Campare Fino a Centanni

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«A desso la politica è un casi- no. Ci vuole un partito se- rio» (Ilona Staller) (la Repubblica 13/10). A ngela Merkel, parlando con i suoi collaboratori, chiama  Ni- colas Sarkoz y «Monsieur Blabla» (Albe rtoMattioli , LaStampa 10/10) . I lary Blasi ha questo nome per- ché l’ha voluto il padre: «L’ha preso da un lm western». La ma- dre,inve ce,hasceltoquel lodi una dellesorelle:Melory(SilviaFuma- rola , la Repub blic a 9/10). F ulcoPratesi ,fon- datore del Wwf, beve il latte scadu- to anche da dieci giorni: «E ho usa- tosalsevecch iedi quindici anni e sono sopravvissuto senza maldi panc ia»(Ca- terina Pasolini, la Repubblic a 12/10). V alentina Vezzali per la sesta medaglia mondiale nel oretto ha trovat o ispiraz ione nelcartone anima- to Kung Fu Panda: «Mi ha insegnato che la pace inte- riore è la cosa più importante» (A.R., la Repubblica 12/10). L a notte dopo aver vinto il mon- diale di Formula 1 (per il se- condoanno consecut ivo) Sebastian Vettel l’hapassa tain un pubirlan - dese insieme a  Michael Schuma- cher, cantando a squarciagola My waye YellowSubmarine (a.rav.,Cor- rieredella Sera 11/10) . P olemic a tra Federica Pellegrini e Gianni Petrucci, presidente del Coni. Ha cominciato la nuota- trice: «Se mi proponessero di fare laportabandieraalleOlimpiadidi Londra non lo farei. La slata dura mezza giornata e sette ore sul le ga mbe non si recuperano faci lmente . Ilnuoto comi ncia il gior no dopo la ceri monia inaugurale». Rispo- stadi Petrucci:«Nessu- no glielo ha chiesto, co- munque portare la bandiera alle Olimpiadi non è una Via Cru- cis». Conclusione di Pellegrini: «Chi non capisce che per me stare 8 orein piediil giornoprimadella gara olimpica (che preparo da 4 anni ) è impossibile , o nonè dotato dimoltaint ell ige nza,onon sacosa vuol dire stare 8 ore in piedi» (tut- tii gio rnal i del13/10 ). F ederica Pellegrininonha anc o- racancella tola scrit taBalù, ta- tua tasu unpiedeper amor edi Lu- ca Marin: «Volevo cambiarlo solo che non ho ancora capito come. Ci vuole l’idea giusta» (Giulia Zonca, La Stampa13/10). L uca Marin non vuole cancel- lare il tatuaggio che aveva fattoperFedericaPellegrini : la scritta «My dream is real» pre- ceduta da una F e conclusa dauna L (Ema nuel aAudisi o, la Repubblic a 10/10). S icco me Scot land Yard non gli ha dato la scorta, Roberto Saviano non è anda- to a ritirare il premio Pin- ter a Lond ra (att ribu ito ogni anno agli scrittori «pe rse gui tati per ave r espresso le prop rie idee») (La Stampa13/10). D opoaver cominci atoa recita re neltelelm HappyDays, l’att o- reallora trentu nenne Henry Wink- ler (che faceva Fonzie) si accorse di essere dislessico: «Siccome im- pararele battuteeradavvero dif- cile per me, riducevo interi para- gr a ad un unico s uo no : eeeeeeehi (Simona Marchetti, Corrier e.it13/10). N on è vero che Vasco Rossi ha ritirato la querela per diffam azionecontroNonciclo - pedia(LaStampa.it11/10). V alerio Alessandro Sizzi, inarteV@ler ic,22 anni , milanese, ha vinto il con- cor so mondiale del la Nokia per rifare la classica musichetta di accensione del cellulare. Ha ricevuto un premio da 10mila euro. Dice: «Ho fatto una versio- ne dubstep che piace agli hi- pster» (Paolo Ottolina, Corriere.it 10/10). P ietro Castellitto, 20 anni, glio di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, studia e fa l’attore. Il padre gli dà consigli: «Mi ha sem- pre detto tantissi me cose , per esempio quando guardiamo la tv capi tachemi dica“gua rda,lovedi quello? È un cane, osservalo bene e fai l’opposto”» (Fulvia Caprara, La Stampa13/10). N iccolò Amman iti da ragazzo avevaventiacquariin camera : «I pescierano tuttidiversi,metter - li assieme era come inserire i per- sonaggi nella tram a di un libro di fantascienza o in un poliziesco. Se sbagl iaviciscappavail morto ».Ora possiede due cagnoline ed è tal- mente ossessionato dall’idea della loromorteche cercadi conti nuosu Interne t tuttele notizi e sulletecni- chedi clona zione(DarioCresto-Di- na,la Repubbli ca15/10). «A prire una fondazione a mio nome? Così sembra che sia giàmorto:ma primade- vo trovare un buon po- sto in un cimitero ( Ric- cardo Muti) (Repubbli- ca.it14/10). (a cura di Daria Egidi) Foto: Valen tina Vez zali, Angela Merkel, Ilary Blasi, HenryWinkler.  ANNO XVI NUMERO 244 - PAG II  IL FOGLIO QUOTI DIANO  LUNEDÌ 17 OTTOBRE 2011 il Giornale, domenica 9 ottobre T ileggenegl i occ hiil tuostat odi sal ute, manon vuol e esse rechiamat o iri dol o- go:«Non si fannodiagnosicon l’irid ologia . L’iride può solo dare informazioni sullo statodegliorgani e sullemalattiepregres- se, svelare eccessi e carenze». È un profe- tadellamedicinanatur ale , maguai a dar - gli del naturopata: «Per carità! È un’eti- chetta omnibus che è stata adattata alle più diversediscipline , dall’ag opunturaal- la riflessologia, dall’omeopatia allo shiat- su, dall’ayurveda alla chiropratica». Sa di medicina, ma non è un medico: «Anzi, io stesso, quando ce n’è bisogno, esorto i po- tenziali pazienti a rivolgersi ai camici bianchi, nonostante la prefazione del mio ultimo libro,  Dalla natura.  La salute alla  portata di tutti, abbia voluto farmela una chirurga, Albarosa Mazzi». Non è un gua- ritore, ma in 40 anni almeno 30.000 italia- ni,conquistatida un passapar olasotterra- neoe ince ssa nte,hannoseg uitoisuoicon- sigli di vita e sconfitto le malattie più di- sparate, dal cancro all’infer tilità: «Mi li- mito alle consulenze igienistiche e alle conferenze.M’hanno chiamat o la Regione Laz io,Comun i,scuol edi ogniord inee gra - do». Non è un santone, ma padre Gianni Sgreva,un passion istalaureatoin teolo gia e scie nzepatri sti cheche hafondat o laco- munità Oasi della pace sotto il monte del- le apparizi oni di Medjugorj e, l’hachiama- to a tenere lezione ai suoi confratelli riu- niti a Passo Corese, fra Roma e Rieti: «In due giorni ho parlato per 15 ore a 62 fra preti e suore, due delle quali facevano il medi co,una inuna cli nicaola ndes e e l’a l- tra a Pavia. Sulla lavagna ho schematizza- to gli elementi senza i quali non può es- serci a salute: natura, corpo, mente, spiri- to. Padre Sgreva mi ha detto: “Provi a ca- povolgerla ”. Aveva ragione lui: lo spirito va messo sopra, governa tutto. Per stare bene , nonpuoipresci nder e daquello». Ma allora chi è Armido Chiomento, 76 anni compiuti ieri (8 ottobre, ndr ), veneto schivo e serafico abitante a Musile di Pia- vema vissutofraBolzano,Roma, Orista no, Cagliari, Torino e Verona, ex allievo del- l’Opera salesiana Pio XI nella capitale, laureato in scienze politiche nel capoluo- go piemontese con una tesi sull’assentei - smo, dirigente dell’Azie nda di Stato per i servizi telefonici che nel 1990 smise d’oc- cuparsi di ponti radio e andò in pensione perc hésentiv a didoversiprenderecuraa tempo pieno dell’umanità sofferente? Lui si definisce un naturoigienista e per dieci anni è stato presidente dell’Acnin (Asso- ciazione culturale nazionale discipline igienistiche naturali). I suoi seguaci ritro- vanoil benesse recon impiast ri difango su visceri e genitali, con abluzioni fredde su tutto il corpo, con diete dissociate che im- pongono di non combinare mai carne e for magg io for magg i epatateo pat atee ce- reali o cereali e yogurt, con draconiane classificazioni deglialimentiche conside - rano«tossici»latte,legumisecchi e verdu- rebollitee