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LA VITA SCOLASTICA / n. 8 / 2009 15 stico, tanto più sarà sviluppato il talento vocale di ogni bambino. “Un coro in ogni scuola”: era questo il motto del Progetto Speciale Musica – promosso nel 1999 da Luigi Berlinguer, all’epoca Ministro della Pub- blica Istruzione – che prevedeva la costituzione di laboratori musicali e di cori scolastici su tutto il territorio nazionale. Secondo queste linee si è mosso il Comitato Nazionale per l’apprendi- mento pratico della musica, istituito nel luglio 2006 e presieduto dallo stesso Berlinguer. Sono state così realizzate iniziative musicali, di forma- zione e di incentivazione di laboratori musicali, concorsi per orchestre e cori scolastici, progetti di ricerca-azione sulla musica nelle scuole di ogni ordine e grado. L’Emilia-Romagna ha raccolto la grande sfida con il Progetto Regionale Musica e il concerto per il Progetto Te Deum, per il quale è stato chia- mato come direttore il Maestro Claudio Abbado. Pochi giorni prima del concerto, ho incontrato sia Luigi Berlinguer che Claudio Abbado e ho po- sto loro alcune domande. A colloquio con Luigi Berlinguer e con Claudio Abbado in occasione dell’esecuzione del Te Deum di Berlioz. Un coro di seicento ragazzi per riflettere sul ruolo della musica nel curricolo formativo. CANTARE INSIEME di BENEDETTA TONI C antare, da soli e in gruppo, è un’attitu- dine naturale e spontanea. Fin da pic- coli i bambini ascoltano repertori vo- cali infantili dalla mamma o da altre persone nell’ambito della famiglia; fin dalla scuola dell’infanzia iniziano a cantare, non solo individualmente, ma con tutti i compagni all’in- terno del gruppo sezione. Si canta giocando con la voce e pian piano si intonano semplici inter- valli musicali, coordinando inspirazione ed emissione, ascoltando la voce dell’amico vicino, sintonizzando lo sguardo verso il gesto dell’inse- gnante che dirige il coro. È importante, nel con- testo scolastico, avvicinare al canto con gradua- lità, dando ai bambini la possibilità di esplorare e sperimentare con la loro voce filastrocche, can- tilene, repertori corali appartenenti a diversi ge- neri musicali, fino a consentire loro di improvvi- sare, di variare, di comporre (“i bambini piccoli sono prodigiosi produttori di vocalizzazioni spontanee improvvisate”, afferma la didatta musicale inglese Susan Young). Quanto mag- giormente ricco sarà l’ambiente musicale scola-

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LA VITA SCOLASTICA / n. 8 / 2009 15

stico, tanto più sarà sviluppato il talento vocaledi ogni bambino.“Un coro in ogni scuola”: era questo il motto delProgetto Speciale Musica – promosso nel 1999da Luigi Berlinguer, all’epoca Ministro della Pub-blica Istruzione – che prevedeva la costituzionedi laboratori musicali e di cori scolastici su tuttoil territorio nazionale. Secondo queste linee si èmosso il Comitato Nazionale per l’apprendi-mento pratico della musica, istituito nel luglio2006 e presieduto dallo stesso Berlinguer. Sonostate così realizzate iniziative musicali, di forma-zione e di incentivazione di laboratori musicali,concorsi per orchestre e cori scolastici, progettidi ricerca-azione sulla musica nelle scuole diogni ordine e grado. L’Emilia-Romagna ha raccolto la grande sfidacon il Progetto Regionale Musica e il concertoper il Progetto Te Deum, per il quale è stato chia-mato come direttore il Maestro Claudio Abbado.Pochi giorni prima del concerto, ho incontratosia Luigi Berlinguer che Claudio Abbado e ho po-sto loro alcune domande.

A colloquio con Luigi Berlinguer e conClaudio Abbado in occasione dell’esecuzionedel Te Deum di Berlioz. Un coro di seicento ragazzi per riflettere sul ruolo della musica nel curricolo formativo.

