Camminare insieme Itala Mela(1904-1957) · Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e...

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«La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli Direzione, redazione: 01027 Montefiascone, Via Garibaldi, 31 - Tel. 3397933012 - 0761.826066 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982 Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 - Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected] ANNO 49/50 - N° 6 - GIUGNO 2017 - Via Garibaldi, 31 - Tel. 0761.826066 - Montefiascone (VT) - “Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo” Camminare insieme Miei cari fedeli, a conclusione dell’Anno di discernimento pasto- rale, il recente Convegno Ecclesiale Diocesano ha evidenziato la necessità di ripensare tutte le nostre attività in chiave missionaria e di adottare una profonda conver- sione pastorale. Per continuare la nostra riflessione propongo due brani della Evangelii Gaudium. 1. “La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità. Una individuazione dei fini senza un’adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tra- dursi in mera fantasia. Esorto tutti ad applicare con generosità e coraggio gli orientamenti di questo documento, senza divieti né paure. L’importante è non camminare da soli, contare sempre sui fratelli e specialmente sulla guida dei Vescovi, in un saggio e realisti- co discernimento pastorale” (EG, n.33). Il Papa ci invita ad essere: audaci e creativi; a ripensare: obietti- vi, strutture, stile, metodi, evangelizzatori delle nostre comu- nità. Come realizzare tutto questo? Come coinvolgerci tutti? “L’importante è non camminare da soli”. Quali cambiamenti operare? 2. “Il Signore sempre può, con la sua novità, rinnovare la nostra vita e la nostra comunità, e anche se attraversa epoche oscure e debolezze ecclesiali, la proposta cristiana non invecchia mai. Gesù Cristo può anche rompere gli schemi noiosi nei quali pretendiamo di imprigionarlo e ci sorprende con la sua costante creatività divina. Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la fre- schezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creati- vi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale. In realtà, ogni autentica azione evangelizzatrice è sempre “nuova” (EG, n. 11). Il Papa sembra rispondere ai nostri interrogativi invitandoci a “recu- perare la freschezza originale del Vangelo”, la Persona e l’insegna- mento di Cristo, solo così spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rin- novato significato. Come recuperare la freschezza sempre nuova del Vangelo? Ogni azione pastorale scaturisce da un incontro con il Signore Gesù, dalla meditazione della sua Parola, dalla forza rigenerante del suo Santo Spirito. È un invito per me e per voi. Lo Spirito Santo accompagna la nostra conversione personale e pastorale. Le righe ripor- tate sotto sono tolte da una meditazione che s’ispira al preconio pasquale, il grande inno che si canta la notte di pasqua, per annunciare l’e- vento della risurrezione. Sono state scritte da Itala Mela, ospite del monastero delle Benedettine di S. Pietro, alla fine di un lungo ritiro lì vissuto. Era una professoressa di lettere di La Spezia che venne a sog- giornare a Montefiascone nelle estati dal 1934 al 1936. Ospite delle monache, pregava con loro e poi intensificava per 10 giorni il suo vivere appartato, di raccoglimento e preghiera in ascolto del Signore. Il Vescovo Mons. Giovanni Rosi era suo confidente e il confessore durante tale soggiorno. Il 10 agosto 1936, durante la messa in Cattedrale, messa di San Lorenzo diacono e martire, allora cantata dal coro dei canonici, Itala rinnovò i suoi voti privati di consacrazione al Signore, emise quello del “più perfetto”, Mistero di Dio Trino ed Uno, pur lasciandola nella Tenebra Divina, vivendo ancora lei - come noi - su questa terra e non ancora in Cielo. Assunta Bartolozzi, la professoressa amica di Montefiascone, che aveva fatto conoscere a Itala le monache di “S. Pietro”, le va incontro, a Messa finita. Del mistero che si era svolto nell’anima di Itala nessun segno esterno, ma Assunta, e tutte le persone che la conoscevano, non ne avevano bisogno. Quelle più sensi- bili tra di esse percepivano la trasfigurazione del modo di relazio- narsi nel quotidiano. A fine 1938 Itala dovrà dimettersi dall’insegnamento per la malat- tia sempre più invalidante. E vivrà di lezioni private, in casa del padre e di una zia. Nel dopoguerra, per obbedienza al suo Vescovo, riuscirà ad occuparsi delle Laureate cattoliche della sua Diocesi di La Spezia; lo farà fino al 1953 quando sarà confinata in casa per estrema difficoltà a muoversi. Aveva sostenuto la sua consacrazione privata con l’oblazione benedettina secolare emessa per l’abbazia di San Paolo flm, Roma, e osservò la Regola di S. Benedetto sempre con dili- gente amore, mentre via via si lasciava plasmare dal suo mistico Sposo e Signore. Itala Mela (1904-1957) e la Cattedrale di Montefiascone continua a pag. 2

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«La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo GargiuliDirezione, redazione: 01027 Montefiascone, Via Garibaldi, 31 - Tel. 3397933012 - 0761.826066 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982

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ANNO 49/50 - N° 6 - GIUGNO 2017 - Via Garibaldi, 31 - Tel. 0761.826066 - Montefiascone (VT) - “Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo”

Camminare insiemeMiei cari fedeli,a conclusione dell’Annodi discernimento pasto-rale, il recente ConvegnoEcclesiale Diocesano haevidenziato la necessitàdi r ipensare tutte lenostre attività in chiavemissionaria e di adottareuna profonda conver-sione pastorale. Per continuare la nostrariflessione propongo duebrani della Evangeli iGaudium.

1. “La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare ilcomodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invitotutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensaregli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delleproprie comunità. Una individuazione dei fini senza un’adeguataricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tra-dursi in mera fantasia. Esorto tutti ad applicare con generosità ecoraggio gli orientamenti di questo documento, senza divieti népaure. L’importante è non camminare da soli, contare sempre suifratelli e specialmente sulla guida dei Vescovi, in un saggio e realisti-co discernimento pastorale” (EG, n.33).Il Papa ci invita ad essere: audaci e creativi; a ripensare: obietti-vi, strutture, stile, metodi, evangelizzatori delle nostre comu-nità.Come realizzare tutto questo? Come coinvolgerci tutti? “L’importanteè non camminare da soli”. Quali cambiamenti operare?

2. “Il Signore sempre può, con la sua novità, rinnovare la nostravita e la nostra comunità, e anche se attraversa epoche oscure edebolezze ecclesiali, la proposta cristiana non invecchia mai. GesùCristo può anche rompere gli schemi noiosi nei quali pretendiamo diimprigionarlo e ci sorprende con la sua costante creatività divina.Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la fre-schezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creati-vi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche dirinnovato significato per il mondo attuale. In realtà, ogni autenticaazione evangelizzatrice è sempre “nuova” (EG, n. 11).Il Papa sembra rispondere ai nostri interrogativi invitandoci a “recu-perare la freschezza originale del Vangelo”, la Persona e l’insegna-mento di Cristo, solo così spuntano nuove strade, metodi creativi,altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rin-novato significato.Come recuperare la freschezza sempre nuova del Vangelo?Ogni azione pastorale scaturisce da un incontro con il Signore Gesù,dalla meditazione della sua Parola, dalla forza rigenerante del suoSanto Spirito.È un invito per me e per voi.Lo Spirito Santo accompagna la nostra conversione personalee pastorale.

Le righe ripor-tate sotto sonotolte da unamedi taz ioneche s’ispira alp r e c o n i opasquale, i lgrande innoche si canta lanotte dipasqua, perannunciare l’e-vento dellarisurrezione.Sono state scritte da Itala Mela, ospite del monastero delleBenedettine di S. Pietro, alla fine di un lungo ritiro lì vissuto.Era una professoressa di lettere di La Spezia che venne a sog-giornare a Montefiascone nelle estati dal 1934 al 1936. Ospitedelle monache, pregava con loro e poi intensificava per 10giorni il suo vivere appartato, di raccoglimento e preghiera inascolto del Signore. Il Vescovo Mons. Giovanni Rosi era suoconfidente e il confessore durante tale soggiorno.Il 10 agosto 1936, durante la messa in Cattedrale, messa diSan Lorenzo diacono e martire, allora cantata dal coro deicanonici, Itala rinnovò i suoi voti privati di consacrazione alSignore, emise quello del “più perfetto”, Mistero di Dio Trino edUno, pur lasciandola nella Tenebra Divina, vivendo ancora lei -come noi - su questa terra e non ancora in Cielo.Assunta Bartolozzi, la professoressa amica di Montefiascone,che aveva fatto conoscere a Itala le monache di “S. Pietro”, le vaincontro, a Messa finita. Del mistero che si era svolto nell’animadi Itala nessun segno esterno, ma Assunta, e tutte le personeche la conoscevano, non ne avevano bisogno. Quelle più sensi-bili tra di esse percepivano la trasfigurazione del modo di relazio-narsi nel quotidiano.A fine 1938 Itala dovrà dimettersi dall’insegnamento per la malat-tia sempre più invalidante.E vivrà di lezioni private, in casa del padre e di una zia.Nel dopoguerra, per obbedienza al suo Vescovo, riuscirà adoccuparsi delle Laureate cattoliche della sua Diocesi di LaSpezia; lo farà fino al 1953 quando sarà confinata in casa perestrema difficoltà a muoversi. Aveva sostenuto la sua consacrazione privata con l’oblazionebenedettina secolare emessa per l’abbazia di San Paolo flm,Roma, e osservò la Regola di S. Benedetto sempre con dili-gente amore, mentre via via si lasciava plasmare dal suo misticoSposo e Signore.

Itala Mela (1904-1957)

e la Cattedrale di Montefiascone

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017pag. 2

ORARIO FERIALE

ore 7,00:ore 7,30:ore 9,00:ore 17,00 (ore 18,00 con l’ora legale):

Chiesa del DIVINO AMORESAN PIETRO (Benedettine)SAN FLAVIANO

Chiesa del DIVINO AMORE

CELEBRAZIONE DEI BATTESIMI• SANTA MARGHERITA (1° sabato del mese in Cripta) - ore 17,00(ore 19,00 con l’ora legale)• SANTA MARGHERITA (1ª domenica del mese in Cripta) - ore 10,30• SAN FLAVIANO (ultimo sabato del mese)• SAN FLAVIANO (ultima domenica del mese) - ore 11,30

SABATOore 17,00 (ore 19,00 con l’ora legale): SANTA MARGHERITA(ogni 1° sabato del mese Santuario S. Lucia Filippini -Battesimi)

ore 16,30: S. MARIA DEL GIGLIO - Zepponami

DOMENICAore 7,30:

ore 8,00:

ore 9,00:

ore 9,30:

ore 10,00:

Chiesa del DIVINO AMORE

Santuario MADONNA DELLE GRAZIESAN PIETRO (Benedettine)CORPUS DOMINI - Le CosteVILLA S. MARGHERITA

SAN FRANCESCOS. MARIA DEL RIPOSO - FiordiniVILLA S. MARGHERITA

CORPUS DOMINI - Le CosteS. MARIA DEL GIGLIO - Zepponami

S. GIUSEPPE - Le MosseS. MARIA DELLA VITTORIA - P. CappucciniVILLA S. MARGHERITA

ore 10,30:

ore 11,30:

ore 18,00 (ore 19,00 con l’ora legale): SAN FLAVIANO

SANTA MARGHERITA (ogni 1ª domenica del meseSantuario S. Lucia Filippini - Battesimi)

SAN FLAVIANOCORPUS DOMINI - Le CosteS. GIUSEPPE - Le MosseS. MARIA DEL GIGLIO - Zepponami

ORARIO SANTE MESSEMONTEFIASCONE

Desiderò che nella sua Città si fondasse un monasterodi benedettine. Non lo vide in vita: quello che oggi c’è, ilMonastero Benedettino S. Maria del Mare diCastellazzo, La Spezia, conserva i suoi scritti e i suoiricordi in un piccolo Museo.La sua salma riposa nella Cripta di Cristo Re nellaCattedrale di La Spezia.

“Questa [di Pasqua] è la Notte in cui,

distrutti i legami di male in cui eravamo avvinti,

il Cristo, vincitore di Satana,

ci conduce con Sé a una vita celeste.

La nostra nascita non ci avrebbe giovato

se non ci fosse stata donata questa mirabile Redenzione.

Questa è la Notte che all’anima nostra

segregata dalle miserie del peccato

dona l’intimità col Dio Uno e Trino

e la partecipazione alla Sua vita”.

(da una preghiera del 9 agosto 1936 ispirata all’Exultet della Veglia Pasquale)

segue da pag. 1

A Te, vorrei invocar Vergine Madre,

d’ora tarda si fa breve mia favella,

ricordando chi fù, madre di famiglia.

Nel ricordo di lei, vista s’avvalora,

nell’alto cielo vedo, per me prega,

Luce di vita donami la forza,

quando in eterno dormirò,

Madre tu svegliami,

dona all’anima mia piccole ali,

per svolazzar lassù, fra gl’immortali.

Nell’immensità sarà come, cercar spillo,

ognun pretendiamo di veder Tuo Figlio,

che sofferenze fe, per altrui peccato.

Prega memoria mia a tanto oltraggio,

che di due legni vedesti una Croce,

l’Uomo dissanguarsi piano piano,

dalla testa penzolar coron di spine.

Mente mia, ricorda tal sorpresa,

pensosa vivi tu, in grande attesa,

con la lanterna lucente sempre accesa.

Se t’addormenterai a notte fonda,

la lanterna serva come alba,

per guidarti sulla strada della gloria eterna.

2/4/14

Lorenzo Presciuttini

PREGHIERA ALLA MADRE

I furbetti sono tornati

nel lavoro sono assenti

appena entrati nell’ufficio

non gli piace il sacrificio.

Vanno a fare i fatti suoi

non pensando al bene altrui

tralasciando il suo lavoro

senza un minimo decoro.

Lasciando soli i suoi colleghi

aggravando i loro impegni

vanno a spasso nel paese

a fare sempre le sue spese.

Senza scrupolo e pudore

che non turba il loro umore

c’è chi timbra mascherato

per non essere spiato.

Chi in mutande è stato irriso

smascherando il suo sorriso

è una cosa vergognosa

per beffarsi di ogni cosa.