addiri ttura«iperto ssici » carne, pesce, tè, caffè, cioccolato, alcolici e zuc- chero raffinato. Per loro è l’erede spiri- tuale di Luigi Costacurta, capostipit e del naturoigi enismo, un trevigiano razza Pia- ve, nato nel 1921 a Conegliano , sopranno- minato «ilmedicodellemele»,perchécon- sigliava una dieta depurativa di otto gior- ni incentrata sul frutto più simbolico del paradisoterrestre . Costacurta morì nel 1991, dopo aver creatoa Trent o, grazieall’appogg io di due politici locali ai quali aveva restituito la salute, l’Accademia nazionale di scienze igieni stichenaturaliGalileoGalilei . Dalla quale però il troppo ortodosso Chiomento è prestouscito , noncondividend onele mo- dalit à operat ive.Cosìcome, inprecedenza, ave vasepar atoi suoidest inida quel lidel- laFederazionenaturista , essendosi accor - to che agli iscritti interessava più il nudi- smo che non la promozione dei valori sa- lutistici. Insomma, un duro e puro. Che nell’alberogenealogico della vis medicatrix naturae, la forza risanatrice della natura individuata 2.400 anni fa da Ippocrate co- mepoteredi aut ogua rig ioneinnatoin tut- ti gli esseri viventi, lo colloca dopo i tede- schi Sebastian Kneipp (1821-1897), Louis Kuhne (1835-1901) e padre Taddeo di Wie- sent (1858-1926), e il cileno Manuel Lezae- ta Acharán(1881-1959 ). Kneipp è l’abate dalle ciglia cispose che comparesull’etichetta dell’omonimomalto? «Esatto. Voleva diventare prete, ma la tubercolosi lo frenava negli studi. Finché non gli capitò fra le mani il libretto di un medico tedesco del Seicento sulla forza guaritrice dell’acqua. Comprese così che lasalute dipendedallareazionedella pel- le.Perc iòcorre vaper40 min uti , poisispo- gliava e si gettava nel Danubio gelato, quindi riprendeva la corsa. In sei mesi la Tbc scomparve ». EKunhechiera? «Un medico di Lipsia, che non riusciva a curare il padre colpito da tumore allo stomaco. Allafine giunsealla conclusi one che tutte le malattie nascono da una feb- bre del trattogastroint estina le». E padreTaddeodi Wiese nt? «Era un cappu ccin o, missionario in America Latina. Sviluppò un concetto ge- niale:l’equilibrio termicodi Wiese nt. Ma- nuel Lezaeta Acharán ricorse ai suoi con- sig liperchéera aff ett o dauna sif ili deche nonriuscivaa debe llarein alc un modo ». Chefaceva Lezaet a Achar án nellavita? «Dapprima voleva diventare medico e poiavvocato,ma lamalattiavenerealo co- strinse a interrompere gli studi. Padre Taddeo lo guarì. E lui sistematizzò la dot- trina termica del frate, mettendo in rela- zionele abl uzio nifreddedi Kne ippcon la febbreintestinal e di Kunhe.Quindi bagni russi, cioè sauna del corpo a eccezione della testa, poi doccia fredda, poi ancora vaporicaldi.LezaetaAcharánlo chiama va “lavaggiodel sangue”» . Ache ser ve? «Hapresenteil principi o deivasi comu- nicanti? Noiabbiamo una circolazionein- terna,a livello viscera le,e una perife rica, a livello cutaneo. Se lei mangia male, che succede?Per risolverei problemi diges ti- vi, il sangue deve affluire tutto nello sto- maco, a scapito di altri organi. Con la va- sodilatazione e la vasocostrizione si ripri- stin a l’eq uili brio termi co. Leza eta Acharán ci aggiunse i cataplasmi di terra sull a panciache assorbonoe diss ipan oal- l’esternoil caloreintestinaletanto temuto da Kunhe». Temutoperché? «Secondo lei perché i testicoli sono ester ni,mentre leovaie sonointerne?Per- ché hanno bisogno di non superare una certa temperatura, tant’è vero che si im- puta al loro eccessivo surriscaldamento, dov utoa sli p ejeanstropp ostrett i,ilvisto- socalodi quan tit àe qual itàdegl i sper ma- tozoinellenuove generaz ioni.Ora ladige- stione altro non è che una fermentazione, che deve avvenire a 37 gradi. Ma se lei so- vracca rical’apparatodigerente,associan- doalimentisbaglia tio eccedendonel man- giare, la temperatura interna sale a 40-42 gradi e in tal modo i microrganismi si tra- sformanoin microbatteri» . Gliel’ha insegnato Costacurta? «Costacurta mi ha cambiato la vita. Era un capofficina della Zanussi, che fu man- dat o perlavo roin Cil e.Là con obbeLeza e- ta Acharán. Un solo incontro, di un paio d’ore. Chiedergli aiuto perché sua moglie nonriusci vaa rimanereincintae dive nta - re suo discepolo fu tutt’uno. Ha avuto il merito di riordinare la disciplina alimen- taredel natural istacileno». Mifaccia qualch e esemp io concre to. «Si dice che la digestione comincia in bocca. Bene. Se io mangio un amido, gli spaghettiper esempio , giàin boccaprodu- co vari enzimi, fra cui la ptialina, che tra- sfo rmal’ami doin mal tos io.Mase sull apa- stacimettoil pomo doro , checonti eneaci- di organici, inibisco la secrezione della ptialina. Quindi niente maltosio, che nel duodeno non potrà perciò essere scisso dalla maltasi, un altro enzima deputato a trasfo rmarel’amidoin glucosio.Risultato: digestione rallentata». Sta ricusando la pasta al pomodoro, uno deicardinidella dietamediter ranea , siren- de conto? «La caprese, proposta come modello di leggerezz a, è ancora peggio. Mozzarella e pomodoro affettati. La caseina, che è la proteina del formaggio, va digerita nello stomaco. Ma lì incontra l’acido cloridrico, che la aggredisce. Così la caseina tende a rapprend ersi.Se ciaggiungoanche gliaci- di organici del pomodoro, la impacchetto defini tivam ente.Mangiola capreseperce- na e al mattino alle 5 ho ancora la mozza- rellanello stomac o. Perciòniente formag - gio in tavola alla sera. La Scuola medica saler nitan a raccomandava: “Ilcacioè buo- no,ma dal locon manoavar a”» . Sipuò ripi egar e suprosciu ttocrudoe me- lone? «No.La fruttaha laparticolarit à d’esse- resubitoassimilat a daivilliintestina li,ma se ci unisco la proteina del prosciutto ri- tardo la digestione del melone, lo zucche- ro fermenta e aumenta la temperatura in- terna». Eallor a checosamett eresotto i den tido- po il tramo nto? «Mai la pastasciutta. Dicono che conci- liailsonno.Sa perc hé?Da rag azzi noio fa- cevo la colla mescolando farina e acqua. Perla pasta è uguale:l’ami domi fadiven- tare il sangue colloso, il microcircolo ral- len tae anda ndoavant icon gliannifini sce cheti addo rmen tipuredi gio rno». Megli o unabella macedon ia. «Neppure. Il transito intestinale della frutta dipende dal grado zuccherino. Solo quellaacida, tipoarance, limoni,pompel- mi, kiwi, ananas e ribes, può essere me- scolata. La frutta dolce no. Se lei mangia una pesca,develasciarpassareun’ora pri- mad’inger ireuna perao unabanana». Chealtr o hamess o albando ? «Il latte, benché i miei genitori fossero commercianti di prodotti caseari. Quale mammife roin nat urabeveillattedaadul- to? Di un’altra specie animale, per di più. E comunque, se proprio tocca, mai i latti- cini con la carne. Inoltre centellinare le proteine. Nella loro digestione, il sotto- prodotto è rappresentato dall’urea pre- sente nel sangue e nell’urina, che va eli- minata dai reni. Se esageriamo , subentra la cristal lizzaz ionedell’acidourico: eccoi calcoli renali e le malattie articolari. Per- sonalmente sono 40 anni che non mangio né carne né pesce. Ma senza fanatismi. Scendendodalmonte Pelmo,al rifugi o Ve- nezia mihannooffer touna fet tadi sal ame e nonmi sonotira toindiet ro». Mi tolga una curiosità: oggi che cos’ha mangia to percolazione? «Unottimosuccodi pescapreparat o con le mie mani. A mezzogiorno un’insalata mistae un risott o vegeta le». Conve rràche duespaghetticon le vongo- le sonopreferib ili. «Provi