Canti e schiamazzi in una notte di dicembre

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Dossier Canti e schiamazzi in una notte di dicembre

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I documenti raccontano - Gardone Val Trompia

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  • Dossier

    Canti e schiamazzi in una notte di dicembre

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    I documenti raccontano Progetto di Regione Lombardia, U.O. Portale del patrimonio culturale e valorizzazione degli archivi storici Direttore progetto: Roberto Grassi

    Soggetto partner

    Partecipazione

    Soggetto realizzatore

    Cooperativa A.R.C.A.

    Redazione a cura di Patrizia Sotgiu

    In copertina: Le dieci giornate di Brescia La battaglia del 31 marzo 1849 in difesa della Porta Torrelunga a Brescia, tela su olio di Faustino Joli, Museo del Risorgimento, Brescia.

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    TITOLO Canti e schiamazzi in una notte di dicembre

    CRONOLOGIA Dicembre 1849

    LUOGO Gardone Val Trompia

    VICENDA Verso le 5 di mattina del 3 dicembre 1849 ignoti, in tutta evidenza ubriachi, girovagano per le strade di Gardone Val Trompia cantando a squarciagola. Hanno passato la nottata allosteria Giovanazzi, con una puntata alla bottega di liquori del prestinaio Graziadio Guerrini e non hanno plausibilmente alcuna voglia di tornare a casa. Sono passati poco pi di otto mesi dalle dieci giornate di Brescia e dalla sconfitta di Carlo Alberto a Novara ed il clima ancora teso: gli schiamazzi di qualche irriverente ubriaco riescono infatti ad allarmare lautorit politica. Radetzky ha imposto una pesante censura e una rigorosa tutela militare e poliziesca. La Val Trompia costantemente sorvegliata dalla Commissaria distrettuale che ha sede a Gardone. Per ordine del Commissario distrettuale vengono fatte indagini su eventuali testimoni. Le inchieste hanno veloce riscontro: Gardone un piccolo borgo la cui economia retta da operosi contadini e da artigiani che forgiano armi; alla dichiarazione della prima guerra dindipendenza i gardonesi hanno immediatamente messo a disposizione uomini ed armi. La Commissaria distrettuale non ha mai cessato di vigilare sui personaggi che ritiene, in qualche modo, coinvolti nelle vicende del 23 marzo 1849. L11 dicembre vengono convocati in Commissaria il cursore comunale Angelo Piccinardi e loste Antonio Rinaldini di Gi Batta. Alla domanda se domenica notte corrente mese abbia sentito od inteso da altri e da chi, che nella contrada principale di questo paese si aggirarono persone che fecero canti clamorosi con allusioni antipolitiche e contrarie al Governo Angelo Piccinardi risponde: Trovandomi in letto ho sentito a cantare varie persone senza distinguere chi fossero, ed intesi qualche espressione contro il Governo, non ricordando le precise parole. Citato poi comparso Antonio Rinaldini ed interrogato, se sappia indicare le persone del fatto, risponde: Alle ore 5 della mattina ho aperto la bottega di caff e liquori di mio padre e in quell'incontro sentii cantare Ludovico Caltrani, Bortolo Guerrini, Girolamo Beretta ed Antonio Guerrini, ma non canzoni contrarie al Sovrano. Interrogato come siasi indotto ad aprire bottega due ore prime del giorno risponde per fornire acquavite ai carrettieri, che sogliono passare prima dell'alba."