Se poi non c’è una punizione

siamo al solito sermone

e l’Italia poverina

va in malora ogni mattina.

Vincenzo Severini

I furbetti del cartellino

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pag. 3LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017

Castrum Montis Flasconisdi GIANCARLO BRECCOLA

VECCHIE FOTOÈ quasi tutto il clero della ex diocesi Montefiascone-Acquapendente. La foto è stata scattata dinanzi allaCattedrale di S. Ermete di Acquapendente. Non ricordo l’an-no esatto. Al centro ci sono: Mons. Vescovo Boccadoroche ha a fianco Mons. Latino Salotti e Mons. OsvaldoBelardi.Quasi tutti - dopo tanti anni - sono, speriamo!, in Paradiso.Sapreste ricordarli o riconoscerli? Provateci! Una sincera preghiera per la maggior parte che sono incielo, e per alcuni, ormai pensionati, che presto forse liraggiungeranno!

La permanenza a Viterbo della corte pontificia non fu facilein quanto subito sorsero problemi di convivenza, prevalen-temente dovuti ai “capricciosi” cardinali francesi, anche perquestioni di poca importanza, come la qualità del vino loca-le e il caldo dell’estate. A questo proposito Petrarca si sentìin dovere di esternare il suo disappunto con una ironicareprimenda contro i puerili lamenti di quest’ultimi1.

Or che dirò di que’ lamenti puerili, e al tutto indegnid’uomini savi per la mancanza del vin di Borgogna,de’ quali tanto si rise e tanto si parlò da non poternepiù sentire il nome senza fastidio? OGesù buono. Sein te costoro avessero un poco di fede non dovrebbe-ro sperare, che le anfore piene di acqua si convertis-sero in ottimo vino? Quel di Borgogna non giunse inRoma prima del loro arrivo, ma verrà dopo loro, nonne abbiano dubbio, verrà dovunque essi vadano:sento anzi che è già in viaggio, e ne godo pur io,sperando che cosi cessino una volta le vergognoseloro lagnanze2. E l’altra del caldo stemperato diViterbo nella scorsa estate? Ma che?Pretenderebbero forse che la natura cambiasse lesue leggi per far loro piacere? E perché sono ricchisperano di non sentire il freddo ed il caldo? Forseche nella nobile città che tanto rimpiangono non è la state affannosa?

Pur disdegnando il vino locale, la corte pontificia doveva però trovarsi in sintoniacon la smoderata passione di papa Martino IV per le anguille del lago diBolsena. Diverse voci di spesa relative alla manutenzione dello stagnum ove sicatturavano le anguille (probabilmente la cannara di Marta) compaiono nei regi-stri delle uscite3. Fu in questo contesto già teso che, il 5 settembre di quell’anno,avvenne un grave episodio. Così ce lo tramanda Niccola della Tuccia nella suaCronaca di Viterbo.

Andorno certi cortigiani, famigli del marescalco del papa, e lavorno uncagnolino nella fontana di Piano di Scarlano un dì di domenica. Per la qualcosa certi viterbesi di detta contrada pigliorno parole con loro e fu fattagrande questione con l’arme in mano, alli quali trassero più cortigiani e piùviterbesi, e durò tutta la domenica e lunedì seguente, e morirno assai tral’una parte e l’altra, tra’quali furono assai famigli del cardinale di Carcasonae d’altri cardinali.

Il papa, molto risentito per l’accaduto, rimosse dall’incarico i priori e minacciòd’interdire la città. A quel punto i viterbesi chiesero perdono al pontefice che glie-lo concesse, ma i principali responsabili della sommossa furono comunque giu-stiziati4. Il 23 settembre di quello stesso mese - forse in conseguenza dei fatti accaduti - ilPapa, revocando le disposizioni dell’Albornoz, ordinò al rettore di risiedere il piùpossibile nella rocca di Montefiascone in quanto questa costituiva il naturale cen-tro logistico e strategico della provincia5. Trasferitosi a Roma verso la fine di ottobre, il Papa tornò a Montefiascone nellaprimavera dell’anno successivo (16 maggio 1368). L’Antonelli scrive che duranteil precedente soggiorno a Viterbo, riguardando da quella rocca al turrito palazzoche si profilava lassù a Montefiascone, nell’aer tersissimo, sentì come un’attra-zione a trascorrervi, nella quiete a lui tanto cara, i mesi estivi negli anni futuri6.Certo è che la decisione di trasferirsi a Montefiascone, località più fresca e tran-quilla, Urbano doveva averla già maturata nei primi tempi del difficile soggiornoviterbese. Appena un mese dopo il suo arrivo in Italia aveva infatti predisposto interventi diristrutturazione del nostro palazzo sotto la direzione di Angelo Tavernini, tesorie-re del Patrimonio7. Tra i lavori registrati troviamo quelli relativi a una grande ter-razza con vista sul lago realizzata dal viterbese Stefano Guiducci, il restaurodella camera del papa, la sistemazione dell’orto o viridario, la realizzazione di ungrande pozzo nella piazza del comune8. In quell’anno, tra l’altro, Urbano risolse la controversia sorta tra i Benedettini e iDomenicani per il possesso delle spoglie di san Tommaso d’Aquino assegnan-

dole a quest’ultimo ordine (il teologo domenicano eramorto nel monastero benedettino di Fossanova e questofatto aveva fatto sorgere la disputa); il 28 agosto emanò labolla Sagrilegorum damnanda presumptio a salvaguardiadei due busti in argento dorato ornati di gemme nei qualiaveva fatto riporre le reliquie delle teste di san Pietro e disan Paolo, da lui rinvenute in San Giovanni in Laterano; Il22 settembre elevò alla porpora cardinalizia ArnaudBernard du Pouget, Philippe de Cabassole, SimonLangham, Bernard du Bosquet, Jean de Dormans, Etiennede Poissy, Pierre de Banac, Francesco Tebaldeschi. Il 21ottobre si spostò a Roma in compagnia dell’imperatoreCarlo IV.Trascorso l’inverno, il 20 aprile 1369 Urbano era nuova-mente a Montefiascone ove i lavori di ristrutturazioneerano proseguiti con l’adattamento di un locale per l’ufficiodei bollatori apostolici e un’altra grande cisterna scavatanel piazzale avanti il palazzo, con accesso sotterraneo daquesto, comunicante con un cunicolo che riusciva al difuori9. Fu alcuni mesi dopo che Urbano, con la bolla Cumillius del 31 agosto 1369, conferì a Montefiascone laqualifica di civitas dotandola di una propria diocesi. Lemotivazioni di questa decisione - che trasformando il

castrum Montis Flasconis in civitas Montis Flasconis mette fine alla nostrastoria - sono esposte nelle prime righe del documento costitutivo.

Riflettendo e con commossa meditazione nell’intimo del nostro animo rian-dando col pensiero a come si sono comportati i diletti figli del Comune dellaCittà di Montefiascone [...] fra tutti gli altri fedeli d’Italia nei confronti nostri edei nostri predecessori i Romani Pontefici [...] poiché la loro fedeltà avevameritato che la sede Apostolica li premiasse con favori e grazie opportune[...] abbiamo eretto a Cattedrale la Chiesa della Beata Margherita delCastello predetto, decorandola con il titolo di dignità Episcopale edanche il Castello di Montefiascone in quanto luogo insigne, devoto,idoneo e congruo l’abbiamo costituito Città e lo abbiamo insignito delnome di Città e vogliamo che perpetuamente nei secoli futuri sia chia-mato col nome di Città di Montefiascone10.

FINE

1 PETRARCA, FRANCESCO, Lettere senili, Lib. IX, lett. II, Firenze 1870, pp. 51-52.2 Numerosi documenti relativi a l’importazione di vino francese a Viterbo sono registrati inKIRSCH, JOHANN PETER, Die Ruckkehr der Papste Urban V und Gregor XI von Avignon nach Rom,Münster 1898. Tra gli altri il doc. 30 del 22 giugno 1367: quando vinum dni. nostri pape fuit por-tatum de Avinione usque Viterbium; e il doc. 56 dell’8 luglio giugno 1367: Guillermo deTexoneriis buticulario ipsius dni. Nostri pape, qui mittitur ad Avinionem pro provisionibus vinorumin certis locis illarum partium faciendis pro usu hospitii dicti dni. nostri pape.3 KIRSCH 1898, p. 61; riporto quello del 3 settembre 1367: Die eadem 3a mensis Septembris solutifuerunt dno. Hugoni de la Durantia presbytero Ruthenensis diocesis ad faciendum reparari sta-gnum de Bulsena prope Montemflasconem Viterbiensis diocesis per cameram apostolicam spe-cialiter deputato pro reparationibus dicti stagni, pro colligendo anguillas pro dicto dno. nostropapa.4 SIGNORELLI 1907, pp. 413-415.5 ANTONELLI 1904, p. 139; Quanto magis continue [...] quasi meditullium quoddam et centrum pro-vincie Patrimonii, et propterea de provincia ipsa ad terram predictam facilior pro negotiis et cau-sis expediendis ad curiam haberi possit accessus; Reg. Vatic. n. 256, c. 67b.6 ANTONELLI 1942, p. 153.7 KIRSCH 1898, p. 43; 17 luglio 1367 - Die eadem soluti fuerunt et traditi de mandato dni. nostripape ipso in Viterbio tunc residente, dno. Angelo Tauernini thesaurario Patrimonii beati Petri inTuscia pro operibus faciendis in ruppe Montisflasconis.8 KIRSCH 1898, pp. 96-97; Anno a nativitate Domini 1368 [...] soluti fuerunt de mandato dni. nostripape magistro Stephano Guiducii de Viterbio fusterio pro quadam crota per ipsum facienda incastro Montisflasconis [...] Item eidem fusterio in deductionem aliorum 600 flor. sibi promissorumde mandato quo supra pro quadam terracia in dicto castro facienda [...] ultima soluti fuerunt dedicto mandato magistro Petro magistri Angeli notario de Monteflascone pro reparatione viridariiet orti dicti castri [...] Eadem die soluti fuerunt [...] magistro Petro Domine Gennue (?) muratoricastri Montisflasconis pro reparatione cuiusdam fontis dicti castri Montisflasconis.9 ANTONELLI 1942, p. 5.10 Traduzione di Anna Maria Fabiani.

Urbano V sorregge un’icona con i bustidei Santi Pietro e Paolo in riferimento al ritrovamento delle teste avvenuto

nella basilica del Laterano (chiesa di S. Francesco - Terni)

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017pag. 4

Martedì 2 maggio 1944, 73 anni fa, avvenne il più grave bombar-damento alleato sulla città di Montefiascone. Dall’ottobre 1943 finoal 10 giugno 1944 la città venne interessata da molte incursioni aereeamericane con caccia bombardieri e bombardieri medi per colpire letruppe tedesche di stanza nel paese e per bloccare la linea ferroviaria,le strade e distruggere i mezzi corazzati nazisti. Il 2 maggio 1944avvenne però il più cruento bombardamento: 14 persone rimaserouccise e oltre 50 furono i feriti. Quel giorno a colpire la città di Montefiascone furono 16 P-47“Thunderbolt” americani (caccia-bombardieri) del 79th Fighter Groupappartenenti all’85th Fighter Squadron intorno alle 17,15. Dal rapportoamericano di bombardamento rintracciato i P-47 partirono dalla basedi Pomigliano (Na) alle ore 15,50; si trovarono sull’obiettivo alle ore17,15 con 32 bombe da 1000 libbre e con mitragliatrici calibro 50.Nello specifico l’attacco avvenne “da 2.500 piedi di altezza, 5 bombevennero sganciate nel centro della cittadina, 2 sopra un edificio aSud/ovest dell’abitato ed 1 in una strada. Non si sono registrate difesecontraeree tedesche”.

Le due vie maggiormente colpite dai P-47 americani furono via delCastagno con 10 morti, di cui 8 bambini, e via Oreste Borghesi dovemorirono 4 persone. I feriti gravi furono 15 mentre quelli più leggericirca 40. A rimetterci la vita anche sei asini che stazionavano nei pres-si del Molino Borghesi seriamente colpito. Danni agli stabili si verifica-rono in via XXIV Maggio, via Oreste Borghesi, via del Lago, via DanteAlighieri, Corso Cavour, via del Castagno, via Porticella, via Viola, viaMalatesta, via Cassia Nuova, piazzale Roma, via Cannelle e viaGrazie. Complessivamente, da fonti rintracciate nell’archivio storico di

Montefiascone, risultarono demolite 15 case, 66 danneggiate e 37rese inabitabili. Vennero anche colpiti il molino Carelli e il caffèLeonardi; andò a fuoco anche un camion della Wehrmacht parcheg-giato nei pressi del piazzale Roma. Questa incursione non risparmiòneanche l’ospedale della cittadina che riportò seri danni come anchela stazione ferroviaria.

Da evidenziare che quel 2 maggio 1944 fu una giornata intensa dibombardamenti in tutta l’Italia. Infatti la 12th Air Force, l’arma aereaamericana sul fronte italiano, effettuò molti bombardamenti come testi-monia il “Combat Chronology” di quella giornata: “In Italia, gli attacchicontro le linee ferroviarie e ponti nel Nord Italia continuano; bombar-dieri medi bombardano un ponte a nord di Orvieto, ponti a sud diFiculle e a Marsciano e dei centri di smistamento a Firenze/Campo diMarte e a ovest e nord-ovest di Firenze; bombardieri leggeri colpisco-no un deposito di munizioni a nord-est di Roma; P-40 e P-47 attacca-no le linee ferroviarie a nord di Roma, ponti a sud-ovest di Roma,postazioni a nord di Anzio, una strada a Montefiascone, un ponte stra-dale a Cecina, camion e aerei in atterraggio a Malignano”.Il 2 maggio 1944 rimarrà indelebile nella storia di Montefiascone comeil giorno del più cruento bombardamento della cittadina della secondaguerra mondiale.

Le foto sono state gentilmente concesse da Giancarlo Breccola.