con l’alga wakame. Stesso sapo- re». Scusi, ma lei è laureato in scienze politi- che. Quali competenze ha per dispensare suggerimenti dietetici? «Non mi sono mai sostituito ai medici, soprattutto in presenza di patologie serie. “I chiodi vanno lasciati agli altri”, mi rac- comandava Costacurta. Però la medicina si studia anche fuori dalle facoltà univer- sitarie. L’anatomia è una sola. Ma la fisio- log iaè relativa,si puòvedereconaltrioc- chi. Se una malattia non è prodotta dalla genetica o da un trauma, significa che è funzionale e in quel caso è l’organismo stes so,nonil medi co,chedevecurarl a.Ip- pocrate diceva: “Primum non nocere”, per primacosa non nuocere.Per tornareall’e- quilibrio termico, posso dimostrarle che selei ha36,8di tempera turae mang iauna mela, il termometro sale a 37,1. Ma se lei prendela melacentrifug ata,la tempera tu- ra resta 36,8, perché non ha fatto lavorare l’appara to digerente.Del restoche cosafa ilcanequandosta mal e?Non toc cacibo e aspetta. Purtroppo nell’uomo non c’è più istinto. La razionalità ha avuto il soprav- vento.Dal cervel lorettiliano, checi guida- va soloalla sopravvivenza,siamopassati a quello emotivo e poi a quello razionale. AbbiamosostituitoDio con la scienza» . Hamai avu toa chefareconi med ici ? «Cert o,e hograndeconsidera zioneperil loro lavoro, perché di fronte a un disturbo conge nitononc’è stile divitache teng a:ser- ve la medicina ufficiale, serve la chimica. Unavoltami hannoanchediagnost icat o un carci nomapolmona re.Ho capit oche misa- rei dovuto separare dai miei due figli. Ho medit atosuglierroricommes sie hochiesto perdo noal Padre tern o.Ho vissu toquel pri- mo giorn o di ricov eroospedalie ro in un si- lenzio assoluto, isolato dai compagni di stanza. Credo d’aver conosciuto la vera pa- ce.All aseraè arriva toun med icoe s’èscu- sato: “Abbiamo sbagliato, l’esame radiolo- gicoriguardaun altro pazie nte”.Ho prova - toun sensodi liberazio ne,ma senzaalcuna gioia: il mio pensiero è andato a chi stava perriceverel’infaus toverdetto». Nonha lasensazi oneche nellanost raepo- ca siano più le persone che stanno male di quelleche stann o bene? «Sempre. La vita media s’è allungata, ma viviamo da ammalati. Costacur ta rite- nevachetuttii natidopola seco ndaguer- ra mondial e avesse roil sistemavegetat ivo altera to.Un portatodel benesser e». C’èunacosache nonbiso gnafaremai,se sivuolecamp arefinoa 100anni ? «Mangiare troppo e in modo disordina- to». E unacosada far e inv ecetutt i i gio rni ? «Controllare se l a pelle lavora. Una per- sonamagrache nonsuda deveconsider are seria mentela possib ilit à d’esse re mala ta». Stefano Lorenzetto La Stampa, venerdì 15 luglio C ioè Cavour si illu- deva che , arr ic - chendo il Paese, si sa- rebbe versata allo Sta- to, attraverso il fisco, una quota di ricchez- za sufficiente a fron- teggiare deficit e debi- to. Illusione e testarda ggine.Non si rasse- gnav a all ’ide a dinon esse recapito.Tut te colpe, in un uomo politico. A metà ’53, poi, finì il boom mondiale che aveva fa- vorito quegli arricchimenti, quel molti- plicarsi di iniziative. Pessimi raccolti e improvvisa scarsità del grano di Odessa, dato che i russi avevano c ominciat o a far laguerraai turc hi. Per chéin real tà,coni meto didi Cavo ur , l’ec onomiafino adalloraavevaripres o be- ne. Molto bene. Tra il 1851 e la metà del 1853 si visse in un clima che definire euforico è poco. Il paese era tutto un ri- bollired’iniziat ive e Cavourne alimenta- va la febbre favorendo, ogni volta che avevasenso, l’interve nto pubblico Non era un liberale? Non doveva tenere loStatolontan o daimercat i? E infattiincontròla fermaopposizione deilibe rist ipuri,chein Parl amen toglisi miseroaddirittu ra contro.Ma ilconte era perfar lecosecon unminimodiragione - volezza, senza fondamentalismi di alcun tipo. Quindi, per esempio: cedette ai pri- vatiparecchieminieresarde,ma miseca- pit alepubblicoper rend erpossibi leuna linea Genova-Voltri. Non voglio dire che abbia inventato le partecipazioni statali, ma certo non bacchetterei chi lo affer- masse. Chi avrebbe potuto bucare la gal- leria dei Giovi? O portare l’acqua dello Scr ivi ada Bus all aa Gen ova ? Ela flo ttadi navi in ferro? E la manutenzione di un parco locomotive che si faceva sempre più imponente? Le stesse ferrovie erano mezzepubbliche(266 chilome tri)e mezze private (264).E tutte queste energie,tutti questi capitali erano suscitati per « au- mentare l’attività economica nelle parti più vici necome nell e piùlonta ne», «  per mettere il Piemonte alla testa della civiltà italiana». Lacreazio nedi stra de,ponti,traf ori,fer- rovi e,lo svil uppodelsiste mapostal e e di quello bancario (compreso lo sforzo per abitu areil pubbl icoalla circol azionedel- la carta), la moltiplicazione delle vie di navigazione, tutte infrastrutture che in parte devono anche essere « dal Governo esercitate»,eche«nonsonodi nat urastret- tament e commerci ale…».I liberistipurigli rispondeva no che questo era protezioni- smo sottomentitespoglie e Cavour , abba- stanza sfinito dalle accuse che gli erano mosse dai suoi amici, replicava col suo vecc hioprinc ipioche«non bisogna esage- rare con le parole». E del resto c’era poco da discutere. «Noi – scriveva Francesco Ferr aranel lugl iodel 1853– siamo in uno di que’ periodi di prosperità economica, che sembranoappositamen te preordina ti,nel si- stema delmondomoral e,per rido nareaipo-  poli,in pochianni di ragionevole e liberogo- vern o,ciò chein un a seriedi rest rizio nie ar- bitrii abbian mancato di guadagnare. Niu- no, pochi anni or sono, avrebbe avuto il co- ragg iodi predireche a mome ntisi sareb bero raddoppiat e, quasi, in edifici ed in abitanti, le principali città dello Stato; che strade, te- legrafi, sistemi di irrigazione, navigazioni transatlantiche, banchi ipotecari, compa- gniediassicura zion e ecc.ecc.,tuttosi sareb - be improvvisato, e successivamente e rapi- damente eseguito; tutto avrebbe trovato, in mano ad azionisti vogliosi, masse enormi di capitali , come se sbucassero dalla terra, e se i nostri antenati non avessero ad altro pen- sato, che a seppellirveli per aspettare il gior- no in cui, all’aura della libertà, sarebbe loro  permesso di presentarsi ad animare e sor- regg erelo spir itodellegrand i int rapreseeco- nomiche». Era merito di Cavour? O era merito del boommondiale? Mal’assol uti smo,coni suoidenar i ben conservati in cassaforte, avrebbe saputo profittar molto poco del boom mondiale. Che però quando finì, a partire dall’au- tunno, lasciò a terra parecchi di quelli che s’eran fatti troppo prendere dall’en- tusiasmo, che s’erano troppo lanciati. Que sti,conle Bors ea untrattoa prec ipi - zio, si trovarono adesso con le spalle al muro. Nel mondo al rialzo della prima parte dell’anno c’era infatti evidente- ment e una compo nente specu lati va. Hambro scrisse a Cavour: « Quelque fois il m’a paru que vous mettez un peu trop les épérons dans les flancs de votre cher pays. Espérons que je me trompe ».Adessoperòi mercati del Mar Nero erano stati chiusi, e c’era biso gnodi contant e,perchéora la carta veniva accettata malvolentieri, e il sistema creditizio piemontese, invece di aiutaregli acquistidall’esterodi cereali, eracostrettoa importa re monetametalli- ca. Nei paesi a economia protezionista l’improvviso impennarsi del prezzo dei cere alivenneaffrontatocon i soli tiprov- vedimenti: divieto di esportare e