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IL LAZIO TERRENO FERTILE PER IL NOSTRO FUTURO 85 CANAPA A cura di Emiliano Stefanini 1. INQUADRAMENTO DEL SETTORE La canapa industriale (Cannabis sativa L.) è stata una coltura importante in Italia, sia dal punto di vista agro- nomico, sia per quello economico e sociale. A partire dalla fine degli anni ’70, la sua coltivazione è stata proibita a causa del tetraidrocannabinolo (THC), una sostanza psicotropa che è contenuta nelle infiorescenze. Attualmente, la selezione di varietà di canapa industriale a basso contenuto di THC ha aperto nuove prospettive per la sua coltivazione e pertanto, può essere reintrodotta nel nostro Paese. La canapa industriale (Cannabis sativa L.) può essere considerata una risorsa naturale di grande versatilità. Infatti, dalle differenti parti della pianta si possono ottenere centinaia di prodotti: tessuti, cosmetici, materiali per la bio-edilizia, bio-plastiche e anche prodotti alimentari. Proprio da quest’ultimo impiego sembra che possano emergere i maggiori utilizzi derivati dalla produzione e dall’impiego dei semi di canapa industriale con risvolti interessanti verso un’alimentazione più sa- lutare. Il Lazio ha visto dalla fine degli anni ’90 alcune piccole esperienze sperimentali in direzione della possibile reintroduzione della coltivazione della canapa, specialmente rivolte alla selezione varietale e alle tecniche agronomiche da adottare. Negli ultimi tre anni si sta assistendo a un prolificare di realtà riconducibili al mondo della canapa. La crescente richiesta di derivati della canapa nei suoi molteplici campi di utilizzo, dà alla regione Lazio una grande opportunità di sviluppo del settore. Dalle piccole coltivazioni sperimentali del 2005, si è passati attualmente a diverse decine di ettari di colti- vazioni sia sperimentali, che produttive. La qualità e la quantità delle produzioni in relazione alle eccezionali condizioni metereologiche che hanno caratterizzato le ultime stagioni (grave siccità) danno comunque produ- zioni di altissima qualità. C’è tanto lavoro da fare affinché la canapa del Lazio diventi una eccellenza nazionale, ma i presupposti e l’impegno ci sono tutti. Lo sviluppo del settore canapa passa innanzitutto dalla realizzazione dell’intera filiera, oggi composta da piccole realtà territoriali. È bene che le attuali realtà vengano valorizzate e incentivate dagli effetti della legislazione nazionale e regionale, che mira alla realizzazione di progetti pilota su base provinciale. Il futuro del settore a livello regionale passa doverosamente dai seguenti punti cardine: • il settore della canapa necessita del proseguimento attraverso un incentivo della ricerca scientifica che nel Lazio va avanti da anni nelle diverse specificità; • riproduzione sul territorio regionale delle sementi cer- tificate e distribuzione delle stesse alle aziende agri- cole; • realizzazione su base provinciale di impianti a servizio degli agricoltori, per il condizionamento e la prima la- vorazione dei raccolti di fiori, semi e paglie;

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IL LAZIO TERRENO FERTILE PER IL NOSTRO FUTURO

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CANAPAA cura di Emiliano Stefanini

