Cap. 1 Pianificazione strategica · Variazioni della missione:Produzione originaria non più...
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Marketing Stefano Rizza 1
Corso di Marketing anno 2003 Prof. Marco Castellet Sunto Marketing J Paul Peter James H Donnelly di Stefano Rizza
Cap. 1 Pianificazione strategica
Marketing concept
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Definizione Piano strategico aziendale
Missione aziendale Definizione: Storia dell’organizzazione, Competenze distintive dell’organizzazione, Ambiente di riferimento Variazioni della missione:Produzione originaria non più rilevante, perdita interesse dei dirigenti, cambiamenti dell’ambiente La missione aziendale definita è: focalizzata sui mercati e non sui prodotti, realizzabile, motivante, specifica
Obiettivi aziendali Devono essere: Specifici,Qualificabili,Stimolanti Permettono: azioni specifiche, orientamento, stabilire priorità, controllo di gestione Esempi: Permanenza sul mercato, Innovazioni, Redditività, Produttività ecc
Strategie aziendali Basate su prodotto (sviluppo prodotto v.c. e diversificazione n.c.) o mercati (penetrazione v.c. e sviluppo n.c.) Basate sul vantaggio competitivo (leadership di costo o differenziazione) Basate sulle discipline del valore (eccellenza operativa, leadeship di prodotto, stretto rapporto cliente) Strategia della scelta appropriata (coerente con la missione, predominio attraverso risorse e capacità)
Portafoglio attività aziendali Linee di produzione, Divisioni, Strategic Business Unit (SBU)
Piano Marketing
Analisi della situazione Ambiente cooperativo (fornitori, rivenditori, reparti dell’azienda, uffici marketing) Ambiente competitivo (aziende del settore) Ambiente economico (cambiamenti dei contesti con opportunità e limitazioni) Ambiente sociale (tradizioni sociali norme di comportamento fonti di nuovi bisogni) Ambiente politico (relazioni con le associazioni consumatori) Ambiente giuridico (leggi comunitarie nazionali e regionali)
Obiettivi di marketing Relazione con il piano strategico aziendale Specificità e misurabilità
Selezione del mercato obiettivo Targhet (identificazioni dei bisogni, cosa? Come? dimensioni mercato?, crescita?) Classificazione del targhet per: redditività, volumi di vendite, impegno aziendale per conquistare il segmento di mercato
Marketing-mix Variabili controllate dal responsabile marketing:Prodotto, Prezzo, Promozione, Distribuzione
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Cap. 1 Pianificazione strategica
Marketing concept
Lo scopo della filosofia di marketing è quello di focalizzare l’attenzione sul
soddisfacimento dei bisogni della clientela
Quindi un’organizzazione dovrebbe cercare di realizzare un profitto soddisfacendo bisogni di gruppi di clienti (orientamento verso il cliente)
piuttosto che sulla produzione attuale (orientamento verso la produzione) o sui metodi per attirare la clientela verso l’acquisto (orientamento alla vendita)
definizione
Il marketing è il processo di pianificazione ed esecuzione delle attività di ideazione,
determinazione del prezzo, promozione e distribuzione di idee, beni e servizi, al fine di creare uno scambio che soddisfi al contempo gli obiettivi degli individui e delle organizzazioni
Pianificazione strategica
La pianificazione strategica comprende l’ insieme di tutte quelle attività che permettono il
conseguimento degli obiettivi dell’intera organizzazione
Quindi prima di fare una pianificazione marketing per le singole divisioni è necessario che venga elaborata una pianificazione dell’intera organizzazione,
con la definizione di obiettivi e l’elaborazione di strategie
La progressiva globalizzazione dei mercati, l’evoluzione tecnologica, le nuove forme di distribuzione di beni e servizi, l’evoluzione dei bisogni della clientela,
richiedono drastiche ristrutturazioni di molte organizzazioni
le aziende sono consapevoli che l’innovazione e il buon senso da soli, non sono più sufficienti ad ottenere il successo
oggi la vera missione di un’impresa consiste nel creare valore
nell’interesse di tre categorie basilari: clienti, lavoratori e investitori
Processo di pianificazione strategica
Pian
Obiettivi
Missione aziendale
L’ambiente Cooperativo Competitivo Economico Sociale Politico Legale
Informazioni
azi
Piano strategico aziendale
Portafoglio attività aziendali
Strategie aziendali
endali
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Cap. 1 Pianificazione strategica
Piano strategico aziendale
Un piano strategico aziendale è composto da quattro componenti
1) Missione
2) Obiettivi
3) strategie
4) Portafoglio
attività
1) Missione aziendale
La missione di un’organizzazione è costituita dalla
descrizione delle ragioni della sua esistenza
la missione costituisce, la visione a lungo termine di ciò che l’organizzazione si sforza di essere, lo scopo che permette di differenziarsi dalle altre imprese,
e le caratteristiche cui si concretizza tale differenza
tuttavia nel corso del tempo, l’organizzazione si espande, cambiando l’ambiente e le persone che vi lavorano, con varie conseguenze:
l’attività produttiva
originaria può diventare irrilevante
(es. Olivetti dalle macchine per scrivere ai computer alla
telefonia)
i dirigenti possono
perdere il loro interesse
I cambiamenti
nell’ambiente possono rendere la missione originaria non più
perseguibile
Un’impresa nella definizione della propria missione può utilizzare alcune domande:
♦ Qual è la nostra attività? ♦ Chi è il nostro potenziale cliente? ♦ A cosa attribuisce valore la clientela? ♦ Quale potrà essere la nostra attività in futuro?
Nello sviluppare la definizione di missione si devono considerare tre elementi chiave:
storia dell’organizzazione
Le caratteristiche e gli eventi del passato devono essere tenuti in considerazione
competenze distintive
dell’organizzazione
L’impresa deve concentrarsi sulle attività che svolge
particolarmente bene, con competenze distintive che le garantiscono una posizione di
vantaggio nei confronti dei concorrenti
ambiente di riferimento
l’ambiente in cui si opera
offre opportunità, obblighi e pericoli che devono essere identificati prima che venga
formulata la missione
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Cap. 1 Pianificazione strategica
1) Missione aziendale
Una volta completata una definizione di missione efficace dovrebbe essere:
focalizzata sui
mercati piuttosto che sui prodotti
tradizionalmente le
imprese definivano la loro attività in base al
prodotto che fabbricavano, negli
ultimi anni la missione aziendale si
è focalizzata “all’esterno
dell’organizzazione” invece che “all’interno
dell’organizzazione” in questo modo le
aziende orientate al mercato hanno la
capacità di individuare
anticipatamente le opportunità offerte
dal mercato
realizzabile
la missione dovrebbe
guidare l’azienda verso un risultato
migliore, è importante al tempo
stesso che la missione sia realistica e realizzabile, per non
indurre l’impresa a lanciarsi in
operazione rischiose al di là delle sue
competenze
motivante
l’orientamento della missione dovrebbe essere fornito al personale di ogni
livello, per avere una sensazione condivisa che va al di là delle
attività svolte
specifica
una missione
specifica permette alla dirigenza un
orientamento preciso quando si verifica la necessità di scegliere fra diverse possibili linee di condotta
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2) Obiettivi
il management deve tradurre la “missione aziendale” in “obiettivi”
specifici che ne permettono la realizzazione
gli obiettivi sono il punto d’arrivo della missione aziendale
di obiettivi devono essere:
Specifici
Qualificabili
Stimolanti
Se gli obiettivi sono formulati correttamente permettono di:
Essere convertiti in
azioni specifiche
Fornire un
orientamento di riferimento per la
fissazione di obiettivi più
specifici
Stabilire delle
priorità di lungo termine
Facilitare il controllo di
gestione, fornendo degli standard di riferimento per
valutare il rendimento
Alcuni esempi di obiettivi aziendali possono essere:
Permanenza sul mercato
Far diventare la nostra marca la numero
uno nel proprio campo in termini di quota di mercato
Innovazioni
Spendere non meno del 7% delle vendite per
la ricerca lo sviluppo (R&S)
redditività
Realizzare un tasso annuo di remunerazione
di investimenti non inferiore al 15%
produttività
Fabbricare prodotti con efficienza, misurando
la produttività della forza lavoro
Prestazioni atteggiamento dei lavoratori
Mantenere livelli di soddisfazione dei
lavoratori in linea con quelli del proprio settore di attività
Responsabilità sociale
Rispondere alle aspettative della società e ai
bisogni espressi dall’ambiente
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3) Strategie
La strategia comporta la scelta delle principali direttive che l’organizzazione dovrà
seguire nel perseguimento dei propri obiettivi, si possono avere diversi tipi di strategie:
strategie basate su prodotti / mercati
si possono sviluppare strategie concentrando l’attenzione sui prodotti o sui mercati, quindi si possono realizzare i propri obiettivi in due modi:
♦ amministrando al meglio le attività in corso ♦ iniziandone delle altre
inoltre si dovrà decidere se:
♦ rivolgersi alla clientela già acquisita ♦ cercare nuovi clienti
strategie basate sull’incremento della produzione attuale
(attenzione sui mercati)
Penetrazione di mercato
(market penetration) azione su vecchi clienti
prevede un piano marketing concepito per incoraggiare la clientela ad acquistare una
maggiore quantità di prodotto
(es. riduzione del prezzo, campagne pubblicitarie che sottolineano la validità del prodotto, differenziazione delle dimensioni della confezione, maggiori punti vendita)
Sviluppo di mercato
(market development) azione su nuovi clienti
in questo caso l’azienda cercherà di trovare
dei nuovi clienti per i prodotti che abitualmente commercializza
(es. azienda di calzature per lo sport che
lancia una nuova linea di abbigliamento per i bambini, azienda che sviluppa prodotti per le imprese che decide di creare una nuova linea
di prodotti per il mercato consumer)
Strategie basate sullo sviluppo di nuovi elementi di offerta
(attenzione sui prodotti)
Sviluppo del prodotto
(product development) azione su vecchi clienti
vengono offerti alla clientela abituale
dei nuovi prodotti
(es. un’azienda produttrice di caramelle che offre una nuova caramella dietetica)
Diversificazione (disersification)
azione su nuovi clienti
in questo caso si applica una strategia finalizzata a vendere nuovi prodotti
a nuovi clienti
(esempio un’azienda di vendita al dettaglio può rilevare un’attività finanziaria, un’azienda
produttrice di sigarette può diversificare sviluppando il patrimonio immobiliare)
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Cap. 1 Pianificazione strategica
3) Strategie
Strategie basate sul vantaggio competitivo
Questo modello interessa quelle organizzazioni che sono alla ricerca di mezzi
per acquisire un vantaggio competitivo, cioè una posizione di preminenza rispetto alle organizzazioni concorrenti, a questo scopo è necessario che le aziende
analizzino il proprio campo di attività per sviluppare eventualmente due tipi di strategie:
Leadership di costo
Questa strategia prevede una particolare attenzione nell’applicazione dei prezzi più
bassi di vendita nel proprio settore di attività
Si cerca di offrire un prodotto standard essenziale, ottimizzando l’efficienza del
processo produttivo, della progettazione, della lavorazione, della distribuzione o altro
(es. Hard Discount)
Differenziazione
Le aziende che scelgono questo tipo di
approccio, cercano di acquisire una posizione di predominio sul mercato grazie alla differenziazione della propria offerta
da quelle concorrenti
Si sviluppano quelle caratteristiche cui la clientela attribuisce maggior valore,
il design, la qualità, il servizio, la varietà dell’offerta, la marca e altri fattori
Grazie all’unicità del prodotto l’azienda potrà praticare una maggiorazione del prezzo di
vendita (premium price)
(es. Rolex, coca-cola, De Cecco, Ferrari ecc)
Strategie basate sulle discipline del valore
Questo tipo di strategie nascono dalla considerazione che in un ambiente complesso come quello odierno, nessuna azienda può avere successo in tutti campi con tutti i tipi di clienti,