Michele Mari

Il bombardamento del 2 maggio 1944 a Montefiascone

Il 26 maggio 1944 avvenne il secondo più grave bombardamen-to della città dopo quello del 2 maggio dello stesso mese. Quelgiorno di 73 anni fa, un mercoledì per la precisione, 7 aerei P-47 “Thunderbolt” americani appartenenti al 57th Fighter Group,alle 7,25 sganciarono 14 bombe da 500 libbre sulla cittadina.Ad agire il 64th Fighter Squadron. Dai rapporti di missione di quel giorno contro Montefiasconeveniamo a conoscenza che gli aerei attaccarono un incrociostradale da 3.000 piedi, una bomba colpì l’obiettivo e si forma-rono otto crateri sull’abitato esattamente nel centro del paese,non vennero riscontrate difese e che il tempo era buono manuvoloso. Era, per la squadriglia, la missione n. 1666. Il bom-bardamento causò la morte di 5 persone rimaste sepolto sottoun’abitazione, altre 4 rimasero ferite gravemente. Le bombecaddero precisamente in via della Rocca e in via Verentana,distruggendo completamente due abitazioni e la chiesa delRiposo, colpendo inoltre altri fabbricati ed il convento deipadri Cappuccini. Avvenne anche un fatto decisamente curio-so: una statua del giardino vescovile, a causa dello spostamen-to d’aria dovuto alle esplosioni delle bombe, volò sopra le case di viaTrento atterrando su un letto di una casa, sfondando il tetto. Il simbolo dei bombardamenti fu proprio la chiesa del Riposo distrutta,

che ancora oggi, a distanza di oltre settanta anni è ancora lì, semidi-strutta, come segno indelebile della guerra a Montefiascone.

M. M.

Il bombardamento del 26 maggio 1944

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017 pag. 5

NOTA DI AGRICOLTURA a cura di GIMBERTO

Siccità ed alluvioniQualche anno fa si diceva: il tempopeggiora, le previsioni mettono piog-gia. Oggi si dice: il tempo peggiora,le previsioni mettono sole. Sembraimpossibile, non sembra vero, ma inpochi anni il clima della terra è cam-biato. Gli esperti pensano che moltopresto si coltiveranno le arancenella Pianura Padana e le banane inSicilia, sempre se la penuria di piog-ge non trasformerà il territorio italia-no in deserto. Non era mai accadutoche la temperatura del Mare Tirrenosalisse a 27 gradi centigradi, come imari tropicali. Nell’italia centro-meridionale è dominante il vento proveniente dal deserto africano, che provo-ca un clima torrido ed umido, arrecando enormi disagi alla popolazione e gravi danni all’agri-coltura. Qualcuno considera fenomeni atmosferici attuali come eccezionali, altri sostengonoche le condizioni meteorologiche attuali sono una eccezione rispetto al passato, ma nel futurosaranno normali e dovremo, al più presto, attrezzarci per affrontarli preparati, rischiando, altri-menti, di trovarci in emergenza permanente. La mancanza di pioggia ha creato una seria crisi idrica, che ha già scatenato proteste tra idiversi settori produttivi. I produttori di energia elettrica vogliono l’acqua residua tutta per sé,allo scopo di alimentare le centrali idro-elettriche, gli agricoltori, altrettanto, vogliono tutta l’ac-qua per sé per salvaguardare le produzioni agricole. Intanto nelle pianure del Nord Italia icampi seminati a mais rassomigliano al deserto. Nelle zone del Pavese i campi dove si coltivail riso sono appena umidi, invece di questi tempi il riso dovrebbe vegetare immerso in diecicentimetri di acqua. La superficie terrestre è formata per due terzi di acqua e per un terzo diterra, ma solo una minima parte è acqua dolce, idonea e necessaria per le esigenze e per l’irri-gazione dei campi.In Italia durante l’anno cadono dal cielo piogge e neve per un totale di 300 miliardi di metri cubidi acqua dolce. Circa la metà si disperdono in mare, circa 100 miliardi di metri cubi cadono sulterreno e vanno ad alimentare laghi, fiumi e sorgenti, circa 54 miliardi di metri cubi vengono uti-lizzati direttamente per i nostri fabbisogni. Ben oltre la metà servono per l’irrigazione in agricol-tura e della parte rimanente, molti vanno all’industria e solo una piccola parte vengono utilizzatiper uso domestico. Fino a 30-40 anni fa ogni abitante usava poche decine di litri di acqua al giorno. Oggi l’uso èsalito moltissimo, a Latina il consumo pro-capite giornaliero è di 692 litri, a Frosinone è di 641litri, a Trieste e Viterbo è di 399 litri, a Trapani 177 litri, citando solamente alcune città. Lamedia per ogni italiano è di 250 litri giornalieri per un consumo totale di 8 miliardi di metri cubiogni anno. In dieci anni la temperatura media italiana è salita di circa un grado centigrado. NelNord la pioggia è diminuita del 39% e la neve del 50%. Nel Centro-Sud il calo è di circa il 30%.In più la pioggia cade in modo sbagliato, perchè spesso in un’ora cade tutta la pioggia che nor-malmente cade in un mese, inoltre le precipitazioni avvengono nelle mezze stagioni, sicchè laneve è insufficiente a ricoprire le montagne e le sorgenti di alta quota diminuiscono.Ogni coltura ha bisogno di differenti quantità di acqua per ogni ettaro, nell’arco dell’anno: l’erbamedica consuma 7.000 metri cubi, gli ortaggi 6.000 metri cubi, il mais 3.500 metri cubi, le bar-babietole da zucchero 4.000 metri cubi, le patate 3.000 metri cubi, il vigneto 1.000 metri cubi.Se dovessero aumentare le difficoltà di irrigazione e dovesse salire il costo dell’acqua per usoagricolo, dovremmo rivedere la convenienza a produrre determinati prodotti, abbandonando lecolture che necessitano di molta acqua, non essendo più remunerative per l’alto costo di pro-duzione. Ci sono colture che vengono definite idrovore perchè consumano una enorme quan-tità di acqua. Già attualmente hanno un costo di produzione superiore al prezzo di mercato,ma si continua a coltivarle grazie all’erogazione di contributi. In Italia lo zucchero prodotto dallebarbabietole da zucchero costa di più dello zucchero di canna coltivato nei paesi tropicali.Anche il mais ed i pomodori da industria hanno un costo superiore al prezzo di mercato inter-nazionale, mentre potremmo produrre convenientemente il vino e l’olio di oliva. È certo che se l’estate durerà con questo sole e senza pioggia, il riscaldamento del mare edella terra saranno tali che in autunno potrebbero provocare piogge torrenziali, che per laquantità di acqua e per il poco assorbimento della terra asciutta, porterebbero grandi alluvioni,oltre alla beffa del momento sbagliato.

L’AVIS INFORMA:La solidarietà è un valore che va vissuto, non basta insegnarlo aparole nelle Famiglie, nella Scuola o nei gruppi di mutuo soccorso;l’insegnamento deve avvenire con l’esempio che vede la personaprotagonista nell’affermare tale valore. Questo è ciò che accade ogni volta che gruppi di DONATORI diSANGUE si incontrano, con gioiosa allegria, davanti all’emotecadell’AVIS o presso il centro fisso di prelievo del nostro ospedalefalisco. Il 12 maggio nella frazione LE COSTE di MONTEFIASCO-NE, in occasione della festa di S.Pancrazio , sono state raccolteben 21 sacche di sangue. Quale miglior esempio di solidarietà! L’AVIS Comunale di Montefiascone ringrazia ogni singolo donato-re, ringrazia anche il Comitato festeggiamenti di S.Pancrazio e ilparroco Don Giuseppe Fucili per il lavoro di sensibilizzazione fattotra la popolazione cui è seguita l’annuale generosa risposta.Il 17 maggio è stata la volta dei giovani donatori dell’IISS “CARLOALBERTO DALLA CHIESA”; sono state raccolte ben 30 sacche disangue che testimoniano il senso civico e il sentimento di solida-rietà dei nostri giovani. La raccolta era stata preceduta da incontriinformativi sul ruolo e l’operato dell’AVIS, nonché sugli aspettisanitari della donazione tenuti rispettivamente da rappresentantidell’Associazione e dal dott. A. Minciotti. L’AVIS comunale di Montefiascone, infatti, da alcuni anni si occu-pa anche, nell’ambito del rapporto di collaborazione con le ScuoleSuperiori, di informazione e di sensibilizzazione sulle tematichedella salute individuale e collettiva, sugli stili di vita e sulla respon-sabilità civica di ogni individuo.Nel corrente anno scolastico è stato offerto dall’AVIS ai ragazzidelle Classi seconde dell’IISS “CARLO ALBERTO DALLA CHIE-SA” un corso di otto ore “EDUCAZIONE alla SESSUALITÀ”, tenu-to dalla ginecologa dott.ssa M. Galetti e dalla psicologa dott.ssaE.Carelli. Un secondo corso ha interessato gli “STILI di VITA e ALIMENTA-ZIONE”, tenuto dal nutrizionista dott. Roberto Menghini e dalla psi-cologa dott.ssa Giorgia Nisi. A tutti i collaboratori va il nostro rin-graziamento. Si ringrazia in particolare la dott.ssa DanielaRamaglioni per l’impeccabile organizzazione che da molti annioffre all’AVIS; si ringrazia la D.S. dott.ssa M.R. Salvi sempredisponibile ad esaminare e proporre agli allievi della sua Scuolatematiche ed esperienze che aiutino la loro crescita e arricchisca-no la loro personalità. Si ringrazia altresì la prof.ssa MartinelliDaniela per il lavoro di sensibilizzazione calato nel quotidiano sco-lastico, testimoniato dalla risposta alle donazioni.Una nuova raccolta sangue è prevista per domenica 21 maggiop.v. in occasione della Festa della Madonna del Giglio aZepponami e certamente altri donatori si incontreranno davantiall’emoteca, sempre con gioiosa allegria, per vivere il valore dellaSOLIDARIETÀ.

AVIS Montefiascone: Piazza Vittorio Emanuele 9 - tel.0761826288 e-mail [email protected] - www.avismonte-fiascone.org

per l’AVIS MontefiasconeM.V.Pelliccioni

Sfiorata la sciaguraIntorno alle ore diciannovee trenta di mercoledì 24maggio un ramo strasecco,dallo spessore di circaventi centimetri di diame-tro, da uno dei tanti alberiche costeggiano la regio-nale Cassia, nei pressidella frazione Grilli, intornoal Km 96,400, si è improv-visamente rotto cedendo, apezzi tra i trenta ed i set-tanta centimetri, sul para-brezza dell'auto di una signora A.S. che, in quel momento, si trovava a transitarein quel punto.Si è evitata la sciagura per il semplice fatto che la signora alla guida dell'auto

procedeva nei termini di velocità prescritti, cinquanta all'ora. Mentre la signora èrimasta illesa, ovviamente con molta paura addossso, gravi i danni riportati dal-l'auto; dal parabrezza rotto a vari acciacchi sulla carrozzeria, specialmente sulparafango destro ed il montante dello sportello. Sul posto è accorsa una pattu-glia di carabinieri della locale stazione per i rilievi del caso.Da un primo accertamento, fatto sulla pianta, sembra vi siano altri rami secchiche, da un momento all'altro, si potrebbero abbattere sulla strada, se, chi didovere, non interviene in modo tempestivo e razionaleGuardando, poi, con attenzione, la sagomatura dei rami dei molti alberi presentisu i due lati di questo tratto di strada, emerge con chiarezza che la potatura dellefronde più fresche, di stagione, viene fatta dalla grandezza dei cassoni degliautosnodati ed articolati che, numerosi, transitano sulla Cassia. Ancora una voltadobbiamo sottolineare che queste piante sono anni che non vengono più potatea dovere ed ora se ne pagano le conseguenze. Non va dimenticato che sui mar-ciapiedi sottostanti le piante vi sono, per l'intero arco della giornata, persone checamminano a piedi, quindi, il loro incedere a passo lento, è certamente a rischiocontinuo. Chi pagherà ora i danni alla signora?

Pietro Brigliozzi

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017pag. 6

Lo Psicologo risponde...

Potete scrivere a: Dott.ssa Monia Cosimi, Via Zepponami n. 6/F - 01027 Montefiascone (VT)

www.centromind.it Email: [email protected] - Tel: 0761831212

Imu: mancano ormai pochi giorni alla scadenza del pagamentodelle tasse sulla casa che dovrà essere fatto entro il 16 giugno inacconto ed entro il 16 dicembre a saldo.Soggetti obbligati al pagamento: - proprietario di fabbricati, aree fabbricabili e terreni;- titolare del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi,superficie sugli stessi;- coniuge assegnatario della casa coniugale a seguito di separa-zione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetticivili del matrimonio;- concessionario nel caso di concessione di aree demaniali;- locatario per gli immobili, anche da costruire o in corso di costru-zione, concessi in locazione finanziaria.Termini per il pagamento: il versamento in acconto da fare a giu-gno sarà pari al 50% dell’imposta e dovrà essere corrisposto con lealiquote del 2016. Il saldo da versare a dicembre sarà uguale alrestante 50% con le aliquote del 2017.Immobili oggetto di imposta: viene confermata anche per il 2017l’esenzione per la prima casa, requisito obbligatorio è la residenza,ad eccezione delle abitazioni di lusso che rientrano nelle categoriecatastali A/1, abitazioni di tipo signorile, A/8, ville, A/9, castelli opalazzi di pregio artistico o storico. Questi immobili pagano un’im-posta nella misura dello 0,4%.Aliquote: rimangono le stesse del 2016 con la possibilità per iComuni di diminuirle ma non aumentarle.Esenzione: la legge prevede dei casi in cui l’immobile è assimilatoall’abitazione principale e quindi non paga l’imu. Gli immobili ogget-to dell’agevolazione sono i seguenti:- unità immobiliari adibite ad abitazione principale di sociassegnatari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietàindivise;- gli alloggi classificati come sociali ai sensi del decreto del 22aprile del 2008 del Ministero delle Infrastrutture;- le unità immobiliari di proprietà del personale di servizio per-manente delle Forze Armate o della Polizia, dei Vigili delFuoco e del personale della carriera prefettizia non concesso inlocazione; - la casa assegnata al coniuge in caso di separazione;- la casa appartenente a cittadini residenti all’estero, se si è pen-sionati nel Paese dove si risiede, se si è iscritti all’AIRE (anagrafedegli italiani residenti all’estero) a condizione che l’immobile nonrisulti né locato né utilizzato per un comodato d’uso;- unità immobiliare, non locata, posseduta per proprietà od usufrut-to da anziani o disabili ricoverati in istituto, qualora lo stabiliscal’opportuna delibera comunale.Tasi: anche per il 2017 i proprietari di prima casa incluse le perti-nenze dell’abitazione principale non sono tenuti al pagamento dellatasi. Nel caso in cui i componenti di uno stesso nucleo familiarevivono in immobili differenti, solo uno avrà diritto all’esenzione. Perquanto riguarda le aliquote, invece, i Comuni possono mantenerele aliquote dello scorso anno ma non possono aumentarle.Imu e Tasi residenti all’estero: per i cittadini residenti all’esteroproprietari di immobili in Italia che sono iscritti all’AIRE sono previ-ste alcune esenzioni e pagamenti agevolati. La legge 23 maggio2014 numero 80 ha previsto che a partire dall’anno 2015 è consi-derata direttamente adibita ad abitazione principale una ed unasola unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residentinel territorio dello Stato e iscritti all’Anagrafe degli italiani residentiall’estero (AIRE), già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, atitolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risultilocata o data in comodato d’uso. Per quanto riguarda la Tasi è pre-vista la riduzione di due terzi per gli immobili di cui sopra, che frui-scono di esenzione da Imu per pensionati AIRE.Dichiarazione Imu e Tasi: va presentata entro il 30 giugno 2017in caso di variazioni relative agli immobili rispetto al periodo prece-dente. I soggetti tenuti alla presentazione sono oltre al proprietariodell’immobile anche il titolare di diritto reale (usufruttuario) ed il tito-lare del diritto di abitazione.

a cura della Dott.ssa Paola Ciripicchio e del Dott. Luca Radicati

Cara Dott.ssa Cosimi,ho un dubbio. Leggendo degli articoli ho avuto il sospetto di essere unadipendente affettiva. Ma nello specifico come si capisce se si è così?Grazie.