CANTAREINSIEMEdi BENEDETTA TONI

Cantare, da soli e in gruppo, è un’attitu-dine naturale e spontanea. Fin da pic-coli i bambini ascoltano repertori vo-cali infantili dalla mamma o da altre

persone nell’ambito della famiglia; fin dallascuola dell’infanzia iniziano a cantare, non soloindividualmente, ma con tutti i compagni all’in-terno del gruppo sezione. Si canta giocando conla voce e pian piano si intonano semplici inter-valli musicali, coordinando inspirazione edemissione, ascoltando la voce dell’amico vicino,sintonizzando lo sguardo verso il gesto dell’inse-gnante che dirige il coro. È importante, nel con-testo scolastico, avvicinare al canto con gradua-lità, dando ai bambini la possibilità di esploraree sperimentare con la loro voce filastrocche, can-tilene, repertori corali appartenenti a diversi ge-neri musicali, fino a consentire loro di improvvi-sare, di variare, di comporre (“i bambini piccolisono prodigiosi produttori di vocalizzazionispontanee improvvisate”, afferma la didattamusicale inglese Susan Young). Quanto mag-giormente ricco sarà l’ambiente musicale scola-

MUSICA E PAROLE

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tecnico-artistico è unofra i direttori maggiormentepreparati e attenti all’educazione alla prati-ca musicale fin da piccoli. Siamo molto orgoglio-si di questo rapporto di amicizia e di stima, dellaforte determinazione del Maestro Abbado di vo-lere questo ‘esercito’ di voci bianche così come ri-chiede la partitura di Berlioz e della sua volontàdi coinvolgere la scuola in quest’impresa monu-mentale: seicento voci bianche, tre orchestre, co-ri adulti, per un totale di novecentotrenta esecu-tori”.

Come hanno vissuto i bambini quest’espe-rienza?“Entusiasti ed emozionati per la performance,per il palcoscenico, per lo scenario straordina-rio. Erano concentrati sull’esecuzione del TeDeum, brano di indiscusso e complesso profilomusicale e sono certo che non si dimentiche-ranno mai di questa serata. I genitori sono sta-ti presenti per dimostrare quanto sia impor-tante portare avanti questa battaglia di valo-rizzazione della musica pratica nelle scuole diogni ordine e grado”.

CLAUDIO ABBADO: L’INCONTRO CON LA MUSICAChe importanza ha la musica nella formazionedella persona? In particolare, che importanzariveste l’incontro dei bambini con la musica eancor più con il canto?“Nella vita di ogni persona, e particolarmente dabambini, è importantissimo imparare ad ascol-tare e ad ascoltarsi. Sono attitudini fondamen-tali nella vita di ognuno. Il fare musica, in parti-colare il fare musica insieme, è uno strumentoefficace in questo senso, che ai bambini può es-sere proposto come un vero e proprio gioco.Questo approccio, ormai acquisito in molti Pae-

LUIGI BERLINGUER: LA PRATICA DELLA MUSICA A SCUOLAChe cosa significa far incontrare i bambini conla musica a scuola?“Significa introdurre una rivoluzione nella scuo-la e nella cultura. La musica è un bene e un dirit-to che tutti devono poter assaporare. Significanon soltanto educare gli alunni all’ascolto, maanche insegnare a tutti a cantare e a suonareuno strumento”.

Perché è opportuno introdurre l’apprendimen-to pratico della musica fin dalla scuola dell’in-fanzia?“Perché a me non piace un mondo di tifosi conpochi giocatori, perché non è giusto che la musi-ca sia vissuta dalla maggior parte dei ragazzi inmodo passivo e solo da pochi attivamente. Per-ché si impara la musica solo dall’interno, suo-nando e cantando. Uno strumento musicale, vo-ce compresa, è un amico per tutta la vita chenon ci abbandona mai, ci fa compagnia, ci rendelieti nei momenti più tristi. La musica è l’arte piùnaturale dell’essere umano, è l’espressione dellamusicalità che appartiene a tutti. Non c’è nientecome la musica che riesca a coniugare attratti-vità e disciplina, gioia e fatica. La musica educal’intelligenza non solo in campo artistico, maanche nelle altre discipline”.

Come si può diffondere la pratica musicale nel-le scuole?“Inserendo la musica nel curriculum dal puntodi vista operativo e non solo normativo. Consi-derandola fra le discipline che si debbono fare,con la stessa dignità di matematica, lingua, sto-ria… Dandole spessore di ‘arte praticata’. La mu-sica dovrebbe essere insegnata da docenti spe-cialisti che affianchino i docenti generalisti. È ne-cessario formare adeguatamente anche i do-centi generalisti”.

Perché ha pensato di contattare il Mae-stro Claudio Abbado per l’esecuzione

del Te Deum di Berlioz con i cori scolasticidell’Emilia-Romagna?