pertanto le aziende possono sforzarsi di sviluppare strategie di impresa basate su tre valori centrali:
Eccellenza operativa
Tali aziende offrono prodotti ordinari (in termini di qualità) al prezzo più vantaggioso e al
minor numero di inconvenienti possibili
Prezzi bassi e/o niente
seccature
(es. Dell Computer)
Leadership di prodotto
Tali aziende offrono
prestazioni di prodotto molto elevate, spingendole continuamente verso l’alto
Si offre al consumatore il
miglior prodotto (bene o servizio)
a quel determinato prezzo
La competitività non è incentrata sul prezzo
ma sulla qualità
( es. Nike, Ferrero)
Stretto rapporto con il
cliente
Tali aziende non sono particolarmente interessate ai bisogni generali del mercato,
ma sono focalizzate sui bisogni specifici di
determinati gruppi di consumatori
non viene ricercata la vendita occasionale ma si sviluppano rapporti duraturi con il cliente
(relationship marketing) viene offerto il miglior prodotto per esigenze
specifiche e l’assistenza necessaria al conseguimento della massima soddisfazione
(es. Mercedes, Omnitel )
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Cap. 1 Pianificazione strategica
Strategia della scelta appropriata
Le aziende dovranno scegliere solo quelle strategie coerenti con la missione aziendale, che permettano di valorizzare le competenze distintive capaci di condurle alla conquista di una
posizione di predominio sulla concorrenza sostenibile nel tempo
La posizione di predominio sul mercato potrà essere basata sia sulle “risorse” sia sulle “capacità specifiche” possedute dall’organizzazione
esempi di competenze distintive possono essere:
superiorità tecnica, produzione a basso costo, servizi accessori alla clientela, localizzazione, risorse finanziarie, continua innovazione del prodotto ecc
4) Portafoglio di attività aziendali
il portafoglio di attività aziendale è costituito da l’insieme di attività che l’impresa porta avanti nel periodo di riferimento del piano strategico
il portafoglio di attività può essere costituito da varie
“linee di produzione” (es. televisioni, lavatrici, frigoriferi) o da “divisioni” (es. apparecchiature domestiche, apparecchiature industriali)
esistono imprese ampiamente diversificate costituite da numerose attività non collegate (es. Philip Morris sigarette, prodotti alimentari, carta, birra)
gestire queste attività è facile se si dispone di notevoli risorse e liquidità, spesso però alcune attività non sono in crescita e in tale situazione
devono essere fatte delle scelte
il primo passo consiste nell’identificare quali siano le linee di produzione delle varie divisioni, e quali fra queste possono essere considerate un “attività” a sé stante.
Una volta identificate vengono considerate
“unità strategiche d’affari” (SBU Strategic Business Unit)
le SBU hanno le seguenti caratteristiche:
♦ una missione distinta ♦ dei concorrenti specifici ♦ sono costituite da un’attività singola o da un gruppo di attività collegate ♦ possono avere una pianificazione separata
secondo il tipo di impresa la SBU può essere
♦ un singolo prodotto, ♦ una linea di produzione ♦ una divisione di un’azienda
una volta identificate classificate le varie SBU si stabiliscono dei metodi per decidere come
ripartire le risorse fra di essi, tali metodi vengono chiamati:
modelli di portafoglio
ogni singola SBU cambia nel corso del tempo, pertanto le società devono utilizzare strutture flessibili in grado di governare il continuo cambiamento ambientale
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Cap. 1 Marketing management
Il piano di marketing
Il piano di marketing costituisce un sottosistema del piano strategico,in quanto permette una
pianificazione dettagliata delle azioni da intraprendere al livello di “mercato obiettivo” (target)
dal piano strategico aziendale deriveranno diversi piani di marketing
ciascuno mirato ad uno specifico mercato (es. mercato consumer, mercato business)
quindi esiste un’importante relazione fra la
“pianificazione strategica” e la “pianificazione di marketing”
il processo di marketing management può essere definito come
“il processo di pianificazione ed esecuzione delle attività di ideazione, determinazione del
prezzo, promozione e distribuzione di beni e servizi, al fine di creare uno scambio che soddisfi sia gli obiettivi degli individui che quelli delle organizzazioni”
questa definizione è perfettamente coerente al concetto di marketing
(marketing concept)
Pianificazione strategica e pianificazione marketing
Piano strategico Missione Obiettivi Strategie Portafoglio attività
Analisi dObiettivSelezionMarketiStrategStrategStrategStrateg
Sistema informativo di marketing
e
Ricerca di marketing
(implem
Piano marketing
ella situazione i di marketing e del mercato obiettivo
ng mix ia di prodotto ia di promozione ia di prezzo ia di distribuzione
Esecuzione
entazione) e controllo
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Cap. 1 Marketing management
Collegamento dell’attività di marketing con la missione e gli obiettivi aziendali
Le attività di marketing cominciano con una buona comprensione della
“missione” e degli “obiettivi aziendali” (es. differenze tra aziende orientate all’innovazione e alla ricerca, o specializzate sul
particolare gruppo di clienti, o orientate alla produzione di massa)
tuttavia le missioni aziendali e gli obiettivi sono spesso ambigui o mal definiti, pertanto il responsabile marketing dovrà consultarsi con i membri della dirigenza
per comprendere cosa esattamente l’azienda stia cercando di realizzare
per esempio un obiettivo molto comune per le imprese è costituito dalla “crescita”, definizione molto generica, al contrario definizioni del tipo “crescita sostenibile del 14%”,
forniscono un obiettivo quantitativamente definito che il responsabile marketing può prendere come punto di riferimento
inoltre le imprese oggi tendono a sviluppare anche una “missione specifica”
per il servizio consumatore (customer service) questo allo scopo di focalizzare l’attenzione del management sull’importante obiettivo della
soddisfazione del cliente (customer satisfaction)
La pianificazione del piano di marketing
Le attività di marketing devono: essere allineate con gli obiettivi dell’azienda
inoltre le opportunità del marketing emergono da una
sistematica analisi dell’ambiente, dopo aver identificato un’opportunità il responsabile marketing
dovrà ratificare una strategia
questo processo può essere visto come un insieme di attività interdipendenti
Piano marketing
1) Analisi della situazione 2) Obiettivi di marketing 3) Selezione del mercato obiettivo 4) Marketing mix
Strategia di prodotto Strategia di promozione Strategia di prezzo Strategia di distribuzione
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Cap. 1 Marketing management
1) Analisi della situazione
Per una buona comprensione degli obiettivi della missione dell’azienda, il responsabile
marketing dovrà analizzare la posizione dell’azienda in base alla situazione passata, presente e futura
l’analisi della situazione può essere suddivisa in sei grandi aree
a)
ambiente cooperativo
b)
Ambiente competitivo
c)
ambiente economico
d)
ambiente sociale
e)
ambiente politico
f)
ambiente giuridico
a) ambiente cooperativo
l’ambiente cooperativo comprende le imprese ed i soggetti che hanno un’interesse
nell’effettivo conseguimento degli obiettivi dell’azienda le parti costitutive di questo ambiente sono:
♦ fornitori ♦ rivenditori ♦ altri reparti dell’azienda ♦ altri uffici della funzione marketing
le opportunità legate a quest’ambiente sono legate ai
metodi per migliorare l’efficienza
(es. decidere gli approvvigionamenti delle materie prime da un sistema basato sull’offerta competitiva, ad una fonte in prossimità della fabbrica,
oppure all’interno dell’ufficio marketing impostare lo sviluppo di nuovi prodotti, secondo un’approccio di squadra piuttosto che un procedimento sequenziale)
le principali minacce di questi ambienti sono :
♦ conflitti interni inrisolti, e penuria di materie prime
b) ambientecompetitivo
l’ambiente competitivo è rappresentato dalle altre aziende del settore che competono con l’organizzazione, sia nel reperire le risorse che
nel vendere il prodotto finito
le opportunità relative a quest’ambiente comprendono delle operazioni:
♦ acquisire il controllo azionario delle aziende concorrenti ♦ offrire una qualità di prodotto migliore della concorrenza (Brand Switching) ♦ indurre la concorrenza ad abbandonare l’attività
(es. una compagnia aerea può rilevare una compagnia concorrente,
una banca può offrire un conto corrente senza spese, una catena di negozi può intraprendere una strategia di prezzi bassi
chiamata anche “everyday low price strategy”)
le principali minacce di questi ambienti sono
♦ le attività svolte a stimolare domanda intraprese dalla concorrenza ♦ la quantità di consumatori non sottraibili alla concorrenza (clienti fedeli)
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Cap. 1 Marketing management
c) ambiente economico
il contesto macroeconomico ed i suoi cambiamenti possono essere
fonte di “opportunità” e di “limitazioni” del marketing
(es. inflazione e disoccupazione possono restringere la fascia di popolazione che si può permettere un prodotto,
al tempo stesso può costituire un’opportunità per creare un servizio di noleggio di tali prodotti o per sviluppare versioni più economiche, anche progressivo mutare della tecnologia può creare minacce e opportunità)
d) l’ambiente sociale
questo ambiente include tradizioni sociali e culturali, norme di comportamento e atteggiamenti di una collettività
il cambiamento di tali valori avviene generalmente piuttosto lentamente,
comunque, si rivela spesso fonte di nuovi bisogni di beni e servizi
(es. la desiderabilità sociale di famiglie meno numerose può rappresentare un’opportunità per la commercializzazione dei prodotti per il controllo delle nascite)
i valori culturali e sociali possono causare anche delle limitazioni,nell’attività delle imprese
che inevitabilmente vengono risolti con l’impostazione di limiti giuridici
(es. richiesta sociale di un ambiente più pulito, con un’imposizione delle imprese automobilistiche al rispetto di determinati standard)
e) ambiente politico
l’ambiente politico comprende le opinioni e le relazioni del grande pubblico, come le cosiddette associazioni per i consumatori
il malcontento di tali soggetti, la commercializzazione di prodotti poco sicuri,
l’adozione di procedure di vendita contrari principi etici possono avere effetti negativi sull’immagine dell’azienda
l’adattamento dell’azienda a tali opinioni può essere visto come una fonte di opportunità
(es. grazie agli atteggiamenti dei consumatori si sono creati prodotti più resistenti, ad alta
efficienza e basso consumo energetico)
f) ambiente giuridico
quest’ambiente è costituito dal insieme delle leggi comunitarie, nazionali e regionali a tutela della libera concorrenza e dei diritti del consumatore
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Cap. 1 Marketing management
2) obiettivi di marketing
gli obiettivi di marketing derivano dagli obiettivi del piano strategico aziendale
nel caso in cui le aziende sono totalmente orientate al marketing (marketing oriented),
i due obiettivi saranno praticamente identici
gli obiettivi devono essere
♦ ben specificati ♦ il grado di realizzazione deve poter essere misurato
(es. ottenimento di una certa quota di mercato, di un certo volume di vendita,
o compiti da realizzare entro una determinata scadenza)
importante sottolineare che l’obiettivo prioritario del marketing concept, consiste nella realizzazione dei profitti e non nel volume delle vendite
di obiettivi costituiscono l’ossatura del piano marketing
3) selezione del mercato obiettivo
il successo di un piano marketing dipende dalla corretta identificazionedei bisogni del cliente
per fare questo è necessario rispondere a quattro importanti domande:
1. Di che cosa ha bisgno e/o cosa desidera il cliente? 2. Cosa bisogna fare per soddisfare questi bisogni e/o desideri? 3. Quali sono le dimensioni del mercato? 4. Qual’è il profilo di crescita di tale mercato?