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    Chiamato a un secondo interrogatorio, il Rinaldini aggiunge ai nomi menzionati quelli dellingegnere Angelo Beretta, Alessandro Sabatti e Annibale Franzini. Viene nuovamente interrogato anche il cursore comunale che, improvvisamente, ha ritrovato la memoria e ricorda le precise parole che quella notte ud cantare: "Carlo Alberto tre volte trad la patria, Infame Pio l'Impero all'Austria salv, e il sangue di Ramorino presto vendicher e Radetzky presto presto ander " Una strofa che riassume il malcontento generale verso un re che, nonostante la palese inadeguatezza dell'esercito, aveva voluto avventatamente riprendere le guerra contro l'Austria e verso una papa che, per il suo brusco voltafaccia a favore di Vienna, veniva considerato traditore. Viene inoltre menzionato colui che era considerato il responsabile della sconfitta di Novara: il generale Gerolamo Ramorino, che molti consideravano solo un capro espiatorio la cui condanna aveva evitato di sottoporre a processo Carlo Alberto, i suo figli e il Generale Chrzanowski. La strofa termina con lauspicata dipartita dellodiato Maresciallo Josep Radetzky, spietato rappresentante del governo austriaco. Il 13 dicembre il Commissario Distrettuale invia rigorosamente i risultati delle indagini. Scrive al Capitano comandante la truppa stazionata in luogo Mi pregio rimettere copia delle deposizioni che ho procurato di raccogliere per verificare gli autori dei clamori. Gli individui indicati sono dediti allebriet, sulla minuta della lettera scribacchia una nota "tutti pi o meno nellultima rivolta e i fratelli Beretta si adoperarono, non essendosi per essi portati con armi a Brescia. Nello stesso giorno il Commissario comunica all'Imperial Regio Comandante di Piazza di Brescia Questufficio ha gi riferito al Capitano che non potevano essere che persone ebbre, sui quali fu anche osservato che ebbero pi o meno parte nelle ultime vicende in questo borgo. Si ragguaglia dellavvenuto codesto Inclito Comando giusto per le recenti superiori disposizioni. Persone ebbre, ma tutti pi o meno coinvolti nellultima rivolta. Girolamo Beretta, Alessandro Sabatti e Ludovico Caltrani vengono arrestati e condotti in carcere. Lingegnere Angelo Beretta, dalla latitanza, fa sapere di non avere preso parte con quelli che emersero sospetti di aver cantato canzoni contro il Governo. Il 16 dicembre LImperial Regio Dirigente della Sezione dordine pubblico Andreis dimette gli imputati Previa seria ammonizione e diffida di non girovagare di notte tempo schiamazzando e cantando canzoni antipolitiche sotto comminatoria dellarresto e di pi severe misure dordine pubblico raccomanda inoltre una stretta sorveglianza su questi individui e aggiunge La si incarica, Signor Commissario di richiamare presso di s al primo ricomparire in paese il latitante ingegner Angelo Beretta e di assoggettarlo a formale analoga diffidazione.

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    Angelo Beretta, il 30 dicembre, si presenta al Commissario Distrettuale e afferma di essere stato indebitamente imputato, n essere capace di tali fatti, come ha gi esposto nella sua discolpa il 14 c.m. Seguiteranno, i protagonisti di questi fatti, a girovagare cantando i loro notturni ed ebbri stornelli antipolitici per le strade del borgo o partiranno con il drappello valtrumplino alla volta di S. Martino e Solferino per poi seguire, senza indugi, lavventura di Garibaldi ed i suoi Mille? O, maledicendo loquacemente la concorrenza fra gli osti, decideranno di sfogare nel vino dellosteria Giovanazzi la rabbia contro gli infami informatori del Commissario?

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    ELENCO DEI DOCUMENTI 1 Verbale dinterrogatorio tenutosi nellUfficio dellI.R. Commissaria distrettuale di Gardone V.T., 11 dicembre 1849; 2 Comunicazione dellI.R. Commissario Distrettuale di Gardone V.T. al Capitano Comandante la truppa stazionata in luogo, 13 dicembre 1849; 3 Comunicazione dellI.R. Commissario Distrettuale di Gardone V.T allI.R. Comando di Piazza di Brescia, 13 dicembre 1849; 4 Comunicazione dellI.R. Commissario Distrettuale di Gardone V.T allI.R. Delegazione Provinciale, 16 dicembre 1849; 5 Disposizioni dellI.R. Dirigente la Sezione dOrdine Pubblico di Brescia all I.R. Commissario Distrettuale di Gardone V.T., 26 dicembre 1849; 6 Dichiarazione dellIng. Angelo Beretta in sede di citazione nellUfficio dellI.R. Commissario Distrettuale, 30 dicembre 1849.

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    I DOCUMENTI

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    DOCUMENTO 1 Verbale dinterrogatorio tenutosi nellUfficio dellImperial Regio Commissario distrettuale di Gardone Val Trompia l 11 dicembre 1849.