abbas- samento dei dazi d’entrata sulle grana- glie. Cavour non poteva coerentemente vietare le esportazioni (soprattutto: era cert oche nonsareb beservit o),ma pot eva profitt are dellacongiunturaper elimina - reo ridu rreancorai dazisulgrano. Ma lui, in quello sboom, stava perdendo o no? Perché speculava ancora con i fran- cesi attraverso la società del mulino, se nonricor domale. Non stava perdendo, anzi. E infatti gli organizzarono una manifestazione sotto casa. Con l’inten zionedi ammazzarlo. GiorgioDell’Arti (126 - continua lunedì prossimo) Cavour Il boom,lo sboom e la manifestazione sotto casa del conte per ammazzar lo  La ri ce tt a di Ch io me nt o si ba sa su ll ’a li me nt az io ne di ssoc ia ta : «L a vi ta me di a s’ è al lu ng at a, ma vi vi am o da am ma la ti » C A MP A RE FINO A CENT’ A NNI la Repubblica, domenica 9 ottobre “L oro” sono già tra di noi, simili a noi, destinati a sosti- tuirci per sempre, o quasi. E se noi stessi fossimo loro senza saperlo? Loro non sono gli alieni dell’ Invasione degli ul- tracorpi , il classico film della fantascienza del 1956. Sono i fu- turimillenari,che abitera nnoquesto pianetaper un tempoin- terminabile in confronto alla nostra breve vita. Il gerontologo Aub reyde Greyè conv into chesianodavv eroin mezz o a noi: «I prim i esse riumanidestinatia viverefino all a sogl iadei mill e annisonoquasicerta mente giànati» . Nonperché sian o dive r- si dalla nascita: è la scienza che sta facendo tali balzi in avan- ti da rendere realistico un formidabile prolungamento della longevità umana . «Mettiamo pure che i mille anni per ora re- stino un obiettivo irrealistico – dice la futurologa Sonia Arri- son del Pacific Research Institute, in California – ma un’età med iadi 150anniè ragg iun gib ilein unfutur o vici no.E lamag- gior parte di quegli anni li vivremo in buona salute, vitali e produttivi». In parte questa evoluzione è già in atto sotto i nostri occhi. Quasi sei milioni di americani hanno più di 85 anni, divente- ranno una ventina di milioni entro il 2050, passando dall’1,8 percentoal4,34per cento del lapopol azi one.Inquant oagliul- trac entenar i,eranoappena2.300negliStat i Unit i dimezzose- colo fa, oggi ce ne sono già ottantamila, a metà del secolo sa- rannooltre seicentom ila.Quindi entropochi decennila popo- lazi oneoltrei cent o anniavràle dimensionidellacittàdi San Fran cisc o.Ma questesonotendenzeestrapo latedaquantosta accadendo da decenni, non tengono conto di nuovi balzi in avan ti.Per mol tiespertiil verostrap podeve anco ra avvenire , grazie alle ricerche sul “gene della longevità”. Un esempio lo fornisceil lavorodella scienziata biogenet icaCynthia Kenyon pres soil pol icli nicodell a Univ ersi tyof Califor niaa SanFran- cisco. La Kenyon ha scoperto che basta disattivare un singolo gene, chiamato daf-2, per raddoppiare la durata di vita di un verme, il Caenorhabditis Elegans. Alterando un altro gene, daf- 16, la longevità del verme diventa sei volte superiore alla me- dia. «Tradotto nella speranza di vita umana questo equivar- rebb e a farc i arri vareall’ etàdi 500anni» , comment a Son iaAr- rison.Lei ha fattoil puntosulletante ricercheconvergen tiver- so l’aumento della speranza di vita, nel suo saggio intitolato sinteticamente 100Plus (appen a uscitoda BasicBooks).In Spa- gna il Centro di ricerca nazionale anti-can cro usando metodi dive rsiè riuscito a prol unga re del45 percentola vitadeitopi inlabora torio.La Arri sonprecis a chenessuno diquestirisul - tatisi puòtrasferireautomaticam entesugli esseriumani.Però la direzione delle ricerche è promettente. Altrettanto lo è la rapidità con cui si raggiungono nuovi traguardi. Sorge un’obiezione immediata, a cui è importante dare ri- sposta: siamo sicuri di voler sopravvivere così a lungo, se una vecchiai a intermi nabiledovessetrasformarsiin uncalvario di malattie? La quantità della vita ci attrae, se è disgiunta dalla qual ità ? Non sipuò tras cura re ilfattoche l’au ment o dell a po- polazione di ultra-85enni coincide in tutto l’Occidente con un paralleloincrementopercentualedei malatidi Alzheimer.La vogl iadi vive resemprepiùa lun gopuò div ent areunaformadi hubris, castigata con altre sofferenze? La nostra cultura è pie- na di ammonimenti in senso contrario. Dal mito di  Faust rie- laborato da Marlowe, Goethe e Thomas Mann, fino al  Ritratto di Dorian Gray diOscarWilde , ildeside riodi unalongev itàin- naturale, o di una vecchiaia giovanilistica e godereccia, viene considerato come un delirio di onnipotenza, un patto col dia- volo, di cui prima o poi si pagano dei prezzi terribili. Anche qui secondo la Arrison la scienza sta elaborando ri- sposte rassicuranti . Non si tratta solo di vivere di più, ma an- che meglio. A questo fine uno dei percorsi di ricerca più inte- ress antipunt a all a ripa razi oneo sost itu zion e diintericompo - nen tidel corpo uma no,via viache silogoran o o siguastan o.Il fatto che dei singoli pezzi raggiungano la loro data di scaden- za,in sost anza , nondevepiù sign ifi careche lavita dell ’ess ere umano ha lo stesso limite. Uno dei laboratori di avanguardia in questo campo è il Wake Forest Institute for Regenerative Medicine, a Winston-Salem nella North Carolina. Sotto la gui- da del professor Anthony Atala, questo istituto ha cominciato a creare delle vesciche artificiali, per sostituire l’organo in bambini che avevano un difetto congenito alla nascita. La stru ttur a dibasedellavescicaarti fici aleè cost ruit a conmate- riale organico, su cui si innestano cellule staminali del pa- ziente per impedire il rigetto. Partendo da quell’esperimento rius cito , oggilostessoIstitu tolavoraallaprodu zion e ditrenta div ersetipol ogi e diorganie tess utiinclusiil fega to,il cuor e e leossa.È interes sant e sott olin earechela Wak e Fore stSchool of Medicine fa capo alla chiesa protestante battista, a riprova chele convin zionireligiosenon sononecessariame nteun osta- colo a sperimentare il prolungamento della longevità. Dopo- tuttoMatusalemmeè unpersonaggiodella Bibbi a: sarebb e vis- sut o finoall’etàdi 969anni,morìsett e gior niprimadelDiluv io universale. Visto che la causa di mortalità prevalente nei paesi ricchi restano le malattiedi tipocardiorespiratorioe vascolare,uno dei campi di ricerca cruciali è la fabbricazione in laboratorio del cuore umano. Il policlinico della University of Minnesota già nel 2008 riuscì a costruire il primo cuore di topo. Oggi sta lav oran dosullaproduz ionedicuoridi maia le,un ani malepiù simile all’uomo per le dimensioni e i cui tessuti cardiaci sono già ampiamente usati come componenti per trapianti umani. Un altro istituto di medicina rigenerativa, quello dell’univer- sità di Pittsburgh, in Pennsylvania, lavora sulle matrici extra- cellulari per fare ricrescere tessuti amputati o lesi: per esem- piofalangi di ditatagliate.L’ideaè quellatrasformareil corpo umano in una sorta di cantiere permanente, con lavori di ri- stru ttur azio nee rest auroprol unga bil i permoltidecennio ad- dirittura secoli. Resta da capire se questo salverà anche i no- stri tessuti cerebrali, e come. Oltre i cento va benissimo , pur- ché non ci si arrivi sotto forma di androidi senza memoria, o con una storia trapiantata come i replicanti di  Blade Runner. Federico Fubini Ci fa re mo so st it ui re gl i or ga ni lo go ra ti con pe zzi di ri ca mbio  I venti acquari di Nicc olò Ammaniti CA T ALO GO DEI VI VEN TI