1. INQUADRAMENTO DEL SETTORE

La canapa industriale (Cannabis sativa L.) è stata unacoltura importante in Italia, sia dal punto di vista agro-nomico, sia per quello economico e sociale. A partiredalla fine degli anni ’70, la sua coltivazione è stataproibita a causa del tetraidrocannabinolo (THC), unasostanza psicotropa che è contenuta nelle infiorescenze.Attualmente, la selezione di varietà di canapa industrialea basso contenuto di THC ha aperto nuove prospettiveper la sua coltivazione e pertanto, può essere reintrodottanel nostro Paese. La canapa industriale (Cannabis sativaL.) può essere considerata una risorsa naturale di grandeversatilità. Infatti, dalle differenti parti della pianta sipossono ottenere centinaia di prodotti: tessuti, cosmetici,materiali per la bio-edilizia, bio-plastiche e anche prodottialimentari. Proprio da quest’ultimo impiego sembrache possano emergere i maggiori utilizzi derivati dallaproduzione e dall’impiego dei semi di canapa industrialecon risvolti interessanti verso un’alimentazione più sa-lutare. Il Lazio ha visto dalla fine degli anni ’90 alcunepiccole esperienze sperimentali in direzione dellapossibile reintroduzione della coltivazione della canapa,specialmente rivolte alla selezione varietale e alletecniche agronomiche da adottare. Negli ultimi tre annisi sta assistendo a un prolificare di realtà riconducibilial mondo della canapa. La crescente richiesta di derivatidella canapa nei suoi molteplici campi di utilizzo, dà

alla regione Lazio una grande opportunità di sviluppodel settore.Dalle piccole coltivazioni sperimentali del 2005, si èpassati attualmente a diverse decine di ettari di colti-vazioni sia sperimentali, che produttive. La qualità e laquantità delle produzioni in relazione alle eccezionalicondizioni metereologiche che hanno caratterizzato leultime stagioni (grave siccità) danno comunque produ-zioni di altissima qualità. C’è tanto lavoro da fare affinchéla canapa del Lazio diventi una eccellenza nazionale,ma i presupposti e l’impegno ci sono tutti.Lo sviluppo del settore canapa passa innanzitutto dallarealizzazione dell’intera filiera, oggi composta da piccolerealtà territoriali. È bene che le attuali realtà venganovalorizzate e incentivate dagli effetti della legislazionenazionale e regionale, che mira alla realizzazione diprogetti pilota su base provinciale. Il futuro del settorea livello regionale passa doverosamente dai seguentipunti cardine:• il settore della canapa necessita del proseguimento

attraverso un incentivo della ricerca scientifica chenel Lazio va avanti da anni nelle diverse specificità;

• riproduzione sul territorio regionale delle sementi cer-tificate e distribuzione delle stesse alle aziende agri-cole;

• realizzazione su base provinciale di impianti a serviziodegli agricoltori, per il condizionamento e la prima la-vorazione dei raccolti di fiori, semi e paglie;

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• realizzazione di un impianto a livello regionale cherenda possibile la stigliatura delle paglie per un utilizzotessile ed industriale delle fibre e del canapulo;

• incentivo all’introduzione dei prodotti derivati dallacanapa nei settori: alimentare, industriale, farmaceu-tico;

• il riconoscimento della tipicità territoriale delle diversearee del Lazio per la particolarità e le differenze delleproduzioni e delle qualità di canapa;

• sviluppo dei progetti di fitodepurazione mediante lacoltivazione della canapa per la depurazione di areeinquinate da riconsegnare all’agricoltura attraverso ladecontaminazione, ad esempio, da metalli pesanti;

• percorsi formativi per i diversi settori (agricolo, ali-mentare e industriale), per l’aggiornamento e la for-mazione di operatori specializzati.

2. LE PAROLE CHIAVE PER IL FUTURO DEL SETTORE

La coltivazione della canapa si presenta come unavalida alternativa a diverse coltivazioni tradizionali ealle monoculture distruttive per la biodiversità dellearee agricole laziali, insostenibili da un punto di vistaambientale e, molto spesso, anche economico. Lacanapa è una possibile risposta alla crisi del settoreagricolo regionale, una coltura che potrebbe permetterel’utilizzo di quelle superfici oggi difficilmente utilizzabili,ma preziose per delle produzioni di nicchia e di qualità,con particolare attenzione alla massiccia presenza diottime superfici agricole di pregio, le terre marginali ele terre collettive. La messa a punto di una correttameccanizzazione di tutte le fasi di coltivazione e raccoltaè necessaria per ottimizzare i processi produttivi e perrendere il Lazio competitivo, a tal punto, da poter egua-gliare i prezzi di mercato dei prodotti importati dapaesi esteri. Il territorio laziale ha il potenziale per rag-

