Capire l’Investment Compact. Marzo 2015

17
Capire l’Investment Compact banche, internazionalizzazione, PMI e tanto altro Marzo 2015

Transcript of Capire l’Investment Compact. Marzo 2015

Capire l’Investment Compact

banche, internazionalizzazione, PMI e tanto altro

Marzo 2015

20 gennaio 2015

Il Consiglio dei Ministri approva il Decreto Legge n. 3/2015 “Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti”, il cosiddetto Investment Compact.

Un Decreto atteso: diverse bozze e anticipazioni trapelate sulla stampa, poi l’approvazione “a sorpresa” (non era incluso nell’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri).

Renzi commenta:

«Questa è una giornata importante…»la prova ulteriore che questo è il Governo

«del coraggio, del cambiamento, dell’innovazione»

Investment Compact: approvazione del Decreto

Banche popolari: un modello tutto italiano

Un sistema di accesso al credito orientato allo sviluppo del territorio, delle economie locali e del Made in Italy. Un rapporto privilegiato con le PMI, che hanno ottenuto credito senza passare per le grandi banche. Ma l’Unione Bancaria europea incombe… L’Italia deve adeguare e razionalizzare l’assetto delle banche nazionali.

Renzi«Abbiamo troppi banchieri e

facciamo troppo poco credito»

PadoanDovevamo «dare una scossa» al sistema del credito «preservando però un sistema di governance che ha dato tanto» all’Italia.

Perché un Decreto Legge? «Per dare un segnale d’urgenza».

24 marzo 2015

Il Senato della Repubblica approva il D-L in via definitiva: l’Investment Compact è Legge dello Stato.

Le critiche dell’opposizioneCarlo Martelli (M5S):

«Andiamo a uccidere il comparto che presta soldi:

le banche popolari»

La difesa del GovernoPierpaolo Baretta:

«Non solo era necessario, ma francamente era anche urgente che si intervenisse su

questa materia (…) un settore così strategico per il nostro Paese»

Le nuove disposizioni riguardano solo le banche popolari con attivi oltre 8 miliardi di euro.

«Le altre, se vorranno, potranno rimanere così» e preservare la loro vocazione territoriale.

Sono dieci le banche popolari coinvolte: Banco Popolare, Ubi, Bper, Bpm, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Popolare di Sondrio, Creval, Popolare dell’Etruria e Popolare di Bari.

Obiettivo della riforma: uniformare le banche popolari alle banche commerciali

con struttura finanziaria.

Riforma delle banche popolari: «Un tassello importante»

«Non tocchiamo le banche cooperative»

rassicura Renzi su Twitter in risposta all’On Gabriella Giammanco (FI) che aveva ventilato questo pericolo.

La riforma del credito cooperativo, inizialmente prevista, è stata stralciata.

No! Sulle banche cooperative non si può

Conversione in Società per Azioni entro 18 mesi dal Regolamento attuativo della Banca d’Italia.

Possibilità di emettere strumenti finanziari partecipativi (diritti patrimoniali + amministrativi) e acquisire così il diritto di avere fino a un terzo dei voti in assemblea e la possibilità di nominare fino a un terzo del CdA e dell’organo di controllo.

Abolizione del voto capitario (un socio/un voto).

Il Governo conta così di attrarre investimenti.

Banche popolari: cosa cambia

I costi di trasferimento dei conti di pagamento da un Istituto bancario ad un altro sono senza oneri per il cliente e/o altre spese di portabilità.

L’operazione deve concludersi entro 12 giorni. In caso di ritardi o altri disservizi la banca dovrà risarcire il correntista.

Renzi commenta: «È un piccolo gesto,

ma dà il segno a quello che deve essere»

Nuove misure sono previste per facilitare l’apertura di un conto corrente o di pagamento transfrontaliero, in un altro Stato UE.

Cambio banca quando voglio (anche all’estero)!

La Cassa Depositi e Prestiti (CDP) potrà promuovere l’internazionalizzazione dell’economia italiana tramite il credito diretto alle imprese esportatrici, direttamente o tramite SACE o altra società controllata (con il placet della Banca d’Italia).

Il Ministro Guidi ha previsto che questa riforma immetterà nel circuito creditizio per le imprese 12 miliardi di euro, per rafforzare le esportazioni e competere ad armi pari con i concorrenti stranieri che già dispongono di exim bank nazionali.

Ma questa norma sarà compatibile

con il diritto comunitario?