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    NellUfficio dellImperial Regio Commissario Distrettuale di Gardone V.T. Citato comparso il Sig. Angelo Piccinardi Cursore comunale di Gardone, e fu interrogato, se Domenica notte 2 corrente mese abbia sentito od inteso da altri e da chi, che nella contrada principale di questo paese si aggirarono persone, che fecero canti clamorosi con allusioni antipolitiche, e contrarie al governo. Risponde: Trovandomi in letto ho sentito a cantare varie persone senza distinguere chi fossero, ed intesi qualche espressione contro il governo attuale, non ricordando le precise parole. Questi rumori continuarono oltre la mezza notte. Interrogato se sappia dar cognizione di persone, che siano informate degli autori. Risponde: Negativamente. Letto si sottoscrive Firmato Angelo Piccinardi. Citato comparso Antonio Rinaldini di Gi Batta ed interrogato se sappia indicare le persone che la scorsa Domenica 2 corrente saggirarono per le strade di questo paese facendo clamori e canti contro il governo. Risponde di non aver sentito canzoni contro il governo. Alle ore 5 della mattina del giorno 3 ho aperta la bottega di mio padre e in quellincontro sentii a cantare per la strada Ludovico Caltrani, Bortolo Guerrini, Girolamo Beretta, ed Antonio Guerrini, ma non canzoni contrarie al Sovrano. Interrogato come siasi indotto ad aprire bottega due ore prima di giorno. Risponde: per fornire acquavite ai carrettieri, che sogliono passare prima dellalba del giorno. Letto conferm, e si sottoscrisse Firmato Rinaldini Antonio Concorda [...] Chiamato di nuovo il detto Rinaldini ed interrogato sullargomento per sapere, se altri individui fossero in compagnia dei suddetti risponde che lIngegnere Angelo Beretta ed Alessandro Sabatti si trovavano dopo la mezza notte nellosteria Giovanazzi, in cui vi era anche Girolamo Beretta ed Annibale Franzini, e alle ore 5 vide il detto Ingegnere e il Sabatti nella bottega di liquori e prestinaio Guerrini Graziadio, che poco lungi dalla propria, ed erano in compagnia di quelli nominati nel primo esame. Firmato: Rinaldini Antonio. Comparso pure anche il Cursore Piccinardi per aver precisa indicazione delle parole di quelli, che ud cantare, e dichiara le seguenti Carlo Alberto tre volte trad la Patria. Infame Pio che lImpero allAustria salv, e il sangue di Ramorino presto vendicher e Radetdky presto presto ander ecc. Confermando di non sapere indicare gli autori si sottoscritto Firmato: Angelo Piccinardi

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    DOCUMENTO 2 Comunicazione dellImperial Regio Commissario Distrettuale al Capitano Comandante la truppa stazionata in luogo, 13 dicembre 1849.

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    N. 1844 All Imperial Regio Capitano Comandante La truppa stazionata il luogo

    Mi pregio di rimetterle copia delle deposizioni, che ho procurato di raccogliere per verificare gli autori dei clamori seguiti in questo paese la notte del 2. corrente con allusioni, come mi venne fatto credere, contrarie al governo. Gli individui indicati per autori sono dediti allebriet e presero ingerenza. Le osservo che per disposizioni recenti di massima una simile partecipazione viene fatta in questUfficio anche allImperial Comando di Piazza Gardone, 13 dicembre 1849 LImperial Regio Commissario distrettuale

    Nota a margine: Tutti pi o meno nellultima rivoluzione e i fratelli Beretta si adoperarono non essendosi per essi portati con armi a Brescia.

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    DOCUMENTO 3 Comunicazione dellImperial Regio Commissario Distrettuale allImperial Regio Comando di Piazza di Brescia, 13 dicembre 1849.