A.N.

Cara Lettrice, ci sono degli elementi e tratti specifici del comportamentoche identificano una dipendenza affettiva. Per esempio: ha iniziato unarelazione per i motivi sbagliati. Esce con lui per paura di restare sola operchè tutte le sue amiche sono fidanzate. Mettendosi in coppia con que-sti presupposti ha cercato di riempire il vuoto che ha dentro, invece cosìfacendo ha declinato la responsabilità della sua autostima e legato il suovalore come persona ai sentimenti che prova un’altra persona. Non si fidadi lui. È attanagliata dalla gelosia e vittima di paure paranoiche, che nean-che una bella serata assieme a lui o una vacanza insieme riescono adallontanare. È sospettosa e teme spesso che lui le stia mentendo. Lochiama e le manda messaggi per ridurre l’ansia e si illude di tenerlo sottocontrollo.Vivi una relazione dipendente. Sente dentro di sé un vuoto che non riescea colmare e cerca nell’altra persona quelle attenzioni che dovrebbe esse-re in grado di dare a se stessa. Soffre e si tormenta con mille brutti pen-sieri, cerca continue conferme da lui perchè si sente insicura e fragile.Questo non è amore.

I SINTOMISecondo Brenda Schaeffer, psicologa e autrice del libro “Is it love or is itaddiction?” la differenza tra amore e dipendenza è data da tre elementi:l’ossessione o la preoccupazione, la sensazione di essere fuori controllo eil perseverare in questo comportamento, nonostante le conseguenze fisi-che e psicologiche negative. Se si rispecchia in questa situazione è giuntoil momento di invertire la rotta e di trasformarsi in una donna indipenden-te.

COME USCIRE DALLA DIPENDENZA AFFETTIVASi chiede perchè vive una relazione morbosa, fatta di attaccamento conti-nuo che non lascia spazio né a se e né al partner, tanto da far cadere lavostra relazione in uno stato di crisi perenne. La dipendenza affettiva nonè facile da gestire e potrebbe avere bisogno dell’aiuto di un esperto, chesappia guidarla fuori da questo tunnel. Può provare una delle tecnicheche usano gli psicoterapeuti come la Terapia dell’esposizione alle propriepaure, ovvero affrontare di petto le situazioni che le mettono ansia. Seentra nel panico quando lui si allontana, si allontani lei: si eclissi per qual-che ora, parta per un weekend con le amiche, trascorra un po’ di tempocon la sua famiglia, faccia sport o si dedichi ad un hobby. Non tema lasolitudine. Ha paura di essere lasciata sola e come reazione fugge da sestessa e carca nel partner la sicurezza che le manca. Ha solo paura di“essere” e per questo continua a “fare”. Impari ad apprezzare la solitudi-ne, gradualmente, facendo cose piacevoli e gratificanti mentre è da sola:guardare un bel film, leggere un libro, correre... Scoprirà che non c’è nullada temere nel fare delle attività da sola e che, anzi, può essere estrema-mente piacevole. Scopra chi è veramente. È alla ricerca di se stessa e haun’immagine negativa di se stessa. In questo caso potrebbe sentire anco-ra più forte il bisogno di un partner che le dia sicurezza. Inizi a scoprire chiè veramente e cosa desidera davvero, senza farsi condizionare da lui oda cosa pensi che lui si aspetti da lei. Impari a stare bene con se stessa.Si lasci andare alla vita e non tema il suo giudizio o quello di chiunquealtro. Non allontani la sua fonte di dipendenza emotiva immediatamente.Attenzione: rischia di sentirsi vuota e di sostituirlo con un’altra relazione ericadere nel loop. È importante che comprenda le cause della sua dipen-denza affettiva: se davvero la sua relazione è malsana, si prenda deltempo per riflettere e capire chi è, cosa vuole da se stessa e dalla perso-na che sceglie di avere accanto.La abbraccio e le faccio i miei migliori auguri.

Dott.ssa Monia Cosimi(Psicologo, Consulente Familiare,

Psicoterapeuta cognitivo comportamentale)

Taccuino economico e tributario Dipendenza affettiva: la tua

relazione è a rischio?

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017 pag. 7

Le Associazioni goderecce montefiasconesi

LA “SOCIETÀ DEL CARNEVALE”di Normando Onofri

Nel trattare di associazioni locali miranti al divertimento, viene facile ricordare iversi della poesia rinascimentale di Lorenzo de’ Medici “Chi vuol essere lietosia di doman non c’è certezza”. Seguendo quel consiglio sempre attuale,anche nella Montefiascone della seconda metà dell’Ottocento non mancaronoiniziative espressamente finalizzate a procurare diletto. In precedenza, altreassociazioni erano nate ed operarono seppure strette dai legami del governopapalino per cui dovevano camuffarsi da circoli culturali oppure dedicati allerappresentazioni teatrali. La sottaciuta realtà era che si desiderava procuraredivertimento e svago. Anche in città, subito dopo l’unione dei territori al resto del Regno d’Italia, ungruppo di cittadini riprese l’idea di una omonima Società sorta a Viterbo nel1874 e, sentendosi libero da ogni vincolo, istituì nel 1876 la “Società delCarnevale di Montefiascone”. Questa associazione merita interesse poiché consente di considerare che inquei tempi grami il poco divertimento disponibile era considerato, paradossal-mente, una cosa molto seria. Alcuni concittadini agiati e benestanti, deciserodi avviare una specifica società, come allora si preferiva chiamare le associa-zioni, che avesse come scopo sociale primario il divertimento e, quindi, ancheil carnevale. I promotori dell’iniziativa si fecero immediato scrupolo di legaliz-zare la propria costituzione sociale ed ottenere i relativi accreditamenti peroperare a decorrere dal successivo 1877. Conseguentemente trasmisero, tra-mite il Comune di Montefiascone per la superiore approvazione della RegiaSotto Prefettura di Viterbo1, sia lo Statuto sia l’elenco dei Soci. Fu poi lo stesso Comune di Montefiascone a comunicare al Presidente della“Società del Carnevale”, signor Giulio Cernitori, la risposta pervenutadalla Regia Sotto Prefettura che in considerazione degli intenti prefissati “nonritenne necessaria alcuna approvazione legale alla Costituzione di taleSocietà”2.

La lettura degli articoli statutari permette di chiarire le finalità sociali di cui ilprimo articolo specifica molto chiaramente gli scopi istituzionali: “È costituita inMontefiascone una Società con duplice scopo, cioè in qualche modo di giova-re al commercio e di promuovere onesti e civili divertimenti”. Dopo un talechiarimento iniziale, potrebbe sembrare che la società dovesse dedicarsi nonsolo alle attività di piacere e svago, ma impegnarsi affinché dall’onesto diverti-mento ne potesse trarre giovamento anche l’economia e il mercato cittadino.La citazione del commercio tra gli scopi sociali era, invece, solo un paravento.Lo svolgimento di qualunque attività economica, infatti, non sfiorava la mentedei soci fondatori che nello stesso Statuto, all’articolo due, chiariscono comelo scopo principale della Società del quale vogliono farne impresa, è quello diprocurare sollazzi e darsi al bel tempo avendo la mira di divertirsi quanto piùpossibile. Questo statutario proposito gaudente da perseguire con feste,veglioni e balli in maschera, era considerato dai soci come facile da raggiun-gere nella città di Montefiascone che [è] celebre unicamente per i suoi vini e[per] l’avventura vissuta dall’alemanno Defuck. Alle feste, quindi, i brindisi nondovevano mancare e pertanto la nuova e godereccia associazione volle che ipropri associati fossero chiamati “I novelli Defuck” stabilendo nello stesso sta-tuto che “prendevano a proprio simbolo l’antico stemma cittadino, cioè un bari-le su tre monti con l’aggiunta del motto “D’altro non calmi”. Verrebbe da brin-dare: “salute!!!”

Valutate quelle allettanti premesse, chi intendeva iscriversi alla Società dove-

va presentare domanda scritta caldeggiata da un associato, impegnandosi alpagamento delle quote settimanali fissate in centesimi quindici e sapere che ilmancato pagamento di quattro rate avrebbe comportato l’esclusione senzarimborso. Tra gli organi statutari contemplati, la figura del Presidente era quel-la più importante perché doveva dirigere tutte le feste, comprese quellemascherate, ma poteva essere sostituito da soci appositamente delegati. Gliincarichi sociali prevedevano anche le figure di Vice presidente, Segretario,Cassiere nonché del Consiglio Direttivo. Le restanti norme statutarie eranopienamente allineate a quelle in vigore in quell’epoca. Dal lungo elenco degli articoli statutari, meritano qualche chiarimento le“Disposizioni Generali” dalle quali emerge che la Società per procurarsi mag-giori e migliori divertimenti e sollazzi aveva previsto anche il “conferimento dipremi” che dovevano essere assegnati da una Commissione di almeno ottomembri “a tenore del programma” che di volta in volta sarebbe stato indicato.“I Novelli Defuck”, in definitiva, dovevano determinare il tema della festa chediventava argomento comune ed al quale i soci e le rispettive mogli si doveva-no ispirare nel mascherarsi cercando di ottenere il riconoscimento del premioper l’eleganza, il portamento e l’attinenza del costume indossato.

Le cariche sociali furono così suddivise: Presidente, Giulio Cernitori; VicePresidente, Daccò Francesco; consiglieri: Fazi Ivo, Guarducci Giuseppe,Mezzetti Vincenzo, Rubbi Giuseppe, Volpini Stefano; Volpini Francesco fuFil ippo; Segretario,Sinaldi Giuseppe;Cassiere, Volpini Paolo;sessantatre soci ordinariper un totale di settanta-tre iscritti.Qualche anno dopo, l’in-testazione di una letteradiretta al Sindaco diMontefiascone datata 21gennaio 1892, consentedi conoscere l’avvenutasostituzione della“Società del Carnevale”con una nuova “SocietàNovell i Defuck inMontefiascone”. Il timbrodella nuova associazioneuti l izza fedelmente i lmotto della precedentesocietà: “D’altro noncalmi” riportato sopra i tremonti e al barilotto di Est! Est!! Est!!!.Dal testo del documento traspare che la principale attività di cui voleva occu-parsi questa associazione era sempre mirata ai divertimenti carnevaleschidegli associati. Il Presidente in carica, Augusto Pieri, scrisse al Sindaco evi-denziando che la nuova Società, visto il dinamismo delle iniziative intraprese el’attività del proprio bilancio annuale nello svolgimento di feste private, avevadeliberato di allargare i fondi disponibili anche ai divertimenti pubblici per iquali, tuttavia, chiedeva un concorso di spesa del Municipio. A tal fine, il Sindaco era quindi sollecitato a far conoscere le decisioni relativeaffinché la Società Novella Defuck potesse “prendere gli opportuni provvedi-menti”.

[email protected]

1 A.S.C.M. - Fg. Nr 236 del 22 aprile 19762 A.S.C.M. - Fg. Nr 336 del 26 aprile 1876

“Società del Carnevale fondata nell’anno 1876”

Timbro de “I Novelli Defuk - D’altro non calmi”

“Società Novelli Defuk anno 1892”

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017pag. 8

Corso di avviamento sportivo al gioco del calcioIl 10 maggio 2017 si è concluso il “Corso di avviamento sportivo al gioco del calcio”, tenutosi nella palestra della ScuolaElementare O. Golfarelli, organizzato dalla Società Sportiva dilettantistica Montefiascone Calcio, in collaborazione con la F.I.G.C. el’Istituto Comprensivo di Montefiascone.Il corso della durata di 80 ore (Gennaio/Maggio) è stato tenuto dal Prof. Fernando Fumagalli, “Nando” (allenatore di base Diploma dicalcio UEFA B), coadiuvato dall’atleta Federico Minciotti.Vi hanno partecipato le classi 1ªA - 1ªB - 1ªC - 2ªA - 2ªB e 2ªC per un totale di 109 bambini/e.Il Presidente del Montefiascone Calcio, Lorenzo Minciotti, e il Prof. Fernando Fumagalli ringraziano, a nome della SocietàSportiva, la Dirigente dell’Istituto Comprensivo e tutto lo staff delle maestre coinvolto nell’iniziativa per la piena disponibilità ricevuta,nonché la F.I.G.C., dando appuntamento al prossimo Anno Scolastico.