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IL FOGLIO QUOTIDIANO

Transcript of Campare Fino a Centanni

  • Adesso la politica un casi-no. Ci vuole un partito se-rio (Ilona Staller) (la Repubblica13/10).

    Angela Merkel, parlando con isuoi collaboratori, chiama Ni-colas Sarkozy Monsieur Blabla(AlbertoMattioli, La Stampa 10/10).

    Ilary Blasi ha questo nome per-ch lha voluto il padre: Lhapreso da un film western. La ma-dre, invece, ha scelto quello di unadelle sorelle:Melory (Silvia Fuma-

    rola, la Repubblica9/10).

    Fulco Pratesi, fon-datore del Wwf,beve il latte scadu-to anche da diecigiorni: E ho usa-to salse vecchie di

    quindici anni e sonosopravvissuto senzamal di pancia (Ca-terina Pasolini,

    la Repubblica 12/10).

    Valentina Vezzali perla sesta medagliamondiale nel fiorettoha trovato ispirazionenel cartone anima-to Kung Fu Panda:Mi ha insegnatoche la pace inte-riore la cosa piimportante (A.R., la Repubblica12/10).

    La notte dopo aver vinto il mon-diale di Formula 1 (per il se-condo anno consecutivo) SebastianVettel lha passata in un pub irlan-dese insieme a Michael Schuma-cher, cantando a squarciagola Myway eYellow Submarine (a.rav., Cor-riere della Sera 11/10).

    Polemica traFederica Pellegrinie Gianni Petrucci, presidentedel Coni. Ha cominciato la nuota-trice: Se mi proponessero di farela portabandiera alle Olimpiadi di

    Londra non lo farei. La sfilatadura mezza giornata e sette

    ore sulle gambenon si recuperanofacilmente. Il nuoto

    comincia il giornodopo la cerimoniainaugurale. Rispo-

    sta di Petrucci: Nessu-no glielo ha chiesto, co-

    munque portare la bandieraalle Olimpiadi non una Via Cru-cis. Conclusione di Pellegrini:Chi non capisce che per me stare8 ore in piedi il giorno prima dellagara olimpica (che preparo da 4anni) impossibile, o non dotatodimolta intelligenza, o non sa cosavuol dire stare 8 ore in piedi (tut-ti i giornali del 13/10).

    Federica Pellegrininon ha anco-ra cancellato la scritta Bal, ta-tuata su un piede per amore diLu-ca Marin: Volevo cambiarlo soloche non ho ancora capito come. Civuole lidea giusta (Giulia Zonca,La Stampa 13/10).

    Luca Marin non vuole cancel-lare il tatuaggio che avevafatto perFederica Pellegrini: lascritta My dream is real pre-ceduta da una F e conclusada unaL (EmanuelaAudisio,la Repubblica 10/10).

    Siccome Scotland Yardnon gli ha dato la scorta,Roberto Saviano non anda-to a ritirare il premio Pin-ter a Londra (attribuitoogni anno agli scrittoriperseguitati per averespresso le proprie idee) (LaStampa 13/10).

    Dopo aver cominciato a recitarenel telefilm Happy Days, latto-re allora trentunenneHenryWink-ler (che faceva Fonzie) si accorsedi essere dislessico: Siccome im-parare le battute era davvero diffi-cile per me, riducevo interi para-grafi ad un unico suono:eeeeeeehi! (Simona Marchetti,Corriere.it 13/10).

    Non vero che Vasco Rossiha ritirato la querela perdiffamazione controNonciclo-pedia (LaStampa.it 11/10).

    Valerio Alessandro Sizzi,in arte V@leric, 22 anni,milanese, ha vinto il con-corso mondiale dellaNokia per rifare la classicamusichetta di accensionedel cellulare. Ha ricevutoun premio da 10mila euro.Dice: Ho fatto una versio-

    ne dubstep che piace agli hi-pster (Paolo Ottolina, Corriere.it10/10).

    Pietro Castellitto, 20 anni, figliodi Sergio Castellitto eMargaretMazzantini, studia e fa lattore. Ilpadre gli d consigli: Mi ha sem-pre detto tantissime cose, peresempio quando guardiamo la tvcapita chemi dica guarda, lo vediquello? un cane, osservalo benee fai lopposto (Fulvia Caprara,La Stampa 13/10).

    Niccol Ammaniti da ragazzoaveva venti acquari in camera:I pesci erano tutti diversi, metter-li assieme era come inserire i per-sonaggi nella trama di un libro difantascienza o in un poliziesco. Sesbagliavi ci scappava ilmorto. Orapossiede due cagnoline ed tal-mente ossessionato dallidea dellaloromorte che cerca di continuo suInternet tutte le notizie sulle tecni-che di clonazione (Dario Cresto-Di-na, la Repubblica 15/10).

    Aprire una fondazione a mionome? Cos sembra che siagimorto: ma prima de-vo trovare un buon po-sto in un cimitero (Ric-cardo Muti) (Repubbli-ca.it 14/10).

    (a cura di Daria Egidi)

    Foto: ValentinaVezzali, AngelaMerkel, IlaryBlasi, HenryWinkler.

    ANNO XVI NUMERO 244 - PAG II IL FOGLIO QUOTIDIANO LUNED 17 OTTOBRE 2011

    il Giornale, domenica 9 ottobre

    Tilegge negli occhi il tuo stato di salute,ma non vuole essere chiamato iridolo-go: Non si fanno diagnosi con liridologia.Liride pu solo dare informazioni sullostato degli organi e sullemalattie pregres-se, svelare eccessi e carenze. un profe-ta della medicina naturale, ma guai a dar-gli del naturopata: Per carit! uneti-chetta omnibus che stata adattata allepi diverse discipline, dallagopuntura al-la riflessologia, dallomeopatia allo shiat-su, dallayurveda alla chiropratica. Sa dimedicina, ma non un medico: Anzi, iostesso, quando ce n bisogno, esorto i po-tenziali pazienti a rivolgersi ai camicibianchi, nonostante la prefazione del mioultimo libro, Dalla natura. La salute allaportata di tutti, abbia voluto farmela unachirurga, Albarosa Mazzi. Non un gua-ritore, ma in 40 anni almeno 30.000 italia-ni, conquistati da un passaparola sotterra-neo e incessante, hanno seguito i suoi con-sigli di vita e sconfitto le malattie pi di-sparate, dal cancro allinfertilit: Mi li-mito alle consulenze igienistiche e alleconferenze. Mhanno chiamato la RegioneLazio, Comuni, scuole di ogni ordine e gra-do. Non un santone, ma padre GianniSgreva, un passionista laureato in teologiae scienze patristiche che ha fondato la co-munit Oasi della pace sotto il monte del-le apparizioni di Medjugorje, lha chiama-to a tenere lezione ai suoi confratelli riu-niti a Passo Corese, fra Roma e Rieti: Indue giorni ho parlato per 15 ore a 62 frapreti e suore, due delle quali facevano ilmedico, una in una clinica olandese e lal-tra a Pavia. Sulla lavagna ho schematizza-to gli elementi senza i quali non pu es-serci a salute: natura, corpo, mente, spiri-to. Padre Sgreva mi ha detto: Provi a ca-povolgerla. Aveva ragione lui: lo spiritova messo sopra, governa tutto. Per starebene, non puoi prescindere da quello.