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    N. 1844 Inclito Imperial Regio Comando di Piazza Brescia

    Nella notte dal 2 al 3 corrente vi furono individui che per le strade di questo paese fecero clamori con canti anti-politici allusivi al Governo. Di concerto con il Capitano qui responsabile Comandante la Compagnia dellundicesimo Battaglione Cacciatori fu procurato di scoprire gli autori, e si compilato lunito interrogatorio dal quale si eleverebbero sospetti sopra i fratelli Angelo e Girolamo Beretta, e Bortolo e Antonio Guerrini, Ludovico Caltrani ed Alessandro Sabatti per le circostanze nel detto interrogatorio espresse (Frase poi depennata: Dico sospetti perch non potrebbe escludersi che per avventura altri fossero coloro che vennero uditi dal deponente Piccinardi.). Quest Ufficio ha gi riferito al detto Capitano, che non potevano essere che persone ebbre, e sono dediti infatti i suddetti allebriet sui quali fu anche osservato che ebbero pi o meno parte nelle ultime vicende occorse in questo borgo. Si ragguaglia dellavvenuto codesto Inclito Comando giusta le recenti superiori disposizioni. Gardone, 13 dicembre 1849 Imperial Regio Commissario Distrettuale

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    DOCUMENTO 4 Comunicazione dellImperial Regio Commissario Distrettuale allImperial Regia Delegazione Provinciale, 16 dicembre 1849.

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    N. 1870 Imperial Regia Delegazione

    LIngegnere Beretta Angelo ha prodotto le unite deduzioni, con cui intende far conoscere non aver preso parte con quelli che emersero sospetti di aver cantato canzoni contro il Governo nelle strade di questo paese la notte del 2 corrente. A tale argomentazione allude il rapporto di questUfficio 13 andante n. 1844 e vedr se sia il caso di far tenere le dette deduzioni allImperial Regio Comandante di Piazza. Gardone, 16 dicembre 1849 Imperial Regio Commissario Distrettuale

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    DOCUMENTO 5 Disposizioni dellImperial Regio Dirigente la Sezione dOrdine Pubblico di Brescia all Imperial Regio Commissario Distrettuale, 26 dicembre 1849.

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    Al N. 906 Pubblica Sicurezza AllImperial Regio Commissario Distrettuale Gardone

    Previa seria ammonizione e diffida di non girovagare di notte tempo schiamazzando e cantando canzoni antipolitiche sotto comminatoria dellarresto e di pi severe misure dordine pubblico furono oggi, dietro determinazione di quest Imperial Regio Comando Militare di Citt, dimessi dal carcere i nominati Girolamo Beretta, Alessandro Sabatti e Ludovico Coltrani di codesto capoluogo. Mentre ci si partecipa a codesto Ufficio per sua notizia e per le corrispondenti disposizioni di accurata sorveglianza sul conto dei predetti individui e di altri della stessa categoria, che in qualche modo osassero tentare la pubblica quiete e tranquillit, La si incarica, Signor Commissario di chiamare presso di s al primo ricomparire in codesto paese il latitante Ingegnere Angelo Beretta e di assoggettarlo a formale analoga diffidazione disponendone poscia la relativa sorveglianza. Allude allargomento il Commissariale rapporto del 16 andante n. 1870. Brescia, il 26 dicembre 1849

    DallImperial Regia Delegazione Provinciale LImperial Regio Aggiunto Dirigente la Sezione dOrdine Pubblico

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    DOCUMENTO 6 Dichiarazione dellIng. Angelo Beretta in sede di citazione nellUfficio dellImperial Regio Commissario Distrettuale, 30 dicembre 1849.

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    NellUfficio dellImperial Regio Commissario Distrettuale Gardone 30 Dicembre 1849

    Chiamato comparso il Signor Ingegnere e a senso dellordinanza 26 corrente N. 906 viene diffidato di non girovagare di notte per cantare canzoni antipolitiche o far schiamazzi al che lo stesso Ingegnere risponde essere stato indebitamente imputato, n essere capace di tali fatti come ha esposto nella sua discolpa 14 corrente In ogni modo dichiara di uniformarsi alle leggi attuali, come crede di non aver mai omesso, Letto ritirata la firma

    Beretta Angelo Ingegnere

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    CONTESTO ARCHIVISTICO La ricerca stata effettuata presso larchivio storico del comune di Gardone Val Trompia, riordinato e inventariato a cura della Cooperativa A.R.C.A. di Gardone V.T. nellambito delle attivit del Sistema Archivistico della Comunit Montana di Valle Trompia. Per il presente dossier stata consultata la sezione della Commissaria Distrettuale, Titolo Oggetti vari, anni 1848-1849, busta n. 59, fascicolo 34.