I mercati presi in considerazione dal piano marketing vengono ordinati per
ordine decrescente in base alla loro
♦ Redditività ♦ Volume di vendite presenti future ♦ Impegno necessario a conquistare un segmento di mercato e
capacità dell’azienda
I mercati che sembrano offrire le maggiori potenzialità per l’impresa vengono selezionati e considerati “target”
4) marketing mix
il marketing mix è l’insieme delle variabili controllate dai responsabili marketing che devono essere gestite per soddisfare il target e per conseguire gli obiettivi aziendali
tali variabili sono classificate in base alle quattro maggiori aree decisionali cui si riferiscono:
♦ prodotto
♦ prezzo
♦ promozione
♦ distribuzione
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Cap. 1 Marketing management
Realizzazione e controllo del piano di marketing
La realizzazione (o implementazione) del piano marketing consiste
nell’esecuzione dei vari compiti secondo lo schema predefinito, rispettando una perfetta scansione dei tempi
in alcuni casi il piano marketing può richiedere degli aggiustamenti
dovuti a cambiamenti intervenuti nell’ambiente
(es. lancio da parte della concorrenza di un nuovo prodotto, che comporta un’accelerazione o un ritardo dei tempi previsti per la realizzazione del piano marketing)
(il cosiddetto “fine tuning”)
il controllo del piano di marketing e si articola in tre fasi:
♦ misurazione dei risultati ♦ comparazione con i risultati fissati con gli obiettivi ♦ valutazione del conseguimento degli obiettivi desiderati
qualora ci sia uno scostamento tra i risultati effettivi e quelli previsti
può essere necessario apportare dei correttivi (“fine tuning”)
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Corso di Marketing anno 2003 Prof. Marco Castellet Sunto Marketing J Paul Peter James H Donnelly di Stefano Rizza
Cap. 2 Sistema di supporto alle decisioni e alla ricerca Marketing
Sistema di supporto alle decisioni e alla ricerca Marketing (MDSS)
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MDSS come sistema interattivo tra “centro informativo” e “unità decisionale” Centro informativo di marketing
Ufficio marketing ,Conversione dati in informazioni (sviluppo di database flessibili, rispetto ai vecchi rapporti dati dalle SIM –sistemi informativi di marketing-)
Attività decisionale di marketing Processo decisionale (convertire informazioni in azioni)
Processo di ricerca di marketing
Ricerca di marketing come parte integrante del MDSS Obiettivi della ricerca
Conoscenza dei seguenti elementi:Situazione vigente, natura del problema, domande alle quali la ricerca dovrebbe rispondere
Piano della ricerca Definizione di compiti e responsabilità in base ai dati da analizzare Dati di tipo primario (ad hoc) o secondario (dati già esistenti) Domande per la raccolta dati : come, dove, quantità, criteri di misura e controllo, tempo di raccolta
Conduzione della ricerca messa in pratica del piano di ricerca, preparazione questionari (selezione di un campione)
Preparazione dei dati Raccolta dati in data base
Preparazione della relazione conclusiva Documento contenente: resoconto delle attività ed esecuzione delle fasi
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Cap. 2 Sistemi di supporto alle decisioni e alla ricerca di marketing
Sistema di supporto alle decisioni
(MDSS Marketing dicision support sistem)
è insime di strutture, volto alla continua raccolta, elaborazione e utilizzazione di informazioni significative nell’ambito dell’attività decisionale
scopo:
garantire che la giusta informazione sia a disposizione della persona giusta al momento giusto
Ricerca di marketing è invece una specifica azione di studio focalizzata
su uno specifico problema di marketing
scopo: fornire informazioni necessarie a prendere una decisione particolare
la ricerca di marketing è parte integrante del MDSS, ma non è un processo continuo ed è ristretta ad un progetto specifico
Sistema di supporto alle decisioni di marketing (MDSS)
All’interno del sistema di supportoOperano due princ
1) “centro informa(o ufficio ricerchconverte i dati
2) “attività decisio(decision
processo
inform
D
Attività decisionale di marketing
Centro informativo di marketing
Ambienti e mercati
azioni Azioni ati
alle decisioni di marketing (MDSS) ipali trasformazioni tivo di marketing” e di marketing)
in informazioni nale di marketing” making)
decisionale
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Cap. 2 Sistemi di supporto alle decisioni e alla ricerca di marketing
1) centro informativo di marketing
il centro informativo di marketing è preposto alla supervisione di tutte le informazioni che
convergono dai vari settori dell’azienda (venditori, responsabili prodotto ecc.)
lo scopo generale questa unità organizzativa è quello di mantenere, migliorare e potenziare la completezza la tempestività delle informazioni
da utilizzare nelle scelte di gestione del marketing
il punto critico è costituito dal fatto che il MDSS deve convertire i dati grezzi in informazioni, con l’obiettivo di sostenere l’intera attività decisionale del processo di marketing
2) attività decisionale di marketing
il compito principale dei dirigenti di marketing è quello di convertire le informazioni in azioni (decision meking)
l’aspetto più importante del MDSS è rappresentato da un
“sistema interattivo” tra “l’unità decisionale di marketing” ed il “centro informativo di marketing”
nell’ambito del quale l’uomo di marketing lavora con l’ausilio di un computer per analizzare attivamente le informazioni e poi convertirle in specifiche azioni
nei sistemi informativi di marketing tradizionali
(SIM) il centro informativo si occupava di redigere dei rapporti che potessero soddisfare
le singole necessità degli uomini di marketing (risultato spesso non soddisfacente in quanto le informazioni fornite non erano pertinenti)
con il Marketing decision support sistem
(MDSS) questo problema è stato risolto grazie alla notevole flessibilità, tempestività e precisione dei
dati reperibili da una memoria centrale ed elaborabili direttamente dall’interessato
Ricerca di marketing
La ricerca di marketing è parte integrante del MDSS Essa infatti combina qualità personali, come l’intuizione, alla scientificità della ricerca, al fine di fornire le informazioni più utili all’intero processo decisionale di marketing
Non bisogna considerare i risultati della ricerca di marketing come
risposta finale dei problemi di marketing (come spesso accade) la ricerca di marketing è un’ausilio importante al processo decisionale
ma non si può sostituire a quest’ultimo
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Cap. 2 Sistemi di supporto alle decisioni e alla ricerca di marketing
Processo di ricerca marketing
5 Preparazione della
relazione conclusiva preparation of the report
4 Preparazione dei dati
processing of research data
3 Conduzione della ricerca
performance of the research
2 Piano della ricerca plan of the reserch
1 Obiettivi della ricerca purpose of the reserch
Sebbene molti aspetti della ricerca, come la determinazione dei campioni o l’analisi statistica dei dati, vengono delegati a degli esperti,
il processo di ricerca comincia e finisce con il responsabile marketing, che inizialmente definisce il problema oggetto di studio ed a
lavoro completato tradurrà i dati nell’attività decisionale
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Cap. 2 Sistemi di supporto alle decisioni e alla ricerca di marketing
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Obbiettivi della ricerca purpose of the reserch
Il primo passo del processo di ricerca consiste nella
determinazione dei suoi obbiettivi
Questo può avvenire attraverso dei colloqui con i dirigenti della società, con una revisione della documentazione o lo studio delle informazioni già esistenti del problema
A prescindere dal metodo scelto in questa fase si devono conoscere:
1. la situazione vigente 2. La natura del problema 3. Le domande specifiche alle quali la ricerca dovrebbe dare risposta
2
Piano della ricerca plan of the reserch
In questa fase
vengono definiti in dettaglio i compiti e le responsabilità per la realizzazione della ricerca,
anche in base al tipo di dati da analizzare, che possono essere :
dati di tipo primario (raccolti direttamente sul campo dalle fonti originarie,
quindi sono da considerarsi delle ricerche “ad hoc” per soddisfare le specifiche esigenze d’uso)
dati di tipo secondario (raccolti già in altre occasioni, che possono essere utilizzati per lo scopo di studio)
se il progetto richiede una raccolta di dati primari occorre prendere delle decisioni tecniche corrispondenti alle seguenti domande:
1. Come devono essere raccolti i dati ?
(interviste personali, telefoniche o questionari inviati per posta) 2. Qual è la quantità di dati necessaria 3. Quali criteri di misura e controllo verranno adottati per l’affidabilità? 4. Dove saranno raccolti i dati?
(su base nazionale, regionale o locale, nelle case o ambienti di lavoro) 5. Quando e per quanto tempo verrannno raccolti idati?