    Ma allora chi Armido Chiomento, 76anni compiuti ieri (8 ottobre, ndr), venetoschivo e serafico abitante a Musile di Pia-vema vissuto fra Bolzano, Roma, Oristano,Cagliari, Torino e Verona, ex allievo del-lOpera salesiana Pio XI nella capitale,laureato in scienze politiche nel capoluo-go piemontese con una tesi sullassentei-smo, dirigente dellAzienda di Stato per iservizi telefonici che nel 1990 smise doc-cuparsi di ponti radio e and in pensioneperch sentiva di doversi prendere cura atempo pieno dellumanit sofferente? Luisi definisce un naturoigienista e per diecianni stato presidente dellAcnin (Asso-ciazione culturale nazionale disciplineigienistiche naturali). I suoi seguaci ritro-vano il benessere con impiastri di fango suvisceri e genitali, con abluzioni fredde sututto il corpo, con diete dissociate che im-pongono di non combinare mai carne eformaggi o formaggi e patate o patate e ce-reali o cereali e yogurt, con draconianeclassificazioni degli alimenti che conside-rano tossici latte, legumi secchi e verdu-re bollite e addirittura ipertossici carne,pesce, t, caff, cioccolato, alcolici e zuc-chero raffinato. Per loro lerede spiri-tuale di Luigi Costacurta, capostipite delnaturoigienismo, un trevigiano razza Pia-ve, nato nel 1921 a Conegliano, sopranno-minato ilmedico dellemele, perch con-sigliava una dieta depurativa di otto gior-ni incentrata sul frutto pi simbolico delparadiso terrestre.

    Costacurta mor nel 1991, dopo avercreato a Trento, grazie allappoggio di duepolitici locali ai quali aveva restituito lasalute, lAccademia nazionale di scienzeigienistiche naturali Galileo Galilei. Dallaquale per il troppo ortodosso Chiomento presto uscito, non condividendone lemo-dalit operative. Cos come, in precedenza,aveva separato i suoi destini da quelli del-la Federazione naturista, essendosi accor-to che agli iscritti interessava pi il nudi-smo che non la promozione dei valori sa-lutistici. Insomma, un duro e puro. Chenellalbero genealogico della vis medicatrixnaturae, la forza risanatrice della naturaindividuata 2.400 anni fa da Ippocrate co-me potere di autoguarigione innato in tut-ti gli esseri viventi, lo colloca dopo i tede-schi Sebastian Kneipp (1821-1897), LouisKuhne (1835-1901) e padre Taddeo di Wie-

    sent (1858-1926), e il cileno Manuel Lezae-ta Acharn (1881-1959).

    Kneipp labate dalle ciglia cispose checompare sulletichetta dellomonimomalto?

    Esatto. Voleva diventare prete, ma latubercolosi lo frenava negli studi. Finchnon gli capit fra le mani il libretto di unmedico tedesco del Seicento sulla forzaguaritrice dellacqua. Comprese cos chela salute dipende dalla reazione della pel-le. Perci correva per 40minuti, poi si spo-gliava e si gettava nel Danubio gelato,quindi riprendeva la corsa. In sei mesi laTbc scomparve.

    EKunhe chi era?Un medico di Lipsia, che non riusciva

    a curare il padre colpito da tumore allostomaco. Alla fine giunse alla conclusioneche tutte le malattie nascono da una feb-bre del tratto gastrointestinale.

    E padre Taddeo di Wiesent?Era un cappuccino, missionario in

    America Latina. Svilupp un concetto ge-niale: lequilibrio termico di Wiesent. Ma-nuel Lezaeta Acharn ricorse ai suoi con-sigli perch era affetto da una sifilide chenon riusciva a debellare in alcunmodo.

    Che faceva Lezaeta Acharn nella vita?Dapprima voleva diventare medico e

    poi avvocato,ma lamalattia venerea lo co-strinse a interrompere gli studi. PadreTaddeo lo guar. E lui sistematizz la dot-trina termica del frate, mettendo in rela-zione le abluzioni fredde di Kneipp con lafebbre intestinale di Kunhe. Quindi bagnirussi, cio sauna del corpo a eccezionedella testa, poi doccia fredda, poi ancoravapori caldi. LezaetaAcharn lo chiamavalavaggio del sangue.

    A che serve?Ha presente il principio dei vasi comu-

    nicanti? Noi abbiamo una circolazione in-

    terna, a livello viscerale, e una periferica,a livello cutaneo. Se lei mangia male, chesuccede? Per risolvere i problemi digesti-vi, il sangue deve affluire tutto nello sto-maco, a scapito di altri organi. Con la va-sodilatazione e la vasocostrizione si ripri-stina lequilibrio termico. LezaetaAcharn ci aggiunse i cataplasmi di terrasulla pancia che assorbono e dissipano al-lesterno il calore intestinale tanto temutoda Kunhe.

    Temuto perch?Secondo lei perch i testicoli sono

    esterni,mentre le ovaie sono interne? Per-ch hanno bisogno di non superare unacerta temperatura, tant vero che si im-puta al loro eccessivo surriscaldamento,dovuto a slip e jeans troppo stretti, il visto-so calo di quantit e qualit degli sperma-tozoi nelle nuove generazioni. Ora la dige-stione altro non che una fermentazione,che deve avvenire a 37 gradi. Ma se lei so-vraccarica lapparato digerente, associan-do alimenti sbagliati o eccedendonelman-giare, la temperatura interna sale a 40-42gradi e in tal modo i microrganismi si tra-sformano in microbatteri.

    Glielha insegnato Costacurta?Costacurta mi ha cambiato la vita. Era

    un capofficina della Zanussi, che fu man-dato per lavoro in Cile. L conobbe Lezae-ta Acharn. Un solo incontro, di un paiodore. Chiedergli aiuto perch sua moglienon riusciva a rimanere incinta e diventa-re suo discepolo fu tuttuno. Ha avuto ilmerito di riordinare la disciplina alimen-tare del naturalista cileno.

    Mi faccia qualche esempio concreto.Si dice che la digestione comincia in

    bocca. Bene. Se io mangio un amido, glispaghetti per esempio, gi in bocca produ-co vari enzimi, fra cui la ptialina, che tra-

    sforma lamido inmaltosio.Ma se sulla pa-sta ci metto il pomodoro, che contiene aci-di organici, inibisco la secrezione dellaptialina. Quindi niente maltosio, che nelduodeno non potr perci essere scissodalla maltasi, un altro enzima deputato atrasformare lamido in glucosio. Risultato:digestione rallentata.

    Sta ricusando la pasta al pomodoro, unodei cardini della dietamediterranea, si ren-de conto?

    La caprese, proposta come modello dileggerezza, ancora peggio. Mozzarella epomodoro affettati. La caseina, che laproteina del formaggio, va digerita nellostomaco. Ma l incontra lacido cloridrico,che la aggredisce. Cos la caseina tende arapprendersi. Se ci aggiungo anche gli aci-di organici del pomodoro, la impacchettodefinitivamente.Mangio la caprese per ce-na e al mattino alle 5 ho ancora la mozza-rella nello stomaco. Perci niente formag-gio in tavola alla sera. La Scuola medicasalernitana raccomandava: Il cacio buo-no, ma dallo conmano avara.

    Si pu ripiegare su prosciutto crudo eme-lone?

    No. La frutta ha la particolarit desse-re subito assimilata dai villi intestinali,mase ci unisco la proteina del prosciutto ri-tardo la digestione del melone, lo zucche-ro fermenta e aumenta la temperatura in-terna.

    E allora che cosamettere sotto i denti do-po il tramonto?

    Mai la pastasciutta. Dicono che conci-lia il sonno. Sa perch?Da ragazzino io fa-cevo la colla mescolando farina e acqua.Per la pasta uguale: lamido mi fa diven-tare il sangue colloso, il microcircolo ral-lenta e andando avanti con gli anni finisceche ti addormenti pure di giorno.

    Meglio una bella macedonia.Neppure. Il transito intestinale della

    frutta dipende dal grado zuccherino. Soloquella acida, tipo arance, limoni, pompel-mi, kiwi, ananas e ribes, pu essere me-scolata. La frutta dolce no. Se lei mangiauna pesca, deve lasciar passare unora pri-ma dingerire una pera o una banana.

