arriva a dimostrazioni sofistiche : è impossibile conoscere qualcosa che cambia sempre. Quindi in teoria, dal momento che non si possono attribuire nomi , bisognerebbe limitarsi ad indicarle .

PLATONE

Platone riferendosi a un sapere , definito come credenza vera , associata a un Logos identifica in quest'ultimo tre diversi significati:

è l'espressione tramite suoni linguistici del pensiero

è l'enumerazione delle caratteristiche di una cosa

è l'individuazione della "differenza" di una cosa, vale a dire di quel particolare segno che la differenzia da tutte le altre

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cose e la definisce nella sua realtà specifica

Da questi significati ne deriva che per Platone il Logos filosofico va riportato nell'ambito del discorso definitorio ; il logos apophantikòs o dichiarativo, che serve a stabilire la verità o falsità di una proposizione, concetto ripreso e sviluppato da Aristotele nella logica . Platone come Socrate si interessa però più dell' uomo che dell' arché e del Logos

STOICISMO

Una vera e propria "filosofia del Logos" la si ritrova invece nello Stoicismo . Cleante richiamandosi ad Eraclito, afferma la dottrina del Logos spermatikòs , la "ragione seminale", un principio vivente ed attivo che si diffonde nella materia inerte animandola e portando alla vita i diversi enti . Il logos è presente in tutte le cose, dalle più grandi alle più piccole, dalle cose terrene sino alle stelle garantendo così l'unità razionale dell'intero cosmo: «il Logos attraversa tutte le cose mescolandosi al grande come ai piccoli astri luminosi»

Esiste dunque un comune sentire (una συμπάθεια , soffrire gioire assieme (sympatheia), "simpatia") universale, una legge naturale seguendo la quale lo stoicismo insegna a «vivere conformemente alla natura».

Dal punto di vista fisico il logos è identificato col fuoco, che contiene in sé le diverse "ragioni seminali" individuali . Alla fine dei tempi avverrà una conflagrazione che consumerà l'intero universo, in cui però si salveranno le "ragioni seminali", per garantire la generazione del nuovo mondo che sarà nuovamente arso secondo un andamento ciclico.

Il logos , inteso come "calcolo" (ratio) e "discorso" (oratio) è

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mantenuto dallo stoicismo che fa distinzione , distingue tra il

"discorso interiore" (Logos endiathetòs , oratio concepta) la riflessione razionale e il "discorso proferito", il discorso parlato, (Logos prophorikòs , oratio prolata)

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NEOPLATONISMO

Plotino riprenderà questa teoria stoica delle ragioni seminali che sono presenti nell'anima del mondo, ne spiegano i movimenti e fanno in modo che gli individui siano diversi tra loro.

GIUDAISMO ALESSANDRINO

Filone , uno dei maggiori esponenti , riprende il Logos della tradizione stoica incorporandolo nella sua Teologia e connettendolo al tema Biblico della "parola di Dio", acquisendo la fisionomia di un agente quasi personale , cosciente , della volontà creatrice e provvidente di Dio ; la Parola a cui si unisce o sostituisce , con valore di sinonimo : Sapienza attiva . Per Filone , che si rifà anche al Timeo di Platone , Dio è trascendente rispetto al mondo , e , a far da mediatore tra il primo e il secondo , è proprio il Logos , fonte degli archetipi , sulla cui base il mondo viene modellato , costituendo quasi la cornice dello stesso e , in un certo senso , dà sintesi a tutte le realtà intermedie : le Idee , la Sapienza , gli Angeli , lo Spirito e le Potenze ; il Logos , infatti è lo strumento con il quale Dio ha fatto tutte le cose ed è la Luce Divina offerta agli uomini . Nella dottrina di Filone si riconoscono temi e concetti , più o meno condivisibili , che poi torneranno nel cristianesimo . Gia' era nell' aria un cambio radicale nel pensiero filosofico , l' uomo deve trovare la propria dignità e libertà , la troverà nelle parole

'' fece l' uomo a sua immagine e somiglianza ''

Il Creatore era libero e come poteva generare un essere non libero? Un essere che non amasse gli altri ?