Anche per i dati secondari bisognerà rispondere a domande simili
ma visto che i dati esistono già, la pianificazione sarà molto più semplice ed economica
Con il piano di ricerca quindi vengono stabilite fasi e compiti (metodo e procedure di analisi per l’elaborazione –l’interpretazione
dei dati e la struttura della relazione finale)
Il piano di ricerca fornisce la struttura per controllare e coordinare l’intero progetto
Marketing Stefano Rizza 20
Cap. 2 Sistemi di supporto alle decisioni e alla ricerca di marketing
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Conduzione della ricerca performance
of the research
In questa fase il piano di ricerca viene messo in pratica (fase “field”) A seconda del tipo di indagine si rendono necessarie delle accortezze, come ad esempio,
per un’indagine postale la selezione di un campione, la preparazione buste. Per interviste telefoniche la preparazione di un questionario e di sistemi compiuterizzati,
l’istruzione degli intervistatori e la programmazione delle interviste
Una raccolta dati mal riuscita porterà ad ad uno studio povero di risultati
4 Preparazione dei dati
processing of research data
In questa fase vengono preparati i dati per l’analisi (editing)
La preparazione comporta la messa in ordine e la strutturazione dei dati raccolti in data base, solitamente su foglio elettronico
5 Preparazione della relazione conclusiva
preparation of the report
La relazione conclusiva è solitamente un documento, nel quale viene presentato un resoconto completo delle attività intraprese
nel progetto e dell’esecuzione di ognuna delle fasi
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Cap. 3 Comportamento d’acquisto del consumatore
Processo d’acquisto del consumatore
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♦
Riconoscimento del bisogno Bisogni fisiologici (cibo, acqua, sesso legati alla sopravvivenza) Bisogni di sicurezza (protezione da lesioni malattie e difficoltà economiche) Bisogni di appartenenza e amore (inclinazione alla vita associata) Bisogni di stima (importanza per gli altri, fiducia in se stessi) Bisogni di realizzazione (esprimere le potenzialità, sfruttando le proprie capacità)
Ricerca delle alternative Fonti interne (esperienze precedenti – acquisto abituale-) Fonti sociali o di gruppo (comunicazione con persone selezionate per competenza) Fonti di marketing (pubblicità, venditori, commercianti, confezioni prodotto) Fonti pubbliche (giornali, riviste specializzate) Fonti da sperimentazione (maneggiare e provare il prodotto)
Valutazione delle alternative Categorie Marche Attributi
Decisione d’acquisto Prodotto, Marca, Modello, Venditore, Pagamento Modifica o rinvio dell’acquisto in base alla percezione di rischio di tipo “funzionale” o “Psicosociale”
Impressioni dopo acquisto Acquisto con soddisfazione determina :Schema “stimolo-risposta”con un “Processo di apprendimento” Acquisto con perplessità determina :Dissonanza cognitiva (discordanza tra atteggiamento e comportamento) si verifica in caso di: decisioni importanti o molte alternative interessanti Paradigma conferma/non conferma: grado di soddisfazione delle aspettative
Influenze esterne sul processo di acquisto
Influenza da parte del gruppo Sistemi culturali (famiglia, Organizzazioni religiose, Istituzioni scolastiche) Classe sociale (atteggiamenti e valori diversi) Gruppo di riferimento (per la formazione delle proprie opinioni ed atteggiamenti)
Influenze del tipo di prodotto Processi decisionali differenti in base al tipo di prodotto : quantità informazioni e tempo perfezionamento acquisto variabili in base all’importanza d’acquisto
Influenze situazionali Ambiente fisico (condizioni espositive) Ambiente sociale (persone presenti caratteristiche e ruoli) Prospettiva temporale (tempo trascorso dall’ultimo acquisto) Definizione del compito (persona che acquista per sé o per altri) Condizioni antecedenti (stato d’animo che determina un ’acquisto es. depressione)
Marketing Stefano Rizza 22
Cap. 3 Comportamento d’acquisto del consumatore
L’individuazione e la comprensione dei bisogni del consumatore costituiscono un elemento fondante del marketing, sulla base del quale sviluppare un
marketing mix finalizzato alla soddisfazione dei bisogni.
Non esiste una singola teoria che spieghi il comportamento del consumatore, inoltre le varie teorie fanno riferimento a varie discipline,
come psicologia, psicologia sociale, sociologia ed economia
1)
Riconoscimento del bisogno
Una grande varietà di stimoli, sia interni che esterni può attivare una serie di bisogni e desideri, secondo una classificazione dei bisogni umani
distinguiamo cinque tipologie di bisogni:
Bisogni
fisiologici
Cibo, acqua e sesso legati alla sopravvivenza dell’individuo
Bisogni di sicurezza
Protezione da
lesioni, malattie, difficoltà
economiche ed eventi imprevisti
Bisogni di
appartenenza e amore
L’inclinazione dell’uomo alla vita associata, comportano bisogni di
compagnia e affetto,
(se non vengono soddisfatti posso
generare problemi mentali)
Bisogni di
Stima
Considerazione della propria
importanza per gli altri, con apporto di prestigio e
fiducia in se stessi
Bisogni di
Realizzazione
Esprimere se stesso e le
proprie potenzialità, sfruttando al massimo le
proprie capacità
3) Valutazione
delle alternative
Processo d’acquisto del consumatore
Influenze del tipo di prodotto
Influenze situazionali
Influenza da parte del
gruppo
2) Ricerca delle
alternative
4) Decisione
di acquisto
5) Impressioni
dopo acquisto
1) Riconoscimento
del bisogno
Marketing Stefano Rizza 23
Cap. 3 Comportamento d’acquisto del consumatore
2)
Ricerca delle alternative
Dopo aver preso coscienza di un bisogno, l’individuo cerca le possibili alternative per il suo soddisfacimento.
Vi sono cinque fonti essenziali dalle quali si possono raccogliere le informazioni necessarie,
da utilizzare nella scelta del prodotto da acquistare:
Fonti interne
Esperienze precedenti
nell’affrontare il bisogno
specifico, con acquisto diretto
di prodotti rivelati
soddisfacenti in precedenza
(comportamento comune per
acquisti abituali)
Fonti sociali o
di gruppo
Decisioni per l’acquisto prese
grazie alla comunicazione
con altre persone,
generalmente selezionate per
competenze specifiche
Fonti di
marketing
Pubblicità, venditori,
commercianti, confezione del
prodotto e ubicazione sono
elementi di informazione primaria per
l’acquisto di un prodotto
particolare
Fonti
pubbliche
Comprendono la pubblica
informazione come i giornali o
le riviste specializzate nelle quali vengono
esaminate caratteristiche e affidabilità dei
prodotti
Fonti da
sperimentazione
Consiste nel maneggiare il
prodotto, esaminarlo o
provarlo prima dell’acquisto, in
genere costituisce l’ultimo tipo di indagine prima dell’acquisto
3)
Valutazione delle alternative
Il consumatore valuta le alternative in base a ciò che ha aprreso:
1. esistono un certo numero di marche per ogni categoria di prodotto
2. alcune di queste marche sono valide per il soddisfacimento dei bisogni
3. Ogni marca è caratterizzata da una serie di attributi
4. Un gruppo di attributi ha rilevanza per il consumatore e suscita il suo interesse
5. La marca che possiede maggior numero di attributi nell’ordine ricercati sarà preferita
6. La marca preferita sarà quella che il consumatore desidererà acquistare
4) Decisione d’acquisto
L’acquisto comporta numerose decisioni: tipo di prodotto, marca, modello, venditore, pagamento, inoltre si può decidere di modificare rimandare o recedere un acquisto
in base alla “percezione di rischio” avvertita, che può essere di:
♦ “tipo funzionale” legata a considerazioni economiche o di funzionamento ♦ “tipo psico-sociale” legata alla promozione negativa della propria immagine
per ruidurre le possibili conseguenze negative sull’acquisto il consumatore può:
acquistare piccole quantità di prodotto incrementare le certezze sull’acquisto attraverso maggiori informazioni
Marketing Stefano Rizza 24
Cap. 3 Comportamento d’acquisto del consumatore
5)
Impressioni dopo acquisto
Lo studio del comportamento post-acquisto del consumatore è importante per determinare le sensazioni di soddisfazione o insoddisfazione dopo l’acquisto
Se facendo un’acquisto si realizza un desiderio o si soddisfa un bisogno questo schema
“stimolo-risposta” verrà ripetuto dando luogo ad un
procedimento di “apprendimento”, il ripetersi dell’evento aumenta la possibilità che la risposta si trasformi in abitudine
L’insorgere della perplessità dopo l’acquisto è legata al concetto di
“dissonanza cognitiva” data da una discordanza tra atteggiamento e comportamento
riguardo la scelta di un prodotto effettuato
quest’ansia può accrescere al verificarsi di alcune condizioni:
1. decisioni molto importanti dal punto di vista finanziario o o psicologico 2. Molte alternative d’acuisto a quella scelta 3. Tutte le alternative in esame hanno delle caratteristiche interessanti
In questa situazione le comunicazioni marketing hanno una grande importanza
nel sottolineare i pregi del prodotto e rinforzare nell’acquirente la convinzione della validità nell’acquisto fatto
Lo studio della soddisfazione post-acquisto analizza anche il
paradigma “conferma/non conferma”
che indica lo stato di soddisfazione di un consumatore rispetto ad un prodotto acquistato,
questa si misura in base alla combinazione di due variabili :
1. “aspettativa prima dell’acquisto” 2. “effettive prestazioni del prodotto”
solo a prestazioni conformi alle aspettative il consumatore sarà soddisfatto,
la considerazione di questo elemento è molto importante nella comunicazione marketing, che deve fare attenzione a non generare aspettative troppo elevate
legate al consumo di un determito prodotto
Marketing Stefano Rizza 25
Cap. 3 Comportamento d’acquisto del consumatore
L’influenza da parte del gruppo sul comportamento del consumatore
Esiste una forte influenza sul comportamento esercitato dall’ambiente sociale e dai rapporti
interpersonali, in particolare forti influenze vengono esercitate da:
1)
Sistemi culturali
2)
Classe sociale
3)
Gruppo di riferimento
Queste influenze possono avere :
“effetti diretti”
quando in merito ad una decisione avvengono delle comunicazioni tra l’individuo ed il gruppo sociale a cui appartiene
“effetti indiretti”
quando il gruppo sociale influenza i valori fondamentali dell’individuo il suo atteggiamento e la sua costruzione di personalità
1) Sistemi culturali
La cultura è uno dei principali fattori che influenzano i bisogni e
i comportamenti di un individuo
I valori culturali sono trasmessi attraverso tre istituzioni di socializzazione primaria:
1. Famiglia 2. Organizzazioni religiose 3. Istituzioni scolastiche
concetto di “subcultura”
consiste nello sviluppo si sottosistemi culturali costituiti da gruppi di persone che hanno raporti sociali prevelentemente con i componenti del proprio gruppo.