    Che altro ha messo al bando?Il latte, bench i miei genitori fossero

    commercianti di prodotti caseari. Qualemammifero in natura beve il latte da adul-to? Di unaltra specie animale, per di pi.E comunque, se proprio tocca, mai i latti-cini con la carne. Inoltre centellinare leproteine. Nella loro digestione, il sotto-prodotto rappresentato dallurea pre-sente nel sangue e nellurina, che va eli-minata dai reni. Se esageriamo, subentrala cristallizzazione dellacido urico: ecco icalcoli renali e le malattie articolari. Per-sonalmente sono 40 anni che non mangion carne n pesce. Ma senza fanatismi.Scendendo dalmonte Pelmo, al rifugioVe-neziami hanno offerto una fetta di salamee nonmi sono tirato indietro.

    Mi tolga una curiosit: oggi che coshamangiato per colazione?

    Unottimo succo di pesca preparato conle mie mani. A mezzogiorno uninsalatamista e un risotto vegetale.

    Converr che due spaghetti con le vongo-le sono preferibili.

    Provi con lalga wakame. Stesso sapo-re.

    Scusi, ma lei laureato in scienze politi-che. Quali competenze ha per dispensaresuggerimenti dietetici?

    Non mi sono mai sostituito ai medici,soprattutto in presenza di patologie serie.I chiodi vanno lasciati agli altri, mi rac-comandava Costacurta. Per la medicinasi studia anche fuori dalle facolt univer-sitarie. Lanatomia una sola. Ma la fisio-logia relativa, si pu vedere con altri oc-chi. Se una malattia non prodotta dallagenetica o da un trauma, significa che funzionale e in quel caso lorganismostesso, non ilmedico, che deve curarla. Ip-pocrate diceva: Primum non nocere, perprima cosa non nuocere. Per tornare alle-quilibrio termico, posso dimostrarle chese lei ha 36,8 di temperatura emangia unamela, il termometro sale a 37,1. Ma se leiprende lamela centrifugata, la temperatu-ra resta 36,8, perch non ha fatto lavorarelapparato digerente. Del resto che cosa fail cane quando sta male? Non tocca cibo easpetta. Purtroppo nelluomo non c piistinto. La razionalit ha avuto il soprav-vento. Dal cervello rettiliano, che ci guida-va solo alla sopravvivenza, siamo passati aquello emotivo e poi a quello razionale.Abbiamo sostituito Dio con la scienza.

    Hamai avuto a che fare con i medici?Certo, e ho grande considerazione per il

    loro lavoro, perch di fronte a un disturbocongenito non c stile di vita che tenga: ser-ve la medicina ufficiale, serve la chimica.Una voltami hanno anche diagnosticato uncarcinomapolmonare. Ho capito chemi sa-rei dovuto separare dai miei due figli. Homeditato sugli errori commessi e ho chiestoperdono al Padreterno.Ho vissuto quel pri-mo giorno di ricovero ospedaliero in un si-lenzio assoluto, isolato dai compagni distanza. Credo daver conosciuto la vera pa-ce. Alla sera arrivato unmedico e s scu-sato: Abbiamo sbagliato, lesame radiolo-gico riguarda un altro paziente. Ho prova-to un senso di liberazione,ma senza alcunagioia: il mio pensiero andato a chi stavaper ricevere linfausto verdetto.

    Nonha la sensazione che nella nostra epo-ca siano pi le persone che stanno male diquelle che stanno bene?

    Sempre. La vita media s allungata,ma viviamo da ammalati. Costacurta rite-neva che tutti i nati dopo la seconda guer-ramondiale avessero il sistema vegetativoalterato. Un portato del benessere.

    C una cosa che non bisogna fare mai, sesi vuole campare fino a 100 anni?

    Mangiare troppo e in modo disordina-to.

    E una cosa da fare invece tutti i giorni?Controllare se la pelle lavora. Una per-

    sonamagra che non suda deve considerareseriamente la possibilit dessere malata.

    Stefano Lorenzetto

    La Stampa, venerd 15luglio

    Cio Cavour si illu-deva che, arric-chendo il Paese, si sa-rebbe versata allo Sta-to, attraverso il fisco,una quota di ricchez-za sufficiente a fron-

    teggiare deficit e debi-to.

    Illusione e testardaggine. Non si rasse-gnava allidea di non essere capito. Tuttecolpe, in un uomo politico. A met 53,poi, fin il boom mondiale che aveva fa-vorito quegli arricchimenti, quel molti-plicarsi di iniziative. Pessimi raccolti eimprovvisa scarsit del grano di Odessa,dato che i russi avevano cominciato a farla guerra ai turchi.Perch in realt, con imetodi di Cavour,

    leconomia fino ad allora aveva ripreso be-ne.Molto bene. Tra il 1851 e la met del

    1853 si visse in un clima che definireeuforico poco. Il paese era tutto un ri-bollire diniziative e Cavour ne alimenta-va la febbre favorendo, ogni volta cheaveva senso, lintervento pubblicoNon era un liberale? Non doveva tenere

    lo Stato lontano dai mercati?E infatti incontr la ferma opposizione

    dei liberisti puri, che in Parlamento gli simisero addirittura contro.Ma il conte eraper far le cose con unminimo di ragione-volezza, senza fondamentalismi di alcuntipo. Quindi, per esempio: cedette ai pri-vati parecchieminiere sarde,mamise ca-pitale pubblico per render possibile unalinea Genova-Voltri. Non voglio dire cheabbia inventato le partecipazioni statali,ma certo non bacchetterei chi lo affer-masse. Chi avrebbe potuto bucare la gal-leria dei Giovi? O portare lacqua delloScrivia daBusalla aGenova?E la flotta dinavi in ferro? E la manutenzione di unparco locomotive che si faceva semprepi imponente? Le stesse ferrovie eranomezze pubbliche (266 chilometri) emezzeprivate (264). E tutte queste energie, tuttiquesti capitali erano suscitati per au-mentare lattivit economica nelle parti pivicine come nelle pi lontane, per mettereil Piemonte alla testa della civilt italiana.La creazione di strade, ponti, trafori, fer-rovie, lo sviluppo del sistemapostale e diquello bancario (compreso lo sforzo perabituare il pubblico alla circolazione del-la carta), la moltiplicazione delle vie dinavigazione, tutte infrastrutture che inparte devono anche essere dal Governoesercitate, e che non sono di natura stret-tamente commerciale. I liberisti puri glirispondevano che questo era protezioni-smo sottomentite spoglie e Cavour, abba-stanza sfinito dalle accuse che gli eranomosse dai suoi amici, replicava col suovecchio principio che non bisogna esage-rare con le parole. E del resto cera pocoda discutere. Noi scriveva FrancescoFerrara nel luglio del 1853 siamo in unodi que periodi di prosperit economica, chesembrano appositamente preordinati, nel si-stema del mondo morale, per ridonare ai po-poli, in pochi anni di ragionevole e libero go-verno, ci che in una serie di restrizioni e ar-bitrii abbian mancato di guadagnare. Niu-no, pochi anni or sono, avrebbe avuto il co-raggio di predire che a momenti si sarebberoraddoppiate, quasi, in edifici ed in abitanti,le principali citt dello Stato; che strade, te-legrafi, sistemi di irrigazione, navigazionitransatlantiche, banchi ipotecari, compa-gnie di assicurazione ecc. ecc., tutto si sareb-be improvvisato, e successivamente e rapi-damente eseguito; tutto avrebbe trovato, inmano ad azionisti vogliosi, masse enormi dicapitali, come se sbucassero dalla terra, e sei nostri antenati non avessero ad altro pen-sato, che a seppellirveli per aspettare il gior-no in cui, allaura della libert, sarebbe loropermesso di presentarsi ad animare e sor-reggere lo spirito delle grandi intraprese eco-nomiche.Era merito di Cavour? O era merito del

    boommondiale?Ma lassolutismo, con i suoi denari ben

    conservati in cassaforte, avrebbe saputoprofittar molto poco del boom mondiale.Che per quando fin, a partire dallau-tunno, lasci a terra parecchi di quelliche seran fatti troppo prendere dallen-tusiasmo, che serano troppo lanciati.Questi, con le Borse a un tratto a precipi-zio, si trovarono adesso con le spalle almuro. Nel mondo al rialzo della primaparte dellanno cera infatti evidente-mente una componente speculativa.Hambro scrisse a Cavour: Quelque fois ilma paru que vous mettez un peu trop lesprons dans les flancs de votre cher pays.Esprons que je me trompe. Adesso per imercati del Mar Nero erano stati chiusi,e cera bisogno di contante, perch ora lacarta veniva accettata malvolentieri, e ilsistema creditizio piemontese, invece diaiutare gli acquisti dallestero di cereali,era costretto a importaremonetametalli-ca. Nei paesi a economia protezionistalimprovviso impennarsi del prezzo deicereali venne affrontato con i soliti prov-vedimenti: divieto di esportare e abbas-samento dei dazi dentrata sulle grana-glie. Cavour non poteva coerentementevietare le esportazioni (soprattutto: eracerto che non sarebbe servito), ma potevaprofittare della congiuntura per elimina-re o ridurre ancora i dazi sul grano.Ma lui, in quello sboom, stava perdendo

    o no? Perch speculava ancora con i fran-cesi attraverso la societ del mulino, senon ricordo male.Non stava perdendo, anzi. E infatti gli

    organizzarono una manifestazione sottocasa. Con lintenzione di ammazzarlo.