    CENNI STORICI: GARDONE VAL TROMPIA La Val Trompia si estende dal massiccio cristallino delle Tre Valli allo sbocco nella pianura padana, a Brescia, percorsa dal fiume Mella ed lunga circa 50 km. La presenza in alta valle di vene minerali favorisce, fin dall'antichit, l'attivit estrattiva e induce alla lavorazione del ferro ed alla produzione di armi. Queste attivit si concentrano soprattutto attorno al borgo di Gardone. Gardone, si trova nella parte centrale della val Trompia, attorniato dal monte Domaro e dalle propaggini del monte Navezze: sullo sfondo si stagliano le cime della punta Almana e del monte Guglielmo. Allepoca dei fatti descritti il paese subisce la dominazione asburgica, sede della Commissaria Distrettuale del VI distretto che comprende 10 comuni del bacino della media e bassa valle Trompia. Il distretto di Gardone conta, negli anni Quaranta, una popolazione di circa 10.000 abitanti destinati ad aumentare grazie alle piccole e medie industrie e alle botteghe artigiane presenti nellarea. Si verificano stagionali migrazioni dalla bassa allalta valle e verso la citt, in base alle possibilit lavorative offerte nelle varie stagioni: la terra, il carbone, le miniere, i manufatti da vendere, gli opifici. La forza lavoro ibrida composta da operai, contadini, carbonai e minatori caratteristica nella Val Trompia del XIX secolo. La dominazione asburgica da una parte favorisce la produzione di armi, dallaltra esercita uno stretto controllo sullindustria siderurgica e ne ostacola spesso lesportazione. Francesco I Imperatore dAustria, nel 1816, visita Gardone e ordina che ogni anno si costruiscano 6.000 canne per la dotazione dellesercito. Con dispaccio del 13 agosto 1829 lImperial Regio Consiglio Aulico stabilisce che i maestri di canne gardonesi vengano esentati dal servizio militare, provvedimento confermato successivamente dallimperatore Ferdinando I. Nonostante le numerose commesse austriache, intorno al 1821, Gardone attraversa una pesante crisi. Anche la produzione di armi da caccia, ormai palesemente ostacolata dal governo, prosegue con estreme difficolt. La situazione economica, tuttaltro che prosperosa, viene inasprita, nel 1836 da unepidemia di colera. Nonostante queste difficolt, lindustria armiera riesce a mantenersi proficua. Marco Cominassi riporta lesistenza, nel triennio 1843-1845, di 14 fucine e rileva che 6 di queste sono di propriet di Crescenzo Paris, 3 dei fratelli Beretta, 2

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    dei fratelli Franzini e altrettante dei fratelli Bertarini, una di Sperandio Mutti. La lotta contro lAustria conta a Gardone energici fautori. Nel 1849-1849, durante la prima guerra dindipendenza, i distretti di Bovegno e Gardone sono tra i primi ad offrire uomini ed armi. Fra gli attivisti valtrumplini pi risoluti si distinguono il sacerdote gardonese Francesco Beretta - professore al seminario cittadino-, Antonio Maffeo e Ludovico Franzini, Crescenzio Paris, Pierino Violini e Carlo Gardoncini questi ultimi cancelliere e cursore della Pretura -. Brescia insorge il 23 marzo 1849 e per dieci lunghissime giornate prosegue ostinatamente la lotta con ogni mezzo. Il 1 aprile, domenica delle Palme, le truppe austriache annientano lultima resistenza. I valtrumplini Matteo Cabona, Angelo Franzini, Rocco Bertarini, Angelo Gatti e Giuseppe Fappani vengono giustiziati, mentre Bortolo Cominassi e Giuseppe Cortesi riescono a fuggire dalla rocca del Cidneo. Nei giorni seguenti i bresciani subiscono le feroci repressioni di Haynau e di Appel: i patrioti che non sono riusciti a fuggire vengono puniti con limpiccagione e la citt stessa viene obbligata a pagare une gravosa multa per coprire le spese dellesercito dovute allassedio. La repressione scatenata dallAustria violentissima: alle carneficine e ai saccheggi fanno seguito straordinarie misure di sicurezza e pesanti repressioni.