giungere standard qualitativi superiori, con produzioniprovenienti da agricoltura biologica o comunque senzal’utilizzo di fitofarmaci e diserbanti. Fondamentale è losviluppo di filiere corte, che vadano a colmare quellosquilibrio che c’è tra la domanda, in continuo aumento,del consumo di derivati dalla canapa, e l’offerta sulmercato, proveniente spesso dall’importazione di materiaprima da paesi esteri. Auspicabili sarebbero delle de-nominazioni di origine controllata, secondo un disciplinareregionale di produzione, possibilmente a regime biolo-gico. La produzione di fiori, semi, olio e farine di canapae la vasta gamma di prodotti derivati, se caratterizzatinelle diverse aree geografiche del Lazio hanno unenorme potenziale economico e occupazionale. Altrosettore fondamentale per lo sviluppo della filiera dellacanapa è quello industriale, in particolar modo la lavo-razione delle paglie, dalla quale si ricavano fondamen-talmente fibre tessili o tecniche e il canapulo. L’impiegonella componentistica industriale delle diverse fibre,delle bio plastiche e del canapulo nel settore delle co-struzioni in bio edilizia, può avere uno sviluppo importantee significativo. La forte richiesta di abitazioni staticamentesicure ed energeticamente sostenibili è sicuramenteuno dei settori dove la produzione di canapa vedrà unincremento significativo, che ci auguriamo sia utile allarigenerazione urbana e del mondo del lavoro edile.

4. GLI STRUMENTI DI POLITICA REGIONALE

La scelta di sviluppare il settore della canapa a scopoalimentare e industriale nella Regione Lazio, anche at-traverso la recente approvazione della legge regionale2/2017, è in linea con la “research and Innovation Stra-tegies for Smart Specialization” della Unione Europeaper la pianificazione e la programmazione di unosviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo, dandoforma alla “vision” di crescita e progresso di un deter-

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minato territorio. Infatti, questa specie erbacea ben siadatta alle condizioni pedo-climatiche della regioneLazio; basti ricordare che agli inizi del XX secolo la col-tivazione della canapa era praticata su circa 200 ha ecostituiva un’ottima rotazione per le colture cerealicole.Pertanto, la sua coltivazione e il conseguente utilizzodei prodotti della canapa a scopo alimentare e industrialesi inseriscono nell’ambito di un moderno modello disviluppo con un chiaro impatto innovativo che ha ungrande potenziale in termini occupazionali (nel settoreagricolo, in quello alimentare e in quello industriale) edi sviluppo del territorio della regione Lazio.

Il settore, mentre viene dato seguito alla legge regionalee a quella nazionale, attende in particolare:• il riconoscimento delle infiorescenze di canapa come

alimento, cosi come è per tradizione e in larga scala alivello mondiale;

• la circolare ministeriale che fissi i limiti di cannabinoidiche possono essere presenti negli alimenti, il settoreauspica che i limiti siano in linea con i livelli degli altripaesi europei.

La politica regionale di promozioneLa politica regionale di sviluppo e promozione della ca-napicoltura si basa sullo sviluppo territoriale di diversiprogetti pilota. I progetti pilota rivestono un ruolo fon-damentale assoluto, perché saranno quelli che darannoil quadro esatto dello sviluppo futuro e consentirannoall’istituzione regionale di decidere come indirizzare iprogrammi strutturali o come inquadrare nell’ambito diquesti le imprese appartenenti alla filiera della canapa.La Legge Regionale dà priorità ai diversi interventi: 1)individuazione delle varietà di canapa più idonee allacoltivazione nel territorio regionale; 2) coltivazione dellevarietà di canapa individuate; 3) realizzazione di campiper la sperimentazione dei diversi processi produttivi;4) realizzazione di impianti sperimentali di prima tra-