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CRISTIANESIMO

Io ritengo che le basi filosofiche del pensiero Cristiano siano contenute nei primi versetti del Vangelo di Giovanni ed in alcuni passi del Vangelo di Matteo di interpretazione a voltenon facile . Giovanni inizia in modo per me poetico e sognante :en arché En o Lògos , kai o Lògos En pròs tòn theòn , kaitheòs En ò Lògos , outos En en archè pròs tòn theòn .Pànta dia autoù egèneto , kai corìs autoù oudè en o gègonenen . En autò zoÈ En , kai E zoÈ En tò fòs tòn anthròpon kai tò fòs en tE skotìa faìnei , kai E skotìa autò ou katèlaben

in principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum , et Deus erat Verbum . Hoc erat in principio apud Duem . Omnia per ipsum facta sunt , et sine ipso factum est nihil, quod factum est; in ipso vita erat , et vita erat lux hominum, et lux in tenebris lucet , et tenebra eam non comprehenderunt .

In principio c' era la Parola , il Verbo , essa era presso Dio , essa era Dio , essa era al principio presso Dio , per mezzo di lei Dio ha creato ogni cosa. Senza di lei non è stato fatto nulla di ciò che fu fatto. Essa era la vita e la vita era la luce per gli uomini , la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l' afferrarono , non la conquistarono .

En el principio era el Verbo , y el Verbo era con Diòs y el Verbo era Diòs . Este en el principio era con Dios .Todas las cosas por èl fueron hechas , y sin èl nada de lo que ha sido hecho , fue hecho . En èl estaba la vida , y la vida era la luz

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de los hombres . La luz en las tinieblas resplandece , las tinieblas no pudieron prevalecer contra ella .

Tu , sei esistita da sempre ,

ti avvicinavi a me e mi stavi di fronte ,e Tu eri Me e sei stata a Me vicina , sempre.

Tu , hai generato il tutto ,e senza di TE nulla sarebbe esistito

dell' esistente.In Te esisteva la vita ,

a la vita era luce per tutti gli esseri .La tua luce brillava nelle tenebre ,

e le tenebre ancora , non possono occultarti

Da '' Et verbum caro factum est '' di G Saporiti

Come più volte ho fatto rilevare , nell' espressione en archè en non è una preposizione temporale , en è stato in luogo , perciò si deve intendere nel , dentro , insito nel principio , significa che il Lògos è sempre esistito , è eterno . Il Lògos è pròs ton theon , pròs non è apud , pròs è moto a luogo , il Lògos va verso , è in cerca di Dio , è lo slancio continuo verso Dio . Lògos non significa solo verbum , parola , anzi il suo primo significato è legare tener assieme ogni cosa ; sappiamo che tutto è tenuto assieme da campi magnetici , elettrici , gravitazionali , quindi l' archè è pure energia. Nel passo successivo ò Lògos è il soggetto quindi il Lògos è un Dio , Theòs è senza articolo, apre la strada al politeismo !? egèneto viene da gignomai ; nascere , generare pertanto mai sigificherà creato , fatto .

Oso affermare pertanto che il Logos è Dio

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il pensiero di Giovanni come già detto , è una sinfonia in crescendo di energia , luce , tenebre , tenebre-morte , vita-luce , è un bailamme , è , come Io spesso lo definisco , lo orgasmo cosmico , in eterno divenire eppur sempre uguale .

Altro punto importante della filosofia cristiana è la introduzione del concetto '' di perdono '' , della misericordia umana e divina , del porgere l' altra guancia non perché uno è debole ma perché uno deve essere superiore al tentativo di prevaricazione del male , che è il debole , sul bene che è il vero forte ; sublime , impensabile prima , è l' imperativo : ama il prossimo tuo come te stesso . È la prima volta nella storia del pensiero umano che si immagina , si pensa ad un Dio non vendicativo , non punitivo ; l' uomo essendo a sua immagine e somiglianza pertanto non può essere diverso .