    CONTESTO ISTITUZIONALE E NORMATIVA VIGENTE In seguito alla sovrana patente del 1815, la Lombardia e il Veneto vengono aggregati sotto la comune denominazione di Regno Lombardo-veneto e il territorio viene ripartito amministrativamente in province, distretti e comuni. La dominazione austriaca, ben lontana dal concedere le aspettative di autonomia tanto auspicate dopo la sconfitta franco-napoleonica, considera questi territori sudditi e dipendenti dal governo centrale. Il vicer designato sovrano di facciata, in quanto ogni decisione viene presa direttamente da Vienna. I territori di Milano e Venezia sono suddivisi in Province. Ogni Provincia affidata ad una Regia Delegazione Provinciale, governata dal Regio Delegato che, in qualit di diretto rappresentante del governo centrale, esercita potere di controllo sulle locali amministrazioni. Le Province sono a loro volta divise in distretti, ogni distretto in pi Comuni. In ogni distretto previsto un Cancelliere censuario che verr sostituito, nel 1819, da un Commissario Distrettuale. Figura basilare dell'Impero Asburgico, a livello periferico del Regno Lombardo-Veneto, il Commissario distrettuale riunisce nella propria persona funzioni amministrative, censuarie e di polizia. Egli ha il compito di prevenire i delitti, vigilare sul rispetto della legge e collaborare con le autorit giudiziarie. In Val Trompia, per effetto della legge del 12 febbraio 1816, sono istituiti i distretti di Gardone (VI) e di Bovegno (VII). Gardone diventa

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    quindi capoluogo di Distretto e sede di una Pretura di terza classe.

    Nel 1846, l'elezione a pontefice del cardinale Giovanni Mastai Ferretti (1872-1878), che assume il nome di Pio IX, suscita speranze riformiste: appena eletto, sotto la sollecitazione dei liberali romani, concede una serie di riforme ad indirizzo liberale. L'esempio del pontefice e la pressione delle forze democratiche inducono re Carlo Alberto di Savoia e il granduca Leopoldo II di Toscana a cedere sul problema costituzionale. Inizia un biennio contrassegnato da sollevazioni popolari, promosse dai democratici: le richieste di riforme sociali e costituzionali si coniugano agli ideali patriottici volti ad ottenere lindipendenza e la cacciata degli invasori. Moti rivoluzionari incendiano simultaneamente tutta lEuropa e colpiscono anche limpero austriaco. Alla notizia che a Vienna una sommossa liberale ha messo in fuga Metternich, la popolazione veneziana insorge. Il 18 marzo insorge anche Milano. La protesta raggiunge Parma e Modena, dove vengono instaurati dei governi provvisori. In Piemonte i patrioti fanno pressioni su Carlo Alberto affinch intervenga in Lombardia. Il sovrano decide di dichiarare guerra allAustria con un duplice scopo: annettere nuovi territori e impedire ai democratici ed ai repubblicani di gestire la battaglia per lindipendenza. Gli austriaci subiscono le prime sconfitte, ma Radetzky non abbandona la Lombardia e concentra le sue truppe nel cosiddetto quadrilatero, formato dalle fortezze di Mantova, Peschiera, Legnano e Verona. In seguito alla minaccia dellAustria la maggiore potenza cattolica europea - di provocare uno scisma, Pio IX dichiara di voler rimanere estraneo al conflitto, attirandosi il risentimento e il livore della popolazione e dei liberali. Subito dopo anche Leopoldo II e Ferdinando II di Borbone revocano il loro appoggio. A condurre la prima guerra dindipendenza resta solo Carlo Alberto. Dopo le prime vittorie, Carlo Alberto esita a sferrare lattacco finale, offrendo in questo modo la possibilit agli austriaci di ricevere rinforzi. A Custoza, i piemontesi vengono nettamente sconfitti. Larmistizio viene firmato a Vigevano dal generale Salasco e da Radetzky. Finisce cos la prima fase della guerra. L'impero austriaco rientra nei suoi antichi confini, stabiliti nel 1815 dal congresso di Vienna. Tutte le citt liberate tornano nelle mani degli austriaci, eccetto Venezia. Le sommosse e le rivolte continuano nei mesi successivi e proseguono nel 1849. Le dieci giornate di Brescia, in cui troveranno la morte anche molti patrioti valtrumplini, hanno luogo dal 23 marzo al 1 aprile 1849. Il 23 marzo lo stesso giorno della sconfitta di Novara, battaglia che segna la fine della prima guerra dIndipendenza. La battaglia viene combattuta tra le truppe piemontesi guidate dal generale Chrzanowski e quelle austriache guidate dal feldmaresciallo Radetzky. Il 12 marzo Carlo Alberto aveva rotto unilateralmente larmistizio di Salasco. Il 20 marzo Chrzanowski