“Perché Abbado ama i bambini e i ragaz-zi. La sua attività musicale è contrasse-gnata da un grande senso e valore etico,da una sensibilità sociale che si ispira al-l’esempio del Venezuela. Inoltre, sul piano

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si, dovrebbe radicarsi mol-to di più anche in Italia. È neces-

sario che la musica entri sempre più nella vi-ta degli studenti di ogni età. Il coro è sicuramen-te la forma più immediata e coinvolgente ed èquindi l’ideale per un primo approccio, perché sibasa su un’attitudine naturale. Cantare è infattiun impulso primordiale, innato nell’uomo. Lavocalità attraversa la storia dell’espressioneumana, fin dalla preistoria. Pensiamo poi allamagia del gregoriano, ai capolavori di Palestrina,di Bach, Mozart, Verdi, fino ai giorni nostri”.

È per questi motivi che ha scelto il Te Deum diBerlioz per il concerto del 25 ottobre a Bologna?“Certamente. La partitura del Te Deum prevede,oltre a un’orchestra molto numerosa e a due co-ri di adulti, un coro di voci bianche formato daseicento bambini. Ciò rende di rara esecuzionequesta composizione, che è poco conosciuta, so-prattutto in Italia. Questo è un altro importantemotivo che mi ha portato a scegliere il Te Deum”.

Come hanno vissuto questa esperienza straor-dinaria i bambini?“Da questo punto di vista è molto importante,oltre al concerto, il percorso che i ragazzi hannocompiuto per arrivare alla serata dell’esecuzio-ne: prima hanno provato a piccoli gruppi, ognu-no nella propria scuola. Poi hanno iniziato a unirsi in gruppi didue o tre cori, quindi, a ridosso del con-certo, tutti i seicento bambini si sono ri-trovati per la prima volta insieme. Una grande emozione per loro, so-prattutto quando finalmente sono tut-ti saliti sul grande palco con l’orchestra ei cori degli adulti. La speranza è che dopoquesto concerto continuino a fare musicainsieme, in coro o magari iniziando a suo-nare uno strumento”.

Quale è stato il suo incontro con lamusica?“Ho avuto la fortuna di nascere in una famigliadi musicisti. Si può dire che sia nato con la musi-ca. Già da quando avevo tre o quattro anniascoltavo sempre trii di Mozart, Beethoven,Schubert, suonati in casa da mio padre Miche-langelo, violinista, assieme al violoncellista Gil-berto Crepax, padre di Guido, il mio amico piùcaro, e al pianista Carlo Vidusso”.

Benedetta ToniAgenzia Ex IRRE ER, Comitato e Progetto Regionale Musica

Sabato 25 ottobre 2008 al PalaDozza di Bologna, l’OrchestraMozart dell’Accademia Filarmonica di Bologna, in collabo-razione con il Comitato per l’Apprendimento pratico dellamusica e il Progetto Regionale Musica (a cura di USR ER,ANSAS Ex IRRE ER e Regione Emilia-Romagna), ha organiz-zato un grande evento, incentrato sul Te Deum di HectorBerlioz, diretto da Claudio Abbado. L’Orchestra Mozart è sta-ta affiancata dall’Orchestra Cherubini e dall’Orchestra Gio-vanile Italiana, grazie all’adesione dei fondatori RiccardoMuti e Piero Farulli. Il coro di voci bianche era formato daseicento bambini di cui cinquecento alunni delle scuoleprimarie e secondarie di I° grado della regione Emilia-Ro-

magna e altri cento appartenenti rispettivamente ai cori divoci bianche del Teatro Comunale di Bologna e del Conser-vatorio di Lugano. Ha partecipato al concerto Roberto Beni-gni, tornato al fianco di Abbado per interpretare Pierino e ilLupo di Prokof’ev. La serata è stata incentrata sulla sensibi-lizzazione al tema della diffusione della pratica musicalenelle scuole. L’impegnativa operazione di reclutamento deicori è stata presa in carico dallo stesso Comitato Nazionalepresieduto da Luigi Berlinguer e dal Progetto RegionaleMusica, che hanno promosso il concorso “Un coro in ogniscuola”. Completavano l’organico due cori professionali, iltenore Marius Brenciu e l’organista Iveta Apkalna.

IL CONCERTO

MUSICA E PAROLE