Matteo poi affronta il problema del' unione tra uomo e donna , del matrimonio e della procreazione , per o con , amore e del ripudio o divorzio . Vi risparmio il testo greco .Propter hoc dimitet homo patrem et matrem , et adherebit uxori suae , et erunt duo in carne una . Itaque iam non sunt duo sed una caro . Quod Deus coniunxit , homo non separet

Il creatore da un principio creò maschio e femmina e per questo l' uomo deve lasciare il padre e la madre per unirsi a sua moglie cos' che i due formano una carne sola , dunque non sono più due, ma un solo corpo, pertanto l'uomo non separi quello che Dio ha congiunto . Io lo vedo anche in chiave spirituale :

Ci uniamo in un altro essere , che siamo noi due,

fino al limite del pensiero

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Matteo poi affronta altri problemi importanti , un poco di difficile comprensione , in alcuni casi ma avulsi dal problema del significato del logos e non direttamente collegati alle novità del pensiero cristiano . Esempio è la risposta ai farisei che facevano presente l' esistenza del ripudio nella legge mosaica : Mosè ha permesso di ripudiare la vostre mogli per la asprezza del vostro cuore ma non è stato cosi da un principio . Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un' altra è adultero e chi sposa la ripudiata è adultero . Più avanti afferma : non tutti capiscono queste cose ma solo quelli a cui è stato concesso ; affronta il problema di chi non si sposa perché eunuco o reso tale , o lo fa per libera scelta per dedicarsi a Dio , per amore del regno dei cieli e chiude con la celebre espressione : corein , coreìto , qui potest capere , capiat , lo fa chi ci può arrivare . Seguono le celebri frasi lasciate che i pargoli vengano a me perché il regno dei cieli è di chi assomiglia a loro ; un ricco difficilmente entrerà nel regno dei cieli , è più facile che una fune entri nella cruna di un ago , riferendosi ad un possidente che udite le parole del Cristo abbandonò la scena perturbato ed afflitto .

Vorrei qui ricordare che , 1300 anni circa prima di Cristo , Akhenàton , Faraone filosofo ( fu padre di Tutancamon sposo di bellissime donne tra cui la splendida , saggia e leggendaria Nefertiti , dono' un periodo di pace e sviluppo all' Egitto , fondò una nuova imponente città Akhetaton e colà trasferì la capitale da Tebe , abolì la pena di morte) , ebbe l' intuizone che il Dio supremo ed unico , origine di tutto fosse Aton , il sole , la luce , quindi l' energia .

Akhenàton convertì la religione egizia da politeista a monoteista , conservando però l' eterna dualità : Osiride - Iside , luce e tenebre , bene – male in un secondo piano .

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Vorrei far presente che sotto il suo regno gli Ebrei erano in Egitto con i loro usi , costumi e religione e certamente influenzarono il Faraone che di per se' mal sopportava lo strapotere della ''Casta Sacerdotale Tebana'' .

Il dio Aton riassumeva comunque il poter di tutti gli Dei precedenti , pertanto siamo in presenza di un monoteismo-politeismo o polideico , perdonate la mia stran espressione , ma pur sempre era un tentativo di unificazione degli Dei , di monoteismo ; ricordiamo Giovanni : Theòs En ò lògos , ò lògos è il soggetto , il logos è un Dio , apre al politeismo o concentra? I più recenti studi identificano il popolo ebreo,come risultante di una mescolanza tra le tribù semitiche degli Hyksos e le altre minoranze etniche che seguirono il faraone eretico Akhenaton con la sua casta sacerdotale Yahùd . Nel XVII secolo a.C. gli Hyksos invasero il nord d’Egitto , e i loro re si dichiararono legittimi faraoni.Successivamente però ,vennero sconfitti , e cacciati oltre il delta del Nilo,mentre una parte rimase prigioniera in Egitto per un periodo di circa 400 anni.

Con l’avvento nel XIV secolo , del faraone Akhenaton,venne instaurato per la prima volta , un culto monoteistico , volto all’adorazione del dio Aton . Il faraone costruì una città chiamata Ataton , oggi Tell el Amarna,dedicata al dio Aton , dove radunò il nuovo popolo (costituito da Hyksos e altre minoranze etniche) sotto il culto del sole .