    Giorgio DellArti(126 - continua luned prossimo)

    CavourIl boom, lo sboom

    e la manifestazione sotto casadel conte per ammazzarlo

    La ricetta di Chiomento si basa sullalimentazione dissociata: La vitamedia s allungata,ma viviamo da ammalatiCAMPARE FINOACENTANNI

    la Repubblica, domenica 9 ottobre

    Loro sono gi tra di noi, simili a noi, destinati a sosti-tuirci per sempre, o quasi. E se noi stessi fossimo lorosenza saperlo? Loro non sono gli alieni dellInvasione degli ul-tracorpi, il classico film della fantascienza del 1956. Sono i fu-turi millenari, che abiteranno questo pianeta per un tempo in-terminabile in confronto alla nostra breve vita. Il gerontologoAubrey de Grey convinto che siano davvero inmezzo a noi: Iprimi esseri umani destinati a vivere fino alla soglia dei milleanni sono quasi certamente gi nati. Non perch siano diver-si dalla nascita: la scienza che sta facendo tali balzi in avan-ti da rendere realistico un formidabile prolungamento dellalongevit umana. Mettiamo pure che i mille anni per ora re-stino un obiettivo irrealistico dice la futurologa Sonia Arri-son del Pacific Research Institute, in California ma unetmedia di 150 anni raggiungibile in un futuro vicino. E lamag-gior parte di quegli anni li vivremo in buona salute, vitali eproduttivi.In parte questa evoluzione gi in atto sotto i nostri occhi.

    Quasi sei milioni di americani hanno pi di 85 anni, divente-ranno una ventina di milioni entro il 2050, passando dall1,8per cento al 4,34 per cento della popolazione. In quanto agli ul-tracentenari, erano appena 2.300 negli Stati Uniti di mezzo se-colo fa, oggi ce ne sono gi ottantamila, a met del secolo sa-ranno oltre seicentomila. Quindi entro pochi decenni la popo-lazione oltre i cento anni avr le dimensioni della citt di SanFrancisco. Ma queste sono tendenze estrapolate da quanto staaccadendo da decenni, non tengono conto di nuovi balzi inavanti. Per molti esperti il vero strappo deve ancora avvenire,grazie alle ricerche sul gene della longevit. Un esempio lofornisce il lavoro della scienziata biogenetica Cynthia Kenyonpresso il policlinico della University of California a San Fran-cisco. La Kenyon ha scoperto che basta disattivare un singologene, chiamato daf-2, per raddoppiare la durata di vita di unverme, il Caenorhabditis Elegans. Alterando un altro gene, daf-16, la longevit del verme diventa sei volte superiore alla me-dia. Tradotto nella speranza di vita umana questo equivar-rebbe a farci arrivare allet di 500 anni, commenta Sonia Ar-rison. Lei ha fatto il punto sulle tante ricerche convergenti ver-so laumento della speranza di vita, nel suo saggio intitolatosinteticamente 100 Plus (appena uscito da Basic Books). In Spa-gna il Centro di ricerca nazionale anti-cancro usando metodidiversi riuscito a prolungare del 45 per cento la vita dei topiin laboratorio. La Arrison precisa che nessuno di questi risul-tati si pu trasferire automaticamente sugli esseri umani. Perla direzione delle ricerche promettente. Altrettanto lo larapidit con cui si raggiungono nuovi traguardi.Sorge unobiezione immediata, a cui importante dare ri-

    sposta: siamo sicuri di voler sopravvivere cos a lungo, se unavecchiaia interminabile dovesse trasformarsi in un calvario dimalattie? La quantit della vita ci attrae, se disgiunta dallaqualit? Non si pu trascurare il fatto che laumento della po-polazione di ultra-85enni coincide in tutto lOccidente con un

    parallelo incremento percentuale dei malati di Alzheimer. Lavoglia di vivere sempre pi a lungo pu diventare una forma dihubris, castigata con altre sofferenze? La nostra cultura pie-na di ammonimenti in senso contrario. Dal mito di Faust rie-laborato da Marlowe, Goethe e Thomas Mann, fino al Ritrattodi Dorian Gray di Oscar Wilde, il desiderio di una longevit in-naturale, o di una vecchiaia giovanilistica e godereccia, vieneconsiderato come un delirio di onnipotenza, un patto col dia-volo, di cui prima o poi si pagano dei prezzi terribili.Anche qui secondo la Arrison la scienza sta elaborando ri-

    sposte rassicuranti. Non si tratta solo di vivere di pi, ma an-che meglio. A questo fine uno dei percorsi di ricerca pi inte-ressanti punta alla riparazione o sostituzione di interi compo-nenti del corpo umano, via via che si logorano o si guastano. Ilfatto che dei singoli pezzi raggiungano la loro data di scaden-za, in sostanza, non deve pi significare che la vita dellessereumano ha lo stesso limite. Uno dei laboratori di avanguardiain questo campo il Wake Forest Institute for RegenerativeMedicine, a Winston-Salem nella North Carolina. Sotto la gui-da del professor Anthony Atala, questo istituto ha cominciatoa creare delle vesciche artificiali, per sostituire lorgano inbambini che avevano un difetto congenito alla nascita. Lastruttura di base della vescica artificiale costruita conmate-riale organico, su cui si innestano cellule staminali del pa-ziente per impedire il rigetto. Partendo da quellesperimentoriuscito, oggi lo stesso Istituto lavora alla produzione di trentadiverse tipologie di organi e tessuti inclusi il fegato, il cuore ele ossa. interessante sottolineare che laWake Forest Schoolof Medicine fa capo alla chiesa protestante battista, a riprovache le convinzioni religiose non sono necessariamente un osta-colo a sperimentare il prolungamento della longevit. Dopo-tuttoMatusalemme un personaggio della Bibbia: sarebbe vis-suto fino allet di 969 anni, mor sette giorni prima del Diluviouniversale.Visto che la causa di mortalit prevalente nei paesi ricchi

    restano le malattie di tipo cardiorespiratorio e vascolare, unodei campi di ricerca cruciali la fabbricazione in laboratoriodel cuore umano. Il policlinico della University of Minnesotagi nel 2008 riusc a costruire il primo cuore di topo. Oggi stalavorando sulla produzione di cuori di maiale, un animale pisimile alluomo per le dimensioni e i cui tessuti cardiaci sonogi ampiamente usati come componenti per trapianti umani.Un altro istituto di medicina rigenerativa, quello delluniver-sit di Pittsburgh, in Pennsylvania, lavora sulle matrici extra-cellulari per fare ricrescere tessuti amputati o lesi: per esem-pio falangi di dita tagliate. Lidea quella trasformare il corpoumano in una sorta di cantiere permanente, con lavori di ri-strutturazione e restauro prolungabili per molti decenni o ad-dirittura secoli. Resta da capire se questo salver anche i no-stri tessuti cerebrali, e come. Oltre i cento va benissimo, pur-ch non ci si arrivi sotto forma di androidi senza memoria, ocon una storia trapiantata come i replicanti di Blade Runner.

    Federico Fubini

    Ci faremo sostituire gli organi logorati con pezzi di ricambio

    I venti acquari di Niccol AmmanitiCATALOGO DEI VIVENTI