le subculture si basano su fattori quali l’area geografica, la religione, la diversa nazionalità e l’età
gli appartenenti a questi sistemi tendono ad comportarsi e pensare in maniera simile
2) Classe sociale
Le diverse classi sociali tendono ad avere atteggiamenti e valori diversi
che influenzano il comportamento del consumatore, pertanto sono potenzialmente utilizzabili come variabili di segmentazione di mercato,
(anche se attualmente è in corso un dibattito se sia di rilevanza maggiore il livello di reddito rispetto alla classe)
3) Gruppi di riferimento
Sono quei gruppi ai quali l’individuo fa riferimento nella formazioni dei
propri atteggiamenti e delle proprie opinioni (la famiglia viene considerata un gruppo di riferimento importante. Inoltre si considera un’influenza maggiore del gruppo di riferimento,
per quei prodotti “pubblici” o di ostentazione
Marketing Stefano Rizza 26
Cap. 3 Comportamento d’acquisto del consumatore
Le influenze del tipo di prodotto
Il tipo di prodotto che il consumatore acquista per soddisfare un bisogno, determina dei
differenti processi decisionali:
1. quantità di informazioni da prendere 2. tempo necessario al perfezionamento dell’acquisto
Per prodotti molto costosi, con molte alternative richiedono più informazioni
ed un processo decisionale più lungo (es. vettura)
altri prodotti richiedono sempre un minimo di raccolta di infomazioni, sino ad arrivare ai cosidetti prodotti “banali” che richiedono
la cosidetta “decisione di routine” (es. per prodotti alimentari)
Influenze situazionali
Sono costituite dai quei fattori relativi ad un momento ed a un luogo che determinano delle influenze sul consumatore
esistono cinque tipi di influenza sul consumatore che possono essere recepite
sia al livello “conscio” che “inconscio”
Ambiente fisico
Descrizione fisica
dell’ambiente (localizzazione, suoni, luci, odori
condizioni espositive ecc)
Ambiente
sociale
Persone presenti, loro
caratteristiche e ruoli
Prospettiva temporale
Misurazione del
tempo in relazione a
eventi passati (tempo trascorso
dall’ultimo acquisto)
Definizione del
compito
Intento personale o
affidamento di un compito
(persona che acquista un
prodotto per sé o un regalo)
Condizioni
antecedenti
L’ultimo fattore che determina una situazione
d’acquisto (scegliere di
vedere un film perché si è in uno stato di depressione)
Marketing Stefano Rizza 27
Corso di Marketing anno 2003 Prof. Marco Castellet Sunto Marketing J Paul Peter James H Donnelly di Stefano Rizza
Cap. 4 Comportamento d’acquisto delle
organizzazioni Influenze sul processo d’acquisto delle organizzazioni
♦
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Influenza del tipo di acquisto Riacquisto diretto (semplice- breve durata – un fornitore-) acquisto di routine, metodo just intime Riacquisto modificato (media difficoltà – media durata – pochi fornitori) acquisto quando il fornitore subisce una variazione di prezzo oppure quando nasce un nuovo prodotto Nuovo acquisto (elevata difficoltà – lunga durata – molti fornitori) acquisto occasionale con investimenti impegnativi
Influenza della struttura organizzativa Processo decisionale collettivo (destinatari,individui che influenzano, individui che decidono, individui preposti alla protezione informazioni) Fattori specifici dell’organizzazione (orientamento dell’azienda, dimensioni dell’azienda, accentramento dell’organizzazione)
Influenze comportamentali Motivazioni personali (amicizia, orgoglio, paura, ambizioni) Percezione del proprio ruolo (aziende innovative, aziende adattabili, aziende letargiche)
Processo d’acquisto
Riconoscimento del problema Acquisto come risposta ad un bisogno/problema, controllo disponibilità fondi, profitti e obiettivo
Assegnazione responsabilità Responsabilità in funzione : complessità tecnica, importanza prodotto, posizione gerarchica (solitamente centralizzata con ufficio acquisti)
Procedure di ricerca Valutazione necessita in rapporto alle disponibilità dell’azienda, individuazione alternative di mercato
Procedure di scelta Guidato da regole e criteri specifici
Marketing Stefano Rizza 28
Cap. 4 Comportamento d’acquisto delle organizzazioni
Influenza del tipo di acquisto
In base alla complessità distinguiamo tre tipi di acquisto:
Riacquisto diretto
semplice breve durata un fornitore
E’ il tipo di acquisto più
semplice, di routine, ci si avvale di un fornitore abituale
I vantaggi di questo tipo di acquisto sono la rapidità e il
moderato utilizzo di personale.
In questo metodo
“just in time” viene acquistato il prodotto solo quando si
manifesta la necessità, quindi non si ricercano nuovi
fornitori ma si conta sulla qualità e tempestività del
fornitore abituale
Il marketing deve curare qualità e affidabilità delle
forniture
Riacquisto modificato
media difficoltà media durata pochi fornitori
Avviene quando la situazione di acquisto non è automatica o familiare, e comporta una
scelta fra un numero ristretto di alternative.
Si utilizza questo sistema anche quando il fornitore abituale subisce qualche
variazione (interruzione delle forniture, prodotto non soddisfacente, prezzo
aumentato) oppure quando viene lanciato un nuovo
prodotto
Il marketing deve attirare nuovi clienti business
fornendo dei validi motivi per cambiare il vecchio sistema di
riacquisto
Nuovo acquisto elevata difficoltà lunga durata molti fornitori
Nel caso di acquisti
occasionali con investimenti impegnativi
(macchinari, attrezzature
immobili).
Richiede tempi lunghi e più soggetti al livello decisionale
Processo d’acquisto delle organizzazioni
Influenze della struttura organizzativa
Influenze comportamentali
Influenze dovute al tipo
di acquisto
1) Riconoscimento del problema
2) Assegnazione responsabilità
3) Procedure di
ricerca
4) Procedure di scelta
Marketing Stefano Rizza 29
Cap. 4 Comportamento d’acquisto delle organizzazioni
Influenze della struttura organizzativa
La struttura dell’organizzazione influenza il processo di acquisto, in particolare distinguiamo
due importanti fattori:
Processo decisionale collettivo
Solitamente gli acquisti devono rispondere alle
esigenze di diversi settori aziendali, inoltre possono partecipare più persone nell’ambito
dell’attività decisionale:
1) Destinatari del prodotto (user)
Persone che utilizzeranno il prodotto (es. segretaria che usa il Pc)
2)
Individui che influenzano la scelta (influencers)
Intervengono nella determinazione delle caratteristiche del prodotto
(es. responsabile sistemi informativi)
3) Individui addetti all’acquisto (buyers)
Chi ha ufficialmente la responsabilità di selezionare il fornitore e negoziare le
condizioni (es. direttore degli acquisti)
4) Individui che decidono (deciders)
Persone che formalmente o informalmente hanno il potere di approvare la scelta del
fornitore (es. persone provenienti da R&S,
progettazione o controllo di qualità)
5) Individui preposti alla protezione
informazioni (gatekeepeers)
controllano il flusso di informazioni nel centro acquisti, per evitare che le informazioni di
marketing si diffondano a coloro che ricoprono gli altri quattro ruoli
Fattori specifici dell’organizzazione
I fattori specifici di un’organizzazione influenzano il processo di acquisto.
Distinguiamo tre tipi:
1) Orientamento
La funzione dominante dell’azienda sarà quella che controllerà le decisioni di acquisto
(es. azienda ad orientamento tecnologico decisioni prese dal personale tecnico, azienda ad orientamento produttivo decisioni prese dal
personale addetto alla produzione)
2) Dimensioni
La dimensione incide nel processo decisionale (es. piccola azienza dirigenti con maggiore autonomia, grande azienza decisioni con
coinvolgimento di più persone)
3) Accentramento
L’accentramento di un’organizzazione comporta differenti procedure, con decisioni
collettive o individuali (es. piccola azienda individui con maggiore autonomia decisionale, grande organismo pubblico processo decisionale collettivo)
Marketing Stefano Rizza 30
Cap. 4 Comportamento d’acquisto delle organizzazioni
Influenze comportamentali
Gli addetti agli acquisti sono influenzati da fattori psicologici e sociali, in particolare:
Motivazioni personali
Nel processo decisionale d’acquisto incidono
motivazioni personali come l’amicizia, l’orgoglio, la paura l’incertezza le ambizioni
es. dimostrare le proprie capacità per orgoglio
professionale,
es. paura e incertezza che tendono a ridurre al minimo il rischio legato alle scelte
Percezione del proprio ruolo
A seconda della percezione del proprio ruolo
da parte del personale distinguiamo tre tipi di organizzazioni:
1)
aziende innovative L’individuo è debolmente vincolato alle norme di comportamento del proprio ruolo, e cerca di
farsi carico dell’attività di acquisto al di là delle aspettative delll’azienda
2)
aziende adattabili l’atteggiamento precedente è più moderato
3)
Aziende letargiche Svolgere passivamente le mansioni previste
dal ruolo che l’azienda ha assegnato
Processo di acquisto delle organizzazioni
Le fasi di questo processo sono quattro:
1) Riconoscimento
del problema
Acquisto come risposta ad un
bisogno o problema,
controllo
disponibilità fondi e
profitti/obbiettivo
2)
Assegnazione responsabilità
La responsabilità di acquisto da parte di un individuo varia in funzione di
alcune condizioni: 1)complessità tecnica
2) importanza del prodotto 3) conoscenze tecniche 4) posizione gerarchica
nelle grandi organizzazioni la
responsabilità d’acquisto viene affidata ad un’unità organizzativa
centralizzata (ufficio acquisti) dove viene data importanza più
alla conoscenza del mercato rispetto alla conoscenza del
prodotto (sono importanti variabili di
mercato come prezzo, consegna, venditore, piuttosto che le
caratteristiche del prodotto)
3)
Procedure di ricerca
Definizione delle procedure per
l’individuazione delle offerte esistenti sul
mercato e elaborazione dei criteri di selezione
1)
valutazione delle necessità
dell’azienza in rapporto alle disponibilità
2)
individuazioni delle possibili alternative
di mercato
4)
Procedure di scelta
Il processo di scelta viene
guidato da regole e criteri specifici di valutazione, spesso sono
utilizzati degli schemi di
valutazione e indici di valore
Marketing Stefano Rizza 31
Corso di Marketing anno 2003 Prof. Marco Castellet Sunto Marketing J Paul Peter James H Donnelly di Stefano Rizza
Cap. 5 Segmentazione del mercato Processo di segmentazione del mercato
♦
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♦
Delineare la situazione dell’azienda Analisi situazione ambientale di riferimento
Determinare i bisogni e i desideri del consumatore Utilizzo di atteggiamenti e preferenze dei consumatori per la segmentazione
Dividere il mercato in base a dimensioni significative Suddivisione dei clienti in “cluster” omogenei
Segmentazione a priori (suddivisione in base all’utilizzo “non user” “light user” “heavy user”) Segmentazione e a posteriori (suddivisione in base ai risultati delle ricerche) Caratteristiche significative sulle quali basare la segmentazione(variabili da prendere in considerazione) Basi per la segmentazione
Segmentazione in base ai benefici (identificazione bisogni consumatore) Segmentazione psicografica (identificazione dello stile di vita modello a “posteriori” con individuazione opinioni e interessi es. eurisko)
Sviluppare il posizionamento del prodotto Esaminare la propria offerta in relazione alla concorrenza (conseguenze sulle scelte
dei canali di distribuzione e promozione) Decidere la strategia di segmentazione
Non entrare nel mercato Non effettuare segmentazioni ma rivolgersi al mercato nel complesso Entrare in un segmento di mercato Rivolgersi a più segmenti di mercato (progettare un marketing mix con criteri di “misurabilità” “significatività” “raggiungibilità”
Progettare la strategia del marketing-mix Nella selezione del mercato targhet molte decisioni del marketing-mix sono già
considerate
Marketing Stefano Rizza 32
Cap. 5 Segmentazione del mercato
lo studio del comportamento d’acquisto dei consumatori e delle organizzazioni
viene effettuato soprattutto per fornire le basi per un efficace segmentazione del mercato
la logica della segmentazione si basa sul principio che un singolo prodotto raramente riesce soddisfare bisogni desideri di tutti tipi di consumatori
la segmentazione di mercato consiste nell’insieme di attività che determinano la
suddivisione del mercato in gruppi di consumatori simili e nella successiva selezione del gruppo o dei gruppi da servire
(segmenti targhet)
Processo di segmentazione del mercato
6) Progettare la strategia del Marketing Mix
5) Decidere la strategia di segmentazione
4) Sviluppare il posizionamento del prodotto
3) Dividere il mercato in base a
dimensioni significative
2) Determinare i bisogni e i desideri del consumatore
1) Delineare la situazione attuale dell’azienda
Marketing Stefano Rizza 33
Cap. 5 Segmentazione del mercato
1)
Delineare la situazione attuale dell’azienda
L’azienda deve effettuare una completa analisi della “situazione ambientale” di riferimento prima di varare un nuovo “piano strategico di marketing”
Un’analisi del genere è utile per la corretta determinazione degli obiettivi,
delle opportunità e dei vincoli da considerare nella selezione dei mercati targhet e nello sviluppo del più opportuno “marketing mix”
Inoltre il responsabile di prodotto (product o brand manager) dovrebbe avere una precisa
conoscenza delle risorse finanziarie disponibili per lo sviluppo del piano marketing
2) Determinare i bisogni e i desideri del consumatore
Una buona strategia di marketing dipende dalla corretta individuazione e
soddisfazione dei bisogni e desideri del consumatore
i desideri e i bisogni del consumatore sono tradotti in concetti operativi
gli atteggiamenti, le preferenze dei benefici ricercati dal consumatore in un prodotto (identificati dalla ricerca di marketing)
vengono utilizzati per la segmentazione del mercato
3) Dividere il mercato in base alle sue dimensioni significative
Questa fase è identificata con l’intero processo di segmentazione del mercato
I consumatori vengono raggruppati in segmenti
“cluster” omogenei al loro interno ma diversi fra loro
vi sono tre importanti domande da considerare questo punto
a) la segmentazione dovrebbe essere effettuata a “priori” o “posteriori” ?
