Villaggio Falcone piange la perdita di Gino
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PRENESTINO - COLLATINO NUMERO 11 ANNO V 9
Dalla Basilica di S. Giovanni a quella
di S. Maria Maggiore, dal Campido-
glio alla sede dell'Ulivo, per finire con
il Colosseo. Difficile trovare un lembo della
capitale che non sia stato occupato simbo-
licamente da Gino Chiapparelli. Nato a Ro-
ma nel '59, è cresciuto nel
quartiere popolare del Pi-
gneto. Padre comunista, non-
na pertiniana, cresce negli
anni del boom dell'eroina.
Ed anche lui ci casca, non
ne ha mai fatto mistero. Ci
cade e si rialza, grazie ad
un percorso di recupero pres-
so il C.e.i.s. Nell'89 esce dalla comunità e,
colpito da uno sfratto, si interessa subito al-
le lotte sociali e per la casa. Da allora non
smetterà mai più. Fonda il comitato di lotta
per la casa, che poi diventerà Comitato Obiet-
tivo Casa (Coc), e parte con le prime occu-
pazioni, le prime dure proteste. Quando ha
la sua casa, a Villaggio Falcone, fonda il CdQ
e fa ottenere al quartiere tanti servizi: au-
tobus, luce, farmacia, scuola media, mer-
cato rionale. E continua a lottare e a occu-
pare, anche per le case e le vite degli altri.
Noi vogliamo ricordarlo con alcuni dei suoi
compagni di tante battaglie. Come Angela
Gregori, che ha collaborato con lui per più
di 12 anni. "Per me Gino era tutto, ha spe-
so la sua vita per i diritti dei più deboli. Un
uomo meraviglioso, onesto, non ha mai fat-
to nulla a scopo di lucro. Come lui ne nasco-
no uno ogni 100 anni". E via con i ricordi:
dall'occupazione della Basilica di S. Maria
Maggiore per far valere i diritti dei senza ca-
sa, a "quella volta che Veltroni gli diede ap-
puntamento e Gino lo fece aspettare mez-
z'ora". Nonostante non le mandasse certo a
dire, "Gino era molto stimato dai politici, di
destra e di sinistra", dice Angela. "Ricordo
quando si incatenò per far mettere le luci
sulla Prenestina".
Daniela Blondelli ha conosciuto Gino cir-
ca 8 anni fa, quando fu sfrattata ed entrò in
occupazione. Poi è arrivata anche lei a Pon-
te di Nona e la collaborazione è continuata
nel CdQ. "Con lui ogni giorno era un episo-
dio: ricordo quando occupammo la Basilica
di San Giovanni per dire basta agli sfratti,
quando occupammo il Municipio, il Campi-
doglio. Lui era contro le occupazioni delle
case, ma quando vedeva famiglie e bambi-
ni per strada non riusciva a resistere".
E poi i tanti disagiati aiutati, facendo-
li lavorare nella sua cooperativa per la
manutenzione del verde. E i risultati
per il quartiere appena nato: "Qui ha
fatto arrivare la scuola, la farmacia, il
supermercato, le luci sulla Prenesti-
na".
Amr Hassan, presidente del Comi-
tato Case Popolari Colle degli Abeti, inve-
ce, se oggi ha una casa è anche grazie a Gi-
no. "Lo conobbi una decina d'anni fa, quan-
do mi ritrovai senza casa, senza niente. Lo
conoscemmo alla vecchia occupazione Mu-
raccio dell'Archetto: eravamo 40 famiglie in
una palestra. Lui era un uomo corretto e lea-
le, e non voleva fare il capopopolo. Era uno
che ti spiegava le cose, ti voleva portare con
lui in quel percorso. Infatti ha continuato a
lottare nonostante una casa l'avesse avu-
ta". A Colle degli Abeti, spiega Amr, una ven-
tina di famiglie hanno avuto casa grazie a
Gino. "Fu lui a dirmi di iniziare a lottare in
prima persona e di fondare il comitato a Col-
le degli Abeti. Mi disse che le case popolari
ne avrebbero avuto bisogno". Amr ricorda
poi l'occupazione sui generis alla De Chiri-
co: "Avevamo il nostro contatore e pagava-
mo, non ci allacciavamo abusivamente". Gi-
no sembrava avere una marcia in più, per-
ché "a far la lotta sono bravi tutti, ma con
lui si raggiungevano gli obiettivi". Andò an-
che da Lorenzotti per sollecitarlo sui proble-
mi del quartiere. Lo apostrofò così: "Ciao
fantasma". E Lorenzotti chiamò subito i vi-
gili per identificarlo, nonostante lo conosces-
se fin troppo bene. Amr ci racconta l'ultima
telefonata con Gino. "Io lo chiamai 'grande
capo' e lui mi rispose 'non chiamarmi capo,
ma guerriero'". E anche questo è un segna-
le della sua grande umiltà.