Classe 1ªA: Brunelli Marco, Bulsei Pietro, Calabrese Viola, CaneponiGabriele, Cappelletto Flora, Carloni Martina, Graffietti Ester, MarianelloLuca, Marianello Ludovica, Maurizi Lorenzo, Mecali Ludovica, OpreGiorgia, Pisapia Thomas, Raiola Noemi, Ranucci Serena, RengucciMarco, Sciacca Maurizio, Zerbini Asia.

Classe 2ªA: Alesi Lucia, Amaro Vasquez Leonardo, Angeli Marco,Bellanova Martina, Bisignano Gabriele, Falessi Maria Stella, HorciuMaria Aurora, Palermo Luisa, Ricci Linda, Rossi Diana, RossiEmanuele, Santucci Flaminia, Scarino Leonardo, Scarino Lorenzo,Sciortino Marco, Selvi Matteo, Sestili Noemi, Socea Emilian.

Classe 1ªB: Bronzetti Alessio, Cappannella Michele, Carelli Alberto,Carloni Chiara, De Santis Caterina, Durantini Martina, Falcinelli Flavio,Ferri Alessandra, Fiorentini Elena, Francia Deila, Giannelli Aisha, ParadisoDiego, Pelecca Giada, Ricci Ginevra, Selvi Cristiana Karol, SpinazzolaMattia, Tassoni Martina, Torri Daniele, Vasile Ramona Giorgiana.

Classe 2ªB: Campagnola Anna, Ceccarelli Fabrizio, Chiodo Valeria,Cocciola Leonardo, Djeladini Harisa, Evreva Megan, Faina Davide,Gaddi Carlotta, Leonardi Sara, Locane Mattia, Mocini Michele,Pagliaccia Sofia, Polidori Riccardo, Tarantello Valentina, TofanicchioEmma, Tordi Giulia, Tordi Nicolò, Vincolo Gianlorenzo, Zerbini Matteo.

Classe 1ªC: Aprilotti Aurora, Bronzetti Jennifer, Calabrese Erica, CevoloGiada, De Ciccio Leonardo, Florian Andrea, Gorghiu Alessia, LucciGiorgia, Magnani Anastasia, Maurizi Nicolò, Petroselli Martina,Piergentili Sofia, Poole Emma, Ribelli Davide, Rivici Angelo, SavelliPierfrancesco, Silvi Alessio, Stroia Alessia Ioana, Valleriani Chiara.

Classe 2ªC: Bellocchi Matilde, Calabrese Martino, Caneponi Mascia,Ceccarelli Alessio, Crocchione Simone, Gentili Elena, LocaneFrancesco, Maiucci Marco, Mari Giorgia, Mincini Diego, Minciotti Flavia,Pesci Gabriele, Pieracci Eleonora, Ranucci Raffaele, SbocchiaGiordano, Schiavone Francesco.

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017 pag. 9

La sentenza “Legittime le benedizioni a scuola”Il Consiglio di Stato: vietarle è discriminatorio

Le benedizioni a scuola, al di fuori dell’o-rario di lezione e con facoltà di partecipazio-ne, sono legittime. Lo ha stabil i to i lConsiglio di Stato, ribaltando un precedentepronunciamento del Tar dell ’Emil iaRomagna, che aveva annullato un provvedi-mento del Consiglio dell ’ Istituto 20 diBologna. A grande maggioranza (13 favore-voli, due contrari e un astenuto), l’organi-smo di gestione dell’Istituto comprensivo,aveva deliberato di concedere l’uso deilocali della scuola per le benedizioni inoccasione della Pasqua del 2015. Controquesta decisione, un piccolo (ma rumoroso)gruppo di insegnanti e genitori, appoggiatodal comitato “Scuola e Costituzione”, avevapresentato ricorso al Tribunale amministrati-vo regionale, la cui sentenza era però giun-ta dopo che la benedizione era già stataeffettuata. Così, forse per evitare ulterioripolemiche (il caso era finito sulle pagine delNew York Times), l’anno successivo ilConsiglio d’istituto ha deciso di non conce-dere i locali per la benedizione. Una “pre-cauzione” che ora non ha più ragion d’esse-re, visto che, come scrivono i giudici delConsiglio di Stato, la benedizione è un ritoche “ha senso in quanto celebrato in unluogo determinato, mentre non avrebbesenso (o, comunque, il medesimo senso)se celebrato altrove; e ciò spiega il moti-vo per cui possa chiedersi che esso sisvolga nelle scuole, alla presenza di chivi acconsente e fuori dall’orario scolasti-co, senza che ciò possa minimamenteledere, neppure indirettamente, il pensie-ro o il sentimento, religioso o no, dichiunque altro che, pur appartenente allamedesima comunità, non condivida quelmedesimo pensiero e che dunque, nonpartecipando all’evento, non possa inalcun senso sentirsi leso da esso”. Inoltre, il Consiglio di Stato, ricordando ildettato dell’articolo 20 della Costituzione,sottolinea il carattere “discriminatorio” di uneventuale divieto alle benedizioni a scuola.“C’è da chiedersi - si legge nella sentenza -come sia possibile che un (minimo) impiego

di tempo sottrattoalle ordinarie attivitàscolastiche, sia deltutto legittimo o tolle-rabile se rivolto aconsentire la parteci-pazione degli studen-ti ad attività “para-scolastiche” diverseda quella di cui trat-tasi, ad esempio dinatura culturale osportiva, o anches e m p l i c e m e n t ericreativa, mentre sitrasformi, invece, inun non consentitodispendio di tempose relativo ad un evento di natura religiosa,oltretutto rigorosamente al di fuori dell’orarioscolastico. Va aggiunto - proseguono i giu-dici - che, per un elementare principio dinon discriminazione, non può attribuirsialla natura religiosa di un’attività, unavalenza negativa tale da renderla vietatao intollerabile unicamente perchèespressione di una fede religiosa, men-tre, se non avesse tale carattere, sarebberitenuta ammissibile e legittima”.Concetto ribadito dal costituzionalistadell’Università Europea di Roma, FilippoVari, che sottolinea anche una secondavalenza della sentenza del Consiglio diStato: “Riconoscere che la religione hauna rilevanza pubblica, cosa che nonpiace a un certo laicismo aggressivo,che, invece, vorrebbe ridurla a un fattomeramente intimistico e privato”. “È sin-golare che contro questa decisione si schie-rino alcuni che, sempre nelle scuole, vorreb-bero introdurre l’indottrinamento dei bambinisecondo l’ideologia gender”, aggiunge il giu-rista, che si sofferma anche sull’annunciatoricorso degli sconfitti alla Corte di Giustiziaeuropea. “Nel recente passato - ricordaVari - la Grande Chambre ha già stabilitoche non esiste corrispondenza diretta tral’esposizione del Crocifisso nelle aule e

le attività scolastiche e che la presenzadi questo simbolo non influisce sul rego-lare svolgimento delle lezioni. La senten-za del Consiglio di Stato rispetta proprioi criteri di questa decisione della CorteEuropea”.Di decisione “saggia, equilibrata e rispettosadella vera laicità della scuola”, che non puòmai essere contro qualcuno”, parla AdrianoGuarnieri, portavoce della diocesi diBologna, guidata dall’arcivescovo MatteoZuppi. “La diocesi - si legge in una nota -riconferma il pieno rispetto delle decisionidegli organi competenti”. Anche secondo ilvescovo di Latina, Mariano Crociata, presi-dente della Commissione episcopale per lascuola della Cei, questa sentenza è“ragionevole, equilibrata e di buonsen-so”.Per il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa,“ribadire le nostre profonde radici cri-stiane non deve essere un problema pernessuno”, mentre la senatrice di ForzaItalia, Anna Maria Bernini chiede “unintervento legislativo”, serio e compiuto,che salvaguardi le tradizioni culturalecristiane nel nostro Paese, evitando infuturo ricorsi di questo tipo, che altronon fanno che alimentare conflitti inmodo strumentale”.

Il giorno 20 marzo scorso, Beatrice Sofia Ricci, haconseguito in Venezia, la laurea triennale in “Lingue,culture e società dell’Asia e dell’Africa mediterra-nea”, discutendo la tesi “Nihonjinron”. Espressionedell’omogeneità e unicità del popolo giapponese.Relatore il Chiar.mo Prof. Paolo Calvetti.La cerimonia, “Giorno della laurea”, si è svolta nellaimpareggiabile cornice di Piazza San Marco il 21 aprile2017, insieme ad oltre 750 Colleghi, neo Dottori edavanti ad alcune migliaia di persone, come nellamigliore tradizione dell’Università Ca’ Foscari diVenezia.Molti amici, anche di Montefiascone, hanno partecipatoalla cerimonia. Alla neo Dottoressa giungano gli affettuosi auguri de “LaVoce” e ad maiora.

“Giorno della laurea”

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017pag. 10

Un serio problema: tragedia denatalitàdi Massimo Calvi

È come se fossimo in guerra. I numeri dei bambini che nascono inItalia ci dicono questo. Viviamo come durante un conflitto, decimati,oppressi, incapaci di immaginare e costruire il futuro. I figli sono undono, ma nella storia della Repubblica non ne abbiamo mai accolticosì pochi come oggi. Nel 2016 i bambini nati nel nostro Paese sonostati 474mila. Un record al contrario. Per fare un veloce raffrontobasti pensare che nel 1918, al tempo della Prima guerra mondiale, ibambini nati erano stati 676mila; nel 1945, alla fine del Secondoconflitto, 821mila.La denatalità che affligge l’Italia ha tutte le caratteristiche di una tra-gedia. Economica e soprattutto umana. Meno figli che nascono signi-fica enormi difficoltà in futuro, considerato l’invecchiamento dellapopolazione e la necessità di avere una generazione giovane che sioccupi degli anziani o quantomeno sostenga lo Stato sociale lavo-rando. Ma significa anche meno genitori, meno donne che diventanomadri e meno uomini che diventano padri. Una compressione dellasperanza che rivela molto più del Pil o di altri indicatori lo stato dibenessere di una popolazione. Tassi così alti di donne senza figli in Europa, intorno al 20%, si sonovisti solo per la generazione nata agli inizi del ‘900: donne che unavolta raggiunta l’età per il matrimonio non hanno trovato abbastanzauomini da sposare perchè decimati dai conflitti. Ancora la guerra,insomma, come un incubo che ritorna, a ricordarci che qualcosa ogginon va. Già, ma che cosa? E soprattutto: che cosa si può fare?

Molti studi dimostrano che condizioni favorevoli alla natalità sonorappresentate dalla disponibilità di un lavoro stabile, di case acosti accessibili, dalla possibilità di armonizzare il tempo dellavoro con quello della famiglia. Le condizioni delle nostre societàdi mercato richiedono anche e sempre più spesso che siano in due alavorare per riuscire a mantenere dei figli. Dunque servono serviziper l’infanzia, sostegni economici pubblici, aziende capaci dinon penalizzare i dipendenti quando hanno figli, e soprattutto unsistema fiscale che favorisca chi costruisce una famiglia. La dimensione culturale non è meno rilevante. Anzi. Dove ci sono piùmatrimoni anche le nascite sono maggiori. Ed è più facile accoglierela vita quando la cura dei figli non è vissuta come un fallimento pro-fessionale. La domanda che dobbiamo porci, onestamente, è seabbiamo veramente ancora voglia di famiglia e di figli, a prescinderedalle difficoltà economiche. E, soprattutto, se siamo ancora disposti afarci carico di quelle fatiche e di quei sacrifici che fanno parte del“pacchetto” famiglia-figli. Le ricerche dicono di sì. Se è vero, allora dovrebbe essere ilmomento per incominciare a pretendere dalla politica quella presa dicoscienza che finora è mancata. Un passaggio che può avvenire solo se la generazione più gio-vane avrà la forza e il coraggio di prendere in mano il propriofuturo, decretando la “fine della guerra” e aprendo una nuovastagione di speranza.

L’Istat calcola che al 1° gennaio 2017 la popolazione ammonti a 60 milioni 579 mila residenti, 86 mila persone in meno sull’annoprecedente (-1,4 per mille). Anni fa, quando era direttore del Giornale, Indro Montanelli citò una frase attribuita allo scrittore ingleseKipling, che si riferiva ai tratti caratteriali di alcuni popoli europei. Ne cito una delle numerose varianti. “Un inglese: uno sciocco. Dueinglesi: una colonia. Tre inglesi: un grande popolo. Un tedesco: un pedante. Due tedeschi: una birreria. Tre tedeschi: una guer-ra. Un italiano: un brav’uomo. Due italiani: otto figli. Tre italiani: sedici partiti”. Restando a noi, lascio ai lettori il giudizio sul singoloindividuo italico. Quanto agli otto figli, come abbiamo scritto sopra, siamo arrivati ai minimi storici: anche la cicogna, da tempo, è stancadi volare sul nostro depresso e forse deprimente Belpaese. Ma andiamo invece fortissimi sul numero dei partiti. Non sedici ne conta il nostro Parlamento, ma ben diciotto!

Erasmopag. 30 “Frate Indovino” - maggio 2017, n. 5

In Italia sempre meno bambini e sempre più partiti!

Raramente si è verificato un simile attaccoal diritto alla vita, portato su tanti fronti. IlParlamento sta discutendo la legge su con-senso informato e dichiarazioni anticipate ditrattamento: legge nata male, assolutiz-zando il diritto all’autodeterminazionerispetto ad altri temi non meno importanti,quali diritto alla vita e suo valore sociale,libertà di esercizio della professione medi-ca, vocazione delle istituzioni sanitarie,tutela del minore e dell’incapace, necessitàdi evitare condizionamenti nell’eserciziodelle scelte.Mentre è in atto una faticosa maratona perridurre l’impatto negativo degli aspetti nonrisolti, i radicali spostano la discussione dalpiano del ragionamento a quello dell’emoti-vità, scegliendo di far morire il Dj Fabiano. Ilfatto che ciò che il suicida richiedeva nonfosse nemmeno contemplato dalla legge indiscussione, non importa: “Fabo e altricome lui sono dovuti andare in Svizzeraperchè il Parlamento non si decide a deci-dere”. Questo è il messaggio suggerito.