sformazione; 5) realizzazione sperimentale delle filiereproduttive della canapa, anche attraverso la meccaniz-zazione delle fasi di coltivazione, raccolta, movimenta-zione e stoccaggio; 6) realizzazione di impianti speri-mentali per la coltivazione di piante di canapa ad usoflorovivaistico; 7) impiego e test dei semi di canapa perla produzione di semi decorticati a uso alimentare, laproduzione di olio alimentare e di farina degli scarti de-rivanti dai semi; 8)la produzione di mangimi a uso ani-male; 9) utilizzo della bacchetta della pianta di canapanel settore della bioedilizia e bioingegneria; 10) ricercarelativa all’utilizzazione dell’infiorescenza della canapanel settore alimentare e parafarmaceutico; 11) creazionedi una banca dei semi delle varietà di canapa selezionate,finalizzata alla produzione delle sementi di canapa alivello regionale da destinare alle aziende agricole inte-ressate alla coltivazione della stessa, mediante la colla-borazione di ditte sementiere autorizzate e convenzionicon istituti di ricerca; 12) mappatura e monitoraggiodelle coltivazioni di canapa sul territorio regionale at-traverso la banca dati dell’AGEA; 13) realizzazione dicampi dimostrativi per l’avvio della coltivazione; 14)coltivazione della canapa a fini fito-depurativi, in parti-colare per la bonifica di terreni inquinati con forte pre-senza di metalli pesanti; 15) elaborazione di progettispecifici per la formazione di operatori specializzatinella coltivazione della canapa.

I servizi di assistenza tecnicaLa reintroduzione della coltura della canapa nel Lazio èavvenuta prevalentemente negli ultimi dieci anni. Sitratta di piccole superfici sulle quali si stanno mettendoa punto le diverse fasi di produzione. Allo stato attuale,nel settore canapa a livello regionale non ci sono serviziben strutturati dedicati all’assistenza tecnica delleaziende che si cimentano nella coltivazione. Le asso-ciazioni dedicate svolgono oggi questo ruolo di divul-gazione e promozione della canapicoltura facendo as-

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sistenza e consulenza alle aziende agricole che dimo-strano un forte interesse a questa tradizionale coltura. L’attività prevalente di assistenza riguarda particolar-mente:• gli aspetti legali della coltivazione e l’interpretazione

della nuova normativa nazionale Legge 242/2016 invigore da gennaio 2017 e la Legge Regionale delLazio 2/2017 due leggi che hanno finalmente chiaritodiversi aspetti;

• la scelta, l’approvvigionamento e la distribuzione dellesementi regolarmente registrate sul catalogo europeoe nazionale per la semina nelle aree agricole regionaliinteressate alla coltivazione;

• la consulenza agronomica, in modo particolare sulletecniche di lavorazione dei terreni, l’epoca e le densitàdi semina e la raccolta delle infiorescenze, dei semi edelle paglie e il loro primo condizionamento;

• la mediazione tra le imprese e i pochi centri di trasfor-mazione presenti sul territorio nazionale per la lavora-zione e la commercializzazione dei prodotti dellacoltura o per la vendita delle produzioni ai miglioriprezzi di mercato.

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Grafico 1 - Le aziende agrituristiche nel Lazio 2015

Fonte: Elaborazione RRN-Ismea su dati ISTAT. Report (Le aziende agrituristiche in Italia 2015). Anno 2016

Oltre otto aziende agrituristiche su dieci (82%) sonoattive in aree collinari (69%) e montane (13%), il 18% inaree pianeggianti. Negli ultimi 5 anni, a fronte dell’aumento delle aziendein pianura e in collina, è rimasto stabile il numero diaziende in montagna (119 nel 2015, come nel 2010).