Dopo Akhenaton venne ripristinato l’antico politeismo e i successori cancellarono la storia del predecessore , ma il nesso tra l’esodo del faraone eretico e l’esodo biblico di

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Mosè , avvenuti nello stesso periodo storico , è più che evidente. L’Antico Testamento per coprire la verità suMosè , che in egizio significa bambino ,"figlio","discendente",riprese esattamente il racconto della nascita del grande Sargon di Accad , lasciato nelle acque , salvato , per poi divenire un grande re . Infatti non avrebbe senso altrimenti , che un Israelita potesse vivere nella corte di un faraone , come le imprecisioni delle Sacre Scritture vogliono farci credere , per distoglierci dalla verità storica .

Evidenti analogie tra la religione di Mosè e il culto instaura to da Akhenaton le possiamo ritrovare nel Salmo 104 , ricopiatura dell’Inno al Sole , scritto dal faraone eretico . In essi troviamo una glorificazione del creato di Dio.

Secondo Freud (che scrisse “L’uomo Mosè e la religione monoteistica”) la recita del credo ebraico,confermerebbe l’dentità tra il culto del dio-sole egizio e il culto monoteista-israelitico: Il credo ebraico, come è noto, recita "Shemà Israel Adonai Elohenu Adonai Ehad". Se la somiglianza del nome dell'egizio Aton alla parola ebraica Adonai e al nome divino siriaco Adonis non è casuale , ma proviene da una vetusta unità di linguaggio e significato , così si potrebbe tradurre la formula ebraica:

"Ascolta Israele il nostro Dio Aton (Adonai) è l'unico Dio".

Secondo Messod e Roger Sabbah , autorevoli studiosi , il termine ebraico “adonai”, utilizzato per intendere “signore mio”, tradotto nel linguaggio dei geroglifici egizi corrisponde alla parola Aton, mentre una parte degli studiosi la traduce in adon-ay, ovvero , signore Ay, nome del primo successore di Akhenaton.

Significative anche le testimonianze del dotto Manetone , sacerdote egizio , che poteva attingere a documenti sicuri (ad esempio gli elenchi dei faraoni) ; Manetone contestava

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la favola biblica dell’Esodo , sostenendo al suo posto , una espulsione di ebrei , ritratti come malati gravi ("lebbrosi") , disgustosamente circoncisi , ribelli , esclusivi , xenofobi , irriducibili. Sempre Manetone affermava che mille anni prima un altro sacerdote egizio abiurante di nome Osarsiph di Eliopoli , assumendo il nome di Mosè , si pose alla testa di una folla di 80mila ebrei in rivolta espulsi , guidandoli fuori dell’Egitto fino a conquistare (usurpandola) la regione di Canaan . Per concludere , gli ebrei , guidati dal carismatico leader spirituale egizio Mosè , che con tutta probabilità era dunque il faraone eretico Akhenaton , innalzarono la loro presunzione fino a considerarsi “popolo eletto”, e ad inaugurare col monoteismo quell’intolleranza che distingue tutti i culti che si dichiarano detentori di un’unica verità rivelata . Ricordiamo poi che Mosè , sceso dal monte Sinai con le tavole della legge , si infuriò fino a spezzare le tavole stesse , vedendo che durante la sua assenza il popolo si era convertito al politeismo , ad adorare il vitello d' oro , ricordo della vecchia religione praticata ?

Ricodiamo inoltre che Jeovà , il dio degli Ebrei disse a Mosè condurrai il tuo popolo alla terra promessa e non la vedrai ! Ciò , secondo il mio modo di vedere e pensare conferma che Mosè non era Ebreo ma egiziano ; che Mosè forse era davvero Amenofis IV , Akenaton , cioè il Faraone eretico esiliato , che lasciò l' Egitto o scappò con gli schiavi Ebrei .

Qui mi fermo , considerando di aver dato la mia spiegazione su cosa Io intendo sia il Logos nella storia della filosofia antica , lascio ad altri il compito di proseguire o lo farò in un momento successivo.