Intanto, nel Parlamento europeo passavauna risoluzione per sopperire con fondieuropei al blocco dei finanziamenti ameri-cani per le Ong che diffondono le praticheabortive. Sul tema intervistiamo in questonumero il vice ministro degli Esteri, MarioGiro. Dalle sue risposte, mentre non è chiaro ciòche il governo farà per evitare che gli italia-ni debbano pagare aborti all’estero, apparechiara la minimizzazione delle politiche Onusulla salute riproduttiva. Le cui priorità nonsono la mortalità materno-infantile, bensìcontraccezione, aborto, sterilizzazione, pernon far nascere coloro che chiederebberogiustizia per l’iniqua distribuzione delle ric-chezze nel pianeta. Infine, l’attacco concen-trico all’obiezione di coscienza, negata dalprogetto di legge sul fine vita per nonammettere che si tratta di eutanasia omissi-va e calpestata con i concorsi riservati aiginecologi. Le Regioni sembrano aver trovato il siste-ma per favorire i non obiettori. Non solo ilLazio di Zingaretti, ma anche la Puglia di

Emiliano ci riprova, mentre la capogruppodel Pd in Veneto, Moretti, vorrebbe addirit-tura una legge ad hoc. Se il piano passas-se, per i giovani obiettori si aprirebbe unastagione di discriminazioni, con l’impossibi-lità di accedere ai concorsi delle unità ope-rative di ostetricia e ginecologia in cui sipraticano aborti (70%). Naturalmente, una volta entrati con ladisponibilità a fare aborti, i neoassuntipotrebbero essere trasferiti in altre mansio-ni, saturando col tempo tutte le posizioni.C’è anche chi propone di peggio: Floresd’Arcais su Repubblica vorrebbe trasfor-mare i ginecologi in una sorta di militarivolontari, consapevoli di entrare in una pro-fessione in cui prima o poi potresti esserechiamato a uccidere. Peccato che si tratti dimedici, con ben altra vocazione. L’idea di fondo è che l’aborto è un dirit-to, chi si oppone è un nemico, e la pre-venzione è roba da mettere in soffitta. Inattesa di costruire una più efficace tutelagiuridica, prepariamoci alla resistenza:culturale e politica.

Diritto alla vita. Come resistere ai tanti attacchi.di Gian Luigi Gigli

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017 pag. 11

Mai così pochi nati dal 1861Nel 2015 la fuga dei 100mila

Quindicimila nascite in meno, i decessi a +54mila

Un crollo impressionante dei nati: 15mila in menorispetto all’anno scorso. E un picco drammatico dimorti: 54mila in più. Basterebbero queste cifre a direquanto soffre, l’Italia. Ma a tanto male si deveaggiungere anche il resto del rapporto Istat sugliindicatori demografici: una fotografia impietosa cheritrae un Paese sempre più vecchio, sempre menofecondo, sempre meno attrattivo. E da cui gli italiani(e anche gli stranieri) se ne vanno.

Come in guerraMai, come nel 2015, le culle italiane sono rimastecosì vuote. Secondo le stime dell’Istat nel 2015 si èregistrato un nuovo record storico negativo dopoquello del 2014. Il dato peggiore dall’Unità d’Italia. Anascere sono stati soltanto 488mila bambini, 15milain meno rispetto al 2014 (erano stati 503mila).Mentre i decessi sono aumentati del 9,1%: 653milain totale, 54mila in più rispetto al 2014. Come se ilnostro Paese fosse entrato in guerra, o se ci avesseinvestito un tifone. Non a caso abbiamo raggiunto ilpiù alto tasso di mortalità tra quelli misurati dalSecondo dopoguerra in poi: il 10,7 per mille. Così,nell’Italia che scompare, si registra una situazionedrammatica come quella della Liguria per esempio:tasso di natalità al 6,5 per mille (il più basso delloStivale) e tasso di mortalità al 14,4 per mille (il piùalto). E se a diminuire (dello zero virgola) è anchel’aspettativa di vita alla nascita, è il dato sul calodella popolazione residente a far suonare un altroallarme: in un anno abbiamo perso 139mila cittadini.

Un piano per la natalitàGli occhi dell’Istat sono puntati sulla drammaticaflessione del tasso di natalità: nel 2015 è scesodell’8 per mille (8,3 per mille nel 2014). Il Trentino-Alto Adige, che resta l’area a più intensa natalità del

Paese, si attesta poco sopra: al9,7 per mille. Per il quinto annoconsecutivo, inoltre si registra unariduzione del numero medio di figliper donna, che nel 2015 scendeall’1,35 (1,28 per le cittadine italia-ne, 1,93 per le cittadine straniere:come dire, il fenomeno contagiaanche loro). E l’età media dellamadre al momento del parto rag-giunge i 31,6 anni contro i 31,5 del2014. “Siamo in piena emergenzademografica. Un Paese che invec-chia è un Paese destinato a mori-re”, ha commentato il ministrodella Salute, Beatrice Lorenzin,che ha ribadito come il bonusbebè non basti e sia necessario un articolato piano asostegno della maternità e della natalità. “L’impegnodel Governo è chiaro - ha aggiunto il ministro per gliAffari regionali, con delega alla Famiglia, EnricoCosta - realizzare politiche attive che mettano lafamiglia al centro. Non un provvedimento, ma unarete organica di misure, atti, scelte, in primo luogo inambito fiscale, orientate a favorire e a sviluppare laspina dorsale del Paese. La prossima settimana allaCamera si discuteranno le mozioni a sostegno dellafamiglia; al Senato le unioni civili. Io sarò allaCamera”.

Il Paese invecchiaGli unici numeri col segno più, nel rapporto dell’Istat,sono quelli relativi all’invecchiamento del Paese.L’età media della popolazione è aumentata di ulte-riori due decimi, arrivano a 44,6 anni. E gli ultrases-santacinquenni sono 13,4 milioni, il 22% del totale.In diminuzione risulta invece sia la popolazione inetà attiva (15-64 anni) sia quella fino a 14 anni dietà: la prima scende a 39milioni, il 64,3% del totale,la seconda comprende 8,3 milioni di ragazzi e rap-

presenta il 13,7%. Le regioni più anziane sonoLiguria (28,2% di ultra65enni), Friuli Venezia Giulia(25,4%) e Toscana (24,9%). Quelle più giovaniSicilia (20,2%), Provincia di Bolzano (19,1%) eCampania (17,9%).

L’esercito di chi se ne vaCentomila cancellazioni anagrafiche di connazionali.Vale a dire, centomila cittadini italiani che hannodeciso di lasciare il Paese. Non basta il calo di nascite e il picco di morti, l’Italiadeve smettere di contare anche sui suoi (pochi) gio-vani. Rispetto al 2014 la percentuale di chi ha decisodi fare le valigie è aumentata del 12,4%: un disastro,in tempi di glaciazione demografica. E a rientraresono sempre in meno: solo 28mila connazionali (-5,6%). Se poi il saldo migratorio resta attivo, con128mila unità “guadagnate”, tale risultato corrispon-de a un quarto di quello conseguito nel 2007. Perintendersi: rispetto ad allora le immigrazioni (erano527mila) si sono all’incirca dimezzate, mentre leemigrazioni (all’epoca 51mila, oggi 145mila conside-rando anche quelle degli stranieri) sono quasi tripli-cate.

da Av sabato 20/02/2016

VIVIANA DALOISO

All’Italia che fa sempre meno figli edove si muore sempre di più serveuna sterzata, un deciso cambio di dire-zione. “Bisogna ribaltare completa-mente l’approccio ai problemi”, sinte-tizza il demografo dell’UniversitàCattolica, Alessandro Rosina, impe-gnato da anni nello studio delle (sem-pre meno numerose) giovani genera-zioni, i Millennials.

Insomma, professore, i datidell’Istat ci dicono che stiamo lenta-mente andando verso l’estinzione...Diciamo che siamo tra quelli che, piùdi altri, si stanno incamminando lungoquel crinale. Sì, in questo al mondonon ci batte nessuno. Siamo i primi,anche se non siamo il Paese che fameno figli in assoluto.

Perchè allora gli altri se la passanomeglio?Perchè sono più attratt ivi di noi.Prendiamo la Germania. I tedeschinon fanno più figli degli italiani ma,mettendo in campo politiche adeguate,sono stati capaci di diventare attrattivi.Cioè, compensano le mancate nascitecon l’arrivo di stranieri che scelgono diandare a vivere in Germania.

L’esempio dei migranti di questi mesiè lampante. Da noi, invece, il divariotra mortalità e mancate nascite incidesempre di più.

Con quali conseguenze?C’è un aspetto quantitativo che preoc-cupa e riguarda l’impoverimento dellenostre basi demografiche. C’è poi undato qualitativo: non stiamo dando allenuove generazioni l’opportunità di rea-lizzarsi e si mettere al mondo tutti i figliche vorrebbero. Se fossero messe incondizioni di farlo, avremmo risolto ilproblema della denatalità.

Che cosa servirebbe, in concreto?Politiche familiari adeguate. InGermania, molto più che da noi, cisono coppie che non desideranoavere figli. Ma chi li vuole ne ha alme-no due, perchè sa di poter contare sulsostegno delle istituzioni.

Eppure, mai come in questi giorni, ilParlamento sta discutendo di fami-glia e di figli...Certo, ma, come sempre, bisognaguardare alla sostanza delle cose eincoraggiare chi vuole mettere almondo figl i e costruire i l futuro.Costoro devono poter contare, peresempio, su una politica fiscale ade-guata, che sostenga le giovani coopiee aiuti le donne a conciliare laovoro e

cura della famiglia. Dobbiamo incorag-giare chi vuole fare scelte positive esostenerle affinché abbiano successo.Senza disseminare il campo di ostaco-li, come invece avviene ancora oggi.

Quale deve essere, allora, la prioritàdella politica?È necessario ribaltare completamentel’approccio. Non deve più pensare allepolitiche familiari come un “costo” macome un “investimento” che si ripaganel tempo, perchè produce crescita

economica. Inoltre, sotto l’aspetto cul-turale e sociale, non si deve più pen-sare ai giovani soltanto come figli,quasi fossero un bene privato dellafamiglia. Le nuove generazioni sonoun bene sociale. Anzi, rappresentanoil bene comune più importante delPaese, su cui investire per un futuro dicrescita e benessere. Detto altrimenti:la politica non deve decidere “nono-stante” i giovani. Ma, a partire dalleloro esigenze (e da quelle delle fami-glie) agire di conseguenza.

“Un popolo di ultravecchi nelfuturo del Paese”“Il futuro dell’Italia è quello di una popolazione di “ultravecchi” che non avrannoal loro fianco molte persone giovani, con cui vivere, confrontarsi e, soprattutto,da cui essere assistiti. Questa prospettiva dovrebbe essere chiara alla politica.E dovrebbe essere al centro dei progetti di riforma e delle agende dei Governi.È necessario fare uno sforzo per ridisegnare il Paese in cui, già da ora, il saldodemografico è definitivamente negativo”. È l’appello di Roberto Bernabei, pre-sidente di “Italia longeva” e geriatra del policlinico Gemelli di Roma, che com-menta i dati Istat, nei quali si conferma il trend di invecchiamento della popola-zione ma emerge un aumento dei decessi, (soprattutto tra gli over 75) nel2015, il dato più elevato dal dopoguerra. “Non ci sono i numeri per l’assistenza- sottolinea Bernabei - in particolare quella domiciliare e territoriale, il cui biso-gno è destinato a crescere”.

IL GERIATRA

“Diamo alle giovani coppie la possibilità di fare figli”PAOLO FERRARIO

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017pag. 12

CAVALIERI: Giorgini Silvia, Giraldo Mario, Spinelli Egidio.Versati alle poste (solo la data del versamento, non c’è nome):6/3 - da Venezia, 9/3 - da Internet, 11/3 - da Firenze, 15/3 - daFirenze, 21/3 - da Firenze, 28/3 - da Firenze.

BENEMERITI: Egidi Giovanna, Ceccariglia Onorina, CortonesiAnna, Rosetto Giuseppe, Moretti Fantera Margherita, VignoliEnnio, Vittorini Gino, Rosetto Mario, Ceccarelli Agostino, UviniGermano, Antonelli Maria Vittoria, Chiricotto Galliano,Bellacima Gianfranco, Manzi Anna, Teofilo Anna, Ricci Aldo,Savelli Mario, Fetoni Iliana, Solinas Stefano. Versati alle poste:21/3 - da Venezia, 30/3 - da Firenze.

AMICI: Moisè Giovannino, Menghini Guido, Scagnetti Leda,Bacchiarri Maria Antonietta, Dominici Quinta, Carloni Angelo,Pontillo Emanuele, Stefanoni Marco, Banella Giuseppa,Ranucci Ferdinando, De Santis Riziero, Paoletti Rodolfo,Ciucci Marcella, Fetoni Alessandro, Chiodo Franco, BracaccinoLuigi, Cicoria Flaviano.

Anagrafe cittadinaNATI: Bianchini Dario (21/5), Mancini Riccardo (4/5), VolpeSwami (11/5).

MATRIMONI: Alberti Cristina e Breccola David, Rossetti Mariangelae Ciucciarelli Simone, Amaricai Nicoleta e Pogan Valentin.

MORTI: Bartoli Nella, Bartolini Roberto, Bellacima Cesare,Bertoccini Antonio, Fantin Luigia, Galetti Esmeralda, Giraldo Maria,Rosetto Pietro Felice, Santini Mauro, Tarquini Luciana.