Grafico 2 - Le aziende agrituristiche in Italia 2015

Fonte: Elaborazione RRN-Ismea su dati ISTAT. Report (Le aziende agrituristiche in Italia 2015). Anno 2016

2. LO STATO DELL’ARTE

Negli ultimi anni l’offerta di capacità ricettiva e di risto-razione sembrerebbe risentire della nascita e del rapidosviluppo di nuove formule di accoglienza (ad esempio,case private e altre forme ricettive), e del costo dell’in-termediazione (le grandi O.T.A.), stante, tra le altrecose, la generale stagnazione della domanda e il rallen-tamento del movimento turistico nazionale. L’offerta di ristorazione da un punto di vista quantitativoè da ritenersi più che soddisfacente, tuttavia risente,in alcuni frangenti, di contaminazioni troppo com-merciali a scapito della componente agricola aziendalee territoriale.Tra le aziende autorizzate all’alloggio (721 in totale), il53% offre solo il pernottamento (383 aziende), il 16%propone la prima colazione (112 aziende), il 26% delleaziende propone la mezza pensione e la pensione com-pleta (rispettivamente 189 e 190 aziende). L’offerta della formula “notte e prima colazione” – stra-tegica per il marketing aziendale e per la fidelizzazionedegli ospiti, la promozione dei prodotti, etc. - ha certa-mente margini di crescita importanti.Tra le altre attività (oltre alle attività varie) spiccano leescursioni, proposte da 187 aziende (il 30% delle 608autorizzate) e le attività sportive, proposte da 142aziende (23%), in entrambi i casi localizzate principal-mente nella provincia di Viterbo (come per le propostedi mountain bike ed equitazione); i corsi (cucina, etc.)sono proposti da 128 aziende (21%) principalmente lo-calizzate nella provincia di Rieti; mentre nella provinciadi Roma si trova la maggior parte delle aziende agritu-ristiche autorizzate per le attività didattiche (47%). Nel Lazio un grande peso ha l’equitazione che rappre-senta il 7,33%, a seguire le osservazioni naturalistiche(7,21%) e la proposta di corsi (6,56%).

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3. LE PAROLE CHIAVE PER IL FUTURO DEL SETTORE

L’agriturismo non può essere considerato un compartoa sé stante, ma come componente agricola ben integratae integrante l’offerta turistico-commerciale complessiva,nonché culturale e sociale, di un territorio. L’offertadeve essere differenziata in relazione alle esigenze delturista-cliente, dando particolare importanza a unacompetitività focalizzata sui fattori no-price, tra i qualiassumono particolare rilievo la qualità d’area, intesacome qualità complessiva del territorio “destinazione”,e la tutela del consumatore. Per porre le basi di un percorso di crescita è necessariauna maggiore attenzione al territorio e alle sue aziende,al prodotto, prima che alla promozione, che deve essere

concepito e realizzato in un’ottica di autenticità e valo-rizzazione delle specificità del contesto, e in modo taleda permettere il massimo della personalizzazione e delvalore esperienziale della vacanza. Un intervento pub-blico, non solo di tipo istituzionale, ma anche funzionale,può favorire nella scelta e nell’attuazione dei progetti, ilcoordinamento e la cooperazione tra organismi pubblicie privati, con l’obiettivo di attivare le risorse locali, difare sistema. Le comunità locali d’imprese e di cittadini,nonché di istituzioni, hanno un importante ruolo insiemealle componenti territoriali (es., la cultura, le tradizioni,la gastronomia, l’arte, etc.) ai fini di una crescita delsettore. Infatti, il carattere collettivo del consumoturistico rende le destinazioni particolarmente espostealle esternalità negative, sia di produzione (es., conflit-tualità con altri settori e deterioramento dell’ambienteda parte dell’attività turistica), sia di consumo e sociali(gentrification).

Per attivare una impresa turistica è molto importanteattivare: • la formazione di figure imprenditoriali e professionali

in grado di interagire con la complessità e competitivitàdel mercato,

• la messa a punto e diffusione di strumenti conoscitivi eoperativi idonei, che forniscano il supporto informativoindispensabile nella gestione dell’impresa, nelle relazionitra le imprese, gli attori pubblici, il territorio e il mercato;

• la realizzazione di forme di diversificazione e innova-zione (di prodotto / processo);

• la realizzazione di forme di aggregazione all’interno delterritorio, capaci di tutelare e mettere a valore il pro-dotto-area in modo integrato secondo una logica di si-stema, sviluppando vantaggi sotto il profilo della diffe-renziazione dei prodotti e servizi, e favorendo il conse-guimento di diverse economie (di scala, di scopo, etc.).