b) come scegliere le caratteristiche più significative per la segmentazione ?
c) quali sono le basi della segmentazione dei consumatori finali e delle
organizzazioni ?
Marketing Stefano Rizza 34
Cap. 5 Segmentazione del mercato
a)
segmentazione a priori e a posteriori
Segmentazione a priori
Il direttore marketing sceglie il criterio a suo parere più adeguato per la segmentazione,
prima di svolgere la ricerca di mercato sul campo
es. suddividere il mercato in base all’utilizzo: nullo (non user), blando (light user) o intenso
(heavy user) di un determinato prodotto
in questo caso la ricerca sul campo sarà condotta per determinare dimensioni
e profilo di ciascuno dei tre gruppi
segmentazione a posteriori
consiste nel raggruppare la popolazione in
segmenti sulla base dei risultati delle ricerche.
vengono intervistate le persone sugli atteggiamenti nell’uso di un prodotto, per poi essere raggruppate in base alle
loro risposte, a questo punto verrà determinata la dimensione e il profilo di
ogni gruppo
la scelta di un approccio piuttosto che l’altro dipende dal grado di conoscenza del mercato,
di una particolare categoria di prodotti da parte dell’azienda (es. la segmentazione a priori può essere adottata nel caso di esperienze precedenti che hanno
identificato con successo caratteristiche del mercato, mentre nel caso di prodotti assolutamente nuovi un approccio a posteriori
può essere utile per determinare le caratteristiche del mercato
b)
caratteristiche significative sulle quali basare la segmentazione
non esiste una soluzione immediata per determinare quali siano le caratteristiche più significative sulle quali basare la segmentazione
tuttavia alcune caratteristiche iniziali possono essere identificate da ricerche precedenti es. segmentazione veicoli fuoristrada : sesso (maschile) età (18-35)
stile di vita (vita all’aperto) reddito (tra i 40/70 mil.) tutte queste variabili dovrebbero essere prese in considerazione nelle successive ricerche per la segmentazione
c)
Basi per la segmentazione
Alcuni esempi delle variabili di base per la segmentazione del mercato sono:
Mercato dei consumatori Organizzazioni
Geografici
Area Comune Provincia
Popolazione clima
Demeografici
Età
Sesso Gruppo familiare
Cliclo vita familiare Reddito
Occupazione Istruzione Religione
Razza Nazionalità
Psicografici
Classe sociale Stile di vita Personalità
Cognitivi e
comportamentali
Attegiamento Benefici ricercati
Disposizione all’acquisto
Rischio percepito Innovatività
Coinvolgimento Stato di fedeltà Grado di utilizzo
Status di utilizzatore
Fedeltà al fornitore
Dimensione aziendale
Valore dell’ordine Grado di utilizzo
Utilizzo del prodotto Tipo di
organizzazione Ubicazione Status di
acquirente Impotanza attribuita a
Marketing Stefano Rizza 35
Cap. 5 Segmentazione del mercato
c)
Basi per la segmentazione
I due tipi di segmentazione utilizzati più frequentemente sono:
Segmentazione in base ai benefici
È un approccio alla segmentazione orientato al mercato, consiste nel tentativo di identificare i bisogni e i desideri dei consumatori al fine di
soddisfarli con la fornitura di beni o servizi che offrano i benefici desiderati
La tabella di seguito riporta un esempio di segmentazione del mercato dei dentifrici
realizzata dalla Russel Haley, che ha individuato quattro segmenti di mercato
Tale individuazione risulta molto utile per
decidere il contenuto dei messaggipubblicitari, tipo di confezione e concezione del prodotto
stesso :
Segmentazione psicografica
Questo tipo di segmentazione è focalizzata
sulle caratteristiche personali del consumatore.
Questo approccio (orientato allo stile di vita)
segue un modello di segmentazione a “posteriori”.
Durante le indagini vengono indagate le
attività, gli interessi e le opinioni dei consumatori, al fine di fare una classificazione standard degli
“stili di vita”.
Eurisko annualmente compie questo tipo di ricerca dividendo la popolazione in base ai valori e stili di vita, cercando di fotografare
i cambiamenti che intervengono nella società.
L’idea di base consiste nell’ipotesi che stili
di vita simili abbiano consumi simili
Marketing Stefano Rizza 36
Cap. 5 Segmentazione del mercato
segmentazione del mercato dei dentifrici
realizzata dalla Russel Haley :
Ricerca Eurisko segmentazione in base ai
valori e stili di vita 1997
Sensibili
Socievoli
Apprensivi
Indipendenti
Gruppi individuati da Eurisko
Principale beneficio ricercato
Sapore e apparenza
del prodotto
Denti bianchi
Prevenzione delle carie
prezzo Giovanili
Fascia
demogafica
Bambini Adolescenti,
giovani Famiglie
numerose Uomini
Liceali 8,3%
Classe media, spensierato, poche
responsabiltà, appartenebza al gruppo, scuola amici, attività sportive
Comportamento sociale
Utilizzatori di
dentifricio alla menta
Fumatori Frequenti utilizzatori
Frequenti utilizzatori
Delfini 3,5%
Denaro, cultura, curiosità, avventura, voglia di
capire e di divertirsi
Marche favorite
Colgate Paste del
capitano Az Marche
economiche
Stile di vita Edonistico Attivo Conservatore Orientato al valore
Spettatori 7,0%
Maschile, piccoli centri, lavoro, abitudini
semplici, stare tra amici, tifare una squadra di calcio, scarsi strumenti culturali, facili prede
dei miti consumistici
Stili superiori
Arrivati 8,5%
Lavorano molto, viaggiano, leggono,
partecipano
Impegnati 3,7%
Cultura sopra il denaro il il successo
(che non manca), il comportamento dipende dall’impegno culturale, religioso o politico
Stili centrali maschili
Organizzatori 4,9%
Realizzazione lavorativa, economica e status sociale, capacità organizzative, tendono a sacrificare la socializzazione e i consumi
culturali
Esecutori 5,0%
Concentrano tutto il temppo nel Lavoro
(faticoso con reddito non soddisfacente) e Famiglia, credono nell’impegno sociale
Stili centrali femminili
Colleghe 6,4%
Doppio ruolo :professionale e massaia, difficile
conciliazione tra svaghi e impegno
Commesse 5,0%
Lavoro non qualificato, interesse solo al
reddito, divertirsi , uscire la sera
Raffinate 3,3%
Casilinghe bene, buona condizione economica,
cultura non molto elevata, leggono si interessano di politica, vita sociale brillante,
discreti interessi culturali
Massaie 5,6%
Responsabilità della gestione domestica, fuori
della famiglia non ha interessi
Stili marginali
Avventati 1,5%
Ricerca della qualificazione sociale attraverso i
consumi, che superano i mezzi finanziari a disposizione, ricerca di raccomandazioni e
appoggi dai potenti
Accorti 15,9%
Regolarità e parsimonia, tipico uomini anziani
e pensionati, attività sociali ridotte per problemi logistici, discreto interesse alla
politica
Appartate 19,6%
Stile di vita drammaticamente limitato dalle
risorse, prevalenza donne anziane, socializzazione e interessi culturali inesistenti, contatti con il mondo esterno da televisione,
riti religiosi, incontri occasionali con conoscenti
Marketing Stefano Rizza 37
Cap.5 La segmentazione del mercato
4)
Sviluppare il posizionamento del prodotto
Dopo aver definito i segmenti di mercato, si passa al “posizionamento” del prodotto
in maniera distinta e in contrapposizione ai prodotti della concorrenza
esempi di posizionamento:
Dash : posizionamento nell’immaginario delle consumatrici,
come prodotto che “lava più bianco”
Barilla : dedicata alla famiglia attenta agli affetti e a tutto ciò che richiama la casa
“dove c’è Barilla c’è casa”
Benetton: abbigliamento globale capace di unire i giovani di tutto il mondo
“united colors”
nel determinare un posizionamento del prodotto l’azienda deve esaminare la propria offerta in relazione a quella della concorrenza secondo il punto di vista del consumatore
per lo studio del posizionamento sono disponibili numerosi strumenti di analisi,
è importante comunque sottolineare che, anche se esistono dei segmenti di mercato apparentemente abbordabili,
è meglio trascurarli nel caso in cui la concorrenza ha già un posizionamento dominante nella mente dei consumatori
Marketing Stefano Rizza 38
Cap.5 La segmentazione del mercato
5)
Decidere la strategia di segmentazione
Possono presentarsi quattro alternative:
Non entrare nel
mercato
Le analisi possono mostrare che non vi è una nicchia di mercato attraente
per il prodotto offerto
Non effettuare
segmentazioni ma rivolgersi al mercato
nel suo compesso
Questa scelta viene fatta nel caso in cui:
1. il mercato è molto
piccolo 2. i grandi utilizzatori
costituiscono l’unico mercato interessante
3. la propria marca è
dominante nel mercato e non si hanno benefici a rivolgersi ad uno specifico segmento
Entrare in
uno specifico
segmento di mercato
Rivolgersi a più segmenti
di mercato
Progettare un diverso marketing mix
(strutturare una diversa offerta)
per ogni segmento, rispettando i seguenti criteri:
1. Misurabilità : stabilire
dimensioni e caratteristiche del segmento a cui rivolgersi
2. Significatività:un
segmento è significativo quando è in grado di offrire un buon potenziale di vendita
3. Raggiungibilità :quando il
segmento può esse raggiunto e servito in maniera efficace dall’azienda
Occorre definire il marketing-mix in modo da soddisfare i desideri specifici dei consumatori identificati con la segmentazione
6)
Progettare la strategia del Marketing Mix
A questo punto l’azienda può redigere il piano di Marketing, disegnando il Marketing-mix o i diversi Marketing-mix per i vari segmenti
In realtà la selezione del mercato targhet e il marketing-mix vanno di pari passo, pertanto
molte decisioni inerenti al marketing-mix sono già state considerate dal management
Il “posizionamento” del prodotto avrà molte conseguenze sulle decisioni reletive alla promozione e ai canali di distribuzione