E' stato attivo fino alla fine, Gino Chiap-
parelli. "Non si muoveva personalmente ma
dava le disposizioni; - spiega Daniela Blon-
delli - ad Angela ha detto di non lasciare le
persone per strada, di prendersi cura dei
parchi di Ponte di Nona, e la ha ricordato
che ci sono 80 sfrattati da sistemare". Lui
era così, pensava agli altri. Non poteva cer-
to cambiare negli ultimi giorni della sua vi-
ta. DAVIDE LOMBARDI
Se ne va Gino Chiapparelli, ultimo saluto al guerriero
Villaggio Falcone. Ignorato, umiliato, mal-
trattato, abbandonato. Eppure è proprio
qua che si possono imparare le lezioni mi-
gliori. Una comunità intera si stringe per sa-
lutare per l'ultima volta il suo guerriero, Gi-
no Chiapparelli. E il dolore per questa per-
dita è visibile negli oc-
chi di tutti. Un quartie-
re che oltrepassa le bar-
riere, che, invece di se-
parare, unisce.
E allora accade che
ad accogliere Gino per
l'ultima volta ci siano persone di ogni fede
religiosa e di ogni estrazione sociale. Deci-
ne di persone attendono in via della Riser-
va Nuova che arrivi la macchina che porte-
rà Gino a Villaggio Falcone per l'ultima vol-
ta. Il dolore contagia chiunque, va dritto al
cuore. Una comunità intera si stringe nel ri-
cordo di qualcuno che, per molti, è stato una
guida, un amico, una salvezza. Ci sono stri-
scioni con scritto 'Gino vive', 'Onore a te',
'Sei stato, sei e rimarrai il nostro condottie-
ro'. Molte frasi, ci raccontano, è stato lo stes-
so Gino a suggerirle. Su uno striscione c'è
anche la sua firma. Piove, ed è una pioggia
che in un clima così commovente assume
un significato simbolico: Villaggio Falcone
piange. Arriva l'auto che trasporta il feretro
di Gino Chiapparelli e dal cielo parte un tuo-
no. Applausi, lacrime, abbracci e tutti dietro
la macchina in uno straziante corteo fune-
bre che porterà
Gino fino alla
chiesa.
Ci sono per-
sonalità politi-
che, ci sono cen-
tinaia di cittadi-
ni che affollano il piazzale antistante la par-
rocchia S. Maria Josefa del Cuore di Gesù.
"Lo ha fatto lui questo quartiere", gridano.
Molti lo ricordano nella sua continua e pas-
sionale lotta per il diritto alla casa. E da que-
ste parti la gratitudine non è una merce in
vendita. Da queste parti esiste quella vera,
quella che porta a mostrare il fianco a colui
che per te ha lottato. Il feretro viene ada-
giato in chiesa. Sopra una maglia della Ro-
ma, di fronte un poster di Che Guevara. A
turno alcuni prendono la parola e sono tut-
ti ringraziamenti a chi li ha 'salvati'. Ci sono
applausi, ci sono lacrime e rispetto. Quan-
do il feretro lascia la chiesa esplode prepo-
tente il dolore di un quartiere che oggi ha
perso il simbolo del riscatto sociale di quel-
li che, in molti, considerano gli 'ultimi'. Ciao
Gino! FEDERICA GRAZIANI
E' MORTO UN UOMO CHE HA FATTO LA STORIA DELLA LOTTA PER LA CASA. UN UOMO CHE
HA FATTO LA STORIA A PONTE DI NONA VECCHIA. UN UOMO "ALTRUISTA, ONESTO, ME-RAVIGLIOSO". LO ABBIAMO VOLUTO RICORDARE CON CHI LO HA CONOSCIUTO E NE HA
CONDIVISO PER ANNI LE BATTAGLIE.
VILLAGGIO FALCONE PIANGE LA PERDITA DI GINO
CENTINAIA DI CITTADINI PARTECIPANO AL FUNERALE DI GINO CHIAPPARELLI. UN QUARTIERE IN
LUTTO PER UOMO CHE È STATO SIMBOLO DEL RISCATTO SOCIALE.