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I “nodi” dello sviluppoLe parole chiave alla base di un percorso di sviluppodel settore sono date dall’autenticità del territorioche può accrescere grazie a collaborazioni e retiterritoriali tra organismi pubblici e privati. Ai fini diuna maggiore fidelizzazione degli ospiti è necessariauna altissima reputazione sul web. Inoltre, la forteconnotazione agricola dell’offerta di attività secon-darie (es. ospitalità, ristorazione, ecc.) insieme al-l’implementazione e lo sviluppo delle attività culturali,ricreative, sportive, etc., può favorire una permanenzapiù duratura da parte degli ospiti.I Punti di debolezza sono, invece, dati dalla vicinanzacon la città di Roma, catalizzatore della domanda,dalla carente capacità turistico-imprenditoriale deiterritori laziali, dalla burocrazia e dalla scarsa pro-mozione e conoscenza dei territori.

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4. GLI STRUMENTI DI POLITICA REGIONALE

Le modifiche della legge 14/2006 e della legge 38/99,i nuovi regolamenti sull’agriturismo e sulle attività mul-ti-imprenditoriali si configurano come un vero e proprio“giro di boa” in quanto intervengono sul settore agricoloin modo organico, seppur non esaustivo, con particolareriferimento all’incremento delle opportunità per le im-prese agricole, con i previsti interventi in materia dimultifunzionalità, e in tema di autorizzazioni ammini-strative. Per queste ultime, in particolare, la nuovanorma, grazie anche alla disciplina dell’utilizzo del PUAin essa contenuta, è in grado di offrire una maggiorecertezza nelle procedure amministrative. La perdurantecrisi economica e amministrativa, che continua a gravaresulle imprese agricole e sull’ intero sistema paese, haprovocato, in particolare, nella regione Lazio, una ridu-zione del numero delle imprese, che ha generato, seppurin modo estremamente parziale, il solo risultato positivodi una modesta crescita della superficie media aziendale.

In questo contesto, è necessario accompagnare il settoreagricolo in una crescita organizzata e strutturata, in-centrata sul superamento delle principali criticità attra-verso il perseguimento dei seguenti obiettivi:• crescita dimensionale delle imprese unita ad una ag-

gregazione dell’offerta all’interno di filiere produttiveben strutturate;

• realizzazione di infrastrutture primarie per il settoreagricolo, in particolare quelle riguardanti le filiereagroalimentari, come i centri di logistica;

• completo utilizzo delle superfici agricole da partedelle imprese agricole, volto, oltre che ad aumentarela competitività, anche ad arginare forme di degradoambientale e territoriale;

• semplificazione e certezza alle procedure ammini-strative;

• messa a sistema dell’enorme patrimonio di conoscenzapresente sul nostro territorio costituito, in particolare,dalle tante Università, dalle tre organizzazioni delleNazioni Unite con sede a Roma (FAO, PAM E IFAD),dai numerosi centri di ricerca scientifica etc.;

• sostegno pieno e mirato delle risorse comunitarie, inparticolare di quelle del Programma di Sviluppo Rurale,individuando anche i termini di qualità della spesa;

• promozione del nostro territorio sia attraverso lo svi-luppo della multifunzionalità delle imprese agricole,sia favorendo forme di collaborazione tra gli impren-ditori agricoli e altre figure imprenditoriali esercitantiattività comunque compatibili con l’agricoltura.

Al fine di perseguire gli obbiettivi di rilancio precedente-mente individuati si auspica un Testo Unico dell’Agricolturae una programmazione strutturata attraverso la redazionedel Piano Agricolo Regionale, nonché una classificazionee un marchio introdotti con il nuovo regolamento.

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