Marketing Stefano Rizza 39
Corso di Marketing anno 2003 Prof. Marco Castellet Sunto Marketing J Paul Peter James H Donnelly di Stefano Rizza
Cap. 6 Strategie di prodotto
Aree di interesse per le strategie di prodotto
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Definizione di prodotto
Entità fisica (aspetto fisico) Grappolo di servizi (accessori abbinati al prodotto) Termini generici (benefici essenziali di base del prodotto)
Classificazione di prodotto, criteri di utilizzo finale o grado di trasformazione Prodotti agricoli e materie prime (venduti in grande quantità e basso valore unitario) Beni strumentali (utilizzati nel processo produttivo “materie prime” “attrezzature” “componenti” “beni”) Beni di consumo (“largo consumo” “beni durevoli” “prodotti specialistici”)
Qualità e valore del prodotto Programma di gestione totale della qualità (TCQ) (eliminazione dei difetti in partenza, maggiore qualità a minor costo) ISO 9000 (norme per la valutazione del sistema di qualità) Concetto di valore (soddisfazione del prodotto in relazione al prezzo)
Mix di prodotti Ampiezza (numero di linee di prodotto “portafoglio prodotti” Profondità (numero prodotti di una linea) Consistenza (somiglianza fra le varie linee) Sviluppo di un piano per una linea di prodotto
Marca Fattori che rafforzano la marca (qualità-campagna pubblicitaria- distribuzione capillare- personalità) Strategie basate sul marchio (estensione della linea- estensione della marca- marca ombrello- doppia marca) Strategie basate su marche multiple (attribuzione marche diverse a prodotti correlati) Valore capitale della marca Marca propria
Confezione Ciclo di vita del prodotto
Introduzione ,Crescita,Maturità,Declino Audit di prodotto
Eliminazione del prodotto Andamento vendite- contributo ai profitti- ciclo di vita- migrazione della clientela
Miglioramento del prodotto variazione attributi- variazione dimensione marketing-mix (prezzo , promozione, canali)
Benchmarking (valutazione dei propri prodotti rispetto alla concorrenza Organizzare la gestione del prodotto
Organizzazione per categoria Organizzazione per prodotto e per marca Comitato pianificazione di prodotto Gestione del nuovo prodotto Gruppo di lancio
Marketing Stefano Rizza 40
Cap.6 Strategie di prodotto
Le strategie di prodotto sono di fondamentale importanza,
nell’ambito delle strategie aziendali e in particolare nelle strategie marketing
un marketing di successo dipende dalla piena comprensione da parte del management, della natura dei prodotti in portafoglio
le aree d’interesse rilevanti per le strategie e la gestione di prodotto sono:
1) definizione di prodotto
2)
classificazione di prodotto
3)
qualità e valore
del prodotto
4)
Mix di prodotti
5)
marca
6)
confezione
1)
definizione di prodotto
il modo in cui viene definito un prodotto ha notevoli conseguenze sulla sopravvivenza, redditività e crescita a lungo periodo dell’azienda
lo stesso prodotto può essere visto in tre modi diversi
Entità fisica
Aspetto fisico, materiale o servizio base offerto al cliente
Grappolo di servizi
Ottica più estesa di servizi
accessori abbinati al prodotto
Termini generici
Considerare i benefici
essenziali di base, che l’acquirente si aspetta
dall’utilizzo di quel bene o servizio
Dal punto di vista marketing definire un prodotto in termini esclusivamente materiali è un grave errore considerato “miopia di marketing”, dato che si tralasciano tutti gli altri aspetti
(es. prodotti della pulizia per il corpo che oltre a produrre effetti tangibili, generano sensazione
di automiglioramento con maggior sicurezza in se stessi)
(es. dentifricio con una flessibilità di definizione di prodotto da “prodotto per l’igene orale” a “cosmetico”)
In linea con la filosofia del marketing concept un prodotto può essere definito dalla soddisfazione
“fisica”
“psicologica” “sociale”
che si ricava dal possesso e dal consumo di un determinato prodotto
Marketing Stefano Rizza 41
Cap.6 Strategie di prodotto
2)
classificazione di prodotto
i prodotti vengono classificati secondo due criteri fondamentali:
1. utilizzo finale o mercato 2. grado di elaborazione o trasformazione
Prodotti agricoli e materie prime
vengono estratti dal terreno o dal mare, venduti in grande
quantità, ad un basso valore per unità di
prodotto
Beni strumentali
Vengono acquistati per essere
utilizzati nel processo produttivo, o per lo svolgimento di un’attività
commerciale:
1. materie prime e semilavorati 2. attrezzature e strumenti di lavoro 3. componenti che diventano parte
del lavoro finito 4. beni utilizzati per lo svolgimento
dell’attività
Beni di consumo
1. beni a largo consumo
come il cibo, che vengono acquistati con il minimo sforzo
2. beni durevoli, es. elettrodomestici, con acquisti non immediati che richedono tempo e valutazioni delle varie offerte
3. prodotti specialistici, ossia quei prodotti che il consumatore ritiene unici, che richiedono uno speciale sforzo nell’acquisto
Le abitudini di acquisto e le caratteristiche di mercato degli acquisti effettuati dalle organizzazioni sono diverse da quelle dei consumatori:
Acquisti organizzazioni
L’acquisto è finalizzato ad un profitto serve a raggiungere uno scopo si parla di “domanda derivata”
Gli acquisti solitamente avvengono direttamente alla fonte, con acquisti multipli
che necessatano trattative
Il mercato dei prodotti destinato alle organizzazioni (business to business) il più
delle volte è concetrato geograficamente, per alcuni prodotti si parla di
mercato “verticale”
perché è “ristetto” (i clienti sono limitati) e
“profondo” (una larga parte di aziende di quel settore usa il prodotto)
mercato “orizzontale”
prodotti acquistati da aziende di diversi settori, di solito le aziende sono informate
sulle varie alternative d’acquisto (es. prodotti per ufficio)
Acquisto dei consumatori
Molti studiosi di marketing ritengono
inadeguata la classificazione dei beni a largo consumo, durevoli e specialistici, ed hanno tentato di migliorarla senza grandi successi
La classificazione serve soltanto per aiutare il marketing manager a sviluppare un opportuno
marketing mix. Es:
beni a largo consumo
richiedono promozioni pubblicitarie radio televisive e un canale di distribuzione lungo
beni durevoli
promozioni più mirate e canali di distribuzioni più brevi
Marketing Stefano Rizza 42
Cap.6 Strategie di prodotto
3)
qualità e valore del prodotto
la qualità riguarda il grado di eccellenza o superiorità posseduta da un prodotto, può riguardare caratteristiche materiali e immateriali,
dal punto di vista tecnico la qualità può riguardare caratteristiche sia fisiche che intangibili come :
prestazioni, affidabilità, durevolezza, estetica, utilità e conformita alle specifiche
Progamma di gestione totale della qualità TCQ (Total Quality Management)
Impegno dell’organizzazione a soddisfare il consumatore con la fornitura di beni o serizi di
estrema qualità, migliorando ogni tipo di attività per eliminare i difetti in partenza, con il risultato di una maggiore qualità ad un costo inferiore
ISO9000
Approccio normativo standard per la valutazione del sistema di qualità del fornitore,
adottato da più di 70 paesi
Concetto di valore
Il valore comprende non solo la qualità ma anche il prezzo La percezione del valore è data dalla capacità del prodotto di soddisfare le apettative del
consumatore in relazione al prezzo
Marketing Stefano Rizza 43
Cap.6 Strategie di prodotto
4)
Mix di prodotti
È costituito dalla varietà di prodotti messi in vendita dall’azienda. È definito tra tre dimensioni primarie:
Ampiezza
Numero di linee di prdotto gestite dall’azienda, maggiori sono le linee e maggiore è il
“portafoglio prodotti”
Profondità
Numero medio di prodotti che
costituisce ogni linea
Consistenza
Somiglianza fra le varie linee
di prodotto
Linea di prodotti (product line)
Gruppo di prodotti strettamente collegati, soddisfano una stessa classe di bisogni,
sono usati insieme, venduti allo stesso gruppo di consumatori, commercializzati presso i stessi punti vendita,
oppure perché rientrano in una stessa fascia di prezzo
Sviluppo di un piano per una linea di prodotto
Nell’elaborazione di un piano per una linea di prodotto, occorrono precise informazioni sulle prestazioni correnti e future dei prodotti, che devono comprendere :
1. Giudizio dei consumatori sui prodotti rispetto alla concorrenza 2. Informazioni sulle prestazioni del prodotto, in base ai dati di vendita,
profitti e quota di mercato
Un problema fondamentale è decidere quante varianti di prodotto dovrebbero essere incluse in una linea.
Anche se la massimizzazione dei profitti si ha con la vendita di una sola varietà di prodotto, molte aziennde tendono a variare i prodotti all’interno della propria linea,
questo avviene per tre motivi
Consumatori che
attribuiscono valori diversi
alle caratteristiche del prodotto
Consumatori che preferiscono la
varietà
La concorrenza impone l’utilizzo
di linee multiple, nel tentativo di acquisire quote, le aziende
segmentano il mercato ulteriormente creando prodotti specifici per rispondere alle
aspettative dei consumatori
In ogni caso le imprese che aumentano la varietà dei prodotti devono far attenzione:
1. se il profitto totale tende a diminuire 2. se l’introduzione di nuove varietà possono avere ripercussioni negative in
termini di valore dei prodotti esistenti
Marketing Stefano Rizza 44
Cap.6 Strategie di prodotto
5)
marca
Alcune imprese nella definizione della propria stategia pongono come priorità assoluta la creazione, sviluppo e affermazione della propri marca.