Cassa Depositi e Prestiti, SACE e credito diretto alle imprese

Devono essere presenti sul mercato da non oltre 7 anni. Non sono quotate in borsa, ma hanno un bilancio certificato e almeno due di questi requisiti:

minimo 3% la differenza tra costo e valore totale della produzione in Ricerca, Sviluppo e Innovazione;almeno 1/5 del personale altamente qualificato;titolare di un brevetto o un software registrato alla SIAE.

Saranno incluse in un registro ad hoc presso le Camere di commercio e potranno godere delle stesse facilitazioni previste per le start-up innovative, inclusa la possibilità di raccolta fondi tramite equity crowdfunding.

Secondo i dati del MiSE, in Italia ci sono circa 7.000 PMI innovative.

Una nuova categoria: le PMI innovative

E le PMI con più di 7 anni?

Anche loro potranno usufruire degli incentivi a patto di avere un Piano di sviluppo di prodotti, servizi o processi nuovi nel proprio settore, valutato e approvato da un organismo indipendente oppure da un soggetto pubblico (non meglio identificato).

Esteso il nuovo regime fiscale per favorire i beni immateriali (intangible asset).

Già previsto nella Legge di Stabilità: a partire da gennaio 2015, i redditi diretti e indiretti delle opere di ingegno (brevetti, marchi, processi, formule) sono esclusi dal calcolo Ires e Irap.

Provvedimento innovativo già nella sua impostazione: non già incentivi alle imprese ma esonero parziale dalla tassazione sui ricavi.

Una duplice ratio: limitare la delocalizzazione di aziende italiane in Paesi a bassa imposizione fiscale;stimolare le società estere a investire in Italia.

Patent Box:tassazione agevolata per marchi e brevetti

Sarà creata una SpA per la ristrutturazione delle aziende in difficoltà con buone prospettive di tornare a generare profitti.Il Ministro Guidi ha chiarito:

«No al salvataggio di imprese decotte (...) aiuterà il turnaround di aziende che hanno potenzialità a breve di avere un futuro equilibrio economico finanziario»

Il capitale della nuova SpA sarà sottoscritto entro 3 anni sia da investitori privati che istituzionali; possono beneficiare della garanzia dello Stato, ma in cambio dovranno riversare una quota degli utili. Coloro che hanno investito senza garanzia avranno un voto maggiorato nelle assemblee sociali.Entro 7 anni la SpA salva-aziende dovrà trasferire i beni e i rapporti oggetto dell’investimento. I critici hanno affermato: è una norma salva-Ilva.

Una SpA per salvare le società in crisi

Amministrazione straordinaria delle imprese? Garantisce lo Stato

Lo Stato garantisce fino a 550 milioni di euro (prima erano 500) i debiti delle imprese in amministrazione straordinaria, sia per la gestione corrente sia per la riattivazione degli impianti.

Fondo centrale di garanzia per PMI

Sarà possibile garantire in via indiretta operazioni finanziarie già decise dagli investitori alla data della richiesta di garanzia. Avranno priorità di istruttoria nell’ottenere la garanzia le imprese creditrici che forniscono beni o servizi a società con “almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale soggette ad amministrazione straordinaria (ILVA)”

Più esplicito di così!

Il Decreto del Fare e la Legge di Stabilità 2015 assegnano alla Cassa Depositi e Prestiti (CDP)

fino a 5 miliardi di euro

da distribuire alle banche aderenti alle convenzioni MiSE-ABI-CDP per finanziamenti alle PMI per investimenti in macchinari, impianti e beni strumentali.

Adesso i contributi statali potranno essere riconosciuti anche su finanziamenti concessi dalle banche con propri fondi, senza ricorrere al plafond della CDP.

Nuovo slancio alla Sabatini bis

L’IIT può costituire o partecipare a start-up innovative, con il placet del MIUR e del MISE, investendo fino a un massimo del 10% delle risorse.

Il Governo, nella sua proposta iniziale, aveva designato l’IIT quale Ente deputato a gestire la proprietà intellettuale di tutti gli Istituti pubblici di ricerca e delle Università.

Una norma azzardata?Forse sì

L’IIT ha espresso forti dubbi. Il Ministro Giannini ha aggiunto che: «La norma sui brevetti è incompatibile con l’autonomia sia delle Università che degli Enti pubblici di ricerca».

Un nuovo ruolo per l’Istituto Italiano Tecnologia (IIT)