“LA VOCE” È GRATA AI SUOI Gara di Mountain Bike di prestigioLa gara ciclisticaamatoriale dimountain bike, chesi è svolta domeni-ca mattina 21 mag-gio, nel contestodei festeggiamentidella patrona MariaSS.ma del Giglioper le strade circo-stanti la frazione diZepponami su unpercorso di circa 37km, ha ricevuto ilplauso più totale dalla popolazione. Una gara amatoriale per le strade più o meno asfalta-te della frazione e dintorni, organizzata dal ciclista Domenico Moscetti, con circa uncentinaio di atleti che vi hanno preso parte con grande spirito cavalleresco per cui è salta-to fuori il clima di grande amicizia che regna tra il gruppo dei ciclisti.La manifestazione ha preso il via alle ore otto e trenta dal locale oratorio parrocchiale perconcludersi intorno alle ore dieci e trenta sulla piazzetta al centro della frazione, per cuimolte persone hanno potuto gustarsi l’arrivo degli atleti. Due le coppe in palio: la primaal gruppo più nutrito di partecipanti, la seconda al gruppo più sportivamente attivo nell’a-nimare la corsa durante il suo svolgimento. Infine la consegna di oltre venti premi, offertida vari sponsor, ai quali va tutta la gratitudine sia del Comitato Festeggiamenti che degliatleti tutti, andati alle diverse specializzazioni previste dallo speciale regolamento, poi, aseguire, una sostanziosa colazione per il rifocillamento di tutti.Una nuova iniziativa questa, che la popolazione non solo ha gradito ma ha sollecitato aripetere nella prima settimana di settembre, allorchè la frazione di Zepponami sarà dinuovo in festa per celebrare i centocinquant’anni della costruzione dell’attuale chiesa par-rocchiale.

Pietro Brigliozzi

Un buon successo dei pittori falisci

La mostra di pittura, allestita presso il salone parrocchiale di Zepponami, nel contestodei festeggiamenti della Patrona Maria SS.ma del Giglio, non solo ha riscosso un grandesuccesso, ma su richiesta dei visitatori, accorsi numerosissimi, è rimasta aperta fino adomenica 28 maggio visto che, nella stessa data, si è tenuta la festa del santo compatro-no, l’umile frate capuccino S. Felice da Cantalice.Molti i pittori partecipanti, circa quindici, necessariamente tutti residenti a Montefiascone,quasi tutti autodidatti, che con le loro opere, alcune anche di egregio valore, hanno tap-pezzato tutte le pareti del salone intitolato al grande parroco Mons. Oliviero Temperini.Una manifestazione di successo, soprattutto perchè in essa, è emersa la genialità dei pit-tori nell’affrontare il saper comunicare con gli altri attraverso i colori. La mostra è statainaugurata alle diciassette del pomeriggio di sabato con la partecipazione gradita edapprezzata del neo assessore Rita Chiatti, la quale, non solo ha tagliato il nastro, ma siè poi divertita, passando in rassegna le opere, accompagnata dai vari pittori, dal presi-dente della mostra, Girolamo Merlo, e dal presidente del comitato festeggiamenti,dott. Giuseppe Bartoleschi.

P.B.

Festa a S. Rita dalle Suore del Divino Amore

Giovedì 18 maggio u.s.,nella chiesa del DivinoAmore, ha avuto luogouna celebrazione delica-ta e coinvolgente. IlPadre agostinianoRocco Ronzani diViterbo, ha celebratouna S. Messa in onoredi S. Rita da Cascia, altermine della quale habenedetto la statuadella Santa, donatadalla Prof.ssa BartoliAnna Vittoria, inmemoria dei suoi geni-tori e famil iari.All’interno della piccolachiesa, gremita di per-sone, si respirava aria digioia e devozione perl’avvenimento, arricchito ulteriormente dalla presenza di una sacra reli-quia della Santa. Molto toccante l’intervento della prof.ssa Bartoli che,con questo gesto, ha voluto sottolineare la devozione della sua famigliaalla Santa dei casi impossibili. Autorità e gente comune, hanno manife-stato la loro fede, partecipando con emozione alla celebrazione a cui èseguito un rinfresco offerto ed organizzato dalla Superiora, SuorClara Herrera, coadiuvata dai volontari della Caritas.A tale celebrazione ne è seguita l’altra del 22 maggio, giorno dellafesta di S. Rita. La messa officiata da don Marco e Padre Liberti, haugualmente visto un gran numero di fedeli. Amata S. Rita, proteggi tuttigli abitanti e coloro che confidano in Te.

A.R.

Sabato 6 maggio, la Coop di Montefiascone tramite il Comitato dei SociCoop, con la collaborazione della Caritas diocesana di Montefiascone, haaderito al progetto nazionale Unicoop Tirreno “Dona la spesa”.La Coop e il Comitato dei Soci Coop di Montefiascone, ringraziano i volon-tari della Caritas di Montefiascone, i dipendenti della Coop diMontefiascone e soprattutto le centinaia di SOCI COOP che hanno avuto ilCORAGGIO DI ESSERE con i più bisognosi incarnando a pieno lo SPIRITO

DI PARTECIPAZIONE che è tra i principi fondamentali che hanno ispirato isoci fondatori della Coop.I frutti di questa raccolta sono: 695 kg di prodotti alimentari, 25 pezzi di pro-dotti per l’igiene, 15 pezzi di prodotti infanzia non alimentari.Tutti questi prodotti, saranno distribuiti sul territorio alle persone e famiglie indifficoltà, dalla Caritas di Montefiascone. Grazie a tutti voi e sin da ora Viaspettiamo al prossimo evento che si terrà ad ottobre con la speranza diessere ancora più numerosi.

Il Comitato dei Soci Coop di MontefiasconeBrunella, Manuel, Salvatore e Vincenzo

DONA LA SPESA

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017 pag. 13

AZIONE CATTOLICA ITALIANA150 anni dell’Associazione

La nascita dell’Azione Cattolica Italiana fuun sogno, nato dal cuore di due giovani,Mario Fani e Giovanni Acquaderni, che èdiventato nel tempo cammino di fede permolte generazioni, vocazione alla santità pertantissime persone: ragazzi, giovani e adultiche sono diventati discepoli di Gesù e, perquesto, hanno provato a vivere come testimo-ni gioiosi del suo amore nel mondo. Anche perme è un po’ aria di famiglia: mio papà, mianonna, eranodell’Azione cattolica!È una storia bella eimportante, per laquale avete tanteragioni di essere gratial Signore e per laquale la Chiesa vi èriconoscente. È la sto-ria di un popolo forma-to da uomini e donnedi ogni età e condizio-ne, che hanno scom-messo sul desiderio divivere insieme l’incon-tro con il Signore: pic-coli e grandi, laici epastori, insieme, indi-pendentemente dallaposizione sociale,dalla preparazione cul-turale, dal luogo diprovenienza. Fedeli laici che in ognitempo hanno condivi-so la ricerca delle stra-de attraverso cuiannunciare con lapropria vita la bellez-za dell’amore di Dio econtribuire, con il pro-prio impegno e la pro-pria competenza, allacostruzione di unasocietà più giusta, piùfraterna, più solidale. È una storia di passione per il mondo e perla Chiesa - ricordavo quando vi ho parlato diun libro scritto in Argentina nel ‘37 che diceva:“Azione Cattolica e passione cattolica”! - edentro di questa storia sono cresciute figureluminose di uomini e donne di fede esempla-re, che hanno servito il Paese con generositàe coraggio.Avere una bella storia alle spalle non serveperò per camminare con gli occhi all’indie-tro, non serve per guardarsi allo specchio,non serve per mettersi comodi in poltrona!Fare memoria di un lungo itinerario di vitaaiuta a rendersi consapevoli di essere popoloche cammina prendendosi cura di tutti, aiutan-do ognuno a crescere umanamente e nellafede, condividendo la misericordia con cui ilSignore ci accarezza. Vi incoraggio a conti-nuare ad essere un popolo di discepoli-missio-nari che vivono e testimoniano la gioia disapere che il Signore ci ama di un amoreinfinito, e che insieme a Lui amano profon-damente la storia in cui abitiamo. Così cihanno insegnato i grandi testimoni di santitàche hanno tracciato la strada della vostra

associazione, tra i quali mi piace ricordareGiuseppe Toniolo, Armida Barelli,Piergiorgio Frassati, Antonietta Meo,Teresio Olivelli, Vittorio Bachelet. AzioneCattolica, vivi all’altezza del tua storia! Viviall’altezza di queste donne e questi uominiche ti hanno preceduto.In questi centocinquanta anni l ’AzioneCattolica è sempre stata caratterizzata da unamore grande per Gesù e per la Chiesa.

Anche oggi siete chiamati a proseguire lavostra peculiare vocazione mettendovi a ser-vizio delle diocesi, attorno ai Vescovi -sempre - e nelleparrocchie -sempre - là dovela Chiesa abitain mezzo allepersone - sem-pre. Non stanca-tevi di percorrerele strade attraver-so le quali è pos-sibile far crescerelo stile di un’au-tentica sinodalità,un modo di esse-re Popolo di Dioin cui ciascunopuò contribuire auna lettura atten-ta, meditata, oran-te dei segni deitempi, per com-prendere e viverela volontà di Dio.

Vi invito a portare avanti la vostra espe-rienza apostolica radicati in parrocchia,“che non è una struttura caduca”. La par-rocchia è lo spazio in cui le persone possonosentirsi accolte così come sono, e possonoessere accompagnate attraverso percorsi dimaturazione umana e spirituale a crescerenella fede e nell’amore per il creato e per i fra-telli. Questo è vero però solo se la parrocchia

non si chiude in sé stes-sa, se anche l’AzioneCattolica che vive in par-rocchia non si chiude insé stessa.Ogni vostra iniziativa, ogniproposta, ogni camminosia esperienza missionaria,destinata all’evangelizza-zione, non all’autocon-servazione. Il vostroappartenere alla diocesie alla parrocchia si incar-ni lungo le strade dellecittà, dei quartieri e deipaesi. Come è accaduto inquesti centocinquantaanni, sentire forte dentro divoi la responsabilità di get-tare i l seme buono delVangelo nella vita delmondo, attraverso il servi-zio della carità, l’impe-gno politico - mettetevi inpolitica, ma per favorenella grande politica,nella Politica con lamaiuscola! - attraversoanche la passione educati-va e la partecipazione alconfronto culturale.Allargate il vostro cuoreper allargare il cuore dellevostre parrocchie. Siateviandanti della fede, per

incontrare tutti, accogliere tutti, ascoltaretutti, abbracciare tutti.

Papa Francesco

Don Tito è stato sempre un assistente entusiasta e fattivo per l’AzioneCattolica, lasciando una traccia della sua attività nel cuore di tanti ragazzi, gio-vani e adulti. S’è sentito veramente premiato dal papa Francesco edal Presidente generale dell’A.C.I. dr. Truffelli Matteo, nell’incontro che haavuto con loro nell’anno 150° dell’A.C.I.La salute non è più d’un giovane, ma di uno che ha compiuto 85 anni.Lo spirito è sempre giovane ed entusiasta.

Grazie, d. Tito, per l’esempio che ci dai!

Il 6 maggio RachelePezzato, nata nel1917, ha festeggiatoil suo compleannocircondata dall’affet-to della sua carafiglia Rosa, il generoGermano, i nipotiDaniele ed Eleonoracon i l maritoFederico e la suaamata pronipoteSofia.

Auguri cordialianche dai lettori eresponsabili de “LaVoce”.

EVVIVA LA CENTENARIA!!

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017pag. 14

E’ giunto il momento di sciogliere le vele (2 Tm 4,6)

Lanzi Maria Rosella1.6.1946 - 24.4.2017

Urbani Leandra1.10.1950 - 4.4.2017

Don Enrico Righi7.2.1930 - 7.2.2017

Nata da famiglia di umiliorigini e grandi lavorato-ri, Maria trascorre lasua infanzia e tutta l’a-dolescenza aMontefiascone. Incontrae si innamora diFerdinando Ranuccicon il quale, assuntocome operaio della Fiat,si sposa e si trasferiscea Torino con la loro pri-mogenita. Trascorrerà tutta la vitaa Torino dove arriverà anche un’altra figlia, ma non sidimenticherà mai della famiglia d’origine, delle sorelle e delsuo paese Montefiascone dove trascorrerà tutte le estati inferie con il suo Ferdinando. La famiglia, il lago e la vicinan-za al mare sono appuntamenti irrinunciabili per Maria e lirispetterà per sempre fino a che il destino ha deciso perlei.

Marco

Dolce mamma Maria, il tuo amore e la tua generosità sonostati per tutti noi dei regali unici ed immensi. Ti ringraziamoper ciò che hai trasmesso, ogni giorno, con il tuo esempio:la forza con cui affrontare le difficoltà, la voglia di vivere edi stupirsi di fronte alla bellezza del mondo. I tuoi occhiverdi, sinceri e genuini, ci hanno insegnato a riconoscereovunque la meraviglia. Ora che sei accanto a Dio, aiutaciad affrontare la vita con la tua stessa energia e con il tuostesso sorriso. Con amore infinito, le tue figlie Emanuela ePatrizia, il tuo Ferdinando e tutti i tuoi cari.

Patrizia, Emanuela, Ferdinando

Mocini Angelo4.12.1930 - 18.12.2016

Sono passati pochimesi dalla tua morte e ilvuoto che ci hai lasciatoè grande.Te ne sei andato velo-cemente, lasciandocinello sconforto e neldolore, soprattutto lamamma, con la qualehai condiviso più di 60anni di vita insieme.Ora che sei nel Regnodei Cieli, ti potrai ricon-giungere finalmente conla tua cara mamma,essendo morta quando tu eri ancora un bambino. Ciao.

La tua famiglia

Ciuchini Anna10.6.1931 - 19.3.2017

Ne danno annuncio lafiglia Mirella, il generoClaudio, i nipotiGianluca, Katia eGiulia.Rimarrai sempre nelnostro cuore, per la tuagenerosità e bontà.Ti vogliamo un mondodi bene. Ciao mammi-na, ciao nonna.

La tua famiglia

Godi in Dio anima carala pace dei giusti

e confortasu questa terrachi tanto ti amò

Di lui abbiamo pub-blicato già una foto euno scritto. Ora completiamo lapresentazione conl’immagine di MariaMadre di Dio, Avedella Chiesa.Dietro il Santino c’èuna poesia di D.Enrico dal titolo la“Mamma di Dio” e aconclusione dellapoesia pocheespressioni rivelantiil suo amore a Maria.

“ ‘Na “Mamma” tutta mia, vojo anch’io!”- pensò, commosso da la creaturach’amore ha pe’ fine e pe’ naturaColui che tutto pòle, perch’è Dio.

La terra scerse, ‘r “Padre”, la più pura:“Sarà, perchè ‘n si sporchi, pensier mio;‘sta Madre, disse avrà special fattura,

nessuna vanterà destin più pio”.