Altre utilizzano strategie basate sulla differenziazione della marca rispetto alla concorrenza,
allo scopo di rtafforzare il proprio prodotto
I fattori che rafforzano l’immagine di una marca sono:
Qualità del prodotto
Quando il prodotto
risulta efficace rispetto alla
funzione d’uso
Coerente campagna
pubblicitaria
Comunicazioni marketing che ribadiscono il messaggio
Distibuzione
capillare
In modo che il consumatore possano
vedere la marca ovunque
Personalità
Quando la marca
rappresenta qualcosa di ben definito
Strategie basate sul marchio
Molte società utilizzano il marchio di fabbrica (trade mark) per sviluppare strategie sul prodotto o sul mercato:
Estensione della linea
(line extention)
utilizzare la marca per facilitate l’ingresso in un nuovo segmento di
mercato
(es. Diet Coke)
Estensione della
marca (brand extension)
la marca esistente viene utilizzata per
commercializzare una classe di prodotti
diversa (es. profumo Armani)
Marca ombrello (family branding)
utilizzo della marca per entrare in un
nuovo segmento di mercato e nuova classe di prodotto
(es. Mulino bianco
Barilla)
Doppia marca (dual branding)
detta marca congiunta,l
a seconda marca rafforza l’indicazione
di qualità
(es. Alitalia ed Hertz)
Sterategie basate su marche multiple
Le aziende possono anche attribuire delle marche diverse a prodotti correlati (es.birra Peroni, Bud, Wuhrer di proprietà della Peroni)i principali vantaggi sono:
Distinzione del prodotto
Il consumatore
distingue il prodotto dagli altri
commercializzati dall’azienda
Prodotto non
associato ad altri prodotti
L’immagine del
prodotto non viene associata a quella degli altri prodotti commercializzati
dall’azienda
Soddisfazione di
uno specifico segmento
La marca di uno
specifico prodotto può essere destinata alla soddisfazione di uno specifico segmento di
mercato
Fallimento di una
marca non influenza le altre
Nel caso di fallimento
di vendita del prodotto di una marca, vengono minimizzare le
influenze negative sulla vendita degli
altri prodotti appartenenti ad altre
marche della stessa azienda
Marketing Stefano Rizza 45
Cap.6 Strategie di prodotto
Valore capitale della marca
(brand equity)
E’ l’insieme dei valori attribuiti dal cliente alla marca, che aggiungono valore ai prodotti cui sono applicati.
E’ il consumatore che determina il valore capitale della marca,
in termini di valutazione finale sul prodotto
Marca propria (private label)
molte imprese commerciali al dettaglio, producono e/o commercializzano prodotti sotto la
cosiddetta “marca propria” (es. GS o SMA) per competere con le marche industriali
i produttori forniscono al trade dei prodotti che verranno rimarcarti con il proprio “brand” il produttore in un certo senso “produce i suoi concorrenti”
le “private label” si differiscono dalle “white label” (prodotti generici)
con nomi come “birra”, “sigarette ” ecc.
i prodotti generici sono posizionati come beni ai quali fare ricorso in tempi di recessione, mentre i prodotti di marca commerciale sono posizionati come prodotti di alta qualità,
equivalenti a quelli di marca industriale ma ad un prezzo sensibilmente più basso Il consolidamento dei supermercati e la crescita dei grandi centri commerciali hanno portato il trade, non solo a svolgere un ruolo di intermediazione, ma ad intensificare l’attività marketing,
allo scopo di rafforzare le “marche commerciali” (private label) generando una competizione e conflittualità crescente tra industria distribuzione
Alcune imprese industriali hanno praticato significative riduzioni di prezzo
(es. la Barilla che per giustificare l’abbattimento dei prezzi, ha abbandonato i progetti promozionali come le raccolte punti)
il beneficiario di questa continua lotta fra marchi privati e industriali è il consumatore che ha la
possibilità di scegliere fra un’ampia gamma di prodotti ottenendo valore e varietà
6) confezione
utilizzare una confezione originale può essere un buon metodo per
differenziare un prodottolo dagli altri
una confezione dotata di uno specifico attributo può migliorare la funzionalità del prodotto e costituire un vantaggio competitivo
(es. prodotti per l’igiene del vate con beccuccio d’anatra, scatole di biscotti con chiusura salva freschezza ecc)
nell’assumere decisioni relative alla confezione il responsabile marketing deve considerare le
esigenze d’uso del consumatore e i costi legati alla confezione
si deve dunque determinare la soluzione ottimale per quanto riguarda la protezione, comodità d’utilizzo, posizionamento ed efficacia promozionale della confezione,
tenendo conto dei vincoli rappresentati dai costi di ogni modifica del packaging
Marketing Stefano Rizza 46
Cap.6 Strategie di prodotto
Ciclo di vita del prodotto
Ogni prodotto in genere possiede un proprio ciclo di vita, la forma e durata effettiva
del ciclo variano seconda del settore e del tipo di prodotto
distinguiamo dei momenti tipici che caratterizzano la vita commerciale di ogni prodotto dall’introduzione all’uscita di mercato
Introduzione
Caratterizzata da alti costi di
produzione e di marketing, con profitti molto bassi, nulli o addirittura negativi
Crescita
Fase in cui
consumatori cominciano a
provare e adottare il prodotto
Maturità
Fase in cui profitti non mantengono più passo con le vendite a causa
della concorrenza. A questo punto si può
essere costretti ad operare una riduzione di
prezzo, a operare migliorie della qualità
del prodotto, ad intensificare la
pubblicità o fare delle promozioni delle vendite allo scopo di mantenere una quota di mercato
Declino
quando le vendite cominciano a declinare il venditore dovrà
decidere se: 1. smettere di
commercializzare prodotto 2. modificarlo con attributi
che alzino il valore 3. cercare nuovi utilizzi del
prodotto 4. cercare nuovi mercati 5. continuare con maggiore
quantità dello stesso prodotto
Il concetto di ciclo di vita del prodotto può aiutare nelle attività di previsione degli scenari
competitivi, nella determinazione dei prezzi, nello strutturale l’attività promozionale, o addirittura pianificare la produzione
L’ audit di prodotto
L’audit di prodotto è una tecnica attraverso la quale l’offerta corrente dei prodotti viene riesaminata, al fine di accertare se ogni prodotto debba continuare ad essere offerto alle
condizioni attuali o se debba essere migliorato, modificato o eliminato
eliminazione del prodotto
uno dei principali scopi dell’attività di audit consiste nell’individuazione di prodotti deboli ed eliminarli
l’eliminazione di un prodottolo è una decisione sempre molto difficile a
causa del suo impatto sia sulla clientela che sull’azienda.
Gli elementi che incidono sulla decisione riguardante l’eliminazione di un prodotto sono:
Andamento delle
vendite
Analisi delle variazioni vendite e quote di mercato
nel corso del tempo e motivazioni
Contributo ai profitti
Analisi della
contribuzione di profitto, analisi dei costi di vendita, promozione
e distribuzione in relazione alle vendite
Ciclo di vita del
prodotto
analisi del raggiungimento
della maturità del prodotto,
saturazione di mercato, nuove
tecnologie
Modelli di migrazione
della clientela
Analisi in caso di eliminazione del
prodotto te la capacità dl’azienda dirottare la propria clientela su un
altro prodotto
Marketing Stefano Rizza 47
Cap.6 Strategie di prodotto
L’ audit di prodotto
Miglioramento del prodotto
Un altro obiettivo di audit è quello di verificare se sia necessario modificare un prodotto
Modificare un prodotto significa cambiarne:
Attributi
attributi del prodotto sono le sue
caratteristiche costitutive come il design,che la confezione ecc.
Dimensioni (marketing-mix)
Le dimensioni si riferiscono ad elementi come
il prezzo, la strategia di promozione e i canali di distribuzione
La decisione di modificare un prodotto spetta all’alta dirigenza, ma le informazioni necessarie provengono da diverse fonti: consumatori, distributori agenzie pubblicitarie o di consulenza
Il miglioramento di un prodotto spesso comporta uno sforzo coordinato tra:
specialisti di progettazione, uffici di produzione, contabilità e marketing
Benchmarking
consiste in un processo di valutazione dei propri prodotti in rapporto alla concorrenza considerata leader nel proprio settore di riferimento
consiste nel trarre un insegnamento dai metodi adottati per lo svolgimento delle attività
delle migliori imprese (es. IBM ha realizzato più di 500 studi di benchmarking)
questo tipo di esame può essere d’aiuto per le attività di miglioramento di prodotto:
1. miglioramento qualitativo del prodotto
2. sviluppo dei prodotti più comodi da usare per il consumatore
3. miglioramento del sistema logistico
4. riduzione dei tempi di consegna
si possono riportare dei buoni successi copiando o adattando alla propria realtà ai metodi degli altri
Marketing Stefano Rizza
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Cap.6 Strategie di prodotto
Organizzare la gestione del prodotto
Un’azienda può organizzare la gestione dei propri prodotti in in molti modi differenti, dipende
dal grado di diversificazione dell’offerta, dai prodotti nuovi introdotti ogni anno, dal livello di innovazione, dalle risorse disponibili e dalle competenze della dirigenza
Organizzazione per categoria di prodotto
(category management)
Vi è un solo responsabile per l’intera linea di prodotti, fanno
capo a lui il settore vendite,
pubblicità, promozione e
pianificazione del prodotto.
Questo sistema
funziona per imprese che
gestiscono una linea
(o più linee) di prodotti simili
il vantaggio consiste
nell’evitare la competizione interna fra le marche della
stessa azienda
(es. Pepsi-Co, Barilla, Kodak, Levi-Strauss)
Organizzazione
per la gestione di prodotto o di
marca (product o brand
manager)
Vi è un direttore intermedio nella
struttura preposto alla gestione di un prodotto o di un
gruppo di prodotti.
Questo dirigente è responsabile di tutto: ricerca marketing,
confezione e pubblicità
Gli inconvenienti di
questo sistema consistono in
un’autorità del manager non
proporzionata alla responsabilità,
inoltre spesso si dedica troppa
attenzione a nuovi prodotti a discapito di quelli esistenti
infine i responsabili di prodotto sono più
interessati alla redditività della propria marca
rispetto alla intera linea di prodotti
offerti dell’azienda
(es. Black &Deker)
Comitato di
pianificazione del prodotto
(Product planning
committee)
E’ costituito da
dirigenti di varie aree funzionali:
marketing, produzione,
progettazione, finanza e ricerca
e sviluppo
Questo comitato si occupa
dell’approvazione, valutazione e sviluppo del
nuovo prodotto.
Dopo aver lanciato sul mercato il prodotto il
comitato viene sciolto lasciando la responsabilità
al “product manager”
(es. lancio della
Fiat Punto)
Sistema di
gestione del nuovo prodotto
(new-product manager system)
Questo sistema utilizza manager
diversi per prodotti esistenti e prodotti nuovi.
Dopo il lancio di
un nuovo prodotto il
responsabile “new product
manager” lascia la sua gestione ordinaria nelle
mani di un “product manager”
Questo sistema può risultare
costoso e creare discontinuità dopo che il
nuovo prodotto è stato lanciato
(es. Kraft,
General Eletric, Jonson &Jonson)
Gruppo di
lancio (venure team)
E’ costituito da un piccolo dipartimento indipendente
di vari specialisti che
gestiscono l’intero
processo di sviluppo
viene sciolto
dopo l’introduzione del prodotto
questo
sistema può risultare costoso
(es. Xerox,
Polaroid, 3M)