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    tenta di sferrare unoffensiva nei pressi di Magenta, ma lattacco si rivela fallimentare a causa della mancata esecuzione degli ordini assegnati al generale Ramorino, le truppe sardo-piemontesi sono costrette a ripiegare verso Novara. Girolamo Ramorino (1792-1849) dopo aver combattuto con lesercito napoleonico, prende parte, nel 1821, ai moti costituzionali piemontesi; nel 1831 ha un ruolo di comando nellinsurrezione polacca e nel 1834 partecipa allinvasione della Savoia decisa da Mazzini. Nella campagna del 1849 al comando della V divisione dellesercito sardo, con lincarico di bloccare agli austriaci il passaggio del Ticino. Ramorino, persuaso che lesercito austriaco avrebbe attaccato sulla destra del Po, contravviene agli ordini ricevuti e porta la divisione esattamente dietro il fiume, tra Voghera e Stradella. Radetzky, intuendo loperazione, muove invece loffensiva da Pavia penetrando, a sorpresa, nel territorio piemontese, da l gli facile battere il piccolo drappello e piombare su Novara. Ramorino viene considerato un traditore ed condannato dalla corte marziale e fucilato il 22 marzo. Il generale chiede ed ottiene di comandare lui stesso il plotone desecuzione. Girolamo Ramorino, figura controversa: da una parte viene ritenuto responsabile della sconfitta di Novara, dallaltra viene considerato una vittima sacrificale. Dopo la disastrosa sconfitta di Novara l'opinione pubblica chiede a gran voce che vengano individuati i responsabili della disfatta. La situazione, in un momento di grande impopolarit della monarchia, richiede una risposta immediata ed intransigente. In questo contesto, la fucilazione di Ramorino viene giudicata da alcuni un vero e proprio omicidio di stato attraverso il quale eludere il processo e la condanna dei veri responsabili di quel disastro: Carlo Alberto, i suoi figli Ferdinando e Vittorio, il generale maggiore Chrzanowski e i democratici, fautori della guerra contro l'Austria ad ogni costo, nonostante la diversit delle forze in campo. Carlo Alberto Re di Sardegna (1798-1849), carattere contraddittorio e personaggio discusso, d adito - dopo le sue contrastanti esperienze giovanili - a speranze di rinnovamento politico in ambiente liberale. A Torino il giovanissimo principe vive attorniato da giovani patrizi che hanno, come lui, militato nelle fila dell'esercito napoleonico, unesperienza che infiamma i loro animi di entusiastici propositi di indipendentismo nazionale. Personalmente favorevole ad alcune deboli riforme, Carlo Alberto viene prima esecrato dai governi della Santa Alleanza e, in seguito allabiura del programma patriottico, tacciato di tradimento dai liberali. Accusato da ogni parte d'incapacit militare, di tradimento, di scarso animo e odiato dai lombardi per la politica di tradizionale annessionismo piemontese perseguita durante la guerra, Carlo Alberto, dopo la sconfitta di Novara, abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II e lascia lItalia per lesilio in Portogallo, a Oporto, dove muore il 28 luglio 1849. Il feldmaresciallo Radetdky (1766-1858), comandante austriaco a capo degli eserciti alleati che per ben due volte invadono la

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    Francia. Nel 1831 viene inviato quale sostituto Governatore nel Lombardo Veneto. Nel 1848 Milano e il Lombardo Veneto insorgono e le truppe del feldmaresciallo, insufficienti a resistere si ritirano nelle fortezze del Quadrilatero, ma la tattica di Radetzky consiste nel prendere tempo e soprattutto nel giocare sulla scarsa coesione e la reciproca diffidenza delle forze italiane. Il tempo lavora a suo favore. Dopo aver sconfitto Carlo Alberto a Novara Radetzky viene nominato Governatore Generale della Lombardia dove si dimostra implacabile nel reprimere duramente i moti insurrezionali del 1853.