Nel campo mai arato: in Marialo “Spirito” piantò il “Salvatore”

sentito il granne “Si!” ch’al ciel upria.

Cusì, il Trino ed unico Signore,la “Mamma” più perfetta che ci sia,si preparò ‘mpastandola d’amore.

E quanno che Gesù, Maria cullava,la Trinità Santissima beata.

“Anch’io voglio una mamma tutta per me”, disse Dio,invidiandoci la MAMMA. E per realizzare la Mamma di Dio, il “Padre” si incaricò di scegliere il materiale

migliore. Avuto il consenso di Maria, lo “Spirito” depo-se in lei il “Seme celeste” che innestava Dio e uomo. Dopo di che, tutta la Santissima Trinità partecipava,

godendo dell’abbraccio di Gesù con Maria: perchè Madre di Dio.

In ricordo diLuisa Nicolai

24.12.1952 - 2.11.2016La Parrocchia del Corpus Domini ha avutouna perdita molto significativa con lamorte di Luisa Nicolai. Era conosciuta,amata e stimata da tutti, si poteva contaresu di lei per qualsiasi necessità.Amava il Signore ed amava la gente,anche se aveva il cuore sempre sofferenteper la morte prematura del figlio Massimo.Una cosa che curava con amore particola-re era la “Giornata del movimento per lavita”, era lei che andava a prendere lepiantine e dava la sua disponibilità per lavendita delle stesse. Grazie, Luisa, per quello che ci hai dato eche continuerai a darci con la tua preghie-ra di intercessione presso il Signore, per-chè ne abbiamo tutti un grande bisogno!Anche noi pregheremo per te, con questofilo saremo sempre uniti e con questa pro-messa ci scambiamo un forte abbraccio.

I tuoi amici parrocchiani

È la cifra che più ha allarmato medici, epide-miologi, demografi: per trovare un’impennata dimortalità come quella registrata nel 2015 (conordini di grandezza comparabili) si deve tornareindietro sino al 1943 e, prima ancora, occorrerisalire agli anni tra il 1915 e il 1918. Nel 2015in Italia sono morte 653mila persone, ben54mila in più rispetto al 2014.Cosa è successo? A guardare l’andamento deidecessi si nota un costante incremento (fattaeccezione per il mese di maggio): nei mesi digennaio, febbraio e marzo si sono riscontratiincrementi rispettivamente del 104,%, del18,9%, del 14%. Poi il picco del mese di luglio,con un +20,3% rispetto al 2014. Il record deidecessi, d’altronde, viene registrato nell’annoche si è classificato in Italia come il più caldodal 1880, con una temperatura superiore di1,42 gradi la media di riferimento. E la variazio-ne della mortalità riguarda per l’85% dei casi laclasse di età da 75 a 95 anni: a morire di più,cioè, sono stati i più vecchi. Il caldo, insomma,potrebbe aver fatto la sua parte. C’è poi la

“questione” vaccini: i primi mesi del 2015 sonostati segnati da un’epidemia influenzale senzaprecedenti e da un crollo delle vaccinazioni inseguito all’allarme lanciato in seguito ad alcunidecessi.Crisi e povertà, invece, sembrano inciderepoco sul dato. L’incremento della mortalitàrisulta omogeneo dal punto di vista del territo-rio, con picchi più accentuati anzi al Nord (Valled’Aosta, Piemonte, Lombardia). Rilevante, invece, il dato sul genere: l’aumentodi decessi sul 2014 interessa soprattutto ledonne, circa 34mila in più (+10,9%) contro i21mila in più degli uomini (+7,1%). Secondol’Istat il dato va anche inquadrato in un quadropiù generale: il picco del 2015 rappresentereb-be in parte una risposta “proporzionata e con-traria” alle diminuzioni di mortalità registrate nelbiennio 2013-2014. Non a caso anche in altri Paesi europei comeGran Bretagna e Francia si è osservato unnotevole e improvviso aumento dei decessi dimortalità nel 2015. (V.D.)

La fotografia

I picchi di mortalità? Soprattutto al Nord.Pesano caldo killer e calo delle vaccinazioni.

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017 pag. 15

La tragica morte delle tre ragazzine rom, Francesca, Angelica ed Elisabeth,non è stata causata soltanto da quella scia di liquido infiammabile che gliinquirenti hanno trovato sulla strada vicino al camper dove vivevano.Seguendo a ritroso quella traccia, infatti, si arriva molto più lontano.Bisogna attraversare le fiamme della baracca in cui persero la vita quattrobambini rom in Via Appia Nuova a Roma nel 2011 e quelle che hanno bru-ciato Maius, tre anni, alla Magliana, nel 2010. Si deve passare per i roghinei quali hanno perso la vita quattro bambini rom nelle baracche diLivorno nel 2007 e pochi mesi prima due giovani sposi a via Gordiani, aRoma. Una strage degli innocenti che ha colpito i piccoli di questa etnia: più di centomorti in una ventina di anni. Bisogna camminare all’indietro nel tempo, nellospazio e nel dolore per capire perchè undici persone, di cui solo tre adulti, cit-tadini romani come noi, dormono ammucchiati in una scatola di lamiere fermain un parcheggio di periferia, senza corrente elettrica, né acqua, in una cittàricca e confortevole.La famiglia colpita da questo tragico evento discende da parenti giunti in Italiadalla Jugoslavia, all’inizio degli anni Settanta in cerca di lavoro come artigianie mai più tornati nella loro terra d’origine a causa delle guerre che hanno dila-niato quel Paese plurale negli anni Novanta. Ancora più indietro, i loro avi hanno conosciuto la persecuzione nazionalso-cialista che ha strappato la vita a mezzo milione di rom uccisi nei campi disterminio, tra i quali bambini vittime di crudeli esperimenti medici.Prima della guerra e dei nazionalismi, però, li si incontrerebbe tra impiegati,ufficiali, artigiani, giostrai e musicisti in tutta Europa. Li si vedrebbe vivere incase e quartieri normali. Ma ci si perderebbe anche tra le carovane che gira-vano i paesini del continente, sopravvivendo con mestieri ormai scomparsi. Solo la loro lingua, il romanès, un coacervo di tanti idiomi, dallo slavo al san-scrito, ci condurrebbe sicuri fino alle pianure dell’India. Per compiere questolungo viaggio non serve un passaporto. Muri, ghetti e fili spinati non lihanno mai fermati, solo umiliati e impoveriti. Basta dai pregiudizi che cifanno oscillare tra due sentimenti opposti: la repulsione ancestrale, dovuta aleggende nere, e il fascino folkloristico, l’idea che i loro figli non debbanoandare a scuola, ma vagare liberi e scalzi. I rom rappresentano la più grandeminoranza etnica in Europa, in Italia circa centocinquantamila, di cui lametà italiani. Non hanno mai reclamato un territorio o dichiarato guerra.Quelli che vivono nei cosiddetti campi nomadi non si spostano più da decenni,ma continuano a vivere nella marginalità. La speranza di vita è di dieci-quindi-ci anni inferiore ai non rom. La metà di chi vive nei “campi” ha meno di diciottoanni, di questi il 40% addirittura meno di quattordici. Dunque un popolo giova-nissimo: ci si sposa presto - senza tanti calcoli sulla sussistenza o sulla casa -e si hanno molti figli, dettagli che colpiscono in un’Italia invecchiata e senzanascite.Non mancano i problemi di convivenza e di rispetto delle leggi: talvolta le cro-nache di furti o altri reati predatori vedono alcuni di loro come protagonisti.Altre volte non è facile accompagnarli in un percorso positivo. L’illusione dellaricchezza senza sforzo ha risucchiato alcuni di loro verso la criminalità orga-nizzata.Eppure davanti alla morte dei bambini dobbiamo rimanere umani. Lamorte di un bambino deve suscitare il pianto e tante domande. Dobbiamocapire le cause che hanno provocato tragedie come quella della scorsa nottee agire perchè più nessuno - rom, sinto o no - debba crescere stipato in unaroulotte e morire in un incendio. Chi è credente può pregare per le vittime. Alivello istituzionale, implementando la strategia nazionale di inclusione deirom, per uscire dall’emergenza continua, basata su quattro diritti elementariper tutti: una soluzione abitativa vera e definitiva (non più campi, ma case),l’accesso alle cure mediche, un serio percorso di scolarizzazione e di inseri-mento al lavoro con incentivi, ma anche con un controllo capillare. Non soloalloggi, ma anche sanità, educazione e lavoro possono evitare tragedie efinalmente condurre da una scarsa tolleranza, un radicato pregiudizio e unreciproco sospetto a una piena inclusione.

da Avvenire, giovedì 11 marzo

Morire ai margini nell’Italia di oggi

TRACCIA BRUCIANTE

MARCO IMPAGLIAZZO

Nel Mondo del III° Millennio dominato dalla frenesia tecnolo-gica non si può non evidenziare la totale indifferenza che cicirconda. È un Mondo troppo preso dal progresso di ognigiorno con nuove scoperte, mentre gli animi si inaridi-scono sempre più divenendo vari ed aridi deserti insen-sibili a quanto accade intorno e, questo è più grave, aimolteplici problemi degli altri, ci si chiude in noi, comedentro una corazza. Si diventa così isole irraggiungibili.L’apatia più totale, l’indifferenza, costituiscono vere e propriepiaghe per il Mondo di oggi, proprio come lo furono quellebibliche dell’Antico Testamento.Eppure, se solo ci si guarda intorno, si scopre dappertutto,una sofferenza indicibile. Chi per una ragione, chi per un’al-tra, chi è malato, handicappato o altro, ma dappertutto c’èl’indelebile timbro della sofferenza e della solitudine più asso-luta in cui versano molte persone senza che alcuno s’interes-si di loro, spenda una parola di conforto, faccia loro unatelefonata per sollevare almeno in parte il loro morale.Quest’apatia, ingigantita dall’eccessivo uso della rete infor-matica che isola gli individui, facendoli vivere in un mondotalmente virtuale che poi sfocia in gesti di incredibile, quantopura follia. È un vero veleno per la società non solo odierna eciò è ben più grave per la nuova generazione, permeata didannosissime onde elettromagnetiche in cui sono immersi tratelefonini, internet e non porgono le orecchie a percepire illamento dei sofferenti, diventando così sempre più aridi echiusi ai messaggi positivi che potrebbe loro offrire una per-sona ben disposta e la vera applicazione pratica dei principidella religione, non solo predicata, ma, soprattutto, applicataquotidianamente.Credo proprio che, se s’intende cambiare il Mondo, sia ilcaso di abbandonare il passivismo del “... Tanto noi checontamo...” ed offrire il positivo che è in noi, perchè sonocerto che tutti ne abbiamo, chi più, chi meno, per ascoltarechi è in difficoltà.È così che scomparirebbe, piano piano, la parola solitu-dine, stato in cui versiamo, anche senza saperlo.La libertà è il più bel dono di Dio e non possiamo vender-la, tanto più a quegli aggeggi, pur belli come volete edutilissimi. Non lasciamoci incatenare dalla tecnologia esolo allora potremo davvero abbattere la muraglia del-l’indifferenza verso gli altri, creando così un Mondonuovo, bene diverso da quello attuale.

Paparello Gianluigi

Indifferenza tra le piaghe del XXI° secolo

Nel precedente numero de “La Voce” si è parlato delle inizia-tive del Centro Anziani di Montefiascone tra cui la Festa delLago, istituita quattro anni fa e che ha sostituito la festaannuale provinciale che coinvolgeva tutti i comuni dellaProvincia di Viterbo.Il Centro Anziani di Montefiascone è promotore e capofila delraggruppamento di undici comuni siti nelle vicinanze del lagodi Bolsena che così intendono mostrare il loro interesse perla salvaguardia del bacino lacustre.La festa si terrà il 15 giugno 2017 e parteciperanno oltrecinquecento persone che saranno accolte presso i ristorantisul lungolago.Le spese di organizzazione sono sostenute dal provincialeAncescao di Viterbo, dal Gruppo Bancario CreditoValtellinese e dal Comune di Montefiascone con la colla-borazione di Avis, Associazione Solidarietà Falisca eProtezione Civile. I l Direttivo del Centro Anziani diMontefiascone ringrazia anticipatamente i partecipanti chehanno a cuore questa iniziativa.

Il PresidenteArcangelo Ugolini

Una stupenda iniziativa

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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2017pag. 16

Potete versare:sul c.c. n° 1853/76 Banca Cattolica - Gruppo bancario Credito Valtellinesesul c.c. n° 537 Banca di Credito Cooperativo di Roma - Agenzia 176 - Via Card. Salotti, 21 - Montefiascone inviare tramite conto corrente postale n. 12158010 intestato Parrocchia S. Margherita - 01027 Montefiasconeconsegnare ad Angelo Menghini presso il negozio in Via S. Lucia Filippini preoccupandovi di mettere il vostronome per essere inseriti nella rubrica “La Voce è grata ai suoi”.

PER COMODITÀ DEI LETTORI DE “LA VOCE”

--oo

L’allievo Normando Onofri e il maestro della storia locale Giancarlo Breccola sono due rinco-storicioppure due storici-rinco?

Una fortuna che hanno fatto tutto da “soli”!

Mario e Lena insieme ai loro tre figli: Daniela, Donatella e Fabrizio, inipoti Giulia, Sara, Andrea e Gabriele e i parenti, il giorno 16 aprilenella chiesa di S. Maria del Giglio hanno festeggiato il loro 50° anni-versario di matrimonio.Auguri per altrettanti anni insieme.

Un bellissimo esempio per tutti gli sposati “moderni”.

NOZZE D’ORO!Conosciuto da tutticon i l nome di“Marietto”, MARIOGIRALDO compie inquesti giorniNOVANTA ANNI. Locredereste nelvederlo sempre cosìattivo e dinamico?Il particolare com-pleanno è stato alle-gramente festeggia-to insieme a tutti ifamigliari: la sposaMaddalena, la figliaMara, i nipotiAndrea, Federica eStefano con i propriconiugi e i pronipotiChiara, Alessandroe Carlotta.Dal cielo ha fattocapolino l’amatissi-mo e indimenticato genero Alvaro, per unirsi al coro degli auguri. Ai qualici uniamo anche noi. Buon compleanno!!!

Buon compleanno!