    Normativa Notificazione dellImperiale Regio Comandante il III Corpo dArmata Tenente Maresciallo Appel del 6 aprile 1849: Si hanno sufficienti prove che durante lassenza del Corpo dArmata sono state introdotte armi in diversi Comuni e Distretti di questa provincia e che ivi si trovino ancora custodite e dispensate ai privati. Si porta perci a conoscenza per universale osservanza che tutti i comuni e distretti dovranno aver consegnato ogni specie di armi ai propri Commissari Distrettuali e, i quali hanno lobbligo di farle tosto trasportare allArsenale di Brescia. Trascorso il tempo stabilito saranno spedite nei diversi comuni delle Colonne mobili per procedere a delle perquisizioni domiciliari, e qualora avessero a rinvenirsi presso chicchessia ancora armi e munizioni i contravventori saranno irremissibilmente sottoposti al Giudizio Statuario Militare.

    Proclama dellImperiale Regio Comandante il III Corpo dArmata Tenente Maresciallo Appel del 20 agosto 1849: I forti presidi militari, che vanno ad essere collocati in tutti i capoluoghi dei distretti montuosi, come pure nei principali comuni, ed anche quelli importanti solo per la posizione topografica, riusciranno certo a spurgare queste provincie dalle bande armate, che infestano, ed a ridonare ad esse la sicurezza. I mezzi per adottati dal Governo in questo importantissimo scopo che tanto e cos direttamente riguarda linteresse dei singoli e del paese, condurranno pi presto ad ottenerlo, se le popolazioni si presteranno attivamente a favorire nelle loro operazioni i presidi militari, e la forza armata, dando specialmente quelle indicazioni, che possono giovare sia per seguire le tracce dei briganti, sia per conoscere i nascondigli, e le mosse. Le condizioni presenti, loccupazione del paese cos estesa, la sicurezza che i buoni troveranno sempre energico appoggio nellautorit, devono persuaderli, che essi non hanno pi da temere la vendetta di quelle orde, che saranno ben presto impotenti alloffesa e cessando perci le ragioni, che potevano prima in qualche modo scusare la loro inerzia, pensino, che mentre saranno rimunerati secondo il merito quelli che avranno adempiti i loro doveri a questo riguardo, non si tralascer certamente di chiamare a stretto conto coloro, i quali in qualunque maniera li avessero trasgrediti, e che saranno in tutto e con ogni rigore

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    applicate le disposizioni del Proclama dato a Bergamo il 27 luglio prossimo passato.

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    BIBLIOGRAFIA - AA.VV., Atlante valtrumplino. Uomini, vicende e paesi delle valli del Mella e del Gobbia, Brescia, Grafo, 1982. - Bettari,Livio, Pintossi,Ernesto, Sabatti,Carlo (a cura di), Viaggio in Valtrompia, Brescia, Edizioni Brixia, 1994. - Bolognini,Pierantonio, Gardone e la Valletrompia storia e tradizione, a cura di Sandra Zubani, GardoneV.T., 2009. - Fappani,Antonio, Sabatti,Carlo, Trovati,Francesco, Gardone di Valle Trompia - Vicende storiche e patrimoni darte, Brescia, Grafo, 1984. - Merlino,Luciano, Trovati,Francesco, Ghera na olta Gard, Gardone Val Trompia, Tipolitografia Batan, 2001. - Regione Lombardia, Le istituzioni storiche del territorio lombardo: XIV-XIX secolo. Brescia, Milano, Progetto Civita, 1999. - Regione Lombardia, Le istituzioni storiche del territorio lombardo: 1859-1971, tomo II, Milano, Progetto Civita, 2001.